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Sugli aspetti 'reintegrativi' del restauro v.: C. Brandi, ll fondamento teorico del
restauro, in «Bollettino dell'Istituto Centrale del Restauro», (Roma), 1, 1950, pp. 5-12.
ripubblicato in ID., Il restauro. Teoria e pratica 1939-1986, a cura di M. Cordaro, Roma
esscre
conservazione puð
medico, se la
raffronto c o n il campo clinica-prefe
consueto generalmente
medicina preventiva e più restauro, Suo
mal-
paragonata alla paziente
il
-
dell'oggetto»
1983 G. Rocchi:
nel s e n s o di c o n s e r v a r e il
ha fine la conservazione, intesa
come
«ll f a t t o - r e n d e n d o minimi i cambia-
restauro
inalterata la situazione di
più possibile con l'impiego di mezzi
non invasivi, e
demolizioni
menti e soprattutto le
-
1984 S. Boscarinno:
ambiti umanistici e
tecnico-scientifico e . . in esso sono compresenti gli
quelli diagnostico-operativi»".
lettura e senza
trasmettere integralmente al futuro, facilitandone la
cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d'interesse
storico-artistico ed ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanzaa
antica e delle documentazioni autentiche" costituite da tali opere, propo-
verbale ma
nendosi, inoltre, come atto d'interpretazione critica non
come ipotesi critica ee
espressa nel concreto operare. Più precisamente
proposizione sempre modificabile, senza che per essa si alteri irreversibil-
mente l'originale.
potrebbe quindi definire come restauro dei
Sulla base di tutto ciò, si
monumenti un'attività rigorosamente scientifica, filologicamente fondata,
consentendone una
diretta a ritrovare, conservare e mettere in evidenza,
lettura chiara storicamente esatta, le opere che ricadono nella sua sfera
e
in un campo esteso dal
d'interesse, cioè i beni architettonici ambientali,
e