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| EPHEMERIDES IURIS CANONICI 50 (2010) 16: 5-182 | | | Nota bibliografica a tema | Storia delle Fonti del Diritto Canonico: | [nsegnamento e Ricerca Nicolas Alvarez de las Asturias* Sommario - 1. Premesse: gli Studi delle Fonti Canoniche nello Studio del Diritto Cano- nico 2. Le grandi opere di consultazione 3. Progressi recenti nei diversi perio- di 4. Conclusioni 1. Premesse: gli studi delle fonti canoniche nello studio del Diritto Canonico 1. Eben noto che prima della codificazione del 1917, lo studio delle fonti del diritto canonico non poteva staccars! dello studio del diritto vigente. Questa situazione significava, da una parte, che tutti i cultori del diritto canonico conoscevano e utilizeavano le fonti; dall’altra che il loro uso aveva una chiara mentalita pratica e di solito carenti di sen- sibilita storica. Il carattere ‘vigente’ della storia poneva appunto una seria difficolta per arrivare a uno statuto veramente scientifico degli studi storici-canonici all’interno dello studio del diritto canonico. Non a caso, nel 1905 Ulrich Stutz chiedeva l’uso del metodo storico nello studio della storia del diritto canonico! Con la promulgazione del Codex luris Canonici piano-benedettino cambia la situazione: forse per la prima volta nella storia la conoscenza del diritto vigente non richiede in modo immediato la conoscenza della storia né il ricorso alle sue fonti. Per quanto riguarda l’insegnamento, la Costituzione Apostolica Deus scientiarum Dominus (24.V.1931) stabili- . ne di Diritto Canénico “San Démaso” (Madrid). TUTZ, Die hirchliche Rechisgeschichte, Stuttgart 1905 baer de las Asturias ——e Nice della storia e del diritto vigente, dividendo add. due materie diverse: la Historia Fontium ¢ Ia Historia Insticutionum. Questa impostazione degli studi storici nelle storia ea ito canonico & rimasta immutata fino ai nostri giomi, facolta di ° ae nell'ultimo Decreto della Congregazione per PEdu. come si pud ma del piano di studi di diritto canonico2, ; : for cazione Cattolica sulla rifo iano di s , Lodierno posto degli studi storici li configurano quindi come disci- pline ausiliari, per una miglior conoscenza dei fondamenti del diritto vigente, diritto che, se spiegato esegeticamente, ae segnalare gli antecedenti storici di ogni canone. La separazione fra fonti e istituzio- ni comporta anche concepire il carattere ausiliare della prima come mera disciplina informativa dei «luoghi» dove ricorrere nel caso di fare una ricerca pitt approfondita su qualsiasi argomento. Le fonti vengono quindi semplicemente elencate cronologicamente con appena qualche riferimento che vada aldila delle loro caratteristiche pid esterne. | “contenuti” di queste fonti verrebbero studiati nella storia delle istitu- rioni o forse nelle introduzioni ad ogni canone. Per venire incontro della necessita di insegnare questa materia cost impostata, si sono pubblicati alcuni manuali che continuano ad essere il punto di riferimento essenziale. Il primo e ancora principale ispira- tore degli altri & stato quello dello scomparso Cardinale Alphons M. Stickler, la cui terza edizione del 1950 & stata piti volte ristampata’. Come dicevo la sua struttura e selezione di contenuti é stata ripresa dalla pratica totalita dei manuali successivi che, alle volte, possono capirsi come traduzioni aggiornate dell’opera di Stickler. Al carattere originale, questo manuale offre anche il vantaggio di arrivare fino alla codificazione del 1917, mentre molti altri manuali si fermano nel De- creto di Graziano‘. Come caratteristiche da considerarsi oggi negative sce lo studio separato ce rittura gli studi storict 1n ee LEDUCAZIONE CATTOLICA, Decreto con cui viene rinnovato l'ordine degli stele a a oe 2.1X.2002 faccesso: 8.10.2009], htep://www.vatican.val conan eal onaerations/catheduc/documents/tc_con_ceatheduc_doc_ 20021114. decree ; e M. Sr Historia luris Canonici. 1. Historia Fontium, Roma 1951 ae a vel italian: BE FeRME, Introduzione alla storia del Diritto Canonico li Graziano, Roma 3. CHI Me Introducione allo studio delle fon dell Utrumngue lus Rema 2006 FOR Baca EES $$ Not hiblieratica oma oe . offte invece strumenti per mpio al carattere del primo lle prime loro tra- » Vedi le mie recensioni ai due primi volumi su lus Ecclesiae 14 (2002) 304-310 e al terzo su us Ecclesiae 21 (2009) 415-418. 7 ccess, * L. FowLer Nace: Clavis Canonum, Selected Canon Law Collections Before 1140, Ac with data processing, MGH Hilfsmitcel 21, Hannover 2005. Sul aoe es Canonum per la ricerca pit specialistica, vedi M. BRETT, «Margin apres ae in Action», in M. BRETT-K, G. CUSHING (eds), Readers, Tests a oa Neher 2000 Middle Ages. Studies in Medieval Canon Law in Honour of Linda Fowler- Mager 137.163 * [Accesso 19.10.2009], http://faculty.cua.edu/penning gronfbiobib. bem 171 Nicolds Aluarex de las Asturi Da ultimo mi sia permesso di parlare d’una oe ancora non finita. Mi riferisco al Diccionario General del as 0 “anni, che rm anni si sta preparando nella Facolt& di Diritto ‘anonico dell’'Univer. sita di Navarra (Spagna). In questo dizionario sono previste molte voc} per le collezioni canoniche e, a quanto ne so, sono redatre da veri esperti. Ci auguriamo che in un futuro non lontano la pubblicazione di questa opera di consultazione renda accessibili gli sviluppi nella ricer. ca storica anche a tutti i canonisti. 3. Progressi recenti nei diversi periodi 6. Le fonti del diritto canonico pitt antico, cio’ quello previo alla conversione dell’Impero romano, vengono di solito studiate sotto il nome di «Collezioni Pseudo-Apostoliche». Questa denominazione & stata invece messa in discussione dagli studiosi della Patrologia, ovvia- mente interessati a questi scritti. Le loro ricerche hanno permesso di Conoscere meglio sia la loro trasmissione quanto la loro portata e intenzionalita. Una traduzione chiara di queste ricerche & stato il cam- bio di denominazione. I patrologi non parlano pit di «Collezioni Pseudo-Apostoliche» ma di «Ordinamenti ecclesiastici» (Kirchenord- nungen)*, i Fra queste fonti, forse quella che & adesso soggetta a una revisione pitt profonda & la Traditio Hippolyti, la cui edizione critica si considera fatta su presupposti insostenibili. Non & pitt possibile quindi affermare che in questo documento troviamo lespressicne della vita della Chiesa di Roma nel secolo Te? cambiamenti operati nelle diverse tradu- Z10ni, Cosi e st come della portata dell'influsso di alcune collezioni sul altre *B. Stren, York 195m n Veex Talons, Die Gattung der altchristicken Kirchenordnumgen, Berlin-New PE Brabstiaw, The Search {or the Origins of Christan Worship, London 2002! 172 a Nota bibliografica a tema 7. Lepoca dell’Impero Romano-Cristiano &, come si sa, di grande importanza pet la storia delle fonti canoniche. Innanzitutto perché si consolidano come fonti quasi esclusive del diritto canonico (almeno occidentale) i canoni conciliari e le decretali pontificie. Una aggior- nata presentazione sull’origine della disciplina conciliare nella Chiesa, prima anche della conversione dell’Impero, si pud trovare nelle prime pagine della monografia di Hess sul Concilio di Sardica’’. Per tutto quanto riferito alle decretali, lo studio di Jasper summenzionato risulta indispensabile”. In secondo luogo, in questa epoca si da un notevole scambio fra il diritto romano e quello canonico. Mi sembra che nel contesto cultura~ le odierno, con il dibattito sull’identita cristiana della cultura occiden- tale, il discorso sulla cristianizzazione del diritto romano debba essere ripreso almeno in parte nelle lezioni di storia delle fonti. In questo senso, la classica sintesi — anche se troppo ottimistica — del Biondi, pud dare un’idea generale di questo processo®. Per conoscere i limiti e le esagerazioni di questo volume, si pud leggere, fra altri, Crifo”. In terzo luogo, la liberta della Chiesa ha come effetto la prolifera- zione di collezioni canoniche in tutte le parti dell’Impero. Fra di esse, vale la pena sottolineare per motivi diversi quelle africane e la Collectio. Dionysiana. Le collezioni africane servono per illustrare i modi di trasmissione del diritto canonico e le sue difficolt’. Infatti, sono collezioni che si possono spiegare attorno la controversia di Appiario, manifestando come la preoccupazione per l’autenticita dei testi era gid questione non indifferente in periodi cost remoti. Queste collesioni servono pure almeno per fare riferimento a come queste sono alle volte conosciute °*H. Hess, The Early Development of Canon Law and the Counc of Serica, Oxford 2002. Veli _ tmia recensione su Tus Ecclesiae6 (2004) 285-287. . , D. JAsrER, «The beginning of the Decretal Tradition», in D. Jasver-H. FUURMANS, Papal Lewers, cit, 3-133, 31 BOND! LDiritto romano, Bologna 1957, 53-76 4,0: Cr, «Romanizzauione e eristianizatione Aunt istitutioni», in C. BONAMENTE-A; NESTORI (cut) 'acerata 1988, 75-106. dubbi in tema dl rapporte t61 ct Pinperw nel IV scol 173 reciso lavoro di critica testuale, non conservang lOsj santo ire rower originale”. on / la Collectio Dionysiana € di grande importanza in se ste, rimflusso che avra posteriormente nel’a trasmissione dej tes sa per l'influss a anche come frutto di un periodo di crescita del dirit. dellantichit®, i wosiddetto «rinascimento gelasiano». Infatti, anche “ to canonico: a stata messa in discussione, a mio avviso Continua a eae a come strumento pedagogico per capire li sviluppi nel s an eae trasmissione dei testi”. la 8, I secoli VI-VIII sono caratterizzati dal ee insediamento delle popolazioni barbariche negli antichi territori del I'Impero Roma- no dOccidente e dalla conseguente progressiva separazione fra la disci- plina Orientale, ancora sotto il modello culturale dell ‘Impero, e quella Occidentale. E quindi un periodo in cui nella storia delle fonti si pus vedere la diversita di contenuto e composizione fra le collezioni del- VOriente (nomocanones) e dell’Occidente. Forse, nel caso delle occi- dentali, per la sua importanza posteriore, la Collezione Hispana merita un’attenzione particolare. La presentazione del periodo e della sua importanza per tutta la storia delle fonti non sarebbe completa senza un riferimento specifico alla letteratura penitenziale, originatasi in Irlanda e da li diffusa in tutta Europa. La ricerca su questo periodo negli ultimi anni ha offerto qualche progresso da conoscere. In primo luogo la continuazione del lavoro di edizione critica della Collectio Hispana, che & gid arrivato al sesto volu- me™. In quanto ancora in via di pubblicazione, bisogna continuare con Vedizione riportata nel Migne. Per i Penitenziali, lo studio ¢ la tipolo- % Sulla storia del canoni afficant, vedi i classici contributi di Cross e Munier: EL. Ci: sic and Fiction in the African Canons», Journal of Theological Studies n.s. 12 (1961) 2 aec. Ma, «La tradition littéraire des canons africaines (245-525)», Recherches augest- nes 10 (1975) 3-22. Sull’importanza della critica del testo per questa ricerca: P. LaNow! «ll wolo del Tre lla crtica del testo nel primo millennio di storia del dirtto canonico» iE DE UN, Alvaniz DE LAS ASTURIAS (cut) un dialogo ecumenico, Roma 2003, 23-43, |, La cultura giuridico-canonica occidentale. Premess¢ PT » Le annotati oni ' Uistampo cee cutie a questa categoria storiografica ormai recepita in tutta la mana Leen be trovare in H. MoRDeK, «ll dirito canonico fra tardo anticg «| a 4 i » Lacult a9. 16e “ La colecién cancmnic tra in Telia fra tardo antico e alto medioevo, Roma 1981, |4 a Hispana: ed. G. MARTINEZ Diez, 6 voll., Madrid 1966-2002. 174 Nova bibl a ia offerta del Vogel é il punto di partenza obbligato, ma lo studio di esta letteratura da altre prospettive ha offerto delle interpretazioni suggestive pet capire meglio la loro portata giuridica’. g. Il periodo che si pud chiamare della Chiesa Carolingia (sec. IX- XI) & dei pid ricchi nella storia delle fonti canoniche e, forse uno in cui la ricerca odierna sta facendo pit progressi. Seguendo la divisone classica, si pud dire che su questo periodo rientrano tre movimenti di riforma successivi: quello realizzato da Carlomagno e dal suo entourage, quello dei falsificatori e quello attorno agli imperatori ottoniani. Ognuna di queste riforme ha le proprie collezioni. ‘Lo studio complessivo del diritto canonico all’epoca di Carlomagno & obiettivo del progetto che da pochi anni conduce Abigail Firey all Universita di Kentucky (USA). Si tratta di un progetto in corso su un sito web continuamente aggiornato dove partecipano molti studio- si. Linsegnante di storia delle fonti pud trovare la molti indicazioni bibliografiche ed alcune delle edizioni delle principali collezioni usate o composte in quel momento. In concreto, si trovano le edizioni clas- siche delle collezioni Dionysio-Hadriana e Dacheriana. Del resto, la ilosofia» del progetto mi sembra molto adatta a cid che dovrebbe essere una vera conoscenza storica della creazione-evoluzione del dirit- to canonico, sempre di pit che la semplice presentazione (anche se ogni volta pid critica) delle singole collezioni™. E bene forse anche ricordare che alcune delle fonti ‘creative’ dell’epoca, cio® la legislazio- C. VoosL, Il peccatore e la penitenza nella Chiesa antica, Torino 1967; ID., Les “Libri paeniten- tiales”, Brepols 1978. Uno studio da altre prospettive, con bibliografia in metito, si pud vede~ te in: E, BRAMBILLA, La Giustizia intollerante. Inquisizione e tribunali confessionali in Europa (seco- li IV-XVIII), Roma 2006, 21-33. Va comunque ricordato che c’é una edistone a Stamp © principal Fenitensialis Die iische Kanonensammlung: ed. de H. WasseRscHLEBeN (Leip 1885? = Aalen 1966). % «The Carolingian Canon Law project is producing a searchable, electronic rendition of major works of Carolingian canon law, in a presentation that shows their relation to other works of canon law used by Carolingian jurists. This project maps the extent of varlacion © ® andar legal texts known to Carolingian jurists, and identifies particular points of varlacinn In at tion to clarifying the textual history of medieval canon law, the project will prov idle historical and bibliographec sanotation of several hundred canons used by jurists Detone, i an after the Carolingian period» [Accesso: 19.10.2009] hetp://cel. rch.uky.edu/ Vedi inoltre come ¢sempio dellinteresse di questo modo ci impostare Ia Hee ‘A Bikey, «Ghostly recensions in Barly Medieval Canon Law: the problem of the Collectio Dacheriana anal its shales», Tisch oor Rechtsgeschiedenis 68 (2000) 63-82. Nicolds Alvarez de las Asturias ingi ¢ quella dei capitolari, edite da te NPo p, : ei sono adesso anche disponi aroli Jei concili caro ; ne d Monumenta Germaniae Historica, i .dmgh.de). : S rete (vedi wwu.dmgi ua legato ai falsificatori pseudo-isidory Sul movimento di riforma legat Ps isidorianj, 7 4 Fuhrman’, continua ad essere il punto di partenza obbliga. Vopera d delle edizioni critiche, invece, il progresso & continuo: to. Nel campo ‘ tL 1 , @ sulla rete la trascrizione d, | da qualche anno, @ a disposizione s ell’ unico manoscritto completo della Collectio Hispane Callica-Augustodsensis, fatta da Annette Grabowsky’® e, Gerhard Scl mitz, anche lui da anni, lavora sull’edizione critica dei Capitularia Benedictus Levitae, publican’ do i suoi risultati sempre su internet®*. Ma forse il progetto piii promettente e quello condotto fondamen- talmente da Karl Georg Schon per offrire un’edizione veramente criti- ca delle Decretales Pseudo-Isidorianae. Le mancanze dell’edizione di Hinschius sono ben note e anche, dopo i lavori di Furhrmann e Williams®, le difficolta di migliorarla. A questo stadio della sua ricer- ca, si pud dire che l’impegno risulta veramente riuscito. Ledizione dei Capitula Angilramni @ gia stata pubblicata*!, mentre che quella delle Decretales continuamente aggiornata sul suo sito web. Sulla cosiddetta riforma imperiale, infine, non si pud non fare men- zione delle recenti ricerche condotte da Greta Austin sul Decretum Burchardi, ricerche che hanno offerto dei preziosi approfondimenti su questa opera e la sua importanza nella trasmissione di alcune fonti canoniche*’. Questa opera risulta complementare ai lavori ancora non superati di Hoffmann e Pokorny“. 31 EL FUHRMANN, Einflu und Verbreitung der pseudoisidorischen Failschungen, MGH Schriften peli Stuttgart 1972-1974 [vid anche la sua sintesi aguiornata in inglese in: ID., «The Psewlo-sdorian Forgeries», in JASPER-FUHRMANN, 135-195] 9 [Accesso 19-10.2009] www benedictus.mgh.de/quellen/chea [Accesso 19.10.2009) www. benedictus.mgh.de/editionjedition.htm 7 idoriani: a paleographico-historical study, MIC C-3, New York 1971 ozessrechtliche Failschung Pseudoisidors: ed, de KG. SCHON: , Hannover 2006. 2009] www.pseudoisidormeh.de °G. AusTIN, Shap Aldershot 2009, v piri rea Around the Year 1000: The Decretum of Burchard of Worms. (2008) ie Pee '@ mia recensione a questo volume, da apparire sul numero © # H. HOFFMANN-R. Pokorny, Das Dekret des Prithen Verebrei a ’s Bischofs Burchard von Worms: Texestufen ~ Fr ettung ~ Vorlagen, MGH Hilfsmittel 12) vii on a ‘ 176 Nova biblinurtion a san 10. Gli ultimi decenni sono stati riechi cosiddetta «Riforma gregoriana» in almeno fuogo, la discussione sulla portata reale pato studiosi di diversi ambiti culturali esta di ne piuttosto «ideologica» ha trovato pit’ o meno vetifica ' ile ce condotte sulle singole fontiy i cui studi critic sono naeee ee etch le grandi teorie precedenti. In tetzo luogo, si & visto con chiarezza che il discorso sulle fonti gregoriane non pud staccarsi del complesso mo mento culturale che & allorigine del metodo scolastice ¢ aun fell scienza teologica e canonistica medioevali. Un capitolo a parte meri- tano infine le collezioni attribuite a Ivo di Chartres. La discussione «ideologica» recente trova, in ambito italiano, il suo punto del partenza nell’articolo del 1965 di Ovidio Capitani in cui mette in discussione la nozione di «eta gregoriana». Negli ultimi qua- ranta anni queste idee sono state pit: o meno riprese, ma mai abban- donate*’. Nell'ambito anglosassone, il punto di partenza & costituito senza dubbio dall’opera di Harold Berman, che interpreta come una vera «tivoluzione» cid che nella storiografia ecclesiastica da sempre era stato chiamato «riforma»*. Per quanto riguarda le fonti, Pedizione delle collesioni romane sem- bra essersi rallentata negli ultimi decenni*’. Le opere piii polemiche (i Libelli di lite) possono invece trovarsi adesso su internet nel sito dei Monumenta (vid. sopra). Si possono comunque sottolineare i progressi nella conoscenza della tradizione manoscritta di alcune: in questo senso, vengono sottolineate le ricerche di Kathleen Cushing e Szaboles di studi sul Periodo della quattro campi. In prim di questo movimento ha vecn, . Logicamente, a precisare © O. Caprtan, «Esiste un'eta gregoriana? Considerasioni sulle tendenze di una storiogratia medievistica», Rivista di Storia e Leteratura Reigiosa 1 (1965) 454-481 [= Tradiione enter Iretaione:daeicheeclesiologiche del seco XI, Roma 1990]. Ved ance, G. FoRNAS RD) huovo su Gregorio VII? Riflesioni su un problema storiografico non esaurito», Stuli Medieval 3 (1983) 315-353 e ancora G. BETTINI, «Sinodalita ¢ Leone IX: bilancio storiogs stianesimo nella Stori 99-526. HL] Batwa Lowel Rewetton, The Fomacon oft Wesen Lee Tran Cans MA 1983. Vedi su questa scia, K, G. CUSHING, Papacy an Law in the Gregorian Revolutions TNS cononistc work of Anselm of Lucca, Oxford 1998. “Fra le grandi collezioni vedi soltanto: Collectio trim librorun, J. Morra.G. Picasso, MIC B 8, Vaticano 2005. Vedi anches ADAMSON-R. E: REYNOLDS, Toronto 2008. ratico, (pars priog, Liber [ec 1D ed Collectio Tolewna ed. D vi a Nicol Alwarex de las Asturias Szuromi sulla collezione di Anselmo di Lucca’ ¢, purtroppo Non fini. ;auromi sulla CO én Arrieta sul Polycarpus®. Inoltre, alcuni autor, te, quelle di José Ramon za delle piccole collezioni per la mess, si sono soffermati aul a eel ssa, " eae nel diritto canonico, prodotto neg|; eioaal del secolo XI, deve situarsi nel ae pitt ampio del rinnovamento culturale e scientifico dell’ aaa in ae campo, la tesi di Radding, che situava il rinnovamento cella teologia e del dirit- to canonico in rapporto causale con gli studi di giurisprudenca fatti a Pavia non sembra essere stata accolta®!. Pitt condivisa @ invece la tesi che afferma la dipendenza dei progressi con la nascita del metodo sco- lastico, situato per molti in rapporto con l’insegnamento di Lanfranco a Bec e la sua produzione teologica®. In ogni caso, @ chiaro che lo svi- luppo del diritto canonico in questo periodo non si pud capire soltan- to con gli sforzi disciplinari dei papi né per il loro lavoro di riscoperta di testi. Sulle opere attribuite a Ivo di Chartres, infine, @ in corso un pro- getto di edizione critica per ora disponibile soltanto su internet é por- tato avanti da Martin Brett ¢ Bruce Brasington®. Insieme a questo, ne- ee Papacy and Law; S. A. S2UROMI, Anselm of Lucca as a canonist, Frankfurt am Main © Disponibile su internet, dove si 1 [Accesso 19.10.2009] hey general.heml ® Vedi anche con la bibliog smission of Canon Law ak Twelfth Centuries, in B. Canom Law around 1100. "CM. RADDING, The 1988). Tuttavia, Conrese, «Alle (1993) 7-49, pud anche trovare un'edizione parzialemente critica del Liber Pifes-geocities.com/corpusiuriscanonicifarticulos/4polycarpusparte- erafia ivi citata: L. FOWLER-MAGERL, «The Collection and Tia- long the Northern Section of the Via Francigena in the Eleventh and C. BRASINGTON-K, G. CUSHING (ed.), Bishops, Texts and the Use of Essays in Honour of Martin Brett, Aldershot 2008, 129-139. cS ee Medieval Jurisprudence. Pavia and Bologna 850-1150, (Yale otigint delle cee SMmentita con fondamento da Ennio Cortese; vedi E "ini della scuola di Bologna», Rivista Intemazionale di Diritto Comune 4 See >in questo senso: A. PADOVANI, «Roberto di Torigni, Lanfranco, Imerio ¢ kh 18 (2007) TL-qiy meg manna nellet cli Vacation, Rivsta intemadionale di Dirto Com? in N, Alvarez peas Asnman® ce monopolio di Bec nel progresso delle seienze mi mest? en el siglo Xbs, in T. Duve (ah nor al origen de la renovacidn del Derecho Cansinice : VE (e a cans oe Buenos Aires eae et Magister. Misceldnea en honor al pbro. Nelson C Ccesso 19, vat 10.2009] http:/fwww, ‘weamuedu/~bbrasington/. 178 — _ Nota biblic |: ultimi anni si sono pubblicate edizioni, traduzioni suo famoso Prologo in inglese, francese e italiano’, appena pubblicata una monografia di Christof Rolker che Presenta uni iporesi motto ben fondata, che cambierebhe la visione tralsiensle nt report fra le diverse collezioni attribuite a Ivo 7 © commenti del Inoltre, & stata 11. Nello studio della storia delle fonti, il Decretum Gratiani ha avuto sempre un luogo privilegiato, come punto di arrivo di tutta la tradizione canonica precedente e quello di partenza per gli sviluppi della cosiddetta «eta classica». Anche per costituire la prima delle fonti a cui si rifaceva il codice piano-benedettino. Come spesso acca- de nella manualistica, le conoscenze sull’opera di Graziano vennero standardizzate offrendo una visione sia dell’autore che dell’opera estra- nea ai progressi della ricerca. E bene ricordare qui che il rinnovamento degli studi sulle fonti cano- niche operato da Kuttner e dai suoi allievi prese come punto centrale la ricostruzione di un’edizione veramente critica della Concordia grazia- nea. In questo cammino la ricerca é arrivata negli ultimi quindici anni a ipotesi sulla composizione del Decretum molto interessanti, e queste ipotesi sono uno dei campi di dibattito pit vivaci della disciplina. Per introdursi nella portata di queste scoperte il cammino pit sicu- ro @ andare ad alcune delle pubblicazioni dei protagonisti. Nel caso di Anders Winroth, che ha avuto il merito d’iniziare tutta la discussione grazie alla scoperta del valore reale di alcuni dei manoscritti pit: anti- chi del Decreto, presenta la sua ipotesi in una monografia pubblicata nel 2000%. La sua «tesi di una composizione in due recensioni diverse, con probabilmente due autori anche diversi e con un uso diverso del diritto romano rimane praticamente invariata nelle sue pubblicazioni J. WerckmeisTER, Ives de Chartes. Prologue, Paris 1997; B. C. BRASINGTON, Witys of meres the “Prologue” of Ivo of Chartres, Miinster 2005; 8. VILL, Il Prologo di lvo di Charts Pamuligni € Prospetive per la teologiae Vinterpretaxione del Dintto canonico, Lugano 2006 #,C: Rouxer, Canon Law and the Letters of Ivo of Chartres, Cambridge 2010, x “A. WINROTH, The making of Gratian's Decretum, Cambriclge 2000, Una visione eric’ 0 Alvarez DE LAS ASTURIAS, «Una hipdtesis sobre la redaccisn del Decretum Onatih Propésito de la monograffa cle Anders Winroth The making of Gracian’s Decretan (4QN°8 2000)», us Canamicum 42 (2002) 725-743 ss Alvarez de las Asturias | caso di Carlos Larrainzar, invece, Conoscere il sy ta pit: complesso, poiché le sue accurate ricerche do a precisare sempre di pitt [a Redaly Sui pre con l'idea comune di essere tion. , UN’unic, dell’unico autore, in connessione ‘unica Con i posteriori. Ne di vista divent manoscritti lo stanno portan sgeschichte del Decretum, sem| opera che evolve lungo la vita i 5 suo insegnamento*”. i i che serve come guid : ‘Ad ogni modo, una sintest h wuida per siege j Decreto tenendo conto di quasi tutti i progressi recenti si pua trovare ein cellgborazione di Peter Landau al terzo volume della His 9 Medieval Canon Law. Infine, bisogna mettere in risalto che tutti questi progressi hanno avuto come effetto non desiderato di mostrare la difficolta per artivare alla desiderata edizione critica della Concordia grazianea. Non accade lo stesso con le opere dei decretisti. Alcune di esse hanno avuto negli ultimi anni edizioni pit affidabili di quelle prece- denti. Fra di esse spiccano quella della Summa di Simone di Bisignano, disponibile su internet, il primo volume della Summa Decretorum di Uguccio e anche il primo volume della Summa Lipsiensis*. 12. Il periodo compreso fra il Decretum Gratiani e il Concilio di Tren- to é stato a ragione chiamato ‘eta classica’ del diritto canonico. Insieme alle opere dei decretisti, gia menzionate sopra in rapporto col Decreto, lelaborazione degli altri libri del Corpus Iuris Canonici e i commenti ad essi fatti dai decretalisti, originano tutto un ius novum che ha segnato, € su molti aspetti ancora segna, la vita della Chiesa. Ho gia menzionato sopra (vedi nota 25) il repertorio bibliografico di Penningon come lo 7 Frat a suo! numerosi articoli cito soltanto le sue sintesi pitt recenti: C. LakaIzats Lei anls 4p dl decreto di Graziano», Folia Canonica 9 (2006) 69-92; I0., «Métres Pi Saran formacin Hirai del Decretum Gratiani. “Exapas” y “Esquemas” de rete 2008, Ringe ieeedngs del Congress Internazionale tenuto Berg el bwta prima della arrainzar per la cortesia di avermi lasciato consultare a sip della sua publicasione. 2 Vad Seopa atin and the Deeretum Gratien, in HARTMANN - PENNINGTON CT summa_simonis. de cae di PN. AIMONE (Accesso: 19.10.2009] beep, Nl AG, Vaticano 2006. eee en decretomum, I: Distinetiones [-XX: ed. di O- Prenove ee imma ‘omnis qui iuste iudicat’ sive Lipsiensis, I: ed. di R. W IGA LaNbau, W. Koruna sant ar 74; al. 8, HAERING, K. MiETHANER-VeNT, M.DETZOLT, MIC. AT sel ragasto sel fo cont 4 180 —_——~_lwTdTos + Nota bibliog grafica a tema strumento piti aggiornato per conoscere |o stato de! periodo. Vorrei soltanto esplicitamente qui dell’Universita Cattolica di Los Angeles di render net l’Editio Romana dell’intero Corpus Turis Canonici. Linteresse di un facile accesso a questa edizione risulta evidente perché include la Glossa ordinaria ed anche le annotazioni dei correctores romani dell’epoca tri- dentina, permettendo una facile comparazione fra l’interpretazione degli stessi testi nel medioevo e agli inizi dell’eta moderna®, Anche se esula della stretta trattazione delle fonti canoniche, lo stu- dio delleta classica non dovrebbe farsi senza almeno un piccolo riferi- mento allo ius commune, per l'importanza della questione nella com- prensione delle radici della nostra cultura giuridica occidentale. A que- sto scopo mi sembra che la monografia di Manlio Bellomo serva benis- simo per impostare bene l’argomento‘!. lla ricerca su questo ticordare il Progetto re disponibile su inter- 13. Se uno degli scopi principali della storia delle fonti @ aiutare a capire l’odierno ordinamento canonico in continuita col suo passato tisulta chiaro che i secoli fra il Concilio di Trento e il Codice di 1917 non possono trattarsi come una semplice appendice dell’eta classica (del quale il primo millennio costituisce la sua preparazione). Anzi, risulta chiaro a chi si avvicinasse con serieta allo studio della storia, che questi secoli hanno influito in modo pit che notevole nel nostro diritto canonico. Limportanza di questi secoli non corrispondeva fino a poco tempo fa con Pinteresse degli storici. Appunto, si @ data una sproporzione evidente fra gli studi condotti sullo ius vetus elo ius novum rispetto allo ius novissimum. Conseguenza chiara & stata Passen- za di sintesi che mettessero in ordine i contributi di questo periodo e la loro importanza. : Questa situazione @ radicalmente cambiata con la publica : delPopera in due volumi di Carlo Fantappié sul diritto canonico fra i secolo XVI ¢ la codificazione piano-benedettina. Lanalisi della pore ta di questa monografia esula dallo scopo di questo contribute; basta dire che oggi come oggi & il miglior com| zione pendio per studiare il dirtto “Accesso: 19.10.2009] hueps//digidev-libr yaselaedule —— BaLLomo, L’Europa del Ditto Comune, Roma 1998 181 Nicola Absaves de His SPR eecer eee etch PUP (pid che le sue fonti, la scienza canonistica) in quest Secoli canonico ae che fondano la nostra odierna esperienza canonic 4. Conclusioni 14. Questo breve percorso per la bibliografia Tecente, penso che mostra fino a che punto la ricerca sulle fonti canoniche sia qualcosa di vivo. In questo senso, il docente di storia delle fonti canoniche deve essere consapevole che le informazioni offerte nei manuali sulle singo- le collezioni continuamente sottoposto alla critica degli esperti. Forse i casi pid evidenti si danno nelle ricerche sul Decretum Gratiani, ma anche a quanto pare, qualcosa di simile si potra dire subito su Ivo di Chartres. Progressi meno eclatanti si vedono nella pratica totalita delle fonti. Se in questo senso, la recente ricerca ostacola e rende pitt impegna- tivo il compito dell’insegnante della Historia Fontium, il crescente uso d'internet per le edizioni delle fonti, lo rende invece pit facile. Queste risorse, se usate con intelligenza, possono servire a far capire l’impor- tanza delle fonti e farle conoscere come qualcosa di pit che semplici nomi da memorizzare 15. Mi sembra comungue che fino a quando non si fara una tfles- sione pid profonda sul senso della storia delle fonti nell’insieme degli studi canonistici, i summenzionati progtessi, serviranno soltanto ad offrire una erudizione aggiornata e veritiera; verranno inclusi in una impestazione prevalentemente mnemonica della materia, come una He introduzione per ‘iniziat?’ al complesso mondo della storia, ma ee Serviranno a far capire sia il mistero della Chiesa ci i metodol

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