Tesi di Master
a.a. 2013-2014
ATTESTATO
Si attesta che il Dr. Cesar Julio Recalde, numero di matricola 1626703, nell´A.A. 2013
2013-
2014 ha frequentato il Master in argomento e in data odierna ha discusso la tesi: “la
Nuova Dimensione della Leadership Militare
Militare:: le Sfide della Conoscenza” conseguendo il
Master Universitario di II livello in “Strategia Globale e Sicurezza” con la votazione di
110/110.
2
La nuova dimensione della leadership militare:
Le sfide della conoscenza
Indice
Capitolo I. Introduzione
1. La leadership 4
2. I riferimenti per le decisione 7
3. Gli attivi intangibili 9
4. Gli affari militari 11
5. Il profilo del problema 12
6. L´ipotesi 13
7. Gli obiettivi della ricerca 14
8. Il quadro teorico 15
9. Gli antefatti 15
10. La metodologia epistemica 16
11. Dispersione semantica 16
12. Programma di ricerca 17
13. Lo sviluppo 17
14. L’apporto al campo della conoscenza 18
Capitolo III. Gli affari militari, un modello generico della funzionalità delle forze
armate
3
2. La conoscenza come risorsa 62
3. La conoscenza come risorsa organizzativa 65
4. La dinamica della conoscenza organizzativa 67
5. La gestione della conoscenza 69
6. Dimensioni del capitale intellettuale 73
7. Il rapporto e le misurazioni del capitale intellettuale 79
Appendici
I. Alcune tassonomie per il capitale intellettuale 117
II. Iniziative per rapporti del capitale intellettuale nell’OCSE 118
III. Il navigatore Skandia 119
IV. Prossime generazioni dei leader: le competenze emergenti 120
4
CAPITOLO I
INTRODUZIONE
1. LA LEADERSHIP
5
L’esercizio della direzione o comando dei gruppi umani è essenziale alla
natura e alla funzionalità militare. Tanto è così che la storia militare è caratterizzata
dall’analisi dei processi decisori e i risultati emergenti delle azioni militari hanno un
collegamento diretto con la capacità politica, strategica, operativa e tattica dei leader.
Lo studio della vita e il pensiero dei leader sono un tema comune in ogni scuola
militare. La direzione e il comando sono analizzati in profondità dai manuali,
regolamenti, metodi e procedure militari e sono insegnati in forma pratica e teorica
come la colonna vertebrale della formazione basilare delle persone che entrano nelle
forze armate.
6
stata studiata con profondezza da un punto de vista scientifico. I contenuti sono
principalmente di natura pratica.
1
Nel campo militare, la definizione della missione di ogni livello nella catena degli obiettivi è l'essenza
dell’organizzazione.
2
In genere nove principi sono riconosciuti: obiettivo, manovra offensiva, massa, economia di forza, unità di comando,
di sicurezza, di sorpresa e di semplicità.
3
Basil Lidell Hart (1895-1970), Militare, giornalista e autore britannico autore de la teoria dell’ approccio indiretto
secondo la quale è il migliore, far cadere una posizione nemica assaltandone un'altra o colpendola attraverso vie più
lunghe ma meno difese è il modo migliore per agire. A livello strategico l'approccio indiretto può essere anche il
colpire il paese nemico privandolo delle risorse per proseguire la guerra.
7
2. I RIFERIMENTI PER LE DECISIONE
4
Piet Mondrian, (1882-1944) è stato un pittore olandese, importante esponente del movimento artistico De Stijl,
fondato da Theo van Doesburg. .l’ordine era la sua fonte d’inspirazione.
5
Jackson Pollock (1912 –1956) è stato un pittore statunitense, considerato uno dei maggiori rappresentanti
8
Complessità e cambiamento sono le uniche costanti della realtà che ci tocca
vivere (Recalde, 2002, p. 51). Per Ohmae (Kenichi, 1999, pag. 24) i leader delle
grandi organizzazioni sono anzitutto vedette che osservano l’orizzonte in cercando di
segni di cambiamenti. Perciò è interessante scrutare quell’orizzonte della realtà e
trovare quali sono i riferimenti più rilevanti per i leader di oggi dato che, in genere, da
ciò dipende il futuro delle organizzazioni. Un percorso di 360 gradi all’orizzonte della
realtà ritaglia una siluetta inconfondibile come un faro di riferimento: la conoscenza
come fonte di valore
9
proprie forze in chiave di catene "causa-effetto". La battaglia dell’Atlantico, nella
Seconda Guerra Mondiale, è stata in gran parte una battaglia della conoscenza6.
L’istruzione e l’addestramento sono l’attività centrale in tempi di pace. La
preparazione per la guerra è maggiormente costruzione di conoscenze.
6
Di là dal valore e il coraggio dei marinai e aviatori che è stato il fattore determinante, la guerra contro gli U-Boot
tedeschi è diventata una questione di scienza. Nuovi sensori e armi sono state sviluppate sulla base della conoscenza
che è stato ottenuta dall'esperienza e la cattura di U-boat. Inoltre, l’impiego dei mezzi è diventato una questione di
matematica. Gli Inglesi hanno applicato le tecniche di ricerca operativa al problema de la difesa anti sommergibile e si
avvicinò con alcune soluzioni contro-intuitiva al problema della protezione dei convogli. L’ area di un convoglio era
aumentata per il quadrato del suo perimetro, cioè lo stesso numero di navi, utilizzando lo stesso numero di
accompagnatori, erano più protetto in un convoglio migliore che in due.
7
La “Revolution in Military Affairs” è un processo iniziato nella NATO davanti al cambiamento strategico della fine
degli anni ‘80. Concettualmente cerca di “riposizionare” le risorse umane, materiali e della conoscenza a disposizione
del comandante in tutti i livelli.
10
economiche e sociali a lungo termine legate ai cambiamenti climatici, all'autonomia
energetica e alla protezione degli ecosistemi e della biodiversità?", (Unione Europea,
2012, pag.123). Questa citazione rende evidente l'ampio spettro dell'influenza del
capitale intellettuale nella leadership, dal livello più basso a quello della strategia.
Gli affari militari comprendono una vasta gamma di principi, concetti, stili,
interessi, obiettivi, preferenze, risorse, metodi, procedure e attività. Questa varietà
cambia in termini di culture, paesi, regioni e istituzioni e varia e varia in modo
continuo in funzione dei cambiamenti nel contesto interno e nell’ordine internazionale.
11
armate. Dalla sorveglianza fino al combattimento de le tattiche e tecniche devono
essere applicate da persone che devono essere logisticamente sostenuti e moralmente
motivati.
Le tre aree funzionali degli affari militari cosi trovate costituiscono un quadro
adeguato, dove studiare l'impatto delle diverse dimensioni del capitale intellettuale
sulla leadership.
(1) Quali sono le dimensioni più rilevanti della leadership dal punto di vista
delle organizzazioni?
(4) Quali sono le dimensioni del capitale intellettuale come corpo teorico e
pratico della conoscenza dal punto di vista delle organizzazioni?
(5) Quali sono i componenti del capitale intellettuale delle forze armate?
(6) Quali sono gli elementi essenziali della funzionalità delle forze armate?
12
e nell’organizzazione delle forze armate?
(9) Qual è il rapporto tra gestione della conoscenza e la leadership del capitale
intellettuale?
(11) Quali sono le idee chiavi e le principali linee di azione collegate alla
leadership del capitale intellettuale in chiave di conclusione e raccomandazione ?
6. L´IPOTESI
Nel contesto del problema implicito nelle domande precedenti, questa tesi
esplora i campi teorici e pratici della leadership trasformazionale indiretta, la
conoscenza come attivo immateriale dell'organizzazione e la funzionalità essenziale
delle forze armate riguardo al capitale intellettuale al fine di contribuire alla sua
delimitazione epistemica e allo sviluppo teorico dei campi prima menzionati,
ottenendo, nel processo, conclusione e raccomandazioni d’utilità pratica. Al di là
dalla sua natura esplorativa, questa ricerca proporre la seguente ipotesi come sintesi
dei resultati:
13
(H3) La leadership trasformazionale strategica orientata al capitale
intellettuale permette di affrontare le sfide e cogliere le opportunità posate dalla
nuova dimensione de la realtà implicita nell’era della conoscenza mediante il
miglioramento dell’integrità contestuale e coerenza interna dei processi decisionali.
14
collegate alla leadership del capitale intellettuale nel breve, mediano e lungo termine.
sostenibilità
effettività
leadership istituzionale efficienza
mezzi
trasformazionale
fini
strategico
.
9. GLI ANTEFATTI
15
teorica e pratica compresa in questa ricerca.
Il senso denotativo di molte parole usate nei campi teorici esplorati è disperso
nel dizionario e nel corniche di riferimento. Questa dispersione e notevolmente
allargata nel dominio dei sensi connotativi nei diversi quadri di riferimento che
potrebbero essere associati. Ci sono molte modelle mentali che stampano un
significato particolare e diverso a molte parole chiave di questo lavoro. Ci sono
anche stereotipi e luoghi comuni costruiti nel regno dei pregiudizi e la saggezza
convenzionale che forniscono significati diversi alle parole e concetti. Non tutti i
contesti che danno senso connotativo sono condivisi. Perciò, bisogna capire i concetti
con un criterio ampio di collegamento tra significato e significante e anche,
ammettere differenze tra i concetti che si possiedono.
16
12. PROGRAMMA DI RICERCA
13. LO SVILUPPO
L’introduzione nel capitolo I presenta gli elementi della realtà che generano
l’incentivo per lo studio del tema, identifica il problema in termine d’interroganti,
proporre l’ipotesi del lavoro e gli obiettivi della ricerca, definisce il quadro teorico,
sviluppa gli aspetti metodologici e presenta l’apporto al campo della conoscenza.
Nel capitolo III, un modello teorico per l'essenza degli affari militari è
presentato. Il disegno, l’impiego e la preparazione e sostenimento dello strumento
militare sono analizzati e le caratteristiche essenziali sono identificate.
17
l’identificazione, misurazione e valutazione del capital intellettuale sono presentati.
18
CAPITOLO II
Una nuova dimensione della leadership può essere concepita come un campo
della conoscenza o dell’azione, dove è possibile trovare una logica particolare che
spiega fatti, comportamenti e risultati dei gruppi umani; un linguaggio costruito con
quella logica che permette la costruzione di nuove conoscenze, e contenuti che
riportano le esperienze derivanti dall'applicazione di quella logica alla realtà. Questo
capitolo esplora il contesto teorico e pratico dei concetti della leadership. In tale senso
il lavoro parte dai precedenti più importanti del contesto referenziale e riassume i
concetti e le strutture di pensiero più rilevanti.
Il leader militare è stato uno degli obiettivi di studio più frequenti della storia
militare. L’attitudine di leadership delle persone è stato un fattore determinante di
molti avvenimenti di rilevanza storica. Due domande mirano a incontrare l’essenza
della leadership. Primo, si pone l’origine delle attitudini: leader si nasce o si diventa?
Secondo, si mira a identificare la natura epistemologica della conoscenza collegata
all’arte del comando militare: la leadership militare è arte o scienza? Questa parte del
lavoro mira a incontrare congetture che rispondano a queste domande.
19
1. LA LEADERSHIP COME CAMPO DI CONOSCENZA
Nel mondo militare, la leadership è oggetto di studio dal punto di vista del
raggiungimento dei risultati militari con una forte focalizzazione nelle qualità
personali del leader. Il mondo aziendale è l’ambito dove si può trovare la maggior
profusione di contenuti, prospettive e modelli di leadership. Nella letteratura orientata
al mondo degli affari, abbondano i diversi punti di vista. Ogni anno appare una nuova
moda, scoperta, pratica innovativa o sfida della leadership che si diffonde ripetendosi
nei convegni fino a che, senza soluzione di continuità, un altro libro, con una nuova
teoria, riesamina i precedenti concetti e mostra risultati più sorprendenti. Sebbene la
leadership politica collegata alle funzioni del governo rilevi la personalità dei leader
come un fattore decisivo dei risultati, la letteratura orientata sul tema non è così
prolifica come quella del mondo aziendale.
20
punto di vista etimologico, la parola “leadership” deriva dall’inglese antico leader8.
Da questa radice, la parola leadership è stata tradotta in altre lingue come lo spagnolo
(lider, liderazgo) ma non in italiano9.Dal punto di vista semantico, in un senso
denotativo, la leadership descrive l’azione o posizione di condurre, guidare o dirigere
un gruppo o possedere il potere. In genere, il leader è chi è primo in qualcosa: una
squadra di calcio è il leader del campionato. In alcuni dizionari vi sono sinonimi come
direzione, controllo o governo. Da questa revisione basica attorno al significato
sorgono tre conclusioni che liberano alla parola leadership dai luoghi comuni
assegnati dalla saggezza convenzionale. In primo luogo, fuori da ogni contesto, non si
può assegnare alla parola leadership alcun significato differente da direzione, guida,
governo o controllo. Secondo, la condizione di leader non implica per se stesso una
valutazione morale; cioè, che esista un leader cattivo e un leader buono. Alla fine, la
leadership, nella sua origine semantica, non è associata a una condizione carismatica
o di un determinato potere di persuasione di chi la esercita; vale a dire che, in genere
e fuori da ogni contesto, chi possiede un potere e lo esercita anche con tirannia o
demagogia, è un leader.
21
morale e di persuasione, incitamento o convincimento carismatico e lo separano di
funzioni concrete come il controllo o la direzione dei mezzi per porla in un piano più
astratto.
. Scuola
Delle Delle
Del grande Della
Burocratica relazioni Reti
Uomo strategia
umane
Punto focale Grandi uomini Competenze di I leader Allineamento di risorse Leadership nelle reti
(Lincoln, gestione emergenti in per raggiungere
Napoleone) gruppi informali obiettivi tramite i CEO
Così, i primi anni del XX secolo sono abbagliati dai grandi uomini come “drivers”
della realtà, e ciò è un’eredità chiara dei precedenti tempi. La visualizzazione
22
ostensibile della rivoluzione industriale, segnata dal razionalismo, ha disposto ai
leader come modelli di studio. La guerra fredda, tra gli altri aspetti, ha messo nella
vetrina accademica la leadership politica. Alla fine, il ritorno all’abbandono dei tempi
keynesiani nell’economia dopo la caduta del muro di Berlino e il rovesciamento del
mondo occidentale verso il liberalismo, ha messo nella scena i C.E.O. 10 delle grandi
aziende che hanno issato la bandiera della globalizzazione e che hanno consentito la
generazione della ricchezza e la sua accumulazione come non è stato mai visto prima
dall’umanità.
10
C.E.O. designazione acronimica dei dirigenti delle grandi aziende dalla sua sigla in inglese: chief executive officer.
Per la cultura francofona è D.P.G: directeur president general.
23
2. LA LEADERSHIP TRASFORMAZIONALE
24
(2) Stimolazioni Intellettuale: le nuove idee sono stimolate
promuovendo il pensiero creativo.
Attitudine passiva: i temi sono risolti in Attitudine proattiva: i temi sono affrontati prima
modo contingente di trasformarsi in problemi
Riconoscimento alla precisione negli Riconoscimento dell’innovazione
standard
Tabella 2: leadership transazionale e trasformazionale
25
3. LA LEADERSHIP E LA GESTIONE
Gestione Leadership
“Il dirigente... “Il leader...
Amministra Innova
è una copia è un originale
si concentra nella struttura e nei sistemi si concentra nella gente
si fida nel controllo Ispira fiducia
ha una visione a breve termine ha una visione a lungo termine
domanda quando e dove domanda perché
ha uno sguardo sul minimo necessario ha uno sguardo nell’orizzonte
Imita origina
accetta lo status quo sfida lo status quo
esegue le cose correttamente esegue ciò che è corretto
Tabella 3: idee guide attorno alla gestione paragonate con la leadership
26
per divenire un profilo determinato. Una persona con il profilo di un leader, nel senso
delle idee guide spiegate nella tabella 3, non eseguirà un buon lavoro in una posizione
di gestione, le sarà difficile eseguire la routine, non sarà preciso o perderà del tempo
pensando ciò che non è obbligato a fare. Questa differenza è sostanziale nella misura
che la scala dell’organizzazione a guidare o dirigere aumenta e la distanza con le
questioni tangibili s’ingrandisce. Lì sorge una dimensione meno conosciuta: la
leadership indiretta.
La maggior parte dei “best seller” e gran parte della letteratura aziendale sulla
leadership si riferisce alle qualità interpersonali e agli ambienti situazionali nei quali
la dimensione psicologica e sociale delle interazioni umane faccia a faccia sono il
fattore rilevante dei processi e dei risultati. Tuttavia esiste una categoria diversa del
contesto situazionale della leadership nella quale, dovuto alla scala
dell’organizzazione, si stabiliscono rapporti più distanti tra le persone. La conoscenza
e la comprensione di questa categoria, che è stata denominata leadership indiretta o
istituzionale, è stata in genere molto più ristretta della leadership diretta (Baas M et.
Al, 1994, pag. 26). In genere, la leadership indiretta è stata studiata tramite il rapporto
e gli effetti che producono i CEO nelle grandi aziende globali. Le funzioni e gli effetti
della leadership indiretta si possono osservare in tutti i livelli della leadership. La
leadership indiretta considera anche le interazioni orizzontali, vale a dire, le influenze
che un leader possa generare nei suoi simili organizzativi e le interazioni verticali
“verso l’alto”.
27
dell’organizzazione, dove s’identifica il secondo processo. Il potere trasformazionale
della leadership indiretta si caratterizza, tra altri fattori, dal tipo d’interazioni nel
gruppo piccolo che circonda al leader, alla qualità delle comunicazioni e alle
interazioni dei collegamenti tra i livelli più bassi. Nella leadership indiretta, alcuni
autori identificano a loro volta, due livelli diversi: organizzativo e strategico, che
possono essere compresi nella categoria d’istituzionali poiché, in maggior o minor
misura, entrambi influiscono le organizzazioni, dove si porta a termine. La leadership
organizzativa è caratterizzata da un ambito molto più ampio per l’esercizio delle
funzioni di direzione, guida e controllo, sia in termini di distribuzione geografica sia
di quantità di persone. Si può considerare questo livello tra i cento e i mille di persone
dello stato maggiore, altri tipi di qualità si rendono visibili e necessari. Tra questi si
possono menzionare la capacità di generare politiche, norme, metodi e procedure che
influiscono nello svolgimento di molti, il loro grado di adesione o attitudine e la loro
motivazione.
28
per spiegare la realtà e porre nuove prospettive. Infatti, dal punto di vista
trasformazionale delle relazione umane, la leadership diretta mira a influire ispirando
alle persone in forma individuale. L’obiettivo dell’azione della leadership diretta nel
piano delle relazioni umane è la persona. Nella leadership istituzionale invece
l’obiettivo dell’azione è tutta l’organizzazione.
29
porosità della sua frontiera epistemologica e la dispersione semantica che genera la
carica connotativa di ogni nuova teoria o moda che se impone. Per questo motivo, è
utile stabilire un quadro condiviso di convenzioni attorno agli aspetti essenziali della
leadership come processo ontologico, psicosociale, organizzativa ed etico. Queste
convenzioni costituiscono i concetti essenziali di una teoria di leadership e si possono
costruire con gli elementi comuni del quadro teorico revisionato in questa ricerca.
Come ogni teoria, implica la costruzione di un paradigma che possiede una
razionalità, un linguaggio e contenuti di riferimento. Il paradigma della leadership
proposta ha come proposito propedeutico essere di riferimento perché le successive
costruzioni della conoscenza allineate con il fine di questa ricerca abbiano un contesto
condiviso o almeno un linguaggio relativamente comune 11.
11
Per Ciulla (Joanne, 2004, p.9) ci sono due modi per capire lo stato attuale degli studi di leadership con
l'analisi di Thomas Kuhn in La struttura delle Rivoluzioni Scientifiche. Data la criticità del campo, si potrebbe
sostenere che esiste un paradigma di studi di leadership, basato principalmente sul lavoro svolto nel mondo delle
aziende e della psicologia. Kuhn dice che si può dire se è stato stabilito un paradigma, è se gli scientifici possono
migliorare la loro reputazione scrivendo articoli nelle riviste che sono indirizzata solo ai colleghi professionisti, gli
uomini la cui conoscenza di un paradigma comune può essere assunta. Prima della creazione di un paradigma, scrivere
un libro di testo sarebbe prestigiosa, perché si farebbe un nuovo contributo al campo. Utilizzando i criteri di Kuhn, ci
sono prove dell'esistenza di un paradigma negli studi di leadership. La prova è il manuale di Bass e Stodgil adeso nella
sua terza edizione, diversi simposi sulla leadership, gli articoli di leadership che accettano le riviste e la letteratura
riferita a queste riviste.
30
tempo. Il gruppo di lavoro che si trova nel contesto delle risorse si distingue
specialmente.
leader
gruppo
decisione
risorce azione scopo
organizzazione
contesto
31
risorsa cruciale che il leader deve condurre sia tramite la pianificazione quanto
nell’esecuzione delle azioni in termini di opportunità, durata e frequenza.
L’assegnazione delle risorse, normalmente si organizza, tra altri fattori, da uno
schema temporale. Le risorse della conoscenza comprendono tutti gli attivi intangibili
che, come si vedrà in dettaglio nel successivo punto, si trovano disponibili
nell’organizzazione. Tra questi ci sono le competenze delle persone nelle loro
funzioni, che possono essere maggiori o minori, i processi o programmi informatici
per portare a termine una funzione, tra altri. Questo lavoro di ricerca, nel fondo, si
riferisce all’esercizio della leadership di dette risorse intangibile.
Secondo Clawsewitz non si deve iniziare una guerra se il leader non è capace
di esprimere con parole quale sia il fine ulteriore in mente e quale sia l’obiettivo che
consentirà raggiungerlo poiché questi danno l’orientamento al pensiero e indicano la
misura dell’energia umana che è necessaria (Munkler, 2002, pag. 44). Lo stesso si può
affermare riguardo qualsiasi azione umana. Gli atti sempre hanno conseguenze: l’arte
della leadership è che siano quelle desiderate. La selezione dei fini diventa
conseguentemente in una delle chiavi della leadership come fenomeno. Obiettivi e
propositi sbagliati costituiscono l’errore più elementare di un leader. La coerenza tra i
fini che seleziona il leader e quelli che gli sono stati assegnati o delegati, qualifica la
natura morale delle decisioni. La snaturalizzazione dei fini spiega le tragedie
dell’umanità collegate alla guerra 12. Il senso del proposito descrive in quale misura i
fini guidino l’azione. Nelle organizzazioni è molto comune che la routine nasconda i
fini 13. Un ruolo centrale del leader, che valuta la sua qualità, è evitarlo.
12
La relazione che il leader genera con i fini ha tre dimensioni possibili: comandare, motivare e manipolare. Si
comanda quando s’indica un obiettivo e si correggono le deviazioni o ritardi con meccanismi di premio e castigo
(leadership transazionale). Si motiva quando l’obiettivo si esegue e si sente condiviso tra il leader e i suoi seguaci
(leadership transazionale). Si manipola quando s’indica un obiettivo ai suoi seguaci ma in realtà, l’obiettivo perseguito
dal leader è un altro che non è conosciuto dai suoi seguaci.
13
Un aneddoto della Marina Reale Britannica spiega come l’albero può nascondere il bosco. All’inizio dell’espansione
del dominio marittimo globale, l’ammiragliato scoprì l’importanza di Gibilterra. Un piccolo distaccamento è stato
lasciato alla sua sorte con il fine di avere una quantità di navi che lo attraversavano e le loro bandiere, dato essenziale
per la strategia marittima di allora. Dopo un tempo, il distaccamento crebbe per avere la vigilanza continua,
migliorarono le sue condizioni, si costruissero alloggiamenti, torri di vigilanza, cucine e, alla fine, nacque una piccola e
affannata città. Alcuni secoli dopo, è una visita d’ispezione dell’ammiragliato, il capitano della stazione di vigilanza è
stato interrogato sul numero di navi che avevano passato per lo stretto: “Ammiraglio, con tutto il lavoro che abbiamo,
32
Il leader, nella logica di Benzanco (David, 1986), risponde a un livello
superiore nell’organizzazione, quello che assegna i suoi compiti, funzione e i mezzi
per trovarli: il principale o mandante. Invece, nella stessa logica, il leader è l’agente o
mandatario. Nel caso dell’azienda sarà il proprietario o il consiglio di
amministrazione, nel caso di una fondazione, i fondatori e nel caso dello stato sarà
quello superiore nella burocrazia e, alla fine, i contribuenti e i cittadini. Il contesto è
caratterizzato da un insieme di regole e attori della società che sviluppano interessi
competitivi e cooperativi con l’organizzazione. Alcuni di loro generano diritti
residuali di reclami per benefici o risarcimento per danni per l’azione
dell’organizzazione. Ad esempio, dal punto di vista ecologico, la società agisce come
14
reclamante (o in lingua inglesa, “stakeholder”). per evitare, prevenire o riparare
danni. Sia quello principale quanto i reclamanti, agiscono, tra altri ruoli e in senso
generico, restringendo la libertà di azione del leader. Le regole dell’ambiente o
contesto operano anche come una restrizione alla libertà di azione delle
organizzazioni e dei loro leader.
33
Dal punto di vista funzionale, si può dire che l’essenza della leadership è
raggiungere i fini con i mezzi disponibili nell’organizzazione o raggiungibili
nell’ambiente o contesto. La qualità della leadership può misurarsi in termini di
performance. Dal più puro senso comune, le variabili più essenziali della qualità della
leadership sonno l’effettività, l’efficienza e, dal punto di vista della leadership
trasformazionale, la sostenibilità e la capacità di crescita. L’effettività (o efficacia)
valuta il raggiungimento dei fini e se un obiettivo sia compito o no e in quale misura.
L’efficienza valuta il raggiungimento del fine al minor costo possibile in termini di
risorse nelle quattro dimensioni spiegate e il minor rischio possibile in termini delle
cose che potrebbero andare male. La sostenibilità valuta in quale misura l’impiego
delle risorse può estendersi nel tempo. La sostenibilità, come concetto generico e
astratto, costituisce un principio guida in tutti i processi dalle grandi preoccupazioni
dell’umanità per il mezzo l’ambiente.16
6. I PROCESSI DECISIONALI
16
Alcuni esempi possono aiutare la comprensione del concetto. Un leader nell’ambiente militare, può raggiungere un
altissimo livello di addestramento utilizzando le sue risorse oltre a ciò che consiglia un bilancio sensato tra utilizzo e
manutenzione. Invece di assegnare risorse per manutenzioni pianificate preventive, le utilizza per input
dell’addestramento, lasciando per un altro momento o per altri, un bilancio che li obbliga ad agire meno. Un leader che
esige di un personale oltre a ciò che è ragionevole senza un compenso morale adatto, sta deteriorando un capitale
umano nella sua fiducia o senso di appartenenza. Quel capitale intangibile e di natura profondamente morale non è stato
assegnato per il suo uso. È probabile che nella misurazione di performance la sua attività sia eccellente ma a costo della
sostenibilità. Se tutti fanno lo stesso, il sistema non lo resiste a lungo termine. La distinzione tra input e capitale in un
senso generico si rende molto decisivo in quest’esempio: non si deve consumare il capitale.
34
Per allineare le risorse agli obiettivi, è necessario prendere decisioni e portarle
a termine tramite l’azione. I processi decisionali costituiscono allora uno degli
elementi essenziali della leadership. I processi decisionali sono il meccanismo che
consentono passare dalle idee all’azione. Nei processi decisionali, il leader conduce
una sequenza di passi. La qualità della decisione è funzione del processo che la
genera ed è, a sua volta, un indicatore centrale della qualità della leadership.
pensare
conoscere capire
(ermeneutica) preferenze, interessi, fine…
realtà desiderata
cosa succede?
percezione della
realtà situazione conosciuta…
realtà breccia
evoluzione possibile
azioni
35
Quando la realtà è capita il processo decisionale, richiede di pensare. La
necessità di pensare è stata al centro della storia militare e della strategia 17. Pensare
implica avere una chiara immagine della realtà desiderata in conformità con gli
interessi dell'organizzazione, le preferenze e le possibilità. Tale modello deve essere
paragonato con la realtà interpretata per trovare la breccia. Il divario o breccia tra
desiderio e realtà, e la sua evoluzione nel futuro diventa il motore e il riferimento
permanente dell'azione del leader.
Decidere significa uscire dal mondo delle idee ed entrare al mondo dell'azione.
L’azione chiude il cerchio tra "sapere, pensare e fare" che descrive la natura più
intima dell'esistenza umana. Le decisioni e le azioni sono svolte da esseri umani.
Pertanto entrambi dipendono da ciò che una persona o gruppo sa, pensa e sente. Il
comportamento umano diventa un elemento centrale nella leadership per mezzo degli
interessi, le preferenze, la cultura e le capacità. Il meccanismo che crea la connessione
più rilevante tra l'essere umano e la leadership è la motivazione per gli uomini o le
donne cercano quello che vogliono con ciò che hanno.
7. LA MOTIVAZIONE
La leadership può essere pensata come una combinazione perfetta tra obbligare
e convincere. Obbligare va fino all’ambito di applicazione del controllo; fuori lo
17
Il Generale Foch (Ferdinand, 1970, p.23) ha messo il pensiero al centro della preoccupazione militare: “Vi sarà
chiesto in seguito di essere il cervello di un esercito. Eppure, io vi dico oggi: imparate a pensare.”
18
Il rapporto tra benefici e costi è importante: a minore costo, maggiore efficienza. Il rischio è la possibilità di danni. Il
rischio è diminuito con i costi a scapito dell'efficienza. La sicurezza (S) potrebbe essere pensata come l'inversa del
rischio (R): S = 1 - R. I concetti di sicurezza e di rischio associato a costi sono al centro delle pratiche di leadership.
36
stesso, una persona che non è convinta non farà di più. Convincere da solo non è
sufficiente perché gli esseri umani tendono a essere animali economici; quindi, essi
cercano di fare il minimo sforzo per ottenere quello che vogliono.
principi
sentimenti o
istinto
Interessi
convenienza Fig. 2
19
Un'analogia (dal greco "ναλογία" ratio), è una connessione tra due concetti attraverso una similitudine in cui il
predicato è attribuito alla prima applicato al secondo. Il rapporto di somiglianza porta a una conclusione utile che è
scoperto per il secondo termine. Analogia esiste in virtù di ciò che hanno in comune (Nerhot, P. 1991. P. 183).
37
I sentimenti o l’istinto sono generati a seguito di un impulso naturale che diventa un
comportamento non completamente controllato in funzione del carattere,
temperamento o atteggiamento della persona. La razionalità degli atti non è completa.
I principi o regole spiegano un comportamento in base alla convinzione, i valori
morali, i codici comuni, le norme, o la legge. Implica una decisione razionale. La
convenienza o gli interessi spiegano una motivazione basata sui risultati in relazione
alle proprie preferenze. Questa motivazione si spiega nel comportamento razionale
tipico dell’economia, dove si cerca di massimizzare la propria funzione di utilità. In
questo schema di valori i fini sono più importante dei mezzi.
20
In fisica, per esempio, è comune pensare che un fenomeno non sia influenzato dall’attrito o altre forme di perdita di
energia
21
Don Chisciotte della Mancia, il personaggio del romanzo omonimo di Miguel de Cervantes Saavedra (1605), è
l'epitome della persona idealista che non misura i mezzi o le conseguenze per raggiungere fini basati nelle più alti
ideali.
38
persona buona, cerca un equilibrio. Per Pascal (Blas, 1846, p. 149 – 150), non c'è
niente di più difficile nella vita che vivere secondo i principi. La convenienza, suscita
l'idea d’interesse. Un interesse è un oggetto tangibile o intangibile, cui è assegnato un
valore. Nella società di consumo, l’ interesse per una migliore paga è uno dei motori
più comuni. Nelle organizzazioni, l'interesse delle persone si concentrano
sull'avanzamento di carriera, le possibilità di futuro, il riconoscimento pubblico,
miglioramento della condizione, ecc. Il leader ha le proprie motivazioni e deve capire
e avere in mente quelle dei suoi superiori, colleghi e subordinati. Ogni persona ha
una ragione per agire e un metodo di riferimento delle sue azioni riguardo ai suoi
interessi, principi o sentimenti.
39
trovare tre livelli di autonomia della decisione che sono visualizzati nella figura 6.
In un primo livello di autonomia della decisione sono quelli che prendono come
riferimento preponderante ciò che pensano gli altri. Questo è un caso molto tipico di
alcune persone che invece di centrarsi sull’obiettivo, guardano il capo cercando
d’interpretare ciò che può stare pensando per cercare di essere ben visto da lui.
Questo tipo di decisione è in genere complesso perché richiede lo sforzo
d’interpretazione dell’opinione degli altri e il principale problema che ha è che
contraddice un principio militare elementare: centrarsi sull’obiettivo.
valori
convinzione
timore
In un secondo livello ci sono quei leader che decidono in funzione della sua
paura alla pena della norma. In ogni circostanza stanno censendo quali sanzioni
possono sorgere da ogni passo che si pensa dare. Il riferimento è sempre la “linea
rossa” di ciò che indica la legge e l’ordine stabilito: mentre ci sia sicurezza di essere
lontano della linea rossa, l’altro non importa. In fondo, si tratta di una posizione
mediocre e di poco valore che da priorità alla convenienza come fonte di motivazione.
Definitivamente l’informazione che si necessita per decidere, è minore che nel
precedente caso, come può vedersi nella figura 6 nella quale l’area rappresenta per
analogia la necessità di elaborazione della decisione o il “volume” dell’informazione
necessaria.
40
In un livello superiore di autonomia della decisione sono quelli che
appoggiano le loro decisioni non alla paura per la norma ma al suo attaccamento a
essa o alla convinzione che è ciò che si deve fare. La decisione si rende più facile in
termine di elaborazione ma può essere più difficile da implementare. È un’attitudine
di correttezza e può implicare un grado di valore morale nel suo svolgimento. Si
esegue ciò che il sistema dice che si deve fare, per cui è un sintomo di leadership
transazionale tipica.
Bonani (Gian Paolo, 2006) analizza il vasto campo dell’ampia realtà militare e,
in un modo trasversale e comprendente, identifica i paradigmi centrali dell’attualità e
propone uno schema di conoscenza riguardo al quale guidare la formazione dei futuri
41
leader. Tali paradigmi sono modelli mentali prevalenti nell’ambito militare che hanno
permesso lo sviluppo delle risorse umane, materiali e di conoscenza più rilevanti nelle
forze armate dei paesi più avanzati. I paradigmi che Bonani identifica includono,
collegati al cambiamento nell’impostazione della professione militare dalla
convergenza civile, la complessità informativa, la responsabilità sociale e i nuovi
doveri della sicurezza. A livello istituzionale, la guerra centrata in reti, l’azione
congiunta e la denominata rivoluzione negli affari militari conformano lo spetto dei
nuovi paradigmi. I paradigmi che Bonani propone per guidare la formazione dei futuri
leader costituiscono, a dir il vero, un quadro contestuale molto rilevante con il quale il
leader militare di domani dovrà guidare i suoi processi decisionale e la sua azione
tenendo conto della particolarità, complessità e continua evoluzione del contesto in
cui opera.
I contenuti sulla leadership nel mondo aziendale hanno avuto una crescita
esplosiva negli ultimi decenni. Pregiati lavori di grande profondità accademica e
rigore epistemologico convivono con “best seller” di venditori d’illusioni. Lavori
rilevanti del mondo accademico e modelli mentali del mondo aziendale, essenziali
alla teoria della leadership, si basano su principi o su valori del mondo militare o li
accettano. Alcuni, ad esempio, usano la saggezza implicita nel lavoro di Sun Tzu per
stabilire principi generali della leadership (Shlosberg, 2010), altri utilizzano i dettagli
intricati dell’analisi comparativa (benchmarking) nato nella catena di rifornimenti
della logistica militare (Walden, 2010) o fano un approccio militare ai problemi di
sicurezza nelle aziende (Watson, 2007). Colin Powel, ex-Capo di Stato Maggiore
della Difesa degli Stati Uniti e Segretario di Stato, si è trasformato in un riferimento
per il mondo aziendale (Daft, 2006).
42
conoscenza del uno sopra l'altro. Le maggiori sfide e le conseguenti realizzazione
hanno dato impulso alla conoscenza, quindi la preminenza è stata rafforzata. Nel dopo
guerra l'esperienza militare scorreva verso il mondo aziendale. Nel corso dell'ultimo
decennio, la fine della guerra fredda, la rivoluzione tecnologica e l’espansione dei
mercati generate dalla globalizzazione, hanno reso delle conoscenze molto potente
sulla leadership nel mondo delle imprese e accademiche, quindi, i militari hanno
approfittato per crescere con tali nuove conoscenze.
43
sulla natura degli affari militari: la guerra, è arte o scienza?22 Sebbene non sia
escludente, traccia linee generali al riguardo: “… chiamare tutto arte quando l’obiettivo è
portare a termine il “fare”(essere capace), come ad esempio, arte di costruire; scienza,
quando meramente conoscere, è l’obiettivo…”. In tal senso si potrebbe ritenere che gli
affari della guerra, come conoscenza prodotto del pensiero militare, sono l’arte del fare e
la scienza del conoscere. La storia militare mostra che, in genere, potrebbero considerarsi
come l’arte al processo in cui il carattere, l’intuizione e il giudizio puro del Comandante
si armonizzano nella presa di decisioni per affrontare problemi e approfittare opportunità
militari. Dall’ altro lato, non sarebbe tanto errato dare un carattere scientifico a una
conoscenza che, partendo di basi di filosofia politica per spiegare e per stabilire norme
sulla complessa dinamica che collega i fini e i mezzi della guerra o il conflitto, passando
per le considerazioni etiche della giustificazione della morte e il danno, finisce con scelte
tangibili nella realtà. Quest’etica può rinforzarsi se si ha in considerazione che la scienza
politica segue processi assolutamente analoghi nel transito dalle idee all’azione. Un
componente “scientifico” potrebbe identificarsi oggi nel lavoro di uno stato maggiore che
richiede il citato processo ermeneutico di lettura della realtà circondante, una valutazione
comparativa riguardo a uno stato desiderato e l’esercizio euristico della concezione di
scelte possibili riguardo ai costi e rischi.
22
La risposta a questo interrogante non dovrebbe considerarsi come la ricerca della verità assoluta prodotta da una
riflessione elaborata in modo ermeneutico da ciò che è scritto come succede nel Vangelo. Piuttosto dovrebbe essere una
congettura probabile o verosimile nella quale le idee più profonde dell’opera in studio e le migliori conoscenze di chi
proponga detta congettura si articolino in modo adatto.
44
ognuno con il suo peso secondo il suo impatto nei fini desiderati23. La coerenza interna
obbliga ai processi di analisi e conseguimento di conclusioni a seguire cammini logici
rigorosi e tracciabili. La tracciabilità implica che ogni passo è spiegato in termini di
perché si sia finito in una maniera determinata. Di conseguenza, lo stato maggiore non
può essere estraneo alla gestione dell’informazione.
23
Nell'ambito della giustizia, giudice diventa il datore della garanzia epistemica dell'applicazione della legge.
45
dell’informazione. A rigore, la differenza tra casualità e causalità, assunto centrale nel
pensiero militare, è nella conoscenza24.
24
Infatti, se si mettessero 40 palline in un’urna di vetro, l’estrazione di un numero determinato sembra casualità.
Tuttavia se si conoscessero le posizioni iniziali di ogni pallina e un trasmettitore dentro di ognuna trasmettesse le forze
e accelerazioni alle quali è soggetta, non sarebbe difficile sapere la posizione di ognuna riguardo alla bocca di uscita. In
tal caso, la conoscenza ucciderebbe l’incertezza. Il risultato è una causalità perché si conosce la catena di causa ed
effetto che governa la realtà.
46
casa, un militare evidenza, la sua forma di essere. La cultura organizzativa si evidenza
dai tratti superficiali come l’ordine e la pulizia fino a questioni di valori come l’onore
e la risposta alla leadership. Questo è valido dal soldato nel fronte fino al generale nel
suo ufficio nella capitale della nazione. In tal senso, la cultura organizzativa sarà un
mediatore quando l’azione è allineata con le preferenze che impone la cultura e un
ostacolo quando esiste divergenza. In un’organizzazione con una cultura
transazionale, la tendenza è mantenere lo status quo, non apportare nuove idee perché
non cambieranno la mia situazione, non innovare: “non fare onde”.
25
Il “triage” come metodo di selezione delle vittime degli incidenti in massa o nelle catastrofi antropiche o naturali, è
una forma di sollevare dal giudizio etico che implica scegliere chi vive e chi muore.
47
10. LA PERSPETIVA DELLA GOVERNANCE26
26
Come per leadership manca una parola italiana che sia la traduzione e la replica del concetto de governance.
27
Corporate governance e la rama della governance dedicata alla azienda. La corporate governance è stata la prima
versione di questo campo teorico e pratico.
48
problemi d’ incentivo degli agenti; e, infine, (iii) la convalida, la distribuzione e l'
esercizio del potere. Alla fine , si tratta di proprietà e potere.
La governance del settore pubblico è considerata oggi come une delle fonte di
preoccupazione più rilevanti della umanità. La mancanza di governance e l’origine de
una grande parte dei conflitti e, in genere, della insicurezza e della sofferenza umana
che se vive in stati che possono essere chiamati “falliti”. La responsabilità e
l’impegno con la legge e i cittadini è il problema principale della governance del
settore pubblico28: entrambi implicano i obblighi dei soggetti o enti incaricati di
risorse pubbliche ad essere capace di dare una risposta e rapportare ai cittadini che
sono quelli che li hanno dato l’autorità (Kahn et.al, 2006, p.1).
28
I concetti di responsabilità e impegno sono riuniti nella idea di “accountability”, parola inglesa senza traduzione al
italiano.
49
CAPITOLO III
50
richiede uno sforzo di pensiero e immaginazione che è versato in un piano d'azione.
Una volta che i mezzi materiali, umani e di conoscenza sono stati determinati, è
necessario crearli, amministrarli e sostenerli a lungo termine in un processo di
preparazione costante che implica la sua articolazione con la società tramite lo
sviluppo istituzionale delle forze armate. Le forze armate hanno il compito
permanente della manutenzione del materiale e dell’allenamento del personale. In
fondo si tratta dell’appoggio istituzionale ai mezzi di combattimento per garantire la
sostenibilità dello sforzo a lungo termine e l’adattabilità ai cambiamenti. L’impiego
dello strumento militare arriva con la guerra o il conflitto ma per quello è necessario
aver pianificato correttamente e in forma continua come si deve combattere. Queste
funzioni, che ogni forza armata denomina in modo differente e raggruppa in modo
diverso, sono l’essenza della funzionalità militare. In un modo o altro, queste attività
possono riconoscersi in tutte le forze armate del mondo.
29
I “libri bianchi” della difesa dei seguenti paesi sono stati analizzati: “Defense White Paper 2013”, Australia; “Libro
Blanco de la Defensa Argentina 2010”, Brasile 2012, “Annual White Paper”, Giapone 2013; “Strategic Defense and
51
processi coinvolti, sono stati identificati mediante un'astrazione, e messi insieme in un
modello generico che è illustrato nella figura 7.
interessi nazionale
situazione strategica
obbiettivi strategici
minacce
OS1 OS2 OSn
scenari
opzioni strategiche
capacità necessarie
risorse
economiche
capacità possibile rischio
mezzi
(umane, materiali, della conoscenza, tempo)
In genere, il processo inizia con una valutazione sulla situazione strategica del
paese in cui sono definiti attori e interessi (come oggetti materiali o immateriali, con
un valore assegnato in base alle preferenze).
Gli interessi nazionali sono definiti al più alto livello politico, normalmente
dalla costituzione nazionale: la sovranità, l'indipendenza, ecc. Gli obiettivi strategici
sono derivati da tali interessi. La presenza di minacce potenziali o attuali e le
incertezze della realtà consentono la costruzione di scenari in cui è necessario
Security Review”, Regno Unito 2013; “Livre Blanc sur la Défense et la Sécurité Nationale”, Francia 2013; “White
Paper on National Defence for the Republic of South Africa”, Sudafrica 1996 e “Libro Blanco de la Defensa”, Chile
2010.
52
stabilire una soglia di sicurezza adatta alla situazione 30. Questo livello di sicurezza
consente le capacità necessarie per la soddisfazione delle preferenze in un contesto
determinato di minacce attuali e previste per il futuro 31. Per ogni scenario, sono
proiettate varie opzioni o scelte strategiche e quelle più rielevanti sono selezionati.
Per svolgere ciascuna scelta strategica, le capacità necessarie sono definite come un
insieme di risorse umane, materiali e di conoscenza orientati verso un obiettivo in
contesto temporale determinato. Le capacità necessarie sono quelle che risolvono
completamente lo scenario strategico. Tuttavia, l’insufficienza delle risorse
economiche impedisce normalmente il loro conseguimento, quindi devono essere
degradate. Le capacità possibili sono quelle ottenibili con le risorse economiche
disponibili per la difesa. Il divario tra le capacità necessarie e possibili implica
l'esistenza di un rischio strategico che deve essere accettato e assunto al più alto
livello politico. Le capacità possibili sono una serie di effetti che richiedono mezzi
materiali, umani e di conoscenza e di tempo per essere sviluppati.
Come ogni pianificazione, il disegno dello strumento militare, può vedersi dal
punto di vista del processo, degli input o del prodotto. Il processo è il paradigma
utilizzato come modello per il lavoro. Il paradigma, e il modello mentale che
comprende una logica o razionalità, costruisce un linguaggio e si sviluppa in
contenuti che sono provati confrontandoli con la realtà, fissa il modello mentale di
pensare e sviluppa la pianificazione. Esistono diversi metodi per pianificare il disegno
delle forze. Alcuni, pianificano “dall’alto verso il basso” cominciando dagli obiettivi
e derivando nelle capacità e mezzi. In alcuni casi, si definiscono gli scenari strategici
in cui sono contenute minacce con certi livelli d’incertezza e, in altri casi, si
determina un’ipotesi di conflitto che implica un insieme di attori concreti con
30
La sicurezza, da un punto di vista astratto e generico, può essere intesa come l’equilibrio percepito tra la
soddisfazione di necessità e preferenze e le minacce per conseguire detto fine. La soglia di sicurezza è un orizzonte
dentro il quale le minacce sono neutralizzate con un livello di rischio accettabile secondo il bilancio di mezzi e fini
disponibili. I diversi paesi adottano un criterio in parte restrittivo per definire le loro necessità nella questione e,
fondamentalmente, la frontiera tra sicurezza e difesa.
31
Normalmente, a questo punto il limite concettuale e pratico tra difesa e sicurezza è tracciato. In alcuni casi il
limite è cristallino, in alcuni altri, la frontiera è sfocata. Questa decisione contribuisce alla definizione della missione
delle forze armate e alla separazione dei ruoli rispetto alle forze di sicurezza.
53
interessi e capacità conosciute. Altri paradigmi, pensano “dal basso verso l’alto”,
cominciando dai mezzi accessibili con le risorse finanziarie disponibili. Questi mezzi
determinano le capacità possibili e, da lì, gli obiettivi a raggiungere sono determinati.
54
inondazioni, terremoti, incendi, ecc.
55
La complessità di utilizzare lo strumento militare è aumentata in tempi
moderni dalla grande sensibilità che generano le vittime e i danni collaterali. I piani
dovrebbero massimizzare la sicurezza, uno dei grandi principi militari, quindi, le
operazioni sono più costose. Le regole d’ingaggio33 impongono restrizioni all'uso
della forza che nasce dalla soluzione del problema militare al fine di non provocare
effetti negativi nei campi degli obiettivi politici, il diritto internazionale, umanitario e
del conflitto armato. La risorsa più importante per affrontare questa complessità
crescente è, senza dubbio, la corretta gestione della conoscenza.
Quando i piani per l'impiego delle forze armate ricevono l'ordine di esecuzione
l'essenza dell'anima militare, si mette in azione. I valori più profondi e più importanti
entrano in gioco e mostrano la loro forza o debolezza. Tali valori non sono solo il
risultato di un piano militare ma soprattutto, sono il risultato della leadership di lungo
termine, a volte trasformato in piani.
I piani per l’impiego dello strumento militare sono la ragion d'essere delle
forze armate. Per mantenere nel tempo la capacità di compimento diventa necessaria
la preparazione dello strumento militare.
33
Le regole di ingaggio sono più conosciute nel campo internazionale come ROE: Rules of Engagement. Le ROE sono
diventate una limitazione grave alla libertà d’azione e un impegno centrale per i comandanti militari dispiegati nel
terreno.
56
formazione delle persone, l’apprendimento del lavoro di squadra e la messa a punto
dei sistemi. Il lungo tempo che serve a costruire le capacità è una delle ragioni per
l'esistenza delle forze armate come un’istituzione permanente.
GXR è una delle varie applicazione del “balanced scoreboard”. Il primo approccio alle scheda di controllo è stato
pubblicato da Art Schneiderman nel 1987. Molte altre pubblicazioni hanno potenziati l’uso e la ricerca accademico e
aziendale di questo metodo di valutazione della performance. Il primo libro di Kaplan & Norton, The Balanced
Scorecard, resta il riferimento più popolare al metodo.
57
conflitto dei mezzi disponibili. Lo sforzo logistico ha una dimensione genetica
nell’acquisto di mezzi militare e una di sostenimento nella loro manutenzione.
35
J-1 indica l'area de personale per gli stati maggiore della difesa o interforze. In generale la denominazione per le
forze aeree è A1, A2 ..., eserciti G1, G2 ... e armati N-1, N 2 ...
58
CAPITOLO III
IL CAPITALE INTELLETTUALE
59
più astratto e generare contenuti di valore operativo, utili per la pratica professionale
e per le decisioni della vita. Un altro fenomeno notevole che elude l’apprendimento
degli aspetti teorici centrali è che la rivoluzione tecnologica ha consentito
l’implementazione rapida di molti concetti di amministrazione della conoscenza nei
sistemi informatici. Tali sistemi di lavoro cooperativo, come l’apprendimento a
distanza, colgono l’esperienza o la gestione di clienti, e tra altre conseguenze, hanno
trasformato rapidamente le idee in azione lasciando occulti i concetti fondamentali
dietro le linee del codice del software 36. Con tal motivazione, come si vedrà in alcuni
casi, è inclusive necessario adoperare o stabilire una tassonomia di riferimento
davanti alle molteplicità di scelte e la mancanza di un consenso generalizzato. Per una
miglior comprensione, è conveniente analizzare i concetti con la loro evoluzione
recente. Il cambiamento del millennio è stato il testimone della visualizzazione della
conoscenza come una risorsa centrale dell’umanità.
60
applicazioni della conoscenza in azione”. “L’era della conoscenza” è il contesto nel
quale oggi si svolgono le nostre vite e la nostra attività. Il grado del controllo del
futuro di ogni organizzazione o persona dipende ogni volta più della conoscenza e
della sua corretta identificazione come fattore determinante dei resultati.
La figura 8 mostra la crescita del componente degli attivi intangibili nel valore
di mercato delle aziende incluse nell’indice SP 500 tra 1975 e 2009. Può osservarsi
che la relazione tra gli attivi intangibili e tangibili in pratica si è invertita. Il valore del
mercato è la somma di azioni o quote. Gli attivi tangibili sono quelli che sono espliciti
nei bilanci delle aziende. Le attività economiche di alto componente di attivi tangibili
come le dedicate all’industria pesante, la siderurgia o il settore minerario hanno
ceduto il loro posto preponderante ad altre che in pratica tutto il valore è intangibile
come succede con l’industria del software o dei servizi finanziari.
61
Figura 8: il valore degli attivi intangibili nell’economia.
Microsoft offre un esempio chiaro al riguardo. Verso gli anni ’90 il suo valore
di mercato era di 250 bilioni di dollari. “Sicuramente poco di quel valore è
attribuibile alla proprietà di attivi fisici. Invece il suo controllo sugli standard del
software utilizzando un’ampia rete di contratti e convenzioni formali e informali che
comprendono piccole aziende o gigante come Intel, Sony o General Electric,
Microsoft ha acquisito un’enorme influenza nell’industria dei computer e molto di
più” (Holmstrom et al., 1998, pag. 85). Oltre agli intricati meccanismi psicosociali e
stocastico che spiegano il valore del mercato di un’azienda, è innegabile che gli attivi
intangibili sia il fattore più importante di creazione della ricchezza nei paesi
sviluppati e la loro fonte più importante di vantaggio competitivo (Boedker et al.,
2005, pag. 4). La crescente importanza degli attivi intangibili ha generato una grande
espansione nella letteratura. Tuttavia alcuni ricercatori considerano che la teoria
economica dell’azienda basata nella conoscenza sia ancora nella sua “infanzia” (Wei
Choo et al., 2002, pag. 8). Una grande quantità di contenuti teorici e pratici sugli
attivi intangibili e la loro gestione della conoscenza in ambiti oltre a quello
economico hanno seminato anche una grande gamma di scelte, stereotipi e cliché che
possono generare linee di pensiero divergenti o ingannevoli. Un’analogia applicata
all’ambito militare consente di intuire il valore degli attivi intangibili come una fonte
62
di vantaggio competitivo nella guerra o nel conflitto. La riduzione dei tempi di
costruzione di nave tipo Liberty negli Stati Uniti, lo sviluppo di tattiche anti-
sottomarini nel Regno Unito, la disegno delle tattiche coordinate per l’uso degli aerei
e dei carri armati in Germania, sono alcuni esempi in cui il fattore decisivo era non
solo la capacità di un mezzo materiale. Invece, il fattore determinante era la
conoscenza sotto forma di competenze nata dell’allenamento o sotto forma di
procedure tattiche nati dall’applicazione di tecniche, per esempio, la ricerca operativa.
Questo rafforza la convenienza di revisionare e adottare concetti collegati alla base di
questi campi teorici.
63
Un’altra forma di capire la creazione della conoscenza è la trasformazione dei
dati e dell’informazione, la cui distinzione è molto rilevante. La conoscenza non è
uguale ai dati e all’informazione, ma è collegata intimamente a entrambi (Davenport
et. al, 2005, pag. 1). La differenza tra i tre concetti è rilevante dal punto di vista
funzionale più che teorico poiché un’organizzazione che non distingua la differenza
nei suoi sistemi e metodi di gestione può commettere gravi errori.
Un dato è una mostra oggettiva della realtà, un registro di un fatto, una misura
quantitativa o un contributo qualitativo. Senza un contesto, non ha nessun significato;
ad esempio, in un sistema di armi, la tensione elettrica nell’entrata del servomotore di
elevazione. Il dato è un valore istantaneo di un aspetto della realtà ma nulla dice sulle
cause o sull’effetti. Il dato è la materia prima dell’informazione. Dalla sua gestione
dipende la costruzione dell’informazione adatta. Quanto più grande sia
un’organizzazione, più quantità e più tipi di dati dovranno essere registrati e
processati come si poi intuire nella figura 9. Quanto più complesse sia la realtà con la
quale un’organizzazione interagisce, più quantità di dati dovrà essere in condizioni di
registrare e immagazzinare per capire più tardi quella complessa realtà 37.
più valore.
conversazione supporto mentale
esperienza
connessione conoscenza
riflessione
utilizzo
contestualizzazione
ordinamento informazione
comparazione
compilazione più volume
correlazione dati supporto fisico:
(carta, software,ecc.)
37
La ricerca d’informazione nella massa di dati riceve il nome di “datamining”.
64
un’esercitazione. Un altro esempio sarebbe i registri di una carta di credito, dove si fa
la correlazione tra le zone geografiche e le abitudini di consumo. In sintesi,
l’informazione è un insieme di dati dotati di rilevanza alla vista di un interesse
particolare.
Per Davenport (et. al, 2005, p. 2), informare è “dare forma”. Chi riceve
l’informazione in qualche senso cambia la forma nella quale percepisce una
determinata realtà. Nell’ambito navale, un rapporto di contatto di un’aeronave è un
dato. Quando è sistemato riguardo alla propria nave e collegato con le posizioni
conosciute di navi amiche, passa a essere un’informazione. Eventualmente, nel
quadro complessivo della missione e la situazione può essere molto importante e
anche, molto urgente. Gran parte dello sviluppo dei sistemi di aiuto per la decisione
tattica in tutti gli ambienti di guerra (navale, aereo, terrestre o anfibio) è orientato alla
trasformazione dei dati in informazione e anche in conoscenza attraverso la
semplificazione delle situazioni estremamente complesse in semplici visualizzazioni,
ad esempio, una mappa di probabilità per una ricerca, dove i differenti colori dello
schermo riflettono la probabilità d’incontrare un sottomarino, un terrorista, una
zattera o un naufrago. (Recalde, 1996, pag. 4). I dati e l’informazione, per la sua
natura, possono risiedere nei sistemi fisici come archivi in carta o informatici.
65
neuroscienze, da un punto di vista pratico, è interessante capire la conoscenza quale
attivo pregevole per il funzionamento delle organizzazioni. In tal senso, la conoscenza
è una commistione fluida di esperienza inquadrata nei valori e l’informazione
contestuale delle condizioni di un lavoro. Per Nonaka (Ikujiro, 1994, pag. 15),
l’informazione è il risultato di un flusso di messaggi, mentre che la conoscenza è il
risultato di un flusso d’informazione, ancorata nell’interesse e le credenze di chi lo
possiede. Quando il tecnico ha riparato il cannone difettoso, si è prodotta la magica
costruzione di conoscenza nella sua mente. Ha ottenuto il “know how” e,
probabilmente, il “know why”, che è ancora più pregevole 38. Oltre le considerazioni
epistemologiche sulla natura della conoscenza, la cosa più rilevante, dal punto di vista
pratico, è che si tratta di una risorsa pregevole per l’organizzazione.
38
Come esempio di questa sequenza, si può prendere una ricetta. Gli ingredienti sono dati. Ognuno per sé non ha senso.
Insieme con il preparato è una sequenza di informazioni. Quando una persona si prepara una ricetta più volte acquisire
esperienza, avere conoscenza è il "know how”(saper fare). Quando conoscere anche la ragione per gli ingredienti e le
sequenze, può sostituire nessuno di loro se mancante. Questo è il "know why " (sapere perché), una dimensione di
coscienza superiore.
66
dall’organizzazione, chi la sostituisce, è probabile che deva cominciare tutto da capo.
Quello significa più tempo, meno effettività o più costi. Lì si visualizza il valore
economico della conoscenza tacita. Se si trattasse di una situazione nell’ambito
militare, l’esempio della logistica è molto applicabile, la perdita della persona, si
trasformerebbe in una perdita di effettività, oggettivo del modello militare.
L’altissima mobilità del personale militare, che a volte rimane poco tempo in
un’unità, genera uno scenario complesso dal punto di vista della trasmissione della
conoscenza etica.
Per evitare gli importanti effetti della perdita della conoscenza tacita, le
organizzazioni cercano di “raccogliere” quella conoscenza tacita e registrarla in liste
di controllo, manuali o sistemi. In quel processo, la conoscenza passa a essere
“esplicitata”. La conoscenza esplicita è ciò che rimane nell’organizzazione quando la
luce si spegne. L’amministrazione di questi attivi intangibili ha dato luogo a un
campo disciplinare teorico e pratico chiamato gestione della conoscenza. Il nucleo
delle grandi linee strategiche della gestione della conoscenza, è la raccolta della
conoscenza esplicita (Recalde, 2002, pag.5). Con l’identificazione della conoscenza
tacita, sorge una serie di questioni teoriche e pratiche che le scienze
dell’amministrazione cercano di comprendere, spiegare, predire e, soprattutto,
guidare. In questo contesto, sorgono conflitti, dilemma e domande molto scomode:
chi è il proprietario della conoscenza tacita, la persona o l’organizzazione? L’agenda
dello specialista logistico, è di lui o dell’organizzazione? Le conseguenze legali di
queste situazioni, implicano dibattiti le più delle volte non risolti. Se consideriamo
che la conoscenza sia potere, potremo capire la dimensione e complessità di tali
conflitti e dibattiti. Insieme ai problemi, sorgono le opportunità: la conoscenza è più
sicura nell’organizzazione nella misura che le persone aderiscono e si sentono
identificate con essa.
67
intuitiva, difficile da spiegare, codificare 39 e trasmettere. Una sintesi interessante al
riguardo è che sempre possiamo “sapere e fare più di ciò che possiamo dire”
(Polanyi M., 1996, pag. 16).
39
Un esempio rende più comprensibili le idee: sarebbe possibile scrivere un manuale con tutti i dettagli per imparare a
usare la bicicletta, ma difficilmente una persona impari con questo. Allo stesso modo, una persona, difficilmente
potrebbe descrivere tutto ciò che il corpo realizza quando usa la bicicletta.
68
tacita ed esplicita:
Verso
Tacito Esplicito
Tacito Socializzazione Esternalizzazione
(conoscenza condivisa o (conoscenza contestuale)
Dal
empatica)
Esplicito Internalizzazione Combinazione
(conoscenza operativa) (conoscenza sistematica)
69
procedura per richiedere appoggio di fuoco aereo a un capo di reparto di fanteria
costituiscono parti della conoscenza codificata che consentono l’azione e che
migliorano l’attitudine delle persone verso questa.
70
esteso alla gestione completa e integrale di tutti i flussi di conoscenza che sorgono
dalle diverse trasformazioni tra tacito ed esplicito.
71
senso, include l’insieme di compiti che la vasta letteratura definisce in modo disperso
e differente ma che può essere sintetizzato nei seguenti processi: (1) Ottenere:
consiste nell’incorporazione delle conoscenze esterne all’organizzazione. La
realizzazione di corsi di formazione è una pratica molto comune nell’ambito delle
forze armate come una forma di raggiungere una conoscenza particolare che si
desidera possedere. In questi casi, la trasformazione più comune è passare dalla
conoscenza esplicita nei contenuti dei corsi alla conoscenza tacita nella mente degli
alunni. Si osservi che è intuitivo pensare che ogni alunno, sulla base della sua
esperienza, eseguirà connessioni differenti. Ognuno di loro può avere una grande
idea.
72
sua conoscenza organizzativa. La marina militare degli Stati Uniti possiede una vasta
esperienza nella gestione della lezione imparate che cominciano con
l’implementazione del “Navy Lessonss Learned System” tramite una rete interna in
tutte le unità operative (USN, 2002).
73
(5) Riutilizzazione: è l’impiego della conoscenza condivisa mirando
all’adempimento di alcun obiettivo organizzativo. In genere, si tratta di risolvere
problemi approfittando l’esperienza ottenuta da altri in modo che il processo decisorio
implicito in tutto il problema, si arricchisca nella misura che passa il tempo. La
riutilizzazione dell’esperienza di altri riduce la probabilità di commettere due volte lo
stesso errore e di reinventare la ruota. Ciò favorisce le condizioni per l’innovazione
poiché si migliora ciò che si è fatto. Alcune organizzazioni obbligano ai loro membri
a certificare nei loro processi la parte della “infosfera” consultata al fine di assicurare
che le precedenti esperienze siano considerate.
L’implementazione della gestione della conoscenza produce un effetto
strategico rilevante nel favorire la denominata organizzazione che impara.
Un’organizzazione che impara è, in genere, quella che riesce a raccogliere la
conoscenza tacita delle persone in una struttura della conoscenza esplicita che facilita
il suo riutilizzo.
74
costruzione di un gran numero di tassonomie che oggi si mantengono disperse. La
tabella dell’Appendice 1 mostra questa dispersione in diversi esempi di tassonomie
associate al capitale intellettuale (OECD, 2006, pag. 14). La dispersione tassonomica
informata nella tabella dell’appendice, che si mantiene nell’ambito accademico, rende
difficile la costruzione della nuova conoscenza. Un lavoro precedente (Recalde, 2012,
pag. 7) cerca d’integrare le diverse tassonomie in un solo “mappa del capitale
intellettivo” da una logica generatrice che è la capacità dei diversi attivi intangibili
per aggiungere valore ai fini organizzativi. La figura 10 mostra tali categorie.
42
Un indicatore sarebbe la misurazione del coefficiente intellettivo, che indirettamente si considera in diversi
processi di selezione e sviluppo delle risorse umane. Per entrare alle forze armate, in genere, si deve dare un
esame o concorso. Le qualifiche nei corsi di formazione o addestramento sono un fattore del progresso
professionale. Molti uffici di consulenza misurano tramite test d’intelligenza questa variabile come un fattore di
selezione.
75
Capitale
Organizzativo
Capitale Intellighenzia
Competenze
Relazionale
Attitudine Organizzazioni e
processi
Proprietà
Intellettuale
76
è stato raccolto dalla teoria dell’agenzia in cui il valore economico o morale degli
incentivi è cruciale al momento di dosare gli sforzi oltre la capacità di controllo. La
gestione del capitale umano inclina ogni volta di più la bilancia verso il lato della
convinzione individuale, allontanando i fondamenti della leadership dai formati tipici
del controllo. La qualità umana si riferisce in genere ai coefficienti intellettuale e
anche a una dimensione etica del comportamento.
77
il suo ambiente che servono per i fini organizzativi. Ad esempio, una serie di
convenzioni o contratti di un’unità militare con il governo locale di una regione o
un’azienda per ottimizzare la controprestazione di beni e servizi. Senza quell’attivo
intangibile, la gestione sarebbe più difficile o costosa. In genere, queste relazioni si
riferiscono a organizzazioni governative, non governative, ogni volta più presenti
nelle zone di conflitto e in aziende private. “Non è importante cosa conosci, ma a chi
conosci”: una rete di contatti e relazioni ben costruite e trasmesse tra successive
amministrazioni consente l’accesso a risorse che altrimenti sarebbero irraggiungibili
(Bonfour et al., 2005, pag. 232).
78
Il capitale sociale non ha una definizione unica nella letteratura ma può
considerarsi come tale tutto ciò che l’ambiente di un’organizzazione sa, pensa e sente
riguardo a questa. Differenti discipline generano prospettive diverse a questa
dimensione. Nella logica generatrice di questa tassonomia, il capitale sociale è il
risultato di percezioni dell’ambiente riguardo all’organizzazione che genera un valore
riguardo ai fini organizzativi. Ad esempio, una comunità soggetta a rumori molesti di
spari di cannone di un’unità d’artiglieria, non si gioverà in altri processi, il che può
implicare maggiori costi. Il concetto di “stakeholders” o reclamanti è di applicazione
diretta in questo caso. Le percezioni delle comunità dell’ambiente dell’organizzazione
favoriscono o rendono difficile l’azione di questa. Per Claridge (Tristan, 2004, pag.
23), il capitale sociale è l’insieme di relazioni con l’ambiente che può produrre
benefici per i fini organizzativi. Tutta una branca delle scienze dell’amministrazione e
il mondo aziendale hanno creato un campo di conoscenze pratiche e teoriche che si
raggruppano sotto il nome di Responsabilità Sociale d’Impresa. Questi concetti
consentono la sua estensione a qualsiasi organizzazione tramite il concetto più ampio
della Responsabilità Sociale delle Organizzazioni. L’Esercito del Cile dal 2008
genera rapporti di responsabilità sociale che informano le sfide del “bilancio sociale”
dell’istituzione e delle azioni per migliorarlo (Esercito del Cile, 2008).
Il capitale cliente può definirsi in forma sintetica come ciò che i clienti di
un’organizzazione sanno, pensano e sentono riguardo a questa. Nell’ambito militare è
difficile, anche se non impossibile, definire “clienti”. Esistono punti di vista che
guardano alla società come i clienti dei beni e servizi che provvedono le forze armate.
Sebbene possa considerarsi certo per analogia, non ha molto senso pratico né valore
operativo perché la società è piuttosto “proprietaria” del suo strumento militare e le
relazioni che possono stabilirsi sono più connesse a doveri di questo riguardo a
quella. Alcune forze armate prestano servizi come il controllo di porti, l’abilitazione
di navi, le previsioni meteorologiche, il trasporto in zone remote o la pubblica
sicurezza. In questi casi potrebbe pensarsi in un cliente di tali servizi. Anche se, per
essere sintetici, è possibile lasciar questa categoria fuori dell’approccio di questo
79
lavoro.
Il capitale intellettuale spiega la maggior parte del valore dei grandi aziende,
ed è la principale fonte di vantaggio competitivo di fronte alle sfide che sempre
presenta il futuro. Tuttavia il capitale intellettuale non è visibile nei bilanci44.
Identificare, misurare e valutare il capitale intellettivo si è trasformato allora in una
fonte di preoccupazioni che è cominciata a rendersi visibile verso la metà degli anni
’90. I primi rapporti degli azionisti sul capitale intellettuale o ICR45 erano orientati
principalmente a controllare ai consigli di amministrazione e all’alta dirigenza
(OCSE, 2006, pag. 5) e sono stati presentati da Skandia, una compagnia svedese di
servizi finanziari (Sullivan, 2001, pag. 419). I lunghi dibattiti successivi sulla
possibilità di stabilire standard mondiali di misurazione del capitale intellettuale sono
stati inutili a causa della natura complessa e incerta degli attivi intellettuali.
Conseguentemente i rapporti del capitale intellettuale si mantengono principalmente
come narrative addossate ai bilanci contabili degli azionisti, non sono una pratica
ancora comune e, come può vedersi nell’Appendice 2, esiste una grande gamma di
44
Inoltre le norme della gestione aziendale sono stette per il capitale tangibile e finanziario ma sono quasi assenti nel
caso del capitale intellettuale (Recalde, 2012, pag. 16).
45
ICR per le sue sigle in inglese significa Intellectual Capital Reporting – Rapporti di Capitale Intellettuale.
80
standard nel quadro dell’OCSE per misurare e informare il capitale intellettuale delle
imprese.
81
Alcune istituzioni militari hanno implementato quadri di questo tipo secondo è stato
dettagliato nel capitolo III. L’identificazione del capitale intellettuale è un passo
imprescindibile per la gestione adatta. L’identificazione e valutazione degli attivi
intangibili delle organizzazioni governative e non governative senza scopo di lucro,
costituisce un’area di poca ricerca e grande potenziale.
82
CAPITOLO V
83
La matrice di correlazione mostrata nella Figura 11 è un risultato non atteso di
questa ricerca, più per il suo valore come processo che per la qualità del prodotto
ottenuto. Infatti, la profondità e vastità di analisi che questa matrice consente è molto
rilevante e supera lo scopo di questo lavoro. Di conseguenza, l’estensione della
correlazione effettuata è limitata a quelli aspetti più intuitivi, diretti e rilevanti per una
migliore comprensione dei concetti coinvolti nel metodo.
84
formulazione di un programma di ricerca accademica più globale sul capitale
intellettuale nelle forze armate.
85
Oltre al metodo, il disegno delle forze è una pianificazione normalmente multi
settorialmente a lungo termine e caricata di un altissimo livello d’incertezza per
essere nella frontiera tra la politica e la strategia militare. In detto ambiente la
costruzione della conoscenza diventa molto complessa. La domanda d’intelligenza
sulle minacce e di dati, informazione e conoscenza sulle risorse disponibili e lo
scenario è, in genere, molto alta.
86
piuttosto che il "know how". Il dominio del “know why” contribuisce alla flessibilità46 dei
piani.
Tali condizioni rendono la pianificazione della progettazione dello strumento
militare un’attività di altissima domanda di risorse umane molto qualificate.
46
La flessibilità di un piano è la sua capacità d’adattamento al cambiamento nelle fattore della situazione.
47
Il design dello strumento militare è un'attività del pensiero non strutturata in cui non è possibile applicare metodi
rigorosi. La definizione delle di minacce, la soglia di sicurezza selezionati e livelli di rischio inerenti sono prodotti
molto complessi. Pertanto, le operazioni intellettuali individuali e collettive che si prendono sono di alta originalità e
difficile da codificare.
87
guida e motivazione.
48
Il valore epistemico del dissenso nelle interazioni tra le persone è oggetto di studi approfonditi nel campo
dell'epistemologia. L'auto-dubbio quando gli altri mettono in dubbio le proprie credenze, come prima reazione, è un
segno di capacità di apprendimento, possibilità di costruire nuove conoscenze e meno possibilità di errore. (Kelly T.,
2012).
88
dei consensi trovati nel processo del disegno, de lo strumento militare. L’integralità e
profondità dei consensi raggiunti in materia politica e le convergenze tra le diverse
strategie nazionali dello sviluppo, di affari esteri e di difesa, è la garanzia de la
sostenibilità delle soluzioni trovati nel disegno. Se i consensi politici non sono
profondi, la concrezione dei piani e la crescita delle capacità diventano impossibili o
molto difficile di riuscire. Con tale motivo, l’ampiezza dei consensi è una misura del
capitale relazionale che il processo di disegno dello strumento militare richiede e, a
sua volta, consente costruire. In somma la leadership del capital relazionale diventa
determinante dei resultati.
Il tipo di attività implicite nel disegno richiede una gestione dettagliata della
creazione e delle trasformazioni della conoscenza. La socializzazione, cioè il trasferimento
della conoscenza tacita da persona a persona, è fondamentale nella costruzione di
competenze di quelli che arrivano alle squadre di lavoro. L'approccio per tentativi ed errori
può servire solo se sono stati documentati in forma di lezioni apprese e delle migliori
pratiche come una forma di esternalizzazione della conoscenza tacita imparata.
89
La leadership della conoscenza ha senso solo se impatta sui risultati. Nel mondo
aziendale equivale a denaro. Nel mondo militare significa, in genere, la probabilità di
riuscire l'effetto desiderato sull’obiettivo materiale e anche la differenza tra la vita o la morte
e tra la vittoria o la sconfitta. Lo impiego dello strumento militare mette la conoscenza in
azione e mostra i risultati. La leadership della conoscenza in azione è decisiva dei risultati
militari. Nella guerra moderna, l'accesso ai dati, informazioni e conoscenze (esperienza) è il
fattore decisivo nelle battaglie. Il concetto di Network Centric Warfare è basato su questa
premessa (Cares, 2005.)49
L’impiego dello strumento militare implica l’uso dei mezzi disponibili per il
raggiungimento dei fini della strategia militare. L’impiego ha due momenti
differenziale, la pianificazione e l’esecuzione e tre livelli diversi: strategico, operativo o
tattico. Per ciascuna combinazione di queste partizioni della realtà, sarebbe possibile fare
una dettagliata analisi delle risorse immateriali presenti nella forma capitale intellettuale e
delle dinamiche della conoscenza che influenzano i processi. Purtroppo, un’analisi di questa
natura è, per la sua estensione, aldilà dello scopo di questo lavoro. Un futuro programma di
ricerca in quest’argomento è pienamente giustificato e interessante.
La strategia per l’impiego dello strumento militare si porta a termine nel più
alto livello nazionale. Nella sua genesi, cioè la pianificazione, l’impiego è molto
vicino al disegno dello strumento militare e le considerazioni dal punto di vista del
capitale intellettuale possono considerarsi analoghe. Le necessità, le sfide e le
opportunità implicite negli attivi intangibili esistenti e che devono costruirsi con il
processo del disegno, richiedono una leadership istituzionale trasformazionale per il
miglioramento continuo dei processi che li originano.
49
Network-Centric Warfare (NWC), chiamato anche “network-centric operations” è una dottrina militare o teoria della
guerra sperimentato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nel 1990. (NWC) cerca di tradurre un vantaggio
informativo, attivato in parte dalla tecnologia dell'informazione, in un vantaggio competitivo attraverso la robusta rete
di ben informate forze disperse geograficamente. Questo networking combinato con cambiamenti nella tecnologia,
organizzazione, processi e le persone consente nuove forme di comportamento organizzativo. La teoria NWC contiene
i seguenti quattro principi nelle sue:
(1) Una forza robusta rete migliora la condivisione delle informazioni;
(2) La condivisione delle informazioni migliora la qualità delle informazioni e la consapevolezza della situazione
condivisa;
(3) Consapevolezza della situazione in Comune consente la collaborazione e di auto-sincronizzazione, e migliora
la sostenibilità e la velocità di comando; e
(4) Questi, a loro volta, aumentano notevolmente l'efficacia della missione.
90
Il militare fa il combattimento con l'arma che ha “nella mano”, la conoscenza che ha
“nella testa”, e “nel suo istinto”, e il manuale delle procedure che ha difronte dei suoi occhi.
Sono altrettanto importante il sapere quanto la pistola. Uno senza l'altro non funziona. La
conoscenza implicata nel sistema d’arma, a sua volta, si manifesta nelle dimensioni del
capitale umano (le competenze) e del capitale strutturale (le procedure). Entrambe le
dimensioni sono messe in azione sia per la progettazione come per l’esecuzione a livello
strategico, operativo e tattico.
Il "know how", è pura conoscenza e si trova nelle competenze delle persone e nei
diversi metodi, procedure o protocolli usati. Il " know why", invece, è saggezza pura e si
50
Conosciuta universalmente dalla sua versione in inglese come “cultural awareness”.
91
trova nell’esperienza individuale e collettiva. La storia militare compila l’esperienza di
generazioni, quindi bisogna conoscerla. La dottrina costruisce modelli basati di
quell'esperienza aggiunta a quella che deriva dell’operazione e l’esercitazione. I piani
applicano la dottrina alle situazioni particolari. Lo sviluppo della dottrina e dei piani è un
processo puro di costruzione della conoscenza che deve essere condotto in modo da
assicurare l'efficacia , l'efficienza , la sostenibilità nel tempo e la creazione di capacità e di
"vantaggio competitivo ". La leadership transazionale tende a un atteggiamento orientato
alla conservazione dello status quo, quindi, se lo scenario ha un’alta competitività, il rischio
di sconfitta cresce. Invece la leadership trasformazionale, secondo i principi della teoria,
pone una sfida costante allo status quo del pensiero, quindi l'innovazione cresce e il rischio
diminuisce. In genere, all’interno de tutte le organizzazioni, l’innovazione e una virtù
desiderabile, per i militari, invece, è una necessità di vita o morte . La dottrina e i piani
dovrebbero essere verificati in forma continua, a ogni livello con diversi cicli di tempo.
Ogni giorno di più, i processi automatizzati sono una condizione indispensabile per ottenere
risultati. La quantità di dati, informazioni e conoscenza del campo di battaglia moderno sono
così grandi che solo è possibile gestirne in tempo reale tramite i sistemi informatici. Sistemi
d’intelligence, comando, controllo, comunicazioni, sorveglianza e ricognizione hanno nel
loro software risorse intangibile che la leadership deve dirigere per mantenere un vantaggio
competitivo e garantire risultati. La leadership tecnologica diventa ogni giorno più
complessa e richiede un crescente grado d’integrazione delle conoscenze. Le sfide della
leadership difronte alla tecnologia dell’informazione sono smisurate.
92
costruite dalla formazione e dell’allenamento. La base dell’atteggiamento è la morale
combattente. Il valore è nel cuore di quest’atteggiamento e comporta la predisposizione a
dare tutto, anche la vita, per l'obiettivo assegnato. L'atteggiamento individuale è integrato nel
valore istituzionale sviluppato nel tempo: la tradizione. L'esempio de l’ammiraglio
Cunningham è un’evidenza dell’importanza specifica dell'atteggiamento: “ci vogliono tre
anni per costruire una nave, trecento per costruire una tradizione” (Churchill, W., 1950, p.
265) 51. La costruzione di atteggiamento come attività istituzionale richiede di molto tempo,
conoscenze specifiche, attaccamento e coraggio. L'atteggiamento conservatore di sostenere
una tradizione di valore deve essere conciliata con l'atteggiamento di costante innovazione.
Solo una leadership trasformazionale è in grado di garantire questa esigenza.
51
Ammiraglio Cunningham, Comandante delle Force Navale Britannici nel Mediterraneo ha dovuto correre il rischio di
perdere tutta la sua flotta per salvare l'esercito in Creta perso dai tedeschi.
93
incommensurabile per gli esseri umani in informazioni (Recalde, 1996).
94
La preparazione e il sostenimento dello strumento militare sono esempi
paradigmatici della trasformazione delle risorse tangibili a intangibili come un processo
continuo nel tempo. Le risorse finanziarie del bilancio diventano capacità militari per la
difesa. La società investe soldi per una certa soglia di sicurezza contro una serie di minacce
esterne. Nel caso dell’allenamento, per esempio, la trasformazione delle conoscenze è diretta
e molto visibile: carburante, munizioni, pezzi di ricambio, stipendi delle persone diventano
competenze individuali e collettive delle unità che compongono le forze armate. La
preparazione è, dunque, l’attività che mostra con più forza, la necessità di pensare gli affari
militari dalla prospettiva del capitale intellettuale.
a. Capitale strutturale:
95
L’allestimento del materiale comprende, come primo passo, le funzioni della
logistica genetica: la raccolta dei mezzi. Una capacità è un mezzo o una risorsa
orientata a un obiettivo. Le risorse hanno tre dimensioni: materiale, umana,
conoscenza e tempo. Comprare mezzi, senza una considerazione della dimensione
della conoscenza, implicita genera un grave rischio di non poter assicurare la
sostenibilità o la disponibilità a causa dell’interruzione di alcun componente
fabbricato all´estero. Con tal motivo, le strategie di acquisizione dovrebbe essere
pensata, pianificata ed eseguita considerando specialmente la dimensione della
conoscenza. La Navy Marines Corp Intranet (NMCI) si è costituita in uno strumento
di altissimo valore per i processi di acquisizione poiché consente l’amministrazione
della conoscenza in termini di capitale strutturale e umano di una forma distribuita e
in tempo reale (Pollok, 2002, pag. 51). L’allestimento degli operatori e mantenitori
dei sistemi (capitale umano) e la documentazione (capitale strutturale), tra molti altri,
sorgono naturalmente quando la leadership ha come quadro di riferimento il capitale
intellettuale. Questi processi richiedono inoltre la costruzione di un capitale
strutturale nella sua dimensione relazionale. Infatti, i piani di raccolta di mezzi nel
lungo termine devono allinearsi con le strategie della conoscenza a livello nazionale.
96
La motivazione individuale è una sfida centrale per la leadership perché costituisce
la materia prima per la costruzione de l’atteggiamento a livello istituzionale. La
predisposizione naturale per aggiungere valore per l'organizzazione e la componente chiave
del capitale umano. Una delle basi della motivazione è la creazione di obiettivi istituzionali
che includono lo sviluppo umano della gente, la felicità oltre la sua funzione come un
ingranaggio di una macchina. Da un punto di vista teorico, si genera una migrazione dal
concetto di risorse umane, tipico della leadership transazionale verso l’idea di capitale
umano, centro dell'attenzione nella leadership trasformazionale.
Capitale relazionale delle forze armate può essere considerato l'insieme dei contratti
espliciti o impliciti e la cognizione reciproca che essi hanno con altre organizzazioni nel
contesto sociale. Il capitale relazionale è l'ingranaggio che collega lo strumento militare con
il sistema paese, è costruito nel tempo ed è rafforzato o indebolito ogni giorno attraverso
ogni nuova interazione. La leadership trasformazionale orientata al capitale intellettuale
cerca di mettere in valore questi beni immateriali, massimizzare la sinergia del lavoro tra le
diverse istituzioni e allinearli con gli obiettivi organizzativi.
Il capitale sociale può essere visto come tutto quello che la società sapete, pensa e
sente riguardo al suo strumento militare. È il risultato della percezione e ogni giorno si
costruisce attraverso l'informazione pubblica che la società riceve dalle forze armate. Il
capitale sociale aggiunge valore quando l'opinione pubblica è positiva. Ciò si riflette, tra gli
altri aspetti, nella qualità del capitale umano che i militari possono ottenere della società.
Poi, pensare il capitale sociale come un bene immateriale che bisogna essere identificato,
misurato e migliorato in tutte le sue dimensioni implica una prospettiva più profonda e
completa per esercitare la leadership trasformazionale.
e. Le dinamiche: del tacito all’esplicito
97
ed esplicita nella forma dei documenti e sistemi informatici dedicati al lavoro. La
raccolta di conoscenza tacita nei processi di mantenimento nella forma di lezioni
imparate e migliori pratiche implica direttamente migliorare la capacità di riparazione
futura, risparmiare risorse finanziarie e la disponibilità del materiale. La conoscenza
si trasforma in risparmi considerevoli e in più capacità. La leadership orientata al
capitale intellettuale trova, nel suo quadro di riferimenti, il metodo per identificare
prematuramente questi bisogni. La sicurezza operativa e patrimoniale 52 dipende della
capacità d’imparare. Un’organizzazione che non impara ha più possibilità di non
riuscire a essere effettiva e avere contrattempi. La leadership orientata al capitale
intellettuale che identifica il bisogno di non ripetere lo stesso errore e non reinventare
la ruota migliora la sicurezza e, in definitiva, salva vite.
52
La sicurezza può essere concepita come il complemento a uno del rischio (S=1-R). Il rischio operazionale è la
probabilità si non raggiungere un obiettivo operazionale. Il rischio patrimoniale è la probabilità di avere un
contrattempo che provochi un danno alle proprie risorse e di terzi.
98
Le altre funzioni di sostenimento istituzionale comprendono l’ottenimento e
sviluppo delle risorse umane, l’istruzione di queste, l’intelligenza, la pianificazione,
la gestione del bilancio preventivo, la logistica, le relazioni istituzionali, le relazioni
pubbliche e la responsabilità sociale tra tante altre dimensioni. Queste funzioni sono
analoghe a quelle di qualsiasi organizzazione. La letteratura è prolifica nel dimostrare
il valore di una leadership orientata al capitale intellettuale che consenta identificare
la conoscenza in tutte le sue dimensioni in ogni livello e utilizzarla come riferimento
per i processi decisori.
99
L´allenamento fornisce l´apprendimento sulla performance delle capacità al disegno
tramite le lezione imparata e le migliori pratichi. Questo “feed-back” consente
l´adeguatezza tra mezzi e fini nel processo continuo del disegno.
disegno
impiego preparazione
e sostenimento
100
risultato della ricerca è stato alquanto sorprendente perché rivela la densità delle
risorse immateriali che sono parte importante dei processi militari e che devono essere
gestiti a tutti i livelli della leadership militare. La “mineraria della conoscenza”
realizzata nelle dimensioni della funzionalità dello strumento militare, non è stata
esaustiva, ma è sufficiente a mostrare la ricchezza, le sfide, i rischi, e le opportunità
generate dal capitale intellettuale nelle forze armate. I risultati dell'esplorazione hanno
superato le attese suscitate all'inizio della ricerca. Da un punto di vista olistico, la
matrice di correlazione permette, valutare in modo complessivo l’importanza di
ciascuna categoria del capitale intellettuale come prodotta dell’unione de tutte le
dimensioni della funzionalità militare. E 'come sommare concettualmente quello
contenuto in ogni colonne. Quest’analisi consente, da una prospettiva olistica,
l’esplorazione concettuale delle ipotesi di lavoro proposte.
101
e della leadership.
102
collegamento.
Le sfide poste dalla conoscenza come fonte di valore sono caratterizzati dalla
necessità di adattamento per raggiungere la sostenibilità nel tempo e la capacità di
crescita. Dato che la conoscenza è la fonte di vantaggio competitivo per la
funzionalità militare, la leadership trasformazionale permette profittare delle
opportunità perché incoraggia un atteggiamento orientato a l’innovazione e a la
proattività nel confronto delle situazione.
103
CAPITULO IV
1. CONCLUSIONI GENERALI
104
b) “Leader” si nasce e si diventa. L’esplorazione eseguita consente
confermare che esistono delle condizioni naturali nelle persone che le predispongono
a essere buoni “leader” e che l’apprendimento scolastico ed esperienziale rafforza
dette condizioni tramite raggiungimento della conoscenza di gran valore per la
pratica. Di conseguenza, la formazione de quelli che hanno responsabilità presente o
futura della leadership diviene in una questione istituzionale fondamentale per il
futuro delle organizzazioni in genere e delle force armate in particolare.
105
azioni nell’ambito militare consentono concludere che la leadership militare è scienza
nel campo della conoscenza e arte nel campo del fare. Quest’idea implica in se stessa
un modello mentale di valore per la comprensione teorica e l’applicazione pratica
della leadership nell’ambito militare. Implica anche una conseguenza importante: il
requisito di conferire la maggior sicurezza epistemologica possibile ai processi di
percezione e interpretazione della realtà e di concezione delle scelte. Inoltre l’idea è
utile per orientare la formazione del personal e la pratica della leadership nelle
organizzazioni. Al riguardo, sarebbe opportuno prendere in considerazione le
raccomandazioni elencate di seguito:
106
(2) In questo senso, il Centro di Alti Studi per la Difesa,
può assumere un ruolo principale e cospicuo nello sviluppo dei contenuti e
prospettive al riguardo della leadership indiretta. Un seminario o un convegno della
leadership organizzativa di alto livello costituirebbe un contributo alle altre
organizzazioni, allo stato, e, in genere, alla società.
j) La parola “leadership" è molto usata perché l’idea non può essere espressa
dalla lingua italiana usando altri come “comando” o “direzione”. Eppure, manca il
verbo derivato dal sostantivo. In conclusione, sembra che la mancanza di una parola
italiana per “leadership” costituisce una limitazione per la costruzione di nuova
conoscenza e lo sviluppo della teoria e della pratica al riguardo. A livello di
raccomandazione, si può pensare l'idea un po’ stravagante di "creare una nuova
parola in italiano" che sia la sua traduzione è che sia accompagnata da un verbo con
tutte le sue coniugazioni ( potrebbe essere “lider”, “lideranza” e “liderare”).
107
k) La governance del settore pubblico costituisce un corniche di riferimento
di altissimo valore per la leadership in genere e per la leadership del capitale
intellettuale in particolare. Come raccomandazione, sarebbe conveniente generare
delle linee della ricerca orientate alla governance nel ambito militare. Il CASD
potrebbe assumere un ruolo di leadership nel contesto della pubblica amministrazione
italiana.
108
(2) In questo senso, sarebbe conveniente considerare la
possibilità de sviluppare delle norme che introducano la gestione / leadership della
conoscenza nella funzionalità e nella cultura organizzazionale delle force armate e
anche dello stato.
109
sostenimento istituzionale. L’analisi della funzionalità militare essenziale alla luce
della leadership trasformazionale consente l’identificazione e valutazione dei beni
intangibile delle forze armate.
110
massimizzare il valore aggiunto riguardo agli obiettivi organizzativi. Tra i valori nascoste
scoperti dalla ricerca, meritano menzione per la sua rilevanza:
b) Il modello per il disegno dello strumento militare del capitolo III consente
di esplorare lo spetro del rischio che sorge nel processo di trasformazione che parte
111
delle capacità necessarie e arriva alle capacità disponibile. Sarebbe interessante la
formulazione de un modello de sicurezza e rischio basato in questo modello.
112
k) Le responsabilità di comando sembra avere bisogno dei principi e metodi
della leadership indiretta. Invece, normalmente i contenuti studiati di più sono quelli
legati alla leadership diretta. Sarebbe conveniente, fare uno studio comparativo tra
contenuti e necessità della leadership diretta e indiretta.
l) L’ aggiornamento del lavoro del Dott. Bonani (2006) sulle competenze del
“ufficiale sistemico” sarebbe una sfida de gran valor per la definizione dei programmi
di studio.
5. RIFLESSIONE FINALE
Il Centro de Alti Studi per la Difesa ha davanti a se una grande opportunità per
costruire una posizione di leadership regionale nella ricerca del capitale intellettuale
nelle forze armate e ottenere conoscenza essenziale di questa nuova dimensione della
realtà. Questa conoscenza poi diventare una fonte critica di vantaggio competitivo.
113
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
114
Edvinsson, Leif; Malone, Michael, El Capital Intelectual: como Identificar y Calcular
el Valor de los Recursos Intangibles de su Empresa, Harper Collins Publisher, New
York, 1999.
Ejército de Chile, Reporte de Responsabilidad Social del Ejército del Año 2011,
www.ejercito.cl/reportes.php , 2011
Empleo y las Cualificaciones Profesionales, Gestión del Conocimiento y Capital
Intelectual Cuaderno 31, Donostia – San Sebastián, 2005.
European Commission, Reporting IC to Augment Research, Development and Innovation
in SME´s, Directorate General for Research EU, Luxemburg, 2006.
Fidock Justin, Organisational Structure and Information Technology (IT): Exploring
the Implications of IT for Future Military Structures, Command and Control Division
Foch, Ferdinand, The Principles of War, AMS Press, Virginia, 2008.
García, Joe; Klingel, John; Mull, John; Summers, Dennis & Taylor Vicky, Army
Transformational Leadership: a Study of Core Competences for Civilian Leadership,
Thesis, Naval Postgraduate School, Monterey, 2006.
Hollander, Edwin P. ,Leaders, Groups and Influences, Oxford University Press, New
York, 1964.
Information Resources Management College (IRMC) of the National Defense University,
Revista Know. En “Ubiquity, An ACM IT Magazine and Forum”; 2/11/2005; p. 1. 5;
N° 1; Febrero 1994; p. 15.
Kahn, Adil and Numayr, Chowdhury, Public Accountability, Corruption Control and
Service Deilvery: Governance Challenges and Future Options, United Nations Public
Administration Network, http://unpan1.un.org/intradoc/groups/public/documents/un/
unpan028466.pdf, 2006.
Kaplan, Robert and Norton David, Translating Strategy into Action, The Balanced
Scorecard, Harvard Business Press, Harvard, 1996.
Kent, Sherman, Strategic Intelligence, Princeton Press, New Jersey, 1949.
Kelly, Thomas, The epistemic significance of disagreement, Princeton University,
www.princeton.edu/ ~tkelly/esod.pdf, 2012.
Kuhn, Thomas, The Structure of Scientific Revolutions, University of Chicago Press,
Chicago, 2012, pag.18.
Larsson, Gerry, Sjoberg, Misa, Vrbanjac, Aida, Bjorkman, Torsten, Indirect
Leadership in a Military Context: a Qualitative Study on How to do It., Leadership &
Organization Development Journal, ISSN 0143-7739, 1980, www.emeraldsight.com
115
Malaguti, Daniele, Leadership:Modeli a Confronto, Revista di Studi Rogersiani -
ACP Italia, 2001. www.acp-italia.it/rivista/2001
Munkler, Herfried, Viejas y Nuevas Guerras: Asimetría y Privatización de la
Violencia, Siglo XXI de España Editores, Madrid, 2005.
Neilson, Robert, E., Interview with Dr. Robert E. Neilson, Chief Knowledge Officer and
Professor at the Information Resources Management College (IRMC) of the National
Defense University, CHIPS Magazine - January-March 2001.
Nerhot, Patrick, Legal Knowledge and Analogy: fragments of Legal Epistemólogy,
Hermeneutics and Linguistics, Kluwer Academic Publishers, Dordtrech, Holanda,
1991.
NONAKA, Ikujiro. A Dynamic Theory of Organizational Knowledge Creation. En
“Organization Science”; Vol.
Ohmae, Kenichi, El Punto Justo, entrevista de Graciela Gonzalez Biondo, Revista
Gestion Marzo – Abril, 1999.
Organisation for Economic Cooperation and Development, Intellectual Assets And Value
Creation: Implications For Corporate Reporting, Directorate for Financial and Enterprise
Affairs, Paris, 2006. , p. 11).
Pascal, Blas, Thoughts, Allen, Morrill & Wardwell, New York, 1846.
POLANYI, Michael. The Tacit Dimension. Routledge & Keegan. Londres, 1966.
Pollok, Neal, Knowledge Management in Acquisition and Program Managememnt, (KM
in the AM – PM) , Department of the Navy,Chief Information Office,Washington,DC,
2002.
Rajan, Raghuram, Zingales Luigi, Financial Dependence and Growth, American
Economic Review, 88(3), 1998.
Recalde, Cesar J., Corporate Governance vis-à-vis Intellectual Capital: the Impact of
Intellectual Capital Reporting, II Congreso Internacional Gobernancia Corporativa,
Universidad del Centro de Estudios Macroeconómicos Argentinos, Buenos Aires, 2012.
(www.ucema.edu.ar).
Recalde, Cesar Julio, A Reactive Target Antisubmarine Warfare Computer Assisted
Search Tactical Decision Aid – MS Thesis, Naval Postgraduate School, Monterey,
CA, 1996. (http://www.stormingmedia.us/cat/sub/subcat258-9.html)
Recalde, César Julio, Enfrentando la Complejidad y el Camtio: Liderazgo Orientado
al Capital Intelectual, Revista de la Escuela de Guerra Naval, Buenos Aires, 2002.
Roel, Virgilio, La tercera revolucion industrial y la era del conocimiento,
Rousseau, Jean-Jack, Du Contract Social ou Principes du Droit Politique, Marc
116
Michel Rey, 1762.
Sala, Agustín, Historias Curiosas de los Negocios, Robinbook, Barbera del Valles,
2009.
Shlosberg, The Art of Leadership, CreateSpace Independent Publisher - Amazon,
www.createspace.com, 2010
Stewart Richard, American Military History: The United States Army and the Forging of
a Nation 1775-1917, Center of Military History, Washington, 2009).
Sullivan, Patrick, Profiting from Intellectual Capital: Extracting Value from
Innovation, Wiley & Son, New York, 1996.
Universidad Nacional Mayor de San Marcos, Fondo Editorial, Lima, 1998.
USA - UNITED STATES ARMY, Knowledge Management Operations – FM 6-01.1,
Headquarters, Department of the Army, Washington D.C., 2012.
USN - UNITED STATES NAVY - CNO, OPNAVISNT 3500.37C Navy Lessons
Learned System, 2001.
Vego, Milan N, Joint Operational Warfare, Theory and Practice, Governmente
Printing Office, Washington, 2009.
Walden, Modeling and Benchmarking Suply Chain Leadership, Setting the Conditions
for Excelente, Auerbach Publications, Boca Raton, 2010
Wall Street Journal, What is the Difference between Management and Leadership,
Wall Street Journal Guides, 2010, www.guides.wsj.com/management/
Watson, The Art of War for Secuerity Managers,Jordan Hill, Oxford,2007
117
APPENDICE I
Investimenti Intangibili in mercati, per esempio esplorazione del mercato, sviluppo del
mercato comprendendo marchi, organizzazioni del mercato comprendendo informazione
sullo sviluppo dei clienti
Capitale Relazionale, per esempio marchi, clienti, fedeltà dei clienti, nomi di
compagnie, accumulo di ordini, circuiti di distribuzioni, collaborazioni imprenditoriali,
contratto di licenza, contratti favorevoli, contratti di affiliazione commerciale
Capitale organizzativo comprende:
Attivi che possono essere comprati e venduti, per esempio proprietà intellettuale,
Unità Operativa contratti, contratti imprenditoriali, diritti di licenze e di affiliazioni commerciali,
dell’Istituzione Brookings ripartizioni di quote e risorsi, contratti di lavoro
sulla Comprensione degli
Intangibili (2001) Attivi che possono essere controllati ma non separati e venduti, per esempio segreti
aziendali, Ricerca e Sviluppo in corso, processi imprenditoriali
53
Fonte: OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, Intellectual Assets And Value
Creation: Implications For Corporate REPORTING, Directorate for Financial and Enterprise Affairs, Parigi, 2006. ,
pag.11.
118
APPENDICE II
INIZIATIVE PER RAPPORTI DEL CAPITALE INTELLETTUALE ENL
QUADRO DELLA OCSE54
54
Origine: Commissione Europea, Reporting Intellectual Capital to Augment Research, Development and Innovation,
Directorate General for Research EU, Lussemburgo, 2006. pag. 12.
119
APPENDICE III
IL
L NAVIGATORE
NAV SKANDIA55
55
Edvinson, Leif, Malone, Michael, El Capital Intelectual: Como Identificar y Calcular el Valor Inexplotado de los
Recursos Intangibles de su Empresa,, Editorial Norma, Bogotà, 1998.
APPENDICE IV
LE COMPETENZE EMERGENTI56
Leader in cambiamento
Adattarsi a/gestire/creare cambiamenti
Trasformazione
Tolleranza verso idee altrui
Gestione veloce
Abilità di comunicazione
Innovazione
Capacità imprenditoriale
Creare nuove conoscenze
Compiti di rischio e gestione
Adattabilità
Avvantaggiarsi con la tecnologia
Leadership personale
Visione
Apprendimento continuo
Consapevolezza
Decisione
Coraggio
Aggressività
Onesta e integrità
Fiducia, lealtà, altruismo
Iniziativa
Energia ed entusiasmo
Tensione al risultato
Orientamento a “concludere”
Responsabilità
Collaborazione
Costruire coalizioni
Costruire consensi
Cooperazione
Costruire reti sociali.
Capacità di rischiare uscendo dal proprio gruppo.
Pensiero strategico
Agilità mentale
Analiticità
Pensiero critico
Pensiero olistico/sistemico
56
Bonani, Gian Paolo, L´Ufficiale Sistemico, Franco Angeli S.R.L., Milano, 2006.
121
Sintesi
Pensare oltre ai confini
Comprensione cognitiva
Consapevolezza del “di fuori”
Influenza
Abilità di comunicazione
Abilità di negoziazioni
Acume politico
Risoluzioni di problemi
Interdisciplinarietà
Collaborazione proattiva
“Tagliare nodi di Gordio”
122