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Nuvole mutanti
Scritture visive e immaginario dei fumetti
MELTEMI
Meltemi editore
www.meltemieditore.it
redazione@meltemieditore.it
xx Introduzione
Prima parte
Scritture visive e immaginario dei fumetti
Seconda parte
Scritture visive e fumetti italiani
1
Questo termine è da intendersi nella sua più ampia e generica conven-
zionalità. Esso rimanda a fumetti che hanno l’ambizione di corrispondere a
romanzi-libro, indipendentemente dal genere di appartenenza. La stessa con-
fezione del graphic novel è quella medesima del libro. Sul termine novel oc-
correrebbe tuttavia una riflessione più appropriata. È noto, infatti, che novel
nella lingua inglese rimanda a una narrativa di stampo realistico. Pertanto,
ogni diverso genere dei fumetti editi come libro dovrebbe essere definito con
l’apposito nome, dopo il termine “graphic” (graphic fantasy, graphic adven-
ture, ecc.).
Introduzione 11
1.5 Questo libro non può non tenere conto delle relazioni
intermediali fra comics e media audiovisivi. Gli scambi fra
fumetti e cinema, fra comics e fiction televisiva, si sono in-
crementati esponenzialmente nell’ultimo ventennio; ciò vuol
dire che tutto va bene e che la situazione è migliorata rispetto
al passato? Non sempre. Spesso i cosiddetti “adattamenti”
tra cinema e comics sono deludenti nel risultato e nella pro-
spettiva del loro concepimento. Talvolta sono palesi ridu-
zioni del fascino, della bellezza e della complessità narrativa
che invece distinguono gli “originali”. D’altro canto occorre
Introduzione 15
Avvertenza
Fig. 13
Gianni De Luca,
Amleto
L’immagine, il percepibile, il narrabile 57
Dal suo esordio nel 1929 nella serie di The Thimble The-
atre e fino alle ultime strisce di Elzie Crisler Segar, Braccio
di Ferro (Popeye) è un personaggio dei comics notoriamente
collegato agli spinaci, alimento che assume il ruolo tradizio-
nalmente fiabesco della “pozione magica”. Appena Popeye
li ingoia, gli spinaci trasformano il suo corpo di marinaio e
gli conferiscono l’energia salvifica di un forzuto invincibile,
in grado di sconfiggere, immancabilmente, ogni nemico e di
salvare, all’ultimo istante, la sua amata (benché, spesso, assai
poco dolce) Olivia (Olive Oyl). I fumetti di Popeye dovuti al
segno di Segar abbondano di cibi che servono a delineare i
caratteri dei personaggi. Non solo Braccio di Ferro (marina-
io tendenzialmente indolente, quasi costretto a intervenire, e
sempre come ultima necessità, al fine di sopperire a pericoli
estremi) trova negli spinaci il click che sovverte la situazione
narrativa e ristabilisce rapporti che lo vedono infine vincito-
re. Poldo Sbaffini (J. Wellington Wimpy) è, da par suo, quasi
altrettanto noto di Popeye a causa dell’ingorda e destrissima
abilità di divorare in rapidi bocconi montagne di hamburger
che non intaccano minimamente le sue paffute rotondità.
Poldo e il vecchio Babbo di Braccio di Ferro sono alleati
nell’avventura che li vede sia irresistibilmente affascinati che
inevitabilmente indifferenti alla Strega del Mare (nella storia
Mistery Melody del 1937), personaggio che intende vendicar-
si del torto di essere stata “scaricata” dal padre di Popeye 66
anni prima. L’avventura ha l’andamento scanzonato e surre-
ale che distingue le storie paradossali, buffe ed esilaranti di
Segar, e al suo interno si fronteggiano i diversi desideri dei
protagonisti: Poldo cerca ripetutamente di rubare il flauto
magico della Strega per “modulare” con esso (ossia far appa-
rire e, quindi, mangiare) gli adorati hamburger, Popeye tenta
Profili simbolici del cibo a fumetti 93
1
Questa definizione, riferita ai fumetti, è di Federico Fellini.
108 NUVOLE MUTANTI
infra), perché, già dal periodo degli anni dieci e dai primi
anni venti, cinema e letteratura americana divengono poli
attrattivi per i comics italiani. Basti vedere come le tavole do-
menicali dei comics americani dei primi anni del Novecento
– e poi, dal secondo decennio del XX secolo, anche le stri-
sce giornaliere – vengono adattati sul Corriere dei Piccoli. Si
tratta di una vera e profonda trasformazione dei balloons dei
fumetti americani che divengono le rime baciate del Corriere
(dal dialogo nelle nuvolette si passa alla poesia rimata in bas-
so ai disegni delle vignette, tentando di orientare e guidare
il processo memonico del consumo dei fumetti, fondandolo
sul nesso figura-immagine-scrittura poetica).
I fumetti italiani delle origini hanno diverse reminiscenze
e molti debiti nei confronti del cinema americano muto; ba-
sti pensare al rapporto che le trame sentimentali delle nostre
prime tavole e strisce contraggono con i drama e i melò di
primo Novecento, dai film di D.W. Griffith (da Giglio in-
franto a Agonia sui ghiacci a Le due orfanelle) a quelli di King
Vidor (la Folla e poi Alleluja!) e, naturalmente con la sta-
gione dei grandi comici del muto: da Mack Sennett a Buster
Keaton a Charlie Chaplin, Harold Lloyd, senza dimenticare
Rodolfo Valentino, e il grande divismo di una fase del cinema
oggi lontana, ma allora davvero importante e con figure di
spicco, quali Mary Pickford, Douglas Fairbanks, Lon Cha-
ney, lo stesso Chaplin, ecc.
Lo sguardo d’analisi sull’influenza resa dalla cultura ame-
ricana sul fumetto italiano deve, quindi, porsi in un ango-
lo che restituisca in maniera tendenzialmente complessiva
le risonanze che gli altri media esercitano da vari fronti. E
da tale prospettiva, possiamo dire che quell’influenza non è
mai primariamente economica (non c’è una subalternità di
interessi), né ideologica (lo dimostra ampiamente la fase del
periodo fascista, che pur volendo differenziare la cultura
italiana da quella americana, tuttavia ne subisce il fascino e
anzi la assume a modello da imitare) e nemmeno geo-politica
(come sembrerebbe essere, a partire dai tardi anni quaranta,
dopo il secondo conflitto, quando gli americani sono presen-
Dall’America all’Italia, e ritorno 139
Il secondo dopoguerra
Il fumetto western