Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Primi
giorni
MITO-EPICA
3
Percorsi di
RIPASSO e RECUPERO
per chi incomincia la classe 2a
Poemi CLASSICI
MEDIOEVALI
L’ILIADE
A
ED PER SCOPRIRE L’ILIADE
SCH
IX
Il VI strato
è forse quello VI
della Ilio di Omero.
V
IV
III
II
Certamente il lungo assedio dei Greci e la feroce distruzione della città ebbero nei
tempi antichi ampia risonanza, così come le gesta dei famosi guerrieri, destinate a
essere trasfigurate e ingigantite nei racconti che gli aedi, per secoli, tramandarono
oralmente.
Tuttavia l’invenzione fantastica si è sovrapposta a un nucleo di episodi che ormai sono
storicamente accertati.
92
LA REALTÀ STORICA
Una guerra nata per motivi economici fu trasformata dai poeti in storia d’amore: cer-
chiamo dunque di risalire agli eventi che ispirarono la fantasia dei cantori.
Verso la fine del XIII secolo a.C., i re di molte città greche si allearono, unirono i loro
eserciti e le loro flotte per organizzare un’imponente spedizione contro la potente
città di Troia, situata sulle coste dell’Asia Minore.
Mar Egeo
La guerra mossa Verso
l’Attica Campo
dai Greci per ragioni dei Greci
economiche
Verso
L’impressionante mobilitazione Atene
Navi
di eserciti dalle città greche fu dei Greci
93
LA LEGGENDA
Tutto ha inizio durante un banchetto degli dèi: infatti la leggenda ci porta sulla vetta
dell’Olimpo, dove si celebravano le nozze tra il re Peleo e la divinità marina Teti. La
dea Discordia, adirata per non aver ricevuto alcun invito, scagliò tra i convitati una
mela d’oro con la scritta: «Alla più bella», provocando una furibonda lite tra le dee. La
mela era infatti contesa da Atena, Era e Afrodite. Per risolvere la controversia, Zeus
inviò le tre dee sul monte Ida affinché fossero giudicate da un pastore, di nome Pari-
de. Paride era in realtà un principe troiano, allontanato dal padre Priamo in seguito a
un oracolo, che lo aveva indicato come causa di una futura grave sciagura per la sua
patria. Prima che Paride esprimesse il suo giudizio, le tre dee si presentarono a lui di
nascosto, cercando di ottenere la sua preferenza con la promessa di doni straordinari:
Era gli promise la potenza, Atena l’invincibilità in guerra, Afrodite l’amore della donna
più bella del mondo. Paride scelse quest’ultima, suscitando l’odio delle altre due che,
da quel momento, diventarono irriducibili nemiche del popolo troiano.
Afrodite, dea dell’amore, indusse allora Elena, moglie del re acheo Menelao e don-
na dalla bellezza eccezionale, a innamorarsi di Paride, e aiutò quest’ultimo a rapirla.
Menelao, per vendetta, organizzò una spedizione contro la città di Troia. Il fratello
Agamennone prese il comando dell’impresa, a cui parteciparono i più importanti re e
principi greci. La guerra durò dieci anni e, nonostante il valore dei soldati greci, Troia
cadde solo grazie a uno stratagemma ideato dall’astuto Ulisse. I Greci finsero infatti
di ritirarsi e lasciarono sulla spiaggia un grande cavallo di legno che i Troiani, ingenua-
mente, introdussero nella città
ritenendolo un’offerta agli dèi.
Nel ventre del cavallo erano
invece nascosti alcuni soldati
greci che,
durante la notte,
aprirono le porte
della città
ai compagni
nel frattempo
sbarcati
dalle navi.
94
I PERSONAGGI
I personaggi che incontriamo nelle vicende dell’Iliade sono moltissimi: ti presentiamo
i principali.
I MORTALI
Greci
ACHILLE
Figlio del re Peleo e della divinità marina Teti. È il più forte guerriero tra
quanti combattono sotto le mura di Troia. La tradizione vuole che, appe-
na nato, sia stato immerso nelle acque di un fiume sacro, che hanno reso
invulnerabile il suo corpo a eccezione del tallone, rimasto asciutto perché
impugnato dalla madre. Destinato a una vita breve ma gloriosa, è guer-
riero invincibile e feroce, anche se in diverse occasioni rivela sentimenti
che lo nobilitano.
AGAMENNONE
Re di Argo e di Micene, è il capo dell’intera spedizione. Forte di tale au-
torità, si dimostra spesso superbo e prepotente.
MENELAO
Re di Sparta, è il fratello minore di Agamennone. Forte e coraggioso,
viene però umiliato dalla fuga della bellissima moglie Elena con il prin-
cipe troiano Paride. Nella lunga guerra sotto le mura di Troia, Menelao
combatte con audacia sconfiggendo molti nemici.
ULISSE (ODISSEO)
Re dell’isola di Itaca, oltre a essere un valoroso guerriero si distingue per
ingegno e astuzia insuperabili. Secondo la leggenda, è infatti l’ideatore
dell’inganno del cavallo, con il quale i Greci sconfissero i Troiani.
DIOMEDE
Figlio di Tideo, re dell’Etolia, è un uomo dall’audacia senza pari che non
esita a colpire lo stesso Ares, dio della guerra.
AIACE TELAMONIO
Principe di Salamina, è un condottiero irruente e possente, dotato di
impressionante forza fisica.
PATROCLO
Principe della Locride, è cresciuto insieme ad Achille, cui è legato da una
forte amicizia. Indossa le armi di Achille quando quest’ultimo, offeso da
Agamennone, si rifiuta di combattere. Sarà proprio la sua morte, avvenu-
ta per mano di Ettore, a scatenare la crudele vendetta di Achille.
95
I MORTALI
Troiani
PRIAMO
È il vecchio re di Troia, padre di numerosi figli. La sua sorte è tra le più
tristi, perché la città su cui regna è destinata a essere distrutta e quasi
tutti i suoi figli cadranno sotto le armi nemiche.
ECUBA
Moglie di Priamo, lo affianca nel governo della città e ne condivide il
tragico destino. È madre di numerosi figli, tra cui Ettore, Paride, Creusa
(moglie di Enea), Cassandra.
ETTORE
È la più nobile figura del poema. Uomo mite e generoso, sa essere in
battaglia un terribile guerriero. Non ama la guerra, non si aspetta da
essa ricchezza né fama. A spingerlo ogni giorno in prima fila sul campo
di battaglia, dove si rivela il più forte difensore della città assediata, è
la necessità di difendere la propria famiglia e la propria patria, anche a
costo della vita.
ANDROMACA
Moglie di Ettore, è un personaggio dolce e infelice che vive in apprensio-
ne per la sorte del marito e del piccolo figlio Astianatte.
CASSANDRA
Figlia di Priamo, è una sacerdotessa con il dono della profezia, ma è
anche colpita dalla maledizione di non essere mai creduta. Inutilmente,
infatti, predice ai suoi concittadini la sconfitta e la distruzione di Troia.
PARIDE
È uno dei tanti figli di Priamo. Avendo rapito Elena, è il principale respon-
sabile della guerra.
ELENA
Moglie di Menelao e perciò greca, vive però tra le mura di Troia dopo il
suo rapimento a opera di Paride. La sua eccezionale bellezza è la causa
del conflitto, ma in realtà tutti sono consapevoli che la guerra di Troia è
voluta dagli dèi e dal Fato, entità misteriosa che stabilisce il destino degli
uomini e degli stessi dèi.
ENEA
È figlio del mortale Anchise e della dea Afrodite, sempre pronta a soc-
correrlo nei momenti di difficoltà. Combatte con valore, ma nell’Iliade
ha un ruolo secondario, mentre è il protagonista dell’Eneide, il poema di
Virgilio.
96
GLI DÈI
Tutte le vicende dei personaggi e degli eroi dipendono dal volere degli dèi.
Nella cultura greca gli dèi erano ritenuti immortali e dotati di straordinari poteri.
Venivano però rappresentati come tutti gli uomini, cioè con le loro stesse pas-
sioni, qualità e vizi. Nel corso della guerra di Troia, gli dèi non esitano quindi a par-
tecipare in modo intenso agli eventi, favorendo gli eroi prediletti. Gli dèi vivono
sull’Olimpo, un monte che si trova in Grecia, sul confine della Tessaglia.
Al di sopra di tutti, uomini e dèi, vi è il FATO. È il Fato che orienta e decide le sorti degli
uomini e nessun dio, neppure Zeus, può cambiarlo.
97
LA TRAMA
L’Iliade è divisa in 24 libri e comprende più di 15 000 versi. Il poema non narra tutta la
storia della guerra di Troia, bensì le vicende che accadono durante 51 giorni al deci-
mo e ultimo anno di guerra, a partire dall’episodio dell’«ira funesta» di Achille, che dà
inizio all’azione.
Le sorti della guerra sono incerte
L’Iliade inizia presentando la situazione della guerra dopo nove anni
di aspri combattimenti. I Greci sono accampati sulla spiaggia vicino
alle navi e i Troiani resistono dentro le mura della città.
Si interroga un indovino
Al decimo giorno Achille riunisce tutti i Greci e propone di interro-
gare un indovino, perché spieghi le ragioni di quanto sta accadendo.
L’indovino Calcante svela che la colpa è tutta di Agamennone, che ha
offeso Apollo maltrattando Crise, suo sacerdote.
L’ira di Achille
Achille ubbidisce a malincuore e fa il solenne giuramento di non par-
tecipare più alla battaglia.
Si allontana, solo, presso la riva del mare, dove scoppia in un pianto
disperato e invoca la madre Teti, dea marina.
98
Morte di Patroclo
Rivestito della lucente e terrificante armatura, Patroclo fa strage dei
nemici impauriti che, credendo di trovarsi di fronte all’invincibile Achil-
le, fuggono verso le mura della città. Qui Patroclo viene però affron-
tato da Ettore, che lo uccide in duello e lo spoglia della sua armatura.
99
Cantami, o Dea
Stai per leggere il Proemio, l’introduzione
dell’Iliade.
Il luogo Il tempo
• Il campo di battagli • Durante la guerra tra Greci e Troian
davanti alla città di Troia. (verso la fine del XIII secolo a.C.).
I personaggi
• Omero,, il poeta.
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
ira: rabbia violenta.
ispirare (qualcuno): comunicare nella mente di qualcuno pensieri e parole.
Musa: divinità che, secondo gli antichi Greci, proteggeva
le arti e le scienze.
proemio: introduzione.
100
Cantami, o Dea
Il poeta Omero chiede alla Musa Calliope
di ispirarlo: vuole raccontare
che cos’è successo ai Greci
a causa dell’ira di Achille,
il figlio di Peleo.
La terribile rabbia dell’eroe aveva portato
morte e distruzione tra i Greci.
Molti giovani guerrieri erano morti
e i loro corpi erano rimasti abbandonati
sul campo di battaglia
ed erano diventati cibo per cani e uccelli.
In questo modo si era compiuta1
la volontà di Giove, re degli dèi.
Tutto aveva avuto inizio
a causa di una lite violenta
tra Achille, figlio di una dea,
e Agamennone, il figlio di Atreo.
1. compiuta:
(Adatt. da: Omero, Iliade, trad. di Vincenzo Monti)
realizzata.
COMPRENDERE
1. Il poeta Omero chiede alla Musa
di raccontare la rabbia di Achille
di aiutarlo a narrare la rabbia di Achille
ANALIZZARE
3. Il proemio può essere diviso in due parti:
la richiesta di aiuto alla Musa;
una breve spiegazione del contenuto dell’Iliade.
Sottolinea le due parti con due colori diversi.
101
LA POESIA EPICA
I poemi epici raccontano un patrimonio collettivo di fatti storici e leggende, d’impre-
se straordinarie di eroi e personaggi soprannaturali.
Rispecchiano gli ideali e i valori della civiltà in cui sono nati e offrono molte informa-
zioni sulla vita quotidiana e le usanze dei popoli antichi.
L’Iliade e l’Odissea sono state scritte in greco, l’Eneide in latino. Quelle che noi leg-
giamo sono traduzioni, che ci danno comunque l’idea del tipo di linguaggio usato: il
linguaggio epico.
112
Epiteti
Sono gli aggettivi e le espressioni riferiti ai vari personaggi in modo ripetitivo (Achil-
le divino, Andromaca dalle candide braccia, l’ingegnoso Ulisse, il pio Enea).
Patronimici
Così si chiamano gli appellativi derivati dal nome del padre di un personaggio: suffisso
-ide aggiunto al nome del padre (Pelìde, figlio di Peleo).
Similitudini
Sono paragoni espliciti: stabiliscono un confronto fra immagi-
ni o situazioni che hanno caratteristiche simili, collegate con un
“come” o con altro avverbio di paragone (i due si precipitarono
l’uno sull’altro come due avvoltoi che sopra un alto roccione com-
battono stridendo, a colpi di becco e di artigli terribili; Achille
inseguiva sempre Ettore, rapidamente e senza riposo, come un
cane segue un cervo per valli e per gole, dopo averlo snidato).
113
Metafore
Il termine deriva dal greco metaphérein, “trasferire”, ovvero sostituire un termine con
un altro; si ha una metafora quando si parla di un oggetto nominandone un altro che
ha in comune con il primo la caratteristica che si vuole evidenziare (sei un fulmine si-
gnifica “sei veloce come un fulmine”).
È un paragone implicito: la parola “come” viene eliminata, la persona o la cosa diven-
tano l’altra persona o l’altra cosa (parole di miele, capelli d’oro, cuore di cervo).
Descrizioni particolareggiate
I paesaggi e alcune scene vengono descritti con una grande ricchezza di particolari,
in modo che gli ascoltatori possano facilmente rappresentarseli nella mente (E dentro
la spelonca guardavamo stupiti ogni cosa: colmi di caci i graticci, e fitti
i recinti d’agnelli e capretti, gli uni distinti dagli altri: a parte i primi
nati, a parte i secondi, e poi gli ultimi…).
Personificazioni
Le personificazioni sono utili per rendere la narrazione più va-
ria e interessante. Si hanno quando si attribuisce a una cosa
inanimata o astratta un’azione o una qualità che sono proprie
di un essere vivente (il sole si sveglia; tacita luna; la vita allor,
per l’aria, fuggì angosciata; lo scettro ha lasciato il tronco sui
monti, tempeste rapaci…).
Formule fisse
In genere testimoniano l’origine orale dei testi, quando il narratore, per
farsi capire meglio o per fare in modo che anche gli ascoltatori distratti potessero
ritrovare il filo della narrazione, utilizzava non solo gli epiteti ricorrenti ma anche le
stesse parole per descrivere eventi di uno stesso tipo, come per esempio la morte di
un eroe (la vita volò via… e scese nell’Ade…).
La poesia epica presenta uno stile particolare, che ha lo scopo di mantenere viva
l’attenzione dell’ascoltatore, aiutandolo a immaginare con immediatezza le scene rac-
contate e coinvolgendolo emotivamente nelle vicende dei suoi eroi.
Il duello tra Ettore e Achille è il punto culminante delle imprese di guerra narrate
nell’Iliade. La ferocia di Achille, la sua volontà di vendetta sono scaturite dalla morte
dell’amico Patroclo per mano dell’eroe troiano. Ettore, colto da un primo momento di
smarrimento, sa poi affrontare con dignità lo scontro, mostrando disprezzo per la viltà
e consapevolezza di agire in difesa della propria famiglia e della patria.
114
115
Il duello finale
TRACIA
Stai per leggere uno degli episodi Macedonia
Mar
Nero
più importanti dell’Iliade.
Bosforo
Epiro Monte Dardanelli
Olimpo Calcidica
La storia Troia TROADE
Lesbo
Pergamo
La guerra tra Greci e Troiani giunge al suoItaca Eubea
momento finale. I Greci avanzano verso la città
Arcadia Atene Samo Efeso
Attica Delo
Cicladi
di Troia; i Troiani scappano e si rifugiano dentro
Pilo
Mar Ionio Mar Egeo Rodi
le mura. Soltanto Ettore resta fuori delle mura, Creta
pronto a combattere. Achille sfida Ettore,
che scappa. I due eroi si rincorrono fino a quando Deìfobo non offre
il suo aiuto a Ettore. A questo punto comincia il duello, ma poco dopo
Deìfobo scappa per la paura. Achille colpisce Ettore, che cade a terra.
Ettore rivolge l’ultima preghiera ad Achille e muore.
Il luogo Il tempo
• Nell’attuale Turchia, nella città di Troia situat • Durante la guerra
sul mar Egeo. La città oggi non esiste più di Troia,
ma sono state trovate le sue rovine. La scen verso la fine
si svolge davanti alla porta delle mura di Troia. del XIII secolo a.C.
I personaggi
• Priamo. È il re di Troia, padre di Ettore e di Deìfobo.
119
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
Ade: il mondo in cui gli uomini vanno dopo la morte, secondo la mitologia
greca. Sinonimo: oltretomba.
epica: narrazione poetica che racconta le vicende degli antichi eroi
e mescola la realtà storica con il mito e la fiaba.
epico: che narra argomenti e leggende di eroi.
eroi: personaggi con capacità eccezionali. Lottano con coraggio e generosità,
fino a sacrificare la vita per il bene del loro popolo.
Il duello finale
SITUAZIONE I guerrieri troiani, con a capo Ettore,
INIZIALE
sono inseguiti dai guerrieri greci,
con a capo Achille. L’esercito greco è più forte
e i Troiani si rifugiano dentro le mura della città,
come cerbiatti spaventati. Solo così possono salvarsi.
Un Troiano, però, non entra nella città
e rimane fuori dalle porte: è Ettore. Da lontano Achille
si avvicina, corre davanti ai suoi guerrieri. È veloce
come un cavallo vittorioso, splendido come una stella
e luminoso come una promessa di morte.
Priamo, re di Troia e padre di Ettore,
è su un’alta torre e osserva la scena.
Sa che Achille è più forte di Ettore, è disperato,
piange e dice al figlio: «Ettore, Achille è troppo forte
per te, non affrontarlo da solo. Scappa!
Se tu muori, anch’io morirò per il dolore!».
Anche Ecuba, madre di Ettore, piange e dice al figlio:
«Quando eri piccolo ti proteggevo e ti consolavo.
Ora sei grande, ma corri da me, altrimenti Achille
ti ucciderà. È un uomo crudele e non avrà pietà di te!».
120
121
COMPRENDERE
1. Ricostruisci la prima parte del duello tra Ettore e Achille.
Osserva attentamente i disegni e consulta il testo.
Completa sui puntini con le parole elencate.
Ecuba • le mura della città • Deìfobo • Ares • eroi • Ettore • Troia •
un’alta torre • Priamo ed Ecuba • Achille • fratello
122
ANALIZZARE
3. I poemi epici raccontano le imprese straordinarie compiute
da uomini, eroi e dèi, e spiegano in modo fantastico il passato di
ciascun popolo. Chi sono i protagonisti di questo racconto epico?
A. Degli uomini normali
B. Degli eroi
C. Degli dèi
LESSICO
5. Forse hai notato che l’autore usa molte similitudini per descrivere
i personaggi e i loro stati d’animo.
Completale, scegliendo tra le parole qui sotto.
un falco • una stella • due leoni • cerbiatti spaventati •
un sole che sorge • un cavallo vittorioso •
un serpente aspetta l’uomo davanti alla propria tana
• I soldati si rifugiano nella città come .................................................................................................
123
raccontano
I POEMI EPICI
CLASSICI
TEMI LINGUAGGIO
• centralità dell’eroe particolare,
frequente uso di
• rispetto dell’ospitalità
• epiteti: aggettivi attribuiti
• guerra: una sciagura
in modo ripetitivo
imposta dal Fato
ai vari personaggi
• dolore per la schiavitù
degli sconfitti
• patronimici: appellativi
derivati dal nome del padr
• rispetto per i defunti dei vari personaggi
e per i riti funebri
• similitudini: lunghi paragon
• sottomissione tra le azioni dei personagg
al volere degli dèi e il mondo della natura
• viaggio e ansia di conoscere • metafore, paragoni impliciti
• descrizioni dettagliate
• personificazioni
• formule fisse e ricorrenti
131
Disperato al pensiero che il figlio sia privato di una degna sepoltura, Priamo
decide di recarsi al campo dei Greci per pregare Achille di restituirgli il corpo
1. i numi: gli dèi. Negare
di Ettore.
a un morto la sepoltura, L’incontro fra Priamo e Achille segna un momento molto particolare del poema:
condannandone dopo lunghe narrazioni di combattimenti feroci, di duelli all’ultimo sangue,
l’anima a vagare nella tenda di Achille si svolge una scena caratterizzata dal dolore e dalla pietà.
a lungo senza poter entrare Il dolore per la morte dell’amico Patroclo e la consapevolezza del triste destino
nel regno dei morti, degli uomini rendono possibile la pietà in un eroe come Achille, la figura
era un atto molto grave
contro la religione. che domina il poema prima con la sua ira terribile e poi con la sua furia guerriera.
2. portare alla bocca:
baciare. Quando era
entrato nella tenda
di Achille, Priamo gli aveva
baciato la mano
«[…] Achille, rispetta i numi1, abbi pietà di me,
in segno di supplica. pensando al padre tuo: ma io son più misero,
3. gli fece nascere…
il padre:
505 ho patito quanto nessun altro mortale,
lo fece commuovere, portare alla bocca2 la mano dell’uomo che ha ucciso i miei figli!»
pensando al proprio padre.
4. scostò piano:
Disse così, e gli fece nascere brama di piangere il padre3:
allontanò da sé allora gli prese la mano e scostò piano4 il vecchio;
con delicatezza.
5. massacratore: entrambi pensavano e uno piangeva Ettore massacratore5
sterminatore; è un epiteto 510 a lungo, rannicchiandosi ai piedi d’Achille,
ricorrente riferito
a un guerriero, e non ha ma Achille piangeva il padre, e ogni tanto
un senso negativo.
anche Patroclo; s’alzava per la dimora quel pianto6.
6. s’alzava… pianto:
si diffondeva nella tenda Ma quando Achille glorioso si fu goduto i singhiozzi7,
il suono di quel pianto.
passò dal cuore e dalle membra la brama8,
7. si fu goduto i singhiozzi:
ebbe pianto a lungo. 515 s’alzò dal seggio a un tratto e rialzò il vecchio per mano,
8. la brama: il desiderio. commiserando la testa canuta, il mento canuto9,
9. la testa… canuto:
i capelli bianchi e la barba e volgendosi a lui parlò parole fugaci10:
bianca. «Ah misero, quanti mali hai patito nel cuore!
10. e volgendosi… fugaci:
si tratta di una formula fissa. e come hai potuto alle navi dei Danai11 venire solo,
11. Danai: Greci. 520 sotto gli occhi d’un uomo che molti e gagliardi12
12. gagliardi: forti, valorosi. figliuoli t’ha ucciso? Tu hai cuore di ferro13.
13. hai cuore di ferro:
hai un animo forte. Ma via, ora siedi sul seggio14 e i dolori
14. siedi sul seggio: Achille lasciamoli dentro nell’animo, per quanto afflitti:
ha aiutato Priamo, che si
era inchinato ai suoi piedi, nessun guadagno si trova nel gelido pianto.
a rialzarsi e lo invita
a sedersi, in segno […]
di ospitalità.
E il vecchio Priamo pari ai numi rispose:
132
«Non farmi sedere sul seggio, figlio di Zeus15, finché senza cure
Ettore giace straziato nella tua tenda, ma subito
555 rendimelo, che possa vederlo: e accetta il riscatto
abbondante che porto: e tu possa goderne, e tornare
nella tua patria terra, tu che mi lasci
vivere ancora, veder la luce del sole».
Ma guardandolo bieco16 Achille piede rapido disse:
560 «Non m’irritare ora, o vecchio; son io che voglio
renderti Ettore, perché messaggera mi venne da Zeus
15. figlio di Zeus:
discendente la madre che mi partorì, figlia del vecchio marino17.
da una divinità, Teti.
Anche te, o Priamo – lo so in cuore e non mi sfugge –
16. bieco: minaccioso.
guidò qualcuno dei numi alle rapide navi degli Achei.
17. son io… marino:
Achille aveva già deciso 565 Non oserebbe venire un mortale, neppure nel fior dell’età,
di rendere il corpo
di Ettore, anche perché
nel nostro campo, né sfuggirebbe alle guardie, né il chiavistello
la madre Teti, figlia della mia porta potrebbe spostare senza fatica.
della divinità marina
Nereo, gli aveva detto Perciò, fra tante pene, non mi gonfiare il cuore di più,
che gli dèi non
approvavano il suo ch’io non ti lasci stare, o vecchio, neppur nella tenda,
comportamento. 570 benché supplice, e violi il comando di Zeus!18»
18. non mi gonfiare… Disse così, e il vecchio tremò e obbedì alla parola.
Zeus!: non farmi agitare
ancor di più, affinché io Come leone il Pelìde balzò alla porta della sua tenda,
non ti cacci dalla mia
tenda, anche se sei venuto non solo, i due scudieri andarono con lui,
a supplicarmi,
e non disobbedisca
l’eroe Automèdonte e Àlcimo, che soprattutto
all’ordine che mi ha dato 575 Achille onorava tra i suoi, dopo la morte di Patroclo.
Zeus (di restituire
il corpo di Ettore Sciolsero essi, dunque, dal giogo mule e cavalli,
perché sia sepolto).
condussero dentro l’araldo, il banditore del vecchio19,
19. l’araldo… vecchio:
Priamo si era recato e su un seggio l’assisero20; dal carro belle ruote
al campo greco tolsero il prezzo infinito del corpo d’Ettore21,
in compagnia del vecchio
messaggero Ideo. 580 ma lasciaron due lini e un ben tessuto chitone22,
20. l’assisero: per restituire coperto il corpo da ricondurre a casa.
lo fecero sedere.
Poi, chiamate le schiave, Achille ordinò di lavarlo, d’ungerlo,
21. tolsero… Ettore:
presero il riscatto offerto ma in altro luogo, ché Priamo non lo vedesse,
per il corpo di Ettore.
Priamo ha portato con sé,
e nel cuore angosciato non trattenesse più l’ira
seguendo le indicazioni 585 alla vista del figlio, e l’animo si gonfiasse ad Achille,
degli dèi, un carro pieno
di oggetti preziosi e lo uccidesse, violasse il comando di Zeus.
da offrire ad Achille.
Quando l’ebber lavato le schiave, l’ebbero unto con l’olio,
22. chitone: tunica.
intorno gli misero il bel lino e la tunica,
23. feretro:
la portantina su cui e sul feretro23, alzandolo, Achille stesso lo pose;
è collocato il cadavere. 590 poi i compagni lo sollevarono sul carro polito24.
24. polito: (Tratto da: Omero, Iliade, libro XXIV)
levigato, ben rifinito.
133
1. Priamo dice ad Achille “rispetta i numi” (v. 503), cioè “rispetta il volere degli dèi”. Per qua-
le motivo? Completa.
Nella civiltà dell’antica Grecia, negare .......................................................................................................... era
un atto molto grave contro la religione. 1
.......
2. Priamo, appena entrato nella tenda di Achille, aveva fatto un gesto significativo.
a. Qual è il gesto? Completa.
Aveva .................................................................................. di Achille.
b. Qual è lo scopo di questo gesto?
Far capire subito ad Achille di essere lì per rivolgergli
A. un ordine B. un invito C. una supplica D. un’esortazione
....... 2
4. Sia Priamo sia Achille piangono i loro cari morti. Rispondi con le parole del testo.
a. Chi piange Priamo? ....................................................................................................................................................
....... 3
5. Che cosa commisera Achille, nel far rialzare il vecchio Priamo? (vv. 515-516)
............................................................................................................................................................................ ....... 2
7. Con quali parole Achille invita Priamo a non piangere più, nonostante il dolore immenso?
Trascrivi i versi del testo qui di seguito.
........................................................................................................................................................................................................
............................................................................................................................................................................
....... 2
134
............................................................................................................................................................................
....... 2
13. A chi è paragonato Achille, quando d’un balzo va alla porta della sua tenda?
........................................................................ ....... 1
135