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GABRIELE D’ANNUNZIO

Alcyone – la pioggia nel pineto

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade


su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
PROTAGONISTI:

-il poeta (d’Annunzio)

-una donna (che viene chiamata Ermione)

I due stanno passeggiando in una pineta vicino al mare. Mentre camminano arriva
la pioggia (non è un temporale forte, ma una pioggia estiva).Questa pioggia ispira
d’Annunzio e scrive questo componimento. Chiede alla sua innamorata di tacere
per vedere cosa la natura gli vuole trasferire. Lui si allontana dalla confusione ed
entra nel bosco, in silenzio. Ascolta solo le parole che provengono dalla pioggia
che cade sulle foglie.

Tamerici, pini, ginestre, mirti, ginepri (v. 8-19 d’Annunzio ci descrive la pioggia
che bagna tutte queste piante che caratterizzano il paesaggio nel quale si trova)

Sono talmente presi dalla natura che si sentono loro stessi elementi naturali. Dice
che la pioggia arriva fino ai loro pensieri e per lui l’acqua è associata alla
purezza.

Dal v. 20 al v. 25 analizza il modo in cui la pioggia bagna i loro volti, le mani e i


vestiti, la loro paste esteriore.

A partire dal v. 26 D'Annunzio analizza gli effetti della pioggia sui loro pensieri,
sulla loro anima, sul loro amore.

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