GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022

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LA POSIZIONE DEL PAPÀ IN BILICO UN ALTRO BIMBO DI DUE ANNI

LA MORTE DI NICOLÒ, CURE RITARDATE DALLE MENZOGNE IN OSPEDALE PER HASHISH
SOSSO / PAGINA 11 PAGINA 11

dopo il voto
conti pubblici

fdi primo partito in regione

Donazzan: «Io
per il post Zaia?
«Non alziamo le imposte»
Ora il mio sogno
si può realizzare» La promessa ai bellunesi
L’assessore Gamba punta sul contenimento delle spese per far fronte al caro energia
«Sceglieremo le priorità, non possiamo mettere le mani in tasca alla gente» ALIPRANDI / PAGINA 17

coronavirus

Aumentano i ricoveri:
più letti Covid in ospedale
L’assessore Elena Donazzan
Cresce il numero dei ricoverati per lattie infettive, i pazienti Covid sono
Fdi è primo partito in Veneto e Do- Covid: ben sette in due giorni. Vista stati distribuiti in aree omogenee di
nazzan si propone per il post Zaia in la situazione, l’Ulss 1 ha deciso di atti- degenza nei presidi di Belluno e Fel-
Regione. BERLINGHIERI / PAGINA 4 vare ulteriori posti letto. Oltre a Ma- tre». DALL’ANESE / PAGINA 18

verso il governo

Meloni contro
Draghi sul Pnrr
«Ci sono ritardi
molto evidenti»
Qualcosa nel passaggio di conse-
gne tra Mario Draghi e Giorgia Me-
loni si è inceppato. / PAGINE 2 E 3

IL COMMENTO feltre longarone

$".0/ / PAGINA 4 Natale in centro Il servizio

IN CHI INNEGGIA Le “Giornate d’autunno” del Fai senza luminarie va ai privati
AL NAZIFASCISMO Comune deciso scuolabus
C’È IGNORANZA
racconteranno tre gioielli di Mel a risparmiare messi all’asta
Gli affreschi di Palazzo Francescon, l’architettura della chiesa dell’Addolorata

M a possibile che noi veneti ci

facciamo sempre disprezza-
re per qualche comportamento po-
e la storia delle sale del municipio, adorne dell’arte Quattrocentesca: i tre siti
che si affacciano su piazza Papa Luciani a Mel saranno protagonisti delle gior-
nate Fai d’autunno, che ritorneranno il 15 e 16 ottobre. DAMIN / PAGINA 31
Natale senza luminarie, spente dal
caro bollette. L’amministrazione è
intenzionata a dare un segnale di re-
Il Comune vende all’asta tutti i
suoi scuolabus nell’ambito della
privatizzazione del trasporto sco-
co intelligente o poco giudizioso? sponsabilità. SCOTTINI / PAGINA 22 lastico. DE COL / PAGINA 26

le nostre storie: cortina

Il soggiorno di Dalì
sul passo Tre Croci
nella contesa al Tar
I l maestro del surrealismo albergò in
Ampezzo nel 1936, prima di trasfe-
rirsi in Toscana. Il Ministero ha fatto le-
va su quei due soggiorni, e sulla proba-
bilità che le “Teste piene di nuvole” Passeggiata tra i boschi di Pranolz in notturna con
possano aver avuto una genesi italia- rappresentazioni teatrali, intrattenimenti e piatti tipici
na, per fermare la vendita all’asta
dell’opera. Ha avuto torto. / PAGINA 28 PER INFO E ISCRIZIONI: WWW.PROLOCOTRICHIANA.IT
 GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
2 PRIMO PIANO CORRIERE DELLE ALPI

VERSO IL GOVERNO

LA GIORNATA

Draghi-Meloni
tensione sulPnrr
La leader Fdi: ritardi evidenti. Il premier: in linea coi tempi, ora spetta al prossimo governo
Affondo di Forza Italia, fuori dalla cabina di regia dopo che i ministri sono usciti dal partito

Luca Monticelli / ROMA

LA FOTOGRAFIA COME PROCEDE IL RECOVERY FUND

Q
ualcosa nel passag-
gio di consegne tra
Mario Draghi e Gior-
gia Meloni si è incep-
pato: il clima di grande colla-
borazione sembra venire
meno giorno dopo giorno. A
incrinare la fase di transizio-
ne tra l’esecutivo uscente e
quello di centrodestra che si
formerà, ci si è messa anche
la vecchia e litigiosa maggio-
ranza. Draghi ha riunito ieri
a Palazzo Chigi la cabina di
regia con i capi delegazione
dei partiti, appuntamento
abituale prima dei Consigli
dei ministri presieduti
dall’ex banchiere, ma che ne-
gli ultimi mesi non era stata
più convocata.
L’occasione della riunio-
ne è stata la relazione sullo
stato di attuazione del Pia-
no nazionale di ripresa e re-
silienza: «Noi abbiamo adot-
tato tutte le misure necessa-
rie a favorire un’efficace at-
tuazione del Piano. Ora spet-
ta al prossimo governo conti-
nuare il lavoro, e sono certo
che sarà svolto con la stessa
forza ed efficacia», dice Dra-
ghi. Invito a cui Giorgia Me-
loni risponde mettendo le
mani avanti. Nel corso di
una riunione con i vertici di
Fratelli d’Italia, la premier
in pectore critica la gestione
del Piano facendo trapelare
una frase molto dura: «Ere-
ditiamo una situazione com-
plicata, i ritardi del Pnrr so-
no evidenti e difficili da recu-
perare, siamo consapevoli
I PRIMI FONDI PER IL PNRR
PREFINANZIAMENTO DI AGOSTO 2021
A FINE 2021 24,1 mld chiesti alla Ue 21 versati all’Italia*
in prestito
A FINE I° SEMESTRE 2022
24,1 mld chiesti a Ue 21 versati all’Italia*
in prestito
*-13% di rimborso del prefinanziamento
IMPEGNI II SEMESTRE 2022
Obiettivi
da raggiungere
55
Miliardi di euro
da ottenere
FONTE: Governo
che sarà una mancanza che
non dipende da noi, ma che
a noi verrà attribuita anche
da chi l’ha determinata».
Un’accusa che non piace a
Draghi: tutte le tempistiche
- si legge in una nota di Palaz-
zo Chigi - sono in linea con
gli impegni presi con Bruxel-
les. «Nel primo semestre del
2022 l’Italia ha raggiunto
gli obiettivi del Pnrr - sottoli-
nea Draghi - infatti potremo
OBIETTIVI
24,9 mld
RAGGIUNTI
versato dalla Ue
11,5 mld
a fondo perduto
11,5 mld
a fondo perduto
IMPEGNI I SEMESTRE 2023
27
21,8
ricevere dalla Commissione
europea altri 21 miliardi di
euro, dopo i 45,9 miliardi in-
cassati nei mesi scorsi. Non
ci sono ritardi nell’attuazio-
ne del Piano, se ce ne fosse-
ro la Commissione non ver-
serebbe i soldi».
La Nota di aggiornamen-
to al Def, che il Tesoro ha
presentato la settimana scor-
sa, però ha messo nero su
bianco che l’ammontare del-
Lo stato di avanzamento delle misure italiane
RIFORME
Percentuale di completamento
100%
69,61%
prevista
entro fine MARIO DRAGHI
IV trim. PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO
50%
57,5%
51 effettiva
oggi Abbiamo attuato
tutte le misure
necessarie
45
2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026
a favorire l’attuazione
INVESTIMENTI del Recovery
Percentuale di completamento
100%
35,03% PAOLO BARELLI
prevista CAPOGRUPPO ALLA CAMERA
entro fine FORZA ITALIA
IV trim.
50%
Surreale il mancato
18,4
24,76%
effettiva coinvolgimento
oggi
di Forza Italia
nella discussione
2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026
sul Piano
FONTE: Openpnrr.it
le risorse effettivamente spe- 29,4 miliardi ipotizzati. Re- del mese», garantisce Dra-
se quest’anno sarà inferiore stano 170 miliardi da spen- ghi.
alle proiezioni presentate dere da qui al 2026. Quella che è stata l’ultima
nel Def di aprile «per il ritar- Tuttavia, la relazione che cabina di regia tra il presi-
dato avvio di alcuni progetti sarà depositata in Parlamen- dente del Consiglio uscente,
che riflette, oltre i tempi di to da Palazzo Chigi eviden- i capi delegazione e i mini-
adattamento alle procedu- zia una accelerazione del stri ha fatto scoppiare anche
re, gli effetti dell’impennata cronoprogramma: «Ad oggi un’altra polemica. Forza Ita-
dei costi delle opere pubbli- sono già stati conseguiti 21 lia si è lamentata di non aver
che». Dei 191 miliardi asse- dei 55 obiettivi e traguardi partecipato al vertice, visto
gnati all’Italia, circa 21 sa- previsti per la fine dell'an- che Mariastella Gelmini - la
ranno effettivamente spesi no, e ci aspettiamo di rag- capo delegazione designata
entro dicembre, rispetto ai giungerne 29 entro la fine dal partito di Berlusconi fin-

L’agenzia americana: il giudizio dipenderà dal nuovo esecutivo, avanti sulle riforme concordate co più complesso stanno pe-
sando sulle prospettive di cre-
scita dell’Italia e sulla dinami-
L’avviso di Moody’s: «Il rating è a rischio» ca del debito», rimarca Moo-
dy’s. Che poi argomenta per-

E la Bce taglia gli acquisti di titoli italiani
IL CASO/ 1 declassamento (da Baa3 a
“junk”, spazzatura) qualora
non venissero centrate le rifor-
Fabrizio Goria me concordate con la Commis-
sione europea nell’ambito del
prospettive di crescita a medio
termine del Paese, forse a cau-
sa della mancata attuazione
delle riforme che favoriscano
la crescita, comprese quelle
nella sua Credit opinion ag-
giornata dopo la tornata eletto-
rale. La richiesta di revisione
del Recovery fund, fanno nota-
re gli analisti, «probabilmen-
ché non bisogna stupirsi di
fronte a questo scenario. «La
nostra visione del credito
dell’Italia bilancia le grandi di-
mensioni della sua economia,
l’elevata ricchezza delle fami-
glie, un basso indebitamento
del settore privato e diversifi-
Christine Lagarde cazione economica, a fronte di
un debole potenziale di cresci-

I
l rating italiano è a rischio.
E il giudizio dipenderà dal-
le riforme strutturali con-
tenute nel Pnrr. L’avverti-
mento è di Moody’s, ed arriva
in un momento delicato. Ve-
nerdì scorso l’agenzia di rating
statunitense non ha aggiorna-
to il voto sull’Italia, ma ieri ha
sottolineato che è possibile un
Next Generation Eu. Un moni-
to netto per il governo a trazio-
ne Fratelli d’Italia, proprio
quando lo spread Btp-Bund ri-
sale a 243 punti base e il tasso
cresce di 29 punti a quota
4,45%.
Il messaggio è chiaro. «Se do-
vessimo prevedere un signifi-
cativo indebolimento delle
previste dal Pnrr», ha notato
Moody’s. E lo fa dopo che già
un’altra agenzia di rating, S&P
Global, aveva messo in guar-
dia il governo Meloni sulle sfi-
de da affrontare. «La coalizio-
ne di destra che ha vinto le re-
centi elezioni dovrebbe tenta-
re di rinegoziare alcuni aspetti
del Pnrr», sottolinea Moody’s
te, ritarderà la sua attuazione,
esercitando una pressione al ri-
basso sulla spesa per investi-
menti in un momento in cui
l’inflazione elevata e i rischi
per l’approvvigionamento
energetico stanno già pesando
sull’attività economica».
A incidere sul giudizio italia-
no ci sono, oltre al debito eleva-
to, le conseguenze dell’inva-
sione russa in Ucraina sul Pil.
«Mentre la crescita e gli svilup-
pi fiscali hanno prodotto sor-
prese positive nel 2021 e all’i-
nizio del 2022, le condizioni
di finanziamento più restritti-
ve, l’inflazione elevata, i rischi
per le forniture di energia dal-
la Russia e un contesto politi-
ta e livelli elevati di debito pub-
blico».
Il quadro, tuttavia, potreb-
be anche migliorare. Ma solo a
patto che le istituzioni italia-
ne, le prospettive di espansio-
ne economica e la traiettoria
dell’indebitamento si dimo-
strassero «resistenti ai rischi
derivanti dall’incertezza politi-
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
Il premier Mario Draghi
ha esortato i partiti a non
perdere di vista gli
obiettivi del Pnrr
ché il governo era saldamen-
te in carica - è passata nelle
file di Azione, così come l’al-
tra ministra Mara Carfagna.
«Forza Italia ritiene surreale
non essere stata coinvolta»,
protesta il capogruppo az-
zurro alla Camera Paolo Ba-
relli, che aggiunge: «Le li-
nee di attuazione del Pnrr ri-
guarderanno anche, se non
soprattutto, il governo poli-
tico di cui Forza Italia farà
parte».
La sfida dei prossimi mesi
sarà sul gas, nel tentativo di
trovare una strategia per as-
sicurare l’autonomia ener-
getica dell’Europa dalla Rus-
sia: una strada da percorre-
re potrebbe essere l’inseri-
mento di un nuovo capitolo
sull’energia nei Pnrr nazio-
nali. Draghi ci punta, men-
tre continua il pressing sul
tetto al prezzo del metano.
Intanto, Meloni ha confi-
dato ai suoi fedelissimi che
difficilmente sarà al Consi-
glio europeo del 20 e 21 otto-
bre a Bruxelles in veste di
premier, perché non ci sono
i tempi tecnici per formare il
governo e ottenere la fidu-
cia del Parlamento.
E la cosa non sembra di-
spiacerle più di tanto, per co-
me si stanno mettendo le co-
se in Europa. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ca, dalla sicurezza energetica
e dall’aumento dei costi di fi-
nanziamento». Ma c’è poi un
altro elemento, che coinvolge
la Bce. Il rating italiano, con-
clude Moody’s, «riflette anche
la nostra ipotesi che i Paesi cen-
trali dell’area euro saranno in-
clini a sostenere l’Italia in caso
di necessità, un’opinione con-
fermata dal recente annuncio
dello scudo anti spread da par-
te della Bce». Intanto, nel pe-
riodo compreso dal 22 agosto
al 22 settembre, gli acquisti
netti di titoli di Stato italiani
da parte di Francoforte sono ri-
sultati negativi per 1,23 miliar-
di di euro, dopo il picco da qua-
si 10 miliardi di luglio. «È solo
un ricalibramento fisiologi-
co», spiegano fonti interne, rei-
terando che – in caso di neces-
sità – la Bce sarà presente. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ex banchiere centrale furioso anche per il rifiuto ad andare al Consiglio europeo del 20
«Ho fatto tutto il possibile e le ho lasciato il lavoro fatto». E la destra tenta di ricucire
La rabbia del premier
ma Giorgia garantisce
«Non c’è nessuno scontro»
IL RETROSCENA
Alessandro Barbera
Francesco Olivo
M
ario Draghi è furio-
so: «Ho fatto tutto
il possibile, le ho la-
sciato il lavoro fat-
to. Adesso tocca a lei». Le criti-
che di Giorgia Meloni alla ge-
stione del Pnrr e il suo rifiuto
di andare al Consiglio europeo
sono vissute come un attacco
personale. Non se lo aspetta-
va, non dalla leader alla quale
ha sempre riconosciuto lealtà,
ricambiando piena disponibili-
tà nel passaggio di consegne.
A sera, quando l’incendio or-
mai è divampato, Giorgia Me-
loni manda un messaggio per
cercare di rasserenare gli ani-
mi: «Non c’è nessuno scontro
con Draghi». La presidente di
Fratelli d’Italia non ha interes-
se nell’alimentare un duello
che giura di non aver cercato e
che di sicuro non le giova. La
«transizione ordinata», lo ha ri-
badito ieri, è un tassello fonda-
mentale dell’inizio di un man-
dato che, ancora prima di co-
minciare, già si presenta com-
plicatissimo. L’urgenza di do-
ver precisare («non si è tratta-
to di un botta e risposta») è di-
rettamente proporzionale alla
vastità dell’incendio scoppia-
to nel pomeriggio di ieri.
Quando il presidente del
Consiglio legge le agenzie, nel-
le quali il suo probabile succes-
sore critica la gestione del
Pnrr, il fastidio sfocia presto
nell’ira. Lo stato d’animo, se
possibile, peggiora qualche
ora più tardi. Intorno alle 17
viene pubblicata una frase che
Meloni avrebbe detto durante
l’esecutivo del suo partito:
«Non andrò al Consiglio euro-
peo del 20 e 21 ottobre. A cosa
serve forzare i tempi per un ap-
puntamento in cui si rischia di
portare a casa poco, o peggio
ancora, un fallimento?». La te-
stimonianza è di un deputato
di FdI, e la circostanza viene
confermata da altri dirigenti
presenti alla riunione in Via
della Scrofa. Draghi si sente
chiamato in causa, è toccato
sul vivo: da una parte Meloni
sta mettendo in discussione
quello che per lui è un punto
d’onore - aver compiuto sfor-
zi enormi per permettere all’I-
talia di ottenere i fondi euro-
pei - e dall’altra crede che de-
finire «un fallimento» un ne-
goziato che ancora deve en-
trare nel vivo è una mossa
che indebolisce il Paese. Il pre-
mier, peraltro, è convinto del
contrario: quella sul tetto al
prezzo del gas è una partita
che l’Italia può vincere. Dire
poi, in sostanza, che è meglio
mandare lui a fare una brutta
figura a Bruxelles viene vissu-
to come una scortesia persona-
le. «L’Italia ha raggiunto anco-
ra una volta tutti gli obiettivi
del Pnrr, come ha accertato la
Commissione la scorsa setti-
mana», chiarisce Draghi in ca-
bina di regia.
Il punto di vista di Meloni è
un altro. Per prima cosa, ci tie-
ne a precisarlo, durante la riu-
nione del partito a Roma il pas-
saggio sul Pnrr non voleva es-
sere un’accusa al premier, ma
una constatazione: l’Italia ha
speso solo una parte dei fondi
erogati, 5,1 miliardi contro i
13,7 ricevuti, come spiegato
nella primavera scorsa dallo
stesso ministro dell’Economia
Daniele Franco alle commis-
sioni di Camera e Senato.
Quindi un conto è l’attuazione
normativa e i bandi, un’altra è
la cosiddetta “messa a terra”
dei progetti. C’è poi un’altra
obiezione che fanno i Fratelli
d’Italia: il Pnrr è stato pensato
prima della guerra e dell’au-
mento dei costi delle materie
confcommercio, la corsa dei prezzi al consumo
Istat, potere d’acquisto in frenata
«L’inflazione andrà al 9%»
IL CASO/2
D
oppio volto
dell’inflazione: i
conti pubblici
vanno meglio del
previsto, ma cala il potere
d’acquisto delle famiglie
che intaccano i propri ri-
sparmi. Nel II trimestre
dell’anno, rileva l’Istat rive-
dendo le proprie stime, il
Pil è cresciuto del 1,1% ri-
prime e quindi andrebbe ade-
guato alle nuove esigenze,
«non penso sia un reato dirlo»,
ha ripetuto spesso Meloni du-
rante la campagna elettorale. I
fondi di compensazione per
l’aumento dei prezzi delle ma-
terie prime viene considerato
«assolutamente insufficiente»
dagli esperti del partito che si
stanno occupando del dossier:
circa 7 miliardi a fronte dei 36
necessari. «In questo modo i
bandi andranno deserti», ha
spiegato spesso Meloni in que-
sti giorni. Per evitare questo
scenario, i collaboratori più
stretti della futura premier
stanno pensando di modifica-
re la struttura dedicata al Pnrr
presente attualmente a Palaz-
zo Chigi, una nuova task force
è allo studio, così come resta in
piedi l’idea di creare un mini-
stero ad hoc per la gestione dei
fondi europei.
Poi c’è la questione del Con-
siglio Ue. Al di là del pronosti-
co negativo sull’esito, ci sono
molti motivi che spingono la
futura premier a evitare que-
sta trasferta. Per FdI si tratte-
spetto ai primi tre mesi
dell’anno, mentre miglio-
ra il dato sullo stesso perio-
do del 2021 che viene alza-
to dal 4,7% al 5%.
A patire è la disponibili-
tà per le famiglie italiane.
Se il reddito disponibile
delle famiglie consumatri-
ci è aumentato dell’1,5%
rispetto al trimestre prece-
dente, i consumi – per ef-
fetto dell’aumento genera-
lizzato dei prezzi – sono
Giorgia Meloni,
leader di FdI,
ha rimarcato più
volte che il Recovery
fund andrebbe
rinegoziato
rebbe di fatto di una trappola,
anche in vista dei rapporti con
la Commissione. A Bruxelles
Meloni dovrebbe recarsi sen-
za la fiducia delle Camere, ma
solo da premier incaricata e so-
prattutto con un dossier da di-
fendere frutto del lavoro del
governo precedente. «Si ri-
schia di dover andare a litigare
per ottenere un pugno di mo-
sche», ribadiscono in Via della
Scrofa. Con un timore ulterio-
re: l’accoglienza che potrebbe
ottenere un governo vissuto
con grande diffidenza all’este-
ro. Se si scavallasse la data del
21 ottobre, inoltre, ci sarebbe
molto più tempo per definire
la formazione del governo,
un’operazione che si sta rive-
lando molto più complessa del
previsto. In serata Meloni twit-
ta: «La lettera del presidente
della Commissione europea
Von der Leyen ai capi di Stato
e di Governo Ue è un passo in
avanti per far fronte alla crisi
energetica». Un altro passo
per stemperare gli animi di
una giornata tesa. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
cresciuti del 4,1%: il pote-
re d’acquisto delle fami-
glie è lievemente diminui-
to – dello 0,1% rispetto al
periodo gennaio marzo,
mentre la propensione al
risparmio in tre mesi è cala-
ta di 2,3 punti, al 9,3%. Un
dato in linea con quello
dell’Eurozona, che vede
una diminuzione dal
15,2% al 13,7% in tre me-
si. La situazione è grave an-
che secondo il presidente
di Confcommercio Carlo
Sangalli che stima per otto-
bre un’inflazione al 9%, la
chiusura di 120 Pmi con la
perdita di 370.000 posti di
lavoro nella prima metà
del 2023. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO 3
il “cerchio” di giorgia
E l’aspirante
presidente
si costruisce
la sua squadra
ROMA
Fratelli e sorelle d’Italia. Ecco
gli uomini e donne che Giorgia
Meloni si tiene stretti, che han-
no reso possibile la sua ascesa
fino al governo. Sono i fedelis-
simi e le fedelissime che lei ha
ringraziato dal palco dell’ho-
tel Parco dei Principi la notte
della vittoria elettorale, «per-
ché se non hai persone che ti
vogliono bene veramente cer-
te cose non le riesci a fare».
Innanzitutto c’è la squadra
che la segue passo passo. Patri-
zia Scurti, segretaria, da una
dozzina d’anni al fianco di Me-
loni. Dalle sue mani passa pra-
ticamente tutto ciò che è diret-
to alla presidente. Giovanna
Ianniello, addetta stampa da
circa 17 anni, salvo una picco-
la parentesi al Campidoglio
con Gianni Alemanno. Amica
fidata, dalla capa la divide solo
la passione calcistica: romani-
sta Meloni, laziale lei. La segui-
rà a palazzo Chigi, continuan-
do a occuparsi della comunica-
zione politica, assieme a Paolo
Quadrozzi, da dieci anni pre-
senza fissa nella squadra, a
suo agio nelle relazioni inter-
nazionali. La comunicazione
istituzionale, invece, finirà nel-
le mani di qualcun altro. An-
drea Bonini, giornalista di Sky
che segue palazzo Chigi, è sta-
to sondato per ricoprire que-
sto ruolo. In lizza c’è anche
Alessandro Giuli. Giornalista,
ex co-direttore del Foglio, oggi
a Libero e spesso in tv. Sua so-
rella Antonella è la portavoce
del capogruppo alla Camera
di FdI, Francesco Lollobrigida,
che a sua volta è cognato di Me-
loni, avendo sposato la sorella
Arianna. Poi c’è Tommaso Lon-
gobardi, il social media mana-
ger scuola Casaleggio che ha
contribuito a far volare Meloni
in rete. In Parlamento, e in odo-
re di governo, ci sono altri tre
fedelissimi: Lollobrigida, Gio-
vanbattista Fazzolari e Giovan-
ni Donzelli. Il primo, capogrup-
po alla Camera, fa parte della
famiglia. Il secondo è il respon-
sabile del programma elettora-
le di FdI. Le strade di Meloni e
Donzelli, fiorentino, si sono in-
crociate quando lei era leader
di Azione giovani, il movimen-
to giovanile di An, e lui di Azio-
ne universitaria. Appena più
dietro ci sono Chiara Colosi-
mo e Augusta Montaruli. Colo-
simo, romana, 36 anni, è stata
per anni l'anima di Atreju, la
manifestazione dei giovani
del partito. A lei e Montaruli,
torinese classe '83, si devono i
tanti flash mob organizzati dal
partito in questi anni di opposi-
zione. Hanno supervisionato,
Montaruli in particolare, che
tutto funzionasse.
Raccontano che fuori da
questi fedelissimi, molto pre-
senti e vicini a Giorgia Meloni,
un posto di riguardo lo ricopra
Giampaolo Rossi. Missino del-
la corrente Sommacampagna
è un uomo di cui lei si fida mol-
to. Ha fatto parte del Cda Rai e
potrebbe tornare in viale Maz-
zini da ad. A. BR. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 PRIMO PIANO
Speranzon: «Si rispettino le scelte degli elettori, che hanno dimensionato in modo inequivocabile i rapporti di forza che ci sono tra i partiti»
Donazzan: «Io per il post Zaia? È il mio sogno»
C’è lo stop di FdI alle tante richieste della Lega
LO SCENARIO
Laura Berlinghieri
«I
o, candidata presi-
dente di Regione,
per il post Zaia?
Perché no. Oggi
in Veneto Fratelli d’Italia è il
primo partito». Volto storico
della destra in Veneto, asses-
sora regionale per 18 anni
consecutivi, Elena Donazzan
sintetizza così il vero risulta-
to emerso dalle urne il 25 set-
tembre. Un risultato che non
solo ridipinge con i colori del-
la destra lo Stivale, ma so-
prattutto muta equilibri e
rapporti di forza all’interno
della stessa coalizione.
E così, se è vero che la politi-
ca è l’arte del compromesso,
non è certo insensibile al fa-
scino delle pretese, delle re-
criminazioni e delle stiletta-
«Meloni valuterà i nomi
avanzati dal Carroccio
e deciderà valutando
la loro autorevolezza»
te. Lo dimostra il commento
di Raffaele Speranzon, tra i
neoeletti al Senato, alle ri-
chieste avanzate martedì dal-
la Lega, in sede di Consiglio
federale. «Sull’assegnazione
dei Ministeri non ci sono ve-
ti. Ma ci sono le scelte, da ri-
spettare, del corpo elettora-
le, che hanno dimensionato
in modo inequivocabile i rap-
porti di forza tra i differenti
partiti» il suo messaggio in
bottiglia. Destinazione: via
Bellerio.
Lo scenario di partenza è il
seguente: la Lega vorrebbe
piazzare Lorenzo Fontana al
Ministero degli affari regio-
nali (il vicesegretario del Car-
roccio sarebbe in pole posi-
tion per il ruolo), mentre Lu-
ca Zaia ha chiesto a Salvini di
premere per la conferma dei
tre ministri leghisti uscenti
M
a possibile che noi
veneti ci facciamo
sempre disprezza-
re per qualche
comportamento poco intelli-
gente o poco giudizioso?
Non tutti i lettori di questo ar-
ticolo se lo ricorderanno, ma
c’era un tempo in cui al resto
d’Italia eravamo noti come
forti bevitori. Se venivano
giornalisti da Roma o da Na-
poli a intervistare tifosi vene-
ti per un incontro Verona-Na-
poli, dove ci aspettavano que-
sti giornalisti? Ma al bar, na-
turalmente. Per gli altri italia-
ni, noi veneti eravamo sem-
pre al bar.
Che bestialità! Veneti e vi-
no bianco eran sinonimi. Ci
son voluti decenni, ma que-
sto stupido cliché finalmente
Luca Zaia, presidente leghista della Regione, insieme all’assessore regionale Elena Donazzan, esponente di Fratelli d’Italia
(Erika Stefani alla Disabilità,
Massimo Garavaglia al Turi-
smo e Giancarlo Giorgetti al-
lo Sviluppo economico) e
per accaparrarsi anche i tre
dicasteri di Salute, Infrastrut-
ture e Agricoltura.
Le parole di Speranzon so-
no chiare. Pur affogate in ma-
nifestazioni di diplomazia e
prudenza – «Le scelte non sa-
ranno determinate solo
dall’appartenenza partitica
di questo o di quel ministro,
ma anche dalle competenze
e dall’affidabilità di una de-
terminata figura nel ricopri-
re incarichi così importanti»
dice il senatore veneziano –
mostrano l’orgoglio e la bal-
danza della rivalsa. Le prime
rivendicazioni per i risultati
delle elezioni, che tratteggia-
no un frazionamento partiti-
co completamente diverso
da quello preesistente. E, so-
prattutto, per nulla sovrappo-
nibile al quadro politico del
Veneto, oggi.
Giochi ed equilibri inediti,
che già sono visibili in sede di
Consiglio regionale. Ma che
necessariamente proiettano
L’IGNORANZA DI CHI INNEGGIA A MUSSOLINI E HITLER
si è dissolto. Ne subentra un
altro però, più pericoloso: sia-
mo razzisti.
L’altro ieri un giudice ha
giudicato e assolto un ca-
po-ultrà del Verona che anda-
va a processo per aver grida-
to, o scritto, “Il mio amico Hi-
tler” e “Che bello Rudolf
Hess!”. Secondo il giudice,
frasi del genere non sono rea-
to, quindi si possono dire e
scrivere. Non capisco se inten-
da “nel Veneto”, regione do-
ve secondo lui il razzismo è di
casa. Io sono veneto, questa è
DOPO IL VOTO
le fibrillazioni nel carroccio
Sfida su ministri e congressi
tra il presidente e Salvini
La mossa che non t’aspetti.
«Propongo che al prossi-
mo congresso il diritto di
voto non sia limitato ai de-
legati ma esteso a tutti i mi-
litanti, come già avvenuto
in passato». Luca Zaia cala-
mita l’attenzione del consi-
glio federale della Lega
con un’allusione autobio-
grafica: fu proprio lui, ad
Assago nel 2012, a presie-
dere i lavori congressuali
culminati nella successio-
ne di Bobo Maroni a Umber-
to Bossi votata da tutti gli
iscritti, con il Senatur indi-
spettito al punto da conte-
stare platealmente la pro-
cedura adottata dal vene-
to. Trasparente l’obiettivo
della sortita: se nelle sezio-
ni i colonnelli salviniani,
pur malconci dopo l’esito
IL COMMENTO
FERDINANDO CAMON
la mia regione, sono fie-
ro di questa gente e di
queste città, anche e so-
prattutto di Verona,
tuttavia se l’autore di
quelle frasi si fosse bec-
cato una stangatina sa-
rei contento. È ora di fi-
nirla con gli elogi striscianti
di Hitler e di Mussolini: due
senza cervello che hanno por-
tato alla rovina e alla morte
sé stessi e la loro patria.
I nostalgici di Mussolini
fanno pena, e ho già detto più
volte perché: cosa ammirano
disastroso del voto, sono
in grado di influenzare l’e-
lezione dei delegati, non
così per la vasta platea dei
tesserati, disorientati e de-
lusi dalla rotta ondivaga
del Capitano. Ancor più ur-
ticante la questione dei mi-
nisteri “graditi” in vista del-
la composizione del gover-
no Meloni. Se Matteo Salvi-
ni rivendica a gran voce il
Viminale – sostenuto dai fi-
di pretoriani e, a denti stret-
ti, dallo stesso Giancarlo
Giorgetti – ben diverso l’at-
teggiamento di Zaia, lesto
a dichiararsi favorevole al-
la “conferma” dei ministri
leghisti in carica. Ovvero il
citato Giorgetti, Erika Ste-
fani e Massimo Garavaglia.
Quanto ai portafogli, il go-
vernatore del Balbi non fa
in lui, il vigliacchetto
che ordinava agli altri
di morire, mentre lui
scappava come una le-
pre? E i nostalgici di Hi-
tler, rimpiangono che
cosa? Nella massima
impotenza di Hitler, la
Germania rasa al suolo casa
per casa? E nella massima po-
tenza, i milioni di prigionieri
chiusi a morire di fame, di
freddo e di percosse? Adesso
salta fuori un nome nuovo,
qui a Verona, e cioè Rudolf
Hess. L’inno che gli canta que-
cenno agli Interni ma cal-
deggia il dicastero degli Af-
fari generali e delle autono-
mie – per ragioni fin trop-
po evidenti alla luce del pu-
gno di mosche incassato in
questi anni – e l’Agricoltu-
ra, suo pallino dai tempi
della gioventù, rilanciato
nel segno della sospirata
autosufficienza alimenta-
re. Che altro? La cocente
sconfitta del 25 settembre
– liquidata con parole au-
toassolutorie dal segreta-
rio di via Bellerio – ha acui-
to il solco già esistente tra
Salvini e Zaia. Che evitano
polemiche in pubblico ma,
nel confronto interno, non
nascondono più le profon-
de divergenze politiche.
Sul territorio lombardo-ve-
neto-friulano – della parti-
ta è anche l’emergente Mas-
similiano Fedriga – la di-
sputa assume i contorni
delle cordate contrappo-
ste. La corrida del gennaio
2023 è già alle porte.
Filippo Tosatto
sto nazista veronese dice:
“Che bello che è Rudolf
Hess!”. Ma Rudolf Hess non
era bello, era soltanto crude-
le. Infatti era soprannomina-
to “l’Animale”. A lui vengono
attribuiti milioni di morti, in
gran parte fatti morire col
suo potere, ma in parte uccisi
con le sue mani. Era il coman-
dante supremo di Auschwitz.
Uccideva con sapienza, con
squisitezza, con gusto. An-
che per capriccio.
Questo stupidino veronese
che lo trova “bello”, è sicuro
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
la resa dei conti al 2025,
quando la fine naturale, e
non prorogabile, dello “Zaia-
stan” aprirà nuovamente le
partite di un campionato
che, dal 2015, vede prevale-
re sempre e solo la stessa ma-
glia.
«Ognuno ha un sogno, e
questo è il mio» dice Donaz-
zan, vagheggiando un futu-
ro da presidente di Regione,
«Il Veneto ha un ottimo Go-
verno e un’ottima guida. Ma,
se il presidente dovesse deci-
dere di andare a fare qualco-
sa di più importante, spero
che Fratelli d’Italia potrà
esprimere una sua candida-
tura. Io, come sempre, sono
a disposizione del Veneto,
che amo sopra ogni cosa. Cre-
do che i miei 18 anni vissuti
da assessore regionale abbia-
no contribuito a costruire i ri-
sultati del partito in Regione
alle ultime elezioni, frutto an-
che di questa serietà e compe-
tenza». Nessun attrito, assi-
cura lei, con la testa romana
del partito. «Le mie assenze
dagli appuntamenti elettora-
li a Mestre erano dovute a
motivi personali. Ho condot-
to una campagna elettorale
battente sui social» dice.
Ora è il momento di racco-
glierne i frutti. Il primo passo
sarà la nomina del nuovo Pre-
sidente del Consiglio. Poi, su
proposta di questo (per me-
glio dire, questa), dei mini-
stri. «Una coalizione si tiene
insieme sempre con equili-
brio, non ci deve essere una
forzatura. Non funziona che
il più grosso “piglia tutto”» di-
ce Donazzan, commentando
a sua volta le richieste del
Carroccio, «Se la Lega ha po-
sto dei nomi autorevoli, Gior-
gia Meloni non potrà che va-
lutarne le competenze, i ruo-
li e gli spazi. Una coalizione
si fonda su un patto di coesio-
ne. E questo significa non es-
sere ricattati e non porre ri-
catti, ma dare le giuste condi-
zioni». Dare le giuste condi-
zioni, appunto. —
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che, nelle mani dell’Animale,
lui non sarebbe stato fatto
morire con raffinatezza?
Hess era un cattolico bavare-
se, e una volta catturato, pro-
cessato e condannato all’im-
piccagione, piombò nel più
cieco terrore, per che cosa?
Per l’Inferno. Supplicò di po-
tersi confessare. Gli fu conces-
so. Ci impiegò ore e ore.
Quando finì, offrì il collo al
cappio sorridendo, perché si
era rappacificato col Padre-
terno. È questo animale penti-
to e pregante che il tifoso ve-
ronese trova “bello”? Beh,
qui si può concordare. Ma sa-
rebbe meglio che i tifosi vene-
ti la smettessero di inneggia-
re ai nazisti, senza sapere
cos’erano. —
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GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
Meloni: «Nessuno mi impone i nomi»
Salvini verso la guida delle Infrastrutture
La leader di Fratelli d’Italia promette governo di alto profilo. E avvisa gli alleati sulla possibile presenza dei tecnici
Francesco Olivo /ROMA
I nomi non li dice nemmeno
ai suoi fedelissimi, ce li ha in
una lista ben custodita. Ma
una cosa Giorgia Meloni la ri-
vendica: non si farà dettare i
ministri da nessuno. Nem-
meno quindi da Matteo Salvi-
ni che il giorno prima le ave-
va presentato, attraverso un
comunicato stampa, una li-
sta di ministeri per la Lega.
La leader di Fratelli d’Italia
riunisce i suoi ed evita di en-
trare in troppi dettagli sulla
squadra di governo.
Niente nomi, quindi ma
un metodo sì: «Un governo
di alto profilo», spiega ai
trenta dirigenti che fanno
parte dell’esecutivo del parti-
to, il che vuol dire che se do-
vesse servire inserire dei tec-
nici nessuno si deve scanda-
lizzare, un messaggio chiaro
a Forza Italia e Lega che re-
stano in allarme per il nume-
ro considerato eccessivo di fi-
gure “extraparlamentari”
per il futuro esecutivo. Il go-
verno, è il ragionamento, sa-
rà comunque politico, per-
ché a guidarlo sarà lei che po-
litica l’ha fatta sin da ragazzi-
na e che «gli italiani hanno
scelto per governare». Que-
sta non deve essere l’occasio-
ne «per risolvere beghe inter-
ne di partito o proponendo
qualsiasi nome o per rendite
Il pressing dei leghisti sul territorio: «Deve mantenere le promesse»
Il primo Cdm sarà decisivo, ma bisogna vincere le resistenze di FdI
Autonomia, dal Veneto
l’ultimatum a Matteo
«Si rischia il Vietnam»
IL RETROSCENA
Francesco Moscatelli / MILANO
M
inisteri pesanti e
deleghe, certo. Le
cariche istituziona-
li, ci mancherebbe.
Però per la Lega c’è un’altra par-
tita importantissima, che tiene
insieme la formazione del pros-
simo esecutivo e le tensioni in-
terne degli ultimi giorni, ed è
quella che si gioca intorno alla
parola autonomia. Una partita
che interseca le istanze del «Co-
mitato Nord» lanciato dal Sena-
tùr dentro la «Lega per Salvini
premier» così come quelle di
gruppi e sigle federaliste ester-
ni all’attuale partito che si riuni-
ranno in assemblea il 15 otto-
bre in Brianza, ma che per certi
versi le supera. «Ben venga la
proposta di Umberto Bossi se
di posizione», è il messaggio
agli alleati. La Lega rispon-
de: «Noi abbiamo donne e
uomini pronti per il gover-
no, ma la prima proposta
spetta a Giorgia».
Le caselle più delicate re-
stano due: l’Economia e il Vi-
minale. Per Via XX settem-
bre il no di Fabio Panetta è
sempre più vicino a essere de-
l’obiettivo è quello di riportare
il tema Nord al centro delle poli-
tiche leghiste e aiutare a fare
sintesi - ragiona Roberto Marca-
to, assessore allo Sviluppo Eco-
nomico in Veneto -. Però in poli-
tica non si devono fare opera-
zioni nostalgia, in politica biso-
gna sapere da dove si viene ma
lo sguardo dev’essere sempre ri-
volto al futuro. Per questo a me
interessa tutto, ma interessa so-
prattutto l’autonomia».
Già, l’autonomia. I leghisti
veneti, sensibilissimi sull’argo-
mento, hanno notato che
nell’ultimo «federale» la que-
stione è finita fuori dai radar e
dai bollettini di partito, e que-
sto nonostante la richiesta uffi-
ciale avanzata dalla Liga alla vi-
gilia della riunione romana:
Salvini lasci perdere il ministe-
ro dell’Interno e si intesti inve-
ce in prima persona la «batta-
glia delle battaglie» pretenden-
DOPO IL VOTO
finitivo. Il membro del comi-
tato esecutivo della Bce lo
avrebbe detto in un collo-
quio privato in occasione del-
la riunione dei ministri delle
finanze dell’area dell’euro te-
nutasi in Lussemburgo mar-
tedì, così come ha racconta-
to l’agenzia Bloomberg, noti-
zia che nessuno ha smentito
ieri. Panetta, non è un miste-
do per sé il ministero degli Affa-
ri Regionali. «Se fosse lungimi-
rante ci ascolterebbe e ci gua-
dagnerebbe pure lui» pensano
in molti. Così martedì sera
quando si è capito che il segre-
tario avrebbe continuato a insi-
stere sul Viminale, le chat di
Treviso, Vicenza e Venezia
hanno ripreso a bollire. Perché
d’accordo le trattative - molti
ad esempio pensano che si insi-
sta sul Viminale per avere poi
delle compensazioni più im-
portanti - ma poi, ragionano i
veneti, per portare a casa dav-
vero l’autonomia bisognerà
vincere le «naturali» resisten-
ze di Fratelli d’Italia.
Il modo migliore di farlo, e
di dimostrare che ci si sta pro-
vando davvero, è occupare su-
bito il dicastero chiave. I pro-
blemi, già dopo, non manche-
ranno. Perché se è vero che Fra-
telli d’Italia ha accettato di inse-
ro, punta a guidare la Banca
d’Italia dall’anno prossimo,
ma non si tratta solo di que-
sto. L’altro ostacolo per Melo-
ni è la difficoltà trovare un so-
stituto (italiano) nel board
della Banca centrale euro-
peo, un ruolo strategico per
il Paese, specie in un momen-
to così delicato. A meno di
un clamoroso ripensamen-
Il leader della Lega, Matteo Salvini
rire l’autonomia nel program-
ma del centrodestra e che Salvi-
ni ha detto più volte che verrà
fatta nel primo Consiglio dei
ministri, è anche vero che Gior-
gia Meloni la associa spesso e
volentieri al presidenzialismo.
Riforma articolata ma, soprat-
tutto, lunga.
«Io sono fortemente preoc-
cupato perché i “fratelli” li co-
nosco bene - ammette Marcato
- . Hanno storia e visione dello
Stato diversa dalla nostra. Lo-
ro sono Dio, patria e famiglia,
GIORGIA MELONI
LEADER
FRATELLI D’ITALIA
Questa non deve
essere l’occasione
per risolvere beghe
interne di partito
o per rendite
di posizione
to, bisogna lavorare quindi
sulle alternative: il nome di
Domenica Siniscalco, ex mi-
nistro, è in calo, mentre pren-
dono quota altri due (ovvia-
mente tecnici): Luigi Butti-
glione, già dirigente di Banki-
talia e Bce, che oggi gestisce
un fondo d’investimento, e
soprattutto Dario Scannapie-
co, amministratore delegato
noi territorio, territorio, terri-
torio. Per l’autonomia non c’è
più tempo». Ancora più secco
Marcello Bano, primo cittadi-
no di Noventa padovana, nei
mesi scorsi a rischio provvedi-
mento disciplinare per le sue
posizioni molto critiche sulla
gestione salviniana del parti-
to: «Io il 22 ottobre del 2017 al-
le 6 del mattino ero davanti ai
seggi. Il referendum sull’auto-
nomia votato da tutto il Vene-
to era il coronamento di un so-
gno, il motivo per cui a 40 anni
5
PRIMO PIANO
di Cassa depositi e prestiti.
L’altro nodo decisivo ri-
guarda il Viminale, la Lega
non molla, «Salvini è il nome
adatto» fanno sapere fonti di
via Bellerio in serata, preci-
sando che «comunque avrà
un ruolo rilevante». Ma già
da giorni il segretario sta la-
vorando a un piano alternati-
vo. In cambio della rinuncia
Salvini potrebbe diventare
vicepremier e ministro delle
Infrastrutture e dei Traspor-
ti, una destinazione che con-
sentirebbe a Salvini di raffor-
zare la sua immagine di con-
cretezza e, grazie alla compe-
tenza sui porti e sulla guar-
dia costiera, di proseguire la
sua ricerca di consensi sul te-
ma dell’immigrazione. In
questo quadro, al ministero
dell’Interno andrebbe un tec-
nico, il favorito resto il prefet-
to di Roma Matteo Piantedo-
si. Agli Esteri in corsa Anto-
nio Tajani, Elisabetta Bello-
ni e Giampiero Massolo.
Mentre il ministro della Tran-
sizione ecologica Roberto
Cingolani, pur avendo rice-
vuto un’offerta di lavoro in
Giappone, potrebbe restare
come commissario all’Ener-
gia. Per la Difesa, in pole posi-
tion c’è Adolfo Urso, presi-
dente del Copasir, che po-
trebbe scambiarsi di ruolo
con Lorenzo Guerini. —
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ROBERTO MARCATO
ASSESSORE ALLO SVILUPPO
ECONOMICO IN VENETO
Ben venga la
proposta di Umberto
Bossi se l’obiettivo è
quello di riportare il
tema Nord al centro
delle politiche leghiste
avevo deciso di fare politica –
racconta il sindaco - . Non ac-
cetto che nessuno mi prenda
più in giro, né Salvini né altri.
O verrà fatta al primo Cdm, co-
me promesso, o qui sarà il Viet-
nam. Noi veneti siamo pronti a
far fuori governi, segretari, cer-
chi magici e parlamentari».
L’altra richiesta del Veneto,
anche questa sintonizzata con
quanto stanno chiedendo mili-
tanti e consiglieri regionali in
Lombardia, è la celebrazione
dei congressi. «Io resto a quan-
to dichiarato - conclude Marca-
to -. I provinciali si terranno en-
tro fine novembre, i regionali
entro fine gennaio. E penso pu-
re che data la situazione ai re-
gionali dovrebbero avere dirit-
to di voto tutti i militanti, non so-
lo i delegati. Dare a loro la paro-
la la cosa più bella che un parti-
to può fare». —
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6 ATTUALITÀ GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI

La guerra dell’energia

Tetto al gas Piano di Von Der Leyen in tre mosse

limite al metano usato per l’elettricità
regole per il Ttf e stretta sui fornitori

IL CASO
spiragli dall’Ue consumatori, ma costringe-
IL PREZZO DELL'ENERGIA ELETTRICA IN EUROPA rebbe i governi a intervenire
con fondi pubblici per com-
pensare la differenza.
Marco Bresolin Prezzi dell'energia elettrica per i consumatori domestici (€/kWh) 1°semestre Durante la riunione con i
INVIATO A PRAGA Fascia DC : 2.500 kWh < Consumo < 5.000 kWh 2022 commissari, la presidente ha

S
ul fronte dei prezzi
dell’energia, qualcosa
si sta muovendo a Bru-
xelles. Di certo non alla
velocità auspicata dal gover-
no italiano, ma ieri sono arri-
vati alcuni segnali che sembra-
no andare nella direzione di
un compromesso accettabile
per tutti attraverso un mix di
azioni, tra le quali figurereb-
be anche una sorta di “freno”
al prezzo del gas. Il banco di
prova sarà la discussione che i
27 capi di Stato e di governo
avranno domani al vertice in-
formale nel Castello di Praga:
anche se il summit non sarà ri-
solutivo, tra i diplomatici che
seguono il dossier ieri si respi-
rava un cauto ottimismo circa
la possibilità di chiudere un ac-
cordo al Consiglio europeo
poi affrontato il tema solleva-
0,4559 €/kWh to da Paolo Gentiloni e Thier-
0.45 ry Breton, che hanno propo-
sto un nuovo piano d’aiuti con-
URSULA VON DER LEYEN
PRESIDENTE
tro il caro-energia basato sul-
COMMISSIONE EUROPEA 0.40 lo schema di Sure (emettere
debito comune per finanziare
prestiti agli Stati). Von der
Dovremmo 0.35 Leyen ha “rimproverato” ai
0,3115 €/kWh due il fatto di aver utilizzato
considerare una come esempio “Sure”, che era
limitazione dei prezzi 0.30 stato concepito durante la
pandemia per finanziare la
serve una risposta cassa integrazione. Per alcuni
anche finanziaria 0.25
Stati la questione è ancora un
tabù. Però lei stessa ha ricono-
sciuto la necessità di una ri-
Cercheremo risorse 0.20
sposta comune, “anche dal
punto di vista finanziario”. Al
complementari momento von der Leyen insi-
per aumentare 0.15
ste per muoversi nel quadro
di RePowerEU, il programma
la potenza di fuoco 0,0595 €/kWh
lanciato in primavera per aiu-
del RePowerEU 0.10

del 20-21 ottobre, l’ultimo al

quale Mario Draghi partecipe- 0.05
Il piano da 200 miliardi
rà nelle vesti di premier. di euro del governo
L’ottimismo nasce dalle ulti-
me mosse di Ursula von der tedesco ha creato
molti malumori
0.00
Leyen, sin qui piuttosto stati-
Danimarca
Belgio
Italia
Spagna

Cipro
Rep. Ceca

Irlanda

Austia
Lettonia

Estonia
Francia
Portogallo

Lussemburgo
Norvegia
Finlandia

Serbia
Georgia

Olanda
Grecia

Slovacchia
Islanda
Lituania
Polonia

Malta
Moldavia
Ungheria
Bosnia e E.
Turchia
Croazia

Kosovo

ca, che ieri mattina ha riunito

i suoi commissari per affronta-
re i due aspetti della questio-
ne: la necessità di ridurre i
prezzi dell’energia e quella di
assicurare a tutti gli Stati pari-
tà di condizioni, soprattutto
alla luce dei malumori per il
piano da 200 miliardi del go-
verno tedesco. Nel pomerig-
gio la presidente della Com-
missione ha scritto una lette-
ra ai 27 leader per indicare un
piano d’azione su tre fronti,
non alternativi tra di loro, più
un quarto che riguarda le ri-
sorse da trovare per affronta-
re la crisi. Il primo punto pre-
vede di negoziare con i princi-
pali fornitori di gas (in partico-
lare Norvegia, Algeria e Stati
Uniti) contratti a condizioni
migliori attraverso “corridoi
tare i governi a uscire dalla di-
pendenza dal gas russo. “La
Commissione – ha scritto nel-
la lettera – esaminerà fonti di
Fonte: Eurostat finanziamento complementa-
ri per aumentare la potenza di
fuoco del RePowerEU”. A og-
gi lo strumento ha una dota-
zione di 220 miliardi: 20 in
L’ipotesi di un versamento da 20 milioni per regolarizzare la posizione dei fornitori russi sovvenzioni e 200 in prestiti.
Secondo la chiave di distribu-
L’Eni paga e sblocca i flussi in arrivo dall’Austria zione decisa martedì all’Eco-
fin, l’Italia avrà (insieme con
Gazprom riapre i rubinetti del gas verso l’Italia la Polonia) la fetta più grande
delle sovvenzioni, oltre 2,7
miliardi. Ma non avrà accesso
ai prestiti, perché si tratta dei
IL CASO ni di forniture. Peraltro, le quan- Dal primo ottobre, in Au- fondi del Recovery Fund non
tità consegnate continuano a es- stria è entrata in vigore un ancora richiesti dagli altri Pae-
sere minori delle richieste. norma che modifica le rego- si. Dove trovare le risorse ag-
Giuliano Balestreri D’altra parte nei giorni scor- le per l’accesso al mercato di giuntive per “aumentare la po-

L’
di prezzo” attraverso la tanto
evocata piattaforma per gli ac-
quisti congiunti, per la quale
verranno fissate regole di par-
tecipazione. Nella lettera,
von der Leyen riconosce an-
che il malfunzionamento del-
la Borsa di Amsterdam (Ttf):
in attesa di introdurre un indi-
ce alternativo, la presidente
dice che “dovremmo conside-
rare una limitazione dei prez-
zi” legati al Ttf. Alla soluzione
dal punto di vista tecnico ci
stanno lavorando gli 8 mini-
stri dei Paesi più energivori.
La terza opzione prevede inve-
ce di fissare un tetto massimo
al prezzo del gas usato per pro-
durre elettricità, sulla falsari-
ga del modello iberico: la mi-
sura piace alla Germania e ai
Paesi Bassi, ma non all’Italia
perché permetterebbe sì di
calmierare le bollette per i
Italia non può anco-
ra fare a meno del
gas russo. Ecco per-
ché l’Eni si è subito
attivata per risolvere lo stop al-
le forniture iniziato lo scorso
primo ottobre. Dopo giorni di
negoziati, il flusso è ripartito
ieri mattina dopo «la risoluzio-
ne da parte di Eni e delle parti
coinvolte dei vincoli che deri-
vano dalla nuova normativa in-
trodotta dalle autorità di rego-
lamentazione austriache».
Il comunicato del colosso
energetico italiano è stringato,
ma la risoluzione del problema
è stata tutt’altro che semplice.
Anche perché gli stoccaggi ita-
liani sono a buon punto, ma
non sono sufficienti e coprire
eventuali imprevisti o fermi al-
la produzione in Algeria. Peg-
Claudio Descalzi, Ceo di Eni
gio ancora, sarebbe, se l’inver-
no fosse più rigido del solido.
Eni non commenta, ma se-
condo quanto è stato possibile
ricostruire, il “cane a sei zam-
pe” avrebbe pagato 20 milioni
di euro per regolarizzare la posi-
zione dei russi nei confronti
dell’Austria. Una mossa di real-
politik per evitare un braccio di
ferro internazionale che avreb-
be soltanto danneggiato l’Ita-
lia. E che adesso toglie ogni ali-
bi a Mosca per nuove interruzio-
si, dopo lo stop imposto dalle
nuove regole approvate da
Vienna, l’amministratore dele-
gato del gruppo italiano, Clau-
dio Descalzi, aveva spiegato
che Eni stava cercando di capi-
re se poteva «subentrare a Gaz-
prom che non ha pagato 20 mi-
lioni di euro di garanzia al tra-
sportatore che deve portare il
gas dall’Austria all’Italia». Una
frase che aveva aperto alla pos-
sibilità di un intervento italia-
no per risolvere uno stallo non
legato a motivi geopolitici. La
disponibilità a pagare il neces-
sario, quindi, c’è sempre stata:
prima di subentrare a Gaz-
prom nelle obbligazioni verso
Vienna, però, Eni ha dovuto ve-
rificare che non ci fossero pro-
blemi di compliance e che l’in-
tervento non fosse in contrasto
con le sanzioni europee.
tutti gli operatori internazio-
nali. I russi sono stati gli uni-
ci a non adeguarsi e così da
sabato non avevano più il
permesso per raggiungere il
punto di consegna definito
contrattualmente con Eni:
il luogo fisico dove il gas di-
venta italiano e viene tra-
sportato nel Paese attraver-
so il punto d’entrata di Tarvi-
sio. Per mettersi in regola,
Gazprom avrebbe dovuto
pagare un deposito di 20 mi-
lioni di euro alla società di di-
spacciamento austriaca, ma
i russi hanno proposto di pa-
gare in rubli. Offerta respin-
ta al mittente da Vienna. E
l’Eni, consapevole che l’Ita-
lia ha bisogno di ogni metro
cubo disponibile sul merca-
to, è intervenuta. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tenza di fuoco?”. “Se venisse-
ro tolte da altri programmi
del bilancio Ue si tratterebbe
di un maquillage – fanno nota-
re fonti diplomatiche europee
–, l’unico modo è andare sui
mercati”. C’è poi un’altra que-
stione che non convince il
fronte mediterraneo: RePo-
werEU, come il Recovery, ser-
ve per finanziare riforme e in-
vestimenti, mentre i governi
hanno bisogno di fondi per in-
terventi a sostegno delle fami-
glie e delle imprese più in diffi-
coltà. Probabilmente questa
partita non si chiuderà nem-
meno al vertice di fine mese,
ma la speranza del governo
italiano è che un intervento
deciso sui prezzi possa rende-
re meno necessari i nuovi stru-
menti di finanziamento comu-
ne. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
L’invasione dell’Ucraina
MOSCA
I
l Cremlino si dice convin-
to che riuscirà a riconqui-
stare i territori ucraini
dai quali i suoi soldati si
stanno ritirando. «Saranno
russi per sempre», assicura al-
la Bbc il portavoce di Putin,
Dmitry Peskov. Putin stesso
cerca di mostrarsi ottimista
davanti alle telecamere della
sua propaganda: «La situazio-
ne nel Donbass sarà stabiliz-
zata, la Russia potrà sviluppa-
re questi territori tranquilla-
mente», afferma subito dopo
aver firmato il decreto che
sancisce l’annessione illegale
alla Russia dei territori ucrai-
ni occupati. Ma intanto le
truppe di Mosca sembrano
perdere sempre più terreno
sia nel sud sia nell’est dell’U-
craina e questa situazione sta
creando malcontento e spac-
cature tra i fedelissimi del re-
gime, anche tra i pezzi grossi
delle forze militari e paramili-
tari del Cremlino.
Vladimir Putin ha ordinato
l’invasione dell’Ucraina, ha
scatenato una guerra atroce
in cui hanno perso la vita deci-
ne di migliaia di persone. Ma
non sta facendo alcun passo
indietro. Anzi. Il 21 settem-
bre ha ordinato la mobilita-
zione «parziale» dei riservisti
e ieri ha dichiarato che «i risul-
tati dei referendum» per l’an-
nessione dei territori occupa-
ti sono «assolutamente tra-
sparenti e non possono esse-
re messi in discussione». Pa-
role che negano l’evidenza,
perché i referendum farsa –
bocciati dalla comunità inter-
nazionale – non hanno di cer-
to rispettato gli standard de-
mocratici e testimoni raccon-
tano che i separatisti passava-
no di casa in casa con le urne
scortati da soldati armati.
La situazione è tesa e non è
stata certo migliorata dalle
minacce di Putin dei giorni
scorsi di poter ricorrere alle
armi nucleari per «difendere
la Russia». E neanche dal de-
creto con cui ieri Mosca si è as-
segnata arbitrariamente il
controllo della centrale nu-
cleare più grande d’Europa:
quella di Energodar, che sor-
ge in una zona del sud dell’U-
craina occupata dai soldati
russi e dove nei mesi scorsi si
sono registrati attacchi che
hanno fatto temere un disa-
stro nucleare (e dei quali Mo-
sca e Kiev si accusano a vicen-
da). Mentre l’ambasciatore
russo negli Usa ha pure affer-
mato che le forniture militari
statunitensi all’Ucraina «au-
mentano il pericolo di uno
scontro diretto tra la Russia e
i Paesi occidentali».
Ci sono però tensioni an-
che all’interno della Russia,
dove comincia a essere chia-
ro che le cose non stanno an-
dando per niente bene alle
truppe russe. Il presidente
della Commissione Difesa
della Duma, Andrey Kartapo-
lov, ha addirittura puntato il
dito contro il ministero della
Difesa affermando che «biso-
gna smetterla di mentire sul-
la situazione al fronte». Paro-
le che secondo il politologo
Stanislav Belkovsky – citato
dal Moscow Times – potrebbe-
ro preparare a un rimpasto
Putin firma le annessioni
«Ci riprenderemo tutto»
Ratificata l’entrata nella Federazione delle regioni ucraine occupate
La centrale nucleare di Zaporizhzhia diventa parte degli asset di Mosca
224
I giorni trascorsi
dall’invasione russa
dell’Ucraina
il 24 febbraio scorso
17
I miliardi di dollari
donati dagli Usa a Kiev
per la sua sicurezza
dall’inizio della guerra
Il leader ceceno ha invocato il ricorso alla bomba atomica tattica
Ascesa di Kadyrov il sanguinario
«Promosso generale colonnello»
IL PERSONAGGIO
Anna Zafesova
N
el giorno del suo
46simo complean-
no, Ramzan Kady-
rov è diventato gene-
ral-colonnello delle truppe
dell'Interno, appena sei mesi
dopo aver conseguito il rango
di general-tenente. Il leader
della Cecenia ha dato la notizia
vantandosi che il regalo gli è sta-
to conferito da Vladimir Putin
in persona, con una telefonata
personale all'uomo che secon-
do alcuni commentatori il presi-
dente russo considera il figlio
maschio che non ha avuto. Ma
oltre a una ipotetica componen-
te emotiva, le nuove mostrine
sulle spalle larghe del più con-
troverso degli alleati del Crem-
lino è un segnale politico: il lea-
der ceceno ha appena attacca-
to con una violenza senza pre-
cedenti il comando militare
russo, e ha invocato il ricorso
in Ucraina a una «bomba ato-
La Russia
GIUSEPPE AGLIASTRO
mica a bassa carica». Dichiara-
zioni per le quali è stato delica-
tamente rimproverato dal por-
tavoce della presidenza Dmi-
try Peskov, che gli ha consiglia-
to di «controllare le proprie
emozioni». Ma due giorni do-
po, il nuovo alto rango milita-
re conferito dal comandante
supremo in persona, lancia un
segnale inequivocabile: Kady-
rov resta intoccabile.
L'attacco di critiche ai verti-
ci del ministero della Difesa e
dello Stato maggiore, scatena-
to nei media dalla serie di cla-
morose sconfitte sui campi di
battaglia del Donbass e di
Kherson, è stato iniziato pro-
prio da Kadyrov, seguito subi-
to da Evgeny Prigozhin, il «cuo-
co di Putin» fondatore del
gruppo di mercenari Wagner.
Una circostanza curiosa, per-
ché Kadyrov e Prigozhin rico-
prono nella galassia dei poten-
ti russi un ruolo molto partico-
lare: sono entrambi ideatori,
proprietari, finanziatori e co-
mandanti di due eserciti priva-
ti armati, equipaggiati e orga-
nizzati molto meglio dell'eser-
cito regolare. Ancora prima
dell'invasione dell'Ucraina la
guardia speciale dei ceceni ka-
dyroviani e i Wagner avevano
svolto missioni in Siria e nel
Donbass, facendo il lavoro
sporco (ed efficiente) che l'e-
sercito russo, i miliziani sepa-
ratisti o i soldati di Assad non
riuscivano a fare. Sono i preto-
riani ai quali il Cremlino affida
le missioni più importanti, ine-
vitabilmente detestati dai ge-
nerali «regolari», e i «corri-
spondenti di guerra» - l'avan-
guardia della propaganda mili-
tare russa – hanno preso in gi-
ro Kadyrov e i suoi ceceni co-
me i «guerrieri di Tik-Tok». Le
invettive contro i comandanti
militari hanno però successiva-
mente riempito anche i talk
show della propaganda, e coin-
volto anche generali come il ca-
po del comitato Difesa della
Duma Andrey Kartapolov, che
ha invitato i suoi colleghi a
«smettere di dire bugie» sui di-
sastri al fronte.
Il «partito della guerra» del
Soldati russi
sopra un carro
armato
durante
l’invasione
del territorio
ucraino
Kadyrov con Putin in una foto postata dal leader ceceno su Telegram
Cremlino sembra volere la te-
sta del ministro della Difesa
Sergey Shoigu, che con la sua
totale assenza di esperienza mi-
litare potrebbe diventare un co-
modo capro espiatorio delle
sconfitte. Un passo radicale
che non sarebbe nello stile di
Putin: ha mostrato più volte di
considerare Shoigu uno dei
suoi uomini di fiducia, e licen-
ziarlo significherebbe danneg-
giare l'immagine di un presi-
dente esente da critiche. A Mo-
sca però girano da settimane
voci di un rimpasto dei vertici
militari, e secondo un retrosce-
na del giornale Meduza, Kady-
rov e Prigozhin potrebbero es-
sere l'avanguardia di una batta-
glia interna feroce, nella quale
sarebbero alleati con due fede-
lissimi di Putin, Aleksey Dyu-
min e Dmitry Mironov, entram-
ATTUALITÀ 7
nel dicastero e nello Stato
maggiore dell’esercito russo.
Fa riflettere anche la promo-
zione a generale a tre stelle di
Ramzan Kadyrov, il luogote-
nente di Putin in Cecenia ac-
cusato di violazioni gravissi-
me dei diritti umani. Kady-
rov infatti pochi giorni fa si
era scagliato contro il genera-
le Lapin perché i soldati russi
hanno perso il controllo della
città di Lyman, e aveva subito
trovato l’appoggio di Yevge-
ny Prigozhin, lo “Chef di Pu-
tin” considerato il capo dei
mercenari del famigerato
Gruppo Wagner. Sia Prigoz-
hin sia Kadyrov hanno schie-
rato propri miliziani in Ucrai-
na e, secondo due fonti vicine
al Cremlino interpellate dal-
la testata Meduza, questa sin-
tonia tra i due falchi non sa-
rebbe una coincidenza.
Stando a una delle fonti,
«Prigozhin ha vecchi rancori
nei confronti» del ministro
Shoigu. Le fonti di Meduza so-
stengono inoltre che il gover-
natore di Tula, Alexey Dyu-
min, potrebbe «sperare di tor-
nare al ministero della Difesa
al posto di Shoigu» e che «Ka-
dyrov e Prigozhin sosterreb-
bero questo rimpasto poiché
Dyumin garantirebbe a Prigo-
zhin (imprenditore della ri-
storazione, ndr), nuovi con-
tratti pubblici, e Kadyrov po-
trebbe aspettarsi che un nuo-
vo ministro della Difesa agi-
sca con più forza» nella già
martoriata Ucraina. Le stesse
fonti di Meduza sottolineano
però che «la probabilità di
questi cambi non è molto al-
ta, anche se sono in discussio-
ne al Cremlino». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
bi ex guardie del corpo del pre-
sidente e ora rispettivamente
governatore di Tula e consiglie-
re del Cremlino, che potrebbe-
ro puntare a sostituire Shoigu.
Ma Kadyrov potrebbe anche
nutrire ambizioni in prima per-
sona. Un ceceno ex indipenden-
tista, dichiaratamente islami-
sta e quasi esplicitamente poli-
gamo, che introduce il velo e fa
gridare ai suoi pretoriani «Al-
lah akbar» sembra un candida-
to poco adatto a guidare l'eser-
cito di un Paese che ha fatto del
nazionalismo russo ortodosso
un'ideologia. Ma in un momen-
to di crisi, mentre i social si riem-
piono di video di neoreclute af-
famate, smarrite e infuriate, un
«uomo forte» che promette so-
luzioni drastiche potrebbe ri-
cevere favori insperati. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
8 ATTUALITÀ
La versione
di Ruby
IL CASO
Monica Serra
Andrea Siravo / MILANO
D
a più di nove anni
Karima El Mahroug
non compariva in
un’aula di tribuna-
le. L’ultima volta era il mag-
gio del 2013 ed era in corso il
processo bis della saga che
l’ha vista, con Silvio Berlusco-
ni e le sue serate “eleganti”
ad Arcore, per oltre un decen-
nio al centro di diverse inchie-
ste della procura di Milano.
All’epoca, sulle scalinate del
palazzo di giustizia, giovanis-
sima, a favore di telecamere,
Ruby attaccò giornalisti e pm
e difese se stessa e l’ex pre-
«Karima oggi
è diversa dalla
ragazzina fuggita da 16
comunità per minori»
mier. Ieri, a sorpresa, ormai
quasi trentenne, Karima è
tornata nell’aula bunker alla
periferia di Milano, per assi-
stere alla arringa dei suoi di-
fensori nel processo Ruby
ter, l’unico che la vede impu-
tata.
Occhi bassi, jeans, trench
sulle spalle, ha pronunciato
solo poche parole: «Mi augu-
ro che questa vicenda si chiu-
da il prima possibile. È stato
un grande incubo. Spero di
avere indietro la mia vita e di
viverla serenamente».
Seduta al primo banco, in
silenzio ha ascoltato le paro-
le dei difensori, Jacopo Pen-
sa e Paola Boccardi, che han-
no provato a smontare la rico-
struzione dei pm Tiziana Sici-
liano e Luca Gaglio. Con altri
28 imputati, è accusata di fal-
sa testimonianza e corruzio-
ne in atti giudiziari. Per lei è
Le iniziative
KARIMA EL MAHROUG
IN ARTE
“RUBY RUBACUORI”
Mi auguro
che questa vicenda
si chiuda il prima
possibile. È stato
un grande incubo
«Adesso spero
di avere indietro
la mia vita
e di poterla vivere
serenamente»
stata chiesta una condanna
a cinque anni e la confisca
di cinque milioni di euro:
quanto, secondo la procu-
ra, Berlusconi avrebbe paga-
to il suo silenzio sulle serate
a Villa San Martino. Soldi
che sarebbero stati elargiti,
in misura diversa, anche al-
le altre olgettine imputate
nel processo. E che, secon-
do la difesa di Marysthell Po-
lanco, «sembrerebbero la
mancia del nonno al nipote,
che magari Berlusconi di-
stribuiva proprio per ottene-
re un po’di gentilezza da
parte delle ragazze» che po-
polavano le sue cene.
«Karima oggi è profonda-
mente diversa dalla ragazzi-
na descritta in questo proces-
so che è scappata da sedici co-
munità per minorenni», ha
esordito l’avvocata Boccardi.
Sarebbe «cambiata» da quel-
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GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
Karima El Mahroug
è tornata ieri
nell’aula del tribunale
di Milano dove si sta
celebrando il processo
“Ruby ter”. I suoi legali
ripetono: «Mai atti sessuali
con Silvio Berlusconi»
la notte del 27 maggio 2010,
quando, ancora minorenne,
entrò nella questura di Mila-
no per un furto. E dalla quale
poche ore dopo uscì affidata
a Nicole Minetti su input di
Berlusconi. Che in una telefo-
nata all’allora capo di gabi-
netto la spacciò per «la nipo-
te del presidente egiziano
Mubarak». Una vicenda che
per la difesa le ha lasciato
«un marchio indelebile sulla
pelle». Quello di «prostituta
Karima El Mahroug, per le minorenne che è più forte
cronache dell’epoca “Ruby della Lettera Scarlatta. Quel-
la ragazza arrivata dal Maroc-
rubacuori” è comparsa ieri
nell’aula del tribunale co e con una storia travaglia-
di Milano per l’arringa dei suoi ta alle spalle andava protet-
difensori al processo Ruby ter ta, non abbandonata, per
trattarla come un’esca».
Ha aggiunto l’avvocato
Pensa: «Karima era una mi-
«La vita l’ha fatta
diventare una madre
e una lavoratrice di alto
profilo intellettuale»
norenne che doveva essere
da mattinata, dopo aver re- salvata per le sue tendenze ri-
fermato a roma golarmente pagato il bigliet- belli. Oggi dico meglio così.
to, percorrendo la galleria La vita l’ha fatta diventare la
Turista americano “distrugge” Chiaramonti ha cominciato
ad urlare frasi prive di senso
donna che è adesso: una ma-
dre e una lavoratrice di alto
due busti antichi ai Musei Vaticani – secondo qualche testimo- profilo intellettuale». Che,
ne anche chiedendo di vede- per di più, non avrebbe mai
re il Papa – per poi tirare giù avuto rapporti sessuali con il
Due busti antichi in frantumi dalle mensole del lungo cor- fondatore di Forza Italia: «Ka-
sul pavimento marmoreo ridoio di statue prima un bu- rima lo ribadisce da sem-
della galleria, con i volti sfi- sto e poi l’altro, entrambi sca- pre». Prima di tornare a Ge-
gurati da un gesto di follia du- raventati a terra, mentre gli nova, dove vive con la figlia,
rato qualche secondo. È lo uomini della gendarmeria Ruby ha dribblato le doman-
sfregio messo in atto da un vaticana si fiondavano sul de sull’ex premier: «È stato
turista statunitense ai Musei 65enne per bloccarlo ed evi- detto fin troppo».
Vaticani a Roma – luogo sim- tare danni peggiori. Succes- Chiedendo la sua assolu-
bolo di un patrimonio stori- sivamente è stato consegna- zione, l’avvocato Pensa ha
co mondiale – che ha turbato to alle autorità italiane «se- concluso: «Cara Karima, ti
i visitatori rimasti attoniti e condo le disposizioni auguro la buona fortuna di
indignato guide, esperti d’ar- dell’art. 22 dei patti latera- trovare dei giudici che siano
te e semplici cittadini. A com- nensi», affinché «non reiteri terzi, equidistanti, giusti.
piere il gesto è stato uno sta- il reato». Una volta interroga- Noi come difesa dobbiamo
tunitense di 65 anni con pro- to l’uomoha reso dichiara- contribuire a una giusta sen-
blemi mentali che nella tar- zioni definite «farneticanti». tenza». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ESSENZA NOIR
L’OMBRELLO DELL’IMPERATORE
TOMMASO SCOTTI
Cosa fare se sull’arma del delitto ci sono le impronte
dell’uomo più importante del Giappone, l’imperatore in
persona? All’ispettore Nishida tocca l’ingrato compito
di scoprire come siano finite lì.
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QUOTIDIANO D’INFORMAZIONE FONDATO NEL 1664
10 REGIONE
Crisi e bilancio del Veneto
Le categorie economiche venete non chiudono al confronto ma chiedono garanzie
«Aumentare la pressione è un’arma a doppio taglio e fin qui si parlava di flat tax »
Irpef, i paletti delle aziende
sull’addizionale regionale
«Una parte delle risorse
deve andare alle imprese»
IL DIBATTITO
A
pertura, certo. Ma
piantando al contem-
po dei paletti ben pre-
cisi. E così in attesa
della nuova convocazione da
parte della Regione, le catego-
rie economiche provano a di-
gerire l’ipotesi di reintroduzio-
ne dell’addizionale regionale
Irpef. «Giusto aiutare le fami-
glie che più sono in difficoltà,
ma non solo. Una parte dell’e-
ventuale nuovo gettito deve
andare alle imprese» la sintesi.
«Non ci piace ragionare su
ipotesi» è la riflessione di Ro-
berto Boschetto, presidente di
Confartigianato Veneto. «Per
dire cosa ne pensiamo della
possibile addizionale Irpef re-
gionale vogliamo attendere la
proposta nei dettagli. Noi stia-
mo già facendo, col nostro cen-
tro studi, una serie di simula-
zioni per capire bene i contor-
ni di questa ipotesi ma sin d’o-
ra diciamo che o una parte vie-
ne destinata alle imprese o
non ci sarà simulazione che
tenga. Poi, ribadisco, investire
nel sociale è a cascata un bene-
ficio indiretto anche per le im-
prese».
E sulla stessa lunghezza
d’onda c’è anche la Cna del Ve-
neto. «Se la Regione, e sottoli-
neo la Regione, deciderà di
reintrodurre l’addizionale pen-
siamo che una parte delle risor-
se debbano essere destinate al-
lo sviluppo e agli investimen-
ti» chiarisce Matteo Ribon, se-
gretario dell’associazione.
«Negli ultimi due anni, questi
capitoli hanno subito tagli per
circa 350 milioni di euro. È giu-
Accordo tra Aspiag Service e Regione per promuovere Dop e Igp
«Eccellenze dell'agroalimentare riconoscibili con questo marchio»
Valorizzazione dei prodotti veneti
rinnovata l’intesa “Land of Venice”
L’ACCORDO
È
stata rinnovata ieri,
con un evento a Palaz-
zo Grandi Stazioni a
Venezia, la collabora-
zione della Regione con
Aspiag Service, concessiona-
ria del marchio Despar, per
la valorizzazione dei prodot-
ROBERTO BOSCHETTO
PRESIDENTE
CONFARTIGIANATO VENETO
lo scontro politico
«La Lega gioca due parti in commedia»
VENEZIA
«Nelle stesse ore in cui Salvini
a Roma, ignorando la condi-
zione delle finanze pubbliche
e la drammatica crisi econo-
mica alle porte, brandisce la
flat tax come punto fonda-
mentale dell’accordo di Go-
verno, il presidente della Re-
gione Luca Zaia ipotizza l’ad-
dizionale Irpef progressiva in
Veneto». La afferma il capo-
gruppo del Pd in Consiglio re-
gionale Giacomo Possamai
che aggiunge: «Pensiamo
davvero che ci sia un limite a
tutto, anche al tentativo della
Lega di giocare due parti in
commedia. Come fanno a sta-
ti veneti con denominazioni
d'origine Dop e indicazione
geografica Igp sotto il mar-
chio “The Land of Venice”.
Presenti, oltre all’assesso-
re regionale Federico Caner,
Giovanni Taliana, direttore
Regionale Aspiag Service
per il Veneto, e i rappresen-
tanti dei principali Consorzi.
«Rinnoviamo oggi questa col-
PATRIZIO BERTIN
PRESIDENTE
CONFCOMMERCIO VENETO
re insieme l’addizionale Irpef
teorizzata dalla Giunta regio-
nale e la flat tax, che è la ban-
diera della Lega a trazione sal-
viniana?».
E se l’opposizione va all’at-
tacco, la maggioranza invita
alla calma. «Ancora non è sta-
ta presa alcuna decisione in
merito ma il tutto è in fase di
approfondimento» dice il con-
sigliere Marzio Favero dell’in-
tergruppo Lega– Liga Vene-
ta. «Credo che il tema debba
essere affrontato con serietà
e aderenza ai fatti e non con
slogan da campagna elettora-
le o frasi fatte come quando si
afferma: c’è la crisi quindi le
tasse non si devono alzare, an-
laborazione - ha detto Caner
- che rappresenta senza dub-
bio una modalità innovativa
per valorizzare un patrimo-
nio di qualità e di eccellenze
agroalimentari unico: da an-
ni la Regione Veneto sta por-
tando avanti iniziative e pro-
getti per promuovere i pro-
dotti del territorio e la colla-
borazione con Aspiag Servi-
Torna l’ipotesi di addizionale regionale Irpef
CRISTINA GIUSSANI
PRESIDENTE
CONFESERCENTI VENETO
Possamai e, a destra, Favero
zi si devono ridurre, perché ta-
le modo di affrontare il pro-
blema è semplicistico e non
tiene conto della complessità
che invece caratterizza l’atti-
vità amministrativa». «La Re-
gione del Veneto, per volontà
del nostro presidente Luca Za-
ce va esattamente in questa
direzione, guardando con-
temporaneamente ai produt-
tori e ai consumatori».
Avviata nel settembre
2020, l’iniziativa ha l’obietti-
vo di valorizzare le eccellen-
ze agroalimentari certificate
regionali, dando ai produtto-
ri maggiore visibilità e sup-
porto alla vendita attraverso
la rete distributiva di Aspiag
presente nelle sette province
del Veneto. Contrassegnate
dal marchio “The Land of Ve-
nice”, o posizionate nei punti
individuati con questo mar-
chio regionale, le eccellenze
del made in Veneto saranno
quindi riconoscibili e garanti-
ranno ai consumatori l’acqui-
sto di prodotti di qualità e dal
legame sicuro con il territo-
rio. —
MATTEO RIBON
SEGRETARIO
CNA DEL VENETO
ia, ha evitato, negli ultimi 12
anni, di reintrodurre l’aliquo-
ta regionale, nonostante le
stesse minoranze in Consi-
glio a più riprese, si fossero re-
se disponibili a sostenere una
simile ipotesi di lavoro, per
aumentare la capacità opera-
tiva del bilancio regionale».
Sul tema interviene anche
l’ex assessore Maurizio Conte
che, relativamente a un post
di Mssimo Bitonci («In reces-
sione, meglio tagliare le spe-
se o aumentare le tasse?»),
sottolinea: «Qualche leghista
ha preso la palla al balzo per
preparare la sua candidatura
a presidente alternativa a Za-
ia». —
Rinnovato l’accordo tra Aspiag Service e Regione Veneto
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
sto tutelare le fasce più deboli
ma non solo. Se non si pensa al
futuro, continueremo ad arre-
trare rispetto alle regioni più
competitive europee e italiane
come l’Emilia Romagna che in
questi anni, anche in funzione
delle maggiori entrate fiscali,
hanno investito».
Da nessuno arriva un no a
priori. «È un periodo difficile
per tutti, per le famiglie e per
le imprese, proprio per questo
ci rendiamo disponibili a un
confronto» riflette Cristina
Giussani (Confesercenti Vene-
to). «Non è il momento di fare
polemiche, ma si deve necessa-
riamente prevedere un mecca-
nismo di progressività e di tute-
la dei redditi più bassi in fase
di prelievo sia di famiglie che
di piccole-medie imprese, già
fortemente indebolite dal bien-
nio di pandemia e dai rincari
energetici. Di fronte a uno sce-
nario economico caratterizza-
to da forte incertezza e impre-
vedibilità come quello che stia-
mo vivendo, dobbiamo avere
la garanzia che le risorse recu-
perate dal gettito fiscale venga-
no distribuite a sostegno delle
fasce più deboli e già a ri-
schio».
Sullo sfondo anche la tempi-
stica della decisione. «In certe
situazioni bisogna essere reali-
sti ma anche tempisti, la situa-
zione attuale è estremamente
difficile per tutti» è la posizio-
ne di Patrizio Bertin, presiden-
te di Confcommercio Veneto.
«Le bollette arrivano a tutti, im-
prese comprese. Non si tratta
di dire no a prescindere, ma di
valutare l’eventuale destina-
zione delle risorse aggiuntive.
Introdurre una nuova tassa in
questo momento rappresente-
rebbe un ulteriore problema,
per le imprese e per i cittadini.
Riflettiamo bene e capiamo l’u-
tilità, poi la Regione decida».
Tempismo ma anche coeren-
za. «Fin qui si parlava di ridur-
re le tasse con la flat tax, ma
ora i Comuni chiedono mag-
giore gettito, la Regione lo stes-
so e magari a nuovo governo
insediato una richiesta simile
arriverà anche da Roma. Possi-
bile che non ci siano tagli da fa-
re?». Le imprese sono pronte
all’atto di responsabilità, con-
clude Bertin, «ma così devono
fare tutti. A giorni inizieremo a
vedere imprese che chiudono
e persone senza lavoro. I soldi
servono certo per l’emergen-
za, ma indurre un ulteriore ca-
lo dei consumi è arma a dop-
pio taglio». —
M.MAR.
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
Infanzia tradita
Un altro bimbo ricoverato per droga
Nuovo caso ad Annio (Vicenza): è finito in Rianimazione a due anni, denunciato il genitore
VICENZA
Un bambino di 2 anni man-
gia la droga dimenticata dal
padre e finisce in ospedale. Il
dramma è avvenuto nella val-
le dell’Agno, in provincia di
Vicenza, dove il piccolo
avrebbe ingerito dello stupe-
facente lasciato incautamen-
te incustodito dal genitore. Il
vicentino, di 51 anni, è stato
denunciato e dovrà risponde-
re di lesioni colpose.
È quanto accaduto nei gior-
ni scorsi, ma solo ieri ne è sta-
ta data notizia. Il bimbo, tra-
sportato in ospedale ad Arzi-
gnano con difficoltà respira-
torie, è stato poi trasferito al
San Bortolo di Vicenza dove
dapprima è stato ricoverato
in terapia intensiva e, una
volta fuori pericolo, in pedia-
tria. Trattandosi di un mino-
renne, i carabinieri della
compagnia di Valdagno, che
nel corso della nottata dello
scorso 30 settembre sono in-
la tragedia di codissago
Si aggrava la posizione del papà di Nicolò
Cure rallentate dalle menzogne ai medici
Il piccolo ha ingerito droga, i riscontri scientifici indicano hashish e, probabilmente, anche eroina e cocaina in precedenza
Gigi Sosso/LONGARONE
Le telecamere non li hanno
visti, dunque. E non ci sareb-
bero testimoni in grado di
dire che la mattina del 28 lu-
glio Diego Feltrin e il picco-
lo Nicolò siano stati al parco
Sydney di Codissago, come
era successo altre volte. Il
bambino di due anni non ha
raccolto nulla da terra, tan-
to meno si è messo in bocca
del terriccio. L’hashish che
il medico legale Antonello
Cirnelli ha trovato nel suo
stomaco, durante l’autop-
sia del 3 luglio, è stata in-
ghiottita per forza nell’abita-
zione di via 2 giugno, per
questo la posizione dell’uni-
co indagato per l’ipotesi di
reato di omicidio colposo di-
venta più grave. Avesse det-
to la verità ai medici del
Pronto soccorso dell’ospe-
dale Giovanni Paolo II di Pie-
ve di Cadore, le cure sarebe-
ro state più tempestive e
puntuali.
I sanitari hanno sommini-
strato al bimbo il Narcan,
un farmaco che si usa per
neutralizzare gli effetti de-
gli oppiacei, ma ormai era
troppo tardi. Nel Nucleo in-
vestigativo, c’è anche chi si
interroga sul perché l’uomo
non abbia chiamato subito
il 118 e fatto intervenire i sa-
nitari, quando si è accorto
che il figlio non stava bene
dopo il riposino pomeridia-
tervenuti al pronto soccorso
del Cazzavillan in quanto era
stata segnalata la presenza
di un piccolo con difficoltà sa-
nitarie con una situazione po-
co chiara, sulla vicenda man-
tengono uno stretto riserbo.
Da quanto si è potuto ap-
prendere, intorno alle 23 di
venerdì scorso il bambino è
stato accompagnato dai geni-
tori al pronto soccorso del no-
socomio di Arzignano, preoc-
cupati ed allarmati per le con-
dizioni del figlioletto che fati-
cava a respirare. Una situa-
zione clinica che nell’imme-
diato non è migliorata tanto
che i medici nel corso della
nottata hanno ritenuto op-
portuno un suo trasferimen-
to all’ospedale di Vicenza per
le cure necessarie.
Data la particolarità dei sin-
tomi accusati dal bambino,
probabilmente sulla scorta
anche di qualche ammissio-
ne da parte del padre, i sanita-
ri hanno avvertito i carabinie-
no, preferendo caricarlo in
macchina e portarlo a tutta
velocità in Cadore. Nell’im-
mediatezza della tragedia,
Feltrin ha sottolineato il fat-
to che chi abita a Codissago
preferisce rivolgersi al noso-
comio cadorino, piuttosto
che al San Martino di Bellu-
no e una conferma è arriva-
ta dai vicini di casa.
Non è un’ammissione di
colpevolezza, ma non depo-
ne a suo favore il fatto di
non volersi sottoporre all’e-
same tossicologico e la stes-
sa scelta è stata fatta dalla
compagna e madre del bam-
La perizia definitiva
sulla autopsia
sarà consegnata
solo a dicembre
bino Serena Doff. Il test anti-
droga è su base volontaria e
ci si può anche rifiutare di
farlo: i due non si sono pre-
sentati, quando il laborato-
rio di Padova li ha convoca-
ti, su impulso della Procura
di Belluno. L’avvocato difen-
sore di fiducia Massimilia-
no Xaiz questo l’ha più volte
ribadito.
Nella casa dei Feltrin, i ca-
rabinieri di Longarone han-
no effettivamente seque-
strato della sostanza stupe-
facente, che uno o entrambi
ri. Una volta in ospedale i mi-
litari dell’Arma, in base a
quanto acquisito da parte del
personale medico del pronto
soccorso, hanno approfondi-
to la vicenda, ed hanno appu-
rato che il genitore del bimbo
aveva verosimilmente lascia-
to incustodito, o dimentica-
to, all’interno della camera
da letto dello stupefacente,
un pezzetto di hashish, che
sembra assumesse occasio-
nalmente. Quest’ultimo era
poi stato trovato e ingerito ac-
cidentalmente dal figliolet-
to, che magari l’aveva scam-
biato per una caramella, nel
corso della serata. Poco dopo
il piccolo aveva iniziato a sen-
tirsi male, e la situazione con
il passare dei minuti era via
via sempre più peggiorata. Il
genitore, allarmato, aveva
quindi immediatamente de-
ciso di portare al pronto soc-
corso il figlioletto.
Fortunatamente le cure
praticate al piccolo hanno
Nicolò Feltrin, il bambino di due anni morto per aver ingoiato hashish
i genitori assumevano ed è
qui che Nicolò l’avrebbe in-
gerita. L’ipotesi prevalente
è che l’abbia trovata incusto-
dita e si sia comportato co-
me tutti i suoi coetanei, met-
tendosela in bocca e facen-
do così il gesto più naturale.
In quel momento, non c’e-
ra nessun altro in casa, per-
ché la mamma Serena era al
lavoro e non esiste una baby
Un intervento dei carabinieri nel Vicentino
sitter. Tutte le altre ipotesi
investigative sono difficili
da dimostrare, a meno che
non sia stata trovata dell’ha-
shish anche in un piatto con
la pappa e questo, almeno
per il momento, non risulta.
Dopo di che: era soltanto il
papà Diego a nutrire il figlio
o ci pensava anche la ma-
dre, che fin dal primo mo-
mento non è stata sottopo-
sta a indagini? E’ verosimile
che ci abbia pensato pure
lei, dopo averlo svezzato co-
me tutte le mamme, eppure
non è iscritta nel registro de-
gli indagati.
I campioni della sostanza
sotto sequestro sono stati in-
viati al laboratorio padova-
no, per essere analizzati dal-
la dottoressa Donata Favret-
to e confrontati con quelli
REGIONE 11
funzionato ed ora è stato di-
chiarato fuori pericolo, an-
che se i medici per precauzio-
ne e per effettuare ulteriori
accertamenti hanno preferi-
to ricoverarlo nel reparto di
pediatria del San Bortolo di
Vicenza. Se il ruolo della ma-
dre deve ancora essere appro-
fondito, il padre dovrà ri-
spondere di lesioni colpose.
La procura ha avviato un’in-
chiesta a suo carico.
Una vicenda che ricorda
quella ben più tragica di Nico-
lò Feltrin, il bambino di 2 an-
ni morto a Longarone.
E sui due episodi così
drammaticamente simili ie-
ri è intervenuta l’avvocato
Elisabetta Aldrovandi, presi-
dente dell’Osservatorio Na-
zionale Sostegno Vittime.
«L’assunzione di droga, di
qualsiasi droga, è assoluta-
mente pericolosa non solo»,
ha sottolineato Aldrovandi,
«per se stessi ma anche e so-
prattutto per bambini co-
stretti a vivere in contesti in
cui si consuma sostanza stu-
pefacente, poiché devono in-
terfacciarsi con adulti altera-
ti e con lucidità offuscata, e
perché non sono in grado di
rendersi conto di cosa si trat-
ta e delle conseguenze cui
vanno incontro ingerendo-
la». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
trovati nel corpo del bambi-
no da Cirnelli e le analisi po-
trebbero già essere disponi-
bili, anche se il consulente
nominato dalla famiglia, Mi-
chele Cottin non ha ancora
ricevuto atti ufficiali. Si è
parlato anche di tracce di
eroina e cocaina nei capelli,
un ipotesi che ancora Xaiz
smentisce.
Tornando ad Antonello
Cirnelli aveva chiesto tre
mesi di tempo, a partire dal
3 agosto, ma è dell’altro ieri
la richiesta della proroga di
un mese per la consulenza
autoptica e il via libera dato
dal sostituto procuratore ti-
tolare del fascicolo Simone
Marcon. La perizia sarà con-
segnata ai primi di dicem-
bre. L’anatomopatologo di
fiducia della Procura della
Repubblica è pieno di lavo-
ro, con tutti i casi che gli dan-
no da esaminare o anche lui
non ha ancora le idee suffi-
cientemente chiare per da-
re un quadro esaustivo al
magistrato? La vicenda è
molto delicata e il margine
di errore altrettanto eleva-
to.
La Procura oppone il se-
greto istruttorio a tutte que-
ste domande, con il procura-
tore capo Paolo Luca e invo-
ca la presunzione d’innocen-
za, che in ogni caso vale per
tutti gli indagati. Anche per
Diego Feltrin. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
12 SPECIALE CORRIERE DELLE ALPI

SPECIALE
Inquadra il QR code
ROMA - ARA PACIS con la telecamera
dello smartphone
20 - 21 - 22 OTTOBRE 2022 per accedere alla
sezione Salute

Il Festival di Salute
IL PROGRAMMA

La nuova era
delle diagnosi
e delle terapie
Il Nobel della Medicina a
Svante Pääbo è stato, per
molti, una sorpresa: lui è un
genetista, che ha inventato
una nuova disciplina, la paleo-
genomica, e con la sequenzia-
zione del Dna arcaico di una
specie umana estinta da 40
mila anni, i Neanderthal, sta
portando alla luce informazio-
ni preziose sul Genoma di noi
Sapiens, sulle nostre caratte-
ristiche e sulle nostre debo-
lezze. Anche sulle nostre ma-
lattie. E, infatti, una predispo-
sizione genetica a infettarci
con le forme più violente del
Covid-19 sembra legata a
un’eredità neanderthaliana:
una parte del Dna di questi
lontani “cugini” vive in noi.
Le ricerche di Pääbo sono
una meravigliosa dimostra-
zione di come la ricerca medi-
ca si stia velocemente am-
pliando e di come le nuove
GETTY IMAGES
frontiere scientifiche spalan-
chino scenari che erano fan-
tascienza. L’archeologia ge- L’INTERVISTA
netica del professore svede-

Dan Shechtman
se è solo una delle declinazio-
ni delle indagini nella doppia
elica, nostra e degli altri esseri
viventi. Un altro sentiero, quel-
lo della tecnologia Cri-

spr-Cas9, nata dalla scoperta
di come i batteri su difendono
dai virus, promette una meta-
morfosi globale delle terapie,
manipolando i genomi in mo-
do selettivo, tagliandoli e incol-
landoli secondo il volere dei me-
dici, diventati bioingegneri. Le
future terapie anti-Covid, e
contro la famiglia dei Coronavi-
rus, potranno riconoscere ed
eliminare le armi genetiche di
questo killer globale.
Le ibridazioni tra discipline e
le emozionanti possibilità
che si spalancano per diagno-
si e cure saranno al centro del-
la nuova edizione del Festival
di Salute. In programma il
20, 21 e 22 ottobre a Roma,
all’Ara Pacis, l’evento racco-
glierà oltre 120 ospiti: i più au-
torevoli scienziati italiani e
una lista-record di Nobel. Ol-
tre a Dan Shechtman, intervi-
stato in anteprima qui a fian-
co, Jim Allison, Michael
Houghton, Louis Ignarro,
Craig Mello, Giorgio Parisi. In
scena la medicina del XXI se-
colo e, accanto alle opportuni-
tà, i problemi ancora aperti:
per la nostra Sanità e per la sa-
lute mondiale. La pandemia
non è ancora finita: l’autunno
apre nuove sfide e il Festival è
in prima linea per raccontarle
e discuterle. G. BEC. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Rivoluzione ed evoluzione
le due strade per la medicina”
Ospite dell’evento il Nobel per la Chimica 2011: ecco la formula che ci porta nel futuro
GABRIELE BECCARIA
a scoperto qualco-
B sa che si supponeva
non potesse esiste-
re in natura, i cosid-
detti «quasi cristalli», e per
questo ha vinto nel 2011 il
Nobel della Chimica. E l’ap-
parentemente impossibile
«qualcosa» ha generato real-
tà inaspettate, compresi stru-
menti chirurgici iper-sofisti-
cati, alcuni oftalmici e altri
dentali.
Ecco perché Dan Shecht-
man, israeliano, 81 anni di
energia pura, professore all’I-
stituto Technion di Haifa, è
la persona giusta a cui strap-
pare risposte quasi impossibi-
li. Per esempio: come evolve-
rà la medicina nei prossimi
anni? Lui sarà uno degli ospi-
ti del Festival di Salute, in
un’intervista che scorrerà su-
gli schermi il prossimo 22 ot-
tobre. Registrata pochi gior-
ni fa, alla vigilia di un suo en-
nesimo viaggio, Shechtman
è un convinto assertore della
tecnologia come «amica»
dell’umanità: l’obiettivo - ri-
pete senza stancarsi - dev’es-
sere «il positivo impatto sulle
nostre vite» attraverso il con-
tinuo passaggio della ricerca
- a cominciare da quella, ap-
parentemente, più teorica -
alle applicazioni concrete e
al benessere globale.
Professore, lei enfatizza il
ruolo dell’hi-tech, dall’inge-
gneria genetica all’Intelli-
genza Artificiale: quale sarà
l’impatto sulla salute di cia-
scuno di noi?
«Il mondo della scienza e del-
la tecnologia si muove secon-
do due direzioni. Una strada
è quella della rivoluzione.
L’altra è quella dell’evoluzio-
ne. Le rivoluzioni sono rap-
presentate da scoperte spes-
so inattese, che si manifesta-
nodi colpo.Poi arriva l’evolu-
zione. Si comincia a sfruttare
l’insieme dei materiali o dei
farmaci basati proprio su
quelle straordinarie acquisi-
zioni. La prima strada non
può essere prevista, mentre
la seconda, in larga parte, sì.
La medicina, in particolare,
un caso esemplare».
Ci spieghi.
«Un esempio è la tecnologia
a Rna: utilizzata per i vaccini
DAN SHECHTMAN anti-Covid, è lastessa chevie-
PREMO NOBEL ne sfruttata contro i tumori.
PER LA CHIMICA NEL 2011
Promettegrandiavanzamen-
ti: così come si addestra il si-
Nella biomassa stema immunitario contro i
virus, allo stesso modo lo si
dei microrganismi può manipolare per combat-
che popolano il corpo tere le cellule tumorali. Nel
la chiave per battere prossimo futuro avremo cu-
re via via più efficaci. Un’al-
molte malattie tra realtà da cui mi aspetto
molto è legata alla scoperta
della cosiddetta biomassa: è
costituita dall’enorme quan-
tità di microrganismi che si
trovano nel nostro corpo e
che da tempo immemorabile
collaborano con noi. Scoprir-
nei meccanismi -è la mia pre-
visione - ci permetterà di
sconfiggere molte malattie».
Israele è un hub delle scien-
ze della vita e le start-up in
campo medico fanno scuo-
la: che cosa possiamo impa-
rare da questi successi?
«Ciò che si può imparare è
l’importanza di investire in
scienza e tecnologia. Il se-
greto è semplice: destinare
molti soldi, privati e pubbli-
ci, a sostenere le buone
idee e la loro trasformazio-
ne in impresa».
L’antiscienza resta forte: co-
me la si contrasta?
«Spiegando la scienza il più
presto possibile. Si può fare,
già ai bambini dell’asilo». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
REGIONE 13
CORRIERE DELLE ALPI

la ricerca della discordia d'Italia avrebbe potuto favori-

re la trasmissione non rilevata
della variante discordante».

«La variante favorita In sintesi: il largo uso fatto in

Veneto dei test rapidi, che
spesso producevano risultati
“falsi negativi”, avrebbe favo-

dai tamponi rapidi» rito il diffondersi della varian-

te del virus. Di conseguenza,
si spiegherebbe così l’inverno
nero del 2021, quando la no-

Lo studio di Crisanti stra fu tra le Regioni più colpi-

te dall’infuriare del contagio.
Nulla di nuovo sotto il sole,
per chi segue Crisanti. Certo è

pubblicato su Nature
A darne notizia è stata l’Università di Padova con una nota
Troppo elevato il numero dei “falsi negativi” fornito dai rapidi
Laura Berlinghieri / VENEZIA
Ci sono sicuramente i supple-
mentari da giocare – e c’è da
scommettere che saranno lun-
ghi. Ma la partita tra il presi-
dente veneto Luca Zaia e il pro-
fessore di Microbiologia An-
drea Crisanti sembra final-
mente essere arrivata al 90’.
Il titolo ufficiale è “Impact
of antigen test target failure
and testing strategies on the
transmission of Sars-Cov-2 va-
riants”. È lo studio, a lungo an-
nunciato e ora pubblicato sul-
la prestigiosa rivista Nature,
condotto da una squadra di ri-
cercatori dell’Università di Pa-
dova (tra cui 11 professori) e
dell’Imperial College di Lon-
dra, coordinata dal professor
ANDREA CRISANTI
PROFESSORE DI MICROBIOLOGIA
ALL’UNIVERSITÀ DI PADOVA
Crisanti.
Paragoni calcistici a parte,
la questione è tra le più delica-
te. Perché, fuor di retorica, ri-
guarda la gestione di quello
che è stato il più grande dram-
ma collettivo vissuto dal no-
stro Paese dal secondo dopo-
guerra: la pandemia da Covid.
Una gestione che ha debutta-
to con il “modello Vo’”, studia-
to da Crisanti al fianco di Zaia,
e che è proseguita in Veneto
con l’aperto scontro tra i due
uomini che all’inizio avevano
fatto fronte comune per cerca-
re di arginare il contagio: il pri-
mo, con gli strumenti della
scienza; il secondo, con i mez-
zi della politica.
Che non sempre coincido-
no, evidentemente, stando ai
L’esecuzione di un tampone
risultati esposti nello studio
pubblicati su Nature. Eccoli,
dunque. Crisanti presenta gli
esiti di uno studio di sorve-
glianza eseguito in Veneto,
che ha identificato una varian-
te del Covid capace di sfuggire
ai test rapidi. «Una variante ca-
ratterizzata da molteplici so-
stituzioni di amminoacidi di-
rompenti nell’antigene N» si
legge nello studio. E qui l’accu-
sa: «Poiché questa variante è
risultata circolante con mag-
giore frequenza in Veneto, do-
ve il 57% dei test condotti tra
settembre 2020 e maggio
2021 era antigenico, rispetto
al resto d'Italia, dove solo il
35% dei test condotti era anti-
genico, si è verificata successi-
vamente l'ipotesi che l'aumen-
tata frequenza dei test antige-
nici in Veneto rispetto al resto
che vedere i risultati nero su
bianco, pubblicati dalla più
prestigiosa rivista scientifica
al mondo, fa un altro effetto.
Lo studio è stato condotto tra
il 15 settembre e il 16 ottobre
2020 nei reparti di Emergen-
za e Malattie infettive dell’A-
zienda Ospedaliera di Pado-
va. Qui sono state testate –
con doppio tampone: antige-
nico della marca Abbott e mo-
lecolare – 1.441 persone posi-
tive al Covid, pari al 44% del
totale dei pazienti transitati
dai due reparti.
L’arrivo del nuovo studio su
Nature è stato annunciato con
una nota diffusa dall’Universi-
tà di Padova. Lo stesso ateneo
legato all’Azienda Ospedalie-
ra guidata da Giuseppe Dal
Ben che, all’indomani della no-
tizia della pubblicazione dello
studio, si era affrettato a met-
tere in fila una articolata serie
di puntualizzazioni, per mini-
mizzarne i contenuti. Intanto,
è arrivato l’ultimo atto della di-
sputa. Ultimo, in ordine di
tempo. Ma c’è da scommette-
re che le ulteriori puntate non
tarderanno ad arrivare. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

il simposio del mare a venezia della forza armata. Altra uni- il bollettino arpav
tà coinvolta è il cacciamine

Marina Militare schierata Numana.

in difesa di cavi e gasdotti
e a controllare i russi
VENEZIA
L’allarme arrivato dal Mar
Baltico con il sabotaggio del
Nord Stream è suonato an-
che nel Mediterraneo e la Ma-
rina Militare ha innalzato la
vigilanza sui gasdotti che arri-
vano in Italia e rafforzato il
monitoraggio della flotta rus-
sa che solca le acque del Mare
Nostrum.
Sorvegliati speciali non so-
lo le navi, ma anche i sommer-
gibili, che più facilmente sfug-
gono ai sistemi di rilevazione
dall’aria, dallo spazio e in ac-
qua. Proprio pensando a
quanto accaduto nei giorni
scorsi, ha spiegato infatti il
ministro della Difesa, Loren-
zo Guerini al Simposio inter-
nazionale delle Marine in cor-
so a Venezia, «assume rile-
vanza la dimensione under-
water per la presenza di infra-
strutture critiche civili quali i
corridoi per l’approvvigiona-
mento energetico e i cavi di
trasmissione dati, sempre
più vulnerabili e sempre più
meritevoli di attenzione».
Sono tre le condotte sotto-
marine che portano gas in Ita-
lia: due arrivano in Sicilia da
Algeria e Libia (rispettiva-
mente Transmed e Green
Stream) e una in Puglia, che
porta il gas dall’Azerbajan at-
traverso le coste albanesi
L’ammiraglio Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina
Militare e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ieri a Venezia
(Tap). Si tratta di infrastrut-
ture altamente sensibili per
la sicurezza nazionale, così
come lo sono i cavi per le tele-
comunicazioni: un eventua-
le sabotaggio avrebbe conse-
guenze gravi, come si è visto
col Nord Stream. Così come
anche i cavi per le telecomuni-
cazioni.
Un dispositivo messo in
campo della Marina ha sem-
pre vigilato su questi “tubi”.
Ora è stato ulteriormente raf-
forzato: navi, sommergibili,
sonar, robot, ma anche aerei
sorvegliano le aree sensibili.
Nelle acque di San Foca (Lec-
ce), ad esempio, dove arriva
il terminale del Tap, nei gior-
ni scorsi è stata avvistata la
nave appoggio Anteo, della
Marina Militare, in grado di
intervenire fino a 300 metri
di profondità e dotata di un
minisommergibile, campana
di salvataggio e veicoli roboti-
ci autonomi e filoguidati. A
bordo ci sono gli specialisti
del Comsubin, reparto d’elite
Il pericolo può arrivare dai
mezzi militari russi che han-
no significativamente au-
mentato la presenza nel Me-
diterraneo, come ha rilevato
il capo di Stato Maggiore del-
la Marina, ammiraglio Enri-
co Credendino: «È una diret-
ta conseguenza della guerra.
Noi stiamo pattugliando. Per
il nostro Paese ci siamo. In
questi giorni è in corso la “Ma-
re aperto”, la più grande eser-
citazione della Marina annua-
le, iniziata l’altro ieri e che du-
ra tutto il mese di ottobre.
Quindi tutta la flotta, aerei,
sommergibili, navi e i nostri
marines, sono in mare»
«Gli oceani e i mari sono il
futuro dell’umanità, vanno
gestiti in maniera sostenibile
e questo è uno dei temi princi-
pali di questo Simposio, oltre
che la sicurezza e tutti i temi
che riguardano la centralità
del mare per l’umanità» ha ag-
giunto l’ammiraglio Enrico
Credendino «Si parla di ener-
gy security, di dominio subac-
queo, è una nuova dimensio-
ne fisica. Oggi si parla di ma-
re, terra, cielo e spazio, ma
nessuno parla di quello che
avviene sotto la superficie.
C’è una grandissima corsa a
uno spazio, il 90% dei fondali
sono ancora inesplorati. Noi
dobbiamo cominciare a pen-
sare alla dimensione subac-
quea e in Italia stiamo attivan-
do il Polo nazionale della Su-
bacquea proprio per questo
scopo. Mettere insieme tutti
gli attori, le Università, il lus-
so, la Difesa, il Mise, tutti gli
attori per gestire il mare, trat-
tare il mare in maniera soste-
nibile, riconoscendo al mare
una centralità per il nostro
Paese». —
Nell’ultimo anno
è caduto un terzo
di pioggia in meno
VENEZIA
L’estate 2022 ha fatto regi-
strare in Veneto apporti di
pioggia che costituiscono
il minimo assoluto dal
1994-95. Il dato emerge
dall’ultimo bollettino sulla
risorsa idrica elaborato
dall’Agenzia regionale per
l’ambiente (Arpav).
Nel mese di settembre so-
no caduti mediamente in
Veneto 103 millimetri di
precipitazione, leggermen-
te sotto la media (-3%) del
periodo 1994-2021, che è
di 107 millimetri. Uno sco-
stamento minimo.
Prendendo però in consi-
derazione i dodici mesi
dell’anno idrologico, dal
primo ottobre 2021 al 30
settembre 2022, sono ca-
duti in regione in media
769 millimetri di piogge, il
minimo assoluto da 27 an-
ni. I quantitativi sono infe-
riori del 32% alla media
del periodo 1994-2021,
che è di 1.126 millimetri.
Gli apporti del periodo so-
no molto inferiori alla me-
dia (-32%) e sono stimabi-
li in circa 14. 159 milioni di
metri cubi di acqua.
A livello di bacino idro-
grafico, rispetto alla me-
dia 1994-2021 sono state
riscontrate ovunque condi-
zioni di deciso deficit plu-
viometrico, con scarti dal
–41% sul Livenza al –25%
sul Piave e sul Tagliamen-
to.
Al 30 settembre, le porta-
te dei maggiori fiumi vene-
ti sono simili a quelle di ini-
zio mese, e si mantengono
ancora nettamente inferio-
ri alle medie storiche su tut-
ti i principali corsi d’acqua.
Anche il livello del lago di
Garda, in contenuto calo
dall’inizio del mese, è deci-
samente inferiore al livello
medio mensile.
Per la falda, continua
una situazione di scarsità
nonostante le precipitazio-
ni della seconda metà di
agosto e di settembre ab-
biano contribuito ad inne-
scare o a rafforzare le dina-
miche di ricarica. Per buo-
na parte delle stazioni il va-
lore a fine mese è inferiore
a quello registrato a set-
tembre negli ultimi 20 an-
ni.
Di tempo atmosferico,
inteso come maltempo, ha
parlato ieri la Regione con
carabinieri, esercito e vigi-
li del fuoco. Nella sede di
Arabba l’assessore regiona-
le all’Ambiente e alla Prote-
zione civile Gianpaolo Bot-
tacin, con i tecnici Arpav,
ha illustrato gli investimen-
ti in materia di previsione
e prevenzione mirata in
particolare a limitare gli ef-
fetti disastrosi sul territo-
rio, grazie a previsioni ac-
curate e mirate. —
14 VENETO ECONOMIA
parla il presidente nazionale di Federlegno
«Il caro-energia sia priorità del governo»
Il trevigiano Feltrin: «Aziende del legno in difficoltà. Serve una soluzione europea e immediata per il prezzo del gas»
Elena Del Giudice
«In Europa ci sono aziende che
hanno riorganizzato la produ-
zione su due settimane al me-
se» e le altre due sono di stop. È
Paolo Fantoni, presidente di
Assopannelli, che nel corso
dell’assemblea annuale dell’as-
sociazione svoltasi a Brugne-
ra, ha messo in fila le difficoltà
delle aziende della filiera del
legno che hanno patito prima
per le difficoltà di reperimento
di materie prime, poi per la cor-
sa dei prezzi, per lo shortage di
componenti, per il conflitto in
Ucraina e oggi per il caro-ener-
gia. Con un andamento dei co-
sti «che se sarà confermato per
il 2023 per la mia azienda -
spiega un imprenditore - signi-
ficherebbero 70 milioni di eu-
ro in più». Insostenibili.
Il legno-mobile-arredamen-
to vale, a Nordest, che è l’area
leader per esportazioni con ol-
tre il 40% del valore naziona-
le, «13,4 miliardi di fatturato
nel ’21, con una quota signifi-
cativa di export in crescita sia
sul 2020 che il ’19 - ha ricorda-
to il presidente di Federlegno
arredo, il trevigiano Claudio
Feltrin -. E il primo semestre
2022 è andato più che bene».
Ma da qui guardando al fu-
NEC SPE NEC METU
w 9 OTTOBRE
2 4 o re s a n m artino
#
turo, lei che cosa vede?
«C’è una grande preoccupa-
zione. Il problema dell’ener-
gia si sta inasprendo, e ci affac-
ciamo all’inverno, con quel
che ciò significa sia per le im-
prese e le loro produzioni, ma
anche per le famiglie. E a livel-
lo europeo tarda a profilarsi
una soluzione».
Contraccolpi?
«Direi di sì, ci attendiamo
contraccolpi sulla filiera dal ca-
lo dei consumi, anche questo
«Gli imprenditori
affrontano questa fase
con coraggio, ma sono
messi a dura prova»
frutto del caro energia che sta
colpendo il potere d’acquisto
delle famiglie».
Rallentamento dei consu-
mi che già si percepisce? Pre-
visioni per il ’23?
«Segnali di frenata ci sono e
se confermati fanno prevede-
re un ’23 difficile. A meno che
non spunti una soluzione euro-
pea sul tema energia».
Richieste al governo?
«L’auspicio è che si possa ag-
gredire questo tema. Nell’atte-
UN
BEL
DI SAN MARTINO
ma n
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
sa si potrebbe iniziare scorpo-
rando il prezzo dell’energia, di- FILIERA LEGNO ARREDO 2021
versificando quella prodotta
con il gas da prodotta con le In Veneto
rinnovabili. I costi sono diver-
si, diverso dev’essere il prezzo
finale. Altra richiesta è un in- FATTURATO 7,3 miliardi
tervento sul cuneo fiscale, che euro
reiteriamo da tempo e che ri-
tengo sia davvero ora di affron-
tare. Mi rendo conto che è una EXPORT +15,8%
questione impegnativa, nell’at-
tesa credo però sarebbe possi- sul 2020
bile intervenire con la detassa-
zione del premio di risultato». +3,9%
La qual cosa innalzerebbe sul 2019
il reddito disponibile dei la-
voratori, e quindi delle fami-
glie.
«Esattamente, una misura IMPRESE 6.482
piuttosto semplice ed efficace
che non andrebbe nemmeno a
pesare sulle casse dell’erario e
sarebbe utile per tenere accesa ADDETTI 44.951
la “fiammella” dei consumi».
Tornando alla produzio-
ne, c’è un rischio stop?
«Fino ad ora le aziende han-
no gestito in maniera flessibile
gli impianti, limitando le fer-
mate che pure ci sono state e
sono un segnale della gravità
della situazione. Gli imprendi-
tori stanno affrontando con co-
raggio questo momento, ma
sono messi a dura prova».—
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: Elaborazione Centro Studi FederlegnoArredo su dati 2021
8A ED
CORSA A STAFFETTA
(24 X 1 ORA)
S DI N L
D E
8-9 OTTOBRE
2022
PARTENZA ORE 15
A
4 R D O
G OV DOMENICA
PARTENZA ORE 15.15
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
Il futuro delle reti intermodali a Nordest
Asse tra i big veneti
per la logistica regionale
Settore da 11,4 miliardi
Patto per lo sviluppo tra i vertici regionali e i maggiori player infrastrutturali
Interporto di Padova inaugura nuovo terminal: +50 mila semirimorchi all’anno
Riccardo Sandre / PADOVA
C’è un nuovo asse per lo svi-
luppo tra i big della logistica
veneta. Ieri mattina nel gior-
no dell’inaugurazione di
Green Logistic Expo, la fiera
della logistica sostenibile in
corso tra il 5 e il 7 ottobre in
Fiera a Padova, l’assessora ve-
neta ai Trasporti Elisa De Ber-
ti e tutti i big regionali delle in-
frastrutture: da Fulvio Lino
Di Blasio, presidente del Por-
to di Venezia, Enrico Marchi,
presidente del Gruppo Save,
Franco Pasqualetti, presiden-
te di Interporto Padova, Pri-
mo Vitaliano Bressanin, presi-
dente Interporto Rovigo, Cor-
rado Donà, amministratore
delegato di Portogruaro In-
terporto e Matteo Gasparato,
presidente di Consorzio ZAI
– Interporto Quadrante Euro-
pa hanno siglato un nuovo
patto regionale per lo svilup-
po della logistica. Un accordo
di sistema che mira a creare
nuove sinergie nel settore del
trasporto turistico, in quello
dei nuovi carburanti come pu-
re nella promozione integra-
ta dei servizi logistici in chia-
ve internazionale. Un altro
tassello verso la modernizza-
zione di un sistema, quello in-
frastrutturale del Veneto
che, con i suoi 10.300 Km di
strade, 1.850 Km di ferrovie e
135 Km dell’asta fluviale, mo-
vimenta nel complesso 71,4
milioni di tonnellate di mer-
ce e 20,3 milioni passeggeri
all’anno.
AL CENTRO DELLE RETI TEN-T
«Il Veneto è al centro di ben 3
corridoi europei ferroviari
TenT» spiega l’assessore re-
gionale ai Trasporti Elisa De
Donazzan: «Trasmetteremo i dati a Guardia di finanza, Inps e Inail»
l’accordo è stato firmato un anno fa da Regione, sindacati e categorie
I risultati del protocollo trasporti
sono 23 mila i contratti a rischio
IL PROTOCOLLO
P
recisamente 23.635
contratti – firmati
da aziende della lo-
gistica, ma che non
applicano i contratti della
logistica – finiti sotto la len-
te di ingrandimento di Ve-
neto Lavoro. Sono i primi ri-
Berti. «Un’opportunità di svi-
luppo che deve prevedere un
percorso di investimenti inte-
grato e il più possibile condi-
viso. Questo è il senso di un
patto di sistema che credo po-
trà garantire a tutti i fruitori,
sultati che scaturiscono
dall’accordo di programma
sulla logistica, firmato or-
mai un anno fa dalla Regio-
ne insieme a una serie di ca-
tegorie economiche. Prima
fotografia del settore, «con
l’obiettivo di tutelare i lavo-
ratori e le imprese serie di
un settore in continua cre-
scita» spiega l’assessora ve-
siano essi professionisti della
logistica o semplici cittadini,
infrastrutture più moderne,
più veloci e più sostenibili».
Un sistema che, secondo i da-
ti dell’Osservatorio Contract
Logistics “Gino Marchet” del
neta al lavoro Elena Donaz-
zan, presentando i dati: «So-
no la base di partenza per af-
frontare le situazioni che ri-
teniamo vadano verifica-
te».
Dalla fotografia prodotta
dai tecnici di Veneto Lavoro
in collaborazione con l’uni-
tà di crisi della Regione,
emerge che nel 2021 le im-
IL NUOVO TERMINAL
AUMENTERÀ LA CAPACITÀ DI
MOVIMENTAZIONE
Politecnico di Milano ha visto
negli ultimi 6 anni un trend
di crescita addirittura doppio
rispetto al resto del Paese.
UN SETTORE DA OLTRE 11 MILIARDI
«I dati ci dicono che le impre-
se della logistica del Nord-Est
valgono complessivamente
11,4 miliardi di euro nel
2021, pari a circa il 13% della
logistica italiana» spiega Da-
miano Frosi direttore dell’Os-
servatorio del Politecnico.
«Un settore cresciuto più del
mercato italiano nel suo com-
plesso con un Cagr (la cresci-
ta media annua) pari al
+5,1% contro il +2,6% del
resto del Paese». Si tratta di
un mondo, il cui contratto na-
zionale di lavoro, ha ricorda-
prese del settore della logi-
stica nella nostra regione
erano 4.470, con 102.570
contratti in essere. Nel cor-
so dello scorso anno le as-
sunzioni sono state 59.600.
In questi 100 mila (e più)
contratti, 68.732 sono di
aziende della logistica che
applicano i relativi contrat-
ti; 10.215 di “outlier struttu-
rali”, e infine ci sono i
23.635 di ditte della logisti-
ca, che tuttavia applicano
ulteriori tipologie di con-
tratto. Di questo sottogrup-
po, tre aziende su quattro
sono impiegate nel settore
di magazzinaggio e suppor-
to ai trasporti. Oltre a que-
sto, del totale delle assun-
zioni effettuate nel 2021, il
52% è stato interessato dal
contratto collettivo di lavo-
VENETO ECONOMIA
Enrico Marchi, presidente Save
L’assessore Elisa De Berti
Fulvio Di Blasio, Porto di Venezia
to il presidente di Assologisti-
ca Umberto Ruggerone, con-
ta un milione di lavoratori in
Italia (il secondo dopo quello
del commercio) ma che non
gode di attenzione commisu-
rata da parte delle istituzioni.
NUOVO TERMINAL DI INTERPORTO PADOVA
Protagonista della mattina
anche il nuovo terminal dedi-
cato ai semirimorchi di Inter-
porto Padova. Una struttura
la cui superficie complessiva
è di 35.000 mq in grado di au-
mentare la capacità di movi-
mentazione di Interporto di
50 mila unità all’anno. Un
progetto che non esclude la
sostenibilità se è vero che l’il-
luminazione conta su 38 pun-
ti luce a led, ma anche su di
un sistema di raccolta e tratta-
mento delle acque di prima
pioggia e di un bacino di lami-
nazione per la regolazione
dei volumi delle acque piova-
ne di scarico, per fronteggia-
re le possibili pre-cipitazioni
di fortissima intensità ora-
ELENA DONAZZAN
ASSESSORA REGIONALE
AL LAVORO E ALLA FORMAZIONE
Nel 2021 in Veneto
erano registrate
4.470 imprese
del comparto
con 102.570
contratti
15
mai sempre più frequenti.
GREEN LOGISTICS EXPO
Questi sono solo alcuni degli
stimoli nati durante la prima
giornata del Salone Interna-
zionale della Logistica Soste-
nibile organizzato da Sena.
Sono 170 gli espositori, tra i
maggiori player del settore,
come Interporto di Padova,
MSC, Fercam, Mercitalia,
G.T.S., che si sono prenotati
per partecipare ad un evento
fatto di incontri e convegni
sul futuro della logistica in
Italia e in Europa, attraverso
approfondimenti specifici
delle diverse anime che com-
pongono la filiera: Intermo-
dalità, Intralogistica, City Lo-
gistics ed E-commerce. E le in-
genti risorse del Pnrr non po-
tevano non essere al centro
del dibattito tra gli stakehol-
ders.
GIOVANNINI E L’EREDITÀ DEL PNRR
«Abbiamo attivato un com-
plesso di progetti strettamen-
te connessi tra loro che han-
no visto il coinvolgimento di
tutti gli stakeholder» ha detto
nel suo intervento introdutti-
vo il ministro delle Infrastrut-
ture e della mobilità sosteni-
bili Enrico Giovannini. «Un
programma ben avviato,
quello definito dall'Allegato
Infrastrutture mobilità e logi-
stica del Def, che vede una
spesa complessiva di 300
mld euro di cui 220 sono già
allocati. Spetta ora alla nuo-
va maggioranza il compito di
proseguire questo processo
di spesa e di riforma». Gli in-
vestimenti sulla rete ferrovia-
ria: A specificare ulteriormen-
te per lo meno una parte del
programma è stata la presi-
dente di Rfi Anna Masutti
che, forte di una dotazione di
circa 110 miliardi di euro rela-
tiva a quanto previsto dal pia-
no industriale del gruppo FS
entro il 2031, si prepara ad
un percorso di sviluppo
dell’infrastruttura in grado di
incrementare di molto anche
i volumi delle merci traspor-
tate su rotaia. «I dati indicano
come l’adeguamento agli
standard europei della diret-
trice adriatica» ha spiegato
Masutti «hanno fatto registra-
re un incremento di circa il
20% delle merci movimenta-
te su rotaia con tutti i vantag-
gi che questo comporta an-
che da un punto di vista di so-
stenibilità ed efficienza del si-
stema». —
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ro delle pulizie e il 73% ri-
guardava delle cooperati-
ve. Oltre a questo, la provin-
cia maggiormente rappre-
sentata è quella di Verona,
che raccoglie da sola il 41%
del totale dei contratti.
Questo, in definitiva, il
quadro tratteggiato dai tec-
nici di Veneto Lavoro, quin-
di fornito alla Regione e al-
le altre parti.
«Questa fotografia ci per-
metterà di sensibilizzare i
soggetti più a rischio e con-
dividere la guardia dati con
chi fa i controlli: Guardia di
finanza, Polizia stradale,
Inps, Inail. Il ruolo della Re-
gione è fare in modo che tut-
ta la zona grigia venga illu-
minata» conclude Donaz-
zan. —
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16 LETTERE E OPINIONI
LA CERIMONIA
il commiato
Il saluto di Tambre a don Ezio Del Favero
Nelle fotografie scattate da Tita Lorenza Fain, la festa organizzata domenica scorsa dai fedeli di Tambre per salutare il loro parroco
don Ezio Del Favero, che il vescovo ha destinato alla parrocchia di Auronzo
LE LETTERE
La polemica
La festa dei nonni?
Pensiamo ad aiutarli
Nel 2005 fu istituita la “Festa
nazionale dei nonni” indican-
do nel 2 ottobre di ogni anno il
giorno per “festeggiarli”. In
quel periodo di forti tensioni
politiche, sociali e sindacali, ri-
cordo, che anche la Cgil e lo
Spi “salutarono” ironicamen-
te quella legge per l’eccessiva
strumentalità nei confronti
delle persone anziane, che
all’epoca avevano, e anche og-
gi hanno, ben poco da festeg-
giare. La stragrande maggio-
ranza delle nonne e dei nonni,
sono pensionate e pensionati
con redditi, a dir poco, da fa-
me e con notevoli problemi
nelle cure sanitarie e negli aiu-
ti assistenziali. Se malati e/o
non autosufficienti, con la ne-
cessità dell’ospitalità in strut-
ture protette (case di riposo –
centri servizi), nei loro con-
fronti, chiamando in causa i fa-
miliari o se completamente in-
digenti l’amministrazione co-
munale, automaticamente
scatta la pesante comparteci-
pazione ai costi: dai 60 ai 90
euro giornalieri. Ribadite le in-
confutabili difficoltà che atta-
nagliano moltissimi anziani,
nella giornata del 2 ottobre le
istituzioni locali (Comuni, Pro-
vince e Regioni) e le scuole, po-
trebbero promuovere iniziati-
ve per valorizzare il ruolo dei
“nonni”, molti di loro impegna-
ti nel volontariato.
Sarebbe molto più opportuno
che queste istituzioni pubbli-
che (Parlamento e Governo in-
clusi) il 2 ottobre, per dare va-
lore alla festa, si impegnassero
ad affrontare, e risolvere, la pe-
sante situazione sociale ed eco-
nomica degli anziani e delle lo-
ro famiglie, evitando “pelose e
mortificanti sceneggiate” di
circostanza.
Il 2 ottobre venga utilizzato
per smascherare le tante incon-
cludenti e fumose promesse
governative nazionali e alcu-
ne regionali, che di fatto sono
state, e continuano ad essere,
dei veri e propri “raggiri politi-
ci” ai danni di: pensionati; an-
ziani; disoccupati; disabili;
non autosufficienti; poveri.
Chi governa la cosa pubblica,
accantoni le “parate festaiole”
e concretizzi risposte esigibili
alle seguenti priorità (anche)
per le nonne e per i nonni.
1) Ridurre i prezzi dei prodot-
ti di largo consumo e dell’ ener-
gia;
2) Abbassare tariffe e impo-
ste;
3) Creare occupazione;
4) Sostenere e valorizzare il
volontariato;
5) Aumentare il potere d’ac-
quisto delle pensioni e delle re-
tribuzioni;
6) Finanziare adeguatamente
il fondo sociosanitario;
7) Istituire il fondo nazionale
per la non autosufficienza e,
qui in Veneto, finanziare quel-
lo regionale;
8) Definire i livelli essenziali
sociali (LIVEAS) e aggiornare i
LEA sanitari;
9) Cancellare i tempi d’attesa
in sanità;
10) Ridurre al massimo la
compartecipazione ai costi so-
cio-assistenziali.
Dopo aver raggiunto questi,
ed altri, obiettivi sociali, allora
si potrà dare inizio alla festa
dei nonni.
Franco Piacentini
Feltre
Verso il 2026
Troppi silenzi sulle
opere paralimpiche
Leggo della decisione di re-
staurare il trampolino olimpi-
co di Cortina per le prossime
Olimpiadi 2026 in funzione di
area dedicata alle premiazioni
olimpiche: ciò sarà legato sola-
mente alla costruzione della
discussa pista da bob, di cui
già ci sono notevolissimi ritar-
di per varie motivazioni.
Ciò che fa specie, però, è che fi-
no ad ora non ci sia stata nessu-
na informazione in merito alle
opere da realizzare in previsio-
ne delle Paraolimpiadi, che si
svolgeranno poco dopo la ma-
nifestazione principale e di cui
Cortina è uno dei campi gara
più importanti, dato che ospi-
terà tutte le competizioni di sci
alpino, snowboard e curling.
Niente finora è trapelato nei
media locali, da parte degli en-
ti organizzatori e dalla vecchia
amministrazione comunale,
oltre a quella appena insidiata-
si, in merito ai progetti neces-
sari per abbattere le barriere e
facilitare l’accesso a persone
ed atleti disabili.
Purtroppo Cortina è all’“anno
zero” da questo punto di vista:
lo verifico io stesso, visto che la
mia attività è ubicata presso la
zona dei parcheggi auto della
Stazione dei bus da cui si acce-
de al centro urbano.
Speriamo che a breve, con l’au-
spicata nomina del nuovo am-
ministratore delegato della
Fondazione Milano Cortina
2026 (a più di tre anni dalla vit-
toria della candidatura…), si
venga a conoscenza di ciò che
sarà necessario realizzare per
la buona riuscita di questo
evento collaterale (ma non me-
no importante) a Cortina; le
opere realizzate rappresente-
rebbero un fondamentale la-
scito per la qualità della vita so-
ciale, il futuro turistico e la so-
stenibilità sull’impatto am-
bientale.
Alessandro Constantini
Il ruolo del capoluogo
Ponte più strategica
Belluno insignificante
“Unione Montana nella bufe-
ra”: cosi ha titolato nei giorni
scorsi il Corriere delle Alpi
Potrebbe essere allora il mo-
mento per ripensare la struttu-
ra istituzionale della nostra
provincia. Il mio è un invito
sommesso al sindaco di Bellu-
no.
I più giovani forse non ricorde-
ranno che prima del 1992 esi-
steva la Comunità montana
bellunese il cui ruolo si esten-
deva da Ponte nelle Alpi a Val-
dobbiadene.
È a quella comunità e al suo
presidente Gino Reolon che si
deve l’acquedotto e il gas che
hanno coperto l’intero territo-
rio provinciale.
Un sogno per chi ama questa
nostra terra nelle persone che
la abitano. Resterà un sogno!
La classe politica di allora ave-
va altri obiettivi e quel sogno
lo frantumò non cogliendo l’e-
videnza che da Ponte nelle Al-
pi al Feltrino non c’è soluzione
di continuità. Il problema che
assillava le persone più avve-
dute del comune di Belluno
era la constatazione che Bellu-
no nel tempo si sarebbe ridot-
to ad un piccola appendice di
Ponte nelle Alpi. La soluzione
poteva essere allora l’unione
dei due comuni. Un obiettivo
che si tentò di raggiungere
creando quella che diverrà l’U-
nione Montana Belluno Ponte
nelle Alpi. Un obiettivo che co-
glieva anche il desiderio di au-
mentare “le sedie” a disposizio-
ne dei partiti di centro sinistra.
Non andò così. Belluno abban-
donò il progetto di unione.
Non esercitò il ruolo di comu-
ne capoluogo. Non rivendicò il
ruolo che fu della provincia do-
po la cosi detta “legge Delrio”
che ne dettò la crisi. Rinunciò
al ruolo di “stazione appaltan-
te” delegandolo a Vicenza. Og-
gi rischia l’insignificanza.
Ponte nelle Alpi, invece, è di-
ventato sempre più strategico:
sarà lo snodo ferroviario della
provincia, ha l’autostrada, è il
centro di smistamento del tra-
sporto di energia elettrica, ha
creato una struttura commer-
ciale che sta diventando sem-
pre più importante (nel silen-
zio di Belluno).
Anche nel turismo le prospetti-
ve sembrano più favorevoli a
Ponte nelle Alpi. A Belluno re-
sterà il peso di strutture obsole-
te e inutilizzate.
Noè Zanette
Belluno
L’INTERVENTO
Idroelettrico: quelle risorse
sottratte alla Provincia
per coprire spese regionali
La centralina idroelettrica di Mas di Sedico
nnunciata come
A una rivoluzione,
sta per entrare in at-
tuazione (previo
passaggio in commissione)
la legge 27 del 2020 che stabi-
lisce una riserva di energia
per la Regione a carico dei
concessionari di acqua pub-
blica per grandi derivazioni
idroelettriche (oltre i 3000
chilowatt). Questa quantità
è stabilita in 220 chilowatto-
ra per ogni chilowatt di po-
tenza installata, ed è mone-
tizzabile, cioè la Regione
può chiederne l’equivalente
in euro. Cosa c’è di nuovo?
Quella legge regionale sta-
biliva semplicemente «pri-
me disposizioni», in attuazio-
ne di un decreto legge del go-
verno (n. 79 del 1999, gover-
no D’Alema e ministro Bersa-
ni, ma la sua genesi è del pre-
cedente governo Prodi), a
sua volta in attuazione della
Direttiva europea 96/92/Ce
sulla liberalizzazione del
mercato elettrico. Prevede-
va, quel decreto Bersani, di
trasferire senza compenso al-
le Regioni (e non più allo Sta-
to com’era prima) la proprie-
tà degli impianti idroelettrici
allo scadere delle concessio-
ni, che venivano comunque
prorogate di 30 anni. Stabili-
va poi per le Regioni la sca-
denza del 31 marzo 2020 per
disciplinare la materia, com-
prese le compensazioni, an-
che finanziarie, ai Comuni in-
teressati. Il decreto fissava in-
fine una fornitura di energia
gratuita (monetizzabile) in
220 kWh per ogni kW di con-
cessione, definito come «ca-
none aggiuntivo» rispetto al
canone demaniale, e non
può che coincidere con quelli
che finora sono chiamati “so-
vracanoni”.
Non ci dilunghiamo sulla
genesi di questi sovracanoni,
che alcuni ritengono una
“prestazione patrimoniale”,
e in quanto tale inalienabile.
Basterà dire che furono a suo
tempo stabiliti (a partire dai
decreti Bonomi del 1916,
passando per il Testo unico
del 1933 che è ancora il riferi-
mento principale, fino alla
legge per la montagna del
1953 che istituì i Bim) allo
scopo di risarcire i territori
vuoi per i danni provocati da-
gli impianti (dighe e bacini
artificiali) vuoi per la sottra-
zione di una risorsa alla qua-
le fin dalla fine dell’Ottocen-
to si erano opposti gli enti.
Ora, quanti soldi arrivano
alla provincia di Belluno?
Nel 2017 (dati Enel UB Hy-
dro Veneto) il canone dema-
niale assommava a 9,5 milio-
ni di euro, i sovracanoni Bim
a 9 milioni, ai comuni riviera-
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
TONI SIRENA
schi 2,5 per un totale di oltre
20 milioni all’anno. Oggi sa-
rebbero rispettivamente 8,1
(alla Provincia), 8,3 al Bim,
1,6 ai comuni rivieraschi.
Tra parentesi, il sovracanone
ai rivieraschi ha una storia di-
versa, ma sarebbe lungo rac-
contarla qui.
Secondo quanto ha riferi-
to la giunta regionale, verreb-
bero destinati alla Provincia
di Belluno circa 7 milioni di
euro. A Belluno andrebbe il
100 per cento dell’introito,
opzione prevista dalle prece-
denti leggi. Il riferimento, in
questo caso, va sia allo Statu-
to della Regione (2012) che
riconosce alla Provincia «for-
me particolari di autonomia
amministrativa, regolamen-
tare e finanziaria» su varie
materie, comprese le risorse
idriche ed energetiche (art.
15), sia alla legge regionale
25 del 2014 che ribadisce il
passaggio alla Provincia di
Belluno delle funzioni ammi-
nistrative nella stessa mate-
ria, insieme al trasferimento
del personale e delle risorse
finanziarie necessarie.
La Regione annuncia ora
che, pur rimanendo il gettito
del canone sui 10 milioni an-
nui, trasferirà alla Provincia
dai 6 ai 7 milioni. Si tenga
presente che il 90 per cento
delle grandi derivazioni
idroelettriche del Veneto si
trovano nel territorio della
provincia di Belluno.
Occorre aggiungere, a
completamento, che la citata
legge regionale del 2020, sta-
bilisce, nella sostanza, che sa-
rà la Regione a incassare il ca-
none e che passerà poi la som-
ma alla Provincia, ma solo do-
po aver stabilito essa stessa,
anno per anno, quale destina-
zione dovrà avere, specifican-
do che, tra le priorità indica-
te, c’è il socio-sanitario, setto-
re che è già oggi a carico della
Regione. Alla Provincia reste-
rebbe solo da indicare gli en-
ti beneficiari. Quel “dai sei ai
sette milioni” si configurereb-
be allora, di fatto, come risor-
se sottratte alla Provincia per
coprire spese già di pertinen-
za della Regione.
Altra questione riguarda
una seconda legge, attual-
mente in itinere (un proget-
to di legge della Giunta regio-
nale licenziato dalla Commis-
sione e in attesa di passare al
voto dell’aula del Consiglio),
che regolerà anche le modali-
tà delle concessioni che, co-
munque, per legge, devono
essere assegnate attraverso
gare ad evidenza pubblica
ma che ora la Regione inten-
derebbe gestire in proprio
con società ad hoc. —
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GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022 17
CORRIERE DELLE ALPI

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BELLUNO
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i conti del comune

Gamba rassicura
«Nessun aumento
delle imposte
Faremo risparmi»
L’assessore spiega come sta impostando il bilancio
«Controllo e contrazione delle spese e scala delle priorità»

Irene Aliprandi / BELLUNO una volta». «Da imprenditore sono abi-

Nel 2023 non ci saranno au-
menti nelle imposte comuna-
li. Ad assicurare l’impegno
dell’amministrazione in que-
sto senso è l’assessore al bi-
lancio, Paolo Gamba, che
spiega anche le ragioni della
scelta. In questi mesi di inizio
mandato, infatti, la giunta e
il sindaco Oscar De Pellegrin
hanno più volte sottolineato
le difficoltà delle casse di Pa-
lazzo Rosso dovute alla ca-
renza di risorse e all’aumen-
to dei costi, ventilando più
volte l’ipotesi di un aumento
di imposte e tariffe.
Qualcosa con l’arrivo della
nuova amministrazione co-
munale è già aumentato, co-
me le tariffe della casa di ripo-
so e delle mense scolastiche,
ma Gamba rassicura: «Nel bi-
lancio previsionale non ci sa-
ranno aumenti, ma risparmi.
Solo un pazzo potrebbe deci-
dere di pesare sui cittadini in
un momento come questo».
«In teoria sarebbe sempli-
cissimo migliorare la situa-
zione del bilancio», dice l’as-
sessore e vicesindaco, «au-
mentiamo le tasse e così au-
mentiamo anche i soldi a di-
sposizione. Ma non è la stra-
da che vogliamo seguire, per-
ché oggi la situazione econo-
mica di tutti noi cittadini di
Belluno non è più quella di
La via seguita da Gamba si
divide in due azioni: mettere
le uscite sotto la lente d’in-
grandimento per ridurle e fis-
sare le priorità.
«Da diverse settimane»,
prosegue Gamba, «il lavoro
sul bilancio si concentra sul-
le uscite, verificandole tutte
sulla base dei centri di costo,
con un metodo che in passa-
to non è stato seguito, e cer-
cando di contrarle il più possi-
bile. Non sarebbe giusto pen-
sare ad aumenti senza prima
«In un momento così
solo un pazzo
metterebbe le mani
in tasca alle famiglie»
fare questa operazione, biso-
gna dimostrare sensibilità
per la situazione delle fami-
glie. Il secondo lavoro che
dobbiamo fare è quello di ca-
pire quali sono le priorità,
perché è lì che vanno usati i
soldi. Io credo che, se la situa-
zione continuerà di questo
passo, le priorità saranno tut-
te nel sociale e il nostro com-
pito è quello di concentrarci
su questo aspetto».
L’assessore però conferma
che le difficoltà del bilancio
comunali sono importanti:
tuato a risolvere i problemi,
ma in questo contesto ciò che
accade non dipende da noi.
Non abbiamo un controllo su
quello che sta accadendo: le
bollette arrivano tutti i mesi
sempre più alte e vanno paga-
te. Ma servono soluzioni che
non incidano sulle tasche dei
cittadini. In questo momen-
to storico, secondo me, è im-
pensabile mettere mano alle
imposte comunali e temo
che, se lo facessimo, non
avremmo nemmeno il riscon-
tro atteso, perché la gente
non avrà i soldi per pagare.
La situazione è fuori control-
lo per tutti e non intendiamo
ritoccare l’addizionale Irpef
né l’Imu. Ma nemmeno il re-
sto. Ipotizziamo di aumenta-
re le tariffe degli impianti
sportivi: le conseguenze rica- Paolo Gamba con il sindaco Oscar De Pellegrin nel giorno della vittoria ale elezioni comunali
drebbero sulle famiglie, che
oltre ad arrabbiarsi molto e a no, ma confermo di non vo- centra sulla ricerca di un con- do di tagliare circa 400 mila
trovarsi in difficoltà, in tanti lerlo aumentare». trollo completo sulle uscite e euro, ma servirebbero più di
casi finirebbero per non po- Dunque: «Nel bilancio pre- sulla loro riduzione». due milioni».
ter pagare. Quindi non visionale 2023 non ci saran- Detto questo, un margine È la cifra prevista per le bol-
avremmo nessun beneficio no aumenti, ma risparmi. E di incertezza va lasciato: lette: «Il costo dell’energia ri-
reale». se dipendesse da me non fa- «Purtroppo il problema arri- mane il tema principale, con
Ma proprio sull’Imu si sta rei aumenti nemmeno nel va dall’esterno e domani mat- bollette che passeranno da
presentando un ulteriore pro- 2024, ma è troppo presto per tina potrei scoprire che sen- 800 mila euro a 2,3 milioni,
blema: «Con l’approvazione dirlo. Ovviamente non è sem- za aumenti non riesco a chiu- secondo le nostre simulazio-
del Pat, molti proprietari plice, servono tantissimi dati dere il bilancio, ma è quello ni in vista del prossimo anno.
stanno chiedendo di rinun- e alcuni non li abbiamo. Sto che vogliamo evitare. L’uni- Stiamo facendo una corsa
ciare all’edificabilità dei loro facendo fare un dossier su ca certezza che ho è che mi contro il tempo per trovare il
terreni, pare che siano quasi ogni fabbricato per conosce- servono in fretta soluzioni modo di abbassare queste
350 e questo significa che le re con precisione quanto ci per diminuire i costi. Al mo- spese». —
entrate da Imu diminuiran- costa, tutto il lavoro si con- mento abbiamo trovato il mo- © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ripreso un vecchio progetto sulla discarica di Cordele e a Marisiga
Verso l’accordo con una società
per fare due impianti fotovoltaici
IL PROGETTO
er l’assessore Paolo
anni fa, quand’era assessore
della giunta di Antonio Pra-
de. Si tratta di realizzare un
impianto fotovoltaico di
guadagni per un tot di tem-
po, fino a rientrare dei costi
sostenuti, ma i benefici per il
Comune potrebbero vedersi
fin da subito. Ovviamente l’o-
perazione dev’essere sosteni-
bile e stare in piedi nel breve
e nel lungo periodo. Ma in
questo momento», aggiunge
Gamba, «quello che mi inte-
ressa è fare in fretta ed evita-
re intralci».
cosa importante è non trova- Oltre agli impianti fotovol-
re ostacoli e che tutti siano di- taici, il vicesindaco sta pun-
sponibili a correre per realiz- tando anche sulla sostituzio-
zarlo il prima possibile». ne di tutte le luci con lampa-

P
Gamba, che tra le sue
molte deleghe ha an-
che l’energia, ridurre
le bollette è diventata un’os-
sessione e il primo progetto
che sta sviluppando è in real-
tà una vecchia idea che ave-
va già abbozzato più di dieci
grandi dimensioni. Anzi,
due.
«È un progetto che avevo
avviato nel 2010 ma che non
ha avuto seguito. Ora ci sto ri-
mettendo mano. Natural-
mente le tecnologie nel frat-
tempo sono cambiate, ma la
L’idea di Gamba è quella di
costruire due (per ora) im-
pianti fotovoltaici: uno so-
pra l’ex discarica di Cordele e
l’altro sul tetto dei magazzini
comunali di Marisiga.
A realizzare i lavori e dun-
que l’investimento, non sarà
L’ingresso dell’ex discarica di Cordele, ora in parte ecocentro
de a led. Anche in questo ca-
il Comune che non avrebbe grandi realtà. Bisogna verifi- so una delle strade percorribi-
le necessarie risorse, ma una care non solo chi lo farà, ma li è quella di fare un accordo
società con la quale stringere come, con quali tecnologie e con una ditta fornitrice, la
un accordo di lunga durata. con quali tempi, oltre ai vin- quale si sobbarcherebbe l’in-
«Ci sono 3-4 società che ci coli di durata dell’accordo. vestimento in cambio di un
stanno facendo dei preventi- Chi fa questi investimenti guadagno nel tempo. —
vi e si tratta in tutti i casi di trattiene per sé una parte dei © RIPRODUZIONE RISERVATA
18 BELLUNO
sanità
Covid, aumentano i ricoveri
L’Ulss attiva nuovi posti letto
Allarme dell’azienda sanitaria per l’incremento dei positivi al virus e dei casi gravi
La dg Carraro si appella ai cittadini: «Seguite le regole della prevenzione»
Paola Dall’Anese / BELLUNO
Cresce il numero dei ricovera-
ti per Covid in provincia. L’al-
larme arriva dall’Ulss 1 Dolo-
miti che registra ben sette ri-
coveri in due giorni e l’attiva-
zione di ulteriori posti di de-
genza per il Covid
Attualmente in provincia
ci sono 36 pazienti ricoverati
in area non critica, uno in Te-
rapia intensiva, sette in ospe-
dale di comunità. «Le aree de-
dicate ai pazienti Covid sono
state ampliate: oltre a Malat-
tie Infettive, i pazienti sono
stati distribuiti in aree omoge-
nee di degenza nei presidi di
Belluno e Feltre», precisa la
direttrice generale, Maria
Grazia Carraro.
Visti i numeri in forte cresci-
ta, sia in termini di incidenza
settimanale (oggi a 623 casi
ogni 100 mila abitanti rispet-
GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022
CORRIERE DELLE ALPI
scuola
preventivi: «Come osservato
negli scorsi due anni, nel no-
stro territorio la crescita dei
contagi parte prima che altro-
ve», commenta Carraro, «è
necessario che ognuno di noi
sia responsabile, per se stesso
e soprattutto per tutelare le Concorsi in ritardo:
persone fragili e gli anziani. I
comportamenti preventivi so-
no sempre quelli che abbia-
sono 64 gli supplenti
mo imparato a conoscere: uti-
lizzare la mascherina, arieg-
che rischiano il posto
giare i locali, lavarsi frequen-
temente le mani, isolarsi e fa-
re un tampone in caso di sin- BELLUNO ancora aperti sono quelli re-
tomatologia e la vaccinazio- lativi a scienze e tecnologie
ne. Ricordo che sono ora di- Concorsi in ritardo e 64 sup- chimiche, scienze e tecnolo-
sponibili i nuovi vaccini anti plenze a rischio interruzio- gie delle costruzioni, labora-
Covid bivalenti, raccomanda- ne a metà anno nelle scuole tori di scienze e tecnologie
ti per gli over 60, disponibili bellunesi di ogni ordine e agrarie, le cui prove si do-
per tutti gli over 12». grado. E questo a scapito de- vrebbero concludere entro
L’Ulss Dolomiti sta monito- gli alunni costretti a fare i la fine di ottobre. «Dobbia-
rando l’andamento dell’epi- conti con insegnanti che nel mo pensare, però, che servo-
demia per un eventuale raf- bel mezzo dell’anno scolasti- no dei tempi tecnici dal mo-
forzamento dei punti tampo-