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MITO-EPICA
5
Percorsi di
RIPASSO e RECUPERO
per chi incomincia la classe 2a
Poemi CLASSICI
MEDIOEVALI
L’ENEIDE
A
ED PER SCOPRIRE L’ENEIDE
SCH
IL POEMA LATINO
Con l’Eneide restiamo nel campo dei poemi epici classici, ma ci spostiamo dalla civiltà
greca a quella latina. Rispetto ai poemi omerici, l’Eneide si differenzia anche perché
composta in epoca più recente e da un autore noto, Virgilio.
L’Eneide è un poema epico e celebrativo, formato da dodici libri.
LA STORIA E LA LEGGENDA
Il disegno politico di Augusto Augusto e Virgilio
Nel I secolo a.C., a Roma, Ottaviano Au- Augusto chiede perciò al poeta manto-
gusto ha posto fine alle guerre civili, ha vano Publio Virgilio Marone (nato ad
rafforzato il rispetto di alcuni Andes, presso Mantova, nel 70 a.C. e
valori tradizionali, ma ha morto a Brindisi nel 19 a.C., dopo aver
pro-
anche consolidato il pro vissuto quasi sempre a Roma), a cui è le-
prio potere, modificando gato da un rapporto di stima e amicizia,
le precedenti istitu- di comporre un’opera in cui siano rispec-
zioni repubblicane e chiati i valori della civiltà romana.
assumendo il titolo di Virgilio predilige cantare il mondo della
imperatore. natura e non ama trattare le grandi ge-
Il suo è un disegno sta degli eroi.
politico grandioso, Tuttavia accetta il compito di comporre
che ha bisogno di un poema epico e celebrativo, perché
appoggio anche da apprezza l’operato di Augusto e crede
parte del mondo nelle sue capacità di assicurare una si-
della cultura. tuazione di pace universale e duratura.
L’imperatore deve
apparire come l’uo- Un’antica leggenda
mo voluto dal de- Nell’affrontare la narrazione,
stino, discendente Virgilio prende spunto da una
da una famiglia da leggenda preesistente, che
sempre votata a vuole Roma fondata dai
grandi gesta. discendenti della nobile
civiltà troiana, in seguito
Le virtù del popolo romano al trasferimento nel La-
La città di Roma deve essere riscattata zio di un gruppo di esuli
dalle sue origini umili e oscure, così come guidati da Enea. Il figlio
ha da essere esaltata la grandezza del dell’eroe troiano, Iulo,
popolo romano, riposta in alcune sem- sarà il capostipite della
plici e fondamentali virtù: l’attaccamen- famiglia Giulia, che van-
to alla famiglia e alla patria e un elevato terà tra i suoi discendenti
senso del proprio dovere, che va com- Giulio Cesare e lo stes-
piuto a costo di qualunque sacrificio. so Ottaviano Augusto.
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Il modello omerico
Nel comporre l’Eneide, Virgilio ha sicuramente tenuto presenti i modelli greci: sei dei
dodici libri ricordano l’Odissea, con il racconto delle peregrinazioni di Enea per i mari,
mentre gli altri sei narrano la lotta sostenuta dai Troiani al loro arrivo nel Lazio e si ri-
collegano idealmente all’Iliade. Il legame con i poemi omerici si ferma però qui, perché
l’opera del poeta latino trae ispirazione da sentimenti diversi e da altre convinzioni.
UNA NUOVA,
DIVERSA IMMAGINE DI EROE
Particolarmente significativa è, a questo riguardo, la figura del protagonista Enea, or-
mai lontano dagli eroi dell’Iliade, agitati dalle loro violente passioni, ma anche dall’U-
lisse dell’Odissea, a cui è apparentemente legato da un comune destino di peregrina-
zioni per i mari.
In Enea non vi è curiosità, sete di conoscenza, esaltazione nell’affermare la propria
intelligenza e il proprio valore. L’eroe di Virgilio è più malinconico e pensoso, distac-
cato dalle passioni, interamente assorbito dal proprio compito di portare a termine
una missione voluta dal destino. Sa navigare e combattere, ma la sua virtù specifica
è la pietas, un sentimento che per i Romani significava devozione religiosa, rispetto
della famiglia e degli antenati, accettazione del dovere, tolleranza e umanità verso i
deboli e i vinti.
Lucani
Mar Tirreno
Mar Mediterraneo
Sicani Siculi
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I PERSONAGGI
I MORTALI
ENEA LATINO
Protagonista del poema, è l’eroe incari- Re del Lazio. Mostra amicizia verso il po-
cato dal Fato di portare in salvo i Troiani polo troiano e concede in sposa a Enea
superstiti, per trovare una nuova patria al la propria figlia Lavinia.
di là del mare. È rispettoso di tutti i valori
tradizionali, consapevole dell’importan- TURNO
te missione affidatagli dal destino. Re dei Rutuli, popolazione del Lazio. Pro-
messo sposo di Lavinia, vede in Enea un
ANCHISE intruso e un usurpatore, diventandone
È il vecchio padre di Enea, da lui porta- l’irriducibile nemico. Enea lo ucciderà in
to in salvo durante l’incendio della città. duello.
Saggio e prodigo di consigli, muore nel
corso del viaggio verso la nuova patria. EVANDRO
IULO O ASCANIO Re di una città da lui stesso fondata sul
Figlio giovinetto di Enea e di Creusa, è colle Palatino, è di origine greca e offre
destinato a succedergli. Da lui discende- aiuto a Enea nel corso della guerra con-
rà la stirpe romana. tro le popolazioni italiche ostili. Perde il
proprio figlio Pallante, ucciso in duello
DIDONE da Turno.
Regina di Cartagine, offre ospitalità a
Enea e se ne innamora, ricambiata. Ma CAMILLA
la missione assegnata dal Fato a Enea gli Fanciulla guerriera, soccorre Turno quan-
impone di ripartire. Disperata, Didone si do Enea giunge nel Lazio per scontrarsi
uccide. con i Rutuli.
GLI DÈI
VENERE EOLO
Madre di Enea, sempre pronta a soccor- Custode dei venti, si fa convincere da
rere il figlio. Giunone a liberare i venti che scatena-
no la tempesta che allontana Enea dalla
GIUNONE Sicilia.
Moglie di Giove, acerrima nemica di tutti
i Troiani, perseguita con ogni mezzo la NETTUNO
spedizione guidata dall’eroe. Re del mare, dalla
parte di Enea,
GIOVE calma le acque
Fa da arbitro tra la volontà di Venere e della tempesta
quella di Giunone. scatenata da Eolo.
186
LA TRAMA
Virgilio, come Omero, introduce subito il lettore nel vivo dell’azione presentando Enea
e i suoi compagni, che da sette anni errano senza trovare una patria, in balìa di una
violenta tempesta che li getta sulle coste dell’Africa; qui la regina di Cartagine, Dido-
ne, li accoglie benevolmente.
IL RACCONTO DELLA FINE DI TROIA
Durante un banchetto in onore degli ospiti, Enea racconta la fine di Troia:
dopo dieci anni di inutili combattimenti, i Greci riescono a vincere i Troiani
con l’inganno.
LAOCOONTE E I SERPENTI
Il cavallo è trascinato entro le mura della città, nonostante l’opposizione
del sacerdote Laocoonte che sospetta l’inganno, e che per questo viene
soffocato insieme ai suoi figli da due giganteschi serpenti inviati dagli dèi
avversi ai Troiani.
LA DISTRUZIONE DI TROIA
Durante la notte, i guerrieri nascosti escono dal ventre del cavallo e apro-
no ai compagni le porte della città, che viene così incendiata e distrutta.
LA FUGA DI ENEA
Enea porta in salvo il padre Anchise e il figlioletto Iulo, quindi con pochi
superstiti inizia le sue peregrinazioni alla ricerca della nuova patria a lui
destinata dal Fato.
LE ARPIE
L’eroe, con i suoi compagni, finisce quindi nell’isola delle Arpie, mostri
con il corpo di uccello e la testa di donna, che predicono sciagure al suo
popolo.
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LA PACE
La pace viene finalmente ristabilita nel Lazio con il matrimonio tra Enea e
Lavinia, da cui discenderà Romolo, il futuro fondatore di Roma.
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LA LEGGENDA
DI ROMOLO E REMO
Dopo la vittoria sui Rutuli, Enea sposò Lavinia, figlia del re Latino, e con lei fondò la
città di Lavinio, ma morì pochi anni dopo.
Iulo o Ascanio, figlio di Enea e di Creusa, fondò successivamente una città, Alba Lon-
ga, sulla quale regnò a lungo dando inizio a una nuova dinastia.
L’undicesimo discendente di Iulo, Proca, ebbe due figli: Numitore e Amulio. Quest’ul-
timo usurpò il trono, che spettava al fratello, e costrinse la figlia di Numitore, Rea
Silvia, a farsi vestale, cioè sacerdotessa della dea Vesta, con l’obbligo della castità. Ma
accadde che il dio Marte, veduta Silvia in un boschetto, se ne innamorasse.
Dall’unione tra la fanciulla e il dio nacquero due gemelli: Romolo e Remo. Venuto a
conoscenza dell’accaduto, Amulio fece murare viva Silvia e ordinò che i due bambini
venissero messi in una cesta e buttati nel Tevere. Il Fato si rivelò però amico dei piccoli:
la cesta si incagliò in un’ansa del fiume, da dove una lupa prese con sé i gemelli e li
allattò; poi vennero accolti nella casa del pastore Faustolo e di sua moglie.
Divenuti adulti, Romolo e Remo vennero a conoscenza delle loro origini regali: per-
tanto cacciarono l’usurpatore Amulio, rimisero Numitore sul trono e decisero di fon-
dare una città nel luogo in cui erano stati tratti in salvo dalla lupa. Per sapere chi dei
due dovesse essere il fondatore, Romolo e Remo si rivolsero agli dèi chiedendo un
segno. Poco dopo, Remo vide sei avvoltoi volare nel cielo; Romolo, invece, ne vide
dodici. Era quest’ultimo, dun--
que, il prescelto. Egli trac-
ciò sul colle Palatino il solco
delle mura e stabilì il divie-
to di oltrepassarlo con le
armi. Remo derise il fratel-
lo e, impugnata una spada,
scavalcò il solco: di fronte a
tanta arroganza, Romolo si in-
furiò e lo uccise.
Questa leggenda conteneva alcuni inse-
gnamenti importanti per gli antichi Ro-
mani: essa, infatti, dimostrava loro che
occorreva rispettare il volere degli dèi
e obbedire alle leggi, se necessario ri-
correndo alla forza, se non si voleva La lupa che allatta i gemelli, detta Lupa capitolina,
incorrere in severissime punizioni. è diventata il simbolo della città di Roma.
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Il luogo Il tempo
• Troia, la città da cui parte Enea. • Dopo la fin
• Il mar Mediterraneo. della guerra di Troia.
• Le coste del Lazio, dove arriva Enea.
I personaggi
• Enea, eroe troiano caratterizzato
dal suo profondo rispetto per gli dèi.
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
fuggiasco: chi deve scappare dalla propria terra.
Fato: volontà superiore che decide il destino degli uomini
e contro la quale né gli dèi né gli uomini possono fare qualcosa.
ira: rabbia violenta.
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COMPRENDERE
1. Di quale eroe Virgilio racconta le imprese? ......................................................................
ANALIZZARE
3. L’introduzione (Proemio) dell’Eneide si può dividere in due parti.
Indica la risposta corretta.
A. Prima Virgilio espone l’argomento, poi invoca la Musa
B. Prima Virgilio invoca la Musa, poi espone l’argomento
4. Il Proemio si conclude con due domande da parte di Virgilio.
Sottolineale con due colori.
191
200
PIETAS E VIRTUS
CHE COS’È LA “PIETAS” DI ENEA?
Il protagonista dell’Eneide, Enea, malinconi-
co e pensoso, è completamente assorbito dal
suo compito di portare a termine la missione
voluta dal destino, che lo porta dalla lontana
Troia fin sulle coste laziali.
La sua qualità principale è la pietas, un senti-
mento molto importante per gli antichi romani.
La civiltà romana era basata sulla conside-
razione che l’individuo era prima di tutto un
elemento dello Stato (la res publica, cioè la
«cosa pubblica»), che gli assegnava compiti
e doveri, principalmente quello di essere un
buon soldato, e un fedele funzionario nel caso Charles-André van Loo,
avesse cariche politiche. Enea porta sulle spalle Anchise, 1729
Anche la religione, per il cittadino romano,
faceva parte integrante della fedeltà allo Stato, del suo rispetto delle leggi e delle
tradizioni della patria, cioè della «terra dei padri».
Questo insieme di rispetto e fedeltà profondi nei confronti delle leggi e del servi-
zio della collettività veniva indicato con la parola pietas.
Fu il cristianesimo, che si diffuse nel mondo romano ed ebbe per secoli il latino come
lingua ufficiale, a dare alla parola pietas un significato nuovo, quello di compassione
verso l’altro, di condivisione di sofferenza e sentimenti, soprattutto verso chi soffre,
nel senso di una comune fraternità umana.
205
Per le strade dell’antica città di Troia, messe a ferro e fuoco dai Greci,
vittoriosi dopo la lunga guerra, Enea cerca disperatamente
la moglie Creusa, per fuggire con lei, il figlio Iulo e il padre Anchise.
Improvvisamente l’ombra dell’amata gli compare davanti.
206
2. Enea non deve lasciarsi andare a un cieco dolore, perché la morte di Creusa è
A. inevitabile
B. necessaria
C. rimediabile
D. evitabile ....... 1
4. Creusa predice il futuro al fuggitivo Enea (vv. 6-13). Quali tra gli eventi della tabella corri-
spondono a quanto detto da Creusa?
VERO FALSO
....... 4
5. Creusa esorta Enea a non piangere per lei (v. 13): in che modo tenta di consolare il marito?
Completa con le due parole chiave mancanti.
Creusa rassicura Enea: a lei non toccherà patire l’umiliazione e la violenza
della ……………..........................……………, cui sarebbe stata destinata, se fosse sopravvissuta, essen-
do una donna del popolo ……………..........................……………. 2
.......
6. Creusa dà il suo addio a Enea in nome di un amore che li legherà per sempre: nei confronti
di chi?
............................................................................................................. ....... 1
207
............................................................................................................................................................................
....... 2
8. Creusa è un fantasma. Individua, negli ultimi quattro versi, i due verbi e il sostantivo che
lo confermano. Trascrivili dove indicato.
Verbi: .............................................................................
9. Negli ultimi versi il poeta fa uso di un numero simbolico e di una doppia similitudine. Cer-
chia il numero simbolico e sottolinea la similitudine.
............................................................................................................................................................................ ....... 2
a. rispetto dell’ospitalità
b. amore coniugale
c. desiderio di conoscere nuovi luoghi
d. sottomissione al volere degli dèi
e. schiavitù degli sconfitti 5
.......
Nella correzione della verifica il totale dei tuoi punti è minore di 14?
ALLENATI PER RECUPERARE STRUMENTI PER IL RECUPERO
208
2. Che differenza c’è tra “aedi” e “rapsodi”? Trascrivi il termine accanto alla sua definizione.
................................................. cucitori di canti, recitavano i passi dei poemi
................................................. cantori che cantavano, accompagnandosi
con la cetra, le imprese degli eroi e degli dèi ....... 2
3. Lo stile dell’epica è
A. semplice e quotidiano
B. ricco e solenne
C. popolare, con espressioni dialettali ....... 1
4. Il Proemio è
A. la presentazione dei protagonisti umani e divini e del periodo storico
B. la presentazione del protagonista e del tema principale del poema
C. la leggenda o il mito da cui prende avvio il poema ....... 1
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6. Le divinità
A. intervengono nelle vicende umane
B. si disinteressano delle vicissitudini umane
C. si limitano a osservare per premiare o punire ....... 1
8. Nell’Iliade compaiono spesso molte divinità. Attribuisci a ogni dio o dea un’azione o una
caratteristica, collegandole con il nome a cui si riferiscono.
....... 8
9. Riepiloga l’episodio di Polifemo, numerando in ordine cronologico gli eventi dati in disor-
dine.
Polifemo chiede a Odisseo il suo nome.
Polifemo dice che Nessuno lo aggredisce.
Odisseo chiede ospitalità ma il Ciclope gliela nega.
Polifemo sbrana due compagni di Odisseo.
Odisseo lega i suoi compagni sotto la pancia delle pecore e fugge.
1 Odisseo va alla grotta di Polifemo.
Polifemo chiama in aiuto i Ciclopi, che chiedono chi lo minaccia.
Odisseo dice di chiamarsi Nessuno.
Odisseo, mentre fugge per mare, rivela il suo nome.
I Ciclopi credono che Polifemo sia impazzito.
Odisseo fa ubriacare il Ciclope e lo acceca. ....... 10
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10. La parola “odissea” è usata anche oggi, nel linguaggio comune. Leggi la definizione.
odissèa s. f. 1. Propr., titolo (Odissea) di uno dei due grandi poemi greci (l’altro è l’Ilia-
de) attribuiti dalla tradizione a Omero, in cui si narrano le vicende dell’eroe Ulisse, il suo
lungo e travagliato ritorno da Troia alla patria Itaca e la riconquista del trono. 2. In senso
fig., lunga successione di peripezie, di casi avventurosi, di disgrazie; vita travagliata.
Ora scrivi una frase in cui la parola è usata in senso proprio e una frase in cui è usata in
senso figurato.
Senso proprio: ..................................................................................................................................................................
....... 2
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