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Autori:

Marta Maggioni
Annarita Panico

Prima Edizione: Aprile 2017

Copyright TEACHITEDU - All rights reserved

www.teachitedu.com
info@teachitedu.com

ISBN 978-618-83122-0-3

I diritti di traduzione, di memorizzazione electronica, di riproduzione e di adattamento


totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi I microfilm e le copie fotostatiche)sono
riservati per tutto il mondo.

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αναπαραγωγή με οποιοδήποηε μέζο, ολόκληροσ ή μέροσς ηοσ παρόνηος βιβλίοσ, τωρίς ηη
γραπηή άδεια ηοσ εκδόηη.

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ΠΕΡΙΕΧΟΜΕΝΑ

LINKS pag. 4

TRASCRIZIONI DEI BRANI ASCOLTO

PRIMA PROVA pag.12

PRIMA PARTE pag. 12


1. Corridoio Vasariano - Schmidt pag. 12
2. Vittorio Sgarbi racconta il Corridoio Vasariano pag. 12
3. Galleria degli Uffizi - Corridoio Vasariano pag. 13
4. I volti del Vasariano pag. 13

SECONDA PARTE pag. 14


1. Corridoio Vasariano - Schmidt pag. 14
2. Fontana di Trevi e Piazza di Spagna pag. 15
3. Simboli del Foro Romano - Alberto Angela pag. 16

TERZA PARTE pag. 17


1. La villa di Augusto - Somma Vesuviana (NA) pag. 17

QUARTA PARTE pag. 19


1. Il Palazzo del Quirinale pag. 19
2. Strategie di guerra, la battaglia di Canne pag. 20

SECONDA PROVA pag. 22

PRIMA PARTE pag. 22


1. Massimo Polidoro parla di “Avventura del Colosseo” pag. 22
2. Intervista a Valerio Massimo Manfredi @ BookCity Milano 2016 pag. 22
3. Intervista ad Alberto Angela pag. 23
4. Eco e la Filosofia. Perché ogni sezione del libro si apre con riferimenti storici? pag. 24

SECONDA PARTE pag. 24


5. Alessandro Barbero a tourismo pag. 24
6. Festivaletteratura 2015 - Intervista ad Alberto Angela pag. 25
7. Valerio Massimo Manfredi, “Il mio nome è Nessuno”- Intervista pag. 27

TERZA PARTE pag. 27


8. Intervista ad Alberto Angela pag. 27

QUARTA PARTE pag. 30


9. Il Medioevo di Alessandro Barbero pag. 30
10. Il romanzo con cui bisogna fare i conti pag. 31

2
TERZA PROVA pag. 33

PRIMA PARTE pag. 33


1. Dibattito sul Brexit: i paesi dell’ Est Europa denunciano discriminazioni ai loro
lavoratori pag. 33
2. Brexit, l’ invito del Sun: “BeLeave” pag. 33
3. Brexit: toni durissimi in televisione pag. 34
4. Dibattito sulla “Brexit”, quale impatto sul mercato del lavoro? - economy pag. 34

SECONDA PARTE pag. 35


5. Brexit, i timori degli italiani a Londra pag. 35
6. Brexit, le paure degli italiani a Londra: se vince “leave” il lavoro sarà un problema pag. 36
7. BREXIT spiegata in 3 minuti! pag. 37

TERZA PARTE pag. 38


8. Focus Europa - Sicurezza della privacy, rimpatri, economia dei servizi pag. 38

QUARTA PARTE pag. 41


9. Dalla CECA alla UE (Tratto da Territori e problemi) pag. 41
10. Anno UE dei cittadini a Gr Parlamento pag. 42

QUARTA PROVA pag. 43

PRIMA PARTE pag. 43


1. Regio VII di Pompei. Riaperte al pubblicola Casa di Sirico
e la Casa dell’ Orso ferito pag. 43
2. Alberto Angela e l’Adone Ferito - Servizio TGR Campania pag. 43
3. Pompei, la Villa dei misteri pag. 44
4. Pompei: Casti Amanti, Il restauro dell’insula, nuove coperture e scavi pag. 45

SECONDA PARTE pag. 45


5. Pompei (NA) - Alberto Angela presenta “I tre giorni di Pompei” pag. 45
6. Franceschini e Cretu agli Scavi: “Pompei simbolo dell’Italia nel mondo” pag. 46
7. Terme di Giulia Felice – Restauri pag. 47

TERZA PARTE pag. 48


8. La Villa dei Papiri di Ercolano pag. 48

QUARTA PARTE pag. 50


9. Renzi a Pompei inaugura 6 domus restaurate pag. 50
10. Scavi archeologici di Pompei: Restauro Villa dei Misteri pag. 51

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PRIMA PROVA

PARTE PRIMA

1. Vasariano Shmidt

https://www.youtube.com/watch?v=SvVo2QIVkmg

2. Vittorio Sgarbi racconta il Corridoio Vasariano


https://www.youtube.com/watch?v=kZmO1RvFQvE

3. Galleria degli Uffizi - Corridoio Vasariano

https://www.youtube.com/watch?v=Frx-efkX6_A

4. I volti del Vasariano

https://www.youtube.com/watch?v=gAe8FXDTwug

PARTE SECONDA

5. Il Colosseo - Alberto Angela

https://www.youtube.com/watch?v=O6D9YA2ZHjE

6. Fontana di Trevi e Piazza di Spagna

https://www.youtube.com/watch?v=avpd7DtZQqM&list=PLqbFoFICTljSPZFsyM906LQeKdO7HaOL4

7. Simboli del Foro Romano - Alberto Angela

https://www.youtube.com/watch?v=ZFyBG5874SY

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PARTE TERZA

8. La villa di Augusto - Somma Vesuviana (NA)

https://www.youtube.com/watch?v=PrG9_gZhktA

PARTE QUARTA

9. Il Palazzo del Quirinale

https://www.youtube.com/watch?v=HtidbzO-
XTc&list=PLBrphzcv5JFnxTA5On1KbsvHpxbKQngY4&index=139

10. Ulisse - Strategie di guerra, la battaglia di Canne

https://www.youtube.com/watch?v=mgWolxmmWpg

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SECONDA PROVA

PARTE PRIMA

1. Massimo Polidoro parla di "L'Avventura del Colosseo" PIEMME ed.

https://www.youtube.com/watch?v=hxf5TX69BDs

2. Intervista a Valerio Massimo Manfredi

https://www.youtube.com/watch?v=1KSDbqa36fQ

3. Intervista ad Alberto Angela

https://www.youtube.com/watch?v=oryz5KZK05s

4. Eco e la Filosofia. Perché ogni sezione del libro si apre conriferimenti storici?

https://www.youtube.com/watch?v=PJHiweonpSY

PARTE SECONDA

5. Alessandro Barbero a tourismA

https://www.youtube.com/watch?v=gzDCylecS_w

6. Festivaletteratura 2015 - Intervista ad Alberto Angela

https://www.youtube.com/watch?v=Da8vmTo2TlI

6
7. Valerio Massimo Manfredi, "Il mio nome è Nessuno" - Intervista

https://www.youtube.com/watch?v=KXjGODtE49M

PARTE TERZA

8. Intervista ad Alberto Angela

https://www.youtube.com/watch?v=Tfh0bse_8Mk

PARTE QUARTA

9. Il Medioevo di Alessandro Barbero

https://www.youtube.com/watch?v=Z0FNJrELhnk&t=88s

10. Il romanzo con cui bisogna fare i conti

https://www.youtube.com/watch?v=v3lBW_R8wx0

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TERZA PROVA

PARTE PRIMA

1. Dibattito sul Brexit: i paesi dell'Est Europa denunciano discriminazioni ai loro lavoratori

https://www.youtube.com/watch?v=plgS2ON_4d0

2. Brexit, l'invito del Sun: "BeLeave"

https://www.youtube.com/watch?v=JBCmgiAg5nI

3. Brexit: toni durissimi in televisione

https://www.youtube.com/watch?v=w2fjCMBj1rA

4. Dibattito sulla "Brexit", quale impatto sul mercatodel lavoro? - economy

https://www.youtube.com/watch?v=Vqm1LmJeVR4

PARTE SECONDA

5. Brexit, i timori degli italiani a Londra

https://www.youtube.com/watch?v=BFb24yDqCN4

6. Brexit, le paure degli italiani a Londra: se vince leave il lavoro sarà unproblema

https://www.youtube.com/watch?v=EFiZ8dAGdmY

7. BREXIT spiegata in 3 minuti!

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https://www.youtube.com/watch?v=umeiHbWR7UY

PARTE TERZA

8. Focus Europa - Notiziario settimanale sulle attualità dell'Unione

https://www.youtube.com/watch?v=IwNPFHoUQHs&index=11&list=PLy9-
pDDcWRDai_zri50CQSK2HtSWyVfQm

PARTE QUARTA

9. Dalla CECA alla UE (Tratto da Territori e problemi)

https://www.youtube.com/watch?v=ikvk3ujqBIE

10. Anno UE dei cittadini a Gr Parlamento

https://www.youtube.com/watch?v=UyzhxN6a230

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QUARTA PROVA

PARTE PRIMA

1. Regio VII di Pompei. Riaperte al pubblico la Casa di Sirico e la Casadell'Orso ferito

https://www.youtube.com/watch?v=nmHruy54AgA

2. Alberto Angela e l'Adone Ferito - Servizio TGR Campania

https://www.youtube.com/watch?v=79vKQuB3EyU

3. Pompei, la Villa dei misteri

https://www.youtube.com/watch?v=NUI004YMYc4

4. Pompei: Casti Amanti, Il restauro dell’insula, nuove coperture e scavi

https://www.youtube.com/watch?v=JaGjQvF_oBQ

PARTE SECONDA

5. Pompei (NA) - Alberto Angela presenta "I tre giorni di Pompei"

https://www.youtube.com/watch?v=VyddHUFTwIg

6. Franceschini e Cretu agli Scavi: "Pompei simbolo dell’Italia nel mondo"

https://www.youtube.com/watch?v=gjDQ3pAQ3MI

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7. Terme di Giulia Felice - Restauri

https://www.youtube.com/watch?v=Md_EsoY-N4Q

PARTE TERZA

8. LA VILLA DEI PAPIRI DI ERCOLANO

https://www.youtube.com/watch?v=pgFuB4HzPHA

PARTE QUARTA

9. Renzi a Pompei inaugura 6 domus restaurate

https://www.youtube.com/watch?v=csdrom_XrkU

10. Scavi archeologici di Pompei: Restauro Villa dei Misteri

https://www.youtube.com/watch?v=48e1LN-qF1g

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PRIMA PROVA
TRASCRIZIONI DEI BRANI ASCOLTO
PRIMA PARTE

1. Corridoio Vasariano - Schmidt


Molte le nuove idee del direttore degli Uffizi, Eike Shmidt, una di queste è quella di aprire il
Corridoio Vasariano a tutti i turisti. Ebbene dopo le prime perplessità sembra che quest'idea andrà
avanti, ci sarebbe anche una data di apertura: il 27 maggio 2018 che è il 25esimo anniversario della
strage dei Georgofili. Nel frattempo andranno fatti dei lavori di sistemazione, soprattutto per la
sicurezza: dovranno togliere gli autoritratti all'interno del Corridoio Vasariano e allestire delle
speciali uscite di sicurezza. C'è un problema però, quello dei tour operator, come funziona adesso?
Adesso il Corridoio Vasariano è aperto a gruppi piccoli di massimo 25 persone per' una spesa di
50,00 – 80,00 euro, ebbene cosa accade nel frattempo cioè fino a che il Corridoio Vasariano sarà
messo in sicurezza e aperto a tutti i turisti? I tour operator lamentano il fatto che Firenze Musei non
accetta più prenotazioni a partire da luglio, Firenze Musei controbatte che invece fino a fine agosto
è possibile accedere per i gruppi al Corridoio Vasariano. Si sono incontrati il 21 marzo con il
direttore Eike Schimd, e in quell'occasione è proprio il direttore a ricordarlo, gli era stato detto che
gli avrebbero fatto sapere entro luglio. Vedremo cosa accadrà intanto però il Corridoio Vasariano lo
ricordiamo, il corridoio segreto che collega Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, potrebbe fra un paio
d'anni essere aperto a tutti.

2. Vittorio Sgarbi racconta il Corridoio Vasariano


Il Corridoio Vasariano è il collegamento un museo e un altro, quindi stabilisce una unità del
percorso artistico degli Uffizi a Palazzo Pitti, e quindi consente di tenere insieme, in un unico corpo,
due organismi. Per quello che riguarda il suo prestigio è soprattutto nel fatto che è una delle aree
meno visitate perché presuppone un percorso interno che non è consentito a un flusso di persone
troppo ampio e quindi, si visita per prenotazione, e chi arriva non è come la condizione di chi visita
il museo di Palazzo Pitti o gli Uffizi, attraverso un procedimento per sale che sono organizzate per
un gruppo abbastanza esteso di visitatori, questa è una dimensione intima é pressoché privata, che
quella che consentiva a chi abitava i due palazzi di muoversi al coperto. Nel percorso museografico
si sono sistemati in quella, in quell'area, capolavori del 600 che è quello su cui gli uffizi hanno una
quantità meno estesa di opere e quindi, la continuazione del percorso che finisce più o meno con
Caravaggio consente di vedere grandi artisti toscani e anche italiani nel 600, e poi l'altra importante
componente del corridoio è l’esposizione di autoritratti dei grandi pittori.

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3. Galleria degli Uffizi – Corridoio Vasariano
Il Corridoio Vasariano, la storia. Il Corridoio Vasariano fu edificato per volere di Cosimo Primo in
concomitanza del matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d'Austria. Il progetto venne
affidato a Giorgio Vasari chi realizzò una via di comunicazione soprelevata e coperta per mettere in
comunicazione Palazzo Vecchio con la nuova residenza di famiglia Palazzo Pitti, permettendo al
principe di attraversare la città in sicurezza senza dover ricorrere alla scorta. In soli 6 mesi, tra il 6
marzo e il settembre 1565, Vasari costruì il corridoio lungo circa un chilometro. Il percorso parte da
Palazzo Vecchio, percorre parte della Galleria degli Uffizi, discende con lunghe scale vicino
all'Arno, supera Ponte Vecchio, prosegue nel quartiere oltr’Arno, passa sopra il loggiato della
facciata della chiesa di santa felicita e vi si affaccia direttamente all'interno con balcone, infine
attraversa il giardino di Boboli e raggiunge Palazzo Pitti. Per realizzarlo su Ponte Vecchio fu
spostato il mercato delle carni sostituito con le più eleganti botteghe degli orafi, inoltre all'estremità
del ponte si fù costretti a far girare il corridoio intorno alla torre dei mannelli perché i proprietari si
rifiutarono di abbatterla. Nel 1386 il Corridoio Vasariano venne aperto al pubblico dal re Vittorio
Emanuele secondo.

4. I volti del Vasariano


Si arricchisce ancora il Corridoio più famoso del mondo: 127 autoritratti di artisti italiani e stranieri
del 900 entrano nel circuito nobile e decorano il tratto finale del corridoio che conduce a Palazzo
Pitti. Nuove opere per i visitatori provenienti dal ricco deposito degli uffizi arrivate nel lungo
percorso cominciato da Luciano Berti nel 1981. Il Corridoio Vasariano raggiunge così 527 opere
esposte confermandosi la collezione più antica al mondo, un risultato importante grazie al
fondamentale contributo di collezionisti e artisti. Le opere selezionate con criteri di qualità e con
molta cautela saranno sottoposte ad una rotazione. Questo è davvero un momento in cui il capitolo
non si chiude perché agli Ufizzi non si chiude niente, però, personalmente, un momento in cui
finalmente trova soddisfazione e gratificazione un lavoro cominciato 30 anni fa. Tutti quelli che
donavano chiedevano: e l'autoritratto mio dove va ora? E noi ci stringevamo nelle spade…
andranno nelle stanze della riserva, sapendo che questo giorno però sarebbe arrivato. E così
camminando sospesi tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, si potranno ammirare grandi opere.

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SECONDA PARTE

1. Corridoio Vasariano - Schmidt

Per cominciare visiteremo il Colosseo, l’arena più grandiosa dell’Impero Romano. […] Ecco il più
grande stadio di tutta l'antichità, s'innalzava per quasi 50 metri, cioè quanto un edificio di 17 piani, e
poteva contenere 50 forse addirittura 70 mila spettatori e la sua arena aveva le dimensioni di un
campo da calcio. Così doveva presentarsi allora, era bianchissimo, coperto di travertino, aveva 4
piani e i primi 3 avevano ognuno 80 enormi arcate che contenevano delle gigantesche statue. era
ellittico e non circolare in modo da contenere più spettatori. Il Colosseo di oggi è solo lo scheletro
di quello di allora, era internamente totalmente ricoperto di bellissime lastre di marmo bianco e per
fissarle si usavano delle staffe, dei chiodi di marmo, e non di ferro, e se ne vede ancora una qui,
perché il ferro avrebbe colato la ruggine su queste lastre. Il Colosseo sta in piedi da 2000 anni
eppure venne costruito in meno di 10; come ci riuscirono i romani? Beh! Con un trucco: ripeterono
all'infinito qualcosa che sapevo fare molto bene: e cioè l'arco, è un pò come se avessero sovrapposto
vari acquedotti, in questo modo le forze si scaricavano perfettamente a terra. Ci vollero ben 100.000
tonnellate di travertino e 300 di ferro. Perché il ferro? Beh! questa è un'altra astuzia: allora per far
stare fermi due blocchi come, per esempio, un capitello sopra una colonna si scavavano delle
nicchie con delle scanalature sulla superficie di uno di questi due blocchi e all'interno di ognuna di
queste nicchie si mettevano delle punte di ferro simili alle punte di lancia; poi si posava il blocco
soprastante e nelle scanalature si versava del piombo fuso che immobilizzava la punta di ferro così i
due blocchi non scivolavano più, si muovevano semmai solo in senso verticale, una soluzione ideale
tra l'altro contro i terremoti. Tutti i fori che vedete oggi sui blocchi furono fatti nel medioevo
proprio per cercare di portare via il piombo e il ferro. L'accesso alle gradinate avveniva attraverso
un efficacissimo sistema di scale e gallerie che consentivano al pubblico di sfondare in pochissimi
minuti; si emergeva sugli spalti da aperture dal nome curioso: vomitoria, e l’effetto doveva essere
impressionante. La pendenza delle gradinate era di 37 gradi e questo consentiva un'ottima visuale
da ogni settore, i posti rispecchiavano la categoria sociale: in cima c'era il popolino con un settore
separato per le donne e più si scendeva più saliva lo status sociale: in prima fila sedevano
magistrati, vestali, sacerdoti e soprattutto senatori, siamo nel settore dei vip, per così dire, e si
possono ancora vedere i bellissimi pavimenti in marmo bianco, marmo di carrara, questo deve
essere un punto di gran passaggio e lo si capisce perché il marmo a forza dell'usura diventò liscio e
per evitare degli scivoloni lo si picchiettò. In cima il Colosseo aveva una corona di 240 pali
imponenti servivano per sostenere il velario: un'enorme copertura di teli che proteggeva gli
spettatori dal sole, non è ancora chiaro come venisse tirato su forse con un complesso sistema di
argani, cime, catene e rotoli di velo, per manovrarla erano necessari 100 marinai della flotta
imperiale. Per bere esistevano delle fontanelle e si vede ancora bene l'incavo che conteneva il tubo
da cui sgorga l’acqua che cadeva dentro a una vasca oggi scomparsa. Lo spettacolo aveva un
programma preciso: al mattino c'erano le belve, erano le cosiddette venationes: si esisteva a caccia,
a lotte tra animali per esempio: un elefante veniva legato a un toro; c'erano anche degli acrobati che

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saltavano sopra le belle cercando di non farsi azzannare oh si nascondevano dietro a delle porte a
volte girevoli come quelle degli alberghi; infine guerrieri armati affrontavano leoni, orsi e leopardi,
immaginate il sangue freddo che ci voleva. Le corride attuali ricordano questi spettacoli persino lo
stadio è simile e ci fanno capire la tensione e la violenza di quei momenti. Alle belve venivano
gettati anche i condannati a morte: ladri, truffatori, assassini, stupratori il Colosseo infatti era un
luogo di esecuzioni pubblico. E’ poco noto, ma le belve selvatiche venivano addestrate ad attaccare
l'uomo, come avviene oggi con i cani da guardia. Si poteva essere divorati da un leopardo o
incornati da un toro, addetti tenevano ferma la vittima e spingevano le belve se necessario. Un mito
da sfatare sono i cristiani, qui al Colosseo non furono mai trucidati, furono invece uccisi in massa in
altre epoche o in altri anfiteatri. Come tutti i teatri anche il Colosseo aveva delle quinte, solo che
anziché averle ai lati ce le aveva sotto; ed è proprio da qui che comparivano gli effetti speciali, sotto
la sabbia infatti c'erano due piani sotterranei. Uno degli effetti speciali più apprezzati era
l'improvvisa comparsa sull’arena di belve e gladiatori e il trucco erano degli ascensori,
deimontacarichi, e si vedono ancora molto bene i binari di salita. Quando venivano azionati
andavano su velocissimi grazie a un pesante contrappeso e aprivano delle botole e in una nuvola di
polvere apparivano improvvisamente decine di gladiatori. Qui sotto insomma avremmo visto gabbie
con leoni e ambienti con gladiatori pronti a combattere, ma anche molti uomini di fatica; guardate
infatti questo foro, questa struttura di piombo, e tutto quello che rimane di un potente argano a
mano e ce n'erano molti un po' ovunque. Decine di uomini li mettevano in funzione facendo salire
gradualmente, su dei piani inclinati, le scenografie che comparivano così all'improvviso sull’arena e
a mezzogiorno facevano la loro comparsa, con una marcia trionfale, i gladiatori. Immaginate cosa
voleva dire combattere con attorno 50 70 mila persone che urlavano verbera, jugula, ure cioè:
colpisci, sgozza, brucia e inservienti che davano colpi di frusta; quando un gladiatore vacillava la
folla esultava urlando: obe oc obe cioè: ora le prende, e non c'era solo il sistema del pollice verso
l'alto e il basso per decidere la sorte dello sconfitto se urlavano anche parole precise come missum
cioè: liberalo, oppure jugula: tagliali la gola. Gli sconfitti mostravano allora la gola con incredibile
autocontrollo e aspettavo il colpo di grazia. Il Colosseo cadde in disuso nel sesto secolo dopo cristo,
l'impero romano era tramontato e la città svuotata. Nei secoli i suoi archi ospitarono artigiani,
bottegai, ospedali, confraternite, eremiti con tanto di orto, persino un cimitero. I papi invece lo
usano come cava di marmo e travertino per costruire il Palazzo Barberini, il Campidoglio, Palazzo
Venezia e addirittura San Pietro. Oggi il Colosseo è tornato ad attirare folle di spettatori, ma questa
volta lo spettacolo è proprio lui!

2. Fontana di Trevi e Piazza di Spagna


Assurta in tutto il mondo al simbolo della dolce vita, la Fontana di Trevi è la meta obbligata di tutti
i visitatori della capitale, nessuno dei quali rinuncia al rito del lancio della moneta che vuole essere
garanzia di ritorno. Il capolavoro settecentesco di Nicola Salvi sviluppa il tema “la reggia
dell’oceano”; accanto alla statua di nettuno, nel nicchione centrale, i tritoni trattengono dei cavalli
marini: uno docile, l’altro infuriato simbolo dei vari aspetti del mare. La grandiosità della fontana è

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accresciuta dal ristretto spazio della piazza che circonda la scena, come la cavea di un teatro. La
trama di stretti vicoli che da Via del Corso giunge a Piazza di Spagna, costituisce una delle zone più
vivaci di Roma, qui oltre a mirabili opere d'arte, troviamo i più affascinanti negozi dei grandi nomi
della moda italiana, Fin dal 700 Piazza di Spagna è il ritrovo preferito di stranieri e romani che
affollano la sobria scalinata di Nicola Salvi, questa con un naturale gioco di rampe sale dalla piazza
fino alla chiesa di Trinità dei Monti. Ai piedi della scalinata vi è la cosiddetta Barcaccia, la famosa
fontana del Bernini dalla forma insolita: una vecchia barca semi affondata posta all'interno di un
basso vascone; gli stemmi che la decorano sono della famiglia Barberini committenti dell’opera.
Seguendo il rettifilo di Via del Corso si giunge a Piazza Venezia, questa sebbene fosse un'area
particolarmente ricca dal punto di vista storico e artistico fu oggetto di numerose demolizioni e
ricostruzioni tra l'800e il 900; questi furono infatti anni di grandi trasformazioni nell'assetto
urbanistico della città, in quanto l'Italia, da poco unificata aveva bisogno di una degna capitale.
L'insediamento del colossale complesso del monumento a Vittorio Emanuele rientra in questo
progetto; il complesso ospita un museo storico, ma conosciuto soprattutto tutto per il monumento al
milite ignoto.

3. Simboli del Foro Romano - Alberto Angela


Bisogna dire che, con l'andare dei secoli, il Foro Romano diventò sempre più un centro simbolico e
un luogo di glorificazione degli imperatori morti; nell'area centrale ad esempio come vedete sorgeva
una fila di 7 grandi colonne per onorare delle figure molto importanti. Oggi è rimasta in piedi la
colonna dell’imperatore Foca, era un imperatore bizantino e sarebbe rimasto sconosciuto ai più se
non fosse per questa colonna che venne eretta in suo nome, in suo onore, perché aveva donato al
papa il Pantheon, ma questa colonna è un vero simbolo perché pensate è stato l'ultimo monumento
eretto all'interno del Foro Romano, era già iniziato il medioevo eravamo nel 708 dopo cristo.
L'impero romano in occidente non esisteva più e l’Italia era diventata, pensate, un regno, un regno
dei barbari goti che erano impegnati in una guerra senza fine, appunto, con i bizantini, quindi
l’Italia era un campo di battaglia. Bisogna dire che questo è solo uno dei monumenti simbolici che
si trovano all'interno dal foro, ne esistono tanti altri anzi, esiste una vera e propria geografia di
monumenti curiosi, simbolici a volte molto venerati e sacri per i romani, eccone alcuni: narra Plinio
il vecchio, che tre alberi sacri dominavano la piazza posta al centro del Foro Romano: erano un fico,
l'albero sotto il quale si dice furono allattati dalla lupa Romolo e remo; la vite e l’ulivo cioè il vino e
l'olio a simboleggiare la forza e la linfa di Roma. Oggi gli alberi sono stati impiantati di nuovo dalla
soprintendenza sebbene non proprio nella loro antica collocazione, ma il luogo prescelto dagli
archeologi sembra molto adatto vicino com’è ad uno dei monumenti più antichi e misteriosi del
Foro. Protetto da questa struttura infatti si trova in Lapis Niger è di uno dei monumenti più
importanti di Roma, eppure tra i meno conosciuti al grande pubblico. Un lungo lavoro di restauro
impedisce da tempo l'accesso ai visitatori. Ai tempi di Roma antica questo punto era sacro e la
spiegazione è nel sotto suolo. Seguiamo gli archeologi mentre scendono sotto la pavimentazione e
raggiungono gli strati più antichi per scoprire quella che, secondo una tradizione, sarebbe la tomba

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di Romolo; è un altare a forma di “U” con accanto quello che sembra essere un basamento a tronco
di un cono per una statua, oggi scomparsa, e poco più indietro un cippo che reca un'iscrizione in
alfabeto latino arcaico. Questa risulta essere la più antica iscrizione latina mai rinvenuta ed é
curioso che si tratti di una maledizione, evocando le divinità infernali infatti l'iscrizione malediva
chi osasse violare questo luogo perché qui, secondo le antiche credenze, venne sepolto Romolo il
mitico fondatore di Roma, che proprio in questo luogo si dice sia è stato ucciso. Sappiamo che in
età repubblicana tutta l'aria che sovrasta il Lapis Niger venne sepolta, recintata e coperta da un
pavimento di marmo nero, da cui appunto il nome lapis niger: pietra nera in latino. Sempre in
questa parte settentrionale del Foro c'era un altro luogo di riferimento fondamentale per Roma, era
il migliario d’oro il punto di partenza di tutte le strade consolari che si diramavano nell'impero.
Oggi tutto ciò che ne rimane è un frammento del basamento di una colonna ma nei tempi antichi
aveva la forma di un grosso cippo cilindro ricoperto di bronzo dorato. Da qui partiva quello che
possiamo definire il più grande monumento realizzato dai romani certamente il più lungo e il più
duraturo: una rete viaria di 100mila chilometri che collegava tra loro le varie province dell'impero;
quando si dice che tutte le strade portano a Roma, in fondo si dovrebbe dire che portano al
migiarum aureum, come lo chiamavano allora i numeri romani o meglio che partono da esso.

TERZA PARTE

1. La villa di Augusto - Somma Vesuviana (NA)


Nell'estate del 14 dopo Cristo, a un mese dal suo 76esimo compleanno, Augusto è in viaggio, ma si
sente male e lo portano in emergenza proprio vicino a Nola, dove si trova una grande villa di
famiglia, ma lì, malgrado le cure e le speranze, muore dopo poco. E questa villa dove ha chiuso gli
occhi il primo imperatore di Roma, questa villa, fatto incredibile, straordinario, forse è stata
ritrovata; il forse è d'obbligo, è come aver trovato un relitto in fondo a un oceano, l'oceano della
storia. Ecco come si presenta il sito: in un colpo d'occhio totale, si ha d’avvero la sensazione di un
pezzo, un frammento del passato che è ritornato alla luce dopo secoli e secoli di oblio e l'autore, il
responsabile di questo oblio lo vedete alle mie spalle: il Vesuvio, infatti il vulcano che ha distrutto,
sepolto Pompei e ha agito anche qui, ma molto più tardi, addirittura 400 anni dopo, deve essere stata
un eruzione devastante che ha ricoperto tutto il paesaggio e ha seppellito questo sito almeno per due
terzi della sua altezza, e successivamente c’è stata un'altra eruzione che ha richiuso definitivamente
tutto quanto. Oggi per poter raggiungere il suolo di calpestio di questo luogo bisogna scendere di 10
metri. Questo sito sta nuovamente ritornando alla luce grazie a uno scavo dell’università di Tokyo,
su concessione del ministero per i beni e le attività culturali. Solo qui sotto ci si rende conto della
monumentalità di questo sito, di questo luogo che chiamare villa beh è molto riduttivo, infatti è
qualcosa di molto, molto più grande e imponente. Pensate che quello che vedete qui non è la dimora
vera e propria, ma solo il suo atrio, il suo ingresso, in un certo senso c'è l'area di accoglienza e
possiamo indovinare l'effetto che faceva ai visitatori. Guardate, vedete queste colonne era, per così

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dire, appunto, la parte che incontravano venendo da fuori, l’ingresso, erano colonne in marmo greco
e ci si trovava subito in un ambiente coperto e con un mosaico tutto bianco e poi subito dei grandi
pilastri riuniti a gruppi di quattro. Era un crescendo infatti, oltre, ci si trovava di fronte a un esedra
tutta coperta di stucchi colorati, erano come varie quinte che vi presentavano il complesso e in
questi stucchi si possono ancora vedere molti dettagli e soprattutto i colori. Riemerge anche un
flauto di pan, molto simili a quelli che si usano ancora oggi sulle Ande, e poi beh se continuassimo
oltre all’esedra che è qui dovremmo incontrare, all'interno di questi sedimenti, il centro del
complesso, ma a quale distanza? Beh qui c'è un problema, vedete è riemerso questo basolato, questa
strada, questo lastricato che lascia pensare quindi che qui non ci sia immediatamente la villa, ma
una grande spianata e poi più in là, il cuore del complesso che oggi si trova sepolto a così a quale
distanza. Sono riemerse anche due bellissime statue: una travolta dalla violenza dell’eruzione
andata in pezzi, ecco la sua testa, si trattava di Dioniso; l’altra invece è stata ritrovata dagli
archeologi ancora all'interno della sua nicchia, nella parete, è una bellissima figura femminile
miploflora, come si dice, cioè, ricoperta con una elegante veste e un bel panneggio e si intravedono
ancora dei colori. Noi abbiamo seguito questo scavo per quasi un anno, infatti le immagini che
avete appena visto sono state girate l'anno scorso, e ora ecco come si presenta il sito vedete è stato
completamente ricoperto con una struttura protettiva, ma i lavori al suo interno proseguono. E’ la
villa di Augusto? Beh! Secondo molti autori antichi come Tacito e Svetonio, questa villa si trovava
apud nolam, cioè: in prossimità, nelle vicinanze della città di Nola. Ora Nola si trova davvero a due
passi da qui, é una villa così imponente è davvero un’eccezione. Tutti gli archeologi ritengono che
effettivamente si tratti proprio della villa di Augusto, anche se la certezza nero su bianco ancora non
c’è. Fa una certa emozione pensare che qui passò Augusto, vide, toccò queste colonne, e queste
colonne oggi ci raccontano l'atmosfera di allora, un'atmosfera che possiamo immaginare e che
Augusto conosceva molto bene. I soffitti erano tutti affrescati con motivi complessi, colori intensi
quali: l’azzurro e l’ocra, un lavoro senza dubbio di maestranze di altissimo livello. Queste furono
tra le ultime cose che videro gli occhi di Augusto quando lo portarono qui moribondo. Si racconta
che sul letto di morte, sentendo ormai la fine vicina, con molta autoironia si sia fatto rialzare il letto,
portare uno specchio, pettinare e abbia chiesto ai suoi amici di applaudire al momento in cui
abbandonava la vita, esattamente come fa un grande attore in teatro alla fine dell'ultimo atto…
applaudite prego… Vero o no che sia, Augusto in effetti fu uno dei principali attori nella storia
dell'Impero Romano e la sua morte è avvenuta in questa imponente scenografia, ma poi che cosa
accadde? Beh, il suo corpo venne portato a Roma, ci furono dei funerali solenni, ma la storia per
questa villa non si fermò qui, anzi andò avanti con vicende sorprendenti che gli archeologi stanno
ora ricostruendo. Questo sito diventò sacro per generazioni, in effetti Augusto era considerato il
padre fondatore dell’Impero Romanoe quindi la villa fù meta di pellegrinaggi, riti e cerimonie quasi
fosse un tempio o meglio un santuario per secoli e secoli, ma poi arrivò la fine, non solo della villa,
ma di tutto l'Impero Romano. I barbari infatti erano entrati nei confini ne facevano ormai parte, nel
410 Dopo Cristo aveva saccheggiato Roma, era rimasto ben poco della potenza dei tempi di
Augusto, c'era stato anche un vero declino demografico e culturale della grande civiltà romana, le
campagne, le città si erano spopolate, molti siti e centri minori erano stati letteralmente lasciati,

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abbandonati, compreso questo. Tutto era in totale abbandono, dovete immaginare quei casolari che
si vedono dimenticati nelle campagne con i tetti sfondati, qui accadde esattamente la stessa cosa, in
effetti il tetto senza più manutenzione forse anche a causa di un incendio, a un certo punto crollò, su
queste pareti cominciarono a crescere le erbacce, i rampicanti, l’edera, tra l'altro gli archeologi
scavando hanno proprio riportando alla luce queste impronte dell'edera, si vedono ancora molto
bene, che cominciarono a avvolgere gli affreschi, gli intonaci, persino le statue quei bellissimi
capolavori che erano ormai dimenticati, non erano neppure stati depredati e questo vi da una chiara
fotografia di quel periodo. Insomma un vero e proprio relitto, ma non completamente disabitata, in
effetti sotto il tetto crollato gli archeologi hanno rinvenuto una macina, del vasellame, delle anfore,
insomma un po’ come quei pesci che vivono nei relitti abbandonati, qui c'era una piccola comunità
di contadini molto semplice, rozza, avevano sgomberato quest'area dove una volta passava Augusto,
adesso c'erano loro e avevano realizzato una vasca, che vedete qui ricoperta con un telo protettivo,
una vasca che serviva a qualche attività produttiva artigianale, non è ben chiaro, quello che invece si
sa e che tiravo giù i pilastri per estrarre, strappare, e portare via il piombo, insomma dopo l’Impero
Romano si era tornati a livelli pre-romani. Pochi anni dopo anche questa comunità così semplice,
primitiva venne spazzata via da una nuova eruzione del Vesuvio paragonabile a quella di Pompei,
era 472 Dopo Cristo e gli archeologi scavando hanno riportato in luce la violenza di questa
eruzione, vedete tutti i materiali vulcanici che stanno penetrando attraverso le finestre, che hanno
completamente sigillato l'intero sito. Dapprima piovverò scorie, lapilli e ceneri poi arrivò una nube
ardente, ustionante e letale che scrostò i muri strappando intonaci, affreschi, infine una violenta
colata di fango e ceneri vulcaniche seppellì il sito con uno spessore di almeno 5 o 6 metri. Pensate
che dal terreno emergevano solamente i capitelli e poche altre strutture, ma in seguito, nel giro di
pochi anni, nuove eruzioni hanno definitivamente sigillato il sito.

QUARTA PARTE

1. Il Palazzo del Quirinale


Questo è lo scalone d'onore e ha una curiosità: vedete i gradini sono poco alti, ma molto profondi ed
è una caratteristica di tanti altri palazzi romani, palazzi antichi, e c'è una spiegazione, in effetti in
passato per andare su ai piani superiori si usavano i cavalli lungo le scale una specie di ascensore
vivente, ma da usare soltanto in circostanze speciali per esempio quando arrivava il padrone o ospiti
di riguardo e da qui passeranno adesso proprio i membri della delegazione lungo questo tappeto
rosso. Ecco l'auto della delegazione straniera entra nel cortile e il capo di questa delegazione scende
e viene accolto dal presidente del consiglio, schierati in cortile ci sono i lancieri di Montebello e la
banda di un corpo militare a rotazione, oggi è quella dei carabinieri. I lancieri di Montebello
rendono gli onori, anche la banda rende gli onori militari in musica…. Fanfara della legione allievi
carabinieri di Roma e picchetto d’onore del reggimento lancieri di Montebello pronti per la

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rassegna…La delegazione straniera e quella italiana, precedute dal capo del cerimoniale di palazzo
Chigi, si avviano verso lo scalone; il picchetto d'onore della polizia si è intanto schierato lungo i
gradini. E’ proprio qui che il capo della delegazione straniera e il nostro Presidente del Consiglio si
stringono la mano a favore dei fotografi a suggellare l'amicizia e l'accordo tra le due nazioni. In
seguito il nostro presidente del consiglio e il capo della delegazione straniera si recano in un
ambiente per un colloquio riservato… Ma proseguiamo il nostro percorso per andare a vedere le
due delegazioni che continuano il loro colloquio. Siamo entrati anche noi in questa sala riservata e
le due delegazioni ora sono una di fronte all'altra: quella italiana sulla destra e quella straniera sulla
sinistra e i due capi di queste delegazioni, beh!, siedono uno di fronte all'altro su due poltrone, ma
non è sempre così, in effetti quando la delegazione ospite è di rango inferiore, per così dire, allora di
poltrona ce n'è una sola, quella su cui si siede il nostro Presidente del Consiglio. Di solito il
presidente accompagnato dal consigliere diplomatico, dal ministro degli esteri e da altri, può essere
il ministro del commercio estero altri ministri competenti etc, insomma un totale di 5 o 6 persone; la
stessa cosa accade per la delegazione straniera, oltre al capo, l’ambasciatore i consiglieri vari.
L'incontro con la delegazione straniera è finito, sta per cominciare l'avvenimento più importante di
questa…..

2. Strategie di guerra, la battaglia di Canne


A quel punto gli elefanti venivano pungolati alle caviglie e dato che erano ubriachi, la cosa li faceva
infuriare, poi bastava dirigerli contro il nemico, partire all'attacco e tenersi forte. Malgrado fosse in
netta minoranza numerica, Annibale riuscì a sconfiggere i romani nelle prime due battaglie, in
Italia, sfruttando semplicemente l’elemento a sorpresa. Nella battaglia del Trebbia nel dicembre del
218 avanti cristo e in quella del lago Trasimeno l'anno successivo, Annibale tese un'imboscata
all'esercito romano, numericamente superiore, e riuscì ad annientarlo entrambe le volte. Ma
Annibale avrebbe impartito la sua migliore lezione di tattica nella battaglia di Canne nel 216 avanti
cristo. I romani avevano inviato a Canne un esercito di circa 80 mila uomini per affrontare Annibale
e per distruggerlo una volta per tutte, era l'esercito più grande mai schierato da Roma. Per essere
certi che questa volta non sarebbero cadute in un'imboscata a Canne, i romani affrontano Annibale
in una pianura aperta. Il piano dei romani è semplice voglio usare il notevole vantaggio numerico
per schiacciare l'esercito cartaginese. Annibale dispone i suoi uomini in un'unica fila per affrontare
l'attacco del nemico; nascosti dietro questa linea, da entrambi i lati, ci sono i migliori fanti pesanti: i
libici; quindi, Annibale fa avanzare la sua cavalleria da entrambi i fianchi per combattere i loro
corrispettivi romani; poi la terribile macchina bellica romana si scontra con le truppe cartaginesi
schierate su un'unica linea e dopo feroci combattimenti la linea comincia a accedere al centro; in
questa fase della battaglia l'esercito romano manda sempre più uomini al centro per continuare a
sfruttare il vantaggio, ma mentre la linea cartaginese viene respinta i romani si vengono a trovare
stretti lateralmente dai libici e Annibale ordina alla sua fanteria migliori di girarsi e di attaccare da

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entrambi i lati l'esercito romano. I romani sono caduti in trappola. Alla fine dopo aver sorpreso i
romani, la cavalleria di Annibale si raggruppa e attaccata da dietro. L'esercito romano è stato
completamente circondato, a quel punto fù una carneficina: i romani vennero completamente
annientati e non si trattava di una battaglia giocata con armi meccaniche, si combatteva corpo a
corpo. Canne resta una delle battaglie più sanguinose della storia, si ritiene che i romani abbiano
perso più di 50.000 uomini. Ne prima no dopo Canne si è mai verificato un simile in non solo
giorno. Con la battaglia di Canne Annibale aveva compiuto un'impresa che nessuno si aspettava,
aveva sconfitto l'esercito romano sul campo di battaglia per ben tre volte e non erano state semplici
disfatte, erano state catastrofi di portata storica e oltretutto i romani erano stati battuti in patria.
Secondo i parametri dell'epoca Annibale non aveva vinto solo le battaglie aveva vinto la guerra. Il
problema fu che i romani non ammisero la sconfitta.

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SECONDA PROVA
TRASCRIZIONI DEI BRANI ASCOLTO
PRIMA PARTE

1. Massimo Polidoro parla di "L'Avventura del Colosseo"

Letto per voi. Massimo Polidoro giornalista-scrittore divulgatore scientifico nel suo libro
l'Avventura del Colosseo racconta la storia, a tratti avventurosa del Colosseo, luogo simbolo di
Roma, ma anche uno dei posti più cruenti della storia. Segreti e misteri, una bella scelta. E’ uno di
quei monumenti che tutti quanti conosciamo ovviamente, diciamo è il secondo monumento più
visitato al mondo per cui, però in realtà quando si comincia ad andare più a fondo a scavare nella
storia e nella realtà di questo edificio incredibile si scopre che ne sappiamo in realtà molto meno di
quello che credevamo ed è stato sia per me un’avventura, proprio quella di immergermi in questo
mondo e di tornare indietro di 2000 anni per capire che cosa accadeva realmente, che per il lettore
credo sarà, appunto, iniziare con me questo viaggio e rivedere da vicino come era il Colosseo. Mi
togli una curiosità, Massimo, ma i giovani seguono ancora con interesse la Storia? era una delle mie
materie preferite, quindi mi chiedo se a scuola sia ancora molto seguita la storia e quindi. Ma credo
che tutto dipenda da come la si racconta, nel senso che se si pretende di riempire i ragazzi di
nozioni, di date da ricordare e diventa tutto molto difficile e anche noioso, no? Se invece si riesce a
far vedere che la storia è fatta da persone che hanno realizzato delle cose straordinarie o terribili
penso che possa, possano essere appassionanti. Massimo Polidoro non è per niente noioso, anzi
leggete il suo libro “L’avventura del Colosseo” pubblicato da Piemme. Letto per voi.

2. Intervista a Valerio Massimo Manfredi @ BookCity Milano 2016


Buon pomeriggio amici ascoltatori di radio bocconi, siamo qui con un grande autore, grande
archeologo Valerio Massimo Manfredi che ringraziamo per il tempo che ci ha gentilmente
accordato. Un paio di domande con l'occasione della presentazione del suo nuovo libro Teutoburgo.
Secondo lei perché è così importante parlare oggi di questa battaglia e parlare oggi di quel periodo
storico? Beh perché quello che ne seguì ha cambiato profondamente la nostra vita cioè quella di noi
moderni, quindi vivremmo in un'Europa consolidata da molto tempo, non ci sarebbero state
probabilmente le invasioni barbariche, avremo conservato un patrimonio di scienza e di letteratura
enorme, senza dover ricominciare sempre da capo, ehm e forse non ci sarebbero nemmeno state due
guerre mondiali. Mi sembra un motivo più che sufficiente. Da come vediamo la questione, no, i
barbari contro i romani è molto una questione identitaria, molto importante il fattore dell’identità,
come possiamo fare secondo lei per trarre delle lezioni dalla storia e imparare sia a mantenere
l’identità nostra oggi in un mondo così fortemente globalizzato, sia a relazionarci nel modo più

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corretto possibile con l'altro. Mah, la nostra identità è una cosa che è indistruttibile perché noi
abitiamo questa penisola da trenta secoli quindi sappiamo chi siamo, diciamo che l'altro deve in
qualche modo sforzarsi prima di tutto di capire le civiltà che sono già esistite e che sono, tra le quali
ve ne sono diverse delle nostre, in secondo luogo noi abbiamo gli strumenti culturali e sistematici
per capire anche quelle degli altri e quindi comportarsi nella maniera giusta e saggia nei confronti di
altre identità.

3. Intervista ad Alberto Angela


Festival internazionale del giornalismo di Perugia decima edizione accanto a noi un volto noto della
televisione italiana e soprattutto nel mondo della storia Alberto Angela grazie di essere con noi.
Grazie a voi. Oggi Lei presenterà il suo nuovo libro “San Pietro segreti e meraviglie” in un racconto
lungo 2000 anni ci può dare una piccola anticipazione? Ma diciamo che san Pietro è un luogo che
da 2000 anni produce, diciamo, capolavori assoluti se si pensa alla Cappella Sistina che è lì accanto
o anche alla Pietà di Michelangelo, ma pochi ricordano che realtà è un centro pulsante non tanto
della religione quanto soprattutto della storia cioè è stata una capitale per secoli del pensiero della
religione, ecc., ma anche un centro di potere e poi ultimamente anche un capoluogo, diciamo, degli
itinerari, di questi itinerari del turismo di una delle capitali mondiali per cui se uno pensa a 20.000
persone al giorno che entrano dentro san Pietro capisce che è un luogo che ha tante funzioni, poi c’è
anche il problema, non so di manutenzione ecc. ma quello che nessuno pensa che in realtà si trova
magari a camminare sul luogo dove si è inginocchiato Carlo Magno e dove magari sono arrivati i
lanzichenecchi. Ci sono mille storie da raccontare. Ora di solito San Pietro lo si vede attraverso le
cartoline, dei grandi tomi che ti dicono non so il barocco del Bernini eccetera, ma nessuno che ti
metta veramente in fila il motivo per cui C’è San Pietro lì e tutta questa sua storia che nell'arco di
60 generazioni 270 papi quasi, ecco cioè storia, ha pulsato di storia per la storia e per tanti secoli e
io ho voluto raccontare in un modo, diciamo, semplice diretto con tante curiosità. Per lei che è un
protagonista del giornalismo divulgativo le chiedo c’è un metodo giusto per fare questo tipo di
giornalismo? Sì bisogna essere chiari nelle parole e molto precisi nei contenuti, come si dice essere
dalla parte degli esperti, dei ricercatori per i contenuti e dalla parte della gente comune per le parole,
le frasi e anche secondo me c'è un ingrediente in più: coinvolgere, coinvolgere nelle spiegazioni chi
è a casa o chi è, appunto, dall’altra parte della televisione o sta leggendo un… un articolo perché
non basta l'informazione bisogna creare emozioni con l’informazione e allora è chiaro che nel
giornalismo questo lo sappiamo cioè ma quando si tratta di informazione scientifica non sempre è
così, quindi bisogna trovare un po' le alchimie giuste raggiungere tutti nel cuore.

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4. Eco e la Filosofia. Perché ogni sezione del libro si apre con riferimenti storici?
Mah perché specie tra giovani ci sono delle perdite di memoria spaventose, abbiam visto nel
programma “L'eredità” quei tre giovanotti che avendogli chiesto se una certa cosa Hitler l'aveva
fatta nel 33 nel 48 o nel 54, nessuno ha imbroccato il 33 e han dato tutti altre date, non sapevano
neanche più quand'è che Hitler era vissuto ed era morto quindi anche capire quali sono le
contemporaneità storiche, che Hitler non era vissuto il tempo di Marilyn Monroe, ma era però
vissuto al tempo di Marlene Dietrich, questi sono, sono fatti da sapere. lo spazio, anche lì lo spazio,
noi ci abituiamo a pensare la filosofia greca e pensiamo che fossero dei signori che passeggiavano
tra Atene e Sparta e Tebe invece nelle cartine si vede come i filosofi greci erano distribuiti tra le
coste dell'asia minore, in Italia, ecc., questo dà un'idea dello sviluppo, dello sviluppo di un pensiero,
ecco questi aspetti oltretutto visivi sono anche quelli che si imprimono meglio nella memoria perché
quando gli dici che un filosofo era di Colofone uno non sa bene cos’è se lo vede nella cartina
capisce, Samo, ecco che differenza c’era tra un filosofo di Samo e un filosofo di Crotone

SECONDA PARTE

5. Alessandro Barbero a tourismo

Il medioevo è stato inventato a fini polemici. Il medioevo è stato inventato, come appunto i secoli
bui, in un momento in cui gli intellettuali europei amavano moltissimo la civiltà classica e
disprezzavano tutto quello che era venuto dopo; in un momento in cui gli intellettuali europei
combattevano contro una chiesa oscurantista e dicevano: “è ora di cambiarla questa chiesa, da
troppo tempo alimenta la superstizione”; in un momento in cui gli illuministi combattevano contro
l’ancien regime e per combatterlo meglio avevano l'opportunità di dire: “queste leggi sono nate in
tempi più oscuri, non son più adatte ai nostri tempi”, ecco questo insieme di motivi ha fatto sì che
per secoli, nel cinquecento, nel seicento e nel settecento in Europa è stato di moda dire: “tutta la
roba vecchia dopo la fine dell’antichità”, lo dico in modo colloquiale… sì, “fa schifo” ecco “e
dobbiamo liberarcene, abbattere le cattedrali gotiche, distruggere le vecchie leggi, sconfiggere la
chiesa” e così via, e così si è inventata questa idea di un'epoca che era appunto il deposito di tutte le
brutture che si volevano eliminare. Diciamo, come in qualunque altra epoca quello che può essere
interessante è vedere che cosa del mondo che conosciamo oggi ha preso forma in quell'epoca per
esempio una cosa che ha preso forma in quell'epoca è l'idea che l'Europa vera sono la Francia, la
Germania, l'Italia anche, l'Inghilterra anche, ma che già per esempio la Grecia è un po' meno Europa
vera, per esempio, no! C'è un’idea d’occidente, l’idea di occidente è l'impero di Carlo Magno, però
di Carlo Magno che vuol dire con i greci e che sono cristiani anche loro si, però non ci si capisce
quando parlano ecco con loro non abbiamo poi molto da spartire, con il mediterraneo meno che
mai, Il mediterraneo è una frontiera nemica come in fondo è un po' ancora per noi oggi purtroppo
no! Ecco queste cose sono nate nel medioevo non è detto che sia una cosa di cui dobbiamo
rallegrarci, ma è un pezzo del mondo di oggi che è nato allora così come per esempio nel mondo

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cristiano cattolico nasce nel corso del medioevo l'idea di una chiesa con un potere centrale del papa
con un governo a Roma che amministra tutta la vita dell'immenso mondo cristiano, non era così in
origine, diventa così nel medioevo.

6. Festivaletteratura 2015 - Intervista ad Alberto Angela

Alberto Angela lei è uno dei divulgatori scientifici e storici più importanti del nostro paese, si
occupa di una disciplina che in altri posti del mondo, ad esempio gli Stati Uniti, è molto sviluppata:
la public history, cioè la divulgazione della storia attraverso i nuovi media, qual è il panorama in
Italia e quali sono gli scenari futuri di questa disciplina? direi che è uno scenario in evoluzione è
cambiato molto rispetto a quando io ho cominciato a fare questo mestiere, faccio un esempio: anche
il solo fatto di collaborare con i reign actors, che sono questi gruppi storici che riescono a
ricostruirti la vita in un accampamento di una legione, o come si viveva in una casa medievale o una
bottega rinascimentale, già quello è un modo per parlare di storia, perché la storia, ed è un po'
questo il cambiamento che sta avvenendo, è fatta in realtà di piccole storie di persone, la grande
storia è fatta di piccole storie, faccio un esempio: nell'ottocento se uno pensa alla battaglia di
Waterloo vede una massa di soldati indistinti nella polvere che va, sono dei reggimenti che vanno;
nello sbarco in Normandia si vedono gli occhi dei soldati è il linguaggio che è cambiato. Allora in
Italia chiaramente c'è l’evoluzione sia locale sia, diciamo, influenzata da quello che c'è all'estero,
grazie al web, grazie ai documentari, grazie alla televisione, grazie anche a un cellulare col quale tu
puoi andare a esplorare quello che succede altrove, il linguaggio sta diventando omogeneo, io lo
vedo anche coi documentari che sono diventati, cominciano ad avere tutti un linguaggio abbastanza
comune quindi, secondo me il raccontare la storia, per quanto mi riguarda, in televisione, si basa
soprattutto sul racconto quindi le persone, i volti, i fatti, come dicevo le piccole storie che messe
assieme come un mosaico ti costituiscono la grande storia. Il futuro sarà sempre più personalizzato
secondo me, il destino dello studio della storia non è sapere i nomi degli imperatori, dei re, o le date
delle battaglie, ma conoscere la gente comune è come se fra duemila anni ci dicessero: “se
volessimo parlare della vostra epoca sarebbe meglio parlare dei vostri, non so, politici oppure dei
vostri presidenti oppure de vostri re, se ce ne sono ancora, oppure della gente comune, cosa
significava entrare in un bar, ecc.”, io nel mio libro “I tre giorni di Pompei” ho fatto proprio questo,
sei dentro la storia, sei dentro i vicoli di Pompei qualche ora prima dell’eruzione, vedi le persone,
senti i profumi delle donne che passano accanto, lo sguardo di un fabbro uno schiavo che soffre
portando una merce molto pesante, ecc., questa è la storia è la vita quotidiana. Ha citato il web
quindi internet che è sicuramente uno dei media più sviluppati e più in grande evoluzione in questo
momento, secondo lei quali sono le potenzialità di questo media e i rischi della divulgazione della
storia? Penso ad esempio al rischio di disinformazione o di revisionismo storico. Ma io, anche più
semplicemente, andrei anche sul fatto che quando uno vede una notizia sul web non sa qual è la
fonte, il problema del web è che non ti dà una certezza dalla fonte, della veridicità di una notizia

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quindi tu devi fare un lavoro di investigazione, andare a vedere quanti riportano questa notizia e
soprattutto da dove è partita e la credibilità di chi l'ha mandata. Paradossalmente dei siti che sono
affidabili, tra virgolette, ma non bastano, sono anche i siti degli amanti, parlo della storia, di certi
magari momenti precisi della storia si vedono questi forum, queste persone che sono appassionate
di storia, non so, legione romana come magari la vita ai tempi, diciamo, di Versailles eccetera, e
quindi sono dei piccoli esperti che cercano di non sbagliare mai, danno una certa affidabilità ma non
basta, il problema del web è che non riesce a riconoscere, diciamo, la veridicità delle notizie o la
certezza di certi fatti devi comunque sempre scavare, però questo vuol dire anche fare un lavoro di
indagine e questo stimola molto anche la curiosità delle persone, quindi il web è un mezzo che ti
mette a disposizione tantissimi, come dire, tantissimi cibi, ma alcuni sono velenosi e devi essere
molto attento e prudente a maneggiarli e a mangiarli. Lei, ad esempio, che è una persona che ha
una grande autorità in questo campo, non ha mai pensato di fare niente o magari ha qualche
progetto in cantiere dedicato esclusivamente al web? Mi piacerebbe avere il tempo, lo farei diciamo
che adesso noi in questi miei anni mi sto dedicando già a vari livelli di divulgazione, quelli
attraverso i libri, attraverso articoli o riviste, insomma la carta stampata e poi attraverso certamente
la televisione, diciamo che sono questi i livelli che riesco a raggiungere perché ho tanti programmi
quindi è difficile riuscire a dedicarsi di più ad altre cose, anche perché più fai cose e meno preciso
puoi essere e a me non piace, io le cose che faccio, voglio essere molto preciso, voglio dire le cose
esattamente come stanno. Nel pomeriggio parlerà del suo ultimo libro “I tre giorni di Pompei” parte
del ricavato delle vendite di questo libro è stato devoluto per il restauro di un importante affresco
nell'area archeologica di Pompei stessa. Io credo che questo sia un buon modo per rendere la storia
pubblica. Perché in Italia ci sono così pochi esempi virtuosi del genere?Non lo so, io l'ho fatto e ho
cercato di farlo diciamo in modo naturale son tanti anni che vado a Pompei a fare divulgazione della
storia di Pompei, di ritrovamenti non solo archeologici, ma anche quelli a livello vulcanologico,
antropologico quindi scientifici. Diciamo che mi è sembrato naturale che quello che ho raccolto in
tanti anni ritornasse al punto di partenza quindi sì, salvare un affresco era importante, ma se non era
un affresco sarebbe stato qualcos'altro, importante era che il racconto di Pompei, che ha attraversato
i secoli, aiuti Pompei a continuare a vivere, in questo caso è stato un affresco, è un esempio, io ho
dato una via ma non sono il solo, ci sono tante persone che vogliono aiutare, io non ho trovato
nessuno che odi Pompei, tutti vogliono aiutarla, però certamente è una città che ha bisogno, è
un’epoca, un momento della storia che ha bisogno di essere aiutata, poi lì c'è anche un sottile gioco
con il lettore, tu leggi una storia che ti racconta un momento del passato però comprando quel libro
tu cominci a far parte fisicamente di quel passato non sei soltanto qualcuno che vede qualcosa oltre
una vetrina, tu sei dentro, dentro la storia perché quell’affresco esiste davvero ed è salvato grazie a
te, quindi tu fai parte della storia di Pompei a questo punto, questo era il meccanismo, però sì, il
modo di rendere la storia a disposizione di tutti deve essere fatta su più livelli ma anche nei musei,
musei che possono essere per esempio un museo egizio, noi abbiamo fatto una puntata sul museo
egizio proprio per, senza parlare dell'Egitto, ma parlando del museo egizio quindi vetrine, reperti,
non documentari sui deserti o sulle tombe, parlavamo dei singoli reperti, e questo fa sì che si
inneschi un meccanismo attraverso un sistema di divulgazione generale, cioè come la televisione, si

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inneschi una curiosità nelle persone che poi vogliono andare ad approfondire, questa è la cosa più
importante della divulgazione: dare degli elementi, certo per conoscere, ma soprattutto per
ragionare, è cibo per la mente come si dice, poi tu ti farai una tua opinione, io ti do del cibo poi fai
tu, ma è importante che tu sappia per conoscere, certo l'epoca passata, ma molto spesso conoscendo
il passato capisci il presente e quindi riesci a prendere delle decisioni per il futuro.

7. Valerio Massimo Manfredi, "Il mio nome è Nessuno" - Intervista

Personaggio di Ulisse o Odisseo come, secondo di se lo diciamolo alla greca o alla latina, è una
creatura letteraria, noi non sapremo mai se esistito un re di Itaca che è tornato alla guerra e ha
massacrato i pretendenti della sposa e poi è sparito in un viaggio senza ritorno, non lo sapremo mai,
e la cosa che più colpisce è che questo non è esattamente un mito, questo è epos: epica, e… il mito
è, diciamo, un'invenzione totale; l'epos quasi sempre viene da eventi che sia sono effettivamente
verificati e che poi nel corso del tempo, ma soprattutto nel passaggio da un poeta all'altro si sono
amplificati, dilatati, deformati, contorti e quindi attraverso questa distorsione del suono della voce
del poeta noi riusciamo comunque a intravedere delle ombre, riusciamo a vedere eventi che sono
perduti per sempre, riusciamo a vedere usi e costumi che non ci sono più all'epoca in cui il poeta
compone il suo canto, non esistono più, e nondimeno tutto questo viene continuamente riciclato,
continuamente riciclato adattandosi ai gusti ai costumi, alle fantasie, alle paure, agli incubi, ai sogni
dell'umanità che procede nel suo cammino. Sono rimasto colpito da questa storia che ero un
bambino e quindi ho sempre continuato a studiare, a indagare tutto quello che aveva a che vedere, e
mentre scrivo faccio continue nuove scoperte alcune delle quali sono effettivamente stupefacenti.

TERZA PARTE
8. Intervista ad Alberto Angela

Nella suggestiva cornice della chiesa di San Giuseppe a Brescia, il paleoantropologo Alberto
Angela ha intrattenuto un pubblico folto e affascinato raccontando la sua ultima fatica: “I tre giorni
di Pompei”, ed è proprio lui a illustrare, ai nostri microfoni, di cosa si tratta a svelarci importanti
nuove scoperte relative alla cittadina vesuviana e ad abbattere falsi miti. L'evento è stato
organizzato dal museo diocesano di Brescia ha rappresentato da Cinzia Bevilacqua. Ciò che
stupisce è l’eterogeneità del pubblico composto da giovanissimi e da persone mature, tutte
accomunate da un grande interesse verso il relatore e l'argomento. Allora, il libro in realtà non vi fa
vedere una Pompei morta, ma una Pompei viva e praticamente è un viaggio dentro una Pompei
nell'ultimo giorno prima dell'eruzione incontrando e seguendo delle persone vere realmente esistite,
si va dal banchiere al venditore ambulante, dalla nobildonna al maestro, e fino ad arrivare al fornaio
o anche a degli schiavi, un venditore per esempio di vasi che nella sua bottega, come si è scoperto,

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aveva scritto tutte le date per i mercati dove lui doveva andare col suo carretto a vendere la propria
merce, quindi s’è scoperto che a Pompei non c'era un mercato il giorno dell’eruzione, a volte lo si
vede nei film invece non è così. Poi ci sono tanti miti da sfatare che sono emersi attraverso una
raccolta abbastanza meticolosa, durata fondamentalmente vent'anni, parlando, intervistando
vulcanologi, antropologi, archeologi, salta fuori che non si vedeva un vulcano perché non esisteva
ancora il Vesuvio, è venuto dopo a partire da quella eruzione, quello è stato l'inizio dell'esistenza
del Vesuvio, quindi nessuno lo vedeva; la data non è d'estate, ma probabilmente in autunno; era una
città senz’acqua in emergenza in quei giorni non arrivava l'acqua, quindi tutte tutti quei romanzi o
quei film in cui si vedono le terme o anche quei, non so, dei banchetti con l'acqua nelle fontane a
zampillo, non è vero, non poteva esserci; c'erano dei terremoti, ce n’era stato uno da poco, la gente
stava ricostruendo le case, quindi come si vede ci sono tanti miti da sfatare compreso il fatto che la
lava non è mai arrivata a Pompei, mai, sono arrivate piogge di lapilli e piogge di pomici, valanghe
di polvere finissima come il talco, probabilmente molto calda con dei gas ecc., ma niente lava, e
quindi ho cercato di scrivere l'ultimo giorno di vita di Pompei e quello, il primo, cioè quello della
tragedia seguendo queste persone e dimostrando anche che ci sono dei sopravvissuti migliaia di
morti certo, ma qualcuno se l'è cavata, quindi è un libro di speranza, speranza nel vedere una città
viva nel vedere la gente, certo che muore, ma qualcuno se la cava e, anche, questo libro cerca di
mettere anche molto rispetto a quei resti che vengono oggi esposti nelle teche e la gente può vedere
passeggiando per Pompei, ricordando che non sono statue sono persone che la natura ha sigillato in
uno strato di cenere in pochi secondi e che quindi sono rappresentati lì nell’atto di morire in agonia,
bisognerebbe avere molto rispetto, però appunto, come ho detto, ho cercato di dare anche un po' di
vita e speranza, nel senso che comprando questo libro una parte dei ricavi va per il restauro di un
grande affresco in una casa, nella parte nobile della città e in un modo così, è un modo per collegare
il lettore ai pompeani veri, cioè comprando questo libro, tu intervieni nella vita di Pompei di
duemila anni fa, salvando un affresco questo credo che sia importante ancorare un libro, la cultura
al luogo dove è nato soprattutto alla cultura che c'è attorno a noi, Pompei compresa. Perché se va a
vedere Pompei prima e legge il libro capisce molte cose che ha visto, forse riesce anche a seguire a
essere più emotivamente coinvolto e magari ci ritorna pure perché dice “adesso voglio vedere quelle
cose che mi erano sfuggite e il libro mi ha mostrato” se invece lo si legge prima si arriva diciamo,
come dire, già preparati, tra l’altro il libro crea un percorso nel giorno della, prima della catastrofe
seguendo persone vere, banchieri, appunto oppure dame, ecc., e fa un percorso entrando nelle case e
facendo vedere esattamente cosa accadeva in quelle case con quegli affreschi, e le persone son tutte
vere e quindi leggendo prima il libro, col libro in mano si può fare un giro a Pompei anche nel
momento del disastro i percorsi che si seguono sono reali. Beh! Diciamo, un terzo di Pompei deve
essere ancora dissotterrato e probabilmente non verrà mai portato alla luce, perlomeno non in tempi
brevi, adesso ci si occupa di restaurare, salvare quello che è stato esposto e poi c’è molto da scoprire
perché, non so, seguire e scoprire e leggere tutti i graffiti che ci sono su Pompei, sulle pareti di
Pompei, sono migliaia e stanno sgretolandosi. Noi siamo andati a fare dei servizi televisivi, alcuni
erano già scomparsi erano stati documentati in passato, ma non si leggono più, quindi c’è tanto da
scoprire e da salvare e poi secondo me c'è tanto da capire e scoprire nelle cose che sono evidenti

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proprio il modo in cui è avvenuta l’eruzione come si dice, la tempistica cioè cosa è accaduto ora
dopo ora, minuto dopo minuto, secondo me si può chiarire ancora di più, e soprattutto Pompei è
sempre stata vista come un grande sito della storia dell'arte gli affreschi, il primo, il secondo, il
terzo stile i capitelli, le statue, bellissimo, ma manca la parte di vita si può descrivere l'ultimo giorno
la vita quotidiana invece di fare come fanno tutti i turisti che vanno a vedere le persone dentro le
teche morte e i postriboli, praticamente i lupanari, c'è qualcosa di più si può fare un percorso
dell'acqua, si può fare un percorso quotidiano, la mattina qui il fornaio faceva il pane e si vede non
solo il forno ma il pane e come lo rendeva croccante, lo si può spiegare e così tutta la giornata, si
può fare, ma poi alla fine andando a vedere, per esempio le persone come sono morte, io ho fatto
uno studio basandomi sulle persone dove erano state ritrovate, che distanza per capire momento per
momento cosa è avvenuto con questa ondata di gas e di ceneri e capire che non sono tutti morti allo
stesso modo, non sono morti bruciati a Pompei a Ercolano sì, a Ercolano ci si trasformava in uno
scheletro in una frazione di secondo, come una bomba atomica un'ondata di calore che ha fatto
addirittura esplodere i crani, la gente forse non si è neanche accorta che stava morendo, a Pompei
invece no, la gente si copre, prova a difendersi quindi una morte diversa alcuni stati trovati sui letti
dei triclini, quelli da banchetto avevano perso i sensi probabilmente perché mancava l’ossigeno,
altri sono morti per i crolli; io credo che tutto questo non sia ancora stato studiato in un modo
diciamo, preciso e scientifico, ci sono tante ipotesi, io con questo libro ho cercato di dare tante idee
e tante ipotesi unendo tutte le cose che state scoperte e che gli archeologi mi hanno raccontato, ma
anche andando indietro nel tempo a vedere per esempio nell’ottocento cosa scoprivano, per esempio
a Ercolano salta fuori che c'era stato un omicidio, dentro una grande giara che doveva contenere
pesce all'interno di una pescheria, è stato trovato lo scheletro di un uomo senza testa, quindi
qualcuno in una città così piccola in mezzo alla gente, la gente passava a pochi metri di distanza, a
due, tre metri c'era gente che sfilava per le strade, quindi è stato un omicidio di impeto infatti sotto
questo scheletro sono stati ritrovati le asce che sono state usate per ucciderlo, ma l'assassino non è
riuscito a finire il suo lavoro perché è arrivata l'eruzione che ha coperto tutto, quindi tante cose da
scoprire secondo me e soprattutto sulla quotidianità e sulla fine delle persone a Pompei, Ercolano
Oplontis e Stabia. Io sono paleoantropologo, mi sono sempre occupato di quello che viene prima
della storia, cioè la preistoria, poi mi sono appassionato di Roma, ma non perché io sia un invasato
innamorato della romanità, assolutamente, sono come tutti voi. All’inizio Roma e i romani per me
erano legioni, colonne, imperatori con la corona d'alloro, cioè erano queste cose qua, poi ho
cominciato a filmare i siti e ho capito tante cose e cioè che i romani vivevano esattamente come noi
era il primo sistema di vita occidentale come noi: c'era una sola lingua in tutto l’impero, una sola
moneta, potevate comprare lo stesso vino a Cartagine come a Londra, c'era la prima
globalizzazione, usavano delle tuniche, le tuniche che cosa sono? sono delle t-shirt extra extra large
che vi arrivano alle ginocchia ci metti un cordino, un laccio attorno alla vita e sei un romano, quindi
hanno inventato un po' loro, ma soprattutto erano fatte con del lino che era stato coltivato in Egitto,
intessuto a Roma e venduto nelle Gallie, quindi c’era la globalizzazione esattamente come questa
camicia che probabilmente è stata fatta non in Italia probabilmente è frutto della globalizzazione
quindi, guardando il passato capisci il tuo presente e capisci anche delle soluzioni che hanno trovato

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che si possono usare oggi per esempio, nessuno veniva discriminato per il colore della pelle, non
c'era razzismo nell’età romana, avevano capito che era una cosa stupida esattamente come oggi
nessuno viene discriminato per il colore degli occhi non ha senso, esattamente la pensavano così i
romani; la religione era una cosa da non toccare nel senso di dire ognuno è libero di professare la
propria religione purché riconosca le leggi, l'imperatore poi vabbè; poi c'era anche un fatto che, per
esempio, gli ultimi potevano diventare i primi, quello che non sono riusciti a fare nell'impero
inglese o francese pensate a napoleone, pensate all’impero inglese coloniale immenso, i romani
sono riusciti a farlo, cioè hanno detto io l'ultimo, cioè quello che ho conquistato, una volta che ha
accettato le mie leggi, volendo può diventare anche lui imperatore, Settimio Severo che era un ex
libico, cioè un ex punico, un ex nemico diventò imperatore e quando diventò imperatore, aveva la
pelle scura, era un Obama dell'epoca veramente, se uno vede le immagini è veramente scuro c’ha
delle treccine, sembra quasi un Bob Marley dell’epoca, cioè veramente non è assolutamente un
romano classico eppure è stato uno dei migliori imperatori.

QUARTA PARTE
9. Il Medioevo di Alessandro Barbero

Professore, un libro per spiegare attraverso i personaggi la vita di determinate categorie del
Medioevo, una opera di divulgazione, ma importante anche per far capire un po' meglio questo
periodo storico Mah sì, in parte ho cercato di raccontare come mai io amo il medioevo e passo la
vita a studiarlo, perché ci sono alcuni autori medievali che io ho letto fin da quand'ero, non dico
ragazzino, ma insomma studente dicendomi “ma che meraviglia, ma che gente” ci sono autori di un
divertente, di un acuto, di uno spregiudicato soprattutto tra Salimbene da Parma, Jean de Joinville, il
cavaliere che scrive la vita di San Luigi, Dino Compagni il mercante di Firenze che racconta la
politica fiorentina del tempo di Dante senza peli sulla lingua, ecco quella era un’epoca non tanto
ipocrita in cui si dicevano le cose come stavano e a leggerli ti diverti da matti, io questi autori li
amo da una vita e mi è venuta voglia di raccontarli anche alla gente, insomma, anche ai lettori. È
nato da delle conferenze questo libro e le prime 3 erano appunto questi tre autori che ho citato
neanche a farlo apposta un frate un cavaliere un mercante, quindi proprio le diverse categorie. E
dico ancora questo, la seconda parte del libro sono tre donne invece, e lì è stata tutta un'altra cosa
perché trovare tre donne del medioevo di cui abbiamo le parole di cui riusciamo a entrare dentro la
loro vita dentro la loro testa ecco, è molto più difficile, però alla fine le ho trovate, credo, e quindi
insomma, c'è il mondo medievale tutto insomma, anche se in piccolo. Prima in campo specialistico
poi anche in campo divulgativo si è cominciato a sfatare questo mito del medioevo oscuro, del
medioevo fatto di soltanto maghi, streghe, e anche arretratezza culturale e materiale e quanto c'è
ancora da fare in questa direzione? Ma io credo che il più si sia fatto, nel senso che ormai la gente
sa che il medioevo era un periodo interessantissimo, c'è stata un'epoca nel 600 e 700 quando
andavano davanti alle nostre cattedrali gotiche e dicevano “ma che vecchiume, che orrore,
buttiamole giù, facciamo delle chiese neoclassiche”, adesso non lo fa più nessuno, adesso la gente

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rimane a bocca spalancata davanti alle cattedrali medievali rimane un po' a livello di linguaggio
l'abitudine di dire “vai, roba da medioevo” ma quello tutto sommato poco male, ecco l'importante è
che si sia capito che quella è una fase immensa della nostra storia poi insomma mi pare che qui in
Puglia lo si sappia particolarmente e quindi insomma il grosso del lavoro è stato fatto secondo me.

10. Il romanzo con cui bisogna fare i conti

Credo che per noi scrittori italiani il romanzo storico sia un appuntamento un po’ ineludibile forse
perché abbiamo in fondo il capostipite del nostro romanzo, Manzoni resta un nome, e un romanzo e
una scelta di lavoro sulla letteratura con cui prima o poi bisogna confrontarsi e tra l'altro poi anche
nel corso del novecento i nostri principali scrittori hanno continuato a lavorare sul romanzo storico
nelle forme più disparate, penso, soltanto per fare un nome, dalla Morante a Vassalli, cioè autori
completamente diversi che però hanno saputo innovare la lezione di Manzoni e rifarla diversa e
moderna, quindi anche per me l'ho sempre sentito come un genere vivo, magari in altre letterature
contemporanee non è così, questo non sono in grado di dirlo, però sicuramente per gli italiani
questo è ineludibile, lo è anche perché noi siamo un paese un po’ strano che ha un rapporto difficile
invece con la sua storia e il romanzo storico, spesso ti permette anche di lavorare nelle pieghe del
tempo e di lavorare sulla memoria di un paese, noi non abbiamo miti nazionali che riescano a
superare indenni le tempeste ideologiche di ciascuna generazione, quindi pian piano è come se la
nostra storia passata cadesse in polvere con tutti i personaggi importanti, gli scrittori, i poeti, gli
ammiragli, i marinai, cioè è come se noi non sapessimo rinnovare la memoria collettiva e quindi a
volte i romanzi oppure il cinema popolare o piuttosto anche la televisione servissero così a riflettere
un po’ sulla nostra sulla nostra storia, sulla nostra memoria e su una parola un po' difficile da
maneggiare con molta cautela che è quella della nostra identità che naturalmente io non intendo
come un termine fisso non c'è un’identità però c'è un accrescimento d'identità che si formano nel
tempo è importante riflettere su questo e quindi chiedersi continuamente chi siamo a me poi
personalmente è sempre piaciuto molto lavorare fra la storia, la ricerca storica e l’invenzione, credo
che questo mi permetta come scrittrice delle grandi avventure intellettuali spesso mi sono dedicata
con, così, con l'entusiasmo dell'esploratore a studiare e conoscere delle cose che magari all'inizio
non sapevo si trattasse di una lingua sconosciuta a me come l’occitano che magari era la lingua
parlata nella regione del Piemonte nel quale è ambientato un mio romanzo piuttosto che il
veneziano del 500 come il veneziano che supponevo parlasse Tintoretto e che quantomeno dovevo
saper leggere per poter studiare le carte che lo riguardavano quindi per me il romanzo storico poi
assume una sfumatura diversa, appunto anche di avventura di ricerca e di conoscenza e cerco ogni
volta di fare qualcosa di diverso, quindi quando scritto Vita ho fatto pure in qualche modo un
romanzo storico perché in fondo era la storia di mio nonno, quindi un personaggio minore
manzonianamente minore, nel senso che un umile della storia emigrato, appunto, in America però
che incarnasse un po’ l'epopea nazionale della nostra emigrazione transoceanica raccontando però

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nel contempo anche le mie stesse ricerche e quindi come sono riuscita a ricostruire questa storia in
parte vera, in parte inventata dagli stessi protagonisti. Poi, anni dopo quando ho deciso di scrivere
invece un libro sul Tintoretto per esempio ho scelto di fare una strada completamente diversa,
quindi addirittura di scrivere 2 libri, da una parte un romanzo che potrebbe essere definito, in effetti,
un romanzo storico avente al centro della storia dei personaggi che sono realmente vissuti come
Tintoretto il pittore e sua figlia Marietta, pittrice anch’essa e nello stesso tempo però con la libertà
di raccontare una storia senza tempo quasi, quasi al presente cioè raccontata addirittura dalla voce
narrante come se fosse vicina a noi, però tutta la ricerca storica che mi era servita per riuscire a
vedere, a scrivere, a sentire questo romanzo è finita invece in un libro che non è assolutamente un
romanzo ma è una biografia o un libro di storia si può dire in qualche modo e che nello stesso
tempo non posso non definire anch’esso un romanzo storico perché ne sono protagonisti centinaia
di personaggi realmente e vissuti dei quali racconto la storia soltanto attraverso i documenti, quindi
una storia documentaria, ma nello stesso tempo per me non c'è niente di più romanzesco di un
documento sopravvissuto alla strage dei secoli.

TERZA PROVA

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TRASCRIZIONI DEI BRANI ASCOLTO
PARTE PRIMA

1. Dibattito sul Brexit: i paesi dell'Est Europa denunciano discriminazioni ai loro


lavoratori
Le concessioni proposte per fare restare la Gran Bretagna nell’Unione Europea hanno sollevato vive
polemiche nel parlamento europeo, il presidente della commissione Juncker ha certato di vendere
l’accordo come positivo per tutti: “Ho sempre detto che voglio che la Gran Bretagna resti un
membro dell’Unione Europea sulla base di un accordo equo. Le riforme che sono state proposte
sono giuste per la Gran Bretagna e per gli altri 27 stati, se la Gran Bretagna ritiene ora di essere al
limite del suo livello di integrazione, per noi va bene”. Tuttavia alcuni deputati dei paesi dell’Est
Europa si sono sentiti insultati dalle riforme concesse a Londra per limitare l’immigrazione europea,
questo deputato ungherese pensa persino a ritorsioni sugli investimenti britannici: “C’è
l’investimento Tesco con grandi investimenti non solo in Ungheria, ma anche altrove, ed uno o più
paesi dell’Europa centrale potrebbe dire a Tesco, se i lavoratori dell’Europa dell’est subiscono
discriminazioni in Gran Bretagna, bene, allora non abbiamo problemi a fare queste discriminazioni
contro di voi. Non penso che i capitali britannici ne saranno contenti”. Non sono mancate le critiche
neanche dagli euro-scettici britannici, secondo cui la Gran Bretagna, dopo tutto, non ha ottenuto
molto. Spiega Nigel Farage: “c’è stato promesso un negoziato sostanziale, nelle relazioni la Gran
Bretagna con l’Unione Europea, un cambiamento sostanziale del trattato e quel che Cameron aveva
promesso, ma non lo ha ottenuto e per quanto riguarda l’accordo è chiaro che sarà respinto da molta
gente”. Il dibattito si sposterà dall’aula del parlamento europeo a quella del prossimo vertice
europeo di metà febbraio, molti leader promettono battaglia.

2. Brexit, l'invito del Sun: "BeLeave"


Con il panico da Brexit che già sembra installarsi sulle piazze continentali, il Sun apre con un invito
che non poteva essere più chiaro per gli elettori che si avvicinano alla data fatidica del referendum,
un gioco di parole tra essere, credere e lasciare, cioè, credere nella potenza britannica e lasciare
l’Unione Europea. 130 miliardi sono andati in fumo ieri nelle borse europee appesantite, per la
verità, da altre concause, ma il ruolo dei sondaggi appare chiaro, in giornata davano in vantaggio il
Brexit 52% a 48 in media, ma si arrivava anche a vantaggi di 7 punti. Poi si sa, certe cose si dicono,
ma non si fanno, al momento del voto le decisioni sono più impegnative e i sondaggi, spesso, si
rivelano menzonieri, ma il rischio che il referendum voluto dal premier David Cameron gli sfugga
di mano c’è ed è reale, tanto che molti britannici all’estero si affrettano a prendere una cittadinanza
europea, in questa sede della prefettura parigina, una neo francese spiega: “Ho deciso di cambiare la
mia nazionalità all’inizio di tutta questa storia del Brexit perché ero un po’ preoccupata dal fatto di
dover poi chiedere un permesso di soggiorno per continuare a vivere e lavorare nel paese in cui

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sono stata tutta la vita”. Il suo è per molti aspetti un caso particolare, ma il fatto che la legge
britannica consenta di avere la doppia nazionalità e l’incombenza del Brexit hanno spinto molti
residenti all’estero ad affrettare una scelta nemmeno tanto difficile, resteranno britannici ed europei
nello stesso tempo indipendentemente da quello che decideranno gli elettori britannici il 23 giugno.
3. Brexit: toni durissimi in televisione
E’ l’ora dei confronti TV, nel dibattito infuocato sulla Brexit, la sfida è dilaniante tra i conservatori
circa il futuro della Gran Bretagna nell’Unione Europea. David Cameron appare in difficolta mentre
la sua campagna pro-unione sembra perdere punti nei sondaggi. Cameron ha insistito sui suoi
argomenti l’economia, la sicurezza nazionale denunciando l’uscita dall’Europa come un salto nel
buio, addirittura come un atto di autolesionismo per il regno, secondo il premier, per tranquillizzare
i suoi elettori però ha giurato: “mai e poi mai nell’Euro”. Il nostro paese nel mercato unico è
protetto, ha detto, se mi avessero dato degli altri termini sarebbe una cosa, invece questi termini
sono giusti per il Regno Unito e per questo dovremmo restare dentro l’Unione. Anche in campo
euroscettico, però, i toni si fanno sempre più duri, così Boris Johnson, ex sindaco di Londra, è
tornato a parlare di difesa dei confini accusando l’Unione di esporre a rischio di terrorismo la Gran
Bretagna, con le sue regole sulla libertà di movimento. Johnson ha anche attaccato il troppo potere
di Bruxelles rispetto a Londra, qual è la proporzione di legge rispetto a Westminster e le leggi che
arrivano da Bruxelles? Ha detto. Nessuno ha un’idea? 40%? Nessuno offre di più? Beh! La risposta
è 60%. In favore dell’Unione sono in larga maggioranza gli elettori laburisti, il leader Jeremy
Corbyn, è tornato ad affermare che la Brexit sarebbe un danno per i lavoratori britannici, secondo
lui il vero rischio non è Bruxelles, ma i conservatori al governo.

4. Dibattito sulla "Brexit", quale impatto sul mercato del lavoro? - economy
Più o meno posti di lavoro una volta usciti dall’Unione Europea, è la domanda che a 9 giorni dal
referendum divide il tessuto economico britannico. Tim Martin, fondatore della catena di pub JD
Wetherspoon, è un sostenitore della Brexit e vede in Bruxelles un centro di potere antidemocratico
che con le sue regole frena la creazione di nuovi impieghi. Non c’è ragione per cui non possiamo
essere una nazione prospera, avremmo più soldi perché non verseremo più tutti quei fondi
all’Unione Europea e questo sosterrà l’imprenditoria. Non che oggi il mercato del lavoro britannico
sia in rovina, il tasso di disoccupazione è al 5.1% la metà della media europea, ma sull’altro
versante aziende come Airbus avvertono: una Brexit ci costringerebbe a rivedere i nostri
investimenti, oggi operiamo secondo un solo standard, introdurne uno britannico a fianco di quello
europeo complicherebbe le cose. Per gli esperti della London School of Economics investimenti e
scambi commerciali ridotti porterebbero a una perdita di 300 mila posti di lavoro. Assurdo, inoltre,
ascrivere la disoccupazione al fenomeno dell’immigrazione. Da accesso a persone spesso con un
alto livello di formazione e per la cui educazione, tra l’altro, non siamo stati noi a pagare, questi
finiscono per creare lavoro e non per rubare l’impiego ai cittadini britannici, la ragione principale è
che in una economia che cresce c’è posto per tutti. Secondo gli oppositori della Brexit sono 3
milioni gli impieghi nel Regno Unito legati agli scambi commerciali con l’Unione Europea.

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PARTE SECONDA

5. Brexit, i timori degli italiani a Londra

Mezzo milione di italiani vive in Inghilterra, finora si sentivano a casa il passaporto dell'Unione
Europea consentiva libertà di movimento e di lavoro, ora però potrebbe cambiare tutto. Tanti
molisani in queste ore si stanno chiedendo come cambieranno le cose, se e quando, pensano al
lavoro che hanno o alla casa che magari stanno acquistando cosa accadrà. Michele Viglione è un
giovane di Petrella Tifernina che a Londra ci vive da un anno e mezzo, fà il barman e quando è
sbarcato in Inghilterra lo ha fatto soprattutto per imparare la lingua, poi ha trovato lavoro, nuovi
amici e hai scelto di restare, oggi però vive con amarezza una scelta che lui dice non è stata fatta da
tutti o quantomeno consentita a tutti. Come primo impatto il fatto che l’Inghilterra sia uscita
dall’Unione Europea non mi ha stupito per nulla, perché dopo un anno e mezzo che vivo qui
conosco il modo di pensare degli inglesi, quindi per me la cosa è stata una conseguenza molto molto
semplice da capire, il problema più grande, secondo me, è che questa cosa, questo referendum, non
ci doveva mai essere. Da quello che ho letto io in internet e sui giornali, questo referendum c’è stato
perché l'attuale ministro David Camerun aveva promesso a alcuni ministri del suo partito e dal
partito UKIP, ovvero United Kingdom Indipendence Party, di indire questo referendum nel caso lui
avesse vinto le elezioni nel 2015, cosa che è successa quindi lui si è trovato costretto a dover fare
questo referendum. Però, una decisione di tale importanza con conseguenze così vaste sul campo
economico, politico non sarebbe mai dovuta essere lasciata in mano a dei cittadini per quello che
penso io. Chi paga le tasse da più di 5 anni in Gran Bretagnapuò richiedere un permesso di
residenza e la cittadinanza, chi non intende restare o comunque non ho fatto piani precisi per il
domani, potrà probabilmente ottenere un visto di lavoro da rinnovare, ogni due-tre o anche 5 anni,
presentando una richiesta al datore, ma Michele insieme a tanti altri giovani a questo punto si
chiede perché restare in Inghilterra. Io conosco tanti ragazzi che vivono qui italiani, tanti molisani,
molti di loro vanno all'università e anche se per noi lavoratori magari non cambierà tanto
nell'immediato, per loro cambia molto. Ci sono molti ragazzi che usufruivano di una borsa di
studio, che era l'equivalente di un prestito di 9mila sterline l'anno che gli veniva fatto per andare
all’università che copriva tutta la renta annuale, tutta la retta annuale, scusami, e adesso loro non
potranno più averla, quindi molti, molti, molti ragazzi dovranno privarsi di.. del fatto di poter venire
a studiare in Inghilterra perché non ce la faranno economicamente. Con lui ci sono tanti molisani
che studiano all'università e sente di dover rappresentare anche la loro amarezza per le difficoltà che
questi studenti adesso incontreranno. E ora che ci hanno fatto capire ancora di più che siamo degli
extracomunitari, io personalmente mi faccio una domanda, dico:” ma perché io dovrei chiedere il
permesso di vivere qui, quando io posso chiedere il permesso di andare a vivere in un posto, cosa ne
sono, tipo in America dove magari posso fare soldi sul serio a differenza di qui dove io lavoro solo

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per sopravvivere oppure, perché io devo chiedere di vivere qui, vivere come un extracomunitario,
tra virgolette, quando io posso fare questo andando in Australia dove c’è sole tutti i giorni, non
come qui che piove 360 giorni l'anno. Sono domande che io credo ogni italiano si sta facendo.
Dunque per ora chi aveva pensato all'Inghilterra come un paese da scoprire non potrà più farlo o
quantomeno non potrà trovare una sistemazione provvisoria e mettersi a cercare un lavoro, perché il
lavoro bisognerà cercarlo e ottenerlo prima di partire. Fare il free lance in Inghilterra, in qualunque
campo, diventerà più difficile molti che lo stanno facendo saranno costretti a tornare in patria.

6. Brexit, le paure degli italiani a Londra: se vince “leave” il lavoro sarà un problema

Ciao Simone, noi di OFCS Report ti abbiamo chiamato per darci una tua opinione di italiano che
vive e lavora in Inghilterra, mancano tre giorni all’inaugurazione per il Brexit, voi come la state
vivendo? Che cosa cambia per Voi? Allora, si ciao a tutti, diciamo si sente molto qui, questo
referendum che ormai c'è tra pochi giorni, anche tra noi italiani soprattutto per le persone che
frequento, quindi un ragazzo giovane che vive qui da qualche mese, sono tutti studenti oppure sono
giovani lavoratori che vengono da altri paesi. Per me arrivare in Inghilterra dall’Italia è stato come
venire in un paese che aveva aperto le porte a tutte le culture, ci sono cittadini che vengono da tutte
le parti del mondo soprattutto dall'Europa, il Brexit si sente molto perchè noi giovani quindi,
ragazzi, gli studenti pensano che sarebbe una follia uscire dall'Europa cui perdere tutta questa
grande scambio di cultura che c'è, che c'è in questo paese e che magari c'è un po' meno in Italia, dal
mio punto di vista, mentre le famiglie conservatrici quindi, anche magari alcuni imprenditori o
coloro che hanno sempre voluto l'Inghilterra al primo posto pensano che sia un’occasione buona per
uscire, considerando anche che l'Europa non dà un buon esempio nell'ultimo periodo con la Grecia,
con altri problemi che ci sono stati quindi, loro pensano che sia un'occasione, un'occasione per
uscire, poi chiaramente bisogna valutare quelle che sono le ripercussioni che avremo siano i
studenti o comunque noi giovani lavoratori a livello immediato, non è che veniamo espulsi dal
paese come qualcuno può pensare però ci saranno delle difficoltà burocratiche che potremo
riscontrare anche, anche in un breve periodo. Ma se quindi tu adesso dovessi uscire dal paese,
avresti difficoltà a ritornare, a ritornarci, insomma? Sarebbe più complicato, anche sentendo
l'azienda con cui lavoro, poi rinnovare dei contratti, ci sarebbero, diciamo, più formalità da seguire,
a livello burocratico sarebbe più difficile, però nell'impatto immediato non cambierebbe, non
cambierebbe tantissimo, il problema si crea a livello economico, ogni famiglia poi avrà delle
ripercussioni si pensava a delle cifre addirittura di migliaia di pound all'anno che una famiglia può
perdere dall’uscita dell’Inghilterra, poi ci sono anche chiaramente quelli che coloro che la pensano,
che nel, quelli che sono per il “leave” quelli per uscire che pensano che invece, magari nel breve
termine ci saranno delle ripercussioni, ma poi la sterlina potrà diventare grande potrà diventare
come, diciamo, moneta più agevole quindi l’Inghilterra, stare meglio al di fuori dell'Europa,
diciamo che principalmente chi vota per uscire dall'Europa lo fa per la questione immigrati, è
chiaramente il nodo fondamentale coloro che fanno una campagna contro, per uscire dall'Europa e
quello sicuramente degli immigrati perché vedono troppe persone che sono venute nel paese

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pensano che ci sia una minor richiesta di lavoro proprio per questo, anche se poi come vediamo in
Italia in altri paesi non è così, perché ha portato tanta ricchezza questa multiculturalità qui in
Inghilterra. E’ per questo anche insomma che è stata uccisa la parlamentare laburista qualche giorno
fa, è stata uccisa appunto da questo estremista locale quindi, diciamo appunto che ci deve essere
prima l'Inghilterra, no?! Quindi voi avete paura? Questo è stato proprio uno shock, è stata una
notizia che nessuno si aspettava chiaramente, credo che abbia dato un colpo anche a quelli che la
pensano in maniera un po' più estremista, cioè io sono abbastanza fiducioso che alla fine
l’Inghilterra rimanga in Europa, lo dicono i sondaggi e anche purtroppo questo ultimo avvenimento
credo che abbia un po' assestato la coscienza di qualcuno che era nel mezzo, cioè alcuni come i
movimenti che poi si pensano siano stati creati un po’ in tutta Europa, questi momenti nazionalisti,
ottengono chiaramente estremizzando perché quello non è che un fatto che va estremizzato che non
riguarda la normalità, è chiaro, ma possono portare addirittura a gesti che come quello di un folle,
che pur di mettere l’Inghilterra in primo piano addirittura ha ucciso, insomma, questa parlamentare
molto ben considerata, ne hanno parlato benissimo, chiaramente nei giorni a seguire nel giorno
stesso ci sono state lunghissime dirette, approfondimenti su quello che è successo ed è stato
veramente, veramente un shock. Allora adesso alla luce dei fatti, dopo questa votazione tu che
farai? Sia per si, che per no. Allora, a prescindere dalla votazione diciamo il mio era quello di fare
un discorso a breve periodo qui in Inghilterra, fare un'esperienza, però chiaramente qualora
l'Inghilterra dovesse uscire dall'Europa sicuramente condizionerebbe una mia possibilità di rimanere
qui in questo paese, sarei più tentato a tornare e come era stato programmato per me all’inizio nel
mio singolo caso, qualora invece l’Inghilterra, come io spero, mi auguro e come penso succeda
rimarrà in Europa, allora li potrei valutare la possibilità di magari ricercare un nuovo lavoro, oppure
pensare di progettare più a lungo in questo paese e quindi di poter restare di più, sicuramente
sarebbe una condizione che va ad influire poi in una scelta, in una scelta futura o a breve termine
che farò.

7. BREXIT spiegata in 3 minuti!

Il 23 giugno prossimo, i cittadini britannici saranno chiamati a scegliere se uscire o meno


dall'unione europea, da qui il termine Brexit, formato dall'unione di due parole: Britain e exit. La
consultazione é stata convocata dal premier David Cameron per rispondere alle richieste dei
parlamentari conservatori e degli UKIP, il partito nazionalista ed euroscettico guidato da David
Cameron disse che avrebbe fatto campagna a favore dell’uscita se le autorità europee non avessero
accolto le sue richieste su vari temi di politica estera ed economica. L'Europa ha fatto le concessioni
sulla riduzione dei sussidi da dare ai migranti, sulla non discriminazione per chi non usa l'euro, sulla
non collaborazione britannica ad una unione più stretta. Cameron ha ritenuto tutto ciò sufficiente e
il referendum sostiene la permanenza nell’UE. Gli euroscettici invece sostengono che l'unione
europea esercita un sempre maggiore controllo su cittadini e ci sono troppe regole e regolamenti,
costi troppo elevati e soprattutto elevati livelli di immigrazione. Il referendum non ha quorum è di

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tipo consultivo e non è legalmente vincolante. Per uscire definitivamente dall'unione europea
secondo, l'articolo 50 del trattato di Lisbona, il Regno Unito dovrà comunque ridiscutere tutti i
trattati e concordare le condizioni per il suo ritiro. Tutto ciò chiederà almeno 2 anni, in questo
periodo di tempo il Regno Unito sarà formalmente parte dell'UE, ma non potrà partecipare alla
creazione di nuove regole e leggi in ambito europeo. Al termine dei due anni il consiglio europeo
formulerà una proposta di accordo con un voto a maggioranza dei suoi membri, il paese che vuole
uscire a quel punto avrà la possibilità di accettare o respingere la proposta. Secondo gli analisti le
conseguenze saranno soprattutto economiche e occupazionali, buona parte dei cittadini europei che
lavorano in Gran Bretagna saranno infatti costretti a procurarsi un permesso di soggiorno. Molte
aziende che esportano nel regno unito dovranno fare i conti con i dazi doganali che renderanno i
prodotti meno competitivi, così come per i cittadini dell'Unione Europea saranno più cari i beni
provenienti dal Regno Unito, inoltre via è il timore che le imprese internazionali fuggiranno dal
Regno Unito alla ricerca di una sede in un altro paese dell'UE. Molti temono che possa provocare
un effetto domino su altri paesi dell'Unione Europea in cui l'euroscetticismo è in aumento
alimentato da diffusi sentimenti anti-immigrazione e dalla sensazione che l'economia europea sia in
crisi. La campagna referendaria si è bruscamente interrotta il 16 giugno scorso, quando la deputata
laburista Jo Cox è morta dopo esser stata aggredita per strada con coltellate e colpi d'arma da fuoco
da un estremista di destra al grido di “Britain First”, la Cox era schierata contro l'uscita del Regno
Unito dall'Unione Europea. Le campagne per i referendum sulla permanenza nell’UE sono state
sospese mentre tutti i partiti le hanno reso omaggio. I sondaggi che fino ad allora vedevano i fronti
opposti in parità, adesso vedono il fronte di quelli che vorrebbero rimanere in vantaggio.

PARTE TERZA
8. Focus Europa - Sicurezza della privacy, rimpatri, economia dei servizi

Una economia dei servizi più efficace per gli europei. Nuove norme per la tutela della privacy
online. L'agenzia europea della guardia costiera di frontiera lancia i team di esperti per i rimpatri.
Ben tornati a Focus Europa, allora avete visto dai titoli, 3 sono i principali argomenti che
affronteremo questa settimana, molti parlano ovviamente delle nuove tecnologie, di internet, del
web che rappresenta il settore economico più importante, lo sarà nel futuro ancora di più per questo
è anche importante tutelare la privacy proprio su internet, poi parleremo anche di immigrazione e
perché l’agenzia per la guardia costiera e di frontiera europea metterà a disposizione degli esperti
per quanto riguarda i rimpatri che verranno effettuati dagli stati membri. Do il benvenuto a Roberto
Santaniello consigliere per la comunicazione qui in rappresentanza. Ben arrivato. Buongiorno e
buon anno nuovamente a tutti. Con il quale commenteremo una economia dei servizi più efficace
per tutti noi europei prima però vediamo il servizio e poi lo commentiamo insieme. Sebbene i
servizi rappresentino in due terzi dell'economia europea, creando circa il 90% dei nuovi posti di
lavoro, questo settore non sfrutta a pieno le sue potenzialità, rispetto all'Europa il resto del mondo
sta guadagnando terreno e gli ostacoli burocratici all'interno del vecchio continente impediscono la

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creazione e l'espansione delle imprese aumentando i prezzi e limitando la scelta al consumatore. Per
riuscire a invertire la tendenza Bruxelles ha messo in campo quattro iniziative concrete: la prima è
rappresentata dall’E-card Europa dei servizi, una procedura elettronica che permetterà a imprese,
consulenti informatici e organizzatori di eventi di espletare le formalità amministrative necessarie
per fornire servizio all'estero. La commissione poi offrirà agli stati membri orientamenti per le
riforme nazionali in materia di regolamentazione delle professioni, una migliore notifica dei
progetti di norme nazionali sui servizi e una valutazione della proporzionalità delle norme nazionali
sui servizi professionali. E allora Roberto l’Europa sembra fare sul serio per quanto riguarda questo
argomento. Guarda l’Europa si è occupata di servizio un pò tardivamente, sostanzialmente quando
ci siamo accorti che sono un settore che tira, probabilmente anche più di quello industriale, anche se
poi oggi c'è un ritorno all' approccio manifatturiero, la libera prestazione di servizi fa parte
dell’ABC del diritto comunitario, però ci sono state tutta una serie di problemi, di problematiche
che hanno impedito che tutto il potenziale della liberalizzazione di questi servizi avesse pieno
effetto sull’economia europea. Cosa cambia, come vediamo concretamente questo cambiamento in
Europa? Hai ragione parole, parole… i fatti. Semplicemente, un'impresa, per esempio, di servizi
telematici o di post vendita o di marketing o di qualsiasi altro campo, può lavorare in un altro stato
membro senza nessuna formalità amministrativa, se non quella richiesta dallo stato membro in
questione, con facilità, senza passare per tutti quei problemi giuridici che in precedenza impedivano
questa prestazione e che spesse volte scoraggiavano lo stesso operatore ad affrontare. La
commissione europea propone nuove norme a tutela della privacy online, si ricerca dunque di
aggiornare le leggi attuali estendendo il loro campo di applicazione a tutti i fornitori di
comunicazioni elettroniche, l'obiettivo e anche rafforzare la fiducia e la sicurezza del mercato unico
digitale in continuo sviluppo, Bruxelles ha inoltre proposto nuove norme per fare in modo che il
trattamento dei dati personali, a opera delle istituzioni, degli organismi dell'Unione Europea
garantisca lo stesso livello di tutela della riservatezza previsto negli stati membri. Le novità dunque
riguarderanno soprattutto la platea verso la quale si applicheranno le regole, non più solo gli
operatori di telecomunicazione tradizionali, ma anche i vari wapp, facebook, messenger, skype o
gmail, previste norme più stringenti solo spamming e una semplificazione invece sull'utilizzo dei
cookies. Benissimo parlare di cookie, ma non dobbiamo sottacere che i cookie ormai per profilare
gli utenti non servono ormai da anni in realtà, sono altre le tecnologie che i gestori di tipio o chi
produce tipio utilizza per tracciare un utente e per profilarlo, addirittura senza l’utilizzo dei cookie
ecco ci si augura che il legislatore venga presto ad approfondire, ad analizzare queste nuove
tecniche, perché sono queste quelle che vengono utilizzate oggi, i cookie ormai sono qualcosa un
po’ degli anni 2000 o degli inizi degli anni 2000. Dobbiamo ricordarci sempre che per quanto
riguarda la protezione dei dati personali, per quanto riguarda la privacy di cittadini, di aziende che
sono colpite magari attraverso lo spionaggio industriale, siamo di fronte a una partita a scacchi, una
partita a scacchi in cui l'attaccante ha sempre la prima mossa e grande attenzione, le norme si
devono aiutare per ri-bilanciare questo, questa partita un po' sproporzionata. L’agenzia europea
della guardia di frontiera e costiera ha avviato ufficialmente il team di intervento per i rimpatri. 690
esperti pronti a dare sostegno a quegli stati membri che chiedessero supporto nelle operazioni di

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rimpatrio e nella cooperazione con i paesi terzi in materia di riammissione. L’agenzia adunque
dispone ora di un ulteriore strumento per fornire sostegno pratico e assistenza a terra, anche se
ovviamente gli stati membri restano responsabili di queste attività e delle decisioni su chi ha diritto
di asilo e di soggiorno. Questi esperti sono per tutti, per tutti i paesi, ma certamente ci sono dei paesi
come l'Italia, l’Italia e la Grecia che hanno tantissimi migranti che sono arrivati l’anno scorso e si
loro hanno bisogno di voli e noi possiamo aiutare, adesso abbiamo questi esperti che possono
andare e lavorare con gli esperti nazionali. Le altre notizie della settimana: la commissione europea
ha adottato un nuovo piano per agevolare la circolazione transfrontaliera dei treni in Europa,
l'obiettivo è far sì che i treni possono attraversare facilmente le frontiere sostituendo 25 sistemi
nazionali di segnalamento ferroviario con un unico standard comune europeo, per questo negli
ultimi due anni l'unione europea ha stanziato oltre 700 milioni di euro per l'implementazione del
sistema ERTMS, un piano che garantirà sicurezza e competitività al settore oltre a fornire maggiori
garanzie alle imprese ferroviarie. Dal piano di investimenti europeo sono in arrivo 360 milioni di
euro destinati alle piccole e medie imprese italiane, il fondo europeo per gli investimenti insieme a
Artingian Credito Toscano e cinque enti garanti ha infatti firmato un accordo quadro che distribuirà
questi stanziamenti a realtà imprenditoriali dell'Italia settentrionale e centrale nei prossimi tre anni,
si prevede che in tal modo oltre 10.000 piccole medie imprese italiane avranno accesso a
finanziamenti che altrimenti non sarebbero stati disponibili. Ogni anno in Europa circa 160 mila
persone muoiono a causa di una malattia riconducibile al proprio posto di lavoro, per questo
Bruxelles ha dato il via ad una nuova iniziativa per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro,
iniziativa della commissione frutto del lavoro degli scorsi anni, intende proteggere più
efficacemente lavoratori contro i tumori professionali, assistere le aziende in particolare le
microimprese negli sforzi necessari per conformarsi al quadro legislativo ponendo l'accento sui
risultati anziché sugli aspetti burocratici. L’Europa é comunque da sempre all'avanguardia in tema
di standard di protezione dei lavoratori dal 2008 il numero di decessi in seguito all’infortunio sul
lavoro è calato di quasi un quarto, mentre è di circa 10% la percentuale dei problemi di salute
causati o aggravati dall'attività lavorativa. Ciao Luca, buon anno a tutti, ben trovati, allora
quest’anno cominciamo con una produzione franco-iraniana perché è nei cinema l'ultimo film di
Asghar Farhadi, regista iraniano che ricorderete per un separazione e per il passato, questa volta
Farhadi ci parla di teatro, di teatro e il rapporto fra teatro e vita privata, perché il suo ultimo film
intitolato appunto “il cliente” racconta proprio la storia di questa giovane coppia di attori che
impegnata nell'allestimento di “morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, e al tempo
stesso è impegnata alla ricerca di una nuova casa al centro di Theeran, perché la propria casa, la loro
casa è stata, ha avuto dei problemi e un amico li aiuta a trovare una nuova sistemazione, senza però,
omettendo alcuni particolari circa la vita della precedente proprietaria della casa. Diciamo tutta la
storia, appunto, è un continuo rimando fra messa in scena teatrale e messa in scena cinematografica
in cui si cerca di creare appunto un parallelo tra la vita privata dei personaggi e i cambiamenti del
paese l’Iran, appunto, in cui i personaggi vivono, quindi per questa settimana io vi consiglierei
assolutamente questo “il cliente” di Farhadi.

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PARTE QUARTA

9. Dalla CECA alla UE (Tratto da Territori e problemi)

Nel 1945 si concluse la Seconda Guerra Mondiale, dalle ceneri della guerra sbocciò in tutta Europa
il desiderio di ricostruire un comune destino di pace. La fine del conflitto segnò l'inizio di una
cooperazione tra stati senza precedenti che in oltre mezzo secolo di storia ha condotto
all'edificazione dell'Unione Europea, una grande istituzione governativa basata su un sistema di
adesione volontaria. La cooperazione politica ed economica ha accelerato lo sviluppo di tutti i paesi
che vi hanno aderito negli anni. Per capire il valore di questo processo, che ancora non si è
concluso, il modo migliore è ripercorerne la storia dalle sue origini ai giorni nostri. La CECA
ovvero la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio è stata la prima forma di collaborazione tra
stati europei, creata nel 1951 la comunità mirava allo sviluppo politico ed economico dei suoi paesi
fondatori: la Francia, la Germania occidentale, il Belgio, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e l'Italia. La
CECA era nata per mettere in comune l'acciaio e il carbone attraverso scambi pacifici, si voleva
evitare infatti che la ricerca di queste risorse scatenasse altre guerre come quelle che avevano
insanguinato il novecento. Nel 1958 questi 6 paesi hanno dato vita alla CEE la Comunità
Economica Europea e hanno abolito i dazi doganali ovvero le tasse di frontiera che si pagano per far
passare le merci da uno stato all'altro. I paesi hanno così potuto risparmiare e investire nella crescita
e nello sviluppo. Tra il 1958 e il 1986 l'Europa dei 6 è diventata l'Europa dei 12 allargandosi a Gran
Bretagna, Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna e Portogallo, ecco perché sulla bandiera dell'Unione
Europea ancora oggi si contano 12 stelle. Nel 1986 la commissione europea ha proposto di
realizzare, nei dodici paesi della comunità, un unico grande mercato interno nel quale potessero
circolare liberamente non solo le merci, come già avveniva, ma anche le persone, i capitali e il
lavoro. Da quel momento le nazioni hanno fatto tutto il possibile per coordinare le loro politiche
economiche e sociali nei settori agricolo, industriale, energetico, ambientale, dei trasporti e in molti
altri. Nel 1993 è stato aperto il grande mercato che si è rivelato fondamentale per lo sviluppo della
CEE, ma ogni paese possedeva ancora la propria moneta; nello stesso anno la Comunità Economica
Europea si è trasformata in un organismo più integrato, ha cambiato nome ed è diventata una
Unione Europea. Oggi l'Unione Europea, la UE, conta 28 paesi. Con il trattato di Maastricht gli stati
della UE si sono impegnati a raggiungere l'unione economica e monetaria adottando una moneta
unica. Dal 2002 alcuni paesi della UE hanno dato vita all'euro che ha sostituito le loro vecchie
monete nazionali. Oggi l'euro rivaleggia con il dollaro e lo yen a conferma del fatto che l'Unione
Europea é diventata una potenza economica mondiale.

10. Anno UE dei cittadini a Gr Parlamento

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Spazio Europa, di Tiziana di Simone. E dal 1 gennaio è anche l’anno europeo dei cittadini e pensate
che circa la metà, il 48% dei cittadini europei, secondo un euro barometro, in realtà non ritiene di
essere ben informata sui diritti di cittadini europei. Allora diamo il benvenuto ad Anna Maria Villa
che è responsabile dell’ufficio cittadinanza del dipartimento politiche europee qui in Italia…
bentrovata Anna Maria Villa. Salve. Io innanzitutto chiederei quali sono i principali diritti dei
cittadini europei. Sono diversi e sono raccolti in una carta di diritti fondamentali e in particolare poi
ci sono tutti i diritti legati alla cittadinanza come il diritto di voto, di eleggibilità alle elezioni del
parlamento europeo, alle elezioni comunali, diritto a una buona amministrazione, il diritto d'accesso
ai documenti, mediatore, insomma, il diritto di rivolgersi al mediatore europeo, di petizione, di
libertà di circolazione, di tutela diplomatica e consolare, questi sono solo quelli della cittadinanza.
Quindi. Però ce ne sono molti altri, ovviamente. C’è da immaginarsi. Come giustamente ricordava,
sono contenuti anche in questa carta e quali opportunità aprono in particolare? Quindi appartenere
all’Unione Europea. Mah diciamo che sono tantissime le opportunità, e il problema è che io
ritornerei un attimo sul concetto di anno europeo dei cittadini, perché esiste quest'anno europeo?
Diciamo, due sono le ragioni principali: una, diciamo, più a carattere celebrativo perché sono
vent’anni dall’introduzione del concetto di cittadinanza europeo, cioè, tutti i cittadini dei vari stati
membri, oltre ad essere cittadini dello stato dove nascono, sono anche cittadini europei, la
cittadinanza si aggiunge quella europea a quella nazionale. E poi c’è una ragione, diciamo, quindi,
anche di carattere pratico e valutativo, nel senso che nel 2010 nella relazione sullo stato della
cittadinanza dell’unione la commissione ha preso in esame quelli che sono stati negli ultimi, negli
anni, negli ultimi anni, negli ultimi vent’anni, all’incirca, i principali ostacoli all’esercizio di questi
diritti, e come dicevo prima erano, sono moltissimi, da parte dei cittadini europei ed ha trovato
diversi ostacoli ed ha previsto anche delle azioni, la prima fra tutte: l’informazione. Quindi sarà
l’anno di informazione sui diritti? Esatto. Ovviamente da questi microfoni dovremmo avere
l’opportunità di tornare più spesso e magari descriverli nei dettagli. Volentieri. Questo sicuramente.
Poi cosa farà l’Italia per questo anno europeo? Diciamo che farà quello che chiede di fare anche lo
stesso parlamento e la stessa commissione nella decisione che è stata approvata lo scorso novembre,
mi sembra 2012, che è quella di stimolare il dibattito, tra i cittadini europei, sulla cittadinanza e
informare i cittadini sui loro diritti, in particolare quello di libertà di circolazione, una delle quattro
libertà fondamentali previste dalla carta proprio dei diritti fondamentali, e la libertà di circolazione è
fondamentale perché se vogliamo parlare di mercato interno, integrato, di rilancio dell’economia è
importante che i cittadini si muovano, ma non è solamente importante muoversi, ma è anche
importante capire, quando si va fuori, quali diritti possono essere esercitati su tutto il territorio
dell’Unione e non solamente a casa propria. Certo. Allora, noi su tutti questi temi che oggi abbiamo
solo una anticipazione perché siamo all’inizio dell’anno, vogliamo tornare con Lei e con le
iniziative che sicuramente ci saranno e saranno poi, ovviamente, sparse durante tutto l’anno.
Assolutamente, noi siamo il punto di contatto nazionale e quindi dovremo coordinare un po’ tutte le
azioni delle varie amministrazioni
QUARTA PROVA

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TRASCRIZIONI DEI BRANI ASCOLTO
PARTE PRIMA
1. Regio VII di Pompei. Riaperte al pubblico la Casa di Sirico e la Casa dell'Orso ferito
Un altro passo importante per il recupero della Regio Settima, due case importanti come la casa
dell'Orso Ferito la casa di Sirico si riaprono al pubblico. A oggi concludiamo un altro passo, un'altra
tappa del grande progetto Pompei. La messa in sicurezza della Regio Settima, all'interno della quale
sono stati fatti dei lavori anche nella casa dell'Orso Ferito e poi il restauro architettonico e apparati
decorativi della casa, della casa di Sirico. Questi, vuol dire che stiamo andando velocemente verso
la conclusione di GPP che il Grande Progetto Pompei che noi contiamo di chiudere entro il 31
dicembre 2018. Attraverso questa grande sinergia che si è creata tra la direzione generale del
Grande Progetto Pompei e la sovrintendenza di Pompei, si stanno raggiungendo veri, veri risultati.
Questa casa era veramente in una situazione molto critica segnalata anche dagli esperti
dell’UNESCO i quali, tra l'altro, in una visita recente hanno definito questo, come il restauro anche
delle pareti rosse, un modello di restauro esemplare proprio perché si è recuperato anche tratti di
mura che erano crollate in maniera filologicamente corretta e senza stravolgere anche, non solo il
tessuto murario, ma anche l'immagine questa casa aveva conservato per secoli. Un dettaglio
importante anche la ri-contestualizzazione di alcuni dei calchi di Pompei. Si, che qui abbiamo
voluto mettere le pietre vittime scoperte del Fiorelli nelle 1860, realizzate da Fiorelli nel 1863
perché vengono da un vicolo qui di fronte, dal vicolo degli scheletri non è detto che siano proprio
gli abitanti di questa casa; tra l'altro erano di un livello anche elevato, la donna portava con sé
gioielli inoltre un gruzzolo di monete e invece l'individuo maschile potrebbe essere uno schiavo per
aggiudicare l’altezza di oltre 1 metro 80 e anche i tratti somatici particolarmente marcati. Quali
sono allora i prossimi obiettivi per il Grande Progetto Pompei? Adesso quello che resta da fare è
mettere in sicurezza la Regio Prima e Seconda, ma soprattutto la Prima che è in condizioni molto
critiche, i lavori sono finalmente cominciati, il cantiere è cominciato dopo esser stato interrotto per
oltre un anno e mezzo per un contenzioso che si era verificato in seno alla gara, é l'ultimo pezzo di
Pompei che dobbiamo salvare. Venti operai con sette restauratori, architetti, archeologi che
monitorano sistematicamente le zone restituire al pubblico, le zone riaperte quindi quelle restaurate
in modo che ci sia una costante manutenzione e non si arrivi in pochi anni a dover rendere
necessario un nuovo Grande Progetto Pompei.

2. Alberto Angela e l'Adone Ferito - Servizio TGR Campania


Un'intera parete affrescata della Domus dell’Adone è stata restaurata grazie ai proventi del libro
scritto da Alberto Angela “I tre giorni di Pompei”. Servizio di Antonella Fracchiolla. Questo è un
patrimonio che appartiene a tutti e non soltanto, diciamo, a chi lo visita o magari a chi ne ha sentito
parlare, ma a tutta la, diciamo, a tutta la comunità mondiale a tutti, a tutte le persone che amano
l'archeologia e la storia e in un epoca, in giorni drammatici in cui l'archeologia stessa viene

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aggredita, distrutta certo questo è un segnale positivo, un segnale di speranza anche. Ha interessato
tutta la parete dipinta della Domus dell’Adone Ferito, l'affresco restituito al suo antico splendore
dopo il restauro finanziato dei proventi del libro di Alberto Angela “I tre giorni di Pompei”
pubblicato da Rizzoli, fondi messi a disposizione dall'autore dalla casa editrice, la metallografia così
si chiamano i cicli di affreschi di grandi dimensioni, raffigura l’Adone morente tra le braccia di
Afrodite ed è un magnifico esempio del quarto stile, raro rinvenimento del genere a Pompei. Il
restauro, sotto la direzione di Ernesto de Carolis per la soprintendenza speciale di Pompei, è un
ottimo esempio di sinergia pubblico-privato. Questa casa sarà restaurata per le strutture con il
Grande Progetto Pompei, ma nel progetto di messa in sicurezza non sono previsti, almeno in questa
casa, gli apparati decorativi con questo intervento riusciamo a fare, a completare un lavoro. Dopo la
presentazione dell’ affresco restaurato Alberto Angela ha raccontato, nell'anfiteatro degli scavi e
nell'anniversario dell'eruzione del 24 agosto del 79 dopo cristo, quella grande tragedia del mondo
antico nello stile accattivante dei suoi popolarissimi programmi di divulgazione culturale e
scientifica per la Rai. L'incontro rientra in Pompei “un’emozione notturna” iniziativa a cura della
SCABEC Società Regionale per i Beni Culturali per la Valorizzazione degli Scavi di Pompei.

3. Pompei, la Villa dei misteri


Siamo nella Villa dei Misteri uno dei luoghi più significativi e più emblematici, non solo per
Pompei, ma per la romanità, il restauro che completiamo oggi, inauguriamo oggi, riporta finalmente
allo splendore le pitture che erano state compromesse dai restauri precedenti, restauri che avevano
sovrapposto strati di cera e che avevano si salvato le pitture, ma avevano compromesso la
leggibilità, quindi con l'uso di tecnologie anche avanzatissime, per esempio l'uso del laser nel
salone, nel salone della Villa si è cercato di risolvere le criticità e ovviamente tutto questo è stato
preceduto da una straordinaria attività di diagnostica, quindi una ricerca sui pigmenti, sulle tecniche,
sui materiali sulle tecniche da utilizzare in modo da arrivare ad operare su un contesto così unico in
maniera consapevole evitando qualunque intervento che potesse compromettere anche
minimamente il contesto. Si è lavorato non solo nella Villa dei Ministeri, ma in tutto la parte
padronale, questa è una vita che unisce la parte dotium a una buona parte di, produttiva. Oggetto di
questi restauri sono stati ovviamente la parte dotium perché è quella decorata da pitture e da
pavimenti di straordinaria qualità e si è lavorato proprio per, con la consapevolezza di non dover
chiudere un luogo così straordinario al pubblico per lungo tempo e quindi abbiamo lavorato per lotti
e poi solo gli ultimi mesi da novembre l'abbiamo chiusa per poi restituirla oggi finalmente al
pubblico che potrà visitarla tutti i giorni.

4. Pompei: Casti Amanti, Il restauro dell’insula, nuove coperture e scavi

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L’Insula dei Casti Amanti tra gli impegni che Pompei ha dinanzi all'Europa e a tutto il mondo.
Intendiamo, con l'inaugurazione di San Valentino, inaugurare un processo di restauro, di messa in
sicurezza e di copertura dell’Insula dei Casti Amanti per poterla restituire alla pubblicazione
fruizione. Quali saranno gli interventi che verranno realizzati? Innanzitutto si procederà al
rifacimento di una copertura estesa sull’Insula, appunto, che è stata messa in luce tra l’87 e il 2005 e
nel momento in cui sarà, quindi, messa in opera la copertura si procederà anche alla messa in
sicurezza delle strutture murarie, al restauro degli apparati decorativi e alla conclusione degli scavi
di alcuni ambienti che sono ancora, diciamo, interrati. Dal punto di vista storico archeologico
l’Insula che comprende più domus, da dei resti assolutamente unici a partire dagli scheletri negli
equini anche ad affreschi ancora non terminati e strutture che si elevano per due piani, cos’altro?
Nella sua interezza questa parte, in realtà, dell’Insula dei Casti Amanti ci fornisce dei dati
formidabili, proprio perché comunque sono stati messi al lavoro, diciamo, dei team di esperti che, e
ognuno per il proprio settore ha analizzato i diversi aspetti e che caratterizzavano la vita del
quotidiano degli antichi pompeiani e direi che tra le cose più significative, tra i rinvenimenti più
significativi sicuramente l’ambiente dei pittori al lavoro, con questa sua alternanza tra motivi
decorati già terminati e altri in lavorazione e il, la possibilità quindi di immaginare quello che
doveva essere il lavoro dei pittori al momento dell’eruzione. Quello che si vede nell’ambiente che è
dietro di noi, ce lo può spiegare? Abbiamo infatti un'alternanza di questi motivi decorativi che si
alternano alle sinopie, che rappresentavano, appunto, il filo conduttore del pittore, in alcuni casi si
tratta proprio, le stesse sinopie si vede proprio che erano in lavorazione, vuol dire che il pittore le
stava terminando nella loro, nella stesura insomma del colore, tant'è che appunto ai piedi delle
pareti sono state rinvenuti anche dei vasetti contenenti dei pigmenti che devono essere utilizzati
appunto per l’affresco.

PARTE SECONDA
5. Pompei (NA) - Alberto Angela presenta "I tre giorni di Pompei

L'industria culturale al servizio dei beni culturali, il celebre studioso e divulgatore televisivo
Alberto Angela è stato il primo ospite delle serate notturne nell'anfiteatro degli scavi archeologici di
Pompei, dove ha tenuto una lezione sulle teorie contenute nel suo ultimo libro “I tre giorni di
Pompei”, la vendita del volume edito da Rizzoli ha finanziato i lavori di restauro dell'affresco
dell'Adone Ferito, ospitato in una delle domus pompeiane. Questo passato ci racconta così tanto, ci
permette anche di capire il nostro modo di pensare di oggi, il modo in cui ci mettiamo a tavola,
conversiamo, l'idea che abbiamo della vita, del futuro del passato deriva da chi e' venuto prima di
noi, persino i tasti dei vostri smartphone sono alfabeto romano non è un altro tipo di alfabeto, quindi
noi dobbiamo molto a chi ci ha preceduto 2000 anni fa e Pompei è certamente l'unico sito al mondo
che ti fa capire come si viveva, noi siamo loro oggi fondamentalmente, con naturalmente delle
differenze, però, quindi, questo è in realtà è un'idea, una linea tracciata da un singolo, da qualcuno
che ha scritto un libro assieme al suo editore ho cercato di dire guardate il libro su Pompei non è

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soltanto una specie di grande bolla che poi scoppia dopo che hai letto il libro e te lo dimentichi, no
questa, tu hai contribuito, tu leggendo questo libro in pratica entri nella storia di Pompei.
Ascoltiamo Fabio Galeandro che ha diretto i lavori di restauro. Abbiamo proceduto, siamo
intervenuti sul mosaico che vedete qui alle spalle per cercare di proteggerlo, un intervento di
restauro che vede quindi la rimozione di tutti gli elementi che non sono originari rispetto al
mosaico, quindi tutte quelle patine, la rimozione delle patine, tutti quegli elementi anche le
stuccature perché come sapete prima le stuccature non venivano fatte in maniera compatibile con gli
elementi costitutivi del mosaico, importante insomma che il bene non venga alterato per cui noi
cerchiamo di togliere tutto quello che è in più e che non è compatibile con la materia originaria e
cerchiamo di ripristinare la situazione più vicina possibile a quello che doveva essere. Ai nostri
microfoni il sovrintendente Massimo Osanna. Credo molto nei contributi privati ovviamente
coordinato, come in questo caso, dallo Stato, della sovrintendenza. Abbiamo lavorato con Alberto
Angela proprio per scegliere un luogo che fosse all’interno dei programmi nostri di restauro. Con il
grande progetto stiamo risolvendo i problemi strutturali di tutta la Reggio, questa Reggio Sesta e
invece i reperti decorativi non erano all'intero di questo progetto, quindi ben vengano i privati in
questo caso la Rizzoli e l'amico Angela e perché abbiamo fatto veramente un altro passo avanti in
questo grande lavoro stiamo facendo di far rivivere Pompei.

6. Franceschini e Cretu agli Scavi: "Pompei simbolo dell’Italia nel mondo"

Tre anni fa Pompei era conosciuta nel mondo per i crolli, e oggi è conosciuta per i 3, più di 3
milioni di visitatori, per i cantieri e fa particolarmente piacere che il commissario europeo arrivi a
Pompei dicendo che l’utilizzo dei fondi strutturali per i restauri qua è diventato un esempio anche
per gli altri paesi d’Europa. Ma si continua con una manutenzione che dovrà essere costantemente,
permanente! Certo non ci sarà mai una conclusione dei lavori a Pompei, una città di 2000 anni, di
66 ettari esposta al tempo, senza tetti richiederà per sempre una manutenzione che si affiancherà
anche a singoli interventi di restauro. Il Grande Progetto Pompei ha preso le mosse nel 2012 quando
la decisione comunitaria, cito per la cronaca, la 2154 del 29 marzo ne ha sancito il finanziamento.
L'attuale modello di governance invece ha preso a muovere i suoi primi passi nel 2014. La strada
percorsa, quindi comincio a riferirmi come inizio temporum il 2014, in questi tre anni la strada
percorsa, secondo me, é importante. Per come Pompei 66 ettari, 22 ettari ancora da scavare è una
città straordinaria che abbiamo visto questa mattina, a cielo aperto sottoposto, sottoposta
inevitabilmente alle stagioni, agli eventi atmosferici. Un sito di questo tipo non ha un giorno in cui
si concludono i lavori, è un sito che richiede e richiederà per sempre una manutenzione,
un’attenzione, una cura straordinaria e quindi anche risorse particolari e mi pare che il lavoro fatto
in questi anni dimostra che ci riusciremo, ci riusciranno quelli che verranno dopo di noi, insomma
Pompei continua ad essere un simbolo straordinario dell’Italia nel mondo.

7. Terme di Giulia Felice - Restauri

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Angela Dilillo architetto, direttore operativo dell’intervento di restauro degli apparati decorativi di
villa, di Giulia Felice. La villa di Giulia Felice sorse nel primo secolo avanti cristo come
accorpamento di più costruzioni pre-esistenti per formare una vera e propria Villa Urbana. Si
compone degli spazi residenziali nella domus con l’impluvio, gli ambienti che si affacciano sotto il
porticato marmorio realizzato con colonne scalanate e capitelli corinzi e la zona invece delle terme
e delle taverne lungo Via dell'Abbondanza. Il nome di Giulia Felice ricorre in una iscrizione lungo
proprio la Via dell'Abbondanza che ricorda che la proprietaria, appunto Giulia Felice, affittava delle
camere, tra l’altro, inoltre sappiamo che gestiva anche gli spazi termali a ridosso, appunto, della Via
dell’Abbondanza e inoltre si occupa anche della sistemazione e l’organizzazione delle taverne
annesse. Il restauro ha interessato, quindi, tutti gli apparati decorativi e i mosaici pavimentali e ha
ridato, quindi, luce e splendore a un patrimonio che era abbandonato da decenni. Sono Raffaella
Porgione e sono il direttore dei lavori del restauro degli apparati decorativi del complesso di Giulia
Felice GPP 25. Mi sono occupata di restauro, appunto, degli apparati decorativi che, come dire,
sono una materia molto fragile, ma che ci racconta anche una storia molto interessante, che è la
storia delle trasformazioni di questo complesso, abbiamo infatti riscontrato la presenza di tessere
musive, quindi, di mosaici del secondo stile risalenti al primo secolo avanti cristo, che ci
testimoniamo il fatto che questa domus, appunto, esistesse sicuramente almeno da quel periodo e
abbiamo riscontrato poi una unità formale degli apparati decorativi che, come dire, si fa risalire
invece al primo secolo dopo cristo che ci fa, appunto, pensare che la domus sia stata ristrutturata
dopo il terremoto del 62 quando, appunto, la sua proprietaria Giulia Felice decise di, come dire,
utilizzare il quartiere termale per la sua attività di imprenditrice. Quindi, qui effettivamente ogni,
come dire, piccolo frammento di intonaco, ogni tessera musiva ci racconta, comunque, una parte di
questa storia. E è stato naturalmente interessante restaurare gli apparati decorativi partendo da una
prima fase di messa in sicurezza degli intonaci che si devono fare, appunto, riaderire al supporto
murario attraverso un’operazione di, appunto, iniezione di malta di calce idraulica, per poi passare
ad una fase successiva che è quella per cui si, come dire, si realizza il ritocco pittorico e quindi tutto
questo, naturalmente, viene fatto con materiali che siano compatibili con il materiale originale e che
in qualche modo, come dire, siano anche reversibili. Gli interventi sono stati interessanti, ma è stato
interessante soprattutto il corso d’opera, scoprire, assistere ad alcune scoperte come quella della
canaletta del Vidirarium completamente rivestita da tessere musive, che è stata poi completamente
restaurata e completata con interventi, appunto, di ricostruzioni di alcune sue parti che ci
consentono, comunque, di leggere la parte antica rispetto, appunto, agli elementi integrati. La
canaletta fa parte di un complesso sistema di distribuzione dell’acqua che è sicuramente un
elemento importante della domus, talmente importante che, come dire, si può quasi paragonare agli
altri elementi costruttivi. L’acqua è un elemento fondamentale perché doveva essere utilizzato per il
quartiere termale, quindi doveva essere conservata e contemporaneamente doveva essere distribuita,
e ritroviamo giochi d’acqua come quelli del triclinio che sono d’avverto, come dire, che
arricchiscono comunque l’ambiente e ritroviamo una serie di altri elementi che ci fanno
comprendere come, appunto, questo elemento fosse considerato prezioso. Sono Arianna Spinosa,
sono un architetto, sono componente della segreteria tecnica. Nel cantiere di restauro di, degli

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apparati decorativi di Giulia Felice mi sono occupata del coordinamento della sicurezza in fase di
esecuzione. In particolari tra i miei compiti sono stati quelli di verificare, innanzitutto, che fossero
rispettati tutti gli adempimenti e le prescrizioni richieste dalla normativa in materia di sicurezza, ma
certamente in un contesto del tutto eccezionale come questo il compito più importante è stato quello
di verificare che la sicurezza prevista nelle fasi di lavorazione rispondesse, in qualche modo,
all’istanza di conservazione del bene tutelato, e questo presuppone, dunque, una maggiore
attenzione e pianificazione di quella che è tutta l’organizzazione della logistica del cantiere,
dall’approvvigionamento del materiali, dell’organizzazione delle aree di lavorazione, della squadra
di operatori, in particolare però la sfida più importante messa in campo in questo caso è stata quella,
appunto, di garantire che durante il cantiere i visitatori potessero usufruire e fruire della domus di
Giulia Felice. Questo è stato possibile grazie alla progettazione di un percorso dedicato e in tal
senso il compito, appunto, del coordinatore della sicurezza è stato quello di pianificare, dunque, con
più attenzione le aree di lavorazione dei restauratori in modo tale che non si venissero a creare delle
interferenze spazio-termporali tra il cantiere e i visitatori, che nel contempo hanno potuto godere di
vedere dal vivo le lavorazioni in corso e ovviamente nel pieno rispetto dei requisiti della sicurezza
sia per gli uni che per gli altri.

PARTE TERZA
8. La Villa dei Papiri di Ercolano
Il tempo qui a Ercolano si è fermato una notte d'estate di quasi 2000 anni fa. Una serie di immense
valanghe di fango bollente prodotte dal Vesuvio in eruzione ha sepolto tutto: case, affreschi
bellissimi come questi, arredamenti ed ha anche ucciso molti dei suoi abitanti. Contrariamente a
quanto si pensa l'area di Ercolano non è solamente uno straordinario museo all'aperto, ma è anche
un sito attivo dove si continua a fare ricerca e gli scali proseguono. Almeno metà della città, infatti,
è ancora sepolta e i suoi dintorni cominciano a tornare alla luce solamente ora. Da qualche tempo
gli archeologi hanno iniziato gli scavi per far tornare alla luce una delle ville romane più belle che si
conoscano, è la famosa Villa dei Papiri che si trova poche centinaia di metri da Ercolano, si tratta di
uno degli scavi più imponenti che si possono vedere e anche uno di quelli più impressionanti. Per
raggiungere la villa e ricollegarla a Ercolano è necessario rimuovere milioni di tonnellate di
materiale vulcanico, quindi, si utilizzano anche mezzi come questi. Guardate quanto è profondo lo
scavo, la serie di valanghe di fango incandescente che hanno completamente sepolto Ercolano erano
talmente imponenti che ora tutto si trova ad almeno 25 metri di profondità. Man mano che si
prosegue nello scavo verso la Villa dei Papiri emergono altri edifici, altre case, e altri ambienti
come quelli che sono sotto di me. Praticamente quasi ogni giorno qui ci sono delle sorprese ecco
vedete queste stanze sono tutte affrescate, i colori sono ancora vivissimi; erano delle stanze di
rappresentanza probabilmente anche dei soggiorni, gli affreschi sono in ottime condizioni e ci sono
anche dei mosaici che fanno intuire la ricchezza dei proprietari. Accanto a questi affreschi e a

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queste costruzioni è stato fatto il ritrovamento forse più spettacolare, eccolo, si tratta di un edificio
praticamente integro forse era un tempio, vedete è ancora avvolto dal fango indurito, dal fango
consolidato quasi fosse un regalo da spacchettare per gli archeologi e chissà che cosa contiene. Ecco
guardate c'è ancora una porzione di tetto praticamente integra, le tegole sono ancora esattamente
nella stessa posizione che avevano 2000 anni, qui c'è qualcosa di ancora più interessante vedete
questa è una cupola che è emersa e che gli operai stanno ripulendo, è una cupola che si è aperta
durante l’eruzione e adesso durante lo scavo stanno emergendo tante piccole tessere di pasta vitrea,
questo significa che la volta di questa cupola era decorata con uno splendido mosaico. Il vero scopo
di questo scavo, che va avanti ormai da due anni, si trova proprio qui. Stiamo entrando nella Villa
dei Papiri. Ecco la prima porzione della villa che emerge come vedete è un mosaico che sta
tornando alla luce per la prima volta dopo duemila anni. Ecco con noi c'è il professor de Simone che
segue i lavori. Allora professore che cosa avete scoperto questa mattina? Beh oltre ai mosaici e alle
strutture scopriamo una serie di legni come in questo caso si tratta di un corso stipite chiuso nel
fango della colata del 79 dopo cristo al quale andava connesso un cardine di bronzo che è stato
recuperato ovviamente in frammenti, ma che può essere tranquillamente ricomposto. Ecco è un
cardine, quindi, disteso questo significa che la porta era chiusa al momento dell’eruzione! Molto
probabilmente il fatto, che il fatto che il cardine fosse disteso dimostra, per l'appunto, questa
chiusura della porta che poi è testimoniata anche dalla presenza di resti vegetali. Il resto della villa
si sviluppa in questa direzione ecco qui si vede proprio uno degli ingressi, era immensa, era lunga
350 metri aveva un immenso giardino. Il fatto più sorprendente e che gli archeologi sanno
benissimo come è fatta questa villa, è stata infatti scoperta nel 700 all’epoca dei Borboni, ma non
venne mai portata alla luce. Fu ampiamente esplorata scavando una fitta rete di gallerie e qui se ne
vede ancora una interrata, era un po’ come andare in miniera. Basandosi sulle mappe e sui rilievi di
grande precisione fatti all'epoca il miliardario Paul Ghetti ha fatto ricostruire una copia molto simile
della villa che si trova oggi a Malibu in California e che è stata trasformata in un museo è
un'occasione per vedere come, più o meno, apparisse la villa allora. Purtroppo all'epoca dei Borboni
tutto quello che fu trovato durante gli scavi fu depredato e parte dei capolavori andata perduta o
regalata ad alleati dei Borbone. Qui al museo Archeologico Nazionale di Napoli è conservata la
maggior parte dei pezzi più belli provenienti dalla villa come questo sileno ebbro. Si tratta quasi
sempre di copie romane di originali greci, insomma in questa villa già allora c'era un'autentica
collezione di capolavori dell'antichità. Il proprietario della villa era probabilmente il suocero di
Giulio Cesare, si chiamava Lucio Capurnio Pisone, ed era un uomo ricco e potente, ma era anche un
uomo molto colto perché in questa Villa dei Papiri, come lo dice il nome, è stata ritrovata anche una
biblioteca antichissima si tratta di quasi 2000 papiri scritti soprattutto in greco che il fango bollente
a miracolosamente conservato e che si trovano oggi qui all'officina dei papiri che è una sezione
della Biblioteca Nazionale di Napoli, questi papiri costituiscono una straordinaria fonte di
informazione per filologi, storici e anche studiosi della filosofia antica ed ecco come si presentano,
purtroppo sono fragilissimi, immaginate, sono come dei rotoli di carta bruciata, una carta finissima,
se si prova a srotolarli così come sono stati trovati si polverizzano e si sbriciolano immediatamente.
Ecco qui si vede come dovevano essere ordinati al momento dell'eruzione. Alcuni sono andati

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distrutti, ma fortunatamente è stato possibile aprirne addirittura varie centinaia con delle tecniche
molto particolari, e una volta aperti si usano quasi sempre dei microscopi binoculari come questo
per leggerli e decifrarli. Gran parte di questi i papiri sono opere di un grande filosofo dell'epoca
Filodemo di Gadara che proveniva dal Medioriente e che introdusse la dottrina epicurea a Roma.
Fortunatamente molte sale della villa non sono state esplorate dai Borboni ed è lì che sono dirette le
attenzioni degli archeologi in particolare si cerca l'altra metà della biblioteca, la sezione latina, con
papiri in latino di altri filosofi o di poeti come Lucio Vario Rufo, insomma c'è forse uno
straordinario tesoro della cultura antica sepolto a pochi metri dalle pale degli archeologi.

PARTE QUARTA

9. Renzi a Pompei inaugura 6 domus restaurate


Io credo, in realtà, che qui siamo di fronte a qualcosa di straordinariamente intenso non solo per
Pompei, non solo per la Campagna, ma per il paese e come ha detto Dario, per il mondo intero.
Siamo sicuramente in presenza di alcuni fatti tecnici di questo recupero, vi emozioneranno anche
perché ci sono dei particolari che stupiscono sempre. Il sovrintendente ha mostrato al ministro, un
dettaglio, quello che può sembrare un dettaglio che io non conoscevo, forse questo non fa notizia,
ma non conoscevo neanche il ministro, cioè in una delle domus restaurate si vede, chiusa
dall’interno al momento della, della, della fuga si pensava probabilmente di poter tornare a
riprendere a recuperare o a rientrare direttamente nella casa. Piccoli dettagli di vita quotidiana che
vengono conservati, evidentemente, nelle forme che potete immaginare e che dimostrano come
Pompei sia un’esperienza sempre nuova nonostante che ormai da secoli sia qua. Eppure non c'è
soltanto il restauro di sei domus o il lavoro straordinario che viene svolto dalle donne e uomini che
con maestria continuano i restauri, ne abbiamo incontrati anche in alcune, in alcuni siti mentre
camminavamo o a chi, comunque, si dedica anima e cuore tutti i giorni per questo luogo, c'è
qualcosa di più. E’ l’occasione di darci gli auguri di Buon Natale, si, ma è soprattutto l'occasione di
dire che l’Italia è nelle condizioni di dire basta con le opere incompiute, con le cose lasciate a metà,
che l’Italia è finalmente in grado di giocare la propria potenza straordinaria e questo luogo reclama
e rivendica in tutto il mondo. Siamo all'interno della Follonica di Stefanus che anticamente prima di
essere una fullonica, quindi una lavanderia e tintoria, era appunto una domus, un'abitazione, questo
lo si vede dagli affreschi presenti in questa domus che fu trasformata, appunto, un fullonica.
All'epoca, quindi 2000 anni fa, i romani lavavano e coloravano le loro, i loro abiti, le loro vesti in
questo caso con la cenere, utilizzavano questo per, infatti, alle mie spalle oltre che gli impluvium
della casa fu trasformata in vasca, in questo caso, di lavaggio.

10. Scavi archeologici di Pompei: Restauro Villa dei Misteri

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In questo numero: chiuso per restauro, tre mesi di lavori per restituire a Pompei lo splendore dei
celebri affreschi di Villa dei Misteri. E’ la sala del triclinio, detta della megalografia, cioè delle
figure ritratte a grandezza naturale quella che in un luogo, 2000 anni dopo, continua a riempirci di
stupore, la Villa dei Misteri a Pompei lascia più di tutte senza fiato il visitatore e a maggior ragione
ora che i restauri in corso hanno conferito ulteriore splendore a questi affreschi un racconto per
immagini di riti iniziatici e misterici che danno il nome alla villa scoperta all'inizio del 900, 1800
metri quadri scavati, ma qui sotto c'è ancora dell'altro da portare alla luce. Gli studiosi sono
d'accordo che qui c'era l'iniziazione di giovani donne al culto dionisiaco quindi questi erano i
famosi misteri dionisiaci. Villa suburbana fuori dalle mura dell'antica Pompei, inizialmente villa
residenziale, dotium, come dicevano i romani, una settantina gli ambienti un vasto peristilio a 16
colonne sensazionali queste figure che adornano le tegole, testimonianza di una grande ricercatezza
e cura minuziosa dei dettagli. Nell'atrio, protetto da una lastra di vetro, si vede ancora un graffito
originale una caricatura probabilmente del proprietario della villa che con il tempo divenne anche
Villa Rustica, cioè una sorta di fattoria con ambienti dedicati alla preparazione del pane, del vino e
dell'olio, straordinaria scoperta questo torchio con la testa di ariete. Sono dei contenitori immessi
nel terreno per mantenere poi fresco il vino, sono i posti dove loro lasciavano fermentare il vino,
dovevamo aspettare 9 giorni che il vino fermentasse, questa era una delle attività più importante di
questa famiglia. Ora per tre mesi la Villa dei Misteri chiude i battenti ai visitatori per consentire
l'ultimo lotto dei lavori di restauro finanziati con fondi ordinari della soprintendenza per i beni
archeologici. E’ una delle ville più interessanti di tutta la regione di vesuviana, e il lusso con cui è
stata realizzata fra prima avanti cristo e prima dopo cristo si vede in ogni stanza tra l'altro con
pitture che ricoprono, secondo il terzo stile, con rifacimenti sempre tutti di altissimo livello.
L’equipe di restauratori svolge un lavoro certosino sulle pareti affrescate e sui magnifici colori,
dello stupefacente rosso pompeiano, il cinabro che proveniva da Efeso e dalla Spagna ed era molto
costoso così come è costosissimo era il blu egizio che mescolato al giallo dava vita alla tonalità di
verde utilizzata qui. La tecnica della selezione cromatica tratteggio che è una selezione cromatica
che consente di unificare la lettura visiva dell'affresco, prova allo stesso tempo, identifica
l’intervento perché fatto con piccoli tratteggi uno vicino l'altro, questi, in affetti, sono affreschi di
2000 anni fa molto più leggibili molto meglio conservati ma comunque con la loro patinata, la loro
bellezza perché sono antichi. Non devono sembrare nuovi? No assolutamente no. In questo
corridoio è evidente il lavoro svolto, come si presentavano le periti prima, come si presentano ora
dopo il restauro. Stiamo riprendendo la stessa cromia del rosso che vedete qui con un metodo che
quello di rigatino, del tratteggio, praticamente prendiamo lo stesso colore con dei colori ad acqua e,
faccio vedere, e andiamo a chiudere questa lacuna bianca in questo modo qui. Proseguendo nella
visita attraversiamo una serie di ambienti di estrema raffinatezza tra gli altri questa sala con le pareti
dipinte e nero e stile egizio oppure questa camera da letto. Il risultato della pulitura, il risultato del
ritocco pittorico è eccezionale perché qui non si vedeva quasi più niente. Questa stanza ha i due
letti, quello di fronte e questo, dove a terra vi è il mosaico che delimitava il bordo del letto. Al
momento dello scavo nella villa sono stati ritrovati resti di 9 persone 2 calchi sono visibili nel
peristilio in un caso si tratta di un uomo ci sono persino i denti ancora ben conservati nell'altro di

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una bambina secondo gli studiosi di età compresa tra i 9 il 11 anni. Alberi di melograno e piante di
rosmarino ricordano i giardini pensili della villa, splendida testimonianza della vita quotidiana delle
classi agiate del tempo al completamento dei lavori la riapertura al pubblico della Villa dei Misteri
aggiungerà un tassello importante alla già vasta offerta degli scavi, ma intanto si guarda ad un
obiettivo irrinunciabile: completare entro la fine del 2015 i lavori previsti dal Grande Progetto
Pompei, finanziati dall’Europa con 105 milioni di euro. Siamo in forte accelerazione tanto è vero
che abbiamo raggiunto già ad ottobre i risultati che la Comunità Europea ci aveva chiesto per
dicembre per quanto riguarda la spesa.

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Prima Edizione: Aprile 2017

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