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I Love English

The Definitive Collection

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ISBN-13: 978-88-89600-55-9
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Autore: Fabio Florio
Impaginazione: Giuseppe Scozzari

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Seconda Edizione
Finito di stampare nel mese di Novembre 2014

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Sommario
Sommario
I Love English Volume 1
Prefazione
1.0 Articolo Determinativo
1.1 Dove si usa l’articolo determinativo?
1.1.2 Casi in cui si omette l’articolo
determinativo
1.2 Articolo Indeterminativo
1.3 Differenza tra Articolo Determinativo e
Indeterminativo
1.4 Il Plurale Generico ed il Plurale Specifico.
1.5 Il Genitivo Sassone.
1.5.1 Doppio Genitivo.
1.6 Le Preposizioni.
1.6.1. Preposizioni di Luogo.
2.0 La Frase e la sua struttura
2.1 I Pronomi personali Soggetto e Complemento
2.2 I Pronomi Possessivi
2.3 Pronomi Indefiniti
2.3.1 PRONOMI INDEFINITI PARTE II
2.4 Pronomi e Aggettivi Dimostrativi.
2.5 I Pronomi Riflessivi
2.5.1 “SELF – GET + (aggettivo / participio
passato) – MAKE + (pronome riflessivo +
participio passato)”
2.6. Pronomi Relativi
2.6.1 Pronomi relativi parte II: frase incidentale
e frase non – incidentale
3.0 Il Nome
3.1 il plurale dei nomi
3.2 Sostantivi Numerabili e non Numerabili.
3.3 Nomi Collettivi

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3.4 I Nomi Composti
3.5 Il Plurale dei Nomi (II)
4.0 Aggettivi Possessivi
4.1 Aggettivi Qualificativi.
4.2 Ordine degli Aggettivi Qualificativi.
4.3 Aggettivi Comparativi.
4.3.1 Comparativo di Maggioranza
4.3.2. DOPPIO COMPARATIVO
4.3.3 COMPARATIVI IRREGOLARI
4.4 SUPERLATIVO
4.4.1 SUPERLATIVI IRREGOLARI
4.5. AGGETTIVI DI QUANTITA’
4.6 Aggettivi Indefiniti.
5.0 GLI AVVERBI
5.1. AVVERBI DI MODO
5.2 AVVERBI DI FREQUENZA
I) caso: Avverbi di frequenza in frasi in forma
semplice
II) Caso: Avverbi di frequenza in tempi
composti
III) Caso: Avverbi di frequenza in presenza di
un verbo ausiliare
5.3 AVVERBI DI TEMPO
5.4 AVVERBI DI LUOGO
6.0. PRONOMI INTERROGATIVI
6.1 QUESTION WORDS
6.2. Forma interrogativa con preposizioni.
APPENDICE
1.1 Espressioni con “HOW”
1.2 Espressioni con “WHAT”
1.3 ESPRESSIONI DI TEMPO
1.4 “YET – ALREADY”
1.5 “STILL” & “NOT YET”
1.6 Question Tags

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English Passpartout
Premessa
L’importanza della Lingua Inglese nella società
odierna di Florio Fabio
Utili Affermazioni
Greetings (saluti)
I Mesi dell’anno
Numeri
Alfabeto
L’orologio
Presentare se stessi e gli altri
Likes and dislikes
Esprimere preferenza
“ENGLISH IN COMMUNICATION”
At the post office
At the Exchange Bureau (All’ufficio Cambi)
*Monete - Monete Inglesi
At the bank - (In Banca)
Travelling
By Plane - (Viaggiare in aereo)
By bus - (Viaggiare in autobus)
By taxi (con il taxi)
By Train or Underground - (Con il treno o in
metropolitana)
Trains - (Treni)
By Sea - (In Nave)
At a hotel - (In albergo)
In your room (In stanza d’albergo)
At the porter’s desk (Alla reception)
Departures (Partenze)
At the restaurant - (Al ristorante)
Paying (Pagare il conto)
Food (Cibo)
Modi di cottura (Ways of cooking)

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Restaurant Vocabulary (Lessico per ristorante)
Drinks (Bevande)
Shopping and Services (Fare compere e servizi)
Stores and Shops (Negozi)
Food shops (negozio di alimentari)
Fruit and Vegetables (Frutta e Verdura)
Dairy Products (prodotti giornalieri)
At the Butcher (Dal macellaio)
At theBakery (dal panettiere)
At the Confectionary (Dal pasticciere)
At the fishmonger (dal pescivendolo)
At the shoe shop (Dal calzaturificio)
Sizes (Misure)
At the stationery (In cartoleria)
At the Chemist’s - (In farmacia)
Medicine instructions (Instruzioni sui flaconi dei
medicinali)
Parts of the Body - (Le parti del corpo umano)
At the florist - (Dal fioraio)
At the Jeweller’s shop – Watchmaker’s shop (Dal
gioielliere e in orologeria)
At the Department Store - (Ai grandi magazzini)
Clothes - (Vestiti)
Cloth (Stoffa)
Sizes (Taglie) - Women’s dresses / abiti da donna
Men’s suits / Abiti da uomo
Men’s Shirts / Camicie da Uomo
Socks / Calzini
At the Hairdresser’s (dal parrucchiere)
Beauty Therapists’s vocabulary - (Vocaboli per
Estetiste)
Colours (I colori)
At the Optician (Dall’ ottico)
At the dentist - (Dal dentista)

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Describing people: physical appearance
(Descrivere le persone: aspetto fisico)
Red letter days (feste e ricorrenze)
Telephoning (Al telefono)
Entertainment (Divertimento)
On the beach (In spiaggia)
At the doctor’s - (Dal dottore)
The Weather Forecast (Le previsioni del tempo)
Useful adjectives - (aggettivi utili)
Common phrases- (Frasi di uso comune)
Family (Membri della famiglia)
I Love English Volume 2
Parte 1 – Distinzione e Classificazione dei verbi
1.1 Il Verbo: premessa
1.2 Classificazione dei Verbi
1.3 La tabella periodica dei Verbi
1.4. I Verbi Ausiliari
1.5. Forma contratta del verbo “Be”
1.6. Verbo “To Be” forma del passato remoto
1.7. Forma Idiomatica del verbo “Be”
1.8 Il Verbo “To Have”
Verbo “To Have” utilizzo
“Rafforzativo “Got”
1.9. Forma passata del verbo Avere “Had”
1.10. I verbi Ordinari
1.11 TO WORK
1.12 “TO TEACH”
Parte II – I TEMPI VERBALI
2.1 Present Continuous
2.2 Present Continuous – forma affermativa
Avverbi di Tempo Determinato
2.3. Present Continuous (Spelling Rules)
2.4. Verbi che non reggono la forma progressiva
2.5 Simple present

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2.6. Simple Past
2.7. Past Continuous
2.8. Present Perfect Simple
2.9. Present Perfect Continuous
2.10. Past Perfect Simple
2.11. PAST PERFECT CONTINUOUS
2.12. TABELLA RIEPILOGATIVA DEI VERBI
Parte III – I tempi verbali: il Futuro
3.1. Premessa
3.2. Futuro semplice “WILL”
3.3 “To Be Going To”
Present Continuous con azione di futuro.
3.4.Simple Present
3.5.Future Continuous
3.6 Future Perfect (futuro anteriore)
3.7. FUTURE IN THE PAST (il futuro nel passato)
Parte IV – Tempi verbali Periodo Ipotetico e
Condizionale
4.0. Premessa
4.1. Periodo Ipotetico I tipo
4.2. Secondo Periodo Ipotetico
4.3. III Periodo Ipotetico
4.4. Tabella riepilogativa del Periodo Ipotetico
4.5.Condizionale
FORMA AFFERMATIVA
FORMA NEGATIVA
4.6 Condizionale Passato
4.7. Imperativo
Parte V – Verbi Modali (Can-Could-May-Might)
5.1 Premessa
5.1. VERBO “CAN”
FORMA AFFERMATIVA
5.2. “COULD”
5.3. COULD HAVE + PARTICIPIO PASSATO

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5.4. “TO BE ABLE TO” (Essere capace di)
5.5 MAY e MIGHT
Parte VI – Verbi Modali (Must-Have to-Shall –
Should)
6.0 PREMESSA
6.1. MUST
6.2.TO HAVE TO
6.3. SHOULD
6.4. Altre forme di dovere
6.5. SHALL
6.7.TABELLA RIEPILOGATIVA VERBO DOVERE
Parte VII – Verbi Modali (Want – Will – Wish-
Would Like)
7.1. VOLERE “WILL”
7.2. “WANT”
7.3. WOULD LIKE (VORREI)
7.4. WISH (Desiderare)
Extra Content: Appendice dei Verbi
TABELLA PERIODICA VERBI IRREGOLARI
VERBO ESSERE
VERBO AVERE
PRESENT CONTINUOUS
PAST CONTINUOUS
SIMPLE PAST
SIMPLE PRESENT
PRESENT PERFECT SIMPLE
FUTURO SEMPLICE
CONDIZIONALE PRESENTE
FUTURO INTENZIONALE
FUTURO PROGRESSIVO
CONDIZIONALE PASSATO
TRAPASSATO REMOTO
FUTURO ANTERIORE
PRESENT PERFECT CONTINUOUS

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CAN
MUST
WANT
I Love English Volume 3
Premessa
3.0. I VERBI SEMI MODALI
3.1. NEED
3.2. “DARE” – OSARE
3.3. USED TO
4.0. –ING and INFINITIVE
4.1. VERBI + ING FORM
4.2. VERBI + INFINITO
4.3. VERBI + OBJECT + TO + INFINITO
4.4. VERBI CON ING or TO?
5.0. VERBI PREPOSIZIONALI
6.0. ESPRESSIONI CON –ING FORM
7.0. PRONOMI RELATIVI
8.0. AGGETTIVI CHE TERMINANO PER – ING o –ED
9.0 DIFFERENZA TRA “QUITE” & “RATHER”
10.0. ALTHOUGH, DESPITE, IN CASE OF
11.0. UNLESS / PROVIDED THAT
12.0 LIKE / AS or AS IF
13.0 FOR / DURING / WHILE
14.0. BY / UNTIL / BY THE TIME
15.0 IN/AT/ON in usi speciali
16.0. LA FORMA PASSIVA
17.0. DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO

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I Love English Volume 1
Prefazione
“I love English New Edition fa parte di una collana
dedicata allo studio analitico della lingua inglese
configurandosi come una guida mirata
all’apprendimento degli elementi strutturali e
grammaticali di livello elementare della lingua
straniera.
Il presente volume non vuole sostituirsi o essere
una copia dei vari testi di grammatica esistenti in
commercio di cui il mercato sembri esserne ormai
quasi del tutto saturo, ma vuole essere uno
strumento chiaro ed elaborato di semplice utilizzo
sia per coloro che vogliono ripassare la lingua
inglese rispolverandola, sia per tutti coloro che non
hanno mai studiato la lingua straniera e che per la
prima volta – vuoi per curiosità, vuoi per esigenze
personali o lavorative – decidono di imbattersi nello
studio di questa splendida ed affascinante lingua
che genera allo stesso tempo anche tanto sconforto
nei discenti date le notevoli differenze che si
riscontrano nei due livelli linguistici ossia l’italiano e
l’inglese.
Ho deciso di creare questo primo volume di lingua -
a cui faranno poi seguito anche gli altri due volumi
per un’analisi più completa – perché ho notato che i
ragazzi, nonostante i molteplici anni di studio e di
formazione linguistica trascorsi presso istituti
scolastici difficilmente riescono a parlare l’inglese.
Molti addirittura, scoraggiati dai pessimi
insegnamenti di lingua, decidono di rinunciare a
studiarla senza capire che la lingua straniera
rappresenta il futuro professionale e che a

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differenza di altre discipline scolastiche, la lingua
straniera esce fuori dal contesto delle quattro mura
scolastiche per permearsi nel mondo della realtà,
dei concorsi pubblici e del lavoro.
Dai molteplici insegnamenti da me effettuati di
lingua inglese e BUSINESS ENGLISH presso diverse
scuole di formazione professionali ma anche presso
prestigiose aziende del settore nazionale quali ENEL
e TELECOM, ho riscontrato che sia gli adulti che i
ragazzi, quando parlano di lingua inglese, hanno
idee confuse soprattutto su quelli che sono gli
aspetti della grammatica elementare della lingua.
Alcune volte sembrano perdersi in congetture
mentali, in situazioni che gli appaiono
estremamente difficili perché non sono state
metabolizzate e quindi apprese in maniera
efficiente negli anni passati della loro formazione.
Io sono stato sempre del parere – e lo ritengo
tutt’oggi – che la grammatica sia la base piramidale
di un intero sistema linguistico. Non si può
apprendere la lingua se non si conosce la
grammatica. Quest’ ultima stabilisce il
funzionamento della lingua, ne delinea le
caratteristiche e unisce quell’insieme di tasselli
(elementi singoli di grammatica) con lo scopo di
generare stringhe di frasi complete. Non potrò mai
dimenticare il mio caro professore di Università che
ha dedicato la vita all’apprendimento linguistico
dell’inglese all’interno di laboratori linguistici. Egli
affermava che la lingua straniera è come una
scienza ed esattamente come la matematica dove
per ogni singolo elemento grammaticale
corrisponde una logica di utilizzo e di collocazione
all’interno dell’universo “frase”.

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Non è per me insolito sentire persone che
affermano che unico metodo per l’apprendimento
della lingua straniera è il contatto diretto sul posto.
Il contatto diretto con un paese straniero non è poi
così stimolante per un parlante italiano che non sa
dire neppure una parola. Inoltre, non è da ritenersi
assolutamente positivo.
Quando si arriva nel paese straniero lo stato di
ansia e di disagio aumenta limitando la mente alla
funzione di “apprendimento” linguistico.
Evidenzio il termine apprendimento ponendolo tra
due virgolette perché in questo senso non si può
parlare di apprendimento vero e proprio ma bensì
di acquisizione di lingua. L’acquisizione è diversa
dall’apprendimento poiché si tratta di un processo
spontaneo e inconsapevole che avviene all’interno
di un parlante. La persona memorizza, acquisisce
parole e frasi per sentito dire, perché pronunciate o
espresse da altre persone ma non sa distinguere né
riconoscere una frase grammaticalmente corretta
da quella scorretta, come non sa elaborare
spontaneamente nuove frasi perché non sussiste
alla base una teoria di grammatica. Solitamente
una lingua acquisita, si perde dopo due mesi,
proprio perché ritornando nel proprio territorio
natio e non avendo la possibilità di praticarla
svanisce nel nulla. Al contrario, la consapevolezza
linguistica avviene con l’apprendimento e cioè con
lo studio sistematico della lingua e delle sue
funzioni e strutture grammaticali.
Un parlante perfetto di lingua, deve possedere
Competence e Fluency. La competence è la
capacità di un parlante di saper riconoscere una
frase grammaticalmente corretta. La fluency è la

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capacità di elaborazione e produzione linguistica.
Nella società odierna la fluency linguistica è quella
sicuramente richiesta in qualunque ambito
settoriale, ma anche la competence non ci starebbe
male. Ecco perché ho sentito quasi l’esigenza di
scrivere questa guida o compendio grammaticale
proprio per facilitare l’apprendimento linguistico
nonché di spiegare, in maniera dettagliata, ogni
singolo fenomeno linguistico.
Il registro linguistico da me adoperato per la
stesura, non è quello di un classico libro
grammaticale, ma bensì una sorta di discussione
unitaria tra me e il discente. Una maniera semplice
di argomentare i fatti di lingua senza l’uso di grossi
paroloni e soprattutto l’ausilio di molteplici esempi
pratici volti a confrontare i due sistemi linguistici:
LS e lingua madre. Il volume vuole stravolgere la
vecchia concezione di apprendimento linguistico
che suddivide teoria dalla pratica, ma vuole cercare
di non sacrificare nessuno dei due aspetti, anzi al
contrario vuole unire questi aspetti partendo
proprio dal concetto pratico e quindi di uso della
lingua fino a giungere alla spiegazione teorica
grammaticale. Il discente, a questo punto, vedrà i
due sistemi linguistici comparati in maniera
costante e uniforme in ogni capitolo e per ogni
argomento in modo tale da imparare la competence
linguistica sin dalle prime lezioni e ad evitare quei
normali errori di apprendimento che sono all’ordine
del giorno.
Il testo è tratto dalle mie molteplici lezioni di lingua
inglese tenutesi presso varie scuole di formazione
per cui è da ritenersi un’opera esclusivamente
ORIGINALE nel suo intento e nel suo proposito. E’

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suddivisa in tre aree: quella teorica – dominata
dall’analisi contrastiva dei due elementi linguistici -
e una sezione dal titolo FOCUS ON THE LANGUAGE.
Nella prima parte si passerà ad esaminare
singolarmente tutti gli elementi grammaticali di
livello base della lingua partendo dal minimo
elemento quale l’articolo determinativo,
indeterminativo, preposizione, fino a giungere ad
elementi via via sempre più complessi culminando
nella sezione finale che è la frase.
La seconda parte invece riguarderà alcuni aspetti
della lingua improntati all’aspetto comunicativo
base volta alla comprensione e allo studio analitico
di alcuni elementi linguistici e del loro uso. La terza
parte è quella che colpisce sempre di più ogni
apprendente di lingua straniera. In questa NEW
EDITION non ci siamo fatti mancare proprio nulla.
Abbiamo cercato di soddisfare le esigenze di
chiunque e quindi anche di coloro che, dettati dalla
fretta di voler comunicare in lingua (vuoi per
esigenze personali, vuoi per esigenze lavorative,
vuoi per esigenze ludiche), scelgono la strada più
diretta che è quella dei manuali di conversazione di
lingua inglese.
I LOVE ENGLISH VOL.1 NEW EDITION, proprio per
venire incontro all’esigenza di tutti, presenta un
importante manuale di conversazione di lingua
inglese che è ENGLISH PASSPARTOUT: MANUALE
DI CONVERSAZIONE DI LINGUA INGLESE, dove
aiuta tutti coloro che per la prima volta dovessero
recarsi all’estero a comunicare con il parlante
straniero eliminando quel famoso senso di disagio
che si viene sempre a creare quando si lascia la
propria terra natìa. ENGLISH PASSPARTOUT, lo fa

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in maniera semplice, schematica e soprattutto ricca
di contenuti. Ad aiutare la comprensione e la scelta
non esiste soltanto un indice analitico dove la
persona può facilmente ricercare il contesto
situazionale a lui più adatto o più consono quanto
la presenza delle immagini. Per la prima volta in
questo volume si uniscono TEORIA e PRATICA
generando un volume COMPLETO di LINGUA
INGLESE che va compendiato con il secondo
volume: I LOVE ENGLISH VOL.2: I TEMPI VERBALI.
Facendo in questo modo, il discente avrà dinanzi a
se due fasi linguistiche: quella teorica (che gli
permetterà di comprendere il funzionamento della
lingua e le sue strutture), e quello pratico (che gli
permetterà di poter praticare la lingua in territorio
straniero). Una guida utile, INDISPENSABILE, per
tutti gli amanti della lingua straniera.

Fabio Florio

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1.0 Articolo Determinativo
L’articolo determinativo solitamente è la prima
parte della lingua inglese che viene insegnata ai
discenti perché molti insegnanti ritengono che
questo argomento sia tendenzialmente più
semplice rispetto ad altri.
In realtà, questo argomento di grammatica non è
poi così semplice come vogliono far credere perché
– e poi noterete – ci sono molti casi diversi dalla
lingua italiana in cui l’articolo molte volte viene
addirittura omesso.
Senza spaventarvi troppo, cominceremo dalla parte
più semplice.
La prima differenza sostanziale che si nota tra la
lingua italiana e quella inglese è la presenza di
diversi articoli per designare il singolare e il plurale
dei nomi.
In italiano dobbiamo distinguere se il sostantivo sia
maschile, femminile, singolare o plurale ed è per
questo ché possediamo diverse forme.
Se il sostantivo è maschile singolare utilizziamo
l’articolo “il” oppure “lo”, se femminile singolare
avremmo “la” se maschile plurale “I”, gli” se
femminile plurale “le”.
Tutte queste diverse forme mettono in crisi un
parlante di lingua inglese che vuole approcciare con
la nostra lingua italiana proprio perché loro non
condividono tutte queste nostre differenze ma
anche perché nel loro sistema linguistico, tutti
questi articoli vengono ufficialmente racchiusi in un
unico elemento grammaticale che è “THE”.
Si, avete capito bene, “THE”, traduce tutte le
nostre forme italiane degli articoli determinativi sia

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se abbiamo un nome singolare sia se abbiamo un
nome plurale.
Poniamo alcuni esempi confrontando i due sistemi
linguistici:
Supponiamo che io abbia questa parola italiana:

Ex. “Il libro”.


La parola, come si può ben notare è un sostantivo
maschile singolare. Se io volessi tradurla in inglese
la parola diverrebbe:
Ex. The book.
Facciamo un esempio con un sostantivo singolare
femminile e uno plurale così da chiarirvi meglio le
idee.

Supponiamo di avere questo sostantivo femminile


singolare:

Ex. “La bambola”

In inglese diventa
Ex. The doll

Mentre se abbiamo un sostantivo plurale:

Ex. I cani
In inglese diverrà
Ex. The dogs.

Riassumendo brevemente quanto detto e volendo


dare una specifica definizione di articolo
determinativo diremo:

L’articolo determinativo è unico per genere e per specie ed è sempre invariabile. E’


indipendente dal sostantivo che lo segue: sia esso singolare che plurale, maschile o

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femminile.

La cosa che stupisce maggiormente noi italiani è la


presenza di alcune combinazioni foniche inesistenti
nella nostra lingua italiana.
Il suono “TH” ad esempio non esiste nel nostro
alfabeto mentre invece è presente in quello
anglofono. Ma come si pronuncia questo suono
particolare?
L’articolo determinativo “THE” ha due modi diversi
di essere articolato.
Si legge /d/ quando il sostantivo inizia per
consonante. Ad esempio:

Il gatto diventa The cat (/d/ /ket/)

Se invece l’articolo determinativo è seguito da un


sostantivo che comincia per vocale quest’ultimo si
pronuncerà /di/. Ad esempio:

La mela diventa The apple (/di/ /eppol/)

Come ben si può notare l’articolo determinativo


non risulta almeno per il momento creare enormi
difficoltà quanto assumere un carattere più
semplificativo rispetto al nostro sistema linguistico
italiano. Ma adesso scendiamo un po’ più in
profondità andando a notare nel paragrafo
successivo casi dove l’articolo viene utilizzato e
dove invece viene omesso.
1.1 Dove si usa l’articolo determinativo?
Dopo aver delineato la caratteristica dell’articolo
determinativo nel paragrafo precedente, adesso
passiamo a designare le particolarità dell’articolo

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determinativo nella lingua inglese e precisamente i
casi in cui esso viene utilizzato.
A differenza della lingua italiana che pone l’articolo
determinativo dappertutto - davanti ai nomi, agli
aggettivi possessivi, ai nomi dei monti, ai nomi dei
laghi, dei pasti e così via, in inglese – e ne
resterete stupiti, - l’articolo determinativo ha
pochissimi utilizzi mentre sono molto di più i casi in
cui l’articolo viene omesso. Vediamo di porre un
breve schema in cui evidenziare i casi in cui si
l’articolo determinativo è utilizzato.
L’articolo determinativo “The” si usa davanti a:
Nomi di catene Montuose:
The Alps (Le Alpi) The Pyrenees (I Pirenei)

Nomi dei fiumi:


The Thames (Il Tamigi) The Danube (Il Danubio)

Nomi dei giornali:


The Times Il Times
The Morning Il Mattino

Davanti alle parole “cinema” e “theatre”:


Yesterday, I went to the cinema Ieri, sono andato al cinema
This week I am going to the theatre. Questa settimana andrò al teatro.

Davanti ai nomi degli strumenti musicali:


I play the piano every day Suono il pianoforte ogni giorno.

Davanti ai nomi di Confederazioni di Stati:


The Usa Gli stati uniti d’America
The Uk Il Regno Unito

Davanti a gruppi di isole:


The Canaries Le isole Canarie
The Seychelles Le isole Seichelles

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Davanti ai numeri ordinali:
The first Il primo
The second Il secondo

Davanti ai cognomi delle persone per indicare


l’intero nucleo familiare:
The Joneses La famiglia Jones
The Addams La famiglia Addams

Davanti ai nomi dei mari ed oceani:


The Mediterranean Sea Il Mar Mediterraneo
The Pacific Ocean Oceano Pacifico

Davanti ai superlativi:
The most beautiful Il più bello
The best Il migliore

Davanti agli aggettivi sostantivati:


The beautiful Il bello
The poor I poveri

Davanti alle espressioni di tempo quali:


The following day Il giorno seguente
The day after tomorrow Dopodomani
The previous day Il giorno precedente

Adesso andiamo a vedere i casi opposti e cioè


quando non si usa l’articolo determinativo.
1.1.2 Casi in cui si omette l’articolo
determinativo
In questo paragrafo resterete sorpresi da quante
volte i nostri cari amici inglesi non utilizzino
l’articolo determinativo nella loro lingua.
All’inizio vi assicuro può sembrare abbastanza
difficile come cosa anche perché il confronto tra la
lingua inglese e quella italiana è relativamente forte
e per un parlante italiano risulta spontaneo

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effettuare traduzioni letterarie quando si passa da
un sistema linguistico all’altro.
Vediamo di chiarire i vari punti attraverso il sistema
della traduzione comparata.
Il primo punto che andremo a vedere è quello degli
aggettivi possessivi. In inglese l’aggettivo
possessivo, a differenza della lingua italiana non è
mai preceduto dall’articolo determinativo. Risulta
quindi un errore gravissimo collocare l’articolo
determinativo in maniera indebita. Ad esempio:
Il mio gatto My cat

Come si può ben notare, il nostro articolo italiano –


nella traduzione inglese - svanisce nel nulla. Per
una più facile memorizzazione io ho sempre fatto
un paragone con le persone extracomunitarie che
giungono nel nostro paese e che si trovano per la
prima volta ad acquisire la lingua italiana. Mettetevi
nei panni di un africano o di un cinese o
giapponese. Cosa notate? Quando parlano non
fanno mai uso di verbi coniugati ma bensì solo di
espressioni all’infinito e mancanza di articoli
determinativi. La traduzione letteraria – ad
esempio – della frase su menzionata sarebbe “Mio
gatto” e non “Il mio gatto”.
Inoltre l’articolo determinativo, non lo utilizziamo
mai davanti ai nomi di città, paesi e nazioni.
Ad esempio, quando parliamo dei paesi noi italiani
siamo soliti inserire l’articolo. Una tipica frase
italiana potrebbe essere:

L’Italia è un bel paese. La Francia è carina.

In entrambi i casi in italiano troviamo l’articolo. In

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inglese questo dovrà essere eliminato poiché non si
parla di una confederazione di stati, ma bensì di un
singolo paese.

Italy is a beautiful country. France is nice.

Non usiamo mai l’articolo davanti ai nomi dei pasti,


davanti alle espressioni di tempo e davanti
all’orario.
La cena è pronta Dinner is ready
Ci vediamo alle ore 7.30. See you at 7.30 p.m.
L’anno scorso sono stato al mare Last Year I went to sea

Non si usa l’articolo determinativo davanti ai nomi


dei colori, dei generi musicali, davanti ai nomi
astratti
Il rosso è un colore forte Red is a strong color.
Il Jazz è molto interessante Jazz is very interesting.
Il gas è una fonte energetica Gas is a source of power.

L’articolo non si usa davanti ai nomi di aziende,


davanti alle unità monetarie, davanti ai nomi di
laghi e monti.
La Fiat è un’azienda molto antica Fiat is a very old company.
L’Euro è l’unita monetaria dell’Europa Euro is the European mon-etary unit.
Il Lago Laceno si trova nel Sud d’Italia Lake Laceno is in the South of Italy.
Il monte Everest è la montagna più alta. Mount Everest is the highest mountain.

Non si usa mai l’articolo determinativo davanti alle


seguenti espressioni:
To be at home Essere a casa
To be at work Essere a lavoro
To go to work Andare a lavoro
To go to sea Andare al mare
To be at sea Stare al mare

Non si usa l’articolo determinativo davanti alle


seguenti parole:
Prison College University School Church

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Quando ci riferiamo allo scopo primario espresso
dal luogo.
Facciamo un esempio: in chiesa si va per pregare,
in prigione si va quando si commette un reato, a
scuola si va per studiare. Quando ogni volta ci
riferiamo ai suddetti luoghi volendo evidenziarne lo
scopo del luogo non utilizzeremo l’articolo
determinativo. Esempio:
“After he had killed his aunt, he went to “Dopo aver ucciso sua zia, finì in
prison” prigione”.
“He went to Church to hear a Mass” “Andò in chiesa per ascoltare la Messa”
“He went to school at the age of six.” “Andò a scuola all’età di sei anni.”

Prendiamo invece le seguenti frasi:


“He went to the prison to see his wife” “Andò in prigione a trovare sua moglie”
“He went to the Church to take some
“Andò in chiesa a scattare alcune foto.”
photos.”
“He went to the school to talk to the “Andò a scuola a parlare con gli
teachers” insegnanti.”

Nelle frasi su menzionate, notiamo le stesse parole


“church / school / prison” ma con un connotato
diverso da quello precedente. In queste frasi il
parlante non va ad espletare la funzione del luogo
ma bensì va ad effettuare cose diverse da quello
che è l’intento del luogo. Allora in questo caso
possiamo utilizzare l’articolo determinativo.
Inoltre non usiamo l’articolo determinativo quando
ci riferiamo alle singole isole.
L’isola di Capri è molto bella Capri is very beautiful.

Non si mette mai l’articolo determinativo quando


abbiamo un sostantivo seguito da un numerale:
Esempio:
“Per cortesia, vada alla stanza numero
“Please, go to Room 24”
24”

25
In italiano la frase viene resa con una preposizione
articolata “alla” – “a + la” quindi la presenza
dell’articolo determinativo.
In inglese al contrario quest’ultimo si annulla
generando così una preposizione semplice di
movimento e quindi “to”.
Non si usa mai l’articolo determinativo davanti ai
nomi di materie scolastiche. Esempio:
“I love English very much” “Adoro molto l’inglese”

Non si usa mai l’articolo determinativo davanti ai


nomi di piazze e strade, nomi dei giardini e parchi.
“I go to Saint James’s Park” “Vado al parco di Saint James”
“I go to Kew Gardens” “Vado ai giardini di Kew Gardens”

Non si mette l’articolo determinativo davanti ai


nomi di aziende o edifici terminanti con ‘s del
genitivo sassone. Esempio:
“I am sitting at Mc Donald’s”. “Siedo al Mc Donald’s”
“You have to pay for your bills at Lloyd’s “Devi pagare le tue bollette alla Banca di
Bank” Lloyd’s”.

Non si una mai l’articolo determinativo davanti alla


parola TV quando quest’ultima indica la
programmazione televisiva e non l’oggetto.
Esempio:
“Yesterday at 4.00 p.m. “Ieri alle 16.00 stavo guardando la
I was watching TV.” televisione”

Avendo notato le differenze tra i casi in cui si


omette e quelli in cui l’articolo viene utilizzato,
effettuiamo uno schema di paragone mettendo a
confronto i due casi.
Casi in cui si utilizza l’articolo Casi in cui si omette l’articolo
determinativo “THE” determinativo “THE”
Davanti ai nomi dei fiumi Davanti agli aggettivi possessivi
Davanti ai nomi di mari, oceani. Davanti ai nomi di colori
Davanti a gruppi di isole Davanti ai nomi delle montagne,

26
Davanti a gruppi di isole Dei laghi, delle isole

Davanti ai numeri ordinali Davanti alle materie scolastiche


Davanti ai nomi di giornale Davanti ai nomi di città, paesi, nazioni.
Davanti alle parole “cinema” e “theatre” Davanti ai nomi dei pasti
Davanti alla parola “radio” Davanti agli orari
Davanti al cognome per indicare i
Davanti ai nomi delle aziende
membri di un’intera famiglia.
Davanti alle catene montuose Davanti ai nomi di parchi e giardini.
Davanti alla parola “restaurant”, “office” Davanti alle espressioni di tempo
Davanti agli strumenti musicali Davanti ai mesi dell’anno
Davanti alle confederazioni di Stati. Davanti ai nomi astratti
Davanti ai superlativi Davanti ai generi musicali
Davanti alla parola “TV” quando si
Davanti agli aggettivi sostantivati.
intende la programmazione televisiva.

Lasciamo questa sezione dei determinativi per


porre in analisi un altro articolo che è quello
indeterminativo.
1.2 Articolo Indeterminativo
L’articolo indeterminativo inglese è molto più
semplice di quanto possiate immaginare.
Innanzitutto rispetto alla nostra lingua italiana
anch’esso è molto semplificativo nel senso che non
ha tutti i paradigmi che possiede il nostro articolo.
In inglese, l’articolo indeterminativo non tiene in
considerazione del sostantivo ossia se esso sia
maschile oppure femminile per cui lo definirei
adesinenziale e quindi invariabile a seconda se ci
troviamo di fronte ad un sostantivo maschile o
femminile.
Partendo sempre da esempi in lingua italiana
notiamo che abbiamo diverse forme per esprimere
l’articolo indeterminativo:
UN Con sostantivi maschili e singolari
UNA Con sostantivi femminili singolari
UNO Con sostantivi maschili singolari

In inglese, al contrario, l’articolo indeterminativo si

27
comprenderne l’utilizzo.
Con sostantivi che iniziano per consonante
Ex: A cat (un gatto) - A dog (un cane)

Con sostantivi che cominciano per “H” aspirata:


Ex. A house (una casa) - A hammer (un martello)
“A”
Davanti alle parole che iniziano con le seguenti semivocali: W; X; Y
Ex. A yacht - A wall (un muro) - A xilophone (uno xilofono)

Davanti al dittongo “eu” e davanti alla vocale “u”


Ex. A uniform (un’uniforme) - A university (un’università)A European
(Un europeo)

E cosa succede allora quando un sostantivo


comincia per vocale e non per consonante? Beh, in
tal caso assistiamo al secondo caso dell’articolo
indeterminativo ovvero “AN”.
Secondo voi, per quale motivo gli inglesi hanno
questa doppia distinzione tra nomi che iniziano per
consonante e quelli che iniziano per vocale?
La risposta è semplice ed è strettamente connessa
al discorso fonetico e quindi al suono. Due vocali
insieme, non generano un buon suono e siccome la
lingua inglese è una lingua molto musicale, per
separare l’articolo indeterminativo vocalico da un
sostantivo iniziante per vocale, utilizza la
consonante “N”. Vediamo adesso – attraverso un
piccolo schema - quando si utilizza l’articolo
indeterminativo “AN”.

Parole che iniziano per vocale


Parole che iniziano per “H” muta

Cominciamo dal primo punto ponendo degli


esempi: prendiamo la parola “una mela” ed
effettuiamo la traduzione in inglese.
Partendo dal sostantivo, “mela” in inglese si dice
“apple”.

28
“apple”.
Siccome la parola comincia per suono vocalico “a”,
l’articolo indeterminativo associato può essere solo
“AN”.
“An apple” Una mela

Altri esempi potrebbero essere:


“An orange” Un’arancia
“An ant” Una formica
“An uncle” Uno zio

Passando al secondo caso notiamo invece che


l’articolo indeterminativo è usato anche con i
sostantivi che cominciano per “H” muta.
Cosa significa “H” muta? L’”H” muta è quella
consonante che non viene pronunciata. In inglese
non ne esistono molte di queste parole anzi a dire il
vero ne esistono solo 4 e rispettivamente:
Hour Honour Honest Heir

Il primo termine significa “Ora” nel senso di


orologio, il secondo termine significa “Onore”
mentre il terzo significa “Onesto” e l’ultimo “Erede”.
Come ben si può notare tutte e quattro le parole
iniziano per “H”, quindi si presuppone un suono
consonantico, ma ahimè, quest’ultima non viene
pronunciata perché è “muta” e quindi la prima
parola dopo la “H” è una vocale; ecco perché tutti e
quattro i termini sono preceduti dall’articolo
indeterminativo “AN”. Quindi avremo:
An Hour An Honour An Honest An Heir

Dopo questa panoramica descrittiva dell’articolo


indeterminativo e del suo utilizzo, passiamo a
vedere nel paragrafo successivo la differenza che
sussiste tra articolo indeterminativo e quello

29
1.3 Differenza tra Articolo Determinativo e
Indeterminativo
Avendo delineato nei paragrafi precedenti quale è
l’articolo determinativo e quale quello
indeterminativo nella lingua inglese, in questo
paragrafo ci soffermeremo sull’interazione tra i due
all’interno di una frase per comprenderne
maggiormente e più chiaramente i due differenti
utilizzi in un rispettivo contesto comunicativo.
Per prima cosa bisogna dire che entrambi gli
articoli possono coesistere all’interno di una stessa
frase e non ci stupisce affatto che nell’atto
comunicativo (specialmente in lingua italiana)
facciamo un uso eccessivo di articoli determinativi.
L’articolo indeterminativo, a differenza di quello
determinativo, viene espresso solitamente quando
menzioniamo all’interno del nostro discorso un
oggetto, una persona per la prima volta, cioè
quando l’oggetto o la persona a cui facciamo
riferimento non era stata già menzionata
precedentemente. Facciamo un esempio:
“I found a chair available and I decided “Ho trovato una sedia libera e ho deciso
to sit down” di sedermi”

In questa frase, la parola “sedia” compare per la


prima volta nel nostro discorso per cui ci stiamo
riferendo ad una sedia in senso generico e non
specifico, un oggetto indeterminato.
Al contrario, un articolo determinativo “determina”
l’oggetto in questione, specificando un oggetto ben
definito e delineato.
Usiamo l’articolo determinativo all’interno di una
frase comunicativa, quando l’oggetto o persona è
stata già menzionata all’interno del discorso.

30
stata già menzionata all’interno del discorso.
Riprendendo come esempio la precedente frase e
allungandola leggermente noteremo:
“I found a chair available and I decided “Trovai una sedia libera e decisi di
to sit down. The chair was white and was sedermi. La sedia era di colore bianco ed
near the table”. era vicina al tavolo”

In questa frase la parola “chair” compare due volte,


ma diverso è il significato attribuito alla parola. Nel
primo caso la parola “chair” si riveste di un
significato generico in quanto non ci riferiamo ad
una sedia in particolare ma forse a una delle tante
presenti davanti ai nostri occhi. Nel secondo
esempio invece, la parola “sedia” da elemento
generico diventa elemento specifico perché il
parlante in questione si sta riferendo ad una
determinata sedia che è quella posta vicino al
tavolo ed è di colore bianca.
Delineata anche la differenza di utilizzo dei due
articoli, passiamo a trattare di un altro argomento
che riguarda la pluralizzazione e in particolare
quando si usa un plurale generico e quando uno
specifico.
1.4 Il Plurale Generico ed il Plurale Specifico.
Questo paragrafo è supplementare ai precedenti
perché – seppur trattando sempre di articolo
determinativo, - affronta una questione più
dettagliata e precisa legata anche ad una lieve
sottigliezza tra i due sistemi linguistici: plurale
generico e plurale specifico.
Che cosa intendiamo per plurale generico? E cosa
per plurale specifico? Esiste in italiano tale
differenza? Come si evidenzia? In cosa scaturisce
questa differenza nella lingua inglese?

31
anche perché debbano servire ad avere un effetto
chiarificatore al lettore che per la prima volta si
accinge allo studio della lingua inglese. Non
lasciando troppo in “suspense” il nostro lettore,
passiamo subito a definire cosa sia un plurale
generico.

Per plurale generico si intende qualsiasi riferimento ad un contesto linguistico


generalizzato, senza quindi far riferimento ad un particolare tipo di situazione che
possa scaturire da un precedente menzionamento all’interno di una stringa di frase.

Vediamo di comprenderne il significato


semplificando la definizione attraverso l’ausilio di
esempi. Partendo sempre come punto di
riferimento dalla lingua italiana avremo:

“Le persone sono sempre infelici”.

La frase su menzionata è un classico esempio di


plurale generico perché al suo interno non fa
nessun menzionamento ad una particolare
categoria di individui, ma considera questi ultimi
nella sua generalità e quindi nella sua interezza.
Chi è sempre infelice? “Tutti” e quindi le persone in
senso generale e quindi tutte quelle che esistono
nel mondo indipendentemente dalla loro ricchezza
o povertà, dal sesso, religione o posizione
lavorativa. Una frase del genere quindi potrebbe
essere tradotta come segue:

“People are always unhappy.”

Quando al contrario parliamo di plurale specifico ci


riferiamo a:

32
Un contesto linguistico e situazionale ben preciso e limitato, dove l’oggetto della
nostra discussione è stato già menzionato nelle stringhe precedenti della frase.

Volendo anche qui tentare di spiegare attraverso


un linguaggio più semplice, lineare e accessibile a
tutti la definizione su menzionata avremo che:
Ogni volta che facciamo riferimento ad un
qualcosa, una persona, un animale o un oggetto
che sé stato già menzionato precedentemente
all’interno del nostro discorso usiamo un plurale
specifico. Ad esempio:

“Le persone che abitano di fronte casa nostra sono


molto noiose.”

In questa frase, risulta chiaro – soprattutto dal


contesto posto in essere – che il parlante non stia
facendo una generalizzazione ma che si stia
riferendo ad un gruppo ben specifico di individui.
La spazialità, inclusa nella frase (che abitano di
fronte casa nostra), sottolinea il particolare gruppo
di individui oggetto del nostro discorso.
Quindi, nella frase su menzionata non ci stiamo
riferendo più alle persone intese come “tutti gli
esseri umani esistenti al mondo” ma bensì ci
stiamo riferendo solo ai “nostri vicini di casa” e
quindi a quell’ unico gruppo di persone.
Volendo tradurre questa frase dall’italiano in
inglese abbiamo:
“The people living opposite our house are very
boring.”

Ecco perché l’uso obbligatorio – nella frase su


menzionata – dell’articolo determinativo.

33
vedremo in maniera più chiara e netta la duplice
situazione:
“The people living opposite our house are
“People are unhappy.”
very boring.”
Nella frase su menzionata – al contrario
– la parola “people” è inteso in senso
Nella frase su menzionata “people” è in
specifico ovvero (solo coloro che vivono
senso generico per cui non può essere
nella casa di fronte alla nostra) e quindi
preceduto dall’articolo determinativo.
non è esteso al concetto di tutta
l’umanità.

In una frase italiana alcune volte capita di


interagire con entrambi i plurali. Capita però che in
italiano la differenza non la notiamo proprio perché
in entrambi i casi premettiamo sempre davanti al
sostantivo l’articolo determinativo.
In inglese invece la differenza tra lo specifico e il
particolare viene evidenziato proprio (come avete
notato) dalla presenza o dall’assenza dell’articolo
determinativo.
Quando ci troviamo in una frase italiana in cui sono
presenti i due plurali, all’atto della traduzione
linguistica, dobbiamo comprendere se questo sia
un plurale specifico o generico altrimenti si incorre
nel rischio di commettere errori grammaticali.
Vediamo un attimo di comprendere la situazione
partendo da questo breve testo in lingua italiana:

Ieri le ragazze che stavano alla festa erano vestite in maniera elegante. Portavano
gonne lunghe nere e camicie bianche. Io odio le donne che si vestono in questa
maniera. Credo che le donne debbano indossare gonne corte e colori più luminosi.

Nel testo su menzionato è interessante vedere


come dallo specifico si passa allo generico
attraverso l’analisi contenutistica delle varie frasi.
Prima di porre all’analisi la traduzione – che
sarebbe troppo scontata – passiamo ad analizzare
stringa per stringa il brano.

34
stringa per stringa il brano.
Nella prima stringa la narrazione è di terza persona
– ovvero l’autore sta descrivendo un azione
progressiva avvenuta in un momento preciso del
passato ed in un particolare luogo. Quindi
temporalità e spazialità sono resi ben evidenti:
Yesterday At the party
(Tempo specifico indicante il passato) (luogo specifico)

Inoltre, sempre nella prima parte assistiamo ad


una fase descrittiva:

“Le ragazze erano vestite in maniera elegante.


Portavano gonne lunghe nere e camicie bianche”.

In questa frase, il narratore si sta riferendo ad un


particolare gruppo di persone: le ragazze che erano
alla festa, quindi stiamo parlando di un plurale
specifico per cui all’atto traduttivo premetteremo
l’articolo determinativo davanti al sostantivo.
Nella seconda parte del testo, assistiamo ad un
cambio di narrazione: dalla terza persona passiamo
alla narrazione in prima persona denotata dal
pronome personale soggetto “IO”.
Anche il tempo verbale subisce una sostanziale
differenza: da tempo passato remoto diventa
presente semplice volto ad assumere una
condizione di pensiero del narratore:

“Io odio le donne che si vestono in questa maniera.


Credo che le donne debbano indossare gonne
corte e colori più luminosi.”

In questa frase inoltre passiamo anche da un tono


descrittivo – che dominava nella frase precedente –

35
Quello che il narratore esprime adesso è una sua
idea, una sua opinione su quella che è l’universo
femminile considerato nella sua interezza.
Infatti, egli non denota un particolare gruppo di
donne ma al contrario le considera nella sua totalità
e nella loro forma più generica.
Passando alla traduzione di questo testo avremmo:

Yesterday, the girls at the party were elegantly


dressed. They were wearing long black skirts and
white blouses. I hate women dressing like that. I
think women should wear short skirts and brighter
colours.

Avendo delineato la traduzione del brano, avendo


analizzato i singoli elementi del brano possiamo
anche passare al prossimo argomento dedicato al
Genitivo sassone.
1.5 Il Genitivo Sassone.
Il genitivo sassone è una forma particolare della
lingua inglese derivante dalla lingua latina utilizzata
per designare il possesso di qualcosa.
Come ben sapete il genitivo in latino rappresentava
il complemento di specificazione e se vogliamo dirla
tutta, anche il genitivo sassone esprime lo stesso
complemento.
Il genitivo sassone si evidenzia per la presenza di
un apostrofo “S” che viene messo al nome del
possessore. Ovviamente detto così sembrerebbe
tutto semplice ma in realtà ci sono dei casi in cui il
genitivo sassone si usa ed altri in cui non è
possibile utilizzarlo.
Il genitivo sassone si usa con:

36
Il genitivo sassone si usa con:
· Persone
· Animali
· Nomi di paesi, città e nazioni
· Espressioni di peso, tempo e misura

Prima di passare a delineare le varie modalità


bisogna notare anche un cambiamento sia di
struttura all’interno della frase, sia una diversità di
traduzione.
Adesso cercheremo di chiarificare la questione.
Partendo dal primo caso: il genitivo sassone si usa
con le persone. Il primo caso vuole sottolineare
l’idea di possesso di una persona nei confronti di un
oggetto quindi avremmo il rapporto: persona e
cosa posseduta proprio come mostrato nella
seguente frase:

“La macchina di Marco.”

Questa frase ha come complemento, il


complemento di specificazione, infatti dal punto di
vista grammaticale risponde alla domanda: - di
chi? Di che cosa? - e quindi “di chi è la macchina?”
La prima cosa da notare è la struttura
grammaticale nella frase italiana:

Oggetto: La Macchina
Preposizione Semplice: di
Possessore: Marco

Al primo impatto sembrerà spontaneo ad un


parlante di lingua italiana tradurre la frase su
menzionata pari pari all’originale e quindi: “the car

37
La traduzione però non è assolutamente corretta in
quanto in inglese – nel momento della traduzione –
bisogna apportare un leggero cambio di struttura.
Se in italiano la formula generale è OGGETTO,
PREPOSIZIONE, POSSESSORE, in inglese l’ordine
sarà:

Possessore: Mark
Genitivo Sassone: S
Oggetto: Car

Quindi avremo che il nome del possessore diviene il


primo elemento della frase mentre l’oggetto
posseduto si sposta verso la parte finale divenendo
l’ultimo elemento.
Inoltre, la preposizione semplice “di” viene anche
eliminata e sostituita da un apostrofo “S” che ne
indica lo stato di possesso.
Traducendo quindi la frase su menzionata
avremmo:
“La macchina di Marco” “Mark’s car.”

Quindi assistiamo ad un rapporto di riduzione di


elementi frasali da 4 elementi verso 3 elementi.
Ricordate sempre che nella fase della traduzione,
questa – nel caso del genitivo sassone – va da
destra verso sinistra.
Quindi se il possessore diventa il primo elemento
da tradurre nella frase inglese, l’oggetto ridiventa il
primo elemento quando traduciamo dall’inglese
verso l’italiano.
Vediamo anche gli altri casi in cui si utilizza il
genitivo sassone:
Prendendo come riferimento lo schema iniziale di

38
Prendendo come riferimento lo schema iniziale di
utilizzo avremmo:
“La coda del gatto” “The cat’s tail.”
“I monumenti di Londra”. “London’s museums.”
“Un viaggio di tre ore.” “A three hours’ journey”.
“Una mela da tre chili” “A three kilos’ apple.”
“E’ distante tre chilometri.” “It is three kilometres’ far.”
“La bandiera dell’Italia.” “Italy’s flag.”

Tralasciando per un attimo gli esempi qui sopra,


vediamo quando non si usa il genitivo il sassone. Il
genitivo non si usa quando abbiamo:
· Due oggetti
· Aggettivi sostantivati
· Quando il nome del possessore è seguito da
un pronome relativo
· Quando esiste una correlazione geografica
con il posto menzionato
· Davanti a nomi di titoli specifici
Se io ho due oggetti del tipo:

“La gamba del tavolo.”

Io avrò due nomi di cose. Sia la “gamba” che il


“tavolo” rappresentano due nomi di cose e quindi è
impossibile che due oggetti possano possedersi a
vicenda. Allora in questo caso utilizzeremo il caso
del:

“THE + SOSTANTIVO + OF + SOSTANTIVO”

E quindi la frase su menzionata verrà tradotta:

“The leg of the table.”

Il secondo punto evidenzia invece che il genitivo

39
possessore è seguito da un pronome relativo: ad
esempio se ho la seguente frase italiana:

“La moglie del Presidente, che vive a Londra, è una


mia amica.”
Diventa:
“The wife of the President who lives in London is a
friend of mine”.

In questa frase come ben si può notare il


possessore “Il presidente”, è seguito da un
pronome relativo “che” per cui il genitivo sassone
viene omesso.
Altro contesto è la presenza degli aggettivi
sostantivati (che analizzeremo nel capitolo dedicato
agli aggettivi) dove anche qui il genitivo non viene
usato: ad esempio:

“La tristezza dei poveri”.


Diventa:
“The sadness of the poor.”

Dove la parola “poor” rappresenta un aggettivo


sostantivato - ovvero un aggettivo usato sotto
forma di nome.”
Un’altra caratteristica soggiace nei nomi dei titoli
specifici quali: Principe, Principessa, Re. Regina e
così via in cui il genitivo sassone non viene usato:
“La Regina d’Inghilterra” “The Queen of England”
“Il Principe di Galles.” “The Prince of Wales.”

Oppure quando abbiamo la presenza di un nome


geografico il cui nome esiste in maniera effettiva e
reale denotando in maniera specifica il nome del
posto.

40
posto.
Se io prendo per esempio questi nomi di luogo:
“Il Lago di Garda, Il lago di Como, Il museo di
Capodimonte”, questi rappresentano tutti nomi di
luogo caratteristici, fisici e anche reali per cui
all’atto della traduzione dall’italiano all’inglese, non
posso stravolgere il significato ma devo essere
fedele il più possibile proprio perché si tratta di
riportare il nome di una località esistente e
conosciuta per quel suo nome. Quindi se io voglio
tradurre questi luoghi avrò:
“The Lake of Garda.”
“The Lake of Como.”
“The museum of Capodimonte.”

Decisamente interessante si pone l’aspetto del


genitivo sassone quando un oggetto o un animale è
di proprietà o di uno di più individui oppure se è in
società.
In inglese, facendo esclusione al primo caso – già
ampiamente trattato ad inizio paragrafo – ci
limiteremo ad analizzare i due casi: ovvero cosa
accade se un oggetto è di proprietà di due persone.

Se l’oggetto appartiene in comune ad Se l’oggetto appartiene ad una persona


entrambe le persone, l’apostrofo “S”, si ma non all’altra, l’apostrofo “S”, si mette
mette solo all’ultimo possessore. ad entrambi i possessori.

Facciamo un esempio pratico. Se io ho la seguente


frase italiana:

“La macchina di Bob e Arianna è nuova.”

Come si può ben notare dalla frase ci troviamo di


fronte ad un caso di genitivo sassone, in cui

41
determinato oggetto “la macchina”.
Resta però da stabilire il legame che lega l’oggetto
ai possessori e quindi se essa sia di proprietà di
entrambi i possessori (oggetto in comune) o se
invece sia di proprietà solo di una persona per cui
ci stiamo riferendo a due macchine diverse.
Supponendo che l’oggetto sia di proprietà di
entrambe le persone avremmo:

“Bob and Arianna’s car is new.”

Abbiamo quindi che l’apostrofo “S” si lega soltanto


al nome dell’ultimo possessore “Arianna” e non a
quello di “Bob”.
Allo stesso modo se invece ci fossimo riferiti al
secondo caso e quindi - la macchina appartiene
solo ad uno ma non ad un’altra – l’apostrofo “S” del
genitivo si colloca ad entrambi i possessori come
nel seguente caso:

“Bob’s and Arianna’s car is new.”

Cosa accade se invece ci troviamo ad effettuare il


genitivo sassone in un contesto di nome al plurale?
L’apostrofo “S” dove lo mettiamo? Si omette? Si
aggiunge?
Vediamo i due casi possibili.
Quando parliamo di plurale dei nomi ci riferiamo
solitamente all’aggiunta della “S” al sostantivo
singolare, anche se poi vedremo non è sempre così
perché in inglese la pluralizzazione di un sostantivo
non si rende solo con la “S” ma di questo ne
tratteremo più avanti. In questa sede, è doveroso
esprimere solo il caso in cui ci troviamo di fronte ad

42
esprimere solo il caso in cui ci troviamo di fronte ad
un plurale semplice e come esso reagisce in caso di
una forma genitiva.
Prendiamo come esempio la seguente frase
italiana:

“I vestiti delle ragazze sono belli”.

Sappiamo che sia “vestiti” che “ragazze” sono in


italiano due sostantivi plurali e lo denotiamo
maggiormente anche grazie all’uso del tempo
verbale presente espresso in forma plurale.
Volendo tradurre la suddetta frase in lingua inglese
avremmo:

“The girls’ dresses are beautiful.”

Cosa notiamo nella traduzione? La “S” dove è


andata a finire? Non esiste genitivo sassone?
In realtà il genitivo c’è anche se in forma un po’
diversa da quella che avete notato finora. Perché?
La risposta alla domanda risulta essere che:

In presenza di un sostantivo plurale e terminante con la classica “S”, la “S” del


genitvo sassone non viene inserita ma ci si limita a mettere l’apostrofo subito dopo
la “S” del sostantivo plurale.

Ecco perché nella frase su menzionata la doppia “S”


non figura, principalmente per una questione
sonora oltre che visiva. Due “S” attaccate non
servivano esclusivamente a nulla e foneticamente
generavano un suono negativo.
Questa regola però non viene applicata quando ci
troviamo davanti ai sostantivi che non seguono –
all’atto della pluralizzazione – la suddetta regola:

43
“La gonna delle donne”.
Diventa:
“Women’s skirt.”

Dove “women” è un plurale irregolare del


sostantivo singolare “Woman.” Oppure:
“I pantaloni dei bambini.” “The children’s trousers.”

E così via. Dopo aver trattato in maniera esaustiva


del genitivo sassone, passiamo ad analizzare –
attraverso un paragrafo supplementare, ma
d’obbligo – l’altra caratteristica del genitivo sassone
denominata “Doppio Genitivo” o genitivo
normanno.
1.5.1 Doppio Genitivo.
Il doppio genitivo detto anche genitivo normanno, è
una particolare condizione che scaturisce da
particolari situazioni legate al possesso di oggetti o
animali.
Abbiamo notato - nel paragrafo precedente, - che il
genitivo sassone ha dei casi in cui viene utilizzato e
dei casi in cui non viene usato e che solitamente
quando il possessore è un individuo assistiamo ad
una leggera trasformazione della frase durante la
traduzione dalla lingua italiana alla lingua inglese.
In questo paragrafo andremo a notare cosa accade
quando la cosa posseduta è preceduta da:
· Articolo indeterminativo
· Partitivo
· Aggettivo dimostrativo
· Un numerale
E’ interessante notare che in presenza dei suddetti
elementi, il genitivo sassone assume una
connotazione differente ed anche una formazione

44
connotazione differente ed anche una formazione
esclusivamente diversa da quella tradizionale che
abbiamo visto poc’anzi.
Quando in italiano la cosa posseduta è preceduta
dall’articolo indeterminativo, da un numerale, da un
dimostrativo, in inglese si mantiene l’ordine delle
parole proprio come in lingua italiana con
l’eccezione però di aggiungere l’apostrofo “S” al
nome del possessore.
Facciamo qualche esempio di riferimento:

“Un amico di mia zia.”

Avremmo:
“A friend of my aunt’s.”

Come si può ben notare la traduzione è fedele a


quella italiana con la sola eccezione che il
possessore – e in questo caso – “mia zia”, è
seguita dall’ apostrofo “S”.
Vediamo altri esempi ricavati dalla seguente
tabella:
Tre amici di quel ragazzo The friends of that boy’s
Alcuni parenti di Marco Some relatives of Mark’s
Una macchina di Susan A car of Susan’s

In tutti questi esempi “l’oggetto posseduto”, è


preceduto o da un articolo indeterminativo, o da un
partitivo oppure da un aggettivo numerale.
Vediamo cosa accade quando un aggettivo
possessivo è preceduto da un articolo
indeterminativo. Se io avessi la seguente frase:

“Un suo amico.”


Io avrò un aggettivo possessivo “SUO” preceduto

45
verrebbe spontaneo tradurre:

“A his friend”

E quindi fare una traduzione meramente letteraria


della frase ma ovviamente non è corretta. Una
traduzione inglese corretta della suddetta frase
implica una serie di spostamenti e di
trasformazioni. Notiamo insieme questi
cambiamenti.
La struttura base della formazione sarebbe:

Articolo indeterminativo + Sostantivo+ of +


pronome possessivo

Come si può ben notare dalla regola, l’aggettivo


possessivo diventa pronome possessivo per cui
perde la sua funzione primaria della frase italiana
per subire un leggero stravolgimento contestuale.
Vediamo di porre in pratica lentamente i suddetti
cambiamenti e trasformazioni in modo da chiarire
brevemente e in maniera efficace la traduzione.
Prendiamo sempre in analisi la frase italiana, che
riportata per intero sarebbe:

“Un suo amico.”


Cosa notiamo in questa frase? Innanzitutto:
“Un” Articolo Indeterminativo
“Suo” Aggettivo possessivo
“Amico” Sostantivo

Nella traduzione inglese, la frase su menzionata


deve diventare:
UN AMICO DI LEI e quindi subire una
trasformazione e uno spostamento considerevole

46
trasformazione e uno spostamento considerevole
degli elementi.
Passando da “SUO” a “DI LEI”, assistiamo al
passaggio da aggettivo possessivo a pronome
possessivo e quindi:
A friend of hers.

In cui “HERS” rappresenta il pronome possessivo


in questione. Mettendo a confronto le due frasi
avremmo:
Un suo amico

Abbiamo che:

Da aggettivo possessivo femminile terza persona si


passa a pronome possessivo terza persona

47
Un amico di lei

NB. Il suddetto caso esiste solo quando l’aggettivo


possessivo è preceduto o da un articolo
indeterminativo, o da un partitivo, o da un
dimostrativo o da un aggettivo numerale. In altri
contesti o situazioni l’aggettivo possessivo resta
invariato. Nota lo schema seguente:
Il mio amico Un mio amico
Nella suddetta frase abbiamo che Nella suddetta frase, l’aggettivo
l’aggettivo possessivo è preceduto – in possessivo, al contrario, è preceduto da
italiano – dall’articolo determinativo che un articolo indeterminativo, per cui –
come ben sappiamo – dopo aver studiato come abbiamo appena notato nel
la sezione apposita dell’articolo presente paragrafo – per effettuare la
determinativo relativa agli usi e alle corretta traduzione dall’italiano alla
omissioni – in inglese quest’ultimo non lingua inglese dobbiamo operare una
viene tradotto per cui all’interno della serie di trasformazioni e cambiamenti
frase non si adopera alcun tipo di all’’interno della frase come ad esempio
spostamento degli elementi della frase. la trasformazione dell’aggettivo
Quindi la traduzione più normale possessivo in pronome possessivo.
sarebbe: Quindi la traduzione sarebbe:
“My friend” “A friend of mine.”

Dopo aver trattato anche di questo argomento


passiamo a trattare un altro aspetto della
grammatica che è quello legato alle preposizioni e
precisamente a quelle di tempo e di luogo.
1.6 Le Preposizioni.
Le preposizioni rappresentano quella parte
invariabile del discorso che servono a creare un
legame tra parole e frasi specificandone i rapporti
reciproci.
In inglese come in italiano dobbiamo distinguere
due tipi di preposizioni:
Preposizioni di tempo
Preposizioni di luogo.
Cominciamo a delineare le preposizioni di tempo.
In inglese, le preposizioni di tempo si comportano
in maniera diversa da quelle italiane e hanno una

48
in maniera diversa da quelle italiane e hanno una
loro specifica collocazione.
Le principali preposizioni di tempo sono tre e
rispettivamente:

IN AT ON

Non ci sorprenderà di osservare queste tre


preposizioni anche nel settore delle preposizioni di
luogo che esamineremo nel paragrafo successivo.
Cominciamo a trattare la prima preposizione:
Davanti ai mesi dell’anno
Davanti agli anni
“IN” si usa:
Davanti alle stagioni dell’anno
Davanti ai secoli

Partiamo sempre come riferimento dalla lingua


italiana e prendiamo come frase la seguente:
A Gennaio io vado a sciare ogni giorno.
A differenza dell’italiano che davanti ai mesi
dell’anno troviamo una preposizione semplice “A”,
in inglese la temporalità viene resa con “IN”, quindi
la frase su menzionata sarà tradotta:

“In January I go skiing every day.”

Altri esempi possono essere:


“Nel 1980 andavo a ballare con I miei “In 1980 I used to go dancing with my
amici.” friends”
“In summer I always drink a lot of
“In estate bevo sempre molta acqua.”
water.”

Diversa è invece la preposizione di tempo “AT” che


viene usata nei seguenti casi:
Davanti ai nomi dei pasti
“AT” Davanti all’orario
Davanti alle festività religiose

49
“A pranzo” “At lunch”
“Alle 8 di sera” “At 8 o’ clock p.m.”
“A Natale” “At Christmas”

Inoltre, troviamo la preposizione “AT” anche


davanti alla parola: Weekend (fine settimana).
Esempio:
“Il fine settimana vado spesso al mare “At the Weekend I often go to sea with
con i miei amici” my friends.”

Non vi stupirà se alcune volte davanti alla parola


“weekend” al posto di trovarci la preposizione “AT”
ci trovate “ON”. Quest’ultimo uso è più
frequentemente utilizzato nell’inglese Americano
per cui potete utilizzare entrambi le preposizioni.

“At/On the weekend I often go to sea with my


friends.”

Inoltre utilizziamo anche la preposizione davanti


alle età come ad esempio:
“All’età di 8 anni cantavo molte canzoni “At the age of 8 I sang a lot of English
inglesi” songs”

Vediamo adesso l’ultima preposizione di tempo


quando viene utilizzata:
Davanti ai giorni della settimana
“ON”
Davanti alle date

Facciamo anche qui alcuni esempi:


“Il Lunedì vado spesso in palestra” “On Monday I often go to Gym”

Come ben potete notare dalla frase su menzionata,


in Italiano davanti ai giorni della settimana
poniamo l’articolo determinativo “Il” oppure il
plurale “I” se invece l’azione viene compiuta in
maniera sistematica e con una certa frequenza lo

50
maniera sistematica e con una certa frequenza lo
stesso giorno della settimana.
In Inglese invece, sarebbe un errore gravissimo
collocare l’articolo determinativo davanti al giorno
della settimana per cui l’unica preposizione
accettata è “ON”.
Il secondo punto che riguarda la preposizione “ON”
è strettamente connesso al concetto della data –
tratteremo di questo aspetto nella sezione dedicata
al Focus on the language (ovvero l’analisi sulla
lingua) – per adesso ci limiteremo soltanto a fare
un esempio per far comprendere meglio
l’argomento trattato. Esempio:
“Il 18 Giugno andrò in vacanza con i miei “On June 18th I am going on holiday
amici.” with my friends.”

N.B.: quando abbiamo o solo il mese o solo l’anno, la preposizione utilizzata è “IN”,
quando invece il giorno segue il mese la preposizione corrispondente sarà “ON”
perché il giorno ha la precedenza rispetto al mese come si evince dal contesto che
segue:

Esempio:
A Gennaio In January
Nel 1980 In 1980
Il 5 Aprile On April 5th

Nell’ultimo caso, è vero che compare un mese


dell’anno, ma prima di esso compare un giorno
preciso del mese per cui quest’ultimo prende il
sopravvento sul mese e fa cambiare la preposizione
corrispondente.
Avendo delineato le tre principali preposizioni di
tempo (che poi noterete anche in quelle di luogo),
passiamo a delineare anche le altre espressioni
temporali.
FROM… TO DA…. A
THROUGHOUT PER L’INTERO PERIODO
DURING DURANTE

51
WITHIN ENTRO
AT THE BEGINNING OF ALL’INIZIO
AT THE END ALLA FINE
AS SOON AS AL PIU PRESTO
AFTER DOPO
BEFORE PRIMA

FROM…. TO viene utilizzato quando si vuole


esprimere la durata temporale iniziale e finale in
cui un’azione viene espletata. Ad esempio:
“From Monday to Friday
“Da Lunedì a Venerdì vado a scuola.”
I go to school”.

Il parlante nella frase su menzionata ha ben


delineato il lasso di tempo entro cui effettua la
propria azione e quindi ne evidenzia una fase
iniziale - stabilita dalla preposizione “FROM” che
caratterizza la data o in questo caso il giorno di
partenza - e una fase finale – stabilita dalla
preposizione “TO” che ne delinea il punto di arrivo.
THROUGHOUT: viene usato per definire l’intero
periodo, quindi iniziale e finale entro cui viene
espletata un’azione. Esempio:
“Throughout Christmas holidays,
“Per tutto il periodo di Natale sarò fuori.”
I will be away”

Nella frase su menzionata si evince la volontà del


parlante di espletare un’azione completandola
nell’arco temporale stabilito e quindi l’intero
periodo natalizio.
DURING: viene usato per delineare un’azione che
è in svolgimento ma non ancora terminata.
“Durante le vacanze estive studierò “During my summer holidays
l’inglese.” I am going to study English.”

BY: viene utilizzato per designare il termine


perentorio entro cui compiere un’azione.
Viene comunemente usato nell’inglese commerciale

52
Viene comunemente usato nell’inglese commerciale
quando si tratta di ordini o ricezioni merci. Il suo
simile può essere “WITHIN”.
“Invieremo le merci per la fine di questa “We would send the goods by the end of
settimana.” this week.”

AS SOON AS: viene utilizzato per indicare un


periodo di disponibilità temporale a poter espletare
un’azione.
Anche questa espressione è comunemente
utilizzata nel settore dell’inglese commerciale
legata soprattutto al concetto di richiesta
informazioni riguardanti prodotti, cataloghi o
inerenti a ordinativi. In questo ramo l’espressione
assume il significato di “al più presto”.
“Prego, inviare le merci al più presto “Please, would you send the goods as
possibile” soon as possible.”

Un altro significato di questo termine è legato al


concetto di portare a termine un’azione e in questo
caso assume il significato di “Non appena”.
Esempio:
“Non appena finirai di scrivere la lettera, “As soon as you finish writing the letter,
me la invierai.” you will send it to me.”

BEFORE: viene utilizzato per indicare il concetto


temporale di precedenza ovvero di compiere
un’azione prima del periodo stabilito. Esempio:
“Lui compra i regali ai suoi amici prima di “He buys a lot of presents for his friends
Natale.” before Christmas.”

AFTER: viene utilizzato per indicare il concetto di


successione temporale ovvero di compiere
un’azione dopo averne eseguita un’altra. Esempio:
“Essi uscirono dopo pranzo.” “They went out after lunch.”

AT THE BEGINNING OF: è usato per denotare

53
un’azione. Esempio:
“All’inizio di Giugno darò il mio primo “At the beginning of June I will be sitting
esame.” for my first exam.”

Al contrario abbiamo:
AT THE END: che viene utilizzato per designare
periodo di tempo entro cui si conclude un’azione.
Esempio:
“Alla fine di Giugno sarò in vacanza.” “At the end of June I will be on holiday.”

Da notare la sezione dedicata al focus on the


language che tratta appunto della differenza
sostanziale che intercorre tra IN THE BEGINNING e
IN THE END collegato al concetto di AT THE
BEGINNING e AT THE END.

FOCUS ON THE LANGUAGE:

In inglese l’elemento preposizionale è molto


importante, molte volte quest’ultima da un senso
diverso all’espressione che menzioniamo facendo
comprendere ad un parlante di lingua inglese una
cosa diversa da quella che originariamente
volevamo far intendere rischiando anche di restare
stupiti dalla risposta che riceviamo in contropartita.
La situazione in oggetto è quella che riguarda
l’espressione “BEGINNING OF” e “END OF”. Molte
persone confondono le preposizioni di queste due
espressioni perché in Inglese queste ultime
possono essere precedute da due preposizioni che
sono rispettivamente:

AT IN

Ovviamente la preposizione ne caratterizza il

54
Ovviamente la preposizione ne caratterizza il
senso: se io premetto la preposizione “AT” davanti
alla parola BEGINNING e END, io genero una
preposizione temporale con il significato
“ALL’INIZIO DI (At the beginning of) – e ALLA FINE
DI (At the end of)” (vedi esempi nel paragrafo).
Se invece ai due termini (BEGINNING) e (END)
premetto la preposizione “IN”, genero un altro
significato che non è più legato al concetto
temporale ma bensì alla successione di due azioni.
A questo punto le due espressioni “BEGINNING
OF” e “END OF” significheranno (INIZIALMENTE) ed
(INFINE) e cooperano insieme all’interno di una
stessa frase. Esempio:
“Inizialmente un ragazzo molto timido, “In the beginning he used to be very
poi è diventato successivamente molto shy, in the end he became very
socievole.” sociable.”

Riassumendo quindi avremo:


Preposizione temporale con il significato di
AT THE BEGINNING OF
“All’inizio del”
Preposizione temporale con il significato di “Alla
AT THE END OF
fine del”
Preposizione che indica uno stato o condizione
IN THE BEGINNING OF originaria di un’azione e ha il significato di
“Inizialmente”
Preposizione che indica uno o stato o condizione
IN THE END finale diversa da quella originaria e ha il
significato di “Infine.”

Dopo aver delineato le preposizioni di tempo,


passiamo ad affrontare un’altra categoria di
preposizioni che è quella di “LUOGO.”.
1.6.1. Preposizioni di Luogo.
Nel paragrafo precedente, abbiamo analizzato le
cosiddette preposizioni di tempo, in questo
paragrafo ci limiteremo a trattare quelle di luogo
che – come quelle di tempo – sono numerose

55
preposizione di luogo:

Le preposizioni di luogo, sono quelle preposizioni che vengono utilizzate per definire
la collocazione spaziale di un oggetto o di una persona.

Possiamo distinguere le preposizioni in:

· STATO IN LUOGO
· MOTO A LUOGO

Cominciamo a trattare le prime preposizioni e


quindi quelle di stato in luogo. Tra le preposizioni di
stato in luogo un posto estremamente rilevante le
hanno:

IN e AT

Diversa è la loro collocazione. Dalla tabella


seguente si notano i diversi utilizzi legati a queste
due prime preposizioni e rispettivamente:
IN AT
Indica un luogo più generico e quindi
meno circoscritto.
Anche questa, come “IN” è una
Indica un luogo preciso e circoscritto preposizione che indica uno stato in
dove un oggetto o una persona si trova. luogo e quindi non implica nessun
Esempio: movimento.
Esempio:
“Sono in cucina.” “Sono a casa.”
“I am in the kitchen.” “I am at home.”
Dalla frase su menzionata si evince un
Dalla frase su menzionata si evince un luogo generico e non specifico. Essere a
luogo chiaro e preciso in cui la persona si casa non implica un luogo circoscritto. La
trova e quindi un luogo circoscritto. persona potrebbe trovarsi in qualunque
zona della casa: in cucina, in bagno, in
stanza da letto e così via, per cui non ci
fornisce un indizio chiaro e dettagliato.

Un'altra caratteristica tipica di uso di queste due


preposizioni è quando queste, precedono nomi di
luogo. Quando parliamo di PAESI, NAZIONI, o

56
luogo. Quando parliamo di PAESI, NAZIONI, o
CITTA’ la preposizione di luogo utilizzata è “IN”.
Esempio:
“A Napoli ci sono molti negozi.” “In Naples there are a lot of stores.”

In contropartita “AT”, lo si utilizza quando ci


riferiamo a paesini o piccolo frazioni. Esempio:
“Vivo a Benevento.” “I live at Benevento”.

Tra le altre preposizioni abbiamo:


ON e OVER

Su queste due preposizioni dobbiamo soffermarci


un pochino anche perché il loro utilizzo non è
relativamente semplice.
Cominciamo a dire che il concetto nostro di
spazialità e quindi “SOPRA”, in inglese assume due
connotati diversi a secondo della superficie che un
oggetto ricopre.
Molto importante è il contesto della superficie
intesa come spazio su cui giace un oggetto.
Passando a delineare schematicamente il concetto
abbiamo che alla preposizione “SOPRA”,
corrispondono in inglese due modi di dire e
rispettivamente:
ON OVER
Viene utilizzato quando non esiste
nessuna posizione di contatto tra la
Viene utilizzato quando l’oggetto assume superficie e l’oggetto in questione.
una posizione di contatto con la Esempio:
superficie non ricoprendola interamente: “L’aereo vola sulle montagne.”
Esempio: “The plane flies over the mountains.”
“Il libro è sul tavolo.”
“The book is on the table.” Dalla frase su menzionata si evince che
tra “l’aereo” e le “montagne” non
Dalla frase su menzionata deriva che la sussiste nessun punto di contatto ma
preposizione corretta è solo “ON” in bensì uno spazio vuoto.
quanto il libro occupa solo una superficie Utilizziamo inoltre “OVER” quando un
del piano e non lo riveste interamente oggetto ricopre interamente una
ma ne occupa solo un quadrato o superficie del piano.
quantomeno un piccolo segmento. Esempio:

57
“The tablecloth is over the table.”

FOCUS ON THE LANGUAGE:

Prendiamo come esempio di nuovo la frase “la


tovaglia è sopra al tavolo” e facciamo
rispettivamente due frasi in lingua inglese:
“The tablecloth is over the table” “The tablecloth is on the table”

Entrambe hanno lo stesso significato e quindi: la


tovaglia è sul tavolo ma diversa è la sua
collocazione.
Se io utilizzo la frase del primo cerchio: “the
tablecloth is over the table”, il madrelingua capisce
che la tovaglia è sul tavolo ed è stesa e occupa
l’intera superficie del piano.
Se invece uso come frase: “the tablecloth is on the
table”, il madrelingua capisce che la tovaglia è sul
tavolo ma piegata e che quest’ultima occupa come
superficie spaziale solo un quadrato, solo un piccolo
segmento dell’intero tavolo.
Per cui come ben potete notare, non è la differenza
nella grammatica ma bensì nel contenuto del
messaggio e quindi in ciò che noi vorremmo far
comprendere al nostro interlocutore straniero.
Un’altra preposizione è “ABOVE” che ha una
struttura di utilizzo simile a quella di “OVER” solo
però riferita alla posizione di un oggetto senza
contatto con la superficie.
Esempio:
“Il quadro è posto sopra l’interruttore della
corrente.”
Diventa:
“The picture is above the switch.”

58
Significa quindi che tra il quadro è l’interruttore
esiste uno spazio divisorio. Riassumendo avremmo:
Il quadro è sul muro
The picture is on the wall
(Posizione di contatto)
Il quadro è sull’interruttore
The picture is over / above the switch
(Posizione senza contatto)

Adesso passiamo ad analizzare un’altra


preposizione di luogo che implica stato di altezza
ed è “ON TOP OF” che vuol dire appunto “IN CIMA
A”. Esempio:
“Il libro è in cima allo scaffale.” “The book is on top of the shelf.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

Un’altra caratteristica riguardante la preposizione


“ON” è legata al concetto di movimento.
Paragoniamo le due preposizioni di luogo:

ON ONTO

“ON” indica una posizione di luogo statica e come


abbiamo visto in precedenza riguarda la posizione
di contatto di un oggetto su una superficie. Questo
oggetto, abbiamo detto, non ricopre interamente
una superficie del piano, ma bensì si limita ad
occuparne solo un segmento.
“The book is on the table” “Il libro è sul tavolo.”

“ONTO” al contrario, lo utilizziamo quando


assistiamo ad un movimento di qualcosa che
avviene verso l’alto. Facendo un esempio di un
animale – il gatto – avremo:
“Il gatto saltò sul tavolo.” “The cat jumped onto the table.”

59
spostamento passando da una posizione bassa “il
pavimento” a quella più alta “il tavolo”. Nell’atto del
suo movimento la preposizione di luogo “ON” deve
essere seguita dalla preposizione di movimento
“TO”:
L’opposto di “SOPRA” è sicuramente “SOTTO” che
in inglese si dice “UNDER”
La differenza che sussiste nella traduzione
dall’italiano all’inglese nella traduzione è che: in
italiano dopo la preposizione di luogo segue una
preposizione semplice, in inglese no.
“Il gatto è sotto al tavolo”. “The cat is under the table”.

La posizione di contatto, è anche espressa in


inglese da “NEAR” e “NEXT TO”.
NEAR NEXT TO
Si usa quando due oggetti, due persone
Viene utilizzato quando due oggetti, due o due luoghi si trovano in posizione di
persone o due luoghi si trovano in vicinanza e si toccano a vicenda. Non
posizione di vicinanza ma non c’è alcun esiste nessuno spazio tra i due. Esempio:
contatto, per cui tra i due oggetti
intercorre uno spazio. Esempio: “La sedia è vicina al tavolo.”
“The chair is next to the table”
“La banca è vicina al supermercato”.
“The bank is near the supermarket.” In questa frase si denota che la sedia è
strettamente legata al tavolo e che I due
In questa frase si denota che la banca si oggetti si toccano, ovvero non c’è
trova in vicinanza con il supermercato nessuno spazio tra che intercorre tra
ma tra i due luoghi intercorre una sorta loro.
di spazialità. Altri sinonimi possono essere:
By Oppure Beside

FOCUS ON THE LANGUAGE

Nota bene la differenza che sussiste tra:

BESIDE BESIDES

BESIDE – indica “accanto a” per cui denota una


preposizione di luogo.
BESIDES – indica un espressione temporale –

60
BESIDES – indica un espressione temporale –
“Oltre a” per cui indica tutto un altro significato.

Esempio:
“Accanto alla scrivania c’è una sedia.” “Beside the desk, there is a chair.”
“Oltre ai pantaloni porterò anche qualche “Besides the trousers, I am going to
gonna.” bring along some skirt too”.

Molto interessante è anche la preposizione di luogo


“TRA” che indica una posizione di un oggetto tra
due o più cose.
In effetti questa distinzione è netta in inglese ed è
molto importante perché caratterizza alcune
differenze nonché la presenza di due preposizioni di
luogo differenti:
BETWEEN AMONG
Si utilizza quando un oggetto si trova in Si utilizza quando un oggetto si trova in
mezzo a due cose. mezzo a un numero indecifrato di cose.
Esempio: Esempio:
“Tra la sedia e il tavolo” “Cammino tra la folla.”
“Between the chair and the table.” “I am walking among the crowd.”

Poi abbiamo la preposizione di luogo “DAVANTI A”


che in inglese a differenza di quanti molti pensano
si traduce con “IN FRONT OF” che non vuol dire –
come tanta gente asserisce “DI FRONTE” -
Questo rientra nella categoria dei “FALSE
FRIENDS”, ovvero dei “FALSI AMICI” cioè in
quell’insieme di parole che apparentemente hanno
un significato affine a quello italiano ma che invece
significano tutt’altro. Esempio:
“Sono davanti alla fermata.” “I am in front of the bus stop.”

“DI FRONTE” invece si dice “OPPOSITE” e a


differenza della lingua italiana - che è seguito da
una preposizione semplice – in inglese il sostantivo
si lega direttamente alla preposizione di luogo.

61
mia.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

Notiamo la differenza che sussiste tra

OPPOSITE IN FRONT OF

Molti studenti mi hanno sempre chiesto quale è la


differenza tra queste due preposizioni di luogo e
come facciamo in inglese a capire quando
dobbiamo utilizzare l’una e quando l’altra.
Cercherò brevemente di fare una semplice
trattazione notando la differenza di uso tra i due
elementi.
Utilizziamo “In front of”, quando il parlante si
trova “davanti” all’oggetto che sta parlando, ha
una stretta posizione di vicinanza. Esempio:
“Sono davanti allo specchio” “I am in front of the mirror”.

In questa frase il parlante si sta specchiando e per


fare questa azione la sua posizione è di vicinanza
rispetto all’oggetto.
Usiamo “Opposite” quando tra il parlante e
l’oggetto designato si crea una sorta di linea
orizzontale immaginaria divisoria che scaturisce la
lontananza e quindi la distanza. Esempio:
La cattedra è di fronte alla porta. “The desk is opposite the door.”

Chiarito questo elemento passiamo ad analizzare le


ultime preposizioni di luogo.
L’opposto di “DAVANTI” è “DIETRO” che in
inglese si dice “BEHIND” e denota una posizione
del parlante posteriore rispetto all’oggetto in
questione. Esempio:

62
del parlante posteriore rispetto all’oggetto in
questione. Esempio:
“Sono dietro la sedia.” “I am behind the chair.”

Tra le altre preposizioni di luogo abbiamo


“DENTRO” e “FUORI” e rispettivamente “INSIDE”
e “OUTSIDE” che possono anche essere
sintetizzati in “IN” e “OUT OF”. Esempio:
“The fish is in the bowl / inside the
“Il pesce è nel recipiente.”
bowl.”
“The cat is outside the bowl / out of the
“Il gatto è fuori dal recipiente.”
bowl.”

Tra le altre preposizioni che indicano spazialità


abbiamo:
ON THE RIGHT A DESTRA
ON THE LEFT A SINISTRA
IN THE MIDDLE NEL MEZZO
IN THE CENTRE AL CENTRO
IN THE CORNER ALL’ANGOLO
AT THE BOTTOM IN FONDO
AT THE TOP IN CIMA

Per comprendere meglio le preposizione su


menzionate ho deciso di far riferimento ad una
vignetta con una breve descrizione tratta da un
libro “Grammar of Contemporary English” di Perez
e Solly, perché rispecchia molto bene l’utilizzo di
queste preposizioni di luogo.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Molto sottile ma indispensabile è la differenza tra:


“IN THE CORNER” “ON THE CORNER”

Vediamo di chiarire la differenza di utilizzo di


queste due preposizioni di luogo che a mio avviso
suscita enorme interesse e curiosità. Entrambi

63
“IN THE CORNER” è usato quando ci riferiamo ad
una spazialità chiusa, all’interno di mura; come ad
esempio una stanza, una casa, un cinema, un
ristorante e così via. Esempio:
“Il libro è nell’angolo dello scaffale.” “The book is in the corner of the shelf.”

“ON THE CORNER” al contrario, lo utilizziamo


quando ci riferiamo a spazi aperti come: strada,
giardini, parchi etc etc. Esempio:
“The newsagent is on the corner of the
“Il giornalaio è all’angolo della strada.”
street.”

Tra tutte queste preposizioni di luogo dobbiamo


ancora analizzare la preposizione che indica
movimento ovvero “TO” che viene utilizzata ogni
qualvolta che si compie un movimento verso un
luogo denotando uno spostamento.
Solitamente questa preposizione accompagna i
cosiddetti verbi di movimento come “ANDARE”
oppure “VENIRE” e così via. Esempio:
“Io vado al cinema” “I am going to the cinema.”
“Venite da noi stasera?” “Are you coming to us tonight?”

La preposizione “TO” viene anche usata per


denotare non soltanto uno spostamento fisico da
un luogo verso un altro ma anche tutte quelle
azioni che denotano un semplice movimento o
spostamento di oggetto da una parte all’altra.
Esempio:
“Handle these newspapers to the
“Consegna questi giornali al direttore.”
Director.”
“Gli scrissi una lettera.” “I wrote a letter to him.”

Quando il movimento è verso un luogo chiuso la


preposizione di movimento “TO” si fa precedere
dalla preposizione di stato in luogo “IN” diventando

64
preposizione di movimento “TO” si fa precedere
dalla preposizione di stato in luogo “IN” diventando
“INTO”.
Questa preposizione viene usata quando in italiano
compare un verbo di movimento seguito dalla
preposizione articolata “NEL”. Esempio:
“Vado nel giardino” “I am going into the garden.”
“Vado in cucina.” “I am going into the kitchen.”

Invece se io compio un movimento verso un


qualsiasi luogo ed in cui in italiano compare solo la
semplice preposizione “A”, in inglese la tradurrò
solo con “TO”. Paragonate queste due frasi:
I am going into the sitting room I am going to the supermarket

La prima frase viene tradotta: “Vado in salotto” e


quindi la preposizione di movimento è preceduta da
un’altra preposizione semplice che è “IN” che
abbinata alla preposizione “TO” genera “INTO”.
Nella seconda frase, al contrario, il movimento è si
posto verso un luogo chiuso ma in italiano non c’è
la preposizione semplice “IN” per cui la frase viene
tradotta spontaneamente con “TO”.
Dopo aver trattato le preposizioni di luogo,
chiudiamo il primo capitolo inerente agli elementi
strutturali di base della frase per passare al
secondo capitolo incentrato interamente sulla prima
parte della struttura della frase: ovvero i PRONOMI

65
2.0 La Frase e la sua struttura
Dopo aver trattato dell’articolo determinativo, delle
preposizioni di tempo e di luogo e dell’articolo
indeterminativo, ci addentriamo nel discorso più
complesso e cioè la frase esaminando passo passo
e pezzo per pezzo ogni singolo elemento che porti
alla sua formazione.
Non esaudiremo tutto l’argomento della struttura
della frase in questa sezione perché ho preferito
staccarlo creandone un ulteriore paragrafo nei
capitoli successivi.
In questo paragrafo, partiamo a definire dal punto
di vista linguistico cosa si intende per frase:

La frase, è il massimo segmento in cui può essere suddiviso il discorso umano.

Una frase si compone di più sintagmi. Che cosa è


un sintagma?

Un sintagma è l’elemento principale e minimo di una frase.

Una frase è composta regolarmente da soggetto


verbo complemento oggetto, complemento di
termine, complemento di luogo, avverbi di tempo e
così via.
Esistono anche delle frasi esclusivamente brevi
caratterizzate solo dalla presenza di un soggetto e
di un verbo come ad esempio (“Giovanni dorme”)
in cui sono presenti le due unità minime della frase
che sono SINTAGMA NOMINALE e SINTAGMA
VERBALE e rispettivamente:

66
67
Una frase come quella su menzionata viene definita
“frase semplice” perché è costituita da un solo e
unico tempo verbale.
A prima vista si potrebbe dire che una frase
affinché sia grammaticalmente corretta debba
iniziare sempre con il soggetto, ma esistono però
anche frasi in cui il soggetto non viene espresso e
per cui vengono definite “frasi impersonali”
Un esempio di frase impersonale italiana potrebbe
essere:

“Sta piovendo”

In cui troviamo solo la presenza di due elementi


verbali e ovvero “stare” + “piovendo” che
traducono il tempo del presente progressivo e
quindi un azione che sta accadendo in questo
momento.
Dove risiederebbe allora la differenza tra la lingua
italiana e quella inglese?
La prima differenza soggiace nella funzione del
soggetto.
Cos’è il soggetto di una frase? Dal punto di vista
grammaticale potremmo definire il soggetto come:

Qualsiasi parte del discorso su cui il predicato esprime un’azione.

In inglese il soggetto è una parte fondamentale


della frase e come tale deve essere sempre
espresso.
Il soggetto compare sempre sia nelle frasi
affermative che negative all’inizio della frase
mentre appare in secondo luogo e quindi dopo il

68
verbo quando ci troviamo in una frase interrogativa
o interro-negativa.
Facciamo qualche esempio per chiarire meglio
l’idea. Partendo sempre dalla lingua italiana
abbiamo la seguente frase:
“Maria gioca con i suoi cani ogni giorno.”

Partendo dal presupposto che questa sia una frase


semplice – nonostante si noti la presenza di altri
elementi grammaticali quali:
· Preposizioni semplici (con),
· Articolo determinativo (i)
· Complemento di compagnia (cani)
· Avverbio di tempo (ogni giorno)
· Aggettivo possessivo (suoi)
· È composta da un singolo verbo (gioca).

Come ben si può notare il soggetto compare


all’inizio della frase proprio come è la classica
struttura della lingua inglese, per cui traducendo
questa frase dall’italiano all’inglese avremmo:
“Mary plays with her dogs every day”.

Il soggetto può essere un nome ma può essere


anche un pronome personale dei quali tratteremo
nel successivo paragrafo.
Fin qui sembrerebbe tutto semplice, ma
affrontiamo il caso in cui ci troviamo davanti ad
una frase impersonale.
Che cosa è una frase impersonale?

Una frase impersonale è quella frase che non presenta il soggetto

Una frase del tipo: “fa caldo”, “sta piovendo”, “Sta

69
nevicando” e così via rientrano tutte nel canone di
frasi impersonali.
Ma allora in inglese come ci si deve comportare
visto che abbiamo appena definito il soggetto come
elemento essenziale ed indispensabile di una frase?
Sembrerà strano ma anche in queste frasi
impersonali gli inglesi usano il soggetto che non
può essere un pronome personale né di prima, né
di seconda persona ma bensì sarà di terza persona
singolare ovvero “IT”.
Quindi volendo tradurre le frasi su menzionate
avremmo:
“Sta piovendo” “It is raining”
“Sta nevicando” “It is snowing”
“Fa caldo” “It is hot”

E così via. Quando invece ci troviamo nella forma


interrogativa il soggetto passa in secondo piano
ovvero viene collocato immediatamente dopo
l’elemento verbale. Esempio:
“Hai tu un libro?” “Have you got a book?”

Ma nella risposta il soggetto riprende la sua forma


originaria ovvero all’inizio della frase:
“Yes, I have” “No, I haven’t.”

Da questa premessa, partiamo a trattare i singoli


elementi della frase partendo proprio con i
pronomi.
2.1 I Pronomi personali Soggetto e
Complemento
Cominciamo questo paragrafo fornendo la
definizione di pronome.

Il pronome è una parte del discorso che si usa per sostituire una parte del testo

70
precedente o successivo o per riferirsi ad un elemento del contesto in cui si svolge il
discorso.

I pronomi di si distinguono in:


· Pronomi personali
· Pronomi possessivi
· Pronomi dimostrativi
· Pronome indefiniti
· Pronomi relativi
In questo primo paragrafo ci occuperemo dei
Pronomi personali.
I pronomi personali sono quei pronomi che
rappresentano la persona che parla o l’oggetto di
cui si parla senza specificarne o ripeterne il nome.
Si distinguono rispettivamente due categorie di
pronomi:
Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
I Io
You Tu
He Lui
She Lei
It Esso
We Noi
You Voi
They Essi

I pronomi personali soggetto compaiono sempre ad


inizio frase – tranne nelle frasi interrogative e
quelle interro-negative e sono sempre scritti con
lettera maiuscola.
Quali sono le caratteristiche che si intravedono in
questi pronomi?
Innanzitutto, la seconda persona è uguale sia per il
singolare che per il plurale ed infatti traduce sia il
“TU” sia il “VOI”, ma potrebbe anche tradurre il
nostro “Lei” italiano visto che in inglese il tempo
verbale del congiuntivo non esiste per cui la nostra
espressione formale del “Lei” viene tradotta in

71
inglese con “You”, ma un parlante italiano deve
porre attenzione nell’atto della traduzione
dall’inglese all’italiano altrimenti incorre in errori
gravi.
Il tutto ovviamente dipende dal contesto
comunicativo in cui ci si trova visto che come
abbiamo enunciato nelle prime pagine del volume,
la lingua inglese deve essere interpretata alla luce
di un contesto comunicativo e non isolatamente.
Soltanto attraverso il contesto d’uso si possono
chiarire le differenze linguistiche e grammaticali
che intercorrono tra i due sistemi linguistici:
l’italiano e l’inglese.
Molto interessante è anche la terza persona
singolare. Come ben si può notare, alla terza
persona singolare compaiono tre voci:

HE SHE IT

HE è utilizzato per tutti i soggetti di sesso maschile


SHE è utilizzato per tutti i soggetti di sesso
femminile
IT è utilizzato per tutti gli oggetti e come forma
impersonale.

P.S. In inglese, gli animali e i neonati vengono riferiti con il soggetto “IT”.
Vengono personalizzati solo se ci si riferisce ad un animale domestico posseduto da
una persona.
Per i neonati, il pronome è solo usato nella fase iniziale della nascita, ma quando il
bambino poi cresce comincia ad essere riconosciuto come soggetto maschile o
femminile a seconda del sesso.

Adesso passiamo ad analizzare i pronomi personali


complemento.

Il pronome personale complemento indica il referente a cui ci rivolgiamo e


corrisponde al nostro complemento di termine.

72
Pronome Personale Complemento
Me A me
You A te
Him A lui
Her A lei
It A esso
Us A noi
You A voi
Them A loro

Come ben si può notare abbiamo un’uguaglianza


sostanziale con i pronomi personali soggetto
rispettivamente nella seconda persona singolare e
plurale e nella terza persona singolare.
Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
You (Tu) You (a te)
It (Esso) It (di esso)

Allora vi chiederete: come faccio a sapere quando il


pronome è soggetto e quando è complemento?
I pronomi personali soggetto si collocano sempre
all’inizio della frase mentre quelli complemento
seguono sempre il verbo o dopo le congiunzioni a
differenza della lingua italiana che invece
precedono il verbo.
Notiamo anche le differenze nella terza persona
singolare tra le due tipologie di pronomi:
He (lui) Him (a lui)
She (Lei) Her (a lei)
It (esso) It (a esso)

L’unica uguaglianza tra i due pronomi è nella terza


persona singolare riferita al neutro.
Molte volte capita che questi pronomi interagiscono
insieme all’interno di una frase ed è consuetudine
ormai elencarli in lingua italiana magari senza
neppure farci caso perché essendo madrelingua
italiani e parlando spontaneamente la nostra lingua

73
non badiamo neppure agli elementi grammaticali.
Ma adesso, cercheremo – al fine di comprenderne
meglio le distinzioni – di distinguere i due pronomi
personali all’interno di una frase partendo
ovviamente sempre dalla nostra lingua italiana.
Prendendo la seguente frase:

“Io lo telefono ogni sera”

Abbiamo due tipi di pronomi personali.


Come facciamo a distinguere il pronome personale
soggetto da quello complemento?
Innanzitutto dobbiamo trovare l’elemento verbale
che in questo caso è “telefonare”.
Evidenziato il verbo, cominciamo ad andare a
ritroso chiedendoci chi compie l’azione e a chi
l’azione è rivolta.
Chi compie l’azione siamo noi quindi il soggetto è
“Io”, mentre a chi è rivolta l’azione è un “lui”.
Chiariti i tre elementi possiamo così designare:
Io pron. pers, soggetto
Telefono Verbo presente
a lui pron. Pers. Compl

Adesso non ci resta che tradurre ed andare nelle


due rispettive tabelle su menzionate trovando i
corrispondenti pronomi personali soggetto e
complemento.
Dopodiché otterremo il seguente risultato:

“I phone him every day.”

Dove “I” è il pronome personale soggetto e “him”


quello complemento.
Esistono però anche verbi in cui il complemento

74
oggetto non si lega direttamente al verbo ma viene
separato dalla preposizione “TO”.
Elencheremo gli uni che gli altri verbi cominciando
con quei verbi dove il complemento oggetto si lega
direttamente al verbo.
VERBI IN CUI IL COMPLEMENTO OGGETTO
SI LEGA DIRETTAMENTE
To ask Chiedere
To inform Informare
To tell Dire / raccontare
To pay Pagare
To buy Comprare
To remember Ricordare
To remind Far ricordare
To recall Evocare alla memoria
To sell Vendere
To phone Telefonare
To invite Invitare
To make Fare
To allow Permettere
To permit Permettere
To show Dimostrare
To join Partecipare
To enter Entrare
To teach Insegnare
To forbid Vietare
To order Ordinare
To forget Dimenticare
To answer Rispondere
To promise Promettere
To approach Avvicinarsi
To trust Avere fiducia

Cominciamo a fare qualche esempio per chiarire


meglio la situazione dal punto di vista pratico.
Prendiamo alcuni verbi e componiamo delle frasi.

To answer / To phone / To ask / To teach

Componiamo delle frasi italiane con i verbi su


menzionati:

“Gli risposi che non potevo venire.”


“Lo telefonai alle otto di sera.”

75
“Gli chiesi dei soldi.”
“Gli insegnai l’inglese.”

Come ben si può notare in tutte queste frasi


abbiamo sia un pronome personale soggetto che
uno complemento. Il soggetto comune a tutte le
frasi è “Io” mentre il complemento oggetto,
comune a tutte le frasi, è “Gli” e quindi “a lui”.
Evidenziate anche qui le due tipologie di pronomi
andiamo a tradurre le frasi in inglese:

“I answered him that I couldn’t come.”


“I phoned him at 8.00 p.m.”
“I asked him some money.”
“I taught him English.”

Come ben si può notare il complemento oggetto è


sempre legato al verbo ma vediamo invece cosa
succede quando ci troviamo davanti ad una
categoria di verbi dove il complemento di termine
viene separato dal verbo dalla preposizione “TO”.
VERBI CHE SEPARANO IL PRONOME COMPLEMENTO
CON LA PREPOSIZIONE “TO”
To describe Descrivere
To introduce Presentarsi
To congratulate Congratularsi
To say Dire
To speak Parlare
To talk Discutere
To suggest Suggerire
To recommend Consigliare
To write Scrivere
To shout Gridare
To report Denunciare / riferire
To reply Rispondere
To mention Menzionare
To propose Proporre
To dictate Dettare
To deliver Consegnare
To complain Lamentare

76
To post Spedire
To explain Spiegare
To confess Confessare

Prendiamo una serie di verbi e facciamo anche qui


degli esempi per chiarire la spiegazione teorica:

“To speak” / “To write” / “To introduce”

Prendiamo anche qui un paio di frasi italiane.


“Le parlai del mio nuovo libro.”
“Gli scrissi una lettera dall’Inghilterra.”
“Gli presentai i miei genitori.”

Come si può ben notare in Italiano non abbiamo


nessuna differenza con questa tipologia di verbi ma
al contrario mantengono sempre la stessa struttura
– ovvero il complemento di termine prima del
verbo. –
In inglese al contrario questi verbi separano il
complemento di termine attraverso la preposizione
“TO”.
Per cui se vogliamo tradurre queste frasi
dall’italiano all’inglese avremmo:

“I spoke to him about my new book”


“I wrote to him a letter from England”
“I introduced my parents to him”

Riassumendo avremmo la seguente tabella:


Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
I Me
You You
He Him
She Her
It It
We Us

77
You You
They Them

Quindi fate molta attenzione alla posizione del


pronome complemento a seconda del tipo di verbo
che andate a scegliere perché un uso errato
comporta un grave errore grammaticale.
Dopo aver delineato la prima parte strutturale della
frase, legata al pronome personale soggetto e
complemento possiamo tranquillamente dedicarci
alla rassegna di un’altra categoria di pronomi che
sono quelli: possessivi.
2.2 I Pronomi Possessivi
I pronomi possessivi possiamo definirli come la
controparte degli aggettivi possessivi che
analizzeremo più avanti quando ci rivolgeremo alla
sezione degli aggettivi.
Un pronome possessivo cosa caratterizza? Cosa
tende a specificare?

Il pronome possessivo viene utilizzato per specificare a chi appartiene una cosa o
un animale indicati dal nome.

Vediamo quali sono i pronomi possessivi in inglese:


PRONOMI POSSESSIVI
Mine Il mio
Yours Il tuo
His Il suo
Hers La sua
Its Di esso
Ours Il nostro
Yours Il Vostro
Theirs Il loro

La prima caratteristica che li distingue dagli


aggettivi possessivi è l’aggiunta della “S” a tutte le
persone. L’unica che resta invariata è la terza

78
persona singolare maschile che è uguale a quella
dell’aggettivo possessivo.
Molto importante nella terza persona è la
distinzione tra i sessi:
HIS Pronome possessivo Sesso Maschile
HER Pronome possessivo Sesso Femminile
ITS Pronome possessivo Neutro

I pronomi possessivi, a differenza degli aggettivi


possessivi sostituiscono il nome, ovvero hanno il
sostantivo sottinteso – evidenziato dall’articolo
determinativo “il”.
Ad esempio:
“Il mio gatto e il suo”.

“Il suo” è un pronome possessivo perché dopo


“suo” non compare nessun nome e quindi volendo
tradurre questa frase dall’italiano all’inglese
avremmo:

“My cat and his/ hers”.

NB: Ho evidenziato il pronome possessivo perché è molto importante specie nella


terza persona notare il sesso del possessore e quindi a chi appartiene l’animale.
Se l’animale è di un uomo utilizzeremo “his”, se è di una donna utilizzeremo
“hers”.
N.B. A differenza della lingua italiana – che nel pronome possessivo è preceduto
dall’articolo determinativo, - in inglese il pronome possessivo non è MAI preceduto
dall’articolo determinativo.

Facciamo degli esempi:


Il nostro libro e il vostro. “Our book and yours”
Il loro cane e il mio. “Their dog and mine”
La tua bambola e la nostra. “Your doll and Ours.”

I pronomi possessivi a differenza degli aggettivi


possessivi, si collocano o dopo il verbo, o dopo
congiunzioni o particelle pronominali. Non sono mai

79
seguiti da un sostantivo.
Dopo aver fornito spiegazioni su quest’altra
categoria di pronomi – che devono essere
compendiati dagli aggettivi possessivi, - passiamo
al paragrafo successivo parlando dei pronomi
indefiniti.
2.3 Pronomi Indefiniti
I pronomi indefiniti sono i composti di “SOME” e
“ANY” e vengono utilizzati quando ci riferiamo a
qualcuno o a qualcosa in modo non specifico.
Vediamo innanzitutto quali sono i pronomi indefiniti
e come si formano.
Abbiamo detto poc’anzi che il pronome indefinito
trae origine dall’aggettivo indefinito che sarebbe
“Some” o “Any”, per cui iniziamo a prendere questi
due elementi.

SOME ANY

A questi due elementi dobbiamo aggiungere una


particella che è “BODY” oppure “ONE”. Dall’unione
di queste due particelle avremo:

SOME+BODY= SOMEBODY
ANY+BODY = ANYBODY
NO+BODY= NOBODY

Oppure:
SOME+ONE=SOMEONE
ANY+ONE=ANYONE
NO+ONE=NO ONE

Vediamo insieme di capire cosa significano questi


primi pronomi indefiniti:

80
PRONOMI INDEFINITI Parte I
Somebody / Someone Qualcuno
Anybody / Anyone Qualcuno / Chiunque*
Nobody / No one Nessuno

La prima differenza che ci verrebbe da chiedere è


tra i primi due pronomi indefiniti: perché esistono
due modi per dire qualcuno?
Se prendiamo il primo pronome indefinito notiamo
che “Qualcuno” si dice “SOMEBODY” ma anche
“SOMEONE”
Il motivo soggiace che il primo termine lo
utilizziamo per designare qualcosa di generico (una
persona che non conosciamo), il secondo lo
utilizziamo per designare qualcosa di più specifico
(quando conosciamo la persona). Ad esempio:
“Qualcuno ha aperto la porta della mia “Somebody opened the door of my
casa.” (1) house.” (1)
“Qualcuno mi ha detto una bugia.” (2) “Someone told me a lie.” (2)

Nella prima frase, si sottolinea l’idea che noi non


sappiamo minimamente chi abbia potuto aprire la
nostra porta di casa per cui potrebbe essere una
persona tra le tante.
Nella seconda frase, al contrario, evidenziamo un
rapporto di conoscenza rispetto alla persona che ci
ha confidato un segreto. Può darsi che sia un
nostro parente, un nostro amico o qualunque
individuo con il quale abbiamo un rapporto di
conoscenza.
Lo stesso dicasi per “Anybody” ed “Anyone”.
Passiamo a verificare quando si usa SOMEBODY.
SOMEBODY oppure SOMEONE, si usano nelle
frasi affermative.
Esempio:
“C’è qualcuno alla porta.” “There is somebody at the door.”

81
Mentre “ANYBODY” oppure “ANYONE” si usano
nelle frasi interrogative e negative.
Qui però dobbiamo aprire una parentesi perché il
suddetto pronome assume due significati diversi a
seconda del contesto fraseologico.
Se prendiamo una domanda come ad esempio la
seguente avremo:
“C’è qualcuno qui?” “Is there anybody here?”

Ma se abbiamo una frase negativa, ANYBODY non


significa più QUALCUNO ma assume il significato di
NESSUNO e quindi è sinonimo di NOBODY.
Esempio:
“Non c’è nessuno qui.” “There isn’t anybody here.”

“NOBODY” e “NO ONE” significano NESSUNO.


In questo caso bisogna apportare delle modifiche
all’atto della traduzione tra i due sistemi linguistici
in quanto in italiano esistono all’interno di una frase
due negazioni, cosa che invece non può esistere in
inglese.
Se io ad esempio prendo la seguente frase italiana:
“Non c’è nessuno qui.”
Io noto due negazioni: il NON e poi NESSUNO.
In inglese, la doppia negazione non esiste per cui
un elemento deve essere sacrificato. Quale?
Solitamente è l’elemento verbale che da forma
negativa passa a forma affermativa. Perché? Vi
chiederete voi…
Perché l’elemento negativo è già contenuto
all’interno del pronome indefinito per cui il verbo è
“costretto” a diventare affermativo. Quindi una
traduzione della frase su menzionata diverrebbe:

82
“There is nobody here.”

Se invece vogliamo rispettare la traduzione italiana


e quindi voler collocare il verbo nella forma
negativa al posto di NOBODY dobbiamo sostituire
ANYBODY ma stavolta il verbo non si “sacrifica”
più diventando affermativo ma bensì resta al
negativo.

“There isn’t anybody here.”

Riassumendo in una tabella i primi tre pronomi


indefiniti abbiamo:
SOMEBODY Frasi affermative e interro-
Qualcuno
SOMEONE negative
ANYBODY
Frasi interrogative Qualcuno
ANYONE
NOBODY
Frasi affermative Nessuno
NO ONE

Ricorda:
ANYBODY NOBODY
Significa “Nessuno” quando il verbo è alla Significa “Nessuno” ed è sempre seguito
forma negativa dal verbo in forma affermativa

There isn’t anybody here “There is nobody here”


“Non c’è nessuno qui” “Non c’è nessuno qui”

Cosa accade se “Anybody” oppure “Anyone”


venissero utilizzati in una frase affermativa?
Prendiamo ad esempio due frasi inglesi uguali e
vediamo di comprenderne la differenza:

“Anybody answered the phone when it rang at the


party.”

“Somebody answered the phone when it rang at

83
the party.”

Nel primo caso la frase viene tradotta:

“Chiunque alla festa rispose al telefono quando


squillò.”

Mentre la seconda frase diventa:

“Qualcuno alla festa rispose al telefono quando


squillò”

NB. ANYBODY in una frase affermativa assume il


significato di “CHIUNQUE” e non di “QUALCUNO”,
per cui bisogna prestare molta attenzione quando
si vuole esprimere l’idea altrimenti un parlante di
lingua straniera può semplicemente capire una
cosa per un’altra e quindi travisare il senso della
nostra conversazione.
La seconda tranche dei pronomi indefiniti riguarda
non più la descrizione di individui ma bensì la
descrizione degli oggetti. Questi sono:

SOME+THING=SOMETHING
ANY+THING=ANYTHING
NO+THING=NOTHING

PRONOMI INDEFINITI Parte II


Something Qualcosa
Anything Qualcosa – niente*
Nothing Niente

Something si usa nelle frasi affermative e nelle


frasi interro-negative o nelle domande di offerta o
di richiesta.

84
Una frase interro-negativa, è una frase interrogativa al cui interno c’è una
negazione.

Facciamo diversi esempi:

“Vorrei qualcosa di buono stasera”


“Non hai qualcosa da mangiare?”
“Posso leggere qualcosa di interessante per
piacere?”

Vediamo il tono delle tre frasi:


- la prima è una frase di tipo affermativa
- la seconda invece è una frase interro- negativa
(perché al suo interno è presente una negazione)
- la terza frase invece è una domanda in cui si sta
chiedendo il permesso di poter compiere un’azione.
Volendo tradurre rispettivamente le tre le frasi
abbiamo:

“I would like to eat something good tonight.”


“Haven’t you got something to eat?”
“Can I read something interesting, please?”

ANYTHING si usa invece nelle forme interrogative


e in quelle negative assumendo in queste ultime il
significato di “NIENTE”. Esempio:
“Hai qualcosa da dirmi?” “Have you got anything to tell me?”
“Non ho nulla da dirti.” “I haven’t got anything to tell you”.

Nella seconda frase ANYTHING potrebbe essere


sostituito tranquillamente con NOTHING anche se
dovremmo poi cambiare il verbo dalla forma
negativa a quella affermativa perché come abbiamo
già menzionato sopra, due negazioni in inglese non

85
possono esistervi.
Per cui NOTHING lo utilizziamo solo nelle FRASI
CON IL VERBO AFFERMATIVO.
“I have nothing to say.” “Non ho nulla da dire.”

ANYTHING ≠ SOMETHING

SOMETHING ANYTHING
Frasi affermative Frasi interrogative (generiche)
Frasi interro – negative Frasi negative (in sostituzione di
Domande di offerta Nothing)
Domande di richiesta Frasi affermative (qualsiasi cosa)

L’ultimo punto è quello che sicuramente ci fa


discutere un pochino rispetto ai due precedenti già
menzionati.
Se io utilizzo ANYTHING in una frase affermativa
do alla frase un significato diverso da quello che io
originariamente voglia dare.
Se io prendo queste due frasi inglesi:
“Anything you like you will get it”

“Something weird I found in his behaviour”

Nella prima frase la traduzione sarebbe: “Qualsiasi


cosa tu desideri la otterrai”, mentre nella seconda
frase la traduzione è: “Trovai qualcosa di strano nel
suo comportamento.”

ANYTHING ≠ NOTHING

86
NOTHING
ANYTHING
Seguito dal verbo in forma negativa: Significa “Nulla” e deve essere sempre
Niente usato con il verbo in forma affermativa.
“I haven’t got anything” “I have got nothing.”
“Non ho nulla” “Non ho nulla”

La terza tranche dei pronomi indefiniti, riguardano


quelli che descrivono il luogo e sono
rispettivamente:

SOME + WHERE = SOMEWHERE


ANY + WHERE = ANYWHERE
NO + WHERE = NOWHERE

SOMEWHERE Da qualche parte


Da qualche parte
ANYWHERE
Da nessuna parte
NOWHERE Da nessuna parte

“SOMEWHERE” si usa nelle frasi affermative e in


quelle interro – negative.

Esempio:
“Devo andare da qualche parte stasera “I have to go somewhere tonight but I
ma non ricordo il nome”. don’ t remember the name”
“Non conosci qualche posto “Don’t you know somewhere
interessante?” interesting?”

“ANYWHERE” al contrario viene utilizzato nelle


frasi interrogative e in quelle negative.

Solo che in queste ultime il pronome assume un


altro significato che è quello “IN NESSUN LUOGO”.
Facciamo degli esempi:
“Conosci qualche posto interessate dove “Do you know anywhere to spend the
trascorrere la serata?” evening?”
“Non ho nessun posto dove stare”. “I haven’t anywhere to stay”.

In alternativa all’ultima frase possiamo sostituire

87
ANYWHERE con NOWHERE ma dobbiamo cambiare
il verbo che dalla forma negativa deve diventare
affermativa.

“I have nowhere to stay.”

ANYWHERE ≠ NOWHERE

ANYWHERE NOWHERE
Significa “In nessun luogo” e viene
Significa “In nessun luogo” solo in
sempre usato con verbo in forma
presenza di un verbo in forma negativa.
affermativa.
“I haven’t anywhere to go”
“I have nowhere to go”
“Non ho nessun luogo dove andare”
“Non ho nessun luogo dove andare.”

Inoltre:
ANYWHERE ≠ SOMEWHERE

ANYWHERE SOMEWHERE
Se usato in frasi affermative assume il
In frasi affermative significa “Da qualche
significato di “Qualsiasi luogo”
parte”
“Anywhere you choose to spend your
“Somewhere you will be thinking about
holidays I will agree”
me.”
“In qualsiasi luogo tu decida di
“Tu da qualche parte mi starai
trascorrere le tue vacanze io sarò
pensando.”
d’accordo”

Prima di chiudere con questo argomento volevo


soffermare la vostra attenzione su un altro
pronome indefinito che non abbiamo ancora
trattato ovvero

EVERYBODY E EVERYONE

EVERYBODY EVERYONE
Significa “Tutti” e a differenza della
lingua italiana - che è seguito dal verbo Significa “Ognuno” ed è seguito dalla
in forma plurale – in inglese il verbo forma verbale singolare proprio come la
utilizzato è sempre in forma singolare lingua italiana.

88
come se venisse trattato come una terza Esempio:
persona singolare invece di quella
plurale. Facciamo un esempio: “Ognuno canta le canzoni che ama”
“Tutti parlano sempre con me” “Everyone sings the songs he loves
“Everybody always talks with me.” most.”

Può essere utilizzato nelle frasi Può essere utilizzato nelle frasi negative,
affermative, negative, interro-negative e affermative e interro-negative.
interro-negative.

N.B. Esiste una differenza nella traduzione della


parola “TUTTI” in inglese. Questa viene tradotta o
con “Anyone” (chiunque) oppure con “Everybody”
(Tutti).
Si usa “Everybody” quando ci si riferisce ad uno
specifico gruppo di persone. Al contrario, quando ci
si parla in senso generico si usa “Anyone” Esempio:
“Tutti sappiamo leggere e scrivere.” “Anyone / Everyone can read and write.”
“Tutti alla festa si ubriacarono, tranne “Everybody at the party got drunk
io.” except for me.”

Dopo aver trattato in maniera esaustiva questa


prima parte dei pronomi indefiniti, passiamo a
trattare della seconda parte che riguarda sempre i
pronomi indefiniti.
2.3.1 PRONOMI INDEFINITI PARTE II
In questo paragrafo andremo a trattare della
seconda categoria dei pronomi indefiniti che si
collocano subito dopo i composti di SOME e ANY.
Vediamo di elencarli prima tutti quanti e poi di
spiegarne brevemente il loro utilizzo.
ANOTHER UN ALTRO
BOTH ENTRAMBI
EACH OGNI
EVERY OGNI
ALL TUTTO
WHOLE INTERO
EITHER L’UNO E L’ALTRO
NEITHER NE’ L’UNO NE’ L’ALTRO
SUCH TALE
SO COSI’

89
Cominciamo a delineare il primo pronome
indefinito.
ANOTHER – ha funzione di pronome ed aggettivo
e viene usato con sostantivi singolari per parlare di
ulteriori altre persone o cose. Esempio:
“Ho incontrato un altro uomo per la
“I met another man along the street.”
strada.”

Può essere utilizzato anche in sostituzione a


“OTHER” quando quest’ultimo è seguito da un
numerale. Esempio:
“Ci sono altre due persone che verranno “There are another two people coming to
alla nostra festa.” our party.”

Si utilizzerà invece come pronome, quando


sostituisce il nome. Esempio:
“Abbiamo due case: una in Scozia e “We have got two houses: one in
un'altra in Inghilterra.” Scotland and another in England.”

Un altro pronome indefinito è


OTHER - che può agire sia da aggettivo che da
pronome. Come aggettivo “OTHER” precede il
sostantivo. Esempio:
“Ci sono altri negozi in questa città.” “There are other shops in this city.”

Mentre come pronome “OTHER” si trova libero


senza sostantivo.
“Un mio amico è inglese. L’altro è “A friend of mine is English.
italiano.” The other is Italian.”

In caso siano presenti:


· Partitivi (some e any)
· Numerali
· Dimostrativi (this / that)

“OTHER” viene sostituito da “MORE”. Esempio:

90
“Vorrei dell’altra acqua per favore.” “I would like some more water, please.”
“There are two more biscuits. Who wants
“Ci sono altri due biscotti. Chi li vuole?”
them?”

Un altro pronome indefinito è “BOTH”.


“BOTH” è utilizzato per esprimere il concetto di
“ENTRAMBI”.
Non è mai preceduto dall’articolo determinativo e
può essere collocato sia ad inizio frase sia
all’interno di una frase prima o dopo il verbo a
secondo del tipo di verbo – ovvero se ausiliare o
ordinario. Esempio:
“Entrambi le ragazze partiranno per la
“Both girls are leaving for France.”
Francia.”
“Essi sono entrambi intelligenti.” “They are both clever.”

Se invece non abbiamo un verbo ausiliare come


nella frase su menzionata, “BOTH” si colloca tra il
soggetto e il verbo.
“Essi entrambi arrivarono a Londra.” “They both arrived in London.”

Quando invece sono presenti i pronomi personali


complemento oggetto “BOTH” precede i pronomi:
Esempio:
“Entrambi parlarono con Marco.” “Both of them spoke to Mark.”

L’idea di poter compiere entrambi le azioni, viene


reso in inglese con “BOTH…AND…” che significa
“SIA…SIA…” Esempio:
“Puoi comprare sia il vestito che il cd.” “You can buy both the dress and the cd.”

Un altro pronome indefinito è “EITHER” e


“NEITHER” che significano rispettivamente “L’UNO
o L’ALTRO” e “NE L’UNO NE’ L’ALTRO.”
Cominciando prima da “EITHER” abbiamo che
“EITHER” si usa nelle frasi affermative con
sostantivi singolari. Esempio:

91
“Puoi prendere in prestito l’uno o l’altro “You can borrow either book.”
libro.”

Se l’idea implica una scelta e quindi “O…O” in


inglese si usa “EITHER…OR…”
Esempio:
“Puoi prendere o il vestito rosso o il “You can buy either the red dress or the
vestito verde”. green one.”

Vediamo la differenza tra l’uso di EITHER e BOTH.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Abbiamo poco fa espresso l’idea di EITHER…OR… e


BOTH…AND… per esprimere il concetto di scelta o
di consequenzialità.
Se io decido di fare una frase con “EITHER…OR…”
implico che la persona debba compiere una scelta
tra due cose e quindi non può averle entrambi.
Esempio:
“Puoi prendere o il vestito rosso o il “You can buy either the red dress or the
vestito verde”. green one.”

Se invece al contrario decido di usare “BOTH…


AND…” il parlante può permettersi di fare entrambe
le cose senza dover esser sottoposto ad una scelta.
Esempio:
“Puoi comprare sia il vestito che il cd.” “You can buy both the dress and the cd.”

“NEITHER” – al contrario implica “NE’ L’UNO NE’


L’ALTRO” e corrisponde al contrario di “EITHER”.
La differenza tra i due innanzitutto è da ricercarla
nella struttura, in quanto “NEITHER”, essendo già
un valore negativo di per sé può essere solo
seguito da un verbo in forma affermativa poiché la
doppia negazione in inglese genera un’affermazione

92
e quindi non è possibile. Esempio:
“Né l’uno né l’altro libro mi interessa.” “Neither book interests me.”

E cosa succede se io volessi rispettare la stessa


traduzione letterale della frase italiana? Ovvero
riportare il verbo in forma negativa?
In questo caso sarò costretto a usare “EITHER” e
non “NEITHER” quindi ricorrere ad un elemento
grammaticale positivo da associare ad un verbo in
forma negativa.
Riprendendo quindi lo stesso esempio di prima
avremmo:

“I am not interested in either of the books.”

“EITHER” può anche essere collocato alla fine della


frase e il suo significato diventa: NEPPURE.
Esempio:
“Quel libro non interessa neppure a me.” “I am not interested in that book either.”

NEITHER…NOR” vuol dire “Nè…Nè…” e anch’esso


viene usato con il verbo in forma affermativa.
Esempio:
“Neither him nor the other are my
“Né lui né l’altro sono miei amici.”
friends.”

Con questa frase, il parlante disconosce in maniera


sistematica le persone in riferimento dando alla
frase un forte senso di negatività.
Altri due pronomi indefiniti che destano grande
interesse nonché enorme complessità di
comprensione sono: EACH e EVERY. Entrambi
hanno lo stesso significato. Significano “OGNI”, ma
la differenza sta nell’utilizzo di questi due pronomi.
EACH EVERY
Viene utilizzato quando ci riferiamo ad un

93
Viene utilizzato quando ci riferiamo ad un insieme di persone, cose o animali
insieme di persone, animali o cose considerati complessivamente
considerati e messi in evidenza Esempio:
singolarmente. “Lei salutò ogni persona della festa.”
Esempio: “She greeted every person at the party.”
“Ciascuno degli studenti studierà la
lingua inglese.” Viene utilizzato quando una persona o un
“Each of the students will study English.” oggetto – facente parte del nostro
discorso – viene menzionata per la prima
Viene utilizzato specialmente quando volta all’interno del discorso.
all’interno di un discorso, la persona, Esempio:
l’oggetto o l’animale è stato già “Ogni persona ha un cuore.”
menzionato precedentemente. “Every person has a heart.”
Esempio:
“Ci sono molte sedie in questa stanza. In questa frase la parola “person” appare
Ogni sedia ha un colore molto vivace.” solo una volta, per cui non esiste nessun
menzionamento o riferimento passato
“There are a lot of chairs in that room. che possa implicare una sorta di
Each chair has a very bright colour.” ripetizione o effetto ridondante e per tale
motivo, l’unico pronome indefinito da
Nella frase su menzionata, la parola poter utilizzare sarà EVERY e non EACH.
“chair” appare due volte: sia nella fase
introduttiva che in quella successiva E’ usato per indicare i periodi di tempo
preceduta dalla locuzione “ogni”. come ad esempio:
Siccome la parola appare menzionata
due volte, l’unico pronome indefinito Every day
possibile da poter utilizzare è “EACH”. Every month
Every Year
Può essere anche pronome e in tal caso Every night
lo troviamo prima dei pronomi personali Every week
complemento oggetto separati dalla Every morning
preposizione semplice “OF”. Every afternoon
Esempio: Every evening
Every night
“Ciascuno di loro ha studiato
Shakespeare.” Siccome ci riferiamo a parti di giornate o
“Each of them has studied Shakespeare.” a mesi, anni e settimane, ci riferiamo a
situazioni che non possono essere scisse
Anche qui il senso che si connota alla in single parti, in quanto parliamo di
frase è puramente restrittivo e limitativo. periodi di tempo e quindi “EACH” non
“Ciascuno di loro” implica soltanto le potrebbe essere usato, in quanto
persone attualmente presenti. quest’ultimo può essere usato solo
quando vogliamo evidenziare qualcosa
considerandolo singolarmente.

Un altro pronome indefinito è sicuramente “ALL”


che vuol dire “TUTTO”.
Può avere valore di aggettivo ma anche di pronome
e avverbio. E’ usato con i sostantivi singolari,
plurali, numerabili e non numerabili quando
vogliamo riferirci a tutte le persone o cose di cui si
sta parlando. Esempio:

94
“Tutti gli uomini sono intelligenti.” “All men are clever.”

In questa frase “ALL” delinea una caratteristica


generale, il considerare l’uomo come parte
integrante dell’umanità e quindi non il singolo
individuo.
Quando invece ci riferiamo ad un qualcosa di
specifico e quindi ben definito e limitato, “ALL” è
seguito dall’articolo determinativo.
“Tutte le macchine di questo parcheggio
“All the cars in this car park are new.”
sono nuove.”

In questa frase, si evince che il parlante non sta


considerando l’oggetto “macchina” come un
qualcosa di generico stabilendo che tutte le
autovetture esistenti al mondo siano nuove, ma si
sta riferendo ad un particolare numero di auto che
vede in quel determinato momento e in quel
determinato luogo – ovvero le auto parcheggiate in
quel parcheggio.
Quando abbiamo un pronome personale
complemento oggetto, un aggettivo possessivo, un
dimostrativo e così via, “ALL” compare all’inizio
della frase come primo elemento.
“Tutti i miei amici sono inglesi.” “All my friends are English.”
“Tutti questi ragazzi parlano “All these guys speak the foreign
fluentemente la lingua straniera.” language fluently.”
“Tutti loro sono molto gentili.” “All of them are very kind.”

Può avere anche la funzione mediana all’interno di


una frase soprattutto quando compare il verbo
essere. Esempio:
“Essi sono tutti a scuola questa
“They are all at school this week.”
settimana.”

Se invece abbiamo un verbo ordinario possiamo


avere due tipi di costruzioni:

95
“They all went to the cinema yesterday
“Tutti loro andarono al cinema ieri sera.” evening.”
“All of them went to the cinema
yesterday evening.”

“ALL” viene anche usato nelle espressioni di tempo


per indicare il concetto di “INTERO” e quindi
diventa sinonimo di “WHOLE”. Esempio:
“I spent all day at home yesterday”
“Ho trascorso tutta la giornata a casa
ieri.” “I spent the whole day at home
yesterday.”

Ultimi due pronomi indefiniti da trattare prima di


passare al prossimo argomento:

SO SUCH

SO SUCH
Viene utilizzato ogni qualvolta troviamo
un aggettivo seguito da un sostantivo.
Vuol dire “Così” e viene utilizzato quando
Esempio:
all’interno di una frase vi è o un
“Lei è una donna così graziosa.”
aggettivo o un avverbio.
“She is such a pretty girl.”
Esempio:
“Lei è così carina.”
Oppure lo utilizziamo quando è seguito
“She is so pretty.”
da un nome plurale o dall’articolo
indeterminativo più sostantivo se
oppure:
quest’ultimo è singolare.
“Lui è sorprendentemente bello.”
Esempio:
“He is surprisingly handsome.”
“I never buy such things” (1)
“Why have they done such a thing? (2)

Traducendo rispettivamente le due frasi abbiamo:


Non compro mai simili cose. Perché hanno fatto una cosa simile?

Molto interessante è anche l’impiego di “SUCH”


seguito da “AS” per esprimere il concetto di
“ESEMPIO”.
“Ci sono molte cose che ti devo dire “There are a lot of things I have to tell
come ad esempio che ti amo.” you such as that I love you.”

Lasciamo interamente questa sezione per dedicarci


ad un altro argomento che sono gli aggettivi e

96
pronomi dimostrativi.
2.4 Pronomi e Aggettivi Dimostrativi.
I pronomi dimostrativi traggono origine dagli
aggettivi dimostrativi.
Cominciamo a fare una breve considerazione. In
inglese, a differenza della lingua italiana,
l’aggettivo non ha nessuna forma plurale perché
non si accorda con il sostantivo che lo segue.
Ovviamente questa è la regola generica ma c’è
sempre qualcuno che sfugge da questa rigida
regola e sono proprio gli aggettivi dimostrativi
perché questi ultimi si interfacciano alla posizione
di vicinanza o di lontananza di un oggetto rispetto
al parlante.
Per tale rapporto di vicinanza o lontananza esistono
in inglese le seguenti forme:
THIS QUESTO / A
THAT QUELLO / A
THESE QUESTI / E
THOSE QUELLI / E

Con sostativi singolari numerabili in frasi affermative / negative /


THIS
interro – negative e negative.
Si usa con sostantivi singolari numerabili in frasi affermative /
THAT negative / interro – negative e negative
Si usa con sostantivi plurali in frasi affermative / interrogative /
THESE
interro – negative e negative.
Si usa con sostantivi plurali in frasi affermative / interrogative /
THOSE
interro – negative e negative.
Si usa quando c’è un rapporto di vicinanza del parlante rispetto
THIS
all’oggetto.
Si usa quando c’è un rapporto di lontananza del parlante rispetto
THAT
all’oggetto.
Rappresenta il plurale di THIS e si usa quando c’è un rapporto di
THESE
vicinanza del parlante rispetto agli oggetti.
Rappresenta il plurale di THAT e si usa quando c’è un rapporto di
THOSE
lontananza del parlante rispetto agli oggetti.

Questi possono avere sia la funzione di aggettivo


che di pronome. Hanno la funzione di:

97
AGGETTIVO Quando precede un sostantivo

Ad esempio:
Questo libro This book
Quel libro That book
Questi libri These books
Quei libri Those books

PRONOME Quando è staccato dal Sostantivo

Esempio:
“This is my book.” “Questo è il mio libro.”

Dopo aver ampliamente delineato la caratteristica


degli aggettivi e pronomi dimostrativi passiamo a
trattare un altro argomento che è quello dedicato ai
pronomi riflessivi.
2.5 I Pronomi Riflessivi
I pronomi riflessivi sono quei pronomi in cui
l’azione espressa dal verbo ricade sul soggetto.
In italiano, il verbo riflessivo si ottiene premettendo
al verbo principale la particella “SI” come ad
esempio: “Si lava, Si veste” e così via oppure
mettendo la particella “SI” in fondo al verbo come
ad esempio “lavarsi, pettinarsi etc etc”.
Quest’ultimo caso rappresenta il tempo verbale
dell’infinito.
In inglese la forma riflessiva si ottiene aggiungendo
la particella “SELF” al pronome o all’aggettivo.
Eh si! i pronomi riflessivi in inglese si ottengono dal
miscuglio tra pronomi personali complemento
oggetto e aggettivi possessivi. Vediamo insieme
quali sono questi pronomi:
Myself Me stesso
Yourself Te stesso
Himself Se stesso
Herself Se stessa

98
Itself Di se stesso
Ourselves Noi stessi
Yourselves Voi stessi
Themselves Essi stessi

Come ben si può notare il primo, il secondo, il terzo


pronome riflessivo deriva dall’aggettivo possessivo:
MY + SELF
YOUR + SELF
HER + SELF

Ma anche la prima persona plurale e singolare


derivano dagli aggettivi possessivi:
OUR+SELVES
YOUR+SELVES

Invece la terza persona singolare maschile e la


terza persona plurale derivano dai pronomi
personali complemento:
HIM+SELF
THEM+SELF

Dove si collocano i pronomi riflessivi?


Il pronome riflessivo, si colloca immediatamente
subito dopo il verbo e serve per indicare che
l’azione espressa dal verbo si ripercuote sul
soggetto stesso.
Si accordano sempre in funzione del soggetto della
frase; ad esempio se io prendo la seguente frase
italiana:
“Loro si divertirono molto alla festa di “They enjoyed themselves a lot at Jane’s
Jane” party”.

In questo caso il soggetto della frase è “loro” quindi


“THEY” e per questo motivo il pronome riflessivo
corrispondente alla terza persona plurale è

99
“THEMSELVES”.
Utilizziamo la forma riflessiva solitamente con quei
verbi che esprimono dolore, comportamento,
pensiero e considerazione
VERBI CHE ESPRIMONO DOLORE
To hurt oneself Ferirsi
To burn oneself Bruciarsi
To cut oneself Tagliarsi

Verbi che esprimono comportamento


To help oneself Servirsi
To enjoy oneself Divertirsi
To amuse oneself Divertirsi
To blame oneself Biasimarsi

Verbi che esprimono pensiero e comportamento


To consider oneself Considerarsi
To count oneself Reputarsi

Tra gli altri verbi che reggono i pronomi riflessivi


abbiamo:
TO BUSY ONESELF OCCUPARSI DI QUALCOSA
TO ABSENT ONESELF ASSENTARSI (DA UN LUOGO)
TO ACCUSTOM ONESELF ABITUARSI A QUALCOSA
TO PRIDE ONESELF GLORIARSI
TO APPLY ONESELF DEDICARSI A
TO BEHAVE ONESELF COMPORTARSI
TO BELIEVE ONESELF CREDERSI
TO CONTROL ONESELF CONTROLLARSI
TO DEVOTE ONESELF DEDICARSI
TO DISTINGUISH ONESELF DISTINGUERSI
TO EXPLAIN ONESELF SPIEGARSI
TO FIND ONESELF TROVARSI
TO FLATTER ONESELF LUSINGARSI
TO KILL ONESELF UCCIDERSI
TO LOSE ONESELF PERDERSI

“ONESELF” è il pronome riflessivo neutro che


accompagna i verbi all’infinito prima che questi
vengano coniugati.
Non sempre però alle forme riflessive
corrispondenti italiane corrisponde la forma

100
riflessiva inglese. Ad esempio quando parliamo di
azioni abituali, gli inglesi non usano il pronome
riflessivo ma bensì lasciano solo il verbo:
To dress Vestirsi
To hide Nascondersi
To shave Radersi
To undress Svestirsi
To wash Lavarsi

Per cui se io ho una frase italiana del tipo:

“Mi lavo tutti i giorni.”

In inglese verrebbe tradotta:

“I wash every day.”

Quindi il nostro pronome riflessivo introdotto da


“mi” perde il suo valore per essere completamente
depennato.
La stessa regola vale per gli altri verbi su
menzionati nella tabella.
Non sono soltanto le azioni abituali a non richiedere
l’uso del pronome riflessivo, in inglese ad esempio
abbiamo un numero abbastanza cospicuo di verbi
che - mentre in lingua italiana è d’obbligo
assumere il pronome – non usano il pronome
riflessivo. Vediamo insieme quali sono:
To apologize for Scusarsi
To approach Avvicinarsi
To be ashamed Vergognarsi
To be mistaken Sbagliarsi
To complain Lamentarsi
To fall in love with Innamorarsi
To fall ill Ammalarsi
To fall asleep Addormentarsi
To feel Sentirsi
To forget Dimenticarsi
To get up Alzarsi

101
To hurry up Affrettarsi
To intuire Informarsi
To join Unirsi
To move Muoversi
To practise Esercitarsi
To put on Indossare
To realize Accorgersi
To refer Riferirsi
To remember Ricordarsi
To rest Riposarsi
To retire Ritirarsi
To rush Precipitarsi
To sit down Sedersi
To stand up Alzarsi
To stop Fermarsi
To take off Togliersi un capo di abbigliamento
To wake up Svegliarsi
To worry Preoccuparsi
To wonder Meravigliarsi

Dopo aver trattato in maniera esaustiva la forma


riflessiva dei verbi, vediamo cosa succede invece
quando ci troviamo davanti a certi verbi la cui
azione riflessiva genera un azione reciproca tra le
parti.
Facciamo un esempio:
Se io prendo una classica frase italiana in forma
riflessiva del tipo:

“Loro si incontrarono alle ore 7.00 p.m. alla


stazione.”

In questa frase abbiamo un verbo semplice


espresso al passato remoto che indica un’azione
iniziata e completamente terminata in un momento
preciso del passato (alle ore 7.00 p.m.).
Da notare che il nostro verbo italiano
(incontrarono), è seguito da un pronome riflessivo
(“si”) che ne caratterizza l’azione reciproca
avvenuta tra le due parti coinvolte nel discorso.

102
In questo caso, l’azione di incontrarsi non si riversa
direttamente sul soggetto come accade
direttamente con la forma riflessiva che abbiamo
incontrato precedentemente e con le precedenti
frasi, ma il verbo tende a riversare l’azione su
entrambi i soggetti.
In questo caso allora la forma riflessiva viene
tradotta con un’altra particella definita “EACH
OTHER”, che tradotta letteralmente potrebbe
significare “L’un l’altro” e quindi evidenziare il
carattere di reciprocità dell’azione.
Questa particella segue immediatamente il verbo
sostituendo il tradizionale pronome riflessivo, per
cui la traduzione della frase su menzionata sarà:

“They met each other at the station at 7.00 p.m.”

Questo capita con tutti i verbi che generano una


reciprocità di azioni. Facciamo un altro esempio.
Prendiamo una frase con il verbo “amare”:

“Maria e Giuliano si amano molto.”

Anche qui il verbo “amare” è un verbo che non si


lega solo a Maria o a Giuliano, ma bensì tende ad
evidenziare il sentimento che lega entrambi in
maniera reciproca, per cui la traduzione sarebbe:

“Maria and Giuliano love each other very much.”

N.B. Quando i soggetti di una frase sono più di due,


“EACH OTHER” viene sostituito con “ONE
ANOTHER”.
Esempio:

103
“Le persone si amano e si odiano allo stesso
tempo.”

In questa frase, quanti soggetti riusciamo ad


individuare?
Direi un numero illimitato perché non ci riferiamo
ad un gruppo specifico di persone ma bensì ad un
plurale generico e quindi “tutte le persone esistenti
al mondo, si amano e si odiano allo stesso tempo.”
Volendo tradurre questa frase dall’italiano
all’inglese dovremmo apportare due modifiche:
Innanzitutto l’articolo determinativo che compare
nella frase italiana viene del tutto depennato in
lingua inglese in quanto trattasi di un plurale
generico e non specifico.
L’altro contesto riguarda invece il pronome
riflessivo “SI” che si riferisce esplicitamente al
soggetto, ma siccome abbiamo un verbo “AMARE”
che è un verbo che evidenzia una reciprocità di
azione, dovremmo sostituire il classico pronome
riflessivo stavolta non più con “EACH OTHER”, ma
bensì con “ONE ANOTHER”.
Quindi avremmo:

“People love and hate one another at the same


time.”

Per cui riassumendo avremmo:


Quando il verbo in forma riflessiva esprime un’azione
EACH OTHER di reciprocità tra
DUE SOGGETTI.
Quando il verbo in forma riflessiva esprime un’azione
ONE ANOTHER
di reciprocità tra PIU’ PERSONE.

Prima di passare ad un altro argomento, mi voglio

104
soffermare - sempre a proposito di pronomi
riflessivi – sulla seconda parte della forma riflessiva
che relego direttamente all’altro paragrafo.
La seconda parte tratterà di alcuni modi utilizzati in
inglese di adottare la particella “SELF”, e di altri
due importanti verbi “MAKE” e “GET”, anch’essi
impegnati nella costituzione della forma riflessiva.
2.5.1 “SELF – GET + (aggettivo / participio
passato) – MAKE + (pronome riflessivo +
participio passato)”
Questo paragrafo va considerato come integrazione
di quello precedente.
Ho deciso di trattare separatamente questi tre modi
di rendere la forma riflessiva principalmente per
non appesantire ulteriormente il paragrafo
precedente ma anche per permettervi di focalizzare
al meglio queste tre strutture grammaticali.
Come avete potuto già notare dal titolo, in questo
paragrafo tratteremo di tre forme diverse.
La prima l’abbiamo – in un certo senso – già
trovata nel paragrafo precedente quando abbiamo
parlato di come si costituisce una forma riflessiva in
inglese e cioè mi sto riferendo alla particella
“SELF”.
Questo “SELF”, però agisce non soltanto in frasi in
cui sia presente il verbo (to wash oneself, to devote
oneself), ma anche in espressioni legate a
sostantivi come si può notare dalla tabella
seguente:
Self centred Egocentrico / egoista
Self control Padronanza di sé
Self – confidence Fiducia di se stesso
Self – conscious Timido
Self – defence Autodifesa
Self – opinion Presunzione

105
Self confident man Uomo sicuro di sé
A self made man Un uomo che si è fatto da sé
Self taught man Autodidatta

Andando ad esaminare singolarmente le varie


espressioni notiamo che questo “SELF” si lega sia
ad espressioni verbali come “participio passato”,
ma anche ad aggettivi e a sostantivi.
Se prendiamo ad esempio come riferimento
l’espressione “Self made man”, notiamo che
“made” è un participio passato del verbo “make”
quindi un verbo.
Lo stesso dicasi per il verbo “taught”
nell’espressione “a self taught man”.
Nell’espressione “Self confident man”, al contrario
la parola “confident” è un aggettivo derivato dal
sostantivo “confidence” che vuol dire appunto
“fiducia”.
Nella parola “Self opinion”, invece la particella
“SELF” si lega direttamente al sostantivo “opinion”
generando così il significato di “presunzione”.
Purtroppo non esiste una regola per poter ricavare
queste espressioni, perché a differenza delle altre –
considerate dinamiche – queste sono statiche, fisse
e devono solo essere apprese mnemonicamente.
La seconda struttura per indicare la forma riflessiva
è sicuramente il verbo “GET”. Questo verbo, ha
una storia un po’ complessa ma anche
estremamente particolare.
Innanzitutto “GET” è un verbo polisemantico – cioè
ha più significati e diverse tipologie di utilizzo. Se
apriamo un dizionario bilingue vedremo tutti i
significati espressi dal verbo che io non enuncerò in
questa sezione e in questo testo perché trattandosi
di grammatica elementare questo caso viene

106
rinviato all’altro volume dedicato interamente alla
struttura verbale.
Quello che occorrerà conoscere di questo verbo è il
suo impiego – come dicevo poc’anzi – nella
costituzione della forma riflessiva. In questo
contesto, il verbo “GET”, è seguito o da un
“aggettivo” oppure dal “participio passato”.
Vediamo di verificare insieme quanto sopra detto
notando le diverse forme nel seguente schema.
Get Angry Arrabbiarsi
Get Annoyed Seccarsi
Get Bored Annoiarsi
Get Cold Diventare freddo
Get Dirty Sporcarsi
Get Dressed Vestirsi
Get Durnk Ubriacarsi
Get Dry Asciugarsi
Get Engaged Fidanzarsi
Get Ill Sperdersi
Get Married Sposarsi
Get Nervous Innervosirsi
Get Ready Prepararsi
Get Rich Arricchirsi
Get Tanned Abbronzarsi

Altri esempi di forme riflessivi con “GET” sono:


Get tired Stancarsi
Get upset Agitarsi
Get used Abituarsi
Get warm Riscaldarsi
Get wet Bagnarsi
Get worried Preoccuparsi

Terzo ed ultimo elemento grammaticale che


concorre alla formazione della forma riflessiva è
“MAKE”. Questo verbo lo conosciamo con il
significato italiano di “FARE” contrapposto all’altro
verbo “DO”. E’ un verbo irregolare e in questa
sezione lo conosceremo come elemento che
costituisce la forma riflessiva.

107
A differenza delle due strutture grammaticali
precedenti, “MAKE” – in forma riflessiva – viene
usato per denotare certi comportamenti o azioni ed
è seguito dal pronome riflessivo + participio
passato come si può ben evincere dalla seguente
tabella:
To make oneself a living Guadagnarsi da vivere
To make oneself at home Mettersi a proprio agio
To make oneself comfortable Mettersi comodo
To make oneself hated Farsi odiare
To make onself heard Farsi udire
To make oneself loved Farsi amare
To make onself respected Farsi rispettare
To make oneself understood Farsi capire
To make oneself useful Rendersi utile

Anche qui vale la stessa regola enunciata per


“GET” – ovvero per poter utilizzare tali espressioni
è strettamente necessario lo studio mnemonico.
Dopo aver trattato in maniera esaustiva anche di
questa sezione integrativa della forma riflessiva,
non ci resta che passare a trattare un’altra
tipologia di pronomi che sono quelli relativi.
2.6. Pronomi Relativi
In questo paragrafo tratteremo dei pronomi
relativi, ovvero di quell’elemento grammaticale che
tende a stabilire una relazione, un collegamento o
un nesso tra gli elementi che compongono una
frase.
Il pronome relativo che facciamo riferimento è il
“CHE”.
Questo pronome può avere funzione di soggetto
oppure di complemento a seconda della frase.
In inglese a differenza della lingua italiana esistono
quattro modi diversi per tradurre il pronome
relativo “CHE”.

108
Vediamoli insieme:
WHO WHO(M)
WHICH THAT

Non vi stupirà vedere all’interno di questo


paragrafo il pronome “WHO” che - come ben
sapete -, indica in inglese anche il pronome
interrogativo di cui tratteremo nel paragrafo
appositamente dedicato.
Come mai – vi chiederete – esistono quattro tipi di
pronomi relativi? A cosa possono mai servire? Non
era più semplicistica la versione italiana?
A questa domanda basterebbe rispondere dicendo
che queste quattro distinzioni non nascono per
pura casualità ma semplicemente per la voglia e
per la necessità di voler assegnare il giusto valore –
e quindi il giusto pronome relativo – in base al
contesto della frase.
Infatti, i suddetti pronomi relativi, vengono
utilizzati in specifici casi come indicati nella tabella
che segue:
Pronome relativo utilizzato per le persone e ha valore di
Who
soggetto
Pronome relativo utilizzato per le persone e ha valore di
Who(m)
complemento
Pronome relativo utilizzato per le cose e per gli animali e
Which
ha valore di soggetto e di complemento
That Pronome relativo riferito a persone, animali, cose

Vediamo adesso di comprendere l’utilizzo dei


pronomi relativi su menzionati attraverso una serie
di esempi che dovrebbero meglio spiegarvi e
chiarire il loro utilizzo all’interno di un contesto di
una frase.
Prima di partire direttamente con gli esempi però
sarà necessario spiegare come si fa a distinguere
un pronome relativo soggetto da quello

109
complemento.
La prima cosa da capire è saper individuare
all’interno della frase chi è il soggetto e chi il
complemento – chi effettua l’azione e a chi è rivolta
l’azione – e questo è possibile solo attraverso
l’individuazione all’interno della frase verbale.
Dopo aver evidenziato il verbo bisogna andare a
ritroso – ovvero bisogna chiedersi chi compie
l’azione? –
Successivamente si passerà al pronome relativo in
questione e si vedrà a chi esso si riferisce.
Partiamo da una semplice frase italiana e
cominciamo a scomporre – proprio come si fa per
la matematica – la frase nei suoi minimi termini
effettuando la cosiddetta analisi grammaticale dei
suoi componenti.
Esempio:

“La ragazza che tu vedi è la mia migliore amica”.

Punti salienti di iniziazione grammaticale:

· Elemento Verbale
· Soggetto della frase
· Pronome relativo
· Complemento

In base a questi presupposti, cominciamo la nostra


analisi.
Quanti verbi compaiono all’interno della frase?
Sembrerebbe uno soltanto.
L’unico verbo in questione è “vedi” ovvero forma
presente del verbo “vedere”.
Siccome la frase contiene un unico elemento

110
verbale ci troviamo dinanzi ad una frase in forma
semplice. Dal verbo poi, andiamo a ricavarci il
soggetto della frase.
Chi è che vede la ragazza? La risposta è “Tu”.
A chi vedi tu? “La ragazza” e quindi quest’ultimo
elemento rappresenta il complemento di termine.
Quindi schematizzando avremmo:

Vedere (Verbo)
Tu (Soggetto)
Che (Pronome Relativo)
La Ragazza (Complemento di termine)

Avendo effettuato l’analisi logica della frase


abbiamo compreso il pronome relativo a chi si
riferisce e nel nostro caso è legato al complemento
di termine e non al soggetto.
Per cui il pronome relativo in questione che
utilizzeremo sarà “WHO(m)”
Traducendo la frase in inglese avremo:

“The girl who(m) you see is my best friend.”

Vediamo invece cosa accade quando all’interno


della frase compare un oggetto o un animale.

Esempio:
“Il gatto che sta sulla tavola è bianco”.

Il procedimento da adottare è sempre lo stesso e la


regola da seguire per ricavare il soggetto e
comprendere il pronome relativo resta invariata a
quella che abbiamo già spiegato sopra.
In questa frase però a differenza di quella

111
precedente, non reca un doppio pronome ma
abbiamo solo un soggetto che esplicitamente si
evince dall’animale “Il gatto”.
Il pronome relativo in questione si riferisce allo
stesso animale per cui avrà valore di soggetto e
non di complemento.
Siccome per gli inglesi gli animali sono uguali agli
oggetti, il pronome relativo corrispondente che
utilizzeremo sarà “WHICH.”
Il verbo in questione è il verbo “STARE” espresso
alla terza persona singolare del tempo verbale
presente indicativo, che nella nostra traduzione
inglese verrà tradotto con il verbo “ESSERE”.
Traducendo la frase abbiamo:

“The cat which is on the table is white.”

Terzo e ultimo pronome relativo da individuare è


“WHO” con funzione di soggetto.
Dico ultimo ma in realtà esiste ancora “THAT”
anche se quest’ultimo lo tratteremo
successivamente. Prendiamo una frase del tipo:

“La persona che sta parlando è Maria.”

In questa frase, compare solo un soggetto e solo


un elemento verbale.
Allo stesso modo si intuisce subito e a occhio nudo
che il pronome relativo si riferisce alla “persona”
che rappresenta in questo caso il soggetto della
frase.
In questo caso allora, il pronome relativo in
questione sarà “WHO”.
Traducendo la frase in inglese abbiamo:

112
“The person who’s speaking is Mary.”

Adesso andremo ad analizzare la seconda parte dei


pronomi relativi – che ho deciso di porre in un
paragrafo aggiuntivo – in cui esamineremo due
concetti grammaticali fondamentali ovvero quello di
frase incidentale e non incidentale.
2.6.1 Pronomi relativi parte II: frase
incidentale e frase non – incidentale
Abbiamo lasciato il paragrafo precedente con la
spiegazione del pronome relativo “WHO”
tralasciando il pronome relativo “THAT”.
Quest’ultimo, vi apparirà sicuramente familiare
perché lo abbiamo già incontrato quando in passato
abbiamo trattato degli aggettivi e pronomi
dimostrativi.
In questo paragrafo, però, lo ritroviamo ad
esprimere un significato diverso da “QUELLO” –
usato come aggettivo dimostrativo - per assumere
il significato di “CHE”.
A differenza dei tre pronomi relativi – WHO.
WHICH; WHO(m), - quest’ultimo viene usato per
tutte le categorie ovvero (persone, animali, cose)
ma il suo utilizzo non è alla rinfusa o a piacimento,
anche qui bisogna rispettare rigorosamente la
regola grammaticale.
Per prima cosa bisogna distinguere in inglese due
tipologie di frasi:

FRASE INCIDENTALE FRASE NON INCIDENTALE

Vediamo cosa significa frase incidentale:

113
Per frase incidentale, si intende quella frase in cui il periodo espresso dal pronome
relativo fornisce informazioni aggiuntive poco rilevanti al contenuto della frase che
possono tranquillamente essere omesse permettendo così alla frase di avere un
senso compiuto.

Vediamo di tradurre in parole più semplici la


definizione grammaticale in modo da rendere più
chiara l’idea che vogliamo esprimere.
Se io prendo una frase del tipo:

“La Ferrari, che è rossa, è una macchina molto


veloce.”

Ci troviamo davanti ad una frase incidentale ma la


prima cosa da notare è che:
In una frase incidentale, l’elemento poco rilevante
viene separato dal contesto della frase dalle due
virgole proprio come mostrato nella frase su
menzionata.
Procedendo con l’analisi, noteremo che “La Ferrari”,
è il soggetto della frase e che la preposizione
relativa in questione - e quindi il “CHE”, - si lega
al verbo “essere” seguito da un aggettivo
qualificativo: “ROSSA”, che esprime
un’informazione poco rilevante alla nostra frase.
Potremmo definirlo come un carattere aggiuntivo,
un elemento aggregante che però non implica
un’informazione estremamente importante.
Se eliminiamo la sezione col pronome relativo, la
frase non perde di significato; anzi, al contrario lo
mantiene nitido e limpido.
Nella terza parte della frase troviamo il risultato
finale della nostra frase e cioè che cosa sia la
Ferrari: (una macchina molto veloce).
Avendo per cui analizzato l’intera frase, possiamo
suddividere quest’ultima in tre parti distinte:

114
La Ferrari (Soggetto)
Che è rossa (Frase incidentale)
È una macchina veloce (Risultato finale della
frase)

Quando ci troviamo in una frase incidentale bisogna


sempre seguire rigorosamente la regola del
pronome relativo di riferimento in base a quanto
già stabilito nel paragrafo precedente. Per cui,
volendo tradurre in inglese la frase su menzionata
avremo:

“Ferrari, which is red, is a very fast car.”

L’articolo determinativo che precede il nome nella


frase italiana viene completamente depennato nella
traduzione, mentre la sezione riguardante il
pronome relativo viene inserito all’interno di due
virgole venendo separato dal contesto intero della
frase.
Passando da una frase incidentale a quella non
incidentale avremo che:

Per frase non incidentale, si intende quella frase in cui l’elemento espresso dal
pronome relativo risulta essere parte integrante e fondamentale della frase, una
parte indispensabile affinché la frase non perda il suo significato.

Prendiamo come riferimento questa frase:

“La signora che siede al tavolo è mia zia.”

Da questa frase notiamo che il pronome relativo si


riferisce in maniera particolare al soggetto della

115
frase ovvero “la signora” la quale è seduta al
tavolo.
Se io provassi ad eliminare la sezione introdotta dal
pronome relativo ovvero “che siede al tavolo” cosa
mi rimane? Mi restano soltanto:
La Signora è mia zia

Apparentemente la frase potrebbe avere un senso


perché abbiamo comunque un Soggetto (La
signora), un verbo (è), un complemento (mia zia).
Resta però un’incognita: quale persona è mia zia?
Immaginiamo che la frase sia proiettata all’interno
di un contesto situazionale e quindi in un luogo
affollato di gente.
Come facciamo a riconoscere nostra zia in mezzo a
tanta gente?
Ecco allora che la sezione introdotta dal pronome
relativo diventa una parte fondamentale della frase
per cui non può essere eliminata.
(Che sta seduta al tavolo), indica in maniera
specifica e dettagliata chi è nostra zia.
In una frase non incidentale – proprio perché
contiene un elemento indispensabile della frase, -
non viene separata da due virgole ma bensì forma
un tutt’uno con la frase di riferimento.
In una frase non – incidentale, il pronome relativo
può essere espresso o con i tre che abbiamo
menzionato sopra e quindi “WHO, WHO(m) e
WHICH tenendo sempre ben chiare le modalità di
inserimento e di utilizzo, - oppure il pronome
relativo “THAT”.
Quindi una frase del genere può essere tradotta:

“The Lady who / that is sitting at the table is my

116
aunt.”

Riassumendo brevemente le due definizioni


avremo:
Frasi incidentali Frasi non incidentali
L’elemento della frase introdotto dal
L’elemento della frase introdotto dal
pronome relativo esprime un dettaglio
pronome relativo esprime un dettaglio
aggiuntivo e poco rilevante al contesto
fondamentale per la comprensione della
della frase.
frase.
“My car, which is big, is parked over
“The man who is walking is my father.”
there.”
L’elemento introdotto dal pronome
L’elemento della frase introdotto dal
relativo non viene separato dal contesto
pronome relativo viene separato
della frase dalle due virgole ma
dall’intera frase da due virgole (vedi
costituisce un tutt’uno con la frase
esempio)
stessa. (Vedi esempio sopra).

Adesso passiamo ad analizzare altri due aspetti dei


pronomi relativi, ovvero la forma in – ing e quando
il pronome relativo si riferisce direttamente al
complemento e non al soggetto.
Partiamo dalla prima forma:
Che cosa indica la forma in – ing? Quando si usa?
Per prima cosa dobbiamo dire che la forma in “–
ing” traduce un’azione di progresso, corrispondente
al nostro classico gerundio italiano.
In inglese (e lo vedremo nel prossimi capitoli
dedicati interamente ai verbi), questa forma,
potrebbe corrispondere anche all’infinito, ma di
questo ce ne occuperemo in altra sede.
In questo paragrafo bisogna comprenderne il
significato abbinato al pronome relativo.
Gli inglesi, come ben sapete, sono un popolo che
ama la sintesi soprattutto per quanto riguarda il
parlare. Più possono essere sintetici e più
giungono in maniera efficace al risultato del loro
discorso.

117
Se noi prendiamo una frase italiana introdotta dal
pronome relativo cosa noteremo?

“Ho visto la mia amica che parlava con uno


sconosciuto.”

Analizzando questa frase troviamo:

· Soggetto (Io)
· Verbo composto (Ho visto – passato
prossimo)
· La mia amica (complemento oggetto)
· Che parlava (tempo verbale – passato
remoto progressivo)
· Con uno sconosciuto (complemento di
compagnia)

In inglese la frase subisce leggermente una perdita


di elementi.
Il primo elemento che si elimina è sicuramente
l’articolo determinativo che si trova davanti ad un
aggettivo possessivo e, come ben sappiamo,
l’articolo determinativo non si pone mai davanti ai
possessivi.
Secondo elemento che può essere sintetizzato è il
secondo elemento verbale ovvero (che parlava)
costituito principalmente da un pronome relativo
(che) e da un verbo in forma progressiva (stava
parlando).
In questo caso il pronome relativo può essere
incorporato all’interno del verbo generando il
“gerundio” italiano e quindi la forma in “-ing”.

Il tempo verbale del passato prossimo costituito da

118
due elementi verbali (ho + visto) viene mutato in
passato remoto perché si ha l’idea di un’azione
eseguita in un luogo diverso da quello in cui il
parlante si trova. Attualmente e quindi si riferisce
ad un’azione terminata e conclusasi nel passato.
Per cui, dopo aver analizzato tutti questi elementi
la nostra traduzione sarà:

“I saw my friend speaking with a stranger.”

Il rapporto matematico che si genera tra le due


frasi - quella italiana e quella inglese – è di 8 su 10,
ovvero troviamo nella traduzione inglese solo 8
elementi paragonati a quella italiana che invece ne
sono 10.
Non vi sembrerà strano incontrare questa forma
anche nelle espressioni introdotte da “THERE IS” e
“THERE ARE” – rispettivamente “C’è” e “Ci sono”.
Esempio:

“C’è un uomo che cammina nel mio giardino.”


“There is a man walking in my garden.”

In questa frase l’azione espressa dal pronome


relativo è un’azione di tipo progressiva.
Essa da la sensazione nonché l’idea che la persona
stia compiendo una determinata azione –
camminare – nel momento in cui stiamo parlando,
per cui il nostro presente semplice - che cammina –
può essere tranquillamente sostituito con una
forma progressiva italiana – sta camminando – e
noteremo che entrambi i verbi non arrecano alla
frase alcun significato diverso da quello che essa
esprime.

119
Ultimo caso per i pronomi relativi è sicuramente
l’omissione del pronome in caso – e solo in questo
caso – si riferisca non al soggetto ma bensì al
complemento.
Esempio:

“La borsa che hai comprato ieri, è bellissima.”

In questa frase abbiamo il pronome relativo che si


riferisce direttamente all’oggetto e quindi alla
“borsa”. Il soggetto della frase è “TU” in quanto il
verbo principale è “hai comprato”.
Volendo tradurre in inglese la suddetta frase
avremmo due possibilità:

1. Eliminare il pronome relativo “CHE” facendo


unire il complemento con il soggetto
2. Separarlo con il pronome relativo
corrispondente.

Quindi avremmo:
“The bag you bought Yesterday is beautiful.”
Oppure:
“The bag which you bought yesterday is beautiful”
Oppure:
“The bag that you bought yesterday is beautiful”.

In questo contesto possiamo aggiungere nella


traduzione anche “THAT” in quanto ci troviamo
dinanzi ad una frase non incidentale.
Avendo dettagliatamente espresso i pronomi
relativi in questa sede, possiamo chiudere questo
capitolo per dedicarci ad un altro capitolo che è
quello dei “sostantivi”

120
3.0 Il Nome
Il sostantivo rappresenta una parte fondamentale
della frase sia per quanto riguarda la lingua italiana
sia per quanto riguarda la lingua straniera con
l’unica eccezione che in italiano esistono anche
delle frasi in stile impersonale dove il sostantivo o
soggetto non viene reso disponibile.
In inglese, forse si da più consistenza a questo
elemento perché, per un inglese è insita l’idea di
iniziare la frase con un soggetto anche quando
quest’ultimo non figura.
Per questo motivo, in questo capitolo, tratterò e
affronterò il tema del sostantivo delineandone tutte
le possibili caratteristiche come per esempio: la
forma singolare, plurale, maschile, femminile, il
nome collettivo e gli aggettivi sostantivati.
Cercherò di rendere l’argomento quanto più
scorrevole ed esaustivo possibile in modo tale da
non far nascere al lettore alcuna parvenza di
dubbio o perplessità nei confronti dell’argomento
stesso.
Senza molto dilungarmi in questa premessa, direi
di cominciare a definire dal punto di vista
grammaticale il sostantivo.
Partendo da una classica definizione di sostantivo
tratta da Wikipedia abbiamo:
“Il sostantivo è la parte variabile del discorso che
indica una persona, un luogo, una cosa o, più in
generale, qualsiasi entità animata, inanimata o
pensata”.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Sostantivo)

I nomi vengono distinti in:

121
· Maschili
· Femminili
· Neutri

I generi maschili e femminili possono essere


denotati;

· Con parole diverse


· Aggiungendo desinenze al nome.
· Aggiungendo ai nomi comuni una parola.

Analizziamo singolarmente i tre casi partendo dal


primo:
Designazione di sostantivi con parole diverse
Esistono in effetti alcuni sostantivi che vengono utilizzati per designare il sesso
maschile e femminile attraverso parole diverse.
Basti pensare ai componenti familiari come ad esempio:
padre - father
madre - mother
fratello - brother
Sorella - sister

Oppure
Designazione del sostantivo attraverso desinenze
Un altro modo per designare il genere del sostantivo oltre che con parole diverse è
possibile effettuarlo attraverso l’aggiunta delle desinenze.

Per quanto riguarda le desinenze abbiamo:

“or – er – on – ir”

Usate per designare le desinenze maschili


Come ad esempio:

Actor; waiter; lion: heir.

La desinenza per il femminile è rispettivamente “-ess”


actor - actress
Waiter - waitress
Lion - lioness
Heir - heiress

Oppure
Designazione del sostantivo attraverso l’aggiunta di una parola

122
Aggiungendo, per i nomi comuni, una parola che indichi il sesso come ad esempio
nelle seguenti parole:
boyfriend; girlfriend; grandfather; grandmother
dove le parole aggiunte sarebbero:
boy + friend:
girl + friend;
grand + father;
grand + mother

Il pronome personale generalmente riferito agli


animali è “IT” che però lo troviamo anche per le
frasi di tipo impersonale mentre il pronome
personale utilizzato per il sesso maschile è “He”,
mentre quello per il sesso femminile è
rappresentato da “She”.
Dopo averne delineato le caratteristiche generiche,
passiamo a scendere nello specifico trattando del
plurale dei sostantivi.
3.1 il plurale dei nomi
Il plurale dei nomi è un argomento molto variegato
perché non si tratta soltanto di memorizzare la
regola generica che è quella della “S” legata al
sostantivo, ma bensì di conoscere tutta una serie di
varianti che accadono all’interno della lingua
straniera.
Bisogna anche tener conto che in questa lingua,
esistono i cosiddetti plurali irregolari la cui
derivazione non avviene attraverso la costruzione
grammaticale ma bensì attraverso uno studio
mnemonico di questi nomi – per cui più che essere
un argomento dinamico sembrerebbe essere un
argomento statico che non dovrebbe destare grossi
problemi o perplessità.
Una prima distinzione da effettuare nei sostantivi è
tra sostantivi numerabili e non numerabili – che
tratteremo successivamente nei paragrafi
successivi. Per il momento ci limitiamo a quelli

123
numerabili.
I sostantivi numerabili sono quelli che possiedono
una forma singolare e una plurale proprio perché
godono del principio di poter essere suddivisi in
elementi più piccoli.
Io posso dire: “Una macchina” ma anche: “alcune
macchine” E quindi il plurale del nome.
La regola generale che ben tutti conoscete per la
formazione del plurale è quella di aggiungere una
“S” finale al sostantivo singolare come ad esempio:
GIRL GIRLS

Oppure:
BOY BOYS

Ma ahimè non è sempre così altrimenti la regola


grammaticale sarebbe tutta semplice.
In inglese dobbiamo distinguere vari sostantivi:
I sostantivi che terminano per:
O; S; Z; CH; SH; - ES
F; FE -VES
FF; IEF; OOF; S
Y + preceduta da una consonante -IES
Y preceduta da una vocale -S

Vediamo di partire dal primo elemento. Se io ho


queste parole:

Tomato; boss: church; flash

Noto che hanno tutti desinenze finali diverse per


cui il plurale di questi sostantivi non potrà mai
essere realizzato aggiungendo una semplice “S” ma
dovrò aggiungere “ES” per cui abbiamo:
TOMATO TOMATOES
BOSS BOSSES
CHURCH CHURCHES

124
FLASH FLASHES

I termini che invece finiscono per “F” o “FE”


cambiano il loro plurale in “-VES”. Esempio:
“Wolf” (lupo) Wolves
Wife (moglie) Wives
Leaf (foglia) Leaves
Life Lives

I termini che finiscono per “FF” e “IEF” fanno il


plurale con “S”. Esempio:
“Chief” (Cuoco) Chiefs
“Cliff” (Scogliera) Cliffs

Le parole che terminano per “Y” bisogna


distinguere due caratteristiche:
Se la “Y” è preceduta da una consonante,
quest’ultima cambia la “Y” in – ies. Esempio:
“Lady” Ladies

Se la “Y” è preceduta da una vocale si aggiungerà


solo la “S”.
“Boy” Boys

Infine abbiamo i cosiddetti plurali irregolari di cui


accennavamo poc’anzi e che per l’attuazione e il
loro utilizzo bisogna memorizzarli a memoria anche
perché non esiste – a differenza di questi ultimi –
una regola per poterli ricavare ma il loro utilizzo, –
come detto poc’anzi – è statico e non dinamico.
Vediamo quali sono:
Foot Feet
Tooth Teeth
Mouse Mice
Man Men
Woman Women
Child Children
Ox Oxen
Person People

125
Goose Geese
Sheep Sheep

Vediamo di comprenderne i significati


Man Men
(Uomo) (Uomini)
Foot Feet
(Piede) (Piedi)
Child Children
(Bambino) (Bambini)
Person People
(Persona) (Gente)
Goose Geese
(Oca) (Oche)
Woman Women
(Donna) (Donne)
Sheep Sheep
(Pecora) (Pecore)
Ox Oxen
(Bue) (Buoi)

Adesso continuerò il mio discorso sui sostantivi


affrontando il tema dei sostantivi numerabili e non
numerabili.
3.2 Sostantivi Numerabili e non Numerabili.
In questo paragrafo affronterò l’argomento dei
sostantivi numerabili e non numerabili.
Una prima distinzione l’abbiamo data già nel
paragrafo precedente quando abbiamo trattato
della formazione del plurale, ma per una questione
anche di coerenza del discorso, sarebbe opportuno
riprendere il concetto dall’inizio.
La prima distinzione da fare è quella tra:

SOSTANTIVI NUMERABILI SOSTANTIVI NON NUMERABILI

I sostantivi numerabili, come dice la parola stessa,


sono quelli che si possono contare, sono quelli che
possono essere scissi in unità più piccole e per le
quali è possibile stabilirne una quantità.

126
Questi sostantivi, godono sia di una forma
singolare che di una forma plurale – e per la
pluralizzazione di un sostantivo vedi paragrafo
precedente - possono essere utilizzati con l’articolo
indeterminativo, partitivo e così via.
I sostantivi non numerabili – al contrario – sono
quelli che non possono essere suddivisi in unità più
piccole, per cui risulta difficile scinderli data la loro
indivisibilità.
Questi hanno solo una forma singolare – e mai
plurale - e non sono mai preceduti dall’articolo
indeterminativo – A / AN.
Sono accompagnati dalla forma verbale singolare.
Solitamente a questi sostantivi non numerabili si
rifanno quei nomi che hanno a fare con il cibo,
oppure liquidi o materiale gassoso, che per la loro
consistenza e caratteristica non possono essere
suddivisi in parti più piccole.
Ma una notevole differenza tra la lingua italiana e
quella inglese ci costringe a dover considerare non
numerabili, anche quei sostantivi dove in italiano
sono numerabili.
Vediamo insieme quali possano essere affinché non
si crei confusione.
Money Denaro
News Notizie
Homework Compiti di casa
Advice Consigli
Furniture Mobili
Laughter Sorriso
Physics Fisica
Politics Politica
Cutlery Posateria
Accomodation Sistemazione
Luggage Bagagli
Equipment Attrezzatura
Wealth Ricchezza
Mathematics Matematica

127
Information Informazioni
Shopping Compere

I sostantivi su menzionati si definiscono non


numerabili e per tale caratteristica avranno sempre
il verbo al singolare anche se in italiano sono
seguito da un verbo plurale.
Facciamo un esempio pratico:
“Le notizie che mi hai dato sono buone.” “The news you told me is good.”

Come potete notare, in italiano il verbo è espresso


in forma plurale perché “notizie” è un sostantivo
plurale, in inglese siccome è non numerabile è
seguito dal verbo in forma singolare.
Lo stesso accade per gli altri sostantivi elencati
nella tabella su menzionata.
“I mobili sono belli e nuovi.” “The furniture is beautiful and new.”
“I soldi che mi hai prestato non sono
“The money you lent to me is not much.”
molti.”

E così via di volta in volta.


Appartengono a questa categoria anche i nomi
legati al cibo come:

Bread, Butter, Milk, tea, Meat, Oil


Ma non:
Tomato, Potato, Onion

Che sono invece sostantivi numerabili e quindi


hanno un plurale. Come bisogna comportarsi allora
con i sostantivi non numerabili inerenti al cibo?
Avremmo quindi determinate e specifiche
espressioni del tipo:

a slice of; a litre of; a packet of; a bottle of

128
Proprio perché questi sostantivi – al di la del
partitivo e quindi “SOME” e “ANY” - che vedrete
nel capitolo successivo – non possono essere
preceduti dall’articolo indeterminativo, se io volessi
esprimere una singola quantità di cibo io sono
costretto ad utilizzare i sostantivi qui sopra e
quindi:
A Slice of Bread Una fetta di pane
A Loaf of bread Un tozzo di pane
A Piece of cake Un pezzo di torta
A cup of tea Una tazza di thè
A cup of coffee Una tazza di caffè
A glass of water Un bicchiere d’acqua
A bottle of wine Una bottiglia di vino
A bottle of oil Una bottiglia d’olio
A packet of pasta Un pacco di pasta
A can of beans Una scatola di fagioli
A tin of peas Una lattina di piselli
A jar of marmelade Un barattolo di marmellata
A bar of chocolate Una barretta di cioccolato

Invece per tutti gli altri sostantivi compreso quelli


menzionati in tabella abbiamo la locuzione “A piece
of” che significa appunto: “un pezzo di.”
“A piece of news” Una notizia
“A piece of luggage” Un bagaglio
“A piece of information” Un’informazione

E così via. A differenza dei sostantivi non


numerabili abbiamo invece quelli numerabili che
siccome godono di una forma plurale e singolare
possono essere contabilizzati.
Molto importante nei sostantivi è il concetto di
“THERE IS” e “THERE ARE” che sarebbe dovuto
essere trattato in un altro paragrafo, ma siccome
non c’è molto da dire su questi due termini ho
preferito inserirlo in questo paragrafo dedicato ai
nomi.
Vediamo cosa significa THERE IS e THERE ARE

129
nonché di comprenderne il loro utilizzo.
THERE IS – Viene utilizzato con sostantivi singolari
numerabili nelle frasi affermative, negative,
interrogative e interro negative. Il suo significato è
“C’E’”.
“C’è del latte nel mio bicchiere.” “There is some milk in my glass.”

Siccome la struttura è costituita dalla presenza del


verbo essere e quindi da un verbo ausiliare, quando
ci rivolgiamo alla forma interrogativa, dobbiamo
ricordarci di invertire il verbo con il soggetto
generando:
“C’è del latte nel mio bicchiere?” “Is there any milk in my glass?”

Mentre per quanto concerne la forma negativa,


dovremmo mettere il “NOT” subito dopo il verbo
“essere”.
“Non c’è del latte nel mio bicchiere.” “There is not any milk in my glass.”

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


verbo con il soggetto e ponendo il “NOT” subito
dopo il “THERE” come nell’esempio:
“Non c’è del latte nel mio bicchiere?” “Is there not any milk in my glass?”

Ovviamente nella forma colloquiale e quindi nella


forma parlata gli inglese preferiscono usare la
forma contratta.
La forma contratta di THERE IS è (THERE’S) e la
forma contratta negativa è (THERE ISN’T).
Se THERE IS esprime la forma singolare THERE
ARE al contrario esprime la forma plurale.
THERE ARE – viene utilizzata con i sostantivi plurali
e quindi numerabili nelle frasi affermative,
negative, interrogative e interro negative.
Il suo significato è “CI SONO”

130
“Ci sono delle macchine qui vicino.” “There are some cars nearby.”

Nella forma interrogativa “THERE ARE” si comporta


esattamente come si comporta “THERE IS” ovvero
invertendo il verbo con il soggetto e quindi:
“Ci sono delle macchine qui vicino?” “Are there any cars nearby?”

La forma negativa invece si ottiene mettendo la


negazione “NOT” subito dopo il verbo essere e
quindi:
“Non ci sono delle macchine.” “There are not any cars.”

La forma interro-negativa si ottiene inserendo il


NOT subito dopo il THERE e quindi avremmo:
“Non ci sono delle macchine qui vicino?” “Are there not any cars nearby?”

Anche qui vale lo stesso discorso fatto per THERE


IS nel senso che, nella lingua parlata è più comune
trovare la forma contratta che la forma piena.
La forma contratta in questo caso esiste solo per la
forma negativa e interrogativa ma non in quella
affermativa per cui avremo: (THERE AREN’T) per
dire (NON CI SONO) e (AREN’T THERE…?) per
esprimere la forma interro negativa.
Dopo aver descritto i sostantivi numerabili e non
numerabili dedichiamoci agli aggettivi sostantivati e
a i nomi collettivi.
3.3 Nomi Collettivi
In questo paragrafo affronterò l’argomento dei
nomi collettivi che anche questo suscita sempre
enorme perplessità dal punto di vista della scelta
del verbo che bisogna farli seguire.
Cosa significa nome collettivo?
Un nome collettivo è quel sostantivo volto a

131
rappresentare un gruppo di persone animali o cose.
Può essere seguito sia da un verbo in forma
singolare, sia da un verbo in forma plurale. Allora
voi vi chiederete, quale verbo dobbiamo usare?
L’uno o l’altro? Quale è la struttura verbale più
corretta? Quella singolare o quella plurale?
In realtà la risposta soggiace nel fatto che se il
sostantivo lo considerate come una singola unità,
allora il verbo sarà in forma singolare, se invece il
sostantivo viene considerato come un gruppo di
cose animali o persone, allora prenderà il verbo al
plurale.
Quindi io posso avere una frase italiana tradotta in
questo modo:

“Il governo italiano ha discusso sulla nuova legge.”

“Italian Government has / have discussed about


the new law.”

E decidere se usare o il verbo singolare o il verbo al


plurale. Vediamo insieme quali sono i più comuni
nomi collettivi:
Aristocracy Aristocrazia
Audience Pubblico
Committee Comitato
Crew Equipaggio
Enemy Nemico
Government Governo
Herd Gregge
Majority Maggioranza
Minority Minoranza
Opposition Opposizione
Party Partito
Public Pubblico
Team Squadra
Army Esercito
Cast Attori
Community Comunità

132
Council Consiglio
Data Dati
Family Famiglia
Group Gruppo
Jury Giuria
Media Mezzi di informazione
Navy Marina
Orchestra Orchestra
Press Stampa
Staff Personale
Police Polizia

Con tutti questi sostantivi quindi potrò sia usare un


verbo singolare che plurale ad eccezione di Police
che è solo plurale e non singolare.
Adesso passiamo a trattare brevemente nell’ultimo
paragrafo destinato ai nomi tutti quei nomi che
sono solo plurali.
3.4 I Nomi Composti
Nel capitolo uno di questo libro, abbiamo affrontato
l’argomento del genitivo sassone affermando che
quest’ultimo viene adoperato ogni qualvolta si
vuole sottolineare l’idea del possesso da parte di un
individuo di un oggetto o di un animale.
Abbiamo anche detto che quest’ultimo corrisponde
al nostro complemento di specificazione in
grammatica italiana, ma abbiamo anche
sottolineato che il genitivo sassone non si usa mai
quando abbiamo due oggetti tipo come “la gamba
del tavolo” dove entrambi rappresentano due cose.
Come si traduce questa frase? La frase viene più
semplicemente tradotta seguendo la regola della
traduzione letteraria italiana e quindi

“The leg of the table”

Oppure possiamo ricorrere più semplicemente alla

133
regola dei nomi composti.
Che cosa sono i nomi composti?

Un nome composto deriva dall’unione di due sostantivi di cui il primo sostantivo ha


valore di aggettivo rispetto al secondo.

Alcuni nomi che in italiano vengono collegati tra


loro con le preposizioni semplici: di, a, da, sono in
inglese dei veri e propri nomi composti.
Ad esempio se io prendo una parola italiana:

“Una tazza da thè”

Questa rappresenta un nome composto perché


abbiamo due sostantivi e rispettivamente “tazza” +
“thè” legati da una preposizione semplice “da”.
La parola viene tradotta con:
“A tea cup”

e quindi assistiamo all’unione dei due sostantivi con


l’eliminazione progressiva della preposizione
semplice.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Nota la differenza tra queste due espressioni:


A cup of tea A tea cup

Entrambi le frasi sembrerebbero uguali dal punto di


vista grammaticale ma hanno però un significato
esclusivamente diverso.
Se io dico ad un parlante inglese “A tea cup”, il
madrelingua capisce che sto parlando di un
recipiente – in questo caso “la tazza” che serve a
contenere il thè, che è utilizzato per bere il thè e

134
quindi “una tazza da thè”: una tazza per servire il
thè.
Se invece io dico ad un parlante inglese: “A cup of
tea”, il madrelingua capisce che io gli sto offrendo
del thè, quindi non mi sto più riferendo al
contenitore utilizzato per servire il thè ma bensì al
liquido stesso.
Lo stesso dicasi per queste espressioni:
Coffee cup A cup of coffee
Wineglass A glass vine

I nomi composti sono spesso scritti staccati ma


possono essere anche scritti uniti da un breve
trattatino come ad esempio:
Barber shop
Barbiere
Barber - shop

Per quanto riguarda la formazione del plurale


possiamo dire che: nei nomi composti prende il
plurale l’ultima parola.
Bookcase Bookcases

Se la prima parola è “Woman” o “Man, diventano


plurali tutti e due i sostantivi come ad esempio:

(Women lawyers)

Se invece il nome composto è seguito da una


preposizione, il plurale del nome lo prende solo il
primo sostantivo ma non la preposizione.

(Passer – by diventa Passers – by)

Prima di completare questo capitolo per


approcciarsi ad un’altra categoria grammaticale,

135
aggiungere come paragrafo di chiusura – nonché
paragrafo complementare – il secondo paragrafo
dedicato al plurale dei nomi.
3.5 Il Plurale dei Nomi (II)
Nei paragrafi precedenti abbiamo trattato già della
forma plurale del nome e abbiamo notato le
principali differenze nella sua formazione – dalla
tradizionale forma della “S” alla forma dei plurali
irregolari che come abbiamo detto in precedenza il
loro utilizzo avviene solo attraverso lo studio
mnemonico. In questo paragrafo, tratterò della
seconda parte del plurale dei nomi.
Non vi sorprenderà notare che – come esistono dei
sostantivi che reggono solo la forma singolare
(nomi non numerabili) – esistono dei sostantivi che
per natura sono solo plurali per cui saranno seguiti
sempre dalla forma verbale plurale e mai singolare.
Prendiamo il caso dell’abbigliamento:
Se io parlo di pantaloni, guanti, occhiali, calzini,
scarpe, pantofole e così via, questi sostantivi sono
solo plurali proprio perché dietro al sostantivo è
insita l’idea del corpo umano e quindi che i
pantaloni è un sostantivo plurale proprio perché
possediamo due gambe, lo stesso dicasi per le
scarpe (due piedi), i calzini (due piedi), gli occhiali
(due occhi) e così via.
Vediamo di tradurre le suddette frasi in inglese:

Gloves (Guanti) Socks (Calzini)


Trouser (Pantaloni) Slippers (Pantofole)
Glasses (occhiali) Shoes (Scarpe)

Cosa accade se io voglio rendere singolare questi


nomi?

136
E’ possibile fare la forma singolare o devo soltanto
attenermi alla forma plurale?
Diciamo che non è possibile effettuare la forma
singolare del sostantivo per motivi già ben delineati
sopra, però è possibile dare un’impronta di
singolarità premettendo al sostantivo la parola “A
PAIR OF” che significa: “UN PAIO DI”. Allora posso
avere le seguenti frasi:
A pair of gloves Un paio di guanti
A pair of socks Un paio di calzini
A pair of trousers Un paio di pantaloni
A pair of slippers Un paio di pantofole
A pair of glasses Un paio di occhiali
A pair of shoes Un paio di scarpe

Inoltre c’è da dire che però non sono solo i


sostantivi inerenti all’abbigliamento ad essere
plurali, ma bensì ci sono anche altri nomi che
esulano dal settore dell’abbigliamento e che
riguardano altri settori. Vediamo quali sono:
Cattle Bestiame
Folk Gente
Clergy Clero
People Gente

Da notare che: People rappresenta il plurale di


“Person” e quindi regge sempre il verbo in forma
plurale. NON AGGIUNGE LA “S” altrimenti rischia di
prendere un significato diverso da quello su
menzionato per divenire “POPOLO”. Infatti (The
peoples of Europe – significa: il popolo
dell’Europa.) Altri sostantivi che seguono questa
regola sono:
Contents Contenuti
Customs Dogana
Goods Merci
Pijamas Pigiama
Tights Collant
Thanks Ringraziamenti

137
Inoltre abbiamo anche una serie di parole che
presentano la stessa forma sia per il singolare che
per il plurale e sono rispettivamente:
Deer Cervo
Troat Trota
Salmon Salmone
Sheep Pecora
Species Specie
Means Mezzi

Inoltre esistono in inglese dei nomi di origine greca


e latina che formulano il plurale secondo la forma
originaria delle due lingue. Questi sono:
Analysis Analisi
Basis Base
Crisis Crisi
Criterion Criterio
Datum Dato
Diagnosis Diagnosi
Medium Mezzo
Nucleus Nucleo
Oasis Oasi
Parenthesis Parentesi
Phenomenon Fenomeno
Radius Radio
Thesis Tesi

Dopo aver delineato il significato delle suddette


parole di origine greca e latina vediamo di
comprenderne il plurale.
Analyis Analyses
Basis Bases
Crisis Crises
Criterion Criteria
Datum Data
Diagnosis Diagnoses
Medium Media
Nucleus Nuclei
Oasis Oases
Parenthesis Parentheses
Phenomenon Phenomena
Radius Radii

138
Thesis Theses

Dopo aver trattato anche di questo argomento


possiamo chiudere questo capitolo dedicato ai
sostantivi per dirigerci verso il capitolo degli
aggettivi.

139
4.0 Aggettivi Possessivi
La prima parte degli aggettivi che andiamo ad
analizzare e trattare sono: gli aggettivi possessivi.
Nei capitoli precedenti e specialmente quello
dedicato ai pronomi, abbiamo trattato dei pronomi
possessivi dicendo che i pronomi possessivi
vengono collocati o dopo il verbo o dopo le
congiunzioni e sostituiscono il nome.
In questa sezione invece parliamo degli aggettivi
possessivi e cioè di quegli aggettivi che
sottolineano il possesso di un oggetto o animale.
Vediamo insieme quali sono questi possessivi e
quale è la loro caratteristica.
MY MIO
YOUR TUO
HIS SUO
HER SUO
ITS DI ESSO
OUR NOSTRO
YOUR VOSTRO
THEIR LORO

Gli aggettivi possessivi vengono definiti tale perché


PRECEDONO SEMPRE IL SOSTANTIVO A CUI SI
RIFERISCONO.
Non sono MAI preceduti dall’articolo determinativo;
per cui se io affermo:

“Il mio cane”


In inglese avrò
“My dog.”

Cosa notiamo nella struttura degli aggettivi


possessivi?
Innanzitutto che la seconda persona singolare e
quella plurale coincidono per cui l’identificazione tra

140
“TUO” e “VOSTRO” dipende rispettivamente dal
contesto in atto.
Un’altra situazione è la terza persona singolare.
Come si può ben notare, esistono tre diverse
persone per designare il possesso e questo è
possibile in base al sesso della persona.
In realtà “HIS” è utilizzato per il maschile, “HER”,
per il femminile, “ITS” per il neutro.
Una differenza fondamentale tra la lingua italiana e
quella inglese è che: mentre in italiano l’aggettivo
si accorda sempre in rapporto all’oggetto, in inglese
l’aggettivo possessivo si accorda con il possessore.
Per cui in inglese non ci interessa sapere “il sesso”
dell’oggetto quanto ci interessa sapere “Il sesso”
del possessore ovvero se è maschile o femminile.

Esempio:
“La sua macchina.”

In italiano utilizziamo “SUA” perché “macchina” è


un sostantivo femminile.

In inglese questa informazione è del tutto


irrilevante anzi direi inutile visto che l’aggettivo non
tiene conto dell’oggetto ma bensì del suo
possessore.
Quello che ci interessa sapere è se la macchina è di
un uomo o di una donna ed in base al sesso del
possessore, io accordo l’aggettivo possessivo
appropriato.
Se la “macchina” è di proprietà di una donna io
dirò:

“Her car”.

141
Ma se è di un uomo dirò:
“His car”.

Prima di chiudere questo primo paragrafo mi


piacerebbe – per riprendere anche l’argomento
trattato nel capito due e quindi – i pronomi
possessivi, facendo uno schema comparato tra i
due sistemi in modo tale da avere una visione più
dettagliata e sicuramente più mirata dei due
argomenti.

142
PRONOMI POSSESSIVI
AGGETTIVI POSSESSIVI
MY MINE
YOUR YOURS
HIS HIS
HER HERS
ITS ITS
OUR OURS
YOUR YOURS
THEIR THEIRS

Come potete osservare ci sono delle somiglianze


tra i pronomi possessivi e gli aggettivi possessivi e
la differenza riguarda soprattutto la terza persona
neutra (ITS) e la terza persona singolare maschile
“HIS”.
Allora vi chiederete: come faccio a riconoscere se
“His” è aggettivo o pronome possessivo?
Beh la risposta è semplice: dalla posizione che esso
riveste all’interno della frase.
Se precede un sostantivo, la sua funzione sarà
quella di aggettivo, se invece segue un verbo, una
congiunzione e ha il sostantivo sottinteso avrà la
funzione di pronome possessivo, proprio come nei
due esempi qui sotto riportati.

“Il mio cane e il suo cane sono belli.”


“My dog and his dog are beautiful.”

In questa frase entrambi gli aggettivi “MIO” e


“SUO” sono seguiti da un sostantivo per cui la
funzione del possessive può essere soltanto di
aggettivo e non di pronome.

Nella seguente frase invece abbiamo:

“Il mio cane e il suo sono belli.”

143
“My dog and his are beautiful.”

Apparentemente abbiamo la stessa frase ma con


due differenze.
La seconda parte della frase quella evidenziata con
“IL SUO” non è seguito da nessun sostantivo per
cui la funzione del possessivo può essere solo di
pronome e non di aggettivo.
Avendo chiarito anche questo dubbio e questa
problematica, desidererei di passare a trattare di
un'altra tipologia di aggettivi che sono quelli:
qualificativi.
4.1 Aggettivi Qualificativi.
Gli aggettivi qualificativi vengono utilizzati ogni
qualvolta noi vogliamo esprimere una qualità o una
caratteristica riguardante una persona o un
oggetto.
A differenza della lingua italiana gli aggettivi
qualificativi sono invariabili, nel senso che non
hanno una forma plurale.
Non si accordano mai con il sostantivo che li segue
neppure se quest’ultimo è plurale.
Gli unici aggettivi ad avere la forma plurale in
inglese sono: gli aggettivi dimostrativi, perché a
seconda della posizione del parlante rispetto
all’oggetto designato denotano una situazione di
vicinanza o lontananza, ma di questo argomento ne
abbiamo già trattato nel capitolo due quando
abbiamo parlato dei pronomi dimostrativi.
L’aggettivo qualificativo in inglese può avere
funzione attributiva ma anche funzione predicativa.
Questa funzione è maggiormente designata dalla
posizione in cui esso si trova.

144
Si chiama funzione attributiva quando l’aggettivo
precede un sostantivo, si chiama funzione
predicativa quando invece al contrario si trova dopo
un verbo. Ma di questo lo analizzeremo pian
pianino. Cominciamo a partire da due frasi italiane:
Lui è un uomo alto. Quell’uomo è alto.

Nella prima frase l’aggettivo qualificativo ha la


funzione di attributo perché si trova davanti al
nome. Nella seconda frase – al contrario – ha una
funzione predicativa perché si trova dopo il verbo.
Volendo tradurre queste due frasi avremmo:

“He is a tall man”


“That man is tall.”

La maggior parte delle volte – tranne quando


abbiamo i verbi copulativi – l’aggettivo PRECEDE
SEMPRE IL SOSTANTIVO.
Vediamo quali sono i casi in cui l’aggettivo
qualificativo non si mette prima del sostantivo:
Quando sono presenti i seguenti verbi:
TO BE
TO BECOME
TO GET
TO SEEM
TO SOUND
TO APPEAR
TO FEEL
TO LOOK
TO SMELL
TO TASTE

Vediamo di comprendere il significato di tutti questi


verbi:
TO BE ESSERE
TO BECOME DIVENTARE
TO GET OTTENERE

145
TO SEEM SEMBRARE
TO SOUND SEMBRARE
TO APPEAR SEMBRARE
TO FEEL SENTIRE
TO LOOK SEMBRARE
TO SMELL SENTIRE ODORE
TO TASTE ASSAGGIARE

Quando è seguito dai composti di SOME e ANY


“C’è qualcosa di importante da dirti.”
“There is something interesting to tell you”

In espressioni che descrivono: peso, misura, età,


usando aggettivi del tipo:
“Deep” – profondo, “old” – vecchio, “long” – lungo,
“thick” – spesso, “wide” – ampio, “high” – alto.
I am six years old Ho sei anni
The wall is two metres high Il muro è alto due metri
The river is three metres long Il fiume è lungo tre metri
The door is two
La porta è spessa due centimetri.
centimetres thick

In tutti questi esempi, l’aggettivo è posto sempre


dopo il nome. In presenza di nomi storici,
l’aggettivo qualificativo si pone dopo:

“Alessandro il Grande morì quando aveva 33 anni”


“Alexander the Great died at the age of 33”.

Alcuni aggettivi, vengono utilizzati con funzione


predicativa: ovvero vengono collocati dopo il verbo.
Tra essi abbiamo:
AFRAID IMPAURITO
ASLEEP ADDORMENTATO
DUE DOVUTO
ILL MALATO
SORRY SPIACENTE
UNABLE INCAPACE
ALIVE VIVO
AWARE CONSAPEVOLE

146
GLAD LIETO
READY PRONTO
SURE SICURO

Esempio:
“Sono lieto di ricevere la sua lettera.” “I am glad to receive your letter.”
“Si stava preparando quando arrivò la “When his friend arrived, he was getting
sua amica.” ready.”
“Si sentì sicuro quando giunse a casa.” “He felt sure when he got home.”

Dopo questi esempi passiamo a descrivere la


posizione degli aggettivi qualificativi all’interno di
una frase e quale è l’ordine esatto da seguire.
4.2 Ordine degli Aggettivi Qualificativi.
Gli aggettivi qualificativi – come abbiamo detto nel
paragrafo precedente, - si collocano prima del
sostantivo tranne quando abbiamo i cosiddetti verbi
copulativi – e in quel caso seguono il verbo.
Ma una questione estremamente importante e
anche molto difficile è quando all’interno della frase
abbiamo la presenza di due o più aggettivi.
Come ci si comporta in inglese quando una frase ha
più aggettivi?
Certamente non li possiamo collocare alla rinfusa o
come meglio ci piace, né seguire l’aspetto sonoro
che maggiormente ci gradisce di più.
Esiste in grammatica un ordine ben specifico,
dettagliato che bisogna seguire in maniera accurata
e minuziosa che adesso cercherò di spiegarvi.
La prima distinzione, da tener presente nel
momento dell’ordine – è tra:

Aggettivi di opinione Aggettivi di stato

Che cosa sono gli aggettivi di opinione?


Sono aggettivi in cui la persona esprime un

147
gradimento, un opinione rispetto ad una persona o
ad un oggetto.
Corrispondono agli aggettivi di sensazione del tipo:
bello, brutto, simpatico, antipatico” e così via, in
cui il parlante esprime una propria visione, un
proprio giudizio sull’argomento che tratta.
Gli aggettivi di stato – al contrario – sono quelli che
riguardano la condizione di un oggetto e hanno a
che fare con la descrizione fisica dell’oggetto a cui
ci riferiamo: “colore, lo stato di usura, la forma, la
provenienza, il materiale” e così via.
Se io ho una frase italiana del tipo:

“Lui ha una bella macchina rossa e moderna”.

Noto che nella frase sono presenti tre aggettivi e


rispettivamente: “BELLA”, “ROSSA”, “MODERNA”.
La prima cosa che devo fare, prima di passare alla
traduzione, è sicuramente quella di distinguere tra
“Aggettivi di opinione” e quelli di “Stato”.
Ad occhio nudo notiamo che “BELLA” è un
aggettivo di opinione insieme a “MODERNO”,
mentre “ROSSA” è un aggettivo di stato.
In base a questa prima distinzione posso subito
delineare che gli aggettivi di opinione vanno prima
di quelli di stato. Ma gli aggettivi di stato come
vengono collocati?
E’ li il problema. Ci sono sette categorie di ordine
per gli aggettivi di stato che devono essere apprese
a memoria per una corretta traduzione. Queste
sono:

· Dimensione
· Stato

148
· Forma
· Colore
· Nazionalità
· Materiale
· Oggetto

Per cui ritornando alla frase su menzionata e quindi


alla relativa traduzione la frase diverrà:

“He has got a beautiful modern red car.”

E quindi rispettivamente:
Aggettivo di opinione Beautiful - Modern
Aggettivo di stato Red

Facciamo un altro esempio con più aggettivi.


“Ho comprato un libro inglese, vecchio di
“I bought an old red English book”.
colore rosso.”
Aggettivo di Stato Old
Aggettivo di stato (Colore) Red
Aggettivo di provenienza English

Gli aggettivi qualificativi però possono avere anche


dei gradi:

· Comparativo
· Superlativo

Ma che tratteremo nel paragrafo successivo.


4.3 Aggettivi Comparativi.
Dopo aver trattato degli aggettivi qualificativi
delineandone le caratteristiche fondamentali e il
loro ordine all’interno della struttura di una frase,
passiamo ad analizzare i gradi dell’aggettivo
qualificativo che sono rispettivamente:

149
· COMPARATIVO
· SUPERLATIVO

Il comparativo ha tre forme:


· UGUAGLIANZA
· MINORANZA
· MAGGIORANZA

Sicuramente – e da premettere – che il


comparativo di uguaglianza e quello di minoranza
non destano alcun tipo di difficoltà, un po’ più di
difficoltà è per il comparativo di maggioranza la cui
composizione è dettata da diverse regole e clausole
grammaticali che poi vi dirò.
Come primo aggettivo comparativo, analizzeremo
quello di UGUAGLIANZA.
Il comparativo di uguaglianza viene utilizzato ogni
qualvolta noi vogliamo evidenziare che una
persona, animale o cosa possiede le stesse
caratteristiche o qualità rispetto ad un'altra.
Ecco perché viene definito comparativo, proprio
perché al suo interno c’è il principio del paragone e
nel caso del comparativo in questione, la capacità
di stabilire l’uguaglianza.
Il comparativo di uguaglianza di ricava in questo
modo:

AS + AGGETTIVO + AS
Ad esempio:
“John è alto quanto Mario.” “John is as tall as Mario.”

Come si può notare dall’esempio, per generare il


comparativo di uguaglianza, dobbiamo partire

150
dall’aggettivo che in questo caso è “ALTO” e quindi
“TALL”.
I due termini che esprimono il significato di
paragone sono
“AS…AS”.

La forma negativa si ottiene premettendo la


negazione “NOT” prima della negazione “AS”
oppure “SO” più aggettivo + “AS”

NOT + AS + AGGETTIVO + AS

Per cui se io ho una frase negativa al comparativo


di uguaglianza avrò:
“Lui non è alto quanto me.” “He is not as tall as me.”

Supponiamo di non avere un aggettivo ma bensì un


sostantivo e che voglia creare un comparativo di
uguaglianza: come si dovrebbe procedere? Esiste la
stessa regola applicata anche al nome?
Certo che no, la struttura del comparativo - e
quindi “AS”…“AS” - continua ad esistere ma
davanti al sostantivo verrà introdotto o “MUCH” o
“MANY” a seconda se il sostantivo sia singolare o
plurale.

AS + MUCH/MANY + SOSTANTIVO + AS
Esempio:

“Lui ha tante penne quanto me.” “He has got as many pens as me.”
“Lui non beve molto vino quanto me.” “He doesn’t drink as much wine as me.”

Nella frase numero uno “AS” è seguito da “MANY”


perché il sostantivo che segue è plurale. Mentre
nella frase numero due “AS” è seguito da “MUCH”

151
perché il sostantivo è singolare. Tralasciano il
comparativo di uguaglianza, andiamo a porre
l’enfasi su in altro comparativo che è quello di
minoranza.
Il comparativo di minoranza viene usato quando
vogliamo esprimere che una persona, un oggetto o
un animale possiede una qualità inferiore rispetto
ad un’altra.
La sua formula si ottiene premettendo all’aggettivo
la locuzione “LESS”.
Ovviamente, il termine di paragone cambia rispetto
al comparativo di uguaglianza che da “AS” diventa
“THAN”.
Per cui la regola generica per la formazione del
comparativo di minoranza sarà:

LESS + AGGETTIVO + THAN

Per cui facendo l’esempio avremmo:


“Lui è meno intelligente di lei.” “He is less clever than her.”

Oppure:
“Lei è meno brava di lui.” “She is less good than him.”

Cosa succede se al posto degli aggettivi troviamo


un sostantivo?
A differenza del comparativo di uguaglianza che
effettua l’aggiunta di “MUCH” o “MANY” prima di
“AS”, nel comparativo di minoranza rimane tutto
invariato ad esempio:
“Lui ha meno libri di me.” “He has got less books than me.”

Come si può ben notare dall’esempio tutto resta


invariato nel senso che il sostantivo si lega
prettamente alla particella senza l’aggiunta di alcun

152
elemento
Non c’è distinzione tra comparativo di minoranza
seguito da aggettivo e comparativo di minoranza
seguito da sostantivo per cui almeno questo
aspetto della grammatica non desta alcun tipo di
problema.
La parte negativa del comparativo di minoranza si
ottiene premettendo il “NOT” prima del “LESS”
come nell’esempio:

LESS + LESS + AGGETTIVO + THAN

Facendo l’esempio abbiamo:


“Lui non è meno intelligente di te.” “He is not less clever than you.”

Avendo trattato i due aspetti dei comparativi:


uguaglianza e minoranza, passiamo a trattare
l’altro comparativo che è quello di maggioranza.
4.3.1 Comparativo di Maggioranza
Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di
comparativo di minoranza e di uguaglianza avendo
tralasciato il terzo comparativo che è quello di
maggioranza.
Ho deciso di dedicargli un paragrafo a parte e non
di accomunarlo insieme agli altri due perché
mentre i due precedenti comparativi sono alquanto
semplici e sembrano non destare alcun tipo di
problemi, quest’ultimo comparativo è soggetto a
determinate regole che devono essere apprese
minuziosamente.
Cominciamo a stabilire quando usiamo il
comparativo di maggioranza.
Il comparativo di maggioranza viene utilizzato
quando vogliamo esprimere che una persona, un

153
oggetto o un animale possiede una caratteristica o
qualità superiore rispetto ad un'altra.
Solitamente questo comparativo si caratterizza per
il suffisso “ER” che si aggiunge alla radice
dell’aggettivo, ma detto così sembrerebbe tutto
semplice ed invece anche quel suffisso viene
applicato solo ed esclusivamente su particolari
condizioni e criteri grammaticali.
La prima cosa da fare per comprendere la
formazione del comparativo di maggioranza è il
saper fare la suddivisione in sillabe delle parole –
che non viene effettuata come quella in lingua
italiana – ma viene fatta in base alla cadenza
sonora ovvero dove cade il suono all’interno della
parola.
Per questo motivo, dobbiamo distinguere tra:

AGGETTINI MONOSILLABICI
AGGETTIVI BISILLABICI
AGGETTIVI POLISSILLABICI

Un aggettivo si definisce monosillabico, quando


l’accento cade solo ed esclusivamente su una
sillaba. Ad esempio la parola:
FAT GRASSO

Un aggettivo bisillabico è quando l’accento cade


esclusivamente su due sillabe come ad esempio:
HAPPY FELICE

Un aggettivo è polisillabico quando invece l’accento


cade su più sillabe come ad esempio:
INTERESTING INTERESSANTE

Come si forma il comparativo di maggioranza

154
quando ci troviamo dinanzi a queste varianti?
Per rendere la cosa più semplice e schematica
possibile ho deciso di impiantare una tabella in
modo da riassumere la regola generale per la
formazione.
Ovviamente – come detto in precedenza - questo
comparativo di maggioranza desta un po’ di
difficoltà rispetto ai due comparativi precedenti –
uguaglianza e minoranza – per cui merita
un’attenzione particolare.
Se nel comparativo di uguaglianza abbiamo trovato
come espressione di paragone gli elementi “AS…
AS” e nel comparativo di minoranza “LESS…THAN”,
nel comparativo di maggioranza troveremo i
seguenti casi:

Se l’aggettivo è monosillabico - ER
Aggettivi bisillabici terminanti per: Y, LE, OW - ER
Aggettivi bisillabici e polisillabici MORE

Vediamo di analizzare lo schema.


Il primo rigo del nostro schema parla di
comparativo di maggioranza ottenuto aggiungendo
il suffisso “ER” alla radice dell’aggettivo in caso di
aggettivi monosillabici.
In questa categoria però, dobbiamo distinguere
due eccezioni:
Se l’aggettivo monosillabico – e quindi la
consonante finale – è preceduta da una singola
vocale, l’aggettivo – prima di aggiungere “ER”,
raddoppia la consonante finale. Esempio:

FAT
Questo aggettivo è monosillabico. Termina per una
consonante “T” la quale è preceduta da una singola

155
vocale “A”.
Se io volessi fare il comparativo di maggioranza di
questo aggettivo, dovrò raddoppiare la consonante
finale prima di aggiungere il suffisso “ER”.
FAT (Grasso) FATTER (Più grasso)

Se invece l’aggettivo monosillabico - e quindi la


consonante finale – è preceduta da due vocali,
l’aggettivo monosillabico aggiungerà la desinenza
“ER” senza raddoppiare la consonante finale.

CLEAR
Anche questo aggettivo è monosillabico. La
consonante finale “R” è preceduta da due vocali
“EA” per cui all’atto della formazione del
comparativo di maggioranza, l’aggettivo non
raddoppia la consonante finale ma bensì si limita
ad aggiungere il suffisso “ER”.
CLEAR (Chiaro) CLEARER (Più chiaro)

Per quanto riguarda gli aggettivi bisillabici


dobbiamo distinguere tra quelli che terminano per
“Y”, “OW”, “LE”, “ER”, che formano il comparativo
di maggioranza attraverso il suffisso “ER”

HAPPY HAPPIER
SIMPLE SIMPLER
CLEVER CLEVERER
NARROW NARROWER

Tutti gli altri aggettivi bisillabici che non terminano


per le suddette consonanti, e tutti gli aggettivi
polisillabici, effettuano il comparativo di
maggioranza con “MORE”.

INTERESTING MORE INTERESTING

156
Il termine di paragone che caratterizza il
comparativo di maggioranza è simile a quello già
incontrato in quello di minoranza e cioè “THAN”.

“Io sono più intelligente di lui.” “I am cleverer than her.”


“Lui è più elegante di me.” “He is more elegant than me.”
“Io sono più felice di lui.” “I am happier than him.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

Il “focus on the language” riguarda la distinzione


che esiste tra “THAN” e “THEN”.
Si pronunciano allo stesso modo per cui si
chiamano omofoni ma hanno significato e utilizzo
diverso. “THAN” rappresenta l’elemento di
paragone utilizzato nel comparativo di maggioranza
e di minoranza.
“Lui è più bello di te.” “He is more handsome than you.”
“Lei è meno ricca di me.” “She is less rich than me.”

Il “THEN” rappresenta una sorta di espressione


temporale che scandisce la successione di
un’azione e quindi la consecutività di due azioni.
“Lui andò in cucina e poi andò in stanza “He went into the kitchen and then he
da letto.” went into the bedroom.”

Prima di passare al prossimo paragrafo


concludiamo questo paragrafo con uno schema
riepilogativo di tutti e tre tipologie di comparativi:
uguaglianza, minoranza e maggioranza.

COMPARATIVO
DI “AS + AGGETTIVO + AS”
UGUAGLIANZA
COMPARATIVO
“LESS + AGGETTIVO + THAN”
DI MINORANZA
COMPARATIVO -ER (AGGETTIVI MONOSILLABICI E BISILLABICI TERMINANTI
DI PER “Y, ER, LE, OW”

157
MAGGIORANZA -MORE (AGGETTIVI POLISILLABICI E BISILLABICI)

Dopo aver delineato i tre comparativi in maniera


chiara e dettagliata passiamo alla struttura del
doppio comparativo.
4.3.2. DOPPIO COMPARATIVO
Il doppio comparativo in inglese viene usato ogni
qualvolta che in italiano creiamo la struttura
fraseologica: “SEMPRE PIU’” oppure “SEMPRE
MENO”.
Ovviamente nella regola del doppio comparativo gli
unici elementi che concorrono alla formazione sono
solo quello di maggioranza e quello di minoranza.
Viene assolutamente escluso quello di uguaglianza
proprio perché nel doppio comparativo si vuole
sottolineare o l’aumento o la diminuzione di una
determinata qualità o caratteristica.
Avendo ben chiare la regola di formazione del
comparativo di maggioranza e quella di minoranza,
bisognerà riprendere entrambi le versioni e
generare esempi di frasi.
Se io prendo la classica frase italiana:

“Più mangia, più ingrassa.”

Io all’interno di questa frase ho due comparativi:


“Più mangia” e “più ingrassa”, per di più sono di
maggioranza.
Se volessi tradurre in inglese questa frase dovrei
premettere ad entrambi la forma del comparativo
l’articolo determinativo “THE” e rispettivamente:

“The more he eats, the more he gets fat.”

158
Ovviamente all’interno della frase compaiono due
verbi e non due aggettivi per cui alla fine il verbo
resta invariato e coniugato solo ed esclusivamente
alla persona designata.
Il comparativo viene dettato principalmente da
“MORE” che è quello che ne denota il grado di
maggioranza.
Se io al posto di due verbi avessi due aggettivi
come nella seguente frase:

“Più ricco è, più felice è.”

Dovrei ricorrere – per la formazione del doppio


comparativo alla singola regola del comparativo di
maggioranza e quindi devo partire con l’analisi
dell’aggettivo.
Siccome ci troviamo in presenza di due aggettivi di
tipologie diverse:
Uno monosillabico (RICH) e l’altro bisillabico
terminante per “Y” (HAPPY) dovrò andare – nella
tabella - a vedere quale è la regola per costituire il
comparativo di maggioranza.
Siccome la differenza tra i due aggettivi è solo a
livello sillabico ma la regola per la formazione del
comparativo di maggioranza è la stessa io
applicherò la stessa regola ad entrambi gli aggettivi
e cioè aggiungerò la desinenza “ER”.
Traducendo la frase su menzionata avremmo:

“The richer she is, the happier she is.”

Cosa accade se invece abbiamo un comparative di


minoranza?
Beh, occorrerà ricorrere alla regola per la

159
formazione del comparativo di minoranza e cioè
“LESS” premettendo l’articolo determinativo.
“The less she eats, the less happy she
“Meno mangia, meno è felice.”
is.”

Possiamo trovare anche delle frasi in cui il


comparativo di maggioranza e minoranza
coesistono insieme come ad esempio nella
seguente frase:
“Meno parla, più è contento.” “The less he talks, the happier he is.”

N.B. Quando vogliamo esprimere il paragone tra


due qualità possedute da una persona, utilizziamo il
comparativo con “more”.
“Lui è più calmo che intelligente.”

In questa frase non stiamo effettuando un


paragone tra due persone mostrando che una
persona possiede un grado in più di calma rispetto
ad un'altra persona, ma stiamo evidenziando due
qualità che sono tacitamente presenti all’interno
dello stesso individuo.
Quindi volendo tradurre questa frase in inglese
avremmo:

“He is more quiet than clever.”

Allo stesso modo se abbiamo al posto dell’aggettivo


un avverbio e vogliamo creare un comparative di
maggioranza, la forma del comparative si effettua
con “MORE”.
“John scrive più attentamente di Marco.” “John writes more carefully than Mark.”

Nella suddetta frase “carefully” rappresenta un


avverbio di modo perché stabilisce la maniera con

160
cui John scrive la lettera paragonandolo
rispettivamente alla modalità di scrittura di Marco.
Dopo aver chiarito questo aspetto della
grammatica, passiamo ad analizzare un'altra
branca dei comparativi che è quella dei comparativi
irregolari.
4.3.3 COMPARATIVI IRREGOLARI
Dopo aver analizzato le singole voci dei comparativi
di uguaglianza, minoranza e maggioranza,
dobbiamo notare che purtroppo esiste una branca
di comparativi – anche se pochi – in cui la regola di
formazione del comparativo di maggioranza – come
anche quella del superlativo – non può essere
ricavata dal punto di vista grammaticale, ma la sua
formazione può solo derivare dallo studio attento e
mnemonico degli aggettivi. Tra i comparativi
irregolari abbiamo:
GOOD BETTER
BAD WORSE
MUCH / MANY MORE
FAR FARTHER / FURTHER
NEAR NEARER
OLD OLDER
LATE LATER

GOOD rappresenta l’aggettivo e significa “Buono”.


Il suo comparativo è “BETTER” che vuol dire
“Meglio.”
BAD rappresenta l’aggettivo e significa “Male”. Il
suo comparativo è “WORSE” e vuol dire “PEGGIO”.
MUCH / MANY rappresentano gli aggettivi e
significano: “Molto / Molti” mentre la forma
comparativa è “MORE” e vuol dire “PIU”.
FAR rappresenta l’aggettivo e significa “Distante”
mentre la forma comparativa è “FARTHER /

161
FURTHER” e significa “Più distante”.
NEAR rappresenta l’aggettivo e significa “Vicino”,
la sua forma comparativa è “NEARER” che vuol dire
“PIU’ VICINO”
OLD che rappresenta l’aggettivo e significa
“Vecchio” o anche “Più grande di età”, la sua forma
comparativa è “OLDER” che significa “PIU’
VECCHIO” oppure “PIU’ GRANDE DI ETA’.”
LATE rappresenta l’aggettivo e significa “Tardi”, la
sua forma comparativa è “LATER” che vuol dire
“PIU’TARDI”.

FOCUS ON THE LANGUAGE

L’analisi di questo “focus on the language” verte


su: FARTHER e FURTHER
Il termine “Distanza” in inglese si esprime con “Far”
ma il suo comparativo può essere espresso in
entrambi i modi e in entrambi le forme di scrittura.

“Roma è più distante di Napoli.”


“Rome is further / farther than Naples.”

Da aggiungere però che “Further” non è solo il


comparativo variabile di “FAR” ma rappresenta in
inglese anche un altro significato ovvero quello di
“ULTERIORI” per cui avremmo:
“Se ha bisogno di ulteriori dettagli, per cortesia ce
lo faccia sapere.”
“If you need further details, please let us know.”
Avendo terminato la sezione dei comparativi, ci
accingeremo a descrivere quella dei superlativi e in
particolar modo quella dei superlativi relativi e
assoluti.

162
4.4 SUPERLATIVO
Abbiamo stabilito nei paragrafi precedenti che
quando vogliamo esprimere o descrivere una
qualità su una persona o un oggetto facciamo
riferimento agli aggettivi qualificativi; poi abbiamo
detto anche che una determinata qualità potrebbe
essere posseduta in un grado superiore, minore o
uguale rispetto a una persona effettuandone così il
paragone.
Però bisogna anche tener conto che una qualità
possa essere posseduta nel massimo grado e può
essere rispettivamente:
SUPERLATIVO RELATIVO: se la qualità è
posseduta nel massimo grado solo nei confronti di
un gruppo di persone o cose
SUPERLATIVO ASSOLUTO: se la qualità è
posseduta al massimo grado senza alcuna idea di
relazione con altri.

Come si fa il superlativo relativo? Quali regole


bisogna tener conto?
Se nei paragrafi precedenti avete conosciuto il
comparativo di maggioranza, diremo che il
superlativo relativo segue pari passo nell’atto della
formazione la stessa regola dei comparativi di
maggioranza.
L’unica eccezione che ha è che: mentre il
comparativo di maggioranza ha come desinenza il
suffisso “ER”, nel superlativo relativo il suffisso
diventa “EST” ed è inoltre - a differenza del
comparativo di maggioranza – preceduto
dall’articolo determinativo “THE”.

Dove si colloca la desinenza “EST”?

163
Osserviamo insieme lo schema di seguito:

AGGETTIVI MONOSILLABICI - EST


AGGETTIVI BISILLABICI TERMINANTI PER “Y, LE, ER, OW” - EST
AGGETTIVI POLISILLABICI - THE MOST

Il primo rigo della nostra tabella afferma che gli


aggettivi monosillabici all’atto della formazione del
superlativo, aggiungono all’aggettivo la desinenza
“EST”.
Anche qui vale la stessa regola dei comparativi di
maggioranza.
Se l’aggettivo monosillabico – la cui consonante
finale è preceduta da una vocale – prima di
aggiungere la desinenza “EST” all’aggettivo dovrà
raddoppiare la consonante finale premettendo
davanti all’aggettivo l’articolo determinativo “THE”.
FAT THE FATTEST
SMALL THE SMALLEST
BIG THE BIGGEST

Gli aggettivi bisillabici terminanti per “Y, LE, OR,


OW”, nella formazione del superlativo aggiungono
la desinenza “EST” all’aggettivo:
HAPPY THE HAPPIEST
NARROW THE NARROWEST
SIMPLE THE SIMPLEST
CLEVER THE CLEVEREST

Gli aggettivi polisillabici e quelli bisillabici non


terminanti per le lettere su menzionate,
effettueranno la formazione del superlativo con
l’ausilio di “THE MOST”.
INTERESTING THE MOST INTERESTING
ELEGANT THE MOST ELEGANT
BEAUTIFUL THE MOST BEAUTIFUL

Una cosa esclusivamente importante, è il termine

164
di paragone.
Mentre nel comparativo di maggioranza e in quello
di minoranza – ad esclusione di quello di
uguaglianza – il termine presentato era “THAN” nel
superlativo dobbiamo distinguere due elementi
diversi per esprimere il paragone:

OF IN

Utilizziamo “OF” quando all’interno del superlativo


compare un complemento di specificazione.
Utilizziamo “IN” quando all’interno della frase
espressa al superlativo vi è un complemento di
luogo.
Esempio:
“London is the most beautiful city in
“Londra è la città più bella d’Europa.”
Europe.”
“Luigi è il più intelligentedei suoi amici.” “Luigi is the cleverest of all his friends.”

Nella prima frase si nota subito che dopo


l’elemento superlativo emerge un complemento di
luogo “EUROPA” mentre nella seconda frase dopo
l’elemento del superlativo emerge un complemento
di specificazione “DEI SUOI AMICI”.

FOCUS ON THE LANGUAGE

L’analisi di questo paragrafo è rivolta alla differenza


sostanziale che esiste tra “THE MOST” e “MOST”.
Molti ritengono che l’assenza o la presenza
dell’articolo determinativo sia irrilevante e che in
ogni modo si parli di superlativo. Ma in realtà la
teoria è estremamente sbagliata perché se andate
a controllare sui i dizionari di lingua inglese,
noterete che i due elementi presentano significati

165
esclusivamente differenti per cui non possono
essere accomunati secondo la stessa legge del
massimo comune divisore.
Partendo da “THE MOST” diremo che quest’ultimo
significa “IL PIU’” e viene utilizzato ogni qualvolta
facciamo riferimento al superlativo con aggettivi
polisillabici o con aggettivi bisillabici non presenti
nella tabella su menzionata.
“Luigi è il più simpatico della classe.” “Luigi is the nicest guy in the classroom.”

Al contrario “MOST” senza articolo, assume un


altro significato. Non è più inteso come termine di
superlativo ma bensì come “LA MAGGIOR PARTE
DI” e può avere funzione attributiva se precede il
nome o funzione pronominale se da esso viene
separato dall’articolo determinativo, aggettivo
possessivo o da aggettivo dimostrativo.
“La maggior parte degli studenti passò
“Most students passed their exam.”
l’esame.”
“La maggior parte di questi libri sono
“Most of these books are new.”
nuovi.”

“MOST” in contropartita può essere usato anche


come sinonimo di “VERY” e quindi assumere il
significato di “MOLTO”
“Questo articolo è molto interessante.” “This report is most / very interesting.”

N.B. È possible utilizzare “MOST” in contrapposizione a “VERY” solo davanti agli


aggettivi terminanti in –ING.
Con tutti gli aggettivi terminanti per – “ED” si preferisce usare “VERY” e non
“MOST”.

“She was very pleased to come to our


“Lei era molto felice di venire alla festa.”
party.”

Il secondo tipo di superlativo riguarda quello


assoluto che viene utilizzato – come detto
precedentemente - quando vogliamo esprimere che

166
una persona possiede una qualità superiore in
maniera assoluta senza alcun tipo di relazione con
altre persone o oggetti.
Il superlativo assoluto viene reso in inglese con
“VERY” che si premette prima dell’aggettivo.
“Lui era molto ricco.” “He was very rich.”

E con il superlativo assoluto chiudiamo questo


paragrafo per addentrarci nei superlativi irregolari.
4.4.1 SUPERLATIVI IRREGOLARI
Come abbiamo ben notato nei paragrafi precedenti
trattando del comparativo, abbiamo notato che
nella forma del comparativo oltre alle regole già
precedentemente trattate, esistono i comparativi
irregolari e allo stesso modo si comportano i
superlativi.
In effetti, anche qui abbiamo i superlativi irregolari
come si può evincere dalla tabella seguente:
GOOD THE BEST
BAD THE WORST
NEAR THE NEAREST
FAR THE FARTHEST
MUCH / MANY THE MOST
LATE THE LATEST
OLD THE OLDEST
LITTLE THE LEAST

GOOD rappresenta l’aggettivo e signfica “Buono”,


“THE BEST” rappresenta il superlativo “IL
MIGLIORE”.
BAD rappresenta l’aggettivo e significa “Male”,
“THE WORST” rappresenta il superlativo e significa
“IL PEGGIORE”:
NEAR rappresenta l’aggettivo e significa “Vicino”,
“THE NEAREST” rappresenta il superlativo e
significa “IL PIU’ VICINO”.

167
FAR rappresenta l’aggettivo e significa “Distante”,
“THE FARTHEST” rappresenta il superlativo e
significa “IL PIU’ DISTANTE”
LITTLE rappresenta l’aggettivo e significa “Poco”,
“THE LEAST” rappresenta il superlativo e significa
“IL MINIMO.”
LATE rappresenta l’aggettivo e significa “Tardi”.
“THE LATEST” rappresenta il superlativo e significa
“IL PIU’ TARDI”.
OLD rappresenta l’aggettivo e significa “Vecchio”.
“THE OLDEST” rappresenta il superlativo e significa
“IL PIU’ ANZIANO”.
MUCH / MANY rappresenta l’aggettivo e significa
“Molto / Molti”. “THE MOST” rappresenta il
superlativo e significa “IL PIU’”.

Prima di chiudere questo paragrafo facciamo


un’ultima tabella riepilogativa in cui inserire anche
la forma del comparativo irregolare per avere tutto
il prospetto davanti ben chiaro e dettagliato.
GOOD BETTER THE BEST
LATE LATER THE LATEST
NEAR NEARER THE NEAREST
OLD OLDER THE OLDEST
MUCH / MANY MORE THE MOST
THE FURTHEST / THE
FAR FURTHER / FARTHER
FARTHEST
LITTLE LESS THE LEAST
BAD WORSE THE WORST

La prima colonna rappresenta come al solito


l’aggettivo, la seconda quella inerente al
comparativo e la terza colonna quella inerente al
superlativo. Purtroppo – come detto in precedenza
– per tali comparativi e superlativi irregolari non
esiste una regola per poterli ricavare – come invece
al contrario esistono per gli altri aggettivi - ma la

168
loro applicazione nonché il loro utilizzo deriva
espressamente dalla memorizzazione e quindi dallo
studio mnemonico degli stessi.
Lasciamo definitivamente la sezione dedicata agli
aggettivi qualificativi e ai comparativi e superlativi
per riferirci ad un’altra tipologia di aggettivi che
sono quelli di quantità.
4.5. AGGETTIVI DI QUANTITA’
Gli aggettivi di quantità vengono utilizzati ogni
qualvolta vogliamo stabilire o identificare una
quantità di cose, oggetti, persone o animali.
L’aggettivo di quantità viene reso in italiano
dall’espressione “MOLTI, MOLTA, MOLTE, MOLTO” e
“POCO, POCHI, POCHE, POCA” che però non
corrispondono proprio in maniera dettagliata alla
lingua inglese.
Infatti c’è molta difficoltà per un discente di lingua
inglese apprendere i vari modi che gli inglesi hanno
per esprimere l’idea della quantità e non vi
sorprenderà notare l’utilizzo diretto e mirato di
ciascun termine all’interno della struttura della
frase.
Cominciamo a delineare gli aggettivi di quantità
Essi sono:
MUCH MANY
A LOT OF VERY

Cominciamo a trattare del primo aggettivo di


quantità:
MUCH
Significa “MOLTO/A” e viene utilizzato con i sostantivi singolari non numerabili
nelle frasi interrogative, negative e interro negative.

“Non c’è molta acqua.”


“There isn’t much water.”

“C’è molto vino in questa bottiglia?”


“Is there much wine in this bottle?”

169
“Non c’è molta acqua nel mio bicchiere?”
“Isn’t there much water in my glass?”

Al contrario abbiamo:
MANY
Ha il significato di “Molti / e” e viene utilizzato con i sostantivi numerabili plurali
nelle frasi interrogative e negative.

“Ci sono molte macchine in questo parcheggio?


“Are there many cars in this parking area?

“Non ci sono molte persone oggi.”


“There aren’t many people today.”

“Non ci sono molte persone oggi?”


“Aren’t there many people today?”

Invece in contropartita abbiamo:


A LOT OF
Ha il significato di “MOLTO” e viene utilizzato con i sostantivi singolari e plurali solo
ed esclusivamente nelle frasi affermative.

“Lui ha molti libri.”


“He has got a lot of books.”

“Lui beve molto latte.”


“He drinks a lot of milk.”

A differenza degli aggettivi di quantità su


menzionati che reggono un sostantivo, abbiamo
“VERY” che invece viene utilizzato solo davanti agli
aggettivi o davanti agli avverbi.
“Lui è molto arrabbiato.” “He is very angry”.
“Lui sta molto bene.” “He is very well”.

Inoltre non è strano notare l’unione di “VERY” con


“MUCH”.
VERY MUCH infatti vuol dire “Molto” e viene
utilizzato singolarmente.
È posto alla fine della frase, per esprimere
gradimento verso un qualcosa o verso un’azione.
“Grazie molto.” “Thank you very much.”
“Mi piace molto questo libro.” “I like this book very much.”

170
Lo stesso si può dire per “A LOT” che può
comparire singolarmente – e quindi senza essere
seguito da un sostantivo – con la stessa funzione di
VERY MUCH, con l’eccezione però che quest’ultimo
è possibile rintracciarlo solo ed esclusivamente
nelle frasi affermative mentre il precedente in tutti i
tipi di frasi.
“Lei parla molto.” “She speaks a lot.”

Quando non vogliamo esprimere il concetto di


“MOLTO” ricorriamo ad un altro aggettivo di
quantità che è “ENOUGH”.
ENOUGH
Significa “ABBASTANZA” e viene utilizzato in due modi diversi:

Quando siamo in presenza di un sostantivo, “ENOUGH” si colloca prima del


sostantivo, proprio come nell’esempio:

“Non ho abbastanza pane.”


“I haven’t got enough bread.”

Se invece “ENOUGH” è seguito da un aggettivo. Quest’ultimo si mette dopo.

“Sono abbastanza bravo.”


“I am good enough.”

L’espressione “ABBASTANZA” viene reso in inglese


anche dall’espressione: “QUITE” e “QUITE A LOT.”
Vediamo la differenza.

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questo nostro “Focus” ci concentreremo


maggiormente sulla differenza tra “QUITE” e
“QUITE A LOT”.
Entrambi significano “ABBASTANZA”, solo che il
loro utilizzo è relativamente diverso: “Quite”,
compare sempre quando all’interno della frase
troviamo un aggettivo.
“Lui è abbastanza intelligente” “He is quite clever.”

171
“Quite a lot”, invece lo troviamo come membro
singolo, membro isolato all’interno di una frase. Lo
troviamo soprattutto nelle frasi di risposta ad una
domanda.
“Hai abbastanza soldi?” Si ne ho “Do you have enough money?” “Yes,
abbastanza. quite a lot.”

Continuando sempre a delineare gli aggettivi di


quantità, come abbiamo finora descritto gli
aggettivi che descrivono una moltitudine di oggetti,
animali e persone, passiamo a descrivere quegli
aggettivi di quantità che descrivono una quantità
esclusivamente ristretta e limitata. Ci stiamo
riferendo al concetto di “POCO/POCHI” che in
inglese viene reso in due modi diversi:

LITTLE FEW

Utilizziamo “LITTLE” con sostantivi singolari in


frasi affermative, negative e interrogative.
“Non ho poco tempo ma molto.” “I haven’t got little time but plenty”
“Hai pochi soldi da darmi?” “Do you have little money to give me?”
“Ho pochi soldi, così non posso “I have got little money so I cannot
permettermi quella macchina nuova.” afford that new car.”

Utilizziamo “FEW” con i sostantivi plurali numerabili


in frasi affermative, negative e interrogative.
Il suo significato è “POCHI / POCHE.
“Hai pochi amici?” “Have you got few friends?”
“Non ho pochi amici.” “I haven’t got few friends.”
“Ho pochi amici.” “I have got few friends.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questo paragrafo come punto focale di analisi


affronteremo la differenza tra “FEW” e “A FEW”.

172
FEW A FEW

Il termine “FEW”, viene utilizzato quando si vuole


esprimere che c’è scarsità di persone, o oggetti –
un numero limitato di cose.
“Ho pochi libri sullo scaffale.” “I have got few books on the shelf.”

Il termine “A FEW” al contrario indica un aggettivo


indefinito e si ritiene sinonimo di SOME e ANY – che
tratteremo nel paragrafo successivo. Il suo
significato è “QUALCHE – ALCUNI” e così via.
“Ho alcuni amici molto gentili.” “I have got a few kind friends.”

Quindi non dimenticate che premettendo l’articolo


indeterminativo prima di “FEW” non state creando
il plurale di “POCO” – e quindi come aggettivo di
quantità – ma bensì state parlando del sinonimo di
SOME e ANY e quindi di “aggettivo indefinito” con il
significato di “Qualche / alcuni” etc etc.
Un altro Focus on the language è sulla differenza
tra:
LITTLE A LITTLE

LITTLE si usa – come abbiamo detto sopra con


sostantivi singolari per indicare il concetto di
“POCO” e può essere usato in frasi affermative,
negative e interrogative. Precede il sostantivo.
“I have got little time.” “Ho poco tempo.”

A LITTLE, al contrario, vuol dire “UN PO’ e


rappresenta una sorta di locuzione staccato dal
contesto della frase. Lo troviamo molte volte nei
contesti riguardanti le risposte alle domande.
“How much wine would you like?” “A
“Quanto vino vuoi?” “Un po’ “
little.”

173
Molte volte vi sarà capitato di vedere l’espressione
“JUST A LITTLE” che vuol dire “giusto un po’ /
appena un po’” e viene utilizzato per enfatizzare la
locuzione all’interno della frase.
Molto interessanti per denotare l’aspetto
quantitativo sono anche:

NOT MUCH / NOT MANY / SO MUCH / SO


MANY.

174
NOT MANY
NOT MUCH
Si usa nelle frasi di risposta con
Si usa nelle frasi di risposta con
sostantivi plurali
sostantivi singolari.
“Quanti giornali hai comprato? Non
“Quanto latte c’è nel frigo? Non molto.
molti.”
“How much milk is there in the fridge?”
“How many newspapers have you
“Not much”
bought? Not many.”

Utilizzeremo “SO MUCH” e “SO MANY” quando


vogliamo rendere l’idea della quantità come
“TANTO” oppure “TANTI/E”
“SO MUCH” è usato con sostantivi singolari nelle
frasi affermative, negative e interrogative.
“Ci sono tanti soldi nel cassetto.” “There is so much money in the drawer.”
“C’è tanto latte nel mio bicchiere?” “Is there so much milk in my glass?”
“Non c’è tanto caffè nella mia tazza.” “There isn’t so much coffee in my cup.”

“SO MANY” viene usato con sostantivi plurali in


frasi affermative, negative ed interrogative.
Significa “TANTI/E”.
“Ci sono tante macchine in questa area.” “There are so many cars in this area.”
“Ci sono tante macchine in questa area?” “Are there so many cars in this area?”
“Non ci sono tante macchine qui.” “There aren’t so many cars here.”

Dopo aver trattato a lungo degli aggettivi


quantificativi, possiamo tranquillamente parlare di
un altro argomento che è quello degli aggettivi
indefiniti.
4.6 Aggettivi Indefiniti.
In questo paragrafo tratteremo – come dice
appunto il titolo – degli aggettivi indefiniti il cui
utilizzo sembra non suscitare grande simpatia da
parte dei discenti di lingua inglese anche perché gli
inglesi – a differenza nostra – hanno modi diversi di
esprimere il concetto dell’indefinito.
Cosa si intende per aggettivo indefinito?

175
Beh al primo impatto potremmo dire che per
aggettivo indefinito si intende quell’aggettivo che
non descrive in maniera dettagliata, analitica e
precisa la quantità di un oggetto, o persone, ma
bensì lascia un senso indeterminato, abbastanza
vago.
Infatti se andiamo a prendere come punto di
riferimento i nostri aggettivi indefiniti italiani
“QUALCHE / ALCUNI / DEI” notiamo che sono
aggettivi generici, che non ci forniscono dettagli
precisi sulla quantità.
La stessa cosa accade anche in inglese.
Vediamo però di delineare – inizialmente – il
partitivo in lingua inglese per poi addentrarci nel
suo utilizzo.
Il partitivo in inglese si rende con “SOME” e
“ANY”. Entrambi significano: “DELLO / DELLA /
DEGLI / DEI / QUALCHE / ALCUNI” e così via e
anche abbastanza diversificato è il loro utilizzo
all’interno delle frasi.
Usiamo SOME e ANY rispettivamente nei seguenti
casi riportati nella seguente tabella:
SOME ANY
Nelle frasi negative
Frasi affermative
Esempio:
Esempio:
“Non ho del pane.”
“Ho del pane.”
“I haven’t got any bread.”
“I have got some bread.”
Nelle frasi interrogative:
Nelle frasi interro – negative.
Esempio:
Esempio:
“Ci sono delle persone interessanti in
“Non ci sono alcune persone
questa classe?
interessanti?”
“Are there any interesting people in this
“Aren’t there some interesting people?”
classroom?”
Nelle domande di offerta e di richiesta
Nelle frasi introdotte da “IF”.
Esempio:
Esempio:
“Vuoi del latte?
“Se hai dei dettagli da aggiungere puoi
“Do you want some milk?”
dirmelo.”
“Posso comprare dei libri?”
“If you have any details to add, you can
“Can I buy some books?”
say that to me.”

176
Dalla tabella precedente si nota in maniera chiara
ed evidente, che noi utilizziamo “SOME” nelle
forme interrogative che esprimono offerta e
richiesta oppure nelle frasi affermative. “ANY”
invece in tutti i tipi di domande e forme negative.
Bisogna anche però dire che “ANY” nelle forme
negative assume lo stesso significato di “NIENTE” e
quindi se io ho una frase del genere:
“I haven’t got any book.” “Io non ho nessun libro”.

Sottolineando così l’aspetto di negatività rispetto a


“SOME” che invece esprime una quantità imprecisa
e indefinita.
E’ possibile usare anche “ANY” nelle frasi
affermative, ma in questo contesto l’aggettivo
indefinito assume un altro significato. Da una
quantità imprecisa che esso denota, passa a
descrivere una caratteristica generale e astratta,
con il significato di “QUALSIASI.”
“Qualsiasi autobus passa per questa
“Any bus comes by this street.”
strada.”

Paragoniamo le seguenti frasi:

“Some buses come by this square.” (1)


“Any bus comes by this square.” (2)

Nella frase (1) non sono tutti gli autobus a passare


per quella piazza ma solo un numero limitato:
alcuni autobus passano per quella piazza.
Nella frase (2) al contrario, non è il numero limitato
di autobus a passare ma bensì è qualsiasi autobus
che passa per quella piazza, quindi l’idea più
generica rispetto a “SOME”.
Può capitare di trovare espressioni del genere:

177
SOME OF ANY OF

Si usa “SOME OF” quando all’interno della frase è


presente o un articolo determinativo, o un
aggettivo dimostrativo o un possessivo o un
pronome complemento oggetto.
“Alcuni dei miei amici sono venuti alla “Some of my friends came to my party
mia festa ieri. yesterday.”
“Alcuno di questi libri sono miei.” “Some of these books are mine.”
“Alcuni di loro sono miei amici.” “Some of them are my friends.”

Si usa “ANY OF” quando all’interno della frase è


presente o un articolo determinativo, o un
aggettivo dimostrativo o un possessivo o un
pronome complemento oggetto.
“Non ho nessuna di queste canzoni.” “I haven’t got any of these songs.”
“Qualunque mia lettera parla d’amore”. “Any of my letters deals with love.”
“Have you got any of the cds I gave you
“Hai alcuni dei cd che ti diedi alla festa?”
at the party?”

Molto intrigante è anche l’uso di “NO” e “NONE”


all’interno degli aggettivi indefiniti.
“NO” ha funzione di soggetto e precede il
sostantivo di riferimento. Significa “NESSUNO”.
“No Bus comes by this square.” “Nessun auto passa per questa piazza.”

Il suo corrispondente è “NONE” e viene utilizzato


quando il sostantivo a cui fa riferimento è
preceduto o da un articolo determinativo, o da un
aggettivo dimostrativo o da un aggettivo
possessivo o da un pronome personale
complemento oggetto.
“Nessuno di questi libri è mio.” “None of these books is mine.”
“Nessuno di loro è italiano.” “None of them is Italian.”
“Nessun dei miei amici ama andare al “None of my friends love going to the
cinema.” cinema.

In tutte queste frasi “NONE” ha la

178
funzione di pronome. Molte volte
troviamo “NONE” anche nelle risposte “How many cigarettes have you brought
come elemento isolato dal contesto along? None.”
fraseologico.
“Quante sigarette hai portato con te?”
Nessuna.

FOCUS ON THE LANGUAGE

L’argomento progetto di analisi in questo paragrafo


sarà rispettivamente la differenza che esiste tra
“ANY” e “NO”.
Abbiamo detto poc’anzi che “ANY” nelle frasi
negative assume un significato simile ed analogo a
“NO” per cui si comporta come valore negativo.
Se io prendo una classica frase italiana del tipo:

“Non c’è nessun bicchiere.”

Io posso avere la facoltà di scelta di come poter


tradurre la frase su menzionata.
“There isn’t any glass.” “There is no glass.”

Entrambi le frasi traducono molto bene il significato


della frase su menzionata, ma hanno al loro interno
delle varianti:
Nella prima frase abbiamo il verbo espresso alla
forma negativa mentre nella seconda, il verbo è
espresso alla forma affermativa in quanto “NO”
rappresenta già di per se un elemento di
negazione.
Dopo aver delineato tutti e tre gli aggettivi
quantificativi – prima di passare al nuovo capitolo
dedicato interamente agli avverbi – concludiamo il
paragrafo con una semplice tabella che mostra
brevemente i tre aggettivi.

179
FRASI AFFERMATIVE
SOME FRASI INTERRO
NEGATIVE
DOMANDE DI OFFERTA E DI RICHIESTA
FRASI NEGATIVE
ANY FRASI INTERROGATIVE
FRASI DUBITATIVE
NO FRASI AFFERMATIVE

Adesso possiamo congedare questo capitolo


dedicandoci – come già menzionato
precedentemente agli avverbi

180
5.0 GLI AVVERBI
Nel capitolo due abbiamo trattato – come primo
paragrafo di apertura - della struttura della frase e
abbiamo evidenziato alcune caratteristiche come il
soggetto, il pronome complemento, i pronomi
possessivi e così via, lasciando in sospeso l’ordine
di una frase e quindi come questa deve essere
disposta dai suoi singoli elementi.
All’appello infatti mancano ancora i famosi avverbi
che meritano – come gli aggettivi e gli altri
argomenti – una trattazione a parte e distaccata.
Gli avverbi li possiamo distinguere in diverse
categorie:

Avverbi di modo Avverbi di luogo


Avverbi di frequenza Avverbi di tempo

Ogni avverbio su menzionato sarà trattato


singolarmente, per il momento dobbiamo però fare
un piccolo passo indietro ritornando alla struttura
della frase e per rendere il concetto più univoco
dobbiamo riallacciarci al secondo capitolo.
Abbiamo detto che in inglese una parte
fondamentale della frase è sicuramente il soggetto,
il quale deve sempre comparire anche quando in
italiano questo è sottinteso. Abbiamo anche detto –
e lo ripetiamo – che quando ci troviamo dinanzi ad
una frase impersonale, il soggetto utilizzato è il
pronome “IT”.
Abbiamo anche accennato al fatto che il soggetto
rappresenta quasi sempre l’elemento iniziale della
frase – tranne quando ci troviamo in una frase
interrogativa o interro negativa. Come secondo
elemento – anch’esso essenziale – troviamo il

181
verbo che può essere in forma attiva o passiva a
seconda dell’azione rappresentata.
Dopo aver delineato i due caratteri fondamentali,
non abbiamo considerato l’ordine della frase
quando al suo interno troviamo i famosi
complementi e locuzioni avverbiali.
Una frase tendenzialmente corretta ha i suoi
elementi collocati rispettivamente nel seguente
ordine:

SOGGETTO
VERBO
COMPLEMENTO OGGETTO

E poi tutti i vari complementi: quello di termine,


quello di compagnia, di luogo, di tempo e così via.
Ovviamente l’ordine dipende dai vari complementi
presenti all’interno della frase dato che non
abbiamo una frase con tutti i possibili complementi,
ma la regola generale prevede che almeno i tre
elementi su menzionati nello schema siano
rispettati.
“Ho comprato un cd per mia zia.” “I bought a cd for my aunt.”

Analizzando la frase abbiamo:

“I” soggetto
“BOUGHT” verbo: passato remoto
“A CD” complemento oggetto
“FOR MY AUNT”. Complemento di fine o scopo.
“Ieri ho letto un giornale mentre “Yesterday, I read a newspaper while I
camminavo lungo la strada.” was walkingalong the street.”

Passiamo ad osservare più direttamente gli avverbi


e in particolare: gli avverbi di modo.

182
5.1. AVVERBI DI MODO
Gli avverbi di modo vengono utilizzati per
descrivere la maniera con cui viene eseguita
un’azione.
L’avverbio di modo trae origine dall’aggettivo e si
forma aggiungendo “–ly” alla radice principale
dell’aggettivo. Ovviamente questa regola sembra
essere esclusivamente generica in quanto esistono
delle varianti in base alla desinenza finale
dell’aggettivo.
Vediamo un po’ di comprendere meglio questo
aspetto:
Abbiamo detto che l’avverbio di modo si forma
dall’aggettivo attraverso la desinenza “ly”
Bad Badly
Beautiful Beautifully

Ovviamente questa regola non è universale


altrimenti sarebbe troppo semplice formare gli
avverbi. Anzi proprio perché presenta delle
diversità dalla regola sopra citata, dobbiamo
distinguere gli aggettivi in base alla desinenza
finale.
Gli aggettivi che finiscono per:

- IC -ALLY
UE -ULY
LE Y
Y ILY
Esempio:
AUTOMATIC AUTOMATICALLY
TRUE TRULY
HAPPY HAPPILY
SIMPLE SIMPLY

Dove si collocano gli avverbi di modo?


Questo aspetto sembra anche mandare in crisi

183
molti discenti di lingua inglese anche perché a
differenza della lingua italiana, gli avverbi di modo
hanno diversi modi di collocazione che sono
rispettivamente i seguenti:
In assenza di un complemento oggetto, gli avverbi
seguono immediatamente il verbo:
“Lui parla bene”. “He speaks well.”

Se invece all’interno della frase abbiamo un


complemento oggetto e quindi ci troviamo dinanzi
ad una frase transitiva, l’avverbio di modo si
colloca subito il complemento oggetto.
“Lui suona la chitarra
“He plays the guitar wonderfully”.
meravigliosamente.”

Nei tempi composti: passato prossimo, trapassato


prossimo, futuro anteriore, futuro semplice,
condizionale presente e passato, l’avverbio di modo
si colloca a cavallo tra i due verbi.
“Lui ha felicemente iniziato il suo nuovo
“He has happily starter his new job.”
lavoro”.

Con i verbi modali (tranne “WANT”), gli avverbi di


modo si collocano in mezzo ai due verbi
“Lui sa attentamente scrivere il suo
“He can carefully spell his name.”
nome.”

Se l’avverbio di modo precede un verbo espresso in


forma infinitiva, l’avverbio so collocherà tra il
soggetto e il verbo.
“Aspettava ansiosamente di leggere “He anxiously expected to read that
quella lettera.” letter.”

Bisogna però a questo punto far presente che non


tutte le parole che terminano per “LY” sono
effettivamente considerati avverbi di modo, anzi al
contrario possono essere considerati aggettivi.

184
Esempi tipici possono essere:
WEEKLY SETTIMANALE
MONTHLY MENSILE
YEARLY ANNUALE
FRIENDLY SOCIEVOLE

Questi non rappresentano avverbi di modo


nonostante la finale che coincide a quella degli
avverbi di modo ma bensì agli aggettivi. Un'altra
caratteristica principale è dominata da:

LATE FAST
HARD STRAIGHT

Queste espressioni su menzionate, si comportano


simultaneamente sia da aggettivi che da avverbi.
Esempio:
“He is a hard worker.” “Lui è un duro lavoratore”.
“He works hard.” “Lui lavora sodo.”

Nella frase numero uno, “HARD” ha funzione di


aggettivo perché precede un sostantivo. Sta
qualificando il tipo di persona.
Nella seconda frase, “HARD” è un avverbio perché
è posto dopo il verbo e perché sta a denotare la
maniera con cui la persona lavora.
Cosa succede se io aggiungo “-LY” all’aggettivo
“HARD”?
Vediamolo nel FOCUS ON THE LANGUAGE.

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questa sezione ci occuperemo della differenza


che sussiste tra “HARD” e HARDLY”.
In realtà questi due termini sono diversi sia per
significato che per struttura.

185
“HARD” rappresenta – come abbiamo appena detto
poc’anzi – l’aggettivo qualificativo ma anche
l’avverbio di modo.
“He works hard” “Lui lavora duramente.”
“He is a hard worker.” Lui è un duro lavoratore.

“HARDLY” al contrario ha un valore del tutto


negativo. Non ha nulla a che vedere con “HARD” e
il suo significato è “A STENTO”.
La sua collocazione è:
Tra il soggetto e il verbo: quando la frase è in
forma semplice.
“He hardly knows me” “A stento mi conosce.”

Tra i due verbi: se il tempo è composto


“He has hardly spoken to us.” “Lui a stento ha parlato con noi.”

Se c’è un verbo ausiliare come il verbo essere,


“Hardly” si colloca subito dopo il verbo ausiliare.
“Lui è a stento soddisfatto del suo
“He is hardly happy about his job”
lavoro.”

In presenza di verbi modali, “HARDLY” si colloca


tra i due verbi:
“He can hardly recognize us when he “A stento riesce a riconoscerci quando ci
sees us.” vede.”

“Hardly” ha lo stesso valore di “Barely” e “Scarcely”


e tutti e tre hanno lo stesso significato mostrando
connotati negativi di frase.
“Hardly” in abbinamento con “EVER” genera un
avverbio di frequenza che è “HARDLY EVER” ovvero
“QUASI MAI.”
“I hardly ever study English language.” “Quasi mai studio la lingua inglese.”

Ma di questo argomento – avverbi di frequenza –


ne trattiamo nei paragrafi successivi.

186
Adesso passiamo anche ad un secondo Focus on
the Language riguardante un altro aggettivo che è
“LATE”.
Un altro studio analitico è quello della differenza tra
“LATE” e “LATELY” che sono entrambi molto
diversi.
“LATE” rappresenta sia un aggettivo che un
avverbio. Se io prendo le seguenti frasi:
“He works till late.”
“He is a late worker.”

Nel primo caso “LATE” ha valore di avverbio, nel


secondo caso invece assume valore di aggettivo
perché precede il sostantivo.
“LATELY” invece è sinonimo di “RECENTLY” che
significa “RECENTEMENTE / DI RECENTE”
“Lately I have played tennis with my “Recentemente ho giocato a tennis con I
friends.” miei amici.”

Quindi da non confondere e non mischiare “LATE”


con “LATELY” perché sono due concezioni
rispettivamente diverse e quest’ultimo determina
una concezione temporale.

N.B. Esiste una differenza tra: “GOOD” e “WELL”.


“GOOD” rappresenta l’aggettivo, mentre “WELL” rappresenta l’avverbio.

“He is a good worker.” “Lui è un buon lavoratore.”


“He speaks well.” “Lui parla bene.”

Adesso andiamo a trattare della seconda categoria


di avverbi che sono quelli di frequenza.
5.2 AVVERBI DI FREQUENZA
Prima di addentrarci nella spiegazione
grammaticale, partiamo dal definire cosa sia un

187
avverbio di frequenza.

Per avverbio di frequenza, si intende quella parte del discorso che


scandisce la frequenza con cui viene eseguita un’azione.

Quali sono gli avverbi di frequenza in lingua


inglese? Vediamoli insieme nella seguente tabella:
Always Sempre
Usually Di solito
Sometimes A volte
Often Spesso
Seldom Di rado
Rarelly Raramente
Hardly Ever Quasi mai
Occasionally Occasionalmente
Never* Mai*

Il problema adesso nasce come e dove collocare


questi avverbi. L’italiano ad esempio rispetto alla
lingua inglese si pone ad essere una lingua più
flessibile ed elastica nel suo utilizzo.
Se io affermo:
“Io mangio sempre carne la Domenica”.

Oppure
“Io sempre mangio carne la Domenica.”

In Italiano non mi cambia niente.


Entrambi le frasi sono di senso compiuto e sono
grammaticalmente corrette. In inglese ahimè
questo non è possibile e l’ordine degli elementi
all’interno di una frase deve essere severamente
rispettato.
Ci sono tre possibili collocazioni degli avverbi di
frequenza all’interno di una frase a seconda se
quest’ultima sia semplice, composta o con la
presenza di un verbo ausiliare. Cominciamo a

188
vedere singolarmente i tre casi.
I) caso: Avverbi di frequenza in frasi in forma
semplice
Che cosa significa frase in forma semplice?
Una frase si definisce in forma semplice quando al
suo interno compare solo un elemento verbale.
Partiamo dalla lingua italiana:

Io leggo sempre un libro.


Io guardo spesso la televisione
Lui parla di solito inglese.

Tutte e tre le frasi si definiscono in forma semplice,


perché come ben si può notare recano solo la
presenza di un elemento verbale e rispettivamente:
(leggo; guardo; parla).
Come ben si può notare in italiano, l’avverbio di
frequenza è solito seguire il verbo mentre in inglese
la regola vuole che quando all’interno della frase
c’è solo un elemento verbale l’avverbio di
frequenza si colloca tra il soggetto e il verbo.
Esempio:
“Io leggo sempre un libro” “I always read a book”.
“Io guardo spesso la televisione” “I often watch TV.”
“Lui parla di solito italiano” “He usually speaks Italian.”

Che cosa accade se però all’interno di una frase è


presente un elemento negativo?
Se notate la tabella, ho indicato con un asterisco
l’avverbio di frequenza “Never”.
Quest’ultimo esprime già una connotazione
negativa per cui se io volessi fare una frase
negativa con questo avverbio il verbo che deve
seguire deve essere espresso in forma affermativa,

189
proprio perché in inglese due negazioni non
possono coesistere altrimenti generano
un’affermazione.
Facciamo un esempio pratico:
Io non guardo mai la televisione la sera.
In Italiano abbiamo due presenze negative: la
negazione (non), e l’avverbio di frequenza negativo
(mai). Per la famosa regola su menzionata in
inglese avremmo:

“I never watch TV in the evening.”

Assisteremo così all’eliminazione della particella


(non) che è presente nella frase italiana e
sostituiremo la forma negativa con un verbo
affermativo (watch).
II) Caso: Avverbi di frequenza in tempi
composti
Per tempo composto si intende una frase in cui
sono presenti due elementi verbali.
Se analizziamo la grammatica italiana sono definiti
tempi composti i seguenti tempi verbali: passato
prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore,
condizionale passato etc. etc.
Partiamo anche qui con alcuni esempi di frasi
italiane:

“Io ho sempre mangiato il pane.”


“Lui aveva spesso letto quel libro”
“Lei di solito sarebbe stata molto contenta.”

Tutte e tre le frasi hanno il tempo composto perché


abbiamo due elementi verbali. In inglese, quando

190
abbiamo una frase in cui compaiono due elementi
verbali, l’avverbio di frequenza si colloca a cavallo
tra i due verbi e cioè tra il primo e il secondo
elemento verbale.
Esempio:

“I have always eaten bread.”


“He had often read that book.”
“She would usually have been very happy.”

III) Caso: Avverbi di frequenza in presenza di


un verbo ausiliare
Quando all’interno di una frase compare un verbo
ausiliare, l’avverbio di frequenza si colloca subito
dopo il verbo.
In inglese sappiamo tutti che gli unici verbi ausiliari
sono due: (essere e avere), ma quest’ultimo
trasgredisce dalla regola degli avverbi di frequenza
in quanto il verbo (have) è anche usato come verbo
ordinario e cioè nella forma interrogativa con (Do –
Does) per cui non fa fede in questo caso.
Ci limiteremo ad utilizzare solo il verbo essere
come unico verbo di riferimento.
Partendo dalla lingua italiana abbiamo
rispettivamente tre frasi:

“Lui è sempre in ritardo”


“Io sono spesso contento”
“Loro sono di solito in anticipo.”

In tutti e tre gli esempi compare il verbo essere. In


questo caso la traduzione dall’italiano all’inglese
avviene in maniera letteraria ovvero senza fare

191
nessuno spostamento all’interno della frase. Così
avremo:

“He is always late”


“I am often happy”
“They are usually early.”

E se io trovo il verbo avere? Come mi devo


comportare?
Vediamo qualche esempio:

“Lei ha sempre mal di testa.”

In italiano anche qui l’avverbio di frequenza


compare subito dopo il verbo avere, ma in inglese
con questo verbo, l’avverbio si colloca tra il
soggetto e il verbo proprio come se stessimo in
presenza di un verbo ordinario.

“She always has headache.”

Vediamo cosa accade se al posto di una frase


affermativa ci trovassimo in una posizione di frase
interrogativa e negativa.
Sappiamo che normalmente, salvo casi eccezionali
che non tratteremo in questa sede dato che si
tratta di un livello base di grammatica, la forma
interrogativa e negativa dei verbi che non sono
ausiliari si rendono con l’ausilio della particella.

“Do – Does” + Soggetto + Verbo

Quando abbiamo la presenza di un avverbio di


frequenza, quest’ultimo si colloca sempre tra il

192
soggetto e il verbo. Esempio:
“Guardi sempre la televisione?” “Do you always watch TV?”
“Mangia spesso alle ore 13.00?” “Does she often eat at 1.00 p.m?”
Esci di solito con I tuoi amici? Do you usually go out with your friends?

Il problema sussiste quando nella forma


interrogativa sussiste l’avverbio di frequenza “Mai”
che come abbiamo detto lo abbiamo
contrassegnato con un asterisco.
Vediamo di fare chiarezza su questo avverbio. In
Inglese “Mai” si dice in due modi:
NEVER EVER
Utilizziamo “EVER” in frasi interrogative
o con frasi in cui all’interno abbiamo un
altro elemento negativo diverso dalla
negazione.

Esempio:
Utilizziamo “NEVER” in frasi affermative
Guardi mai la televisione?
Do you ever watch TV?
Esempio:
Sei mai stato in Inghilterra?
Have you ever been to England?
Io non guardo mai la TV
I never watch TV.
Nessuno mai dice la verità
Nobody ever tells the truth.

Quasi mai leggo un libro.


I hardly ever read a book.

A questo punto sorge una domanda molto


interessante: e se io utilizzo NEVER in una frase
interrogativa cosa succede? Prendiamo due frasi
uguali e traduciamole in inglese.
Frase Italiana:
“Sei mai stato a Napoli?”

Frasi inglesi:
“Have you ever been to Naples?”

Have you never been to Naples?

193
Entrambe possono sembrare grammaticalmente
corrette in quanto rispettano la volontà legislativa
della grammatica inglese.
E allora la differenza dove risiederebbe? La
differenza risiede nella diversa interpretazione che
si da alla frase.
Un parlante straniero quando sente pronunciata la
seconda frase avverte come un tono di meraviglia e
stupore verso un azione che non si è mai fatta.
Nel primo caso invece il tono è quello di una
semplice domanda a titolo informativo.
La traduzione italiana corretta della seconda frase
sarebbe:
“Non sei mai stato a Napoli?????” evidenziando il
tono di stupore e di meraviglia da parte
dell’interlocutore.
Quando siamo in presenza di una frase negativa,
l’avverbio di frequenza, si colloca dopo la negazione
“NOT”. Esempio:
Lui non mangia spesso la carne. He does not often eat meat.
She does not always speak to her
Lei non parla sempre con i suoi genitori.
parents.

Quando invece al contrario siamo in presenza di


una frase interro-negativa: ovvero quando
all’interno di una domanda è presente una
negazione, l’avverbio di frequenza si mette tra il
soggetto e il verbo. Esempio:
Non giochi spesso a pallone? Don’t you often play football?

Ultima osservazione da tener conto è quando ci


troviamo in presenza di una risposta breve in cui è
presente un avverbio di frequenza. Partiamo dalla
lingua italiana.
Lui fa sempre tardi. Si, è vero, lui lo fa “He is always late. Yes, you are right. He
sempre.” always is!”

194
Quando ci troviamo in presenza di risposte brevi,
l’avverbio di frequenza si colloca sempre tra il
soggetto e il verbo.
Lui parla spesso, ma di solito non lo fa. He often speaks but he usually doesn’t.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Always + ing Always + present simple


You are always listening to music in your You always listen to music
spare time! in your spare time

Notiamo le due costruzioni.


Normalmente gli avverbi di frequenza come tempo
verbale reggono il presente semplice e non quello
progressivo proprio perché non stanno ad indicare
un azione che accade limitatamente nel tempo ma
esprimono azioni che si compiono in maniera
regolare, ovvero con una certa frequenza.
Una nota particolare, merita l’avverbio di frequenza
ALWAYS, che ha due costruzioni.
Nel primo caso abbiamo trovato l’avverbio di
frequenza coinvolto in un tempo verbale che si
discosta dal nostro tempo verbale (presente
semplice), per trovarlo invece coniugato con il
presente progressivo.
Il significato delle due frasi non è assolutamente
identico nonostante sembrino avere lo stesso
significato oltre a condividere la stessa scrittura.
La prima frase (You are always listening to music in
your spare time!), indica un infastidimento verso
un’azione, ovvero il parlante mostra seccatura nei
riguardi dell’azione compiuta dall’altra persona.
Nella seconda frase (You always listen to music in
your spare time), il parlante esprime la sua

195
frequenza a compiere costantemente un’azione e
cioè quella di ascoltare la musica.
Quando si vuole esprimere un’abitudine a compiere
un’azione, non dimenticatevi mai di usare il
PRESENTE SEMPLICE e non il PRESENTE
PROGRESSIVO altrimenti si rischia di essere poco
cortesi nei confronti del nostro interlocutore.

SOMETIMES – OFTEN – USUALLY

Questi tre avverbi di frequenza a differenza degli


altri, possono essere anche collocati all’inizio frase
oltre al loro normale utilizzo. Per cui potremmo
avere:
Io spesso gioco a calcio. I often play football.
Oppure: Often I play football.

Di solito leggo romanzi. I usually read novels.

Oppure: Usually I read novels.

Dopo aver delineato anche gli avverbi d frequenza


tratteremo degli avverbi di tempo.
5.3 AVVERBI DI TEMPO
Gli avverbi di tempo vengono utilizzati per scandire
la temporalità entro cui viene eseguita un’azione.
Gli avverbi di tempo giocano un ruolo
estremamente importante nella grammatica inglese
perché sono strettamente connessi al verbo e ne
determinano il tempo – presente, progressivo,
futuro, condizionale, trapassato – e così via.
Possiamo distinguere due tipi di avverbi di tempo:
Quelli che implicano la frequenza e quindi gli
avverbi di frequenza – ampliamente trattati nel

196
paragrafo precedente – e quelli che indicano la
temporaneità di un’azione: avverbi di tempo
determinato, oppure quelli che implicano la durata
di un’azione: avverbi di durata.
Vediamo quali sono gli avverbi di durata:
SINCE DA
UNTIL FINO
FROM DA

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questo paragrafo l’analisi linguistica da porre


all’attenzione è tra: “SINCE” e “FROM”. Entrambi
significano “DA” ma da un punto di vista
esclusivamente diverso:
Utilizziamo “SINCE” quando vogliamo esprimere
una forma di durata temporale precisa, iniziata in
un momento preciso del passato e che continua
ancora, ovvero l’azione non si è conclusa.
“I have been studying English since
“Studio l’inglese dal 1980.”
1980.”

In questa frase l’azione dello studiare è iniziata nel


“1980” e non si è ancora conclusa ma è in
progresso.
“FROM” invece indica un “DA” inteso come
momento temporale di partenza.
“Da lunedì frequenterò un corso di “From Monday I am attending an English
inglese.” Course.”

In questa frase l’azione di frequentare comincerà a


partire da Lunedì, il che significa che prima d’ora –
e quindi prima del termine prefissato – io non sto
frequentando nessun corso di lingua.
Adesso passiamo a trattare quali sono gli avverbi di

197
tempo determinato.
Questi avverbi pongono l’enfasi sulla temporaneità
di un’azione; vuol dire che l’azione si sta svolgendo
in un arco ben definito e limitato di tempo.
Questi sono:

NOW
THIS WEEK
THIS MONTH
TODAY
AT THE MOMENT
THIS YEAR
IN THIS PERIOD OF THE TIME

Tutti questi avverbi di tempo determinato generano


un’azione di durata limitata nel tempo per cui
reggono come tempo verbale il “PRESENTE
PROGRESSIVO”.
Come ultimi avverbi - diversi da quelli di tempo
determinato – che esprimono invece la costanza
nel compiere un’azione sono gli avverbi di
frequenza.

ALWAYS
OFTEN
SOMETIMES
NEVER
EVER
HARDLY EVER
USUALLY
GENERALLY

La cui trattazione è stata già fatta nel paragrafo


precedente.

198
Ultimo argomento per questo capitolo è dedicato
sicuramente agli avverbi di luogo.
5.4 AVVERBI DI LUOGO
Dopo aver trattato degli avverbi di frequenza e
degli avverbi di modo, la nostra attenzione si
sposterà su un’altra categoria di avverbi che è
quella di luogo.
Gli avverbi di luogo vengono utilizzati per indicare il
luogo dove avviene un’azione.
Nella struttura e quindi nell’ordine strutturale di
una frase – che abbiamo già incontrato
precedentemente – abbiamo notato - e lo
ripetiamo – che l’ordine degli elementi all’interno
della frase è:
SOGGETTO - VERBO - COMPLEMENTO OGGETTO –
COMPLEMENTO DI TERMINE e così via.

Dove si collocano allora gli avverbi di luogo e quali


sono?
Gli avverbi di luogo, a differenza degli altri avverbi:
di frequenza, di quelli di modo e così via, si
collocano o alla fine o all’inizio della frase.
Non possono mai comparire nel mezzo della frase.
Se non esiste un complemento oggetto o altro tipo
di complemento, possono anche essere collocati
dopo il verbo.
Vediamo quali sono questi avverbi di luogo.

Here, there, up, down, above, below, upstairs, downstairs, in, inside, out,
outside.

Cominciamo da questa prima serie di avverbi di


luogo:
HERE QUI
THERE LI’

199
“HERE” indica un rapporto di vicinanza del parlante
rispetto ad un oggetto nell’atto della spazialità.
“Il libro è qui.” “The book is here.”

Il parlante, si trova vicino al libro e lo indica al suo


interlocutore.
“THERE” al contrario indica un rapporto di
lontananza del parlante rispetto all’oggetto nell’atto
della spazialità.
“Il libro è lì.” “The book is there.”

Il parlante si trova lontano dall’oggetto di


riferimento.
“HERE” viene anche utilizzato per indicare “ECCO” e
può essere coniugato in base al soggetto a cui ci
riferiamo.
“Here it is.” Eccolo (1)
“Here you are.” Eccoti (2)
“Here they are.” “Eccole/i” (3)
“Here I am” “Eccomi” (4)

Nella frase (1), il soggetto è “ESSO” quindi è


riferito ad un oggetto, nella frase (2) invece il
parlante si sta riferendo al suo interlocutore (YOU),
nella frase (3) invece il parlante si sta riferendo ad
un gruppo di persone o cose, nella frase (4) il
parlante riferisce a se stesso.
Poi abbiamo
“UP” che vuol dire “SOPRA” e “DOWN” che vuol
dire sotto. Sono altre due locuzioni che vengono
usate per esprimere la posizione di un oggetto.
“UP” traduce appunto un espressione di posizione
dell’oggetto elevata rispetto alla superficie di un
piano. “DOWN” al contrario trae un’espressione di
posizione dell’oggetto più bassa rispetto al piano di

200
una superficie.
“DOWN” lo troviamo anche nelle espressioni che
indicano le direzioni stradali: “GO DOWN THIS
STREET”, “vada dritto scendendo per questa
strada.”
“UP” lo troviamo anche in espressioni di tipo
commerciale “GO UP” quando ad esempio
assistiamo ad un incremento dei prezzi.
“I prezzi aumentano frequentemente ai
“Prices go up frequently these days.”
giorni nostri.”

E il suo contrario: “Prices go down” significa “I


prezzi diminuiscono.”

Poi abbiamo “ABOVE” e “BELOW”.


Il primo termine significa “SOPRA” ma del cui
utilizzo ne abbiamo già trattato nel paragrafo
inerente alle preposizioni di luogo, mentre
“BELOW” signfica “AL DI SOTTO” e viene
comunemente usato quando ci si riferisce alle
temperature climatiche.
“It’s 5 grades below zero”. “Siamo a 5 gradi sotto zero”.

Lo stesso può essere anche detto per “ABOVE” con


il significato di “SOPRA”.
“It’s 5 grades above zero”. “Siamo a 5 gradi sopra lo zero”.

Poi abbiamo “UPSTAIRS” e “DOWNSTAIRS” dei


quali tratteremo nella sezione dedicata alla
“FUNZIONE COMUNICATIVA” della lingua ed infine
“INSIDE” e “OUTSIDE” di cui già ne abbiamo
parlato all’interno del paragrafo inerente alle
preposizioni di luogo.
La seconda serie degli avverbi di luogo riguarda:

201
abroad, across, along, around, away, back, near, on, through

“ABROAD” significa “ALL’ESTERO”, il cui sinonimo


può essere considerato “OVERSEAS”
“I go abroad every month”. “Vado all’estero ogni mese.”
“There are a lot of interesting places to “Ci sono molti posti interessanti da
look at overseas.” vedere all’estero.”

N.B. “OVERSEAS” preceduto dal verbo andare


assume un altro significato. Vuol dire “In alto
mare.” Quindi andare all’estero si dice solo “GO
ABROAD”.
Poi abbiamo “ALONG” e “ACROSS”. Molti studenti
di lingue non capiscono il significato dei due termini
e quando essi vengono utilizzati. Entrambi hanno lo
stesso significato “LUNGO” nel senso di percorrenza
di un luogo.
La differenza soggiace nella percorrenza del luogo.
Uso “ALONG” quando la percorrenza di un luogo
avviene “in lungo” ovvero in senso verticalmente
nell’asse di marcia.
“Cammino lungo la strada.” “I walk along the street.”
“Cammino lungo la costa.” “I walk along the coast.”

Uso “ACROSS” quando invece percorro un luogo


orizzontalmente, e non verticalmente.
“I am walking across the street.” “Attraverso la strada”

Vuol dire che sto passando da un lato all’altro della


strada e non che mi trovo sulla stesso percorso di
marcia.
Per quanto riguarda “NEAR, ON” ne abbiamo già
parlato nel paragrafo inerente alle preposizioni di
luogo.
“AROUND” invece vuol dire “INTORNO” e viene
indicato per circoscrivere un luogo.

202
“Walk around the corner.” “Svolta l’angolo.”
“Around the corner there is a man “Dietro l’angolo c’è un uomo ad
waiting for you.” aspettarti.”

“AWAY” vuol dire “Via / lontano” e lo utilizziamo


per dimostrare o mostrare posizione di lontananza.
“He went away without telling me
“Se ne andò via senza dirmi nulla.”
anything.”

“BACK” invece significa “DIETRO” nel senso di lato


posteriore, alle spalle di…
“At the back of the supermarket you will “Alle spalle del supermercato troverai la
find the bank.” banca.”

where, somewhere, anywhere, nowhere, everywhere, elsewhere,


wherever, ward, backward, forward, downward, upward, inward,
outward, homeward

“WHERE” vuol dire “DOVE”, fa parte dei pronomi


interrogativi e viene usato per chiedere
informazioni su dove si trova un luogo.
“Where is the cinema?” “Dove sta il cinema?”

Può anche essere utilizzata in domande indirette:


“Lui mi disse dove stava il cinema.” “He told me where the cinema was.”

Per quanto riguarda i composti di some e any e no,


ne abbiamo già trattato quando ci siamo riferiti ai
pronomi indefiniti per cui vi rimando al capitolo di
riferimento per una trattazione più amplia.
“WARD” è un indicatore di direzione. Vuol dire
“VERSO” e indica appunto il verso, la direzione
verso un posto o luogo.
Abbinato ad alcuni elementi ne stabilisce il senso.
BACKWARD Verso la parte posteriore
INWARD Verso l’interno
OUTWARD Verso l’esterno
UPWARD Verso l’alto
DOWNWARD Verso il basso

203
E così via.
Lasciamo il capitolo dedicato agli avverbi per
immetterci in un nuovo argomento che è quello
della forma interrogativa.

204
6.0. PRONOMI INTERROGATIVI
Per introdurre la forma interrogativa dobbiamo
cominciare a trattare dei primi elementi che
concorrono alla sua formazione. Per tale motivo ho
deciso aprire il capitolo attraverso la trattazione dei
pronomi interrogativi.
I pronomi interrogativi vengono utilizzati per
chiedere informazioni su persone, cose o fatti.
I pronomi interrogativi che tratteremo in questa
sede sono:
WHO Chi?
WHICH Quali / Quale?
WHAT Che / Che cosa?
WHOSE Di chi?

Utilizziamo i suddetti pronomi interrogativi per


denotare le seguenti funzioni:

WHO Con funzione di soggetto utilizzato per le “persone”


Con funzione di complemento e di soggetto usato per “persone /
WHICH
cose”
WHAT Con funzione di soggetto / complemento riferito alle “cose”
Per denotare possesso utilizzato per designare persone / cose /
WHOSE
animali

Vediamo adesso quando si usano singolarmente


questi pronomi interrogativi. Partiamo dal primo
pronome interrogativo che è “WHO”.
WHO: si utilizza quando vogliamo chiedere
informazioni inerenti l’identità di una persona, vale
sia per il singolare che per il plurale, sia per il
maschile che per il femminile. Esempio:
“Chi è quella donna li giù?” “Who is that woman over there?”

Oppure:
“Chi sono i tuoi migliori amici?” “Who are your best friends?”

205
Come si può ben notare da entrambi le frasi, il
pronome interrogativo “WHO” non viene mai
cambiato ma resta invariabile anche quando il
verbo che lo segue è in forma plurale.
Il pronome “WHICH”, è utilizzato come soggetto e
come complemento. Può avere valore di pronome o
di aggettivo e viene utilizzato quando vogliamo
esprimere una scelta tra un numero ristretto di
persone o di cose. Esempio:
“Quale penna ti piace di più? La rossa o “Which pen do you like best? The red
la blu?” one or the blue one?”

Il pronome interrogativo “WHAT”, viene usato in


inglese per diversi scopi:
· Per chiedere informazioni sulla nazionalità
di una persona
· Per chiedere informazioni sulla professione
di una persona
· Per chiedere informazioni sull’identità di
una persona.

Vediamo di comprenderne il significato attraverso


l’ausilio di determinati esempio:
Chiedere informazioni sulla nazionalità What is your nationality?
Chiedere informazioni sulla professione What is your job?
Chiedere informazioni sull’identità di una
What is your name?
persona

Inoltre “WHAT” viene utilizzato anche quando


vogliamo ottenere un’indicazione specifica su cose
o persone senza dover compiere una scelta.
Esempio:
“Quale è il tuo colore preferito?” “What is your favorite colour?”
“Cosa c’è per televisione stasera?” “What’s on Tv tonight?”

Ultimo pronome interrogativo in questione è

206
sicuramente “WHOSE” che può avere funzione di
aggettivo o pronome e viene utilizzato ogni
qualvolta vogliamo riferirci sul possessore di un
oggetto. Infatti, il suo significato è: “Di chi è?”.
Il suddetto pronome interrogativo resta ad ogni
modo invariabile sia se il verbo che lo segue è
singolare sia se plurale. Esempio:
“Whose is this book?”
“Di chi è questo libro?”
“Whose book is this?”

Nel primo caso “WHOSE” ha funzione di pronome


in quanto è staccato dal sostantivo e si lega
direttamente al verbo; nel secondo caso invece
siccome “WHOSE” precede un sostantivo “book”,
ha funzione di aggettivo.
Vorrei soffermarmi, prima di chiudere questo
paragrafo sulla differenza che sussiste tra
“WHICH” e “WHAT”.
Questi due oltre ad avere la funzione di pronome,
hanno anche la funzione di aggettivo e vengono
utilizzati per designare “Quale / Quali” in ambito
diverso.
Molte volte la sottigliezza di utilizzo di questi due
aggettivi genera enorme difficoltà negli apprendenti
di lingua straniera perché risulta estremamente
difficile immedesimarsi in specifici usi che non sono
nettamente delineati nella lingua italiana.
Vediamo insieme di comprenderne meglio l’utilizzo
mettendo a confronto i due aggettivi interrogativi:
“Which” è usato per compiere una “What” lo usiamo quando la scelta
scelta entro un numero limitato di avviene tra un numero non determinato
persone o cose. di oggetti o persone.

Dalle due definizioni si nota subito la differenza di


utilizzo dei due aggettivi interrogativi: ovvero
l’ambito è riferito alla specificità o

207
all’indeterminatezza di numero riferito a cose o
persone.
Partendo con degli esempi, la nozione dovrebbe
sembrare più chiara anche se – come ho sempre
detto anche precedentemente – la lingua inglese è
una lingua che deve essere vista all’interno di un
contesto comunicativo e situazionale e mai staccato
da essa altrimenti si rischia di non carpire quelle
che sono le differenze che ruotano intorno ad essa.
Partiamo da un contesto situazionale:

Siamo ad una festa di compleanno e incontriamo una nostra amica che non
vedevamo da tempo. Dopo aver ampiamente discusso, decidiamo di recarci alla
tavola del buffet per prendere qualcosa da mangiare. Sul tavolo ci sono due succhi:
uno all’arancia e uno al limone. Chiedo alla mia amica quale succo preferisce.

“Which juice would you like? Orange or lemon?”

In questo caso visto che la scelta che la mia amica


dovrà compiere è strettamente legata ai soli due
succhi di frutta l’aggettivo interrogativo appropriato
da utilizzare potrà essere solo “WHICH” e non
“WHAT”.
Continuiamo nel nostro mini dialogo e vediamo
cosa succede:

Mentre beviamo il nostro succo, la mia amica continua a parlare dei suoi hobbies e
mi dice che adora molto leggere. Ultimamente ha finito di leggere un libro
poliziesco visto che ama questo genere letterario, ma ad un tratto è assalita da una
curiosità. Vuole sapere quale libri adoro leggere.

A questo punto la domanda che mi chiederà sarà:


“Quali libri adori leggere di più? “What books do you like reading most?”

In questo caso l’utilizzo di “WHAT” e non


“WHICH” è d’obbligo poiché la domanda non si
riferisce a nulla di specifico o limitato, né io mi

208
trovo a dover compiere una scelta tra un numero
determinato e specifico di libri o generi letterari.
Dal tono della domanda si evince un senso di
indeterminatezza, un senso di informazione un
senso di voler ottenere come risposta una
indicazione specifica.
Per questo motivo, proprio perché la domanda si
pone ad essere libera e non ristretta, il mio campo
di scelta e quindi di indagine avviene in un numero
indecifrato di cose – ovvero: tra tutti i libri esistenti
al mondo, quali sono quelli che io preferisco
leggere di più”.
Dopo aver spiegato in maniera chiara, precisa,
dettagliata i pronomi interrogativi e la differenza
tra “WHICH” e “WHAT”, passiamo ad analizzare
un altro aspetto della grammatica che sono le
Question Words.
6.1 QUESTION WORDS
Abbiamo lasciato i pronomi e gli aggettivi
interrogativi per dirigerci un pochino verso un altro
aspetto – simile e pertinente all’argomento
precedente – denominato Question Words.
Secondo voi cosa possono essere le Question
Words?
Le Question Words, sono delle parole che vengono
utilizzate con funzione interrogativa per formulare
le domande.
Esistono anche in lingua italiana e vengono
utilizzate soventemente ogni qualvolta vogliamo
chiedere informazioni riguardanti:

· Il motivo per il quale accade un’azione


· Il modo in cui avviene un’azione

209
· La quantità di qualcosa
· La frequenza entro cui viene eseguita
un’azione
· La distanza
· La forma di durata
· Il luogo
· Il tempo
· Lo scopo

Cominciamo a vedere pian pianino ciascuno di


queste Question Words.
Non vi spaventate se vi sembrerà territorio
sconosciuto la forma interrogativa dei verbi perché
di questo argomento ne parleremo più avanti in
questo libro.
Per il momento limitatevi a memorizzare l’utilizzo e
il significato di queste parole.
Quando vogliamo chiedere informazioni sul motivo
per il quale accade un’azione in inglese utilizziamo
la question word “WHY” che vuol dire “PERCHE’”
In inglese la forma del “perché”, si utilizza in due
maniere diverse: “WHY” nelle forme interrogative
e nelle forme interrogative indirette, “BECAUSE”
nelle frasi di risposta e quindi nelle frasi
affermative.
Notiamo il seguente schema:

Why si usa nella frasi interrogative

Facciamo un esempio per chiarire meglio tale


situazione:
“Perché hai usato la mia macchina?” “Why did you use my car?”

Nella domanda il parlante sta chiedendo al suo

210
interlocutore il motivo e quindi la spiegazione del
perché abbia commesso una specifica azione
ovvero: “aver usato la propria macchina.” In
contropartita avremmo la risposta alla domanda
eseguita da “BECAUSE” seguito dalla spiegazione
del gesto.

Because si usa nelle frasi affermative

Facendo riferimento alla domanda su menzionata:


(“Perché hai usato la mia macchina?”), una
possibile risposta potrebbe essere:
“Perché non volevo andare a lavoro a “Because I didn’t want to go to work on
piedi”. foot.”

In questa risposta stiamo giustificando il motivo


della nostra azione e quindi il perché abbiamo
utilizzato la macchina del nostro interlocutore.
Queste due locuzioni, in un atto comunicativo, si
interscambiano, nel senso che è frequente trovarne
l’utilizzo di entrambi come nel seguente mini
dialogo:
A: Hi John Ciao John
B: Hi Mark Ciao Marco
A: How are you today? Come stai?
B: Not too bad thanks, and You? Non c’è male grazie, tu?
A: Fine, thanks, even if I am a bit Bene, grazie, anche se sono un po’
worried about Jane. I met her yesterday preoccupato per Jane. L’ho incontrata ieri
morning. She was quite sad. She had mattina ed era abbastanza triste. Aveva
been quarrelling with her boyfriend. litigato con il suo ragazzo.
B: Oh Dear! I am sorry! Why did they Oh, mio dio! Mi dispiace! Perché hanno
have an argument? litigato?
A: Because she had been going out with
Perché lei era uscita con una sua amica e
her friend and her boyfriend didn’t want
il suo fidanzato non voleva.
to.

In questo dialogo assistiamo alla conversazione di


due ragazzi, amici che hanno un’amica in comune
di nome Jane. Da notare lo scambio delle battute

211
dell’uno e dell’altro personaggio nonché l’utilizzo
della Question Word “WHY” abbinata alla risposta
“BECAUSE”.
Mark chiede a John il motivo del perché Jane
avesse litigato con il suo ragazzo e quindi quale è
stata la causa o il sentore che abbia portato a tale
litigio. John, in contropartita, gli spiega il motivo
reale della tristezza di Jane dicendogli che lei era
uscita con una sua amica contro la volontà del
ragazzo.
Abbiamo però anche detto che “WHY” si usa nelle
forme interrogative indirette per chiedere “il perché
di un’azione.” Esempio:
“Lei mi chiese il perché mi ero “She asked me why I had behaved that
comportato in quella maniera”. way.”

Non possiamo utilizzare “BECAUSE” in questa frase


perché l’idea che si vuole rendere non è quella della
consequenzialità di un’azione, ma bensì il motivo
effettivo per cui si è assunto un determinato
comportamento, per cui “WHY” resta l’unica
possibile alternativa e scelta a nostro favore.
Adesso soffermiamoci sulle altre Question Words in
questione passando a trattare di come si esprime
“la maniera di compiere un’azione”.
In inglese la maniera e quindi “THE WAY”, viene
eseguito da un pronome interrogativo che si
chiama “HOW”.
“HOW” vuol dire “COME” nel significato di “IN CHE
MODO” e viene utilizzato sia nelle forme
interrogative che nelle forme interrogative
indirette.

HOW Forma interrogativa e frasi indirette

212
Facciamo un esempio:
“Come hai aperto quella porta?” “How did you open that door?”

Questa frase mostra semplicemente una domanda


in cui il parlante sta chiedendo la maniera su come
sia potuta accadere un’azione - come la porta è
stata aperta.
Un esempio di frase indiretta potrebbe invece
essere:
“Lei mi disse come aprire la cassaforte.” “She told me how to open the safe.”

Terza Question Word in questione è sicuramente


l’espressione di quantità e quindi “HOW MUCH” e
“HOW MANY” che abbiamo già trattato nel capitolo
inerente gli aggettivi.
Quarta Question word è quella per esprimere la
frequenza con cui viene eseguita un’azione.
Nel capitolo precedente abbiamo trattato degli
avverbi di frequenza e quindi della loro posizione
all’interno della frase nonché cosa essi indicano.
In questa sezione ci limitiamo a descrivere l’uso di
questa espressione abbinata al contesto
interrogativo.
“HOW OFTEN” vuol dire “QUANTO SPESSO” e viene
utilizzato per chiedere informazioni su quanto un
parlante sia propenso a compiere un’azione.
Esempio:
“Quanto spesso giochi a pallone? “How often do you play football?”

Un altro modo per poter esprimere tale domanda


potrebbe essere attraverso l’utilizzo della parola
“TIMES” abbinato alla forma interrogativa “HOW
MANY”. Esempio:
“Quante volte giochi a pallone?” “How many times do you play football?”

213
In entrambi le domande la risposta è unica: nel
senso che abbiamo lo stesso tipo di risposta e la
stessa struttura grammaticale. Esempio:
“Gioco a pallone una volta a settimana.” “I play football once a week.”

L’espressione “ONCE” vuol dire “VOLTA” e la


troviamo anche comunemente utilizzata quando
leggiamo le fiabe
“ONCE UPON A TIME” “C’ERA UNA VOLTA”.

Se io volessi esprimere altre locuzioni temporali


potrei dire:
Twice / Two Times 2 volte a settimana
Thrice / Three times 3 volte a settimana
Once a month 1 volta al mese
Once a year 1 volta l’anno
Once a week 1 volta a settimana
Very often Molto spesso
Always Sempre
Never Mai
Usually Di solito
Often Spesso
Hardly ever Quasi mai

Per esprimere invece la distanza di un posto


rispetto ad un altro in inglese usiamo la domanda
“HOW FAR” che appunto significa “QUANTO
DISTA”? Esempio:
“Quanto dista Roma da Napoli?” “How far is it Rome from Naples?”

La prima cosa da notare in questa forma


interrogative è l’estrema differenza che si riscontra
tra i due sistemi linguistici: in italiano abbiamo un
verbo (dista) mentre in inglese usiamo un
sostantivo (Far – distanza). Seconda differenza è
che in italiano in soggetto non esiste, mentre in
inglese esso viene evidenziato dal pronome “IT”
collocato subito dopo il verbo.

214
Una traduzione letteraria della frase inglese
sarebbe:

“Quanto distante è Roma da Napoli?”

Siccome la domanda reca come soggetto un


pronome personale neutro (IT), la risposta dovrà
allo stesso modo iniziare con la ripresa del
soggetto, collocato stavolta all’inizio della frase
visto che ci troviamo in una frase affermativa e non
più in una frase interrogativa.
“Dista 3 chilometri”. “It is three kilometres far.”

Come si può notare la parola “FAR” da secondo


elemento all’interno di una frase interrogativa,
nella frase affermativa viene collocato alla fine della
frase per cui appare come ultimo elemento.
Per indicare al contrario la distanza imprecisa e non
esatta dal punto di vista chilometrico, possiamo
utilizzare l’espressione italiana “E’ molto distante
da qui” che in inglese viene tradotta: “It’s a long
way from here”, mentre se non è molto distante
potremmo dire: “It is not too far from here.”
ovvero “non è molto distante da qui”.
Altra Question Word è sicuramente quella per
esprimere la forma di durata.
In inglese esiste un particolare tempo verbale che
si chiama DURATION FORM ma che non tratteremo
assolutamente in questo libro perché, lo scopo di
questo testo, essendo grammatica di inglese
elementare non si fa alcun riferimento all’aspetto
verbale al quale vi rimandiamo al volume
successivo dedicato interamente ai verbi.
La forma di durata è espressa in inglese da una

215
locuzione chiamata “HOW LONG” che vuol dire
“QUANTO TEMPO” e viene utilizzata per chiedere
informazioni sul soggiorno del nostro interlocutore
in un determinato luogo o paese o nazione.
Esempio:
“How long are you going to stay in New
“Quanto tempo resterai a New York?”
York?”

A questa domanda potremmo rispondere:


“Resterò qui una settimana” “I am going to stay here for a week.”

Oppure:
For a month Per un mese
For a year Per un anno
For two years Per due anni
For three weeks Per tre settimane
For six days Per sei giorni
Until Saturday Fino a sabato
Until next week Fino alla settimana prossima
Until next year Fino all’anno prossimo
Throughout June Per tutto il mese di giugno
All year Tutto l’anno

Per designare o chiedere informazioni un posto in


inglese utilizziamo “WHERE” che vuol dire
“DOVE”. Viene usato sia nelle forme interrogative
dirette che quelle indirette. Esempio:
“Dove sono i miei pantaloni?” “Where are my trousers?

Oppure per chiedere sulla provenienza di una


persona:
“Da dove vieni?” “Where are you from?”

Oppure in una domanda indiretta:


“Le chiesi dove aveva messo i miei “I asked her where she had put my
pantaloni.” trousers.”

Oppure per sapere informazioni su qualcuno dove è


stato o dove si trovava in un momento preciso del

216
passato.
“Dove eri tu ieri mattina?” “Where were you yesterday morning?”

Oppure per chiedere informazioni su dove la


persona si troverà in un preciso momento del
futuro o presente.
“Where will you be tomorrow? / Where
“Dove sarai domani / sei oggi?”
are you today?”

Per ottenere informazioni sulla temporalità di


un’azione utilizzeremo “WHEN” che vuol dire
“QUANDO”. Lo utilizziamo sia in frasi interrogative
dirette che in quelle indirette. Esempio:
“Quando ti sei alzato?” “When did you get up?”

Oppure:
“Mi chiese quando avrei finito il mio “He asked me when I would finish
libro.” writing my book.”

Ultima Question Word per questo paragrafo e ci


riferiamo al “Purpose” ovvero “allo scopo” e quindi
alla finalità per cui serve un oggetto anche per
indicare il motivo per cui si effettua un’azione.
Esempio:
“Lui è a Miami adesso. Per cosa?” “He is in Miami now. What for?

Oppure:
“Ho comprato un nuovo coltello. Per
“I bought a new knife. What for?”
quale motivo?”

Quindi riassumendo brevemente le Question Words


avremmo:
Why? Perché?
How? Come?
How much? Quanto
How many? Quanti?
How often? Quanto spesso?
How far? Quanto dista?
How long? Quanto tempo?

217
Where? Dove?
When? Quando?
What for? Per cosa?

Adesso passiamo ad un'altra sezione dedicata alle


forme interrogative con i verbi preposizionali.
6.2. Forma interrogativa con preposizioni.
Abbiamo visto quindi, nei paragrafi precedenti due
tipologie di forme interrogative: la prima legata
all’utilizzo degli aggettivi e pronomi interrogativi, la
seconda legata invece all’utilizzo delle Question
Words.
In questo paragrafo ci dedicheremo sempre
all’aspetto interrogativo ma strettamente connesso
ad un’altra situazione interrogativa che è quella dei
verbi seguiti da una preposizione, ovvero cosa
succede quando in italiano un verbo è legato ad
una particella e dove quest’ultima viene collocata
all’interno di una forma interrogativa.
Prendiamo come punto di partenza una frase
italiana ed analizziamola nei suoi singoli elementi.

“A cosa stai pensando?”

Notando questa frase vediamo che essa, – al di la


di essere una domanda e quindi una forma
interrogativa - è preceduta da una preposizione
semplice che è “A” che è collocata all’inizio della
frase.
In inglese sarebbe normale tradurre la frase in
forma interrogativa senza l’ausilio della
preposizione semplice. Chiunque tradurrebbe la
frase

218
“What are you thinking?”

Cosa succede in questo caso? La frase rispecchia la


traduzione italiana della frase? Abbiamo reso in
maniera corretto lo stesso significato? Cosa
avrebbe mai potuto comprendere un parlante di
lingua inglese?
Vediamo di comprenderne insieme le differenze.
Una traduzione della frase “A cosa stai pensando?”
fatta come l’esempio su menzionato non implica
una connessione di pensiero con quello che
volevamo esprimere in italiano ma bensì un azione
in atto di svolgimento in un determinato momento
del presente – denota quindi un azione in
progresso per cui il suo significato è “Cosa stai
pensando?” e non “A cosa stai pensando?”
Quindi come si può ben notare la preposizione in
questione non rappresenta un semplice “accessorio
ornamentale” che decidiamo di tradurre o farne
semplicemente a meno pensando che quest’ultima
non cambi il significato di una frase. Al contrario,
questa deve essere tacitamente espressa e anche
ben evidenziata perché rappresenta una parte
fondamentale della nostra forma interrogativa.
Vediamo di analizzare la struttura elemento per
elemento:

“A cosa stai pensando?”

Come primo elemento interrogativo la preposizione


compare all’inizio della frase, quindi volendo
scomporre la frase su menzionata avremmo:

“A” (Preposizione semplice)

219
“COSA” (Pronome interrogativo)
“STAI PENSANDO?” (Presente progressivo)

In inglese assistiamo invece ad uno spostamento


della preposizione semplice che da primo elemento
diventa elemento finale della frase – ovvero viene
collocata alla fine della frase come nell’esempio:

“What are you thinking of?”

Il primo elemento della frase quindi diventa il


pronome interrogativa, poi la parte verbale, poi il
soggetto ed infine la preposizione.
Questo procedimento accade quindi con ogni verbo
seguito da una preposizione. Facciamo altri
esempi:
“Da dove vieni?” “Where are you from?”
“Con chi stai parlando?” “Who are you speaking to / with”?
“A chi scrivi queste lettere?” “Who are you writing these letters to?”
“A cosa serve questo nuovo coltello?” “What is this new knife for?”

E così via di volta in volta.


Adesso passiamo ad analizzare alcuni contenuti più
specifici della lingua inglese; un po’ come abbiamo
già fatto per il FOCUS ON THE LANGUAGE nei vari
capitoli, prima di dedicarci interamente alla
seconda parte al modulo di comunicazione che vi
aiuterà ad interagire e con il mondo britannico.
Siamo pronti?

220
APPENDICE
1.1 Espressioni con “HOW”
“HOW” in inglese viene utilizzato per chiedere
informazioni su:

ETA’
DURATA / LUNGHEZZA
VELOCITA’
DISTANZA
FREQUENZA
GRANDEZZA
ALTEZZA
PROFONDITA’
PESO
PREZZO
QUANTITA’
AMPIEZZA
SPESSORE

HOW OLD? ETA’


HOW LONG? DURATA / LUNGHEZZA…
HOW FAST? VELOCITA’
HOW FAR? DISTANZA
HOW OFTEN? FREQUENZA
HOW BIG? GRANDEZZA
HOW HIGH? ALTEZZA
HOW DEEP? PROFONDITA’
HOW HEAVY? PESO
HOW MUCH? PREZZO
HOW MUCH? / HOW MANY? QUANTITA’
HOW WIDE? AMPIEZZA
HOW THICK? SPESSORE

Da notare anche le seguenti espressioni:


HOW NICE OF YOU! COME E’ GENTILE DA PARTE TUA!
HOW ABOUT CHE NE DICI…?
HOW COME? COME MAI…?
HOW ARE YOU? COME STAI?

221
HOW’S THAT? TI VA L’IDEA?
AND HOW! ECCOME!

1.2 Espressioni con “WHAT”


Dopo aver notato i vari usi di “HOW” mi sembra
giusto porre all’attenzione anche i diversi usi di
“WHAT” all’interno di particolari frasi. Ecco le
espressioni idiomatiche più comuni:
WHAT FOR? A CHE SCOPO?
WHAT IF? E SE?
WHAT ABOUT? CHE NE DIRESTI?
WHAT NOW? E ADESSO CHE C’E’?
WHAT NEXT? E DOPO?
WHAT ON EARTH! CHE DIAMINE!
WHAT A NICE IDEA CHE BELLA IDEA!
WHAT NONSENSE! CHE STUPIDAGGINI!
WHAT A SHAME! CHE VERGOGNA!
WHAT A PITY! CHE PECCATO
WHAT ELSE? CHE ALTRO?
WHAT’S ON? COSA DANNO (TV)?
WHAT’S UP? COSA C’E’?
WHAT’S WRONG? COSA C’E’ CHE NON VA?
WHAT’S GOING ON? CHE SUCCEDE?
WHAT’S THE MATTER? COSA C’E’ CHE NON VA?
WHAT ARE YOU? CHE MESTIERE FAI?
WHAT’S SHE LIKE? CHE TIPO E’?
YOU WHAT! MA COSA DICI MAI!

“WHAT” può essere usato nelle classiche


espressioni esclamative:
“Che bel fiore.” “What a beautiful flower!”

Se il sostantivo è singolare e numerabile


l’esclamazione si ottiene con:

WHAT + A / AN + AGGETTIVO /NOME

Quando al contrario il sostantivo non è numerabile


o è in forma plurale l’articolo indeterminativo non si
usa.

222
“Che bei fiori!” “What beautiful flowers!”
“Che bel tempo!” “What beautiful weather!”

1.3 ESPRESSIONI DI TEMPO


Questo paragrafo è da supplemento al paragrafo
inerente agli avverbi di tempo. In questa sezione
verranno aggiunti tutti i tipi di espressioni
temporali che non sono stati potuti elencare
all’interno del paragrafo apposito per cui ho voluto
creare questa sezione supplementare per
illustrarveli.
NOW ORA
TODAY OGGI
TONIGHT STANOTTE
AT THE MOMENT AL MOMENTO
AT PRESENT ATTUALMENTE
NOWDAYS AI GIORNI NOSTRI
LAST NIGHT LA SCORSA NOTTE
LAST WEEK LA SETTIMANA SCORSA
LAST MONTH IL MESE SCORSO
LAST YEAR L’ANNO SCORSO
THE OTHER DAY L’ALTRO GIORNO
YESTERDAY IERI
THE DAY BEFORE YESTERDAY L’ALTRO IERI
YESTERDAY EVENING IERI SERA
ONCE UNA VOLTA
ONE TIME UN TEMPO
A WEEK AGO UNA SETTIMANA FA
A MONTH AGO UN MESE FA
A YEAR AGO UN ANNO FA
NEXT WEEK LA SETTIMANA SCORSA
NEXT YEAR L’ANNO PROSSIMO
NEXT MONTH IL MESE PROSSIMO
TOMORROW DOMANI
THE DAY AFTER TOMORROW DOPODOMANI
IN A DAY OR TWO TRA UN GIORNO O DUE
TOMORROW MORNING DOMATTINA
IN A COUPLE OF DAYS TRA UN PAIO DI GIORNI
LATER DOPO
AFTERWARDS SUCCESSIVAMENTE
BEFORE LONG PRESTO
SHORTLY BREVEMENTE
SOON PRESTO
THEN DOPO
NEXT IN SEGUITO

223
EVENTUALLY PIU TARDI
FINALLY ALLA FINE
AT ONCE / RIGHT AWAY / STRAIGHT
SUBITO
AWAY / IMMEDIATELY / INSTANTLY
IN THE MORNING AL MATTINO
IN THE AFTERNOON AL POMERIGGIO
IN THE EVENING DI SERA
AT NIGHT DI NOTTE
SUDDENLY IMPROVVISAMENTE
THE FOLLOWING DAY IL GIORNO DOPO
ON TIME PUNTUALMENTE
IN TIME IN ORARIO
FROM TIME TO TIME DI TANTO IN TANTO
DAILY / WEEKLY / SETTIMANALE /
MONTHLY / YEARLY MENSILE / ANNUALE
AGAIN DI NUOVO
LAST PER ULTIMO
FIRST PER PRIMO
EARLY PRESTO
LATE TARDI

1.4 “YET – ALREADY”


In questa sezione tratteremo della differenza che
sussiste tra “YET” e “ALREADY”.
YET ALREADY
Viene utilizzato nelle frasi affermative

“Ho già letto quel libro”


Viene utilizzato nelle frasi interrogative,
“I have already read that book.”
e negative.
Nelle frasi interrogative quando
“Non ho ancora mangiato”.
mostriamo sorpresa o stupore verso
“I haven’t eaten yet.”
qualcosa
“Hai già mangiato?”
“Hai già letto quei libri?
“Have you eaten yet?”
“Have you already read those books?”
Esso va posto alla fine della frase
Si pone prima del verbo, se il verbo è in
forma semplice, a cavallo tra I due
verbi quando questo è composto.

1.5 “STILL” & “NOT YET”


Il concetto di “ANCORA” in inglese viene espresso
con due elementi differenti: “STILL” e “NOT YET”.
STILL NOT YET
Viene utilizzato nelle frasi affermative per Viene utilizzato per esprimere quelle
indicare un azione che si sta ancora azioni non ancora avvenute o non ancora
svolgendo. Va posto prima del verbo compiute.
quando il verbo non è ausiliare, prima del
verbo quando questo è in forma

224
semplice. studiare”.
“She hasn’t started studying yet.”
“Lei sta ancora studiando.”
“She is still studying”

1.6 Question Tags


Quando in lingua italiana vogliamo chiedere
conferma sull’esito o sull’accadimento di un
particolare avvenimento utilizziamo le “QUESTION
TAGS”.
Le question tags, vengono usate quando vogliamo
tradurre le nostre espressioni italiane “E’ vero? Non
è vero?” che normalmente – quasi tutti coloro che
“fingono” di sapere l’inglese – traducono con “Is it
true?”
Ma ovviamente la traduzione di qui sopra è
esclusivamente errata, perché una traduzione
corretta viene fatta appunto con le question tags e
non con una traduzione letteraria.
La cosa principale per creare una question tag è
sicuramente la tipologia di verbo. Qui rientrano in
gioco tutte le possibili casistiche che abbiamo
trattato nel capitolo dedicato ai verbi e quindi: se il
verbo è ordinario, composto, ausiliare etc. etc.
Voi vi chiederete il perché di una tale situazione. La
risposta è che la natura del verbo è importante per
stabilire come deve essere impostata la domanda
retorica. Esempio:
“Lui è a scuola, non è vero?” “He is at school, isn’t he?”

Innanzitutto bisogna vedere la natura del verbo.


Nel nostro caso è un verbo ausiliare.
Successivamente, la forma in cui quest’ultimo è
stato coniugato nella prima parte della frase – nel
nostro caso in forma affermativa. La question tag
in questione si otterrà prendendo lo stesso verbo e

225
ricollocandolo nella forma opposta proprio come
effettuato nell’esempio precedente.
“He works with other men, doesn’t he?” “Lui lavora con altri uomini, non è vero?”

In questo caso il verbo in questione è un verbo


ordinario per cui tenendo in considerazione la
tipologia di verbo abbiamo:
Il verbo “to work” è un verbo ordinario per cui
effettua la forma interrogativa e negativa
attraverso l’ausilio del verbo “DO/DOES”. Siccome
il verbo – nella frase principale – è affermativo, la
question tag dovrà essere per forza al negativo per
cui si riprenderà non il verbo “WORK” ma bensì
l’ausiliare del verbo “DO” rendendolo in forma
interrogativa e coniugandolo alla persona accordata
come nell’esempio su menzionato.

N.B.: Quando il verbo nella frase principale è espressa in forma affermativa, la


question tag diventa negativa. Quando – al contrario – il verbo nella frase
principale è espresso in forma negativa, la question tag diventa affermativa.

Dopo esserci così tanto dedicati all’aspetto della


Competence (accuratezza grammaticale), mi
sembra giunto il momento di dedicarci anche un po’
alla Fluency (produzione linguistica) ed è per tale
motivo che I LOVE ENGLISH tenta di unire insieme
due aspetti fondamentali della lingua: grammatica
(teoria), lingua (pratica comunicativa) e lo fa
attraverso l’utilizzo di uno splendido manuale di
conversazione che faciliterà, anche i più ostili alla
lingua, alla comunicazione. Scopriamolo insieme
nella terza parte del volume.

226
English Passpartout
Premessa
La lingua inglese è una lingua viva e come ben si
sa deve essere parlata. Lo scopo di questo manuale
nonchè del presente volume I LOVE ENGLISH è
quello di voler unire i due aspetti della lingua:
quello grammaticale e quello comunicativo.
E’ inimmaginabile pensare alla lingua inglese come
una lingua solamente teorica. Non avrebbe senso di
esistere. La grammatica, è una parte fondamentale
della lingua, ci insegna le basi, ci permette di
realizzare frasi, di comprendere il funzionamento
della lingua ma non è tutto. Se noi siamo in grado
di parlare DELLA LINGUA vuol dire che noi non
parliamo la lingua inglese, ma siamo molto bravi e
preparati a parlare dei fatti di lingua: ovvero delle
regole che governano la lingua (alias la
grammatica). Sicuramente potremmo essere degli
insegnanti preparati, in grado di descrivere ogni
situazione linguistica ai nostri allievi ma non
potremmo ma pensare di poter andare all’estero e
di comprendere o quanto meno intrattenere una
semplice conversazione. Ecco perchè il motivo
principale di creare un volume che sia
all’avanguardia e che non screditi alcun tipo di
situazione linguistica. Da una parte di vuole
insegnare ai discenti l’uso della lingua inglese dal
punto di vista della correttezza grammaticale,
dall’altra però bisogna insegnare anche la FLUENCY
ovvero la capacità di produrre lingua straniera
attraverso esercitazioni costanti. Ed ecco che arriva
ENGLISH PASSPARTOUT, un amico indispensabile
per i viaggi che questa volta decide di unirsi a

227
questo Colossal della lingua che è I LOVE ENGLISH
proprio per creare una struttura solida di lingua che
non può essere scissa e quindi parte grammaticale
(per spiegare le regole della lingua) e
conunicazione. Per la prima volta, sul mercato un
manuale completo da entrambi i punti di vista,
volto a soddisfare le esigenze di chi, da una parte è
interessato ai FATTI DI LINGUA e che magari vuole
comprenderne il loro funzionamento, dall’altra è
rivolto a chi sente l’esigenza di voler subito
comunicare per non trovarsi a disagio in un paese
straniero e subire il cosiddetto senso di
frustrazione. Se non sono stato ancora abbastanza
convincente, prima di addentrarci in questo mondo
vi presenterò un articolo di giornale scritto da me
apparso su un giornale locale dove spiego
l’importanza della lingua inglese.

228
L’importanza della Lingua Inglese nella
società odierna di Florio Fabio
La lingua inglese, rappresenta la lingua più parlata
ed utilizzata al mondo non soltanto nei rapporti
commerciali tra i paesi, ma anche nel vissuto
quotidiano. Infatti sono molte le parole inglesi che
ormai sono entrate a far parte nella nostra lingua
italiana e che, per forza maggiore, vengono usate
dagli italiani quando interagiscono tra loro un
esempio potrebbe essere: internet, e-mail, floppy
disk, che sono tutte legate al settore informatico.
L’uso di queste parole però non implica solitamente
una conoscenza della lingua inglese e molte volte il
loro utilizzo deriva semplicemente da una semplice
acquisizione e non da un processo di
apprendimento. L’inglese non è soltanto un insieme
di parole, ma rappresenta un sistema linguistico
costituito da verbi, nomi, aggettivi e quanto altro.
La sua importanza è sempre più crescente nel
mondo attuale e oggi risulta una risorsa
indispensabile per ogni individuo che voglia
intraprendere un’attività lavorativa, ma non è
l’unico contesto. Tutto il mondo ruota intorno
all’inglese: la tecnologia, i software di
programmazione, la musica, il turismo e così via.
Non conoscere l’inglese vuol dire rinnegare
l’innovazione, rinnegare la modernità, escludersi
dalla società e dalla vita quotidiana per cui diventa
una risorsa per potersi mantenere al passo con la
società attuale. Concludo questo articolo con un
motto che spero sia di incentivo per molta gente:
NO ENGLISH = NO LIFE
Il motto “NO ENGLISH = NO LIFE” trae spunto

229
dalla pubblicità televisiva dedicata al mondo della
telefonia. La scelta di questo motto sicuramente
non è stato quello di voler imitare quanto di voler
trovare una frase sponsor che potesse in due
parole riassumere il significato di un intero articolo
ma anche perché mi piace trovare delle frasi o
parole che possano generare umorismo e parodia
in modo da aiutare a far circolare il nome tra il
vasto pubblico di lettori.

230
Utili Affermazioni
Here it is! Eccolo!
I like it! Mi piace!
I don’t like it! Non mi piace!
I don’t know! Non lo so!
I am hungry! Ho fame!
I am thirsty! Ho sete!
I am in a hurry! Vado di fretta!
Take a seat! Si accomodi!
Come in! Entra!

Ed inoltre abbiamo anche:


I THINK SO! Penso di si!
THIS WAY! Da questa parte!
I’M TIRED Sono stanco!
LEAVE ME ALONE! Lasciami in pace!
JUST A MOMENT Un momento!
I’M READY Sono pronto!
IT’S CHEAP! E’ economico!
THAT’S ALL! E’ tutto!
IT’S EXPENSIVE E’ costoso!
YOU’RE RIGHT! Hai ragione!
I KNOW! Lo so!
YOU’RE WRONG! Hai torto!

231
Greetings (saluti)
GOOD MORNING! BUONGIORNO
GOOD AFTERNOON! BUON POMERIGGIO!
GOOD EVENING! BUONA SERA!
GOOD NIGHT! BUONA NOTTE!
HELLO! Ciao!
GOODBYE! Arrivederci!
SEE YOU SOON! Ci vediamo!
Good luck! Buona fortuna!
Have a good time! Buon divertimento!
See you next time Ci vediamo la prossima volta
See you next week Ci vediamo la settimana prossima
See you next month Ci vediamo il mese prossimo
See you next year Ci vediamo l’anno prossimo
See you around Ci vediamo in giro
See you later Ci vediamo dopo
See you then Ci vediamo dopo
See you in five minutes Ci vediamo tra cinque minuti

232
I Mesi dell’anno
JANUARY GENNAIO
FEBRUARY FEBBRAIO
MARCH MARZO
APRIL APRILE
MAY MAGGIO
JUNE GIUGNO
JULY LUGLIO
AUGUST AGOSTO
SEPTEMBER SETTEMBRE
OCTOBER OTTOBRE
NOVEMBER NOVEMBRE
DECEMBER DICEMBRE

233
Numeri
Numeri da 1 a 50
1 One
2 Two
3 Three
4 Four
5 Five
6 Six
7 Seven
8 Eight
9 Nine
10 Ten
11 Eleven
12 Twelve
13 Thirteen
14 Fourteen
15 Fifteen
16 Sixteen
17 Seventeen
18 Eighteen
19 Nineteen
20 Twenty
21 Twenty one
22 Twenty two
23 Twenty three
24 Twenty four
25 Twenty five
26 Twenty six
27 Twenty seven
28 Twenty eight
29 Twenty nine
30 Thirty
31 Thirty one
32 Thirty – two
33 Thirty three
34 Thirty four
35 Thirty five
36 Thirty six
37 Thirty seven
38 Thirty eight
39 Thirty nine
40 Forty
41 Forty one
42 Forty two
43 Forty three
44 Forty four
45 Forty five

234
46 Forty six
47 Forty seven
48 Forty eight
49 Forty nine
50 Fifty
51 Fifty one
52 Fifty two
53 Fifty three
54 Fifty four
55 Fifty five
56 Fifty six
57 Fifty seven
58 Fifty eight
59 Fifty nine
60 Sixty

Numeri da 61 a 100
61 Sixty one
62 Sixty two
63 Sixty three
64 Sixty four
65 Sixty five
66 Sixty six
67 Sixty seven
68 Sixty eight
69 Sixty nine
70 Seventy
71 Seventy one
72 Seventy two
73 Seventy three
74 Seventy four
75 Seventy five
76 Seventy six
77 Seventy seven
78 Seventy eight
79 Seventy nine
80 Eighty
81 Eighty one
82 Eighty two
83 Eighty three
84 Eighty four
85 Eighty five
86 Eighty six
87 Eighty seven
88 Eighty eight
89 Eighty nine
90 Ninety
91 Ninety one

235
92 Ninety two
93 Ninety three
94 Ninety four
95 Ninety five
96 Ninety six
97 Ninety seven
98 Ninety eight
99 Ninety nine
100 One hundred

1000 One thousand


1.000.000 One million
1.000.000.000 One billion

Alfabeto
A EI
B BI
C SI
D DI
E I
F EF
G GI
H EIG
I AI
J JEY
K KEY
L EL
M EM
N EN
O OU
P PI
Q KIU
R AR
S ES
T TI
U YIU
V VI
W DABL IU
X EX
Y UAI
Z ZED

236
L’orologio
Che ora è? What time is it? / What’s the time?
Sono le ore 7.00 It’s seven o’ clock
Sono le ore 07.05 It’s five past seven
Sono le ore 07.10 It’s ten past seven
Sono le ore 07.15 It’s quarter past seven
Sono le ore 07.20 It’s twenty past seven
Sono le ore 07.25 It’s twenty five past seven
Sono le ore 07.30 It’s half past seven
Sono le ore 07.35 It’s twenty five to eight
Sono le ore 07.40 It’s twenty to eight
Sono le ore 07.45 It’s quarter to eight
Sono le ore 07.50 It’s ten to eight
Sono le ore 07.55 It’s five to eight
Sono le ore 8.00 It’s eight o’ clock

* in lingua inglese i minuti precedono le ore e


queste ultime sono separate dai minuti attraverso
l’ausilio di una preposizione. Nel lato destro del
quadrante e cioè (da 12 a 6) la preposizione usata
sarà PAST, mentre nel secondo quadrante e cioè
(da 7 a 12) la preposizione utilizzata sarà TO.
Con il termine PAST si indicano i minuti trascorsi
dall’ora. Con il termine TO si indicano i minuti
mancanti all’ora successiva.
Altre espressioni sono:
At six = alle ore 6
Around six = verso le ore sei
By six = entro le ore sei

237
Presentare se stessi e gli altri
Hi, my name is Judy, I am 26 years old and I am a student at Oxford
University. I am English. I am a student. I live in London and I catch the tube
every morning to get to University.
I like studying languages a lot and in my free time I go shopping and spend a lot of
money on books. My parents are Italian, so it gives me the chance to speak
another language when I am with them.

My name is… Il mio nome è.... / Mi chiamo….


I am 26 years old.* Ho 26 anni.
*per esprimere l’età in inglese, a differenza della
lingua italiana, non si usa il verbo “avere”, ma
bensì il verbo “essere”. La formula infinita base è:

“To be + età + years old”.

La parte che viene coniugata è il verbo essere che


si coniuga in rapporto al soggetto.
Per esprimere l’età si usa:
“How old are you?” “Quanti anni hai?”
I live in... “Vivo a....”
My parents are.... “I miei genitori sono...”

This is my friend Rob. He is my colleague. He works in the same factory as


me. He works in the Finance Department while I work in the Accounting
Department.

Per presentare una persona si usano gli aggettivi


dimostrativi e non i pronomi personali soggetto.
This is my friend Rob.
“Lui è il mio amico Rob” o “Questo è il mio amico
Rob.”

“He works in the same factory as me.” “Lui lavora nella stessa mia fabbrica.”
He works in…. “Lui lavora nel.”
“Nice to meet you” “Piacere di conoscerti.”
“Nice meeting you.” “Piacere di aver fatto la sua conoscenza.”
“How do you do!” “Piacere!”
“Nice to meet you too!” “Piacere tutto mio!”

238
Likes and dislikes
Forma affermativa
I like A me piace
You like A te piace
He likes A lui piace
She likes A lei piace
It likes A esso piace
We like A noi piace
You like A voi piace
They like A loro piace

Forma negativa
I don’t like A me non piace
You don’t like A te non piace
He doesn’t like A lui non piace
She doesn’t like A lei non piace
It doesn’t like A esso non piace
We don’t like A noi non piace
You don’t like A voi non piace
They don’t like A loro non piace

Forma interrogativa
Do I like? Mi piace?
Do you like? Ti piace?
Does he like? Lui piace?
Does she like? A lei piace?
Does it like? A esso piace?
Do we like? A noi piace?
Do you like? A voi piace?
Do they like? A essi parlano?

Forma interro – negativa


Don’t I like? Non mi piace?
Don’t you like? Non ti piace?
Doesn’t he like? Non gli piace?
Doesn’t she like? Non le piace?
Doesn’t it like? A esso non piace?
Don’t we like? A noi non piace?
Don’t you like? A voi non piace?
Don’t they like? A loro non piace?

I like going to the cinema. “A me piace andare al cinema.”


I like music. “A me piace la musica.”

239
I don’t like romantic movies. “A me non piacciono i film d’amore.”

*Il verbo “like” ha due costruzioni: verbo seguito


da “– ing” quando si esprime gradimento verso
qualcosa. Prende invece la forma di infinito quando
esprimiamo costrizione a dover compiere
un’azione.

240
Esprimere preferenza
Jennie:
Guarda! Ci sono tue borse carine in
Look! There are two nice bags in the
vetrina.
shopwindow.
Anne:
Dove precisamente?
Where exactly are you looking at?
Jennie: the two bags in the corner, they
Le due borse nell’angolo. Sono perfette
are perfect for Janet’s party. Don’t you
per la festa di Janet. Non pensi?
think?
Anne:
MMM! Fammi pensare! Se dovessi
MMM! Let me think! If I should buy one
acquistare una di queste preferirei
of them I would rather buy the biggest
acquistare quella più grande.
one.
Jennie:
Credo che sia scomoda. Preferisco la
I think it’s uncomfortable. I prefer the
borsa piccola invece di quella grande.
small bag to the big one.
Anne: Forse potremmo acquistare qualcosa di
Maybe we could buy something different. diverso.
Jennie:
Cosa intendi dire?
What do you mean by that?
Anne: Potremmo acquistare un cd. Lei adora la
We could buy a CD. She loves music. musica.
Jennie:
Preferisco acquistare queste borse invece
I prefer buying these bags to buying
di comprare cd. Sono molto più utili.
CDs. They are more useful!
Anne:
I would prefer to buy CDs. Ok, we are Preferirei acquistare il cd. Ok, siamo
not sure about the way of spending our incerte su come spendere i nostri soldi.
money. We had better come back Faremmo meglio a ritornare domani.
tomorrow.

I would prefer
Preferirei
I would rather
“I would rather do something” Preferirei fare qualcosa
“I would prefer to do something” Preferirei fare qualcosa

241
“ENGLISH IN COMMUNICATION”
At the post office
Lessico:
Buca per le lettere Post box
Carta d’ identità Identification
Francobollo Stamp
Lettera Letter
Lettera espresso Letter express
Lettera raccomandata Registered letter
Modulo Form
Sportello postale Window
Telegramma Telegram
Ufficio postale centrale Main post office
Vaglia postale Money order

Communication:
“A che ora apre l’ufficio postale?” What time does the post office open?
“A che ora chiude l’ufficio postale?” What time does the post office close?
“A quale sportello devo andare per i
Which window do I go to for stamps?
francobolli?”
“A quale sportello devo andare per i
Which window do I go to for telegrams?
telegrammi?”
“A quale sportello devo andare per i Which window do I go to for money
vaglia postale?” orders?
“Devo spedire un telegramma.” I have to send a telegram.
“Dov’è l’ufficio più vicino?” Where is the nearest post office?
“Dov’è la cassetta della posta?” Where is the post box?
“Dove è la posta centrale?” Where is the main post office?
“Ha un documento d’identità?” Have you any identification?
“Mi dia tre francobolli, per favore.” Give me three stamps, please.
“Quanto costa una lettera per l’Italia?” How much is a letter to Italy?
“Voglio spedire questa lettera espresso” I want to send this letter express.

At the Exchange Bureau (All’ufficio Cambi)


Lessico:
Accettare assegni To take / accept cheques
Assegni da viaggio Travellers’ cheques
Cambiare un assegno To change a cheque
Cassa Cashier
Senaro in spiccioli Small change
Firmare To sign

242
Incassare To cash
Tasso di cambio Current rate
Ufficio Cambi Exchange Bureau / office

Communication:
C’è un ufficio cambi nei dintorni? “Is there an Exchange office nearby?”
Ecco il mio passaporto “Here is my passport.”
Ha un documento di identità? “Do you have any identification?”
Per favore firmi questa ricevuta. “Please, sign this receipt.”
Per favore, mi dia due sterline in monete, “Please, give me 2 pounds in small
il restante in banconote. change, the other in banknotes.”
Potrebbe indicarmi dove si trova un “Could you tell me where an Exchange
ufficio cambi per cortesia? office is, please?”
Quale è il tasso di cambio ufficiale? “What is the official current rate?”
Vorrei cambiare soldi italiani in sterline “I would like to change Italian money
per favore. into English money, please.”
Vorrei incassare un assegno da viaggio. “I would like to cash a traveller cheque.”

*Monete - Monete Inglesi


Sterlina Pound (100 pence)
Centesimi (di una sterlina) Pence
50 centesimi 50 pence
10 centesimi 10 pence
5 centesimi 5 pence
2 centesimi 2 pence
1 penny 1 penny
½ penny ½ penny

At the bank - (In Banca)


Lessico:
Agente di Cambio Exchange Broker
Ammontare Amount
Assegno Cheque
Assegno sbarrato Crossed cheque
Libretto d’assegni Cheque book
Assegno Circolare Bank cheque
Girare un assegno To endorse a cheque
Banca Bank
Banchiere Banker
Banconota Banknote
Cambiale Bill of exchange
Cambiale pagabile a vista Bill payable at sight
Cambio Exchange
Cassa di risparmio Saving bank
Cassetta di sicurezza Safe box
Contanti Ready money
Denaro Money

243
Deposito Deposit
Depositare To deposit
Documento di riconoscimento Identity card
Esente da tasse Free of taxation
Fuori corso Out of circulation
Incassare To cash
Libretto Book
Ricevuta Receipt
Rimoborsare To reimburse
Somma Sum
Spiccioli Small coins
Tasso d’interesse Interest rate
Vaglia Postal money order
Versamento Payment
Versare To pay

Communication:
“Devo versare dei soldi.” “I have to pay some money.”
Devo spedire un vaglia postale. “I must send a postal money order.”
E’ la sua ricevuta. “It’s your receipt.”
Posso aprire un conto corrente per
“May I open a current account, please?
favore?
Sto cercando un agente di cambio per “I am looking for an Exchange Agent,
cortesia. please.”

Travelling
Lessico:
Arrivi Arrival
Bagagli Luggage
Dogana Customs
Effetti personali Personal things
Facchino Porter
Indirizzo Address
Merci Goods
Partenze Departures
Passaporto Passport
Ufficio informazioni Information Office / Bureau
Valigia Bag
Viaggiare To travel

Communication:
Apra questa borsa per favore. “Open this bag, please.”
Ha qualcosa da dichiarare? “Have you got anything to declare?”
Ho soltanto i miei effetti personali. “I have only my personal things.”
Ho...euro. “I have…euros.”
Il suo passaporto, per favore. “Your passport, please.”

244
La porterò da me. “I will take it myself.”
Non è mia. “That’s not mine.”
Quale è il suo bagaglio? “Which is your luggage?”
Quale è il suo indirizzo in Italia? “What’s your address in Italy?”
Quanti soldi ha? “How much money have you got?”
Quanto le devo? “How much do I owe you?”
Quanto tempo resterà qui? “How long are you staying here?”
Sono qui per lavoro / in vacanza. “I’m here on business / on holiday.”
Viaggiate insieme? “Are you together?”
Viaggio con mia moglie / un amico. “I’m travelling with my wife / a friend.”
Viaggio da solo. “I’m travelling alone.”
Vuole chiamare un taxi? “Would you call a taxi?”
Vuole portarmi queste valigie al taxi? “Would you take these bags to a taxi?”

By Plane - (Viaggiare in aereo)


Lessico:
Aereo Aeroplane
Aeroporto Airport
Altitudine Altitude
Atterraggio Landing
Atterrare To land
Bagaglio Luggage
Cabina Cabin
Compagnia aerea Airline Company
Decollare To take off
Decollo Take off
Documenti Documents
Elicottero Helicopter
Hostess Hostess
Linea giornaliera Daily line
Mal d’aria Air sickness
Meccanico Mechanic
Motore Engine
Numero di volo Flight number
Paracadute Parachute
Passaporto Passport
Passeggero Passenger
Pilota Pilot
Pista di decollo Runway
Posti a bordo Seat on board
Radar Radar
Salire To go up
Scendere To get down
Sedile Seat
Torre di controllo Traffic control tower
Valigia Suitcase
Viaggiare in aereo To travel by air
Visto Visa

245
Volo Flight
Vuoto d’aria Air pocket

Communication:
A che ora arriveremo a X? “What time does it get to X?”
A che ora devo fare il check in? “When must I check in?”
C’è un servizio autobus diretto
“Is there a bus service to the airport?”
all’aeroporto?
“What time does the bus for the airport
A che ora parte l’autobus diretto
leave?”
all’aeroporto?
Dov’è l’aeroporto? “Where is the airport?”
Dove sono i miei bagagli? “Where is my luggage?”
E’ consentito fumare a bordo? “Is smoking allowed on board?”
La partenza è ritardata di X ore. “Departure is delayed X hours.”
Non possiamo partire a causa delle “We cannot leave owing to bad weather
cattive condizioni metereologiche. conditions.”
Per favore, vuole prenotare due posti a “Please, will you book two seats for me
sedere sull’aereo che parte alle… per X on the plane leaving at….for X from Y
dall’aeroporto Y? airport?”
Prima di atterrare ai passeggeri è
“Before landing passengers are
richiesto di allacciare le loro cinture di
requested to fasten their seat belts.”
sicurezza.
Quanti chili di bagagli ci è consentito “How many kilos of luggage are we
portare? allowed to take?”
Quanto costa il biglietto di andata e
“How much is the return ticket?”
ritorno?
Quanto costa il biglietto di sola andata? “How much is the ticket?”
Quanto dista dal centro della città? “How far is it from the town centre?”
Quanto tempo ci vuole per arrivare li? “How long does it take to get there?”
“How long does the flight take from X to
Quanto tempo dura il volo da X a Y?
Y?”
Vorrei cambiare la mia prenotazione “I would like to change my reservation to
per… …”
Vorrei che che i miei bagagli fossero “I would like to have my luggage sent to
spediti a X. X”
Vorrei mettere in deposito i miei bagagli. “I would like to deposit my luggage.”

By bus - (Viaggiare in autobus)


Lessico:
Escursione Excursion
Fermata a richiesta Request stop
Fermata del pullman Bus Stop
Giro turistico Sightseeing tour
Gita organizzata Organized tour
Salire su un autobus To get on a bus
Scendere da un autobus To get off a bus
Stazionamento dei pullman Bus Station

246
Communication:
“Per favore, dov’è lo stazionamento dei
“Where is the bus station, please?”
pullman?
A che ora arriveremo a…. “What time do we get to…?”
A che ora parte il prossimo autobus? “What time is the next bus?”
C’è un’escursione per…? “Is there an excursion to…?”
C’è una visita guidata della città? “Is there an organized tour of the town?”
Con che frequenza partono gli autobus? “How often do buses run?”
Dove devo scendere? “Where do I get off?”
Dove posso prendere il Pullman diretto
“Where can I get a bus to…?”
a…?
E’ partito l’ultimo autobus? “Has the last bus gone?”
E’ un lungo viaggio? “Is it a long journey?”
Gli autobus effettuano la corsa ogni 10
“The buses run every ten minutes.”
minuti.
Il Pullman diretto a…ferma li. “The bus to….stops there.”
Il Pullman ferma a…? “Does the bus stop at…?”
L’autobus numero X va a…. “A number…goes to…”
L’autobus passa vicino a…? “Does the bus go near…?”
Lei deve prendere l’autobus numero…. “You must take a number…”
Quale Pullman va a…? “Which bus goes to…?”
Quali fermate fa? “What stops does it make?”
Quando parte il Pullman? “When does the bus leave?”
Questo Pullman va…? “Does this bus go to…?”
Scenda alla fermata successiva. “Get off at the next stop.”
Vogliamo fare un giro turistico. “We want to take a sightseeing tour”
Voglio andare a… “I want to go to….”

By taxi (con il taxi)


Lessico:
Chiamare un taxi To call a taxi
Prendere un taxi To get a taxi
Salire su un taxi To get in a taxi
Scendere da un taxi To get out of a taxi
Tassametro Taximeter
Tassista Taxi driver

Communication:
Dove posso prendere un taxi? “Where can I get a taxi?”
E’ costoso ma va bene. “It’s a lot but all right.”
E’ costoso. “That’s too much.”
E’ distante? “Is it far?”
E’ libero? / disponibile? “Are you free?”
Per cortesia attenda un minuto. “Please wait a minute.”
Per favore, mi porti a…. “Please, take me to…”
Può andare più veloce? Sono in ritardo. “Can you hurry? I’m late.”
Quanto costa? “How much is it?”

247
Si Fermi qui. “Stop here.”
Voglio passare per il centro “I want to go through the centre.”
Vuole chiamarmi un taxi per favore? “Will you call me a taxi, please?”

By Train or Underground - (Con il treno o in


metropolitana)
Lessico:
Biglietteria Ticket office
Binario Platform
Cambiare treno To change train
Capotreno Conductor
Coincidenza di treni Connection
Cuccetta Couchette
Posti a sedere Seats
Posto libero Free seat
Posto occupato Taken seat
Prenotare To reserve / book
Registrare i bagagli To register luggage
Stazione ferroviaria Railway Station
Stazione metropolitana Tube / Underground Station
Treno accelerato Local train
Treno diretto Express train
Vagone letto Sleeper
Vagone ristorante Restaurant car

Communication:
A che ora c’è la coincidenza per…? “What time is there a connection to…?”
A che ora il treno arriva a…? “When does the train get to…?”
Abbiamo prenotato due posti a sedere “We have reserved two seats.”
C’è un treno che parte più tardi? “Is there a later train?”
C’è un treno che parte presto? “Is there an earlier train?”
C’è un treno diretto a…? “Is there a through train to…?”
C’è un vagone ristorante sul treno? “Is there a restaurant car on the train?”
Da quale binario parte il treno diretto “Which platform does the train to… leave
a…? from?”
Devo fare il cambio? “Do I have to change?”
Dov’è la biglietteria? “Where is the ticket office?”
Dov’è la stazione ferroviaria? “Where is the railway station?”
Dove devo fare il cambio treno? “Where do I change?”
Due posti a sedere sul treno
“Two seats on the… train tomorrow.”
Numero...per domani.
E’ libero questo posto? “Is this seat free?”
E’ questo il treno diretto a…? “Is this the train to…?
E’ un treno diretto o accelerato? “Is it an express or local train?”
Il treno è in ritardo? “Is the train late?”
Il treno si ferma a…? “Does the train stop at…?”
Quando arriva il treno proveniente da…? “When does the train from…get in?”

248
Quando parte il treno? “When does the train leave?
Quanto tempo sosteremo qui? “How long do we stop here?”
Questo posto è occupato. “This seat is taken.”
Su quale binario? “At which platform?”
Voglio prenotare un posto in un vagone
“I want to book a sleeper.”
letto.
Voglio prenotare una cuccetta. “I want to book a couchette.”
Voglio registrare i miei bagagli. “I want to register my luggage.”

Trains - (Treni)
Treno Accelerato Local train
Treno direttissimo Long distance express train
Treno diretto Express Train
Treno Rapido Fast Train

Signs to look at the stations (Segnali da guardare


alle stazioni)
Arrivi Arrivals
Autobus Buses
Bagno Toilet
Bagno per donne Ladies’room
Bagno per uomini Gentlemen
Biglietti Tickets
Cambiovalute Exchange
Coincidenze Connections
Deposito bagagli Left luggage
Fumatori Smoker
Informazioni Information
Linee locali Suburban lines
Linee principali Main lines
Metropolitana Underground
Oggetti smarriti Lost property
Partenze Departures
Prenotazioni Reservations
Ristoratori Refreshments
Sala d’aspetto Waiting Room
Tassì Taxis
Ufficio Prenotazioni Booking office
Vietato fumare No smoking

By Sea - (In Nave)


Lessico:
Abbordare una nave To board on a ship
Aliscafo Hydrofoil
Barca Boat
Barca a vela Sailing ship

249
Cabina letto Berth cabin
Cuccetta Berth
Essere a bordo To be on board
Fare scalo To put in
Motoscafo Motorboat
Nave Ship
Nave da crociera Cruise liner
Nave passeggeri Passenger ship
Porto Dock / harbour
Prenotare To book
Traghetto Ferry boat
Vascello Vessel

Communication:
A che ora arriviamo al porto? “When do we dock?”
C’è una nave che da qui è diretta a…? “Is there a ship from here to...?
Con che frequenza partono le navi? “How often do the ships leave?
Dove fa scalo la nave? “Where does the ship put in?”
La nave si ferma a…? “Does it call at…?”
Posso prenotare una cabina letto? “Can I book a berth cabin?”
Quando dobbiamo salire a bordo? “When must we go on board?”
Quando parte la prossima nave? “When does the next ship leave?”
Quante cuccette ci sono in questa “How many berths are there in this
cabina? cabin?”
Quanto tempo ci vuole per arrivare a…? “How long does it take to get to…?

At a hotel - (In albergo)


Lessico:
Acqua calda Hot water
Acqua corrente Running water
Acqua fredda Cold water
Albergo Hotel
Aria condizionata Air conditioning
Ascensore Lift
Asciugamano Towel
Attaccapanni Hanger
Autorimessa Garage
Bagno Bath
Balcone Balcony
Biancheria Linen
Camera a due letti Double bedroom
Camera da letto Bedroom
Cameriera Chamber maid
Cameriere Waiter
Campanello Bell
Cena Supper / dinner
Colazione Breakfast

250
Comodino Night table
Con bagno With bath
Conto Bill
Coperta Blanket
Corridoio Corridor
Cucina Kitchen
Culla Cot
Dependence Annexe
Direttore Manager
Direzione Manager’s office
Disponibile Available
Facchino Porter
Finestra Window
Lampada Lamp
Lavare To wash
Lenzuolo Sheet
Letto Bed
Letto a due piazze Double bed
Letto a una piazza Single bed
Luce Light
Maitre d’hotel Head waiter
Mancia Tip
Mezza pensione Half board
Pasto Meal
Pensione Boarding house
Pensione completa Full board
Piano Floor
Poltroncina Easychair
Porta Door
Portiere Door keeper
Pulito Clean
Riscaldamento Heating
Ristorante Restaurant
Sapone Soap
Sedia Chair
Servizio Service
Sporco Dirty
Stanza libera Vacant room
Stirare To iron
Suitcase Valigia
Tavolo Table
Telefono Telephone

Dialogue:
Buongiorno signora. Come posso Receptionist: Good morning, madam.
aiutarla? How can I help you?
Buongiorno. Avrei bisogno di una camera Madam: Good morning, I need a single
singola per due notti per favore. room for two nights please.

251
Certo signora, quindi lei resterà due Receptionist: Yes, madam, so you are
notti, vero? staying for two days aren’t you?
Si, vorrei una stanza con bagno Madam: Yes. I want a room with a
certamente, che abba una vista sul bathroom of course, overlooking the sea.
mare. La avete? Do have it?
Receptionist: Well, we have some rooms
Bene, abbiamo delle stanze disponibili.
available. If you don’t mind I will show
Se non le dispiace vorrei mostrargliele.
them to you.
Questa è una delle nostre stanze. Come Receptionist: This is one of our rooms.
ben può notare, c’è un letto singolo e la As you can see, we have a single bed
stanza affaccia sul mare. E’ una stanza and the room overlooks the sea. It is a
luminosa. bright room.
Non ne sono convinta. E’ troppo piccolo Madam: I am not sure. It is too small for
per me. Deve essere anche molto me. It must be very noisy as well. I’d
rumorosa. Vorrei una stanza più grande like a bigger room and a less noisy one
e meno rumorosa per cortesia. please.
Mi dispiace Signora, ma questa è l’unica Receptionist: I am sorry Madam, but this
stanza disponibile con vista sul mare. Le one is the only available overlooking the
altre stanze che abbiamo sono già tutte sea. The others we have already been
occupate e quelle restanti non hanno taken and the other ones left do not
vista sul mare. have the sea view.
Va bene, mi mostri le altre stanze per Madam: Ok, show me the other ones,
favore. please.
Receptionist: This room is quite bigger
Questa stanza è un po’ più grande di
than the previous one. It has air
quella precedente. Ha l’aria condizionata
conditioning and bathroom included. It
e il bagno incluso. Ha una finestra e una
has a window and also a beautiful
splendida tenda. Le piace?
curtain. Do you like it?
Certamente! E’ bella! La prendo! Quanto Madam: Oh yes! It’s wonderful. I’ll take
costa a notte? it. How much is this room per night?
Sono 80 euro con colazione inclusa. Se Receptionist: It’s 80 euros with breakfast
lei ha bisogno di un trattamento a included. If you need full board
pensione completa pagherà 100 euro. treatment you will pay 100 euros.
MMM! Prendo la pensione completa. Ah! Madam: MMM! I will have the full board
Un’altra domanda! C’è un garage nei treatment. Ah! One more question! Is
dintorni? there a garage nearby?
Receptionist: Yes, there is just one on
Si, Ce n’è uno all’angolo ed è anche
the corner and it is also very cheap for
molto economico per i clienti dell’albergo.
our customers.
Madam: Is there a porter? I would like
C’è un facchino? Vorrei che la mia valigia
my suitcase to be taken to this room,
sia portata in camera per favore.
please.
Sicuramente Signora. Glielo chiamo
Receptionist: Sure Madam. I call him
immediatamente. Ho bisogno della sua
immediately. I need your identity card
carta d’identità per procedere alla
for registration please.
registrazione.
Receptionist: Before I go, I would like to
Prima che vada, vorrei informarla che
inform you that near your bed you have
vicino al suo letto ha un telefono, il
a telephone, the bathroom is opposite
bagno è di fronte al letto e qui, accanto
the bed and here, close to the door, you
alla porta, ha l’interruttore della luce.
will have the light switch.
Madam: Ok, you are very kind, thank
Va bene, lei è molto gentile, grazie.
you.
Prego, signora. Trascorra un piacevole Receptionist: You are welcome, Madam.
soggiorno. Have a pleasant stay!

252
In your room (In stanza d’albergo)
Servizio in camera. Room service
Potremmo fare la colazione in camera? Could we have breakfast in our room?
Per favore, mi svegli alle ore… Please wake me at…
Non c’è un portacenere nella mia stanza. There is no ashtray in my room.
Posso avere qualche altra gruccia? Can I have more hangers, please?
C’è una presa per il rasoio elettrico? Is there a point for an electric razor?
Che voltaggio ha? What’s the voltage?
Dov’è il bagno? Where is the bathroom?
Dov’è il gabinetto? Where is the lavatory?
C’è la doccia? Is there a shower?
Non ci sono asciugamani nella mia
There are no towels in my room.
stanza.
Non c’è sapone. There is no soap
Non c’è acqua calda. There is no hot water.
Non c’è il tappo nel mio lavandino. There is no plug in my washbasin.
Non c’è carta igienica nel bagno. There is no toilet paper in the lavatory.
Lo sciaquone non funziona. The lavatory won’t flush.
Posso avere un’altra coperta? May I have another blanket, please?
Posso avere un altro cuscino? May I have another pillow?
Queste lenzuola sono sporche. These sheets are dirty.
Non riesco ad aprire la finestra, per
I can’t open my window, please open it.
piacere la apra.
Fa troppo caldo! It’s too hot.
Fa troppo freddo! It’s too cold.
Si può alzare il riscaldamento? Can the heating be turned up?
Si può abbassare il riscaldamento? Can the heating be turned down?
Si può spegnere il riscaldamento? Can the heating be turned off?
La stanza è ad aria condizionata? Is the room air – conditioned?
L’aria condizionata non funziona. The air conditioning doesn’t work.
Entri! Come in!
Lo metta sul tavolo. Put it on the table.

At the porter’s desk (Alla reception)


Le chiavi per favore. “My key, please.”
Può tenere questo in cassaforte? “Can you keep this in your safe?”
Ci sono delle lettere per me? “Are there any letters for me?”
Ci sono dei messaggi per me? “Are there any messages for me?
Se qualcuno mi telefona, ditegli che sarò If anyone phones, tell them I will be
di ritorno alle ore... back at…”
Nessuno ha telefonato. “No one phoned.”
C’è un signore / signora che la desidera. “There’s a lady / gentleman to see you.”
Per favore, le dica di salire. “Please ask him/her to come up.”
Sto scendendo. “I’m coming down.”
Ha della carta da lettera? “Have you any writing paper?”
Ha delle buste da lettere? “Have you any envelopes?”
Ha dei francobolli? “Have you any stamps?”

253
Per favore mandi una cameriera / un “Please, send the chambermaid / the
cameriere. waiter.”
Ho bisogno di una guida / di un
“I need a guide / an interpreter.”
interprete.
Dov’è il ristorante? “Where is the dining room?”
“What time is breakfast / lunch /
A che ora è la colazione / pranzo / cena?
dinner?”
C’è un garage? “Is there a garage?”
L’albergo è aperto tutta la notte? Is the hotel open all night?”
A che ora chiude? “What time does it close?”

Departures (Partenze)
Devo partire domani. “I have to leave tomorrow.”
Può prepararmi il conto? “Can you make up my bill?”
Ritornerò il…. Posso prenotare per quella “I shall be coming back on… Can I book
data? a room for that date?
“Could you have my luggage brought
Potrebbe farmi scendere I bagagli?
down?
Per favore, mi chiama un taxi. “Please, call a taxi for me.”
La ringrazio per il piacevole soggiorno. “Thank you for a pleasant stay.”

At the restaurant - (Al ristorante)


Lessico:
Bottiglia Bottle
Caffettiera Coffee pot
Cameriera Waitress
Cameriere Waiter
Capo cameriere Head waiter
Cavatappi Cork screw
Cena Dinner
Colazione Breakfast
Coltello Knife
Cucchiaino Tea – spoon
Cucchiaio Spoon
Cuoco Cook
Forchetta Fork
Fruttiera Fruit dish
Insalatiera Salad dish
Oliera Cruet
Pasti Meals
Personale Staff
Piatto Dish
Pranzo Lunch
Schiaccianoci Nut cracker
Sedia Chair
Spuntino Snack
Tavola apparecchiata Laid table
Tavolo Table

254
Tazza Cup
Tazza da caffè Coffee cup
Tazza da tè Tea cup
Tovaglia Table cloth
Tovagliolo Serviette
Vassoio Tray
Zuccheriera Sugar pot
Zuppiera Soup tureen

Communication:
Buongiorno, ha un tavolo libero per “Good morning. Have you got a free
Quattro persone? table for four people?
Cameriere, per favore mi porti il menu e “Waiter, please give me the menu and
la lista dei vini. the wine list.”
Questo è il menu a prezzo fisso. Costa X “This is the fixed price menu. It costs X
senza vino. without wine.”
Cosa ordina signore? “What do you wish, Sir?”
E per secondo piatto? “Next, what do you wish?”
Cosa ordina per il dolce? “What do you wish to have for dessert?”
Cosa vuole bere? “What would you like to drink?”
Cameriere, il conto per piacere. “Waiter, the bill please.”
Tenga il resto. “Keep the change for yourself.”
Servizio e Iva non compresi “Service and Vat not included.”
Coperto “Cover charge”
Vorrei qualcosa di leggero “I would like something light.”
Potremmo avere una piccola porzione? “Could we have a small helping?”
Qual’è il piatto del giorno? “What is the dish of the day?”
Cosa ci consigliate? “What do you recommend?”
“What are the specialties of the
Quali sono le specialità della casa?
restaurant?”
Volete provare…? “Would you like to try…?”
Questo non è ciò che avevo ordinato. “This isn’t what I ordered, I want…”
Non voglio nè olio nè salsa. “I don’t want any oil, sauce with it.”
Dell’altro pane, per favore. “Some more bread, please.”
Un po’ di più. “A little more, please.”
Basta così, grazie. “That’s enough, thank you.”
Questo è cattivo / poco cotto / andato a
“This is bad / uncooked / stale.”
male.
E’ freddo / salato / scotto. “This is cold / too salty / overcooked.”
Questo piatto / coltello / cucchiaio / “This plate / knife / spoon / glass is not
bicchiere non è pulito. clean.”

Paying (Pagare il conto)


Il conto per piacere. “The bill please.”
Il conto comprende il servizio? “Does it include service?”
Per favore, verificate il conto: non mi “Please, check the bill; I don’t think it’s
sembra giusto.” correct.”
Non ho preso la minestra. “I didn’t have soup.”
Ho preso il pollo “I had chicken.”

255
Possiamo avere dei conti separati? “May we have separate bills?”

Food (Cibo)
Acciughe Anchovies
Acqua Minerale Mineral Water
Aglio Garlic
Agnello Lamb
Albicocca Apricot
Amaro Bitters
Anatra Duck
Anguria Watermelon
Arancia Orange
Aranciata Orange juice
Baccalà Salt cod
Banana Banana
Birra Beer
Birra alla spina Draught beer
Birra grande Large Beer
Birra Piccola Small Beer
Biscotti Biscuits
Brodo di manzo Consommè
Brodo di pollo Chicken broth
Burro Butter
Caffè con panna Black coffee with cream
Caffè latte White coffee
Caffè nero Black coffee
Calamaretti Small squids
Calamari Squid
Capretto Kid
Carciofi Artchokes
Carciofini sott’olio Artchokes in olive oil
Carne Meat
Carote Carrots
Castagne Chestnuts
Cavolfiore Cauliflower
Ceci Chick-peas
Cervo Deer
Cetriolo Cucumber
Cialde Waffles
Ciliegie Cherries
Cinghiale Boar
Cioccolata Chocolate
Cipolla Onion
Coniglio Rabbit
Cozze Mussels
Crema di piselli Cream of pea soup
Faggiano Pheasing
Fagioli Beans

256
Fegato Livrer
Fettuccine in brodo Noodle soup
Finocchio Femmel
Formaggio Cheese
Fragole Strawberries
Frittata Omelette
Frittelle Pancakes
Fritto di pesce Mixed fried fish
Frutti di mare Shellfish salad
Funghi Mushroom
Gelato Ice Cream
Granchio Crab
Insalata Salad
Insalata di finocchi e cetrioli Fennel and cucumber salad
Insalata di tonno Tunny fish salad
Lattuga Lettuce
Lepre Hare
Limonata Lemonade
Limone Lemon
Lumache Snails
Maccheroni Macaroni
Maiale Pork
Mandarini Tangerines
Manzo Beef
Mela Apple
Melanzane Aubergine
Melone Melon
Merluzzo Hake
Minestra Soup
Minestra di cipolle Onion soup
Minestra di fagioli Bean soup
Minestra di lenticchie Lentil soup
Minestra di pomodoro Tomato soup
Minestra di riso Rice soup
Minestrone Vegetable soup with noodles
Mortadella Bologna sausage
Nasello Whiting
Noci Nuts
Oca Goose
Olive Olives
Ostriche Oysters
Pane Bread
Panino Roll
Pasta e fagioli Pasta and beans in broth
Pasticcio di frutta Fruit pie
Patate Potatoes
Patatine fritte Chips
Pepperoni Peppers
Pera Pear

257
Pesca Peach
Pesce alla griglia Grilled fish
Pesce spada Swordfish
Piselli Peas
Polipi Octopus
Pollo Chicken
Polpette Meat balls
Polpettone Meat roll
Pomodoro Tomato
Pompelmo Grapefruit
Porchetta Roast sucking pig
Prosciutto Ham
Prosciutto affumicato Gammon
Prosciutto e melone Ham and melon
Prugna Prune
Risotto alla marinara Rice with shrimps, squid and octopus
Salame Salami
Salmone Salmon
Salsicce di maiale Pork sausages
Salsiccia Sausage
Sardine Sardines
Scampi Prawns
Scarola Chicory
Sedano Celery
Seppie Cuttlefish
Sogliola Sole
Sottaceti Pickles
Spaghetti Spaghetti
Spigola Sea bass
Spinaci Spinach
Spumante Sparkling
Spuntino Snack
Succo di frutta Fruit juice
Supplì di riso Rice croquettes with ham and cheese
Tacchino Turkey
Tavola calda Snack bar
Tonno Tunny fish
Torrone Nougat
Torta Cake
Torta di mele Apple pie
Trippa Tripe
Uova Eggs
Uova sode Hard boiled eggs
Uva Grape
Vino Wine
Vino bianco White wine
Vino dolce Sweet wine
Vino rosso Red wine
Vino secco Dry wine

258
Vitello Veal
Zampone Stuffed pig’s trotter
Zucchini Baby marrows
Zuppa di cozze Mussel soup
Zuppa di verdure Vegetable soup
Zuppa inglese Trifle

Modi di cottura (Ways of cooking)


Steamed A vapore
Smoked Affumicato
With butter Al burro
Baked Al forno
With sauce Al sugo
Grilled Alla griglia
With tomato and garlic sauce Alla pizzaiola
Boiled Bollito
With garlic Con aglio
Raw Crudo
Fried Fritto
Marinated Marinato
Braised Stufato

Restaurant Vocabulary (Lessico per


ristorante)
Portacenere Ashtray
Conto Bill
Scodella Bowl
Sigarette Cigarettes
Guardaroba Cloakroom
Portata di piatto Course
Tazza Cup
Forchetta Fork
Bicchiere Glass
Avere fame To be hungry
Coltello Knife
Fiammiferi Matches
Menu Menu
Senape Mustard
Salvietta Napkin
Olio Oil
Pepe Pepper
Piatto Plate
Sale Salt
Saliera Salt cellar
Salsa Sauce
Piattino Saucer
Servizio Service
Cucchiaio Spoon

259
Tavolo Table
Tovaglia Tablecloth
Avere sete To be thirsty
Mancia Tip
Stuzzicadenti Toothpick
Vegetariano Vegetarian
Aceto Vinegar
Cameriere Waiter
Cameriera Waitress
Acqua Water
Lista dei vini Wine list

Drinks (Bevande)
Cosa prende da bere? “What will you have to drink?”
Una bottiglia di vino locale. “A bottle of local wine”
Vende vino a bicchieri? “Do you serve wine by the glass?”
Caraffa / bicchiere. “Carafe / glass”
Bottiglia / mezza bottiglia “Bottle / half bottle”
Due bottiglie di birra per favore. “Two glasses of beer, please.”
Ha birra alla spina? “Do you have any draught beer?”
Altre due birre “Two more beers.”
Una birra grande / piccola “Large / small beer.”
Birra liscia “Neat Beer”
Con ghiaccio “On the rocks”
Vorrei un altro bicchiere d’acqua. “I’d like another glass of water”
Lo stesso, per favore. “The same again.”

Shopping and Services (Fare compere e


servizi)
A che ora aprono I megozi? “When do the shops open?”
A che ora chiudono i negozi? “When do the shops close?”
C’è un mercato ogni giorno? “Is there a market every day?”
Dov’è la farmacia più vicina? “Where is the nearest chemist?”
Dove è il mercato? “Where is the market?”
Dove posso comprare…? “Where can I buy…?
Dove sono i migliori negozi? “Where are the best stores?”
Può consigliarmi un…? “Can you recommend a…”?

Stores and Shops (Negozi)


Barbiere Barber
Calzolaio Shoe repairer
Cartoleria Stationer
Drogheria Grocer
Farmacia Chemist
Fioraio Florist
Fruttivendolo Greengrocer

260
Gioielliere Jeweller
Giornalaio Newsagent
I grandi magazzini Department stores
Latteria Dairy
Lavanderia Launderette
Libreria Bookshop
Macellaio Butcher
Merceria Haberdashery
Negozio di calzature Shoe shop
Negozio di ferramenta Hardware shop
Negozio di giocattoli Toy shop
Ottico Optician
Panettiere Baker
Parrucchiere Hairdresser
Pasticceria Cake shop
Pescivendolo Fishmonger
Salumeria Delicatessen
Tabaccaio Tobacconist

Food shops (negozio di alimentari)


Aceto Vinegar
Cannella Cinnamon
Carne in scatola Corned beef
Cibo in scatola Tinned food
Cioccolata Chocolate
Frutta secca Dried fruit
Lievito Yeast
Liquirizia Liquorice
Marmellata Jam
Noce moscata Nutmeg
Olio Oil
Pepe Pepper
Piselli in scatola Tineed peas
Prugne secche Dried plums
Sale Salt
Senape Mustard
Sottaceti Pickles
Spezie Spices
Surgelati Frozen food
Tavoletta di cioccolata Tablet of chocolate
Thè Tea
Tonno Tuna
Uva passa Dried grapes
Zucchero Sugar

Fruit and Vegetables (Frutta e Verdura)


Aglio Garlic
Albicocca Apricot

261
Arachide Peanut
Arancia Orange
Asparago Asparagus
Banana Banana
Barbabietola Beet root
Caco Kaki
Carciofo Artichoke
Carota Carrot
Cavolfiore Cauliflower
Cavolo Cabbage
Cetriolo Cucumber
Ciliegia Cherry
Cipolla Onion
Fagiolino French bean
Fagiolo Bean
Fico Fig
Fragola Strawberry
Fungo Mushroom
Insalata Salad
Lattuga Lettuce
Limone Lemon
Mandarino Tangerine
Mandorla Almond
Mela Apple
Nespola Medlar
Nocciola Hazel-nut
Patata Potato
Pera Pear
Pesca Peach
Piselli Peas
Pomodoro Tomato
Prezzemolo Parsley
Sedano Celery
Spinaci Spinach
Uva Grapes
Zucca Squash
Zucchina Vegetable marrow

Dairy Products (prodotti giornalieri)


Formaggio Cheese
Latte Milk
Ricotta Cream cheese
Uova Egg
Yogurt Yoghurt

At the Butcher (Dal macellaio)


Lamb Agnello
Steak Bistecca

262
Kid Capretto
Meat Carne
Rabbit Coniglio
Fillet Filetto
Hare Lepre
Pork Maiale
Beef Manzo
Chicken Pollo
Turkey Tacchino
Veal Vitello

At theBakery (dal panettiere)


Flour Farina
Bread Pane
French bread Bastone di pane
Crust Crosta
White bread Pane bianco
Brown bread Pane integrale
Tea loaf Pancarrè
Loaf Pagnotta
Little roll Panino

At the Confectionary (Dal pasticciere)


Biscuits Biscotti
Candied fruits Frutta candita
Sweets Caramelle
Chocolates Cioccolatini
Sugared almonds Confetti
Cakes Pasticcino
Cake Torta

263
At the fishmonger (dal pescivendolo)
Anchovy Acciuga
Eel Anguilla
Lobster Aragosta
Squid Calamaro
Crab Gambero
Shrimp Gamberetto
Cod Merluzzo
Whiting Nasello
Polypus Polipo
Salmon Salmone
Sardine Sardina
Cuttle fish Seppia
Sole Sogliola
Tuna Tonno
Trout Trota

At the shoe shop (Dal calzaturificio)


Lessico:
Shoes Calzature
To shoe Calzare
To try the shoes on Provare le scarpe
Shoemaker Calzolaio
Buckle Fibbia
Shoe polish Lucido per scarpe
To polish Lucidare
Leather Cuoio
Suède Scamosciato
Calf Vitello
Cloth Tela
Fur lined Foderato di pela
Slippers Pantofole
Foot Piede
Sandal Sandalo
Mountain boots Scarpe da montagna
Ski boots Scarponi da sci
Shoe brush Spazzola da scarpe
Boots Stivaletti
High boots Stivali
Lace Laccio
Sole Suola
Leather sole Suola di cuio
Rubber sole Suola di gomma
Heel Taco
Clog Zoccolo

264
Communication:
Vorrei una paio di scarpe da uomo I would like a pair of men’s shoes.
Che taglia? 42 What size, please? Seven and half
Sono troppo grandi, troppo piccole, They’re too large, too small, too long,
troppo lunghe, troppo corte. too short.
Questo paio mi calza bene. Quanto
This pair fits me well. How much is it?
costa?
Vorrei un paio di scarpe nere da donna I would like a pair of ladies’ black shoes
Preferisco provare la scarpa al mio piede
I prefer to try the shoe on my left foot.
sinistro
Queste scarpe mi calzano perfettamente These shoes fit me perfectly.
Vorrei un paio di sandali. I would like a pair of sandals.

Sizes (Misure)
34 3½
35 4
36 4½
37 5
38 5½
39 6
40 6½
41 7
42 7½

At the stationery (In cartoleria)


Lessico:
Acquerello Water colours
Album da disegno Album for drawings
Album per foto Album for photos
Blocco di carta da lettera Note paper pad
Busta da lettera Envelope
Calendario Calendar
Carta Paper
Carta carbone Carbon paper
Carta da disegno Drawing paper
Carta per pacchi Packing paper
Cartolaio Stationer
Cartolina Postcard
Cartone Cardboard
Colla Glue
Colori a olio Oil colours
Etichetta Label
Ferma carte Paper press
Foglio di carta Sheet of paper
Gomma da cancellare Eraser
Gomma da matita Rubber for pencil
Inchiostro Ink
Matita Pencil

265
Matita colorata Coloured pencil
Pastels Pastelli
Penna Pen
Penna a sfera Ball pen
Penna stilografica Fountain pen
Pennino Nib
Quaderno Copy book
Quaderno a quadretti Squared copy book
Quaderno a righe Lined copy book
Ricambio di inchiostro Refill
Riga Ruler
Scrivere To write
Spago String

At the Chemist’s - (In farmacia)


Lessico:
Acido Acid
Acqua Water
Acqua distillata Distilled water
Acqua ossigenata Peroxide
Acqua sterilizzata Sterilized water
Ago da iniezione Injection needle
Alcool Alcohol
Ammoniaca Ammonia
Antiallergico Antiallergic
Antibiotico Antibiotic
Aspirina Aspirin
Assorbenti igienici Sanitary towels
Balsamo Balm
Benda Bandage
Bottiglia Bottle
Calmante Sedative
Camomilla Chamomile
Cerotto Plaster
Collirio Collyrium
Compressa Pill
Contagocce Medicine dropper
Disinfettante Disinfectant
Farmacista Chemist
Fasciare To bandage
Garza Gauze
Gocce Drops
Medicina Medicine
Medicinale Medicinal
Pastiglia Lozenge
Penicillina Penicillin
Pomata Pomade
Prescription Ricetta medica

266
Preservativo Preservative
Purgante Purgative
Sciroppo Syrup
Siringa Syringe
Sonnifero Sleeping pill
Supposta Suppository
Tisana Ptisan
Valeriana Valerian
Vitamina A – B – C Vitamin A – B – C

Dov’è la farmacia più vicina? Where is the nearest chemist’s shop?


C’e una farmacia che funziona anche di Is there a chemist’s shop working at
notte? night?
Vorrei della garza e delle bende. I would like some gauze and bandage.
Ho un forte raffreddore. Potrebbe
I have a strong cold. Could you tell me a
indicarmi un buon rimedio contro il
good remedy against cold, please?
raffreddore, per cortesia?
Lei ha bisogno della ricetta medica se You need a prescription if you want to
vuole acquistare questo medicinale. buy this medicine.

Medicine instructions (Instruzioni sui flaconi


dei medicinali)
Solo per uso esterno (rif. Al medicinale) Only for external use
Dosi: per bambini e per adulti Dose: for children, for adults
Agitare prima dell’uso Shake before use
Richiudere accuratamente la bottiglia
Re – cork the bottle after use
dopo l’uso.
Non lasciare la boccetta esposta alla luce The bottle should be securely corked and
o all’umidità. stored away from damp or light

Parts of the Body - (Le parti del corpo umano)


Bocca Mouth
Braccio Arm
Capelli Hair
Ciglia Eyelashes
Collo Neck
Dente Tooth
Denti Teeth
Dita Finger
Dita (dei piedi) Toe
Fronte Forehead
Gamba Leg
Ginocchio Knee
Gomito Elbow
Guancia Cheek
Labbra Lips
Mano Hand
Mento Chin

267
Naso Nose
Occhi Eyes
Orecchie Ears
Palpebre Eyelids
Pettorale Chest
Piede Foot
Piedi Feet
Polso Wrist
Sopracciglia Eyebrows
Spalla Shoulder
Testa Head
Unghia Nail

At the florist - (Dal fioraio)


Lessico:
Azalea Azalea
Camelia Camellia
Fiore di pesco Peach blossom
Gardenia Gardenia
Garofano Carnation
Margherita Daisy
Mimosa Mimosa
Orchidea Orchid
Pianta grassa Cactus
Rosa Rose
Tulipano Tulip
Violet Violet

At the Jeweller’s shop – Watchmaker’s shop


(Dal gioielliere e in orologeria)
Lessico:
Anello Ring
Argento Silver
Avorio Ivory
Braccialetto Bracelet
Cinturino Strap
Collana Necklace
Corallo Coral
Diamante Diamond
Gioielliere Jeweller
Lancetta Hand
Onice Onyx
Orecchini Earrings
Oro Gold
Orologiaio Watchmaker
Orologio Watch
Orologio a pendolo Pendulum clock

268
Orologio da muro Wall clock
Orologio da polso Wrist – watch
Orologio da tavolo Clock
Perla Pearl
Pietra preziosa Precious stone
Platino Platinum
Quadrante Dial
Regolare l’ora Regulate
Riparare Repair
Rubino Ruby
Smeraldo Emerald
Spilla Pin
Sveglia Alarm clock
Topazio Topaz
Vetro Glass
Zaffiro Sapphire

Communication:
Vorrei comprare un braccialetto dorato. I would like a gold bracelet. Could you
Potrebbe mostramene uno per favore? show me one please?
Vorrei acquistare una buona sveglia. I would like to buy a good alarm clock.
Vorrei acquistare la collana che ho visto I would like to buy the necklace I saw in
in vetrina. Quanto costa? shop window. How much is it?
Potrebbe riparare questo orologio per Could you repair this watch, please? It
favore? Non funziona. doesn’t work.
Potrebbe regolare il mio orologi, per Could you regulate my watch, please?
favore? Va tre minuti avanti. It’s three minutes fast.
Quando posso passare a ritirarlo? When can I fetch it?
Ho rotto il vetro del mio orologio. I have broken my watch glass. Could you
Potrebbe sostituirmelo? change it for me?

At the Department Store - (Ai grandi


magazzini)
Lessico:
Ascensore Lift
Calzature Shoe department
Biancheria Linen
Articoli casalinghi Household articles
Cristalleria Glass ware
Cassa Cash
Cassiera Cashier
Commessa Saleswoman
Commesso Salesman
Giocattoli Toys
Maglieria Knitwear
Mobili Furniture
Pellicceria Fur department

269
Piano Floor
Profumeria Cosmetics
Reparto Department
Scala mobile Escalator
Tappeti Carpets
Vestiario Clothing

Communication:
Please, on which floor is the
Per cortesia, a che piano è il reparto…?
department…?
Posso aiutarla Signora? Can I help you madam?
Avete delle…? Do you have any…?
Potrebbe dirmi quanto costa……? Could you tell me how much….is?
Scelgo questo. Potrebbe spedirmelo a
I will choose it. Could send it home?
casa?
Certamente. Potrebbe darmi il suo Of course, Could you give me your
indirizzo e il suo nominativo per piacere? address and name please?
Potrebbe mostrarmi altri giocattoli per
Could you show me other toys please?
favore?
Dove si trova il reparto abbigliamento Where is the clothing department,
per cortesia? please?
Vorrei comprare un abito da uomo. I would like to buy a suit.
Può pagare alla cassa. You can pay at the cash desk.
Che taglia porta? What’s your size?
Posso misurarlo? Can I try it on?
Per favore, entri in cabina. Please come into the cubicle.
Il vestito mi calza bene ma è troppo The dress fits me well but it is too long.
lungo. Potrebbe farmelo accorciare per Can you have it shortened for me
favore? please?
Vorrei delle cravatte I would like some ties.

Clothes - (Vestiti)
Abiti da spiaggia Beach clothes
Accappatoio Bathrobe
Berretto Cap
Calze Stockings
Calzini Socks
Camicia (da donna) Blouse
Camicia (da uomo) Shirt
Camicia da notte Nightdress
Cappello Hat
Cappello per il sole Sunhat
Cappotto Overcoat
Costume da bagno Bathing Costume
Cravatta Tie
Felpa Sweater
Giacca Jacket
Giubbino Anorak
Gonna Skirt

270
Guanti Gloves
Impermeabile Raincoat
Maglia a “V” Jersey
Maglietta T – shirt
Mocassini Loafers
Mutandine Pants
Occhiali Glasses
Pantaloncini corti Shorts
Pantaloni Trousers
Pantofole Slippers
Papillon Bow tie
Pigiama Pijamas
Pullover Jumper
Reggiseno Bra
Sandali Sandals
Scarpe Shoes
Scarpe col tacco Heeled shoes
Scarpe da ginnastica Running shoes
Sciarpa Scarf
Smoking Tuxedo
Stivali Boots
Vestaglia Dressing gown

Cloth (Stoffa)
Cotone Cotton
Filato di cotone Cotton yarn
Lana Wool
Pelle Leather
Raso Satin
Seta Silk
Velluto Velvet

Sizes (Taglie) - Women’s dresses / abiti da


donna
British Sizes Italian Sizes
32 38
34 40
36 42
38 44
40 46
42 48
44 50

Men’s suits / Abiti da uomo


British Sizes Italian Sizes
36 46
38 48

271
40 50
42 52
44 54
46 56

Men’s Shirts / Camicie da Uomo


British sizes Italian Sizes
14 36
15 38
16 41
17 43

Socks / Calzini
British sizes Italian sizes
9 38 - 39
10 39 - 40
11 41 - 42

At the Hairdresser’s (dal parrucchiere)


Lessico:
Acconciatura Hair style
Arricciare To curl
Bigodini Rollers
Capelli Hair
Capelli grassi Oily hair
Capelli normali Normal hair
Capelli secchi Dry hair
Casco Dryer
Forfora Scurf
Frizione Friction
Lacca Lacquer
Lavare i capelli To wash the hair
Ondulazione Wave
Ossigenare To bleach
Parrucchiere Hairdresser
Permanente Permanent wave
Pettinare To comb
Pettine Comb
Phon Hand Dryer
Rasoio Razor
Ricciolo Curl
Riga Parting
Shampoo Shampoo
Spazzola Brush
Spazzolare To brush
Tingere To dye
Tinta Shade

272
Communication:
May I make an appointment for Posso prendere un appuntamento per
tomorrow? domani?
What time? A che ora?
I want my hair cut. Vorrei un taglio di capelli.
Not too short at the sides. Non troppo corti ai lati.
A bit shorter at the back please. Un po’ più corti sul collo per piacere.
I miei capelli sono grassi / secchi /
My hair is oily / dry / normal.
normali.
I want a shampoo Vorrei uno shampoo.
I want my hair cut and set. Vorrei un taglio e una messa in piega.
Per favore mi faccia una messa in piega
Please set my hair without rollers.
senza bigodini.
I want a dark shade. Vorrei una tinta scura.
I would like my hair dyed. Vorrei una tintura ai capelli
I would like my hair permed / waved. Vorrei una permanente / capelli ondulati.
Have you got any lacquer? Ha la lacca?
The dryer is too hot. Il casco è troppo caldo.
Thank you, I like it very much. La ringrazio, mi piace molto.

Beauty Therapists’s vocabulary - (Vocaboli


per Estetiste)
Asciugamano Towel
Ceretta Waxing
Contorno occhi Eye contour
Correttore Concealer
Crema viso Face cream
Cura Care
Depilazione Depilation
Epilazione Epilation
Esfoliante Exfoliator
Latte detergente Cleansing milk
Lima per le unghia Nail file
Lozione Lotion
Lucidalabbra Lip gloss
Mascara Mascara
Maschera per il viso Face pack
Matita per gli occhi Eye liner
Matita per le labbra Lip liner
Olio Oil
Peli Hair
Pennello per il Blush Blush Brush
Rossetto Lipstick
Smalto Nail polish
Tonico Toner
Trattamento Treatment
Tronchesina Nail clipper
Trucco Make up

273
Colours (I colori)
Arancione Orange
Bianco White
Blu Blue
Giallo Yellow
Grigio Grey
Marrone Brown
Nero Black
Rosa Pink
Rosso Red
Verde Green
Viola Violet

At the Optician (Dall’ ottico)


Lessico:
Astigmatismo Astigmatism
Astuccio per occhiali Spectacle case
Diottria Dioptry
Lente per occhiali Spectacle lens
Lenti a contatto Contact lenses
Miope Shortsighted
Miopia Short sightdness
Montatura degli occhiali Frame
Occhiali da sole Sun glasses
Presbiopia Longsightdeness
Presbite Longsighted
Vista Sight

Communication:
Please, Could you replace the broken Per favore, potrebbe sostituire le lenti
lens of this pair of spectacles? rotte di questo paio di occhiali?
Your spectacles will be ready in three I suoi occhiali saranno pronti tra tre
days. giorni.
Have you got any sun glasses? Ha delle lenti da sole?
Ho bisogno di una coppia di lenti a
I need a pair of contact lenses please.
contatto per favore.
Is it possible to measure my eye sight
E’ possibile misurare la vista per favore?
please?

At the dentist - (Dal dentista)


Lessico:
Ascesso Abscess
Dentiera Dentures
Dentista Dentist
Gengive Gums
Iniezione Injection

274
Mal di denti Toothache
Nervo Nerve
Otturare un dente To fill a tooth
Otturazione (al dente) Filling
Perdere l’otturazione To lose a filling
Sciacquarsi la bocca To rinse one’s mouth
Togliere un dente To take the tooth out

Communication:
Posso prendere un appuntamento con il Can I make an appointment with the
dentista? dentist?
Ho un mal di denti. I have a toothache.
Questo dente mi fa male. This tooth hurts.
Mi è caduta l’otturazione. I have lost a filling.
Può otturare il dente? Can you fill it?
Devo tirarle un dente. I must take your tooth out.
Per favore, mi faccia prima un’iniezione. Please, give me an injection first.
Ho la dentiera rotta / scheggiata. I have broken / chipped my dentures.
Ho le gengive gonfie. My gums are swollen.
Le mie gengive continuano a sanguinare. My gums keep bleeding.
Mi sta facendo male. You are hurting me.
Quanto le devo? How much do I owe you?
Quando dovrei ritornare? When should I come again?
Per favore, risciaqui la bocca. Please rinse your mouth.
Lei ha un ascesso. You have an abscess.

Describing people: physical appearance


(Descrivere le persone: aspetto fisico)
Alta Tall
Attraente Attractive
Basso Short
Bella Beautiful
Bello Handsome
Calvo Bald
Grassa Fat
Magra Slim
Molto attraente (per donne e per uomini) Gorgeous
Paffutello Chubby
Pelle e ossa Skinny
Persona comune Ordinary
Persona sporca Scruffy
Poco tono muscolare Flabby
Presentabile Presentable
Sinuosa Curvy
Snella Thin
Sovrappeso Large
Tatuata Tattooed

275
Red letter days (feste e ricorrenze)
Capodanno New Year’s Eve
Carnevale Carnival
Compleanno Birthday
Domenica delle palme Palm Sunday
Epifania Epiphany
Festa nazionale Bank holiday
Festività Holidays
Il giorno dei Morti All Souls Day
Il mercoledì delle ceneri Ash Wednesday
Natale Christmas
Ognissanti All Saints Day
Onomastico Name day
Pasqua Easter
Pentecoste Whitsunday
Quaresima Lent
Settimana santa Holy week
Vigilia Eve
Vigilia di Natale Christmas Eve

*Oltre alle normali feste religiose in Inghilterra si


celebrano le seguenti altre festività civili chiamate:
“bank holidays”
Easter Monday = Pasquetta
Whit – Monday = Lunedì dopo la Pentecoste
August Bank Holiday = Ultimo lunedì di Agosto
Boxing day* = il 26 di Dicembre
*Boxing day
Viene celebrata il 26 Dicembre ed è una festa della
solidarietà. In questa giornata, che capita subito
dopo il Natale, la popolazione Inglese regala alle
persone più povere dei doni.
L’etimologia della parola “Boxing” si dice che
risalga all’antico Medioevo ma fonti storiche
presuppongono un’epoca ancora più distante che
coincide con l’era Romana / Cristiana. In questa
epoca, vi erano dei contenitori di metallo posti
all’esterno delle Chiese con lo scopo di raccogliere
offerte per la festa di Santo Stefano. Ecco perchè

276
viene festeggiata il 26 Dicembre.

April’s fool Day = 1 Aprile


Guy Fawkes’Day* = Giorno di Guy Fawkes. (5
Novembre)
*Guy Fawkes’ Day

Festa celebrata per commemorare lo sventato


complotto di Guy Fawkes nel 1603 per far saltare il
Palazzo del Parlamento.
Chi era Guy Fawkes?
era membro di un gruppo di cospiratori cattolici
inglesi che tentarono di assassinare con
un'esplosione il re Giacomo I d'Inghilterra e tutti i
membri del Parlamento inglese mentre erano riuniti
nella Camera dei Lord per l'apertura delle sessioni
parlamentari dell'anno 1605.Il 5 novembre 1605 il
complotto fu scoperto da un soldato del Re,
Thomas Knyvet, e i barili di polvere da sparo
furono disinnescati prima che potessero compiere
danni. Da allora ogni 5 novembre nel Regno Unito e
in Nuova Zelanda viene festeggiato il fallimento
dell'attentato nella cosiddetta Guy Fawkes Night,
nella quale i bambini bruciano su un falò un
pupazzetto che simboleggia l'attentatore. I bambini
inglesi andavano in giro per il paese con dei
fantocci recitando una filastrocca e chiedendo soldi
ai cittadini da dare ai genitori per comprare i fuochi
per il falò.
Telephoning (Al telefono)
Lessico:
Cabina telefonica Phone box
Elenco telefonico Telephone directory
Gettoni telefonici Tokens
Interrompere una conversazione

277
telefonica To cut off
Lasciare un messaggio To leave a message
Linea telefonica Line
Messaggio Message
Numero dell’interno Extension
Ricevitore Receiver
Segreteria telefonica Answering machine
Telefonata Phone call

Communication:
Dove è la cabina telefonica più vicina? Where is the nearest phone box?
Voglio fare una telefonata. I want to make a phone call.
Posso usare il suo telefono? May use your phone?
Ha un elenco telefonico? Do you have a telephone directory?
Potrebbe darmi dei gettoni per favore? Could you give me some tokens, please?
Mi scusi, la linea è caduta. Potrebbe Sorry, we were cut off. Could you
rimettermi in collegamento? reconnect me?
Pronto? Hallo?
Desidero l’interno…. I want extension…
Posso parlare con…? May speak to…?
Chi parla? Who’s speaking?
E’ il Signor X che parla. This is Mr X speaking.
Attenda in linea per favore. Hold the line please.
Abbassi il ricevitore. Put the receiver down.
Lui non è qui al momento. Potrebbe He is not here at the moment. Could you
telefonare più tardi per favore? phone later please?
Mr X è occupato adesso. Mr X is busy now.
Quando ritornerà? When will he be back?
Vuole lasciare un messaggio? Will you leave a message?
Gli dica che ho telefonato. Tell him I phoned.
Per favore gli chieda di telefonarmi. Please ask him to phone me.
Quale è il suo numero di telefono? What’s your phone number?
Il mio numero di telefono è…. My telephone number is….
Non riesco a sentirla. La linea è
I can’t hear you. It’ s a bad line
disturbata.
La linea è occupata. The line is engaged
Il suo numero è sbagliato. You have the wrong number.
Non c’è risposta. There is no reply.
La metto in collegamento. I’ll put you through.

Ed inoltre:
Comporre un numero di telefono To dial
Cellulare Mobile phone
Casella di posta vocale Voice Mail
Tastiera Keyboard

Entertainment (Divertimento)

278
Lessico:
Abito da sera Evening dress
Cinema Cinema
Concerto Concert
Discoteca Discoteque
Esaurito Sold out
Guardaroba Cloakroom
Guida degli spettacoli Entertainment guide
Locale notturno Nightclub
Posto a sedere Seat
Programma Programme
Rappresentazione Performance
Spettacolo Show
Teatro Theatre

Communication:
Is there an entertainment guide? C’è una guida degli spettacoli?
What’s on at the theatre tonight? Che danno stasera al teatro?
Is there a concert on this evening? C’è un concerto stasera?
I want to book two seats. Voglio prenotare due posti a sedere.
We have sold out! Tutto esaurito!
What time does the show start? A che ora inizia lo spettacolo?
What time does the show end? A che ora finisce lo spettacolo?
Where is cloakroom? Dov’è il guardaroba?
This is your seat sir. Questo è il suo posto, signore.
Where are the best night clubs? Dove sono i migliori locali notturni?
Is there a discoteque near here? C’è una discoteca qui vicino?
Can you recommend a good show? Può consigliarmi un buon spettacolo?

On the beach (In spiaggia)


Lessico:
Acqua Water
Acqua salata Salt water
Andare a pescare To go fishing
Attrezzatura Equipment
Battello da pesca Fishing boat
Cabina Cabin
Corrente Current
Docce Showers
Farsi un bagno To bathe
Fredda Cold
Ghiaia Shingle
Nuotare Swimmer
Nuotare To swim
Ombrellone Sunshade
Pesca subacquea Underwater fishing

279
Piscina Swimming pool
Porto Harbour
Sabbia Sand
Sci nautico Water– ski
Sedia a sdraio Deckchair
Spiaggia Beach
Tiepida Warm
Tuffarsi To dive

Communication:
Dove sono le migliori spiaggie? Where are the best beaches?
C’è una spiaggia tranquilla qui vicino? Is there a quiet beach near here?
È raggiungibile a piedi o è troppo
Can we walk or is it too far?
lontana?
C’è un autobus che va alla spaggia? Is there a bus to the beach?
La spiaggia è sabbiosa o con ghiaia? Is the beach sand or shingle?
È pericoloso fare il bagno qui? Is it dangerous to bathe here?
Questa spiaggia è sicura per i bambini? Is this beach safe for children?
C’è corrente forte qui. There is a strong current here.
Sei tu un bravo nuotatore? Are you a good swimmer?
L’acqua è profonda? Is the water deep?
Com’è l’acqua? How’s the water?
È calda. È tiepida. It’s cold. It’s warm.
L’acqua è salata? Is it salt water?
Ho bisogno di una cabina per una
I need a cabin for a morning.
mattinata.
Voglio noeggiare una sedia a sdraio e un I want to hire a deckchair and a
ombrellone. sunshade
Possiamo fare sci nautico? Can we water – ski here?
Dove è il porto? Where’s the harbour?
Voglio andare a pescare. We want to go fishing.
Possiamo noleggiare una barca? Can we hire a boat?

At the doctor’s - (Dal dottore)


Lessico:
Ambulanza Ambulance
Ambulatorio medico Doctor’s surgery
Anestetico Anaesthetic
Aspirina Aspirin
Chiamare un dottore To call a doctor
Dottore Doctor
Fascia Bandage
Infermiera Nurse
Iniezione Injection
Lassativo Laxative
Operazione Operation
Ospedale Hospital

280
Ottico Optician
Stare male To be ill

Communication:
C’è un ambulatorio medico qui vicino? Is there a doctor’s surgery near here?
Devo chiamare un dottore. I have to call a doctor.
Potrebbe chiamare un dottore? Could you call a doctor please?
Mi sento male. I am ill.
Ho un dolore al braccio. I have a pain in my arm.
Sono caduto e mi sono fattomale la
I fell down and I hurt my back.
schiena.
I miei piedi sono gonfi. My feet are swollen.
Mi sono scottato. I have burned myself.
Mi sono tagliato. I have cut myself.
Mi sono ammaccato. I have bruised myself.
Mi fa male lo stomaco. My stomach is upset.
Ho un’indigestione. I have indigestion.
Il mio naso continua a sanguinare. My nose keeps bleeding.
Ho mal d’orecchio. I have earache.
Mi sento svenire. I feel dizzy.
Ho un forte raffreddore. I have got a heavy cold.

Allergia Allergy
Appendicite Appendicitis
Asma Asthma
Bruciatura Burn
Colpo di freddo Chill
Colpo di sole Sunstroke
Crampo Cramp
Decimi di febbre Fever
Diabetico Diabetic
Dolore Ache
Dolore Pain
Febbre alta Temperature
Ferita Wound
Foruncolo Boil
Frattura Fracture
Indigestione Indigestion
Infezione Infection
Insonnia Insomnia
Livido Bruise
Mal d’orecchi Earache
Mal di denti Toothache
Mal di gola Sore throat
Mal di pancia Stomachache
Mal di testa Headache
Malattia Illness

281
Raffreddore Cold
Raffreddore Cold
Scottatura di sole Sunburn
Stitichezza Constipation
Tosse Cough
Ulcera Ulcer
Vescica Blister

The Weather Forecast (Le previsioni del


tempo)
Lessico:
Acquazzone Shower of rain
Afa Sultriness
Arcobaleno Rainbow
Atmosfera Atmosphere
Barometro Barometer
Caldo Heat
Cielo Sky
Sereno (del cielo) Clear
Nuvoloso Cloudy
Clima Climate
Caldo Hot
Freddo Cold
Glaciale Icy
Umido Damp
Gelo Ice
Grandine Hail
Lampo Lightening
Luna Moon
Lampeggiare To lighten
Nebbia Fog
Neve Snow
Nevicare To snow
Nuvola Cloud
Pioggia Rain
Sole Sun
Piovere To rain
Goccia di pioggia Rain drop
Luce solare Sun light
Stella Star
Temperatura Temperature
Sopra lo zero Above zero
Sotto zero Below zero
Tempestoso Stormy
Tempesta Storm
Vento Wind
Ventoso Windy

282
Communication:
Che tempo fa? What’s the weather like?
Fa caldo / freddo / è mite / è ventoso / è
It’s hot / cold / warm / windy / foggy
nebbioso

Useful adjectives - (aggettivi utili)


Allegro Merry
Alto Tall
Amaro Bitter
Antipatico Nasty
Aperto Open
Asciutto Dry
Avaro Mean
Bagnato Wet
Basso Short
Bella Beautiful
Biondo Blond
Brutto Ugly
Buono Good
Cattivo Bad
Chiuso Closed
Corto Short
Costoso Expensive
Debole Weak
Divertente Amusing
Dolce Sweet
Duro Hard
Economico Cheap
Facile Easy
Famoso Famous
Felice Happy
Forte Strong
Fragile Fragile
Generoso Generous
Gentile Kind
Giovane Young
Grasso Fat
Intelligente Intelligent
Inutile Useless
Leggero Light
Lento Slow
Lungo Long
Magro Thin
Morbido Soft
Noioso Boring
Nuovo New
Pesante Heavy

283
Piacevole Pleasant
Povero Poor
Pulito Clean
Rapido Quick
Ricco Rich
Sgarbato Rude
Simpatico Nice
Sporco Dirty
Stupido Silly
Triste Sad
Utile Useful
Vecchio Old

Common phrases- (Frasi di uso comune)


A proposito By the way
Arrivederci Goodbye
Aspetta un momento Wait a moment
Bene, grazie Fine, thanks
Buon viaggio Have a nice journey
Buona fortuna Good luck
Buonanotte Good night
Buonasera Good evening
Buongiorno signor X Good morning Mr X
Che bella sorpresa What a nice surprise
Che cosa cerchi? What are you looking for?
Che cosa vuoi? What do you want?
Come stai? How are you?
Come ti chiami? What’s your name?
Complimenti My compliments
Congratulazioni Congratulation
Così e così So and so
Da dove vieni? Where are you from?
Davvero? Really?
Dove stai andando? Where are you going?
Grazie tante Thank you so much
Hai ragione You are right
Hai torto You are wrong
I miei ossequi Kind regards
Lasciami da solo Leave me alone
Mi dispiace I am sorry
Mi fa piacere I am glad
Mi scusi Excuse me
Mi scusi Sorry
Molte grazie Thank you very much
No grazie No thanks
Non c’è male Not too bad.
Non dire sciocchezze Don’t talk nonsense
Non importa Never mind

284
Non lo so I don’t know
Non ne vale la pena It is not worth the while
Non posso I can’t
Non voglio disturbarti I don’t want to bother you
Parli sul serio? Are you serious?
Per piacere Please
Permette? Will you allow me?
Potrebbe farmi un favore Could you do me a favour?
Prego You are welcome
Sbrigati Hurry up
Scusi, come ha detto? I beg your pardon
Si Yes please
Signora X Mrs X
Smettila Stop it
Sto male I’m bad
Suppongo che I suppose that
Taci Shut up
Va bene OK!
Vattene Go away
Vieni qui Come here
Volentieri Willinghly

Family (Membri della famiglia)


Antenati Ancestors
Bisnonno Great – grand father
Bisnonna Great – grand mother
Cognato Brother in law
Cognata Sister in law
Cugino / cugina Cousin
Cugino di primo grado First cousin
Cugino di secondo grado Second cousin
Famiglia Family
Fidanzato Boyfriend
Fidanzata Girlfriend
Figlio Son
Figlia Daughter
Figliastro Step son
Figliastra Step daughter
Fratello Brother
Sorella Sister
Fratellastro Step brother
Sorellastra Step sister
Gemelli Twins
Genero Son in law
Genitori Parents
Madre Mother
Matrigna Step mother
Madrina God mother

285
Marito Husband
Moglie Wife
Nipote Nephew
Nipote (femmina) Niece
Nipote maschio Grand son
Nipote femmina Grand daughter
Nuora Daughter in law
Patrigno Step father
Padrino God father
Parenti Relatives
Suocero Father in law
Suocera Mother in law
Zia Aunt
Zio Uncle

286
I Love English Volume 2
Parte 1 – Distinzione e Classificazione dei
verbi
1.1 Il Verbo: premessa
Il Verbo rappresenta una parte fondamentale per la
struttura di una frase. Non a caso indica l’azione
espressa dal soggetto. Sappiamo anche che
quest’ultimo ha diverse declinazioni ma anche
diversi tempi verbali da essere coniugati, per non
parlare delle regolarità e delle irregolarità.
Il verbo, rappresenta sicuramente la sezione più
difficile di una lingua, o meglio, la sezione più
difficile da apprendere per uno studente di lingua.
Non importa di quale lingua noi ci addentriamo a
studiare, sia essa l’inglese, francese, tedesco,
spagnolo e così via. La sua difficoltà soggiace
proprio nel comprendere le diverse concezioni e i
diversi modi di utilizzo di un tempo verbale da
lingua a lingua.
Il presente volume, vuole analizzare questa
peculiarità, soffermandosi in maniera dettagliata e
più semplice possibile di uno dei tanti argomenti
che colpisce la maggior parte degli studenti italiani.
Già nel primo volume: “I Love English: l’inglese a
partire da zero”, abbiamo esaminato
accuratamente un aspetto della grammatica della
lingua inglese: quella elementare, creando così un
volume di 320 pagine in cui ogni struttura
elementare della lingua è stata descritta con
molteplici esempi e soprattutto molteplici schemi e
tabelle. Sono stati affrontati confronti tra due

287
sistemi linguistici: quello italiano e quello inglese in
modo da permettere al lettore di comprendere in
maniera sistematica il funzionamento e quindi il
passaggio da un sistema di L1 (lingua madre) a L2
(lingua straniera).
Lo stesso procedimento faremo in questo volume in
quanto questa sezione dedicata al verbo merita
sicuramente più delucidazioni e più interesse da
parte degli studenti. Da una parte, perchè il verbo
dà l’idea di comunicare. Molti studenti, non appena
imparano a declinare un verbo, oltre a
comprenderne il suo significato, hanno la
sensazione di saper la parlare la lingua
diversamente se questi ultimi non si conoscessero.
Dall’altra parte perchè il verbo è quella parte che
dà un senso alla frase. Tutto l’universo umano si
esprime attraverso i verbi. Immaginatevi una
persona che parlasse soltanto con sostantivi e
congiunzioni e aggettivi senza mai usare un verbo.
Che tipo di conversazione sarebbe? Io direi nulla.
Ovviamente, già nel primo volume abbiamo voluto
delineare una parte dei verbi, anche perchè non
volevamo proprio lasciarvi a bocca asciutta su
quello che avreste successivamente incontrato nel
presente volume. In inglese, come dicevo poc’anzi,
l’aspetto verbale suscita sempre grande
preoccupazione e tensione, non tanto per il modo
in cui essi vengono coniugati, quanto nel modo in
cui debbano essere utilizzati. Ed è proprio questo
aspetto che mi preme insegnare in questo volume:
il loro utilizzo affinchè molti studenti riescano a
trovare “pace” e “conforto” in questo argomento
che dà loro notevoli problemi.
Senza dilungarci troppo passiamo subito al primo

288
aspetto dei nostri tanto ben voluti verbi.
1.2 Classificazione dei Verbi
Il verbo rappresenta la parte fondamentale di una
frase: può esprimere – a seconda della forma in cui
viene coniugato (attiva o passiva) – l’azione
eseguita dal soggetto o l’azione subita dal
soggetto. Nel primo caso parliamo di frase in forma
attiva, nel secondo caso parliamo di frase in forma
passiva, ma di questo ce ne occuperemo nel
volume successivo dedicato ai verbi.
In questo paragrafo ci limiteremo soltanto a
descrivere e a delineare quelli che sono i verbi in
inglese e magari spiegarne la loro struttura giusto
per fornire una minima base di formazione della
forma interrogativa – negativa e interro – negativa.
C’è da premettere una cosa, il verbo rappresenta la
parte della lingua inglese sicuramente più
complessa da apprendere perché gli inglesi a
differenza nostra danno enorme importanza
all’azione avvenuta ed è per questo che possiedono
un innumerevole varietà di forme verbali. Gli inglesi
distinguono un azione in corso di svolgimento, un
azione appena conclusa, un azione compiuta e
terminata in un momento preciso del passato, un
azione che esprime un’intenzione di compiere
un’azione nel futuro, una decisione presa sul
momento o anche un azione che implica la
consequenzialità di un’altra. Vedete quanti diversi
modi di espressione? Pensate che queste non
rappresentano neppure la metà di quelle citate. Ma
adesso non vorrei spaventarmi inutilmente, anche
perché lo scopo di questo testo è quello di volervi
far costruire le basi affinché possiate costruire –

289
mattone dopo mattone – il vostro “castello” della
lingua inglese.
Dopo esserci dilungati abbastanza, passiamo
all’oggetto del nostro paragrafo – ovvero la
classificazione dei verbi.
I verbi vengono classificati in 4 categorie:

Verbi Ordinari Verbi Ausiliari


Verbi Irregolari Verbi Semi-Modali

Cominciamo a delineare e quindi a definire cosa è


un verbo ausiliare.
Normalmente nelle grammatiche di lingua italiana,
si nota che il verbo ausiliare rappresenta un verbo
di ausilio e quindi di sostegno agli altri verbi. Può
essere considerato anche così nella lingua inglese
visto che il verbo ausiliare viene molte volte
impiegato per la formazione dei tempi progressivi
oppure per la formazione della forma passiva. Ma
in inglese la differenza soggiace anche nella
struttura grammaticale interrogativa di una frase
che la distingue da quella interrogativa dei verbi
ordinari.
Per verbo ausiliare si intende:

Quel verbo che effettua la forma interrogativa invertendo il verbo con il soggetto e
che effettua la forma negativa ponendo la negazione “not” subito dopo il primo
elemento verbale.

In inglese i verbi ausiliari sono soltanto due:


ESSERE AVERE
(TO BE) (TO HAVE)*

Il verbo “TO HAVE” è stato contrassegnato da un


asterisco perché come poi vedrete nel paragrafo
successivo il suo impiego è vario all’interno della

290
grammatica inglese.
Continuando la nostra rassegna abbiamo i verbi
ordinari.
Per verbo ordinario si intende:

Quel verbo che effettua la forma interrogativa utilizzando come particella l’ausiliare
“DO / Does” (se terza persona) e che effettua la forma negativa ponendo il “not”
dopo il primo elemento verbale.

Cosa potrà mai significare” dopo il primo elemento


verbale?” Quanti verbi troveremo in una forma
interrogativa di un verbo ordinario? Anche questo
sarà oggetto del paragrafo successivo.
Terza distinzione riguardano i verbi modali e semi
modali.
Per verbo Modale si intende:

Quei verbi difettivi (e sono solo tre) che mancano del tempo dell’infinito e altri
tempi verbali e che posseggono solo il tempo presente, passato e condizionale. Si
comportano come i verbi ausiliari*.

Mentre i verbi semi – modali sono:

Quei verbi che si collocano a metà tra i verbi modali e verbi ordinari. Hanno una
doppia struttura per la formazione della forma interrogativa e negativa.

Prima di passare a trattare delle ultime due


categorie, cominciamo a mostrare visivamente
quali sono questi verbi che abbiamo appena
menzionato:

Verbi ausiliari To Be - To Have* (Essere – Avere)


Verbi ordinari Tutti quelli esistenti (tranne i modali e gli ausiliari)
Can (Potere)
Verbi Modali Must (Dovere)
Want (Volere)
Need (Avere bisogno)
Verbi semi-modali Dare (Osare)
Used to (essere soliti)

291
Ultima classificazione dei verbi riguarda quelli
regolari: Per verbo regolare si intende:

Quel verbo che al passato remoto e al participio passato aggiungono alla radice del
verbo la desinenza –ed.

Quindi la formazione del passato remoto e del


participio di alcune tipologie di verbi non risulta di
estrema difficoltà dato che bisogna aggiungere solo
alla radice del verbo la desinenza “- ed”.
Esempio:
“To start” Started Started
“To arrive” Arrived Arrived

Mentre per verbo irregolare si intende:

Quei verbi che effettuano la formazione del passato remoto e del participio passato
attraverso la tabella periodica dei verbi.

1.3 La tabella periodica dei Verbi


Come la chimica, anche l’inglese ha una tabella
periodica, ovviamente non dei componenti chimici,
ma dei singoli verbi. E’ una tabella molto semplice
dal punto di vista strutturale in quanto è divisa
soltanto in tre colonne recanti tre forme verbali:
l’infinito, il passato remoto e il participio passato.
La sua complessità però soggiace nella irregolarità
dei verbi. In inglese ad esempio esistono circa
2010 verbi irregolari, ognuno con una forma ben
delineata e che obbliga la memorizzazione
mnemonica quando si devono utilizzare. Vogliamo
vedere insieme questa tabella periodica? Allora
pronti, partenza, Via!
Infinito Passato Remoto Participio Passato
Arise Arose Arisen
Be Was / were Been

292
Bear Bore Born
Beat Beat Beaten
Become Became Become
Begin Began Begun
Bend Bent Bent
Bet Bet Bet / betted
Bind Bound Bound
Bite Bit Bitten / bit
Bleed Bled Bled
Blow Blew Blown
Break Broke Broken
Breed Bred Bred
Bring Brought Brought
Build Built Built
Burn Burnt Burnt
Burst Burst Burst
Buy Bought Bought
Cast Cast Cast
Catch Caught Caught
Choose Chose Chosen
Cling Clung Clung
Come Came Come
Cost Cost Cost
Creep Crept Crept
Cut Cut Cut
Deal Dealt Dealt
Dig Dug Dug
Do Did Done
Draw Drew Drawn
Dream Dreamt Dreamt
Drink Drank Drunk
Drive Drove Driven
Eat Ate Eaten
Fall Fell Fallen
Feed Fed Fed
Feel Felt Felt
Fight Fought Fought
Find Found Found
Fly Flew Flown
Forbid Forbade Forbidden
Forecast Forecast Forecast
Foresee Foresaw Foreseen
Forget Forgot Forgotten
Forgive Forgave Forgiven
Freeze Froze Frozen
Get Got Got / gotten
Give Gave Given
Go Went Gone
Grind Ground Ground

293
Grow Grew Grown
Hang Hung / hanged Hung / hanged
Have Had Had
Hear Heard Heard
Hit Hit Hit
Hide Hid Hidden
Hold Held Held
Hurt Hurt Hurt
Kneel Knelt Knelt
Keep Kept Kept
Know Knew Known
Lay Laid Laid
Lead Led Led
Lean Leant Leant
Leap Leapt Leapt
Learn Learnt Learnt
Leave Left Left
Lend Lent Lent
Let Let Let
Lie Lay Lain
Light Lit / lighted Lit / lighted
Lose Lost Lost
Make Made Made
Mean Meant Meant
Meet Met Met
Mistake Mistook Mistaken
Pay Paid Paid
Put Put Put
Quit Quit Quit
Read Read Read
Ride Rode Ridden
Ring Rang Rung
Rise Rose Risen
Run Run Run
Saw Sawed Sawn
Say Said Said
See Saw Seen
Seek Sought Sought
Sell Sold Sold
Send Sent Sent
Set Set Set
Sew Sewed Sewn / sewed
Shake Shook Shaken
Shine Shone Shone
Shoot Shot Shot
Show Showed Showed / shown
Shrink Shrank Shrunk
Shut Shut Shut
Sing Sang Sung

294
Sink Sank Sunk
Sit Sat Sit
Sleep Slept Slept
Slide Slid Slid
Smell Smelt Smelt
Speak Spoke Spoken
Spell Spelt Spelt
Spend Spent Spent
Spill Spilt Spilt
Spin Span Spun
Spit Spat Spat
Split Split Split
Spoil Spoilt Spoilt
Spread Spread Spread
Stand Stood Stood
Steal Stole Stolen
Stick Stuck Stuck
Sting Stung Stung
Strike Struck Struck
Swear Swore Sworn
Sweep Swept Swept
Swell Swelled Swollen
Swim Swam Swum
Swing Swung Swung
Take Took Taken
Teach Taught Taught
Tear Tore Torn
Tell Told Told
Think Thought Thought
Thrive Throve Thriven
Throw Threw Thrown
Tread Trod Trodden / trod
Understand Understood Understood
Wake Woke Woken / waked
Wear Wore Worn
Weave Wove / weaved Woven / weaved
Weep Wept Wept
Win Won Won
Wind Wound Wound
Withdraw Withdrew Withdrawn
Write Wrote Written

La prima colonna è rappresentata dall’infinito, la


seconda è quella del passato remoto e la terza è
quella del participio passato.
1.4. I Verbi Ausiliari

295
Il primo verbo appartenente alla categoria dei verbi
ausiliari che andiamo a descriverne le
caratteristiche è il verbo “essere” che in inglese si
dice “TO BE”.
Vediamo di conoscere insieme le quattro forme di
questo verbo: ossia la forma affermativa, la forma
negativa, la forma interrogativa, la forma interro –
negativa.
Questo è uno dei primi verbi che viene insegnato
alle scuole elementari e medie proprio perchè di
estrema semplicità. Ma se andiamo a vedere già la
forma interrogativa e quella interro negativa tanto
poi semplice non risulta essere ma non si sa perchè
tutti riescono, a differenza degli altri verbi, a usarlo
meccanicamente e spontaneamente.
Cominciamo con la forma affermativa:
VERBO “BE” FORMA AFFERMATIVA
I am Io sono
You are Tu sei
He is Egli è
She is Ella è
It is Esso è
We are Noi siamo
You are Voi siete
They are Essi sono

Dalla prima coniugazione emerge che le forme del


presente del verbo essere sono variegate:
La prima persona persona singolare fa “AM” mentre
la seconda persona singolare, prima persona
plurale, seconda persona plurale e terza persona
plurale fa “ARE” e alla terza persona singolare fa
“IS”. Già da qui si evince l’irregolarità del verbo e
che il discente deve ricordare tre forme differenti di
coniugazione.
La seconda differenza da notare è nella seconda
persona. Sia la forma singolare che plurale hanno

296
la stessa declinazione verbale. Voi vi chiederete:
come si fa a capire se ci riferiamo ad un gruppo di
persone o solo a una persona?
La risposta è dettata dal contesto situazionale e
quindi dal momento e dagli interlocutori che
abbiamo davanti in un determinato contesto
comunicativo.
Una frase presa singolarmente come del tipo:
“You are intelligent”
Può assumere due significati: o “Tu sei
intelligente”, se l’interlocutore al quale ci stiamo
riferendo è una singola persona, oppure “Voi siete
intelligenti”, se le persone chiamate in causa sono
più di una. Ecco perché dico sempre che l’inglese
deve essere visto in un contesto situazionale e non
può essere scisso da esso.
Terza differenza da notare sono le tre forme per la
terza persona singolare: HE, SHE, IT:
Il pronome personale soggetto “HE” si riferisce alle
persone di sesso maschile: infatti vuol dire “Lui”,
“SHE” viene usato per le persone di sesso
femminile e vuol dire “Lei”, “IT” al contrario si
riferisce a cose e ad animali e significa “Esso”.
La forma negativa si ottiene mettendo la negazione
“NOT” subito dopo il primo elemento verbale per
cui avremo:
VERBO “BE” FORMA NEGATIVA
I am not Io non sono
You are not Tu non sei
He is not Lui non è
She is not Lei non è
It is not Esso non è
We are not Noi non siamo
You are not Voi non siete
They are not Essi non sono

La forma interrogativa al contrario si effettua

297
invertendo il verbo con il soggetto per cui avremo:
VERBO “BE” FORMA INTERROGATIVA
Am I? Sono io?
Are you? Sei tu?
Is he? E’ lui?
Is she? E’ lei?
Is it? E’ esso?
Are we? Siamo noi?
Are you? Siete voi?
Are they? Sono loro?

La forma interro-negativa si ottiene mettendo la


negazione “NOT” subito dopo il pronome personale
soggetto.
VERBO “BE” FORMA INTERRO – NEGATIVA
Am I not? Non sono?
Are you not? Non sei?
Is he not? Non è lui?
Is she not? Non è lei?
Is it not? Non è esso?
Are we not? Non siamo noi?
Are you not? Non siete voi?
Are they not? Non sono loro?

Adesso vediamo di fare una serie di frasi


utilizzando le quattro forme:
“Lui è a casa a guardare la televisione.” “He is at home watching TV:”
“Io non sono sposato.” “I am not married.”
“Sono loro a casa?” “Are they at home?”
“Non sono loro tuoi amici?” “Are they not your friends?”

1.5. Forma contratta del verbo “Be”


Quelle che abbiamo trattato nel paragrafo
precedente sono sicuramente le forme piene del
verbo Essere. Molto interessante risulta sapere che
oltre a tali forme esistono le cosiddette forme
contratte o comunemente definite dai libri di testo
“Short Forms” ovvero forme brevi. Quanti di voi
sicuramente avranno letto questa frase all’interno
dei propri eserciziari, Student’s books o libri
tradizionali di grammatica per cui la formula non vi

298
sembrerà assolutamente nuova.
Bisogna dire che le forme contratte vengono, a
differenza di quelle piene, molto usate dagli inglesi
quando essi parlano e quindi nella forma
comunicativa proprio perchè sono di estrema
semplificazione. Gli inglesi amano essere sintetici
quando parlano e se possono eliminare qualche
vocale o consonante lo fanno con piacere perchè
parlare comunque rappresenta uno sforzo fisico e
come tale stanca. Ovviamente bisogna stare attenti
a usare le forme contratte perchè siccome
rappresentano una forma colloquiale di lingua, non
possono essere adoperate ovunque. Qunidi sarà
sempre bene informarsi prima del contesto in cui ci
si trova: se si tratta di un ambiente formale o
informale, del rapporto che ci lega all’interlocutore
e così via. Ovviamente quando si scrive una lettera
commerciale, le forme contratte sono vietate
proprio perchè quando si affronta un discorso
commerciale e quindi un ambiente formale, anche il
registro e il tono devono essere rigorosamente
rispettati.
Ad ogni modo, visto che questo è un manuale di
grammatica inglese, ci sembra doveroso analizzare
e trattare anche quest’altro aspetto di lingua.
VERBO “BE” FORMA AFFERMATIVA CONTRATTA
I’m Io sono
You’re Tu sei
He’s Egli è
She’s Lei è
It’s Esso è
We’re Noi siamo
You’re Voi siete
They’re Essi sono

Come si può ben notare dall’esempio in tabella, per


forma contratta la vocale iniziale del verbo cade

299
totalmente generando un’assonanza tra il soggetto
e il verbo. Ovviamente anche il modo di
pronunciare cambierà rispetto alla forma
precedente (quella piena) a tal punto avremo:
Forma piena: I am = Io sono /Ai Em/
Forma Contratta: I’m = Io sono /Ai M/
Adesso vediamo la fonetica per entrambi le
categorie: forma piena e contratta

P.s. Tratterò l’aspetto fonetico non dal punto dei segni dell’IPA (ovvero) alfabeto
fonetico internazionale in quanto il manuale è rivolto a TUTTI e ci potrebbero
essere persone che non conoscono i segni fonetici dell’alfabeto internazionale.
Siccome è un manuale designato per tutti gli studenti di lingua inglese e per tutte
le età dobbiamo permettere a chiunque di poter comprendere la pronuncia di questi
verbi.

Fonetica per il verbo “To Be” forma piena


I am /Ai em/ Io sono
You are /Gliu ar/ Tu sei
He is /Hi iz/ Lui è
She is /Sci iz/ Lei è
It is /It iz/ Esso è
We are /ui ar/ Noi siamo
You are /Gliu ar/ Voi siete
They are /Dei ar/ Essi sono

Fonetica Forma contratta verbo “To Be”


I’m /Aim/ Io sono
You’re /Gliu’r/ Tu sei
He’s /Hiz/ Lui è
She’s /Sciz/ Lei è
It’s /Its/ Esso è
We’re /Wiir/ Noi siamo
You’re /Gliu’r/ Voi siete
They’re /Deir/ Essi sono
Con questa struttura fonetica non dovrà risultarvi
difficile saper pronunciare e leggere correttamente
le forme del verbo essere. Continuando nel nostro
excursus abbiamo da analizzare ancora due forme
contratte di questo verbo e precisamente quella
negativa e quella interro–negativa. Cominciamo da

300
quella negativa:
VERBO “BE” FORMA NEGATIVA CONTRATTA
I’m not Io non sono
You aren’t Tu non sei
He isn’t Lui non è
She isn’t Lei non è
It isn’t Esso non è
We aren’t Noi non siamo
You aren’t Voi non siete
They aren’t Essi non sono

Ad eccezione della prima persona singolare che


mantiene intatta la vocale all’interno dell’elemento
negativo: NOT, tutte le altre coniugazioni perdono
la vocale all’interno della negazione. In sostituzione
alla versione su menzionata possiamo avere anche:
“I’m not – You’re not – He’s not – She’s not – It’s
not - We’re not – You’re not – They’re not.
La forma interrogativa contratta non esiste mentre
invece esiste la forma interro-negativa.
VERBO “BE” FORMA INTERRO-NEGATIVA CONTRATTA
Aren’t I? Non sono?
Aren’t you? Non sei?
Isn’t he? Non è lui?
Isn’t she? Non è lei?
Isn’t it? Non è esso?
Aren’t we? Non siamo noi?
Aren’t you? Non siete voi?
Aren’t they? Non sono loro?

Ci sono due cose da porre in evidenza: la prima è


che non esiste la forma contratta interro negativa
della prima persona singolare. Infatti, come vedete
nella tabella in alto, la forma contratta interro
negativa trae origine dalla desinenza della seconda
persona singolare “ARE” e non da “AM”. La seconda
cosa da porre in enfasi è che mentre nella forma
piena del verbo Essere esistono 4 forme di
coniugazione, in quella contratta ne esistono

301
soltanto tre, proprio perchè la forma interrogativa
contratta non esiste.
Facciamo anche qui la sezione della fonetica per
questi altru due casi prima di passare alla forma
passata del Verbo Essere
Fonetica della Forma contratta negativa del verbo
“To Be”
I’m not /Aim not/ Io non sono
You aren’t /Gliu arent/ Tu non sei
He isn’t /Hi iznt/ Lui non è
She isn’t /Sci iznt/ Lei non è
It isn’t /It iznt/ Esso non è
We aren’t /Ui arent/ Noi non siamo
You aren’t /Gliu arent/ Voi non siete
They aren’t /Dei arent/ Essi non sono

Fonetica della Forma contratta interro-negativa del


verbo “BE”
Aren’t I? /Arent ai/ Non sono io?
Aren’t You? /Arent Gliu/ Non sei tu?
Isn’t he? /Iznt Hi/ Non è lui?
Isn’t She? /Iznt Sci/ Non è lei?
Isn’t it? /Izn’t it/ Non è esso?
Aren’t we? /Arent Ui/ Non siamo noi?
Aren’t You? /Arent Gliu/ Non siete Voi?
Aren’t They? /Arent Dei/ Non sono loro?

Adesso andremo a delineare lo stesso tempo


verbale “To Be” ma dal punto di vista del Passato
Remoto.

302
1.6. Verbo “To Be” forma del passato remoto
Come abbiamo trattato nel paragrafo precedente
della tabella periodica dei verbi, abbiamo notato
che il Verbo Essere è un verbo irregolare. Questo lo
si capisce bene poichè sia la forma passata che
quella del participio passato hanno due desinenze
completamente differenti. Nella forma passata il
verbo essere flette nelle sue due forme: “WAS /
WERE” coniugate in base al soggetto.
“WAS” lo troviamo nella prima persona singolare e
terza persona singolare mentre “WERE” lo troviamo
in tutte le altre persone – e quindi seconda persona
plurale, seconda persona singolare, terza persona
plurale, prima persona plurale.
Forma affermativa del Verbo “Be” Passato Remoto
I Was Io ero
You Were Tu eri
He Was Egli era
She Was Ella era
It Was Esso era
We Were Noi eravamo
You Were Voi eravate
They Were Essi erano

La forma interrogativa del verbo si otterrà, come


effettuato per il presente, invertendo il verbo con il
soggetto e quindi: Forma interrogativa Verbo
Essere passato remoto
Was I? Ero Io?
Were you? Eri tu?
Was he? Era lui?
Was she? Era lei?
Was it? Era esso?
Were we? Eravamo noi?
Were you? Eravate voi?
Were they? Erano loro?

La forma negativa si otterrà invece inserendo il

303
“NOT” subito dopo il primo elemento verbale.
Forma negativa del Verbo Essere passato remoto
I was not Io non ero
You were not Tu non eri
He was not Lui non era
She was not Lei non era
It was not Esso non era
We were not Noi non eravamo
You were not Voi non eravate
They were not Essi non erano

La forma interro–negativa si otterrà mettendo la


negazione subito dopo il pronome personale
soggetto e quindi:
Was I not? Non ero?
Were you not? Non eri tu?
Was he not? Non era lui?
Was she not? Non era lei?
Was it not? Non era esso?
Were we not? Non eravamo noi?
Were you not? Non eravate voi?
Were they not? Non erano loro?

Come nella forma presente del verbo, anche nella


forma passata abbiamo la cosiddetta “short form”
cioè la cosiddetta forma contratta.
La cosa da dire è che però la forma contratta al
passato remoto della forma affermativa non esiste
mentre invece è presente in quella della forma
presente. Secondo voi perché non esiste?
La risposta è da ricercare nella questione della
somiglianza verbale tra i due tempi. La forma
contratta consiste nell’incorporare il verbo –
attraverso una riduzione di elementi – all’interno
del pronome personale soggetto.
Se noi prendiamo la forma affermativa di seconda
persona singolare: “YOU ARE” e la seconda persona
singolare del passato remoto “YOU WERE” notiamo
che entrambi hanno la stessa forma di chiusura

304
verbale, per cui una forma contratta del tempo
presente è:
YOU ARE - YOU’RE
YOU WERE - YOU’RE (e quindi non sarebbe
possible)
Si andrebbe a creare il problema temporale tra i
due verbi ecco perché non esiste forma contratta
della forma affermativa del passato remoto.
Per cui ci limiteremo a trattare soltanto le forme
contratte previste dal questo tempo verbale e
ovvero: la forma interro negativa e quella negativa.
Partiamo da quella negativa:
I wasn’t Io non ero
You weren’t Tu non eri
He wasn’t Lui non era
She wasn’t Lei non era
It wasn’t Esso non era
We weren’t Noi non eravamo
You weren’t Voi non eravate
They weren’t Essi non erano

Come si può ben notare la forma negativa del


“NOT” si aggiunge direttamente al verbo formando
così un unico elemento. Nella forma interro
negativa avremo:
Wasn’t I? Non ero io?
Weren’t you? Non eri tu?
Wasn’t he? Non era lui?
Wasn’t she? Non era lei?
Wasn’t it? Non era esso?
Weren’t we? Non eravamo noi?
Weren’t you Non eravate voi?
Weren’t they? Non erano loro?

Come si può ben notare la forma contratta interro


negativa – rispetto alla forma del presente del
verbo essere – esiste nella prima persona singolare
nel passato remoto mentre se vi ricordate bene,
non esiste nella forma del presente la cui desinenza

305
trae origine dalla seconda persona singolare. Per
cui avremo:
Wasn’t I? Aren’t I?
Non ero? Non sono?

Come potete ben notare già dal primo verbo


esistono alcune differenze strutturali e
grammaticali, immaginate cosa succede a tutti quei
verbi tipo futuro, condizionale, passato remoto etc
etc che possiedono diversi modi di esprimere
un’azione, e che di sicuro analizzeremo all’interno
di questo volume.
Prima di lasciare il verbo essere non possiamo
dimenticarci di dare qualche nozione di fonetica
anche sulla lettura e pronuncia del verbo Essere al
passato remoto e precisamente.
Fonetica Forma passata del verbo “To Be”
affermativa
I was /Ai Woz/ Io ero
You Were /Gliu uer/ Tu eri
He Was /Hi uoz/ Lui era
She Was /Sci uoz/ Lei era
It was /It uoz/ Esso era
We were /Ui uer/ Noi eravamo
You were /Gliu uer/ Voi eravate
They were /Dei uer/ Essi erano

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto


negativa
I was not /Ai uoz not/ Io non ero
You were not /Gliu uer not/ Tu non eri
He was not /He uoz not/ Lui non era
She was not /Sci uoz not/ Lei non era
It was not /It uoz not/ Esso non era
We were not /Ui uer not/ Noi non eravamo
You were not /Gliu uer not/ Voi non eravate
They were not /Dei uer not/ Essi non erano

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto

306
contratta negativa
I wasn’t /ai uoznt/ Io non ero
You weren’t /Gliu uerent/ Tu non eri
He wasn’t /Hi uoznt/ Lui non era
She wasn’t /Sci waznt/ Lei non era
It wasn’t /It uoznt/ Esso non era
We weren’t /ui uerent/ Noi non eravamo
You weren’t /Gliu uerent/ Voi non eravate
They weren’t /Dei uerent/ Essi non eravamo

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto


contratta interro negativa
Wasn’t I? /uoznt Ai/ Non ero?
Weren’t You? /uerent gliu/ Non eri
Wasn’t He? /uoznt hi/ Non era lui?
Wasn’t she? /uoznt sci/ Non era lei?
Wasn’t it? /uoznt it/ Non era esso?
Weren’t we? /uerent ui/ Non eravamo Noi?
Weren’t you? /uerent gliu/ Non eravate voi?
Weren’t they? /uerent dei/ Non erano loro?

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto


interrogativa
Was I? /uoz Ai/ Ero io?
Were You? /uer gliu/ Eri tu?
Was He? /uoz hi/ Era lui?
Was she? /uoz sci/ Era lei?
Was it? /uoz it/ Era esso?
Were We? /uer ui/ Eravamo Noi?
Were You? /uer gliu/ Eravate voi?
Were they? /uer dey/ Erano loro?

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto


interro – negativa
Was I not? /uoz Ai not/ Non ero io?
Were you not? /uer gliu not/ Non eri tu?
Was he not? /uoz hi not/ Non era lui
Was she not? /uoz sci not/ Non era lei?
Were we not? /uer ui not/ Non eravamo noi?
Were you not? /uer gliu not/ Non eravate Voi?
Were they not? /uer dei not/ Non erano loro?

Adesso passiamo ad un’altra forma del Verbo

307
essere che è quella idiomatica. La forma idiomatica
è una particolare costruzione in cui il verbo in
questione assume un significato differente da
quello originario. Vediamo cosa succede nel Verbo
“To Be” in forma idiomatica.
1.7. Forma Idiomatica del verbo “Be”
FORME IDIOMATICHE DEL VERBO “BE”
To be hungry Avere fame
To be thirsty Avere sete
To be hot Avere caldo
To be cold Avere freddo
To be homesick Avere nostalgia di casa
To be seasick Avere mal di mare
To be wrong Avere torto
To be right Avere ragione
To be feverish Avere decimi di febbre
To be sleepy Avere sonno
To be in a hurry Andare di fretta
To be in time Essere in tempo
To be late Fare tardi
To be early Essere in anticipo
To be busy Essere impegnato
To be angry Essere arrabbiato
To be afraid Avere paura
To be frightened Essere spaventato
To be sorry Essere dispiaciuto
To be ashamed Avere vergogna

Come si può notare in queste espressione il verbo


“BE” ha tutt’altro significato rispetto a al nostro
tradizionale verbo essere. Infatti notiamo anche
una sostanziale differenza con la nostra lingua
italiana e non vi nascondo che è molto semplice per
un parlante italiano incorrere in errori di traduzione
dall’italiano all’inglese, perché un parlante italiano è
tentato soventemente ad usare la sua principale
forma verbale – ovvero il verbo avere – piuttosto
che immedesimarsi nella formula inglese.
Ovviamente, per non incorrere in errori, anche
queste forme devono essere apprese a memoria ed

308
esercitate il più possibile. Soltanto con la forza
dell’abitudine e dell’esercitazione si eviteranno di
commettere sbagli.
Adesso possiamo finalmente lasciare il verbo
Essere per passare al secondo dei verbi Ausiliari
chiamato: “Avere” ovvero “To Have”.
1.8 Il Verbo “To Have”
Il Verbo “To Have” e quindi “Avere”, è il secondo
verbo ausiliare che andremo a vedere. Ovviamente
questo verbo è di estrema importanza perchè
delinea diverse caratteristiche. Oltre alla sua
funzione base (verbo ausiliare), il verbo “Have”
viene usato per formare in inglese i tempi composti
come: (passato prossimo, trapassato remoto,
condizionale passato, futuro anteriore) e così via.
Prima di descrivere le sue caratteristiche e il suo
utilizzo passiamo prima per la declinazione del
verbo nelle sue quattro forme: affermativa,
negativa, interrogativa e interro – negativa.
TO HAVE: forma affermativa
I have got Io ho
You have got Tu hai
He has got Lui ha
She has got Lei ha
It has got Esso ha
We have got Noi abbiamo
You have got Voi avete
They have got Essi hanno

La forma negativa del verbo si ottiene mettendo il


“NOT” subito dopo l’elemento verbale e quindi:
TO HAVE: forma negativa
I have not got Io non ho
You have not got Tu non hai
He has not got Lui non ha
She has not got Lei non ha
It has not got Esso non ha
We have not got Noi non abbiamo

309
You have not got Voi non avete
They have not got Essi non hanno

La forma interrogativa invece si effettua


l’inversione tra il soggetto e il verbo per cui
avremo:
TO HAVE: forma interrogativa
Have I got? Ho io?
Have you got? Hai tu?
Has he got? Ha lui?
Has she got? Ha lei?
Has it got? Ha esso?
Have we got? Abbiamo noi?
Have you got? Avete voi?
Have they got? Hanno loro?

La forma interro negativa del verbo si ottiene


mettendo il “NOT” subito dopo il soggetto come ad
esempio:
TO HAVE: forma interro negativa
Have I not got? Non ho io?
Have you not got? Non hai tu?
Has he not got? Non ha lui?
Has she not got? Non ha lei?
Has it not got? Non ha esso?
Have we not got? Non abbiamonoi?
Have you not got? Non avete voi?
Have they not got? Non hanno loro?

Vediamo come si pronuncia il verbo “HAVE”. /Hev/


Forma fonetica verbo “Have” forma affermativa:
I have /Ai hev/ Io ho
You Have /Gliu hev/ Tu hai
He has /Hi hez/ Lui ha
She Has /Sci hez/ Lei ha
We have /Ui hev/ Noi abbiamo
You have /Gliu hev/ Voi avete
They have /Dei hev/ Essi hanno

Come si può vedere, il verbo avere presenta un


uguale coniugazione del verbo eccetto alla terza
persona singolare che al posto di “HAVE” porta

310
“HAS”
Forma fonetica verbo “Have” forma negativa
I have not /Ai hev not/ Io non ho
You have not /Gliu hev not/ Tu non hai
He has not /Hi hez not/ Lui non ha
She has not /Sci hez not/ Lei non ha
We have not /Ui hev not/ Noi non abbiamo
You have not /gliu hev not/ Voi non avete
They have not /Dei hev not/ Essi non hanno

Forma fonetica verbo “Have” forma interrogativa


Have I? /Hev Ai/ Ho io?
Have you? /Hev gliu/ Hai tu?
Has he? /Hez hi/ Ha lui?
Has she? /Hez sci/ Ha lei
Have we? /hev ui/ Abbiamo noi?
Have you? /hev gliu/ Avete voi?
Have they? /hev dei/ Hanno loro?

Forma fonetica verbo “Have” forma interro


negativa
Have I not? /Hev Ai not/ Non ho io?
Have you not? /Hev gliu not/ Non hai tu?
Has he not? /Hez hi not/ Non ha lui?
Has she not? /Hez sci not/ Non ha lei?
Has it not? /Hez it not/ Non ha esso?
Have we not? (Hev ui not/ Non abbiamo noi?
Have you not? /Hev gliu not/ Non avete voi?
Have they not? /Hev dei not/ Non hanno loro?

Solitamente il verbo “Have” viene seguito dal


rafforzativo “GOT” che ne denota il possesso ma
non viene sempre utilizzato. Il “GOT” si usa
quando una persona o un oggetto detengono un
qualcosa di materiale. Per oggetto materiale si
intende un oggetto che si può vedere e toccare.
Vediamo quali sono gli usi del Verbo Avere.
Verbo “To Have” utilizzo
Il verbo “To have” si usa:
Denotare possesso di un qualcosa. In tal “I have got a new car”
caso è seguito dal rafforzativo “Got” “Io ho una nuova macchina”

311
“I have been to London.”
Per formare tempi composti
“Sono stato a Londra”
Nelle forme idiomatiche del verbo “I have breakfast at 8.00 a.m.”
“Avere” “Faccio colazione alle ore 8.00”

Se io mi riferisco a cose astratte il “GOT” lo


ometto: è il caso ad esempio delle malattie come
ad esempio:
“Ho un forte mal di testa.”
Diventa
“I have a strong headache.”
Proprio perchè il mal di testa non è un qualcosa che
si vede e si tocca ma bensì si avverte.
La stessa cosa vale quando esprimiamo una cosa
che possediamo frequentemente – e quindi l’ausilio
degli avverbi di frequenza. Esempio:

“Ho spesso mal di testa.” “I often have a headache.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

“Rafforzativo “Got”
Già avete conosciuto questa sezione quando avete
letto “I LOVE ENGLISH vol. 1 dove abbiamo
dedicato sezioni extra all’interno delle unità proprio
per spiegare al meglio determinati concetti. In
questo paragrafo, che inaugura la sezione del
Focus on the Language, analizzeremo la particella
“GOT”

Non significa nulla (nella sua azione di possesso), nell’ atto della
traduzione ma solo a connotare un rafforzativo verbale
Deriva dal verbo “GET” che è un verbo polisemantico. Se andiamo
ad aprire il dizionario di lingua inglese troveremo innumerevoli
significati legati a questo verbo, nonché i molteplici usi che ne
GOT
vengono fatti in grammatica: uno dei tanti è la cosiddetta forma
riflessiva che avete già incontrato nella sezione dei pronomi (vedi il
capitolo omonimo)
Lo troviamo solo quando la persona possiede un oggetto che sia
tangibile e materiale, non con cose astratte.

312
Molto importante è anche la forma contratta del
verbo Avere
Forma contratta del verbo “To Have” affermativa
I’ve got /Aiv gat/ Io ho
You’ve got /Gliuv gat/ Tu hai
He’s got /Hiz gat/ Lui ha
She’s got /sciz got/ Lei ha
It’s got /Its gat/ Esso ha
We’ve got /Uiv gat/ Noi abbiamo
You’ve got /gliuv gat/ Voi avete
They’ve got /deiv gat/ Essi hanno

Forma contratta del verbo “To Have” negativa


I haven’t got /Ai hevn’t gat/ Io non ho
You haven’t got /Gliu hevn’t gat/ Tu non hai
He hasn’t got /Hi heznt gat/ Lui non ha
She hasn’t got /Sci heznt gat/ Lei non ha
It hasn’t got /It heznt gat/ Esso non ha
We haven’t got /ui hevnt gat/ Noi non abbiamo
You haven’t got /gliu hevn’t gat/ Voi non avete
They haven’t got /Dei hevn’t gat/ Essi non hanno

Forma contratta del verbo “To Have” forma interro-


negativa
Haven’t I got? /Hevn’t Ai gat/ Non ho io?
Haven’t you got? /Hevn’t gliu gat/ Non hai tu?
Hasn’t he got? /Heznt hi gat/ Non ha lui?
Hasn’t she got? /Heznt sci gat/ Non ha lei?
Hasn’t it got? /Heznt it gat/ Non ha esso?
Haven’t we got? /Hevnt ui gat/ Non abbiamo noi?
Haven’t you got? /Hevnt gliu gat/ Non avete voi?
Haven’t they got? /Hevnt dei gat/ Non hanno loro?

Bisogna inoltre dire che il verbo “Have” è anche


considerato un verbo ordinario per cui detiene
un’altra forma interrogativa e negativa servendosi
dell’ausiliare “DO/DOES”. Vediamo anche queste
altre due forme:
Forma interrogativa
Do I have? Ho io?
Do you have? Hai tu?

313
Does he have? Ha lui?
Does she have? Ha lei?
Does it have? Ha esso?
Do we have? Abbiamo noi?
Do you have? Avete voi?
Do they have? Hanno loro?

Da notare che se decidiamo di trattare il verbo


avere come verbo ordinario il “GOT” che è presente
nella precedente versione viene totalmente
omesso.
Quindi possiamo dedurre che una forma
interrogativa del verbo “Have” posso effettuarla nei
due modi:

1) in forma ausiliare 2) come verbo ordinario

Quindi se io ho una frase interrogativa del verbo


avere posso decidere di tradurla in:
“Hai tu un libro?”
Have you got a book? Oppure: Do you have a book?

La stessa cosa si potrebbe dire per la forma


negativa in cui esiste anche qui la possibilità di
crearla con il “DO” e “DOES” per cui avremmo:
I do not have Io non ho
You do not have Tu non hai
He does not have Lui non ha
She does not have Lei non ha
It does not have Esso non ha
We do not have Noi non abbiamo
You do not have Voi non avete
They do not have Essi non hanno

Anche qui il “GOT” viene omesso per la stessa


regola che abbiamo espresso nella pagina
precedente.
Anche qui vale la stessa regola della forma
interrogativa. Se voglio creare la forma negativa

314
del verbo avere posso scegliere tra due tipi di
forme: quella ausiliare e quella ordinaria.
Esempio: Lui non ha una casa.
He hasn’t got a house Or: He doesn’t have a house

Adesso passeremo ad analizzare anche in questo


caso le forme idiomatiche del verbo Avere.
Forme idiomatiche del verbo “To Have”
In lingua inglese, ci sono molte espressioni usate
con il verbo “AVERE” dove quest’ultimo non denota
un’azione di possesso ma assume tutt’altro
significato. Ecco perché le chiamiamo espressioni
idiomatiche. In queste espressioni, l’unica forma
interrogativa e negativa accettata è quella con
l’ausiliare “DO/DOES” proprio perché il verbo “TO
HAVE” non essendo un verbo ausiliare non può
essere trattato diversamente. Vediamo insieme
quali sono queste espressioni idiomatiche:
FORME IDIOMATICHE DEL VERBO “TO HAVE”
TO HAVE BREAKFAST FARE COLAZIONE
TO HAVE LUNCH PRANZARE
TO HAVE DINNER CENARE
TO HAVE A SHOWER FARE UNA DOCCIA
TO HAVE A REST RIPOSARE
TO HAVE A WALK FARE UNA PASSEGGIATA
TO HAVE A PARTY FARE UNA FESTA
TO HAVE A NAP FARE UN SONNELLINO
TO HAVE A DREAM FARE UN SOGNO
TO HAVE A MEETING FARE UNA RIUNIONE
TO HAVE A CHAT FARE UNA CHIACCHIERATA
TO HAVE A DRINK BERE QUALCOSA
TO HAVE A SNACK FARE UNO SPUNTINO
TO HAVE TEA PRENDERE IL THE’
TO HAVE A RIDE ON A BYCICLE FARE UN GIRO IN BICICLETTA
TO HAVE A RIDE ON A HORSE FARE UNA CAVALCATA
TO HAVE A SWIM FARE UNA NUOTATA
TO HAVE A GAME FARE UNA PARTITA
TO HAVE A BREAK FARE UNA PAUSA
TO HAVE A HOLIDAY FARE UNA VACANZA
TO HAVE A JOURNEY FARE UN VIAGGIO
TO HAVE A GOOD TIME DIVERTIRSI

315
TO HAVE A LOOK AT DARE UN OCCHIATA A…
TO HAVE A TALK FARE UNA CONVERSAZIONE

In tutte queste espressioni – come ben potete


notare – il verbo Avere assume altri significati per
cui non denotando possesso perde la sua funzione
di verbo ausiliare per divenire verbo ordinario.
Ed è proprio di questi verbi che tra poco andremo a
parlare, non prima però di avervi parlato della
forma del passato remoto del verbo Avere.
1.9. Forma passata del verbo Avere “Had”
Il verbo “HAVE” è esattamente come il verbo “BE”:
Entrambi sono:
BE HAVE
VERBO AUSILIARE VERBO AUSILIARE e ordinario
VERBO IRREGOLARE VERBO IRREGOLARE

Il paradigma verbale del verbo “HAVE” è:


HAD /hed/ (PASSATO REMOTO)
HAD /hed/ (PARTICIPIO PASSATO)

Il che vuol dire che se io voglio fare il passato


remoto del suddetto verbo devo rifarmi alla
seconda colonnina della tabella periodica dei verbi.
A differenza del tempo presente – in cui assistiamo
ad un cambio di declinazione soprattutto nella terza
persona singolare che da “HAVE” passiamo a “HAS”
– nel passato remoto la questione è molto più
semplice perché tutte le desinenze - dalla prima
persona singolare alla terza persona plurale – sono
tutte “HAD”.
Vediamo di coniugare il verbo avere nella forma
affermativa del passato remoto:
I had Io avevo
You had Tu avevi
He had Lui aveva

316
She had Lei aveva
It had Esso aveva
We had Noi avevamo
You had Voi avevate
They had Essi avevano

Come si può ben notare, il verbo mantiene la


stessa struttura per tutte le sue forme lasciando
invariato il verbo soprattutto nella terza persona
singolare – dove invece per la forma del presente,
abbiamo la “S” che invece non figura nella forma
del passato remoto”.

“Lei aveva delle macchine.”


“She had got some cars.”

Non esiste la forma “Hads”. E’ un errore.


La forma negativa, interrogativa ed interro
negativa viene effettuata solo con l’ausilare “DO”
che però essendo passato remoto diventa “DID”.
VERBO “HAD”: FORMA NEGATIVA
I did not have Io non avevo
You did not have Tu non avevi
He did not have Lui non aveva
She did not have Lei non aveva
It did not have Esso non aveva
We did not have Noi non avevamo
You did not have Voi non avevate
They did not have Essi non avevano

Come si può notare nella forma negativa al passato


remoto del verbo “HAVE”, la struttura non segue
quella che abbiamo visto nei paragrafi precedenti
ma bensì cambia leggermente. Innanzitutto quando
si effettua la forma negativa al passato remoto del
verbo avere si ricorre all’ausiliare “DO” che però
essendo riferito al passato remoto deve essere
“DID” - poiché “DO” implica un tempo verbale

317
presente per cui non conforme a quello che stiamo
trattando.
Inoltre, siccome la forma del passato remoto è
espressa già dal “DID”, il verbo che deve seguire
deve essere all’infinito senza il “TO” e quindi
“HAVE”. Da queste due unioni “DID” + “HAVE”
deriva la forma passata negativa del verbo avere.
Lo stesso accadrà anche per la forma interrogativa
e interro negativa con la sola eccezione che
trattandosi di una domanda assisteremo
all’inversione degli elementi: ovvero soggetto e
verbo.
VERBO “HAD”: FORMA INTERROGATIVA
Did I have? Avevo io?
Did you have? Avevi tu?
Did he have? Aveva lui?
Did she have? Aveva lei?
Did it have? Aveva esso?
Did we have? Avevamo noi?
Did you have? Avevate voi?
Did they have? Avevano loro?

Come si può ben notare la prima forma ad apparire


nella struttura interrogativa è il “DID” seguito dal
“SOGGETTO” e poi dal verbo in forma infinitiva
“HAVE”. Questa è la classica forma di costruzione
del passato remoto inglese con i verbi ordinari.
Vediamo adesso la forma interro negativa

Did I not have? Non avevo io?


Did you not have? Non avevi tu?
Did he not have? Non aveva lui?
Did she not have? Non aveva lei?
Did it not have? Non aveva esso?
Did we not have? Non avevamo noi?
Did you not have? Non avevate voi?
Did they not have? Non avevano loro?

In questa forma invece abbiamo che il primo

318
elemento sempre resta il DID seguito da il soggetto
ma prima del verbo “HAVE” troviamo l’elemento
negativo che è il “NOT”.
Adesso, visto che abbiamo visto la forma intera del
verbo passiamo alla forma contratta. Anche qui la
forma contratta riguarda solo la forma negativa e
interro negativa.
Partiamo dall’analisi della forma negativa:
I didn’t have Io non avevo
You didn’t have Tu non avevi
He didn’t have Lui non aveva
She didn’t have Lei non aveva
It didn’t have Esso non aveva
We didn’t have Noi non avevamo
You didn’t have Voi non avevate
They didn’t have Essi non avevano

La forma contratta negativa del verbo si ottiene


incorporando la negazione “NOT” nell’ausiliare
“DID” generando quindi “DIDN’T”.
La forma interro negativa al contrario abbiamo il
“DIDN’T” + “SOGGETTO” + “VERBO” proprio come
mostrato nella tabella seguente:
Didn’t I have? Non avevo io?
Didn’t you have? Non avevi tu?
Didn’t he have? Non aveva lui?
Didn’t she have? Non aveva lei?
Didn’t it have? Non aveva esso?
Didn’t we have? Non avevamo noi?
Didn’t you have? Non avevate voi?
Didn’t they have? Non avevano loro?

Ricordate che il verbo “HAD” oltre ad essere il


passato remoto del verbo avere e il participio
passato, viene anche comunemente usato per la
formazione dei seguenti tempi verbali:
TRAPASSATO REMOTO
TRAPASSATO REMOTO PROGRESSIVO
Mentre il verbo HAVE viene impiegato – oltre ad

319
esprimere il verbo avere nella forma presente –
anche nella formazione dei seguenti tempi verbali:

PASSATO PROSSIMO SEMPLICE


PASSATO PROSSIMO PROGRESSIVO
e anche nella formazione combinativa del:
CONDIZIONALE PASSATO.

Il verbo Essere “BE” - oltre ad esprimere il verbo


ausiliare “Essere”, - viene impiegato per la
formazione dei seguenti tempi verbali:

PRESENTE PROGRESSIVO
FORMA PASSIVA

Dopo aver trattato anche dell’aspetto del verbo


avere, passiamo a trattare l’altra categoria dei
verbi che sono quelli “ORDINARI”.
1.10. I verbi Ordinari
Nei paragrafi precedenti abbiamo trattato sia della
classificazione dei verbi delineandoli in – regolari,
irregolari, ausiliari, ordinari e modali spiegandone il
loro significato anche attraverso l’ausilio di
numerosi esempi – sia la trattazione singola dei
verbi ausiliari come quella del verbo essere e quella
del verbo avere.
In questo paragrafo ci soffermiamo a trattare la
caratteristica dei verbi ordinari che – ovviamente –
si differiscono dai verbi ausiliari nella coniugazione.
Vediamo di stabilire cosa sia un verbo ordinario.

Per verbi ordinari si intendono tutti quei verbi (tranne essere e avere) che
effettuano la forma interrogativa, negativa e interro negativa utilizzando l’ausiliare
“DO/DOES” al presente e “DID” al passato remoto.

320
Voi vi chiederete cosa sia questo “DO” di cui
parliamo tanto ma di questo aspetto dovrete
pazientare ancora un pochino finchè non
giungeremo a trattare della forma negativa ed
interrogativa dei verbi ordinari. Questo paragrafo
per il momento focalizza la forma affermativa dei
verbi che ovviamente anche questa suscita grande
interesse anche se non desta molta difficoltà come
invece possa destare una forma interrogativa o
negativa, per cui state tranquilli che non entrerete
in crisi, perché la sua formazione possiamo definirla
“automatica” per cui se si conosce il verbo la
coniugazione diventa semplice.
In questo paragrafo tratteremo della forma
affermativa dei verbi ordinari al tempo presente
mentre in quello successivo ne parleremo al tempo
passato.
Cominciamo a dire che in inglese tutti – tranne i
verbi ausiliari (Essere – avere*) e quelli modali e
semi – modali – si definiscono verbi ordinari. Questi
verbi hanno tutti una forma infinitiva – cioè sono
preceduto dal “TO” come ad esempio “TO WORK,
TO STUDY” e così via - e sono rintracciabili nella
tabella periodica dei verbi se sono irregolari.
La forma del presente semplice di un verbo
ordinario deriva dall’infinito del verbo SENZA “TO”.
Il che vuol dire che se io voglio coniugare un verbo
ordinario al presente semplice dovrò eliminare solo
il “TO” che lo precede e procedere alla normale
coniugazione.
Facciamo un esempio pratico scegliendo un verbo
semplice come:
1.11 TO WORK

321
Questo verbo è espresso alla forma infinitiva come
lo si può ben notare dalla preposizione “TO” che
precede il verbo. Supponiamo che io volessi
tradurlo al presente, dovrò eliminare il “TO” ed
inserire – proprio come faccio per la coniugazione
di un verbo italiano – il pronome personale
soggetto corrispondente al verbo – esempio: io
lavoro, tu lavori etc etc.
Facciamo un esempio di coniugazione comparata
tra la lingua italiana e quella inglese di questo
verbo lavorare:
I work Io lavoro
You work Tu lavori
He works Lui lavora
She works Lei lavora
It works Esso lavora
We work Noi lavoriamo
You work Voi lavorate
They work Essi lavorano

Cosa notiamo in questa prima forma? Notiamo che


la lingua italiana rispetto alla lingua inglese è
sicuramente più desinenziale. Se andiamo a
paragonare i due sistemi linguistici notiamo che il
verbo essere coniugato al presente presenta
diverse desinenze abbinate ai diversi pronomi
personali soggetto: - (O, I, A. AMO, ATE, ANO) –
mentre in inglese il verbo sembra essere statico –
tutti con “WORK” – tranne alla terza persona
singolare che troviamo l’aggiunta della “S” al verbo
principale.
Il problema della “S” è un problema fondamentale
che si trova in lingua inglese non solo per la
coniugazione del tempo verbale di terza persona
singolare ma anche nella questione del plurale dei
sostantivi.

322
In questo nostro esempio – nel verbo “TO WORK”,
l’aggiunta della “S” non desta alcun tipo di
problema, ma se invece avessimo dei verbi
terminanti per:

O
SH
CH
S

Alla terza persona devono cambiare


obbligatoriamente la loro desinenza che da “S”
devono passare a “ES”. Facciamo un esempio:
Se io prendo il verbo cercare “TO SEARCH”, verbo
comunemente sentito nel linguaggio colloquiale e
odierno da parte di tutti visto che il suo impiego è
ampliamente utilizzato nel settore informatico,
notiamo che come parte finale del verbo c’è un
suono consonantico dettato dalla presenza della “C”
+ “H” che unita diventa “CH”. Se io volessi
coniugare questo verbo al presente semplice
avremmo:
I search Io cerco
You search Tu cerchi
He searches Lui cerca
She searches Lei cerca
It searches Esso cerca
We search Noi cerchiamo
You search Voi cercate
They search Essi cercano

Come potete ben notare a parte la staticità del


verbo nelle varie persone, la terza persona
singolare subisce una variazione ovvero
nell’aggiunta della “S” finale premette la “E”
Se invece abbiamo un verbo terminante in “Y” e

323
quest’ultima è preceduta da una consonante
avremmo che la “Y” cambia in “IES” prima di
aggiungere la “S”.
Prendiamo ad esempio il verbo “TO STUDY” e
passiamo alla coniugazione:
I study Io studio
You study Tu studi
He studies Lui studia
She studies Lei studia
It studies Esso studia
We study Noi studiamo
You study Voi studiate
They study Essi studiano

Notate che alla terza persona la “Y” scompare


proprio perché quest’ultima è preceduta da una
consonante e al suo posto viene sostituita da “IES”.
Adesso vediamo cosa succede con la forma
negativa di un verbo ordinario.
La forma negativa del verbo ordinario si ottiene
utilizzando l’ausiliare DO / DOES seguito dal “NOT”.
Vediamo di comprendere cosa sia questo “DO”
Vi sarà sicuramente capitato di vedere le forme
negative ed interrogative di un verbo ordinario e
quante volte vi sarete chiesti cosa potesse mai
significare quella particella che tanto angoscia gli
apprendenti di lingua inglese.
Ogni volta che faccio i corsi di lingua tutti mi
chiedono sempre il significato di questa particella,
perché non sanno mai come fare la trasposizione
italiana di una versione inglese.
C’è da dire che il “DO” rappresenta un verbo
ausiliare. Non è una particella senza significato.
Esso è un vero e proprio verbo per di più irregolare
come ben si può notare dalla tabella periodica dei
verbi.

324
Il verbo significa “FARE” e nella tabella periodica
dei verbi figura:

TO DO DID DONE

La prima colonna rappresenta l’infinito, la seconda


rappresenta il passato remoto e la terza invece il
participio passato.
Se vogliamo parlare della forma del presente
basterà prendere dalla prima colonna il verbo
all’infinito ed eliminare il “TO”.
Coniughiamo il seguente verbo attraverso la
traduzione comparativa:
I do Io faccio
You do Tu fai
He does Lui fa
She does Lei fa
It does Esso fa
We do Noi facciamo
You do Voi fate
They do Essi fanno

Alla terza persona singolare abbiamo la “ES”


proprio perché il verbo - come delineato nel
paragrafo precedente – termina per “O” per cui per
la famosa regola grammaticale aggiunge “ES” e
non semplicemente “S”.
Alla forma negativa il verbo aggiunge la particella
NOT subito dopo l’ausiliare e quindi diviene:
I do not
You do not
He does not
She does not
It does not
We do not
You do not
They do not

Di cui la forma contratta:

325
I don’t
You don’t
He doesn’t
She doesn’t
It doesn’t
We don’t
You don’t
They don’t

Nella forma negativa, questo verbo “DO” con il


significato di “FARE” annulla il suo significato
fungendo così da ausiliare nei confronti del verbo
principale reggente – ovvero che lo segue – quindi
potremmo definirlo come aiuto, come sostegno e in
tale contesto non viene tradotto.
Prendendo un semplice verbo ed effettuiamo la
forma negativa.
Il verbo in questione è
1.12 “TO TEACH”
È un verbo irregolare, in forma infinitiva e significa
“insegnare”. Termina per “CH” per cui la sua forma
affermativa alla terza persona sarà in “ES” e quindi
“TEACHES”.
Vediamo però cosa accade nella forma negativa
mettendola a confronto con quella affermativa.
I don’t teach Io non insegno
You don’t teach Tu non insegni
He doesn’t teach Lui non insegna
She doesn’t teach Lei non insegna
It doesn’t teach Esso non insegna
We don’t teach Noi non insegnamo
You don’t teach Voi non insegnate
They don’t teach Essi non insegnano

Mettendo a confronto la forma negativa con quella


affermativa abbiamo:
I teach Io insegno
You teach Tu insegni
He teaches Lui insegna

326
She teaches Lei insegna
It teaches Esso insegna
We teach Noi insegnamo
You teach Voi insegnate
They teach Essi insegnano

Come si può ben notare dal confronto: emerge che


alla terza persona singolare, il verbo “TEACH”
aggiunge la “ES” mentre questa sparisce del tutto
nella forma negativa. Perché? La risposta soggiace
nel fatto che la “S” non è che viene tolta, esiste
sempre anche se non la si vede visivamente, essa è
contenuta nell’ausiliare “DO”, ecco perché diventa
“DOESN’T” e non “DON’T” per cui il verbo che lo
segue deve essere obbligatoriamente in forma
infinitiva.
Adesso non ci resta che trattare come ultima
spiaggia del nostro capitolo le ultime due forme che
sono: la forma interrogativa e quella negativa.
La forma interrogativa desta sempre grande
angoscia quando bisogna studiarla perché gli
inglesi godono di questa differenza tra verbi
ausiliari e verbi ordinari che non risulta presente
nella nostra lingua italiana.
Cercherò in questo paragrafo di farla divenire più
semplice possibile magari mostrando anche la
differenza ove possibile con i paragrafi precedenti
in modo da farvi avere un’idea e una visione
sicuramente più completa e chiara.
Premettiamo che in questo paragrafo, come in
quello precedente l’ausiliare “DO” ne fa da padrone
per cui diventa anche qui un aspetto fondamentale
se non essenziale della nostra trattazione, anzi
possiamo con grande tranquillità e con enorme agio
asserire che tutto il paragrafo ruota intorno al

327
“DO”.
Vediamo di comprendere come funziona la forma
interrogativa: partiamo dalla differenza tra verbo
ausiliare e verbo ordinario:

Verbo Ausiliare: Inversione tra Soggetto e


Verbo.
Esempio: Are you at school?
Quindi come si può ben notare dall’esempio su
menzionato, la regola generica per la composizione
della forma interrogativa è quella del:

DO + SOGGETTO + VERBO (SENZA TO)

Vediamo di fare una coniugazione del tempo


presente di un verbo:
Prendendo come riferimento un verbo comune
come “TO GO” che vuol dire “ANDARE” avremmo:

Verbo Ordinario: Do /Does + soggetto +


infinito del verbo senza “TO”
Esempio: Do you work at school?

Do I go? Vado io?


Do you go? Vai tu?
Does he go? Va lui?
Does she go? Va lei?
Does it go? Va esso?
Do we go? Andiamo noi?
Do you go? Andate voi?
Do they go? Vanno loro?

Come si può ben notare alla terza persona


singolare la forma interrogativa è espressa con il
“DOES” e il verbo che segue è espresso alla forma
dell’infinito senza il “TO”.

328
Se facciamo un confronto tra la forma affermativa
e quella interrogativa notiamo:
I go Io vado
You go Tu vai
He goes Lui va
She goes Lei va
It goes Esso va
We go Noi andiamo
You go Voi andate
They go Essi vanno

Come si può ben vedere la “S” della terza persona


singolare affermativa scompare nella forma
interrogativa facendo divenire il verbo alla forma
infinitiva. Per cui non dimenticate che se avete una
frase in forma affermativa alla terza persona
dovete aggiungere la “S” al verbo, se invece
effettuate la forma interrogativa alla terza persona
il verbo diventa in forma infinitiva. Esempio:
“Lui va al cinema.” “He goes to the cinema.”

Frase affermativa, terza persona singolare.


Lui va al cinema? Does he go to the cinema?

Forma interrogativa, anche qui terza persona


singolare.
Passiamo a delineare l’ultima forma che è quella
interro negativa del verbo.
La forma interro negativa di un verbo – come
abbiamo già espresso precedentemente nei
paragrafi precedenti - consiste in una domanda
seguita da una negazione. Come avete ben potuto
notare nei paragrafi precedenti la costruzione di
una classica forma interrogativa di un verbo
ordinario avviene nel seguente modo:

DO + SOGGETTO + VERBO ALL’INFINITO

329
(SENZA TO)

Se io volessi fare una forma interro – negativa alla


costruzione su menzionata dovrò aggiungere la
negazione “NOT” come nell’esempio sottostante:

DO/DOES + SOGGETTO + NOT + VERBO


ALL’INFINITO (SENZA TO)

Quindi il “NOT” si pone subito dopo il soggetto e


non dopo il “DO” come sussiste in una frase
negativa. Partendo da un verbo in forma italiana
“GO” abbiamo:
Do I not go? Non vado io?
Do ou not go? Non vai tu?
Does he not go? Non va lui?
Does she not go? Non va lei?
Does it not go? Non va esso?
Do we not go? Non andiamo noi?
Do you not go? Non andate voi?
Do they not go? Non vanno loro?

La forma contratta di questo verbo diviene con il


“DON’T” ovvero l’unione della negazione
all’ausiliare del verbo e quindi:
Don’t I go? Non vado io?
Don’t you go? Non vai tu?
Doesn’t he go? Non va lui?
Doesn’t she go? Non va lei?
Doesn’t it go? Non va esso?
Don’t we go? Non andiamo noi?
Don’t you go? Non andate voi?
Don’t they go? Non vanno loro?

Possiamo chiudere la rassegna della forma del


presente dei verbi ordinari per passare a quella del
passato remoto.
Come abbiamo appena notato nei paragrafi
precedenti – trattando della forma del presente

330
semplice dei verbi ordinari – in questo paragrafo
tratteremo di un’altra forma verbale che è quella
del passato remoto e quindi l’oggetto del nostro
studio non sarà più “DO” ma bensì “DID”.
Ricordandoci ciò che abbiamo espresso
precedentemente a proposito di “DO” e “DOES”,
abbiamo detto che il verbo “DO” è un verbo
irregolare e come secondo paradigma nella tabella
periodica dei verbi troviamo “DID”:
Volendo coniugare questo tempo verbale passato in
tutte le sue forme abbiamo:
I DID
YOU DID
HE DID
SHE DID
IT DID
WE DID
YOU DID
THEY DID

Come potete ben notare dalla tabella, il verbo


“DID” mantiene sempre la stessa forma e la stessa
struttura in maniera costante per tutte le persone.
Anche nella terza persona singolare – dove nel
precedente paragarafo abbiamo assistito ai
cambiamenti – il verbo resta invariabile.
Per farvi notare meglio la differenza è opportuno
fare una tabella comparatistica dei due verbi:
I DO I DID
YOU DO YOU DID
HE DOES HE DID
IT DOES IT DID
WE DO WE DID
YOU DO YOU DID
THEY DO THEY DID

Al presente semplice si evince la “S” della terza


persona come unica variante rispetto alle altre
persone in cui il verbo “DO” appare come forma

331
statica. Nel passato remoto, invece il verbo è tutto
statico e anche alla terza persona non esiste la “S”,
per cui è molto semplice da ricordare e da
memorizzare.
La questione adesso da tenere conto è la scelta di
un vebo ordinario. Voi sapete che per il passato
remoto di un verbo dobbiamo distinguere nella
coniugazione alla forma affermativa tra verbo
regolare e verbo irregolare.
Per darvi un esempio a titolo di prova prenderemo
un verbo regolare e uno irregolare per mostrarvi il
funzionamento che poi potrete adottare
rispettivamente per tutti gli altri verbi.
A differenza dei paragrafi precedenti che abbiamo
distinto le varie forme trattandole in paragrafi
distinti, di questo tempo verbale tratteremo di tutte
e quattro le forme all’interno di questo paragrafo.
Cominciamo a trattare della forma affermativa di
un verbo ordinario regolare.
Dicemmo che per verbo regolare, si intende quel
verbo che effettua la formazione del passato
remoto e del participio passato aggiungendo alla
radice principale del verbo la desinenza “ED”.
Se noi prendiamo come riferimento il verbo italiano
“lavorare” diventa in inglese “TO WORK”.
Questo verbo è regolare, nel senso che effettua il
passato remoto aggiungendo alla radice del verbo
la desinenza “ED” come nell’esempio:

To Work (Lavorare) Worked (Lavoravo)

Volendo coniugare il verbo alla forma affermativa


abbiamo:
I worked Io lavorai
You worked Tu lavorasti

332
He worked Egli lavorò
She worked Ella lavorò
It worked Esso lavorò
We worked Noi lavorammo
You worked Voi lavoraste
They worked Essi lavorarono

Come si può notare la coniugazione del verbo


appare statica ovvero alla terza persona non
aggiunge la “S” ma bensì abbiamo solo e sempre la
desinenza “ED”.
Vediamo adesso la forma negativa dello stesso
verbo.
Siccome il verbo è ordinario, sappiamo
perfettamente che la forma negativa deve avvenire
solo ed esclusivamente con l’ausiliare “DID”, per
cui la regola generale per la formazione della forma
negativa del passato remoto sarà:

SOGGETTO + DID + NOT + VERBO

Esempio:
“Io non lavoravo” diventa “I did not work.”

Facciamo un esempio coniugando l’intero verbo:


I did not work Io non lavorai
You did not work Tu non lavorasti
He did not work Lui non lavorò
She did not work Lei non lavorò
It did not work Esso non lavorò
We did not work Noi non lavorammo
You did not work Voi non lavoraste
They did not work Essi non lavorarono

A differenza della forma affermativa, la forma


negativa denota una lieve differenza e cioè –
mentre la forma affermativa troviamo la forma
“ED” che si lega alla radice del verbo – nella forma

333
negativa – dato che la forma del passato è
espressa in maniera esplicita dal “DID” – l’altra
parte del verbo è espresso dalla forma dell’infinito
senza il “TO”.
Vediamo adesso un attimo la forma contratta di
questo verbo. La forma contratta negativa –
espressa su – diventa “DIDN’T” per cui assistiamo
un passaggio da DID a DIDN’T

I didn’t work Io non lavorai


You didn’t work Tu non lavorasti
He didn’t work Lui non lavorò
She didn’t work Lei non lavorò
It didn’t work Esso non lavorò
We didn’t work Noi non lavorammo
You didn’t work Voi non lavoraste
They didn’t work Essi non lavorarono

Per cui comparando i due sistemi avremmo:


I DID NOT WORK I DIDN’T WORK
YOU DID NOT WORK YOU DIDN’T WORK
HE DID NOT WORK HE DIDN’T WORK
SHE DID NOT WORK SHE DIDN’T WORK
IT DID NOT WORK IT DIDN’T WORK
WE DID NOT WORK WE DIDN’T WORK
YOU DID NOT WORK YOU DIDN’T WORK
THEY DID NOT WORK THEY DIDN’T WORK

Per cui avrete la possibilità di scelta se usare la


prima o la seconda forma – anche se quella
contratta è molto più usata nella forma parlata.
La forma interrogativa invece avviene invertendo il
“DID” con il soggetto seguendo la seguente
costruzione:
DID + SOGGETTO + VERBO

Un esempio potrebbe essere:


“Hai studiato ieri?” “Did you study yesterday?”

334
Coniughiamo adesso il precedente verbo “TO
WORK” alla forma interrogativa.
Did i work? Io ho lavorato?
Did you work? Tu hai lavorato?
Did he work? Lui ha lavorato?
Did she work? Lei ha lavorato?
Did it work? Esso ha lavorato?
Did we work? Noi abbiamo lavorati?
Did you work? Voi avete lavorato?
Did they work? Loro hanno lavorato?

Anche qui, come si può ben notare il verbo è


espresso nella forma infinitiva perché il passato
remoto è espresso dall’ausiliare “DID”.
Ultima forma per questo verbo è quella interro-
negativa che si ottiene inserendo la negazione
“NOT” subito dopo il “DID”.
Per cui un esempio potrebbe essere:
“Non hai studiato ieri? “Didn’t you study yesterday?”

Coniugando il verbo alla forma interro negativa


avremmo:
Didn’t I work? Io non ho lavorato?
Didn’t you work? Tu non hai lavorato?
Didn’t he work? Lui non ha lavorato?
Didn’t she work? Lei non ha lavorato?
Didn’t it work? Esso non ha lavorato?
Didn’t we work? Noi non abbiamo lavorati?
Didn’t you work? Voi non avete lavorato?
Didn’t they work? Loro non hanno lavorato?

Adesso dalla forma ordinaria regolare dei verbi


passiamo ai verbi irregolari.
Dicemmo nei paragrafi introduttivi al capitolo che
per per verbo irregolare si intende quel verbo la cui
formazione del passato remoto e del participio
passato si ricava dalla tabella periodica dei verbi.
Esistono circa 210 verbi irregolari e per la
trattazione dei suddetti verbi si rimanda al

335
paragrafo che riguarda “la classificazione dei verbi”.
Prendiamo come punto di partenza per il verbo
irregolare il verbo “TO GO” che vuol dire
“ANDARE”.
Analizzando la tabella periodica dei verbi, notiamo
che i suoi paradigmi sono rispettivamente:

TO GO WENT GONE

Quello che a noi maggiormente interesserà in


questa sede è esclusivamente il passato remoto del
verbo e quindi “WENT”. Coniugando il verbo nella
forma affermativa avremmo:
I WENT IO ANDAI
YOU WENT TU ANDASTI
HE WENT EGLI ANDO’
SHE WENT ELLA ANDO’
IT WENT ESSO ANDO’
WE WENT NOI ANDAMMO
YOU WENT VOI ANDASTE
THEY WENT ESSI ANDARONO

La forma negativa si ottiene allo stesso modo come


abbiamo visto per il verbo “WORK” e cioè con
l’ausilio del verbo “DID” seguito dalla negazione
“NOT” per cui avremo:
I DIDN’T GO IO NON ANDAI
YOU DIDN’T GO TU NON ANDASTI
SHE DIDN’T GO LEI NON ANDO’
HE DIDN’T GO LUI NON ANDO’
IT DIDN’T GO ESSO NON ANDO’
WE DIDN’T GO NOI NON ANDAMMO
YOU DIDN’T GO VOI NON ANDASTE
THEY DIDN’T GO ESSI NON ANDARONO

La forma interrogativa e interro negativa sono le


seguenti:
DID I GO? ANDAI IO?
DID YOU GO? ANDASTI TU?
DID HE GO? ANDO’ LUI?

336
DID SHE GO? ANDO’ LEI?
DID IT GO? ANDO’ ESSO?
DID WE GO? ANDAMMO NOI?
DID YOU GO? ANDASTE VOI?
DID THEY GO? ANDARONO LORO?

E ancora:
DIDN’T I GO? IO NON ANDAI?
DIDN’T YOU GO? TU NON ANDASTI?
DIDN’T HE GO? LUI NON ANDO’?
DIDN’T SHE GO? LEI NON ANDO’?
DIDN’T IT GO? ESSO NON ANDO’?
DIDN’T WE GO? NOI NON ANDAMMO?
DIDN’T YOU GO? VOI NON ANDASTE?
DIDN’T THEY GO? ESSI NON ANDARONO?

In questa sezione abbiamo trattato genericamente


della distinzione e della classificazione dei verbi. Da
ora inizieremo la seconda sezione dedicata ai verbi
che sicuramente esula dall’aspetto elementare della
lingua andando a toccare punti più forti e
sicuramente più salienti della grammatica di livello
intermedio. Con questo ciclo si chiude la prima
sezione dedicata ai verbi per andare ad inauguare
la seconda sezione riguardante i tempi verbali nel
suo specifico e nella sua interezza.

337
Parte II – I TEMPI VERBALI
(Presente, Passato Remoto, Passato Prossimo,
Trapassato)
2.1 Present Continuous
Uno dei primi tempi verbali che passeremo ad
analizzare è sicuramente il presente. Stavolta però,
a differenza del capitolo precedente, passeremo
alla rassegna più specifica dei tempi verbali senza
lasciare nulla al caso anche perchè il presente
volume è completamente dedicato ai verbi e quindi
l’argomento deve essere onorevolmente trattato e
rispettato.
In primis bisogna dire che in inglese, a differenza
dell’italiano, i tempi verbali sono il doppio proprio
perchè gli inglesi danno molta importanza non
tanto all’azione in se stessa ma al momento in cui
questa accade. Quindi per gli inglesi è
fondamentale il concetto spazio - tempo ed è
questo concetto che merita di essere ampliamente
analizzato e descritto proprio perchè non concepito
dal pubblico italiano e che desta enorme difficoltà
nella comprensione del sistema verbale.
Anche in un tempo verbale quale il “presente” che
potrebbe essere semplice per noi italiani, esistono
già le prime due differenze: “Present Continuous” e
“Present Simple”.
In questo paragrafo cominceremo a trattare del
“Present Continuous”.
Il Present Continuous chiamato in italiano presente
progressivo indica, come asserisce il nome,
un’azione in progresso, non ancora terminata ma
bensì in esecuzione. In italiano, un’azione in
esecuzione viene scandita con il gerundio come ad

338
esempio: “io sto mangiando”, dove “mangiando”
rappresenta il gerundio del verbo.
La forma gerundiva del verbo in inglese si fa con la
“-ING FORM” che si unisce alla forma base del
verbo che stiamo adoperando. Vediamo di
comprendere questo verbo partendo dalla formula
generica.
Il present continuous si forma con:

TO BE + VERBO + -ING FORM

In effetti nella formula noterete la presenza di due


forme verbali: quella del verbo “essere” che è la
forma principale e quella del verbo secondario al
quale va aggiunto l’elemento della “ING” form.
La sua formazione non è difficile in quanto l’unico
verbo ad essere coniugato è solo il verbo “BE” che
varia in base al soggetto. Il secondo verbo si
limiterà ad aggiungere la desinenza “ING”.
Facciamo un esempio: Se io prendo la frase:
“Io sto leggendo”
In italiano significa che sto compiendo un’azione in
questo momento e quindi nel momento in cui sto
parlando. Il verbo “stare” che è presente nella
traduzione italiana viene automaticamente
sostituito, nella traduzione in lingua inglese dal
verbo “Be” coniugato in base al soggetto.
Traduciamo passo passo e in maniera parallela
questa frase al punto tale da schematizzarne la
regola.
Io sto leggendo I am reading

Partendo da questa traduzione abbiamo:

339
340
Altro non abbiamo fatto che sostituire al verbo
italiano “Sto” il verbo “essere” coniugato in base al
soggetto e ad aggiungere la “ING” form alla forma
base del verbo “READ”
Coniughiamo alle quattro forme il present
continuous
2.2 Present Continuous – forma affermativa
I am reading /Ai em riding/ Io sto leggendo
You are reading /Gliu Ar riding/ Tu stai leggendo
He is reading /Hi iz riding/ Lui sta leggendo
She is reading /sci iz riding/ Lei sta leggendo
It is reading /It iz riding/ Esso sta leggendo
We are reading /ui ar riding/ Noi stiamo leggendo
You are reading /gliu ar riding/ Voi state leggendo
They are reading /dei ar riding/ Essi stanno leggendo

In tutti questi esempi di coniugazione risulta ben


evidente che l’unico verbo coniugato è quello
“essere” mentre l’altro verbo rimane costante per
tutte le declinazioni.
La forma negativa si ottiene del Present
Continuous, si ottiene aggiungendo la negazione
“NOT” tra i due verbi: ovvero “essere” e il gerundio
come nell’esempio:

TO BE + NOT + VERBO + ING

Prendendo come esempio la stessa frase


precedente, volgiamola alla forma negativa:
“Io non sto leggendo” in italiano, la negazione si
colloca tra il soggetto e il verbo ma non è così in
inglese. La suddetta frase quindi verrà così
tradotta:
Io non sto leggendo I am not reading

341
Coniughiamo la forma negativa del verbo
interamente:
I am not reading Io non sto leggendo
You are not reading Tu non stai leggendo
He is not reading Lui non sta leggendo
She is not reading Lei non sta leggendo
It is not reading Esso non sta leggendo
We are not reading Noi non stiamo leggendo
You are not reading Voi non state leggendo
They are not reading Essi non stanno leggendo

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo


elemento verbale con il soggetto come nella
formula:
BE + SOGGETTO + VERBO+ -ING

Prendendo come esempio sempre la stessa frase


avremmo?
“Stai tu leggendo potrebbe essere simile come
costruzione alla lingua inglese.
Vediamo di vedere come la suddetta frase possa
venir tradotta in inglese.
Stai tu leggendo? Are you reading?

Coniughiamo allo stesso modo il verbo alla forma


interrogativa:
Am I reading? Sto io leggendo?
Are you reading? Stai tu leggendo?
Is he reading? Sta lui leggendo?
Is she reading? Sta lei leggendo?
Is it reading? Sta esso leggendo?
Are we reading? Stiamo noi leggendo?
Are you reading? State voi leggendo?
Are they reading? State voi leggendo?

La forma interro – negativa si ottiene invece


mettendo il “NOT” subito dopo il soggetto come
nella formula:

342
“BE” + SOGGETTO + NOT + VERBO + - ING
FORM

Prendendo la stessa frase come esempio avremmo.


“Non stai tu leggendo”?
In Italiano la negazione che in inglese diventa terzo
elemento della frase passa al primo elemento.
Traducendo la suddetta frase diventerà:
Non stai tu leggendo? Are you not reading?

Passiamo a coniugare anche la quarte ed ultima


forma di questo verbo
Am I not reading? Non sto io leggendo?
Are you not reading? Non stai tu leggendo?
Is he not reading? Non sta lui leggendo?
Is she not reading? Non sta lei leggendo?
Is it not reading? Non sta esso leggendo?
Are we not reading? Non stiamo noi leggendo?
Are you not reading? Non state voi leggendo?
Are they not reading? Non stanno loro leggendo?

Utilizzo: Il present continuous si usa:


Per indicare un’azione
“Io sto leggendo”
che si sta svolgendo nel
“I am reading”
momento in cui si sta
L’azione prevede che si stia svolgendo adesso.
parlando
Per indicare un’azione
“This Year I am attending an English Course”
che ha una durata
“Quest’anno frequento un corso di Lingua Inglese”.
limitata nel tempo

Inoltre si usa il Present Continuous anche per


indicare un’azione futura ma di questo ne
tratteremo nel capitolo appropriato. Per il momento
ci soffermeremo a parlare dell’azione di tempo
limitata.
Questo secondo aspetto della lingua si discosta
notevolmente dalla lingua italiana in quanto è
lontana anni luce un’analisi temporale come la
fanno gli Inglesi. Per noi un’azione, anche se

343
dettata da un avverbio di tempo determinato,
rimane sempre invariata nel tempo verbale del
presente semplice. Ad esempio, se prendiamo la
frase precedente del tipo: “This Year I am
attending an English Course”, la traduzione italiana
è “Quest’anno frequento un corso di Lingua
Inglese”. Potrebbe anche tradursi “quest’anno sto
frequentando un corso di inglese” ma questi due
opzioni non sempre sono possibili trovarle in
italiano. Ad esempio nella frase “Today I am eating
at 1.00 p.m.” non possiamo tradurla “oggi stiamo
mangiando alle ore 13.00” ma verrebbe tradotta in
italiana come un’azione futura. Tutto questo per
volervi stare a dire che ogni qualvolta che in
Italiano troviamo un avverbio di tempo determinato
abbiamo il Present Continuous.
Vediamo quali sono gli avverbi di tempo
determinato:
Avverbi di Tempo Determinato
Now Ora
Today Oggi
This Week Questa settimana
This Month Questo mese
At the moment In questo momento
This Year Quest’anno
In this period of the time In questo periodo di tempo

Con tutti gli avverbi su menzionati il tempo verbale


d’obbligo, quando si parla di presente, è il Present
Continuous e non il present Simple. Facciamo
alcuni esempi di frasi:
Questo mese comprerò una nuova
This month I am buying a new car
macchina
Oggi farò colazione molto tardi. Today I am having breakfast very late.

Inoltre c’è da dire una cosa davvero interessante.

344
Mi riferisco alle regole ortografiche per l’aggiunta
della ING form al verbo. Vediamole insieme
2.3. Present Continuous (Spelling Rules)
Una caratteristica che divide la lingua inglese da
quella italiana è che non esiste corrispondenza tra il
pronunciare le parole e il loro scrivere. Infatti, una
parola si legge in un modo ma graficamente si
scrive diversamente. Questo crea sempre grande
confusione per un discente di lingua italiana perchè
deve innanzitutto imparare la fonetica della lingua
inglese, comprenderne i suoni e poi cominciare a
scriverla.
Nel Present Continuous le variazioni ortografiche
prescindono dalla fonetica e sono principalmente
legate al concetto della grammatica. Una domanda
che mi viene sempre posta è: Come si mette la –
ING form? Esiste una regola precisa?
In effetti esiste una regola ben precisa e delineata
per poter inserire la ING form al verbo e questo è
principalmente voluto dalla lingua inglese. E’ una
regola che si trova in tutti i testi di grammatica in
commercio e dalla quale non si può prescindere.
Partiamo con alcuni esempi.
La prima caratteristica che dobbiamo tenere in
considerazione è la tipologia di verbo: se esso sia
monosillabico, bisillabico o polisillabico.
Voi vi chiederete cosa significa tutto questo e
magari cosa significhino questi termini. Per verbo
Monosillabico si intende quel verbo che pronunciato
genera soltanto un suono. Per verbo bisillabico si
intende quel verbo che pronunciato genera due
suoni mentre per polisillabico si intende quel verbo
che genera più di due suoni. Per comprendere la

345
sonorità di un verbo bisogna comprendere la
suddivisione in sillabe. Mentre in Italiano la
suddivisione in sillabe avviene per parità di lettere,
in inglese quest’ultima avviene per sonorità e
quindi su dove cade l’accento che divide la parola.
Facciamo un paio di esempi: se io prendo un paio
di verbi come “Travel, Prefer, Sit” vediamo quanti
suoni sentiamo in questi verbi.
Travel Tra – Vel
Prefer Pre – fer
Sit Sit

Dalla tabella su riportata possiamo dire che TRAVEL


è un verbo bisillabico, PREFER è un verbo bisillabico
e SIT è un verbo monosillabico.
Volendo cominciare a delineare la caratteristica
della variazione ortografica nel Present Continuous
diremmo che:
Tutti i verbi monosillabici che terminano per
consonante e quest’ultima preceduta da una
singola vocale, prima di aggiungere la ING form al
verbo, raddoppiano la consonante finale.
Cominciamo a tradurre in pratica la definizione su
menzionata. Prendiamo un verbo monosillabico. Lo
abbiamo già trovato in precedenza per cui ci servirà
per spiegare al meglio il nostro esempio:
Il verbo “TO SIT” vuol dire “Sedersi” ed è un verbo
monosillabico in quanto genera soltanto un suono.
Il verbo termina per consonante “T” ed è preceduta
da una sola e singola vocale “I”. Se io voglio
realizzare il Present Continuous di questo verbo e
quindi aggiungere la ING form, prima di procedere
all’aggiunta della desinenza devo raddoppiare la
consonante finale ovvero la “T”

346
SIT - SITTING
Quindi abbiamo:
SIT + T + ING

La stessa situazione sarebbe accaduta se avessimo


avuto il verbo “PUT” che vuol dire “METTERE”.
Anche in questo caso la consonante finale “T” è
preceduta da una sola vocale per cui prima di
aggiungere la ING form deve raddoppiare la
consonante finale; Put – Putting.
Cosa succede quando un verbo monosillabico è
preceduto da un dittongo vocalico?
In quel caso la consonante finale non raddoppia ma
si limita ad aggiungere la ING form.
Esempio: se io prendo come verbo monosillabico
“CLEAN” che vuol dire PULIRE, siccome la “N” è
preceduta da due vocali al Present Continuous non
raddoppia la consonante finale ma aggiungerà
semplicemente la ING form. Esempio: Clean -
Cleaning.
La seconda regola ortografica prevede:
I verbi bisillabici la cui consonante finale è
preceduta da una vocale prima di aggiungere la
ING raddoppia la consonante finale.
Prendiamo come esempio il verbo nella tabella:
TRAVEL che vuol dire VIAGGIARE. Il verbo è
bisillabico e la consonante finale è preceduta da
una singola vocale “E”. Volendo fare il Present
continuous dobbiamo raddoppiare la consonante
finale prima di aggiungere la ING form come
nell’esempio:

Travel - Travelling
Derivando da:
TRAVEL + L + ING form

347
La terza regola ortografica prevede invece i verbi
che terminano per vocale muta:
Tutti i verbi che terminano per vocale muta prima
di aggiungere la ING form al verbo perdono la
vocale finale e al suo posto aggiungono la ING
form.
Prendiamo come esempio il verbo “Venire” che in
inglese si dice “COME”
Siccome il verbo termina per vocale ma
quest’ultima non è pronunciata, se vogliamo
aggiungere al verbo la ING form, dobbiamo
eliminare la vocale finale ovvero la “E”. Quindi il
verbo diventa:

COME /Kam/ - COMING


La “E” che non è pronuciata, cade e al suo posto si aggiunge la ING form

Altra regola ortografica è per i verbi che terminano


per vocale pronunciata:
Quando un verbo termina per vocale e quest’ultima
è sonora e non muta, il passaggio al Present
Continuous si effettua aggiungendo la ING form
direttamente alla vocale del verbo
Prendiamo come esempio il verbo “Essere” e quindi
il verbo “BE”. Quest’ultimo termina per vocale e la
vocale non è muta ma bensì sonora (ovvero
pronunciata) “BE” /BI/. Volendo fare la forma
progressiva di questo verbo ci limiteremo solo ad
aggiungere la ING form al verbo stesso senza
sacrificare alcuna lettera. Quindi avremo:

BE /BI/ - BEING
In quanto la vocale finale è pronunciata e non muta.

Un’altra variazione ortografica si riscontra nel

348
dittongo vocalico “IE”:
Tutti i verbi che terminano con il dittongo vocalico
“IE” al present continuous eliminano il dittongo e
aggiungono la “Y” prima di inserire la ING form.

Prendiamo come esempio il verbo “LIE” che vuol


dire “Mentire”. Siccome termina per “IE” se devo
fare il Present Continuous di questo verbo il
dittongo vocalico deve cedere il posto alla “Y”
prima di aggiungere la ING form. Esempio:

LIE - LYING
Il verbo terminante per “IE” cambia in Y + Ing

Per quanto rigraurda i verbi terminanti con la “Y”


questi ultimi non subiscono alcun tipo di variazione
ed aggiungono semplicemente la ING form.
Esempio: Study - Studying
Facciamo un breve schema riepilogativo e
riassuntivo delle principali regole ortografiche:

Tutti i verbi monosillabici che terminano per consonante e


SIT - SITTING
quest’ultima preceduta da una singola vocale, prima di
aggiungere la ING form al verbo, raddoppiano la
PUT - PUTTING
consonante finale.
TRAVEL - TRAVELLING
I verbi bisillabici la cui consonante finale è preceduta da
una vocale prima di aggiungere la ING raddoppia la
PREFER -
consonante finale
PREFERRING
Tutti i verbi che terminano per vocale muta prima di COME - COMING
aggiungere la ING form al verbo perdono la vocale finale SURVIVE -
e al suo posto aggiungono la ING form. SURVIVING
Quando un verbo termina per vocale e quest’ultima è
BE - BEING
sonora e non muta, il passaggio al Present Continuous si
effettua aggiungendo la ING form direttamente alla
GO - GOING
vocale del verbo
Tutti i verbi che terminano con il dittongo vocalico “IE” al
present continuous eliminano il dittongo e aggiungono la
LIE - LYING
“Y” prima di inserire la ING form.

Non tutti i verbi possono essere usati al Present

349
Continuous. Esistono una serie di verbi che non si
possono usare al presente progressivo perchè
esprimono sensazioni, capacità e vengono definiti
verbi di percezione. Vediamo nel paragrafo
precedente quali sono.
2.4. Verbi che non reggono la forma
progressiva
In inglese non tutti i verbi possono essere usati
nella forma progressiva proprio perché non
implicano una temporaneità di azione. Questi verbi
vengono comunemente definiti “Verbi di
percezione”.
I “verbi di percezione” sono quei verbi che
esprimono una sensazione, uno stato d’animo, una
capacità percettiva, uditiva e così via e per tale
motivo non sono legati al concetto spazio
temporale ma sono permanenti. Vediamo insieme
alcuni verbi percezione:
To see * Vedere
To hear Sentire
To smell* Odorare
To taste* Assaggiare
To understand Capire
To remember Ricordare
To recall Riportare alla memoria
To remind Far ricordare
To like Piacere
To love Amare
To hate Odiare
To seem Sembrare
To appear Sembrare / apparire
To consist Consistere
To agree Essere d’accordo
To suggest Suggerire
To recommend Consigliare
To allow / permit /enable Permettere
To cost Costare
To Have* Avere (verbo ausiliare)
To Be Verbo Essere
To believe Credere

350
To own Possedere
To want Volere
To wish Desiderare
To realize Comprendere

Con questi verbi non si usa mai la forma


progressiva, ovvero la ING form.
In alcuni verbi ho messo l’asterisco proprio perché
ci possono essere delle eccezioni. Vediamole
insieme.
TO SEE TO SEE
Significa “vedere”. E’ un verbo di Assume il significato di “Vedere” nel
percezione ed indica una capacità visiva.
senso di “Incontrare” qualcuno, per cui la
E’ un verbo irregolare appartenente allasua azione non è connessa alla capacità
tabella periodica dei verbi e ovvero: visiva quanto ad una situazione
tipicamente differente.
To see - Saw - Seen Ha lo stesso significato del verbo “To
Meet” che vuol dire “Incontrare”. Infatti
Dato che indica una capacità a compiere quando traduciamo una frase possiamo
un’azione “Vedere”, l’azione visiva non usare o l’uno o l’altro senza alcuna
può essere intesa come limitata del differenza. Esempio:
tempo. Se una persona ci vede (come
dono ricevuto dalla nascita) vedrà “Ieri ho incontrato Marco”
sempre non limitatamente nel tempo. “Yesterday I saw / met Mark”

Un altro caso di verbo è quello di “To Taste”


To Taste To Taste
Vuol dire anche “Assaggiare” ed è
Vuol dire “avere sapore di” ed è riferito a
collegato ad un’azione compiuta da una
cibi, o bevande. E’ un vero regolare per
persona. Il fatto che venga
cui il suo passato remoto e participio
contestualizzata e personificata permette
passato si otterranno aggiungendo al
al verbo di comportarsi anche in forma
verbo la desinenza - ed
progressiva dato che l’enfasi si pone su
Per cui avremo:
chi compie l’azione piuttosto che sul
To taste - Tasted - Tasted
verbo stesso.
Esempio:
Esempio:
“Questa zuppa ha un brutto sapore.”
“Sto assaggiando la zuppa.”
“This soup tastes bad”
“I am tasting the soup.”

Un altro esempio potrebbe essere:


To smell To smell
Vuol dire “sentire odore di” ed è Vuol dire “annusare” ed è anche qui
strettamente connesso agli oggetti che contestualizzato in base all’individuo.
emanano fragranze sia esse positive che Passando da un oggetto a persona,
negative. anche il verbo comincia ad essere
E’ un verbo irregolare e il passato remoto considerato nella sua temporaneità.
e il participio passato si ricava dalla
tabella periodica dei verbi.
To smell - smelt - smelt Esempio:

351
Esempio : Esempio:
“Questa zuppa ha un brutto odore.” “Sto annusando i fiori.”
“This soup smells badly” “I am smelling the flowers.”

Passiamo adesso ad analizzare un altro tempo


verbale affine al “Present Continuous” che porta il
nome di “Simple Present” ovvero “Presente
Semplice”.
2.5 Simple present
Il Presente semplice è un verbo alquanto semplice
che deriva dall’infinito del verbo senza il TO.
Facciamo un esempio giusto per dare un’idea di ciò
che stiamo dicendo. Prendiamo un verbo
all’infinito:

To Read - Leggere

Se voglio fare il presente semplice di questo verbo


dovrò cominciare ad eliminare il “TO” dell’infinito.
Effettuando questa operazione rimane soltanto la
parola “Read”
Se vogliamo coniugare questo verbo alla forma
affermativa avremo:
I read /Ai rid/ Io leggo
You read /Gliu rid/ Tu leggi
He reads /Hi rids/ Lui legge
She reads /Sci rids/ Lei legge
It reads /It rids/ Esso legge
We read /Ui rid/ Noi leggiamo
You read /Gliu rid/ Voi leggete
They read /Dei rid/ Essi leggono

La prima caratteristica da notare in questa forma


affermativa è sicuramente la terza persona
singolare che nel verbo aggiunge la “S”, poi per
tutta la parte restante della coniugazione il verbo

352
A differenza della lingua italiana che ha molti verbi
irregolari nella sua coniugazione, l’inglese da
questo punto di vista ha la strada spianata. Questo
è il motivo per cui un parlante inglese non riesce ad
imparare la declinazione dei verbi italiani e
preferisce usare la forma a loro più affine che è
quella dell’infinito.
Abbiamo parlato della “S” alla terza persona
singolare ma non abbiamo ancora detto i casi incui
si aggiunge. Vediamoli un attimo:
Alla terza persona la “S” al verbo si aggiunge in
maniera differente se il verbo termina per le
seguenti lettere:

353
354
Esempio:
Go Goes
Search Searches
Finish Finishes

A parte questa aggiunta della “S” alla terza persona


singolare il resto non sembra destare enorme
complicazione.
Per quanto riguarda la forma interrogativa, la
domanda si pone utilizzando gli ausiliari “DO” e
“DOES” un po’ come abbiamo già trattato nel
capitolo precedente quando abbiamo parlato della
distinzione tra verbi ausiliari e verbi ordinari. A tal
punto si rimanda al capitolo precedente per
delucidazioni e chiarimenti. In questa sezione ci
limiteremo a coniugare la forma interrogativa del
suddetto verbo “Read” alla forma interrogativa.
Do I read? Io leggo?
Do you read? Tu leggi?
Does he read? Lui legge?
Does she read? Lei legge?
Does it read? Esso legge?
Do we read? Leggiamo Noi?
Do you read? Leggete Voi?
Do they read? Leggono Loro?

La forma negativa invece si ottiene aggiungendo il


“NOT” subito dopo il “DO”.
I do not read Io non leggo
You do not read Tu non leggi
He does not read Lui non legge
She does not read Lei non legge
It does not read Esso non legge
We do not read Noi non leggiamo
You do not read Voi non leggete
They do not read Essi non leggono

La forma Interro – negativa si ottiene invece


mettendo il “NOT” subito dopo il soggetto e quindi:
Do I not read? Non leggo io?

355
Do you not read? Non leggi?
Does he not read? Lui non legge?
Does she not read? Lei non legge?
Does it not read? Esso non legge?
Do we not read? Non leggiamo?
Do you not read? Non leggete voi?
Do they not read? Non leggono essi?

Passiamo adesso a delineare l’uso del Present


Simple e successivamente a farne il paragone con il
Present Continuous. Quando si usa il Simple
present? Il present Simple si usa per:
Indicare azioni stabili I live in London (Io vivo a Londra)
e permanenti nel Birds fly (Gli uccelli volano)
tempo The river flows into the sea (Il fiume sfocia nel mare)
I always go out on Saturdays (Esco sempre i Sabati)
Per indicare azioni
I never speak to anyone (Non parlo mai con nessuno)
abituali

Per l’utilizzo e per la trattazione degli avverbi di


frequenza e della loro posizione si rimanda al primo
volume di questo libro.
Adesso vediamo il primo confronto tra i due tempi
verbali: “Present Continuous” e “Simple Present”.
PRESENT CONTINUOUS PRESENT SIMPLE
Per indicare un’azione che si sta
Indicare azioni stabili e permanenti nel
svolgendo nel momento in cui si sta
tempo
parlando
I live in London (Io vivo a Londra)
“Io sto leggendo”
Birds fly (Gli uccelli volano)
“I am reading”
The river flows into the sea (Il fiume
L’azione prevede che si stia svolgendo
sfocia nel mare)
adesso
Per indicare un’azione che ha una durata
Per indicare azioni abituali
limitata nel tempo.
I always go out on Saturdays (Esco
“This Year I am attending an English
sempre i Sabati)
Course”.
I never speak to anyone (Non parlo mai
“Quest’anno frequento un corso di Lingua
con nessuno)
Inglese”.

Con questo si chiude il primo tempo verbale per


affacciarci sul secondo tempo verbale che è quello
dedicato al Passato remoto.
2.6. Simple Past

356
Il passato remoto è un tempo alquanto complesso
in inglese poichè esistono molti verbi irregolari
(circa 210 verbi irregolari) la cui costruzione è
mnemonica. La tabella inerente ai verbi irregolari è
presente nel primo capitolo.
A questi verbi irregolari si devono aggiungere tutti
quelli regolari (ovvero quelli che aggiungono alla
radice del verbo la desinenza –ed).
Premesso che abbiamo abbondantemente
argomentato sulla regolarità e irregolarità dei verbi
e delle loro costruzioni interrogative, in questo
paragrafo ci limiteremo a parlare solo ed
esclusivamente del tempo verbale in questione.
Gli inglesi, a differenza dell’italiano usano molto di
più il passato remoto che il passato prossimo
proprio perchè danno maggiore importanza al
momento in cui un’azione accade. In italiano, al
contrario usiamo sempre il passato prossimo anche
se ci riferiamo ad un’azione effettuata il giorno
precedente. Prendiamo una frase per far capire la
differenza.
“Ieri sono andato al cinema.” Questa frase in
italiano reca un’azione effettuata in un determinato
momento del passato per cui si dovrebbe ritenere
cominciata e conclusasi. Eppure in italiano
utilizziamo un tempo verbale chiamato “passato
prossimo semplice” che è un tempo verbale volto
ad indicare un’azione che ha una risultanza nel
presente. Gli inglesi non potrebbero tradurre
letteralmente una frase simile perchè sarebbe
errata dal loro concetto temporale e per questo
motivo, per dare maggiore enfasi alla fine di
un’azione, preferiscono usare il Passato remoto.
Traduciamo la frase in questione:

357
I went to the cinema yesterday or Yesterday, I
went to the cinema.

Entrambi le costruzioni sono corrette in quanto


l’avverbio di tempo può comparire sia all’inizio che
alla fine della frase ma mai nel mezzo.
Errata sarebbe stata la traduzione della frase:

“Yesterday I have gone to the cinema”.

Quando si usa il Simple Past? Il Simple Past si usa


per:
Yesterday I went to the cinema (Ieri sono andato al
Parlare di azioni cominciate cinema)
nel passate e L’azione di essere andato al cinema è stata eseguita il
completamente trascorse. giorno precedente e si è esaurita nell’arco di quella
giornata.
Quando si parla di
Christopher Culumbus discovered America (Cristoforo
avvenimenti storici o
Colombo ha scoperto l’America)
invenzioni
When I saw him I spoke to him (Quando lo incontrai,
Dopo le locuzioni “When” e gli parlai).
“Since” Since I was a child I have been speaking English
(parlo inglese da quando ero piccolo)
Dopo l’espressione “What What time did you go to bed Yesterday? (A che ora sei
Time” andato a letto ieri?)
Quando ci si riferisce a Leopardi wrote a lot of books (Leopardi ha scritto
persone defunte molte opere)

Si usa il Simple past quando sono presenti i


seguenti avverbi di tempo o espressioni:
Yesterday Ieri
Last week La scorsa settimana
Last month Il mese scorso
Ago Fa
Three weeks ago Tre settimane fa
Since Da
When Quando
Last year L’anno scorso

Ovviamente per il Simple Past non esiste variazione

358
ortografica nella coniugazione del verbo. Mi spiego
meglio! Mentre nel Simple Present esiste l’aggiunta
della “S” alla terza persona del verbo, nel Passato
remoto, il verbo rimane invariato. Quindi potremmo
definirlo statico.
Coniughiamo le quattro forme di uno dei tanti verbi
irregolari. Per comodità sceglierò il verbo “ANDARE”
che in inglese diventa “TO GO”.
Il paradigma di questo verbo è:

TO GO WENT GONE

Ovviamente la colonna che ci interesserà è la


seconda poichè è l’unica che indica il passato
remoto. Le altre due sono: l’infinito e il participio
passato
Forma affermativa Simple Past
I went /Ai uent/ Io andai
You went /gliu uent/ Tu andasti
He went /Hi uent/ Lui andò
She went /Sci uent/ Lei andò
It went /it uent/ Esso andò
We went /ui uent/ Noi andammo
You went /gliu uent/ Voi andaste
They went /dei uent/ Essi andarono

Come si può ben notare in tutte le forme il simple


past non subisce alcun tipo di variazione.
Vediamo nella forma negativa.
I did not go Io non andai
You did not go Tu non andasti
He did not go Lui non andò
She did not go Lei non andò
It did not go Esso non andò
We did not go Noi non andammo
You did not go Voi non andaste
They did not go Essi non andarono

Nella forma negativa assistiamo a un notevole

359
cambiamento se paragonato alla forma
affermativa. Nella prima sezione del libro abbiamo
parlato di come si effettua la forma interrogativa e
negativa di tutti quei verbi che sono ordinari.
Abbiamo anche trattato della costruzione passata di
un verbo. Siccome la forma negativa necessita
dell’ausiliare “DO” al presente, necessita, al
contrario di “DID” quando ci troviamo nella forma
passata.
Quando si effettua la forma negativa passata di un
verbo bisogna ricorrere all’infinito del verbo senza
“TO” e abbinarlo all’ausiliare “DID” come accaduto
nella tabella. Per ulteriori chiarimenti su tale
funzione si rimanda alla prima sezione di questo
volume.
Vediamo adesso la forma interrogativa di questo
verbo.
Did I go? Andai io?
Did you go? Andasti tu?
Did he go? Andò lui?
Did she go? Andò lei?
Did it go? Andò esso?
Did we go? Andammo noi?
Did you go? Andaste voi?
Did they go? Andarono loro?

Per la forma interrogativa assistiamo all’inversione


tra il soggetto e il verbo. Mentre per la forma
interro negativa collocheremo il “NOT” subito dopo
il soggetto.
Did I not go? Non andai?
Did you not go? Non andasti?
Did he not go? Non andò lui?
Did she not go? Non andò lei?
Did it not go? Non andò esso?
Did we not go? Non andammo noi?
Did you not go? Non andaste voi?
Did they not go? Non andarono loro?

360
Queste sono tutte le quattro forme per il Simple
Past (Full Forms). Vediamo adesso la forma
contratta negativa e interro negativa. Forma
negativa contratta
I didn’t go Io non andai
You didn’t go Tu non andasti
He didn’t go Lui non andò
She didn’t go Lei non andò
It didn’t go Esso non andò
We didn’t go Noi non andammo
You didn’t go Voi non andaste
They didn’t go Essi non andarono

La forma contratta interro negativa si otterrà:


Didn’t I go? Non andai?
Didn’t you go? Non andasti?
Didn’t he go? Non andò?
Didn’t she go? Non andò lei?
Didn’t it go? Non andò esso?
Didn’t we go? Non andammo noi?
Didn’t you go? Non andaste voi?
Didn’t they go? Non andarono loro?

Anche per il passato remoto come nel present


continuous esistono le regole ortografiche. Le
regole ortografiche sono in funzione dell’aggiunta
della desinenza “–ED” alla radice del verbo perché
per i verbi irregolari esiste la tabella periodica dei
verbi.
Vediamo questi famosi casi di aggiunta del suffisso
–ED al verbo:
I verbi monosillabici, la cui consonante finale è
preceduta da una sola vocale, prima di aggiungere
la “- ED” raddoppianola consonante finale:
Knit knitted
Stop Stopped

I verbi bisillabici la cui consonante finale è


preceduta da una sola vocale prima di aggiungere

361
la-ED raddoppiano la consonante finale. Esempio:
To Travel Travelled

I verbi che terminano per “Y” cambiano la


consonante finale in “I” prima di aggiungere la “-
ED”. Esempio:
To study Studied

Un altro tempo vebale che reca grande interesse è


sicuramente il “Past Continuous”. Lo introdurremo
nel paragrafo successvo
2.7. Past Continuous
E’ anch’esso un tempo verbale progressivo come il
presente. La sua formazione è simile a quella del
present continuous con la sola eccezione del verbo
essere che dalla forma presente si coniuga al
passato.
La regola base per la formazione del past
continuous è:

Was/Were + verbo alla –ing form

Il tempo verbale affine in italiano e corrispondente


al past continuous in inglese è l’imperfetto.
Facciamo un esempio della sua formazione:
“Io stavo leggendo” è una frase ambientata nel
passato e che indica una sezione progressiva. La
sua traduzione sarebbe: “I was reading”. Proviamo
a coniugare un intero verbo.
I was reading /Ai woz riding/ Io stavo leggendo
You were reading /gliu uer riding/ Tu stavi leggendo
He was reading /hi woz riding/ Lui stava leggendo
She was reading /sci woz reading/ Lei stava leggendo
It was reading /it woz riding/ Esso stava leggendo
We were reading /ui uer riding/ Noi stavamo leggendo
You were reading /gliu uer riding/ Voi stavate leggendo

362
They were reading /dei uer riding/ Essi stavano leggendo

La forma interrogativa di questo verbo si ottiene


invertendo il verbo essere con il soggetto e quindi:
Was I reading? Stavo io leggendo?
Were you reading? Stavi tu leggendo?
Was he reading? Stava leggendo lui?
Was she reading? Stava lei leggendo?
Was it reading? Stava esso leggendo?
Were we reading? Stavamo noi leggendo?
Were you reading? Stavate voi leggendo?
Were they reading? Stavano loro leggendo?

La forma negativa si ottiene ponendo il “NOT”


subito dopo il verbo essere.
I was not reading Io non stavo leggendo
You were not reading Tu non stavi leggendo
He was not reading Lui non stava leggendo
She was reading Lei non stava leggendo
It was not reading Esso non stava leggendo
We were not reading Noi non stavamo leggendo
You were not reading Voi non stavate leggendo
They were not reading Essi non stavano leggendo

La forma interro-negativa si ottiene invertendo il


verbo essere con il soggetto e aggiungendo il Not
subito dopo il soggetto
Was I not reading? Non stavo io leggendo?
Were you not reading? Non stavi leggendo?
Was he not reading? Non stava lui leggendo?
Was she not reading? Non stava lei leggendo?
Was it not reading? Non stava esso leggendo?
Were we not reading? Non stavamo noi leggendo?
Were you not reading? Non stavate voi leggendo?
Were they not reading? Non stavano leggendo?

Vediamo anche la forma contratta negativa ed


interro negativa dello stesso verbo:
I wasn’t reading Io non stavo leggendo
You weren’t reading Tu non stavi leggendo
He wasn’t reading Lui non stava leggendo
She wasn’t reading Lei non stava leggendo
It wasn’t reading Esso non stava leggendo

363
We weren’t reading Noi non stavamo leggendo
You weren’t reading Voi non stavate leggendo
They weren’t reading Essi non stavano leggendo

La forma interro negativa sarà:


Wasn’t I reading? Non stavo io leggendo?
Weren’t you reading? Non stavi tu leggendo?
Wasn’t he reading? Non stava lui leggendo?
Wasn’t she reading? Nn stava lei leggendo?
Wasn’t it reading? Non stava esso leggendo?
Weren’t we reading? Non stavamo noi leggendo?
Weren’t you reading? Non stavate leggendo?
Weren’t they reading? Non stavano loro leggendo?

Per quanto riguarda le regole ortografiche per


l’aggiunta della –ING form al verbo bisogna rifarsi
alle stesse regole ortografiche valide a quelle del
present continuous per cui si rimanda a tale
capitolo.
Adesso passeremo a delineare l’utilizzo del Past
Continuous. Quando si usa il Past Continuous? Il
Past Continuous si usa per:
Parlare di azioni che si
stavano realizzando in un “Yesterday evening I was reading a book”
momento preciso del “Ieri sera stavo leggendo un libro”
passato
Parlare di azioni “Yesterday while I was reading, the telephone rang”.
concomitanti ad una passata “Ieri mentre stavo leggendo, squillò il telefono.”

Come si può ben notare il Past Continuous e il


Simple Past molte volte intercorrono insieme
all’interno della stessa frase proprio come accade in
Italiano. La differenza fra i due tempi verbali
soggiace nella differenza di traduzione tra i due
tempi verbali.
Il Simple past, viene usato per una narrazione ed è
più vicino al nostro Passato prossimo italiano. Il
Past Continuous, al contrario, esercita un’azione
descrittiva ed è accomunato all’imperfetto italiano.

364
Adesso, avendo delineato i due tempi verbali,
riepiloghiamo le due caratteristiche del passato
remoto semplice e quella del passato remoto
progressivo.
Past Continuous Simple Past
Parlare di azioni che si stavano
realizzando in un momento preciso del Parlare di azioni cominciate nel passate e
passato. completamente trascorse.
“Yesterday evening I was reading a
book” Yesterday I went to the cinema
“Ieri sera stavo leggendo un libro” Ieri sono andato al cinema

Parlare di azioni concomitanti ad una Quando si parla di avvenimenti storici o


passata invenzioni:

“Yesterday while I was reading, the Christopher Culumbus discovered


telephone rang”. America
“Ieri mentre stavo leggendo, squillò il Cristoforo Colombo ha scoperto l’America
telefono.”

Quando i due verbi intercorrono all’interno della


frase, si tende ad indicare un’interruzione
momentanea di un’azione per dar luogo ad un’altra
proprio come spiegato nell’esempio in tabella in cui
l’azione di leggere viene bruscamente interrotta dal
telefono che squilla.
Adesso passeremo alla rassegna di un altro tempo
verbale che è il passato prossimo.
2.8. Present Perfect Simple
Il passato prossimo è un tempo composto formato
dalla presenza di due elementi verbali: il verbo
avere e il participio passato.
In inglese, dobbiamo distinguere anche qui tra
“Present perfect simple” e “Present perfect
continuous”. Per il momento ci limiteremo solo a
parlare del primo caso in quanto il tempo verbale
già mostra una sua complessità di utilizzo.
Prima di addentrarci in questo verbo, c’è da dire
che quest’ultimo, insieme al futuro e ai verbi

365
modali, genera molte difficoltà nei discenti proprio
perchè non capiscono il concetto di temporalità
entro cui viene espletata un’azione. Noi in italiano
usiamo spesso il passato prossimo anche quando
parliamo di avvenimenti accaduti nel passato e
soltato raramente usiamo il passato remoto. Per
questo motivo, quando traduciamo dall’italiano
all’inglese, ci risulta facile trasporre il nostro
passato prossimo piuttosto che il passato remoto.
Purtroppo, non è così in inglese e bisogna dire che
in inglese il passato remoto ha un uso molto più
vasto rispetto al passato prossimo. Un abitante
della Sicilia, sicuramente non avrebbe problemi ad
utilizzare e a comprendere il present perfect simple
perchè già nel suo DNA è insito l’uso del tempo
passato, per cui è insito in lui il concetto di
temporalità.
Partiamo a delineare la sua regola base per la
formazione:
Il present perfect simple si forma con:

HAVE + past participle

Il participio passato rappresenta, nel caso dei verbi


irregolari, la terza colonna della tabella periodica
dei verbi. Volendo fare un esempio di frase al
passato prossimo semplice avremo:
“Io ho mangiato una mela” “I have eaten an apple.”

“Eaten” deriva dal verbo “To eat” che vuol dire


mangiare.
Siccome il paradigma di tale verbo recita:

TO EAT - ATE - EATEN

366
Il participio passato non poteva essere che la terza
colonna. Aggiungendo il participio passato del
verbo al verbo “Have”, ottengo e formulo il passato
prossimo. Vediamo ad esempio una coniugazione
completa di tutte le quattro forme. Partiamo dalla
forma affermativa.
I have eaten /ai hev iten/ Io ho mangiato
You have eaten /gliu hev iten/ Tu hai mangiato
He has eaten /hi hez iten/ Lui ha mangiato
She has eaten /sci hez iten/ Lei ha mangiato
It has eaten /it hez iten/ Esso ha mangiato
We have eaten /ui hev iten/ Noi abbiamo mangiato
You have eaten /gliu hev iten/ Voi avete mangiato
They have eaten /dei hev iten/ Essi hanno mangiato

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il verbo avere come nell’esempio:
I have not eaten Io non ho mangiato
You have not eaten Tu non hai mangiato
He has not eaten Lui non ha mangiato
She has not eaten Lei non ha mangiato
It has not eaten Esso non ha mangiato
We have not eaten Noi non abbiamo mangiato
You have not eaten Voi non avete mangiato
They have not eaten Essi non hanno mangiato

La forma interrogativa invece, si ottiene invertendo


il primo verbo con il soggetto come nell’esempio:
Have I eaten? Ho mangiato?
Have you eaten Hai mangiato?
Has he eaten? Ha lui mangiato?
Has she eaten? Ha lei mangiato?
Has it eaten? Ha esso mangiato?
Have we eaten? Abbiamo noi mangiato?
Have you eaten? Avete voi mangiato?
Have they eaten? Hanno loro mangiato?

La forma interro negativa si ottiene inserendo il


NOT subito sopo il soggetto come nell’esempio:
Have I not eaten? Non ho io mangiato?
Have you not eaten? Non ha lui mangiato?

367
Has he not eaten? Non ha lui mangiato?
Has she not eaten? Non ha lei mangiato?
Has it not eaten? Non ha esso mangiato?
Have we not eaten? Non abbiamo noi mangiato?
Have you not eaten? Non avete voi mangiato?
Have they not eaten? Non hanno loro mangiato?

Esiste anche la forma contratta di questo verbo


sempre nelle solite tre forme: quella affermativa,
negativa e interro negativa. Cominciamo dalla
forma affermativa:
I’ve eaten Io ho mangiato
You’ve eaten Tu hai mangiato
He’s eaten Egli ha mangiato
She’s eaten Lei ha mangiato
It’s eaten Esso ha mangiato
We’ve eaten Noi abbiamo mangiato
You’ve eaten Voi avete mangiato
They’ve eaten Essi hanno mangiato

La forma contratta negativa diventa:


I haven’t eaten Io non ho mangiato
You haven’t eaten Tu non hai mangiato
He hasn’t eaten Lui non ha mangiato
She hasn’t eaten Lei non ha mangiato
It hasn’t eaten Esso non ha mangiato
We haven’t eaten Noi non abbiamo mangiato
You haven’t eaten Voi non avete mangiato
They haven’t eaten Essi non hanno mangiato

La forma interro-negativa si ottiene:


Haven’t I eaten? Non ho io mangiato
Haven’t you eaten? Non hai tu mangiato?
Hasn’t he eaten? Non ha lui mangiato?
Hasn’t she eaten? Non ha lei mangiato?
Hasn’t it eaten? Non ha esso mangiato?
Haven’t we eaten? Non abbiamo noi mangiato?
Haven’t you eaten? Non avete voi mangiato?
Haven’t they eaten? Non hanno loro mangiato?

Vediamo quando si usa il Present perfect simple. Il


present perfect simple si usa per:
Io ho letto un libro
I have read a book.

368
L’azione di leggere il libro è iniziata nel
Indicare azioni cominciate nel passato passato ma ha una rilevanza nel
ma che hanno rilevanza nel presente. presente. Inoltre il tempo non è
menzionato per cui non si conosce
effettivamente il momento in cui questo
sia stato letto.
Quando all’interno della frase ci sono gli
avverbi di frequenza. In questo caso gli Ho sempre studiato l’inglese.
avverbi di frequenza si collocano tra i I have always studied English
due verbi: “avere” e participio passato
Ho appena letto un libro
I have just read a book
Quando all’interno della frase ci sono
Ho già letto quel libro.
espressioni come:
I have already read that book.
“JUST, ALREADY e YET”
Non ho ancora mangiato.
I haven’t eaten yet.
Questa settimana ho comprato un paio di
Quando all’interno della frase ci sono gli scarpe.
avverbi di tempo come: This week I have bought a pair of shoes.
THIS WEEK, TODAY, SO FAR, RECENTLY,
LATELY, THIS YEAR, THIS MONTH Recentemente ho letto un libro.
Recently I have read a book
Con le espressioni “THIS MORNING, THIS
Questa mattina ho fatto colazione (e
AFTERNOON e THIS EVENING solo
sono le ore 10.00)
quando ci troviamo all’interno della fascia
This morning I have had breakfast.
oraria.

Non si usa mai il passato prossimo con:


· Le espressioni “SINCE”, “WHEN” e “”WHAT
TIME”
· Quando si parla di personaggi storici
· Quando si parla di avvenimenti storici
· Quando si parla di azioni compiute in
spazialità differenti da quelle in cui il parlante si
trova attualmente

Vediamo adesso la relazione che esiste tra Present


perfect simple e Simple past.
SIMPLE PAST PRESENT PERFECT
Parlare di azioni cominciate nel passate e Indicare azioni cominciate nel passato
completamente trascorse. ma che hanno rilevanza nel presente.
Quando all’interno della frase ci sono gli
Quando si parla di avvenimenti storici o avverbi di frequenza. In questo caso gli
invenzioni. avverbi di frequenza si collocano tra i
due verbi: “avere” e participio passato
Quando all’interno della frase ci sono

369
espressioni come “JUST, ALREADY e YET”
Quando all’interno della frase ci sono gli
avverbi di tempo come:
Dopo l’espressione “What Time”
THIS WEEK, TODAY, SO FAR, RECENTLY,
LATELY, THIS YEAR, THIS MONTH

Molto importante è il concetto di “essere stato” ed


“essere andato” che in italiano si sovrappongono.
Per noi è molto più semplice dire “io sono andato al
supermercato” piuttosto che dire “io sono stato al
supermercato” e molte volte usiamo in maniera
impropria tale terminologia. Gli inglesi fanno una
netta distinzione tra le due cose. Vediamole
insieme:
Se prendiamo una frase del tipo:
“Io sono andato al cinema” verrebbe spontaneo
tradurla con:
“I have gone to the cinema”. Questa però non è la
traduzione corretta in quanto se vogliamo
intendere che siamo andati al cinema ma siamo
ritornati a casa il tempo verbale appropriato
sarebbe il passato remoto semplice in quanto la
spazialità non corrisponde nè coincide. Una
traduzione corretta sarebbe:
“I went to the cinema”. In quanto la persona che
sta parlando attualmente non si trova più al cinema
(quel luogo) ma bensì a casa (questo luogo) e i due
luoghi non coincidono oltre che stanno ad indicare
due fatti temporali completamente differenti.
Se vogliamo tradurre con il present perfect simple
la suddetta frase italiana allora dovremmo ricorrere
alla frase:
I have been to the cinema. Dove per “I have been”
si intende un’azione differente da quella passata e
quindi l’idea che la persona al momento non si
trova più al cinema ma bensì in un luogo differente.

370
trova più al cinema ma bensì in un luogo differente.
Come potete notare l’uso del present perfect si
discosta notevolmente da quello italiano ed è per
questo motivo che desta sempre enormi difficoltà
verso coloro che tendono ad approcciare a questo
tempo verbale. Ad ogni modo, soltanto la pratica
costante permetterà di poter entrare nel vivo del
gioco di questo tempo verbale.
Un altro tempo verbale è sicuramente il “PRESENT
PERFECT CONTINUOUS” detto Passato prossimo
progressivo. Vediamolo insieme.
2.9. Present Perfect Continuous
Anch’esso rientra nei famosi tempi progressivi e si
discosta leggermente dal present perfect simple
per il suo concetto di azione, ma di questo ne
parleremo successivamente. Quello che ci preme
trattare adesso è proprio la sua formazione ed il
suo utilizzo nella lingua inglese.
Innanzitutto partiamo proprio dalla regola di
formazione che sarebbe:

HAVE + BEEN + VERBO + ING

Come sempre la forma della –ING compare per


indicare l’azione in progresso. Ma quando usiamo
questo tempo verbale?
Il primo caso che si utilizza il PRESENT PERFECT
CONTINUOUS è sicuramente legato al concetto di
durata di un’azione. Infatti, non è un caso che
questo verbo viene anche chiamato “DURATION
FORM”. In cosa consiste la DURATION FORM?
La DURATION FORM, si ha quando all’interno della
frase italiana compare la preposizione semplice

371
esempio:

Studio Inglese dall’anno scorso.

In questa, notiamo un verbo al presente semplice


seguito da una preposizione articolata.
Apparentemente in inglese verrebbe spontaneo
tradurre questa frase usando la forma presente del
verbo STUDIARE e poi la preposizione articola “OF
THE” come nell’esempio:

I study English of the last year.

Ovviamente una frase così tradotta non esiste nè in


cielo e nè in terra e quindi allo stesso modo non
potrà mai esistere nemmeno per la grammatica
inglese. In primis, l’uso dell’articolo determinativo
davanti ad un avverbio di tempo. Ma di questo ne
abbiamo trattato ampliamente nella parte di questo
libro I Love English Volume 1. Il tempo presente
non può essere utilizzato. Punto primo, perchè non
è un’azione permanente e stabile nel tempo.
L’azione di “studiare” prima o poi deve giungere al
termine. Punto secondo, la preposizione articolata
“Dal” indica una forma di durata e quindi un punto
di partenza e quindi di inizio da cui parte una
determinata azione. Allora come si tradurrebbe la
frase su menzionata? Con il PRESENT PERFECT
CONTINUOUS. Vediamo come si fa.
Innanzitutto, il tempo verbale che viene coniugato
è solo il verbo HAVE in rapporto al soggetto della
frase, l’altra parte restante della frase rimane
sempre costante. Per cui una frase del genere
verrebbe:

372
verrebbe:

I have been studying English since last year.

Come si può ben notare in questo tempo verbale


confluiscono alcune regole già riscontrate nei
paragrafi precedenti come ad esempio la regola per
l’aggiunta della –ING form trattata
precedentemente. Inoltre, molto importante è
sicuramente la preposizione “Da” che in inglese
subisce due traduzioni differenti a dell’espressione
temporale che segue.
FOR SINCE
Si usa per delineare un tempo preciso n
Si usa quando il tempo non è ben
cui avviene un’azione
delineato e preciso. Ad esempio:
Da Natale / l’anno scorso / 2011 / lo
Da sei mesi / da un anno / da due
scorso Giugno
settimane
Since Christmas / last year / 2011 / last
For six months / a year / two weeks
June

Nel nostro caso il tempo era preciso e non generico


per cui l’unica alternativa poteva essere l’utilizzo di
SINCE al posto di FOR.
Vediamo adesso le forme di coniugazione di questo
verbo partendo come al solito dalla forma
affermativa.
I have been studying /Ai hev bin stading/ Io studio
You have been studying /Gliu hev bin stading/ Tu studi
He has been studying /he hez bin stading/ Lui studia
She has been studying /sci hez bin stading/ Lei studia
It has been studying /it hez bin stading/ Esso studia
We have been studying /ui hev bin stading/ Noi studiamo
You have been studying /gliu hev bin stading/ Voi studiate
They have been studying /dei hev bin stading/ Essi studiano

Come si può ben notare, l’unico verbo che cambia è


solo il verbo AVERE che alla terza persona diventa
HAS e non HAVE. La forma interrogativa, si ottiene

373
verbale che nel nostro è HAVE” ottenendo:
Have I been studying? Studio io?
Have you been studying? Studi tu?
Has he been studying? Studia lui?
Has she been studying? Studia lei?
Has it been studying? Studia esso?
Have we been studying? Studiamo noi?
Have you been studying? Studiate voi?
Have they been studying? Studiano loro?

La forma negativa si ottiene inserendo il “NOT”


subito dopo il verbo HAVE come nell’esempio:
I have not been studying Io non studio
You have not been studying Tu non studi
He has not been studying Egli non studia
She has not been studying Lei non studia
It has been not studying Esso non studia
We have not been studying Noi non studiamo
You have not been studying Voi non studiate
They have not been studying Essi non studiano

La forma interro – negativa si ottiene aggiungendo


il NOT subito dopo il soggetto come nell’esempio:
Have I not been studying? Non studio io?
Have you not been studying? Non studi tu?
Has he not been studying? Non studia lui?
Has she not been studying? Non studia lei?
Has it not been studying? Non studia esso?
Have we not been studying? Non studiamo noi?
Have you not been studying? Non studiate voi?
Have they not been studying? Non studiano loro?

Quando si usa il PRESENT PERFECT CONTINUOUS?


I have been reading a book for three days.
Per indicare un’azione iniziata Leggo un libro da tre giorni
e non ancora terminata ma L’azione di leggere un libro è iniziata tre giorni fa ma
bensì in progresso non è ancora conclusa ma ancora in svolgimento (il
libro non è stato ancora terminato)
I am tired. I have been working hard.
Per indicare un’azione che Sono stanco. Ho lavorato molto
dipende da un’altra L’azione di aver lavorato molto è la conseguenza
dell’essere stanco
Può essere utilizzato in
I have been reading a book now.
sostituzione al Present
Adesso sto leggendo un libro.
Continuous

374
Attenzione: la forma negativa del present perfect continuous esiste solo se
quest’ultimo è in sostituzione del present continuous. Non esiste forma negativa del
present perfect continuous quando questo indica forma di durata.

La forma negativa della Duration form si traduce


semplicemente con un PRESENT PERFECT SIMPLE.
Ad esempio:
Non gioco a calcio dall’anno scorso.

Anche questa è una DURATION FORM perchè


abbiamo la preposizione temporale DA. Verrebbe
normale applicare la stessa regola come attuata
nella forma affermativa: ovvero la forma
progressiva. In questo caso però, il contesto è
negativo per cui la forma corretta sarebbe quella
del passato prossimo semplice. Quindi la traduzione
corretta sarebbe:

“I haven’t played football since last year.”

Inoltre non si usa mai il present perfect continuous


con quei verbi che non reggono la forma in ING:
ovvero i VERBI DI PERCEZIONE, STATO D’ANIMO e
così via. Per l’elenco, rivedere il paragrafo dedicato
al present continuous.
Lo ricordo da sempre. I have remembered him fo ever.
Lo conosco da due anni. I have known him for two years.

Vediamo di comparare il due tempi verbali: il


Present perfect continuous con il Present Perfect
Simple.
PRESENT PERFECT CONTINUOUS PRESENT PERFECT
Per indicare un’azione iniziata e non
ancora terminata ma bensì in progresso Indicare azioni cominciate nel passato
ma che hanno rilevanza nel presente.
I have been studying English since last
year. I have studied English.

375
Studio inglese dall’anno scorso. Ho studiato Inglese.
Quando all’interno della frase ci sono gli
Per indicare un’azione che dipende da avverbi di frequenza. In questo caso gli
un’altra avverbi di frequenza si collocano tra i
due verbi: “avere” e participio passato
I am tired. I have been working hard.
Sono stanco. Ho lavorato molto. I have always watched those films.
Ho sempre guardato quei film.
Può essere utilizzato in sostituzione al Quando all’interno della frase ci sono
Present Continuous. espressioni come “JUST, ALREADY e YET”

I have been talking to you now. I have already spoken to you.


Sto parlando con te in questo momento. Ho già parlato con te.
Quando all’interno della frase ci sono gli
Quando all’interno della frase ci sono gli
avverbi di tempo come:
avverbi di tempo come:
THIS WEEK, TODAY, THIS YEAR, THIS
THIS WEEK, TODAY, SO FAR, RECENTLY,
MONTH
LATELY, THIS YEAR, THIS MONTH

La differenza tra il primo e il secondo tempo


verbale è che mentre il primo tempo verbale indica
un’azione non conclusasi, il secondo indica
un’azione finita.
Adesso passiamo a trattare di un altro verbo
verbale denominato il Past Perfect Simple.
2.10. Past Perfect Simple
Il past perfect simple è un tempo composto come il
present perfect simple. La sua formazione è
analoga a quella del present perfect simple solo che
mentre nel primo caso si parla di presente, il
secondo si parla di passato. La sua formazione è:

HAD + PARTICIPIO PASSATO

Il past perfect simple corrisponde al trapassato


remoto in italiano che si forma con l’imperfetto e il
participio passato. Facciamo un esempio di
formazione attraverso una frase italiana.
Avevo appena comprato un paio di
I had just bought a new pair of shoes.
scarpe nuove.

Al primo contatto si può già notare che il suddetto

376
verbo non desta enorme difficoltà in quanto molto
simile all’uso della lingua italiana. C’è il verbo
“avere” tradotto alla forma passata “HAD” e il
participio passato “Comprato” tradotto con
“BOUGHT”

Io avevo comprato
I had bought

Passiamo ad effettuare la coniugazione in forma


affermativa di questo verbo.
I had bought /Ai hed bout/ Io avevo comprato
You had bought /gliu hed bout/ Tu avevi comprato
He had bought /hi hed bout/ Lui aveva comprato
She had bought /sci hed bout/ Lei aveva comprato
It had bought /it hed bout/ Esso aveva comprato
We had bought /ui hed bout/ Noi avevamo comprato
You had bought /gliu hed bout/ Voi avevate comprato
They had bought /dei hed bout/ Essi avevano comprato

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il verbo HAD e il participio passato.
I had not bought Io non avevo comprato
You had not bought Tu non avevi comprato
He had not bought Lui non aveva comprato
She had not bought Lei non aveva comprato
It had not bought Esso non aveva comprato
We had not bouhgt Noi non avevamo comprato
You had not bought Voi non avevate comprato
They had not bought Essi non avevano comprato

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo


elemento verbale con il soggetto e poi il participio
passato come nella tabella:
Had I bought? Avevo io comprato?
Had you bought? Avevi tu comprato?
Had he bought? Aveva lui comprati?
Had she bought? Aveva lei comprato?
Had it bought? Aveva esso comprato?
Had we bought? Avevamo noi comprato?
Had you bought? Avevate voi comprato?

377
Had they bought? Avevano loro comprato?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


verbo con il soggetto e mettendo subito dopo di
esso il NOT come nell’esempio:
Had I not bought? Non avevo io comprato?
Had you not bought? Non avevi tu comprato?
Had he not bought? Non aveva lui comprato?
Had she not bought? Non aveva lei comprato?
Had it not bought? Non aveva esso comprato?
Had we not bought? Non avevamo noi comprato?
Had you not bought? Non avevate voi comprato?
Had they not bought? Non avevano loro comprato?

La forma contratta si ottiene:


I’d bought Non avevo io comprato?
You’d bought Non avevi tu comprato?
She’d bought Non aveva lui comprato?
He’d bought Non aveva lei comprato?
It’d bought Non aveva esso comprato?
We’d bought Non avevamo noi comprato?
You’d bought Non avevate voi comprato?
They’d bought Non avevano loro comprato?

La forma negativa contratta diventa:


I hadn’t bought Io non avevo comprato
You hadn’t bought Tu non avevi comprato
He hadn’t bought Lui non aveva comprato
She hadn’t bought Lei non aveva comprato
It hadn’t bought Esso non aveva comprato
We hadn’t bought Noi non avevamo comprato
You hadn’t bought Voi non avevate comprato
They hadn’t bought Essi non avevano comprato

La forma contratta interro negativa si ottiene:


Hadn’t I bought? Non avevo io comprato?
Hadn’t you bought? Non avevi tu comprato?
Hadn’t he bought? Non aveva lui comprato?
Hadn’t she bought? Non aveva lei comprato?
Hadn’t it bought? Non aveva esso comprato?
Hadn’t we bought? Non avevamo noi comprato?
Hadn’t you bought? Non avevate voi comprato?
Hadn’t they bought? Non avevano loro comprato?

378
Il PAST PERFECT SIMPLE si usa per:
When I arrived at the station, the train had already
Indicare azioni antecedenti ad left.
un’azione passata Quando arrivai alla stazione. Il treno era già
partito.
If I had had enough money I would have bought a
Nelle frasi di periodo ipotetico
new car.
di terzo tipo per indicare
Se io avessi avuto abbastanza soldi avrei comprato
impossibilità
una macchina nuova.

Vediamo l’interazione tra il SIMPLE PAST e il PAST


PERFECT SIMPLE
PAST PERFECT SIMPLE SIMPLE PAST
Indicare azioni antecedenti ad un’azione
passata Parlare di azioni cominciate nel passate e
I had just finished reading the book completamente trascorse.
when the bell rang. I bought a new car Yesterday.
Avevo appena finito di leggere il libro Ho acquistato una nuova macchina ieri.
quando suonò il campanello.
Nelle frasi di periodo ipotetico di terzo
tipo per indicare impossibilità Quando si parla di avvenimenti storici o
If you had studied hard, you would have invenzioni
passed your exam. Shakespeare wrote “Romeo and Juliet”
Se tu avessi studiato molto, avresti Shakespeare scrisse Romeo e Giulietta.
superato l’esame.

Adesso passeremo alla rassegna dell’altro tempo


del PAST PERFECT chiamato: PAST PERFECT
CONTINUOUS.
2.11. PAST PERFECT CONTINUOUS
Il PAST PERFECT CONTINUOUS è simile come
struttura al PRESENT PERFECT CONTINUOUS anche
se non si parla più di presente ma bensì di azioni
passate. La sua formula trae origine dal “PAST
PERFECT” al quale dobbiamo aggiungere BEEN + il
verbo alla ING form. Vediamo la sua regola di
base:

HAD + BEEN + VERBO + ING

Anche questo tempo verbale traduce, come il

379
PRESENT PERFECT CONTINUOUS, un azione di
durata e quindi anch’esso rientra nella sezione della
“DURATION FORM”.
La DURATION FORM, si ha quando all’interno della
frase italiana compare la preposizione semplice
italiana “DA”. Solo che mentre nel PRESENT
PERFECT CONTINUOUS, il tempo verbale è
espresso al presente, qui invece il tempo è
espresso al passato. Esempio:
I had been learning English for three
Studiavo Inglese da tre anni.
years.

Coniughiamo le quattro forme verbali del PAST


PERFECT CONTINUOUS partendo dalla forma
affermativa.
I had been learning /Ai hed bin lerning/ Io imparavo
You had been learning /Gliu hed bin lerning/ Tu imparavi
He had been learning /Hi hed bin lerning/ Egli imparava
She had been learning /Shi hed bin lerning/ Lei imparava
It had been learning /It hed bin lerning/ Esso imparava
We had been learning /Ui hed bin lerning/ Noi imparavamo
You had been learning /Gliu hed bin lerning/ Voi imparavate
They had been learning /Dei hed bin lerning/ Essi imparavano

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT


subito dopo il primo elemento verbale e quindi
“HAD”.
I had not been learning Io non imparavo
You had not been learning Tu non imparavi
He had not been learning Lui non imparava
She had not been learning Lei non imparava
It had not been learning Esso non imparava
We had not been learning Noi non imparavamo
You had not been learning Voi non imparavate
They had not been learning Essi non imparavano

Attenzione: la forma negativa del past perfect continuous esiste solo se


quest’ultimo è in sostituzione del present continuous. Non esiste forma negativa del
present perfect continuous quando questo indica forma di durata. Al suo posto si
usa il Past perfect simple.

380
La forma interrogativa, trattandosi di un verbo
ausiliare come quello avere, si ottiene invertendo il
primo lelemento verbale con il soggetto e quindi:
Had I been learning? Imparavo io?
Had you been learning? Imparavi tu?
Had he been learning? Imparava lui?
Had she been learning? Imparava lei?
Had it been learning? Imparava esso?
Had we been learning? Imparavamo noi?
Had you been learning? Imparavate voi?
Had they been learning? Imparavano loro?

La forma interro negativa, si ottiene aggiungendo il


NOT subito dopo il soggetto e quindi:
Had I not been learning? Non imparavo io?
Had you not been learning? Non imparav tu?
Had he not been learning? Non imparava lui?
Had she not been learning? Non imparava lei?
Had it not been learning? Non imparava esso?
Had we not been learning? Non imparavamo noi?
Had you not been learning? Non imparavate voi?
Had they not been learning? Non imparavano loro?

Vediamo adesso la forma contratta di questo verbo


partendo sempre dalla forma affermativa:
I’d been learning Io imparavo
You’d been learning Tu imparavi
He’d been learning Egli imparava
She’d been learning Lei imparava
It’d been learning Esso imparava
We’d been learning Noi imparavamo
You ‘d been learning Voi imparavate
They’d been learning Essi imparavano

La forma negativa contratta si ottiene invece:


I hadn’t been learning Io non imparavo
You hadn’t been learning Tu non imparavi
He hadn’t been learning Lui non imparava
She hadn’t been learning Lei non imparava
It hadn’t been learning Esso non imparava
We hadn’t been learning Noi non imparavamo
You hadn’t been learning Voi non imparavate
They hadn’t been learning Essi non imparavano

381
La forma interro negativa contratta si ottiene
invece:
Hadn’t I been learning? Non imparavo io?
Hadn’t you been learning? Non imparav tu?
Hadn’t he been learning? Non imparava lui?
Hadn’t she been learning? Non imparava lei?
Hadn’t it been learning? Non imparava esso?
Hadn’t we been learning? Non imparavamo noi?
Hadn’t you been learning? Non imparavate voi?
Hadn’t they been learning? Non imparavano loro?

Vediamo quando si usa il PAST PERFECT


CONTINUOUS. Il Past Perfect Continuous si usa
per:
I had been painting that picture for
Indicare azioni iniziate nel passato e non
several weeks.
ancora terminate ma bensì ancora in
Dipingevo quel quadro da diverse
progresso
settimane
Si usa in sostituzione al “past
Yesterday, at eight o’ clock I had been
continuous” per indicare un’azione che si
reading a book.
stava svolgendo in un momento preciso
Ieri, alle otto stavo leggendo un libro.
del passato”
Si usa per indicare un’azione che dipende I was very tired. I had been working
da un’altra hard.

Non si usa mai il present perfect continuous con quei verbi che non reggono la
forma in ING: ovvero i VERBI DI PERCEZIONE, STATO D’ANIMO e così via. Per
l’elenco, rivedere il paragrafo dedicato al present continuous.

I had known him for ages. Lo conoscevo da anni


I had remembered him since last month. Lo ricordavo dall’anno scorso.

Adesso paragoniamo il PAST PERFECT SIMPLE con


il PAST PERFECT CONTINUOUS
PAST PERFECT CONTINUOUS PAST PERFECT SIMPLE
Indicare azioni iniziate nel passato e non
ancora terminate ma bensì ancora in Indicare azioni antecedenti ad un’azione
progresso. passata.
I had been painting that picture for I had just finished reading the book
several weeks. when the bell rang.
Dipingevo quel quadro da diverse Avevo appena finito di leggere il libro
settimane quando suonò il campanello.
In questo caso l’azione di dipingere è In questo caso, l’azione di dipingere si

382
iniziata in un momento preciso del In questo caso, l’azione di dipingere si
passato ma non si è ancora conclusa ma intende del tutto terminata.
continua nel tempo.

Si usa in sostituzione al “past


Nelle frasi di periodo ipotetico di terzo
continuous” per indicare un’azione che si
tipo per indicare impossibilità.
stava svolgendo in un momento preciso
del passato”
If you had studied hard, you would have
passed your exam.
Yesterday, at eight o’ clock I had been
reading a book.
Se tu avessi studiato molto, avresti
superato l’esame.
Ieri, alle otto stavo leggendo un libro
Si usa per indicare un’azione che dipende
da un’altra.
Si usa con “JUST, ALREADY e “YET”
I had just invited my friends.
I was very tired. I had been working
Avevo appena invitato i miei amici.
hard.
I had already written that novel.
Il motivo per cui la persona avvertiva la
Avevo già scritto quel romanzo
stanchezza è perchè aveva lavorato
molto.

Un’altro confronto che ci preme fare è sicuramente


tra il Present Perfect Continuous e il Past Perfect
Continuous.
Past Perfect Continuous Present Perfect Continuous
Indicare azioni iniziate nel passato e non
ancora terminate ma bensì ancora in
progresso
Per indicare un’azione iniziata e non
I had been painting that picture for ancora terminata ma bensì in progresso
several weeks.
Dipingevo quel quadro da diverse I have been studying English since last
settimane year.
Studio inglese dall’anno scorso.
In questo caso l’azione di dipingere è
iniziata in un momento preciso del
passato ma non si è ancora conclusa ma
continua nel tempo.
Si usa in sostituzione al “past
continuous” per indicare un’azione che si
Per indicare un’azione che dipende da
stava svolgendo in un momento preciso
un’altra
del passato”
I am tired. I have been working hard.
Yesterday, at eight o’ clock I had been
Sono stanco. Ho lavorato molto.
reading a book.
Ieri, alle otto stavo leggendo un libro
Si usa per indicare un’azione che dipende
da un’altra Può essere utilizzato in sostituzione al
Present Continuous.
I was very tired. I had been working
hard. I have been talking to you now.
Il motivo per cui la persona avvertiva la Sto parlando con te in questo momento.

383
molto.

Questi tre tempi verbali indicano, tre tempi


composti. Adesso lasceremo la sfera del passato
per rivolgerci a quella del futuro. Ma prima di
rivolgerci a quest’ultima sfera, vorrei fare una sorta
di riepilogo di tutti i tempi verbali appena analizzati
soltanto attraverso l’uso di tabelle.
2.12. TABELLA RIEPILOGATIVA DEI VERBI
Questa sezione nasce per effetto di voler rendere
sempre più chiaro ed evidente il rapporto che esiste
tra i vari tempi verbali. Come abbiamo definito
poc’anzi, l’uso e l’apprendimento dei verbi in
inglese avviene soltanto attraverso il confronto
costante dei vari tempi, permettendo così
all’apprendente di poter sviluppare la famosa
“Competence” (la corretta esecuzione delle regole
grammaticali) quando si trova a dover adoperare la
lingua inglese.
Partiamo in questa sezione a rimettere a confronto
tutti i tempi verbali che abbimo analizzato finora in
questo secondo capitolo, in quanto quelli del primo
capitolo, dove si è principalmente tentato di
classficare i verbi della lingua inglese, sono di
estrema semplicità.
I verbi in questione, già ampliamente schematizzati
e confrontati, sono quelli del

· Simple Present
· Present Continuous
· Simple Past
· Past Continuous
· Present Perfect Simple
· Present Perfect Continuous

384
· Present Perfect Continuous
· Past Perfect Simple
· Past Perfect Continuous

Come si può ben evidenziare, in questo capitolo


abbiamo trattato una miriade di verbi e alcuni di
essi, come avete ben potuto notare, sono anche
non di estrema semplicità. Con questo ultimo
schema riepilogativo, prima di passare al terzo
capitolo, vedrete che la situazione vi sembrerà
decisamente più chiara e netta. Siamo pronti?
Tabella riepilogativa 1
Present Continuous Simple Present
Per indicare azioni che stanno accadendo Indicare azioni stabili e permanenti nel
nel momento in cui si parla. tempo.

I am reading a book. I live in London.


Sto leggendo un libro. Io vivo a Londra
Per indicare un’azione che ha una durata
Per indicare azioni abituali.
limitata nel tempo
I always read books.
This year, I am studying English.
Leggo sempre libri.
Quest’anno studio Inglese

Past Continuous Simple Past


Parlare di azioni che si stavano
Parlare di azioni cominciate nel passate e
realizzando in un momento preciso del
completamente trascorse.
passato.
Yesterday I met my best friend.
I was eating at 8 o’clock.
Ieri, ho incontrato il mio migliore amico.
Alle 8 stavo mangiando.
Parlare di azioni concomitanti ad una
passata Quando si parla di avvenimenti storici o
invenzioni o persone defunte.
I was having a shower when the phone
rang. Columbus discovered America.
Stavo facendo una doccia quando il Colombo scoprì l’America.
telefono squillò.

Tabella riepilogativa 2
Present Perfect Present Perfect
Simple Continuous
Si usa per indicare un azione che è
Si usa per indicare azioni iniziate nel ancora in progresso e non ancora
passato ma con rilevanza nel presente. terminata.

385
Ho letto un libro Vivo a Londra dal 1992.

Si usa in sostituzione al Present


Si usa con gli avverbi di frequenza per continuous per indicare un azione
indicare un’azione costante nel tempo. limitata di tempo.

I have always studied English. Today, I have been buying a lot of


things.
Ho sempre studiato Inglese.
Oggi, sto comprando molte cose.
Si usa per indicare un’azione che deriva
Si usa con Already / Just / Yet. da un’altra.

I have already learnt a foreign language. I am thirsty. I have been running for a
long time.
Ho già imparato una lingua straniera
Ho sete. Corro da molto tempo
Si usa quando sono presenti le
La forma negativa è usata solo per
espressioni “this week, this month, this
sostituzione al present continuous.
year” etc etc.
Today, I haven’t been reading a book.
This year I have bought a lot of clothes.
Oggi non sto leggendo un libro
Quest’anno ho comprato molti abiti

Past Perfect
Past Perfect Simple
Continuous
Si usa per indicare un azione che era
Si usa per indicare un’azione antecedente
ancora in progresso nel passato e non
a quella passata.
ancora terminata
I had invited a lot of guests before my
I had been painting a new picture since
husband knew that.
last June.
Avevo invitato molti ospiti prima che mio
Dipingevo un quadro dallo scorso
marito lo sapesse.
Giugno.
Si usa con gli avverbi di frequenza per Si usa in sostituzione al Past continuous
indicare un’azione che si compiva nel per indicare un azione che stava
passato. accadendo in in momento preciso del
passato.
I had always studied English when I was
at school. I had been reading a book yesterday
afternoon.
Avevo sempre studiato inglese quando
ero a scuola. Stavo leggendo un libro ieri pomeriggio.
Si usa per indicare un’azione che
Si usa con Already / Just / Yet.
derivava da un’altra.
I had already learnt a foreign language.
I was thirsty. I had been running fast.
Avevo già appreso una lingua straniera
Avevo sete. Avevo corso velocemente.
Si riscontra nel periodo ipotetico di III
tipo per indicare impossibilità La forma negativa è usata solo per
sostituzione al present continuous.
If I had studied hard, I would have
I hadn’t been reading yesterday

386
If I had studied hard, I would have
passed my exam. I hadn’t been reading yesterday
morning.
Se avessi studiato molto, avrei superato
l’esame. Ieri mattina non stavo leggendo.

Dopo aver rivissuto questa panoramica dei verbi e


messi tutt’insieme a stretto confronto, possiamo
passare alla trattazione del terzo capitolo che vede
altri verbi interessanti quali: Il futuro e il
condizionale.

387
Parte III – I tempi verbali: il Futuro
3.1. Premessa
In questo capitolo, tratteremo della terza parte dei
verbi inglesi e, se finora abbiamo dato spazio e vita
alla situazione temporale del presente e del
passato, adesso ci rivolgeremo ad un’altra sezione
che è quella del FUTURO e CONDIZIONALE.
Questi sono due tempi verbali che destano grande
interesse dal punto di vistra strutturale. Non tanto
per il condizionale che abbiamo principalemente
soltanto due forme, “quella presente” e quindi
CONDIZIONALE PRESENTE e “quella passata” alias
CONDIZIONALE PASSATO, quanto per il FUTURO
che ne esistono di svariati tipi, ognuno con la sua
caratteristica principale.
Per cui, in questo capitolo affronteremo in maniera
specifica i seguenti tempi verbali:
Futuro Semplice “Will” Condizionale presente
Futuro intenzionale “to be going to” Condizionale passato
Futuro programmato “present
/
continuous”
Futuro Progressivo /
Futuro anteriore /
Periodo Ipotetico /

Passiamo quindi al primo paragrafo di questo


capitolo tutto interamente dedicato al FUTURO
SEMPLICE.
3.2. Futuro semplice “WILL”
Il futuro è un tempo verbale composto, proprio
come lo son il passato prossimo, trapassato remoto
etc etc, perchè anche lui, come gli altri precedenti
verbi su menzionati, si forma dall’unione di due
tempi verbali che sono il WILL e L’INFINITO DEL
VERBO SENZA TO. Per cui si nota la compresenza

388
di due elementi verbali di cui uno ha la funzione di
ausiliare rispetto al secondo. Partiamo come al
solito dalla regola base per la formazione.

WILL + INFINITO (del verbo) SENZA “TO”

La regola, sembra molto semplice da applicare in


quanto si tratterebbe, come afferma la definizione
di mettere insieme due tempi verbali. La difficoltà
sta però nel suo utilizzo e soprattutto sul rapporto
che esso ha nei confronti degli altri tempi verbali
del futuro (intenzionale, progressivo, anteriore,
programmato). Di questo però ce ne occuperemo
successivamente. Limitiamoci a fare la semplice
frase di esempio per poi, come al solito, effettuare
la coniugazione intera di questo verbo in tutte le
sue quattro forme.

Esempio: “I will open the window”. Aprirò la


finestra.

Quella su menzionata, è un classico esempio di


formazione del futuro semplice. Non abbiamo fatto
altro che prendere il verbo “aprire” che in inglese si
dice “TO OPEN”, eliminare la particella “TO”
dell’infinito ed aggiungerla all’ausiliare “WILL”.
Passiamo alla prima coniugazione del verbo che è
quella affermativa.
I will open /ai uil oupen/ Io aprirò
You will open /gliu uil oupen/ Tu aprirai
He will open /hi uil oupen/ Lui aprirà
She will open /sci uil oupen/ Lei aprirà
It will open /it uil oupen/ Esso aprirà
We will open /ui uil oupen/ Noi apriremo
You will open /gliu uil oupen/ Voi aprirete
They will open /dei wil oupen/ Essi apriranno

389
Come si può ben notare l’ausiliare “WILL” appare
come un verbo statico e non dinamico nella sua
coniugazione. Infatti, per tutte le forme verbali,
esso rimane invariato. Anche alla terza persona,
dove abbiamo notato per i tempi verbali precedenti
una leggera flessione, il verbo rimane in forma
base senza aggiungere la “S”.
La forma negativa, si ottiene aggiungendo il “NOT”
proprio tra i due elementi verbali: “WILL” e “infinito
del verbo senza to” proprio come nell’esempio:
I will not open Io non aprirò
You will not open Tu non aprirai
He will not open Lui non aprirà
She will not open Lei non aprirà
It will not open Esso non aprirà
We will not open Noi non apriremo
You will not open Voi non aprirete
They will not open. Essi non apriranno

La forma interrogativa, si ottiene invertendo il


soggetto con il primo elemento verbale che in
questo caso è il “WILL” per cui avremo:
Will I open? Aprirò io?
Will you open? Aprirai tu?
Will he open? Aprirà lui?
Will she open? Aprirà lei?
Will it open? Aprirà esso?
Wii we open? Apriremo noi?
Will you open? Aprirete voi?
Will they open? Apriranno loro?

La forma interro negativa, si ottiene aggiungendo il


NOT subito dopo il soggetto come nell’esempio:
Will I not open? Non aprirò?
Will you not open? Non aprirai?
Will he not open? Non aprirà?
Will she not open? Non aprirà lei?
Will it not open? Non aprirà esso?
Will we not open? Non apriremo noi?
Will you not open? Non aprirete voi?

390
Will they not open? Non apriranno loro?

La forma contratta si ottiene abbreviando il “WILL”


con il soggetto e quindi:
I’ll open Io aprirò
You’ll open Tu aprirai
He’ll open Lui aprirà
She’ll open Lei aprirà
It’ll open Esso aprirà
We’ll open Noi apriremo
You’ll open Voi aprirete
They’ll open Essi apriranno

La forma negativa contratta non è WILLN’T come


magari possiamo immaginare ma bensì “WON’T”
per cui avremo:
I won’t open Io non aprirò
You won’t open Tu non aprirai
He won’t open Lui non aprirà
She won’t open Lei non aprirà
It won’t open Esso non aprirà
We won’t open Noi non apriremo
You won’t open Voi non aprirete
They won’t open Essi non apriranno

La forma interro negativa sarà:


Won’t I open? Non aprirò?
Won’t you open? Non aprirai?
Won’t he open? Non aprirà?
Won’t she open? Non aprirà lei?
Won’t it open? Non aprirà esso?
Won’t we open? Non apriremo noi?
Won’t you open? Non aprirete voi?
Won’t they open? Non apriranno loro?

Bisogna anche dire, che la prima forma di futuro


utilizzata in inghilterra era quella con SHALL usata
soprattutto nella prima persona singolare e plurale.
Oggi l’uso di SHALL è stato sostituito da WILL
anche se degli usi di questo verbo ne troviamo
ancora ma ve lo svelerò nella sezione più avanti del

391
FOCUS ON THE LANGUAGE.
Passiamo adesso a trattare dell’utilizzo di questo
Futuro Semplice.
Innanzitutto prima di cominciare è doveroso dire
che gli italiani quando si parla di futuro pensano
che questo sia l’unica maniera per poter tradurre
una frase italiana futura in inglese. In realtà non è
così per cui tutti, in maniera impropria e poco
corretta dal punto di vista grammaticale, utilizzano
questo tempo verbale. Ma vediamo effettivamente
dove questo “WILL” può essere utilizzato e dove
invece non si può.
Il futuro con WILL si usa per:
I will be 18 in June
Compirò 18 anni a Giugno.
Esprimere un’azione che
L’azione di compiere gli anni, non è una decisione
accadrà in futuro non
volontaria della persona, nè può essere considerata
dipendente dalla volontà
come un’intenzione da parte di colui che parla a voler
della persona
crescere. Questa, deve intendersi come una situazione
naturale, come un fatto ovvio della vita.
All people will use the computer in 2023.
Tutta la popolazione utilizzerà il computer nel 2023.
Per esprimere una
probabilità futura che
Questa sicuramente è una predizione. Non possiamo
qualcosa possa succedere
avere la certezza statistica e matematica che tutta la
popolazione diventerà tecnologica nel 2023.
Will you open the window, please?
Quando chiediamo a Vuoi aprire la finestra per favore?
qualcuno di voler compiere
un’azione per noi In questo caso, il “WILL” assume non più il contesto di
verbo futuro ma bensì quello del verbo “VOLERE”
Quando vogliamo
I won’t help you with your homework.
esprimere un rifiuto verso
Non ti aiuterò a fare i compiti
qualcosa
Quando all’interno della
frase compaiono verbi che
esprimono: dubbio, I hope you will pass your exam
supposizione, speranza, Spero che tu passi l’esame
probabilità come ad I wonder if you will come to my party
esempio: Mi chiedo se verrai alla mia festa.
I think you will be my best friend
I hope Credo che diventerai il mio migliore amico.
I think I will probably invite my friends
I don’t think Probabilmente inviterò I miei amici
I wonder I am sure you will help me
Probably Sono sicuro che mi aiuterai.
I am sure I am not sure you will be so good at English.
I am not sure Non sono sicuro che tu sia così bravo in Inglese.

392
I expect
Quando si decide di
I am hot. I will open the window.
compiere un’azione nel
Ho caldo. Ti apro la finestra.
momento in cui si parla.

Ed è proprio questo aspetto che sembra destare un


pò più di difficoltà e che tende ad entrare in
conflitto con la lingua italiana. In italiano siamo
sempre propensi ad usare il presente semplice al
posto di un tempo futuro anche perchè non
suonerebbe bene in italiano dire: “ti aprirò la
finestra”. In inglese invece, proprio perchè non è
un’azione che si sta svolgendo in questo momento,
non è un’azione programmata in precedenza ma
bensì è soltanto un’azione che imminentemente ci
si accinge a fare allora preferiscono usare il futuro
con “WILL”.
Anche qui, ci starebbe molto da discutere, perchè
l’imminenza di un’azione non sempre è dettata da
“Will” ma bensì anche da “To be going to” che
sarebbe un altro futuro della lingua inglese, ma di
questo certamente ne parleremo nel paragrafo
successivo.
Adesso, prima di concludere questo argomento,
vorrei soffermarmi su alcuni due punti dello
schema e precisamente su quello della decisione
immediata di compiere un’azione e sull’idea del
rifiuto a compiere un’azione.
Partiamo dal primo caso:
Decisione di compiere un’azione nel momento in cui
si parla
Abbiamo detto poc’anzi che in italiano siamo soliti
usare il tempo presente anche quando la nostra
decisione a compiere un’azione non è stata
premeditata ma bensì presa al momento.

393
Dobbiamo staccarci dalla nostra tradizione
linguistica e cercare di avvicinarci maggiormente a
quella anglosassone altrimenti la connessione
verbale non viene del tutto compresa.
Facciamo un classico esempio proprio simile a
quello effettuato nello schema.
Supponiamo che ci sia questo scambio di battute
tra due personaggi ipotetici. Uno lo chiamiamo Jane
e l’altro lo chiamiamo Kate. Immaginiamoci un
contesto situazionale: un mal di testa e vediamo
cosa succede tra questi due personaggi. Per
comodità, ma anche per praticità, per evitare di
scrivere interamente l’intero nome dei due
personaggi, ci limiteremo a contrassegnarli con le
iniziali dei loro nomi e quindi (J) per Jane e (K) per
Kate.

J: Hi Kate. How do you feel today?


K: very bad, darlin’. Yesterday I was at a party and
I drank a lot of wine. I think I got drunk.

J: Oh my god! Don’t you remember anything about


the party?
K: No, I have just woken up and I find myself lying
down in this bed. I have a hangover.

J: oh dear. How can I help you?


K: I would do with an aspirin.

J: Ok, don’t worry, I will go and buy it for you.

Vediamo di comprenderne prima il significato del


dialogo. In questo dialogo kate non sta bene, la
sera precedente è stata ad una festa e ha bevuto

394
un po’ troppo vino al punto tale da essersi
ubriacata. Non ricorda nulla dell’avvenimento e si
risveglia sdraiata in un letto con un forte mal di
testa dettato dalla sbornia. L’amica Jane,
preoccupata per la salute di kate le chiede come
può aiutarla e quest’ultima le risponde di aver
bisogno di un’aspirina. Jane, decide nel momento in
cui sta parlando (e quindi, nel momento in cui Kate
esprime la sua volontà) di compiere il gesto di
acquistare l’aspirina.

Ok, don’t worry, I will go and buy it for you.

Questo è il classico esempio di compiere una scelta


nel momento in cui si parla. Jane ha deciso di
comprare l’aspirina in questo momento. Prima che
parlasse con Kate non aveva già intenzione o
programmato di compiere tale azione. Questa è
una differenza sostanziale ed importantissima
nell’utilizzo corretto del futuro con “Will”.
Il secondo caso che mi preme spiegare e
soffermarmi è sicuramente il concetto del rifiuto a
compiere un’azione.
In Inglese esistono due forme verbali chiamate
“Future continuous” e “Future simple” che
entrambe sono usate per esprimere rifiuto a
compiere un’azione. Decisamente, non riterrei
proprio espressione di rifiuto quella suggerita dal
Future continuous, ma per rendere al meglio l’idea
della differenza d’uso dei due tempi verbali ho
preferito accomunarli sotto la stessa voce.
Successivamente, avendo chiarito i due tempi
verbali attraverso l’esempio, potremmo anche
comodamente assegnare la giusta definizione alla

395
forma negativa del future continuous.
Se prendiamo due frasi del tipo:

Non ti aiuterò a fare i compiti. Sono arrabbiato con


te
Non ti aiuterò a fare i compiti. Devo andare a
lavoro.

Queste due frasi sono apparentemente simili dal


punto di vista della prima stringa di frase.
Entrambe, infatti, iniziano con una sorta di rifiuto a
voler compiere un’azione. Diversa invece, è la
seconda stringa della frase che accompagna i due
rifiuti. Nel primo caso e quindi nella prima frase, si
intravede una sorta di dispetto, punizione nei
confronti del ragazzo/a che giustifica il suo rifiuto.
Nella seconda frase, la seconda stringa più che
risultare un atto di rifiuto, fa sembrare una
impossibilità a poter compiere un’azione. La
persona non vuole aiutare il ragazzo/a a fare i
compiti non perchè si rifiuta di farlo ma perchè per
quel momento sarà impegnato a fare altro e quindi:
dover andare a lavoro, il che rende impossibile
poterlo aiutare.
Avendo ben delineato il contesto situazionale di
entrambe le frasi, passiamo a tradurre in maniera
differente i sue concetti quali:

I won’t help you with your homework. I am angry


with you.
I won’t be helping with your homework. I have to
go to work

Nel primo caso si evince un rifiuto a compiere

396
un’azione
Nel secondo caso si evince un’impossibilità
oggettiva a compiere un’azione
Adesso, dopo aver abbondantemente spiegato e
chiarificato questo tempo verbale, prima di lasciarlo
mi limiterò a dire che il futuro con “WILL” si usa
anche nella famosa sezione del periodo ipotetico
che tratteremo più avanti e che qui non ho
menzionato proprio per non lasciare in sospeso
determinati concetti.
Il prossimo futuro che andremo a vedere si chiama
“FUTURO INTENZIONALE”. Molti lo conosceranno
con il nome di “TO BE GOING TO”. Andiamo a
vederlo insieme.
3.3 “To Be Going To”
Il futuro con il “TO BE GOING TO” viene chiamato
futuro intenzionale. E’ costituito dal verbo ESSERE
più il verbo “GO” alla forma progressiva proprio per
indicarne la progressione, l’azione futura del verbo
ed in più L’INFINITO del verbo in tutta la sua
forma.
Partiamo come al solito dalla regola base:

SOGG + BE + GOING TO + INFINITO

La parte del verbo che viene coniugata in rapporto


al soggetto è soltanto il verbo ESSERE, che, come
abbiamo già descritto abbondantemente nel primo
capitolo di questo libro, è un verbo ausiliare. L’altra
parte del verbo resta costante senza subire alcun
tipo di flessione.
Partiamo con una semplice frase di esempio prima
di passare all’intera coniugazione delle quattro

397
forme verbali.
Esempio:
Domani comprerò un nuovo paio di scarpe.
Tomorrow I am going to buy a new pair of shoes.

Siccome il soggetto della frase è “IO” la prima


persona del verbo ESSERE da coniugare è “I am”
ecco perchè sussiste quella forma nella frase su
menzionata. Vediamo adesso la forma affermativa
per intero:
I am going to buy /Ai em going tu bai/ Io comprerò
You are going to buy /gliu ar going tu bai/ Tu comprerai
He is going to buy /hi iz going tu bai/ Lui comprerà
She is going to buy /Sci iz going tu bai/ Lei comprerà
It is going to buy /It iz going tu bai/ Esso comprerà
We are going to buy /ui ar going tu bai/ Noi compreremo
You are going to buy /gli ar going to bai/ Voi comprerete
They are going to buy /dei ar going tu bai/ Essi compreranno

Come si può ben vedere dalla completa


coniugazione, il verbo ESSERE assume la classica
coniugazione per intero in tutte le sue forme,
mentre il GOING TO resta completamente
invariato.
La forma negativa di questo verbo, si ottiene
aggiungendo il NOT subito dopo il verbo ESSERE e
precisamente:
I am not going to buy Non comprerò
You are not going to buy Tu non comprerai
He is not going to buy Lui non comprerà
She is not going to buy Lei non comprerà
It is not going to buy Esso non comprerà
We are not going to buy Noi non compreremo
You are not going to buy Voi non comprerete
They are not going to buy Essi non compreranno

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo


elemento verbale con il soggetto. In questo caso, il
primo elemento verbale è quello ESSERE.

398
Am I going to buy? Comprerò io?
Are you going to buy? Comprerai tu?
Is he going to buy? Comprerà lui?
Is she going to buy? Comprerà lei?
Is it going to buy? Comprerà esso?
Are we going to buy Compreremo noi?
Are you going to buy? Comprerete voi?
Are they going to buy? Compreranno loro?

La forma interro negativa, si ottiene invertendo il


soggetto con il Verbo e aggiungendo il NOT subito
dopo il soggetto. Quindi:
Am I not going to buy? Non comprerò io?
Are you not going to buy? Non comprerai tu?
Is he not going to buy? Non comprerà lui?
Is she not going to buy? Non comprerà lei?
Is it not going to buy? Non comprerà esso?
Are we not going to buy? Non compreremo noi?
Are you not going to buy? Non comprerete voi?
Are they not going to buy? Non compreranno loro?

La forma contratta di questo verbo è quella classica


già trattata nel capitolo primo e precisamente:
I’m going to buy Io comprerò
You’re going to buy Tu comprerai
He’s going to buy Lui comprerà
She’s going to buy Lei comprerà
It’s going to buy Esso comprerà
We’re agoing to buy Noi compreremo
You’re going to buy Voi comprerete
They’re going to buy Essi compreranno

La forma negativa invece diventa:


I’m not going to buy Non comprerò
You aren’t going to buy Tu non comprerai
He isn’t going to buy Lui non comprerà
She isn’t going to buy Lei non comprerà
It isn’t going to buy Esso non comprerà
We aren’t going to buy Noi non compreremo
You aren’t going to buy Voi non comprerete
They aren’t going to buy Essi non compreranno

La forma interro negativa si ottiene invece:


Aren’t I going to buy? Non comprerò?

399
Aren’t you going to buy? Non comprerai?
Isn’t he going to buy? Non comprerà lui?
Isn’t she going to buy? Non comprerà lei?
Isn’t it going to buy? Non comprerà esso?
Aren’t we going to buy? Non compreremo noi?
Aren’t you going to buy? Non comprerete voi?
Aren’t they going to buy? Non compreranno loro?

Quando si usa il “TO BE GOING TO”? Vediamo il


suo utilizzo.
Il “TO BE GOING TO” si usa per:
Per indicare un’azione di cui si ha I am going to buy a new pair of shoes.
intenzione di compiere Comprerò un nuovo paio di scarpe.
The sky is full of clouds. It is going to
Per indicare un’azione futura derivante
rain soon.
dalla situazione presente. Un futuro che
Il cielo è coperto d nuovole. Tra poco
accadrà con certezza
pioverà.

Adesso nasce l’esigenza di fare il paragone tra il


futuro semplice e il TO BE GOING TO in materia di
compiere un’azione.

FOCUS ON THE LANGUAGE

WILL TO BE GOING TO
La decisione di compiere un’azione è già
La decisione di compiere un’azione viene
stata presa in precedenza e non è
presa nel momento in cui il parlante
istantanea.
esprime una propria volontà.
I am going to write a new book next
I am hot. I will open the window.
week.
Ho caldo. Aprirò la finestra.
La settimana prossima scriverò un nuovo
libro.
L’azione di aprire la finestra è connessa
L’idea di scrivere un nuovo libro era già
alla sensazione di calore avvertita dal
stata precedentemente presa. Non si
parlante nel momento in cui sta
decide di compiere un’azione nel
parlando.
momento in cui si sta parlando.

La stessa situazione si realizza nella forma


negativa, dove in entrambi i contesti le due realtà
sono completamente differenti. Prendiamo una
frase italiana.
Esempio:

400
Non comprerò quel disco.
Posso tradurre questa frase in due modi differenti.
Se scelgo di usare Will avrò:
I won’t (will not) buy that record.
I am not going to buy that record.

Nella prima frase c’è un rifiuto a voler acquistare il


disco. Nella seconda frase, assistiamo ad una
mancata intenzione a voler compiere un’azione.
Ad ogni modo le due frasi non sono simili nè
interscambiali. Quindi bisogna far capire bene ad
un parlante di lingua straniera quale siano le nostre
intenzioni nel voer esprimere una nostra idea.
Adesso passiamo a trattare il terzo tempo verbale
dedicato al futuro che è quello del Present
Continuous ma non prima di avervi messo a
confronto i due tempi verbali “Will” e “To Be Going
To”.
WILL TO BE GOING TO
Quando si decide di compiere un’azione Quando la decisione di compiere
nel momento in cui si parla un’azione è già stata presa.

I am thirsty. I will have a glass of water. I am going to watch Tv tonight.


Ho sete. Prenderò un bicchiere d’acqua Guarderò la Televisione questa sera
Indica un’azione di futuro imminente
Quando indica una probabilità o derivante da una situazione presente.
possibilità che qualcosa possa accadere.
You are driving too fast. You are going to
I Think it will rain tomorrow. have an accident.
Penso che pioverà domani Stai guidando troppo velocemente. Farai
un incidente.

Passiamo adesso al futuro con il Present


Continuous.
Present Continuous con azione di futuro.
Su questo tempo non ci dilungheremo più di tanto
anche perchè la sua costruzione è uguale a quella
già ampliamente trattata al presente progressivo,

401
pr cui per tutte le regole di variazione ortografica e
di aggiunta della ING FORM si rimanda al paragrafo
del presente progressivo.
In questa sede ci limiteremo soltanto a dire che il
present continuous, oltre ad esprimere un’azione di
tempo limitata nel tempo ed un’azione che si sta
svolgendo nel momento in cui parla, viene usato
anche per esprimere una programmazione.
Non a caso viene definito “Futuro programmato”.
Facciamo un esempio:

Tomorrow, I am doing a lot of english exercises.


Domani, farò molti esercizi di lingua inglese.

La differenza dove soggiace?


La differenza tra il presente progressivo e il futuro
programmato soggiace nel fatto che questo tempo
verbale desta ambiguità se non si utilizza in
maniera corretta ed appropriata. Può essere usato
con funzione di futuro solo se è seguito da un
avverbio di tempo che ne stabilisca la sua natura di
futuro altrimenti rischia di essere scambiato per
un’azione progressiva e quindi un’azione che sta
avvenendo nel momento in cui si parla. Traducendo
in linguaggio pratico ciò che abbiamo asserito
poc’anzi avremo:
Esempio:
I am studying English.

E’ una frase di presente progressivo e non di


futuro: Non esiste alcun avverbio di tempo che
faccia pensare che la persona studierà la lingua
inglese. Piuttosto invece è più normale ritenere che
la persona in questo momento stia compiendo una

402
simile azione: quella di studiare inglese. Se la
stessa frase fosse comparsa con un avverbio di
tempo futuro del tipo:

Tomorrow I am studying English.


Domani studierò inglese.

Allora in quel caso la frase poteva soltanto rivestire


connotati di un tempo futuro e nessun tipo di
ambiguità.
Il Present Continuous con azione di futuro, a
differenza del “TO BE GOING TO”, viene usato per
esprimere una programmazione, mentre il secondo
una intenzione a compiere un’azione.
Di fatto i due futuri entrambi possono essere usati.
Ovviamente resta sempre differente il concetto che
si voglia far capire ad un parlante madrelingua. Se
si vuole far capire che si ha intenzione di compiere
un’azione si utilizzerà il “TO BE GOING TO”. Se si
vuole far intendere che l’azione è frutto di una
programmazione, un accordo preso in precedenza
si userà il present continuous.
TO BE GOING TO PRESENT CONTINUOUS
Intenzione a compiere un’azione Azione programmata o stabilita.
I am going to go to the cinema. Tomorrow I am going to the cinema.
Andrò al cinema. Domani andrò al cinema.
In questo caso la decisione è stata già L’azione è stata programmata o stabilita,
presa in precedenza per cui si ha magari a seguito di un accordo o
l’intenzione di compierla. appuntamento.

NB. Non usare mai il present continuous con azione


di futuro se non è seguito da avverbio di tempo
indicante un tempo futuro.
Il present continuous con azione di futuro può
essere utilizzato quando all’interno della frase
compaiono avverbi di tempo quali: next year, next
week, tonight, next month, in two days etc etc.

403
Adesso passiamo ad un altro futuro che è quello del
PRESENT SIMPLE.
3.4.Simple Present
Il presente semplice è un tempo verbale che come
abbiamo visto in precedenza tende ad indicare
un’azione permanente e stabile nel tempo oppure
un’azione abituale.
Viene anche adoperato per esprimere futuro in ben
due circostanze:
The bus leaves at 8.15 a.m.
Il pullman partirà alle 8.15

Quando ci riferiamo agli orari di mezzi The cinema opens at 7.00 p.m and
pubblici, o ad avvenimenti seguiti da closes at 11.00 p.m.
date. Il cinema apre alle 7 e chiude alle 11

The exhibition is on June 21 st


La mostra sarà il 21 giugno
If it rains I will take the umbrella.
Nel primo periodo ipotetico
Se pioverà porterò l’ombrello

Anche in questo caso, tutte le regole ortografiche


inerenti alla formazione e alla coniugazione del
Simple Present si rimandano al secondo capitolo e
al paragrafo del presente semplice.
Passiamo a paragonare l’utilizzo del present
continuous con azione di futuro e quella del simple
present.
PRESENT CONTINUOUS PRESENT SIMPLE
Quando ci riferiamo agli orari di mezzi
Azione programmata o stabilita.
pubblici, o ad avvenimenti seguiti da
date
Tomorrow I am going to the cinema.
The bus leaves at 8.15 a.m.
Domani andrò al cinema.
Il pullman partirà alle 8.15
L’azione è stata programmata o stabilita,
Nel primo periodo ipotetico
magari a seguito di un accordo o
If it rains I will take the umbrella.
appuntamento.
Se pioverà porterò l’ombrello

Passiamo adesso a delineare un altro futuro che è


quello del FUTURE CONTINUOUS

404
3.5.Future Continuous
Il Future Continuous, è un tempo progressivo
proprio come il “present continuous, il past
continuous, il present perfect continuous e il past
perfect continuous”. La sua azione è progressiva e
la sua formula base è quella con:

WILL + BE + VERBO + ING

Un esempio di frase potrebbe essere:


I will be reading a book tomorrow.
Domani leggerò un libro.
Anche qui, essendo un tempo progressivo, le regole
ortografiche per l’aggiunta della –ING form si
rimanda al capitolo del PRESENT CONTINUOUS. Per
adesso ci limiteremo a delineare le quattro forme di
coniugazione del verbo partendo dalla forma
affermativa.
I will be reading /Ai uil bi riding/ Io leggerò
You will reading /gliu uil bi riding/ Tu leggerai
He will be reading /hi uil bi riding/ Lui leggerà
She will be reading /sci uil bi riding/ Lei leggerà
It will be reading /it uil bi riding/ Esso leggerà
We will be reading /ui uil bi riding/ Noi leggeremo
You will be reading /gliu uil bi riding/ Voi leggerete
They will be reading /dei wil bi riding/ Essi leggeranno

Come si può ben notare anche qui il verbo resta


statico proprio come appariva nel futuro semplice.
La forma negativa, si ottiene aggiungendo il “NOT”
subito dopo il primo elemento verbale “WILL” come
nell’esempio:
I will not be reading Io non leggerò
You will not be reading Tu non leggerai
He will not be reading Lui non leggerà
She will not be reading Lei non leggerà
It will not be reading Esso non leggerà
We will not be reading Noi non leggeremo

405
You will not be reading Voi non leggerete
They will not be reading Essi non leggeranno

La forma interrogativa del verbo, si ottiene


invertendo il soggetto con il verbo e precisamente:
Will I be reading? Leggerò io?
Will you be reading? Leggerai tu?
Will he be reading? Leggerà lui?
Will she be reading? Leggerà lei?
Will it be reading? Leggerà esso?
Will we be reading? Leggeremo noi?
Will you be reading? Leggerete voi?
Will they be reading? Leggeranno loro?

La forma interro negativa si ottiene invece


inserendo il NOT subito dopo il soggetto e
precisamente:
Will I not be reading? Non leggerò io?
Will you not be reading? Non leggerai tu?
Will he not be reading? Non leggerà lui?
Will she not be reading? Non leggerà lei?
Will it not be reading? Non leggerà esso?
Will we not be reading? Non leggeremo noi?
Will you not be reading? Non leggerete voi?
Will they be not reading? Non leggeranno loro?

La forma contratta del verbo è uguale a quella


riscontrata a quella del “Will” e quindi sarà “’ll”
I’ll be reading Io leggerò
You’ll be reading Tu leggerai
He’ll be reading Lui leggerà
She’ll be reading Lei leggerà
It’ll be reading Esso leggerà
We’ll be reading Noi leggeremo
You’ll be reading Voi leggerete
They’ll be reading Essi leggeranno

La forma contratta negativa sarà “Won’t” derivata


da “Will not”
I won’t be reading Io non leggerò
You won’t be reading Tu non leggerai
He won’t be reading Lui non leggerà
She won’t be reading Lei non leggerà

406
It won’t be reading Esso non leggerà
We won’t be reading Noi non leggeremo
You won’t be reading Voi non leggerete
They won’t be reading Essi non leggeranno

La forma interro negativa si ottiene invece


invertendo il verbo comprensivo di negazione e il
soggetto come nell’esempio:
Won’t I be reading? Non leggerò io?
Won’t you be reading? Non leggerai tu?
Won’t he be reading? Non leggerà lui?
Won’t she be reading? Non leggerà lei?
Won’t it be reading? Non leggerà esso?
Won’t we be reading? Non leggeremo noi?
Won’t you be reading? Non leggerete voi?
Won’t they be reading? Non leggeranno loro?

Il Future continuous si usa per:


Tomorrow at this time I will be studying
Per esprimere un’azione che starà
English
accadendo in un momento preciso del
Domani a quest’ora starò studiando
futuro
inglese
Tomorrow I will be painting the whole
Come forma alternativa al futuro
house.
intenzionale
Domani dipingerò l’intera casa
Per informarsi sui progetti di qualcuno in
Will you be coming tomorrow?
base alla necessità di avere tali
Verrai domani?
informazioni

Mettiamo a confronto il classico futuro semplice con


“WILL” e il Future continuous.
WILL WILL BE DOING
Per esprimere un’azione che starà
Quando si decide di compiere un’azione
accadendo in un momento preciso del
nel momento in cui si parla
futuro.
I am thirsty. I will have a glass of water.
Tomorrow I will flying to London.
Ho sete. Prenderò un bicchiere d’acqua
Domani starò in viaggio per Londra.
Come forma alternativa al futuro
Quando indica una probabilità o intenzionale.
possibilità che qualcosa possa accadere.
I will be reading interesting novels this
I Think it will rain tomorrow. summer.
Penso che pioverà domani Quest’estate leggero romanzi
interessanti.
Quando chiediamo a qualcuno di voler Per informarsi sui progetti di qualcuno in
compiere un’azione per noi base alla necessità di avere tali
informazioni.

407
Will you open the window please? Will you be inviting your friends?
Vuoi aprire la finestra per cortesia? Inviterai i tuoi amici?

NB. Non usare mai WILL quando si chiede


informazioni generiche. In tal caso usa il Future
Continuous.
Altro importante verbo per indicare l’azione di
futuro è sicuramente il “Future Perfect”. Vediamone
le caratteristiche nel paragrafo successivo.
3.6 Future Perfect (futuro anteriore)
Anche il futuro anteriore, come il futuro semplice è
un tempo composto generato dalla presenza di tre
tempi verbali: “WILL” più il verbo Avere e il
participio passato.
Volendo ridurre tale definizione sotto forma
schematica avremo che la regola di base sarà:

WILL + HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Partendo da una frase modello avremo:

I will have studied English


Io avrò studiato Inglese.

Come si può ben notare dalla frase modello, il


tempo che regola il futuro è sempre il WILL mentre
la parte che ne denota un’azione passata è quella
dettata dal passato prossimo generato dal verbo
“HAVE” + “PARTICIPIO PASSATO”.
Passiamo alla coniugazione di questo tempo
verbale in tutte e quattro le forme partendo
ovviamente da quella affermativa.
I will have studied /Ai uil hev stadid/ Io avrò studiato
You will have studied /gliu uil hev stadid/ Tu avrai studiato

408
He will have studied /hi uil hev stadid/ Lui avrà studiato
She will have studied /sci uil hev stadid/ Lei avrà studiato
It will have studied /it uil hev stadid/ Esso avrà studiato
We will have studied /ui uil hev stadid/ Noi avremo studiato
You will have studied /gliu uil hev stadid/ Voi avrete studiato
They will have studied /Dei uil hev stadid/ Essi avranno studiato

La forma negativa si ottiene mettendo il “NOT” tra i


due verbi il “WILL” e il verbo Avere.
I will not have studied Io non avrò studiato
You will not have studied Tu non avrai studiato
He will not have studied Egli non avrà studiato
She will not have studied Lei non avrà studiato
It will not have studied Esso non avrà studiato
We will not have studied Noi non avremo studiato
You will not have studied Voi non avreste studiato
They will not have studied Essi non avranno studiato

La forma interrogative, si ottiene invertendo il


primo elemento verbale “WILL” con il soggetto
come di seguito:
Will I have studied? Avrò io studiato?
Will you have studied? Avrai tu studiato?
Will he have studied? Avrà lui studiato?
Will she have studied? Vrà lei studiato?
Will it have studied? Avrà esso studiato?
Will we have studied? Avremo noi studiato?
Will you have studied? Avrete voi studiato?
Will they have studied? Avranno loro studiato?

La forma interro negativa si ottiene inserendo il


NOT subito dopo il soggetto come nello schema:
Will I not have studied? Non avrò studiato?
Will you not have studied? Non avrai studiato?
Will he not have studied? Non avrà studiato?
Will she not have studied? Non avrà studiato lei?
Will it not have studied? Non avrà studiato esso?
Will we not have studied? Non avremo studiato?
Will you not have studied? Non avrete studiato?
Will they not have studied? Non avranno loro studiato?

La forma contratta del verbo “WILL” si ottiene con


“’ll” per cui avremo:

409
I’ll have studied Io avrò studiato
You’ll have studied Tu avrai studiato
He’ll have studied Lui avrà studiato
She’ll have studied Lei avrà studiato
It’ll have studied Esso avrà studiato
We’ll have studied Noi avremo studiato
You’ll have studied Voi avrete studiato
They’ll have studied Essi avranno studiato

Come si può ben notare, la forma verbale che si


contrae non è il verbo AVERE e quindi “HAVE” ma
bensì il “WILL”.
La forma contratta negativa è uguale a quella
espressa per la negazione del futuro semplice e
quindi “WON’T” come nella seguente tabella:
I won’t have studied Io non avrò studiato
You won’t have studied Tu non avrai studiato
He won’t have studied Egli non avrà studiato
She won’t have studied Lei non avrà studiato
It won’t have studied Esso non avrà studiato
We won’t have studied Noi non avremo studiato
You won’t have studied Voi non avrete studiato
They won’t have studied Essi non avranno studiato

La forma interro negativa contratta del verbo si


ottiene invertendo il verbo con il soggetto e
inserendo, all’interno stesso dell’ausiliare “WILL” la
negazione “NOT” proprio come nel seguente
schema:
Won’t I have studied? Non avrò io studiato?
Won’t you have studied? Non avrai studiato?
Won’t he have studied? Non avrà lui studiato?
Won’t she have studied? Non avrà lei studiato?
Won’t it have studied? Non avrà esso studiato?
Won’t we have studied? Non avremo noi studiato?
Won’t you have studied? Non avrete voi studiato?
Won’t they have studied? Non avranno loro studiato?

Adesso passiamo a delineare l’uso di questo tempo


verbale.

410
Il Future Perfect si usa per:
By tomorrow evening I will have finished
writing my book.
Indicare un’azione futura terminata
nell’arco di un periodo di tempo stabilito.
Entro domani sera avrò finito di scrivere
il mio libro.

La frase introdotta nel Future Perfect sarà


introdotta da espressioni quali:
By Entro
By the time Quando
In two days / weeks Tra due giorni / settimane
Next week La settimana prossima
Tomorrow Domani

Esempio:
By 1995 They will have already left for Per il 1995, loro avranno già lasciato
England because of their work. l’Inghilterra a causa del loro lavoro.

Adesso effettueremo il paragone tra i due tempi


verbali: FUTURE PERFECT e FUTURE CONTINUOUS

411
FUTURE CONTINUOUS
FUTURE PERFECT
Indicare un’azione futura terminata
Per esprimere un’azione che starà
nell’arco di un periodo di tempo stabilito.
accadendo in un momento preciso del
By tomorrow evening I will have finished
futuro.
writing my book.
Tomorrow I will flying to London.
Entro domani sera avrò finito di scrivere
Domani starò in viaggio per Londra.
il mio libro.

Adesso concentreremo la nostra attenzione su un


ulteriore tempo verbale denominato: FUTURE IN
THE PAST ovvero: il FUTURO NEL PASSATO.
3.7. FUTURE IN THE PAST (il futuro nel
passato)
Ovviamente molti di voi si chiederanno cosa sia
questo tempo verbale. Magari qualcuno non l’avrà
neppure mai sentito parlare. Eppure esiste! La sua
formazione base non c’è in quanto la sua origine,
nonchè formazione dipende da una trasformazione
di un enunciato dal discorso diretto a quello
indiretto.
Il tempo che andremo a vedere, reca in sè il
condizionale con “WOULD” ma non nella maniera
complessa come è presente nella lingua italiana
(che reca un condizionale passato), ma bensì un
condizionale presente. Vediamo di comprenderne
meglio la sua forma.
Ogni qualvolta che in italiano formo una frase con il
passato remoto e con un condizionale passato, in
inglese il condizionale passato diventa condizionale
presente.
Esempio:

Lui mi disse che sarebbe venuto.

Dalla frase su menzionata, si capisce benissimo che

412
l’enunciato abbia come riferimento una frase in
discorso indiretto e che al suo interno abbiamo la
compresenza di due elementi verbali: “PASSATO
REMOTO (Lui mi disse) e “CONDIZIONALE
PASSATO (sarebbe venuto).
Se io volessi tradurre questa frase dall’italiano
all’inglese devo fare un “taglio” alla frase ed
eliminare una parte del secondo verbo, (il verbo
Avere), che forma il tempo composto per la
creazione del condizionale passato e sostituirlo con
un condizionale presente (forma verbale semplice)
Paragoniamo le due strutture di frasi:

Lui disse che sarebbe venuto.

Diventa:
He said he would come.

Mettendo a confronto le due frasi avremo:

Lui disse che lui sarebbe venuto

He said that he would come

Come si può ben notare manca in inglese il tempo


composto. Letteralmente avremmo tradotto: “He
would have come”. Questa è la traduzione effettiva
di “sarei venuto”, ma non è possibile una cosa del
genere in inglese.

PERCHE?

Perchè dobbiamo immaginare il contesto


situazionale in cui la persona afferma una

413
determinata frase. Nel discorso diretto la frase su
menzionata sarebbe stata:

He said: “I will come” che tradotta sarebbe:


Lui disse: “Io verrò”.
Come tempo verbale, abbiamo il futuro, tempo
verbale che stiamo analizzando. Quando
realizziamo il passaggio dal discorso diretto a
quello indiretto anche i tempi verbali subiscono dei
cambiamenti e nel nostro caso, il futuro, diventa
Condizionale
Nella trasformazione “WILL “WOULD”
Ovviamente, io mi sono limitato a fare una frase
utilizzando il discorso diretto ed indiretto, ma
questo gioco accade in ogni simulazione di frase
con ogni tipo di verbo come ad esempio:
He hoped he would pass his
Lui sperava di aver superato l’esame.
examination.

Quando si usa il FUTURE IN THE PAST?


Quando si vuole esprimere un’azione He said he would improve his English
futura rispetto ad un tempo passato. Diceva di voler migliorare il suo inglese

Un’altro problema che si apre è: se nella frase


espressa dal condizionale ci fosse anche una frase
subordinata? In quel caso come verrebbe la
traduzione? Sarebbe sempre la stessa oppure ci
sarebbe un cambiamento verbale? Facciamo un
esempio:
Se io avessi una frase italiana del tipo:
Lei disse che sarebbe venuta se tu l’avessi
chiamata.
In questo contesto, la frase è leggermente
differente. In quanto abbiamo una “If clause”
ovvero una frase subordinata legata legata ad una

414
principale. Quale è questa frase che ci interessa
staccare dal contesto? Sicuramente: “Se tu l’avessi
chiamata, lei sarebbe venuta”. In questo caso, la
traduzione deve essere fatta in maniera letteraria
senza poter sacrificare alcun tempo verbale, visto
che ci troviamo davanti ad un periodo ipotetico di
III tipo. Vediamo la traduzione:
She said: “If you had phoned her, She would have
come”.
Come si può ben notare la traduzione è
estremamente uguale a quella italiana per cui non
reca alcun tipo di difficoltà. Per il momento non ci
addentreremo nel caso specifico ma ci limiteremo a
fare il confronto tra le due frasi.
Lei disse che sarebbe venuta She said she would come
Lei disse che sarebbe venuta se tu She said that She would have come if
l’avessi chiamata you had phoned her

Notando quindi le due frasi possiamo notare che la


prima è una frase semplice mentre la seconda è
sicuramente una frase in cui sussiste una
condizione e questo è esplicitamente espresso dalla
locuzione “IF”. Quindi potremmo definire che:
quando all’interno di una frase al discorso indiretto
esiste una condizione, la traduzione viene eseguita
in maniera letteraria alla lingua italiana in quanto
entriamo in un altro tempo verbale denominato
Periodo Ipotetico di III tipo. Quando invece ci
troviamo dinanzi ad una frase in forma semplice
espressa al discorso indiretto dovremmo adoperare
con il passato remoto, il condizionale presente. Per
cui avremmo il cosiddetto FUTURO NEL PASSATO.
Future in the past related to a past
Future in the past
condition
Lei disse che sarebbe venuta se tu
Lei disse che sarebbe venuta. l’avessi chiamata.
She said she would come. She said that She would have come if

415
you had phoned her.

Con il FUTURO NEL PASSATO termina la nostra


trattazione del tempo Futuro per rivolgerci al
Condizionale. Ma prima di passare a questo altro
affascinante verbo, faremo una semplice
riepilogazione delle varie forme del futuro.
TABELLA RIEPILOGATIVA DEI VERBI:
FUTURO CON:
WILL
· TO BE GOING TO
· SIMPLE PRESENT
· PRESENT CONTINUOUS
· FUTURE CONTINUOUS
· FUTURE PERFECT

Tabella Riepilogativa del Futuro


Will
Decisione presa sul momento
Ex. I am hot. I will open the window.
Ho caldo. Aprirò la finestra.

Quando si chiede a qualcuno di compoere un’azione


Ex. Will you open the door, please?
Vuoi aprire la porta, per favore?

Per esprimere un rifiuto a compiere un’azione.


Ex. I won’t go out with you tonight.
Non uscirò con te stasera.

Esprimere una probabilità che qualcosa possa accadere in futuro.


Ex. I think it will rain tomorrow.
Credo che pioverà domani.
Un’azione futura non dipendente dalla volontà della persona.
Ex. I will be 18 next year.
Io faro 18 anni l’anno prossimo.

To be going to
Intenzione a compiere un’azione
Ex. I am going to write a letter.
Scriverò una lettera.

Azioni future che dipendono da un contesto presente e che quindi sicuramente


accadranno.
Ex. Look! The sky is cloudy. It is going to rain.

416
Assenza di intenzione a compiere un’azione.
Ex. I am not going to help him.
Non ho intenzione di aiutarlo.

Present
Continuous
Per esprimere un’azione già programmata
Ex. I am writing a letter tomorrow.
Scriverò una lettera domani.

Tabella riepilogativa del Futuro II


Simple Present Future Continuous
Si usa per descrivere azioni che si
Descrivere azioni che accadono staranno svolgendo in un momento
abitualmente nel futuro. Si usa preciso del futuro.
principalmente con orari dei mezzi
pubblici o programmazioni di eventi. Ex. I will be flying to London next year.
Partirò per Londra l’anno prossimo.
Ex. The bank opens at 8 o clock.
La banca apre alle ore 8 Si usa per descrivere azioni progettate
senza riferimento ad un tempo specifico
The exhibition is on January 3rd. Ex. They will be working for that
La mostra è il 3 Gennaio. company.
Essi lavoreranno per quell’azienda

Future Perfect Future in the past


Si usa per descrivere un’azione futura
Si usa per descrivere azioni che saranno
rispetto ad un tempo passato.
concluse nel futuro
Ex. She said she would learn a new
Ex. They will have studied English by six
language.
o’ clock.
Disse che avrebbe imparato una
Per le sei avranno studiato Inglese.
nuova lingua

Dopo questa tabella riepilogativa dei verbi e dopo


aver ampliamente descritto il tempo futuro nei
singoli paragrafi mettendone ben in evidenza il loro
uso e la relativa spiegazione grammaticale,
passiamo a dedicarci al periodo ipotetico.

417
Parte IV – Tempi verbali Periodo Ipotetico e
Condizionale
4.0. Premessa
Il periodo ipotetico è un tempo verbale
estremamente interessante e si discosta anche
notevolmente dalla lingua italiana. In cosa si
discosterebbe? Sicuramente nella formula di
composizione. In italiano quando parliamo di
periodo ipotetico, soprattutto quando parliamo di
casi che esprimono REALTA’ si usa un unico tempo
verbale che è il FUTURO, mentre per esprimere
possibilità si usa il CONGIUNTIVO PASSATO e il
CONDIZIONALE PRESENTE e per esprimere
l’impossibilità a compiere un’azione si usa il
TRAPASSATO REMOTO e il CONDIZIONALE
PASSATO.
In inglese ad esempio, quando parliamo soprattutto
del primo e del secondo periodo ipotetico abbiamo
delle differenze strutturali ma soprattutto
grammaticali che adesso vedremo nei seguenti
paragrafi:
4.1. Periodo Ipotetico I tipo
Questo periodo ipotetico esprime il concetto di
REALTA’ e quindi una probabile o possibile
condizione che qualcosa possa accadere.
Per comprendere bene il periodo ipotetico, visto
che si discosta da quello italiano, dobbiamo
apportare alcune spiegazioni teoriche e alcune
differenziazioni strutturali e grammaticali.
Partendo dal contesto grammaticale, dobbiamo
partire con il presupposto di suddividere la frase in
due parti: SUBORDINATA e PRINCIPALE.
Cosa significa FRASE SUBORDINATA?

418
Per Frase Subordinata si intende quella frase che isolata dal contesto della frase
principale non ha alcun tipo di significato.

Solitamente la frase subordinata è quella retta da


locuzioni come
IF Se
WHEN Quando
AS LONG AS Finchè
AFTER Dopo
BEFORE Prima
PROVIDED THAT Ammesso che
UNTIL Fino a
WHILE Mentre
AS SOON AS Non appena

In contropartita:
Per Frase Principale si intende quella frase che isolata dal contesto della frase
subordinata ha un significato di senso compiuto.

Prendiamo come frase di esempio una frase italiana


del tipo:
Se mi telefonerai, sarò molto contento.
Partiamo dalla schematizzazione della frase:
Prima di tutto, la frase su menzionata presenta due
soggetti differenti. La prima frase ha come
soggetto (TU), la seconda frase ha come soggetto
(IO).
Seconda cosa, dobbiamo separare le due frasi in
modo tale da stabilire quale sia la subordinata e
quale la principale.
Se mi telefonerai, sarò molto contento.

Dalla prima frase si evince che è la Subordinata, in


quanto isolata dalla frase principale non assume
nessun significato di senso compiuto. La seconda in
contropartita, è la frase principale perchè da sola
ha un significato di senso compiuto.

419
Avendo stabilito il presupposto grammaticale,
adesso andiamo a vedere la costruzione
grammaticale in lingua inglese.
Mentre in Italiano abbiamo un unico tempo
verbale: il futuro, in inglese i tempi diventano due
e precisamente il Presente e il Futuro.
Il presente viene collocato nella frase subordinata
mentre il tempo futuro si colloca nella frase
principale.
Nel nostro caso la frase subordinata sarebbe “Se tu
mi telefonerai” mentre quella principale sarebbe
“Sarò molto contento”.
Effettuando la traduzione avremo:

Se mi telefonerai, sarò molto contento.


If you phone me, I will be very happy.

Come si evince dall’esempio nella frase subordinate


abbiamo il presente semplice del verbo
“telefonare”, mentre in quella principale abbiamo il
futuro semplice con “WILL”.
Se mi telefonerai If you phone me
Sarò molto contento I will be very happy

Dopo aver attentamente delineato e strutturato il


primo periodo ipotetico, concentriamoci sugli altri
due e il secondo periodo ipotetico è quello che
indica Impossibilità.
4.2. Secondo Periodo Ipotetico
Il secondo periodo ipotetico indica “l’impossibilità” a
compiere un’azione e anche questo si discosta dalla
lingua italiana. In quanto in italiano per tradurre la
causa dell’impossibilità a compiere un’azione
utilizziamo due tempi verbali: Il congiuntivo

420
Passato e il Condizionale Presente.
Purtroppo la lingua inglese non possiede casi di
congiuntivo e quindi il suo equivalente è il SIMPLE
PAST conosciuto come PASSATO REMOTO e che
abbiamo già ampliamente discusso nei capitoli
precedenti. Come già accennato precedentemente,
la formazione del passato remoto dipende sempre
dal tipo di verbo: se esso sia REGOLARE o
IRREGOLARE. Nel primo caso si aggiunge alla
radice del Verbo la desinenza –ED, nel secondo
caso, si deve ricercarlo nella tabella periodica dei
verbi.
Anche qui, valgono le stesse regole e definizioni del
Primo Periodo Ipotetico e quindi dobbiamo partire
con il presupposto di suddividere la frase in due
parti: SUBORDINATA e PRINCIPALE.
La frase subordinata è quella retta da locuzioni
come
IF Se
WHEN Quando
AS LONG AS Finchè
AFTER Dopo
BEFORE Prima
PROVIDED THAT Ammesso che
UNTIL Fino a
WHILE Mentre
AS SOON AS Non appena

Prendiamo come frase di esempio una frase italiana


del tipo:

Se mi telefonassi, sarei molto contento.

Partiamo dalla schematizzazione della frase:


Prima di tutto, la frase su menzionata presenta due
soggetti differenti. La prima frase ha come
soggetto (TU), la seconda frase ha come soggetto

421
(IO).
Seconda cosa, dobbiamo separare le due frasi in
modo tale da stabilire quale sia la subordinata e
quale la principale.
Se mi telefonassi If you phoned me
Sarei molto contento I would be very happy.

Cosa cambia quindi dal primo periodo ipotetico?


Semplicemente la strutta verbale. Mentre nel
periodo ipotetico di Primo tipo abbiamo come tempi
verbali: Presente Semplice e Futuro con Will, nel
periodo ipotetico di secondo tipo, abbiamo il Simple
Past e il Condizionale presente con Would.
Primo Periodo Ipotetico Periodo Ipotetico II tipo
SIMPLE PAST (Frasi subordinate)
SIMPLE PRESENT (Frasi Subordinate)
CONDIZIONALE PRESENTE (Frasi
FUTURE CON “WILL” (Frasi principali) Principali)

If you study, you will pass your exam. If you studied, you would pass your
Se studierai, supererai il tuo esame. exam.
Se tu studiassi, supereresti il tuo esame.

Adesso non ci resta che analizzare il Terzo e ultimo


Periodo ipotetico che indica IMPOSSIBILITA’ a
compiere un’azione.
4.3. III Periodo Ipotetico
Il terzo periodo ipotetico, è usato per indicare
impossibilità a compiere un’azione. Viene reso in
inglese da altri due differenti tempi verbali che
sono il Trapassato remoto (frase subordinata) e
condizionale passato (Frase principale).
Come ben si sa, il Trapassato remoto, è un tempo
composto formato dal verbo HAD più PARTICIPIO
PASSATO. Quest’ultimo, si ricava dalla stessa
regola utilizzata per la formazione del Passato
remoto: se il verbo è REGOLARE o IRREGOLARE.

422
Nel primo caso si aggiunge alla radice del Verbo la
desinenza –ED, nel secondo caso, si deve ricercarlo
nella tabella periodica dei verbi. La colonna
corrispondente al participio passato nella tabella
periodica dei verbi è sicuramente la Terza.
Anche qui, valgono le stesse regole e definizioni del
Primo Periodo Ipotetico e quindi dobbiamo partire
con il presupposto di suddividere la frase in due
parti: SUBORDINATA e PRINCIPALE.
La frase subordinata è quella retta da locuzioni
come
IF Se
WHEN Quando
AS LONG AS Finchè
AFTER Dopo
BEFORE Prima
PROVIDED THAT Ammesso che
UNTIL Fino a
WHILE Mentre
AS SOON AS Non appena

Prendiamo come frase di esempio una frase italiana


del tipo:
Se tu mi avessi telefonato, sarei stato If you had phoned me, I would have
felice. been happy.

La frase su menzionata presenta due soggetti


differenti. La prima frase ha come soggetto (TU), la
seconda frase ha come soggetto (IO).
Seconda cosa, dobbiamo separare le due frasi in
modo tale da stabilire quale sia la subordinata e
quale la principale.
Se mi avessi telefonato If you had phoned me
Sarei stato molto contento I would have been very happy

Cosa cambia quindi dal secondo periodo ipotetico?


Semplicemente la strutta verbale. Mentre nel
secondo periodo ipotetico abbiamo come tempi

423
verbali: Passato remoto e Condizionale con Would,
nel periodo ipotetico di terzo tipo, abbiamo il
Trapassato Remoto e il condizionale passato.
Secondo Periodo Ipotetico Terzo Periodo Ipotetico
PAST PERFECT (Frasi subordinate)
SIMPLE PAST (Frasi Subordinate)
CONDIZIONALE PASSATO (Frasi
CONDIZIONALE “WOULD” (Frasi
Principali)
principali)
If you had studied you would have
If you studied you would pass your
passed your exam.
exam.
Se tu avessi studiato, avresti superato il
Se studiassi, supereresti il tuo esame.
tuo esame.

Adesso passeremo brevemente a delineare una


tabella riepilogativa, proprio come abbiamo fatto
per gli altri verbi, in modo tale da chiarire e
mettere a confronto i tre periodi ipotetici.
4.4. Tabella riepilogativa del Periodo Ipotetico
Periodo Ipotetico I Tipo
Si forma con il Simple Present e il futuro con “Will”

If you study hard, you will pass your exam.

Se studierai molto, supererai il tuo esame.

Periodo Ipotetico II tipo


Si forma con il Simple Past e il condizionale presente “Would”

If you studied hard, you would pass your exam.

Se tu studiassi molto, supereresti l’esame.

Periodo Ipotetico III tipo


Si forma con il Past Perfect e il condizionale passato (would have + participio
passato)

If you had studied hard, you would have passed your exam.

Se tu avessi studiato molto, avresti superato l’esame.

Con il periodo ipotetico termina anche la terza


parte del Volume per addentrarci in una nuova
sezione dedicata interamente ad altri due tempi
verbali: il condizionale e l’imperativo

424
4.5.Condizionale
Il condizionale, come il futuro, è un tempo
composto. Si forma dalla presenza di due elementi
verbali: “WOULD” che ha funzione di verbo
ausiliare e “L’INFINITO DEL VERBO SENZA TO”.
Anche qui dobbiamo distinguere due tipologie di
condizionale:
Present Conditional (Condizionale Presente) e
Past Conditional (Condizionale passato)
Ovviamente la loro formazione è leggermente
differente ma del condizionale passato ne
parleremo nel paragrafo successivo. Per adesso
concentriamoci soltanto a quello presente.
Partendo da una frase italiana come esempio:
Io comprerei un paio di scarpe nuove. I would buy a new pair of shoes.

Dall’esempio si nota esplicitamente e chiaramente


la presenza di due tempi verbali: “Would” per il
condizionale, “To buy” e quindi “acquistare”
dall’infinito del verbo.
Passiamo, per iniziare, alla coniugare le quattro
forme esistenti del verbo: affermativa, negativa,
interrogativa, interro negativa.
FORMA AFFERMATIVA
I would buy /ai vud bai/ Io comprerei
You would buy /gliu vud bai/ Tu compreresti
He would buy /Hi vud bai/ Lui comprerebbe
She would buy /sci vud bai/ Lei comprerebbe
It would buy /it vud bai/ Esso comprerebbe
We would buy /ui vud bai/ Noi compreremmo
You would buy /gliu vud bai/ Voi comprereste
They would buy /Dei vud bai/ Essi comprerebbero

Come si può ben notare anche questo, come il


tempo futuro con “Will”, è un verbo statico.
Mantiene le stesse forme in tutte le persone. Anche

425
alla terza persona non aggiunge la “S”. La forma
negativa, si ottiene inserendo il “NOT” tra i due
verbi: “WOULD” e “infinito del verbo senza to”,
come nella tabella che segue:
FORMA NEGATIVA
I would not buy Io non comprerei
You would not buy Tu non compreresti
He would not buy Lui non comprerebbe
She would not buy Lei non comprerebbe
It would not buy Esso non comprerebbe
We would not buy Noi non compreremmo
You would not buy Voi non comprerete
They would not buy Essi non comprerebbero

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo


elemento verbale “Would” con il soggetto proprio
come segue:
Would I buy? Comprerei io?
Would you buy? Compreresti tu?
Would he buy? Comprerebbe lui?
Would she buy? Comprerebbe lei?
Would it buy? Comprerebbe esso?
Would we buy? Compreremmo noi?
Would you buy? Comprerete voi?
Would they buy? Comprerebbero loro?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


verbo “Would” con il soggetto e aggiungendo il
“NOT” subito dopo di esso come segue:
Would I not buy? Non comprerei Io?
Would you not buy? Non compreresti tu?
Would he not buy? Non comprerebbe lui?
Would she not buy? Non comprerebbe lei?
Would it not buy? Non comprerebbe esso?
Would we not buy? Non compreremmo noi?
Would you not buy? Non comprereste voi?
Would they buy? Comprerebbero loro?

La forma contratta del verbo si ottiene abbreviando


il Would in “D” e accorpandolo al soggetto proprio

426
come nella tabella. A differenza della forma piena
(che possiede quattro forme di coniugazione), la
forma contratta ne possiede soltanto tre.
Vediamole insieme:
I’d buy Io comprerei
You’d buy Tu compreresti
He’d buy Lui comprerebbe
She’d buy Lei comprerebbe
It’d buy Esso comprerebbe
We’d buy Noi compreremmo
You’d buy Voi comprereste
They’d buy Essi comprerebbero

La forma negativa si ottiene accorpando la


negazione “NOT” all’interno del verbo “WOULD” e
quindi “WOULDN’T” come nella tabella
I wouldn’t buy Io non comprerei
You wouldn’t buy Tu non compreresti
He wouldn’t buy Lui non comprerebbe
She wouldn’t buy Lei non comprerebbe
It wouldn’t buy Esso non comprerebbe
We wouldn’t buy Noi non compreremmo
You wouldn’t buy Voi non comprereste
They wouldn’t buy Essi non comprerebbero

La forma interro negativa contratta si ottiene ante


cedendo e accorpandola negazione “NOT”
all’interno del verbo “WOULD” prima del soggetto.
Wouldn’t I buy? Non comprerei io?
Wouldn’t you buy? Non compreresti tu?
Wouldn’t he buy? Non comprerebbe lui?
Wouldn’t she buy? Non comprerebbe lei?
Wouldn’t it buy? Non comprerebbe esso?
Wouldn’t we buy? Non compreremmo noi?
Wouldn’t you buy? Non comprereste voi?
Wouldn’t they buy? Non comprerebbero loro?

Quando si usa il condizionale presente? Il


condizionale presente si usa per:
Per invitare qualcuno a compiere Would you open the window?
un’azione Vorresti aprire la finestra?
Nel periodo ipotetico di secondo tipo per If I had a lot of money, I would buy a

427
esprimere impossibilità a compiere new car.
un’azione Se avessi molti soldi, comprerei una
nuova macchina.
Would you like a cup of coffee?
Per esprimere offerte
Vorresti una tazza di caffè?
Per esprimere un desiderio o I would like to have a lot of money.
un’aspirazione Vorrei avere molti soldi.

Come si può ben notare, il condizionale presente ha


delle analogie con il futuro semplice con “WILL” ed
in modo particolare nella sezione dedicata alle
offerte e alla richiesta di compiere un’azione.
WILL WOULD
Richiesta di compiere un’azione Richiesta di compiere un’azione

Will you open the windows, please? Would you open the windows, please?
Vuoi aprire la finestra, per favore? Vorresti aprire la finestra?

Offrire qualcosa Offrire qualcosa


Will you have a cup of coffee? Would you like a cup of coffee?
Vuoi una tazza di caffè? Vorresti una tazza di caffè?

La differenza di uso soggiace nell’uso formale e


gentile espresso dal condizionale presente.
Adesso passiamo a trattare il secondo tipo di
condizionale che è quello passato:
4.6 Condizionale Passato
Il condizionale passato si ottiene dall’aggiunta di
tre elementi verbali che sono: “WOULD” più il
verbo HAVE più il PARTICIPIO PASSATO.
Quindi la sua formula è

WOULD + HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Come si può ben notare abbiamo la presenza di tre


forme verbali. La sua formazione, nonché la sua
traduzione dall’italiano all’inglese è letteraria senza
alcuna traccia di inganno. Partiamo da una
semplice frase e poi passiamo alla sua

428
coniugazione.

Avrei comprato un nuovo libro.


I would have bought a new book.

Anche qui vale lo stesso concetto che abbiamo


trattato precedentemente a riguardo del participio
passato, per cui si reinvia ai paragrafi precedenti.
Passiamo adesso alla coniugazione del verbo nelle
sue quattro forme:
I would have bought /Ai vud hev bout/ Io avrei comprato
You would have bought /gliu vud hev bout/ Tu avresti comprato
He would have bought /Hi vud hev bout/ Lui avrebbe comprato
She would have bought /sci vud hev bout/ Lei avrebbe comprato
It would have bought /it vud hev bout/ Esso avrebbe comprato
We would have bought /ui vud hev bout/ Noi avremmo comprato
You would have bought /gliu vud hev bout/ Voi avreste comprato
They would have bought /dei vud hev bout/ Essi avrebbero comprato

Questo verbo è uguale al condizionale presente


come struttura. Anch’esso è un verbo statico e non
dinamico e tutte le sue coniugazioni sono uguali
senza mostrare alcun tipo di flessione.
La forma negativa si ottiene inserendo il “NOT”
subito dopo il primo elemento verbale e quindi il
“WOULD” come nella seguente tabella:
I would not have bought Io non avrei comprato
You would not have bought Tu non avresi comprato
He would not have bought Lui non avrebbe comprato
She would not have bought Lei non avrebbe comprato
It would not have bought Esso non avrebbe comprato
We would not have bought Noi non avremmo comprato
You would not have bought Voi non avreste comprato
They would not have bought Essi non avrrebbero comprato

La forma interrogative invece si ottiene invertendo


il primo element verbale “WOULD” con il soggetto e
inserendo, dopo di esso il verbo “HAVE” e il
PARTICIPIO PASSATO come nella tabella seguente:

429
Would I have bought? Avrei comprato?
Would you have bought? Avresti comprato?
Would he have bought? Avrebbe lui comprato?
Would she have bought? Avrebbe lei comprato?
Would it have bought? Avrebbe comprato esso?
Would we have bought? Avremmo noi comprato?
Would you have bought? Avreste voi comprato?
Would have they bought? Avrebbero loro comprato?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


WOULD con il soggetto e inserendo il NOT dopo il
soggetto come nella tabella:
Would I not have bought? Non avrei comprato io?
Would you not have bought? Non avresti comprato tu?
Would he not have bought? Non avrebbe compratolui?
Would she not have bought? Nonavebbe comprato lei?
Would it not have bought? Non avrebbe esso comprato?
Would we not have bought? Non avremmo noi comrato?
Would you not have bought? Non avreste comprato voi?
Would they not have bought? Non avrebbero comprato loro?

La forma contratta è la stessa ottenuta per il


condizionale presente e quindi:
I’d have bought Io avrei comprato
You’d have bought Tu avresti comprato
He’d have bought Lui avrebbe comprato
She’d have bought Lei avrebbe comprato
It’d have bought Esso avrebbe comprato
We’d have bought Noi avremmo comprato
You’d have bought Voi avreste comprato
They’d have bought Essi avrebbero comprato

La forma negativa contratta è:


I wouldn’t have bought Io non avrei comprato
You wouldn’t have bought Tu non avresi comprato
He wouldn’t have bought Lui non avrebbe comprato
She wouldn’t have bought Lei non avrebbe comprato
It wouldn’t have bought Esso non avrebbe comprato
We wouldn’t have bought Noi non avremmo comprato
You wouldn’t have bought Voi non avreste comprato
They wouldn’t have bought Essi non avrrebbero comprato

La forma interro negativa si ottiene:


Wouldn’t I have bought? Non avrei comprato io?

430
Wouldn’t you have bought? Non avresti comprato tu?
Wouldn’t he have bought? Non avrebbe compratolui?
Woudn’t she have boought? Nonavebbe comprato lei?
Wouldn’t it have bought? Non avrebbe esso comprato?
Wouldn’t we have bought? Non avremmo noi comrato?
Wouldn’t you have bought? Non avreste comprato voi?
Wouldn’t they have bought? Non avrebbero comprato loro?

QUANDO SI USA IL CONDIZIONALE PASSATO?


Il condizionale passato si usa per:
She would like to have met her but she
didn’t.
Esprimere azioni che sarebbero potute
accadere nel passato
Le sarebbe piaciuta incontrarla ma non la
incontrò.
If you had studied more, you would have
passed your exam.
Nel periodo ipotetico di Terzo tipo
Se tu avessi studiato di più avresti
superato il tuo esame.

Confrontiamo, per concludere questo altro capitolo,


i due tempi verbali: Condizionale presente e
Condizionale Passato.
Condizionale passato Condizionale Presente
Esprimere azioni che sarebbero potute
accadere nel passato Per invitare qualcuno a compiere
She would like to have met her but she un’azione
didn’t. Would you open the window, please?
Le sarebbe piaciuta incontrarla ma non la Vorresti aprire la finestra, per favore?
incontrò
Nel periodo ipotetico di secondo tipo per
Nel periodo ipotetico di Terzo tipo esprimere possibilità a compiere
If you had studied more, you would have un’azione
passed your exam. If you learnt a foreign language you
Se tu avessi studiato di più avresti would go to work abroad.
superato il tuo esame. Se tu imparassi una lingua straniera,
andresti a lavorare all’estero.

Adesso passeremo alla rassegna di un nuovo tempo


verbale chiamato Imperativo.
4.7. Imperativo
L’imperativo in inglese si ottiene con il verbo “To
Let” che vuol dire “lasciare”, “Permettere”.
Ovviamente non viene sempre utilizzato. Lo

431
troviamo solo nella prima persona singolare, terza
persona singolare, prima persona plurale e terza
persona plurale. La seconda persona singolare e
quella plurale si ottengono dall’infinito del verbo
senza To.
La regola generale per la formazione è:

LET + COMPLEMENTO OGGETTO + INFINITO


SENZA TO

Ovviamente questa regola vale solo per le eccezioni


già descritte sopra. Proviamo a fare una semplice
frase italiana e a trarre da essa il nostro esempio.
Go back home! You can’t stay here! Ritorna a casa! Non puoi stare qui!

Non possiamo nemmeno procedere alla


coniugazione di questo verbo proprio perché è un
verbo che reca molte difficoltà e non è omogeneo.
La forma negativa di questo verbo si ottiene con il
Do e il Does più NOT più LET.
Non lasciarmi andare. Don’t let me go!

Ricapitolando abbiamo:
Si usa:
Prima persona singolare
Terza persona singolare
Prima persona plurale
Terza persona plurale
LET
Ex. Let me go
Let him go
Let us go
Let them go

Quando si usa l’imperativo? L’imperativo si usa per:


Go back home!
Esprimere un ordine
Ritorna a casa
Help yourself!
Offrire qualcosa
Si serva da solo!
Don’t go out tonight!
Vietare di fare qualcosa
Non uscire!

432
Dare consigli o suggerimenti Take this pill twice a day.
Prenda questa pillola due volte al giorno.
Follow this street and then you will reach
the square.
Dare indicazioni
Segua questa strada e poi raggiungerà
alla piazza.
Have a nice holiday.
Formulare un augurio
Fai buone Vacanze!
Bring me a cup of coffee, please.
Invitare qualcuno a fare qualcosa
Portami una tazza di caffè

Come accennato precedentemente, la forma


negativa si ottiene utilizzando l’ausiliare “Do” o
“Does” come nei seguenti esempi
Don’t let me go Non lasciarmi andare!
Don’t let him go! Non lasciarlo andare!
Don’t let her go! Non lasciarla andare
Don’t let us go Non andiamo
Don’t let them go Non lasciarli andare

Molto interessante è l’aspetto della forma verbale


alla prima persona plurale. Quando usiamo la
locuzione “Let’s” esercitiamo una sorta di
incitamento, incoraggiamento a compiere
un’azione. Viene anche considerato come una sorta
di invito a compiere un’azione. Nella frase:
“Let’s go to the cinema tonight.” “Andiamo al cinema stasera”

La frase su menzionata evoca una sorta di


incitazione, invito ad andare al cinema e quindi un
movimento verso un luogo.
Molto interessante è anche l’imperativo quando si
fa riferimento ai segnali di divieto. Quando
camminiamo per strada o quando guidiamo, siamo
soliti leggere dei cartelli di divieto (non oltrepassare
la linea gialla prima dell’arrivo del treno, vietato
calpestare l’erba) etc etc.
Come si traducono in inglese questi divieti?
Sicuramente sono degli imperativi. Ce ne

433
accorgiamo da due dati principalmente: il primo è
che manca il soggetto ad entrambi le frasi. Se
vogliamo essere più precisi possiamo dire che il
soggetto è sottinteso. Ma lo è anche in inglese!
Questo è l’unico caso in cui il soggetto in inglese
viene omesso perchè, come detto nel volume 1 di
questa collana, il soggetto in inglese è sempre
espresso anche quando in inglese esso è sottinteso.
Per dare un esempio parlammo, nel primo volume,
di frasi impersonali e dicemmo che in italiano il
soggetto non compare mentre in inglese esso
figura con “IT”. Nell’imperativo questa regola non
vale per cui E’ L’UNICO VERBO CHE NON
PRESENTA IL SOGGETTO ESPRESSO.
Ritornando al nostro caso (i segnali di divieto),
vediamo come si traduce la forma dell’imperativo.
Prendiamo come esempio una frase tipia ci un
segnale di divieto.
Quando siamo in una stazione ad aspettare la
metropolitana, sicuramente avrete notato il
segnale:

Vietato oltrepassare la linea gialla in attesa del


treno

Per la traduzione di queste forme non si può usare


la regola dell’imperativo che abbiamo spiegato
finora. Bisogna ricorrere ad un altro tipo di
traduzione. La regola per tradurre i segnali di
divieto è

NO + VERBO + ING form

Questo perchè la frase non reca nessuna

434
indicazione specifica personale. Il termine “Vietato”
non implica il soggetto “Tu” o “Voi” ma implica un
concetto molto vasto ed un pubblico alquanto
generico ed è per questo motivo che io non posso
trattare questo verbo allo stesso modo di quelli
analizzati sinora. Quindi attenendosi alla frase su
menzionata e tentando di tradurla otterremo:

NO TRESPASSING THE YELLOW LINE WHILE


WAITING FOR THE TRAIN.

Altro non abbiamo fatto che prendere il verbo


“OLTREPASSARE” e aggiungere la ING form

TRESPASS (OLTREPASSARE) – ING FORM

Si usa la –ING FORM proprio perchè qualunque


verbo in inglese preceduto da una preposizione
regge la forma progressiva.
Un’altra particolarità che dobbiamo anche notare è
l’utilizzo del “Do”.
Abbiamo sempre trattato questo elemento come un
ausiliare per i verbi ordinari. Abbiamo sempre detto
che è un verbo irregolare, serve per costruire la
forma negativa ed interrogativa, ma non abbiamo
detto un’altro aspetto interessante che lega questo
verbo al concetto dell’imperativo.
Come abbiam detto poc’anzi, l’imperativo in inglese
è un tempo forte che implica ordini a compiere
azioni. Possiamo tranquillamente ammorbidire
questo tempo verbale così “violento” con una forma
sicuramente più dolce che sarebbe quella di
anteporre il “Do” davanti al verbo.
Sicuramente è una forma che vi risulterà nuova ma

435
invece è fondamentale soprattutto quando ci
rivolgiamo in seconda persona singolare o plurale.
Ovviamente, il DO in questa frase non viene
assolutamente tradotto, ma ha solo valore enfatico
e quindi di attenuante.
Prendiamo una frase per porre un esempio:
Prego, si accomodi. Please, Do sit down.

Visto che abbiamo trovato un altro valore del verbo


“DO” rivediamone brevemente le caratteristiche
prima di passare ad un nuovo tempo verbale.
Verbo Irregolare (To Do / Did / Done)

Ausiliare per I verbi ordinari nella formazione della forma


DO interrogativa, negativa.

Forma enfatica nel tempo verbale dell’imperativo


Do sit down, please

Ultimo aspetto dell’imperativo è legato alle


QUESTION TAGS. Di questo argomento ne abbiamo
già parlato e quindi vi rimando per la trattazione e
la formazione di una QUESTION TAG. Qui ci
limiteremo soltanto a trattare le QUESTION TAGS
in rapporto all’uso dell’imperativo.
Sappiamo benissimo che una QUESTION TAG trae
origine dalla forma del verbo. Per cui il verbo
assume un aspetto estremamente importante nel
gioco di questo argomento. Dicemmo che in una
frase se il verbo è in forma affermativa, la question
tag avrà il verbo al suo opposto e quindi al
negativo. Se invece il verbo è in forma positiva, la
question tag sarà negativa. Ma cosa accade se nel
verbo non figura alcun soggetto? Quale è la parte
che dobbiamo prendere? Li diventa un po’ un
problema. Nell’imperativo, l’unica forma in cui si
può creare una QUESTION TAG è nella seconda

436
persona singolare e plurale e prima persona
plurale. Nelle altre non è possibile.
Facciamo un esempio per spiegare in maniera
chiara cosa succede in queste circostanze:
Seconda Persona singolare

QUESTION TAGS Seconda Persona plurale

Prima persona singolare

Prendiamo due frasi per fornire degli esempi:


Sit down, won’t you? Siediti, Vuoi?
Let’s go to to the cinema, Shall we? Andiamo al cinema, vero?

Quindi ricorda che nella forma imperativa le


Question tags si fanno con WILL e SHALL nella
prima persona plurale.
Con questo tempo verbale chiudiamo questa quarta
parte per dedicarci alla quinta sezione del Volume
dedicata all’ultima sequenza di verbi chiamata
MODALI. Questa parte restante di verbi è
sicuramente rivolta a coloro che vogliono migliorare
e approfondire la lingua inglese, per cui è
necessario avere già una base alquanto solida di
grammatica che solo i primi due volumi possono
corredare.
Adesso non dilunghiamoci a trattare del terzo
volume e accingiamoci a parlare dei Verbi Modali.

437
Parte V – Verbi Modali (Can-Could-May-Might)
5.1 Premessa
In questa sezione, come accennato poc’anzi,
andremo a trattare di una tipologia di verbi
denominata MODALI. Voi vi chiederete cosa siano
questi verbi anche se, sicuramente, nel excursus
scolastico li avrete studiati o quanto meno sentiti
parlare. Forse il nome “Verbi Modali” non vi
suggerisce nulla ma vi garantisco che all’atto
pratico, subito li riconoscerete.
Innanzitutto passiamo a dare la definizione di cosa
sia un Verbo Modale.
I verbi modali, sono dei verbi DIFETTIVI e sono
esattamente tre:

POTERE DOVERE VOLERE

Che rispettivamente diventano in inglese:

CAN MUST WANT

PERCHE’ SONO VERBI DIFETTIVI?


Innanzitutto perchè, a differenza dei tempi verbali
analizzati nelle sezioni precedenti mancano di
forme verbali. Le uniche forme riconosciute sono:
IL PRESENTE, PASSATO, CONDIZIONALE. Tutti le
altre forme di coniugazione verbale sono
rispettivamente inesistenti e per la loro formazione
bisogna ricorrere ad un altro verbo sostitutivo. Di
questo, ovviamente, ce ne occuperemo pià tardi.
Un’altra caratteristica di questi verbi è che non
hanno L’INFINITO, per cui non potremo ricercarli

438
nè in alcun dizionario, nè nella tabella periodica dei
verbi. Sono inoltre dei verbi STATICI e non
DINAMICI in quanto anche nella coniugazione di
ciascuno di essi non esiste alcun caso di flessione.
Si comportano inoltre come verbi ausiliari quando
si effettua la forma interrogativa. Avendo ben
dettagliato e analizzato la loro “provenienza”, ci
limiteremo a schematizzare queste caratteristiche
principali in modo tale da isolarle dall’intero
contesto.

Verbi Modali
Non hanno tutti i tempi verbali (ma solo l’infinito, passato, condizionale e presente)
Non hanno un infinito
Nella coniugazione non presentano casi di flessione
Si comportano come verbi ausiliari

Avendone delineato genericamente le


caratteristiche, non ci resta che entrare nello
specifico partendo subito dal primo verbo Modale
che è il verbo POTERE (CAN)
5.1. VERBO “CAN”
Questo è il primo verbo modale che prenderemo in
rassegna. Analizzando questo verbo diremo che:
Non ha una forma infinitiva per cui non si troverà in
alcun dizionario e neppure nella tabella periodica
dei verbi.
Non ha tutti i tempi verbali: gli unici tempi verbali
sono: presente, condizionale e passato nella
coniugazione sia presente che passata, il verbo non
presenta casi di flessione per cui si caratterizza
come verbo statico e non dinamico.
Detto questo cominciamo a fare qualche esempio
con il verbo “CAN” per poi passare alle solite
quattro forme di coniugazione del tempo verbale.

439
I can swim. Io so nuotare.

Come si può ben notare dall’esempio, abbiamo una


netta e chiara differenza tra i due sistemi
linguistici. Se mettiamo a confronto le due frasi
notiamo che:
In italiano, subito dopo il verbo “SAPERE” abbiamo
una forma infinitiva: “NUOTARE” che però non
viene in maniera esplicita riportata in lingua
inglese. Tutti sappiamo che la forma dell’infinito in
inglese è tratta dal verbo preceduto da “TO”.
Esempio di infinito è il verbo “TO SWIM” che
significa appunto “NUOTARE”. Allora cosa succede
in lingua inglese quando ci troviamo dinanzi ad un
verbo modale?
Innanzitutto dobbiamo dire che l’infinito si “spoglia”
della sua funzione tradizionale per diventare “nudo”
ovvero “BARE INFINITIVE” (infinito del verbo senza
“TO”). Ed è questo ciò che ci interessa sapere.

Con i verbi modali l’infinito del verbo è sempre senza il “TO” tranne per il verbo
“WANT” che analizzeremo più avanti.

Da qui possiamo dedurre le regole per la


formazione base del verbo “CAN”
FORMA AFFERMATIVA

SOGGETTO + CAN + INFINITO DEL VERBO


(SENZA TO)

Da cui deriva l’esempio della frase fatto poc’anzi.


Adesso passiamo alla forma di coniugazione di
questo verbo partendo appunto dalla forma
affermativa.
I can swim /Ai ken suim/ Io so nuotare

440
You can swim /gliu ken suim/ Tu sai nuotare
He can swim /Hi ken suim/ Lui sa nuotare
She can swim /sci ken suim/ Lei sa nuotare
It can swim /it ken suim/ Esso sa nuotare
We can swim /ui ken suim/ Noi sappiamo nuotare
You can swim /gliu ken suim/ Voi sapete nuotare
They can swim /dei ken suim/ Essi sanno nuotare

Come si può ben notare dalla forma affermativa, la


terza persona singolare non ha alcun tipo di
flessione per cui il verbo, come detto poc’anzi è
assolutamente STATICO e non DINAMICO.
Passiamo adesso alla cosiddetta forma negativa.
Quest’ultima si ottiene aggiungendo la particella
NOT alla radice del verbale “CAN” proprio come nel
seguente esempio:

SOGGETTO + CANNOT + INFINITO DEL VERBO


(SENZA TO)

I cannot swim Non so nuotare


You cannot swin Tu non sai nuotare
He cannot swim Lui non sa anuotare
She cannot swim Lei non sa nuotare
It cannot swim Esso non s anuotare
We cannot swim Noi non sappiamo nuotare
You cannot swim Voi non sapete nuotare
They cannot swim Essi non sanno nuotare

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo


elemento verbale (CAN) con il soggetto proprio
come segue:
Can I swim? So nuotare?
Can you swim? Sai nuotare?
Can he swim? Sa lui nuotare?
Can she swim? Sa lei nuotare?
Can it swim? Sa esso nuotare?
Can we swim? Sappiamo nuotare?
Can you swim? Sapete nuotare?
Can they swim? Sanno loro nuotare?

441
La forma interro negativa si ottiene inserendo il
NOT subito dopo il verbo CAN che diventa primo
elemento rispetto al soggetto come nell’esempio:
Cannot I swim? Non so nuotare?
Cannot you swim? Non sai nuotare?
Cannot he swim? Non sa lui nuotare?
Cannot she swim? Non sa lei nuotare?
Cannot it swim? Non sa esso nuotare?
Cannot we swim? Non sappiamo noi nuotare?
Cannot you swim? Non sapete voi nuotare?
Cannot they swim? Non sanno loro nuotare?

La forma contratta di questo verbo esiste solo nella


forma interronegativa e negativa. Quindi, dalle tre
forme, che abbiamo visto nei verbi precedenti, qui
si riducono a due.
La forma contratta di CANNOT è “CAN’T” e anche
la pronuncia è diversa nel momento in cui bisogna
distinguere la forma affermativa da quella
negativa.

CAN CAN’T

Passiamo alla coniugazione anche della forma


contratta:
I can’t swim Io non so nuotare
You can’t swim Tu non sia nuotare
He can’t swim Lui non sa nuotare
She can’t swim Lei non sa nuotare
It can’t swim Esso non sa nuotare
We can’t swim Noi non sappiamo nuotare
You can’t swim Voi non sapete nuotare
They can’t swim Essi non sanno nuotare

La forma interro negativa diventa:


Can’t I swim? Non so nuotare?
Can’t you swim? Non sai nuotare?
Can’t he swim? Non sa lui nuotare?
Can’t she swim? Non sa lei nuotare?
Can’t it swim? Non sa esso nuotare?
Can’t we swim? Non sappiamo noi nuotare?

442
Can’t you swim? Non sapete voi nuotare?
Can’t they swim? Non sanno loro nuotare?

Adesso passiamo a descrivere il suo utilizzo.


Quando si usa “CAN”?
“CAN” si usa:
Per esprimere una capacità I can fly.
a compiere un’azione Io so volare
Per esprimere una capacità I can see.
percettiva Io ci vedo.
Per chiedere permesso a Can I use your car, please?
compiere un’azione Posso usare la tua macchina per favore?
You can use my car.
Concedere un permesso
Puoi usare la mia macchina
Proibire qualcuno a You can’t go out with him tonight.
compiere un’azione Non puoi uscire con lui questa sera.
Esprimere incapacità a I cannot remember what you said.
compiere un’azione Non riesco a ricordare quello che hai detto.

Prima di passare alla seconda parte di questo verbo


mi voglio soffermare sulla differenza tra il verbo
“KNOW” e “CAN”. Come vi ho spiegato poc’anzi, il
verbo “CAN” viene usato per esprimere una
capacità di saper fare qualcosa. Molti di voi
potrebbero confondere questi due verbi per mezzo
del loro significato analogo in una frase italiana.
In una frase come quella: “IO SO NUOTARE”,
verrebbe spontaneo, ad un parlante italiano,
tradurre il verbo “sapere” con “KNOW” invece di
“CAN” ed invece risulta essere sbagliato e vediamo
di chiarire il perchè:
CAN KNOW
Indica la conoscenza di qualcosa. Essere
padrone di qualcosa.
Indica una capacità a compiere
I know English and French.
un’azione.
Conosco l’Inglese e il Francese.
“I can speak English.”
Si usa per denotare conoscenza di
persone.
So parlare l’Inglese
I know you very well.
Ti conosco molto bene.

443
Adesso passiamo al secondo tempo del verbo
“POTERE” che è “COULD”
5.2. “COULD”
COULD, rappresenta il passato e il condizionale del
verbo “CAN”. Per passato, si intende in questo caso
l’imperfetto e non il passato remoto che si forma in
altra maniera.
Partiamo anche qui dalla frase esempio:
Sapevo leggere bene quando ero
I could read well when I was young.
giovane.

Anche qui, valgono le stesse regole già citate nel


paragrafo di “CAN” (4.1.).
Partiamo dalla regola base:

SOGGETTO + COULD + INFINITO DEL VERBO


(SENZA TO)

Adesso passiamo a coniugare questo verbo in


forma affermativa avendo così:
I could read /Ai cud rid/ Io sapevo leggere
You could read /gliu cud rid/ Tu sapevi leggere
He could read /hi cud rid/ Lui sapeva leggere
She could read /sci cud rid/ Lei sapeva leggere
It could read /it cud rid/ Esso sapeva leggere
We could read /ui cud rid/ Noi sapevamo leggere
You could read /gliu cud rid/ Voi sapevate leggere
They could read /dei cud rid/ Essi sapevano leggere

La forma negativa si ottiene mettendo il NOT subito


dopo il verbo COULD divenendo:

SOGGETTO + COULD + NOT + INFINITO DEL


VERBO SENZA TO

444
Come nell’esempio:
I could not read Io non sapevo leggere
You could not read Tu non sapevi leggere
He could not read Lui non sapeva leggere
She could not read Lei non sapeva leggere
It could not read Esso non sapeva leggere
We could not read Noi non sapevamo leggere
You could not read Voi non sapevate leggere
They could not read Essi non sapevano leggere

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo


elemento verbale: “COULD” con il soggetto come
nella tabella che segue:
Could I read? Sapevo leggere?
Could you read? Sapevi leggere?
Could he read? Sapeva leggere lui?
Could she read? Sapeva leggere lei?
Could it read? Sapeva leggere esso?
Could we read? Sapevamo leggere noi?
Could you read? Sapevate leggere voi?
Could they read? Sapevano loro leggere?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo il


NOT al primo elemento verbale seguito dal
soggetto e quindi:
Could I not read? Non sapevo leggere?
Could you not read? Non sapevi leggere?
Could he not read? Non sapeva leggere lui?
Could she not read? Non sapeva leggere lei?
Could it not read? Non sapeva leggere esso?
Could we not read? Non sapevamo leggere noi?
Could you not read? Non sapevate leggere voi?
Could they not read? Non sapevano leggere loro?

La forma contratta del verbo COULD è COULDN’T.


Anche qui, come nel precedente verbo (CAN)
esistono due forme di coniugazione per il presente
verbo: negativa e interro negativa come nella
tabella che segue:
I couldn’t read Io non sapevo leggere
You couldn’t read Tu non sapevi leggere
He couldn’t read Lui non sapeva leggere

445
She couldn’t read Lei non sapeva leggere
It couldn’t read Esso non sapeva leggere
We couldn’t read Noi non sapevamo leggere
You couldn’t read Voi non sapevate leggere
They couldn’t read Essi non sapevano leggere

La forma interro negativa diventa:


Couldn’t I read? Non sapevo leggere?
Couldn’t you read? Non sapevi leggere?
Couldn’t he read? Non sapeva lui leggere?
Couldn’t she read? Non sapeva lei leggere?
Couldn’t it read? Non sapeva esso leggere?
Couldn’t we read? Non sapevamo noi leggere?
Couldn’t you read? Non sapevate voi leggere?
Couldn’t they read? Non sapevate leggere?

Adesso passiamo a delineare le caratteristiche


d’uso di questo verbo. Quando si usa “COULD”?
COULD si usa per:
Per indicare una capacità di
When I was young I could read a lot of books.
compiere un’azione in
Quando ero giovane, sapevo leggere molti libri.
passato
Una richiesta formale a Could you open the window, please?
compiere un’azione. Potresti aprire la finestra, per favore?
You could telephone him first, before going to his
Per fornire un consiglio o house.
suggerimento Potresti prima telefonarlo, prima di andare a casa
sua.
Si usa nel periodo ipotetico If she could come, she would tell you.
di secondo tipo Se potesse venire, te lo direbbe.

Una considerazione molto importante da fare è


sicuramente la differenza tra “CAN” e “COULD” nel
suo utilizzo. Vediamo la differenza nella seguente
tabella.
CAN COULD
Registro informale di lingua Registro Formale
Quando due parlanti si conoscono I due parlanti non si conoscono
Quando c’è disparità di età tra I due
Quando i due parlanti sono coetanei
parlanti

Questo per far capire che ogni volta ci troviamo a


contatto con persone che non conosciamo

446
dobbiamo per sicurezza utilizzare COULD a
discapito di CAN. Adesso prima di passare alla
sfaccettatura del condizionale passato espresso da
COULD, cominciamo a delineare in maniera
comparata gli usi principali di CAN e COULD
mettendoli a confronto proprio come abbiamo fatto
cin tutti gli altri tempi verbali precedenti.
CAN COULD
Per esprimere una capacità a compiere Per indicare una capacità di compiere
un’azione un’azione in passato.

I can swim I could swim.


So nuotare Sapevo suonare
Una richiesta formale a compiere
Per esprimere una capacità percettiva
un’azione.
I can see.
Could I use your car?
Io ci vedo
Potrei usare la tua macchina?
Per chiedere permesso a compiere
Per fornire un consiglio o suggerimento
un’azione.
You could study more.
Can I use your car?
Potresti studiare di più.
Posso usare la tua macchina?

Adesso, prima di passare alla tabella riepliogativa


definitva, dedichiamoci al condizionale passato nel
prossimo paragrafo.
5.3. COULD HAVE + PARTICIPIO PASSATO
Indica in inglese il condizionale passato. A
differenza dei primi due verbi che abbiamo visto:
CAN e COULD, qui siamo in presenza di un tempo
composto dove abbiamo la presenza di be due
elementi verbali aggiuntivi come il VERBO AVERE e
il PARTICIPIO PASSATO.
Vediamo di partire da una frase modello e da li
analizzare questo tempo verbale:
You could have informed him. Lo avresti potuto informare.

Mentre il condizionale presente indica un’azione che


si potrebbe compiere nel presente, quella espresso

447
dal passato riguarda una sorta di rammarico
nonchè dispiacere per un qualcosa che si sarebbe
potuto fare ma che non si è fatto.
La sua formazione generica è:

SOGGETTO + COULD + HAVE + PARTICIPIO


PASSATO

Passando alla coniugazione delle quattro forme


verbali avremmo:
Forma Affermativa
I could have informed Avrei potuto informarlo
You could have informed him Avresti potuto informarlo
He could have informed him Avrebbe potuto informarlo
She could have informed Avrebbe lei potuto informarlo
It Could have informed Avrebbe esso potuto informarlo
We could have informed Avrebbero potuto informarlo
You could have informed Avreste voi potuto informarlo
They could have informed Avrebbero loro potuto informarlo

La forma interrogativa si ottiene invertendo il


primo elemento verbale con il soggetto proprio
come segue:
Could I have informed him? Potrei averlo informato?
Could you have informed him? Potresti averlo informato?
Could he have informed him? Potrebbe lui averlo informato?
Could she have informed him? Potrebbe lei averlo informato?
Could it have been informed him? Potrebbe esso essere stato informato?
Could we have been informed? Potremmo noi esser stati informati?
Could you have been informed? Potreste voi averlo informato?
Could they have been informed? Potrebbero loro averlo informato?

La forma negativa si ottiene aggiungendo la


negazione NOT subito dopo COULD e quindi:
I could not have informed him Non lo avrei informato
You could not have informed him Non lo avresti potuto informare
He could not have informed him Non avrebbe potuto informarlo
She could not have informed him Lei non avrebbe potuto informarlo
It could not have been informed him Esso non avrebbe potuto informarlo
We could not have been informed him Noi non avremmo potuto informarlo
You could not have been informed him Voi non avreste potuto informarlo

448
They could not have been informed him Essi non avrebbero potuto informarlo

La forma interro negativa si ottiene, dopo aver


invertito il verbo con il soggetto, aggiungendo il
NOT subito dopo il soggetto come nella tabella che
segue:
Could I not have informed him? Potrei non averlo informato?
Could you have informed him? Potresti non averlo informato?
Could he not have informed him? Potrebbe non averlo informato?
Could she not have informed him? Potrebbe lei non averlo informato?
Could it not have informed him? Potrebbe esso non averlo informato?
Could we not have informed him? Potremmo noi non averlo informato?
Could you not have informed him? Potreste voi non averlo informato?
Could they not have informed him? Potrebbero loro non averlo informato?

La forma contratta di COULD è COULDN’T per cui


anche nella forma del condizionale passato, la
forma contratta, nonostante ci sia la presenza di
due verbi, influisce soltanto sul primo elemento
verbale.
Couldn’t I have informed him? Potrei non averlo informato?
Couldn’t you have informed him? Potresti non averlo informato?
Couldn’t he have informed him? Potrebbe non averlo informato?
Couldn’t she have informed him? Potrebbe lei non averlo informato?
Couldn’t it have informed him? Potrebbe esso non averlo informato?
Couldn’t we have informed him? Potremmo noi non averlo informato?
Couldn’t you have informed him? Potreste voi non averlo informato?
Couldn’t they have informed him? Potrebbero loro non averlo informato?

La forma negativa contratta sarà:


I couldn’t have informed him Io non lo avrei potuto informare
You couldn’t have informed him Tu non lo avresti potuto informare
He couldn’t have informed him Lui non lo avrebbe potuto informare
She couldn’t have informed him Lei non lo avrebbe potuto informare
It couldn’t have informed him Esso non lo avrebbe potuto informare
We couldn’t have informed him Noi non lo avremmo potuto informare
You couldn’t have informed him Voi non lo avreste potuto informare
They couldn’t have informed him Essi non lo avrebbero potuto informare

Quando si usa il Condizionale Passato?


Il condizionale passato si usa per indicare un’azione

449
che sarebbe potuta esser fatta ma che in realtà non
è stata eseguita.
You could have phoned him yesterday
Lo avresti potuto telefonare ieri mattina.
morning.

La forma negativa del condizionale passato assume


un significato leggermente differente. Non si
traduce più come condizionale ma bensì come
passato e viene utilizzato per indicare
un’impossiblità ad aver compiuto un’azione.
He couldn’t have killed him. He was Lui non poteva averlo ucciso. Era
abroad. all’estero.

Da qui nasce l’esigenza di porre a confronto il


tempo presente di CAN seguito dal verbo HAVE e il
PARTICIPIO PASSATO con il COULD.

450
COULDN’T + HAVE + PARTICIPIO
CAN’T + HAVE + PARTICIPIO
PASSATO
PASSATO
Esprime una certezza negativa su un Esprime una supposizione su un
particolare avvenimento o azione. particolare avvenimento o azione
accaduto in un tempo passato.
You can’t have used my car. It is locked.
Non puoi aver usato la mia macchina. E’ He couldn’t have killed him. He was
chiusa a chiave. abroad.
Non poteva averlo ammazzato. Lui era
Nella frase su menzionata, si nota una all’estero.
certezza matematica che l’azione di aver
utilizzato la macchina è impossibile. La situazione non è di chiara ed evidente
L’azione deriva dalla situazione presente prova in quanto si riferisce ad una
e quindi da una attuale condizione che situazione passata. Si può ipotizzare che
permette al parlante di mostrare la verità la persona si trovasse all’estero per cui
dei fatti. l’azione di uccidere fosse impossibile.

Avendo analizzato anche questo altro aspetto,


passiamo a descrivere la seconda parte del Verbo
“POTERE” verificando come si formano gli altri
tempi verbali.
5.4. “TO BE ABLE TO” (Essere capace di)
Il TO BE ABLE TO, corrisponde alla forma
dell’infinito del verbo POTERE. Come vi avevo
accennato nei paragrafi precedenti, il verbo CAN
non ha alcuna forma di infinito e in qualità di verbo
difettivo, non ha nemmeno gli altri tempi verbali
per cui, questi ultimi, necessitano di essere rilevati
o quanto meno recuperati attraverso l’uso di questa
forma verbale.
Cosa significa: TO BE ABLE TO?
Innanzitutto significa “ESSERE CAPACE DI”
compiere un’azione e quindi come il verbo POTERE,
esprime una capacità fisica o mentale a poter
eseguire un’azione. Questo verbo, ci serve per la
coniugazione del verbo POTERE in tutte le sue
possibili forme e tempi verbali come ad esempio i
tempi composti, la forma passiva etc etc.
Molto semplice è il suo utilizzo. Se avete

451
memorizzato bene lo schema e la formazione dei
precedenti verbi, non vi risulterà difficile, adesso,
comprendere il funzionamento di quest’altro verbo.
Partiamo dalla forma infinitiva e immaginiamo di
dover creare un tempo futuro o passato prossimo.
Come si fa?
Innanzitutto si deve far mente locale della regola
base del futuro. Come si forma la regola generica
del futuro?
Abbiamo detto che la regola base è:

WILL + INFINITO DEL VERBO SENZA TO

Partendo dall’infinito del verbo POTERE: TO BE


ABLE TO, dobbiamo eliminare il TO dell’infinito e al
posto del “TO”, aggiungere il WILL proprio come
nell’esempio:

TO BE ABLE TO (Potere) WILL BE ABLE TO (Potrò)

Supponiamo di dover fare la stessa cosa per


formare il Passato Prossimo del Verbo POTERE.
Seguendo lo stesso schema dettato più su avremo:
REGOLA BASE DEI PRESENT PERFECT SIMPLE

TO HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Prendiamo l’infinito del verbo POTERE: TO BE ABLE


TO. Togliamo il TO, premettiamo il verbo HAVE e
troviamo il PARTICIPIO PASSATO del verbo BE.

TO BE ABLE TO (Potere) Have been able to (Ho potuto)

Partendo quindi da questa regola, possiamo

452
giungere alla composizione di tutti i restanti tempi
verbali. Per semplificazione, troverete i singoli
tempi verbali all’interno della seguente tabella:
Have been able to (pass. Prossimo) Ho potuto
Was being able to (past continuous) Potevo
Was able to (Simpe past) Potei
Had been able to (Past Perfect) Avevo potuto
Will be able to (Futuro) Potrò
Will have been able to (futuro anteriore) Avrò potuto
Would have been able to (Condizionale
Avrei potuto
Passato)
Being able to (Gerundio) Potendo

Ovviamente la coniugazione dei tempi verbali su


menzionati è soggetta alle stesse regole dei singoli
verbi che ne prendono parte.
Ultimi due verbi per concludere con il verbo
POTERE sono MAY e MIGHT. Vediamoli insieme e
poi passeremo alla rassegna schematica delle
quattro forme del verbo POTERE prima di
addentrarci nel verbo DOVERE.
5.5 MAY e MIGHT
Sono altre due forme del verbo POTERE. Questi due
verbi sono differenti da quelli che abbiamo visto
sinora per descrivere il verbo POTERE anche perchè
hanno una loro struttura e formazione leggermente
differente. Di questi potremmo solo effettuare la
coniugazione alla forma affermativa e negativa in
quanto quella interrogativa è strettamente limitata.
Partiamo con il primo verbo che è MAY. Questo
verbo, come anche MIGHT, segue la stessa forma
di CAN e COULD per quanto riguarda la forma
interrogativa e negativa. MAY indica la forma del
presente, MIGHT invece quella del condizionale.
Entrambi le forme verbali indicano un POTERE
misto a dubbio e incertezza. Mettiamoli a confronto

453
direttamente:
MAY MIGHT
Si usa per esprimere una richiesta in
maniera formale:
May I use your phone, please? Si usa per esprimere una possibilità che
Posso usare il suo telefono, per favore? qualcosa avvenga. Probabilità più forte.
Si usa per concedere un permesso in It might rain tomorrow.
maniera formale. Potrebbe piovere domani.
You may use my car, if you like.
Puoi usare la mia auto se vuoi. Richiesta gentile
Per indicare una possibilità che avvenga Might I use your car?
un’azione. Potrei usare la tua macchina?
It may rain tomorrow.
Domani può piovere.

Passiamo alla coniugazione di questi due tempi


verbali al presente:
I may go out /Ai Mei go aut/ Io posso uscire
You may go out /gliu mei go aut/ Tu puoi uscire
He may go out /hi mey go aut/ Lui può uscire
She may go out /sci mei go aut/ Lei può uscire
It may go out /it mei go aut/ Esso può uscire
We may go out /ui mei go aut/ Noi possiamo uscire
You may go out /gliu mei go aut/ Voi potere uscire
They may go out /dei mei go aut/ Essi possono uscire

La forma negativa, si ottiene ponendo il NOT subito


dopo il MAY come nella tabella:
I may not go out Io non posso uscire
You may not go out Tu non puoi uscire
He may not go out Lui non può uscire
She may not go out Lei non può uscire
It may not go out Esso non può uscire
We may not go out Noi non possiamo uscre
You may not go out Voi non potete uscire
They may not go out Essi non possono uscire.

La forma passata e quindi MAY HAVE si effettua


come di seguito:
I may have gone out Posso essere uscito
You may have gone out Tu puoi essere uscito
He may have gone Lui può essere uscito
She may have gone Lei può essere uscita
It may have gone Esso può essere uscito
We may have gone Noi possiamo essere usciti
You may have gone Voi potete essere usciti

454
They may have gone Essi possono essere usciti.

Lo stesso discorso dicasi per il verbo MIGHT che


diviene nella forma affermativa:
I might go out /Ai mait go aut/ Io potrei uscire
You might go out /gliu mait go aut/ Tu potresti uscire
He might go out /hi mait go aut/ Lui potrebbe uscire
She might go out /sci mait go aut/ Lei potrebbe uscire
It might go out /it mait go aut/ Esso potrebbe uscire
We might go out /ui mait go aut/ Noi potremmo uscire
You might go out /gliu mait go aut/ Voi potreste uscire
They might go out /dei mait go aut/ Essi potrebbero uscire

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT


subito dopo il MIGHT come nella tabella:
I might not go out Io non potrei uscire
You might not go out Tu non potresti uscire
He might not go out Lui non potrebbe uscire
She might not go out Lei non potrebbe uscire
It might not go out Esso non potrebbe uscire
We might not go out Noi non potremmo uscire
You might not go out Voi non potreste uscire
They might not go out Essi non potrebbero uscire.

La forma del condizionale passato si ottiene invece:


I might not have gone out Io non sarei potuto uscire
You might not have gone out Tu non saresti potuto uscire
He might not have gone out Lui non sarebbe potuto uscire
She might not have gone out Lei non sarebbe potuta uscire
It might not have gone out Esso non sarebbe potuto uscire
We might not have gone out Noi non saremmpo potuti uscire
You might not have gone out Voi non sareste potuti uscire
They might not have gone out Essi non sarebbero potuti uscire.

Il condizionale passato di MIGHT è MIGHT HAVE più


PARTICIPIO PASSATO
Il condizionale passato viene usato quando
vogliamo esprimere una possibilità che si sarebbe
potutà verificare nel passato.
He may not have studied hard yesterday. Lui può non aver studiato molto ieri.

Dalla frase su menzionata, si evince una

455
probabilità. Un qualcosa di incerto. Non sapremo se
la persona il giorno prima abbia effettivamente
studiato molto ma possiamo immaginarlo, intuirlo
senza alcuna parvenza di certezza. Lo stesso dicasi
di MIGHT.
Se abbiamo una frase italiana espressa con la
forma negativa del verbo CAN come ad esempio:
You can’t have bought a cd. You didn’t Non puoi aver acquistato un cd. Non
have money with you. avevi soldi con te.

Esprimiamo una certezza che un’azione non è stata


potuta essere eseguita. In questo caso, siccome la
persona non possedeva dei soldi non aveva potuto
acquistare il cd. Quindi CAN indica certezza, MAY,
indica possibilità, probabilità che qualcosa possa o
non possa essere accaduta.
Adesso termineremo questa nostra trattazione del
verbo CAN attraverso una tabella riepilogativa
prima di passare al secondo verbo modale
chiamato DOVERE.
TABELLA RIEPILOGATIVA VERBO POTERE
CAN COULD
Si usa per indicare capacità a compiere
un’azione nel presente.

I can swim. Si usa per indicare capacità a compiere


So nuotare. un’azione nel passato.

Si usa per chiedere permesso a compiere I could read.


un’azione. Sapevo leggere.

Can I use your car? Si usa per chiedere qualcosa in maniera


Posso usare la tua macchina? gentile e formale.

Si usa per concedere un permesso. Could I use your car?


You can use my car. Potrei usare la tua macchina?
Tu puoi usare la mia macchina

Si usa per indicare una capacità Si usa per indicare una probabilità di
percettiva. compiere un’azione

I can hear you well. He could leave for Naples next week but
Riesco a senitrti molto bene. I don’t know if he wants to.
Lui potrebbe partire per Napoli la

456
Si usa per esprimere un rimprovero. settimana prossima ma non so se vuole.

You can’t go out at midnight. Si usa nel periodo ipotetico di II tipo.


Non puoi uscire a mezzanotte
If you could phone, I would be happy.
Per esprimere una certezza su un Se tu potessi telefonarmi, sarei felice.
particolare evento.
COULD è sia il condizionale che il passato
You can’t have talked to him. He was (imperfetto) del verbo CAN
away.
Non puoi aver parlato con lui. Lui era
andato fuori.

MAY MIGHT
Si usa per esprimere dubbio o incertezza
Si usa per esprimere dubbio o incertezza
nel tempo condizionale.
su un particolare evento.
He might go to London next week.
He may go to London next week.
Lui potrebbe andare a Londra la
Forse va a Londra la settimana prossima.
settimana prossima.
Per concedere un permesso in maniera
Per effettuare una richiesta in maniera
formale.
formale e distaccata.
You may use my car if you like.
Might I go out tonight?
Tu puoi usare la mia macchina, se vuoi.
Potrei uscire stasera?
Per chiedere formalmente qualcosa.
Quando si vuole esprimere una
possibilità che si sarebbe potuta
May I use your phone?
verificare nel passato.
Posso utilizzare il tuo telefono?
You might have helped me.
Avresti potuto aiutarmi.

SI PUO’ USARE PER ESPRIMERE


SI PUO’ USARE PER ESPRIMERE
RICHIESTA IN MANIERA FORMALE O
RICHIESTA IN MANIERA FORMALE O
POSSIBILITA’ A COMPIERE UN’AZIONE
POSSIBILITA’ A COMPIERE UN’AZIONE

Dopo aver ampliamente discusso e schematizzato


le varie forme del verbo POTERE in tutte le sue
forme possibili, passiamo al secondo dei verbi
modali che è il verbo DOVERE.

457
Parte VI – Verbi Modali (Must-Have to-Shall –
Should)
6.0 PREMESSA
In questo capitolo ci soffermeremo sul secondo ti o
di verbi modali dedicato alla forma del DOVERE.
Anche questo, dal punto di vista grammaticale
segue le stesse indicazioni del precedente verbo:
CAN solo che ripetto quest’ultimo reca piu
caratteristiche che lo differenziano dall’altro. Il
verbo DOVERE non è univoco e a volte bisogna
interpretarlo a seconda del tipo di intenzione che si
vuole esprimere. Il nostro senso del dovere in
inglese viene differenziato a secondo se vogliamo
esprimere un OBBLIGO dettato dalla persona
stessa oppure e viene dettato da un’autorità
esterna, se vogliamo esprimere un consiglio o un
suggerimento e così via. Partiamo dalla prima
forma verbale che è MUST
6.1. MUST
Indica il primo verbo modale indicante DOVERE.
Anch’esso dal punto di vista grammaticale è simile
al verbo POTERE: è un verbo difettivo (nel senso ch
non contiene tutti i tempi verbali ma soltanto la
forma del presente, condizionale e passato.) per
tutte le altre forme si usa sicuramente u altro
elemento verbale ma che tratteremo piu avanti.
Anche quwsto ha carattere ausiiare nel senso che
quando facciamo la forma interrogativa effettuiamo
l’inversione tra il verbo e il soggetto. Anche questo
verbo, come il precedente è un verbo statico e non
dinamico perchè come ben si può notare non
resenta alcun tipo di flessione nella coniugazione
anche e soprattutto nella terza persona singolare.

458
Vediamo di schematizzare brevemente cio che
abbiamo detto attraverso l’ausilio di una tabella

MUST
VERBO MODALE
VERBO STATICO (non genera flessione all’interno della coniugazione)
VERBO DIFETTIVO (non ha tutti i tempi verbali ma solo presente, passato e
condizionale)
SI COMPORTA COME UN VERBO AUSILIARE

Adesso passiamo a delineare la regola base per la


formazione di questo verbo:

SOGGETTO + MUST + INFINITO DEL VERBO


SENZA TO

Partendo da una semplice frase:


“Io devo andare”

Notiamo che in italiano il verbo DOVERE ha il


tempo all’infinito proprio come il verbo POTERE
visto poc’anzi Beh anche in questo caso in inglese
l’infinito si spoglia della sua forma piena per
divenire “Nudo” ecco perché si dice “infinito del
verbo senza TO”.
Volendo tradurre questa frase dall’italiano
all’inglese avremo:

I must go.

Prima di descrivere il suo utilizzo passiamo a


coniugare singolarente e nelle quattro forme il
presente verbo.
I must go /ai mast go/ Io devo andare
You must go /gliu mast go/ Tu devi andare
He ust go /hi ast go/ Lui deve andare

459
She must go /sci mast go/ Lei deve adare
It Must go /it mast go/ Esso deve andare
We must go /ui mast go/ Noi dobbiamo andare
You must go /gliu mast go/ Voi dovete andare
They must go /Dei mast go/ Essi devono andare

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il MUST come segue nella tabella
I must not go Non devo andare
You must not go Tu non devi andare
He must not go Lui non deve andare
She must not go Lei non deve andare
It must not go Esso non deve andare
We must not go Noi non dobbiamo andare
You must not go Voi non dovete andare
They must not go Essi non devono andare

La forma interrogativa si ottiene invertendo il verbo


con il soggetto come segue:
Must I go? Devo io andare?
Must you go? Devi tu andare?
Must he go? Deve andare lui?
Must she go? Deve lei andare?
Must it go? Deve esso andare?
Must we go? Dobbiamo noi andare?
Must you go? Dovete andare voi?
Must they go? Devono essi andare?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo il


NOT subito dopo il soggetto come segue:
Must i not go? Non devo andare?
Must you not go? Non devi andare tu?
Must he not go? Non deve lui andare?
Must she not go? Non deve lei andare?
Must it not go? Non deve esso andare
Must we not go? Non dobbiamo andare?
Must you not go? Non dovete andare?
Must they not go? Non devono essi andare?

La forma contratta del verbo MUST si ottiene


abbreviando il NOT con il verbo principale facendo
diventare il verbo come un'unica parola come

460
nell’esempio:
I mustn’t go Non devo andare
You mustn’t go Tu non devi andare
He mustn’t go Lui non deve andare
She mustn’t go Lei non deve andare
It mustn’t go Esso non deve andare
We mustn’t go Noi non dobbiamo andare
You mustn’t go Voi non dovete andare
They mustn’t go Essi non devono andare

Lo stesso dicasi per la forma interro negativa


contratta si ottiene invertendo il soggetto con il
verbo come nella tabella:
Mustn’t I go? Non devo andare?
Mustn’t you go? Non devi andare tu?
Mustn’t he go? Non deve lui andare?
Mustn’t she go? Non deve lei andare?
Mustn’t it go? Non deve esso andare
Mustn’t we go? Non dobbiamo andare?
Mustn’t you go? Non dovete andare?
Mustn’t they go? Non devono essi andare?

Quando si usa MUST? MUST si usa per:


Quando si esprime l’obbligo
You must study.
da parte di qualcuno a far
Tu devi studiare
compiere un’azione
Quando si vuole esprimere Must you listen to music now?
un rimprovero Devi per forza ascoltare musica?
I watched Titanic yesterday. It was fantastic. You
Esprimere invito must watch it.
convincente. Ieri ho visto Titanic. Era fantastico. Devi
assolutamente vederlo.
You mustn’t study.
Esprime un divieto
Tu non devi studiare
John must be at home now. It is three o clock.
Esprimere supposizione
John deve essere a casa ora. Sono le tre.

Il tempo passato si ottiene con MUST+ HAVE +


PARTICIPIO PASSATO
I must have gone /Ai mast hev gan/ Io devo essere andato
You must have gone /gliu mast hev gan/ Tu devi esser andato
He must have gone /hi mast hev gan/ Lui deve esere andato
She must have gone /sci mast hev gan/ Lei deve essere andata
It must have gone /it mast hev gan/ Esso deve essere andato
Noi dobbaimo essere
We must have gone /ui mast hev gan/
andati

461
You must have gone /gliu mast hev gan/ Voi dovete esser andati
They must have gone /dei mast have gan/ Esi devono essere andati

La forma interrogativa si ottiene invertendo il


soggetto con il soggetto come segue:
Must I have gone? Devo io essere andato?
Must you have gone? Devi tu essere andato?
Must he have gone? Deve lui essere andato?
Must she have gone? Deve lei essere andato?
Must it have gone? Deve esso essere andato?
Must we have gone? Dobbiamo noi essere andati?
Must you have gone? Dovete voi essere andati?
Must they have gone? Devono loro essere andati?

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il primo elemento verbale come segue
I must not have gone Io non devo essere andato
You must not have gone Tu non devi essere andato
He must not have gone Lui non deve essere andato
She must not have gone Lei non deve essere andato
It must not have gone Esso non deve essere andato
We must not have gone Noi non dobbiamo essere andati
You must not have gone Voi non dovete essere andati
They must not have gone Essi non devono essere andati

Quando si usa il condizionale passato di MUST?


MUST HAVE si utilizza quando si vuole esprimere
una supposizione su qualcosa o qualcuno.
Ex. Lui deve essere stato molto bravo in
He must have been very good at English.
Inglese.

Un altro verbo che ha le stesse caratteristiche a


che si esprime con utilizzo leggermente differente è
HAVE TO. Vediamolo nel paragrafo successivo.
6.2.TO HAVE TO
Anche questo verbo viene utiizzato pper esprimere
una forma di DOVERE. Bisogna per affermare che
quest’ultimo, ha un uso leggermente differente da
MUST. Vediamo prima di coniugarlo nelle sue

462
quattro forme:
I have to go Io devo andare
You have to go Tu devi andare
He has to go Lui deve andare
She has to go Lei deve andare
It has to go Esso deve andare
We have to go Noi dobbiamo andare
You have to go Voi dovete andare
They have to go Essi devono andare

La forma interrogativa si effettua come quell dei


verbi ordinari. Infatti il verbo è leggermente
differente da quello di MUST che al contrario si
comporta come se fosse un verbo ausiliare.
Vediamo la forma interrogativa:
Do i have to go? Devo io andare?
Do you have to go? Devi tu andare?
Does he have to go? Deve lui andare?
Does she have to go? Deve lei andare?
Does it have to go? Deve esso andare?
Do we have to go? Dobbiamo noi andare?
Do you have to go? Dovete voi andare?
Do they have to go? Devono essi andare?

La forma negativa si ottiene con:


I do not have to go Io non devo andare
You do not have t go Tu non devi andare
He does not have to go Lui non deve andare
She does not have to go Lei non deve andare
It does not have to go Esso non deve andare
We do not have to go Noi non dobbiamo andare
You do not have to go Voi non dovete andare
They do not have to go Essi non devono andare

La forma interro negativa si ottiene invece


invertendo il verbo con il soggetto e
successivamente aggiungendo il NOT al soggetto
come nella seguente tabella:
Do i not have to go? Non devo andare io?
Do you not have to go Non devi andare tu?
Does he not have to go? Non deve andare lui?
Does she not have to go? Non deve andare lei?

463
Does it not have to go? Non deve andare esso?
Do we not have to go? Non dobbiamo andare noi?
Do you not have to go? Non dovete andare voi?
Do they not have to go? Non devono andare loro?

La forma contratta di questo verbo è simile a quella


dei verbi ordinari in quanto, vista la presenza del
DO o DOES, la negazione NOT si contrae
direttamente con l’ausiliare divenendo:
I don’t have to go Io non devo andare
You don’t have to go Tu non devi andare
He doesn’t have to go Lui non deve andare
She doesn’t have to go Lei non deve andare
It doesn’t have to go Esso non deve andare
We don’t have to go Noi non dobbiamo andare
You don’t have to go Voi non dovete andare
They don’t have to go Essi non devono andare

Lo stesso dicasi per la forma interro negativa:


Don’t I have to go? Non devo andare io?
Don’t you have to go? Non devi andare tu?
Doesn’t he have to go? Non deve andare lui?
Doesn’t she have to go? Non deve andare lei?
Doesn’t it have to go? Non deve andare esso?
Don’t we have to go? Non dobbiamo andare noi?
Don’t you have to go? Non dovete andare voi?
Don’t they have to go? Non devono andare loro?

La differenza principale tra il verbo HAVE TO e il


MUST è che quest’ultimo è un verbo statico in
quanto non flette nelle sue forme di coniugazione:
il primo, al contrario, si configura come un verbo
dinamico perchè genera casi di flessione: alias (la
forma affermativa; III persona singolare [He has
to])
Adesso passiamo all’analisi di questo verbo e in
particolare al suo utilizzo.
Quando si usa TO HAVE TO? TO HAVE TO si usa
per:
Esprimere un dovere che You have to obliterate your ticket when you are on the
non deriva direttamente bus.

464
dalla persona ma bensì da bus.
autorità esterne Devi obliterare il biglietto quando sei sull’autobus

Esprimere un azione che si


I always have to eat breakfats at 9 o clock in the
ripete ripetutamente.
morning.
Quindi l’ausilio degli avverbi
Devo sempre fare colazione alle 8 del mattino.
di frequenza
If you want to learn a language, you have to study
Un dovere che deriva da grammar.
circostanze esterne Se vuoi imparare una lingua straniera, devi studiare la
grammatica.

Già possiamo notare due caratteristiche


rispettivamente dverse tra MUST e HAVE TO.
Mettiamoli a confronto.
MUST TO HAVE TO
Dovere che deriva da circostanze esterne
e quindi non connesso alla volontà
personale.

Dovere imposto da una persona. You have to wear a helmet when you
drive a motorbike.
You must study English. I want you to Devi indossare il casco quando guidi il
graduate in English. motorino.
Devi studiare Inglese. Voglio che tu ti
laurei in Inglese. In questo caso, l’obbligo di indossare il
casco non deriva dalal volontà di una
persona ma bensì un obbligo imposto
dalla legge per cui dobbiamo riportare
ciò che la legge ha stabilito.

Molto interessante, è sicuramente anche la


differenza che sussiste nella forma negativa tra
MUST e TO HAVE TO.
Abbiamo detto poc’anzi che usiamo MUST nella
forma negativa quando vogliamo esprimere un
divieto a far compiere un’azione. Molti pensano che
le due forme verbali: MUST e HAVE TO siano
interscambiabili e utilizzabili allo stesso modo senza
che ci sia alcuna regola specifica. Invece non è
così! Punto primo, perchè altrimenti non ci sarebbe
stato alcun motivo di riempire libri di grammatica
con tempi verbali se questi potessero essre
eutilizzati a caso e punto secondo, per una corretta

465
esecuzione della frase bisogna conoscere
dettagliatamente la regola grammaticale onde
evitare in fraintendimenti, proprio come in questo
caso. Se io prendo la stessa frase del tipo:
Ex. “Tu non devi studiare”.
E la traduco rispettivamente:
You mustn’t study You don’t have to study

Entrambi le frasi sono GRAMMATICALMENTE


corrette ma diversa è l’intenzione che il parlante
vuole esprimere. Per un italiano sembrerebbela
stessa cosa in quanto in italiano la frase è unica ma
per un parlante inglese il significato è
rispettivamente diverso.
Se decido di utilizzare la traduzione del primo
quadrante, un parlante di lingua inglese capisce
che io non voglio che lui studi. La volontà, il
divieto, parte dalla persona. Se invece io decido di
tradurre la suddetta frase con la traduzione della
seconda frase, un parlante di lingua inglese
comprende che non è necessario che io studi e non
che io non debba studiare. Quindi potremmo dire
che:
Mustn’t Divieto
Don’t have to Necessità

Adesso passiamo a rivolgerci alla terza forma del


verbo DOVERE che è quella del CONDIZIONALE.
6.3. SHOULD
Questa forma è il condizionale del verbo DOVERE.
Anch’esso è un verbo modale come i due
precedenti e anche qui torniamo al caso della
staticità del verbo perchè anche quest’ultimo, come
MUST non assume alcun tipo di flessione durante la

466
ausiliare, nel senso che, nella forma interrogativa,
interro negativa esegue l’inversione del verbo con il
soggetto. Passiamo alla formazione e quindi alla
regola base del condizionale del verbo DOVERE.

SOGGETTO + SHOULD + INFINITO DEL VERBO


(SENZA TO)

Come si può ben notare, anche SHOULD ha la


stessa struttura del verbo MUST per cui prendendo
una frase a titolo di esempio avremo:
Io dovrei studiare
I should study.

Passiamo alla coniugazione di questo verbo:


I should study /Ai sciud stadi/ Io dovrei studiare
You should study /gliu sciud stadi/ Tu dovresti studiare
He should study /hi sciud stadi/ Lui dovrebbe studiare
She should study /sci sciud stadi/ Lei dovrebbe studiare
It should study /it sciud stadi/ Esso dovrebbe studiare
We should study /ui sciud stadi/ Noi dovremmo studiare
You should study /gliu sciud stadi/ Voi dovreste studiare
They should study /dei sciud stadi/ Essi dovrebbero studiare

La forma negativa, si ottiene inserendo il NOT tra i


due verbi come nella tabella:
I should not study Io non dovrei studiare
You should not study Tu non dovresti studiare
He should not study Lui non dovrebbe studiare
She should not study Lei non dovrebbe studiare
It should not study Esso non dovrebbe studiare
We should not study Noi non dovremmo studiare
You should not study Voi non dovreste studiare
They should not study Essi non dovrebbero studiare

La forma interrogativa, si ottiene invertendo il


primo elemento verbale, in questo caso SHOULD
con il soggetto come nella tabella:
Should I study? Dovrei io studiare?

467
Should I study? Dovrei io studiare?
Should you study? Dovresti tu studiare?
Should he study? Dovrebbe lui studiare?
Should she study? Dovrebbe lei studiare?
Should it study? Dovrebbe esso studiare?
Should we study? Dovremmo noi studiare?
Should you study Dovreste voi studiare?
Should they study? Dovrebbero loro studiare?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo il


NOT subito dopo il soggetto come nella tabella:
Should I not study? Non dovrei studiare?
Should you not study? Non dovresti studiare?
Should he not study? Non dovrebbe lui studiare?
Should she not study? Non dovrebbe lei studiare?
Should it not study? Non dovrebbe esso studiare?
Should we not study? Non dovremmo noi studiare?
Should you not study? Non dovresti studiare?
Should they not study? Non dovrebbero loro studiare?

La forma contratta si ottiene contraendo il NOT con


la forma del verbo SHOULD generando SHOULDN’T
proprio come nella tabella:
I shouldn’t study Io non dovrei studiare
You shouldn’t study Tu non dovresti studiare
He shouldn’t study Lui non dovrebbe studiare
She shouldn’t study Lei non dovrebbe studiare
It shouldn’t study Esso non dovrebbe studiare
We shouldn’t study Noi non dovremmo studiare
You shouldn’t study Voi non dovreste studiare
They shouldn’t study Essi non dovrebbero studiare

La forma interro negativa contratta diventa:


Shouldn’t I study? Non dovrei studiare?
Shouldn’t you study Non dovresti studiare?
Shouldn’t he study? Non dovrebbe lui studiare?
Shouldn’t she study? Non dovrebbe lei studiare?
Shouldn’t it study? Non dovrebbe esso studiare?
Shouldn’t we study? Non dovremmo noi studiare?
Shouldn’t you study? Non dovresti studiare?
Shouldn’t they study? Non dovrebbero loro studiare?

Quando si usa SHOULD? SHOULD si usa per:


You should buy a new pair of trousers. The ones you

468
Dare consigli o are wearing are too old.
suggerimenti Dovresti acquistare un nuovo paio di pantaloni. Quelli
che indossi sono troppo vecchi.
It should be rainy tomorrow. Let’s take an umbrella
with us.
Per esprimere probabilità
Dovrebbe piovere domani. Portiamoci un ombrello con
noi.
John should be at home now.
Per esprimere supposizione
John dovrebbe essere a casa ora.
Si usa nel periodo ipotetico If you should come, please let me know.
di II tipo Se dovessi venire, per favore, avvisami.
Un altro modo per esprimere la forma del
condizionale in inglese del verbo DOVERE oltre a
SHOULD è OUGHT TO.
Questo verbo ha una costruzione grammaticale
differente da SHOULD in quanto viene utilizzato
come verbo SEMI MODALE cioè come quel verbo
che possiede due possibili costruzioni per fare la
forma interrogativa: o usare il DO / DOES oppure
quella di anteporre OUGHT e poi il soggetto (come i
verbi MODALI).
Passiamo a fare un esempio:

Io dovrei leggere più libri.


I ought to read more books.

Passiamo alla coniugazione dell’intero verbo nella


forma affermativa.
I ought to study Io dovrei studiare
You ought to study Tu dovresti studiare
He ought to study Lui dovrebbe studiare
She ought to study Lei dovrebbe studiare
It ought to study Esso dovrebbe studiare
We ought to study Noi dovremmo studiare
You ought to study Voi dovreste studiare
They ought to study Essi dovrebbero studiare

La forma negativa si ottiene utilizzando il DO o il


DOES come nella tabella:
I don’t ought to study Io non dovrei studiare
You don’t ought to study Tu non dovresti studiare

469
She doesn’t ought to study Lei non dovrebbe studiare
It doesn’t ought to study Esso non dovrebbe studiare
We don’t ought to study Noi non dovremmo studiare
You don’t ought to study Voi non dovreste studiare
They don’t ought to study Essi non dovrebbero studiare

L’altra versione della forma negativa è:


I ought not study Io non dovrei studiare
You ought not study Tu non dovresti studiare
He ought not study Lui non dovrebbe studiare
She ought not study Lei non dovrebbe studiare
It ought not study Esso non dovrebbe studiare
We ought not study Noi non dovremmo studiare
You ought not study Voi non dovreste studiare
They ought not study Essi non dovrebbero studiare

La forma interrogativa invece si ottiene o


utilizzando l’ausiliare DO/DOES oppure invertendo il
soggetto con in verbo come nella tabella:
Do I ought to study? Dovrei io studiare?
Do you ought to study? Dovresti tu studiare?
Does he ought to study? Dovrebbe lui studiare?
Does she ought to study? Dovrebbe lei studiare?
Does it ought to study? Dovrebbe esso studiare?
Do we ought to study? Dovremmo noi studiare?
Do you ought to study? Dovreste voi studiare?
Do they ought to study? Dovrebbero loro studiare?

Oppure:
Ought I study? Dovrei io studiare?
Ought you study? Dovresti tu studiare?
Ought he study? Dovrebbe lui studiare?
Ought she study? Dovrebbe lei studiare?
Ought it study? Dovrebbe esso studiare?
Ought we study? Dovremmo noi studiare?
Ought you study? Dovreste voi studiare?
Ought they study? Dovrebbero loro studiare?
Quindi fate attenzione a quando usate le due forme
del condizionale. Ricordatevi sempre che: se usate
SHOULD dovete inserire l’infinito del verbo senza il
TO. Se usate OUGHT TO dovete mettere l’infinito
nella sua forma piena.

470
I should study Dovrei studiare
I ought to study Dovrei studiare

Un altro modo per esprimere il condizionale in


inglese a in forma sicuramente più limitata rispetto
a SHOULD è HAD BETTER.
Non so quanti di voi abbiano mai sentita. La
costruzione si questo verbo sembra anomala:
HAD Forma passata del verbo “Avere”
BETTER Comparativo di maggioranza

Volendo pur tentare di ricavare il significato di


questa espressione traducendo singolarmente i
singoli elementi purtroppo diventa impossibile e
allora l’unica formula nonchè l’unico modo è quella
di saperla a memoria.
HAD BETTER = FARESTI MEGLIO

Viene usata quando si vuole dare un consiglio o


suggerimento a qualcuno.
You had better take an umbrella with
Faresti meglio a portarti l’ombrello.
you.

Vediamo la coniugazione di questo verbo:


I had better study Farei meglio a studiare
You had better study Faresti meglio a studiare
He had better study Lui farebbe meglio a studiare
She had better study Lei farebbe meglio a studiare
It had better study Esso farebbe meglio a studiare
We had better study Noi faremmo meglio a studiare
You had better study Voi fareste meglio a studiare
They had better study Essi farebbero meglio a studiare

La forma negativa si ottiene invece mettendo il


NOT subito dopo HAD come nella tabella:
I had better not study Farei meglio a non studiare
You had beter not study Tu faresti meglio a non studiare
He had better not study Lui farebbe meglio a non studiare

471
She had better not study Lei farebbe meglio a non studiare
It had better not study Esso farebbe meglio a non studiare
We had better not study Noi faremmo meglio a non studiare
You had better not study Voi fareste meglio a non studiare
They had better not study Essi farebbero meglio a non studiare

Come si può ben notare, il NOT della negazione si


colloca subito il comparativo BETTER e non in
mezzo ai due elementi proprio perchè vuol lasciar
intendere che la suddetta costruzione è
inseparabile.
Inoltre vi ricordo che SHOULD ha un carattere più
generico e ancche moralistico. Esprime anche un
tipo di condotta che si dovrebbe seguire. HAD
BETTER è solo per uso ristretto e limitato per dare
consigli o suggerimenti. Non potrei mai dire:
PEOPLE HAD BETTER WEAR HELMETS in quanto
non è un consiglio ma bensì una condotta morale e
quindi solo SHOULD può essere usato.
Ultimo verbo che esprime senso di DOVERE è
“OWING TO” e lo vediamo nel prossimo paragrafo.
6.4. Altre forme di dovere
Esistono altre forme verbali che esprimono DOVERE
e sono:
Quando si vuole un dovere stabilito. E’ usato per indicare
l’orario di partenza e di arrivo dei mezzii di trasporto (treni,
bus etc.)
The bus is due to leave at 1.00 p.m
TO BE DUE TO Il Pullman deve partire alle ore 13.
Quando si vuole esprimere una conseguenza di un’azione.
We couldn’t reach the airport due to the fog.
Non riuscimmo a raggiungere l’aeroporto a causa della
nebbia
E’ usato per esprimere DOVERE MORALE nei confronti di
qualcuno.
I owe you my life.
Ti devo la vita.
E’ usato per indicare un dovere finanziario.
OWING TO I owe you 10 pounds.
Ti devo 10 sterline
A causa di.
Owing to the fog i couldn’t go out.

472
A causa della pioggia non sono riuscito a uscire

Prima di passare a trattare dell’ultima forma di


DOVERE passiamo a coniugare il verbo OWE TO in
tutte e quattro le forme.
Questo verbo ha la stessa struttura e forma del
verbo ordinario e quindi utilizza gli ausiliari DO e
DOES nelle forme negative e interrogative.
I owe /Ai ou/ Io devo
You owe /gliu ou/ Tu devi
He owes /hi ous/ Lui deve
She owes /sci ous/ Lei deve
It owes /it ous/ Esso deve
We owe /ui ou/ Noi dobbiamo
You owe /gliu ou/ Voi dovete
They owe /dei ou/ Essi devono

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il DO o il DOES come nella tabella:
I don’t owe Io devo
You don’t owe Tu non devi
He doesn’t owe Lui non deve
She doesn’t owe Lei non deve
It doesn’t owe Esso non deve
We don’t owe Noi non dobbiamo
You don’t owe Voi non dovete
They don’t owe Essi non devono

La forma interrogativa si ottiene con il Do e DOES


più soggetto e il verbo.
Do i owe? Devo io?
Do you owe? Devi tu?
Does he owe? Deve lui?
Does she owe? Deve lei?
Does it owe? Deve esso?
Do we owe? Dobbiamo noi?
Do you owe? Dovete voi?
Do they owe? Devono loro?

La forma interro negativa si ottiene invece


inserendo il NOT subito dopo il soggetto come nella

473
tabella:
Do I not owe? Non devo io?
Do you not owe? Non devi tu?
Does he not owe? Non deve lui?
Does she not owe? Non deve lei?
Does it not owe? Non deve esso?
Do we not owe? Non dobbiamo noi?
Do you not owe? Non dovete voi?
Do they not owe? Non devono loro?

La forma contratta interro negativa si ottiene:


Don’t I owe? Non devo io?
Don’t you owe? Non devi tu?
Doesn’t he owe? Non deve lui?
Doesn’t she owe? Non deve lei?
Doesn’t it owe? Non deve esso?
Don’t we owe? Non dobbiamo noi?
Don’t you owe? Non dovete voi?
Don’t they owe? Non devono loro?

Un altro tempo verbale che esprime Dovere è


sicuramente TO BE SUPPOSED TO che viene
utilizzato per esprimere un’azione che è stata
accordata in precedenza di fare da due persone.

Ex. We are supposed to meet at 7 p.m.


Dobbiamo incontrarci alle ore 19.

Visto che il prmo verbo è sicuramente un ausiliare


(TO BE), la sua formazione è tipica dei verbi
ausiliari e quindi avremo:
I am supposed to leave Devo partire
You are supposed to leave Tu devi partire
He is supposed to leave Lui deve partire
She is supposed to leave Lei deve partire
It is supposed to leave Esso deve partire
We are supposed to leave Noi dobbiamo partire
You are supposed to leave Voi dovete partire
They are supposed to leave Essi devono partire

La forma interrogativa si ottiene invertendo il verbo

474
con il soggetto:
Am I supposed to leave? Devo io partire?
Are you supposed to leave? Devi tu partire?
Is he supposed to leave? Deve lui partire?
Is she supposed to leave? Deve lei partire?
Is it supposed to leave? Deve esso partire?
Are we supposed to leave? Dobbiamo noi partire?
Are you supposed to leave? Dovete voi partire?
Are they supposed to leave? Devono loro giocare?

La forma negativa si ottiene aggiungendo NOT


subito dopo il verbo come nella tabella:
I am not supposed to leave Io non devo partire
You are not supposed to leave Tu non devi partire
He is not supposed to leave Lui non deve partire
She is not supposed to leave Lei non deve partire
It is not supposed to leave Esso non deve partire
We are not supposed to leave Noi non dobbiamo partire
You are not supposed to leave Voi non dovete partire
They are not supposed to leave Essi non devono partire

La forma interro negativa si ottiene:


Am i not supposed to leave? Non devo io partire?
Are you not supposed to leave? Non devi tu partire?
Is he not supposed to leave? Non deve lui partire?
Is she not supposed to leave? Non deve lei partire?
Is it not supposed to leave? Non deve esso partire?
Are we not supposed to leave? Non dobbiamo noi partire?
Are you not supposed to leave? Non dovete voi partire?
Are they not supposed leave? Non devono loro partire?

La forma contratta affermativa è:


I’m supposed to leave Io devo partire
You’re supposed to leave Tu devi partire
He’s supposed to leave Egli deve partire
She’s supposed to leave Ella deve partire
It’s supposed to leave Esso deve partire
We’re supposed to leave Noi dobbiamo partire
You’re supposed to leave Voi dovete partire
They’re supposed to leave Essi devono partire

La forma contratta negativa si ottiene:


I’m not supposed to leave Io non devo partire
You aren’t supposed to leave Tu non devi partire

475
He isn’t supposed to leave Egli non deve partire
She isn’t supposed to leave Ella non deve partire
It isn’t supposed to leave Esso non deve partire
We aren’t supposed to leave Noi non dobbiamo partire
You aren’t supposed to leave Voi non dovete partire
They aren’t supposed to leave Essi non devono partire

La forma interro negativa si ottiene:


Aren’t I supposed to leave? Non devo partire?
Aren’t you supposed to leave? Non devi partire?
Isn’t he supposed to leave? Non deve partire lui?
Isn’t she supposed to leave? Non deve partire lei?
Isn’t it supposed to leave? Non deve esso partire
Aren’t we supposed to leave? Non dobbiamo noi partire?
Aren’t you supposed to leave? Non dovete voi partire?
Aren’t they supposed to leave? Non devono essi partire?

Con lo stesso significato e quindi “DOVERE” oltre a


quelli su menzionati abbiamo anche: TO BE TO
“I am to leave “ Devo partire.

Coniughiamo questo verbo nelle sue forme:


I am to leave Devo partire
You are to leave Devi partire
He is to leave Deve partire
She is to leave Lei deve partire
It is to leave Esso deve partire
We are to leave Noi dobbiamo partire
You are to leave Voi dovete parlare
They are to leave Essi devono partire

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il verbo essere come nella tabella
I am not to leave Io non devo partire
You are not to leave Tu non devi partire
He is not to leave Lui non deve partire
She is not to leave Lei non deve partire
It is not to leave Esso non deve partire
We are not to leave Noi non dobbiamo partire
You are not to leave Voi non dovete partire
They are not to leave Essi non devono partire

La forma interrogativa si ottiene invertendo il verbo

476
con il soggetto come nell’esempio:
Am I to leave? Devo io partire?
Are you to leave? Devi partire?
Is he to leave? Deve lui partire?
Is she to leave? Deve lei partire?
Is it to leave? Deve esso partire?
Are we to leave? Dobbiamo partire noi?
Are you to leave? Dovete voi partire?
Are they to leave? Devono essi partire?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo


NOT subito dopo il soggetto, proprio come accade
per il verbo essere e quindi:
Am I not to leave? Non devo io partire?
Are you not to leave? Non devi tu partire?
Is he not to leave? Non deve lui partire?
Is she not to leave? Non deve lei partire?
Is it not to leave? Non deve essere partire?
Are we not to leave? Non dobbiamo noi partire?
Are you not to leave? Non dovete partire?
Are they not to leave? Non devono loro partire?

Inoltre il verbo DOVERE può essere espresso anche


con alter forme verbali quali:
To be obliged to Essere obbligati a
To be compelled to Essere costretti
To be forced Essere obbligati a

Adesso prima di lasciare il verbo DOVERE


definitivamente, dobbiamo ancora concludere il
nostro capitolo con un altro verbo che è SHALL.
6.5. SHALL
Abbiamo accennato, ma non espressamente parlato
di SHALL quando ci siamo riferiti al futuro.
Ovviamente abbiamo deciso di trattare questo
argomento in maniera successiva semplicemente
perchè questo verbo ha doppi connotati: può
esprimere sia il verbo FUTURO ormai però caduto in
disuso se non in particolari espressioni, e il verbo

477
DOVERE anche qui però con forma arcaica.
Partiamo dalla coniugazione del verbo nelle sue
quattro forme:
I shall go /Ai Shell go/ Io devo andare
You shall go /Gliu shell go/ Tu devi andare
He shall go /Hi shell go/ Lui deve andare
She shall go /shi shell go/ Lei deve andare
It shall go /it shell go/ Esso deve andare
We shall go /Ui shell go/ Noi dobbiamo andare
You shall go /gliu shell go/ Voi dovete andare
They shall go /dei shell go/ Essi devono andare

La forma interrogativa, si ottiene invertendo il


primo elemento verbale: SHALL con il soggetto
come nella seguente tabella:
Shall I go? Devo io andare?
Shall you go? Devi andare?
Shall he go? Deve andare lui?
Shall she go? Deve lei andare?
Shall it go? Deve esso andare?
Shall we go? Dobbiamo noi andare?
Shall you go? Dovete voi andare?
Shall they go? Devono loro andare?

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT


subito dopo SHALL e quindi:
I shall not go Io non devo andare
You shall not go Tu non devi andare
He shall not go Lui non deve andare
She shall not go Lei non deve andare
It shall not go Essonon deve andare
We shall not go Noi non dobbiamo andare
You shall not go Voi non dovete andare
They shall not go Essi non devono andare

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


verbo SHALL con il soggetto e mettendo il NOT
subito dopo di esso come nella seguente tabella:
Shall I not go? Non devo io andare?
Shall you not go? Non devi tu andare?
Shall he not go? Non deve lui andare?
Shall she not go? Non deve lei andare?

478
Shall it not go? Non deve esso andare?
Shall we not go? Non dobbiamo noi andare?
Shall you not go? Non dovete voi andare?
Shall they not go? Non devono loro andare?

Come si può ben notare il verbo SHALL si comporta


proprio come i verbi modali, il FUTURO e i verbi
ausiliari. E’ un verbo indipendente nella costruzione
della foma interrogativa e interro negativa.
Vediamo adesso quando si usa questo verbo:
SHALL si usa per:
Per esprimere una propria volontà o Shall I help you with your heavy bags?
decisione a compiere un’azione Ti aiuto con le tue valigie pesanti?
Per esprimere un invito a compiere Shall we go to the cinema?
un’azione? Andiamo al cinema?
He shall go to London next week.
Esprime una forma arcaica del verbo
Deve andare a Londra la settimana
DOVERE
prossima.

NB. Il tempo verbale SHALL può essere usato solo


per la prima persona singolare e plurale, quando
parliamo del verbo FUTURO. Perchè per le altre
persone e quindi: (HE, SHE IT, THEY) il verbo
assume il significato di DOVERE.
Ancora oggi troviamo l’uso di SHALL ma
esclusivamente nell’uso legale per esprimere una
pena perentoria.
La forma negativa contratta di SHALL è SHAN’T =
(SHALL NOT)
Chiudiamo la rassegna del verbo DOVERE con la
tabella riepilogativa per passare all’ultimo verbo
modale, nonchè ultimo argomento per questo
volume che è il verbo VOLERE.
6.7.TABELLA RIEPILOGATIVA VERBO DOVERE
MUST TO HAVE TO
Esprime un dovere che deriva da un’altra
persona o circostanza esterna
You have to wear helmet when you drive
Esprime un dovere che deriva dalla a motorbike.

479
persona. Devi usare il casco quando guidi la
Ex. You must study. motocicletta.
Tu devi studiare
Per esprimere un’azione che avviene
Esprime un invito convincente. ripetutamete e quindi con l’uso degli
This movie is great. You must see it. avverbi di frequenza.
Questo film è fantastico. Devi Ex. I always have to get up early in the
assolutamente vederlo. morning to go to work.
Devo alzarmi sempre presto la mattina
Esprime un divieto a compere un’azione. per andare a lavoro.
Ex. You mustn’t walk on the grass.
Non devi calpestare l’erba
Quando si vuole chiedere su un evento
necessario.
Esprime un rimprovero. Ex. Do you have to go out tonight?
Devi uscire stasera?
Ex. Must you go out tonight?
Devi uscire per forza stasera? Quando non c’è nessità a compiere
un’azione.
Ex. You don’t have to turn on the
thermostat. It is not so hot.
Non è necessario che tu accenda I
riscaldamenti. Non fa molto caldo.

SHALL SHOULD
Per esprimere una propria volontà o
decisione a compiere un’azione Per esprimere consigli o suggerimenti.
Shall I help you? You should study more.
Ti aiuto? Dovresti studiare di più.

Per esprimere un invito a compiere Per esprimere una probabilità o


un’azione? supposizione.
Shall we go out? They should be at home now.
Usciamo? Dovrebbero essere a casa ora.

Esprime una forma arcaica del verbo Nel periodo ipotetico di secondo tipo.
DOVERE. Ex. If you should come, please let me
Ex. He shall study. know.
Lui deve studiare. Se dovessi venire, per favore avvisami.

480
Parte VII – Verbi Modali (Want – Will – Wish-
Would Like)
7.1. VOLERE “WILL”
Il verbo volere è il terzo e ultimo verbo modale in
questione. Dopo di loro abbiamo i verbi semi
modali che non saranno trattati in questo volume
ma bensì saranno trattati nel terzo volume di I
LOVE ENGLISH VOL. 3: I VERBI FRASALI.
Il verbo Volere, pur appartendendo alla categoria
dei VERBI MODALI ha una caratteristica
leggermente diversa rispetto ai due precedenti.
Mentre CAN e MUST si comportano come verbi
ausiliari nella formazione della frase interrogativa,
e ineterro negativa, il verbo VOLERE al contrario ha
bisogno del DO e del DOES (quando utilizziamo
WANT e WISH) mentre per gli altri due: (WOULD
LIKE e WILL), i due verbi seguono le stesse
caratteristiche di CAN e MUST.
Anche il verbo VOLERE, come gli altri, non ha tutti i
tempi verbali ma bensì un presente e un
condizionale. Come primo tempo verbale, in
questione, passiamo a trattare del verbo WILL.
Questo verbo, lo abbiamo già incontrato quando ci
siamo affacciati al futuro e abbiamo detto che la
forma interrogativa si ottiene invertendo il primo
elemento verbale con il soggetto. Onde evitare di
essere ripetitivi sulla costruzione di questo tempo
verbale, che come detto poc’anzi è uguale a quella
del futuro per cui vi invito a riallacciarvi a tale
capitolo, in questa sede e per questo tempo
verbale, mi limiterò a dire i due casi di utilizzo nel
verbo VOLERE di WILL.
Quando si usa WILL? WILL si usa per:

481
Chiedere a qualcuno di compiere Will you open the window?
un’azione Vuoi aprire la finestra?
Will you have a cup of coffee?
Quando si offre qualcosa a qualcuno
Vuole una tazza di caffè?

Un altra forma per esprimere il verbo VOLERE è


sicuramente “WANT”.
7.2. “WANT”
Il verbo TO WANT è un verbo modale regolare.
Indica, come tempo verbale il PRESENTE, ma con
l’aggiunta della desinenza –ED alla radice del verbo
assume valore di PASSATO.
Il verbo WANT per quanto sia un verbo modale, per
effettuare la forma interrogativa e negativa,
necessita dell’asuiliare DO e DOES proprio come i
verbi ordinari.
Passiamo alla rassegna di una semplice frase
italiana e con la relativa traduzione in inglese.
Ex. I want to study English. Io voglio studiare l’inglese.

Come si può ben notare la traduzione dall’italiano


all’inglese, in questo caso, è uguale e dopo il verbo
WANT (volere) abbiamo l’infinito proprio come in
lingua italiana.

La regola generale per costituire una frase con il


verbo WANT è:

SOGGETTO + WANT + TO + INFINITO

Passiamo alla coniugazione di questo verbo per


tutti i quattro tempi verbali: forma affermativa,
interrogativa, negativa, interro negativa del
suddetto verbo.
I want to study /Ai uont tu stadi/ Io voglio studiare
You want to study /gliu uont tu stadi/ Tu vuoi studiare

482
He wants to study /hi uonts tu stadi/ Lui vuole studiare
She wants to study /sci uonts tu stadi/ Lei vuole studiare
It wants to study /it uonts tu stadi/ Esso vuole studiare
We want to study /ui uont tu stadi/ Noi vogliamo studiare
You want to study /gliu uont tu stadi/ Voi volete studiare
They want to study /dei uont tu stadi/ Essi vogliono studiare

La forma negativa si ottiene mettendo il NOT subito


dopo il DO come nella seguente tabella:
I do not want to study Io non voglio studiare
You do not want to study Tu non vuoi studiare
He does not want to study Lui non vuole studiare
She does not want to study Lei non vuole studiare
It does not want to study Esso non vuole studiare
We do not want to study Noi non vogliamo studiare
You do not want to study Voi non volete studiare
They do not want to study Essi non vogliono studiare

La forma interrogative si ottiene invertendo il primo


elemento verbale con il soggetto come nella tabella
seguente:
Do I want to study? Voglio studiare?
Do you want to study? Vuoi studiare?
Does he want to study? Vuole lui studiare?
Does she want to study? Vuole lei studiare?
Does it want to study? Vuole esso studiare?
Do we want to study? Vogliamo noi studiare?
Do you want to study? Volete voi studiare?
Do they want to study? Vogliono loro studiare?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


verbo con il soggetto e mettendo il NOT subito
dopo il soggetto come nella seguente tabella:
Do I not want to study? Non voglio io studiare?
Do you not want to study? Non vuoi studiare?
Does he not want to study? Non vuole lui studiare?
Does she not want to study? Non vuole lei studiare?
Does it not want to study? Non vuole esso studiare?
Do we not want to study? Non vogliamo noi studiare?
Do you not want to study? Non volete voi studiare?
Do they not want to study? Non vogliono loro studiare?

La forma del passato remoto di questo verbo si

483
ottiene aggiungendo la desinenza ED alla radice del
verbo come nella tabella:
I wanted Io volevo
You wanted Tu volevi
He wanted Lui voleva
She wanted Lei voleva
It wanted Esso voleva
We wanted Noi volevamo
You wanted Voi volevate
They wanted Essi volevano

La forma interrogativa passata si ottiene con


l’ausiliare DID più il soggetto, più il verbo all’infinito
come in tabella:
Did i want to study? Volevo io studiare?
Did yo want to study? Volevi tu studiare?
Did he want to study? Voleva lui studiare?
Did she want to study? Voleva lei studiare?
Did it want to study? Voleva esso studiare?
Did we want to study? Volevamo noi studiare?
Did you want to study? Volevate voi studiare?
Did they want to study? Volevano loro studiare?

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT


subito dopo il DID proprio come nella seguente
tabella:
I did not want to study Io non volevo studiare
You did not want to study Tu non volevi studiare
He did not want to study Lui non voleva studiare
She did not want to study Lei non voleva studiare
It did not want to study Esso non voleva studiare
We did not want to study Noi non volevamo studiare
You did not want to study Voi non volevate studiare
They did not want to study Essi non volevano studiare

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


DID con il soggetto e poi aggiungendo il NOT come
nella tabella seguente:
Did I not want to study? Non volevo io studiare?
Did you not want to study? Non volevi tu studiare?
Did he not want to study? Non voleva lui studiare?
Did she not want to study? Non voleva lei studiare?

484
Did it not want to study? Non voleva esso studiare?
Did we not study? Non volevamo noi studiare?
Did you not want to study? Non volevate voi studiare?
Did they not want to study? Non volevano loro studiare?

Dall’analisi strutturale che abbiamo appena visto


possiamo ricavare la regola base anche per la
forma interrogativa che per quella negativa.

FORMA NEGATIVA:

SOGGETTO + DO + NOT + WANT + TO +


INFINITO

FORMA INTERROGATIVA:

DO/DOES + SOGGETTO + WANT + TO +


INFINITO

Il verbo WANT è un verbo flessivo nel senso che,


quando procediamo con la coniugazione in forma
affermativa, alla terza persona singolare il verbo
prende la “S”

Quando si usa il verbo “WANT”? Il verbo WANT si


usa per:
Per esprimere la volontà a compiere I want to go to the cinema.
un’azione Voglio andare al cinema.
Do you want some cake?
Per offrire qualcosa
Vuoi della torta?
Do you want to come to the cinema with
Per informarci sulla volontà di una
me?
persona a compiere un’azione
Vuoi venire al cinema con me?

Quando vogliamo che qualcuno faccia qualcosa per


noi usiamo la seguente costruzione:

SOGG + WANT + COMPLEMENTO OGGETTO +

485
TO + INFINITO

Vediamo di comprendere al meglio questa struttura


che sembra discostarsi notevolmente da quella
italiana.
Io voglio che tu legga questo libro. I want you to read this book.

In italiano, come ben si può notare abbiamo la


presenza del congiuntivo. Questo tempo verbale in
inglese non esiste ma a questo punto non si tratta
di mancanza di tempo verbale quanto di una
struttura completamente differente. Ad un parlante
di lingua italiana verrebbe spontaneo di tradurre
quella frase con:
I want that you read this book, trasportando di pari
passo la costruzione italiana nella lingua inglese.
Ovviamente la traduzione su menzionata è errata e
non esiste prorpio perchè in inglese esiste la
formula del complemento + to + infinito.
Lo stesso dicasi per la forma negativa. Quando
vogliamo che qualcuno non compia un’azione
usiamo questa struttura:

SOGGETTO + DO/DOES + NOT +


COMPLEMENTO + TO + INFINITO

I do not want you to go out on


Non voglio che tu esca i sabati.
Saturdays.

Oppure con la forma interrogativa:

DO / DOES + SOGGETTO + COMPLEMENTO +


TO + INFINITO

Ex. Do you want me to study? Vuoi che io studi?

486
Adesso vi chiederete: ma per chiedere a qualcuno
di compiere un’azione non si usava WILL? Beh,
certo ma adesso metteremo a confronto i due
tempi verbali: WANT e WILL sul concetto di far fare
un’azione. Prenderemo la stessa frase come
modello e la tradurremo in entrambi i modi
spiegandone le differenze
WILL WANT
Do you want to open the window?
Will you open the window? Vuoi aprire la finestra?
Vuoi aprire la finestra?
In questo caso ci stiamo semplicemente
In questo caso io sto chiedendo ad una informando sulla volontà della persona a
persona di voler compiere un’azione per voler aprire la finestra. Può darsi che
me. Forse io ho caldo e le chiedo di vediamo la persona avere caldo e le
aprirmi la finestra. chiediamo se sente la necessità di aprire
la finestra

Quindi come si può ben notare è molto importante


l’oggetto della comunicazione verbale, anche
perchè in inglese ciascun tempo verbale
corrisponde a un qualcosa di diverso e quindi in
base al verbo che si sceglie di utilizzare un parlante
inglese capisce un determinato messaggio. Ecco
perchè l’attenzione sui verbi deve essere fatta
proprio per non creare fraintendimenti tra un
parlante italiano e quello inglese.
Il verbo WANT non ha una sua personale forma
contratta come MUST e CAN o SHOULD ma la sua
forma negativa contratta si ottiene come quella dei
normali verbi ordinari e cioè DO / DOES + NOT
ovvero:

DON’T WANT DOESN’T WANT DIDN’T WANT

E quindi anche nella coniugazione (in forma


contratta), avremo solo due forme: negative e

487
interro negativa.
I don’t want Io non voglio
You don’t want Tu non vuoi
He doesn’t want Egli non vuole
She doesn’t want Ella non vuole
It doesn’t want Esso non vuole
We don’t want Noi non vogliamo
You don’t want Voi non volete
They don’t want Essi non vogliono

La forma interro negativa sarà:


Don’t I want? Non voglio io?
Don’t you want? Non vuoi tu?
Doesn’t he want? Non vuole lui?
Doesn’t she want? Non vuole lei?
Doesn’t it want? Non vuole esso?
Don’t we want? Non vogliamo noi?
Don’t you want? Non volete voi?
Don’t they want? Non vogliono loro?

Al passato remoto avremo:


Didn’t I want? Non volevo io?
Didn’t you want? Non volevi tu?
Didn’t he want? Non voleva lui?
Didn’t she want? Non voleva lei?
Didn’t it want? Non voleva esso?
Didn’t we want? Non volevamo noi?
Didn’t you want? Non volevate voi?
Didn’t they want? Non volevano loro?

La forma negativa sarà:


I didn’t want Io non volevo
You didn’t want Tu non volevi
He didn’t want Lui non voleva
She didn’t want Lei non voleva
It didn’t want Esso non voleva
We didn’t want Noi non volevamo
You didn’t want Voi non volevate
They didn’t want Essi non volevano

Adesso lasciamo il verbo WANT per dedicarci al


condizionale che è WOULD LIKE.
7.3. WOULD LIKE (VORREI)

488
Questo rappresenta il condizionale del verbo
VOLERE. Nasce dall’unione di due verbi: WOULD e
LIKE che uniti danno il significato di VORREI.
Questo verbo è seguito dal “TO” quindi avremo: I
WOULD LIKE TO più l’infinito del verbo.

SOGGETTO + WOULD + LIKE + TO +


INFINITO

I would like to study English. Vorrei studiare Inglese.

Coniughiamo questo verbo nelle sue quattro forme:


I would like to study /Ai vud laik tu staid/ Io vorrei studiare
You would like to study /gliu vud laik tu stadi/ Tu vorresti studiare
He would like to study /hi vud laik tu stadi/ Lui vorrebbe studiare
She would like to study /sci vud laik tu stadi/ Lei vorrebbe studiare
It would like to study /it vud laik tu stadi/ Esso vorrebbe studiare
We would like to study /we vud laik tu stadi/ Noi vorremmo studiare
You would like to study /gliu vud laik tu stadi/ Voi vorreste studiare
They would like to study /dei vud laik tu stadi/ Essi vorrebbero studiare

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT


subito dopo il WOULD come nella tabella:
I would not like to study Non vorrei studiare
You would not like to study Tu non vorresti studiare
He would not like to study Lui non vorrebbe studiare
She would not like study Lei non vorrebbe studiare
It would not like to study Esso non vorrebbe studiare
We would not like to study Noi non vorremmo studiare
You would not like to study Voi non vorreste studiare
They would not like to study Essi non vorrebbero studiare

La forma interrogativa si ottiene invertendo il


WOULD con il soggetto come in tabella:
Would I like to study? Vorrei io studiare?
Would you like to study? Vorresti tu studiare?
Would he like to study? Vorrebbe lui studiare?
Would she like to study? Vorrebbe lei studiare?
Would it like to study? Vorrebbe esso studiare?
Would we like to study? Vorremmo noi studiare?
Would you like to study? Vorreste studiare?

489
Would they like to study? Vorrebbero loro studiare?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il


WOULD con il soggetto e aggiungendo dopo di esso
la negazione NOT come nella tabella:
Would I not like to study? Non vorrei io studiare?
Would you not like to study? Non vorresti studiare?
Would he not like to study? Non vorrebbe lui studiare?
Would she not like to study? Non vorrebbe lei studiare?
Would it not like to study? Non vorrebbe esso studiare?
Would we not like to study? Non vorremmo noi studiare?
Would you not like to study? Non vorreste studiare?
Would they not like to study? Non vorrebbero studiare?

La forma contratta di questo verbo è sicuramente


fatta tra WOULD e NOT avendo così: WOULDN’T
LIKE come nella tabella:
I wouldn’t like to study Io non vorrei studiare
You wouldn0t like to study Tu non vorresti studiare
He wouldn0t like to study Egli non vorrebbe studiare
She wouldn’t like to study Ella non vorrebbe studiare
It wouldn’t like to study Esso non vorrebbe studiare
We wouldn’t like to study Noi non vorremmo studiare
You wouldn’t like to study Voi non vorreste studiare
They wouldn’t like to study Essi non vorrebbero studiare

La forma interro negativa si ottiene invece:


Wouldn’t I like to study? Non vorrei io studiare?
Wouldn’t you like to study? Non vorresti tu studiare?
Wouldn’t he like to study? Non vorrebbe lui studiare?
Wouldn’t she like to study? Non vorrebbe lei studiare
Wouldn’t it like to study? Non vorrebbe esso studiare?
Wouldn’t we like to study? Non vorremmo noi studiare?
Wouldn’t you like to study? Nono vorreste voi studiare?
Wouldn’t they like to study? Non vorrebbero loro studiare?

Anche il verbo WOULD LIKE, come WILL è un verbo


statico nel senso che non genera alcun tipo di
flessione quando viene coniugato alla terza persona
singolare.
Vediamo adesso di capie quando si usa questo

490
verbo:
WOULD LIKE si usa per:
I would like to live in England.
Per esprimere un desiderio
Vorrei vivere in Inghilterra
Would you like a cup of coffee?
Per offrire qualcosa
Vorresti una tazza di caffè?
Would you like to come to the cinema?
Per invitare qualcuno
Vorresti venire al cinema?

Anche qui il confronto è d’obbligo tra WANT e


WOULD LIKE TO.
WANT WOULD LIKE TO
Do you want a cup of coffee?
Would you like a cup of coffee?
Vuoi una tazza di caffè?
Vorresti una tazza di caffè?
In questa frase chiediamo informazioni
In questa frase offriamo in maniera
sulla volontà della persona se gradisce o
gentile e cortese qualcosa.
meno una tazza di caffè

Come il verbo WANT anche WOULD LIKE ha la


stessa costruzione quando vorremmo che qualcuno
facesse qualcosa per noi.
I would like you to study more. Vorrei che tu studiassi di più.

Facendo il paragone di struttura delle due frasi tra


WANT e WOULD LIKE avremo:

I want you to study hard.


I would like you to study hard.

I want you to study hard. I would like you to study hard.


Voglio che tu studi molto. Vorrei che tu studiassi molto.
In questa frase invece esprimiamo un
In questa frase esprimiamo la nostra
nostro desiderio che qualcuno faccia
volontà affinchè qualcuno debba
qualcosa. Noi vorremmo, ci piacerebbe
compiere un’azione (in questo caso
che la persona in questione studiasse si
“studiare”)
più.
Il condizionale passato si ottiene con

SOGGETTO+ WOULD + LIKE + TO + HAVE +


PART. PASSATO

491
I would like to have studied more. Mi sarebbe piaciuto studiare di più.

Coniugando questo verbo abbiamo:


I would like to have studied Io vorrei aver studiato
You would like to have studied Vorresti aver studiato
He would like to have studied Lui vorrebbe aver studiato
She would like to have studied Lei vorrebbe aver studiato
It would like to have studied Esso vorrebbe aver studiato
We would like to have studied Noi vorremmo aver studiato
You would like to have studied Voi vorreste aver studiato
They would like to have studied Essi vorrebbero aver studiato

La forma negativa si ottiene invece:


I would not like to have studied Io non vorrei aver studiato
You would not like to have studied Tu nonVorresti aver studiato
He would not like to have studied Lui non vorrebbe aver studiato
She would not like to have studied Lei non vorrebbe aver studiato
It would not like to have studied Esso non vorrebbe aver studiato
We would not like to have studied Noi non vorremmo aver studiato
You would not like to have studied Voi non vorreste aver studiato
They would not like to have studied Essi non vorrebbero aver studiato

La forma interrogativa invece si ottiene:


Would I like to have studied? Vorrei io aver studiato?
Would you like to have studied? Vorresti tu aver studiato?
Would he like to have studied? Vorrebbe lui aver studiato?
Would she like to have studied? Vorrebbe lei aver studiato?
Would it like to have studied? Vorrebbe esso aver studiato?
Would we like to have studied? Vorremmo noi aver studiato?
Would you like to have studied? Vorreste voi aver studiato?
Would they like to have studied? Vorrebbero loro aver studiato?

La forma interro negativa si ottiene invece:


Would I not like to have studied? Vorrei io non aver studiato?
Would you not like to have studied? Vorresti tu non aver studiato?
Would he not like to have studied? Vorrebbe lui non aver studiato?
Would she not like to have studied? Vorrebbe lei non aver studiato?
Would it not like to have studied? Vorrebbe esso non aver studiato?
Would we not like to have studied? Vorremmo noi non aver studiato?
Would you not like to have studied? Vorreste voi non aver studiato?
Would they not like to have studied? Vorrebbero loro non aver studiato?

Quando si usa il condizionale passato del verbo

492
WOULD LIKE per:
I would like to have studied.
Esprimere un rammarico per qualcosa
Mi sarebbe piaciuto studiare.

Oltre alla suddetta forma, possiamo avere, come


alternativa anche:
I would have liked to + infinito e quindi:
I would like to have studied Io vorrei aver studiato
You would like to have studied Vorresti aver studiato
He would like to have studied Lui vorrebbe aver studiato
She would like to have studied Lei vorrebbe aver studiato
It would like to have studied Esso vorrebbe aver studiato
We would like to have studied Noi vorremmo aver studiato
You would like to have studied Voi vorreste aver studiato
They would like to have studied Essi vorrebbero aver studiato

La forma negativa sarebbe:


I would not like to have studied Io non vorrei aver studiato
You would not like to have studied Tu nonVorresti aver studiato
He would not like to have studied Lui non vorrebbe aver studiato
She would not like to have studied Lei non vorrebbe aver studiato
It would not like to have studied Esso non vorrebbe aver studiato
We would not like to have studied Noi non vorremmo aver studiato
You would not like to have studied Voi non vorreste aver studiato
They would not like to have studied Essi non vorrebbero aver studiato

La forma interrogativa diventa:


Would I like to have studied? Vorrei io aver studiato?
Would you like to have studied? Vorresti tu aver studiato?
Would he like to have studied? Vorrebbe lui aver studiato?
Would she like to have studied? Vorrebbe lei aver studiato?
Would it like to have studied? Vorrebbe esso aver studiato?
Would we like to have studied? Vorremmo noi aver studiato?
Would you like to have studied? Vorreste voi aver studiato?
Would they like to have studied? Vorrebbero loro aver studiato?

La forma interro negativa si ottiene invece:


Would I not like to have studied? Vorrei io non aver studiato?
Would you not like to have studied? Vorresti tu non aver studiato?
Would he not like to have studied? Vorrebbe lui non aver studiato?
Would she not like to have studied? Vorrebbe lei non aver studiato?
Would it not like to have studied? Vorrebbe esso non aver studiato?
Would we not like to have studied? Vorremmo noi non aver studiato?
Would you not like to have studied? Vorreste voi non aver studiato?

493
Would they not like to have studied? Vorrebbero loro non aver studiato?

Ultimo verbo in questione per il verbo VOLERE è


sicuramente WISH che vedremo nel prossimo
paragrafo.

494
7.4. WISH (Desiderare)
Il verbo “TO WISH” è un verbo modale regolare con
il significato di DESIDERARE.
Come struttura è simile alla forma italiana nel
senso che subito dopo il verbo regge l’infinito.

SOGGETTO + WISH + TO + INFINITO

I wish to go to England. Desidero andare in Inghilterra.

Vediamo di coniugare questo verbo nelle sue


Quattro formazioni:
I wish to go to England Desidero andare in Inghilterra
You wish to go to England Tu desideri andare in Inghilterra
He wishes to go to England Lui desidera andare in Inghilterra
She wishes to go to England Lei desidera andare in Inghilterra
It wishes to go to England Esso desidera andare in Inghilterra
We wish to go to England Noi desideriamo andare in Inghilterra
You wish to go to England Voi desiderate andare in Inghilterra
They wish to go to England Essi desiderano andare in Inghilterra

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT


subito dopo il DO come nella tabella:
I do not wish to go to England Io non desidero andare in Inghilterra
You do not wish to go to England Tu non desideri andare in Inghilterra
He does not wish to go to England Lui non desidera andare in Inghilterra
She does not wish to go to England Lei non desidera andare in Inghilterra
It does not wish to go to England Esso non desidera andare in Inghilterra
Noi non desideriamo andare in
We do not wish to go to England
Inghilterra
You do not wish to go to England Voi non desiderate andare in Inghilterra
They do not wish to go to England Essi non desiderano andare in Inghilterra

La forma interrogativa si ottiene invertendo il


soggetto con il Do come nella tabella:
Do I wish to go to England? Desidero io andare in Inghilterra?
Do you wish to go to England? Desideri tu andare in inghilterra?
Does he wish to go to England? Desidera lui andare in Inghilterra?
Does she wish to go to England? Desidera lei andare in Inghilterra?

495
Does it wish to go to England? Desidera esso andare in Inghilterra?
Do we wish to go to England? Desideriamo noi andare in Inghilterra?
Do yu wish to go to England? Desiderate voi andare in Inghilterra?
Do they wish to go to England? Desiderano loro andare in Inghilterra?

La forma interro negativa al contrario si inserisce il


NOT subito dopo il soggetto come nella seguente
tabella:
Do I not wish to go to England? Non desidero io andare in Inghilterra?
Do you not wish to go to England? Non desideri tu andare in inghilterra?
Does he not wish to go to England? Non desidera lui andare in Inghilterra?
Does she not wish to go to England? Non desidera lei andare in Inghilterra?
Does it not wish to go to England? Non desidera esso andare in Inghilterra?
Non desideriamo noi andare in
Do we not wish to go to England?
Inghilterra?
Do you not wish to go to England? Non desiderate voi andare in Inghilterra?
Non desiderano loro andare in
Do they not wish to go to England?
Inghilterra?

La forma del passato si ottiene aggiungendo la


desinenza –ED alla radice principale del verbo come
nella tabella:
I wished to go to England Io desideravo andare in Inghilterra
You wished to go to England Tu desideraviandare in Inghilterra
He wished to England Lui desiderava andare in Inghilterra
She wished to go to England Lei desiderava andare in Inghilterra
It wished to England Esso desiderava andare in Inghilterra
We wished to England Noi desideravamo andare in Inghilterra
You wished to England Voi desideravate andare in Inghilterra
They wished to England Essi desideravano andare in Inghilterra

La forma negativa del verbo si ottiene aggiungendo


NOT subito dopo il DO come nella tabella:
I did not wish to go to England Io non desideravo andare in Inghilterra
You did not wish to go to England Tu non desideravi andare in Inghilterra
He did not wish to England Lui non desiderava andare in Inghilterra
She did not wish to go to England Lei non desiderava andare in Inghilterra
Esso non desiderava andare in
It did not wish to England
Inghilterra
Noi non desideravamo andare in
We did not wish to England
Inghilterra
Voi non desideravate andare in
You did not wish to England
Inghilterra
Essi non desideravano andare in
They did not wish to England
Inghilterra

496
La forma interrogativa si ottiene:
Did I wish to go to England? Desideravo io andare in Inghilterra?
Did you wish to go to England? Desideravi tu andare in Inghilterra?
Did he wish to go to England? Desiderava lui andare in Inghilterra?
Did she wish to go to England? Desiderava lei andare in Inghilterra?
Did it wish to go to England? Desiderava esso andare in Inghilterra?
Did we wish to go to England? Desideravamo noi andare in Inghilterra?
Did you wish to go to England? Desideravate voi andare in Inghilterra?
Did they wish to go to England? Desideravano loro andare in Inghilterra?

La forma interro negativa si ottiene invece:


Did I not wish to go to England? Non desideravo io andare in Inghilterra?
Did you not wish to go to England? Non desideravi tu andare in Inghilterra?
Did he not wish to go to England? Non desiderava lui andare in Inghilterra?
Did she not wish to go to England? Non desiderava lei andare in Inghilterra?
Non desiderava esso andare in
Did it not wish to go to England?
Inghilterra?
Non desideravamo noi andare in
Did we not wish to go to England?
Inghilterra?
Non desideravate voi andare in
Did you not wish to go to England?
Inghilterra?
Non desideravano loro andare in
Did they not wish to go to England?
Inghilterra?

La forma contratta del verbo sia al presente è Don’t


wish, mentre al passato è Didn’t wish.
Quando si usa WISH? WISH si usa per:
I wish to go to England.
Esprimere un desiderio
Desidero andare in Inghilterra
I wish you Merry Christmas
Esprimere un augurio
Ti auguro Buon Natale

Anche WISH come WANT ha la doppia costruzione


quando desideriamo che qualcuno faccia qualcosa
per noi.
Ex. I wish you to study more. Desidero che tu studi di più.

Con questo verbo termina la nostra trattazione dei


verbi Modali e termina così anche il presente
volume dandovi appuntamento al terzo volume “I
LOVE ENGLISH VOL.3: i verbi Frasali”. Concludiamo

497
questo volume con l’appendice dei verbi dove
ripercorriamo i verbi leggermente più ostici da
imparare.

498
Extra Content: Appendice dei
Verbi
TABELLA PERIODICA VERBI IRREGOLARI
Infinito Passato Remoto Participio Passato
Arise Arose Arisen
Be Was / were Been
Bear Bore Born
Beat Beat Beaten
Become Became Become
Begin Began Begun
Bend Bent Bent
Bet Bet Bet / betted
Bind Bound Bound
Bite bit Bitten / bit
Bleed Bled Bled
Blow Blew Blown
Break Broke Broken
Breed Bred Bred
Bring Brought Brought
Build Built Built
Burn Burnt Burnt
Burst Burst Burst
Buy Bought Bought
Cast Cast Cast
Catch Caught Caught
Choose Chose Chosen
Cling Clung Clung
Come Came Come
Cost Cost Cost
Creep Crept Crept
Cut Cut Cut
Deal Dealt Dealt
Dig Dug Dug
Do Did Done
Draw Drew Drawn
Dream Dreamt Dreamt
Drink Drank Drunk
Drive Drove Driven
Eat Ate Eaten
Fall Fell Fallen
Feed Fed Fed
Feel Felt Felt
Fight Fought Fought
Find Found Found
Fly Flew Flown

499
Forbid Forbade Forbidden
Forecast Forecast Forecast
Foresee Foresaw Foreseen
Forget Forgot Forgotten
Forgive Forgave Forgiven
Freeze Froze Frozen
Get Got Got / gotten
Give Gave Given
Go Went Gone
Grind Ground Ground
Grow Grew Grown
Hang Hung / hanged Hung / hanged
Have Had Had
Hear Heard Heard
Hit Hit Hit
Hide Hid Hidden
Hold Held Held
Hurt Hurt Hurt
Kneel Knelt Knelt
Keep Kept Kept
Know Knew Known
Lay Laid Laid
Lead Led Led
Lean Leant Leant
Leap Leapt Leapt
Learn Learnt Learnt
Leave Left Left
Lend Lent Lent
Let Let Let
Lie Lay Lain
Light Lit / lighted Lit / lighted
Lose Lost Lost
Make Made Made
Mean Meant Meant
Meet Met Met
Mistake Mistook Mistaken
Pay Paid Paid
Put Put Put
Quit Quit Quit
Read Read Read
Ride rode Ridden
Ring Rang Rung
Rise Rose Risen
Run Run Run
Saw Sawed Sawn
Say Said Said
See Saw Seen
Seek Sought Sought
Sell Sold Sold

500
Send Sent Sent
Set Set Set
Sew Sewed Sewn / sewed
Shake Shook Shaken
Shine Shone Shone
Shoot Shot Shot
Show Showed Showed / shown
Shrink Shrank Shrunk
Shut Shut Shut
Sing Sang Sung
Sink Sank Sunk
Sit Sat Sit
Sleep Slept Slept
Slide Slid Slid
Smell Smelt Smelt
speak Spoke Spoken
Spell Spelt Spelt
Spend Spent Spent
Spill Spilt Spilt
Spin Span Spun
Spit Spat Spat
Split Split Split
Spoil spoilt Spoilt
Spread Spread Spread
Stand Stood Stood
Steal Stole Stolen
Stick Stuck Stuck
Sting Stung Stung
Strike Struck Struck
Swear Swore Sworn
Sweep Swept Swept
Swell Swelled Swollen
Swim Swam Swum
Swing Swung Swung
Take Took Taken
Teach Taught Taught
Tear Tore Torn
Tell Told Told
Think Thought Thought
Thrive Throve Thriven
Throw Threw Thrown
Tread Trod Trodden / trod
Understand Understood Understood
Wake Woke Woken / waked
Wear Wore Worn
Weave Wove / weaved Woven / weaved
Weep Wept Wept
Win Won Won
Wind Wound Wound

501
Withdraw Withdrew Withdrawn
Write Wrote Written

502
VERBO ESSERE
Forma Forma
Affermativa Negativa
I am I am not
You are You are not
He is He is not
She is She is not
It is It is not
We are We are not
You are You are not
They are They are not

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Am I? Am I not?
Are you? Are you not?
Is he? Is he not?
Is she? Is she not?
Is it? Is it not?
Are we? Are we not?
Are you? Are you not?
Are they? Are they not?

503
VERBO AVERE
Forma Forma
Affermativa Negativa
I have got I have not got
You have got You have not got
He has got He has not got
She has got She has not got
It has got It has not got
We have got We have not got
You have got You have not got
They have got They have not got

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Have I got? Have I not got?
Have you got? Have you not got?
Has he got? Has he not got?
Has she got? Has she not got?
Has it got? Has it not got?
Have we got? Have we not got?
Have you got? Have you not got?
Have they got? Have they not got?

PRESENT CONTINUOUS
Forma Forma
Affermativa Negativa
I am doing I am not doing
You are doing You are not doing
He is doing He is not doing
She is doing She is not doing
It is doung It is not doung
We are doing We are not doing
You are doing You are not doing
They are doing They are not doing

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Am I doing? Am I not doing?
Are You doing? Are You not doing?
Is He doing? Is He not doing?
Is She doing? Is She not doing?
Is It doung? Is It not doung?
Are We doing? Are We not doing?
Are You doing? Are You not doing?
Are They doing? Are They not doing?

PAST CONTINUOUS

504
Forma Forma
Affermativa Negativa
I was doing I was not doing
You were doing You were not doing
He was doing He was not doing
She was doing She was not doing
It was doing It was not doing
We were doing We were not doing
You were doing You were not doing
They were doing They were not doing

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Was I doing? Was I not doing?
WereYou doing? Were You not doing?
Was He doing? Was He not doing?
Was She doing? Was She not doing?
Was It doing? Was It not doing?
Were We doing? Were We not doing?
Were You doing? Were You not doing?
Were they doing? Were they not doing?

SIMPLE PAST
Forma Forma
Affermativa Negativa
I did I did not
You did You did not
He did He did not
She did She did not
It did It did not
We did We did not
You did You did not
They did They did not

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Did I? Did I not?
Did you? Did you not?
Did he? Did he not?
Did she? Did she not?
Did it? Did it not?
Did we? Did we not?
Did you? Did you not?
Did they? Did they not?

SIMPLE PRESENT

505
Forma Forma
Affermativa Negativa
I do I do not
You do You do not
He does He does not
She does She does not
It does It does not
We do We do not
You do You do not
They do They do not

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Do I? Do I not?
Do you? Do you not?
Does he? Does he not?
Does she? Does she not?
Does it? Does it not?
Do we? Do we not?
Do you? Do you not?
Do they? Do they not?

PRESENT PERFECT SIMPLE


Forma Forma
Affermativa Negativa
I have been I have not been
You have been You have not been
He has been He has not been
She has been She has not been
It has been It has not been
We have been We have not been
You have been You have not been
They have been They have not been

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Have I been? Have I not been?
Have you been? Have you not been?
Has he been? Has he not been?
Has she been? Has she not been?
Has it been? Has it not been?
Have we been? Have we not been?
Have you been? Have you not been?
Have they been? Have they not been?

FUTURO SEMPLICE
Forma Forma
Affermativa Negativa

506
I will do I will not
You will do You will not
He will do He will not
She will do She will not
It will do It will not
We will do We will not
You will do You will not
They will do They will not

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Will I do? Will I not do?
Will you do? Will you not do?
Will he do? Will he not do?
Will she do? Will she not do?
Will it do? Will it not do?
Will we do? Will we not do?
Will you do? Will you not do?
Will they do? Will they not do?

CONDIZIONALE PRESENTE
Forma Forma
Affermativa Negativa
I would do I would not do
You would do You would not do
He would do He would not do
She would do She would not do
It would do It would not do
We would do We would not do
You would do You would not do
They would do They would not do

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Would I do? Would I not do?
Would you do? Would you not do?
Would he do? Would he not do?
Would she do? Would she not do?
Would it do? Would it not do?
Would we do? Would we not do?
Would you do? Would you not do?
Would they do? Would they not do?

FUTURO INTENZIONALE
Forma Forma
Affermativa Negativa

507
I am going to do I am not going to do
You are going to do You are not going to do
He is going to do He is not going to do
She is going to do She is not going to do
It is going to do It is not going to do
We are going to do We are not going to do
You are going to do You are not going to do
They are going to do They are not going to do

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Am I going to do? Am I not going to do?
Are you going to do? Are you not going to do?
Is he going to do? Is he not going to do?
Is she going to do? Is she not going to do?
Is it going to do? Is it not going to do?
Are we going to do? Are we not going to do?
Are you going to do? Are you not going to do?
Are they going to do? Are they not going to do?

FUTURO PROGRESSIVO
Forma Forma
Affermativa Negativa
I will be doing I will not be doing
You will be doing You will not be doing
He will be doing He will not be doing
She will be doing She will not be doing
It will be doing It will not be doing
We will be doing We will not be doing
You will be doing You will not be doing
They will be doing They will not be doing

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Will I be doing? Will I not be doing?
Will you be doing? Will you not be doing?
Will he be doing? Will he not be doing?
Will she be doing? Will she not be doing?
Will it be doing? Will it not be doing?
Will we be doing? Will we not be doing?
Will you be doing? Will you not be doing?
Will they be doing? Will they not be doing?

CONDIZIONALE PASSATO
Forma Forma
Affermativa Negativa
I would have been I would not have been
You would have been You would not have been

508
He would have been He would not have been
She would have been She would not have been
It would have been It would not have been
We would have been We would not have been
You would have been You would not have been
They would have been They would not have been

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Would I have been? Would I not have been?
Would you have been? Would you not have been?
Would he have been? Would he not have been?
Would she have been? Would she not have been?
Would it have been? Would it not have been?
Would we have been? Would we not have been?
Would you have been? Would you not have been?
Would they have been? Would they not have been?

TRAPASSATO REMOTO
Forma Forma
Affermativa Negativa
I had been I had not been
You had been You had not been
He had been He had not been
She had been She had not been
It had been It had not been
We had been We had not been
You had been You had not been
They had been They had not been

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Had I been? Had I not been?
Had you been? Had you not been?
Had he been? Had he not been?
Had she been? Had she not been?
Had it been? Had it not been?
Had we been? Had we not been?
Had you been? Had you not been?
Had they been? Had they not been?

FUTURO ANTERIORE
Forma Forma
Affermativa Negativa
I will have done I will not have done
You will have done You will not have done
He will have done He will not have done
She will have done She will not have done

509
It will have done It will not have done
We will have done We will not have done
You will have done You will not have done
They will have done They will not have done

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Will I have done? Will I not have done?
Will you have done? Will you not have done?
Will he have done? Will he not have done?
Will she have done? Will she not have done?
Will it have done? Will it not have done?
Will we have done? Will we not have done?
Will you have done? Will you not have done?
Will they have done? Will they not have done?

PRESENT PERFECT CONTINUOUS


Forma Forma
Affermativa Negativa
I have been doing I have not been doing
You have been doing You have not been doing
He has been doing He has not been doing
She has been doing She has not been doing
It has been doing It has not been doing
We have been doing We have not been doing
You have been doing You have not been doing
They have been doing They have not been doing

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Have I been doing? Have I not been doing?
Have you been doing? Have you not been doing?
Has he been doing? Has he not been doing?
Has she been doing? Has she not been doing?
Has it been doing? Has it not been doing?
Have we been doing? Have we not been doing?
Have you been doing? Have you not been doing?
Have they been doing? Have they not been doing?

CAN
Forma Forma
Affermativa Negativa
I can I cannot
You can You cannot
He can He cannot
She can She cannot
It can It cannot
We can We cannot

510
You can You cannot
They can They cannot

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Can I? Cannot I?
Can you? Cannot you?
Can he? Cannot he?
Can she? Cannot she?
Can it? Cannot it?
Can we? Cannot we?
Can you? Cannot you?
Can they? Cannot they?

MUST
Forma Forma
Affermativa Negativa
I must I must not
You must You must not
He must He must not
She must She must not
It must It must not
We must We must not
You must You must not
They must They must not

Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Must I? Must I not
Must you? Must you not?
Myst he? Myst he not?
Must she? Must she not?
Must it? Must it not?
Must we? Must we not?
Must you? Must you not?
Must they? Must they not?

WANT
Forma Forma
Affermativa Negativa
I want I do not want
You want You do not want
He wants He does not want
She wants She does not want
It wants It does not want
We want We do not want
You want You do not want
They want They do not want

511
Forma Forma
Interrogativa Interro-Negativa
Do I want? Do I not want?
Do you want? Do you not want?
Does he want? Does he not want?
Does she want? Does she not want?
Does it want? Does it not want?
Do we want? Do we not want?
Do you want? Do you not want?
Do they want? Do they not want?

512
I Love English Volume 3
Premessa
Dopo aver ampliamente trattato dei due aspetti
fondamentali della lingua inglese: Livello base e
degli aspetti verbali, questo terzo volume, è
incentrato sull’ultima parte della lingua inglese.
E’ rivolta principalmente a coloro che, dopo aver
compreso e analizzato i due precedenti volumi,
vogliono appurare il loro livello linguistico con un
livello più elevato e quindi con strutture
grammaticali più complesse.
Il terzo volume, inserito all’interno dei due volumi:
I LOVE ENGLISH VOL.1 e I LOVE ENGLISH VOL. 2,
è un manuale completamente inedito, nuovo, mai
uscito precedentemente.
Ho deciso di inserirlo all’interno dei due precedenti
volumi perché ho voluto creare un’opera che sia più
che completa e per dare al lettore, la possibilità di
poter avere, in un unico manuale, tutta la scienza
della lingua inglese affinché possa sviluppare al
meglio sia la sua capacità comunicativa: manuale
di conversazione, sia la sua capacità tecnica,
descrittiva e teorica della lingua straniera.
Si consiglia vivamente di utilizzare il terzo volume
solo ed esclusivamente dopo aver studiato i primi
due volumi: I LOVE ENGLISH: L’INGLESE A
PARTIRE DA ZERO e I LOVE ENGLISH VOL.2: I
TEMPI VERBALI poiché la descrizione, il linguaggio
e la spiegazione del terzo volume, è rivolta
principalmente ad un pubblico di livello AVANZATO.
Nel secondo volume abbiamo trattato di TEMPI
VERBALI e abbiamo concluso il nostro volume con i
verbi MODALI. In questo terzo volume

513
affronteremo i verbi preposizionali, la forma
passiva, gli aggettivi con particolare preposizione,
alcuni dei più comuni verbi frasali, i verbi semi
modali e così via. Siete pronti per scoprire questo
volume inedito? Bene, allora partiamo!

514
3.0. I VERBI SEMI MODALI
I verbi SEMI MODALI, rappresentano un miscuglio
tra I VERBI MODALI e quelli ORDINARI. Nel
secondo volume, abbiamo trattato di verbi modali e
abbiamo detto che questi ultimi, si comportano allo
stesso modo dei verbi ausiliari e a differenza dei
tradizionali tempi verbali, possiedono solo una
forma di presente, passato e condizionale.
Questi verbi (semi modali) seguono la caratteristica
sia dei verbi ordinari che quella dei modali. Adesso
li andiamo a conoscere meglio.
Il primo verbo Semi modale che andremo ad
incontrare è sicuramente il verbo NEED.
3.1. NEED
Sicuramente molti di voi avranno incontrato questo
verbo, ma pochi di voi conoscono effettivamente la
sua costruzione e il suo utilizzo.
Partiamo innanzitutto dal suo significato. In
italiano, quando noi bisogniamo di qualcosa usiamo
il verbo AVERE. In italiano io dico: HO BISOGNO
DI. Benissimo!
In inglese, al contrario questa forma italiana, viene
semplificata all’interno del verbo. In altre parole, la
frase italiana: HO BISOGNO DI..., in inglese viene
resa semplicemente con: I NEED...

Facciamo un esempio pratico.

Supponiamo di essere a casa e apriamo il


frigorifero e non troviamo il latte per fare la nostra
colazione. Parlando con il nostro inquilino diremmo:
“Non, c’è latte nel frigo! Ho bisogno del “There is no milk in the fridge. I need
latte per fare colazione” some milk for my breakfast.”

515
Dall’esempio su menzionato, si notano due
considerazioni fondamentali:

01. Il verbo NEED non ha bisogno del verbo


AVERE come in italiano
02. Il verbo NEED, non separa il verbo dal
sostantivo attraverso la preposizione,
come in Italiano

Se notate la traduzione delle due frasi (quella


italiana e quella inglese), noterete questa
distinzione.
Un’altra caratteristica del verbo NEED è la sua
costruzione grammaticale. Siccome parliamo di un
verbo Semi Modale, quest’ultimo possiede due
modi per fare la forma interrogativa e negativa di
un verbo. Sicuramente vi chiederete cosa significhi
una cosa del genere ma vedendola praticamente,
vedrete che non è poi così difficile. Passiamo ai
fatti!
In passato, e quindi nel primo volume, nella
sezione della forma interrogativa dei verbi ordinari,
abbiamo detto che:
Un verbo ordinario, effettua la forma interrogativa
e negativa attraverso l’ausilio dell’ausiliare DO o
DOES, a seconda se il soggetto sia plurale o
singolare (terza persona)
Ricapitolando la formula base della forma
interrogativa dei verbi ordinari diremo:

DO / DOES + SOGGETTO + VERBO +


COMPLEMENTO

516
Se vogliamo rapportare questa formula base al
nostro nuovo verbo avremo:
“Hai bisogno di studiare inglese?” “Do you need to study English?”

Quindi come si vede, si parte innanzitutto


dall’identificazione del soggetto della frase e poi si
procede con la scelta del giusto ausiliare. Nel
nostro caso, il nostro soggetto è “TU” per cui
l’ausiliare corretto può essere soltanto: DO.

N.B. Il “DO” si usa nelle forme negative ed


interrogative dei verbi ordinari e semi modali,
nei seguenti casi:

· DO = Prima persona singolare, plurale


e seconda persona plurale e singolare e
TERZA persona plurale. Per intenderci (I,
YOU, THEY)
· DOES = Terza persona singolare. Per
intenderci (HE, SHE, IT)

Il secondo utilizzo di NEED, è nel verbo modale.


Come accennato precedentemente nel secondo
volume dedicato ai tempi verbali, i verbi modali
seguono la stessa struttura e costruzione dei verbi
ausiliari quindi:

VERBO+ SOGGETTO + INFINITO DEL VERBO


(SENZA TO)

Quindi nel nostro caso: il verbo è NEED + soggetto


+ infintio del verbo senza To
Usando la frase precedente (1) come esempio,
avremo:
Need you study English? Hai bisogno di studiare inglese?

517
Ovviamente c’è da porre un confronto tra le due
possibili costruzioni. Quando si decide di usare
NEED come verbo MODALE, bisogna fare attenzione
perchè quest’ultimo, in questa situazione, può
essere utilizzato per esprimere irritazione,
malumore per un’azione che si deve compiere.

La forma del passato remoto del verbo NEED è


relativamente semplice. Come ben sapete, la forma
negativa ed interrogativa di un verbo ordinario alla
forma passata, si rende con DID e non con DO.
Inoltre, come espresso nel volume secondo, il
passato remoto d un verbo è sempre statico: cioè,
non aggiunge la “S” alla terza persona singolare.
Il verbo NEED, è un verbo REGOLARE. Questo
significa che per fare la forma del passato remoto e
del participio passato, basterà aggiungere alla
radice del verbo NEED, la desinenza – ED

Esempio: TO NEED (infinito) - NEEDED (passato


remoto) - NEEDED (participio pass.)
I needed you Avevo bisogno di te

Nella forma interrogativa e negativa avremo


rispettivamente:

Did you need me? Avevi bisogno di me?

Esempio:
I didn’t need you Non avevo bisogno di te

Il verbo NEED può essere anche un sostantivo e


quindi non vuol dire più: AVERE BISOGNO, come
spiegato precedentemente, ma bensì la parola

518
“BISOGNO”. In quest’ultimo caso, dobbiamo
aggiungere un’ulteriore differenza tra la lingua
italiana e quella inglese: mentre in italiano noi
diciamo: IL BISOGNO DI QUALCOSA, in inglese,
quel “DI” non viene tradotto con “OF” ma bensì con
“FOR”, quindi avremo: “A NEED FOR SOMETHING
(Sthg abbr.)”
A NEED FOR money Un bisogno di soldi

Quindi ricordate sempre che il verbo NEED, se


trattato come verbo, non è mai preceduto dal
verbo AVERE come invece accade per
l’italiano.

Il verbo NEED, è usato anche nelle forme


impersonali: ovvero con IT oppure con gli oggetti.
In quest’ultimo caso non significa AVERE BISOGNO,
come indicato nel tradizionale uso ma bensì come:
E’ NECESSARIO”. In questo contesto, il significato
di NECESSITA’ si abbina agli oggetti come un
qualcosa che deve esser fatto per ottenere un
risultato. In questo frangente, il verbo NEED, non è
più seguito dall’infinito del verbo ma bensì dal
gerundio: ovvero dall’ –ING FORM
Infatti avremo:
Questa lavatrice necessita di essere
This washing machine needs repairing
riparata

Se osservata bene la traduzione italiana, la –ING


form detiene in inglese la nostra forma composta
verbale: ESSERE + PARTICIPIO PASSATO, per cui
rende la frase inglese molto più sintetica rispetto
all’originale.
Dopo aver delineato e descritto in maniera
esaustiva il verbo NEED, passiamo adesso al

519
secondo verbo semi modale della lista che è quello
“DARE”
3.2. “DARE” – OSARE
Il verbo “DARE” è un verbo anch’esso semi modale.
Il suo significato è OSARE e viene utilizzato in
inglese nell’accezione italiana: “Io oso fare...”,
“Come osi?”
Anch’esso è un verbo regolare per cui alla fine il
passato remoto e il participio passato si ottengono
aggiungendo il suffisso – ed alla radice principale
del verbo.

TO DARE (infinito) - DARED (simple past) -


DARED (Past Participle)

Anch’esso si comporta come verbo modale e verbo


ordinario.
Viene usato come verbo modale: nelle frasi
interrogative e negative.
Viene usato come verbo ordinario in quelle:
affermative, negative e interrogative.
Quando si usa il verbo: DARE?

Il verbo DARE si usa per indicare


deplorazione, disapprovazione, rimprovero.
John dares to climb the tree John osa arrampicarsi sull’albero
Osa John arrampicarsi sull’albero? (Ord.
Does John dare to climb the tree?
Verb)
Osa John arrampicarsi sull’albero? (Mod.
Dares John climb the tree?
Verb)
John doesn’t dare to climb the tree John non osa arrampicarsi sugli alberi
John dares not climb the tree John non osa arrampicarsi sugli alberi

Allo stesso modo nella forma del passato remoto, al


posto di DO o DOES, utilizzeremo DID per tutte le
persone. Ovviamente il verbo DARE sarà all’infinito

520
del verbo senza il TO. Esempio:
He didn’t dare to reply to her Egli non osò replicare
He dared not reply to her Egli non osò replicare

In quest’ultimo caso, il verbo DARE viene


coniugato al passato in quanto non supportato
dall’ausiliare DID.
Molte volte il verbo DARE vene usato con il
significato di SFIDARE e allora avremo il verbo:
DARESAY, che si usa solo alla prima persona
singolare del tmepo presente con il significato di
probabilità, supposizione e con sfumature di ironia
e sarcasmo.
I daresay he is the cleverest man in the Scommetto che lui sia la persona più
company intelligente dell’azienda.

Bene, adesso passiamo a descrivere un altro verbo


che lascia molto spazio alla discussione. Non che
sia un verbo esclusivamente complesso ma il suo
utilizzo in inglese genera ambiguità e spesso viene
usato in maniera errata da parte di molti studenti
italiani che tendono sempre ad associare l’idea
della frase italiana al concetto di una frase inglese.
Mi sto riferendo al verbo: USED TO
3.3. USED TO
Anche questo verbo, appartiene alla famiglia dei
verbi semi modali la cui definzione, ormai, l’avete
perfettamente compresa e, se non, vi rimando al
paragrafo (3.1) del presente volume.
USED TO, è un tempo verbale che denota solo ed
esclusivamente un tempo passato. Non ha alcuna
rilevanza con il mondo presente. Se una persona
USED TO do something, vuol dire che era abituata,
era solita a fare qualcosa ma che adesso non fa
più. Assistiamo ad un cambiamento radicale di

521
un’azione passata che viene del tutto annullata
nella sfera presente.
Come tempo verbale di riferimento usiamo in
italiano: l’imperfetto che, se ricordate, è lo stesso
tempo verbale che si utilizza anche nel PAST
CONTINUOUS, ma con un’eccezione differente.

Partiamo dalla costruzione del verbo USED TO.


Come verbo ordinario, visto che USED TO, si usa
solo come forma di passato, l’unico ausiliare di
riferimento è DID e mai il DOES, nelle forme
negative, interrogative e interro negative.
I used to spend a lot of money on
Ero solito spendere molti soldi in dischi.
records

Come vedete dalla frase affermativa in alto, il


verbo USED TO è seguito dall’infinito del verbo
proprio come in italiano. Quindi il TO che è legato
al verbo non è una preposizione ma bensì una
parte dell’infinito. La frase su menzionata, inoltre,
indica un cambiamento di stato: un’azione passata
verso un’azione presente del tutto nuova. Nella
frase su menzionata, la persona in questione in
passato spendeva molti soldi in dischi ma
attualmente, non ne spende più. Probabilmente ha
cambiato il modo di acquistare la musica oppure ha
perso interesse in essa. Insomma, reca un
cambiamento. Ecco! Con questo intento deve
essere inteso questo verbo, altrimenti, la persona
che ci ascolta può fraintenderci.
Allo stesso modo, quando ci rivolgiamo alla forma
interrogativa del verbo usiamo l’ausiliare: DID con
tutti le caratteristiche di una forma interrogativa e
quindi: DID + SOGGETTO + INFINITO DEL VERBO
SENZA TO.

522
Nel nostro caso: USED TO è già passato remoto e
ce ne accorgiamo dalla presenza della “D” che si
unisce a “USE”. Quando tentiamo di fare la forma
interrogativa, dobbiamo eliminare la “D” dal verbo
in quanto, l’azione di passato remoto, è inclusa
all’interno di “DID”.
Traducendo in pratica ciò che abbiamo espresso dal
punto di vista teorico, avremo:
Eri solito spendere soldi in dischi? Did you use to spend money on records?

Lo stesso accade nella forma negativa:


Non ero solito spendere soldi in dischi I didn’t use to spend money on records

E la forma interro negativa:


Didn’t you use to spend money on
Non eri solito spendere soldi in dischi?
records?

Il tempo verbale può essere usato anche come


verbo modale e in questo caso avremo:

USED + SOGGETTO + TO + INFINITO

Facendo riferimento all’esempio su menzionato


avremo:
Used you to spend money on records? Eri solito spendere soldi in dischi?

E nella forma negativa avremo:


Lui non era solito spendere soldi in
He used not spend money on records
dischi.

La forma cambia nettamente se vogliamo riferirci


ad un’azione strettamente legata al presente e non
al passato. Premesso che USED TO rimane sempre
invariato perchè quella è la natura del verbo, chi
subisce un cambiamento è sicuramente il “TO” che
da parte di un infinito diventa preposizione e fa

523
cambiare il senso del verbo che da infinito, diventa
gerundio.
Siccome la teoria è più complessa della pratica,
passiamo a vedere rapidamente e soprattutto dal
punto di vista pratico questo fenomeno:
Prendiamo una tipica frase italiana:

Non sono abituato a fare colazione la mattina.

Questa frase, come si può ben notare reca con sè il


tempo verbale del presente semplice. Ora facendo
un confronto con USED TO, non potremmo mai
tradurre la suddetta frase semplicemente con USED
TO, perchè come detto precedentemente, USED
TO, traduce un tempo passato e quindi non
presente. Per tradurre al meglio la suddetta frase,
bisogna avvalersi di un altra costruzione linguistica:

BE USED TO + ING

Questa è la struttura adatta ed idonea alla


traduzione della frase. Voi vi chiederete: ma il TO
non è una parte dell’infinito di un verbo?
Sicuramente lo è, ma non in questo caso. In questo
caso il TO è una preposizione e, in presenza di
preposizione, il verbo che segue è alla – ING FORM.
Quindi la frase suddetta viene tradotta:

I am not used to having breakfast.

Per le regole inerenti alla – ing form si rimanda al


Volume 2 del presente libro
Un altro modo per poter tradurre la frase è
attraverso: GET USED TO + ING. E quindi:

524
I don’t get used to having breakfast

N.B. In questo caso, visto che si parla di presente e


non di passato, il DID viene sostituito da DO per
tutte le persone (tranne nella terza persona
singolare) che diventa DOES, nella forma
interrogativa e nella forma negativa nonchè interro
– negativa.

525
4.0. –ING and INFINITIVE
La caratteristica che viene spiegata a tutti è che
dopo i verbi compare sempre la forma infinitiva,
ma non è sempre vero e ci sono anche delle
eccezioni come ad esempio quei verbi che sono
seguiti dalla – ING FORM.
Nel prossimo paragrafo ci addentreremo proprio in
questa sottospecie di verbi mettendone in luce
alcune caratteristiche.
4.1. VERBI + ING FORM
I seguenti verbi sono seguiti tutti dalla – ING
FORM
Enjoy I enjoy dancing
Miss I miss reading the newspaper
Postpone I postponed writing my letters
Finish I finished reading my book
Deny I deny telling lies
Delay The company delayed sending the documents
Stop He stopped smoking
Imagine He imagined going to England
Avoid He avoided using the computer
Risk He risked closing down his business activity
Involve He involved people singing aloud
Practise He practises playing the piano
Consider He considered going to live alone
Fancy He fancies going to the cinema
Admit He admitted not telling the truth
Mind Do you mind smoking outside?
Suggest He suggested reading a new book

Anche I verbi frasali sono seguiti dal verbo alla –


ING FORM in quanto sono preceduti da una
preposizione. Esempio di verbi frasali:
GIVE UP = Rinunciare
PUT OFF = Rinviare
CARRY ON / GO ON = Continuare
KEEP ON = Continuare ripetutamente a fare una
cosa.

526
Esempio:
Julia gave up smoking Giulia ha smesso di fumare
Non possiamo continuare a vivere in
We can’t go on living like this!
questa maniera
Don’t keep on interrupting me! Non interrompermi!

Due considerazioni a parte vanno fatte per i verbi:


STOP e MIND.
Il verbo MIND, in inglese è usato in varie
occasioni. Molto spesso lo si usa nel linguaggio
formale linguistico e richiede due particolari tipi di
costruzione: o il presente o quello del condizionale.
Vediamo di comprendere come funziona questo
verbo.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Il verbo MIND ha il significato di “Le dispiace / Le


dispiacerebbe” e ha diverse costruzioni:

DO + SOGGETTO + MIND + ING Do you mind opening the window?


WOULD + SOGGETTO + MIND + ING Would you mind opening the window?
DO + SOGGETTO + MIND + IF + S.
Do you mind if I open the window?
Present
WOULD + SOGGETTO + MIND + IF +
Would you mind if I opened the window?
S. Past

Da notare che in inglese non esiste il congiuntivo


come in italiano. Per cui, nelle due ultime frasi
abbiamo: nella penultima frase, al posto del
congiuntivo presente, troviamo il Presente semplice
e nella seconda e ultima frase, al posto del
congiuntivo passato, troviamo il passato remoto
semplice.
Il verbo MIND, si usa anche come risposta ad
un’azione, assumendo il significato di “NON FA
NIENTE / NON IMPORTA”. Esempio:
A: I have eaten all cake! I’m sorry! Ho mangiato tutta la torta, mi dispiace.

527
B: Oh, never mind! I’ll buy another one Oh, non importa! Ne comprerò un’altra!

Un’altra considerazione spetta al verbo “STOP”.


Il verbo “STOP” è seguito dalla forma gerundiva e
quindi dalla forma in – ING per indicare che
un’azione che si stava facendo è stata interrotta o
sospesa. Esempio:
I stopped smoking Ho smesso di fumare

L’azione reca in sè un’interruzione, una


sospensione che potrebbe essere momentanea o
anche definitiva. (Per la regola ortografica del
passato remoto rivolgersi al secondo volume di
questo libro)
Quando invece il verbo STOP è seguito da un
infinito e non da un gerundio, allora in quel caso
l’interruzione è momentanea per avviare un’altra
azione consecutivamente. La differenza con il primo
caso è che in quest’ultimo la persona sta facendo
un’azione differente da quella che andrà ad
avviare. Esempio:

I am reading a book. The bell rings. I have to open


the door. I will stop to open the door.

La persona in oggetto stava facendo un’altra


azione: leggere un libro. Improvvisamente suona il
campanello e lei / lui, deve alzarsi per aprire la
porta. Smette di leggere PER aprire la porta.
4.2. VERBI + INFINITO
Di seguito sono riportati I verbi che reggono la
forma infinitiva
Offer He offered to open the door
Decide He decided to live in London
Hope He hoped to get in touch with many people

528
Deserve He deserved to get an apprenticeship
Attempt He attempted to phone his friend
Promise He promised to tell the truth
Agree He agreed to go to the concert
Plan He planned to go to England
Aim He aimed to learn a new language
Afford He couldn’t afford to buy anything
Manage He managed to go to London
Threaten He threatened to kill his wife
Refuse He refused to live in Italy
Arrange He arranged to go and stay in Rome
Learn He learnt to study a lot of languages
Forget He forgot to buy the dictionary
Fail He failed to attract her attention

La forma negativa di un verbo seguito dall’infinito è


quella di mettere il NOT prima dell’infinito.
Esempio:
We decided not to go to London Decidemmo di non andare a Londra.

Inoltre utilizziamo l’infinito dopo i verbi quali:


Seem, appear, tend, pretend, claim

Esempio:
They seemed to have plenty of money
George tends to talk too much
She pretended not to see me as she passed me in
the street.
4.3. VERBI + OBJECT + TO + INFINITO
I seguenti verbi, hanno la costruzione dell’infinito
preceduti dal complemento di termine.
Scopriamo insieme quali sono:
Want I want you to come
Ask I asked him some information
Help I helped him open the door
Expect I expect you to pass your exam
Beg I beg you to sit down
Mean I meant to write your name
Would like I would like you to inform me
Would prefer I would prefer you to stay at home
Would love I would love you to read a passage

529
Would hate I would hate to go out on Saturdays

Il verbo HELP, può essere usato in due costruzioni:


o con l’infinito pieno, Oppure con il Bare infinitive.
Esempio:
Lo aiutai ad aprire la I helped him to open the door (Full infinitive)
porta I helped him open the door (bare infinitive)

Altri verbi che seguono la stessa regola della


tabella su menzionata sono:
Tell I told him the truth
Order I ordered him to get out of this room
Remind I want to remind you my love for you
Warn He warned us not to leave early in the morning
Force He forced us to stay indoors
Invite They invited us to go to the cinema
Enable They enabled us to attend the lesson
Persuade She persuaded me to write a letter
Teach She taught me how to use a computer

Inoltre esiste un’altra tipologia di verbi che hanno


la stessa costruzione ma che possono avere la
forma gerundiva se non sono seguiti dal
complemento di termine:
Advise He advised me to go to that restaurant
Recommend He recommended me to go to that restaurant
Encourage She encouraged him to drive
Allow We allowed him to study English
Permit We permitted him to study
Forbid They forbade us to go to school

Facciamo anche un esempio nel secondo caso:


I wouldn’t recommend staying in that Non le consiglierei di restare in
hotel quell’albergo
She doesn’t allow smoking in the house Non le permetto di fumare in casa
She forbade going to the cinema Vietò di andare al cinema
Paul encouraged studying more Paul incoraggiò a studiare di più

Quindi con i verbi su menzionati, se non sono


seguiti da un complemento di termine, non
possono prendere il verbo all’infinito ma bensì solo

530
al gerundio.
4.4. VERBI CON ING or TO?
Esistono alcuni verbi che hanno la doppia
costruzione verbale: ovvero possono essere
utilizzati con la – ING FORM oppure con la forma
infinitiva. In entrambi casi, assistiamo a una
differenza di significato. Vediamo un attimo cosa
sono questi verbi:
Remember + ing Remember + to + Infinito
Viene usato per indicare che un’azione è
Viene usato per indicare un’azione da
stata effettuata. Non è il verbo
eseguire.
REMEMBER a subire un cambiamento
In questo caso, il verbo che segue
verbale quanto il verbo che segue
REMEMBER non va messo più alla forma
quest’ultimo:
gerundiva ma bensì in quella infinitiva.
Esempio :
Esempio :
I remember locking the door.
Remember to close the door.
Mi ricordo di aver chiuso la porta
Ricordati di chiudere la porta

Regret + Ing Regret + To + Infinito


Viene usato per indicare un dispiacere Viene usato per indicare un dispiacere
per un’azione già commessa. per un’azione ancora da compiere

I regret telling you those lies I regret to inform you that....

Mi dispiace averti detto quelle bugie Mi dispiace informarti che…

Go on + Ing Go on + to + infinito
E’ seguito dall’infinito quando la persona
E’ seguito dal gerundio quando la passa da un’azione ad un’altra
persona continua a fare la stessa azione Esempio :
che stava facendo in precedenza.
Esempio : After reading the book, he went on to
watch tv.
The Director went on talking for two
hours Dopo aver letto il libro, proseguì a
guardare la televisione.

Altri verbi come: Begin – Start – Intend –


continue – bother

Possono essere seguiti sia dalla forma in ING sia

531
dalla forma infinitiva. Esempio:
I began reading a book I began to read a book
I started writing a letter I started to write a letter.
I continue studying English I continue to study English
John intends studying English John intends to study English
I don’t bother listening to you I don’t bother to listen to you

Se però i suddetti verbi sono già in forma


progressiva, vige solo l’uso dell’infinito e non della
Ing form. Esempio:
It is starting to rain (NON...It is starting
raining)

TRY + ING TRY + TO


Si usa TRY seguito dal gerundio quando
si tenta di fare qualcosa sotto o dietro Si usa TRY con l’infinito quando una
suggerimento. persona tenta di fare qualcosa ma con
Esempio: scarsi risultati.
Esempio:
I have a problem with my car. It doesn’t’ I tried to phone you several times but
start. the line was always engaged.

Well, try taking it to the mechanic. Ho provato a chiamarti diverse volte ma


la linea era sempre occupata.
La forma in –ING esprime un tentativo,
un suggerimento a compiere un’azione. Per cui l’azione effettuata dal parlante
Non è detto che ci debba essere per non ha avuto esito positivo.
forza un risultato positivo.

NEED + TO NEED + ING


Si usa con la forma infinitiva quando si
esprime la necessità di compiere Si usa per indicare la necessità riferita
un’azione. agli oggetti.
Esempio: Esempio:

I need to go to London to improve my This car needs repairing


English
Questa macchina necessita di essere
Ho bisogno di andare a Londra per riparata.
migliorare il mio inglese

Inoltre si usa la –ING form subito dopo il verbo GO


(andare) seguito da azione. Esempio:
Io vado a sciare I go skiing

HELP CAN’ T HELP

532
Il verbi HELP significa aiutare e viene
utilizzato in due costruzioni:
Soggetto + Help + obj + to + infinito
Questo verbo assume un significato tutto
Esempio: differente dal verbo posto nella colonna
di sinistra. Il suo significato è
L’ho aiutato a lavare la macchina mneomonico e statico. Esso non può
essere derivato se non si conosce l’intera
I helped him to wash his car struttura.
Questo verbo, a differenza del verbo di
Oppure nella costruzione del Bare sinistra, non prende la forma infinitiva
infinitive Soggetto + Help + obj + ma bensì quella gerundiva e il suo
bare infinitive significato è: “Non riuscire a fare a
meno / smettere di”
Esempio:
Per BARE INFINITIVE, si intende l’infinito
spogliato della sua preposizione TO Non riesco a fare a meno di scriverti.

Esempio: I can’t help writing to you.

L’ho aiutato a lavare la macchina

I helped him wash his car.

La frase: I can’t help it! Vuol dire: NON posso


farci nulla! e viene usata per indicare
un’impossibilità a compiere un’azione o a
risolvere un problema.

533
5.0. VERBI PREPOSIZIONALI
I vervi preposizionali, sono differenti da quelli
frasali, che andremo a vedere più avanti.
In cosa differiscono? Beh, sicuramente molti di voi,
osservando un verbo preposizionale e un verbo
frasale non noteranno alcun tipo di differenza
anche perchè la matrice comune è che esiste un
verbo seguito dalla preposizione.
In realtà la differenza c’è! Eccome se esiste. In un
verbo frasale, la preposizione è una parte rilevante,
importante del verbo. Denota il suo significato, il
suo essere. Se non si conosce la combinazione
verbo + preposizione, difficilmente si riuscirà a
tradurre un verbo frasale e a riconoscere il
significato di una frase.
Il verbo preposizionale, al contrario, è diverso. La
preposizione non è una parte fondamentale del
verbo, per cui non stabilisce il suo significato. Il
significato resta intrinseco nel verbo, la
preposizione che segue si appoggia soltanto al
verbo ma non lo condiziona.
I verbi preposizionali sono estremamente
importanti per parlare la lingua inglese in maniera
corretta e soprattutto senza errori, dato che, sono
molti gli esempi diversi tra la struttura della lingua
italiana e quella inglese ma che ben pochi
conoscono.
Di seguito indicheremo i verbi preposizionali.
Think of Pensare a
Thank for Grazie dei / di / per
Dream of Sognare a
Suspect of Sospettare di
Congratulate on Congratularsi per
Feel like Avere voglia di
Look forward to Desiderare qualcosa
Decide against Opporsi a una decisione

534
Approve of Approvare
Insist on Insistere
Succeed in Riuscire
Apologize for Chiedere scusa
Stop from Smettere di
Prevent from Evitare
Forgive for Perdonare
Warn against Mettere in guardia / avvertire

Il verbo THINK è seguito da due preposizioni: OF /


ABOUT. Quando si pensa a qualcosa o una persona
si usa OF, quando invece esprime un’opinione su
qualcosa, si usa ABOUT.

Il verbo SUCCEED significa RIUSCIRE ed è seguito


dalla forma gerundiva e non dall’ infinito, come
invece accade in italiano. SUCCEED è seguito dalla
preposizione IN per cui è d’obbligo l’uso del
gerundio.

Come si può ben notare in tutti verbi sopra


elencati. La preposizione non incide sul verbo ma
ne stabilisce solo una sua caratteristica.

535
6.0. ESPRESSIONI CON –ING FORM
Esistono in italiano, come in inglese, alcune
espressioni particolari. Quante volte, in italiano
usiamo delle espressioni colorite, dei modi di dire
che diventa poi difficile tradurre in inglese o quanto
meno, chi tenta di farlo, da una traduzione troppo
legata alla lingua italiana commettendo degli errori
di grammatica.
Vediamo insieme alcune delle più comuni
espressioni seguite dalla –ING FORM
IT’S NO USE / IT’S NO GOOD E ‘inutile

Its’ no use worrying about it! E’ inutile preoccuparsi di ciò


THERE’S NO POINT IN… Non c’è motivo di…

There’s no point in having a car Non c’è motivo di avere una macchina
IT’S NOT WORTH…. Non ne vale la pena

Its’ not worth spending much money on Non ne vale la pena spendere molti soldi
clothes in vestiti
HAVE DIFFICULTY + ING Avere difficoltà a fare qualcosa

I have difficulty learning a language Ho difficoltà ad imparare una lingua.

Inoltre di usa forma in ING anche dopo il verbo


SPEND, WASTE, BE BUSY.
Esempio:

I spend my time reading books


I waste my time daydreaming
I am busy reading these letters.

536
7.0. PRONOMI RELATIVI
I pronomi relative, in inglese, destano sempre
grandi difficoltà. Punto primo, perchè bisogna avere
una conoscenza della grammatica italiana e
seconda cosa, bisogna saper ben collocare il
pronome relativo all’interno di una frase:
comprendere a chi esso si riferisce: al soggetto di
una frase o al suo complemento.
Molti si chiederanno quali siano questi pronomi
relativi e molti si meraviglieranno nel leggere che i
pronomi relativi sono simili a quelli interrogativi.
Esistono 4 tipi di pronomi relativi: ovvero quattro
maniere differenti di tradurre il “CHE” all’interno di
una frase.
WHO Pronome relativo soggetto
WHO(M) Pronome relativo complemento
WHICH Pronome relativo per oggetti
THAT Pronome relativo, persone, animali, cose

Per comprendere il giusto pronome relativo da


utilizzare, bisogna fare due importanti distinzioni
tra:
Frase incidentale e Frase non incidentale.

La Frase incidentale, è quella che al suo interno


contiene informazioni non estremamente rilevanti
per la comprensione di una frase. Fornisce
elementi, dettagli aggiuntivi che, se vengono
eliminati, non fanno perdere il significato di una
frase.
Per Frase non incidentale, al contrario, ogni
elemento della frase è indispensabile e
l’eliminazione di una sua parte, potrebbe
compromettere il significato dell’intera frase.

537
Facciamo un esempio di entrambi le due tipologie
di frasi:

La Ferrari, che è di colore rosso, è una macchina


molto veloce.
La persona che siede alla tua destra è il mio amico.

Prendiamo le due frasi su menzionate:


Una frase incidentale contiene sempre,
l’informazione aggiuntiva, tra le due virgole. Se ci
fate caso, la prima frase è il classico esempio di
frase incidentale. Per prima cosa, la presenza di
due virgole e seconda cosa, perchè tra le due
virgole viene enunciato un dettaglio,
un’informazione aggiuntiva che, al parlante può
anche non interessare e che, se omessa, non fa
perdere di significato alla frase.
La seconda frase, al contrario, è una frase non
incidentale e lo notiamo dal fatto che l’informazione
contenuta nel pronome relativo, reca con sè un
significato importante per la comprensione della
frase la cui omissione comporterebbe una perdita di
significato alla suddetta frase.
Avendo appurato la natura delle due frasi,
possiamo adesso passare ad attribuire il pronome
relativo corretto.
Nella frase numero uno, avremmo:

Ferrari, which is red, is a fast car.

Nella frase numero due, avremmo:

The person who is sitting on your right is my


friend.

538
Nella prima frase usiamo WHICH e non WHO
perchè il pronome relativo si riferisce ad un
oggetto e non ad una persona. Nella seconda
frase, il pronome relativo corretto è WHO
perchè si riferisce ad una persona con valore
di soggetto.

Come si fa a comprendere l’uso corretto del


pronome relativo? Bisogna fare l’analisi logica della
frase partendo sempre dal verbo. Se prendo una
frase del tipo:

La donna che tu vedi attraversare la strada,


indossa un vestito rosso.

Premesso che ci troviamo in una situazione di frase


non incidentale, bisogna comprendere il valore di
quel “CHE” e come può essere tradotto.

Nella nostra frase, l’elemento verbale: il primo


elemento verbale è VEDERE. Chi è che vede? “TU”
– Soggetto della nostra frase. A chi vede? – LA
DONNA – complemento di termine. Il CHE in
questione, si riferisce alla DONNA e non al
soggetto.
Dopo aver fatto questa considerazione possiamo
dire:

The woman who(m) you see crossing the street, is


wearing a red dress.

Quando il pronome relativo è riferito al


complemento è riferito all’oggetto e non al soggeto,

539
può anche essere omesso.

The woman you see crossing the street, is wearing


a red dress.

N.B. Il pronome relative può essere omesso


solo se ha funzione di complemento. Se
invece si riferisce al soggetto NO.

Inoltre, nella lingua parlata, molto frequente è l’uso


di THAT al posto degli altri. Ricorda di usarlo
sempre nelle frasi NON INCIDENTALI in
sostituzione al loro classico pronome.

Un altro utilizzo del pronome relativo, è quello di


costituire la forma gerundiva di un verbo. In tal
caso, il CHE verrebbe sostituito da un verbo al
gerundio. Esempio:
La donna che cammina per strada è la The woman walking along the street is
mia amica my friend.

540
8.0. AGGETTIVI CHE TERMINANO PER – ING o
–ED
Di seguito passeremo ad elencare quali sono gli
aggettivi terminanti in –ING e quelli in –ED
BORING BORED
SURPRISING SURPRISED
INTERESTING INTERESTED
TIRING TIRED
DEPRESSING DEPRESSED
SATISFYING SATISFIED
DISAPPOINTING DISAPPOINTED
SHOCKING SHOCKED

Esempio:
This film is so boring Questo film è così noioso
I am bored with that film Sono annoiato da quel film
This in an interesting book Questo è un libro interessante
I am interested in this book Sono interessato a questo libro
E’ stato sorprendente. Ha superato il suo
It was surpring. He passed his exam
esame
Sono rimasto molto sorpreso che lui
I was very surprised the passed his exam
abbia superato il suo esame
The film was very disappointing Il film è stato molto deludente
I was disappointed with the film Sono deluso dal film
The news was shocking La notizia è stata scioccante
Sono rimasto scioccato quando ho
I was shocked when I heard the news
sentito la notizia

541
9.0 DIFFERENZA TRA “QUITE” & “RATHER”
Questi due elementi hanno significati differenti ma
strutture grammaticali simili.
QUITE vuol dire ABBASTANZA e a differenza di
ENOUGH (che viene posto dopo l’aggettivo),
questo viene messo prima.
She’s quite famous Lei è abbastanza famosa

In presenza di un articolo indeterminativo,


l’articolo indeterminativo viene posto subito dopo
QUITE. Esempio:
Lui è un ragazzo abbastanza bravo He is quite a good boy

QUITE può significare anche COMPLETAMENTE /


DEL TUTTO, quando è seguito da aggettivi

Sure, Right, True, Clear, Different, Incredible,


Amazing, Certain, Wrong, Safe, Obvious,
Unnecessary, Extraordinary, Impossible.

Esempio:
She was quite different from what I Lei era completamente diversa da quello
expected che mi aspettavo

RATHER, invece vuol dire PIUTTOSTO. Viene


utilizzato spesso per denotare una caratteristica
negativa. Esempio:
She’s rather stupid Lei è piuttosto stupida

Anche RATHER, come QUITE, ha la stessa


struttura. Se c’è l’articolo indeterminativo,
quest’ultimo si mette subito dopo RATHER.
Esempio:
She is rather a stupid girl Lei è una ragazza piuttosto stupida

542
QUITE può essere usato anche con un
sostantivo oltre che con un aggettivo e in tal
caso segue le stesse regole di cui sopra.

543
10.0. ALTHOUGH, DESPITE, IN CASE OF
I prmi due significano: SEBBENE ma differente è il
loro utilizzo:
ALTHOUGH o EVEN THOUGH si usa quando
abbiamo la compresenza tra SOGGETTO e VERBO
Esempio:
Sebbene piovesse molto, noi ci siamo Even though / Although it rained a lot,
goduti la nostra vacanza. We enjoyed our holiday.

DESPITE, si usa solo se c’è un gerundio oppure un


sostantivo senza verbo. Esempio:
In spite of / Despite the rain, we went
Nonostante la pioggia, uscimmo.
out.

IN CASE OF, indica una situazione da fare solo IN


CASO DI. Solitamente si usa per raccomandare
qualcuno o nelle indicazioni o istruzioni. Esempio:
In Case of Fire, please use the fire
In caso di incendio, usate gli estintori
extinguisher.

IN CASE OF è diverso da IN CASE per quanto


riguarda la sua struttura.
IN CASE OF, è seguito da un sostantivo, IN
CASE, al contrario, è seguito da un soggetto +
verbo.

Esempio:
Nel caso le venga, fammelo sapere. In case she comes, please, let me know.

544
11.0. UNLESS / PROVIDED THAT
Sono altri due elementi della lingua inglese.
Sicuramente li abbiamo già incontrati nella sezione
dedicata ai verbi quando abbiamo descritto il
periodo ipotetico di primo tipo (First Conditional).
Adesso li tratteremo brevemente in sede separata
dal tempo verbale.

UNLESS – significa A MENO CHE. Di sua natura, la


parola ha un connotato negativo, basti pensare al
prefisso –UN e poi a LESS che viene usato nei
comparativi di minoranza.
Per tale considerazione, il tempo verbale che segue
questa parola è sicuramente AFFERMATIVA e non
può essere negativa, dato che, in inglese due
negazioni non possono coesistere.
Esempio:
Ti dirò il mio segreto a meno che tu non I will tell you my secret unless you say it
lo dica a nessuno to nobody

PROVIDED THAT, invece vuol dire AMMESSO


CHE e implica una condizione da parte nel parlante
nei confronti del suo interlocutore.
I will let you use the car provided that Ti permetto di usare l’auto ammesso che
you come back home early. tu faccia ritorno a casa presto.

Ricordiamo sempre che il congiuntivo in inglese non


esiste, per cui il nostro congiuntivo italiano, viene
reso in inglese semplicemente con il Simple
Present. (Per ogni informazione su tale tempo
verbale, consultare il capitolo sui verbi).

545
12.0 LIKE / AS or AS IF
Molti sicuramente conosceranno LIKE inteso come
verbo. Infatti, dalle molteplici lezioni che
intrattengo ogni volta, mi è capitato di sentire
sempre tale affermazione. In realtà, LIKE vuol dire
anche COME e viene usato in inglese per esprimere
paragone, confronto tra due cose, persone o
animali. Esempio:
Che bella casa! Sembra come se fosse un What a beautiful house. It looks like a
palazzo! palace.

Inoltre LIKE, può essere usato anche per


elencare una serie di cose all’interno di un
discorso. In tale contesto, LIKE è simile a
SUCH AS. Esempio:
Alcuni sports, come il motociclismo, può Some sports, like motor racing, can be
essere pericoloso. dangerous.

AS invece vuol dire: COME ma nel senso di “IN


QUALITA’ DI”. Non c’è alcun paragone o confronto.
Esempio:
Lui lavora come insegnante nella nostra
He works as a teacher in our school.
scuola.

Inoltre, la differenza tra LIKE e AS soggiace nella


sua struttura.

SOGGETTO + VERBO + LIKE + COMPLEMENTO

What a beautiful house. It looks like a palace.

Con AS invece, la struttura grammaticale è:

SOGGETTO + VERBO + AS + COMPLEMENTO

546
He works as a teacher in our school.
Oppure:

SOGGETTO + VERBO + AS + SOGGETTO +


VERBO

He works in the same way as I do

AS IF vuol dire: COME SE e viene usato per dire


come qualcuno qualcosa SEMBRA. Esempio:
That house looks as if it’s going to fall Quella casa sembra come se stesse per
down. cadere.

547
13.0 FOR / DURING / WHILE
Sono tre elementi della lingua inglese che vengono
utilizzati in concomitanza con dei sostantivi (FOR
and DURING)
FOR, vuol dire PER. Quando un verbo è seguito da
una preposizione semplice più un verbo, allora la
preposizione si traduce con TO e non con FOR.
Esempio:
I went out for a pizza. Uscii per mangiare una pizza.

DURING significa: DURANTE e viene usato per


indicare un’azione o evento in progresso.
Esempio:
During our summer holidays we played Durante le nostre vacanze estive,
volleyball. abbiamo giocato a pallavolo.

WHILE vuol dire: MENTRE ed indica un’azione in


corso di svolgimento. Come tempo verbale segue
un PRESENT CONTINUOS o un PAST CONTINUOUS.
Esempio:
While I was eating, the phone rang. Mentre mangiavo, è squillato il telefono.

Per ulteriori informazioni su PRESENT CONTINUOUS


e altri verbi, consultare la sezione dedicata ai verbi.

548
14.0. BY / UNTIL / BY THE TIME
Questi elementi appartengono al ramo della lingua
inglese elementare ma a noi piace riprenderlo
anche in questo volume dedicato al livello avanzato
della lingua inglese perché il suo utilizzo non è poi
così semplice.
BY, viene usato in inglese in diverse situazioni: in
primis quando parliamo della forma passiva (vedi
più avanti) per indicare il complemento d’agente.
Un altro utilizzo è sicuramente quello del
complemento di mezzo. Esempio:
I open the door by the key. Apro la porta con la chiave.

Nella suddetta frase, il CON non indica un


complemento di compagnia ma bensì un
complemento di mezzo. Grazie alla chiave, apriamo
la porta.
Inoltre, il BY può essere usato anche con un verbo
alla forma gerundiva per indicare la maniera in cui
avviene un’azione. Esempio:
He opened the door by turning the key. Aprì la porta girando la chiave.

BY è usato anche come preposizione di luogo per


indicare vicinanza ad esempio:
I am sitting by the window. Sono seduto vicino alla finestra.

Ed inoltre BY viene usato anche come espressione


temporale. Esempio:
The goods must be sent by the end of Le merci devono essere spedite entro la
this week. fine di questa settimana.

BY THE TIME invece indica un’espressione


temporale. Indica un’azione che si sarà conclusa in
un arco temporale ben definito. Esempio:
By the time John arrived, the car had Nel frattempo che John arrivasse, la
already been stolen. macchina era stata già rubata.

549
UNTIL vuol dire: FINO A e viene usato per indicare
un’espressione temporale. Esempio:
Fred will be away until Monday. Fred sarà via fino a Lunedì.

550
15.0 IN/AT/ON in usi speciali
IN AT ON
In the rain At the age of On tv
In the sun At a speed of On the radio
In the shade At a temperature of On the phone
Write (in ink) To be on strike
Write (in biro) To go on strike
Write (in pencil) To be on a diet
In words To be on fire
In figures On the whole
In block letters On purpose
In cash
To be in love with
In my opinion

551
16.0. LA FORMA PASSIVA
La forma passiva appartiene alla sezione dei tempi
verbali ma io ho voluto separarla perchè il suo uso
non è molto semplice. La sua formula è:

SOGGETTO + BE + PAST PARTICIPLE

La forma passiva in inglese si rende con il verbo


ESSERE proprio come in italiano. Esempio:
La lettera è scritta da Andrea. The letter is written by Andrew.

Per il participio passato bisogna ben


distinguere tra verbo regolare e verbo
irregolare. Per tale considerazione e
distinzione si rimanda al capitolo dedicato sui
tempi verbali.

Come si può ben notare, il complemento d’agente è


reso in inglese con BY.che risponde alla famosa
domanda: DA CHI/ DA CHE COSA?
Quando invece non c’è un complemento d’agente
ma un complemento che ne indica la derivazione /
provenienza, al posto di BY si usa FROM nella
forma passiva.Esempio:
Il pane è fatto dalla farina Bread is made from flour.

In questo caso, non esiste un complemento


d’agente ma soltanto una derivazione.
Vediamo quando si usa la forma passiva:
La forma passiva si usa per:

· Parlare di scoperte, invenzioni ed


esperimenti
· Nel linguaggio commerciale

552
· Per dare indicazioni
· Negli inviti formali

Esempio:
America was discovered in 1492. L’America fu scoperta nel 1492
The goods are to be sent by next La merce deve essere spedita entro
Monday. lunedì prossimo
Passengers are required not to smoke in Ai passeggeri è richiesto di non fumare in
the airport aeroporto.

Vediamo come si rende la forma passiva nei vari


tempi verbali.
Innanzitutto bisogna conoscere la struttura verbale
di ogni singolo tempo e poi adottare la regola
generica di formazione della forma passiva,
adattandola in base al tempo.
Di seguito una tabella riepilogativa della forma
passiva nei vari tempi verbali. Scegliamo come
tempo verbale di riferimento e di esempio il verbo
DO.
SIMPLE PRESENT IS DONE
PRESENT CONTINUOUS IS BEING DONE
PAST CONTINUOUS WAS BEING DONE
SIMPLE PAST WAS DONE
PRESENT PERFECT SIMPLE HAVE BEEN DONE
SIMPLE FUTURE WILL BE DONE
FUTURE PERFECT WILL HAVE BEEN DONE
SIMPLE CONDITIONAL WOULD BE DONE
PAST CONDITIONAL WOULD HAVE BEEN DONE
GERUND BEING DONE
GOING TO IS GOING TO BE DONE

Esistono dei verbi che reggono in inglese il doppio


complemento. Pensiamo ad esempio a verbi come:
GIVE, WRITE, SHOW etc etc.
Bene, per questi verbi e per molti altri che hanno la
caratteristica su menzionata, esiste una doppia
forma di rendere il passivo. Come ben sapete, in
inglese esiste il complemento oggetto e il

553
complemento di termine. Il complemento oggetto,
precede normalmente quello di termine ma se
siamo in presenza di un verbo che regge
simultaneamente due complementi, possiamo
realizzare la forma passiva utilizzando o l’uno o
l’altro.
Esempio: Partendo da una frase in forma attiva:
I gave John a present. Ho dato a John un regalo.

Abbiamo le due forme passive:


John was given a present by me
A present was given to John by me

Altro non abbiamo fatto che decider se prendere il


complemento di termine (prima frase) e realizzare
la forma passiva, oppure il complemento oggetto
(seconda frase)
Una cosa è certa! Quando si parla di forma passiva,
i complementi diventano soggetti e i soggetti
diventano complementi d’agente.
Per la lista di tutti i verbi che reggono i doppi
complementi rifarsi al volume di lingua inglese di
livello base.

554
17.0. DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO
Il discorso diretto e indiretto è un argomento
estremamente complesso per la lingua inglese.
Innanzitutto bisognerebbe partire con la
spiegazione di cosa vogliano significare in lingua
inglese i due termini.
Per discorso diretto, si intende riportare le parole o
le frasi espresse da una persona senza effettuare
alcun tipo di cambiamento. Esempio:
John disse: Vado al mare questa
John said: “I am going to sea this week”.
settimana.

Come si può ben notare una terza persona sta


riportando con le stesse parole usate da John ciò
che gli è stato riferito.
Il discorso diretto va messo tra due virgolette,
proprio perché si enfatizza l’idea del parlante e
della cosa menzionata.
Quando parliamo di DISCORSO DIRETTO, il verbo
che si usa è il verbo SAY, che vuol dire appunto
DIRE.
Il verbo SAY in inglese viene utilizzato nelle
seguenti situazioni:

· Quando si riporta le parole di una persona


· Nel discorso indiretto, quando non figura il
referente del nostro discorso
· Quando si fa riferimento al nostro
interlocutore ma si riporta la frase di una
persona senza modificarla.
Vediamo di comprenderne meglio i suoi usi:

John said: “I am going to sea this week”.


John said he is going to sea this week.

555
Joh said to me: “I am going to sea this week”

Quando decidiamo di riportare il discorso di una


persona e quindi modificarlo, ricorriamo al discorso
indiretto. Anche qui dobbiamo tener conto di una
serie di cambiamenti sia preposizionali, sia
avverbiali sia di soggetto. In questo caso si
preferisce utilizzare il verbo TELL piuttosto che
SAY. Esempio:
John told me he would go to London the John mi disse che sarebbe andato a
following month. Londra il mese successive.

Analizzando questa frase, si nota subito che il


nostro parlante è passato da un discorso diretto a
uno indiretto. La frase originale, dalla quale si è
partita sarebbe:

John said: “I will go to London next month”.

Come si può notare dall’esempio numero 1


(discorso indiretto) assistiamo a diversi
cambiamenti:

· “I” diventa “HE” e quindi da prima terza


persona
· Il futuro con WILL passa a condizionale
PRESENTE
· L’espressione temporale cambia.
Altri cambiamenti potrebbero accadere agli
aggettivi dimostrativi e agli avverbi di tempo.
DIRECT SPEECH REPORTED SPEECH
THIS THAT
THESE THOSE
NOW THEN
AGO BEFORE
TODAY THAT DAY
THIS MORNIG / AFTERNOON THAT MORNING / AFTERNOON

556
TONIGHT THAT NIGHT
TOMORROW THE FOLLOWING DAY
YESTERDAY THE DAY BEFORE
NEXT WEEK THE FOLLOWUING WEEK
LAST WEEK THE PREVIOUS WEEK
THE DAY BEFORE YESTERDAY TWO DAYS BEFORE
THE DAY AFTER TOMORROW IN TWO DAYS’ TIME
HERE THERE
THIS PLACE THAT PLACE

Ed inoltre esistono molteplici verbi che vengono


utilizzati per introdurre un discorso indiretto:

ASK, ANSWER, CONFIRM, EXCLAIM, EXPLAIN,


INFORM, POINT OUT, SAY, TELL, ANNOUNCE,
ADD, DECLARE, ENQUIRE, HOPE, OBSERVE,
PROMISE, STATE, THINK.

Inoltre anche i tempi verbali subiscono un


cambiamento:
DIRECT SPEECH INDIRECT SPEECH
SIMPLE PRESENT SIMPLE PAST
PRESENT CONTINUOUS PAST CONTINUOUS
PRESENT PERFECT PAST PERFECT
PRESENT PERFECT CONTINUOUS PAST PERFECT CONTINUOUS
SIMPLE PAST PAST PERFECT
PAST CONTINUOUS PAST PERFECT CONTINUOUS
SIMPLE FUTURE PRESENT CONDITIONAL
FUTURE CONTINUOUS PRESENT CONDITIONAL CONTINUOUS
FUTURE PERFECT PERFECT CONDITIONAL
IMPERATIVE INFINITIVE

Per la costruzione e la formazione dei verbi si


reinvia alla parte di questo libro dedicato ai verbi.

557

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