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ANTOLOGIA

Primi
giorni
MITO-EPICA
5
Percorsi di
RIPASSO e RECUPERO
per chi incomincia la classe 2a

Poemi CLASSICI
MEDIOEVALI
L’ENEIDE
A
ED PER SCOPRIRE L’ENEIDE
SCH

IL POEMA LATINO
Con l’Eneide restiamo nel campo dei poemi epici classici, ma ci spostiamo dalla civiltà
greca a quella latina. Rispetto ai poemi omerici, l’Eneide si differenzia anche perché
composta in epoca più recente e da un autore noto, Virgilio.
L’Eneide è un poema epico e celebrativo, formato da dodici libri.

LA STORIA E LA LEGGENDA
Il disegno politico di Augusto Augusto e Virgilio
Nel I secolo a.C., a Roma, Ottaviano Au- Augusto chiede perciò al poeta manto-
gusto ha posto fine alle guerre civili, ha vano Publio Virgilio Marone (nato ad
rafforzato il rispetto di alcuni Andes, presso Mantova, nel 70 a.C. e
valori tradizionali, ma ha morto a Brindisi nel 19 a.C., dopo aver
pro-
anche consolidato il pro vissuto quasi sempre a Roma), a cui è le-
prio potere, modificando gato da un rapporto di stima e amicizia,
le precedenti istitu- di comporre un’opera in cui siano rispec-
zioni repubblicane e chiati i valori della civiltà romana.
assumendo il titolo di Virgilio predilige cantare il mondo della
imperatore. natura e non ama trattare le grandi ge-
Il suo è un disegno sta degli eroi.
politico grandioso, Tuttavia accetta il compito di comporre
che ha bisogno di un poema epico e celebrativo, perché
appoggio anche da apprezza l’operato di Augusto e crede
parte del mondo nelle sue capacità di assicurare una si-
della cultura. tuazione di pace universale e duratura.
L’imperatore deve
apparire come l’uo- Un’antica leggenda
mo voluto dal de- Nell’affrontare la narrazione,
stino, discendente Virgilio prende spunto da una
da una famiglia da leggenda preesistente, che
sempre votata a vuole Roma fondata dai
grandi gesta. discendenti della nobile
civiltà troiana, in seguito
Le virtù del popolo romano al trasferimento nel La-
La città di Roma deve essere riscattata zio di un gruppo di esuli
dalle sue origini umili e oscure, così come guidati da Enea. Il figlio
ha da essere esaltata la grandezza del dell’eroe troiano, Iulo,
popolo romano, riposta in alcune sem- sarà il capostipite della
plici e fondamentali virtù: l’attaccamen- famiglia Giulia, che van-
to alla famiglia e alla patria e un elevato terà tra i suoi discendenti
senso del proprio dovere, che va com- Giulio Cesare e lo stes-
piuto a costo di qualunque sacrificio. so Ottaviano Augusto.

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SCH
IL POEMA LATINO ED
A

Il modello omerico
Nel comporre l’Eneide, Virgilio ha sicuramente tenuto presenti i modelli greci: sei dei
dodici libri ricordano l’Odissea, con il racconto delle peregrinazioni di Enea per i mari,
mentre gli altri sei narrano la lotta sostenuta dai Troiani al loro arrivo nel Lazio e si ri-
collegano idealmente all’Iliade. Il legame con i poemi omerici si ferma però qui, perché
l’opera del poeta latino trae ispirazione da sentimenti diversi e da altre convinzioni.

UNA NUOVA,
DIVERSA IMMAGINE DI EROE
Particolarmente significativa è, a questo riguardo, la figura del protagonista Enea, or-
mai lontano dagli eroi dell’Iliade, agitati dalle loro violente passioni, ma anche dall’U-
lisse dell’Odissea, a cui è apparentemente legato da un comune destino di peregrina-
zioni per i mari.
In Enea non vi è curiosità, sete di conoscenza, esaltazione nell’affermare la propria
intelligenza e il proprio valore. L’eroe di Virgilio è più malinconico e pensoso, distac-
cato dalle passioni, interamente assorbito dal proprio compito di portare a termine
una missione voluta dal destino. Sa navigare e combattere, ma la sua virtù specifica
è la pietas, un sentimento che per i Romani significava devozione religiosa, rispetto
della famiglia e degli antenati, accettazione del dovere, tolleranza e umanità verso i
deboli e i vinti.

Nomadi delle steppe

Britannia Germania Germani


Gallia
Gallia Belgica Norico
Celtica
Rezia
Aquitania Dacia
Gallia Illiria
Narbonense
Tarragonese
Tracia
Roma
Macedonia Cappadocia
Troia
Atene Regno
Cartagine Grecia dei Parti

Numidia Mar Mediterraneo


Umbri Mar
Nomadi del deserto Cirenaica Tevere Latini Sanniti Ad r ia t ic o
Volsci

Lucani
Mar Tirreno

Mar Mediterraneo

Sicani Siculi

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A
ED PER SCOPRIRE L’ ENEIDE
SCH

I PERSONAGGI

I MORTALI
ENEA LATINO
Protagonista del poema, è l’eroe incari- Re del Lazio. Mostra amicizia verso il po-
cato dal Fato di portare in salvo i Troiani polo troiano e concede in sposa a Enea
superstiti, per trovare una nuova patria al la propria figlia Lavinia.
di là del mare. È rispettoso di tutti i valori
tradizionali, consapevole dell’importan- TURNO
te missione affidatagli dal destino. Re dei Rutuli, popolazione del Lazio. Pro-
messo sposo di Lavinia, vede in Enea un
ANCHISE intruso e un usurpatore, diventandone
È il vecchio padre di Enea, da lui porta- l’irriducibile nemico. Enea lo ucciderà in
to in salvo durante l’incendio della città. duello.
Saggio e prodigo di consigli, muore nel
corso del viaggio verso la nuova patria. EVANDRO
IULO O ASCANIO Re di una città da lui stesso fondata sul
Figlio giovinetto di Enea e di Creusa, è colle Palatino, è di origine greca e offre
destinato a succedergli. Da lui discende- aiuto a Enea nel corso della guerra con-
rà la stirpe romana. tro le popolazioni italiche ostili. Perde il
proprio figlio Pallante, ucciso in duello
DIDONE da Turno.
Regina di Cartagine, offre ospitalità a
Enea e se ne innamora, ricambiata. Ma CAMILLA
la missione assegnata dal Fato a Enea gli Fanciulla guerriera, soccorre Turno quan-
impone di ripartire. Disperata, Didone si do Enea giunge nel Lazio per scontrarsi
uccide. con i Rutuli.

GLI DÈI
VENERE EOLO
Madre di Enea, sempre pronta a soccor- Custode dei venti, si fa convincere da
rere il figlio. Giunone a liberare i venti che scatena-
no la tempesta che allontana Enea dalla
GIUNONE Sicilia.
Moglie di Giove, acerrima nemica di tutti
i Troiani, perseguita con ogni mezzo la NETTUNO
spedizione guidata dall’eroe. Re del mare, dalla
parte di Enea,
GIOVE calma le acque
Fa da arbitro tra la volontà di Venere e della tempesta
quella di Giunone. scatenata da Eolo.

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SCH
IL POEMA LATINO ED
A

LA TRAMA
Virgilio, come Omero, introduce subito il lettore nel vivo dell’azione presentando Enea
e i suoi compagni, che da sette anni errano senza trovare una patria, in balìa di una
violenta tempesta che li getta sulle coste dell’Africa; qui la regina di Cartagine, Dido-
ne, li accoglie benevolmente.
IL RACCONTO DELLA FINE DI TROIA
Durante un banchetto in onore degli ospiti, Enea racconta la fine di Troia:
dopo dieci anni di inutili combattimenti, i Greci riescono a vincere i Troiani
con l’inganno.

L’INGANNO DEL CAVALLO


Fingono di ripartire per la Grecia, abbandonando sulla spiaggia davanti a
Troia un enorme cavallo di legno che sembra un’offerta agli dèi, mentre in
realtà contiene nel proprio ventre vuoto un gruppetto di guerrieri greci.

LAOCOONTE E I SERPENTI
Il cavallo è trascinato entro le mura della città, nonostante l’opposizione
del sacerdote Laocoonte che sospetta l’inganno, e che per questo viene
soffocato insieme ai suoi figli da due giganteschi serpenti inviati dagli dèi
avversi ai Troiani.

LA DISTRUZIONE DI TROIA
Durante la notte, i guerrieri nascosti escono dal ventre del cavallo e apro-
no ai compagni le porte della città, che viene così incendiata e distrutta.

LA FUGA DI ENEA
Enea porta in salvo il padre Anchise e il figlioletto Iulo, quindi con pochi
superstiti inizia le sue peregrinazioni alla ricerca della nuova patria a lui
destinata dal Fato.

L’ARRIVO IN TRACIA E L’INCONTRO CON POLIDORO


La prima terra toccata è la Tracia, dove Enea vede colare del sangue da un
cespuglio e sente una voce che gli dice di essere Polidoro, figlio di Priamo,
ucciso a tradimento dall’avido re Polinestore e trasformato in pianta per
volere degli dèi.

NUOVA FUGA DI ENEA


Enea decide perciò di fuggire da quella terra piena di insidie. Crede di
riconoscere in Creta la terra assegnatagli come nuova patria dal destino,
ma in sogno gli viene ordinato di proseguire il viaggio.

LE ARPIE
L’eroe, con i suoi compagni, finisce quindi nell’isola delle Arpie, mostri
con il corpo di uccello e la testa di donna, che predicono sciagure al suo
popolo.

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A
ED PER SCOPRIRE L’ ENEIDE
SCH

L’INCONTRO CON ANDROMACA


Dopodiché giunge in Epiro, dove ha luogo un commovente incontro con
Andromaca, che ormai vive del ricordo del marito Ettore e del piccolo
Astianatte, ucciso durante la devastazione di Troia.
ANCHISE MUORE
Si riprende la navigazione, ma, giunti in Sicilia, Anchise muore, stremato
dalle peregrinazioni. Enea e i suoi lasciano l’isola e poco dopo una tem-
pesta li spinge sulle coste dell’Africa, presso Cartagine. Qui termina il rac-
conto di Enea.
DIDONE SI INNAMORA
In seguito al racconto, Didone è mossa dapprima da un senso di pietà e di
amicizia verso Enea; poi si innamora dell’eroe troiano, che ricambia il suo
sentimento.
GIOVE ORDINA A ENEA DI RIPARTIRE
L’amore dei due è però troncato da Giove, che per mezzo del suo mes-
saggero Mercurio ricorda all’eroe la missione assegnatagli dal Fato e gli
ordina di partire.
DIDONE MUORE: ODIO ETERNO TRA CARTAGINE E ROMA
Enea ubbidisce e abbandona Didone: mentre le vele troiane si allontana-
no, la regina, disperata, si uccide, dopo aver giurato eterna inimicizia tra
Cartagine e la città che sarà fondata dai discendenti di Enea. Giunto nuo-
vamente in Sicilia, Enea lascia nell’isola una parte dei Troiani, ormai stanchi
del lungo viaggio.
LA DISCESA AGLI INFERI
Approdato a Cuma, in Campania, Enea consulta la Sibilla che lo guida ne-
gli Inferi, dove l’ombra del padre Anchise gli svela la missione assegnatagli
dal Fato: dare origine alla stirpe romana, che dominerà il mondo. Anchise
gli mostra anche i suoi discendenti: Romolo e i membri della gens Iulia.

L’OSPITALITÀ DEL RE LATINO


Arrivato presso le foci del Tevere, che riconosce come la terra destinata-
gli, Enea ottiene ospitalità dal re Latino, che gli concede in sposa la figlia
Lavinia. Ma Giunone istiga contro Enea la madre di Lavinia e Turno, re dei
Rutuli, a cui era stata promessa la giovane.

LA GUERRA TRA ENEA E TURNO


Scoppia la guerra fra Enea, Turno e i rispettivi alleati. Si susseguono duel-
li, episodi eroici, interventi divini: le navi troiane incendiate da Turno si
trasformano in ninfe marine; Eurialo e Niso, giovinetti troiani mandati ad
avvisare Enea, vengono uccisi; Enea uccide il giovane Lauso e il suo crude-
le padre Mesenzio. Turno, incurante del destino che sente a sé contrario,
sfida Enea e nel duello finale viene ucciso.

LA PACE
La pace viene finalmente ristabilita nel Lazio con il matrimonio tra Enea e
Lavinia, da cui discenderà Romolo, il futuro fondatore di Roma.

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SCH
OLTRE IL POEMA ED
A

Come continua la storia?

LA LEGGENDA
DI ROMOLO E REMO
Dopo la vittoria sui Rutuli, Enea sposò Lavinia, figlia del re Latino, e con lei fondò la
città di Lavinio, ma morì pochi anni dopo.
Iulo o Ascanio, figlio di Enea e di Creusa, fondò successivamente una città, Alba Lon-
ga, sulla quale regnò a lungo dando inizio a una nuova dinastia.
L’undicesimo discendente di Iulo, Proca, ebbe due figli: Numitore e Amulio. Quest’ul-
timo usurpò il trono, che spettava al fratello, e costrinse la figlia di Numitore, Rea
Silvia, a farsi vestale, cioè sacerdotessa della dea Vesta, con l’obbligo della castità. Ma
accadde che il dio Marte, veduta Silvia in un boschetto, se ne innamorasse.
Dall’unione tra la fanciulla e il dio nacquero due gemelli: Romolo e Remo. Venuto a
conoscenza dell’accaduto, Amulio fece murare viva Silvia e ordinò che i due bambini
venissero messi in una cesta e buttati nel Tevere. Il Fato si rivelò però amico dei piccoli:
la cesta si incagliò in un’ansa del fiume, da dove una lupa prese con sé i gemelli e li
allattò; poi vennero accolti nella casa del pastore Faustolo e di sua moglie.
Divenuti adulti, Romolo e Remo vennero a conoscenza delle loro origini regali: per-
tanto cacciarono l’usurpatore Amulio, rimisero Numitore sul trono e decisero di fon-
dare una città nel luogo in cui erano stati tratti in salvo dalla lupa. Per sapere chi dei
due dovesse essere il fondatore, Romolo e Remo si rivolsero agli dèi chiedendo un
segno. Poco dopo, Remo vide sei avvoltoi volare nel cielo; Romolo, invece, ne vide
dodici. Era quest’ultimo, dun--
que, il prescelto. Egli trac-
ciò sul colle Palatino il solco
delle mura e stabilì il divie-
to di oltrepassarlo con le
armi. Remo derise il fratel-
lo e, impugnata una spada,
scavalcò il solco: di fronte a
tanta arroganza, Romolo si in-
furiò e lo uccise.
Questa leggenda conteneva alcuni inse-
gnamenti importanti per gli antichi Ro-
mani: essa, infatti, dimostrava loro che
occorreva rispettare il volere degli dèi
e obbedire alle leggi, se necessario ri-
correndo alla forza, se non si voleva La lupa che allatta i gemelli, detta Lupa capitolina,
incorrere in severissime punizioni. è diventata il simbolo della città di Roma.

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Percorso competenze di lettura

Canto le armi e l’uomo


Stai per leggere il Proemio, l’introduzione
dell’Eneide.

Di che cosa si parla


Il poeta Virgilio racconta le imprese compiute da Enea
prima di arrivare nel Lazio, la terra a lui predestinata.

Il luogo Il tempo
• Troia, la città da cui parte Enea. • Dopo la fin
• Il mar Mediterraneo. della guerra di Troia.
• Le coste del Lazio, dove arriva Enea.

I personaggi
• Enea, eroe troiano caratterizzato
dal suo profondo rispetto per gli dèi.

• Giunone, moglie di Giove, il re degli dèi


Nemica dei Troiani, farà di tutto per ostacolar
Enea nelle sue imprese.

• La Musa della poesia.

Chi ha scritto l’Eneide


Il poeta Publio Virgilio Marone, nato ad Andes,
vicino a Mantova, nel 70 a.C., vissuto a Roma e morto
a Brindisi nel 19 a.C.
Era legato da amicizia con l’imperatore Ottaviano Augusto.

DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
fuggiasco: chi deve scappare dalla propria terra.
Fato: volontà superiore che decide il destino degli uomini
e contro la quale né gli dèi né gli uomini possono fare qualcosa.
ira: rabbia violenta.

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competenze di lettura Percorso

Canto le armi e l’uomo


Il poeta Virgilio racconta le guerre e le imprese
che ha vissuto Enea. Egli è stato il primo tra i guerrieri
a partire fuggiasco da Troia per volere
del fato e a raggiungere le coste del Lazio.
Enea ha viaggiato a lungo in terra e sul mare
per volere degli dèi e in particolare
per l’ira della dea Giunone. Enea ha sofferto molto
prima di raggiungere le coste del Lazio.
In questa nuova terra ha combattuto e ha portato
le statuette dei propri dèi e ha fondato
la città di Lavinio. In questo modo
ha dato origine alla sua discendenza.
Tra i discendenti, Romolo e Remo fonderanno
la città di Roma.
Virgilio chiede alla Musa di dirgli per quale motivo Giunone,
la regina degli dèi, era offesa con Enea.
Perché la dea aveva condannato un uomo
così rispettoso degli dèi a soffrire tanto
e ad affrontare tante disavventure?
Quanto può essere grande la rabbia degli dèi?
(Adatt. da: Virgilio, Eneide, trad. di R. Calzecchi Onesti)

COMPRENDERE
1. Di quale eroe Virgilio racconta le imprese? ......................................................................

2. Che cosa chiede Virgilio alla Musa?


A. Di aiutarlo a narrare il viaggio di Enea
B. Di spiegargli il motivo della rabbia di Giunone

ANALIZZARE
3. L’introduzione (Proemio) dell’Eneide si può dividere in due parti.
Indica la risposta corretta.
A. Prima Virgilio espone l’argomento, poi invoca la Musa
B. Prima Virgilio invoca la Musa, poi espone l’argomento
4. Il Proemio si conclude con due domande da parte di Virgilio.
Sottolineale con due colori.

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A
ED PER APPROFONDIRE L’EPICA ANTICA
SCH

LE DONNE NELL’EPICA CLASSICA


Nel mondo maschile dei poemi epici – mondo di eroi, guerrieri, condottieri – le donne
sono figure spesso defilate, eppure talvolta memorabili.
In una struttura narrativa caratterizzata dal conflitto e da valori come la forza o la
conquista della gloria e del potere, poco spazio sembra restare per le figure femmi-
nili. Giovani schiave come Briseide e Criseide, regine come Andromaca, Penelope
e Didone, principesse come Elena e Cassandra, la guerriera Camilla, hanno ruoli se-
condari nelle storie dei poemi epici, ma hanno caratteri a volte intensi e sono spesso
caratterizzate da sentimenti forti, determinanti; senza dimenticare le dee, Era, Atena,
Afrodite, coinvolte in prima persona nelle vicende degli esseri umani, e le maghe,
come Circe e Calipso.
I personaggi femminili dei
poemi epici esprimono l’altro
aspetto dell’esperienza della
guerra: ogni loro sentimento
– le speranze e l’amore per i
figli e i mariti, l’appartenenza
alla propria casa e alla fami-
glia – è infranto e trasforma-
to dalla guerra, che per loro
non è quasi mai onore e glo-
ria, ma trepidazione, paura,
dolore.
Sono, in fondo, tutte vittime
delle guerre. John William Waterhouse, Penelope e i suoi pretendenti, 1912
Lo sono le schiave dell’ac-
campamento greco, passate
come oggetti da un vincitore a un altro; lo è Andromaca, tragica figura di moglie e
madre; lo è Ecuba, che vede uccidere i propri figli e il marito, e assiste impotente alla
distruzione di Troia; lo è Cassandra, solitaria e inascoltata, che ha il dono terribile della
veggenza e che nessuno ascolta nella città assediata.
Nell’Odissea è vittima Penelope, moglie di un condottiero disperso nel Mediterra-
neo per dieci anni dopo una guerra durata altrettanto; e nell’Eneide lo sono Creusa,
moglie di Enea, che non ce la fa a fuggire dalla città in fiamme; Camilla, la ragazza
guerriera, coraggiosa e sfortunata, e lo è anche Didone, che incontra Enea quando
entrambi hanno conosciuto il dramma della guerra e che viene separata dal principe
troiano a causa del compito assegnatogli dagli dèi.
I personaggi femminili sembrano perciò avere la funzione di svelare quello che sta die-
tro ogni storia epica, dietro le grandi gesta, i duelli, l’orgoglio degli eroi: un mondo di
affetti spezzati, di valori calpestati, di speranze per il futuro troncate per sempre.

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SCH
PER APPROFONDIRE IL MONDO LATINO ED
A

PIETAS E VIRTUS
CHE COS’È LA “PIETAS” DI ENEA?
Il protagonista dell’Eneide, Enea, malinconi-
co e pensoso, è completamente assorbito dal
suo compito di portare a termine la missione
voluta dal destino, che lo porta dalla lontana
Troia fin sulle coste laziali.
La sua qualità principale è la pietas, un senti-
mento molto importante per gli antichi romani.
La civiltà romana era basata sulla conside-
razione che l’individuo era prima di tutto un
elemento dello Stato (la res publica, cioè la
«cosa pubblica»), che gli assegnava compiti
e doveri, principalmente quello di essere un
buon soldato, e un fedele funzionario nel caso Charles-André van Loo,
avesse cariche politiche. Enea porta sulle spalle Anchise, 1729
Anche la religione, per il cittadino romano,
faceva parte integrante della fedeltà allo Stato, del suo rispetto delle leggi e delle
tradizioni della patria, cioè della «terra dei padri».
Questo insieme di rispetto e fedeltà profondi nei confronti delle leggi e del servi-
zio della collettività veniva indicato con la parola pietas.
Fu il cristianesimo, che si diffuse nel mondo romano ed ebbe per secoli il latino come
lingua ufficiale, a dare alla parola pietas un significato nuovo, quello di compassione
verso l’altro, di condivisione di sofferenza e sentimenti, soprattutto verso chi soffre,
nel senso di una comune fraternità umana.

PER GLI UOMINI ROMANI, IMPORTANTE ERA LA “VIRTUS”


Una trasformazione simile, nel passaggio dalla cultura romana a quella cristiana, ha
avuto la parola virtus.
Nella cultura romana indicava l’insieme di qualità che doveva avere l’uomo, in latino
vir: coraggio, forza, capacità di combattere. Da vir deriva l’aggettivo italiano “virile”,
che indica questo insieme di caratteristiche.
In genere virtus è tradotto in italiano con “valore“. Questo spiega come mai la parola
virtus compaia spesso come denominazione di squadre sportive, in quanto espressio-
ne di forza e di lealtà.
Per i cristiani, invece, virtus venne a indicare un insieme di caratteristiche interiori e
spirituali, legate ai valori della nuova religione, al rispetto della legge di Dio e al rap-
porto di fraternità con gli altri uomini.
La parola italiana che corrisponde a questo significato è “virtù”, con il relativo agget-
tivo “virtuoso”, un tempo usato soprattutto per indicare una serie di comportamenti
conformi alla morale.

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

Verifica formativa con autovalutazione - letturA


L’addio di Creusa
Virgilio

Per le strade dell’antica città di Troia, messe a ferro e fuoco dai Greci,
vittoriosi dopo la lunga guerra, Enea cerca disperatamente
la moglie Creusa, per fuggire con lei, il figlio Iulo e il padre Anchise.
Improvvisamente l’ombra dell’amata gli compare davanti.

«Perché ti lasci andare ciecamente al dolore,


caro marito?» mi disse Creusa calmando un poco
i miei affanni. «Ciò che accade l’ha deciso
la ferma volontà dei Celesti1; il destino
5 e il re dell’altissimo Olimpo non vogliono che tu porti
Creusa con te. Dovrai affrontare un lunghissimo
esilio, dovrai solcare largo spazio di mare
e infine arriverai al paese d’Esperia2
dove il Tevere lidio3 tranquillamente scorre
10 con un lene4 sussurro tra i campi fecondi5
degli uomini. E là t’aspettano le ricchezze
1. Celesti:
gli dèi che hanno in cielo (l’Olimpo) del regno d’Italia e una moglie di sangue
la loro dimora. reale: non piangere per la tua cara Creusa.
2. Esperia: Italia. Io non vedrò le case superbe dei Mirmidoni
3. lidio: 15 o dei Dolopi6 né andrò a servire in Grecia,
che scorreva nelle terre
degli Etruschi, che si credeva fossero io che discendo da Dardano7 e sono nuora di Venere;
giunti dalla Lidia,
una regione dell’Asia Minore.
la grande madre divina Cibele8 mi trattiene
4. lene: lieve.
nei suoi luoghi, in eterno. E dunque ormai addio,
5. fecondi: fertili, produttivi.
ricordati di me nell’amore di Iulo9».
20 Mi lasciò in pianto mentre volevo ancora parlarle,
6. Mirmidoni... Dolopi:
antiche popolazioni della Tessaglia, sparì nell’aria sottile. Tre volte cercai invano
una regione della Grecia.
d’abbracciarla e tre volte l’immagine mi sfuggì,
7. Dardano:
capostipite dei Troiani,
simile ai venti leggeri, simile al sogno alato10.
figlio di Zeus e di Elettra. (Tratto da: Virgilio, Eneide, libro II, Einaudi)
8. Cibele:
antica dea della terra e della fertilità.
9. Iulo:
altro nome di Ascanio,
figlio di Enea e di Creusa.
10. sogno alato:
sogno che vola via.

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

1. Creusa rivolge la sua prima domanda a Enea con tono


A. disperato
B. affettuoso
C. ironico
D. addolorato ....... 1

2. Enea non deve lasciarsi andare a un cieco dolore, perché la morte di Creusa è
A. inevitabile
B. necessaria
C. rimediabile
D. evitabile ....... 1

3. Chi è il “re dell’altissimo Olimpo”?


.............................................................................................. ....... 1

4. Creusa predice il futuro al fuggitivo Enea (vv. 6-13). Quali tra gli eventi della tabella corri-
spondono a quanto detto da Creusa?

VERO FALSO

a. Enea dovrà superare monti e vallate prima di giungere alla meta


b. Alla fine, giungerà presso una terra dove scorre il Tevere
c. Il territorio dove approderà è ricco di terreni fertili e coltivati
d. Enea troverà una nuova sposa anche se non sarà una principessa

....... 4

5. Creusa esorta Enea a non piangere per lei (v. 13): in che modo tenta di consolare il marito?
Completa con le due parole chiave mancanti.
Creusa rassicura Enea: a lei non toccherà patire l’umiliazione e la violenza
della ……………..........................……………, cui sarebbe stata destinata, se fosse sopravvissuta, essen-
do una donna del popolo ……………..........................……………. 2
.......

6. Creusa dà il suo addio a Enea in nome di un amore che li legherà per sempre: nei confronti
di chi?
............................................................................................................. ....... 1

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

7. Dopo che Creusa ha finito di parlare, Enea riesce a risponderle?


A. Sì, perché…
B. No, perché…
Indica la risposta corretta e motiva la tua scelta con le parole del testo che la confermano.
........................................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................
....... 2

8. Creusa è un fantasma. Individua, negli ultimi quattro versi, i due verbi e il sostantivo che
lo confermano. Trascrivili dove indicato.
Verbi: .............................................................................

Sostantivo: ............................................................................. ....... 3

9. Negli ultimi versi il poeta fa uso di un numero simbolico e di una doppia similitudine. Cer-
chia il numero simbolico e sottolinea la similitudine.
............................................................................................................................................................................ ....... 2

10. Quali, tra i seguenti, sono i temi contenuti in questo episodio?


SÌ NO

a. rispetto dell’ospitalità
b. amore coniugale
c. desiderio di conoscere nuovi luoghi
d. sottomissione al volere degli dèi
e. schiavitù degli sconfitti 5
.......

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI .../22


• Ho trovato la lettura del testo epico
facile di media difficoltà difficile
• Negli esercizi
ho capito le consegne non ho capito bene le consegne
conoscevo il significato delle parole non conoscevo il significato delle parole

• Ho avuto difficoltà a rispondere alle domande n° ....................................................

Nella correzione della verifica il totale dei tuoi punti è minore di 14?
ALLENATI PER RECUPERARE STRUMENTI PER IL RECUPERO

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MISURA LE TUE COMPETENZE

Verifica di riepilogo con autovalutazione


Una gara EPICA
A conclusione dei poemi epici classici, proponiamo una gara: individualmente
o divisi in gruppi, al via dell’insegnante si comincia a rispondere alle domande
proposte. Allo scadere del tempo stabilito (deciso insieme precedentemente)
si passa alla correzione. Ogni risposta esatta vale 1 punto.

1. Completa la seguente definizione di “epica”. Scegli le parole e le espressioni dall’elenco


e trascrivile al posto giusto.
la memoria • dèi, eroi, uomini • a voce • parola •
imprese avventurose • racconto • il passato • valori

Il termine “epica” significa ................................................ , in senso più ampio .............................................. .


Inizialmente l’epica veniva tramandata soprattutto ........................................................ . Nelle antiche
civiltà l’epica svolgeva la funzione di celebrare ............................................................. , per mantenere
viva .............................................................. delle proprie origini e dei propri ...................................... morali.
I personaggi dell’epica antica sono ...................................................................... ; gli eventi narrati sono
.......................................................................... appartenenti alla storia del proprio popolo.
....... 8

2. Che differenza c’è tra “aedi” e “rapsodi”? Trascrivi il termine accanto alla sua definizione.
................................................. cucitori di canti, recitavano i passi dei poemi
................................................. cantori che cantavano, accompagnandosi
con la cetra, le imprese degli eroi e degli dèi ....... 2

3. Lo stile dell’epica è
A. semplice e quotidiano
B. ricco e solenne
C. popolare, con espressioni dialettali ....... 1

4. Il Proemio è
A. la presentazione dei protagonisti umani e divini e del periodo storico
B. la presentazione del protagonista e del tema principale del poema
C. la leggenda o il mito da cui prende avvio il poema ....... 1

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MISURA LE TUE COMPETENZE

5. Le vicende epiche, nel complesso, sono ambientate


A. in un tempo vicino all’autore
B. in un periodo determinato
C. in un passato indeterminato ....... 1

6. Le divinità
A. intervengono nelle vicende umane
B. si disinteressano delle vicissitudini umane
C. si limitano a osservare per premiare o punire ....... 1

7. L’appellativo “Pelìde” nel linguaggio epico si chiama ...................................................................................


e significa ................................................................................... . 2
.......

8. Nell’Iliade compaiono spesso molte divinità. Attribuisci a ogni dio o dea un’azione o una
caratteristica, collegandole con il nome a cui si riferiscono.

Era è la madre di Achille


Atena fabbro degli dèi, crea una nuova armatura per Achille
Afrodite moglie di Zeus, è alleata dei Greci
Zeus dio della luce, aiuta i Troiani
Apollo dio della guerra, è assai volubile
Efesto è il padre di tutti gli dèi
Teti dea dell’amore, aiuta Paride nel rapimento di Elena
Ares figlia di Zeus, dea della saggezza, è alleata dei Greci

....... 8

9. Riepiloga l’episodio di Polifemo, numerando in ordine cronologico gli eventi dati in disor-
dine.
Polifemo chiede a Odisseo il suo nome.
Polifemo dice che Nessuno lo aggredisce.
Odisseo chiede ospitalità ma il Ciclope gliela nega.
Polifemo sbrana due compagni di Odisseo.
Odisseo lega i suoi compagni sotto la pancia delle pecore e fugge.
1 Odisseo va alla grotta di Polifemo.
Polifemo chiama in aiuto i Ciclopi, che chiedono chi lo minaccia.
Odisseo dice di chiamarsi Nessuno.
Odisseo, mentre fugge per mare, rivela il suo nome.
I Ciclopi credono che Polifemo sia impazzito.
Odisseo fa ubriacare il Ciclope e lo acceca. ....... 10

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MISURA LE TUE COMPETENZE

10. La parola “odissea” è usata anche oggi, nel linguaggio comune. Leggi la definizione.

odissèa s. f. 1. Propr., titolo (Odissea) di uno dei due grandi poemi greci (l’altro è l’Ilia-
de) attribuiti dalla tradizione a Omero, in cui si narrano le vicende dell’eroe Ulisse, il suo
lungo e travagliato ritorno da Troia alla patria Itaca e la riconquista del trono. 2. In senso
fig., lunga successione di peripezie, di casi avventurosi, di disgrazie; vita travagliata.

Ora scrivi una frase in cui la parola è usata in senso proprio e una frase in cui è usata in
senso figurato.
Senso proprio: ..................................................................................................................................................................

Senso figurato: ..................................................................................................................................................................

....... 2

11. Il gioco dei perché (ogni gruppo risponda su un foglio)


1 Perché Achille decide di non combattere più?

2 Perché Ulisse non può tornare subito a Itaca?

3 Perché Ulisse dice di chiamarsi «Nessuno»?

4 Perché il dio Poseidone vuole vendicarsi di Ulisse?

5 Perché Patroclo indossa le armi di Achille?

6 Perché il vento cessa all’improvviso vicino alle Sirene?

7 Perché Argo non può correre incontro al padrone?

8 Perché Enea deve abbandonare Didone?

9 Perché i Troiani fanno entrare il cavallo nella città?

10 Perché Eurialo viene ucciso? ....... 10

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI .../46


• Controlla le soluzioni con l’aiuto dell’insegnante. Scrivi i punti ottenuti in rapporto al totale,
valuta il risultato e compila la classifica di classe.
da 46 a 42 OTTIMO! Siete dei veri campioni!
da 41 a 30 GARA A RISCHIO… Meglio un veloce ripasso!
da 29 a 23 o meno SCONFITTA CERTA! Meglio un ripasso approfondito.

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