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RACCOGLIERE FICHI E LA COSCIENZA DI SPECIE

Bella la solidarietà e la cura reciproca di chi sceglie di vaccinarsi, per avere una difesa in più per sé stesso e
per gli altri. Gli altri sono chi non può vaccinarsi per motivi di salute o di età, gli immunodepressi e chi ha
altre fragilità, chi ha scelto di non vaccinarsi. L’eroismo non c’entra decisamente nulla. Le paure esistono
per tutti, ma prevalgono: bilanciamento del rischio, consapevolezza sistemica, coscienza di specie.

Bilanciamento del rischio. Mio zio è morto cadendo da una scala mentre raccoglieva fichi per cui io temo
ogni volta che vedo qualcuno salire su una scala. Ma la scala è senza dubbio un’ottima invenzione umana
(all’inizio qualcuno, un tizio, deve aver detto all’inventore 0: ma sei matto? Ma perché devi andare lassù?
Non ti basta quello che c’è qui, per terra?!). Non ho mai pensato di fare una petizione per farle togliere
dalla circolazione come strumenti di morte. Certo faccio bizze e sospiri quando la tengo a mio padre che
sale, ma ogni volta converto la paura, che mi porterebbe a non usarla e a non farla usare, in prudenza.

Consapevolezza sistemica. Il nostro corpo è un sistema ospitale che vive dentro a un sistema esterno, il
quale è abitato da altri sistemi umani, animali, vegetali, rocciosi, microbici. Ci viene più facile identificare i
singoli elementi che metterci a guardare i fili che li uniscono. Può darci anche fastidio pensare di influenzare
tutto e di essere a nostra volta influenzati da tutto. Per alcuni gli umani sono invadenti, per altri vittime. Gli
estremi sono per il pensiero più facili della complessità. Ma di relazioni è fatto tutto, proprio tutto. Anche la
scala è un sistema, una tecnica umana per farci salire più su. Nella sua abile fattura una scala si relaziona
con materiale, peso, inclinazione, a ben vedere una gran quantità di formule matematiche e capitomboli
come fallimento, per arrivare a determinarne la forma attuale. La forma della scala non è perfetta, non è
esente da rischi e non è la soluzione a tutti i mali, ma è la cosa migliore al momento per salire a raccogliere
fichi.

Coscienza di specie. Se la storia della Terra fosse di 24 ore, comparimmo come specie tra le specie poco
prima della mezzanotte. In così poco tempo, a forza di costruire scale ci è cresciuto il cervello, una
centralina capitana di relazioni che ha fatto fronte di continuo a imprevisti e nuovi pericoli, che si è
incuriosita di tutto: è arrivata a comprendere e raccontare il tempo prima che esistessimo; addirittura si
domanda cosa sono il tempo, il vuoto, lo spazio, il piccolissimo, l’immenso. Fallimenti, illazioni, prove,
strumenti, abomini, scoperte, c’è di tutto. A ogni passo nuovi saperi tramandati e la consapevolezza che c’è
ancora parecchio da capire. A seconda dei punti di vista può essere arroganza (come disse il tizio
all’inventore 0 della scala) o intraprendenza. Ma sappiamo ormai che gli estremi sono per il pensiero più
facili della complessità.

Nel fare la scelta di vaccinarsi gli umani hanno deciso per motivi diversi: chi per non finire con un
respiratore in ospedale, chi per proteggere la nonna, chi per paura degli effetti collaterali, chi per non
fermare l’economia, chi per tutte queste ragioni insieme. Se ci concepiamo come sistema tutte queste
attitudini sono utili, sono sfaccettature necessarie a vivere sul pianeta. Ci piaccia o ci disturbi, influenziamo
tutto, così come siamo influenzati da tutto.
È una vertigine, una bella vertigine. La stessa che ci prende quando ci affidiamo alla tecnologia della scala,
attenti ad appoggiarla su un terreno ben piano, che l’inclinazione sia giusta, che la paura non ci impedisca di
salire per raccogliere, infine, fichi.

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Consiglio TV: “La fabbrica del mondo” di Marco Paolini e Telmo Pievani su Rai3, recuperabile su Raiplay.
Consiglio Libro: “Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro” di Carlo Rovelli
Consiglio Musica: Erik Satie

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