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Stato di sforzo e di deformazione

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2.1 Introduzione
I materiali dei componenti meccanici sono normalmente sollecitati da diverse
azioni interne: trazione, compressione, taglio, momento flettente, momento tor-
cente; lo stato di sforzo che ne consegue è complesso e composto da sforzi normali
O' e tangenziali T, che variano in direzione e in ampiezza nelle diverse zone del
componente.
Lo stato di sforzo è sempre tridimensionale, anche se molto spesso alcune
componenti sono nulle.
Note le formule che permettono di determinare gli sforzi nei casi semplici
di trazione, flessione, taglio e torsione è possibile conoscere lo stato di sforzo in
qualsiasi punto dell' elemento che si considera, rispetto a un sistema di riferimento
x, y, z.
AI variare del sistema di riferimento, però, variano le componenti dello stato
di sforzo. In particolare si trova che esistono delle direzioni, dette principali, che
definiscono alcuni sforzi, detti anch'essi principali, che corrispondono ai valori
massimi degli sfoni in quel punlo.
Risulta chiaro, anche intuitivamente, che per eseguire un dimensionamento o
una verifica è necessario poter valutare la posizione e l'entità degli sforzi massimi,
che quindi sono anche i più pericolosi.
Inoltre, poiché si sa dall'osservazione sperimentale che i materiali hanno di-
rezioni preferenziali e modalità di cedimento diverse (per esempio, per i materiali
duttili è pericolosa la sollecitazione di scorrimento, mentre per quelli fragili si
deve controllare lo sforzo massimo), ne segue che è indispensabile disporre di
strumenti per calcolare i valori delle componenti dello stato di sforzo rispetto a
qualunque piano.
Scopo di questo capitolo è analizzare in dettaglio lo stato di sforzo e di
deformazione, per fornire gli strumenti atti a calcolare gli sforzi principali e quelli
che agiscono su un piano comunque orientato.

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