Argomento: tecniche diagnostiche per misurare le alterazioni della motilità e della sensibilità gastrica.
Quando si parla di sensibilità e motilità gastrica vengono fuori una serie di problematiche legate ai disturbi
della digestione e al dolore epigastrico.
È importante occuparci delle tecniche che abbiamo a disposizione per studiare la motilità e la sensibilità
gastrica. Ci riferiamo a un gruppo di patologie che vengono definite disturbi funzionali dell’apparato
digerente. Il termine “disturbi funzionali” ha una duplice valenza, sia perché in medicina tutto ciò che è
funzionale viene definito non organico, il che significa che a dispetto di tutte le analisi e le indagini
strumentali più o meno invasive che si fanno (quelle che attualmente si hanno a disposizione nella pratica
clinica), il risultato è negativo; “funzionale” si riferisce anche a un altro concetto, che è legato a
un’alterazione della funzione.
Qual è la funzione dello stomaco? Funzione di reservoir, quindi serve ad accogliere il cibo che noi
mangiamo dopo che è passato dall’esofago, e poi a prepararlo per seguire la strada e quindi subire una
serie di processi chimici che fanno sì che noi assorbiamo gli alimenti, eliminiamo gli scarti e quant’altro.
Sono molto importanti questi tipi di disturbi perché hanno un’elevatissima prevalenza e sono in costante
aumento. Ci riferiamo a una percentuale che arriva ad interessare fino al 20% della popolazione, 20
persone su 100 hanno problemi legati allo stomaco in termini di sintomi.
Ci riferiremo soprattutto alla dispepsia funzionale nelle sue entità. Una è più propriamente dipendente dal
pasto; una parte, invece, soffre di un disturbo legato al pasto, che si identifica nella postprandial distress
syndrome (sindrome di stress post-prandiale).
Nell’altro gruppo di soggetti, invece, prevale il dolore epigastrico (l’epigastrio è una regione che si trova
sotto lo sterno, al centro, proprio dove è localizzato lo stomaco). In questa tipologia di soggetti il dolore,
che è il sintomo prevalente, dipende meno dall’assunzione dei pasti, quindi può essere presente anche a
digiuno.
Quali sono i meccanismi che noi non riusciamo a misurare con le migliori tecniche diagnostiche ma che in
qualche modo rendono conto dei sintomi riferiti dai pazienti? E cosa c’è dietro?
Si è visto che gran parte di questi disturbi dipendono da un’alterazione del normale funzionamento del
cervello della pancia. Questo è collegato, soprattutto attraverso il nervo vago, al cervello, che poi e fa sì che
tutte le sensazioni che arrivano dalla pancia e da tutto l’apparato digerente diventino piacevoli o spiacevoli;
quindi dietro a tutto ciò vi è un’alterazione del sistema nervoso enterico.
Durante il digiuno lo stomaco è parzialmente contratto perché arrivano, attraverso il nervo vago, allo
stomaco, una serie di impulsi nervosi che attraverso il rilascio di acetilcolina (l’acetilcolina spinge, quindi
contrae, mentre l’ossido nitrico inibisce), si determina una contrazione dello stomaco, soprattutto la parte
prossimale, che ha un ruolo fondamentale per svolgere la normale funzione di reservoir (serbatoio).
Subito dopo mangiato, invece, il fondo gastrico si rilascia, perché attraverso il vago si rilascia ossido nitrico,
che fa rilasciare la muscolatura del fondo gastrico e questo evita che all’interno dello stomaco si accumuli
materiale e che aumenti la pressione; se tutto ciò non accade si hanno disturbi.
Nella dispepsia funzionale questo tipo di disturbo è cronico e ricorrente, per cui i pazienti cronicamente si
lamentano di disturbi e sintomi legati alla digestione. Nei pazienti con sindrome da distress postprandiale,
ad esempio, si ha il mancato rilasciamento del fondo gastrico al pasto e questo determina che i pazienti si
saziano prima, infatti il cardine dei sintomi in questo disturbo è la sazietà precoce; accanto a questo
possiamo avere anche altri sintomi, come la ripienezza post-prandiale.
Nei soggetti con sazietà precoce significa che rispetto alle 2000kcal che normalmente mangio, saziandosi
prima, ne mangio di meno, e giorno dopo giorno vi è la perdita di peso. Parliamo di soggetti che sono
giovani, soprattutto donne, in quanto è coinvolto sia l’intestino che il cervello, quindi le donne sono più
esposte, non solo per una questione ormonale ma anche perché sono più esposte ad abusi (non
necessariamente fisici).
Nella sindrome da dolore epigastrico, invece, si ha un’ipersensibilità di tutto lo stomaco.
Gastroparesi: disturbo caratterizzato da un rallentamento nel normale tempo di svuotamento gastrico. In
questi soggetti lo stomaco si svuota lentamente, il cibo resta bloccato nello stomaco anziché seguire la
normale via (gastroduodenale attraverso il piloro) e i pazienti hanno ripienezza postprandiale, sazietà
precoce, nausea, gonfiore e soprattutto vomito.
I soggetti con dispepsia funzionale possono presentare tutta una serie di sintomi diversi, che possono
essere il dolore epigastrico, la sazietà precoce, ripienezza postprandiale, gonfiore, nausea, vomito e
bruciore epigastrico. Quello che determina questi sintomi è il meccanismo fisiopatologico che c’è alla base.
I meccanismi sono 3: quello della percezione dello stomaco, il riflesso dell’accomodazione sul fondo
gastrico (mancato rilasciamento del fondo gastrico) e lo svuotamento. Gli altri meccanismi incidono poco.
Come riesco a misurare la sensibilità o la motilità dello stomaco in maniera ancora più dettagliata?
Qui si ricorre a metodiche un po’ più invasive. Per esempio, se voglio misurare la sensibilità dello stomaco,
posso mettere un palloncino, gonfiarlo e chiedere al soggetto quando avverte la sensazione spiacevole e a
che valore; in base all’entità con cui gonfio il mio palloncino avrò un numero X che mi dà una stima della
sensibilità del soggetto (arrivo fino a un valore massimo tollerato che rappresenta la soglia di discomfort).
Allo stesso tempo, con questa metodica, chiamata barostato gastrico, riesco ad avere una stima del volume
gastrico: gli gonfio il pallone, gli do un pasto, e se il riflesso dell’accomodazione gastrica è conservato ed è
normale, si rilascia il fondo gastrico, aumenta il volume all’interno dello stomaco e rappresenta una stima
dell’accomodazione gastrica.
Se non si dispone di un barostato, può anche essere utilizzato un test di sazietà, in cui viene dato da bere al
soggetto del nutri drink (supplementi enterali che si danno ai soggetti con stato di malnutrizione). Siccome
sono a volume e calorie costanti, facendo prendere al soggetto n bicchierini, abbiamo una stima del volume
massimo tollerato oppure della quantità massima di calorie che il soggetto ha.
Il soggetto di controllo riesce ad assumere circa 1500 calorie bevendo n bicchieri, mentre in un soggetto
con dispepsia funzionale e sazietà precoce la quantità di nutri drink che riesce a bere arriva massimo a 1000
kcal.
C’è una correlazione tra gli ml e le calorie: al crescere del volume, crescono le calorie.
Mentre i soggetti di controllo riescono a prendere maggiori volumi, fino a 400 ml, e quindi maggiori calorie,
nei soggetti dispeptici la quantità di calorie e ml introdotte è significativamente più bassa; quindi significa
che il loro stomaco non ha una normale accomodazione.
Cosa accede in un soggetto che ha una ipersensibilità dello stomaco? Sono disturbi legati al fatto che lo
stomaco è sensibile, ma anche al nostro assetto mentale. Siccome quello che parte dal cervello
nell’intestino e arriva al cervello è un mutuo scambio, questi autori hanno fatto un esperimento: hanno
fotografato il soggetto e gli hanno chiesto di avere una faccia rilassata e una terrorizzata. Vedere la propria
faccia terrorizzata fa sì che in qualche modo generi uno stato di ansia e attiva il cervello (durante l’ansia noi
il dolore lo percepiamo di più). Sono andati a vedere cosa succedeva facendo vedere al soggetto questa
faccia terrorizzante e le misurazioni quindi cambiavano. I soggetti, durante uno stato di ansia indotta,
rilasciano meno il fondo gastrico, quindi la loro sazietà precoce peggiora e al tempo stesso sono soggetti
con maggiore ipersensibilità, tollerano minori volumi all’interno dello stomaco. Tutto questo fa aumentare i
sintomi: la sazietà precoce, la ripienezza e il gonfiore.
Questo ci dice che l’approccio verso questa tipologia di pazienti non deve essere un approccio limitato solo
alla dieta ma deve tenere conto di tanti fattori, conoscere innanzitutto la fisiologia gastrica; devo sapere se
lo stomaco tollera un basso volume di calorie, perché a quel punto si tratta di un soggetto che ha sazietà
precoce e allora l’intervento dietetico nutrizionale deve ridurre la quantità di calorie e non deve riempire lo
stomaco tutto assieme, ma poco per volta e utilizzando alimenti con minor peso calorico e che occupino un
minor volume, altrimenti il sintomo non migliora. Al tempo stesso bisogna occuparsi del cervello dei
soggetti, le diete devono essere piacevoli, si deve anche considerare l’aspetto edonico legato al pasto.
Prospettive e tecnologie “future”
Qui è mostrata la
differenza tra un
soggetto normale e uno
con gastroparesi.
La pillola resta più
tempo all’interno dello
stomaco (anche 5 ore),
rispetto alle 2 ore di un
soggetto normale.
La tachicardia è una misura dell’attività vagale. Noi possiamo avere ulteriori informazioni di come va a
livello dello stomaco, visto che stiamo parlando di vago ed è il nervo che innerva lo stomaco, possiamo in
qualche modo, attraverso l’elettrocardiogramma e attraverso la valutazione di quello che accade
nell’elettrocardiogramma, avere una stima dell’attività vagale.
Si è visto che nei pazienti dispeptici, se mentre i soggetti stanno mangiando gli diamo uno stress, possiamo
vedere come varia il rapporto tra la frequenza alta e bassa e come varia la funzione del vago.
Si è visto che i pazienti, rispetto al controllo, hanno un’alterazione del ritmo vagale.
[il 90% della serotonina sta nell’apparato digerente; la stragrande maggioranza degli antidepressivi
agiscono sulla serotonina e questa regola tutti quei movimenti… Il rilasciamento del fondo gastrico è
mediato da un particolare sottorecettore della serotonina, recettore 5HT1, per cui alcuni farmaci che
agiscono su questi recettori sono in grado di far rilasciare meglio il fondo gastrico.]