Sei sulla pagina 1di 7

PRINCIPIO DELL'ARCO

L'arco e un elemento costruttivo configurato a profilo curvilineo in modo da creare un vano e al


tempo stesso sostenere i carichi sovrastanti determinando al suo interno sollecitazioni
essenzialmente di compressione; a differenza dell'architrave, trasmette un'azione di spinta ai
piedritti, a meno che tale azione non venga neutralizzata mediante una catena (A, a spinta
eliminata).
Nell'A. si distinguono le seguenti parti: l'intradosso e l'estradosso, rispettivamente superficie
inferiore e superiore dell'A. i quali possono risultare ad andamento parallelo e non; le superfici
frontali, dette anche archivolti, le due facce esterne (vista di prospetto dell'A ), la chiave, il punto
più alto della curva dell'intradosso (il giunto di chiave è la sezione in sommità); le imposte,
superfici di appoggio sui piedritti; la corda, distanza netta all'imposta tra piedritti (luce); la
freccia o monta, distanza tra punto chiave e la corda; le reni, porzioni dell'A. comprese tra le
imposte e un angolo di 30° (fino a tale valore i conci si sorreggono per semplice attrito) rispetto
al piano passante per il centro dell'arco.
L'A. può essere classificato geometricamente in base all'andamento dell'intradosso; p.es.: A. a
tutto sesto (semicerchio, centro di curvatura a livello delle imposte); A, a sesto ribassato
(porzione semicerchio, centro di curvatura a livello inferiore delle imposte); A. acuto (profilo
spezzato in chiave, due centri di curvatura oltre l'asse di simmetria): semiovale policentrico
(settori di cerchio raccordati, almeno tre centri di curvatura); A. ellittico, A. parabolico, che a
loro volta possono risultare a monta, a monta rialzata o depressa; A. a Ferro di cavallo (a sesto
eccedente, A. acuto cuspidato; A. a piattabanda, quando l'intradosso è pressoché orizzontale. In
rapporto all’andamento e alla posizione delle imposte l'A. Può risultare retto, obliquo, rampante,
zoppo. L’A. in pietra può essere classificato in base alla conformazione dei conci all'estradosso:
A. estradossato (conci: superiormente curvi), A. a conci pentagoni, A. a conci a martello. La
forma dell'A. scaturisce, oltre che da ragioni estetiche, anche da ragioni statico-costruttive: è
facilmente intuibile p es. che l'A. acuto determina un andamento più verticale della spinta, a tutto
beneficio della stabilità dei piedritti, rispetto a quello a tutto sesto e che questo a sua volta è più
vantaggioso rispetto all'A. ribassato.
La stabilità di un A., a parità di luce e di carico, cresce conl’aumento del rapporto tra freccia e
corda (di norma non si va al disotto di 1/8); col variare tale rapporto varia la direzione della
spinta e varia altresì l'entità della componente orizzontale che agisce sui piedritti. Al fine di avere
tutte le sezioni compresse, si tende a configurare la linea mediana dell'A secondo l'andamento
della funicolare dei carichi (curva o linea delle pressioni)- p. es per carico uniforme considerato
distribuito secondo la corda si adotta il profilo parabolico.
L’A. consente la realizzazione del vani di porte, di finestre e di portici; inoltre è stato impiegato
come elemento di scarico dell'architrave (tipico dell’epoca romana), come elemento di
controspinta (A. rampante del periodo gotico), come elemento di fondazione (nel sistema a pozzi
e barulle in primi decenni del sec. XX); ma l'aspetto più rilevante e che dalla sua traslazione o
rotazione si generano volte e cupole. Si ha così il “principio costruttivo dell'A.” che caratterizza
spazialmente tanti organismi architettonici di varie epoche. Occorre anche considerare che l'A.
ha costituito e costituisce elemento fondamentale per la costruzione di ponti e ha dato luogo agli
A. di trionfo (vedi oltre) e commemorativi.
Per una definizione del comportamento statico dell'A. occorre attendere, il sec XIX quando
dapprima E .H. F. Mery individuò (1828) un metodo per la costruzione grafica della curva (o
linea) delle pressioni (impiegabili per uno studio preliminare per A. di forte spessore e caricati
simmetricamente), e poi L.F. Menabrea e A. Castigliano considerarono l'A. un sistema elastico
iperstatico (teoremi di deformazione dei sistemi elastici).
Costruttivamente s hanno due tipi principali: l’A murario è l’A. elastico. L’A. murario è il
classico A. in conci, cioè un insieme costituito da elementi finiti che si comportano come tanti
cunei in equilibrio per muto contrasto. Ha origine dalla contrapposizione di due elementi lapidei
con interposizione in sommità di un terzo elemento cuneiforme (concio di chiave o serraglia)
come testimoniano costruzioni di civiltà primitive. L'A. in conci è stato impiegato in
Mesopotamia e in Persia; era conosciuto in Egitto, ma diviene elemento costruttivo comune
presso gli etruschi, ormai consapevoli che mediante una conformazione curvilinea si possono
coprire con la pietra (poco resistente ad azioni flessionali) luci maggiori rispetto all'architrave.
Nell'architettura romana l'A murario riveste un ruolo preminente: è a tutto sesto, di forte spessore
(con archivolti decorati), impostato generalmente su pilastri e inserito in un ordine architravato
con semicolonne addossate e più raramente direttamente su colonne. I romani impiegano l'A.
come elemento di «scarico» di architravi, nonché per fondazioni di ponti (A. rovescio); lo
realizzano in pietra, in laterizi e anche del tipo misto in laterizi e concrezione. Aspetto rilevante
dell'epoca romana è che per la prima volta il «principio dell'A.» caratterizza costantemente
l'intero impianto dell'organismo architettonico. Nel periodo paleo-cristiano con il declino
dell'impiego delle volte l'uso dell'A. è riservato all'apertura di vani nei setti murari, spesso è
impostato direttamente su colonne (navate delle chiese) e in genere non è «stilisticamente»
evidenziato L'A. e i sistemi a volta caratterizzano sistematicamente l'architettura religiosa
romanica prima, e quella gotica, poi. L'A. acuto, le volte a crociera rialzata e l'A. rampante sono
elementi costruttivi e stilistici emblematici dell'architettura dei secc. XIII e XIV e anche oltre, in
paesi come l'Inghilterra. Già la civiltà araba aveva usato l'A. come elemento formale
determinante e singolare (a ferro di cavallo, cuspidato, acuto, ecc.) e la cupola come copertura
ricorrente delle moschee. L'A. a tutto sesto torna in auge dal 1400 con l'avvento dell'umanesimo
e l'avvio del periodo rinascimentale: ispirandosi all'architettura romana ma individuando originali
canoni stilistici si danno all'A. rinnovate proporzioni e si imposta lo spazio architettonico sulla
centralità sottesa dalla copertura a cupola. Dall'A. quattrocentesco sottolineato da cornici di poco
aggetto e da una decorazione misurata secondo fasce continue si passa agli A. rinascimentali con
valore essenzialmente formale (al di fuori di qualsiasi riferimento puramente statico-costruttivo)
caratterizzati da una crescente plasticità per sfociare nel linguaggio del periodo barocco.
Nell'ambito dell'A. a conci si possono far rientrare i ponti in “conci alleggeriti” di ghisa, come
quelli di Coalbrookdale e di Sunderland realizzati alla fine del sec. XVIII, che preludono
all'introduzione di nuovi materiali per la costruzione di A. e volte.
L'A. elastico consiste in un elemento continuo capace di resistenza flessionale in grado di
consentire luci molto superiori rispetto all’A. murario: è il tipico A. in acciaio e in cemento
armato, nonché l'A. in legno. Gli schemi statici ricorrenti sono l'A. incastrato, l'A. a due o tre
cerniere (tipico degli A. in acciaio e in legno); l’A. solidale con i piedritti: cioè portale con
traverso curvilineo.
L'A, elastico trova origine in costruzioni lignee primitive (portali ad A. in fasci; di giunchi o in
fusti di palme), ma la sua diffusione avviene dal sec. XIX con la costruzione dei ponti in ferro e
con la realizzazione di grandi coperture a volta metalliche (p.es. sale di esposizione, gallerie di
stazioni ferroviarie) legata alla produzione industriale dei profilati in acciaio. L’A. elastico in
cemento armato diviene dagli inizi del sec. XX elemento caratterizzante dei ponti e di edifici
coperti da volte costituite da arconi principali. Si hanno così le volte cilindriche in soletta di
cemento armato nervata, le cupole a meridiani e paralleli. Per la realizzazione di capannoni
industriali vengono oggi prodotti industrialmente A. prefabbricati in cemento armato. L'A
elastico ligneo è attualmente impiegato per coperture di grandi luci ed e realizzato con la tecnica
del legno lamellare (diffusasi dagli anni '50) in genere secondo schema statico a tre cerniere.
principi complessi: l’arco

chiave

concio
reni

piedritto verifica
verifica di
di stabilità
stabilità
dell’arco
dell’arco (Mery)
(Mery)

trasformazione
trasformazione di di risultante delle pressioni
carichi
carichi verticali
verticali in
in all’interno del “terzo
spinte
spinte orizzontali
orizzontali medio” (nocciolo centrale
di inerzia) = sezione
interamente compressa

andamento
andamento della
della
linea
linea delle
delle
pressioni lungo
pressioni lungo
l’arco
l’arco

1
condizioni di stabilità dell’arco

•• linea
linea delle
delle pressioni
pressioni compresa
compresa nella
nella fascia
fascia
dei
dei noccioli
noccioli centrali
centrali d’inerzia
d’inerzia
•• inclinazioni
inclinazioni delle
delle risultanti
risultanti tra
tra ii conci
conci
comprese
comprese entro
entro l’angolo
l’angolo di
di attrito
attrito
•• massime
massime compressioni
compressioni contenute
contenute entro
entro ilil
carico
carico di
di sicurezza
sicurezza del
del materiale
materiale
arco
arco (o
(o volta)
volta) sottile:
sottile: presenza
presenza di
di flessione
flessione

relazione tra la forma dell’arco e


l’entità della spinta orizzontale

stabilizzazione
stabilizzazione
dei
dei piedritti
piedritti

contrafforti
contrafforti interni
interni
(Pantheon)
(Pantheon)
resistenze
resistenze
passive
passive ee
resistenze
resistenze
attive
attive

2
archi
archi rampanti:
rampanti:
spinte
spinte ee archi a spinta
controspinte
controspinte eliminata con
“catena”

Potrebbero piacerti anche