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GENITORIALIT

Controcanto: parole di padri in scena


Luigina Marone
Responsabile area prima infanzia, Comune di Treviglio (Bg)

Unesperienza di teatro e di narrazione.

Le serate a tema per i genitori a Treviglio sono oramai un appuntamento atteso dalla cittadinanza! LAmministrazione comunale di Treviglio investe nella formazione per i genitori dal 1998; lesperienza nata su richiesta diretta allAssessore da parte dei genitori frequentanti i nidi. Lidea di avviare un percorso formativo, a quei tempi, sembrava un po pretenzioso; poi la determinazione di alcuni genitori a raccogliere con un questionario la voce di tutti gli altri ha convinto politici e operatori a intraprendere questo viaggio insieme. Durante le prime serate di conversazione, condotte da un pedagogista dello Studio Dedalo di Milano, la sensazione era quella di dare spazio a mamme e pap e per questo di sentirsi un po invasi allinterno del nido: le storie emerse parlavano delle loro emozioni, dei dubbi, delle difficolt, dei pensieri, delle fughe e delle riflessioni. stata

una nuova esperienza che ha permesso a noi educatori di ascoltare i genitori, a volte per la prima volta! Nel tempo, a partire dalla richiesta dei genitori non frequentanti i nidi, lofferta di queste iniziative culturali stata spostata in spazi pubblici aperti a tutti i cittadini. Lutilizzo di un luogo neutro ha permesso di rivolgere questi incontri anche ai genitori dei nidi privati, nati nel frattempo sul territorio. Il coordinamento di queste iniziative, gestite dai nidi comunali, permette di costruire delle sinergie tra gli operatori, dando la possibilit alle famiglie di venire a conoscenza dellofferta e di sentirsi incentivate alla partecipazione. Lazione diretta di presentazione delliniziativa formativa da parte delle educatrici e la sua divulgazione sul sito e la stampa locale garantisce la partecipazione di un numero considerevole di genitori, che si aggira in media sulle 80/120 presenze.
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La parola al consulente Lintervista a Irene Auletta, consulente dello Studio Dedalo di Milano studio di prassi pedagogica, che in questi 13 anni ha coordinato e condotto la formazione per gli operatori dei nidi e il progetto Sostegno alla genitorialit nel Comune di Treviglio, ci permette di dare significato al percorso formativo. Perch secondo te importante oggi organizzare dei momenti di conversazione per i genitori sui temi delleducare? Quando abbiamo iniziato questo percorso abbiamo proprio voluto parlare di conversazioni con le famiglie, per dare lidea di uno spazio dove poter trattare e mettere a tema le loro richieste e i loro interrogativi offrendo un luogo, in assenza dei bambini, dove poter approfondire le questioni raccolte nello scambio quotidiano con le educatrici. La scelta fatta ci ha portato a organizzare momenti che prevedessero un dialogo tra il contributo teorico offerto dal relatore e le questioni portate dai genitori, a partire dalla loro peculiare esperienza. Fin dallinizio abbiamo trattato i temi che in modo ricorrente venivano proposti dagli stessi genitori, provando a offrire uno sguardo capace di riconoscere anche luoghi comuni, miti e stereotipi, per rilanciare nuove riflessioni intorno alla cultura della prima infanzia. Che percorso stato fatto in tutti questi anni a Treviglio e come hanno risposto i genitori allofferta?
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bilit degli stessi genitori a farsi tramite e portavoci dellesperienza attraversata durante gli incontri. Ne sono esempio quei genitori che, a distanza di anni, tornano di fronte a nuove iniziative oppure a proposte tematiche trattate con una chiave di lettura differente. Quale possibilit stata data anche agli operatori/educatori che vi hanno partecipano? Come accennavo prima, gli educatori e la coordinatrice dei servizi hanno svolto un ruolo fondamentale nel coinvolgimento dei genitori. Dico spesso che al relatore spetta certamente il compito di portare contenuti nuovi e interessanti, ma la presenza delle famiglie dipende dal lavoro che gli operatori hanno fatto prima della serata. In questi anni, inoltre, gli operatori sono stati sempre coinvolti anche nella scelta delle tematiche e dei bisogni rilevati nellincontro con i genitori e con i bambini. Sostengo da sempre limportanza della partecipazione delle educatrici a questi momenti formativi sia per lesempio che possono offrire alle famiglie, riconoscendo limportanza di quel confronto, sia per approfondire il loro stesso sapere cogliendo, in parallelo, grazie allincontro con i diversi relatori, possibili e differenti modelli di trattamento nel lavoro con le famiglie. Il progetto trevigliese cresciuto negli anni e ha reso possibile lofferta Sostegno alla genitorialit allinterno della quale troviamo un evento particolare come Controcanto. Due padri in scena a cui hanno aderito 180 persone tra operatori e genitori. Come nata questa nuova sperimentazione formativa per genitori? Lidea di questo incontro nata da un tuo invito a teatro! Tu hai invitato me e Igor Salomone allo spettacolo teatrale di Filippo Plancher e subito dopo que-

sto incontro abbiamo iniziato a fantasticare su come anche i genitori avrebbero potuto essere coinvolti. Quasi spontaneamente nata lidea di ripensare alle serate rivolte alle famiglie e a una nuova forma possibile per trattare i temi delleducazione. Sulla scelta dei protagonisti siamo andati sul sicuro, dato che li conoscevamo bene entrambi e lidea forte che volevamo realizzare era proprio quella di un controcanto fra due testi (teatrale e letterario) che avessero come oggetto il tema della genitorialit. Dopo lesperienza, limpegno non si concluso e si sta proseguendo nellidea di approfondire questa proposta culturale, immaginando un controcanto anche fra differenti protagonisti, ma sempre sui temi della genitorialit. Quale futuro per le serate a tema? Credo che lesperienza raccolta in tutti questi anni sia stata davvero preziosa e abbia permesso di arrivare ad oggi seguendo parecchie trasformazioni. Lincontro con le famiglie rimane un tema importante, centrale e credo che proprio le nuove proposte possano essere una buona occasione per creare nuovi luoghi di incontro, confronto e scambio. Immagino per il futuro un alternarsi di proposte che offra ai genitori la possibilit di attraversare luoghi differenti per incontrare i temi delleducazione. Credo sia importante offrire sia momenti pi intimi, dove poter trattare in prima persona alcuni aspetti sentiti molto vicini al proprio ruolo genitoriale e al proprio rapporto con il figlio, che occasioni come Controcanto dove leducazione, portata in scena, pu permettersi anche di ampliare lo sguardo, offrendo un ampio respiro culturale.

La presenza e la partecipazione dei genitori non scindibile, a mio parere, dal lavoro costante e attento che hanno sempre svolto le operatrici dei servizi per sensibilizzare i genitori e per rendere possibili gli incontri. La risposta stata sempre molto positiva e negli anni ha permesso levoluzione di alcune proposte anche a partire dalla disponi-

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E cos siamo arrivati il 19 novembre 2010 a proporre Controcanto. Parole di padri in scena, al teatro Filodrammatici di Treviglio, evento a sostegno della genitorialit organizzato dai nidi dinfanzia comunali. Un lavoro teatrale e un libro. Voci, corpi e parole in scena per dire la paternit al cospetto delle crisi. Due sguardi per un medesimo destino, anzi, opposto: di lontananza coatta dal figlio in un caso, di distanza impossibile dalla figlia, nellaltro Da parte a parte, di e con Filippo Plancher, stato messo in scena dopo la presentazione di alcuni brani di Igor Salomone tratti da Con occhi di padre, letti proprio dallautore. Le due opere di padri si sono intrecciate per la prima volta in un gioco di specchi tra esperienze simili ma diverse, lontane ma intime, controcanto, appunto, luna dellaltra.

La parola ai due protagonisti Igor Salomone e Filippo Plancher Filippo Plancher tra i fondatori del Teatro de Los Andes (Sucre, Bolivia) di Cesar Bri. Di ritorno in Italia, ha dedicato tempo e passione a ricerche teatrali tra cui la realizzazione di Da Parte a Parte (2009), che segna una seconda fase di un percorso di ricerca sul tema della paternit. Igor Salomone consulente pedagogico, titolare dello Studio Dedalo di Milano, docente universitario e autore di Con occhi di padre. Diario di un amore ai confini del possibile, Citt Aperta Edizioni, Troina (En), 2010. Che impressione vi ha fatto la richiesta di far incontrare le vostre esperienze professionali in questo evento? Igor Di sorpresa-attesa. Che sembra contraddittorio come sentimento, ma non lo . Con occhi di padre uscito in prima edizione nel 2006 e da allora mi capita di girare per lItalia parlandone e parlando con platee di padri, madri e operatori dellesperienza della paternit portata al limite di rottura dallincontro con la disabilit del figlio. In questi incontri racconto della mia, ovviamente, ma anche della paternit in quanto tale e del cosa mi pare si possa imparare dalle esperienze di limite. Cosa si possa imparare in particolare per un ruolo, quello paterno, in profonda crisi da decenni e oggi al centro dellattenzione di molti studi e molta letteratura. Nel corso di un lunghissimo ed entusiasmante tour attraverso le mille periferie di questo Paese, ho avuto modo di sperimentare molte forme di incontro: dalla conferenza standard alla serata molto intima e segnata da unintensa narrazione. In moltissimi casi le mie parole parlate sono state accompagnate da un reading, spesso scenicamente molto impegnativo, di alcune pagine del libro. In un caso, in

modo del tutto autonomo, un gruppo ha realizzato una vera e propria riduzione teatrale di Con occhi di padre, reperibile in rete. Tutto ci mi ha portato a pensare gi da tempo a un incontro tra questo libro e il teatro. Non nascondo che mi pare un buon destino per quelle pagine. Dunque ecco perch sorpresa-attesa. Sorpresa che mi venisse proposto da altri ci che stavo cercando di rendere possibile e soddisfazione improvvisa di unattesa. Insomma, ne sono stato immediatamente affascinato. In particolar modo per la formula che mi veniva proposta. Filippo Quando tu, coordinatrice dei nidi, mi hai contattato, dopo aver assistito alla replica del mio spettacolo Da parte a parte al Teatro Filodrammatici di Milano, invitandomi a conoscere Igor Salomone e il suo libro Con occhi di padre, avevi gi in mente lidea di unire in ununica serata i due sguardi di padri rivolti al loro rapporto con i figli piccoli. Sono tornato a Milano qualche tempo dopo e ho conosciuto Igor e il suo lavoro. Da subito c stata sintonia, e desiderio di affrontare questa sfida. Ma come? Perch, a differenza sua, io non potevo spezzare il mio lavoro, non potevo e non volevo presentarne dei brani da intervallare con i brani del libro letti da Igor. Eppure lo spettacolo dura poco meno di unora e farlo precedere dalla lettura di brani del libro di Igor, per quanto interessante potesse essere lo spettacolo, aveva il rischio di appesantire la serata cos che abbiamo cominciato a cercare insieme nuove soluzioni. La prima cosa che ci colpisce, ripensandoci insieme, che due esperienze cos diverse come le nostre sembrano essere due facce della stessa medaglia: il padre del libro non pu staccarsi da sua figlia, non pu vivere senza di lei, mentre il padre dello spettacolo non pu riunirsi con suo figlio, non pu vivere con lui. In altre parole, un padre deve stare accanto a sua figlia, mentre laltro padre deve stare lontano da suo figlio. Ci sembrata una ragione sufficiente, un nesso evidente, per presentarli assieme.

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Ma ancora dovevamo risolvere la questione tecnica della durata della serata. Intrecciare lo spettacolo con le letture non funzionava, perch lemozione che nasce dallascolto della lettura segue dei percorsi diversi da quella che scaturisce in uno spettacolo, e non detto che esse riescano a fondersi. Se per il libro cera limbarazzo della scelta su quali brani portare, peraltro senza intaccarne la forza dellunit, per lo spettacolo, viceversa, avrebbe significato tagliarlo, snaturandone lunit performativa. Alla fine, dopo diversi tentativi abbiamo capito che lunica soluzione, per dare un senso formale alle facce della stessa medaglia, fosse proprio quella della semplice successione di lettura e spettacolo. Abbiamo deciso tre luoghi sulla scena dove leggere i brani del libro, abbiamo provato delle micro-azioni, e trovato alcune musiche che accompagnassero Igor da una stazione allaltra. Mentre Igor procedeva nella lettura io mi preparavo dietro il fondale e la tensione che le sue parole scritte, e ora lette, facevano nascere, mi avvicinavano al mio momento. Le analogie in opposizione tra la sua storia e le mie (lo spettacolo la riscrittura di varie storie di padri che ho conosciuto nel processo di creazione) amplificavano dentro di me il senso delloperazione. Ma per il momento lo sapevamo solo noi! Com andato il vostro incontro e lesperienza fatta in scena? Igor Lincontro tra me e Filippo stato una vera sorpresa. Avevo visto il suo spettacolo qualche tempo prima e mi era piaciuto moltissimo. Lui ha accolto il mio lavoro con molta cura e attenzione. Abbiamo costruito tutto in poco tempo ma con una grande disponibilit reciproca a stare dentro lidea dellaltro. Non era una cosa facile quella che ci veniva chiesta: mettere insieme su uno stesso palcoscenico un monologo teatrale e un libro non una passeggiata.

Da subito abbiamo condiviso lidea che non potevamo limitarci a giustapporre sullo stesso spazio due cose diverse che si susseguivano solo in un ordine temporale. Dovevamo creare un unico evento a partire da due esperienze raccontate con due forme espressive totalmente eterogenee. Ci siamo riusciti, credo, cercando il nesso e proponendolo sin dal titolo: Controcanto il nome che ho proposto io per concretizzare lidea di Filippo di puntare sulla differenza di fondo della condizione di padre narrata nello spettacolo e nel libro: la lontananza coatta dal figlio a causa della separazione raccontata in Da parte a parte e la vicinanza, anchessa in qualche modo coatta, che la disabilit del figlio chiede a un genitore, raccontata in Con occhi di padre. Da qui a immaginare una prima parte di lettura lunga e intensa, scenicamente strutturata e integrata con lo spettacolo di Filippo che lavrebbe seguita, il passo stato breve. E questa si rivelata una scelta vincente. Poi c stata la messa a punto dei testi, e Filippo mi ha aiutato moltissimo, e la strutturazione registica vera e propria dellevento. Un passaggio nel quale devo dire mi sono sentito aiutato e accompagnato totalmente. Io faccio il consulente pedagogico, linsegnante universitario, lo scrittore, ma non certo lattore. Dunque per me calcare la scena non era affatto ovvio. Ma sono stato aiutato e lesperienza stata straordinaria. Almeno per me. Ma a giudicare dallemozione e dal silenzio attento che si sentiva salire da una sala letteralmente gremita, mi fa pensare che non sia stata solo una mia impressione Filippo solo al momento della rappresentazione che ci siamo convinti di aver trovato una forma significativa, che trasmettesse il significato di quellaccostamento di esperienze di padri diversi: il pubblico che ce lo ha comunicato, regalandoci quei commenti preziosi, sinceramente partecipati, che qui sono riportati solo in piccola parte.

Che restituzioni finali vi piacerebbe condividere con i lettori? Igor Non saprei, forse che ci sono modi molteplici per parlare di educazione? S, forse restituirei questo. Mi occupo di pedagogia da sempre e di scrittura pedagogica da altrettanto tempo. Mi sono spesso scontrato con modi di restituire le esperienze educative assolutamente privi di forza espressiva. Leducazione sconta da sempre un certo qual malessere per uno status scientifico praticamente inesistente e quando parla di s, forse per darsi un tono, finisce col trasformarsi in una serie di discorsi appesantiti e per nulla coinvolgenti. Da molto cerco forme espressive diverse per far parlar di s leducazione. Direi che Controcanto un bellesempio di ci. E che dunque, al di l dello specifico di cui racconta, va preso e accolto anche per questa sua originale forma espressiva. Filippo Pi che i commenti, vorrei condividere con i lettori gli sguardi che quella sera, in platea a luci accese, ci siamo scambiati; le strette di mano, silenziose, i gesti di approvazione impacciati, i sorrisi, un saluto, un abbraccio, il mio imbarazzo, di cui conservo lemozione. Quale futuro immaginate per Controcanto? Igor Un tour direi Almeno per quanto riguarda levento-spettacolo costruito con Filippo Plancher. Poi credo che la formula di Controcanto possa essere utilizzata per altri soggetti narrativi e ci studieremo sopra Filippo I due lavori sono nati e vivono per se stessi. Di fatto la pubblicazione del libro gi di qualche anno fa, e anche lo spettacolo gi stato rappresentato pi volte; ma spero che questesperienza di scambio e comunione non resti lunica.

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Sar bello riproporla l dove linteresse per il mestiere di genitori sentito e vissuto con attenzione. La serata stata un evento culturale denso di contenuti che hanno a che fare con la genitorialit. In scena cerano due padri, uno costretto alla separazione coatta dal figlio e laltro che non si pu separare dalla figlia disabile. Temi di grande attualit. Perch metterli in scena? Perch dargli voce? Filippo In realt le due domande convergono in una sola: perch portare in teatro un tema come questo? La domanda di per s molto generosa, laddove lascia un ampio spazio per la riflessione. Innanzitutto, mi viene da dire che il teatro un luogo speciale, dove portare le questioni urgenti che circolano e premono nella comunit. Per quanto riguarda il tema del mio spettacolo, la separazione dal figlio, ho voluto trattare il problema dal punto di vista emotivo-maschile. Mi spiego meglio. La separazione dal figlio viene spesso trattata in televisione, nei talk show da osservatori, giornalisti, psicologi, sociologi, giudici, politici, assistenti sociali ecc. ma sempre in modo analitico, con grande profusione di numeri, statistiche, proiezioni Tutto que-

sto importantissimo, per far conoscere i problemi concreti cui la separazione d origine, e per cercare di trovare dei modi per migliorare le nuove relazioni che nascono dalle crisi. Per trovare un equilibrio tra diritti e doveri dei genitori, tra loro e nei confronti dei figli. Sono partito anchio nel mio lavoro da interviste a padri separati, ad avvocati, assistenti sociali ecc. ma poi ho scritto il testo del monologo tenendo conto pi dellaspetto emotivo che quegli stessi numeri e titoli di cronaca nascondevano. Soprattutto, ho voluto dare voce al dolore dei padri in situazione di separazione dal nucleo familiare, un dolore che a fatica viene riconosciuto ed esplicitato dal resto della comunit. Il dolore anche quello delle madri, quello delle persone tutte di fronte alle crisi e alla divisione del figlio. Non mi interessa prendere partito, alimentare lo scontro sulle ragioni o i torti di una o dellaltra parte, di uno o dellaltro genitore, ho solo voluto dare voce e immagini alla parte meno razionale del problema. Dare voce al padre, a un padre trapassato da parte a parte, nelle sue contraddizioni, le sue crisi, le sue domande e vulnerabilit, ha significato per me mettere al centro della scena pubblica qualcosa che spesso si rimuove: un dolore che , insieme, una possibilit di cambiamento, per tutti.

La parola ai genitori Un pap ci ha dato la sua testimonianza di come grazie allevento ha avuto modo di riflettere sul ruolo del padre: Un padre che alla fine, non tutti magari, pu dare amore tanto quanto una madre; purtroppo in questa societ, vige ancora la figura genitoriale immacolata della madre che porta alla ghettizzazione della figura paterna. Certe volte siamo anche noi padri che demandiamo alle madri con la consueta scusa siamo uomini e certe cose le devono fare le donne, penso al semplice bimbo al quale, quando malato, diciamo: Vai dalla mamma, lei sa

cosa fare!. Con il senno di poi, capisco che un grande errore. Una mamma scrive: Una sera a teatro per un incontro sul tema della genitorialit: unidea nuova e interessante, che da un lato mi stupiva, dallaltro mi incuriosiva. Un argomento cos impegnativo, solitamente trattato da esperti in sede di conferenze e dibattiti, stasera portato invece sul palcoscenico. La curiosit, mista a una piccola dose di scetticismo a essere sincera, era forte. Come si sarebbe svolto il confronto tra i due protagonisti? La rappresentazione teatrale avrebbe compromesso limportanza della problematica proposta? Forse i presenti sarebbero stati solo spettatori a teatro un venerd sera, quasi in un momento di svago a fine settimana lavorativa. Non stato cos, almeno per me, il tema ancora una volta ha colpito il cuore e la mente con tutta la sua efficacia. I due protagonisti, entrambi con esperienze di paternit difficile alle spalle, hanno portato in scena le loro storie, suscitando emozioni e riflessioni importanti, scuotendo il mio pensiero e il mio animo forse in modo differente, perch diverse erano le problematiche, ma con la medesima intensit. Un messaggio non solo per uomini e padri, ma per tutti, in un caso catturati nellattenzione dalla drammaticit della storia, nellaltro dallefficacia dellarte teatrale. Stasera non abbiamo ascoltato teoremi e assunti di questo o quellaltro teorico, che puoi confutare o sostenere secondo il tuo pensiero; sono state storie vere, drammaticamente vere, che ci tocca accettare, senza possibilit di scelta. Spero che questa esperienza di Controcanto, nata e promossa dal Comune di Treviglio, possa proseguire il suo viaggio e attraversare altri servizi educativi dellItalia. Ogni luogo educativo pu farsi portavoce con queste iniziative delle realt familiari e dare un ampio respiro culturale a quello che a volte i genitori vivono in solitudine, in questa nostra societ.

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