Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
30
Sala Verdi del Conservatorio
22
Davide Cabassi
pianoforte
2015
Castiglioni - Dulce Refrigerium
Musorgskij - Quadri di un’esposizione
2016
1 5 1 a S TA G I O N E
Di turno
Di turno Consulente
Consulente
Artistico
Consulente Artistico
Artistico
Antonio
Antonio
Magnocavallo
Liliana Magnocavallo
Konigsman Paolo
Paolo
ArcàArcà
Paolo
MarioMario
Bassani
Bassani
Con il Con
contributo
il contributo
di di Con ilil patrocinio
patrocinio
Con e il contributo di
il patrocinio
SoggettoSoggetto
riconosciuto
riconosciuto
di rilevanza
di rilevanza
regionaleregionale
La Società
La Società
del Quartetto
del Quartetto
partecipa
partecipa
a a
Media Media
partnerpartner In collaborazione con con
In collaborazione
È vietato,
È vietato,
senza senza
il consenso
il consenso
dell’artista,
dell’artista,
fare fotografie
fare fotografie
e registrazioni,
e registrazioni,
audio audio
o video, o video,
ancheanche
con il con
cellulare.
il cellulare.
IniziatoIniziato
il concerto,
il concerto,
si puòsientrare
può entrare
in salainsolo
salaalla
solofine
alladifine
ognidicomposizione.
ogni composizione.
Si raccomanda
Si raccomanda di: di:
• disattivare
• disattivare
le suonerie
le suonerie
dei telefoni
dei telefoni
e ogniealtro
ogniapparecchio
altro apparecchio
con dispositivi
con dispositivi
acustici;
acustici;
• evitare
• evitare
colpi dicolpi
tosse
di tosse
e fruscii
e fruscii
del programma;
del programma;
• non lasciare
• non lasciare
la salalafino
salaalfino
congedo
al congedo
dell’artista.
dell’artista.
Il programma
Il programma
è pubblicato
è pubblicato
sul nostro
sul nostro
sito websitoil web
venerdì
il venerdì
precedente
precedente
il concerto.
il concerto.
Robert Schumann
(Zwickau 1810 - Endenich, Bonn 1856)
Liszt sosteneva che servissero “fiaschi nuovi per il vino novello”, nel senso che
nuove forme musicali erano necessarie per esprimere la sensibilità artistica mo-
derna. Schumann invece aveva una visione più controversa del rapporto con
la tradizione. La musica della prima fase della sua produzione comprende sia
forme classiche, sia pagine di natura più libera. I cicli pianistici degli anni Trenta
rivelano per esempio il desiderio di trasportare sul pianoforte l’intuizione folgo-
rante di Schubert nell’ambito del Lied. L’idea di ciclo nasce infatti dal dilagare
dello stile narrativo nell’arte dell’Ottocento. Ognuna delle sue raccolte pianisti-
che forma un tassello di una storia variopinta, che ha sempre come protagonista,
in maniera più o meno esplicita, la figura di Clara. In una delle lettere all’amata
si legge: «Carissima, nelle Novelletten tu appari in tutte le possibili situazio-
ni e circostanze». La successiva raccolta intitolata Kinderscenen [sic], è stret-
tamente connessa con Novelletten, tanto che Schumann aveva immaginato di
pubblicare assieme i due lavori. Per gli scrittori romantici come Novalis e Jean
Paul, il mondo dell’infanzia incarna una condizione emblematica dell’artista. An-
che Clara rimproverava talvolta Schumann di comportarsi “come un bambino”.
Kinderszenen, che non è una raccolta musicale per l’infanzia, malgrado l’edi-
zione originale presenti il lavoro come una raccolta di “leichte Stücke” (pezzi
facili), rappresenta il tentativo di raffigurare il proprio ritratto artistico in una
sorta di semplice autobiografia musicale. Le tredici scenette formano piuttosto
una messa in scena per gli adulti del mondo infantile. Sono piccoli pezzi amabili e
gioiosi, che vorrebbero esprimere il lato più nascosto della personalità di Schu-
mann. La voce dell’autore si sovrappone infine a quella del poeta, nell’ultimo
episodio. La petite phrase di questa muta confessione autobiografica comparirà
in molti lavori successivi come una sorta di sigla personale.
Il carattere autobiografico della musica di Schumann emerge in maniera netta
in altri cicli pianistici degli anni Trenta, in particolare nella trilogia formata da
Papillon op. 2, Davidsbündlertänze op. 6 e Carnaval op. 9. Questi lavori sono
legati assieme da una sottile trama di citazioni e autocitazioni, come in un lin-
guaggio cifrato comprensibile solo da una ristretta cerchia di iniziati. Papillon
e Davidsbündlertänze descrivono attraverso il filtro delle passioni letterarie,
in particolare i libri di Jean Paul, il mondo di Schumann, mentre Carnaval ne
rappresenta la versione trasfigurata. In una lettera a Clara, Schumann stes-
so stabilisce una relazione tra i due cicli, affermando che le figure delle Da-
vidsbündlertänze sono in rapporto a quelle di Carnaval come “i volti alle ma-
schere”, wie Gesichter zu Masken. Come recita il sottotitolo, il ciclo è formato
da miniature musicali basate su un tema di quattro note. Questo tema in realtà è
una crittografia musicale, dichiarata nell’episodio centrale. Le lettere danzanti,
“Asch” e “Scha”, nella notazione tedesca corrispondono a due serie, che in realtà
sono tre. Una è formata da la-mi bemolle-do-si naturale, l’altra dalle stesse note
ma spostando il primo la in fondo. “Asch” tuttavia può essere letto anche come la
bemolle-do-si naturale, formando quindi una terza serie di tre note. Queste cel-
lule germinali vengono messe in evidenza in un enigmatico episodio, intitolato
“Sphinxes” appunto, in cui le tre serie sono annotate sul pentagramma in chiave
di basso e senza alcuna indicazione di tempo e di durata. Schumann pensava
evidentemente a un episodio soltanto da leggere e non da suonare, anche se gli
interpreti a volte includono anche “Sphinxes” nell’esecuzione. Il significato dei
crittogrammi è molteplice, secondo i costumi intellettuali di Schumann. “Asch”
per esempio era il nome della città in cui era nata l’allora fidanzata Ernestine
von Fricken. Inoltre la parola tedesca per Carnevale, “Fasching”, contiene le
quattro lettere, così come il nome stesso dell’autore, Robert Alexander Schu-
mann. Questo per citare solo alcuni dei possibili e probabili riferimenti.
Lo spunto della composizione è un incantevole valzer di Schubert, intitolato
Trauer oder Sehnsuchts-Walzer, che l’amico fraterno di Schumann Ludwig
Schunke aveva preso come tema per un gruppo di variazioni per pianoforte e or-
chestra. Schumann aveva pensato di scrivere sullo stesso tema una propria serie
di variazioni per pianoforte solo, di carattere intimo, ma l’improvvisa scomparsa
dell’amico nel 1834 fece cadere il progetto. Parte della musica tuttavia venne
ripresa da Schumann per iniziare un nuovo lavoro, non più del genere tema con
variazioni ma come una serie di miniature collegate da un’idea ciclica. Il riferi-
mento alle danze di Schubert tuttavia è molto significativo, perché l’intero ciclo
di Carnaval si nutre dello stile e dello spirito della musica da intrattenimento,
a cominciare dal “Préambule” iniziale. Qui, seminascosta in un disegno della
mano sinistra nella parte centrale, si trova la citazione di un frammento della
melodia iniziale di Papillons, che invece si trasforma in un riferimento esplicito
in un successivo episodio intitolato “Florestan”. In questo caso Schumann non
cita soltanto la frase di Papillons, ma indica addirittura la fonte della citazione
nella partitura. L’idea tuttavia è quella di fingere che si tratti di un ricordo im-
provviso, come un richiamo inatteso di un mondo circondato da un’aura di lon-
tananza. Schumann infatti mette tra parentesi la parola papillons con un punto
interrogativo, come se si chiedesse con finto stupore se la melodia sia proprio
quella. La breve frase espressiva e galante, preceduta dall’inconfondibile impe-
to ascendente delle ottave della mano destra, viene trasportata nella tonalità di
sol minore, una terza sotto rispetto all’originario si minore, accentuando così la
sensazione di un ricordo lontano e un po’ sbiadito. Il punto più significativo in
cui Carnaval entra in contatto con il mondo giovanile di Schumann tuttavia si
trova nell’episodio finale, la “Marcia della Lega dei fratelli di Davide contro i
Filistei”. Anche in questo caso il gioco delle citazioni passa attraverso Papillons.
L’elemento comune infatti è una melodia popolare detta “Grossvatertanz”, che
fin dal Seicento veniva usata per chiudere le feste da ballo. La danza si articola
in due sezioni, un morbido andante in 3/8 e un vivace allegro in 2/4. Nel finale di
Papillons la “Grossvatertanz” è citata per intero, mentre nella “Marcia” di Car-
naval Schumann inserisce soltanto il tema dell’andante. Il mondo della musica
da ballo s’insinua lentamente nel tessuto del brano, impadronendosi per così
dire del disegno ritmico derivato dal finale del Quinto Concerto per pianoforte
di Beethoven, che si trasforma impercettibilmente nel tema del XVII secolo
esplicitamente indicato in partitura. Le ragioni dell’arte si scontrano dunque
con l’estetica gastronomica della società borghese, incarnata nella musica da
ballo dei filistei, finendo per trionfare nella stretta finale, chiusa da una serie
di pugni sulla tastiera del pianoforte nel più puro stile dei finali beethoveniani.
Niccolò Castiglioni
(Milano 1932 - 1996)
Modest Musorgskij
(Sarajevo 1839 - San Pietroburgo, 1881)
Oreste Bossini
Casa Schumann
Giulia Ferraro
Allieva del Conservatorio “G. Verdi” di Milano
Davide Cabassi pianoforte