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Gli esponenti dei partiti/movimenti populisti si definiscono degli interpreti delle sofferenze della
collettività per la cui risoluzione sono ostacolati dalle regole vigenti, dai politici di professione, dai
sindacati e dagli intellettuali ai quali non sembrerebbe interessare il bene comune e il buon senso.
Fenomeno particolarmente ampio sia dal punto di vista geografico che cronologico. Pare
comunque che abbia dei tratti unitari che potrebbero farlo assomigliare a un’ideologia.
Nel 1967 si svolge a Londra presso la London School of Economics un evento dal nome “To define
populism” che si proponeva di definire il populismo attraverso un’analisi svolta nei continenti con
il fine di capire se fosse un’ideologia, un movimento, una mentalità. IMPOSSIBILE DEFINIRLO!
Isahia Berlin: la ricerca ossessiva di una definizione porta gli studiosi ad avere il complesso di
Cenerentola e cioè un atteggiamento di frustrazione simile a quello del principe che va in giro con
la scarpa in mano alla ricerca del piede.
A tal proposito si è cercato di individuare non una definizione bensi i tratti comuni:
SHILS: il populismo si basa su un’ideologia che proclama la supremazia della volontà del popolo e il
rapporto diretto tra popolo e governo senza mediazioni
McRAE: il populismo sostiene un forte senso di fratellanza, aspira a modificare il presente
guardando al passato e sfiducia nella politica
WILES: nostalgia del passato e vede il populismo come una sindrome con alcuni sintomi: sfiducia
nei partiti, diffidenza nei confronti dell’establishment, capi a contatto con le masse.
WORSLEY: supremazia del popolo, rapporto tra popolo e governanti, fiducia nelle virtù della gente
comune
Canovan: scrive “Populism” negli anni 80, difficile definire il populismo per le sue accezioni
negative ma individua 2 tratti comuni: esaltazione del popolo e antielitismo
Sostenitori del secondo caso: si devono approfondire due tratti: la costruzione del discorso politico
e le caratteristiche della leadership.
LACLAU: il populismo è un atto performativo che utilizza un linguaggio specifico
TAGUIEFF: il populismo è un tipo particolare di mobilitazione quindi rappresenta una dimensione
dell’agire. Tanto una democrazia quanto una dittatura possono presentare uno stile populista.
PANIZZA: populismo come uno stile e una modalità di identificazione fondata sulla
contrapposizione popolo/establishment.
Wievorka: si esprime con il discorso politico e l’azione successiva può anche non esserci
HERMET: introduce il populismo mediatico come stile comunicativo: consideriamo populista tutto
ciò che è popolare, sensazionalistico.
CONCETTO DI POPOLO: se per il populismo è una massa indistinta per alcuni autori ha diverse
declinazioni.
CANOVAN:
- United people: popolo coeso/ diviso dall’establishment
- Common people: popolo dei lavoratori/ classe dirigente che si arricchisce
- Ordinary people: gente comune, semplice/ politici di professione
- Ethnic people: con tradizione e radici comuni/ stranieri
MENY E SUREL:
- Popolo sovrano: su di esso si fonda la legittimità del governo
- Popolo classe: parte umile su cui ricadono le inguistizie.
- Popolo nazione: insieme di invididui con la stessa religione, lingua, storia, territorio.
Da anatomia
MENTALITA’: Ionescu e Gellner lo definiscono “mentalità ricorrente”, mentre Linz lo definisce
come una “mentalità caratteristica”.