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Il monaco zen Yamada Mumon ha scritto: “Penso che al mondo non esista un’arte che

sia pura espressione del momento presente al pari dell’Ikebana. Tutte le altri arti
lasciano qualche forma o traccia: il poeta una poesia, lo scultore una statua, il
pittore un quadro, il compositore la sua musica. Espressioni artistiche che
permangono nel tempo a testimonianza che l’arte è eterna. L’Ikebana, invece, non
lascia nulla dietro di sé. La vita dei fiori è breve e anche la composizione più
splendida esprime soltanto l’esperienza di un momento. Valorizzare pienamente la
fugace bellezza dei fiori, questa è l’arte dell’Ikebana, l’arte di scoprire il
massimo del loro splendore che non durerà fino a domani. Io ritengo che arte più
pura e severa non esista. Anche la nostra vita dovrebbe essere proprio così,
tagliare ciò che ci lega al passato che più non esiste, come al futuro che ancora
non è. Vivere il presente in pienezza con tutto il nostro Essere.” (Testo tratto
dal libro “ IKEBANA arte zen” di Keiko Ando Mei)

L’ikebana è l’arte che maggiormente esplica il sentimento, di derivazione buddista,


di mujō (mu = nulla e jō = sempre) ovvero l’impermanenza.

Non si deve ricordare i dolori del passato, o rimpiangere cose che avremmo potuto
fare e nemmeno indugiare in pensieri angosciosi riguardo al futuro, ma vivere ed
apprezzare pienamente quel che abbiamo in questo momento che stiamo vivendo. Come
il fiore, la foglia, il ramo, persino il filo d’erba che abbiamo utilizzato
risplendono nel nostro ikebana nell’istante che lo eseguiamo e di cui, a differenza
di un quadro, di una scultura, non resterà traccia futura.

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