Sei sulla pagina 1di 5

LA PAROLA 

ANNUNCIATA 

Qual è il posto della Parola 


nelle nostre attività apostoliche?

AULA 1
 Diverse esperienze in base ai destinatari: In alcune situazioni è il culmine
dell'attività; In altre rimane fra le righe dell'attività, ma senza essere espliciti. A
livello liturgico si cerca la valorizzazione della parola tramite la cura dei lettori
e la scelta opportuna dei canti. Si nota la difficoltà a usare una Parola che non
è facilmente accolta e alle volte è da attualizzare e concretizzare con fatica (si
rischia di affidarsi più alla propria parola che alla Parola di Dio).
 In generale, si condividono alcuni temi del vangelo ogni tanto. 
 La Parola ha un ruolo spesso troppo marginale e poco "esplicito" nelle nostre
prassi pastorali. La Parola deve alimentare anzitutto i nostri atteggiamenti, ma
anche essere annunciata con coraggio esplicitamente. Le prassi "partano"
dalla Parola perché se ne scopra la ricchezza.

AULA 2
 In generale si cerca di annunciarla, avendo conto dei destinatari (tra i ragazzi
o persone semplici). La grande sfida è l'attualizzazione, il valore testimoniale e
il rischio della "strumentalizzazione".
 Difficoltà che essa abbia il primo posto nelle varie attività. La lettura in alcune
attività apostoliche risulta di difficile comprensione. Però si sottolinea il fatto
che si cerca di "spezzarla" a seconda dei destinatari e questo implica il fatto
che almeno c'è!
 La parola per pregare nelle attività e nella formazione. Celebrazione della
Messa curata con la preparazione dei ragazzi.  Nei luoghi con presenza di più
religioni il ruolo della parola è importante ma bisogna sapere raccontarla nella
sua sapienza. Conoscere la parola e aiutare gli educatori a conoscerla. 
Non usare la parola come un'arma con moralismi inutili e allontanati. 

AULA 3
-Difficoltà: presenza dei mussulmani, c'è una certa resistenza alla pura citazione
della PdD. Più facile attraverso l'esempio concreto della vita, attraverso piccoli passi
concreti. Sotto parola umana si trova PdD. Intesa ma non esplicitamente citata.
 diverse provenienze dei ragazzi, spesso sono lontani dalla Chiesa. Si cerca di
aggiustare il modo rispetto ai destinatari. 
 nelle attività della pastorale giovanile si può puntare un in alto, ragazzi sono
spesso più avanti, capaci per esempio della condivisione sulla PdD. Si vede
un certo limite nel interiorizzare la PdD, farla sua.
 di solito alla buonanotte nell'oratorio non si usa, o attraverso una storiella o
una citazione più concreta
- La Parola a volte viene messa da parte e dimenticata, conviene metterla come
punto di inizio delle attività e centro della nostra programmazione. Dove questo già
viene fatto si vede la risposta positiva dei ragazzi che mostrano desiderio
dell'incontro con la parola.
- La parola è uno degli elementi imprescindibile all’interno della propria relazione con
Dio, che è un riferimento fondamentale, ma che deve ricordare che non è solo un
elemento divino, ma che ha dei destinatari che la ascoltano che la rendono presente
o meno per loro. Dio c’è, ma si mette nelle mani dell’uomo che risponde con la vita.
Parola e vita sono in circolarità ermeneutica insieme ad altri elementi. 

AULA 4
- nell’attività apostolica ordinaria quando non ci sono attività specifiche organizzate,
spesso manca un annuncio della Parola in senso più diretto.
Quando facciamo incontro tramite condivisione di vita trasmettiamo la parola di Dio.
Quando incontriamo i giovani dobbiamo annunciare la parola. La nostra presenza
deve trasmettere la parola di Dio. La nostra attività apostolica deve trasmettere
entusiasmo. 
Ci sono forse due ambiti: uno negli incontri di gruppo in cui abbiamo giovani tutti
cristiani con cui condividiamo tenendo al centro la parola di Dio. Secondo è uno in
cui c’è difficoltà perché è l’incontro di giovani in cortile dove si incontrano spesso
giovani non cristiani quindi diventa molto difficile annunciare la parola. 
- Spesso raccontando in forma narrativa il vangelo domenicale e con uno spunto
morale. Questo non fa alzare muri da parte di chi è di altre confessioni religiose.
- con i bambini (elementari) aiuta leggere la Parola (es. Catechismo), fare un
commento, chiedere una risonanza. Si nota la differenza tra quelli che sono abituati a
leggere la Parola anche in famiglia e quelli che non hanno familiarità con la Parola.
Con i giovani grandi è spesso difficile far percepire la Parola, attraverso un
commento adeguato, non come qualcosa di estraneo o come una pura indicazione
morale, ma come il messaggio di un Dio che cerca la relazione con ciascuno di loro.
Qualunque messaggio comunicato diventa poco credibile/significativo se non è
minimamente rispecchiato dal vissuto di chi commenta la Parola. 

LA PAROLA CELEBRATA 

Come viene curata 


la liturgia della Parola domenicale nelle nostre chiese?

AULA 1
- è necessario educare all'ascolto della Parola e alla proclamazione: troppo spesso i
lettori sono improvvisati, è prestata poca attenzione alla Parola e manca
generalmente un accostarsi personalmente ad essa.
- c'è un gruppo che se ne occupa: non è l'assemblea che se ne cura. Si cerca un
certo coinvolgimento. Buona cura dell'omelia. Si cerca di richiamare la Parola col
canto. Nei momenti forti si enfatizza con la processione con l'evangeliario. Alcuni
gruppi di fascia (una élite) riprendono la Parola nei giorni precedenti o successivi.
- si sente una grande differenza quando la lettura viene preparata o meno. Il servizio
fisso di lettori in vari ambienti favorisce il vivere bene la liturgia della Parola. Se
l'ambone è curato questo aiuta a vivere meglio l'ascolto.

AULA 2
- CEP - nella parrocchia: 2 volte è il riunione per lettori, si fa il documento per tempo
chi quando legge; i dicessi fanno corso per lettori, - SLK - incontri per lettori,
domenica leggono generalmente le famiglie - Belarusia - ragazzi non leggono lettura
e Salmo - fanno confessione - Slovenia - sono le parrocchie dove non sono sacerdoti
e la liturgia della Parola fanno laici; ogni domenica si usa incenso per Vangelo -
Nigeria - servizio è molto raro, è la formazione per lettori, tante parrocchie fanno
processione dove vanno i lettori 
- A volte si percepisce una certa trascuratezza nella preparazione e proclamazione
(formazione). A volte i gesti simbolici-liturgici vengono fatti male e l'assemblea non li
riceve di maniera giusta. Manca la formazione dell'assemblea per saper distinguere
tra una lettura personale e l'ascolto durante la celebrazione. 
- Rispetto ad altre culture in Italia vediamo la mancanza della preparazione e della
formazione di chi legge. Inoltre l'ambiente familiare, di casa della chiesa aiuta a
vivere la liturgia della parola come "cosa sentita e accolta" rispetto ad una semplice
lettura e anche il prendere della parola a ciò che serve per la comunità. Possibilità di
coinvolgimento dei giovani che solitamente leggono per farli appassionare

AULA 3
- Punto di debolezza: non sempre c'è una formazione adeguata per coloro che
leggono.
Punto di forza: ambone bello e curato; presenza di un addetto a scegliere i lettori
prima della messa.
- La cura degli aspetti simbolici e rituali aiuta la comprensione del vangelo come
appropriazione eccelsiale e come sacramento della presenza di Cristo nella scrittura
e nell’omelia. Eucaristia e Parola di Dio sono un unico movimento. 
- Riscontriamo grandi diversità nelle nostre esperienze tra vari ambienti in Italia
(parrocchie diocesane, case salesiane, scout) e le varie provenienze d'origine. Dove
c'è "passione" per la parola esiste anche una cura per la celebrazione della parola.

AULA 4
- Rebaudengo: preparazione al sabato, facendo fare ai ragazzi attività legate alle
letture della domenica. Sul presbiterio durante la celebrazione si pone un segno che
richiama la Parola del giorno. Anche in altre realtà, in genere chi proclama la Parola
è ben preparato e la proclama con chiarezza. A volte si ha la percezione che la
spiegazione della Parola nell'omelia si mantenga su un piano molto teorico/formale,
tocchi poco la vita. 
- Nella nostra parocchia, généralmente sono gli anziani che legono la parola di Dio
sul Presbiterio durante la messa. Tutto viene preparato prima della messa. I
chierichieti sono minito di del foglieto della messa per seguire e partecipare alla
parola di Dio 
- I lettori sono presenti nella processione iniziale della celebrazione eucaristica;
spesso il coro intona il ritornello del salmo. In altri posti invece le persone vengono
scelte forzatamente e al posto del lezionario ci sono i foglietti di carta su cui leggere.
3. LA PAROLA VISSUTA 

Come la meditazione della Parola 


si concretizza nel tuo vissuto?
AULA 1
 ci accorgiamo della centralità della Parola e del fatto che se ascoltata davvero
Lei stessa ci dice quello che è necessario, togliendoci dal "rischio" di un
eccessivo protagonismo
 Quando veramente meditate si concretizza in scelte quotidiane e
atteggiamenti più evangelici. La parola risveglia, ricorda le verità/atteggiamenti
riconosciuti in passato ma dimenticati nel concreto
 La meditazione dovrebbe finire con un impegno concreto per la giornata, ma
poi non lo si fa sempre; l'aver sostato sulla Parola però scava pian piano.
Condividere la meditazione con la comunità aiuta a meditare e a essere
concreti. Aiuta ritornare sulla Parola lungo la giornata per concretizzarla
(occorre un po' strutturare il tempo, altrimenti ci si perde nella giornata).

AULA 2
- Impegno pratico personale e quotidiano. Ripresa nella preghiera personale e
adorazione eucaristica (visita). Base e sostegno per l'apostolato (la parola ha presa
sui giovani)
- rimanere con una - due parola, fare gesto da questa parola, cercare qualcosa
nuova cosa è venuto per me ; vivere la parola è una sfida, le scelte quotidiane; sono i
momenti quando la parola tocca me e i momenti quando è difficile cosa prendere da
questa parola, la fatica con la meditazione mattina; vedere la dinamicità della parola,
la fatica è come praticare concretamente la parola, durante apostolato è la
meditazione cosa taglio primo per motivo di tempo; quando vado leggere la parola
inizio con Baccio di bibbia e uso candela 
- La "certezza" della concretezza ha un valore testimoniale, cioè saranno gli altri che
vedranno i frutti della nostra meditazione, della nostra accoglienza della Parola. 

AULA 3
- Si desidera che la Parola diventi un veicolo per la presentificazione di Dio nelle
nostre vite, in un modo che le rende autentiche e evangeliche allo stesso tempo. E
viceversa.
- Prendo una parola che mi consola o mi tocca, mi immedesimo. MI offre uno
sguardo su come agisce Gesù: agli esercizi ricevo una parola che mi guida per
l'anno. È forte la consapevolezza che è la Parola che per prima agisce su di me e mi
cambia
- La parola di Dio è sempre una guida sul cammino. Punto per orientarsi nel proprio
cammino per poi anche darle ascolto per scoprire delle risposte e attraverso di essa
conoscere se stesso. Troviamo anche delle fatiche a ascoltare la Parola poiché non
è sempre semplice ascoltare ma con il tempo e con il frequentare la parola la si
conosce e ascolta meglio. 

AULA 4
- La meditazione e lettura spirituale personale mi aiutano a mettere in pratica la
parola di Dio nel mio vissuto, soprattutto nella relazione con gli altri.
- Dire che si concretizza è una parola grossa, cerca di concretizzarsi. Capita a volte
di rendersi conto che un certo modo di pensare è evangelico e quando non lo è.
Forse questa è la concretizzazione. Ci sono parole che segnano una vita intera,
forse quelle sono quelle che poi si concretizzano di più.
- Io come religioso, il vissuto della parola di Dio è come un cammino. Cerco sempre
di leggere la parola del giorno e ciò mi accompagna e mi aiuta a vivere meglio la mia
intimità con Dio. 
La difficoltà risiede anche nel fatto che a volte c'è mancanza di attenzione, la parola
mi sfugge, e mi ricordo che devo mettermi in ascolto.
Come religioso, faccio molta attenzione alla lectio divina, ciò mi aiuta a concretizzarla
nella mia vita quotidiana. La parola è vissuta come la mia guida spirituale per
crescere. 

Potrebbero piacerti anche