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ARISTIDE I DRAMA } 9 EROI-COMICO ¥ Per Mufica Da rapprefentarfi nel Teatro Grimani di S. Samuel Dalla Compagnia de Comici L’ Autuno dell’Anno 1735. DI LINDO GROLO DEDICATO All’ Amico fao Paftore NCO MELLIADO. r EN EZIA,M. DCCXXXV. Per Alvife Vaivatenfe- ap “low Licenga de’ Superiori. - RACC, DRAM SORNIANT A Linco Melliado Paflore. 0 SONETTO. l Anco nontiflupir, fo a te mio Drama + Dedicoe noma qualche alto foggetto, Arno pit tofto il tx leale affetio, Che nudrive nel feno avida brama. Thilfai ger prova, edlia lsd per fama, Cb'oggi a iGrandi un Poeta ¢ pocouc- eetto ; Eicon/umafui Fogliilfuointelletto, E pera in van mercede , ¢invanocfelae ma Erano, or pittnon fon quei Mecenati , Cb'ore davan perCarmiyoude nel Mondo © Cbiarapandean la loro fama iVati Nella Capanna mis vivo giocondo, Cantofol per dilecta, e deel ingrati All afpetto deforme ia mi nafcondo. 2 AR- P | * Argomento. Ono famofe le guerre foftenute da ©) Greci contro Xerfe fetto Re de- gli AGirj. Ariftide Capitano degl A~ ceniefi valorolo , fagace fervi in quelle congionture molto bene alla Patria. SX quefto principio Morice 2 piantata la Favola » che coftiuitce Fintreccio del prefente brevifimo Dra- ma , fingendo , che Arfinoc Moglie d’Ariftide fia prigionicra di Xerfe , ¢ ch'egli amandola tenti tirannica~ mente di poflederla , fervendofi det meso di Cireno fao Capitano pari~ menti accefo per Arfinoe. Che Ari- {tide per ifcoprir la fede della Mo- alie fingendofi Moro, fiali introdorco Sella Reggia di Xerfe, onde nafcono gli accidenti che fileggono. Per ren Sere pid dilestevole il Drama, fi fin Be | | | | | cy che Carino , ¢ Bellide Servi d? Ariltide, c d’ Arfinoe fatti_prigionie. ri colla Padrona s’innamorino fra di loro, ed indi s’unifcano in Matrimo- aio. Protefta - Le Parole Fato, Numi, Dei saree jumi , Deit fono L'Autore crede da Cattolica. AT. 7 La Mufica é del Signor Lo- aOR tavio Vandini. Xerle Re degli AMliri Il Siquor Nigandro Tipei. Li Balli fono d’invenzione,'e di zione del Signor Antio Ricconi- Arittide Capitano degli Ateniefi I Signor Afate Galocani. Arfinor faa Moglie La Signora Sattalea Quapeffali. Cireno Capitano di Xer(e Il Sigaor Limbolde Arecord. Bellide Serva d’ Arfinoc La Signora Agatea Murnefa, Carino fervo d” Ariftide UI Signor Regippe Mufei Mutagioni di Scene. Scena Prima. Cortile Reggio nel Palaggio di Xer- fe con Fontana. Scena Nona. Atrio Magnifico con Archi, ¢ Statue. Le fudette Scene fono d’invenzione del Signor Catfiogono Tambufi. Hl Vestiaria Del Sig. Candalan Niaci. SCE. - 9 SCENA PRIMA. Cortile Reale con Fontana. Aviflide, e Carino che dorme. cdi AifG Elanir i cior en che mi gui- Nell’empia Reggia a riveder la Spofa? Milledella fua fede Provemidié . Ma prigionicra oppreffa Temo, chela fua fe non fia la ftefea. Scoprafidunque... Mache miro! Al stabil Proftefo il Servo mio ripofa in pace! EhiCarino, Caring. Cari. Chi mi fveglia? Il Demonio! O me mefehino! Arif, Perche faggi cosi? Cari. Abi chemi fento L’anima diftillar per lo {pavento. Arif,Non mi conofei ancor? Son ia pur quello... As Cari. 10 Cari. Vatene por piet’ Demonio fello. “Arif, Son pur quel 140 Padron ... Cari. Umio Padrone 'E Ariftide di Grecia, € non Plutone. | Arif, Aviftide fon io. Cari, Lafciate un poco ‘Che meglio vicontcmpli. Ag! occhi, alnalo, Alle {palle, alla vita, ai piedi, al tergo, ‘Alla voce fenz’altro io Vidifcerno - ‘Adunque morto fiete, E lo fpirito vollro andd allinferno. Arif. Nd, che vivo fonio. uefti neri colori Son da me fintiad arte. Gari. Per qual cagion? anf Perilcoprirla fede lla Conlorte mia. Cari.Malc, maliffimo. ‘Vi ponete Padronea un gran cimen Chifapere, eveder troppodefia Spefso difcopre quel, chenon vortia. Arif, Dimami fei notoal Re? \ ) Cari. Cari. Simi conofce Per un Servo d’Arfinoe. Arif. Eccoloappuato Guarda non mi fcoprir , con la tua morte Pagarcftiildclitto. _firitiras Cari, Non temeteSignor,ch’io ttard zitto, SCENA Xerfe, © detti. E iil bel volto d' Arfinoe io mi rammento. Ardo d’amor. Ma fe fovvienmi,ch’ella Mogliediquel percui vacillail Re- Staccende nel mio cor Pi Che fard? Si, evan degen: Bearmiin lei pria che tramontiil gio Mavud cheif Reggioailerto Tl. Xer. A mefiadi piacere, aleidi fcorno. Carino. Cari. Signor Sire, 6 Che 2 Che comanda dame? Ker. Tuquelto fogiio Reccaad Arfinoe . Cari. 01d. Xer.Come ! Cari. Non voglio ‘Che mi venghi ful dorfo un XerPrendilocemerario.Lo vui ‘Ad Arlinoe lo porte, O incontrerai ne! mio furor lamorte. Cari Carino mefchinello, ‘Ora fei fra Pincudine,e il martello. 4p. Xer. Rifsolviti, fend... Cari Signor to prendo. ‘Digia far il Mezano E'Pufo, familiar del Cortigiano. Xer_ Alla Donna {uperba Dirai, che fe fottrarft Penfadal mio volere, in van lofpera, Chrio fon Re vincitor , lei prigioniera. Dille ch’io fonoamanve, ‘Ma che fon vincitor » Che adoro il fuo fembiante , Ma Cimbroglio. alche e tofto Che polio, e voglio. Sua feminil fierezza E'lieve feoglio. Dille &e. SCENA __ Ariftide » Caria: Cari, H malcdetto intrico! Arf DP Amiquelfoglio. Cari. Nd per amor del Cielo Lamia vita in periglio. rif Tofelice, cheinteli! E con la forvaardifee Violentarla Con quefta fpada Aq ag Matema il mio furor, Dillechea miagrandezza ik vo indegoo , infedel , con quetto (ferta Amala {pola mit Xerfecrudele, i ilfuperbo! EterniDei Giuro di vendicar gl oltraggi miei. Fard at Fard che cada ‘L’cmpio inumano Barbaro Re. Voglio tyenazo Quel difpietato, Che levar tenta La fpofaame. Con&e. SCENA IY. Garine, poi Be de. Cari TU Padron da una parte, ed io dall” altra, I mio paziente umore Puntonon fi confa col fuo furore. Bel Quel giovine garbato ei dove andate? Cari, Dove che il Re mi manda , Ma coalei reftard fe mel comanda. Bel. Siete molto gentil. Cari. Tutto per lei. Bel, Avete Moglie? Gari, INQ, waa la vorrei - Bel. an ee 13 Bel. Come a genio mi va.J Cari, Quanto mi piace.) (good Bel, Qucfto appunto farebbe il mio bios CariVorrci dirli che amo , ¢ mi vergo- Bel, Perche flate si muto? (g00), Cari. 1o non ardifcos Per altro. Bel. Via parlate. Cari. Se il genio mio non fofse troppo at Efger vorrei. Cito Bel. Checofa! Cari. Il {uo Marito- Bel. Volefsc pur il Ciclo y ‘Che indegna non fofs’io di tanto onore Matemo, che dime prendiate gioco. Gari, Io Signora pet voi fon tutto foco. ‘Nel fiGarmi in quel bel vifo Fuicolto, ferito, cd uccifos Ardo, fmanio, fudo,e treno, Vorrci, ma temo; ‘Sdche nan merito Chieder non sb . Bel, Chiedete pur chiedete At To 16 To fondi buone vifcere Tuttoconcederd quel che volete Cari. Chiedo la voftra mano. Bel, Eccola pronta. Cari, Dunque fon vottro Spofo . Bel. To vottra Spot. Cari. Oh felice faccefso. Bel. Oh bellacofa. (icere Cari, Manon vorsci,che quefte votre Che furono per me tantoamorofe Fofiero in fimil guifa altrui pietofe Bel, Mimeraviglio. Non fon'ie di quelle Che prendono Marito Per goder liberti. Son Donna onefta Portercte ilmio onor fopra la Tetta. Gari. Bene coal mi piace, Bel.Sarem d’accordo . ae Ef godremoin pace, Bel, Son tutta giubilo Per ilcontento. Cari. Nelle mie vifcere La gioja io fenta. Bei, 7 Bel.) Andiamo pafcere Car) Unoflroamor. — a dur. Bel. Viache f fuoniao Violini, ¢ Flauti. Car. Via che fi tochino Violette, ¢Cembali. Bel Trombette, ¢ Timpani. Car.Corni, Obs? Bel.) Che ci accompagnino UnMioue. dur. SCENA V. Arfinoe, Cireno, poi Arifiide, Af Afciami traditor. Gi Refliftiin vano. Arf. Dove pretendi indegno Guidar uo'infelice? Cire. MR2 chev’ama. Arf In van Xer(e lo {pera , tulofperiin vancrudo Miniftro. Cire. Tuo mal grado verrai. | Arif. Numi, che veygo! parte. ° Ay. | mancar di fede ‘Ad Arittide mio farddi morte: Arif, Oh bella fedele’ cara Confort. p. Cire. Superta al braccio mio... Arif. Lafeiala indegno. Cire, Temerario chi fei? Arif, Alla tua voc! Rifpondera il mio brando stattaccano, Arf, Numi del Cieloa voi mi raccoman- Cire, Quetta colporicevi.(do.firitira. Arif, Ahi cruda forte! cade. Gire, Chi provoca Cirenoabbia lamorte. Mala donna dove? Fuggt, difparve, Rinvenirlafaprd. XerleVadora, Mal’amoal parianch’io, ‘Onde voglio in un punto Al faocorefervir, dar paceal mio. Son Vaffallo, ¢ fonamante ©’ divifi col Regnante: Per colei gl'affetti miei , E fofpiro anch’io merc? . Fan contratto entro il mig core Udoverecoa Pamore La La paffion con lamia fe. Soné&e. $c ENA VL Arfinoe, Bellide Arifiide. Arf.P) Artil'indegno, ed ilmefchino al fuolo Cadde per mia cagionjchi mai Vindulle Alopragenerofi? Eccoopportuna Bellidea me fen vien . Fida compagna Delle fventure ie, foccorriquetia Chior fi muore per me. Bel.Cielichemiro! Zitto Padrona mia gettd un fofpiro « Arf. Vane; daquella Fonte freich'acque raccogli Afpergiil volto fuo. Chis? potrebbe Ritvegliarfi con. Bel. Dove fitratta Difarla carta Denna di me pit pronta non id’. Afr. 20 Arf. Voleffe il Ciel, che ritornafte in vita Colui, che onor mio erofo difiefe. Bel. Eccoviun nappo Pienod? aqua gelata. vf, Via Vopera compitei Bel. Oimt mi lento (to. Nelmirarlost bratto un gran fpaven- Arf, Vianon temer , non ti ttard loneana. Bel Par ilDiavolo proprio in forma uma- Ai Eh Bellide cortuggio. (aa. i? Le Donne per natura ‘olonon fannoaver paura y Eccoli bagnoil Volco. Poverin, poverina Par che refpiriun poco, Ob cheaqua prodigiots! Voglio, quando’ cos crefeer ladofa, Mache veggo! Signora, oh che por. tento! Sirifchiara il color dal lato manco. I volto&mezonero, e mezo bianco. Arf. Qualch'inganno tem'io. Finti colori Saran- ae Saranno quellial certo. Arif, ime! Bel.Sentite, Chregli refpira forte. . Arif; Chi mi toglic alla morte? s*alza. Ar]. Alla vooe,all’afpetto,aacorche infor- “Ariftidemi fembra - (me Bel, Alcertoe dello Arf.-Oh felice avventura ! Bel,Ohbelfaccelfo! —(Spofa. “Arf, Che mirate ochi miei! Quett’é la “Arif, Sibell’idolo mio ‘La tua Spofi fonio, siquellafono, Che coftante al tuoamor ricufa un Trono Arif,Cara ti tringoal feno . Bel, M giorno oun Crederemi Signor una gran forte, Ritrovar fedelr’ nella Conforte. Arif. Machia te mi (copri? ‘Arf. Liaque del fonte Ondcafperfo eu folti ro in parte. Ti fcoloriro in pa bel 22 Bel. Ehinon v'e male. mbrate un mafcheron diCarnovale. Arif Oim® che fia! fe difcoperto io fono Xerfem’ucciderk. Lafcia ch’io vada Uvoltoacolorir. Arf, Potrai lafeiarmi lel periglio cosi? Ari, Fri brevi ittanti itornerd. Non dubitar; deftino Tn quctto giorno ittetta O hiberarti " over morirti appreflo.. Arf, Malaferitatua.’. . . Arf. Pid. contafeto, lon temer far’ lieves Arfinoe addio; fi rivedremoin breve. parte. SCENA vir Arfinoe, Bellide. Arf. Mfera che fara? b Non v'alliggete, 23 Gid per marito avete \ Unbravo Greco valorofo, ¢ fcaltro, E fequetto mancalle ; Ne trovaretein breve tempoun’altro. ‘Auna Donna (piritola Non pudmai mancar marito Sol chi fla fchizzignofa Suol morir conappetito ‘Chi fA troppo fualciegata Difprezzata ogn’or fara. Lacatenaaltruifoave FT’ nfar finezzea tempo, ‘Machi fa fempre fal grave Odio foloimprimer’. Auna&e. SCE 24, SC EN A VUL Arfinee fala. A H fe mi toglic il Cielo La dolce compagnia del ca- To Spofo Tolgami ancor Ia vita, Egli dell’ amor mio , ft il primo Ay ico {ark mio dolce affetto. ‘ortorella a cui tolfe la morte Liinfelice diletto Conforte, Finche il duolo riferbala in vita Piange fempre, ne pitt fi maria, Per ierbar al {uo Spofo la f&. Idol mio, fediteretto priva Finche vuole il deftino,ch’io viva Piitconfortoal mio corenon v' Tortorella &be SCE- as SCENA Ix. Atrio Magnifico con Archi, ce Scatue. Bellide, ¢ Carino. Bel. J[ Aritino mio caro Or che uniti fi fiamo in ‘Matrimonio Non yud pid che ferviamo, La vita del fervir troppo & ftenta- ta, - Non’ conferifce a gente maritata: Cari.Ma come viveremo? Bel.Oh che ignorante! ‘D’una Donna induftriofa fei Ma- rito, : a E, puoi temere , che ti manchi il ito? SCE. 26 SCENA X Xenfe, Guardie, ¢ detti. LR. Bellide ajuto. Xer. Dimmi recafti il foglio#+ Cari Signor si, Sigoor nd (che brut- to imbroglio) Xer.Ad Artinoe,fellon nonTai recato? Gari, Dird la verith mi fi rubato. Xer.Servo indegno morrai. Tolto uc- ete Miei cuttodi il ribaldo: Cari. Aime mefchino. Bel, Temerarj infoleati Se alcuno fara oltraggio a mioCon- forte Saprd con Ie mic man daryi I morte SCE. 7 SCENA ULTIMA. Anfince , Cireno, € dettiy poi Arifiide. Arf. Q re pict’. aS Signore Coftei rellifte ardita. E fuperba t’oleraggia, tidifpren- a. Arf, Diflendo Ponor mio. Xer, Tanta fierezza? Ioutile fara. Se non confenti Sodisfar le mie brame Profontuofa morrai. Arf.Ma la faa morte Cara ti cofler’. Xer.Che miso! Incauto ‘Nella mia Regeia fella Vieni Vittima indegna al fagrifizio? “Arif, Venni barbaro, venni alle tue infidie a liberar 1a fpofa, Vale 28 Saltra via non mi rofla Per falvar Ponor mio, che Ia faa morte Per le mie mani fleffe La mia Spola mora . Sazeia era dele Lira nel fangue mio Uccidimi fe vuoi, ma nell’onore Noa m'oltraggicir. Xer.Cotanto A te preme la fpofa, eonor tuo? Arif.Si; darei per entrambi e fangue, © vita. er. Quefta fola cagion qui ti con- duffe ? Arif, A cofto ancor di mio periglio eftremo. er. Va che degno th fi D’una forte miglior. Chi videmai Tant’amor, tanto zclo Per Ponor, per Ix fpofa? Un raro efempio . Tu fei de maritati. Un taro efem- pio Alle 29 Alle fpofe far Ia tua Confortes Che ai facil non & come fi crede Una moglie trovar di tanta fede . Cari. H RE per quel che io Lento & molto fealtro. a Bel. MRE deve faperne’ pid. oga’ altro. ; “Arif, Cheriffolvi percid? a Xerfe~ Xer. Si bella copia To difanir non voglio Ttene pur felici, Baftaun fol per ricompenta al do~ no, Che llficuri la pace a quefto Tro. no Avif, To della grazie in nome Un’ eterna amittads prometto. Jo, che provai nel petto | Per Arfinoe fedel fiamme d'amore Gon Pefempio del Re fmorzo Y ardore. , Arif. Vieni {pote diletta ‘A7-AL fen ti ftringo. Gin 30 Xer. Amici, andiamo al Tempio, E fia In vottra fede altcui d’ efem- Pio. Tutti. Viva la pace d’amor giocondo, Che non ve al Mondo Gioia maggior. Viva Ia pace, viva l'amor. Tn noi s’accenda la bella face Del Dio Cupido Coftante, ¢ fido ‘iva la pace, viva l’amor. I : FINE,

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