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Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a.C., dal re Romolo, discendente di Enea.

Il primo
insediamento sarebbe sorto ai margini della pianura del Lazio, delimitata a ovest dal mare, a
est dall’Appennino, a nord dal Tevere e a sud dai colli Albani. Ciò che rendeva appetibile
questa zona era la presenza del fiume Tevere, che costituiva un percorso navigabile di oltre
400 chilometri.

La romanizzazione dell’Italia settentrionale ha comportato un processo di ristrutturazione


radicale del territorio: il nuovo assetto prevedeva una grande rete stradale, la divisione
razionale dei terreni agricoli (centuriazione) e la costruzione di città o la sistemazione in
senso urbano degli insediamenti preesistenti. La città rappresentava il “centro dei servizi” di
un territorio da sfruttare razionalmente, per un’economia basata su agricoltura, pastorizia e
caccia. Il reticolo urbano impostato su strade che si incrociano ad angolo retto era il principio
di base dell’urbanistica romana, per derivazione da quella greca. Ma esso era comunque
applicato in maniera non rigida e uniforme: vi era uno schema di base, che veniva
variamente utilizzato ponendo attenzione alla natura del terreno e alla rete viaria, in rapporto
alle esigenze economiche, storiche, etc. Tutto ciò veniva realizzato secondo un disegno che
poneva al centro il modello della capitale, Roma. Così molte colonie nella loro stessa forma
approssimativamente quadrata, rettangolare, regolare, volevano essere delle “piccole
Rome” a immagine della città delle origini, la “Roma quadrata” di Romolo, fondata sul colle
Palatino tracciando un solco quadrato appunto. Là dove le irregolarità del terreno, le
condizioni storico-economiche particolari, l’ampiezza della popolazione o altri fattori
rendessero difficile l’applicazione di questa formula, la “imitazione” di Roma passava
attraverso l’organizzazione della piazza del foro con i suoi edifici monumentali sul modello
dell’Urbe o la selezione di uno o più edifici ricalcati su quei modelli: un tempio (capitolium),
un teatro, una basilica. In alcuni casi bastava la copia di una statua particolarmente
significativa nella storia della capitale; in età imperiale in ogni luogo pubblico non poteva
mancare una statua dell’imperatore regnante o una galleria dirsp

i nuovi insediamenti completavano il programma di occupazione del territorio intrapreso con


la centuriazione, cioè la suddivisione del terreno agricolo secondo una griglia regolare, che
individuava appezzamenti per cento famiglie.
I nuovi insediamenti sono basati su un rigido schema ortogonale, ereditato dagli Etruschi.

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