Sei sulla pagina 1di 165

Frumento

Triticum sp. pl.


Frumento (Triticum sp.pl)

– La produzione italiana mediamente non copre il

fabbisogno nazionale.

– La necessità di importare frumento tenero è dovuta

non solo alla produzione nazionale quantitativamente


insufficiente, ma anche all’esigenza di integrare la
produzione dal punto di vista qualitativo.

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Frumento (Triticum sp.pl)

– Genere Triticum
– sono riconoscibili quattro genomi: A, B, G, D
–A
 proverrebbe da una specie selvatica del genere
Triticum
–BeG
 proverrebbero da specie del genere Aegilops non
identificate
–D
 proverrebbe da A. tauschii

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Frumento (Triticum sp.pl)

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Frumento (Triticum sp.pl)

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Frumento (Triticum sp.pl)

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Frumento (Triticum sp.pl)

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

– Radici
– Le radici primarie sono generalmente in numero di 5 ma
possono essere anche 7
– restano vitali per tutto il ciclo vegetativo della pianta
e contribuiscono all’assorbimento di acqua e di
elementi nutritivi
– Le radici avventizie si originano dai nodi basali
– sono fibrose e costituiscono la parte maggiore
dell’apparato radicale
– oltre che dai nodi del culmo principale si originano in
numero di una o due dai nodi basali dei culmi di
accestimento.

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

– Fusto
– Altezza variabile in funzione
– specie
– varietà
– condizioni ambientali e nutrizionali
– Nelle vecchie popolazioni di frumento l’altezza delle
piante raggiungeva 180-220 cm
– oggi si hanno varietà non più alte di 70-80 cm
– L’altezza è correlata inversamente con la sua resistenza
all’allettamento

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Caratteri morfologici della pianta

– Fusto
– eretto
– cilindrico
– formato da 5-8 internodi
– Caratteristica del culmo del frumento e dei cereali affini è
la ginocchiatura
– consiste in una proliferazione delle cellule
meristematiche presenti nei nodi che permette il
raddrizzamento del culmo delle piante allettate in
corrispondenza di un nodo

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

– Foglia
– Il numero di foglie per pianta e le caratteristiche come
colore, angolo di inserzione del culmo, dimensioni e
forma della lamina, variano con la specie e con la varietà
– Il numero variabile da 5-8 è correlato con la durata del
ciclo vegetativo delle piante
– ma dipende anche dalle condizioni ambientali e
nutrizionali
– La guaina fogliare avvolge completamente il culmo per
buona parte nella lunghezza dell’internodo soprastante il
nodo di inserimento della foglia

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

– Foglia

– lamina o lembo

– forma lineare-lanceolata appuntita, con nervature


parallelinervie.

– notevole è l’importanza dell’ultima foglia (foglia a


bandiera) nella fase di riempimento delle cariossidi

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

– Foglia
– Ligula
– è bene sviluppata
– abbraccia il culmo
– margine frastagliato provvisto di peli sottili
– Auricole
– sempre presenti
– bene evidenti
– provviste di peli sottili

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Caratteri morfologici della pianta
– Infiorescenza
– E’ una spiga formata da:
– asse principale o rachide
 sul quale sono inserite spighette solitarie e sessili.

 la lunghezza del rachide varia da specie a specie e


da varietà a varietà.
 è costituito da nodi ed internodi molto brevi,
disposti a zig-zag
– spighette
 inserite una ad ogni nodo del rachide, in posizione
alterna su due file opposte
 nel frumento tenero e duro sono mediamente 18-
20 per spiga
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Caratteri morfologici della pianta

– Cariosside
– parte ventrale
– parte dorsale
– Dorsalmente
– forma ellittica, ovale, ovoidale
– Lateralmente
– forma regolare, gibbosa
– Ventralmente
– solco ventrale

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Caratteri morfologici della pianta
– Cariosside
– Endosperma
– struttura farinosa
 frumenti tenero, turgido, spelta

– struttura vitrea e colore ambraceo


 frumenti duri

– struttura semivitrea
 in alcune varietà di frumento tenero

– Nelle cariossidi di grano duro si possono individuare zone


farinose, biancastre
– questo fenomeno, detto bianconatura, costituisce un
difetto qualitativo del prodotto

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta

– Cariosside

– Peso medio della cariosside

– 30-40 mg fumento tenero

– 30-55 mg frumento duro

– Superficie è liscia

– Striminzita e grinzosa se la maturazione non avviene


regolarmente o è affetta da squilibri idrici

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Caratteri morfologici della pianta
– Cariosside

– Embrione è posto nella parte dorsale e basale.

– la piumetta è avvolta da una guaina

 coleoptile

– la radichetta è avvolta da una specie di cuffia

 coleorriza

– unito al fusticino o asse embrionale è il cotiledone del


seme o scutello

 interposto fra l’embrione e l’endosperma


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Fasi vegetative e riproduttive

– Semina-emergenza
– Inizia con la germinazione e procede con lo sviluppo
della plantula fino alla fuoriuscita dalla superficie del
terreno
– emergenza
– Umidità cariosside 35-40%
– Dapprima si sviluppa l’apice radicale protetto dalla
coleorriza, seguito poco dopo tempo, dall’apice del
germoglio, rivestito dalla prima foglia embrionale
(coleoptile)

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Fasi vegetative e riproduttive

– Semina-emergenza
– nelle semine profonde in cui l’emergenza è ritardata,
lo sviluppo fenologico procede comunque e la prima
foglia vera può uscire dal coleottile quando si trova
ancora sotto la superficie del terreno, diminuendo la
capacità di emergenza delle plantule
– in condizioni normali, al momento dell’emergenza
sono già visibili altri 2-3 primordi di foglie all’apice
vegetativo
– in condizioni ottimali la fase semina-emergenza ha
una durata di 10-15 giorni

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Emergenza-inizio accestimento
– Dopo l’emergenza lo sviluppo procede con
l’emissione di nuove foglie
– Contemporaneamente nuovi primordi di foglie si
differenziano all’apice vegetativo
– ad un ritmo più veloce dell’emissione delle foglie
stesse
– Quando sono emerse 3 - 4 foglie
– tutti i primordi delle foglie sono in genere già
differenziati
– l’apice tende ad assumere una forma più
allungata iniziando la differenziazione della spiga
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Fasi vegetative e riproduttive

– Emergenza-inizio accestimento
– L’emissione delle foglie comunque procede,
sovrapponendosi alla fase successiva, ma gli
internodi ancora non si allungano
– All’ascella di ogni foglia, compreso il coleoptile, si
sviluppa una gemma che ripete esattamente la
struttura dell’asse principale e che, sviluppandosi,
può dare origine a un culmo di accestimento
– Il primo culmo di accestimento che fuoriesce dal
terreno è, di norma, quello situato all’ascella
della prima foglia, o raramente, della seconda
– Figura

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Emergenza-inizio accestimento
– Nelle semine autunnali
– l’accestimento inizia in genere prima dell’inverno,
quindi rallenta in modo considerevole, per poi
riprendere quando la temperatura si alza
– Durante la fase di accestimento
– l’accrescimento dell’apparato radicale procede
attivamente
 Ogni culmo differenzia infatti un proprio
apparato avventizio che si aggiunge a quello
embrionale

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Fasi vegetative e riproduttive

– Inizio accestimento-inizio levata

– L’emissione dei culmi di accestimento procede con


un ritmo che dipende

– essenzialmente dall’andamento termico

– talvolta dalla durata del giorno

– Ogni culmo di accestimento può a sua volta accestire

– Normalmente le gemme ascellari oltre la quarta


foglia non si sviluppano

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive
– Inizio accestimento-inizio levata
– Durante l’accestimento
– ogni culmo continua ad emettere nuove foglie
 mantenendo però internodi raccorciati

 le piante hanno perciò aspetto cespitoso con


portamento delle foglie eretto, semieretto o
prostrato a seconda della varietà
– nel frattempo gli apici vegetativi procedono con lo
sviluppo
 con una serie di modificazioni morfologiche

 differenziazione dei primordi delle spighette,


delle glume e delle glumette

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Fasi vegetative e riproduttive

– Inizio accestimento-inizio levata


– In corrispondenza della differenziazione della spighetta
terminale
– la pianta entra nella fase successiva
– l’accestimento, in condizioni normali tende a
cessare
– il numero di culmi per pianta presente in questo
momento eccede largamente il numero di quelli che
verranno portati a maturità
 rappresenta l’indice di accestimento

 normali condizioni di coltura varia da 0,5 a 2

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Inizio levata-spigatura
– la differenziazione della spighetta terminale
corrisponde con l’inizio dell’allungamento rapido degli
internodi che avviene a partire da quelli basali

fase di levata
– gli internodi raggiungono lunghezze via via maggiori
dalla base all’apice portando rapidamente verso l’alto
la spiga
– contemporaneamente procede l’emissione di nuove
foglie

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Inizio levata-spigatura
– L’ultima foglia è chiamata foglia a bandiera
– per il portamento caratteristico
– la guaina è particolarmente allungata
 contiene al suo interno la spiga che, prima
della fuoriuscita, ne determina
l’ingrossamento
 stadio di botticella

 da questo stadio, la completa fuoriuscita


della spiga richiede 10-20 giorni, in
funzione della temperatura

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Inizio levata-spigatura
– Durante la levata
– la spiga continua il suo sviluppo con la
differenziazione di
 glumette

 stami

 ovario.

– l’accrescimento dell’apparato radicale cessa


 in genere poco prima della spigatura.

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Fioritura ed impollinazione
– La fioritura inizia dalle spighette centrali
– procedendo verso l’apice e la base della spiga
– è evidenziata dalla fuoriuscita delle antere dalle
glumette
– Al momento della fioritura
– le antere sono già aperte
– l’impollinazione è già avvenuta
 Il frumento è pertanto specie autogama e
cleistogama
– La fioritura dura in media 4-8 giorni
– Dopo la fecondazione inizia lo sviluppo della cariosside

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Crescita e maturazione della cariosside

– si può ulteriormente suddividere in tre sottofasi

1. Moltiplicazione cellulare

2. Accumulo di sostanze di riserva

3. Essiccamento

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Crescita e maturazione della cariosside


– Moltiplicazione cellulare
– Le divisioni mitotiche dello zigote si susseguono
e la cariosside aumenta di dimensioni lineari,
fino a raggiungere la lunghezza definitiva
– Al termine di questa sottofase, spesso indicata
come fase lag è stabilito il numero definitivo di
cellule dell’endosperma e, quindi, la potenzialità
di accumulo delle riserve
– La durata della fase varia di norma dai 7 ai 15
giorni in funzione della temperatura

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Crescita e maturazione della cariosside


– Accumulo sostanze di riserva
– Dura dai 20 ai 40 giorni
 le divisioni cellulari sono cessate

 in condizioni favorevoli il rapido accumulo di


amido determina un aumento pressoché
lineare del peso secco della cariosside
– Il peso dell’acqua aumenta fino ad un certo
punto, dopo rimane costante

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Crescita e maturazione della cariosside


– Accumulo sostanze di riserva
– Il massimo quantitativo assoluto di acqua
corrisponde allo stadio di maturazione lattea
 la cariosside è ripiena di una sospensione di
amido e sostanze proteiche di aspetto
lattiginoso
– Alla fine di questa sottofase la cariosside ha
raggiunto il massimo peso secco e si trova allo
stadio di maturazione latteo-cerosa

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fasi vegetative e riproduttive

– Crescita e maturazione della cariosside

– Essiccamento

– Nell’ultima fase la cariosside perde rapidamente


umidità passando per lo stadio di maturazione
cerosa

 circa 30% di acqua

 perdita del colore verde e si può intaccare con


le unghie
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Fasi vegetative e riproduttive

– Crescita e maturazione della cariosside


– Essiccamento
– In relazione alle condizioni atmosferiche
l’essiccamento procede fino
 alla maturazione piena

 circa 15% di umidità

 è possibile la raccolta meccanica

 e la cosiddetta maturazione di morte

 circa 10-12%di umidità

 è possibile la conservazione senza


essiccamento

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Specie coltivate
– Frumento tenero
– T. aestivum ssp. aestivum
– Il lemma può essere
– aristato
– mutico
– colore paglierino o rossiccio
– con glume
– Il culmo è cavo
– tranne che in rari casi
– Altezza variabile da 70-120 cm
– La cariosside ha frattura farinosa

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Specie coltivate

– Frumento duro
– T. turgidum ssp. durum
– Le glumette inferiori sono aristate
– tranne che in rare eccezioni
– le reste sono lunghe fino a 20 cm
– Il culmo
– pieno di tessuto spugnoso nella parte superiore
dell’ultimo internodo
– Altezza variabile da 80-110 cm
– La cariosside ha frattura vitrea

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Specie coltivate

– Spelta o farro maggiore

– T. aestivum ssp. spelta

– Farro

– T. turgidum ssp. dicoccon

– Farro piccolo

– T. monococcum ssp. monococcum

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura

– Esigenze ambientali e adattamento


– Esigenze termiche:
– è adattato a svolgere il suo ciclo biologico per gran
parte durante la stagione fredda
– è un cereale microtermo
– lo zero di vegetazione
 prossimo a 0°C nelle fasi comprese tra la
germinazione e la spigatura
 6°C per quelle di fioritura e maturazione

– sensibilità al gelo
– elevata nelle fasi di germinazione e di emergenza

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura
– Esigenze ambientali e adattamento
– Esigenze termiche:
– Rresistenza al freddo
– aumenta tra l’emergenza e la quarta foglia e
raggiunge il massimo in pieno accestimento
– può aumentare notevolmente se la pianta è
sottoposta ad un periodo di progressivo adattamento
alle basse temperature
 Indurimento

 è favorito da basse temperature costanti.

 non avviene nelle varietà che non necessitano


di vernalizzazione, queste sono pertanto meno
resistenti al gelo
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Ecologia e fisiologia della coltura
– Esigenze ambientali e adattamento
– Esigenze termiche:
– Resistenza al freddo
– diminuisce drasticamente all’inizio della levata
– Alla fioritura
– temperature anche di 0°C
 danneggiamenti agli organi riproduttivi e
sterilità pollinica
– Gli effetti delle alte temperature si manifestano
prevalentemente attraverso squilibri fisiologici

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura
– Esigenze ambientali e adattamento
– Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo:
– Alcuni genotipi di frumento detti invernali o non
alternativi
– non attuano la differenziazione riproduttiva dell’apice
(viraggio) se la pianta non ha trascorso un periodo a
basse temperature (vernalizzazione)
– l’efficacia vernalizzante della temperatura è massima
tra 3 e 10°C
– il frumento non ha fase giovanile essendo sensibile
all’azione induttiva di basse temperature già dallo
stadio di seme imbibito

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura

– Esigenze ambientali e adattamento


– Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo:
– Le varietà primaverili o alternative
– non necessitano di vernalizzazione
– il loro sviluppo procede in funzione della temperatura
 se seminate presto possono iniziare la levata
prima dell’inverno
 da questo deriva la loro sensibilità al freddo

– la differenziazione riproduttiva avviene anche in


assenza di vernalizzazione
 ma è accelerata da un periodo di basse
temperature

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura

– Esigenze ambientali e adattamento


– Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello
sviluppo:
– Il frumento è una pianta longidiurna quantitativa
– tipi primaverili e invernali vernalizzati
 la velocità di sviluppo è in funzione della
lunghezza del giorno
– tipi invernali non vernalizzati
 non rispondono al fotoperiodo

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura
– Esigenze ambientali e adattamento
– Vernalizzazione e controllo fotoperiodico dello sviluppo:
– Alcuni tipi alternativi
– risposta fotoperiodica molto marcata sufficiente a
prevenire la differenziazione fiorale durante l’inverno,
in regime di giorno corto, che agisce quindi anche
come meccanismo di adattamento alle basse
temperature
– Lo sviluppo dei primordi degli organi (culmi, spighette,
ecc.) risponde alla lunghezza del giorno
– pertanto, lo stadio fenologico dei culmi differenziatisi
più tardi, in regime di giorno lungo, tende a
sincronizzarsi con quelli emessi più precocemente

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura

– Esigenze ambientali e adattamento


– Piovosità:
– eccessi di piovosità nel periodo invernale dannosi
quando
 determinando asfissia del terreno causano
mortalità delle piantine
– nella fase finale del ciclo
 piogge battenti unite a vento forte possono
determinare fenomeni di allettamento

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura
– Esigenze ambientali e adattamento
– Piovosità:
– nella fase di pre-raccolta se l’embrione ha superato la
dormienza
 una piovosità elevata può determinare l’avvio
della germinazione sulla spiga
 pre-germinazione

– carenze idriche
 provocano la riduzione dell’assimilazione del
frumento, con effetti variabili a seconda del
momento in cui si verificano
 es. fenomeno della stretta

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia e fisiologia della coltura

– Esigenze ambientali e adattamento


– Esigenze pedologiche:
– si adatta ad un’ampia gamma di condizioni
pedologiche
– trova le condizioni ideali in terreni
tendenzialmente argillosi
– predilige pH attorno alla neutralità
 pur adattandosi abbastanza bene a terreni
basici o leggermente acidi
– tollera discretamente la salinità

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Cenni di fisiologia della coltura
– La fotosintesi si svolge secondo il ciclo di Calvin
– specie a C3
– Funzionalità e durata dell’apparato fogliare:
– la fotosintesi può essere limitata da fattori di stress
idrico, nutrizionale e da attacchi parassitari
– globalmente, il massimo tasso di assimilazione, nelle
migliori condizione di coltura, si ha con valori di LAI
di 5-6
– il massimo contributo percentuale è fornito dalle
ultime due foglie o, dopo la spigatura, dalla foglia a
bandiera e dalla spiga

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Cenni di fisiologia della coltura
– Consumo ed utilizzazione degli assimilati:
– Il tasso di respirazione giornaliero
– a 20 °C è pari a circa l’1,5% della biomassa secca
presente
– è funzione della temperatura
 raddoppia per ogni 10 °C di aumento

– Il migliore bilancio tra accumulo e consumo di


assimilati si ha a circa 15 °C
– Per ottenere produzioni elevate è necessario che
l’efficienza dell’apparato assimilatore si mantenga il
più a lungo possibile

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Cenni di fisiologia della coltura
– Consumo ed utilizzazione degli assimilati:
– Nei nostri climi soggetti a siccità precoce
– la produzione è generalmente più bassa di quella
potenziale
– In condizioni di grave stress idrico o sanitario
– la produzione di granella può essere anche molto
bassa
 1,5-2 t ha-1

 può derivare per gran parte da traslocazione

 quando non si registrino ulteriori aumenti


di biomassa totale dopo la fioritura

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Cenni di fisiologia della coltura
– Esigenze idriche:
– non mostra riduzioni sostanziali della produttività
– fino al 50-60% dell’acqua disponibile massima del
terreno
– efficienza d’uso dell’acqua
– circa 2-2,5 kg di sostanza secca per mc di acqua
– coefficiente di traspirazione 400-500 l kg-1
– le fasi di impollinazione e di fecondazione
– sono particolarmente sensibili a stress idrici anche di
breve durata
– in queste fasi un’elevata domanda evapotraspirativa
può diminuire la fertilità della spiga

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia della produzione

– La produzione utile del frumento


– è rappresentata principalmente dalla granella
– la paglia è un sottoprodotto
– Indice di raccolto
– indica la produzione di granella rispetto alla
biomassa totale prodotta
– nelle varietà moderne raggiunge valori di 0,5-0,55
– nelle varietà obsolete è pari a 0,3-0,35
 producono la stessa quantità di biomassa

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Ecologia della produzione

– La produzione di granella è influenzata da diversi fattori:


– numero di spighe per unità di superficie
– numero di cariossidi per spiga
– peso medio delle cariossidi
– Il numero di organi dipende da due fattori:
– durata della fase in cui avviene la loro differenziazione
– flusso di assimilati disponibile durante la differenziazione
– Il numero di spighe è influenzato
– dall’accestimento
– dalla sopravvivenza dei culmi

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Ecologia della produzione

– Fattori che influiscono sull’accestimento:


– Durata della fase di accestimento
– Densità colturale
– Carenze nutrizionali e idriche
– Attacchi parassitari
– mal del piede
– Una volta avvenuta la fecondazione, il potenziale
produttivo, determinato dal numero di cariossidi per unità
di superficie, è in pratica stabilito e risulta correlato alla
biomassa epigea presente alla fioritura
– Il peso delle cariossidi dipende dal numero di cellule
dell’endosperma e dal loro riempimento

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Aspetti generali di coltivazione

– La tecnica di coltivazione ha subito notevoli


modificazioni in seguito al diffondersi di nuovi mezzi
tecnici e di nuove varietà

– Sono da considerare in modo particolare quegli


aspetti della tecnica colturale che sono in relazione

– con il consumo di energia

– con l’impatto ambientale

– con la qualità del prodotto

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Avvicendamento colturale
– Trae notevole vantaggio dall’avvicendamento con altre specie
– Già al primo anno di ritorno sullo stesso terreno (ringano o
ristoppio) la riduzione della resa in granella è piuttosto
marcata
– Buone precessioni colturali per il frumento:
– le colture da rinnovo
 in quanto è in grado di utilizzare molto bene il
residuo di fertilità che tali colture lasciano nel
terreno
– le colture foraggere specie quelle poliennali
 effetti positivi sul controllo delle infestanti, sulle
condizioni fisiche del terreno e, nel caso in cui si
tratti di specie leguminose, sul contenuto di azoto
del terreno
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Avvicendamento colturale

– Ottima e tradizionale in ambienti cerealicoli di zone


aride o semi-aride è la successione del frumento al
maggese
– Il frumento è una buona precessione colturale
– per le colture da rinnovo
– permette, dopo la sua raccolta, di preparare bene il
terreno per la coltura successiva

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Semina

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Semina

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Scelta della varietà
– Fattore di fondamentale importanza per ottenere le rese
migliori
– Caratteristiche più importanti:
– Resistenza al freddo
– Resistenza alle alte temperature, alla siccità, alla
“stretta”
– Adattamento alle condizioni del terreno
– Resistenza all’allettamento
– Resistenza alle malattie
– Fertilità della pianta
– Stabilità di produzione
– Qualità del prodotto

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Preparazione del terreno per la semina
– Le lavorazioni del terreno sono diverse a seconda di:
– Coltura che precede il frumento;
– Condizioni climatiche e pedologiche.
– La lavorazione ordinaria principale è l’aratura
– Oggi sono disponibili seminatrici per la semina su terreno
non lavorato
– Alla lavorazione principale ne seguiranno altre
complementari con lo scopo di
– ottenere un letto di semina ben livellato
– non zolloso
– in cui la cariosside possa trovare buone condizioni per
germinare

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Semina

– Scelta e “concia” della semente:

– la germinabilità non deve essere inferiore al 95%

– la semente va trattata con prodotti anticrittogamici

– per eliminare eventuali agenti patogeni presenti

– Epoca di semina:

– nelle condizioni italiane la semina avviene nel


periodo autunnale

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Semina

– Densità di semina:
– la quantità di semente da impiegare per unità di
superficie dipende
– dalla densità di piante che si vuole ottenere
– dal peso medio delle cariossidi
– dai fattori da cui dipende la germinabilità in
campo
– Con buone condizioni climatiche e pedologiche
– si punta ad avere 600-700 spighe m-2
 ottenibili con una densità di semina di 400-500
cariossidi m-2

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Semina

– Profondità di interramento delle cariossidi e tecnica di

esecuzione della semina:

– normalmente la profondità di semina varia tra 3-5 cm

– è maggiore in condizioni di terreno asciutto e soffice

– Oggi la semina viene effettuata

– a file impiegando seminatrici

– ma può essere eseguita anche a spaglio

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Semina
– Profondità di interramento delle cariossidi e tecnica di
esecuzione della semina:
– La semina a file può essere fatta
– a file semplici
– distanza 15-18 cm tra le file semplici
– binate
– distanza di
 25-30 cm tra le bine

 12-15 cm tra le file della bina

– Il lavoro di semina va completato con una leggera


rullatura nei terreni soffici o asciutti

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Semina

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione
– Esigenze nutritive della pianta
– La quantità di elementi nutritivi necessari varia in
funzione di
– fattori genetici
– condizioni ambientali (tab 2.6)
– Ad una maggiore resa corrisponde un maggiore
assorbimento di sostanze nutritive
– L’assorbimento di elementi nutritivi
– avviene in quantità notevoli durante la fase della
levata
 al termine di tale fase la pianta ha assorbito non
meno del 70-80% delle sue esigenze totali

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione

– AZOTO
– contenuto di azoto
– nella paglia alla raccolta: max 0,3-0,6%
– nelle cariossidi: 1,5-3%
 con valori più frequenti attorno

 2% per frumenti teneri

 2,3-2,4% per frumenti duri

– Tasso di assorbimento dal terreno


– raggiunge il massimo durante la levata
 punte fino ad 8 kg ha-1 per giorno

– decresce fino a cessare nel corso del riempimento


della cariosside
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione

– AZOTO
– A maturità il contenuto di azoto è così ripartito:
– 80% nelle cariossidi
– 20% nella paglia
– Poiché l’assorbimento di azoto dal terreno avviene
generalmente per oltre i tre quarti prima della fioritura,
l’azoto contenuto nella cariosside deriva in gran parte da
traslocazione dalle parti vegetative
– Influenza dell’azoto sulla produzione:
– Ritardo della senescenza dell’apparato fogliare
– Aumento della superficie fotosintetizzante
– Effetti su accestimento e fertilità della spiga

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione
– AZOTO
– Colture cresciute con buona disponibilità di azoto fino alla
spigatura, in assenza di altri fattori limitanti differenziano un
elevato numero di cariossidi per unità di superficie
– Rapporti tra disponibilità di azoto e qualità della granella:
– Azoto accumulato in prevalenza all’inizio della crescita
delle cariossidi
– Condizioni che interrompano bruscamente la crescita delle
cariossidi (es. stress idrico)
 cariossidi piccole e ricche di azoto

– Correlazione inversa tra produzione di granella e suo


contenuto proteico
– Se la pianta è in grado di assorbirlo, disponibilità tardive di
azoto aumentano il contenuto proteico delle cariossidi

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione
– AZOTO
– Eccessi di azoto possono essere dannosi per due motivi:
– Diminuzione della resistenza meccanica dei tessuti
– allettamento
– Aumento della superficie traspirante
– in condizioni di aridità può comportare una più
intensa traspirazione e più forti condizioni di stress
idrico
– Inoltre un eccesso di azoto causa anche una maggiore
tardività
– che accentua la sensibilità della coltura al fenomeno
della stretta

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione
– FOSFORO
– Contenuto di fosforo
– nella paglia: 0,05-0,10%.
– nella granella: 0,3- 0,75%
– Le asportazioni dal terreno
– variano tra 15 e 30 kg ha-1
 espressi in P2O5 corrispondono a circa 34-68 kg
ha-1
– Le fasi di maggiore assorbimento
– prime tre settimane di vita della plantula
– levata

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione

– POTASSIO:
– Contenuto di potassio nella granella
– 0,35-0,50 %
– Le asportazioni variano con le rese
– tra i 25 e gli 85 kg ha-1
 espressi in K2O corrispondono a circa 30 e 102
kg ha-1
– Maggiore assorbimento avviene durante la fase
della levata

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione

– Altri macroelementi importanti:


–Calcio
– Magnesio
– Zolfo
– Microelementi:
– Zinco
– Manganese
– Rame
– Boro
– Molibdeno

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione azotata

– Dose di concime:
– la concimazione è di primaria importanza ed è
sempre necessaria per ottenere rese elevate.
– La quantità di azoto da apportare alla coltura varia
in funzione di:
– Caratteri genetici della varietà coltivata
– Quantità di azoto presente nel terreno
– Quota di azoto nel terreno utilizzabile della
pianta
 in funzione dell’intensità di mineralizzazione
della sostanza organica

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione azotata

– Dose di concime:
– La quantità di azoto da apportare alla coltura varia
in funzione di:
– Condizioni climatiche influenzano
 l’attività dei microrganismi nel terreno

 la perdita di azoto per dilavamento

– Disponibilità di acqua per la pianta


 in modo particolare durante le fasi di levata e
maturazione delle cariossidi
– Costo di acquisto e di distribuzione del concime

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione azotata

– La concimazione azotata viene sfruttata al meglio


– dalle nuove varietà di frumento duro a taglia bassa
(allettamento)
– dalle varietà di frumento tenero
– La quantità di azoto distribuito deve diminuire al diminuire
dell’acqua disponibile nel terreno
– Dosi medie di azoto da distribuire sono:
– Italia settentrionale e centrosettentrionale: 120-150 kg
ha-1
– ma si arriva anche a 200 kg ha-1
– Italia meridionale e isole: 70-100 kg ha-1
– con valori massimi di 100-120 kg ha-1

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione azotata
– Tipo di concime dipende da:
– esigenze della pianta
– caratteristiche del terreno e del clima
– costo dell’unità fertilizzante
– spese per il trasporto, distribuzione ed eventuale
stoccaggio del prodotto.
– La scelta della tipologia di concime azotato ha limitata
influenza sulla resa
– Più importante è la scelta effettuata in funzione
– del costo dell’unità fertilizzante
– del titolo
– della formulazione fisica

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione azotata

– Epoca e tecnica di distribuzione:


– È necessario intervenire in modo da evitare
– in ogni momento carenze nella nutrizione azotata
– in modo particolare evitarle nelle fasi più critiche
– Può essere utile distribuire una parte del concime
– alla semina o all’accestimento
 per favorire l’accestimento stesso

 l’accrescimento delle giovani piantine

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione azotata
– Epoca e tecnica di distribuzione:
– Per la resa in granella
– la fase più critica è quella che corrisponde allo stadio
di spiga ad 1 cm
 perciò la distribuzione del concime deve avvenire
prima di tale periodo
 spiga ad 1 cm dal livello del piano di
accestimento
– In relazione al contenuto proteico delle cariossidi può
essere vantaggiosa una concimazione che garantisca la
nutrizione azotata della pianta durante la maturazione
delle cariossidi
– La tecnica di distribuzione è diversa in funzione della
formulazione del prodotto
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione fosfatica
– Dose di concime:
– Il fosforo è importante nella concimazione del
frumento
– La dose di concime da distribuire varia in funzione
degli stessi parametri visti per la concimazione azotata
– Quelli che hanno un’importanza maggiore sono
 la concentrazione nel terreno dell’elemento in
forma assimilabile
 la temperatura del terreno stesso

– Tenendo conto delle asportazioni


– le dosi medie possono essere di 70-100 kg ha-1 di
fosforo espresso in P2O5

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione fosfatica
– Tipo di concime:
– I diversi concimi fosfatici ad elevata solubilità
manifestano la stessa efficacia
– In terreni acidi l’impiego delle scorie Thomas sarebbe,
per la loro alcalinità, da preferire a quello del perfosfato
– Come per il concime azotato, la scelta razionale si
effettua in base al costo del concime, alla sua
formulazione e titolo
– Epoche e tecniche di distribuzione:
– la distribuzione del concime fosfatico, in modo
particolare in terreni poveri di fosforo, viene eseguita
prima dell’aratura in modo tale che il concime venga
distribuito per tutto lo strato di terreno interessato
dall’apparato radicale
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Concimazione potassica

– Dose di concime:
– Il frumento non è tra le piante a più elevate esigenze
in potassio
– Nelle zone mediterranee i terreni sono
generalmente ricchi di potassio assimilabile
– per il basso dilavamento
– per l’alto contenuto di minerali argillosi ricchi di
potassio
 in queste zone la concimazione potassica non
viene generalmente effettuata

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Concimazione potassica

– Dose di concime:
– È necessario, in ogni caso, considerare la quantità di
potassio scambiabile presente nel terreno
– in quanto influenzata dalle asportazioni delle colture
negli anni
– In terreni poveri di potassio
– Sufficiente una dose di 100- 150 kg ha-1 d K2O
– Tipo di concime, epoca e modalità di distribuzione:
– i vari concimi potassici non si differenziano per l’azione
che hanno sul frumento
– in terreni aridi o salini è consigliabile l’utilizzo del solfato
anziché del cloruro

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Fertilizzazione organica

– È poco vantaggiosa
– a causa del ritardo con cui l’azoto diviene
disponibile, provocando anche attacchi parassitari
più intensi

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Irrigazione
– Il frumento è una caratteristica coltura asciutta nei climi
temperati
– nel clima temperato-caldo trae vantaggio notevole
dall’irrigazione
– Durante il ciclo della piana i periodi critici per l’acqua sono:
– nascita e prima della crescita delle piantine
– inizio levata
– fine spigatura – fioritura
– fase di riempimento della cariosside
– Si hanno gravi condizioni di stress
– quando la quantità di acqua consumata supera l’80%
dell’acqua disponibile nel terreno

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Raccolta
– La maturazione e la raccolta sono influenzate da:
– ciclo biologico della varietà coltivata
– andamento climatico dell’annata
– umidità atmosferica
– condizioni del terreno
– sua capacità idrica
– La raccolta consiste di due fasi di lavoro:
– taglio delle piante
– mietitura
– sgranatura della spiga
– trebbiatura
– queste possono essere eseguite contemporaneamente
tramite mietitrebbiatrice
Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Raccolta
– La raccolta meccanica viene effettuata
– quando le cariossidi hanno raggiunto la maturazione piena
– quando hanno un grado di umidità tale da permetterne la
conservazione senza essiccazione artificiale
– umidità al 12%
– La resa in granella varia in funzione delle condizioni
atmosferiche della zona di coltivazione:
– Italia settentrionale: 6-7 t ha-1
– Italia centrale: 5-6 t ha-1
– Italia meridionale ed insulare: 1,5-2 t ha-1
– La media nazionale è:
– 4,63 t ha-1 per il frumento tenero
– 2,93 t ha-1 per il frumento duro

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Obiettivi del miglioramento genetico

– Resistenza all’allettamento
– Resistenza al freddo
– Resistenza alla stretta
– Resistenza alla siccità
– Resistenza alle malattie
– mal del piede, ruggini, oidio, carie, carbone,
septoriosi
– Resistenza agli insetti;
– Fertilità della pianta
– numero di cariossidi per pianta

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Obiettivi del miglioramento genetico

– Qualità
– Obiettivi qualitativi nel frumento duro:
– Alta resa in semola
– Bassa bianconatura
– Alto contenuto proteico
– Basso contenuto in ceneri
– Colore
– Attitudine della semola a dar pasta con buona
tenuta della cottura

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Obiettivi del miglioramento genetico

– Qualità
– Obiettivi qualitativi nel frumento tenero:
– Alto contenuto in glutine di media tenacità
 per panificazione

– Grani deboli
 per produzione di biscotti ecc.

– Per entrambi è importante:


– Peso medio delle cariossidi
– Resistenza alla sgranatura in campo
– Resistenza del rachide della spiga alla rottura
– Resistenza delle cariossidi alla germinazione in campo

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Obiettivi del miglioramento genetico

– Metodi di miglioramento:
– Selezione
– massale
– per linea pura
– Incrocio
– Mutagenesi artificiale

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Produzione e commercio della semente

– La purezza genetica assume diversa importanza a


seconda della qualità della semente
– Si distinguono 4 categorie:
– Seme prebase
– Seme di base
– Seme di prima riproduzione
– Seme di seconda riproduzione
– In Italia la certificazione è eseguita dall’Ente Nazionale
Sementi Elette (ENSE) dopo aver eseguito controlli su
purezza genica e germinabilità

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Produzione e commercio della semente

– Per legge i limiti sono:


– 85% di germinabilità
– 98% di purezza meccanica
– 99,9% di purezza varietale per la semente di base
– 99,7% di purezza varietale per la prima riproduzione
– 99% di purezza varietale per la seconda riproduzione

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Composizione e qualità delle cariossidi

– La cariosside è così costituita:


– Pericarpo e tegumenti seminali (involucri): 14-17%
– Embrione: 2-3%
– Endosperma: 80-83%
– Dopo la macinazione gli involucri danno la crusca.
– Composizione media della cariosside:
– Amido: 60-70%
– Proteine: 8-20%
– Zuccheri semplici: 2,5-4%
– Fibra: 2-2,5%
– Grassi: 1,5-2%

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Composizione e qualità delle cariossidi

– Caratteri qualitativi
– Il frumento tenero è usato
– per la panificazione,
– per la produzione di prodotti da forno
– in pasticceria
– Il frumento duro utilizzato
– essenzialmente nell’industria pastaria.
– Di conseguenza le caratteristiche qualitative richieste
sono differenti

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Composizione e qualità delle cariossidi

– Caratteri qualitativi
– Possiamo distinguere:
– Qualità commerciale
– Qualità molitoria
– Qualità tecnologica
– Qualità dietetica e nutrizionale

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Composizione e qualità delle cariossidi

– Caratteri qualitativi
– I parametri di qualità commerciale sono:
– umidità
– impurità
– slavatura
 formazione di microlesioni nel pericarpo

– pregerminazione
– “massa critica”

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari


Composizione e qualità delle cariossidi
– Caratteri qualitativi
– Qualità molitoria: comprende caratteristiche favorevoli
all’ottenimento di una buona resa alla macinazione
– peso specifico apparente o peso ettolitrico
 76-83 kg hl-1

– peso medio delle cariossidi


 35-45 mg nel frumento tenero

 45-55 mg nel frumento duro

– contenuto in ceneri
– bianconatura
– volpatura
 imbrunimento cariossidi

– La resa di molitura di aggira intorno al 73%


Dipartimento di Agraria, Università di Sassari
Composizione e qualità delle cariossidi

– Caratteri qualitativi
– Qualità tecnologiche:
– particolare importanza assume la qualità del glutine
 la quale può essere valutata con metodi diversi in
funzione della finalità dell’analisi
 metodo turbidimetrico (Berliner)

 test di sedimentazione

 alveogramma di Chopin

 farinogramma o mixogramma

 hardness (durezza)

Dipartimento di Agraria, Università di Sassari

Potrebbero piacerti anche