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Oppenheim
R.W. Schafer
ELABORAZIONE
NUMERICA
DEI SEGNALI
Edizione italiana a cura di
C. Braccini e G. Gambardella
o
-20
.f
-40
!o
-60
i
- 90
2
- 100
(d)
o
-20
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2
- 100
(e J
Ingegneria elettrica
FrancoAngeli
Prefazione » 11
I nl roduzionc )) 17
I .O I111n1d111.ic111 l· )) 2'·
I. 1 Segnali a 1c111po di sc rclo - Scqu cm.c )) 25
1.2 Si s1c111i lincn ri in va ri anti :ill :1 1rasli1zionc )) 28
1.3 Stabi li1 i1 e c<1u sn li 1:'i )) 33
1.4 Equa zioni li neari ;ill c differe nze a cocfTìc icnli costanti )) 34
1.5 Rapprc ~ c nla z i o n e nel domini o dell a frequ enza di si-
stemi e seg n;ili a tempo di ~ c r..: t o )) 37
1.6 /\!cune prupri l: li1 di ~ i111111 c 1ri a dcllòi lrasfonn ala di
Fouri c1· )) 4)
1.7 Camµi onnmento di scp,nal i n lcmpo co nli nuo » 45
1.8 Sequcn7.e e sistemi bid imensionali )) 'i O
Sommnrio ,, 5,1
Problemi )) 56
2. La lras/ or111a1a z )) 66
2 .0 ln1roclu 7. io11e )) 66
2. I l.:1 l rn ~ f u r mala z )> (,(1
2.2 l,;1 lr:i sform ala z in versa )) 74
2.3 Teo remi e pro pri c1i1 dell a 1ra sform at;1 z )) 79
2.4 Fun?.ionc di 1rn sfèri111 c111 0 )) 90
2.5 La trasformata z bidimensionale )) %
Sommario » 10 1
Sommnrio )) 148
l'rohkmi )) 1'18
Sommn rio )) 2 1ì
Pro ble mi )) 2 15
5. Trrniclll' di progelfo di filtri numerici )} 228
5.0 l11trodt1 7.Ìllne )) 228
5. 1 Proge tto di !ìltri numeri ci llR da fìltri nnn logici )} 2 30
5 .2 Esrmpi di progetto : trasformazione analogico-nume·
ri ca )) 244
5.1 l' rogc lln di filt ri numeri ci 11 R ass istit o eia ca lcolatore )} 26 1 ~
So111111111·io )) SH
9. Effetti della fcm ghezza fin ita dei rc.~is tri nella elabora-
zione 1rn111erica dei se~nal i )) 414
9.0 l111 rodu1.iunc 4 'i4
"
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
8
Sommario )) 493
Problemi )) 495
IO. Elaborazione omomorfa dei seR nnli )) 510
IO .O Introduzione )) 510
I O. I Sovrapposizione generalizzata )) 511
10.2 Si stemi omomorfi moltipli rn tivi )) 51.ì
l0.3 Elobornzione omomorfa di immagini )) 5 16
10.4 Sistemi omomorfi per la con vo lu zionc )) 520
I0.5 Proprietà del cepstrum complesso )) 530
10.6 Al goritmi per la renlizzazi onr dcl sistema ca rntt eri-
sti cu n. )) 'i\()
10.7 Appl lcu1.ioni dcll n dcl.'.0 11 vo l11 7. ÌlHH.: 0111u111nrf:1 )) 'Hl
rapp resentazione di questa cl asse di sistemi sia nel dominio del tempo ,
usando la somma di convolu zione, che in quello dell a frequenza,
usando la trasform ata di Fouri er. Nel ca p. 2 l'uso della trasformata di Fou-
rier viene generalizza to tra ttando la rappresentazione di segnali e sistemi
a tempo di screto mediante trasformata z. La maggior parte del cap. 2 ri guar-
da la defini zione e le proprietà della tra sformata z e la rappresentazione
della fun zione di trasferimento dci sistemi lin ea ri invari anti all a traslazione.
Sia il primo che il second o ca pit olo si chiu do no con un a breve generalipa-
zionc al caso bi dimensionale dci concetti svilu ppa ti per i segnali monodi -
mensionali . li cap . 3 è ded icato all a trasforma ta cl i Fouricr discreta. Ques ta
tra sformazione cos titui sce la ba se di molt e tecn iche di elabo ra zione nume-
rica dci segnali cd è un co nce tt o i11l ri11 scc ain cnl c lcg<lto al lcmpo disc reto.
Olt rl' nel illu slrnrc In trasfornw tn cl i Fuuri cr disc reta e le sue propri cli1, si
inlrnducc il metodo di esecuzione dl' ll a co nvo lu zionc di sc reta media nt e la
trasforma ta di Fouri cr di screta. Si può qui nd i dire che i pri mi tre capitoli
presenta no i conce tti fonda ment ali nell a rapp rese ntazione dci segnali a
tcmpti di screto.
Mentre nel cap . I viene in trodoll a la classe dci sistemi lin eari inva ri anti
all a traslazione rn pprcsc nt ah ili con eq uazioni lin eari alle diITcrenzc a cocf-
licicnti cos lnnti . nel cnp. 1 viene discussa lu rcali zz:1zione di lnli sistemi con
n·1i 1111r1 H·r icile roslitu ill' d11 sp111111 111\1 ri, r ll' ll ll'l1li di ri1 1inl o C' 111nl1i pli l' 11 tPri
per cos t11 11ti . llu u11;1 p:1rt c dcl c:i pil l1 lo è dccli c:1 l:1 ull :i 111·csc11t 111.iu11L: di 111ul1 e
tra le più im port anl i si rutturc dci li l1ri numerici. La rappresentazione ma-
tr i c i ~il c ~ q u e ll a co n i gra fi di flu sso int rodott e in ques to ca pit olo si co nclu -
dono poi con un a teo ri a dell e reti numeri che, che comprend e un a disc uss ione
dcl teorema di Tcll cgen per le reti num eri che e alc un e rcla7.ioni di sc:n siti viti:l
di rete che ne di scendono.
Nel cap . S sono sv ilu ppali i conce tti fonda ment ali per il progett o dci
filt ri numerir i con la presc nt a?.ione el ci metodi di progl' tl o pi ì1 comuni e
pi ì.1 util i, che comprend ono sin mclod i an aliti ci che tecni che cosidd ett e nlgo-
ritmi chc. cioè assisti te da calcolatore.
Nell a teo ri a dci sistemi lin cnri a tempo continuo , la trasforma ta di
Fou ri cr è soprn ttuto uno strumento anali tico per la rap prese nt az ione di
sep_nnli e sistemi. Nel caso a tempo discreto, invece , molti sistemi e algo-
ritmi di cluhornzionc dci segna li ri chi edono il ca lcolo espli cito dell a tra-
sformntn di Fouricr. Nel cn p. 6 vengono discusse ap punto le 1cc nichc di
cnlcolo dell n trn sformatn di fo uri er disc reta e la maggior pa rte dell a discus-
sione ve rte sugli algoritm i di trasfo rmata di Fourier veloce per seq uenze
sia monodim ensiona li che multi dim ensionali.
Nel ca p. 7 vi ene introdott a In trns formata di Hilbert discreta. Tale tra-
sfonnntn ri s11 lt n utile in numerose np pl ic111.ioni, come il filtni ggio inverso ,
dei segnali, evitando d'altro loto quei dettagli che ci sembravano eccessivi
per un libro come questo . Multi di tali dettagli , nonché ulteriori applica-
zioni, si possono trovare nel libro di Rubiner e Gold * ed ito contempora-
neamente al nostro.
Durante tutta la preparazione di questo libro ci siamo giovati della
stretta collaborazione di nunrèrose persone che ci riteni amo fortunali di
poter annoverare come colleghi e umici. In particolare. buona parte del
libro risente f rtemcnle dcll"attivìtà svolta in comune, o a stretto contallo,
con il Or. B. Gold e C.M . Rader del Lincoln Laboratory dcl Mit, con il
Dr. J.L Flanagan. il Dr. J.F. Kaiser e il Dr. LR. Rabiner dei Laboratori
Bell. e con il Prof. T.G . Srockam, Jr., dell'Università di Utah . Il Dr. Gold e
il Dr. Flanagan, in parti colare, non solo hanno inOuenzato direttam ente il
libro, ma hanno anche contribuito profond amente alla cresc ita perso nale e
professionale ri spettivam ente di A.V.O. e di R.W.S. : ci è gra dit o ri wno·
scc re qui il nus tro dchito verso di loro . In oltre uno di noi due (ICW .S.) ha
avuto umi lunga e fruttuosa co ll abora zione di ri cerca con il Dr. L.R. Rabi-
ner, che ha portato contributi di vario tipo a questo libro .
Altri signilicntivi co ntributi sono venuti nnche Jni nos tri studenti . In
purtil:ol11re , il Dr. IC Mcr ~ c rc ;iu è stnt o di :iiuto 11cll'i11 scg11:11nc.!nlu dcl co rso
al Mit cd è stato anc he il nos tro mi glior cri ti co: i suoi meditali commenti
hanno migliorat o notevolm ent e il lib ro . An che il Dr. R.E. Crochi ere ha co l·
laborato all'in segnamento dcl corso cd ha fornito molti utili sugge rimenti .
Inolt re, il lavoro di ri cerca svolto durant e la ua tesi è stato utilizzato nello
scrivere il ca p. 4. D. /ohnson, M.R. Porln ofT e V. Zue, nell a loro qualitìi
di assistenti dcl cor o, hanno port ato un contributo di criti ca costrutti va e
di correzion i che hanno mi gliorato il lib ro. H. Hcrscy, olt re a lavorare come
ass istente, ha prepa rato le soluzioni dei problemi propos ti .
Molti altri nostri studenti , come anche sllldenti e professori di altre
Università, hanno letto e criti ca to varie versioni dcl tes to. I loro commenti,
di cui li ringraziamo, sono stati molto utili. Des id eriamo anche ringra ziare
S. Bates . J. Dubnows ki, R. Kuc, G. Kopcc, J. McC lcll an, E. Si ngc r, 13 . Stuck
e alcune dell e persone cit ate prima , per l'aiuto datoci nell a correzione dell e
b07.ze .
Vogliamo qui ringraziare il Mit e i Labora tori Beli per averci fornit o
sia aiuto materi ale che un ambi ente stimolante dove hann o potut o sv ilup·
parsi le idee di ques to libro. Una p<1 rte dcl lib ro è stata sc ritt a mentre uno
degli aut ori (/\.V .O.) era « Guggcn hcim Pcllow » nl Laboratorio di ri cc r·
che sulla voce d c ll ' Univcrs it ~ di Grcnob lc in Fran cia . Sinmo grnti alla Fon-
dazione Guggcnhcim per il co ntributo ed al Laboratorio di ricerche sulla
voce per l'ospit<1lità fornita in tale peri odo.
• L.R. R:ihin cr e n. Gold. Tlt eory a11d Apf1/irnti"" o/ Dip.ita/ SiR110/ l'rocessi11 f1,,
Prcn!i ce-llnll. ln c., Enid cwoud Ctitfs. ·N.J.. 1975 .
Infìnc ringraziamo la Sig.na Jud y Joh nson, per l'aiuto datoci durante
la preparazione dcl manoscrit to, e la Sig. na Monica Edelm an, la Sig.ra
Anita Caswcll e la Sig.ra Monica Pettyjohn per il loro contributo alla pre-
parazione delle versioni preliminari dcl li bro.
Un S<'g110/c p1 1(1 esse re definito co111c 1111:1 f1111 zion c o un:1 r,r:1ndcn.n
che contien e i111'or111:i zio nC'. in gc m;r;tl e ri 1: u:1rdo ;ili o ~ 1<1t o u :i l ru 111po rl:i -
men10 cli un sistema fì sico. An che se i seg nali possono esse re r ~1ppr e se n
lati in molti mod i, l'informnzi one è se mpre eonl cnuta nell e var i<i zioni cli
unn o pi \1 p. r:incl ezze in qu:tl che domini o. l'cr ese mpi o. il scgn:tl e pu ò
esse re cos tituitt; d:tll 'ins ic111 c delle v:1ria7.ioni di una grandczw nel tempo o
nel lo spa zio.
Mat c111 01ica 11 1ent c i sqm ali so no rappresentati come fun zion i e.li una o
pi\1 v:iriabili indipend enti. Per ese mpi o. un segnal e voca le pu ò esse re rap-
prese ntato mat cmnli cn ment c come una funzi one dcl tempo cd una fo to-
grnfia può esse re rapprcsc nt ;11a come una luminosit i1 fun zione di due vari :1-
bili spaz i<ili . t convenzione c.Jiffu sa, e sar~ scguitn in questo libro, consi-
derare il tempo come la variabile in dipendente dell a rapprese nta zione mn-
tematicn cli un segnale, an che se in rcnlt ù t<tl e variabi le può non essere
il tempo.
La vari abil e indipend ente dcll :i rapprcsc nt n ionc mat cmntica cli un
segnale pu ò esse re continua o di sc reta. Segnali a tempo conti11110 sono
segnali defìniti su un in sieme tempornl e continu o e perciò sono rappre-
sen tati eia fun zioni cli vnriabile continun. Segnali a tem po discreto sono
quelli de fìniti su un in sieme di sc reto di tempi e quindi la varinbilc indi-
pendente ass ume so lo va lori di sc reti: in nitri termini, i scgnn li a tempo
dbcrctn sono rapprcsc nt;iti emnc seq11 cnzc di n11111 cri. Come vedremo in
seguito. scgnnli come il pnrlnr o o le im11111 )'.ini possono nv t.: rc 1111:1 rnpprc-
sc nt n1.ionc in termini cli vnrinhil c contin ua oppure di variuhil e cli sc rctu e,
se v11lgono cert e cond izioni, que ste rapprc sc ntnzi oni sono ckl tutt o cqu i-
vnl cnti .
Oltre al fnll o che le vnrinhili inrlipcnd cnli posso no esse re continu e
o cli sc rcle, anche il valore dcl segnale pu ò esse re continu o o di sc reto.
Se[!.nofi numerici sono qu elli per cui sin il tempo che l'nmpi cnn sono
discreti. I scgnnli n tempo continu o e nel nmpi czza co ntin11a sono n volte
chiamali se[!.1wli analogici.
1.1 SF<: NA l.I " 'IT M l'O lll S('l! l'l'O SHl ll l'N / .I'.
Nell a teo ri il dc i sistemi a te111 po di screto occo rre elaborare segnali che
sono rapprcse nt il ti tla sequ enze . Unu sequ enza cli num eri x , in cui l'n.mo
numero della seq uenza è intli ca to con x (n), è sc ritta fc rm alm ente come
x (n)
X (- 1)
x( -2)
una linea continua, è importante riconoscere che\ x(n) è definita solo per
valori interi di n. Non è corrett~ pensare che x(11) sh1 zero per 11 non intero;
x(n) è semplicemente non definita per valori non interi--..di n.
In fìg. J .2 sono mostrati alcuni esempi di sequenze. La sequ,enza cam-
pione unitario, o(n), è definita come la sequenza con valori
{~:
n :;é: O
b(n) = n=O
'] C• moioornlwlo
~~-<1•,.....•-•.....,•,.....•-•.....,•,.....•~•0---0
0-.
• ~•.-..•,_.
• ~•.-..•~•.....,•,.....•-•.....,•>-~-n
••••••
Sinu so idale
Flg . 1.2 Alcuni nnnm rl di nN11101110 . I n e ~ q u n r1 1e rnp prn ~ o nlnt e olocnn o un ruolo lmpor1nnl t1
11011'1.n oll nl o nolln r111 preno11t n11o no di oog nnll o elRtoml n tempo cll ec rolo .
Come vedremo tra poco, la scquenzu cnmpione unit ario gioco per
segnali e si stemi n tempo di screto lo stesso ruolo che gioca In fun zione
impulsiva per i segnali e si stemi a tempo continuo. Per comodità , la se·
quenza campione unitari o è spesso indicata come impulso a tempo discreto
o semplicemente come impulso. t. importante notare che l'impul so a tempo
discreto non present a le compli cazioni matemati che dell'impul so 11 tempo
continuo: la sua definizione è semplice e precisa . Ln sequenza gradino uni-
tario, u(n), ha valori
o
= {~:
Il ~
u(n) n<O
Anal oga ment e. il c:imJ1'1 one unit a rio può essere legat o ;il grndino uni -
tario da
rl(11) = 11 (11) - 11 (11 - I) (1 .3)
che, per qu alsiasi k , a quelle ott enute face nd o vari are ci>n ncll'int crvri ll o
O ~ w 0 :::;: 2rr.
t. 11 volt e util e int rndu rre l'c11crf!. i11 di una ~c q 1 1 c 11 z ; 1. l.'enn gi,:i f. di
una sequenza x (11) è dcfi11iu1 com e
.
I' . L lx (11W
cx· x = {cxx(n)}
Si dice che la sequenza y è una versione ritardata o traslata dell a seq uenza
x se y ha valori
y (n) = x (n - 11 0)
dove no è un intero .
__...,___.. _._o_,f__._
-5
. -•_'j._n)_J,_1_ 1;2-;__.•.____.•.____.,.____.._ _
- <1 -3 -2 - i I 1 3 <1 5 6
1~7 ~.__n
o
02 07
Flg. 1.3 Esempio di una sequenzu espressA co me la somm a di camp ioni unitari sca lati
e ritardati .
ll11 11 s1•quc111.11 nrhil rn ri n pu1) css<·r· t'sprcssn come 111 SlH1111111 di cnm·
pioni unit nri scnlati e rit nrdnti . Per e~c mpi o, la sequenza p(11) di fi g. 1.3
può essere espressa come
p(11) - n ~ ,, (n -1- 3) + a 1 1' (n --- 2) -1- a 7 b(n - 7)
I) ·I ni ~(n
1.2 S I ST F l\1 1 t . I NE .~n t INVA lll ANT l Al.I.A TllA SLAZ lON E
Un sist1·11111 i' ddìniln mnlcmnt icnm enl e come unu tra sforma zione
uni vncn ll un opcrn ll\n: che m11 ppn unn :;equcnzn di ingresso x (n) in una
SC'q ul'nrn di uscil a y( 11l. Oucs to viene indi cato con
y (n) = T[x(n)]
ed è spesso rnp prcscnt nto come in fì g. I .4 .
x(n)-~y(n)
Flg. 1.4 Rappresentazio ne di una trasformazione che mappa una aequenza di Ingresso
xtn) In uno sequenza di uscito ytn) .
dove a e b ono costanti arbitrarie. /\bbinmo visto che una sequ enza arb i-
traria x (11) può essere rapprese ntala come somma di eq uen ze di ca mpi oni
unitari ritardnli e sca lati come nella ( 1.4). Ou cstn rapprese n1a zio11 e. in sieme
con la ( 1.5), suggerisce che un sis lema lin c;1rc pu ò esse re compl etament e
carntterizza to dall a sua ri spos ta al cnm pi one uiiit ari o "' . In particolare, si
supponga che hk(11) sia la ri spos ta dc l sistema a 8(11-k), cioè ad un cam-
pi one unitario che si rmnifes ta qurmdo n = k. /\ll ora dalla ( 1.4)
)'(Il) 'f'[ i
.k - O'.)
x(k) 15( 11
Ln ri spos tr1 dcl sisll' ll1:1 pu ò dt11Hp1e esse re es prcs~n. seco ndo In rr l;1;r.io11 e
( 1.6 ), mediante la ri sposta dcl sislema a 8 (11 -k). Se si impone solt an to la
lin eari li\, h k(ll) dipendcri1 sia da 11 che da k, e in questo caso la ( 1.6) è di
utilità li111i1 :11a. ~i 011icne un ri sullnro pi(1 ulil e se imponiamo nnche il
vinco lo dcll'i11 vari:i 11111 nlla lrn sla1.innc.
L11 c lu s~e dci sistem i i1111r1ri1111ti 111/11 tmsla zione è c;1rnlterizzntn d:illa
propri etLl che, se y(n) è la ri spozta a x(11), y(n-k) è la ri sposta 11 x( 11 -k),
Con un a sostitu zione di variab ili nell a ( 1.7) , otteniamo l'espressione alter-
nati va
y(11) = I"' h(k)x(11 - /e) = h(11) • x(11) ( 1.8)
k - - 00
Ouind i l'ordin e secondo cui avviene la convolu zione dell e due sequ enze
non è im port ante , e ne consegue che l'usci.la del sistema è la stessa se i
ruoli delt'in grcsso e dell a ri spos ta al campi one unitari o sono scambiati .
In altri termini , un sistema lincn re in va ri ante all a traslazione con in gresso
x(n) e ri sposta nll'impul so h(n) av d1 la stessa uscita di un sistema lin en re
in varinnt e all n tra slnzio11c con in gresso '1(n) e ri sposta al campione uni-
tnri o x(11 ) .
Due ~ i ~ t c m i lin eari inva ri anti all a tra slazione in cn scata fo rm ano un
x(n ) 8 - - B - y(n )
x(n) y(n)
Flg. 1.5 Tre sis temi li11 e- r1 lnv 11 rian11 all a traslaz ione co n risposte al ca mp ione unitario
ldo nt 1cho.
y(n)
x(n)-~ y(n)
Fio . 1.R Comhlnmlon11 In r r1111l l ~lo c1 1 ntn l flmi llnonrl lnvnrlnnli nlln lrn nlrl!lnnn o nlr. Jomn
<H11ll v11 lnn 10 .
Cl" n ~ o
h(n) = '
{
o. n < O
o. in rn 11n icrn cqu ivnlcntc, /1 (11) = 0 "11(11). Per trova re la ri ~ p o,t a ad un ingresso
••••• •
.IIIIIIIIII••• :(k)
h(O - k)
1 h (- 4 - k)
.. ., ttTI JJ1· · -- - - - - - - -
- 3 - 2·-1 0 I ? ,\ li
• Tj 1 h(4 - k )
Flg. 1.7 Sequ en1e usat e per Il calcolo da ll a so mmo di convo luziano, con llln - k ) ropp re-
sonlolo per di vers i valori <1 1 n.
notinmo d nll n (l.7 ) che pe r o tl encrc 1'11 .m o vn lore dcll n seq ucm .a di usci tn cl o h b inm o
fo rnrnrc il prodo tt o x(k) /i (n - k) e so mm are i va lori d ell n scqu em:n ri sull anl c . Le d ue
seq uenze compone nti sono mos lrn le in fig. 1.7 in fun zio ne d i k , co n h (11 - k) rnpprc-
senlnla per diversi vn lo ri di 11 . Come vcd imn o in fi g. 1.7, 11(11 - k) e x(k) no n hanno,
per 11 < O, cnm p io ni 110 11 nulli che si sovrn ppo ngo no , e d i co nscgucnzn è y( 11) ...,, O
pl' r 11 < O. Per 11 rn nggiorc o q.~ ua l c n ze ro m n m ino re d i N , /,(11 -- k ) e x(k ) ha nn o
\:do ri nn11 nu lli che si so v rnp p o 11 ~ l>n o cl n k '"" O n k = 11 : pe rd <ì per O :5 11 < N ,
N- 1 1 - trN
y (n) :L
k .. o
a"- k = d" -,-- --
a
--1. N -::;, n
•••••••••I
O
!I Il II I 1IIIi'~' II N- 1
Th • . . . "
Flg. 1.8 Risposta all'Ingresso u(n) - u(n - N) del sistema con risposta al com pione uni-
tario h(n) = o"u(n) .
Abbi amo vi sto che i vinco li di linca rit i1 e di invari:1n 7.a nel ternro
defini scono unn cla sse di sistemi cli c sono r:1rrresentati dalla so mma <.li
convolu zionc. G li ul teri ori vin co li di st;ihilit i1 e c;111 salit i1 ddini scono una
cl;i ssc piii ri strc11 :1 di sistcrni linl';1ri in varianti nl'I tempo di irnpurt 1111 z11
prat ic:1 .
Ddiniam o sistema sto/1ifr• un sistema per cui op.ni ingresso limital o
provoca un'u scit ;1 li111it:ita . sistemi lin eari inv ;1rianti alla trn slnz innc sono
st:1hili se e solo se
s A .l
k- rn
lli (k) I < 00 ( 1.9)
Ciò può esse re di111 o~ tr ; 11 , 1 conll' SCJ'. ll C. Se 1:1 ( 1.<J) 0 vl'f'a ex l' lilllit ;1l ;1, ciuè
\.r (n)I . _ M , per ogni 11 . all urn d ~illa (I .R ) seg tr c che
Perciò y è limitMa. Si dimos tra che la condi zione ( 1.9) è an che nccess;1ri a
f:i ccnd u vedere che ·e S = "" · all ora si può lrovnre un in gresso li111it ;1t o
che dii lu ogo ad un 'usc it a non lirnitaia . Tale è la sequ enza co n val ori
x (n)
li(n) I o
/i( Il) ()
dove h * (n) è il cornpl cs!;O coniu p,at o di h (n). Chi:ir;11nent e x( 11) è li111 it:1ta.
li val ore tl cll\1 scit ;1 per 11 = O è
s -~ L:
lr
00
,.,....
lli(k)I ..,..
k
"'
L:olnlk
1.4 r.ouAZ I ON I LIN EA IU Al.l.F. llll'Fl'nl'N Z I' " ('()f' FFI C ll, NTI COSTANT I
Esiste un n soltocln sse di sistemi lincn ri invari anti nlln traslaz ione che
gioen un ru olo important e in molte applicazioni . Questa sottocla sse è costi-
tuit a da quei sistemi per i quali l'in gresso x(n) e l'usc ita y(n) soddi sfano
un'eq uazione all e <liffervnze lin eare a coclfìcil'll li costanti di ordine N di
for111:1
N M
L: a~.y(11 - /() = L: b,x(11 - r) ( 1.1 O)
k - ll r o
In gc ncrnl c, 1111 sistema di qu ·sin r l11 ssc IHlll 0 nl'Cl'Ssari :11m:nl c cm1s11k .
l'er l'srn1pill. w11 s id c ri ~ 1mo I'cqu :11.io11 c :illc dilfcrcnze dcl prim o ordin e
Si verifi ca l'a cilmrnl c per sos1i1uzio11 c diretta che se x(n) r5 (11) , In ( 1.11) =
è s oddi ~ f;11ta ~ ia da y(n) = a" u(n) che eia y(n) = a" 11 (-11- /). La prima
so lu1iolll' n1 rri spn11dc a u11 filtro cnusn lc che è stabil e se lai < I.
Ln sern11d:i solu zi(1nc è no11 cau sale cd è stabile so ltant o se lai > I.
Comun i:1m·11t r u11 \· qu a1.ic1n ·alle differenze come l'eq . ( 1.1 ) è int erpretata
rc1 111 e l'll r;111ni 11 •111IL' 1111 sislcnrn e;iusnl e; ciò vurrì1 gr ncrn lrncnt c nnchc per
noi 11 111\'lll' r hl' 1H1n si ~ t11hili srn divcrsumente.
Scn 1.:1 inform:11ioni :1gp.iun1ivc. un 'eq un zione alle differenze della
forma ( 1.10) non sprci li cn univoca 111cnt e lu rcla7.ione ingresso-useitn <li un
sistema. Ouestn è una con scgueml~del fatto che, come per le equaz.ioni
dilTerenziali, esiste tuttn una fnm glia di soluzioni. Per l'equ:izione nlle
dilTerenze (1.11), per esempio, se 1(11) soddisfa l'equazione per x(n) =
Xi (n), questo avviene an che per ogni soluzi one della forma y(n) y1 (11) + =
ka", dove k è una costante arbitra rin .Ì liù in generale, ad ogni soluzione
dell'eq. (1.10) si può aggiun gere una com Pòn ente che soddisfa l'equazione
alle dilTerenze omogenea (cioè l'equazione alle dilTcrcnze con il secondo
membro uguale a zero) e la somma soddisferà ancora l'eq . (1 .10).
Un sistema che soddi sfa un'equazione alle differenze lineare a coef-
ficienti costanti corrisponderti ad un si stema lineare invariante alla trasla-
zione soltanto se la componente omogenea viene scelta in maniera ade-
guata . Ad esempio, se il si stema è cau sale dobbiamo specificare condi zioni
iniziali di riposo in mani era che se è x(n) = O per /1 < nn. si nbbia
y(n) = O per /1 < nn. Di qui in poi, a meno di indi c:i zionc diversa, nssu-
mercrno che, se un sistema st~ ddi s f:i un 'equazi one :ill c clilkrrn i'.C lin eare
a cocfTì cienli cos lnnli, soddi sf;1 nn clie le condi zio11i rn:ccssnri e pn essere
un sistc11111 i11v11ri 11 111 c 1111 :1 lrn sl1r1i onc.
Se supponi:1rn o che il sis1c11rn sia c1111s:ilc. un 'cqua zio11 c lin c:i n; :iliL:
differenze forni sce un a rela zione es pli cil n lrn l'in gresso e l'u scila . Ciò si
può vedere ri scri vendo l'eq. (I .1 O) co me segue
r( 11) - ~· ~!
,:...
(
,1 · 11 --
~'. -h,. x (11
k ) ·I L r) ( 1. 12)
1..· I (1 11 r u a 11 •
Perciò 1'11 .rno val ore dell'u sc ila pu (1 essere c;1l colalo usa11d u f '11 .mo v;il ore
dell 'in gresso e gli N cd M v:il ori precedenti, ri spclliv ;1menl e dell'u scita e
dell 'in gresso. Come nel casti tklla somnia di co nvo lu ziun e. l'cqu :1zio11 e
all e differen ze no11 r:q'prese111a il sistema so lt ~1111 0 i11 lin ea 1eo ri c:1. ma
può anche servire come rea li zzazione num eri ca ci el sislerni.l .
EsEM l'I O. D 11 ll 'cq11:11.io11 c nll c dilfc n: nzc dcl pri1n o ordi11c (I . I I) si dl'llll C<' In
forn11d 11 ricnrsi vn
y(n) = 11y (11 - I) + x( n)
Per oll cncrc la ri sposta al ca mpi one unilario, si supponga x (n) -= lì (11) e si ass um ano
co ndi zioni ini zi nli di rip oso. Si ha :ili ra
lr (n) = O, /1 < O
lr ( ) = alr( - I) + I = I
/r(I) = n!r (O) = o
h(11) = ah(n - {) - o•
Quindi
h(n) "" 0"11 (11)
per ottenere unn soluzione 11iversa, si supponga x(n) = o(n), ma si assuma ora che
sia y(n) = O per n > O. Dall 'equazione alle differenze (I.I I) possiamo scrivere la
relazione ri corsiva ,\
I
y(11 - I) ""'- (y(n) - x(11)]
a
o
I
y(11)~ - (y(11
a
+ I) - x(n + I)]
Si ha allora
lr(n) = O, n> O
1
lr(O) = - [lr(l) - x(l)] = O
a
J
lr( - 1) = - [h(O) - x (O)J = - a- 1
a
I
lr( - 2) ~ - ['1( - 1) - · x( - 1)] = - a- 2
Il
I
h(n) - - h(n I- I) · · - a"
a
Quindi
h(n) = - a"u( - n - I)
11ll11rn L'ssn rn rri spDn<k- od 1111 sis1r 111n FIR . In effetti , il confro11l o con In
( I. ~) 11111slrn r hL· l'rq 11 111 innr 11 lk differenze precedent e è id enti ca nlla
sn1111na di rnnvolu 7.ione. e quindi ne segue direttamente che
Il = 0, I, .. . ,M
/i(n)
altrove
Un sistema rrn p11 ò se 111 pre essere descritto da un 'eq uazione alle diffe-
renze della forma ( I.I O\ con N = O. Invece per un sistema llR N deve
essere magg iore cl i zero .
Nei pnrngrnfi prcccdcnli nbhinmo ' introcl ol to nlrnni dci concclli fun-
damcntuli della teoria dci segnali e dci sistemi o tempo di sc reto.
Per i sistemi lineari invarianti alla traslazione abbiamo vi sto che la
rappresentazione dell a sequenza di ingresso come somma pesa ta di se-
quenze «campione unitario» ritardate [v. (1.4)) conduce ad una rap-
presentazione del! 'uscita come somma pesat a delle ri sposte al campione
unitario ritardate. Come i scgnnli a tempo con tinu o, anche i segnali n tempo
discreto possono essere rappresentati in modi di!Tcrenti: in pnrlicolarc le
sequenze sinusoidali o esponenzia li complesse giocano un ruolo pnrticolnr-
menl e importante, proprio come per i sistemi e i segnali ana logici.
Infatti i sistemi lin ear i invari anti all a traslaz ione hanno la proprietà
fondam ental e che la ri sposta a rcr,imc per un in gresso sinu so id alr è
si nu so idale alla slcssn freq uenza dell'ingresso. con nmp iezza e fnse ckler-
minate dal sis tenrn . f.: qu es ta proprie!~ <lei sistemi lin ea ri in vnrianli iilla
trasla zione che ren<le così ulil e, nclln teo ria dci sistem i lin ea ri, la rappre-
sentazi one dci scgn11li soll o forma di sinu soi<li o di csponenzinli comp less i
(rnpprescnlazioni di Fomic r) .
l'cr vedere qu es to ll L' I caso elci sistem i 11 tempo di sc reto, s11ppo ni a111n
che 111 seq uenza d'in gresso si;1 x(11 ) :-- cii"" per - oo < /1 < "" . cioè un
esponenzia le co mpl esso con pul sazione vJ. All ora, utilizzando la ( 1.8) ,
l'usc it a è
y( Il) 2:"' h( k )r- 1'" 1" k )
k· fJ
cn
~ e; ..,.. .L 1t(1< )c- ;... i·
k - - in
Se dcriniamo
lf(e 1'") .L h(k)e- 1"'k ( 1. 13)
k
si pt1 il se ri vne
y(11) (I. I ti)
Dall'espress ione (I. 14) si ved e che I'csponcnz ia le com pie ·so su bisce sem-
pl ice mcn tc una va rin zionc di :i mpi eu .11 (complcss;1) descritta <l:1 11(1'1"')
1
che è una fun ziom; della fn:qucnza. I.a quantit i1 ll (r• " ') (; detta risposta
in freq1wn ~ C1 (o fun zione di tra sfe rim ent o ) dcl sistema la cui ri spos t;1 ;il
ca mpi one unil;1ri o (; /i (11). In gene ral e ll(c1'") (; co mpless a e pULJ essere
espressa in termini di p11rle reale e pmtc i111111 ug in aria come
li( e;'") = 11 11 ( c1'") + j 111( c 1'")
H(e;w) = IH(el"')lelnrR(T/(olo•n
A
Y1(n) = f/( el°'o) - el4>el"'o"
2
Se h(n) è rea le, dalla ( 1.7) si ri cava che la ri spos ta a (A/2)<>- 1"'e- lt•o"
è la co111plcssa rn niu gnt:i d..: lln ri spost11 n (A/2)e14'elu'o'',
Perciò la ri spost:i rnmpl css ivn è
oppure
y(11) = A Ill(e1'° 0)1cos (w 0n + ~ + O)
dove O = arg [fl(efo'•)] indi ca la ri sposta di fn se dcl sistema alla frequ en-
z a l ùn .
H(c1'") è una fun zione continua di w. Inoltre è fun zione peri od ica
cli 1,i con peri odo 2 n. Questa propri età deriva direttamente dalla ( 1.13)
dat o che eH•H 2->k = /'"k. li fatto che la ri sposta in freq uenza :ihhia lo
s t L· s ~ 11 v111t11·t· p '!'<.i e per 1.i + 2 n significa sc rnpli rc 1rn.: nt c c ln~ il sisfl•mn
rb pond c in idrntir:i 11111nicra ng li csponem.inli compless i di que ste due
frcq11 cn1c. Siccumc qu este du e sequenze esponenzia li non sono di stin gu i-
bili. t:ik ro n1pnr1a111 cntn è dcl tutt o ragionevole.
" " \ t l'll• . Come r ~ c mpio di cnlcoto dcllu ri spos lu in frcqu cm:u con sid eriamo
un ~ Ì <; f l' ma ru n rÌ '- P<"' 'n al cn mpi onc unitnrio
N- 1
H(elw) = _2 e-lron
n- o
(1.16)
= sin (wN/2) e- ltN- t)ru/2
sin ( w/2)
Ftg. 1.9 Risposi• nll"lmpu lno do l sis temn d i cui ·al vuo l cn lcolnro I• rlA postn in rreq unnrn .
w
-Zir - TT - 2 rr Zrr 2.r
N N"
orq [ H(efw )]
1T ( 1- ~)
~~
w
- 7T( 1 - ~ )
Flg . 1.10 M od ulo e fnso dn ll a rlspon la In l ro q uon1:1 do l nl,toma In c ui rl spor. i.1 nl cnml)lono
unitario ò rappre scnl nta In fl g t. 8.
spund ono ni va lori dell a ri spos ta :ti rn mpi unc uni l:iriu /t (11) . Da q11 cs10
osse rva zione deriva la poss ibi lit r1 di ca lcu la rc '1 (11 ) cJa ll(e 1"' ) per mezzo
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
40
h(n) = -1
, 2rr - •
J. H(e 1"')eiron dw (1.17)
dove
CO
( 1. 20)
Non sempre la se rie ( 1. 1q) converge . come, per esempio. qu :1 ndo x(11) è un
grnd ino unitario op pure unn· scq 11en1.n esponen1.i:il e reale o complessa
per lu tti gli 11 . l.11 co nverge nza dcll :1 tra sfo rmai<! di Fonri er è sogge tta nd
una rnril' tf1 di dcli11i -, io11i cd int erpreta zion i. Se x (11) è sommabile in mo-
dulu, ci o.:' se
CO
I Jx(11)I < oo
dulo, essa avrà anche energia finita, eroe L::'--w lx(n)\2 sa rà finita. Que-
sto deriva direttam ente dal fatto che
L lx (11)l 2 ~ [L lx(11)IJ2
Tuttavia non è vero che ogni sequ enza con encrgiu fìnita sia sommabil e
in modulo . Un esempio di seq uenza che ha energia fìnila , ma che non è
sommabile in modulo è dato dalla sequen za
sin w 0 n
( ) =---
Xli
1Tll
O ucs to ri sultat o corr ispnnd c :1d nn' :111:tlor::1 propricti1 <ki sis temi li11 e;1ri :1
trn1po continu o e p11 ò essere ri c:1v:1tn i11 mudo pii1 rir:moso c;il co l:111do
sempli ce ment e la tr:i sfornwt a cli Fo uri er del la somm a di co nvolu1ionc
00
y( 11) -
,, _
2: rfl
h(n - l<) x(I<)
Sebbene qu es to :1pprocc io pili form 11l e forni sca una g iu s tifì c~z ion ri go rosa
dell a (1.21) (v. pro! I. 17 di qu esto c:1pitulo) . la di scuss ione prece drnt c ha
lo sco po di mettere in cv idc117a che la ( 1.2 1) (; 11n:1 diretta consl'p,11cn7.;i
dell e rnrti colnri propri cti1 dci s i ~ t c 111i linl.:ar i invari;1111i all :1 tr;1, l;l't itllll:.
ESEMP IO. Filtro passo-basso ideale. li filtro ideal e passa-basso a te mpo di sc reto
ha ri sposta in frequenza H(e 1'° ), rappresentata in fig . 1.11; vale a dire, per
- 1t < w < 1t,
={I,o, lwl :O::: wco
wco < lwl ~ 11
Flg . 1.11 Ri sposta in lr equ e nz~ d i un filt ro id ea le passa -basso a tem po di scre to.
h(11 )
~ h(n)
1 lTT
1r
1
~
~~~--._.~..._ -r
3 _.__..__.__.--4..._,.........,~.....~~~- n
-6 -5- 4 -2 -l o t 2
1 ,
- 3TT - :m
Flg . 1.12 Rl , oo,IA n ll' lmp 11l ~ o cl(' I filtro lcloo le p~gBa - bnsso con lrnque nza di l aq flo tù '" "' tt / 2.
1.6 ALCUN E PROPRI ETÀ 1)1 SIMMETIUA DELLA TRA SFOHMATA DI Fou1uim
e
x,,(11) -· !, fx(11) · x*(-- 11 )] ( I .22c)
Unn seq uenzn rea le che si:1 co11iug:1ta si111111 c1rirn. cioè tale che x..<11)
x,. ( - 11 ), viene dett a gc 11 cral111c11t1· se11uc11:0 /lil l' i. cd un;i scqu c11 z:1 n::ilc
che sin co11i11 ga ta a111i si111111 ctri c:1. cioè t<il c che x .. (11) -= -· x.. ( -· 11) . è chi:1-
mat:1 gc 11 cral111cnt c s1·q11c11 :0 r!is1111 ri.
Un:i tra srorm nl:1 di Fouri n X(L';"' ) pu<'1 esse n: scO!l1 J'l'>l:1 11l· ll :1 S()f11 11la
di un a run zirnie con iu ga t:1 simm etri ca e di u11 ;1 co niu gala :1111i si111111 ctri ca
secondo la
( I .2:1a)
dove
( I .23c)
dove X ,. (1·i··•) è cCl11i111•.11ta simnlL' tri rn e X .. (<' ;..,) è cClni11 p;1t:i nnti si1111n etri -
cu, ciClè
Come nel caso delle sequ,c.nze, se una funzione reale è coniu gata simme-
trica è detta generalmente' /un zione pari e se coniugata antisimmetrica
fun zione dispari.
Consid eriamo dapprima una sequenza complessa generica x(n) con
trasformutn di Fouricr X(e 1 ~'). Si può dimostrare (v. probi. 25) che la tra-
sformata di Fouri er di x" (n) è x ~ (e - iw) e che la trasformata di Fourier di
x * ( - n) è X *(é"). Da questo, e dal fatto che la trasformata di Fourier
della sommn di due scql1cnze è la sommn delle trnsformatc di Fouri er,
segue che la trasformata di Fourier di Hx(11) + x•(n)] ovvero di Re
[x(n)] , è HX(e1°') + X*(e- 1'")] cioè la parte coniugata simmetrica di
X(ei'" ). J\naloga mcnte. Hx(11) - x*(n)] ovvero jlm fx( n)l, ha un n trn-
sformnta cli r:ouri er che è la component e con iu gn t;i :111t b i111111etri c:i X.. (ci'") .
Consid erand o ora le tra sfor 111:1te di Fourin cli .r ,.(11) e di x.. (11), le rn mpo-
ncnti co niu gata si111m ctri c:1 e coniu gata anti simmetri ca di .r(11) . ri sult:i che
la trasfnrnwta di Fou ri er cli .\·,.(11) è Re I X(c'"')J e la trnsfornwtn cl i Fou ricr
cl i .r.,(11) è jlm f X(ei•·•) I .
Se .\' (11) è una SL'LJU L' ll"W rcnk. qu es te prnpri ct:1 cli si1rnm:tria divcnt :lll o
pnrti col:irmente se mpli ci e utili . Ne ll a fatti specie. pe r un ::i scqucn z::i
rea le. la trn format a di Fouri cr è rn niu gatn simm etri ca. cioè X(é") =
X '' (e ;"').Es prim end o X(ci'") in termini dell a sua part e reale e imm aginarin
come
segue ch e
SCfcll C r lw per un n scqucn za real e x(n) il modulo della trn sformatii cli r:ou-
ri cr I X (c ''") I è una fu11 r ionc p<1ri di {>.)~ la fa se , datn da arg rX(ei'") l. è unn
f11n ?.ionc cli , p:1ri cl i tù . Anco ra per una sequenza ren le. la pnrtc pari di
x(11l h:i per l rn ~ f 1r111:1t <1 Re I X(c "·' ) I e In parte di spari di x (11) ha per lra-
sfonmt:i jlrn I .\"( e "" ) I. Tutt e le propri ct;1 di simmetria cs1 oste sono ri as-
sunt e nella tabell a I. I.
Tab. 1.1
Jlm [x(11)] X. (eÌ'") [ par te co niu ga ta nn tis imrn c tr. di X(c i"') ]
J.7 l°Al'vll'IO N !\M l .N TO Ili !'>Ft; N1\ l . I !\ ' Il ~ ll'll ("(l r! N l lll
Nl·i p11r:i1•.rnli p1'l·n ·cil' llli di qul · ~ i ll r :11'i1 olo ;1hhi :11rn1 l'I i1:i1t1 di l'lllTl'
in rl' li1 1. inn e scr11 :ili e ~ i ~ t l' mi :i 1l"111pu di ~ r1 \' l11 C(lll qlll·ll i :1 IL' '''I '" u 111 1i111 1u.
ecce ll o qu<111d o <1hhi: 11 no ~ 0 11 uli11 L ' '. l o cnl L' :1n:tl<•gic tr:1 u 111 cL· lti teo ri ci i111-
po rt:i111i. C 1pit ;i s1wss(1. tu1t:i vi:1. c he i ~ cg 11 ; tli :i tl' n1pu di ~ n c to siam>
deriva li d:i quelli :1 1c111p0 co 111i11u o 111 cdi:i111 c un c:1111pi u11:1111i.: 11t o pi.:r iudi \:o :
t..li co nsegucn/ ;1 l: i111pu rt <111t c c:ip in:: co me sia lq::it:i :i l segn;tl c ori gi11 :ik la
seq uenza così ut1 c1wl :1.
(1.24b)
La sequenza x(n) con valori x(n) = x,,(nT) si dice essere ottenuta da x.,(f)
mediante campionamento periodico, e T è chiamato periodo di campio-
namento. L'inverso di T viene detto frequenza di campionamento o velo-
cità di campio11ame11to. Per trovare in che senso x(n) rappresenta il segnale
originario x.,(t), conviene mcltcrc in rclnzìonc X0 (jfl), cioè In lrnsformuta di
foouricr n tempo continu o di x ., (I), con X(elr•), cioè In tra sform ata di r:ourier
a tclllpo di screto dell a sequenza x (11). In base alla (1.24a) notiamo che
Per coll egare le ( 1.25) e ( 1.26) convi ene es prim ere la ( 1.25 ) come una
sn111111:1 di int egrali sopra int crv;illi di dur;1ta 2n/ T, come in
I ~. l< 2r11>w 11' .
x(n) -, - .L X 11 (jf1)e in " 7 dD
2rr r --· oo (2r- IJ • /1'
C'nn un cambi ament o di variabil e ogni termine della sommat orin può
essere scritt o come un int egral e ncll'inl crvn ll u ( - n/ 'I" . -I rt / F) otl \:ll\.:nd o
x(11) = -l L
00
2rr r ~- <Xl
f' 1
- • 11'
1' X. ( jQ I- j -2rrr) e'.n,,7 ,el2" rn dQ
T
Se (ll"il sr:1111hi:i1no l\, rdin e di int rg r:il · e s1>111111:il ori:1 e teni :11110 cont o che
1·· ·- .., - I I' ·r tutti i va l11ri int eri di r cd 11. ott eni amo
x(n) = - I f •IT [
00
I
x(n) = - r·[ LX.
2rr . -• r ,. "'
1
-;--
00
( j1u
'--+
T
j -
T
2rrr)] r 1'"" dw
che è identica nell a fo rmo oll a ( 1.26). Perciò possiamo dedurne l'iucntiti1
Xa(jw + j 7Tr)
T r-- o0 · T
X( e100 )
T
= _!_ I (1. 28)
2
Se invece si usa come vari nb ik la rrequ cnza anal ogicu .!1, questa espn.:s-
sione diventa
(1 .29)
X0 (jfi)
(a)
X (elw )
1/T
X (elw)
1/T
~ - 21T I
_ n0 T
!
n 0r
~/\ 2 11
/\ 11,,.
w
-2-
2
(e )
Fl g. 1.13 (nJ Trn nformn ln cli roun or cl i 11n so nn nln n IC'mpn r.o nl in11n (h) TrnG fo ri11n1a cli
Fouripr cl nl r.r. qnnlo n ltimpo d1r.;cr!"'to n tt nnt il n cnn r.a rnn H111; 1n H:11 tn n1·r 1nd1 r,o 11
noriod o di C:-tll"l J)I Orl:llllO nl o f) Cn f; Ì (! r ;1n tln (f ;1 prov nr. nr- J '-">{)V t ;tppo ~ 1 ;1r)f11 cf11llo
ripe tiz inn 1 pcrrod iclHJ d r l l ~1 trn c;; lor mri L1 ;1 lnmpo con l1nu n . (e ) Corn ri fhJ. co n 1 ~1
cld fe ro nn1 chn Il perio<1o cll C:lmp ion;"t m on to ò ;ihh:i~1 .1n1;;t picco lo d ;1 nrm pi ovo
caro so vrappoR1Zion1 ch~ llo rrpnli 11o n 1 po rioc1 ir.hc rl nll:i 1ra s lorrnn1 :1 :i tempo c:nn t 1n un
In oltre, lfl trasform nln cli Fomi cr a tempo conti nu o forni sce
x0 (1) = -
2rr - •11'
l I •IT
X0 (j0.)e' 11 ' dQ
.
(1.31)
x (1) = - 1
0
2rr
i •IT
- •IT
T X(e 111 7')e 1111 c/ 0.
Poiché
X(e101') = I
k - - oo
x.(kT) e- JOTk
ne scp.uc che
x .. (t) - -T
2 rr
i .11· [ l'" x (kT)e- J07'k e1111dD.
0
- • / 7' k - - oo
J
orp 11 rt'. ~r11 n1hl1111dt1 J'mdliH· di sommn lmln ' cli lntcgrnlc,
xn(t) = I
k ~- oo
x.(kT) sin [(n /T)(t - kT)]
(7r/T)(t - kT)
( 1.32)
( x,,(t) -
1
J,, <A .( t)
1 (1.33)
( 1.J4a)
e
</>i(t) -..., sin[ (7r/T)(1 - kT)l
( l.34b)
(7r/ T)(t - kT)
In ge nera le es isto no moll e cla ss i di fun 7.ioni tj>i (/) che possono esse re 11 sa1e
per es primere 11n<1 fun zio ne :i te mpo con tin uo rn.: 11 :1 fo rma ( I .ìì): qu cs lr.
cln ss i i11cl11d uno le fu11 zio11i sinu so id :ili, k fun zio ni di L:1guer n.:. i polino mi
di Legc ndre. In ogni r:ipp n.:senl:i zio nc della fo n11 ;1 ( 1.33 ) la sequ enza dci
coe fli cicnti Ck pu ò essere considera la come un scgmil e a tempo di screto che
rapprese nta il segnal e n lcrn po co nti nuo x ,. (I) 171. No n tull e le rappn:-
se nta zioni di q ues to tipo so no utili . Sceg li ere le fun zioni <l>di) es presse
dalla ( 1.34 b) dii il forl c.: van tngg io che i coc lli cic nli si oll c ngono se mpli-
ce mente ca mpi onand o il segnal e a tempo cont inuo. Un ull erio re va nt aggio
cli qu es ta sce lta è che essa con e rva la convolll7. io ne nel senso che se
y,, (I) è la convol uzione 11 tempo con1in110 di x,. (I) cd /i ,, ( /), :1ll nrn
y,, (tz'I' ) sm:'i In C'P11 vu li1 zio11 e di sc re1:1 di x ,, (11'/') l'd /i ,,( 11'/') , p11rché il pnio-
do di co111pit>11 an1 e111 0 '/' sin scc ll u al>lrns l:in za pi cco lo da cv il art.: ali11si11g .
ovve ro in modo che In rapprese nlazi ont.: ( 1. 32 ) sia vétlida . Il van iagg io di
una rnpprcsc nt nz io nc che conse rva In cn11 vo lt1 zinne è che essa conscnl e
111 si1111il111i o11 t.: o rc11li 11.111i(lllt' di 1111 s i ~ l t' 111 1 1 li1 H'11 rc· 11 1t·111po ro 111i11110 e
lc111po-in v11 ri a111 e per mn.w di 111 1 sb 1c111 11 li11 e:1rc n lc111pt> di snc lo t.:
invnri :.i nle alla tra sl:1zio nc. Lo svnnl nggio dcll a ra pprese nt azio ne che usn
le fun zioni ( 1.34 b) è che essa pu ò nppl icarsi solo all e funz ioni limi tale
in band a.
Esistono molte altre scelte per le funzioni cpic (t) della ( 1.33) tali da
fornire una rappresenta:zkJne discreta di segnali a tempo continuo che
conserva la convoluzione [8) . Una condizione necessaria e sumciente a
questo scopo verrà presa in con siderazione nel probi. 32 di questo stesso
capitolo.
,,
1.8 SEQUENZE E SISTEMI lllDIM ENSIONALI
x(m, n)
1 m ~ O, n ~ O
u(m, n) = { •
O, altrove
Le sequ enze cnmpi one unitari o , r, radin o unit<iri o. esponc11 1.i:tl e e sinu soi-
dale sono tutte se parabili. Un esempi o di seq uenzn non sc1n 1rnbi lc è la
scqucnz:i
Come nel caso monod i111 cnsio11 ;1 lc. una seq uenza bid i111cnsio11a le q un 1-
sia si può essere espressa come comhin aziom: lin eare di ca111pi oni unilari
traslati:
= 2"' 2"'
A·- - M r - oo
x(k, r)T[r5(111 - k, 11 - r)]
l11cli c:1ndo con 11 1,, (111.11) la ri sposta dcl sistcin ;1 a.~ (111 -k. 11 -r), s1 può se ri -
vere
"' '" x(k, r)l1k .r(111, 11)
y(111, 11) -- .L L (U.'i)
A.· - ff l , •• 11)
Con la sola condi zione di lin e:1ri1 i1 imposta sul sistcm:1. ht .. (111.11) dipcnd crù
dall e qu attro va ri abili k. r . 111 cu rr . t tu tU1vi<1 util e im porre l'ult eri ore vin-
colo di in varinn rn all n t1':1slaz iunc. Ln cl;1ssc el ci sislcmi bid im ensionali
y(m, n) = I ""'
I00
x(k, r)h(m - k, n - r) (1.36)
t-- oo r-- a:i
s= I k =- oo
I
r-- oo
lh(k , r)I < oo ( 1.38)
dove, per la linea rità, im poni amo l'ulteri ore co nd izione che , se x(m ,n) = O
per tutti gli m ed n , all ora y (m ,n ) =
O per tutti gli /11 ed 11 . Come con le
equazioni alle d ifTerenze monod imensionali, l'eq uazione all e difTcre nze
bidimensionale ( 1.39) può corri sponde re ad un sistema ca usale o non ca u-
sale. Se sup poni amo che il sistema sia cn usalc(la (I .39) può essere espressa
come un a relazione ri corsiva, cioè
y(m , n) = -J { M~
2: N~
l; bA·rx(m - k, n - r)
a 00 k- Or- o
M , ~ }
. k~O r~d Gkry(m - k, Il - r) (1.40)
k,r,. o cun1crnpor:1 ncnrncnlc
/\ d csc mr io, se .1: (111.11) è zero per /11 < O. 11 < O, nll ora , 1n w nscgucnza
della c<1 usn liti1. y( 111 .11) è ?ero per m < O, /1 < O. Ou es to forni sce q ui nd i
11 11 insieme di cu n li7ioni i11i 1i:ili da usa re ncll' itcrn zionc dell :i ( I .'IO) .
Per sistl: mi hidi111 c11 sion:il i li nc:1ri in vari:in ti all :1 t1·asl:i zionc , la rispo, ta
ad un es ponenziale comp lesso dell a forma e1'"'"'eit"'" è un esr oncnzialc
comr lesso dell e stesse frequ enze comp lesse. Spec if ica mente , se è
2 L
<$) "'
y(m, 11 ) ..,., h(k , r)ei'° ''"c 1'°'"e- 1"' ' ke- 1'"•r
k - - O'l r .... -oo
La sequenza h(m,n) può essere ricos truita dalla risposta in frequ enr.a per
mc7.zo dello relu7.lonc
(1.42)
00 00
X(elr••, el''") -- L L x( m, 11)r.- l'"'"'e··lm1" (1.4 3)
( 1. 44)
(1.45)
nea ri in varianti alla traslazione è quell a per cui l'ingresso e l'u scita sodd i-
sfano un'equazione all e diITerenze linea re a coe fTì cienti\:os tanti. f:: stata di -
scussa la soluzione it era ti va di tali equ azioni e sono staÌè'definit e le classi
di sistemi FIR e llR. - - - - --
Blll LIOGllA F I A
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!'mc. rr:r::r:. Voi. 60. No.6, Jun c 1972 , pp. 118 1- 69 1.
PROBLEMI
0
_, 2 3
_,
---~~~-----
2 3 n
(o)
f'r
X (n)
n •
---~~~------- n • •
(b)
x (n) h(n)
;> 2
n -----+-~~~-·------ n
2
- 1 -1
(cl
Flg. Pt.l
1. V11l u1 nrc cs pli r itnmcnt c In ccrnvoll17 ionc .v(11) 7 x(11) ;, /i (11) dl"llc SL'qt1rn1.e
a." 0 ~ 11 < N
lr(11) ~ •
{
o.
x(n) -
{I" -"•, "o ': Il
{o. n < "o
(t: pm< ibilc ott enere In so1u7.ione in forma chiu sa) .
~ . Sia r(11) una scqu c nn c<ponc111.inlc, cioè. . '·
1
1'(11) a.", per tutti Rii 11 .:._
r si111w x(nl e y(11) du l' seq 1t·111.c nrhitrnri ·. Mos trare, ~hc ri sultu
5. Siano x(n), y(n) e w(11) tre sequenze arbitrarie. Mostrare che In convoluzione
di sc reta gode delle proprietà
(a) commutativa, cioè
10. Si ro nsid eri 1111 sisll' lllll co n 111rn ri , pos ln 11 1l 'im p11 lso h ( 11) di durala fin iln l11l c che
Mos lrn re che se lx! 11ll -- Il 11ll0 rn un limil e sull 'usc iln i: dat o da
N- 1
/y (11)/. ,- B 2: /h(k)/
k~O
Mostra re nnche che tale lirnil c pu ò esse re ra p.g iunl o ; cioè. dete rmin are un a se·
qu cnza x(n) co n lx(11l l ..., n. per la qunl c, per qu alch e valore di 11,
N- 1
y (11) ~- n ,L /Mk)/ .
k - 11
I 1. La c m1 s nli1~ di un sistema è slnt a dcfìniln nel par. I .3. Part end o da qu es ta defini ·
zio ne mos tra re che per 1111 sislcma lin eare in vn ri nnt r all a lra slaz inne . 1:1 · au sa li1 ~
l111pli rn che la rispo<lll 11 ll 'i111p1d so /1(11) è 7<'1' 0 pn 11 ..-- O. Mos lrnrc nnc hc che se
111 ri .• J1t>s l11 1111'i111pulso è 1c n1 pr r 11 , O. 1dl orn il "i•le11111 d1'Vl' 111·n·.-111·i11n w11 lt'
c~sc rc cn usn le.
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
58
12. Per ciascuno dci seguenti sistemi, dcterminnre se il sistema è o no (I) stabi le,
(2) cuusa le, (3) lineare, (4) invuriuntc allu trnslnzionc.
(a) T[x(11)] = g(11)x(n)'. \
..
(b) T[x(n)] = L x(k).
k- na
n+ no
(e) T[x(n)] = L x(k).
k• n- no
(d) T[x(11)] = x(n - n 0). i '
(e) T[x(n)] = e"'<n>.
(f) T[x(n)] = ax(n) + b.
Oiustifìcnre le ri sposte .
13. Si consideri un sislcmu con in gresso x(11) cd usci ln y(11) . Ln rclu7.ionc ingresso·
usc iln per il sis1c111n è dcfiniln dnll c seguenti due propricli\ : (I) y(11) - ay(n - I) =
X(ll); (2) y(O) = I.
(a) Oelerminare se il sislemn è invnri nnle nll n traslnzione.
(b) Delerrnin nre se il sistema è lin ea re.
(cl Si nssuma che l'equa zione nll e d ifferenze (p ropri età I) res i i In siessa meni re il
va lore y( O) è spec ifi ca lo essere null o. Yerificurc se le risposte date ai punii (a)
e (h) devo no essere modili c:1< e.
I~ . Si co nsi deri il sislemn lin ('11 rc n 1e111po di sc rc<o lnvnri11nl e nlln lrnsln7. ione con
risposl11 11 ll'i111p11l so
15. In fìp,. r 1.15 è 111os1rat o un sislcmn n tempo di sc reto . Lu lrasforma zionc dcl
s;slr rn a y(n) -o Tl x( 11) l è nrb il rnriu e può essere non lin eare e lc111po varia nl e.
L11 sola propri elÌì noia del sislc11111 è che csrn è ben definit o, cioè che l'u sc iln per
un qualsiasi in gresso dalo è uni c11 . Si suppon!(a che l'in gresso x(11) ~ ia x(11) = Ae'""
e rhc sia mi surnl o qu alc he param etro /' dl' ll'u sc iln (ad es. l'ampi ezza rn nss ima) .
In genera le f' sarh un n [un zione di w.
Si co nsideri f' per d ifkrc nli frequenze di ccc iln zici ne. M o~ l rn rc che I' è pe·
riudirn in 1oJ e dl' lerminnre il pl' rirn h• . Un simile risullnlo snnì nn corn vero nel
<:n!'o n l l'll111<\ cn n1 i11 ttn '!
Fig. P1.15
16. Nel pnr. I .'i la lrasformnln di r ouri er di una scquenzn è slnln defìnilu come
1· . .
" ... (('I
(n) Sostiluendo lu (P 1.16-1) nelln (P 1.16-2) e cn lcolnndo l'in tcgru le, vcrificnrc che
le due reluzioni sono l'unn l'inverso dell 'o llru .
(b) Ripetere In porte (a) sostituendo la (P 1.16-2) nelln (P 1.16-1).
17. Nel par. 1.5 era sta to mostrato intuitiv;11nente che
dove Y(e 1'" ) , /-l(e 1'" ) e X(e 1") sono le tni s[ormatc di Fourier dell 'usc ita y(n), dell a
risposta all all 'impu lso h (n) e dell'ingresso x( n) di un sistema lin eare tempo inv a-
ri ante; cioè,
00
y(n) A 1
n- - oo
h(n - k)x(k) (Pl.17-2)
Verifi ca re In (1'1 .17-1) uppl ic:t ndo 111 tra sro rm a la di f' ourkr :ill:t somrn:t di co nvo-
lu zionc (1'1.17 -2 ).
18. (a) Si consid eri un sistema lin eare tempo in va rinnte co n ri s posta all'impulso
h(11) = a."u(11). dove a. è real e e O < u. < I. Se l'in gresso è x(11) = W°11(11) .
O < IPI < I, de term inare l'u sci la y(11) nella [unna y(11) = (k,a." -1- /"P°')u(11 )
val11t:indo es pli cilam cnl e 1:1 so mma di convo lu zio ne.
(b) Valul ancl 0 csp li r ila111 r 11t e le lrn s[orm11l e X (r•"" ). // (<''"') e l' (r•"") cmri spnn1k111i
11 ,\·(11). 11(11) e y( 11) spc1: ilicu1 c ndl11 pml e (11). nw slrnrc c he
19. Siano x( 11) e X( é") una sequ e nza e la wn lra sl'ormaln di f'ouricr . J'vlos trarc che
tl -
Loo
- ct.>
x(n)x"' (n) - - J
2rr . - rr
r" X(l'l"')X*(el'•') dm
23. Nel proge tt o di filtri sin 1111nl0R ici che num e rici. vien e sp,· sso appros, irnnln unn
c111·n11ni s1i c11 di 11111pi cn 11 spcc ili cala. Sl' l1 1'1 p11rl ko l:irc rif',u 11rd t> nlla fil'c . l' cr
cst•inpin, cs i:: ltrn n dl'ik ll'e nkh c s11111dmd di progc ll o di lilrri I'"" " h11 s '<~ e l"""1-
hu11d11 llllsnt · solo s1illc c11 r1111 cri s1ic he di 11111pit·11a.
In molti problemi di filtrn p,r, io s i dc, id c rcrehhc id c:ilml'lll C d1e 1:1 c:1rnll cr isli -
c11 di [11 sc fo sse 1.c ro o ppure lin ea re. l'e r liltri ca usnli è imposs ibil e ave re fa se zero .
Tuttavia, in mo lt e appli c;i1. in11i cii r; :irngp.io 111 11 11 ~rico n0 n è ncccss:11·io c he la
ri spos ta all'impul so dcl filt ro sin nulla per 11 < O se l'c lah ornzio nc no11 de ve esse re
fnlla in tempo renl c.
Una tecnica comunemente usata nel filtroggio numerico quondo I doti do fil.
trnre sono di durata fìniln e imm ngnzzinotl , o<l esempio , su di sco o nos tro magne-
tico, è quella di clabo,rpre i duti fucendoll pnssnre primo in un senso e poi in
senso opposto nello s tcs~ o filtro .
Sia /i (n) In risposta nlt '!mpulso di un filtro causale con un a caratteristica di
fu se arbitra ria . Assumiamo che /i(n) sia reale e indichi amo con H(e1w) la sua tra·
sform a ta cli Fourier. Si a x (n) In sequem:n da filtrare. L'operazi one di filtra ggio è
eseguito come segue:
(o) Metodo A:
x(n) g(n)
i. li(n)
g( - n) r(n)
li. h(n)
iii. s(11) ·~ r( - n)
( 1) Dctcrmin nrc In rispos1n nll 'imp ul so p,lohn le h ,(11 ) che lc1w x (11 ) e s (11 ), e
111os lr:1re che 1111 rara ll cri sli ca cli fa se null n.
(2) Dc1crmi11:1rc 111 ,(e'"ll cd es prim erl o in term in i d i l11(e 1" ) \ e d i aqi:
[H (e1" ) \ .
(b) M<'lodo ll : Fill rnrc x (11) con il filt ro lt (11) oll cncncl o R(11 ) . Fi lrrnn· anche
in SL' ll SO in ve rso x(11) c<111 il lill ro /1( 11 ) t1 ll cncnd (1 r (11 ). L'usc il a y(11 ) è poi
pre sa L'P nl L' la so111111:1 di p,( 11) e r ( - 11)
i.
x(n) )I h(n)
g (11)
~--~
x ( - 11) r(n)
ii. h(n)
ii i. y (n) = g (n) + r( - n)
Qu es to insieme di piL1 opc rnzioni pu ò essere rap presentalo co n un filt ro. con
in gresso x (11) . usc il a y (11) e ri spus l:t all' impulso /1 ,(11 ) .
(1 ) Mos lrn re che il fillro risul1 :1111 c /1,(11) hn cn rall eri slica di fa se null a.
( 2) Dc1ern11n are 11-f,(e"")\ cd cs pr i111 c1lo in termi ni di \/1 (1' 1'" ) \ e di nqi:
\I / (e'"')\ .
( e) S11ppo11in rn o r hc sin d nln unn scqu cnrn cl i clurnln fini111 , s11 cu i csqi:uirc
1111 'tipcrn1 i(1nc di fì l l rn).t ~i o pnssn -hand a ron fnsc 11 11 \l a. ln oltn:. :1ssu111 i111110
d1< sin d11 1,1 il fi li ro p:is,11-h11 11 d:t /1 (11 ), co n In risposta i11 frcq11c11 zn ill uslrn ln
0
i11 [i f\. Pl .21 . che ha In cnrnt1 cri slic11 d i nmp ic·r.1.11 dcs id crnln 11111 fnsc lin cnrC'.
JI
l l(ei<-" ll
w
"
4
Fig. P1.l3
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
61
Per ottenere fase null n poss iamo usare sin il met0<.lo (A) che il (n). Determi-
nure e dise)(nare npprossimntivnmc nte l11,(e 1"ll e IH1(l' 1")j. In base n ques ti
risultuti. qunlc me todo usereste per ottenere l'opcrn7.ione di filtraggio pnssn-
bnndn dcsidcrntu? Spiegare perché. Pit1 in genera le, se lr(n) hn il modulo
desiderato ma cara tter istica di fnse non linenre, quale metodo è preferibile
per ottenere carat teristica di fa se nulla ?
24. Siano x(n) e X( c"") una sequenza e In sua tra sformata. Non si nssumn che x(n) sin
renle o che x(n) sin nulla pe r 11 < O. Determinare. in termini di X( e1") , la trn -
sformaln di ognuna dell e seq uenze seguenti:
(n) kx(11), con k costnn te qunlsin si.
(b) x(n - 11,, ), con "" int ero.
(e) g(n) = x(2n) . (Questo caso ri chiede nllenzione!).
x( 11 /2), per 11 pnri
(d) fl,(l1) = { O. per /1 dispnri.
(e) x1(11).
2'i . Nel pnr . 1.6 11hhi111110 c11111 Ki nto nlcun c prnp1·icllÌ cli si 111111clr i11 cl clln trn sformntn
di l'uuri cr. Tull e qtt cstc propricllÌ di sce nd ono in nrnni cra :ihh11sl11n rn diretta d11ll11
dcfini 7in ne cli trn , fo rnrnta. Un clc11 u 1 di ;1 k t11 it· dl'ilt- prnprirl lt c1111nci:il e SC)'. Ue
piìt so llo: dim nstr:i rc c he son n vere. Nel fare l:i diniostrnz iott l! po te te usare In
def ini zio ne dcll ;i co ppi a di 1rasfo r111:it c d;ita d:ill c cq . ( 1. 19) e ( 1.20) nonc hé q11a-
lu nq ue pro pri e1i1 c he precede nella li sta . Per esempi o . po te re usare le prupri et:'t
I e 2 n ·I clim oslr:irc In pru pri e tit 3 .
26. x(11) e X (ei" ) indi cano una scqu tn7 a e la sua trn sfo rrnat;i di Fouri cr. Dete rmina re ,
in te rmini di x(11 ), la scqu c nrn co rri , pond c nt e 11
(n) X k 'i'· "" ).
(hl Re I X (c'"") I.
(c J 1111 I X(1"'"' ) I .
27. lJ s:i11d u k pro pri e!;) tlin1 n ~ l rn l c nl" I prn hl . 2'i . t11 <1' trn1·c r lt · v:i lgo11n k Sl"Jl.l tt" llti
propri r 1:'1 di si111 111 clri:i pn la tr:l' fo rt n:t ta Ji h 1uri n X (t''°' ) di 1111 :1 '"qu c11 rn x(11)
rc11k:
Re [ X(I' 1"')]
lm [X(cl 10
' )] - Im [X(c- i"')]
IX(ci'")I = JX(e- 1"')1
arg [X(cl"' )] - arg [X(c,-;'"))
28. Si con sid e ri una sequen za co mpl ess a /1(11) e:: /1 .( 11) + j/i ,(11), do ve /i .(11 ) e /1 ,(11)
son o sc qu c11 7.e reali , e sia // (<•'""' ) :- ll 11 (<' ''• ) -I jl/ ,(c 1"' ) In sua trasfornrnta, do ve
/ / (1- ' ... ) e // ,(I- '"") indi rn tHl ri' l'« lli va1nc111 c la p:irt c rcn lc e i1111n :igi 11ari 11 di //( e '" ).
11
Siu1111 // 11,(1• '""' ) l ' //,,, (1" 1··1 lr purt i puri,. tli , p111·i di // ,. (1" °' ). ,. // ,, (1·'"· ) e //,,.fi"" )
le purli pHri e di spuri di // 1(1' '°' ). l11 o llrc . i11di d1 i;111m co11 // , (1 •1" ) e // .,(/'' -) le p:trti
rc;tl e e i1111t1n!(in aria dclln trn , fo rtnata di /1 .(11) . e con // , (<!''•) e // ,,(c '°') le pa~ti
re:1le e imm aginaria cl cll:t tra sfor111 ;11a di /1 .(11) . Esprim e re // , . Il ,.. // ,. e // ,, 111
termin i di // ,.,.. /l 0 , , Il ,, e //,,,.
29. Nella fig. Pl.29-1 sono illustrate due operazioni che spesso si incontrano nei
sistemi per l'elaborazione dei segnali. Il campionatore trasferisce in uscito i cam-
•\
() I
~Campionatore 1----y(n) "'
I {x(n),nparl
· . O, n dispari
-
x(n) I Compressore 1----•--y(n) = x(2n)
Flg. Pt.29-t
pi oni con indi ce pnri e pone uguali o zero i cnmpioni dello sequ enza co n Indi ce
di spari. li compressore ge nera una sequenza che consiste dei soli valori dcll'in -
grc so con ind ice pnri .
In fì g. P 1.29-2 è rnoslrn lo un sistcmn costituit o d nll n cnscnln d i un cn mpi o-
x(n) ~
Cnmplo-
nato rc
r--- x-(n)--
0
. Co m pressore
y(n)
r---- -
Flg. Pf .29-2
nalore, un filtro n11mcri co (FA } cd un compressore . Nell a fi g. PI .29-3 è mostrnlo
un sistema cos tit uito da ll a cns~ nta di un co mp ressore e d i un filtro numerico ( FB} .
~
X (n)
- - -·ICompressore 1----0-10-
xb (n)
Fig. Pf .29-l
I fìltri num erici FA e r n sono lineari. cnu snli e inv nrinnli alln trnsln1.ione.
Ln ri spos to in frequr nzn per l' A è 11, (r'") ::- I/ [ I - ne 1'" ], <l ove O < a < I
fcioè /i ( 11) -=- a "11 (11) I. Dctcrn1 inn rc In ri sr os tn in frcqtr l'fft.ll per FII In modo r hc
i sistemi cl cll c fi g. PI .29-2 e l'l .2'l-3 sinno cqui \'ll lcnl i.
30. Si a /J, (1 } la ri spo la all 'im pul so di un filtro a tempo co ntinu o lin ea re tempo-irw a-
ri 11n te e /1,,(11) la ri spostn nl campi one unit ario di un fìlt ro a tempo di screto lin eare
invarian te all a tro sln ionc.
(a} Se
e- al I è: O
h,,(1) = .
( o. I < 0
dctcr minnre In ri sposto In frcqu enzn dcl filt ro nnnl op; ico e di se!( nnrn e il modul o.
(h} Se h.1(11 ) -= ld11 T) con /r, (I ) m mc nclln pnrt e (n) dcl prn hlcrn a, dctcrmin nro
111 rl s r o~ 1 11 In frl' q11c11 w el ci filt m nurncrk u e dl sq111nrnc il 111od11l o.
(e) Per 1111 d11t o vul orc di 11 detcrmlnnrc in fun 7. ionc di '/' il vnl orc usso luto minimo
della ri spos tn in frequcnzn del filtro numer ico.
31. Un 'n pplicazione in cui i !ìltri numeri ci sono spesso usati è il filt raggio dì dnti
nn alogicì limitati in bun dn, come rnpprescntnto in !ìg. Pl.31, dove T rapprcsentu
r-------- --- - --- ---- -- ------ -- --- --- -- - - -- -- - -- 1
Flg. Pt.Jt
l'intervallo di tempo tra i campioni. (Si assuma T abbastan za piccolo per evilare
l'aliasing). Il sistema complessivo che lega x (I) a y(I) è equivalenle a un filtro
en ologico.
(a) Se · h(n) ha unn frequenza di lnglio di rc/8 rod/sec, e se l/T = IO kHz,
qual è la frequenza di taglio dcl sis lcma complessivo?
(b) Ripetere la pnrle (n) per I /T = 20 kHz.
32. Come nbhinmo nccennnlo nel pnr. 1.7, unn funzione o tempo continuo x,(I) può
in 11:cnernlc essere csprcRMn In termini cli 1111 Insieme di funzioni di hnse co me
00
Xa(t) = 2
k - - cc
ck<f>k(t) (Pl.32-1)
dove le funzioni { <f> ,(I) ) sono un insieme di fun zioni lincnrmcnlc indipcndcnli.
I cocfTic icnli e, possono nll orn esse re pcnsn ti co me unn scqucnzn che ruppre·
scnl a il seg n:lie n lcmpo conlinuo. Se .1·.,( 1) è n banda limit ala. nll orn. come vi slo
nel par. t .7, le funzi oni <~<(I) possono esse re sce ile come
t/ik(I)
sin f( 1r/TH1 -::. _k nl (1'1..1 2-2)
(n /'l'J(t . /in
Un\tli lc propri cl:ì dell e fun zion i ~', (I) è che sinno scc ll e in mod o che In r:t pprc-
sc nl:t zio nc di scrcla dci scp. nali a lc mpo con lin uo manl cnp,a la co nv olu zionc,
cioè, se
Xn i(t) =
"'
Ì.: C1k1•k(t) (P I .32-J a)
k- - oo
OC>
x,,.;(t) ~
A·
2 ooC2d'k(I) (P 1.32-Jb)
Xo3( 1) --
k
2"'
- CO
C3k1'k( t) (P 1.3 2-3c)
co n
.l',,:i(I)
.
f" ,,,
.1-,, 1 ( ' ) r., ,! (I (Pl..12 -Jd)
Ottt'sln v11nl dire qttittdi die 1111 sislc111n linl'llrc tc1npo·i11vari :111l c n lcmpo conlinttn
pu1ì esse re rapprl' sc11l11to dtt un si, 1cn111 lin cn rc 11 lcmpu di sc rcln i11 v111·i11111 c 11 1111
trn sl111.io11c.
(n) Mns lrnn: l'h c SL' v111t- 111 (l'l.ì 2-ì). 11ll LH'1t l[l,(jfl), do/o In trn sforn111111 di Fnttricr
cli •I> ,( 1). dcv· soddi ,: f11n: 111 1Ti111i 1•IH'
(Pl.32-4)
(b) Mostrnrc chr il ri sultat o dclln pari e (n) implicn che <Il,(il1) è della formn
(e) Moslrnrc che In trn sfr,rmnla di rour icr dell e fun zioni (P 1.ì 2·2) moltipli c:1lc
pr r 1/'f' soddi sfn la (l'l.1 2-4 ).
(d) Rimcl lc 11 lrov11n: 11 !1ri in sie mi di fllmi oni li11c:t r111 r n1 e indipc11ckn1i le cui
trnsfo rmul e suddisf:tno In (I' 1.32-4)? Fule qualche ese mpio.
Mr ~ L s(11)/r(11)
fi no- o:>
-----
•o (t)
- ~I T I-
x n ( kT)
kT
Fl1 . Pt .14
x(n) = i
k- - ro
s(k)h(n - k)
2:"' 2:"'
k- - c:o r- - oo
lh(k, r)I < oo
40. Nel probi. 19 è stnto der iva to il teo rcm:1 di P:1r" al per seq uenze 111o nodi111 e n-
sio1111li. Dc rivnrc In rcl111 io nc corr ispo nd ent e per ~(' quc n ze bidimc nsio n:ili.
11 . Dctcrminnrc In ris pos ta in frcq11 c nz11 dcl filtro bidi111 cnsio1111l c nvc nt e ri s posta
nll'impu lso
h(m, n) = {'·
Imi < M e 1111 < N
O, alt rove
12. Dctc rminnrc In ri spm tn nll 'impul so dcl filtro pn ~s n · bn ss o In cui ri spnstn in [rc-
q11rn zn pe r l•·iol e IM1I min o ri di 1t è dntn dn
n, 111'11·1111 111 1111• 111 11,, 1•1•' ' " 11 ll 'l 111p111 , .. ""' lilt1 11 ,., .... 11 llll'h ll " •1 1111111'11111 ··lrr nl 11 11•
In cui rl ~ pu~ t l1 In lrrq11r11 1n prr lr.i.! r 11.,,f 11!111111 1 cll ri 1' tl11111 cln
2 .0 I NTRODUZ IONE
X( z ) "'
= 2: x(n)z- " (2 .1)
n-- c:o
"'
Xr(z) = .L;x(n)z- 11
n- o
oppure O'.)
x( 11)r- 11 e- }ti.1n
X(rc1'") - .L
71 .-r- CC
(2.2)
Pertanto. concord emente con la (2.2) , la trasform atn z di x (11) può esse re
interpretat:1 com e l;i tr;isformat;i di Fouri er di x (n) moltipli ca ta per un a
sequem.n esponenzial e. Per r = I, cioè per I zJ = I, In trasform ;1tn z è
ugun) e all n trns formala di Pouri er dell a sequ en7.n.
Come nbbi amo vi sto nel cnp. I, la se ri e di potenze che rn pprese nt a la
trn sformata di r ouri cr non conve rge per tutt e le sequ enze . /\n :il oga mcnt e.
In trn sforn111ln z non convL'!'f'.l' pn t11tt1~ le Sl'qm:nzc o per t11t1i i va lor i di z.
Per ogni sl'qucn za asSl'f!.11 :1ta l'in sieme dci vnl ori di z pn cui la tr:1 sforrn11tu
z co nverge si chiama region e di co11 vc rgc11za. Come stabilit o m:I par . 1.5 ,
111 conve rge nrn uniforme cklla trn sfnrninta cli Fnuri cr ri chi ede chl! la
Sl'qllenz11 si11 1 1 ~~11l11t 11 111rnt c M1111111:il lill' . Sl' l' it'1 ~ i 11pplic11 111111 (2.2) si ri chi e-
de che sia
Dovrehhe essere chin ro dalla (2.3 ) che. a c nu ~ n dclln rn oltipli cazio.nc dell a
scq11 cnz:1 per l'cs p<lll l' 11 i' i11 lc rcnlc r ", l: pnss ihilc rh c la trn sfor111at11 ;:
converga nnchc se non co11vcrgc la trn sfor111 :1t:1 di Fouri cr. Per esc rnpi n,
la sequ enza x (11) = 1.1(11) 11 0 11 è :Jssolut nment c somm abil e, e di consegucn7.n
la trasformat a di Fouri er non conve rge . Tutt avin, r "11(11) i:: nssolut amcn tc
somm abile se I r I > 1, e di conseg uenza In trn sform ala z dcl gradin o uni -
tario esiste con reg ione di co nve rgcnzn I < I z I < oo .
Dove in generale Rx- può essere piccolo fino ad annullarsi ed Rx+ può esse-
re grande fino all'infinito. Per esempio, la regione di convergenza della tra-
sfonnata z della sequenza x(n) = u(n) è definita da R_. _ = 1, Rx+ = . oo.
Una serie di potenze della forma (2 .1) è una serie di laurent. Per-
tanto, nello studio della trasformata z è possibile usare una quantità di ele-
ganti e potenti teoremi propri dell a teoria delle funzioni complesse (presen-
tati , per es ., in [3]). Un a seri e di Laurent, e quindi la trasformata z, è
un a fun zione an alitica in ogni punto interno all a regione di convergenza,
e pertant o la trasformata z e tutte le sue derivate devono essere funzioni
continue di z internamente alla regione di convergenza.
Nel pa r. 1.5 abbiamo vi sto che esistono alcune sequenze che non sono ·
assolutam ente sommabili ma hanno energia finita e che in quei casi si
può affermare che la trasform ata cli Fouri cr es iste se si accetta la conver-
genza nel senso che l'errore qu adratico medio tend e a zero. Un esempio di
tali sequenze è la ri sposta all 'impulso cli un filtro idea le passa-basso. In
questo caso In trnsformntn z non es iste, in consegucnzn dcl fntto
che per il filtro idenlc pnssn-bnsso la trns form ata cli Fouri er non è unn
fun zione continua e quindi non è nnnliti ca. In quei cn si in cui esiste la
trnsformata di Fouri cr mn non la trasformata z . poss inmo ancora consicl c-
rnre In trasfonm1ta di f'ouri cr come In t rn~ fo rmata z vnlut ata per I z I = 1,
sebbene qu esto, a ri gore. non sin corretto.
Un a classe import ante di trasformale z è quel la per cui X (z) è un a
fun zione razionale. cioè un rnpporto cl i polin omi in z. Le radi ci dcl polino-
mio numeratore sono quei valori cli z per cui X(z) = O e sono chi amati
gli zeri di X(z). Qu ei valori cli z per cui X (z) è infinitn sono chi amati i
poli di X (z) . I poli di X (z) per vn lori finiti di z sono le rodi ci ci el polinomio
d(' 11omin atore. l nolt re possono uvcrsi poli anche in ;:: = O o in z = oo . Per
le trasformate z rnzion;:i li esistono òi vcrsc im portanti rcln ioni frn la posizio-
ne dci poli di X(z) e In regione di conve rge nza dell a trn sformata z. Chinra-
mt' nl c non possono esserci poli di X (z) intern amente alla regione di convcr-
gemn , in qu ant o la trasform ata z non converge in corrispondenza cli un
polo. Inoltre, come vedremo pi ì1 nvnnti, la reg ione di convcrgen7.n è limi-
tntn dn poli.
Sp(' sso è convc11ic11tc rnpprcsc ntnre la trn sfornrntn z grafì cnmcntc per
me7.7.o dell a pnsi7ionc dci poli e degli ze ri nel pinno z. Si consid eri
per cs(' mpi o la sequ c111n
x(11) = a"11(n)
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
69 .
La trasformata z è data da
00
che converge a
I
X( z) = , per lzl > lal
1 - az- 1
lm
Pi nno i
Flg. 2.1 Diagrammo di poli e zori e regione di convergenza nel plano z per lo t ras for-
mato z nello scquo nzo o"u(n) .
X( z) =
...
L x(n)z- " (2.5)
tt - n1
dove 111 ed 112 sono numeri interi finiti. Ln convergenza di questa espres-
sione richiede semplicemente che sia I x(n) I < oo per 111 ~ n ~ 11 2• Inoltre
z può assumere tutti i valori ad eccezione cli z = oo se 111 < O e di z = O
se 112 > O. Pertanto le sequenze a lunghezza finita hanno una regione di
convergenza che è almeno O < I z I < oo, e può includere sia z O che =
z = 00
2. Sequen ze mm10/a11•re destre. Unn sequenw x(11) è monolntera clestrn
se x(11) -:: O pcr 11 < 111. l.11 trasfornrntn z di unn t11l e scq ucnrn è
1.a regione di conve rge nza della serie sc ritta sopra è l'es terno di un cer-
chio. l'n vnili c:1rl11 , st1ppl111i11mP l'lil' 111 Sl'l'ÌL' sin nssol11111111 nl c wnv ' t'-
gl' nl L' pcr : - : ,, cu,) l'h e
00
l.11 prima se rie nel secon do mcmbrn della (2.8) è finita per ogni v11lore
finil l' di : . I .a sccon d:1 serie. in ba se nll o stesso ra gionamento fallo prima.
converge per I z I I z , I· Quindi. se R, _ è il pilt piccolo vnl ore di I z I
per il qt1alc la se ri e (2 .6) conve rge, si ha che la seri e converge per
con l'eccezione di ;; = 1
oo se 11 1 < 0 . Pertanto le sequ enze monolatere
destre hann o una rcgiunc di eonvergenzu che è l'esterno cli 1111 ce rchio con
' Notinmo che /? ,. è il 1'11~'1.(io <.li convergcnz11 della se ri e di potenze negn tive di z
nell a trasfor mntn z dr ll11 ~cq u c n 7.n x(11). Ciò rende conto dell'uso dH noi fntto del-
l'indi ce x - .
l' q11i11di per co nvergere 1:1 scq11 c11za non llllÌ'> cresCL: rc pili vehJcc 111c111 c di
1111 es ponenziale p ·r 11 -> "" . Se 1:1 reg ione di C<l11vcrge11za di x(11) si eslen-
dc int crna111c11 1c al cerc hi o uniU1rio in n1oùo che r può esse re scelto minore
di 11no. all l1rn. per 11-> oo , .r(11) deve lenclc rc ;1 zcro vclocc 111enlc almeno
Cllln C lln l'S pll ll l' ll l i:1k.
f-: ~ l'~ ll 'lll. l l ii l"•l' lll l ' i11 di ""' l ll t' llllt 111\l!H>l:tl \' l':t ti c· \ lr:> <' l:t ' l"tJll \' 11 /.ll ,\"(11) =
11 11 11(11) ,
t hc, cu111c :ibhi:ittH> vi sl o i11 1i 1-cctd c11 z:1. h:t pl'I' lr:t' l1>rtll:1la
I
X( z) ~ ---1 , lzl > lai (2. 1O)
t - az-
J. Seq11r1 1ze 111 0110/a tcrc sinistre. U11 ;1 sccjucnrn x(n) è monolal crn
sini stra se x( 11) = O per 11 > 11 1. La lra sfo rm al<l z è
Cn mbinnd o l'indi ce d i somm ator ia con la soq i1u zione n - 111. olt cni:imo
dove J\ è t111a cos11111le fìnil a. Per convcrgnc . qt1i11cli . la sequenza m>11 p11<ì
crescere pi[1 vc loce1nc111e cli un espon enzial e per 11 - ) - ,...., . Se la rq :ion c
' In questo c:1so usiamo l' indice x + per indi care ii rnggio cli cu nv e r~cnrn clcll 11
serie cli polen7.c pos iti ve di z nella tn1sfo rm111 n z dell a scq ucnzn x( 11) .
Ln se ri e convcrp,c se ltJ -'zl < I, cioè lzl < lbl, nel qual cnso
1
X(z) = I -
I - b- 1 z = z - b' per lzl lbl (2 .12)
Irn
Regione di convergenze
Flg . 2.2 Olagrornmo di poli e zeri o ro Qla ne rtl convergenza nel plano 1 por lo tra sformalo
z d ello seque nza - b"u( - n - 1) .
Il polo e lo zero e la rcp, ionc di conv cr!(c111.a di X( z) sono indi cat e in li g. 2.2 . Si noti
che se /J = a , la fun zione X( z) ncll n (2.1 2) è identi ca a qu ell a della (2 .10) dcll"csc mpio
prccl'dcnt e. Qu es lo dim os frn il f1111 0 estremam ent e important e che per specifì cnre In
lrn sfornrn tn z di unn Sl'qucnza occo rre conosce re non so ll anto In fun zione X(z), mn
n11d1c In rq(ionc di tn nvcrp,c n1.11 .
00
X( z) = L x(n)z- n
n-- oo
00 - 1
= ,.L... ox(11) z- n + L x(n) z- n (2.13)
11 - - 00
La prima serie è monoIa tera destra e converge per R,_ < I z I; In seconda
serie è monolatera si nistra e converge per I z I < Rx+. Se R,_ < R,+ , esi-
ste una regione comune di eonvergenza della forma
R.,.... < izi < R.,+ (2.14)
Se R,_ > R.<+, non esiste una regione comune di convergenza, e quindi la
serie (2 .13) non converge. Se vale la regione di convergenza espressa in
(2.14) , la sequenza x(n) non può crescere pili velocemente di un espo-
nenziale in entrambe le direzioni, e se
R.,....<l < R.,+
la seq uenza tende a zero csponcnzinlmcntc in entrambe le dirci.ioni. Tali
sequenze hanno sia una trasformata cli Fouricr che una trn srormnta z.
ESEM 1•10 . SI consid er i In sequenza
x(11) =
a"
'
Il <.... o
{ - b", (2 . 15)
Il $ - 1
dove lai < lbl. Usa nd o i ri sull:1li dci prccedcnli du e esempi ,
Regio ne di
convergenza
Flg. 2.3 013grammn di poli e zari e rag ion o di convorgon10 per In ROQ tJ o n ra x(n) ,-: n"u(n) -
-b"u(- n - 1 ) .
- l
' 27Tj e
1,
Z k- ld
Z .= {l,
O,
(2.18)
2:
X( z),.. ,,__ x(n) z- "
( ()
(2.19)
1\foltipl icando cntrnmbi i membri della (2 .19) per zk - I e int egrando lun go
un perco rso che in cluda l'o ri gine e sia cont enuto interament e nell a regione
di convcrgc nzn di X (z) , si otti ene
1
~G 1
d z = x(/i.)
-
2rrj J:. X( z)z
Perciù, l'esprcss io111.: della lra sfo rm ntn z in ve rs:i è data da
27TJ e
1 -
x(11) = - I . X(z)z" 1 dz (2.22)
dove C è un percorso anti orari o chiu so che è situnt o nella rq~ i o n c cli con-
vcrgcnzn di X (: ) e circond n l'ori gin e dcl pian o z. Ocw rre 1111.:ttere in cvi -
dc: 11z:i ck 111.:I dn iv<1re 1:1 (2.2 2) non si son o fatt e ipotes i w i segni di k
nella (2.20) e di /1 m:ll :1 (2.22 ), e di con seguenza la (2.22 ) è valid n per
val ori sia positi vi che ncg<1tivi di 11.
l'n trasl" 11n1 wtl' ;: rn zion nli gli int egrnli della fmrn n (2.22 ) si possono
spl'ssu vnli1t 11 n: in llH •du n >n vc ni cnt c usu ndo il tcorcn111 dci res idui, c.: iol:
1
x(11) --· - -. 1 X( z)z"- 1 d z
2rr.J :re: (2.23)
Come ese mpi o dell'uso della trasforma zione inve rsa. conside ri;imo la
tra sformata in ve rsa Ji
X( : ) . I
1: 1: . 1111
- 11 ;:.
x(11) -- - I
27Tj
f1:
z '.' -
I - a z- 1
1
dz = -
2rrj
1.1 z"dz
- -
ez- a
dove il percorso cli i11t cp, r:1;r ionc. C. è unn circo11fl'!"l'1l7a di rn gg io rnnp,gio re
cli 11. l'l'I" 11 > O. :dlu ra, il pncn rso di i11t L·gr:1ziunl' r:1cc hi11d <.: ~l> l u 1111 polo
in z ·-· a. l)i con scgucnza, pe r /1 ;,:.. O, x(11) i.: d:1to d:1
Res [
1
in z - a] -~ a- 2
z2(z - a)
e
- (I
pio in z = O. Sebbene la (2.22) sia valida per tutti gli n, il suo uso per
n < O è spesso fonte di complicazioni a causa dei poli multipli in z = O.
Ciò può essere' evitato modificando la (2.22) per mezzo di un cam-
biamento di variabili, rendendola di facile applicazione per n < O. Spe-
cificamente, si consideri il cambiamento di variabili z =
p- 1, cosicché
la (2.22) diventa
(2.27)
x(n) = _I .1 x(!)p-n
-1dp (2. 28)
2-rr.1Jc· P
Se il percorso C nella (2.22 ) è unu circonferenza di raggio r nel piano z,
allora il percorso C' nella (2 .28) è una circonferenza di raggio l/r nel
pi ano p. I poli di X(z) che erano all 'esterno del percorso C co rri spondono
ora a poli cli X ( I/ p) che sono nit 'intern o dcl percorso C' e vi ceversa. Si
può o meno avere In compnrsn di poli e/ o 1.cri ncl di1.ionnli nell 'ori gine e/o
all'infìnito, mu ciò non e cssenziulc ai fini dcl nos tro ragionamento . Per
l'esempio specifi co che abbi amo con sid erato in precedenza . x(n) diventa
ora , a seguito di questo cambi amento cli vari abili,
x(11) = -1 1_P_ _ dp
- 11- l
27Tj e· 1 - ap
Se x(z) è dato come un'espress ione in form:i chiusa, si può spesso ricavare
la corrispondente serie di potenze o rifnrsi a un 'espansione in serie di
potenze precedentement e ricavata.
X(z) ·
- az·- t' lzl - lai (2.3 I)
Poiché la rc~ ione cli converp.cnrn è l'estern o di un ce rchio. In scqu cn7.n è rnono latera
dcslrn . Inoltre. poichè X( z ) tende ud un a cos lanle finila al lend cre cli z nll'infinilo ,
In sequcnzn è cnu snlc. Perciò c sq~ ui111110 In divi sione in modo du oll enere unn serie
cli polcnzc in z- '. Effett uando In divi sione lun p,n 01 1en i111110
- az- 111
I - az- 1
~I
az- 1 - a2z- 2
aZz- 2
o
- - - -1 = I + az- 1 + a 2z- 2 +
- az-
e pcrlanto si ha
x(11) - a"11(11)
ESEM PIO . Come altro ese mpio possiamo considerare lo stesso rnpporlo di poli
nomi dclln (2.31 ), ma con unn diversa regione cli co nvcq~c nzu, cioè
I
X(z) = I I' lzl < lnl (2.32)
- az
A causa d ell a reg ione · di convergenza, la sequenza è monol atcra sini stra e po iché
X( z) in z = O è finit a, la seque nza è ze ro pe r n > O. Pe rciò dividiamo in modo da
ott enere una serie di potç nze in z come segue:
- a- 1z - a- 1z1 -
- a + ziz
z - a- lz2
a lz 2
(2. 3:\)
dove gli xi sono poli di f(x) c gli !1 , sono i res idui nei poli: cioè
(2. '.\4)
Se il grado dcl numera tore è nrnggiorc dcl grndo dcl denomi na tore, all ora
si aggiun ge al secondo 111 cmhro dell a (2.3')) un poli 110111io di gra do pmi
al gr:1do dcl nu111 cralorc mrn o il grn do dcl dcnomin 11 tore. Perciò. sc il
r, rndn di /' (x ) è M e il )~ r : 1 du di O(x) è N w n M ,, N. :ill or:t la (2.33 ) è
sostitu ita da
(2. 35)
I { d•-k }
C k -- ( k) I -I •-- k (.
X - X
• ,)
'F ( X )
S - • eX ~ - ~,
EsEM 1'10. Si con sideri unn scquc nzn monolulcrn c.J cs lra con lrn sforrn11 1a z
z2
X(z)
(z - a)(z - b) (z-1 - (l/a))(z- 1 - (l/b))
r1r .. 1111 11 11d11 1111 '1• , 111111 -. i11111 · i11 lrn 11i "''111plit'I """ \' (' ) " ""' it\ 1·111 111 ""'"'' 1111 '"'l'P"r lo
di pu ll lH \llli 111 ;- 1 , ll l1 1·1dn111n
(I I/, I
X( : ) -(:--c1--,.(-,-
l i o))(,; - 1- -(-1/- /1-J) i.hli'J (z'- -o- 1) ~ {:;- 1 - :/,I)
(2.:\6)
l'ti iché 11hhi ;11no " ~' u 111 0 clw la 'c q11 c 11 7a ~ i;1 llH\ll ol:il cra dc-i ra. c ia,r 11110 dc i I ·r1111n1
dl'\ \;i ( 2 .)(, ) (' 01Ti <pnnd c :id 1111a scq11 1' 1\/:1 11111111 il:iln:i dc\ lr:1. T:i li 1crn1i11i su nu lr:i ·
"'- r111 11111f l' : dl' l primo on lin e chi.' pl 1...,.., i:11no rko 1u1 . . ~ •.: n.: d :11~ li 1·-..cm pi prcl·nk 111 i, e
pcrc iù ~ i pu ò ri c;1varc im1 nc di :i la111l'l>I C dall a C2.'lh)
. __!!_ _ t1"11(11)
,,
- - h"11(11)
x(11)
Il h h "
Ou c~ l o
s ic"" r\c mp! u vcr r:"1 preso i11 <:s:imr nel pn,h l. ~ di q11 cs1u c:1pi1u lu . con , id c·
r:indo pe rò .\'( : ) co me r;1ppor10 di pol i11 omi in : :1117ic hé in z '.
f.: hcm· o ~s c rv :1 re r ilv per ~e q11 c 111 c 111 011 0!:11,·rc sini sll'L' o hil;ill:re
la lcc ni ca di es 11:111sionc in fral li se mpli ci fun 1.iona ugu:ilmcnl c h<' ni.: . 111:1
occo rre r:1rc :iltc111.ionc :111:1 dclcr111i11 ;17 ionc di qu ;ili pnli co rri spond ono
a sequ enze 111011 ol:1I L' rc di.:s lre e qu ;ili ;i ~c q1 1 c n1 c 111ono l;i1 crc sini , lrc .
2.) TFOIU .. ~ 11 E l' HOl'll l i'.Ti\ ll l' l.I ./\ TH /\S l'Oll ~ l /\T/\ Z
Nel ri so lvere probl emi di lrntl:imento elci scgn;1li, è im port :mt c avere
ben eh im·c e snper us:l re con f:i ciliti1 le pro pri c t~ dell ;:i lrusfornwta z. Jn
qu es to p;irngr;ifo di scut eremo :i lcun e dell e pili imporl <l nti tra queste pro-
pri e !~. lJll eriori nozioni possnno esse re 1rov;1le in 11 ·1 e r2l.
N
x(11) = _LAk(aS', 11 > n0 (2.37)
k-- o
Jm lm
Pi ano z
Re Re
(o ) (b)
Im Im
Pinno z
Re Re
(cl ( d)
2 3.2 Linearità
3[x(n)] = X( z),
3[y(n )] - Y(z),
Ne segue che:
..
3[ax(n) + by(n)] = aX(z) + bY(z), R_ < lzl < R+ (2.38)
All ora per la sequ enza i cui v;il ori Sl1no x(n + 110) abbinmo (v. probi. 10 cli
·qul's lu cap it olo)
} [x(11 I 11 0)j -= z"•X(z), (2.39)
Le regioni di con v<:rp.l·n1.11 di x( 11) e .r(11 -f- 110) sono id en Iiche. con la possi-
hi le cccL"t. ione di :: = O o z ·= "" . l'cr csc111pio . la sequenza 8(11) ha una lrn-
sfLll'lllala : che ro nvc rgc dov ulHJllL' nel pian o z. mn la tra sformata z di 8(11-f)
rwn ClHlVcrgi: per :: -- O e la tr:1sfurmal a z di 8(11 + I) nun converge per
:: = "" . C'omc si vede d:illa ( 2.)ll ). per 110 pos itivo vengono inl roclotti degli
7.C rr 1n : O L' dci puli per z - I'(> ; pi:r 110 ncg:itivo , ve ngono in vece int rodo tti
dci poli nell'origine e ck gli 7t: ri all 'inrinil o.
2 .ì .'1 Mult i !'lirn ~ io111· /'l'I' 11110 sc11111•11 ;:a l'S/)()!1<'11 zialc
SL: una si: quc nrn .r( 11) è moltipli ca t;i per un;1 sequen 7.a esponcnzinlc a",
dove 11 pu ò r~ s cr c cc1111plcsso. :illor;1 (v . probi. IO di questo capi tolo)
;'i [11 '1x(11)] = X(a- lz), lai · R,._ < lzl < lai · R x i· (2.40)
Sc X( ;:) hu un polo in z = z1. ull ora X(az 1) uvri'1 un polo in z = az1. In gcnc-
rnlc, tulle le pos izi oni dci poli e d •gli zeri sono mudifieatc per un l'attore a.
Se a è un numero real e positivo, ciò può esse re int erpretato co me un a com-
press ione o un 'cspu nsione del piano z, cioè le pos izioni dci poli e degli ze ri
cambiano lun go lince radiali nel piano z. Se a è compl esso con modulo
unit ario, la modifica di posizione co rri spond e ;.1d un a rot azione nel pi ano z,
cioè le pos izioni dci poli e degli zeri cambiano lungo circonferenze con
centro nell'ori gin e.
Ln deri vala della tra sfo rmata z. moltipli ca ta per - z. è la tra srorrnala z
dell a sequ enza x( 11 ) moltipli cat <i pl'I' 11. e cit)i:
_ rl X(:)
,) (ll x( 11)) ~ - ·Z -- , (2.4 1)
rl z
•
2.3.6 Co11i11J.!O l11 d i u11a sec111e11 : 11 co111plessc1
Ciò scg11 c direll a11w11tc d; illa dd i11i zi011 e di tndo r111 ;1ta z.
Oucs to tcorl'111a si di111 ostr;1 f;1 cilm c11t e co 11 sid crn11 dn il limit e di og ni tcr-
min l: ncl J;1 sc ril: (2. 1) (v. prob i. 16 di qu L: slo l:apit ulo).
Se 111(11 ) è la n •n vu l11 zio11 l: tkl le dt1 l: Sl:<JU l: ll Zc .1:(11) e y(11), all ura In
trn sfornwta z di 111(11) è il prodott o dc lk trn sform;it c z di x (11) e y( 11), cioè, se
..,,
11·(11) ~ .L x(k) y( 11 - k) (2.44 )
J.: ..-.- 1"1)
ao
Y(z) = 2 a"z- n = -
n~ o
--
I - az- 1 '
JzJ> Jal
e
"' I
X(z) = 2
,. _ o
z- " = --
_ ,
I - z 1 lzl > I
W(z) = (I - a z-1)(1 - z- 1)
(z - a)(z - I) '
lzl > I
I poli e gli zeri di W(z) sono moslrnti in fig. 2.5 e la regione di convergenza è l'inlerse-
zionc delle si ngole regioni di convergenza .
'•I
.
Flg. 2.5 Oi ogrommn rii poli e zeri por la trns ro rm at a z d o li~ convoluzlono dPlio fio quonzo
u(n) o a"u(n).
Ln sequenw 111(11) p11ù esse re otl cnul a lramile la rorrn ula tli i11vcrsione
w(n) = -
I f
2-rrj e (z - a)(z - I)
z" 11 ,dz
dove il perco rso C è scel to nclln rcp ione di cnnvcrp.enza di w(11), come è rn ostrnto
in fi g. 2.5. Per n ~ O non ci sono poli in z = O. Perciò, usa ndo il teorema dci resi dui,
si ha
- nn l l
11 :::: o
I - a
Per 11 < - 1. hcnchè ci siano poli in z = O. 11011 è 11ccess:1rio calcolnre l" inlegrale tli
lin ea per accorgersi che w(11) deve esse re zero per 11 < O. Notin mo se mplicem ent e
che poiché sia x(n) che y( n) so no null e per 11 < O. 111(11) deve esse re a11 ch'css<1 nulla.
Osse rv i;11110 anche che. per questo esempio. la reg ione di convergenza di W( z) era
l'in terse zione delle regioni di conve rgenza di x (n) e y( n) . Se, invece, av ess im o sccllo
.v(11) 111le che
I - z-1
Y(z) JzJ > JaJ
l - az- 1 '
ollorn Il po lo in z ~., I s11 rehltc slnlo c1111ccll1110 e 111 rcp,ionc di co nvc rRcnrn di 11'(11)
si sarebbe esteso fino nl polo in z = a.
...
2.3.9 Teorema della cònvoluzione complessa
w(11) = x(11)y(11)
e quindi
00
Ma
y(11) = - 1-.1 1 dv
2-rrj Jc·,Y(v)v"-
dove C1 è un percorso chi\1 so nntiorn ri o nella regione di convergenzn di
Y.(t>) . i\Jl orn
W(z) J L
= -.
00
2rrJ n••- oo
x(n) f 01
Y(v) -(z)-nv- l dv
V
= -
1
2rrj
. f [ ~ x(n)(~)-"]
C1 n-- oo V
v- • Y(v) dv
ovvero
W( z) = -
1
.1 x(~) Y(v)v- 1
dv (2.46a)
2rrJ 'fa , I!
dove C1 è un percorso chiuso antiorario nell 'int erse1.ione dell e regioni cli
convergenzn di X (z/v) e Y(v). W(z) può anche essere espressa come
W(z) = - 1 .1
2rrJ Jc,
X(v)Y(~)v-
v
1 dv (2.46b)
che ha una forma simil e ad un:i convo lu7.i onc. In pnrticolnre, a pitrt e i
limi1i dcll'i111 cgr:il e. l'espressione di so pra i: id ·111i c11 1ill11 convolu ?. ion c di
10
X(pe ) e Y(pr 10 ) consid crnt e co me fun zioni di O. Noliamu che qu es te
fun zioni sono fun zioni peri odi che di O e che quindi l'int egraz ione va fatta
so ltanto su un periodo. Una convolu1.ione di qlll:s to tipo vi ene spesso chia-
mala convolu ziu11c periodica e giochcrù un ruolo parti colmrn cnl c impor-
tant e nel cap. 3.
Ncl1 ';1pplicazionc dcl teo rema della conv olu zionc compl essa cs presw
dalla (2.46:1) o (2.46 h), un a dell e difli co lt ~1 prin eip:ili l: cos tiluita dal pro-
bl cmn di cle ter111in :1re qu ali poli dell'int eg rando sono inlcrni al perco rso
di intcg r:i 7. ione e quali so no esterni . Un sempli ce ese mpi o dell 'uso dcl tco-
n:11111 <k ll11 cnnv ulu 1.io1u.: q1111 11lcss:1 p11 ì1 se rvire ml indi rnn: 111 procc durn .
E ~E Ml' I O . C' o 11 ~ id c ria1110 x (11) = a"u(n) e y (11) = /1"11(11). All ora le <ra sform alc
z X( : ) e Y( z) w no ri spc tlivam cnt c
allora
I~ I > ,a,
I ~ I>,V,
Di conseguenza il po lo deve se mpre giacere al di fu ori dcl percorso c hiu so di int e-
grazione in v. La posizione dci po li cd il percorso d i integraz ione so no indi cali in
fì g. 2.6. dove si è su ppos to che a e /1 sian o rea li . Usa nd o il teore ma dc i residui di
C'n 11 chy per c11 lcolnrc W( z). o tt cni11m o
- z/a
W(z) =
b - z/a
lzl ~ ab
= I - ab z- 1 '
Osserv iamo che questa espressione deriva dall'aver tenut o conio sola-
mente dc l residuo nel polo intern o al percorso di integrazione. Si vcrifìca
faci lment e che se avessimo erronea ment e co1is idernlo il polo in z/a int erno
el percorso di integrazione, il ri sult ato dcl ca lco lo dell'in tegra le sarebbe
stato inclenticamente nullo .
Irn
2
n-- oo
1
x(n)y*(n) = - 1 . X(v)Y*(I/v*)v- 1 dv
27TJ a
(2.48)
Allora dal la (2 .' 42) e da l teorema dell a convo l~t z i o n e complessa segue che
1
W(z) = - - .1 X(v)Y•(z*/v*),,- 1
dv
27TJ Ja
Quindi, applicando le (2.49) e (2.50) , otteniamo la (2.48). Se X(z) e Y(z)
convergono sul circolo unitario, possiamo scegli ere v = e1'", e la (2.48)
diventa
2
00
11 --00
x(11)y*(11) = - 1
27T - ·
1·
X(e 1"')Y*(e 1'" ) dw (2.51)
Tab. 2.1
I
Sequ~nza Trasformata z
I. x(n) X(z) R,_ < lzl < R••
2. y(n) Y(z) ' R,_ < lzl < R,.
3. ax(n) + by (n) aX(z) + b Y(z) max [R._,R,_] < lzl < min [R.+> R.,.)
4. x(fi + n,,) z"•X( z) R, _ < lzi < R.+
( 5. a"x(n) X(a - 1z) · · 1 lalR._ < lzl < ialR.+
dX( z)
6. 11x (11) - z-- R, _ < lzl < R, _
dz
Appli cando In tra sformata z ad ambo i membri dell 'i.:q. (2.5 3), ott eni amo
Se X( z) e l' (z) incli cnno ri spctli vam enl c le lndormal c z di .r(11} e v (11) . dnll ;1
propr ictù 4 di t;ih. 2 . I segue che
Ouindi
N M
I ak z- kY( z) -- L /J, z- rX( z)
k- o r ·· O
(2. 54 )
' .. 1 ,. M
, ·A II (1 - c,z-1)
.H(z) = ~~--~---
1
(2.55)
. II (1 - dkz- 1)
t-1
3 Ln (2.55) assum e che bo e a nella (2.54) non sinno zero. In gcnernlc, se /1,,
0
b,, .. .. ""•e a,,a,, .. .. n.v, ~0 110 tutti 7.cro, olloro In (2.55) vn espressa come
M - M,
DZ- 11 • TI (I - c,z- 1)
H(z) = t-1.
N- N1
z-J\·, 1] (I - d•z-')
e, per l'nssunzionc di ca usalit à, In regione di co nve rge nza è lzl > lai. da cui noti amo
che In ri spos ta all 'impulso è
h(n) = a"11(11)
lm
Piano ì:
Circolo unitar io
Flg. 2.7 Determin az lon·e dell a rispos ta In frequenza dalla confi gura zione di poli e zeri con
Il metodo geomolrl co.
lm
Pi ano z
Flg. 2.8 Oetermlnn zlono por via geo metr ica della r isposta In fr eq uenza di un sistema del
secondo ordi ne.
sistema dcl secondo ordin e ~ È chi aro dall a di sposizione <lei ve ltol'i dci po li e
clcgli zeri che il moclulo dell a ri spos ta 1in frequenza ha un picco in pross i-
mità dci poli . Da ques ta rappresentazione geometrica dov reb be nnche ri sul-
lure chinro che poli o ze ri nell'ori gine non da nno contributi nl mod ulo dell a
risposta in frequenza e in troducono solo un a compo nente lin ea re ncll n
fa se. Questi conce tti sono illustrali in fì g. 2.9, che mostra il diagramma di
poli e zeri e la ri spo la in i'l'cquenza per un 'equazione all e differenze del
primo ord ine, co rri spondente alla funzion e <li trasferimento H(z) = 1/(1 -
nz 1) e all a ri sposta all 'im pul so h(n) = a"11(11) .
Pl11 11 0 z
- Circolo unitario
tal
al
~ - 10
E
:::>
-g
:::!:
-20 -
o
,,.
~
.;'!
'o
o
oO!
e:
<(
-" ,,.
o 211'
Frequenza in rad ian ti w
(b)
Flg. 2.9 Conliqu raz lono di poli o zori per un filt ro del pr imo orclino o risposta in l re quenza
co rrl spo 11 dento.
111- 1 1 _ alllz-M
H(z) = L a"z- " = --"'----"- (2.57)
n- o 1 - az- 1
che può essere scritta
ZM - aM
H(z) = nr- t
z (z - a)
Nel cap. l abbiamo vi sto che molti dei concetti e delle propriet à dei
segna li e sis temi a tempo discreto in una dimensione possono essere estesi
a segnali e sistemi multidimensionali. In paragrafi precedenti di questo
capitolo abbiamo considerato la trasformata z in una dimensione. In que-
sto paragrafo consideriamo l'estensione a due dimensioni.
La trasforma ta z bidimensionale X(z1, z1) di una sequenza x (m , n) è
definita come
CO CO
Plano :
Circolo unitario
M-1
poi es
I Circolo di
fZJ raggio "' o
(al
~ - 10
.2
::i
'O
~ -20
.,,
.§"'
'O
o
oO>
e
e{
-.,,.
o
(b) Fr3quenza in radianti
Flg. 2.10 Configura zione di poli e zeri e ri spo sta In frequ enza per un sist ema FIR con
ri sposta all'impu lso che è una versione tron cata della ri sposta all 'impu lso dello
esempio Illu stralo In flg . 2.9.
X(r 1e1'"', r2e1'"') = L I x(n1, 11)rt "'r; "e- Jw,me- fo'2n (2 .59)
I
L'insieme di valori di z1 e z2 per i quali la trasformata z bidimensionale
converge definisce la regione di convergenza.
La trasformata z bidimensionale inversa può essere ottenuta applicando
la relazione della trasformata di Fourier inversa (1 .44) alla (2.59) ottenendo
che può an che essere espressa come integrale su un percorso chiu so nella
form a:
(2.62)
X(z1.z1) sarù sepnrnhilc solo se In sr.qu cnza x (m ,11) da cui cssn è dcriv nla è
scpmnbilc, cioè se x( m,11) = x 1(m)xz(i1) . In lui caso X1( z1) e X1. (z2 ) sono
rispetti va mente le trasform ate z monodim ensionali di x 1(m) e x2 (11) .
Tull e te propri età dett e trasformat e z monodimensionali riassunte
ncll n tnh. 2. 1 ~ i c ~ t c nd o n o fm;ilm ent c u due dim ensioni come in<li cnt o. ncll n
tnb . 2.2, e le loro dimostrnzioni sono un uloghe n quell e dcl caso mono-
dimensionale.
La tra sformata z bidimension ale di una convoluzione di due sequenze
bidimcnsionati è il prodotto delle loro trasformate z. Ne segue che la rela-
zione in gresso-uscita per un sistema bidimension ale lineare invariante alla
traslazione, espressa in termini di trasformata z, corrisponde alla moltiplica-
zione dell e tra sformntc z dell'ingresso e della ri sposta all'impulso. Come
in una dimensione, la tras formata z della ri sposta all'impul so viene chia-
mata fun zione di tra sferimento . La funzione di trasferimento per !zii =
lz2I = 1 è la ri sposta in frequ enza del sistema.
T1b. 2.2
Sequenza Trasformata z
I. x (m , n) X(z,. z,)
2. y(m, n) Y(z 1 , z,)
3. ax(m, n) + by(m, n) aX(z., z1) + b Y(z,. z,)
4. x(m + 111 0 , n + 11 0) z~oz;oX(z., z1)
5. a"'b" x(m, n) X(a - •z .. b- 1z,)
Quando il sistema può essere clcscrit lo per mezzo cli .un 'equazione
linea re all e clirTcrcnzc a cocflìc icn1i· coslnnt i. lfl fun zione di lrn sfc rim cnlo
dcl sislcmfl è un rapporto di pol in omi bid imcnsionn li . In parli colurc, se
uscita e ingresso sod di sfa no l'eq uazione all e differenze
M1 N 1 MtNo
L _Lak,y( m - k, 11 - r) =L 'L,hk.x( m - k, 11 - r) (2.63)
k- Or.- o k- Or- o
(2 .64)
Nel caso monodime nsionale, quando In funzi one di trasfer imento con-
sisteva in un rapporto di po linomi, essa poteva esse re descritta in tcrm 1n1
dci suoi poli e zeri, cioè ·dell e radici dci polinomi numeratore e denomi-
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
100
',
natore. Invece, un polinomio generico bidimensionnle non può, in gene·
raie, essere scomposto in fattori. Ciò costituisce una rilevante differenza
tra i casi monodimensionale e bidimensionale . .
Confrontando la (1.38), che stabilisce le condizioni per la stabilità di
un sistema bidimensionale invariante alla traslazione, con la (2.60), che
esprime il requisito per la convergenza della trasformata z bidimensionale,
vediamo che un sistema è stabile se e solo se la sua funzione di trasferì·
mento converge per lzd = = lz2I 1. Per sistemi causali monodimensionali
la stabilità si verificava facilmente esaminando le· posizioni dei poli. Per
tale caso condizione necessaria e sufficiente per la stabilità è che tutti i poli
della funzione di trasferimento giacciano all'interno del cerchio unitario.
Nel caso speciale in cui la risposta all'impulso o, in modo equivalente, la
funzione di trasferimento del sistema sia separabile, la stessa condizione si
può applicare per esaminare In stnbilità di un lìllro cnusnle. Ciò deriva dal
fotto che per il caso sepnrnbile, con h(111,n) = h1(m)h2(n ), la risposta nll'im-
pulso sa rà sommabile in valore assoluto se e solo se h,(m) e h'2(11) sono
sommabili in valore assoluto. Perciò un sistema causale sepnrubile sarò
stnbilc se e solo se i poli di H1(z1) gineciono nll'int erno dcl cerchio unitario
nel pi ano z, e i poli di H 2(z2) giacciono all'interno dcl cerchio unitario nel
piano z2.
Nel caso generale, condizione necessaria e sufficiente perchè un rap-
porto di polinomi bidimensionali corrisponda a una fun zione di trasferi·
men to causnle e stabile è che il polinomio denominatore non sia zero se
lzd e lz2I sono entrambi maggiori di uno [4,5]. Si può vedere che ciò è in
accordo con la condizione discussa in precedenza per un sistema separabil e,
dal momento che, ad esempio, un polo di H1(z1) all'esterno del cerchio uni-
tario , cioè per lzd > I, comporterà che il poi inomio denomin atore .della
funzioni di trasferimento bidimensionale sia zero per tale valore di z1 qua-
lunque sia il valore di z2 e quindi inclusi i valori di z2 per cui lz2I > 1.
Un modo di applicare il teorema della stabilità appena visto è quello
di scomporre in fattori il polinomio denominatore come polinomio in z1.
cosl che le radici risultano funzioni di z2. In questo caso i poli di /-f(z1, z2)
sono funzioni di z2 e si richiede che questi poli possano trovarsi soltnnto
ull 'esterno·del cerchio unitario nel piano z1 per valori di z2 per cui lz2I < 1.
o I
H(z1. z11) = , 1 ..1. ·>.- 1\ _ . -111 -'- .-1\ (2.6S)
Z1 =
.I + 1 zz- (2.66)
I· + 2zg-1
Per la stabilità si richiede che nella (2 .66), per tutti i valori di z1 per cui jz, j 2 l, il
modulo di z, sia minore dell'unità, cioè richiediamo che per jz,j 2 I, si n
1_+
I
_2z-1
_2_
+ z21
I< I
1
o
~ chinro che. mentre In condiz ione cli stuhili1 ì1 sopru di sn1ssn è immc-
diala in teoria, in protica è difficile da applicare. Ci sono diverse altre for·
rnulazioni dell e condi zioni di stab ilità, che non trat tiamo, che sono meno
immediate dal punto di vi sta teorico ma so no forse leggermente pili ·c m-
plici da applicare.
SOMMJ\IUO
In questo cap it olo abbiamo genera li zzato molti degli argomen ti di-
scussi net cnp. 1. In pnrti co larc, abbiamo prcscnl ato la dcfìnizionc della lra-
sformnta z e la regione di convergenza nssocia la a sequenze monolatcrc
destre, sini stre e bilnlcrc . Si è quindi presa in esa me la tra sformata z
inversa in sieme ai metod i per calcolarla (integrazione complessa, espa n-
sione in fratti se mplici e uso delle serie di potenze). Sono sta te anche pre-
sentate diverse proprietà della trnsforma ln z si mili a quelle vi ste nel cup. 1
per la trasformata di Fouricr.
La rappresentazione di sistemi lineari invariant i alla traslazione in
termini della tra sformata z ci ha portati a trattare In funzione di tra sferi-
mento. Per sist~mi cara tteri zzati da eq uazioni lineari alle difTerenzc a
cocmcienti costanti, la fun zione di tras ferim ento è un rapporto di polinomi,
e può quindi essere caratterizzata in termini di un a confìgurazion e di poli
e zeri nel piano z . Questa rappresentazione porta, fra l'a ltro, a un utile
metodo geometrico per ottenere la ri sposta in frcquenzu dcl sistcmu.
li capitolo si è concluso con una breve introduzione alla trasformala
z bidimensionale.
BIBLIOGRAFIA
'
1. J. R. Ragazzini and G . F. FrankÌìn, Sampled Data Contro/ Systems, McGraw-
' Hìll Book Company, New York, 1958.
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Sons, lnc., New Yprk, 1964.
3. R. V. Churchill, Complex Variables and Applications, McGraw-Hill Book
Company, New York, 1960. 1
4. J. L. Shanks, S.- Trei tel , and J. H. Justice, "Stability and Synthesis of Two-
Dìmensional Recursive Filters," IEEE Trans. Audio Electroacoust., Voi. AU-20,
No.3, June 1972, pp. 115- 128.
5. T. S. Huang, "Stability of Two-Dimensional Recursive F ilters," IEEE Trans.
Audio Electroacoust., Voi. AU -20, No. 2, June 1972, pp. 158- 163.
PROB LE MI
I . Per ognuno dell e seguenti sequ enze determinare lo ri spettiva tra sformato z, indi-
cando anche in regione di convergenza:
11 ,
l
O, N : .-:; n,
O, 11 < O.
O $ n :5 N,
(d) x(n) = 2N - 11 , N + 1 $ n $ 2N,
O, 2N $ n,
(
O, O > n.
[Suggerimento: per prima !:osa esp~lmere x(nl In te'rmlnl della x(n) del punto (e).]
I , .f I J ;I ',
3. Si consideri In sequenza y(n)°data da ~(n) •,;. x(n) • ir(n), dove h(n): ~ .(I ,+j)~11(1I)
e lx(n)I :S I. La eequcnza ly(n)I ~ necessariamente limitata?
4. (a) Sono qui elencate diverse trasformate z. Per ognuna di esse colcolare In
trasformata z inversa usando tutti e tre i metodi (integrale di linea, espnn·
sione in frolli semplici, divisione lunga) descritti nel por. 2.2.
I
I
X(z) = I + tz-1 , izl > t
1
X(z) =
I -
- 1•
+tz izl < t
I - tz-1 i . ~
z2
X(z)
(z - a)(z - b)
Nel par. 2.2 abbiamo co nsideralo il calcolo di x (n) per mezzo dell'espa nsione
in frat ti sempli ci di X(z) considerala come un rapporto di polinomi in z- '.
Eseguire un 'espansione in fra tti se mpli ci di X(z) co nsideruta co me rapporto
di polinomi in z e dn quesln espans ione ricnvnre x (11).
~. Nel pur. 2.2 nb hlnmn osscrvnlo cli c per 11 < O ~ · ~ p csHo plL1 co nveniente ca lco·
lnrc la lrnsforma111 in ve rsa (2.22) lrum ile 111 sos titu zione di v11r i11 bili z = fJ ·',
ollcnendo cosl l'espressione (2.28). Se si integra lungo il ci rcolo unit ario, ad
esemp io , ciò hn l'cfTcll o di mappnre l'intern o dcl cerc hi o unitario nell'esterno e
viceversa . J.. chiaro. comunqu e. che sem:n questa sos titu zione possiamo ottenere
.v (n), per 11 < O, cnlcolnnd o I rc silhii nel poli multipli in z = O.
Si n
I
X(z) = - -
1 -tz
dove In regione di convergcnzn compre nde il circolo unit ario.
(n) Ricavure x(O). x( - I) e x( - 2) 1rn:dianle il calcolo esplicito della (2.22), valu·
tondo cioè il residuo nei poli in z = O.
(b) Ricavare x(11) per 11 > O mediante la (2.22) e per 11 < O medi ante la (2 .2!1) .
6. Dctcrmlnnrc unn srqucnrn x( n) In cu i lrn sformnlu z sin X( z) = e'+ e'''. z.,. O.
7. Dcicrminnre se In fun7.ionc F( z) = z • può corrispondere nllu trn sforma tn z di
una seq uenza. Moti vare la ri sposta .
8. Supponiamo che f(z) sia una fun zione razional e, cioè
N(z)
F(z) = D(z)
dove N(z) e D(z) sono polinomi. Assumiamo inoltre che f(z) non abbia poli o
zeri di molteplicità magg iore di uno. Sia C una curva chiusa semplice, e Z e P,
ri~pettivamente H numero di zeri e poli di F(z) interni alla curva (si assuma che
non ci siano poli o zeri su C).
1
2"}
fF'(z)
F(z) dz = z .- p
a i
X(z) = P(z)
Q(z)
P(z0)
Res [X(z) al z = z0] = Q'(zo)
c(n) = I x(k)x(n + k)
t-- oo
1'. Si consideri un filtro con ri sposta all'im pul so fin ita, la cui risposta all 'imp ulso
lr(n) nbbiu lunghezza (2N + 1) . Se h(n) è renle e pari, dimostra re che p,li ze ri
dell a fun zione di trnsferimento si verifìcn no a coppie con simmetria spcculure
rispetto al circolo unitario, cioè, se H (z) -= O per z = pe18 , allora H( z) = O anche
per z = ( !/ p)e 10• .
16. Per una sequenza x(n), nulla per n < O, dimostrare che lim X (z) = x (O). Qual è
•-oo
Il teorema corri sponde nte per un n seq uenza null a pe r 11 > O1 ·
17. Si consideri una sequenza x (n) In cui trpsformutn z sin
l t
X(z) = 1 - !z- 1 + 1 - 2z- 1
e per cui In regione di con verge nza includa il circolo unit ario. Si usino i teoremi
del precedente probi. 16 per calcolare x(O).
18. I poli e gli zeri dell a tros form atn z di un a seq uenza reale x (11) sono tutti all 'interno
dcl circolo uni tnrio. Octermin nre in termini di x (11) unn scqu cm:n reale x,( 11),
dive rsa da x( rr ) , ma tale per cui x,(O) = x(O). jx,(11)1 = jx (11) I e In trns formula z
di x,( 11) ha po li e zer i tulli in tern i al circo lo un il!lrio.
19. Sin x(11) una seq uenza di d11 rala fi11it a di lu ng hezza N con x (11) = O per n < O e
x( n) = O per n ~ N. No n si assuma che x( 11) è reale. Da l segue nt e elenco sce-
gli ere il va lore che corrispo nde al numero di possib ili sce lte distinl e per x( 11) nel
caso sin spccifì ca lo il modulo de ll a sua tras forma ta di Fou ricr.
(n ) I (f ) N 2 (j ) Iog 2 ( N - I)
(b) N (g) N(N - I) (k) N N
(e) log 2 N (h) 2N- 1 (I) N !
(cl ) 2N (i) N · 2N (m) (N - I)!
(e) oo
20. Si consideri un insieme di N . seq uenze di stinte
T = {X,(z))
(b) Jndicore con Xo(z) l'elemento di T che ho il minor numero di zeri esterni al
circolo unitario:, Per mezzo del teorcmo dcl volore iniziole, dimostrare che
l'elemento di S che ho modulo massimo nell'origine è x,(11), cioè
jx0 (0)j > lx,(O)I, per tutti i v ;od O
(c) Si supponga che la funzione di trdsrerimcnto H(z) di un filtro stabile e cau-
sale sio uno fun.zlone rnzionnlc di z. Sia inoltre, sul circolo unitario,
e - tr < W $ 1r
arg [H(el'")] = - arg [H(e-i°')]
Si suppongo però che gli ze ri di 1-/(z) non sinno tutti interni al circolo uni-
tario. Come è poss ibile ri cu v11rc da H( z) un filtro G(z). slnbile e cn usn le, con
ri spos tu nli 'impul so rcnlc, che abbi a tutti gli zeri int erni nl circolo unit nrio
e per cui valga
[Sll J!./l.l! ri111 e11 to: utili zzn rc il rl ~ ultnl o dcl punto (11) .l
21. Si suppongn d1c sin clnt u un u scq ucnzn x( n) in cu i lrnsforrnnln di Fouricr gode
ddln scg11c11t c pro prie!:):
lwl < Wc
<Or. < lwl < rr
(a) Dimostrnrc che se si defini sce uno nuov n scqucn rn x ,(11) di val ori
altrove
22, Si consideri un sistemo lincu rc invurionlc all o traslazione con ri sposto all'impulso
h(n) e con ingresso x(11) dolo do
h(n) = {~~·
O :::;; n :::;; (N - I)
x(11) = {6: altrove
(n) Determinare l'u sc ito y(11) cnlcolondo esplicitamente lu co nvolu i.io ne di screto
di x(11) e '1(11) .
(b) Dcterminurc l'u sc il a y(n) cnlcolondo lu lru sfo rnrnl a z inv ersu dcl prodotto
dell e trnsformutc z dell'in gresso e dell u ri spos ta ull'i111p11l su.
2J. Si co nsi<lcri un sistema di screto. lineurc e in vnr ianl c all a traslazione, per cui l'in-
gresso x( n) e l'u sc ita y( n) sono lega ti dall'equazi one alle <li!Tcrem.c finit e dd primo
ordine
y(11) I- 1y(11 - I) - - x(n)
Scegliere dal seguent e elenco due possibili ri sposte all'impulso per tale sislcnw.
(a) ( - ])"11(11) (e) (J}"11(11 - I) (h) ( - t)''11( - 11 - I)
(b) (2")11(11) (f) ( - 2)"11( _ ,, I) (i) t( - t)"- 111( - 11 I)
(e) (n)' 1211 (11) Cr;> W" 11(11) (j) 2( -- 2)"- 111( - 11 - I)
(d) m· 11
11(11)
24 . Un sistema lin ea re in varinnle :tl lu traslnzi one e causal e è definit o d:tll 'equa zinne
all e di!Tcn:nze
(11) Trovnrc la fu111:innc di lr:i sft:r imenl u ll (z) - Y( z)/ X( : ) dcl sislc11111 . H11p pn:-
scnl:1 re nel piano z i poli e gli zeri d i // (: ) e indi cnrc la rq~ionc di co nver-
genza.
(b) Trovnre In ri sposla 1111'i111p11l so dcl sistema.
(c) Dovres lc ave r 1rovn 10 che qu cs lo sis1c111 n è inslahi le. n.. 1crn1i1111rc 1111a ri -
spos ln nll'irnpulso slahil c (non rn usal e) che sod di sfi l'c qu:i 1. ionc nll c dilTc -
rcnzc prccedc11l c.
H . Si consid eri un sistema di screto, lineare e in vnr innlc ull n 1rusla1.ione, con in 1-1rcsso
x( 11) e usciln y(11 ) , per cui vn lc
(d) H(z) deve essere messo in cascola con un sistemo H( z) in modo chç_ lo fun·
zione di trasfei"ifn ento compless ivo sin unitnrio . Con O < a < I e H( z) sta·
bile, determinare lo sua risposta all'impulso '1(11).
27. Si consideri un sistema a tempo discreto , li neare e invariante alla traslazione,
con in gresso x (n) e uscita y (n) , per cui vole
y (n - I) - l.h(n) + y(n + 1) = x(n)
'
li sistema i! stabile. Determin are la ri sposta all 'im1rnlso.
'.,'.8. Sond qu'i riportate quattro tras formate z. Determinare qu ali di esse possono essere
considerate come fun zione di trasferimento di un sistemo linea re a tempo di screto
non necessariamente stabile, ma per il qu ale la ri sposta all 'impulso sin nulla per
n < O. Giustifìcore chi aramente lo ri sposta.
(a) (I - z- 1) 2/(1 - tz- 1) .
(b) (z - 1)2 / (z - !).
(e) (z - l) 0/(z - !)0 .
(et) (z - v n/(z - ~ )".
2q. Per m ' 7. 7.0 dell e tr11 sforn 1111c z. dcl crmi nnre 111 ri spos tn dcl sistc11111 di sc reto lin cnrc,
cn usulc e invuri nntc nll n trn sln1.ione, cii rn ll eri nu to da ll 'equazione ull c differenze
fi nite
y (n ) 2rcns0y(n - I ) + r 2y(11 - 2) = x (n)
quand o l'eccit nz ione è
x(11) = a."u(11)
30. Una sequ enza x (n) è l'uscit n di un sistema lin en re inv ari nnt e nll n trnslnzione il
cui ingresso è s( n) . Tuie siste ma è desc ritto dnll 'cqu n7.ione nll e differenze finit e
e di segnare i suoi poli e zeri nel piano z , indica ndo anche la regione di
converge nza.
(b) Si vog li a ri costruire s(n) da x(n) nttrnvcrso un sistemo linea re in vnri nntc nll n
trn sluzionc. Octermin urc lo fun zione di trnsferimento
Y(z)
H 2(z) = X(z)
tale che y(11) = s(n ) . Determin are tull e le possibili regioni di co nvergenza
per 1-1,(z) e, per ognun a, dire se il sistema è stnbile e cnusulc oppure no.
(e) Trovare tutte le possibili ri sposte all 'i mpulso h 1(n) tali che
31. Nel probi. 1.32 si è di scusso In ra ppresentazione di unn fun zione a tempo continuo
per mezzo di un o scqu cnzu cor ri spondente ui coeflicenti di unn espansione in
serie in termini di un cinto insieme di fun zioni buse. !?. utile anche rappresentare
in mnni era simi le un u seq uenza per mezzo di un'altra. Perciò si può conside·
rnrc 1'espnnsionc cl i un n sequenza /(tt) in termini di un insieme di sequ enze
qi,(n) come
(P2.31 - I)
k ~ O (P2.31-2)
con lal < I e con una regione di convergenza di <I>,(z) tale che qi,(n) sia nulla
per n < O. Si assuma il coefficiente a reale.
(o) Si indich i con F(z) la trasformato z di /(n) e con G(w) In «trasformata w »
di g., cioè
<Xl
F(z) = L f (11)z- n
n- o
<Xl
G(w) = L g kw- k
k ..... o
F(z) = G[R(z)]
Si dclcnnini /?( z) e ~ i di111 nstri che, pe r z - 1•1'" , 111 IHI <~ esse re es presso 11cll 11
fornw w = e". <l ove uJ e O so no rea li . Non è necessari o cnlcolarc cspli cilu·
ment e O in fun zione di uJ.
Ciò dim ostra , quindi, che le trasfor mal e di 17ouri er della sequ enza ori gi-
nu le / (11) e dell a nu ova sequ enzn g, so no legal e da una trasform az ione dcl-
l'usse rrcqu cnzn. S i c~o m c o è fun zione non lin ea re di u ), lrnsforn111re la SC·
qucnrn /(11) nclln scqu cm:n fl.• corri spond e ud un n di storsioni; no nlincn rc
dell'asse ti ell e fr equ enze. Ln parte rim anent e èl el problema ri guurdn i metodi
cli cnlcolo cli g..
(b) Si può climos lrnrc che le sequen ze q>.(11) corrispondenti olio (P2.3 l-2) socldi-
sf nno In relazione
k T- r
"'
,f:::on<f>k(11)<fi , (11 ) = {O,k, k = r
I ""
t:k =· -k I ""'k(11)f<11>
,1 - 0
(P2.3 l-3)
Si assum a che /(11) abbia durala finita, cioè che sin /(11) = O per 11 < O e
per /1 > (N - 1) . Secondo la (P2.31 -3) , g, pu ò esse re ott enut o, per k > O,
fìllrnnd o /( - n) co n un filtro numerico lin ea re e inv ariant e nll u trn s l ~z i o ne.
Si ri cavi la ri sposta all 'impul so di tale filtro in termini di cp, (n) e lo funzi one
d i trasferimento (cioè la tra sform ala z della ri sposta all'impu lso ) in termini
cli <ll,( z ). Si spec ifichi in olt re come si può ottenere g, dall'u scita ciel filtro;
occorre un filtro diverso per o~ni va lore di k .
La procedura per cnkolarc /!.• tes tè ri cn vntn puù essere usat a solo per
k > O a causo dcl fatt ore l/k nella (1'2.31 -3) . Per calcolare g, si può osser·
vare, o partire dalla (1'2.31 -1), che è
I
1
(e) (1) Si determini, q>t(O). {. , : · l •
(2) Come nel punto (b), si assuma che f(n) sia di durata finita. Dimostrare,
usando la (P2.31-4), che g, può essere ottenuto ,filtrando/( -n) con un filtro
"' " numerico lineare 'ed invariante 'alla traslazione, é specificare come si può rica-
vare g. dall'uscita del filtro. Si esprima In risposta all'impulso di tale filtro
' •• come sommatoria di tctmlnl che comprendono le <t»(n).
(3) Dalla sommatoria del punto (2), determinare la funzione di trasferimento
del filtro numerico in forma cltiusa.
Suggerimento: Il risu ltato è un scmplico filtro del primo ordine.
(Nota : I ri sultntl di questo problema sono di sc ussi nel riferimento [8] dello
Bibliografia dcl cnp. 1).
32. Come si è vi sto nel pat. 2.5, una condizione necessa ri a e sufficiente per la stabi-
lità della fun zione di trn sferimento di un sistemo bidimension ale è che ii poli -
nomio denominatore non si annulli quando lzd e lzil sono cont empornneamente
maggiori o ugu ali a uno.
Si consideri In cl asse dei filtri numerici bidimensionali del primo ordine
In cui funzione di trasfer imen to sia esprimibile nella forma
Dimostrare che per questa classe di filtri, uno condizione necessaria e sufficiente
per la stnbilitù è che sin
'• . • 'l
' I
,'
3.0 f NTRODUZIONE
li JlAPP;ESENTÀZIONE DI SEQUENZE
LA SERIE DI .f'.?URIER DISCRETA
PE~IOOICHE · '
·' y) s • ' '
N-t I N- 1 N- 1
L x( 11)e- Hh/N)nr =- L I J(k)eilh / N)Ck- r)11
n• O N n- o k- 0
l D 'ora in poi useremo il simbolo - per indicare sequenze periodiche ogni volta
che è importante di st ingu ere chiaramente sequenze periodiche e aperiodiche.
L
N- 1
x(n)e-l(b/Nlnr = NL- 1 .f(k)
I [ 1 N- 1
- L J
el(2w/NHl<-r)n
n-o .1:-0 N n- o
per cui, usando la (3.3), risulta
N- 1 ' (.
L x(n)e-11h1Nlnr = !.f<r
n-0 J
Perciò i coefficienti X(k) nella (3.2) sono dati da
.f(k) = L x (n)e- l(h/N)nk I
N- 1
(3.4)
n- o
Notiamo che la seque nza X(k ) rnpprcscntnta dall a relazione (3.4) è perio-
dico con periodo N, cio1.: X(O) = X( N) , X( I) =
X(N + I) ccc. Nnturul-
mcnte, ciò è in accordo col fallo che gli esponenziali complessi rappre-
se ntati nell'espressione (3 : 1) sono di stinti soltanto per k = O, 1, ... , N- I.
e perciò nella rappresentazione cli una seq uenza periodica in seri e cli Fou-
ricr possono esservi solo N coeffic ienti distinti.
I cocflìcienti della serie di fo uri er possono essere cons id erali come
una sequenza di Jun ghczzn finita, data dall'espressione (3.4) per k = O,
.. .. N - 1 e zero per valori diversi di k, o come una sequenza periodica
definita per ogni k dalla relazione (3.4). Chiarnm ente, queste due inter-
pr •t111ioni so111> 1'rp1iv11 lcnti. In p,cnC'rn lc ~ pii1 cnnvt'nil'n tc int 'rp1" tlll" I
cocfll ·lcnll dcll11 ~cr i c cli Fuurìt.:r X(k) CO lll C unn srq u crl'/.LI r ·riudit:n. 111
questo modo si stab ili sce una dualità tra i domini del tcm o e della fre-
ll I I ! !
j I I I t II I I t ! ! n
-N o N
~(n)
\I 1
" ~~·..........~•._••_.._.,...........__,J.__J..__~T_._t__.t__............._.__• •...__~.~.~n
O N
Flg. 3.1 Sequenza di lunghezza finita x(n) coincidente con la sequenza periodica x(n) per
un periodo e ze ro altrove.
che x (n) rappresenti un periodo di x(n) , cioè, x(n) = x (n) per 0 -:5 n -:5 N -1
e x (n) = O per va lori diversi di n , come si può vedere in fì g. 3.1. Quindi
X(z), la trasform ata z di x (n), è dnta da
00
X( z) = ,L x(n)z- "
n .. -oo
Confrontando le espressioni (3.5) e (3.7), si vede che tra X(z) e X(k) sus·
siste la relazione
(3.8)
Plano z
,, I" .,
' ./:i'J I l ,t \I
Fili• .3.1 ,PuntÌ nel plano z In cui la .trael~rmata 1 .di u~ periodo di . una eequehza pèrlOdlca
è uguale a.I coefficienti della Bérle di ~ourler. ; . ·
x(n)
Flg. 3.3 Sequenza per iodica per cui si vuole calcolare la rappresentazione in serie di
Fourl er.
Il modul o e 111 r11 sc ddln scqu cnr.11 pcriod ic11 X(k) d11111 d11ll11 (1.9) so no 1·11pprcsc11 111 1I
in fìl(. 3.4. Ln trusfor mntn z di un peri odo cli X(n) vn lututu sul circo lo u11it11ri o è
Si vcr ifì cn fac ilment e che la (3.8) è, in qu es to ca o, fodd isfalt a. 11 modul o e In fase
di X(e•'•) sono rapprese nl ali in fì g. 3.5. ~ imporl ant e no tare in par ti colare il fatt o che
le sequenze in fi g. 3.4 (a) e (b) corri spondono, ri spettivamente, a campioni di fig.
J.5 (u) e (b) .
lx<k>I
J, .I . t.I .1 1. I . T• 1.ll!.
~2 3 4 5 6 7 B 9 10
l 15 20
k
(o)
org ['x(kl]
...
(b)
' •I
(al
~ , org [x(el"'l]
......
~~-'-~~---~-~~---~........, ~~-'-''-'-..L....._.
o ,,.
_,._,_,_.__._~w
2ir
~
3,,.
..........
4,,.
~ ' r•
I i I
li'
I !
- 1r
(b)
Flg. 3.!5 Modulo e fase della trasformata z. valutata sul circolo unitario, di un periodo della
sequenza di flg. 3.3.
3.2.1 Linearitd ·
J " •.. .I !~
,!. t
(3 .10)
sequenza X3(n) la cui DFS è X1(k) · X2(k). Per dedurrè questa relazione
notiamo che è • •, ·
1 'I I •
N- 1
l•d •
1'1(k) =I f1(m)WN.,
I , I( • ? I •
111-0
N- 1
1'1(k) = .! f1 (r)W~ , ""
r-o
per cui:
.., 'I r ' ' N - lN- 1 . · ...
..f1(k)..f1(k) = .! ,! f1(m).X1 (r)W~111+•>
. 111- 0 r- o
m- o r- o N 1r- o
perr = (n - m) + IN
altrove
-N ,o N
n •
~..._,._.__._-o-<>--<>-<>....._....__..__,~_.....-~1-..l-'--'--<>-<>-<>-<>---'--m
-N :o :N
I
Flg. 3.6 Procedimento di forma zione della convolu zlone period ica di due sequ enze perio -
diche.
(3.12)
X(k) = x•(-k)
Re [X(k)J = Re [X( - k)J
14. x(n) reale qunlsln•I Jm [X(k)) = - lm [X( - k))
{ If(k)I ~ I xc - k>I
arg [X(k)J = - arg [X( - k)]
I S. x,(n) Re [X(k)J
16. x,(n) J Im !X(k)J
Abbi amo visto nel par. 3.l che i valori X(k) nella rappresentaziohe
median te la OFS di una sequenza periodica coincidono con i valori della
trasrormata z di un singolo periodo di x(n) presi in N punti spaziati uni-
CO
Flg. 3.7 Punti de l circo lo unltArlo dove ò camplonatn X iz) per ottenern un o seQ uenz• po-
rlodlc a X lk) .
Abbiumo uppena vi sto che esiste una relazione univ• ca tra un a se-
'! Uenza ieerietl ica X( /c) e la se11uenz11 peri odica x(n) ottenuta come
J N- 1
x(n) = - .L .f(k)Jt"i/'fl (3.15)
N k- o •
Per ricavare la rclnzionc tra la scq uenzn peri od ica x(n ) e la sequenza origi-
nari a x(n), sost itui amo i valori di X(k) dall'espressione (3 .14) nella (3.15),
ottenendo
l N - 1 CO
x(n) = - .L .L x(m)w~·w1r
N k - 0 m- - co
Poiché x (n) = x(n) per O~n~N- 1 , si può sostituire la rel azione (3 .15)
nelln (3. 17) , ott enendo
X(z) =Nf _!_ Nf f(k)W ;\rk"z- "
.. ~ u N k= O
(3 .18)
·I - z- N N- • f(k)
= N k~I I - WNk;: - l
La fun zione sin (tvN/ 2)/[ Nsin (w/ 2)] è riportata nella fì g. 3.8 per N = 5.
Si noti ch e la fun zione ll> (w) ha In propri età
k = I, 2, . .. , N - l
k =o
per cui ri sulta
X(e;"')J... - t2. ; ,, ·ik = J'( k), k = O. I, .. . , N - 1 (3.2 1)
cioè l'interpolazione è esa tta nei punti tli ca mpiona mento origin al i, co me
è lecito ntt end ersi.
si n( w N 12 )
N sin(w/2)
N=5
Fio. 3.0 Gr oOr.o clnll n fun1l ono s111(111N/2)/[N sin (m/2)) , doflnlt a noll a roln1lo no (3.?0) , p1Jr
N 5.
2 Per se mpli cit à si ussurne in genera le che il ca mpo in cu i lu seq uenza è diversa
do 7.ero sin O ,-;; 11 o:; N - 1; questo è però 11rbilrnri o e si posrnno dcrivnrc ri sulln·
li vulit.li per qu ulsiosl in rervullo d i N cm npi oni .
' Se 11 è es presso come
n = n, + n,N
con O o:; 11, o:; N - 1, n modu lo N è U!(unlc on, .
nn quanto vi sto nel par. 3 .1, la relazi one tra X (k) e x(n) è
, ._,
,f?( k) -- I .\(11 )W'.;.' (J.25a )
11 - n
I N- 1
,\'(11) = - I X(k)W//" (3. 25 b)
N k~o
(
'\fx(11) W~..j', O~ I< :o;: N - I
X(k) = " 0
(3.26a)
O, altrove
I N- 1
x( 11) .,,.., f - L
N k 11
X(ll )IV!/ ", O < n < N -- 1
lo. al trovc
(J. 26b)
3.6.1 Linearità
Se due sequenze di durata finita x1(n) e x2(n) sono combinate lin ear-
mente, come
t:. chi nro che se X1(n) hn clurnt u N1 e X2(11) ha durutu N1, nlloru In d11rnln
massima di X3(11) sarà N 3 = mnx [N1, Ni ]. Perciò, in ge nera le, le DFT
devono essere calcolate con N = N3 • Se, ad esempio. N1 < Ni, allora
X1(k) è la DFT della sequenza x 1(n) allungata con N 2 - N 1 zeri. In altri
termini , sarà
N1 - I
X 2(k) = 2: x 2 ( n)W~",
1
n- o
Consideriamo una sequenza x(n) come quella di fìg. 3.9 (al, la sua
versione periodica x(n) come moslrnto in fìg. 3.9 (b), e x(n + m), cioè la
gequenza ottenuta lrnsfando x( n) di /11 campioni, come indicato nella
lìg. 3.9 (c). La sequenza di durata finita, che chiameremo x1(n), ottenuta
estraendo un periodo di x(n + m) nell'intervallo O5' n5' N - 1, è mostrata
in fig . 3.9 (d). Il confronto della fig. 3.9 (a) con la 3.9 (d) indica chiara-
mente che X1(n) non corrisponde a una traslazione lineare di x(n), tanto è
vero che entrambe le sequenze sono limitate all'intervallo tra O e (N - 1).
Con riferimento alle fìg. 3.9 (b) e (c), si vede che traslando la sequenza
periodica e prendendo in esame l'intervallo tra O e (N- I), quando un
cnmp ionc esce dn ques to intervall o, un cu mpionc identi co vi ri entra dal-
l'ultra parte. All ora si può immaginare di cost ruire X1(11) traslando x( 11) in
modo tale che ogni camp ione che esce dall'interv allo tra O e (N - Il eia
un a parte vi ri entri clall 'altrn.
Un'interpretazione util e cli qu esta tra slazione consiste nell 'imm agi-
n:irc In sequ enza cli durala fìnitn x(11) di spos ta lun go la circonl'crenzn cl i
un ci lind ro in modo che il cilindro nhbia u1111 circonfcn.: nza di esa ttnmcnt c
N punti . Se si percorre più volle la circonfcn:nza ciel ci lindro. 1<1 sequenza
che si vede è proprio la scquenzn peri odi ca x (n) . Unn lraslnione lin ea re
dcll::i sequ enz::i periodi ca x( 11) cor:·;spo nd e nl lora ::i un a ro /a ;: io11e dc l
cilindro. Questo tipo di traslazione di un a scqucnb è gencra lrncntc chi a-
mato trasln zione circolare. Per esprimere in :-n R!"i r. ra più formal e la lra-
\ln? ionc eireolnre poss iamo usare le reln7.ioni (3.23 n) e (3 .23 b) . Nella
fatti spec ie ri sulta
.X\(11) = x(n + m) = x((n + m))N
Vogli;11110 ad esso porre in relaz ione la DFT di x(n) e In DFT di x1( 11).
Con riferim ento nl pnr. 3.2.2 ri co rdi amo che se X(k) e X1(k) indicano
e DFS delle sequenze peri odiche X( n) e .?,(11) = x(n + m), vale la
(3.27)
.
\
lx(n) I
I I
Il l
~~~~__..·~·~~~ ~
(o)
....... . . . . . . .µ !
10
r~ty! ~ ~ ~.~· ·--~~~n
_I._.I_I....... .. ....... ....... ......
IN .
I I I '
' Jx(n) I
(b)
r1 I!IIrrfuru!I I!1I II IQ
I
I
IN
I
i
1 n
I I
I- I
1x (n + 2) 1
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(e)
J I I r. l. . .J. .[.I_._._
______.l__._._ _ .rI
l ._.__.._ r~l JIJ ' _.__.___._
i
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......_._.
1 J -
J----'---L- n
I
I
I
I
x1(n) • x( (n + 2 ))N<RN( n)
1
I
I
I
(3 .29)
allora ri sulta
e
X\,(n) ,..,, ~ [ .~(n) - .\'*(- n)] (3 .)))
Chinrnrncnt c x .. ,,(11) e .r"1,(n) non cqu iv:il Rnno nlle scquen7.c x,(11) e x .. (11)
w rn c ~0 11 0 ~ I nie dclìnil c d11ll11 (I
.22 l. T 1111 11vi 11 si pul'> di1no~ l rnrc (v . probi.
17 di questo ca pit olo) che valgono le rela zioni
B quindi
(3.37)
Nel par. 3.2.4 abbiamo 'osservato che la moltipli cazione dei coeffi-
cienti delle DFS dì due sequenze corrisponde ella convoluzione periodica
delle sequenze. Qui consideriamo le sequenze x 1(nl e xz(n), entrambe
finite con durata N. con le loro DFT X1(k) e X2(k), e vogliamo determinare
la sequenza x.t(n) i cui coefficienti della DFT siano X1(k)Xz(k). Per deter·
minare X3(n) baste sempJicemehte applicare Ì risi.Jltati del per. 3.2.4; pÌÙ
dove 11, < N . Chi arn menl c x 1(11) può essere considcrn la come In seq ucnrn di durnln
fin i1 u ùcfinila da
O, O :o; 11 < no
x 1(n) = I, n = 110
{o, n0 < n 5 N - I
La DFT di x,(n) è
se formiamo il prod~to
si può osservare, facendo riferimento ai par. 3.6.2, che la sequenza di durala finito
·corrispondente a X,(k1 è In sequenza x,(n) ruotata di n, campioni n destro nell'inter·
vallo O ~ n ~ N - 1. Vale li dire, la convoluzionc circolare di una sequenza x,(n)
con un campione unitario ritardalo risulta nella rotazione della sequenza x,(n) nel-
l'intervallo O ~ n ~ N - 1. 'Questo esempio è illustrato in fig. 3.10 per il caso di
N = 5 e no= I. Sono riportale le sequenze x,(m) e x,(m) seguite da x,((0-m))H e
x2{( 1- m))H; l'ultima figura mostra il risultalo della convoluzione circolare di x,(n)
e x,(n).
-·_.._l_.. O
I
J___.__.._i_.__.._t ·-n
. _ . . .. _ .
N
O ::;; n ::;; N - J
altrove .
t nllora
N- 1
X2(k) = L w;.,n
n- 0
= N, k =o
= O, altrove
Perciò risulta
k =o
alt rove
e si vede che
Tutto questo è sc hcmati zznto in fig. 3.11. Chi arnmcn te, al n1 otnre dell a sequ enza x,( 11)
ri spetto a x ,(11). la somm a dei prod otti x ,(m)x,(11 - m) è sempre ugual e a N, come si
può ved ere in fig. 3.11. Nuturnlm cntc è possibile consid ernre x,( 11) e x,(11) come se-
que nze di 2N punti ngp; i1111 Rc nd o N ze ri ; se orn si esegue In convol11zionc circolnre
dell e seq uenze ullu11 g11 te, si orti cnc In scqurnrn di fì1t . 1.1 2, che, co me si p11ò vedere,
~ lden1i cn nlln co nvo lu ziunc lincn re delle sequenze d i d11rn1n fini rn x, (11) e x, (11) .
(o)
..:t.fo
ì'1 I I ..
N
•• • • n
_jfur..
(b)
o N
•••• n
__.1UL
(e ) o N
n
x1(r'l)
(o)
.... IIIIII ........
o N 2N
n
x2 Cn)
(b)
.... IIIIII ... • • •
o N
•••
2N
n
X2 (( - n ll2N<ll2N(n)
(cl
.... I...... IIIII .•
o N 2N
•• n
x2((2 - n))2Nm2N(n)
(d)
....III•• .... III....
o N 2N
n
(e)
• • • .,1rIIfIIrr
O N
' ....
2N
n
è tln tu da
N- t
X3(n) = L X1( m)x 2(n - m)
m- o
eq uivale, cioè, all a convolu zione lin ea re di x1(n) con xz(n). La sequenza
risultante è lunga 2N - I camp ioni. Ora, le DFT
N- 1
X 1(k) = L x (n)WNk
1
n- o
N"- 1 '
X2(k) = L X2(11)WNk
n ~o
Siccome x1(11) ha lun ghezza 2N - 1, è chi aro che x,(11) sn rt1 un a versione
tiell a x1(11) arTctt n da aliasing. Ciò si può vedere confront an do le ri g. 3. 11 (c)
e 3. 12 (e): la fi g. 3. 11 (c) co rri sponde rill a convolu zione ci rco lare su N
pun ti e la 3. 12 (e ) co rri poncic all a co nvolu7.ione circo lare su 2N punti,
che eq ui va le alla convoluzione li neare delle due sequ enze. i\ppli cn ndo
l'operazione espressa dalla .(3.40) all a scq uen7.a di fi g. 3. 12 (e), si otti ene
In sequenza di fig. 3. 11 (cl; si può vedere che succede proprio così, som-
mando la seconda metà della seq uenza tri angolare di rig. 3.12 (e) alla
prima metà e moltipli cando il ri sultato per :Jl'N(n).
7. x(n)y(n) .!_
N
[Nf X((l))N Y((k -
1- 0 .
/))NJ3lN(k)
2N- 2
X1(k) = I X1(11)W;~- 1
"~o
2N- 2
X,(k) = Ì: x 2 (11)W;,'~- 1 (3.41)
"- O
.. '
j 1 :·:·.·1Il l
l l l l l 1·..... _ l l l l .. m
O~ N
x2(2 - m)
j
III. . . . . III II. . . . . IIIIII. m
O N
Flg. 3.13 Sequenze periodiche di periodo (2N - 1) costruite da seq uenze finite di durala
N . Gli ultlml (N - 1) punti In ogni periodo sono zero .
_ {x(n), kL ~ 11 ~ (k + l)L - 1
xk( n) - (3.42)
o, altrove
rertnnto x(11) è la somma delle Xk(n), cioè
CO
e In convoluzi one di x( n) con h(n ) è uguale nlla som mn delle convolu zioni
de lle Xk( n) con h(n). ovvero
CO
h(n)
O M- 1
x(n)
Poiché le xk( n) hanno solo L punti diversi da zero e h(11) è di lun ghezza
M, cinseuno dci termini rxk(11)• h(11)l nello sommn è di lun ghezza
I. + M - I. Pcrt nnt o lo co11vo lu7.ionc lin cn rc Xk (l1) • h(11) pu ò csRc rc
''!tenu ta usa ndo un a DFT di (L+M- 1) punti. Poiché inoltre In di stanza
tra i cnmp ion i in izia li di due segmenti di in gresso ad iacent i è di L punti,
e ogni segmcn lo fìltrnto hn lun ghczzn (l + M - I). ne ~cg uc che i punti
diversi da zero nei segme nti fìltrati si sovrnprorra nno, nel lo svolgimen to
dell a (3.44), di (M - 1) punti. Ciò è illustra to nell a fi g. 3. 15. Nelle
fig. 3.15 (a) e 3.15 (b) sono raffigurati rispettivamente i segmenti di in·
gresso Xk(n) e i' segmenti filtrati Xk(n)•h(n). L'intera forma d'onda di
ingresso, x(n), si ricostruisce sommando le forme d'onda di fig. 3.15 (a), e il
risultato filtrato, x(n)•h(n), · si costruisce sommando i segmenti filtrati
x,(n) r
~~
o
L~rrllilIJ
11111'
f•••.•.•••
2L
n
L
• II 3L
o 2L •11n1111mnu mu n
(o)
x0 (n)@h(n) I !
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'l' l Ir~l'f''l. . . .~t~T\K•-n-•~~~~~~-n
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~~~~~~~--;l~~rJ~!L.._...~.r~lr~u~..._"
~PI' i 11!1
0
I I
I I
(b)
dove in qu esto caso abbi amo pos to l'ori gine temporale di ogni segmento
nll 'ini zio del segmento stesso piuttos to che c;oincid ente con l'ori gine di
t(11) . Qu esto metodo di segmentazione è rnm gurat o nell a fì g. 3.16 (a} .
Indichiamo incltre con yl, (11) le convolu zioni circolari di ogni segmento
con h(n) . Ques te convoluzioni sono raffigurate nella fi g. 3.1 6 (b) . La
po rte da scartare per ogni sequenza cli uscila è quella che co rri sponde all a
regione O :s:; n :s:; M - 2. I punii che restano dall e sequ enze cli uscita in
~ucce ss ion e devono poi essere «giuntati » gli uni agli altri in modo ei a
ot tenere l'u sc itn filtrat a fìnnlc. Si ha quindi
dove
M - t :o:;: n :o:;: N-1
Yk(n) = {y~(n),
O, altrove
(o)
y~(n)
(b)
Fio. S.18 (e) Scomposizione di x(n) In segmenti aovrapponlblll di lunghezza N; (b) rlsultnto
delle convoluzione circolare di ogni segmento con h(n) . Sono anche Indica te le
porzioni da scartare per ogni segmento filtrato allo scopo di ottenere la convo·
luzlone lineare.
Nei primi due capitoli abbiamo visto come molle delle proprietà
delle trasformate valide per segnali a ~na dimensione possono essere estese
a segnali a più dimensioni. Una generalizzazione simile vale per la serie e la
trasformata di Fourier discreta.
La rappresentazione di sequenze bidimensionali mediante la trasfor-
mala di Fourier di screta ha notevole importanza nella elaborazione nume-
rica di segnali bidimensionali come fotografie o dati sismici. In questo
pnrngrafo ci limiteremo a unu breve discussione delle DFS e DFT bidi-
mensionali seguendo le lince della discussione svolta nei precedenti para-
grafi di questo capitolo.
Cominciamo considerando !a definizione di un a seq uenza periodica
bidimensionale. Diremo che un a sequenza è periodica nell 'indice delle
righe con periodo M e nell'indice delle colonne con periodo N se è
ftf - 1 N - 1
X(k, I) = .L .L x (m, n)w~;w)V (3.46)
m- o n- o
con
w,,, = e- 112.tM>
WN = e-112'/N>
dove
O ~ m ~ M - 1,0 ~ n ~ N - I
(J.49)
altrove
X(k, I) = [
I L x(m, n)W~'W~"J:/lllf.N(k, /)
Jlf- 1 N - t
m- o n - 0
(3.50)
x(m, 11) = -
I [M-t
.L I N- 1
X(k, l)w,;rw,v 1"
J:RM.N(m, n) (J.51)
MN k ~ o 1- 0
(3.52)
X(k, I) = [
N-l J
n~ G(k, n)W~" :RN(I) (3 .53a)
dove
G(k, n) = [
M -1 J
n~o x(m, n)W~ :RM(k) (3.53b)
Ln fun zione G(k, 11) corrisponde, per ogni vulore di n, a una DrT mono-
<limcnsionalc a M punti: essa è costituita cioè da N trasformale monodi-
mensionali, una per ogni colonna di x(m, n). La DFT bidimensionale
X(k, /) si ottiene allora , in accordo con la (3.53 a), effettuando M trasfor-
mate monodimensionali, una per ogni riga della sequenza G(k, n).
La (3.50) può alternativamente scriversi come
M- 1 J
X(k, I) = [ ...~o P(m, l) Wt,."' :RM(k) (3.54a)
dove
N- 1
P(m, I) = [ ..~/(m, n)W~" :RN(l)
J (3.54b)
In questo caso la funzi one C(lc, 11) nella (3.5 3 b) è X1(k), cioè la OrT
monodi mensional e di x 1(m) , cd è indipend ente da 11. La DrT hi<limcn sio-
nn lc è il prodotto di X 1(k.) e X 2(k ), la DrT di x2(n) , e cioè
(3 .56)
~ llora
dove si è fatta l 'ipotesi che x 1(m, n) e x 2(m, 11) abbi ano dimensioni iden-
t i~ hc.
Ncll 'n mbito delle sequen7.e monod im ensionnli ·di durata fìnitn nbh ia-
rno notato come una tras lazione nel dominio tempora le pos a essere inter-
pre tata come una rotazione nell 'intervallo base O ~ n ~ N - 1. Nel
(3.57)
M-1
-------------:~
M1-1
x2 [((m-q)M,(n-r))N]
x1(q, r) I
I
I
I
II
m
o n N1 -1 N- 1
q
(o)
M- 1 --------------------ì I
I
I
I
I
I
II
I
I
I
I
I
I
I
I
II
I
I
A B
o Nz - 1 N -1
(b)
l'lg. 3.17 R0A llztn1 lo no di unn convolu1lono llnenre bl di men slonnlo por mouo di una con -
volu zlone circolare: (o) x,(q, r) e x 11((m -q)).,. ((n - r)) HJ: (b) !< 1 (q, r) .
con un 'area mollo più granùe , potremmo generali zzare i metodi di sovrap-
po izione e somma e di sovrapposizione ed es lrazione consid era ti nel pa-
ragrafo precedente. Jnollre, se un a delle sequenze eia convoluirc è sepa ra-
bi le, lu convolu1.ione bidimensiona le pu ò cffe ltu arsi medianl e il c<l lco lo
ripc1u10 di convolu zioni monodimensionali. Sequ enze sepnrnb ili sono
pcsso usate nell e appli caz ioni di filt raggio, proprio grazie nllc semplifi-
cnz ioni di calcolo che conse ntono e che sono state di scusse in precedenza.
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
148
SOMMARIO
..,
In qÙesto capitolo è stata esaminata una rappresentazione di Fourier
di sequenze di durata finita, denominata trasformata di Fourier discreta.
Questa rappresentazione è stata basata sulla relazione tra sequenze di
durata finita e sequènze periodiche. Più precisamente, la trasformata di
Fourier discreta di una sequenza di durata finita corrisponde alla serie
di Foutier discreta della sequenza periodica costruita in modo che ogni
suo periodo coincida con la sequenza originaria di durata finita. Perciò
è stata trattata dapprima la rappresentazione in serie di Fourier di sequenze
periodiche e si è vista l'interpretazione dei coefficienti di tale serie come
campioni, equispaziati su l circolo unitario, della trasformata z di un pe-
riodo delle stesse sequenze periodiche. La serie di Fourier discreta è stata
poi applicata alla rnppresentazione di sequenze di durata finita. Si sono
anche considera te le prop ri età della trasformata di Fouricr di screta e si
è vi sto come questa pennetta di eseguire eonvoluzioni lineari. 11 cap itolo
si è concluso con una breve introdu zione alla trasformata di Fouricr discreta
bidimensionale.
BIDLIOGRAFIA
l'R013 LEM I
t. Si consideri il sistema lineare del primo ordine definito dall'equazione olle diffe-
renze y(11) = ay(n. - 1) + x(11), in cui il coefficiente a è compreso Ira zero e
l'unili\. L'in~rcsso x(n) è vlncolnto nd essere unn scq 11c111.n pcrl odi cn di pcrioclo N.
cioè x( n) := X( ll + kN) per Of1 ni k Intero. Si uss umc che l'uscitu dcl liltro nbbin
raggiunto il regime. Determinare, in termini dcl coefficiente a, In ri sposto nll'im:
pulso di un lìltro n risposta all'impulso finita che forni sca, per ques ta cl asse d1
ingressi, un 'usci ta y(n) indistinguihil e, n regime, dn q11 cll n dcl filtro li ri spos to
nll 'lmp11lso lnlìniltt definito clnlln prornd1mt o eq1111i lono nll o dl1Tcrmm1.
2. (a) Nel por. 3.3.3 abbiamo enunciato un certo numero di proprietà di simmetria
della serie di Fourier discreta per sequenze periodiche. Elenchinmo qui alcune
delle proprietà enunciate. Dimostr.ate che ciascuno delle proprietà elencate
è vera. Nella dimostrazione si può usare la definizione della serie di Fouricr
discreto e ogni proprietà precedente nello lista. Ad esempio, nella dimostra·
zione dello proprietì1 3 si possono usare le proprietà I e 2.
3. In lì~. P3.3 sono mostrntc va rie sequ enze periodic he x(n). Tnli sequ enze possono
essere espresse in serie di r ouri er come
N- 1
x (rz) = Ì: X(k)elt2 • /N> k n
k- 0
(n) Per __gu aii sequ enze si può sceg li ere l'o ri~ine dci tempi in mod o Inie c he lutli
gli X( k) siano rculi ?
-·~
.. I .._._.I
(o)
I I~
• ..._._..__._.. I i ___
. .-·. ·~
1 I I'--'--el·-· - n
_ ·___._
.. J ·---
(b)
• I__.I__.I_. . _.._. .·---·. I I.__.__.•-
· . ___._. _.__,__
J n
..~
·I I~II~I_I..__._I-"--r-
I ~ I I _._.__
II - n
8. ' tn fì g. PJ .8 è moRtre to un o sequ enza di durato finito x(n) . Rapprese ntare In se·
quenza x(( - n))...
x (n)
• • •
-3 -2 -1
T
o
I I• • • •
1 2 3 4 5 6
n
Flg. Pl.8
IO. D ei dati analogic i di cui si vu ole anali zzare lo spettro sono campionati a IO kHz
e vi ene calcolato la DFT di 1024 campioni. Determinare la di stanza in frequen za
. tra I campi oni dello spettro. Giustificare la ri sposta .
11. La DFT di un a sequenza di durata finit a corrisponde o campioni della sua tra:
sform ata z su l circolo unitario. Ad esempio , la DFT di una sequenza x (11) di
10 punti corrisponde ai valori di X (z) nei 10 punti equi spaziati indi cati in fi g.
P3 .11 -1. Vogli amo determinare i valori equispaziati di X(z) sul contorno mo-
strato in fì g. P3 .l 1·2, cioè X(z)l s-o.&•'l"••/101+<•/•01J.
Mostrare come va modificato x(11) per ottenere unn sequenza X1(n) tote che la
DFT di x ,(n) corrisponda nl valori deald orntl di X(1).
Circonferenza
di raggio= 1
Flg. Pl.11·1
I
Piano z
/ "'2.,,.
/ 10~ -
--- 2.,,.
- 20
Circonferenza
. 1
di raggio= 2
Flg. Pl.11-l
12. Nel por. 3.7.3 nbb iamo cnunciulo un cerio numero di proprietò di simm etria
della I f'T. alcune delle qunli so no qui elcncnte. Dimos trnre che cin sc unu dell e
proprietà cl encn le è vcrn. Ncl lu dimoslrnzione si pu ò usure la definir.i one della
Df'T e propri etù precedenti nelln li ~ ln .
Scquen1.o DFT
I. x((n + m))N1l.N(11) WiVkmX(k)
2. x"'(n) X"'(( - k))N1l.N(k)
3. x"'(( - 11))N.1lN(11) X"'(k)
4. Re [x(n)] x,, 1,(k)
5. j Im [x(11)] X 0 p(k)
11 . Usnndo le prop rietll dcl precedent e probi. 12, mos trare che per uno sequenza
re ale sono vn li de le seguenti propri età di simrnclrin della DFT:
(I) Re (X(k)] = Re [X(( - k))N]1l.N(k).
(2) Tm [X(k)] = - lm [X(( - k))N]:R,v(k).
(3) IX(k)I = IX(( - k))Nl·1lN(k).
(4) arg [X(k)] = - arg [X('( - k))N)1l.N(k).
14 . Sin X(k) lu DFT su N punti dcll11 seq uenza x(n) lunga N.
(n) Mos trare che se x(n) soddi sfa lo rclRzione
x(n) = - x(N - I - n)
all ora è
X(O) = O
(b) Mostrure che con N puri e se
x(n) = x(N - I - n)
allora
x(~) =o
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
152
15. Sie X(k) le DFT ~1,1 N punti di une sequenze x(n) lunga N. X(k) è esse stessa
uno sequenze di N punti. Se x,(n) Indice le sequenze ottenute eseguendo le DFT
di X(k), esprimere x,(n) in termini di x(n).
tll. Mostrare che in base alle relazione (3.26), ae x(n) indice une sequenze lunga N e
X(k) le sua DFT su N punii,
Nel par. 3.6.3 abbimno trovalo ulile definire le componenti period ica coniu-
gata simmclrica e period ica coniuga la antisimmetrica di un a sequenza di duralo
finit a N come
x,.,(n) ... à[x ((11))N + x•(( - 11))s).1l,v(11)
x 0 ,,(11) = i(x((n))N - x•(( - 11)),y).1\ ,v (11)
(a) Mos trare che x ,,(n) può essere messe in relazione con x.( 11) e x.,(n) può
essere messa in relazione con x.(n) per mezzo delle espressioni
O, Il dispuri
Dnlln li slo In fÌ!( . PJ.18-2, sceRllcrc Il grafico corrl spondcnl c olln DFT su 16 punii
di y(11) .
X (k)
---·
. .._._...J
o t
J.,._..__...
J I I.__.__...l. - - -. · k
t ----·
2 ·3 "' 5 6 1
Flg. Pl.18-1
(o) • • • II I
o 1 2 J 4
! I
• t5 I6 7 •B 9• 10• Il• 12• IJ• 14• 15• • • k
(b) • • • II I
o •1 2 •J 4 •5 t6 •7 •6 •9 IOt •Il I12 IJ. 14 15 I.. • k
(e )• • • I11
o
! • t
1 2 J 4 5 6 7 6
I
I I lI I • I II
9 10 Il 12 IJ 14 15
•• k
(d)-1ll11
o
It t
• !
1 2 J 4 5 6 7 B 9 10 11 12 IJ 14 15
IIJJ]] • +-k
(e) • • •
lo
I
•1 2 •J •4 •5 I.
I • I ' . . I..
6 7 B 9 10 11 12 IJ 14 15
k
(f) •o I l
1l !1! • I 1! l 1!
2 J 4 5 6 7 B 9 IO Il 12 IJ 14 15
Flg. Pl.18-2
I
l<J. Uno dci modi di ren lizznrc unn co nvolu1.io11c circolnrc di sc reln di du e seque nze
di durnln finiln consislc nel molti plicnrc le loro DFT e cn lro larc la DFT invcrs11
dcl ri s11l1 1110. In pnr ti colnrc. indi cn 11du co n X( k). l' (k) e f/ (k) le DFT su N
punti dell e sequen ze lun ghe N x (11). y(11) e /t (11l, e se è
risulta
N- 1
y(n) = L x(m)lr((n - m))N, " • O, J, . .. , N - I
m=O
(P3 .19-2)
,(
ly(n)I $ lhlmax !
m- o
lx(,,;)I (P3.19-4)
.'•
.. I ·
\'
I I
' "' '•
In questo problema vogliamo ricercare un limit~ superiore per y(n) senza cono-
scere nessuna delle due sequenze x(n) e h(n), ma con i vincoli \x(n)! ~ I e
\H(k)\ ~ I. I risultati di questo problema, e qualche ulteriore considerazione,
sono presentati in un articolo di A . V . Oppenhcim e C. J. Weinstein, «A Bound
on the Output of e Circular Convolution •, IEEE Trans. Audio Electroacoust.,
June 1969, pp. 344-348.
(e) Usando le relazione di Perseval derivata nel probi. 16, mostrare che con
\x(nll ~ I e IH(k)I ~ I, e con x(n ) e y(11) legati dalle relazioni (P3.19-3) e
(P3 .l9-4), si ha
N- 1 N- 1
! ly(n)l
n- o
2
$ !
n• O
lx(n)I'
N- t
(b) Combinando il ri sultato della parte (a) con un limite superiore su L \x(n)\2,
mostrare che n• O
N- 1
,I ly(n)l 1 $ N
n- o
Tab. P3.20·1
...
g,(n) = ( - I)"x (n) n
N- 1
-A
l1(11) ~ x(2n)
H,(k) = X(ellnlN)
H,(k) .,. X(eiu•l•N)
2K(~IUt/llf)
{O,
k puri
H,(k) - '
k dlspurl
H,(k) = X(e1ut'111N- ll)
H,(k) = O.S[X(el•rt/Jr) + X(eltrlhN/11/N)]
H,(k) = X(e1n•1N)
H,(k) _ e1u•tNX(e-IH•/Jr)
,. Ha(k) - X(e'""/Nll•+Jf/11) '.
H,(k) J: X(e-IUl/lf)
i I
x(n)
' J
l-· A~--- (I •f. ' •
i • i . .l
--t-------.. . --n
N- 1
,\ I {1)
24. Siano x(n) e y(n) l'ingresso e l'uscila di un sistema · IIR stabile e causale con
equazione olle difTerenze della forma
I
"
y(n) = ) akf(n - k) + x(n) (P3.24-l)
~!'!.
2S. Si consideri una sequenza x(n) di durato finita N tale che x(n) = O per n < O e
per 11 > N - 1. Vogliamo colcolnre i valori della suo lrnsformoln z, X(z), in M
unti equi Rpnzluti su l circolo unltnrio. Uno dol campioni deve cm.lcre In r I. =
f I numero <Il vnlorl M Il m/11ur11 dull11 d11rnt11 dell o Mt1quen10 N, •loè M N.
Dctcrmlnnrc o glustlflc11ru un proce<llrncnlo per Olli!ncrc gli M vulurl e.li X(t)
cnlcolondo una sola volta lo DFT su M punti di una sequenza di M punti ricovota
da x(n).
26. Si considerino due acq uenze di durotn finito x"1) e y(11), cntrnrnbe nulle per
11 < O o con
x(n) • O, n ~8
y(n) ~ O, n;::: 20
Le DFT su 20 punii di closc uno di tali seque nze vengono moltipli cu le trn loro
e si cnlcola poi lu DFT inversa. Sin r(11) la DFT inversa. Specifi cnre qunli punti
in r(n) corrispondono o punti che si snrcbbcro ottenuti do una co nvolu zio nc
lin eare cli x(n) e y(n).
Vogli amo filtrare una seque nza molto lun ga di doli con un fillro FI R la cui
ri sposta all'impu lso ha durata 50. Desideriamo rea lizza re tale filtro co n un a FFT
usando la tecni ca di so 11rapposi zione ed estra zio ne. Per far ciò: ( I) le sezioni di
ingresso devono essere sovrnpposlc di V camp ioni , e (2) dall 'uscita cor ri spondent e
n ciuscunn scy:ione do bhimno es trarre M cam pi oni in modo tal e che, 4u 11 ndo tali
cn111pioni di og ni sezione so no giunt ali uss icme. la sequ enza ri sult nnlc sia l'usc ila
dd filtro dcs idern tn. Si a sunw che i seg menti di in gresso siano costituiti da 100
c;impion i e che 111 dimen sione dello IJFT sia di 128 ( = 2') punti. Si assumo
inoltre che gli indici della seq uenza di usc ila dalla convoluzionc circolare vadano
do O a 127.
(u) Determinnre V .
(b) Detenninnre M.
(r.) Determinare l'indice dcll'ini1.io e dell o fine def,(li M punti eslrn lli; cioè, det cr-
minure qunli dci 128 punii della co nvoluzione circolnre vanno esimili per
essere aggiunti ul ri sultnto della sezione precedente.
]8 . t stata propos ta (J . L. Vern et, « Real Signals Fas t Fou ri er Tronsform : Stornge
Cnpacity and Step Number Redu ction by Mea ns of an Odd Disc rete Fouricr
Trnnsform ~ . Proc. IEEE , Oct. 1971, pp. t531 -1532) uno trnsforma to di Fourier
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
l5B
discre.ta modificata (MDFT) che calcola campioni della trasformata z sul circolo
unitario' 'tn posizione diversa da quelli calcolati con la DFT. In particolare, se
X.,(k) indica la MDFT di x(M),
k - 0,1,2, ... ,N - l
SI assumtr N pari . .
(e) La MDFT su N punti di u~a sequenza x(n) corrisponde olla DFT su. N punti
di una sequenza x.,(M) che si costruisce facilmente a partire da x(M). Determi-
1:;; nere x.,(M) in tt;rmlnl di x(M). , 1
(b) Se x(M) è reale, I punti della DFT non sono tutti lndlpcnde11ti fro loro,
poiché In DFT è coniugata simmetrica, cioè X(k) - X"'(( - k))N.91N(k).
,, Analogamente, se x(M) è reale, i punti dello MDFT non sono tutti indipcn·
denti fra loro. Determinare, per x(M) reale, la relazione tra i punti di
X.,(k).
(c) (I) Sia R(k) = X.,(2k), cioè R(k) contiene i punti con indi ce pari di X.,(k).
Dalla risposto alla parte (b), mostrnrc che X,.(k) può essere ricostruito
11 purtlre do R(k).
(2) R(k) può essere eonsicl erntu come la MDFT su N /2 punii di un a sequenza
r(M) di N /2 punti. Determinare una sempli ce espress ione che leghi
r(n) direttamente a x(n).
Secondo quanto riportato nelle parti (b) e (c), la MDFT su N punti di una
seq uenza reale x( M) può essere ca lcolata form ando r(11) da x(n) e quindi cal-
colando la MDFT su N /2 punti di r(11). Le due parli seguen ti lrnnno lo scopo
di mostrnre che la MDFT può essere usa la per rea lizza re una convoluzionc
lineare.
(d) Si consideri no tre sequenze, x,(11), x,(11) e x,(11), tutte di durato N. Siano
X,.,(k), X,..(k) e X,., (k) , rispettivamente, le MDFT delle tre seq uenze. Se
M-11
--- N + M - 1 ---~I
I- Sez ion e L + 1
-
~~
/'v-\
l
~M - 1J Sezione L +2
~- -- N +M - 1 - - ~1
n /\~
Fig. Pl.29
Per co ll cRn rc nu ovn rn cnt c insieme le sc1.ioni filt rn tc, si posso no usn re du e
metod i.
Metodo I: Le sezioni lìltrute so no messe assieme giu1111111d o solo gli ultimi N
punti .
Metodo 2: Le sezioni riltrat e sono messe ass ieme eliminando gli ultimi M/2
e i primi (M /2) - I punti e giunt ando ì riman enti N punti.
(b) Con ciascun o dci due metodi per riunire le sezioni si hanno due possibilità
per otte nere /·/ (k). Siano A-1, A-2. B-1 e B-2 le qu attro possibili scelte. Daranno
tutt e e qua ttro co me ri sult ato un filtro lincnre tempo-in var iante? Giustifi care
In ri spos tn.
(e) Per ciasc una scelto che dn come ri ultato un filtr o lincure tcrn po- in vn ri nnt e.
determinare e di scgn;1rc la ri sposta nll'impu lso. Qun lc cli qu es ti è il « miglior»
fil1ro passa-basso?
30. Sorge spesso il problema in cui un segnale x(n ) è stato filt ra to ei a un sis tema
linea re tem po·inv ari nnt c che ciò come ri su ll nto un seg nale dist orto y(n) e si des i-
dera ri cos truire il seg nale ori ginal e. Ciò può essere spesso futto clu born ndo y( ri)
con un sistema lincu rc tcmpo·invoriuntc lo cui ri sposta 111\'impulso ~ tnlc che lu
risposta all'impulso complessiva dci due sistemi in cascoto sia un campione uni·
torio. Questo procedimento è generalmente detto filtra ggio inverso.
Abbiamo viMo nel por. 3.8 il procedimento per rcnlizza re un filtro FIR
usnndo lu Dl"T. Il procedimento compo rt o. tra l'ullro. In moltiplicazione dello
Dl"T dell'ingresso, X(k ) (o di sezioni dell'ingresso), per H(k), lo DFT dello
risposta all'impulso del sistema, per ottenere Y(k), In DFT J cll'uscl ta.
t! diffusa l'idea, Jl~agli o ta, che la risposto all 'impulso del filtro inverso sia In se-
quenza h,(n) , In cui DFT è l/H(k). Scopo di questo problema è far vedere percM
tele idea è errata .
Si consideri un 1sislema lineare tempo-invariante con risposta . all 'impulso
h(n) data da
h(n) = d(n) - t6(n - n0)
"o N- 1
n
Flg. Pl.30
k = O, 1, . .. , N - I
x(n) ~ y(n)
_ _ __,,~l---'----
,.1,. Pl.JI
Assumeremo inoltre che H(z), la trasformata z di h(n)', abbia solo polì. Perciò,
possiamo scrivere
I
H(z) = - - = - - C J - - (P3.31-l)
D(z) l +I d;Z-'
i- 1
dove { z,, i = I ,2, . . ., Q} rappresentano i poli del sistem a (per ipotesi tutti poli
se mplici) e {A ,, i = 1,2, •. ., Q} rappresentano i residui associ ati.
Per primo coso dobbiamo segment are x( n), y(n) e h(n) in sezioni di N punti,
con N ~ o + I. Nel rnr questo poNs lnmo definire
Xm(n) = {~~n), mN ~ n < (m + l)N
alt rove
<love m è un in tero non ncp:ntivo che spcc ifì cn la sezione. In ques to problema
mos treremo che si può scr ivere
(P3.31 -2)
( ) = /W,.(11) + Wm_1(n), mN :::; 11 < (m + l)N
y.., n \O, nlt rove
dove lf.. (z) è In trnsformn ta z di h .. (11), In prima sez ione de ll a ri spos ta all'im-
pul so.
(e) Calcoland o es pli cit am ente /-/ .,( z ) e usa ndo la rela zione ri cavatn in (b). trovnrc
G( z) in termini di D( z) , ( z, ). (A , ). N e O. Ve rifì cn re che essa è la tras for-
mata z di una sequenza di durala O [ Nota: Non è necessa rio calco la re g(n ) ) .
(d) Usa nd o i ri sull nli cli ques to çroblemn, moslrurc che nel caso Re ncra le in
cui è //( z) = C( z)/ f) (z), co n C( z) e /)( z) po linomi in z -'. In rcle pu ò essere
rcn li 7.7.n l11 u ~n nd o 111 DFT .
Co111me11to: Le qunt lro parti di quc ·to prohlc rnn possono esse re tull e svolt e
indipe nd cnlcmenl c. Il signifi cn lo dcl ri sull alo ri cava lo in queslo probl ema è che
un fìllro 11 R può esse re rea li zza lo per mcZ7.o di convolu zioni c irco lari e de ll a
DFT. Se usiamo come termin e di paragone il num ero d i molti p li caz ioni ri chieste
per reu li zznre il sistema di sc rclo, nllorn fJ (zl dov rebbe esse re un polin om io di
itrndo 'l5 (circn), pr imn che qu es to lcc ni cn diventi preferibile nll n rcn li 7.Zuz ionc
t.lirctt n t.lcll'equnziom: nll c difkrcnzc che lcRn y(rr) n x (rr) . Perciò q ues to ri sultnto
è cl i lnt orcNHe plit too rlco che prnl ko.
{n) Mos lrure che va lgono le seguenti proprietà per x( m , 11) e In sua DFT X(k. /) :
Seq111•11za DFT
I. x*(m, 11) x•r(( - k)).,, (( - t))J,..11.11 ..v<k. t)
2. x•[(( - m))M ,(( - n)hJ.1l., ,N (m, 11) X"(k, /)
3. x,.(rn, 11) Re [X{k, /)]
4. x,.(m,n) j lm [X(k, I)]
5. R e(x{m, n)] X,.(k, I)
6. j lm [x( m, n)] x••
(k, 0
4 0 I NTHODU Z IONE
Capitoli abbiamo dunqu e tratt'1lo solt anto la rclnzionc i11 grc so- uscit a dci
sistemi. Se tuttav ia si vuole rea lizza re un filtro numeri co o su ca lco latore
0 mediante circuiti «ad hoc» (cioè in « ha rdware »), occorre esp rimere
(4.1)
I '1·q u:i1io11c all e dilfercn1c che lega ingresso e usc it:1 si sc ri ve in modo
fa cile e cl ircllo a partire dall a fun zione cnr;i lt eri sti ca cd è data da :
N Jlf
y(11) -· 2:0 1y(11 - le) + l l1kx(11 - k) ( 4.2 )
k- 1 • - 11
La (4 .2) è int erpretabil e dirctt nmcnl e come un ;i lgo ritmo di ca lcolo nel
9ua]e. i va lori ritard nti d c ll'in g rc~so sono molti pli c:iti per i coc ni cicnti h1,
i val ri ritnrdati dcll'u scitn sono molti pli cati pe r i coc Gìcicnt i a, e tutt i
• Nel seguito verrnnno usnte con lo stesso significa to sin l'espressione «rete di
elnborn:r.ione numerica» che l'espressione «rete numerica» (n.d.t.).
x1(n) .r'
(o)
o
1
x1(n) + xz(n)
x(n) ox(n)
(b)
~- -
~(n-1)
(e)
fio. 4.1 Simboli di dlaQrnmml o blocchi por unn reto di olebornzione num erica : l ai somma
di due sequenze; lbl moltiplic az ione di una seq uenrn por una cos tante; lcJ ritard o
unit ario.
il.a rete corri spondente o q11 es tn cqtt0zionc è mos l rnln nella ri g. 4 .2. I11 te1·-
1'Tlini ( h unprogramma per un caku l11t ore In fi g. 4. 2 mostrn es pli citamente
b
x (n) - + 1-- - - - - - . - --+- y(n)
o,
Oz
Flg. 4.3 Ra ppresentazione con diagramma a blocchi per lo più ge nera le equaz ione elle
differenze di ordine N.
(4.3)
dove bk [ ] ~ l'opernt ore che trn sfol'mll l'lt1 11. re~90 ncll'uscl111 di u11 rumo.
Nodo j
Nodo k
Per rappresentare l'immi ss ione nel grnfo cli in gressi o sorgenti esterne
11~ inmo i nodi sorp,ente. Un nodo sorge nte non lrn mmi cnlranti . t gcncrnl-
1 r ntc conve ni ::ntc numerare i nod i sorge nte scparntnment e d[lÌ nodi di
rt tc. Il valore di nod o al nodo so rgente i sa r(1 indicalo con Xi e l'u sc ita di un
rnrno che conn ette il nodo sorgente i al nodo di rete k sa rà indi cata con Si<-
l 'n esempio di nodo sorgente è raffi gurato in fi g. 4.5 .
Come gli in gressi in un gra fo possono essere rappresent at i media nte
nod i sorgente, così è spesso conveniente rappresent are le uscite da un
~ra fo mediante i nodi destinazione, cioè nodi che hanno solt ant o rami
tntr:1 11ti . Un nodo destinazione è raffi gurato in fìg. 4 .6. Il valore nel nodo
dcq inn?.ione k sarà indi ca lo con Yk e l'u se it w di un ramo che conn ette il
nodo di rete ; al nodo destinazione k sn r(1 indi cato con r ;1 .
Per defini zione. il valore dcl nodo ad ogn i nodo è cinto clnl la somma
elle uscite di tutti i rami che entra no in quel nodo . Talora è convenient e,
dal punto cli vi sta de lle notazioni, assumere che per ogni coppin cli nodi
di rete cslstnno rnmi in ci11sc11n n dire1 ionc e che ogni nodo sorge nt e sin
wn1w~~n 11d tip, 111 1wdu di 1·rt c, he iw li~ c ld 111·11mt·1111! 1dr1111 t• dl' lk 11 1w lt~· <kl
r~nil possn no essere nulle. Con questa notazion e e assumendo che st ab·
biono N nodi di rete, numerati da I ad N, M nodi sorgente numero ti da
•
.
q
..
I t ·'. ~ i· (4.4b)
rete)
{< •
Per vedere un esempio di come qu~sti concetti di grafi di flusso pos·
sono essere applicati alla rappresentazione delle equazioni alle differenze,
consideriamo il diagramma a blocchi del filtro numerico .del primo ordine
di fig. 4.7 (a). Un grafo di flusso di segnale corrispondente a questa rete è
Nodo
sorgente j
Nodo destinazione k
Nodo j
mostralo in fÌR . 4.7 (b) . ln questo caso le variabili di ramo sono sequenze.
C'è un unico nodo sorgente connesso al nodo 1 ed un unico nodo destinn·
zione connesso al nodo 3. Scrivendo le equazioni (4.4) per questo grafo
otteniamo
w1(11) = s11 (n) + v41 (n)
w,(n) = v11 (n)
y(n) = W3(n)
Dalla lìg. 4.7 (b) notiamo che le uscite dei rami sono
y(n) = w8 (n)
Oueste equazioni possono essere risolte per y(n) in termini di x(n), dando
luogo alla singola equazione alle dirTerenze del primo ordine
Osse rviamo che in ques to caso tutti i rami ecce tto uno (il ramo 2.4) pos-
((lno essere rnppresent;:iti medi ante il coefTi cient e di trn smi ss ione dcl rrimo;
ovve ro il segnnle di usc it ;i è ~e mpli cc m e nt c l'in gresso moltipli ca to per
unn cos t11nt e. 11 rnmo (2.4) è in vece rnpprese nt:it o eia un opcrnt ore di
ritardo. In elfctti, in generale, fJlc [ ] stn 11 in<licnn: un opcrnlurc che trn-
~ fo rm u una sequenza di ingresso in un rnmo in un a sequ enrn di uscita.
cl cnso dci sistemi lineari tempo-invmi anti e n tempo di screto cnralt eriz-
rn ti du equ azioni all e differenze, il grnfo di flu sso di segrrn le può anche
o b
(o)
4
(b)
~o. 4.7 tal Rappresentaz ione con diag ramm a a bl occhi di un filtro numer ico dol primo
ordin e: tb) struttura del · grafo di flu sso dl seg nale corrisponde nt e al dia gramma
a blocchi In (a) .
x(n) y(n)
or or
z-1
X(z) o b Y(z )
Fio. 4.8 Grnro di flu eeo di sogna lo do li o fl g. 4.71bl con Indica ti I coefficienti di troemleelor10
del rami.
Rtt rn1.lon dcl slRtcml n tempo di scre to ed hann o l'ttlt rloro vnnln AAlo di
cortsc 11tlr ' n11111lpolnilonl itrn fl ·he che ulu t11no 11 co1nprc nd crc Il funzl un11·
mento <lelln rete.
Nei casi in cui tutti i rami in un grafo di flu sso possono essere rappre-
sentati con coefli cienti di trasmi ssione, le equazioni rappresentative del
gra fo cos titui scono un insieme lineare di equazioni, e le manipolazioni dcl
grafo corrispondono a manipolaz ioni di questò insieme di equazioni . Per-
tanto una descrizione alt ern ativa di un gra fo lineare di flu sso è proprio in
termini di questo insieme di eq uazioni, corrispondente a un a rappresen to·
zione matrici ale, come vedremo nel prossimo paragrafo.
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
171
N "1
Wh) = L V1h) +LS1t(z), k = 1, 2, •. ,,, N I (4.6a)
1- 1 1- 1
N
Yt(z) = IR1t(z)
1- 1
k = 1, 2, .. . , P (4.6b)
Nel caso in cui il grafo rappresenta un sistema lineare invari ante alla
traslazione ogni ramo può essere rappresentato mediante un coefficiente di
trasmissione. Sarà conveniente, in generale, assumere che i rami dai nodi
sorgente ai nodi di rete e da questi ai nodi destinazione abbiano un coef-
ficie nte di trasmissione costante, indipendente cioè da z. Questa ipotesi
non comporta perdita di generalità in quanto, se necessario , si può sem-
pre in serire, in conness ion e diretta con un nodo sorgente, un nodo di rete
che nbbia rami, verso altri nodi , con eoefTì cienti di trasmissione non co-
~ 1 11 n1i . Un procedim ent o simile può essere usa to, se necessario, per i nodi
d~s tinn ?. i one . Pertanto
ostitucndo le espress ioni (4 .7) -:- (4.9) nell e (4 .6) otteni amo l'in sieme
di equa?.ioni linemi algebri che
N M
Wk(z) = L F1k(z)Wi(z ) + L b1kX 1(z ) (4. IOa )
1- 1 1~1
N
Yk(z) --= ~c 1 k W1 (z ) (4.IOb)
1
Oucs te equazioni possono esse re sc ritte in modo compatto nell a forma
ma tri ciale come
dove W( z) è un vettore colonna e.li val ori Wk (z) . le = 1,2,. ..,N ; X (z) ~ un
Ve ttore colonna di valori X 1(z), j =
1,2 ,. .., M, e Y( z) è un vc ll ore colonna
di valori Y,(z), i ;=:= 1,2, ... ,P. La matrice F'(z) è la trasposta della matrice
N X N F(z) data da · ..
F(z) = {F,1o,(z)} .. ,,. (4.12)
Per rami che non e,sistano nel grafo di flusso, o che, equivalentemente, ab-
biano coefficiente di trasmi ssione zero, il corrispondente valore fk;(z) nella
matrice è zero. B' è la trasposta N X M della matrice
(4.13)
T(z) è chi amata la matrice fun zione di trasferimento del sistema. Come
conseguenza della (4.14) il segnale al k.mo nodo , W k(z), si può esprimere
come
M
WtCz) = I T1k(z)X 1(z) (4.15)
1- 1
clo 01-1nt vnl'lnhllc di nodo si può esp l'lmcrc come comhlnnzlonc llm:nrc
clèl vulorl dci nodi sorgent e. Se soltanto un nodo sorgente (il nodo sor·
gente a) è diverso da zero, con valore X.(z), e se esiste un unico nodo
destinazione con valore Y(z), tale che Y(z) = C' W(z).,allora l'uscita Y(z)
è data da
(4.16)
H(z) = C 1T 1 (4.17)
Nel caso in cui la funzione car~tteris tica di ciascun ramo è al più dcl
primo ordine, vol e a dire è una costante moltiplicativa oppure una costante
moltipli cu tiva associata a un ritardo unitario, allora gli elementi dell a
matrice F'(z) nell 'eq. (4 .11 a) sono o una coslante o uno costante per z •.
t conveniente separa re gli clementi della matrice che non sono associati
a un ritardo da quelli che lo sono, così che F'(z) può esprimersi come
(4.18)
dove I è la matrice identità. Poiché F'c e F'd sono costanti, ovvero indi-
pendenti da z, la trasformata z inversa della (4.19) è data da
ESEMP IO. A tit o lo di ese mpi o. si co ns id e ri il sis tema dcl primo o rdin e di fi g. 4.9.
L'in sieme di eq uaz io ni rapprese nt a lo impli c it umcnl c ùa ta le gra fo è
.
[ ::~:~1
W3(11)
1114(11)
[~ = :
o o o o
: :Il[::~:~]
0 bo O b1 w 3 (n)
W4(n)
+ [: : : :]
O O O O
o I o o
[::~:: =:~] [~]
w 3 (11 -
W4(11 -
I)
I)
+
O
o
(x(11)]
(4.22)
o
y(n)
Flg. 4.9 Grafo di flu sso di segnale per un sistema del primo ordine; te equazioni corri-
spondenti sono date dalle f4 .22).
i I il "~ ',
' .'
! (
K(n) ., . y (n
a,
"''·
Flg. 4.10 Grafo di flusso di flg . 4.9 con diversa numerazione del nodi.
Chiaramente In forma delle matrici F,' e F/ dipende dnl modo con cui si ordinano le
equazioni , oppure, in mani era eq uival ente, doli o num ernzione dci nodi utilizza ta. In
fìg . 4.10 abbinmo rappresent ato il grnfo di lì g. 4.9 con le vari abili di nodo (indicu tc
con 11 1) numerat e diffcrcntcmcnt e. Per ques to grufo si otti ene l'insieme di eq11 n1.ioni
[ : :~:~i r:,o : :o
113(11)
114 ( 11)
=
J
h1 O h0
y (11) ~ [O O O (4.23)
Dn ll'csnme del grn fo di flu sso di fi ~. 4.9 o del le eq. (4 .22), che sono dl' I
tutto equi va lenti , si vede chiaramente che le vari abili di nodo non possono
essere general e in sequ enza, cioè prim a w,, poi w2, etc.; infatli , ad esempio.
W4 deve essere noto per poter ca lcolare w1. D'a ltra parte, lo stesso dia-
gra mma di fl usso con In diversa numcrnzionc dc i nod i di fì g. 4. 1O può
essere co lcol1110 con le vuri11b ili di nodo gencrnl e in sequenza.
In alcuni cosi non è possibile riordin are i nodi di un grafo in modo
che le va ri ab ili di nodo possa no essere genera te in sequenza . Un grafo di
fl usso di questo tipo è dell o 11 0 11 calco/ahi/e. Un sempli ce esempio di grnl'u
non calcolab il e è ra ppresentlllo in fi g. 4. 11, in cui tulli i coc flì cienl i di
trasmi ssione sono costanti. t bene mettere in evidenza che il fa tto che il
gra fo di flu sso sia non calcolabile 11011 significa che l'in sieme dell e eq un-
zioni che rnp prese nt ono il grufo non sin risolub ile ; esso ind ica soltnnlO
che queste non possono essere ri solte diretl an:iente per ogni vari abile di
nodo in maniera consecu tiva.
Nell e eq. (4.23), che corri spondono al grn fo di flu sso di fì g. 4 .10 , si
può nctorc che lo motrice F'c hu solo ze ri sopra lo di np.:onole prin cipn le e
che inoltre tutti gli elementi dello diagonale principale sono nulli ; cib
non si verifica nelle (4 .22) , che corrispondono al grafo di flusso di fìg. 4.9.
Come si vedrà nel probi. 3 di questo capitolo, condizione necessaria e
sufficiente per la cnlcolabilità di un grafo di flusso è che i nodi possano
o
2 3
x(n)o----u... »----0y(n)
essere numerati in modo che la matri ce F'c abbia tutti zeri al di sopra
della diagonale principale e che gli elementi di questa siano tutti nulli.
Si può anche dimostrare [3] che una condizione necessaria e sufficiente
per la calcol a bilit ~1 cli un grafo di Ousso, equivalente alla precedente, è
hc non ci siono m11 r,li e dcl grnfo prive di rnmi con rilnrdo . Nel grn fo
di fi g. 4 . 11, ad ese mpi o, c'è un11 mHgliu privn di rami co n rit:1rd o, e di
ronscguenzn il grafo non è cal colabil e.
L'in sieme dell e (4 .23 ) può esse re ollcnuto dall e (4 .22) pcrmut :i ncl o le
l'a riahili di nodo; in notazione matri ci;,il e ciò può essere otlcnul o per
meno di un a lra sform nz ione lin ea re ci el vett ore w(n) nel vett ore u(n),
cioè
dC1vc P è una matri ce coslant c N X N non sin golare. Nell 'esempio prece-
dente P vale
P = [~~~~1
o o o
(4.25)
o o o
Lu pcrmuta?.ione delle variabili e un esempi o sempli ce di un prin cipi o
pi[1 general e che pu ò esse re messo in ev idenza co n la rnppresc ntazionc
mat ri cial e. In gcncrnl c. se P è un a qualsias i matri ce non singolnrc, si può
<nivc rc
w(n) = p - 111(11) (4.26)
(4.28a)
e
(4.28 b)
Nei due p11 rng rnfì pn:cedcnli , in cui si è pnrl 11 10 dell n rnpprcsrn1 11-
1iu11c dci sistemi lin eari a tempo <li screlo in vn rianli alla traslazione so ll o
fo rma di reti, è stato messo in chi aro che ad ogni fun zione di tras fcrim enlo
ta?.ionale corri spond e un a moltepli cità di confi gurazioni di rclc. Un a
prima consid era zione circn la ·ce ll a trn qu cs le differenti reali zza?.ioni è
In complessità di calcolo: val e a dire che le reli con il minimo numero di
mo ltipli ca tori per un a cos tanle e con il minimo numero di rami di rilardo
<0110 spesso le prcfcril c, in quanl o la moltipli cazione è un 'opera zione che
richiede tempo e ogni element o di ritard o co rri sr onde all'occup azione di
un registro di memoria . Di conseguenza, un a 'rid uzione nel numero dci
mol!ipli ca tori signifi ca un aumento dell a velocità, ccl un a diminuzione nel
numero el ci ri1 ardi significa un a ri duzione nell'occupazione di memori a.
O'al!ra parte. gli cffclti della lun ghcua finitn dci rcgislri ncll 'c ffelliva
renli n.nzi onc « hnrd wnrc » cli fil!ri numeri ci dipend ono dalla s1rn11ura. e
lalvol!a è prcft.:r ihil e u s~irc un n slruttmn che non abbia un numero mini -
mo di moltipli catori e ril ardi, ma che sia meno se nsibil e ag li cffc tli dell a
lunghezza finila dci registri. Per ques ti molivi è imporl nnl e an ali zza re
nku nc dell e slrullure pili comunemente usa te; in qu es lo p;i ragrn fo nnali z-
7t' rc mo i sistemi 11 R e nel par. 4.5 si pnrl crì1 dc i sistemi FI R.
(4.JO)
bo
tnl y( n)
z-• b,
z- 1
01
x(n - 1) y(n - 11
l_, z-•
bz 02
(n - 2 )
I
y(n - 2)
bN - 1 ON - 1
a(n - N+1)
z- • z~l
bN ON
x(n - N) y(n - N)
Flg. 4.11 nnollHntlon o In formo dlrn tt n I di uno oquoz lon11 811a dlfloronzo finite di on11M N.
x(n)
-
y(n)
z- 1 'z-1
01 b,
z- 1 z-1
Oz bz
I I
I I
I I
I I
I I
ON-1 bN-1
bo
-~ (n)
-
y( n)
z-,
o, b,
z- 1
07
·--- ..
b7
I I
I I
l
I I I
j_:-----'l
:-· j,______......,
- · :::----0
-·
Flg. 4.14 La rete di fi g. 4.13 In cui le duo linee di ritardi sono fu se tn ur.'unlca lin ea.
Il tipo di rete che nA r isu lt a ò Indicata come form a diretta Il ed ha Il minimo
num ero ponolblle di rltnrcfl.
bo
x(n) " y(n)
z"'
01 boo1 + b1
:, " ,t,"
''
Oz
z- 1
booz
.
+ b2
','
I I
I I
I I I
I I
ON - 1 boON-1 + bN-1 I
j ;,
•
!,-• ..., ~ ,, I
Flg. 4.15 Ese mpio di strutture diversa de quella di flg . 4.14, ma che pure ha Il numero
minimo di ritardi.
(4.32)
+ = +
ètov'é M ;;z M1 M2 e N N, Ni. In questa espressione i fattori del
~· ordine rappresentano zeri reali in gt e .poli reali· in Ck , e i fattori dci
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
181
dove [(N + 1)/2] indica il p1u gra nde numero intero contenuto in
(N + 1)/2. In qu esto caso abbinmo assunto che sia M :$ N ; scrivendo
H(z) in qu esta forma si è anche assunto che i poli c zeri rcnli siano stati
rnggruppa ti in coppie. Se ci fosse un numero dispari di ze ri reali, uno dci
cocfTìcienti (3lk sarebbe null o; analogamente, se ci fosse un numero di spari
di poli reali , uno dei coelTìcicnti aik sarebbe nullo . La precedente annli si
li •Ile strull11r In forma dlrct t11 r nd • ch inrn clic si possono cos truire forme
In cnscutn con minima oceup11zionc <li memoria utili uu nd u per ogni so llo·
sistema del secondo ordine un a rea li zzazione in forma dircl!a 11. In fì g.
4. 16 è rappresenta ta una realizzazione in cascata di un si stema del sesto
ordine per mezzo di sottosistemi dcl secondo ordine in forma diretta I I.
A
-
~(n) - 1 - 1 - 1 y(n)
z z z
Flo. 4.18 Strutturo In cooco tn con rontl 21 aztonn dol ~o tt onlA t A mt In formn dirett a lt.
Se i coefficienti ak e llk nell a (4 .30) sono rcn li , nllorn le quantità ;h, 111.
Ck, Ck cd ek sara nn o tull e reali. Nel caso che sia M < N, il termine
2,t::ON Ckz- k non compa rirà nell a (4.35).
L'espress ione (4 .35 ) può essere interpretata come unn combinnzionc
in parallelo di sistem i dcl primo e secondo ordine, oppure possiamo rag·
gruppare i poli reali a coppie in modo da poter scrivere /f(z) nella forma
(4.36)
La teoria dci grafi e.li flu sso lin eari con sen te di trn sformarc in vari o
modo i grafi dLflusso di segnale, pur lasciando invariata la relazione tra
ingresso e u se ~. Una di queste trasformazi oni, detta in versione del p,rafo
di flusso o trasposizione, genera un in sieme di forme trasposte per i filtri .
In particolare, la trasposizione di un gra fo di .flu sso è ottenuta inverte ndo
la direzione di tutti i rami della rete; per sistemi ad un in gresso ed un'u sci tn .
il grnfo ri sultnnlc ha lfl stessa funzi one di trasferimen to dcl grafo originale.
con l'ingresso e 1'uscita scambiati. Questo teorema è una diretta conse·
guenza della formula ciel gu;i~agno di Mason per i grafi di flusso di
Yo t
z- t
a" Y11
z- 1
a21
Yo 2
0---
x(n) y(n)
z- 1
a1 2 Y 12
z- 1
a 22
YOJ
- 1
z
a13 Y1 3
z- 1
a 23
rio 4.17 Ronllu n7. lonn In l ormn parn lloln co n I poli ronll o complono l riun iti In co pp ia.
bo
-
y(n) x (n
- 1 - 1
z z
b, 01
z- 1 z- 1
bz Oz
bo
-
x(n) ' y(nÌ
-1 - 1
z z
a, b,
z- 1 z-1
' Oz bz
'·
I I I
I I I
I I I
I I I I
CN - 1 bM-1
I '
segnale [ 1], e si vedrà anche come esso derivi da un teorema fondamentale
delle reti che sarà dimostrato in un successivo paragrafo di questo capitolo.
L'applicazione di questo teorema alla rete In forma diretta I di
fig. 4.12 ,produce il risultato riportato in fig. 4.18. Se si ridisegna questa
struttura ponendo l'ingresso a sinistra e l'uscita a destra, come è la con·
venzlone nonno le, si ottiene la rete di flg. 4. 19. Anologomonte, dalla
flg. 4.14 si ottiene la forma diretta II traspostii. riportata in fig. 4.20.
Dato il teorema di trasposizione appena enunciato, è chiaro che ogni
configurazione di rete può essere trasposta per produrre un'altra struttura
di rete, che conserva lo stesso numero di rami di ritardo e lo stesso numero
di coefficienti.
x(n) y(;)
z- 1
b1 01
z- 1
bz Oz
I I
I I
I I
I I
y(n)
.z-1 z-1
y(n)
x(n)
Un 'nlt crn ntiva ulln formn dircttu si ricnvu sc rivend o /f (z) ~o tt o fur mn
ùi prodotto di fnllori dc l secondo ord ine, cioè
f N/2 1
H(z) = TI (flok
k- 1
+ f11 kz- 1 + fl2k z- 2) (4 J9)
dove, se N è pari, uno dei coeffi cienti B2k sarà zero, in relazione al fatto
che se N è pari, H(z) ha un numero di spa ri di radici reali . La rete corri-
spondente all a (4.39) è riportala in fi g. 4.23, dove ogni fattore del secondo
ordine è stato rea li zza to nella forma diretta illustrata in fi g. 4.21.
801N121
~
x(n)
------ ;;
y(n)
z- 1 z- 1 z- 1
811 812 /31[Nl2)
z- 1 z- 1 z- 1
8 21 13 22 /32[N/2]
riprodotti con un ritardo uguale alla pendenza dell a curva di fase. Una
delle più importanti caratteristi che dei si stemi FI R è che essi possono
essere progettati in modo da avere fase esattamente lineare. La ri sposta
all'impulso di un si stema FJR causale con fa se lineare ha la proprietà
seguente
h(n) = h(N - I - n) (4.40)
Per vedere che questa condi zione implica fa se lineare, scriviamo la (4 .37)
come
(N/ 2) - 1 N -1
H(z) = 2: h(11)z-n + L h(11)z- n
n-o n- N/2
!N/ 2) - 1 (N /2 )- 1
= 2: li(11)z- n + 2: lr(N - 1 - n) z- <N- t- n>
fl - o n- o
dove N è assunto pari. Per mezzo dell a (4 .40) poss iamo scri ve re
( N/2)- 1
//(z) .., L h(11)[z- 11 I z IN
1
"
1J (4.11 1)
n- o
Se ca lco li amo le espressio ni (4.4 1) e (4.42) per z = é'J, otte nia mo, pe r
N pa ri ,
e per N di spa ri ,
y(n)
-------
Flg. 4.24 Realizzazione In forma diretta di un sistema FIR di ordine pari con lese lineare.
z-1 z- t
x{n)
y{n)
Flg. 4.21! Reslizzazlone In form o diretta di un sistema FIR di ordine dlnpnrl con lose llnonro
cioè, se zo è uno zero di H(z), nllora è zero di H(z) anche I / zo (si vcdn
il probi. 15 del cap. 2). Inoltre, se i coefficienti '1(11) sono reali, gli zeri
di H(z) saranno di sposti in coppie complesse coniugate. Come conse-
guenza , gli zeri che non sono sul circolo unitario sono disposti in coppie
reciproche. Gli zeri complessi che non sono sul circolo unitario sono
disposti in gruppi di quattro, che corrispondono ai complessi coni ugati cd
ai reciproci. Se uno zero è sul circolo unitario, il suo reciproco è anche
il suo coniugato; di conseguenzn, è conveniente rnggruppnre in coppie
gli zeri complessi sul circolo unitario. Gli zeri reali sul circolo unitario.
cioè gli zeri per z = I o per z = - 1, sono reciproci e complessi coniu-
gati di se stessi e di conseguenza debbono essere considerati individual-
men te. I quattro casi sono riassunti in fìg. 4.26, dove gli zeri in z1. z1•
t/z1 e 1/z1• sono considerati come un grupp<;> di quattro: gli 1.eri in zi
e 1/z2 sono considera ti come un gru ppo di due , e così z3 e z.1$: lo zero
in z. va considerato cln solo. In corrispondenza u questo rnggruppnmcnto
di zeri. H(z) può essere scomposto nei prodotto di fattori del primo. se-
condo e quarto ordine. Ognuno di questi fattori è un polinomio i cui
o 1
if
( 4.43)
essendo
.. •'•I "
' · H!1l
x(n)
..
·
I
I
I
I
I , I
~H(N-1l i
~z-1
.. .
w;/+1
Flg. 4.27 Struttura basata sul campionamento In fr equenza per realizzare un sistema FIR.
' Ri cordiamo al lett ore che, in accordo con la notaz ione dcl cap . 3, H(k) è perio-
dica con periodo N. H(k), In DFT di '1(n), è un periodo della seq uenza periodica
H(kl .
+ 17(0) + J
fl( N /2)
l - rz- 1 I I- rz- 1
+I
Fl(O) !](N/2)
+ I + rz-
J (4.48)
- rz- 1 1
1
Usando la relazione (4.47) e il rnt to che (WN )• = wN- (N-k>, possiamo
ri scrivere la (4.48) come segue
1
lf(z) = (l _ r Nz- N)[<N1 - 2 117(k)l /Ik(z) -I jJ_(O)f N -1- /7(N/2)/ NJ (4.49)
t - 1 N 1
I - r z- 1
I + rz-
dove
cos (O(k)) - rz - 1 cos [O(k) - 27Tk/ N]
Hk ( z ) = --'--'--'-'------~~'-------''--" (4 .50)
l - 2rz- 1 cos (27Tk/ N) + r 2z- 2
. 2IH(1ll
•••
;• H1(z) ,, 'I
{ ,,
N
, I
I I
' H1(1)
I
.\
' ' '•'
,·,
- N
H~_ 1 (z) 21H(~-1)1
N
x(n) y(n)
H(O)
-rNz - N rii
H(~l
rz- 1 "-N
-rz-1
HK(z)
--------- - - ro,~kr ------ 1
I ,_, i
2r cos(21Tk/Nl_, z-1 \ l
I -rcos (8(k)-27Tk/N) !
L----~~-----------------J
Flg. 4.28 Struttura basale eul campionamento In frequenza effettuato su un circolo pro•·
simo a quello unitario e con I poli complessi realizzati In sezioni del secondo
ordine.
'Àt-t · I'(''~ 1~
1 1
f!ll)i••t[l1,,t ;, fllll :\. •': ll( I\'' l f' (
(4.5 3)
in cui è
IV-1
P(z) = II {1 - z"z- 1) (4.54)
k- 0
e N- 1
P1c( z) = II (1 - z,z- 1) (4 .55)
1- 0
t<l<k
H(zol
Po(zol
;,W,r
,,
I
I
" ,, )
i . o
y(n)
H(zN _1)
PN - 1(ZN - 1)
plessi coniu ga ti in fnl!ori dcl secondo ordine proprio come nel caso dcl
campionamento in frcquc.nza , ottenendo una rete simile nll a fig . 4.28.
Inolt re, possiamo associare tra loro fattori dcl polinomio P(z) o in copp ie
comp lesse o tutti in sieme per ottenere o un n rca li ?.Zazionc in forma a
cnscatu o un a rea li zzazione in forma diretta della parte non ricorsiva della
~t ruttura.
(4.56)
' ..
1 coefficienti ak e bk sono i coefficienti desiderati in una realizzazione in
forma diretta del sistema. Con coefficienti quantizzati realizziamo di fatto
un sistema la cui funzione di trasferimento è
(4.57)
dove
11~ ,_., (lk + t.11 ~
bk = bk + t:i.bk
Si supponga che i poli' di H(z) ' siano situati ' nelle posizioni' z :1, =
i = 1, 2, .1., N; cio~'.che il polinomio denominatore della funzione di tra·
sferimento; espresso sotto fonna di fattori, sia ' 1 • ·• • •
(4.58)
')· I'
.
c:;~)L ~:: = ( :~:)L
0
.
segue che
òz1 = __z_,_;-'-__,. _,_
(4.60)
lm I
(o)
lm
Plano r
~-+-~~~~~~~+-~~~~~~~•~~~Re
Zz
z~
(b)
Flg. 4.30 Rappresentazione del fattori delle (4.58) come vettori nel piano z: (a) filtro paasa-
banda a banda stretta; (b) filtro passa-basso e banda stretta.
y(nl
z- 1
2r cos 8 z-1
-r2
Flg. 4.31 Realizzazione In forma diretta di una coppia di poli complessi coniugati .
·1
questa ragione si può affermare che in generale le forme in cascata e in
pRrallclo sono da preferirsi alle forme dirette dal punto di vi sto delln
qmmti zzazione dci parametri. Questo è vero, in parti colare, nel caso di
fìltri a ba nd a stretta se lettivi in frequ enza con poli e zeri fittam ent e ra ~
gruppati.
Anche per i sistemi dcl secondo ordin e usa ti per rc:ili'l.'l.urc le for111 L'
in cascaln e in parall elo rim ane una certa ll css ibilit~ di scelt a. Si consideri
una coi pi a cli poli complessi coniuga ti reali zza ti usa ndo la forma direttn
come in fi g. 4.3 1. Nel caso in cui i coeffi cienti siano rapprese ntali con pre-
cisione infìni ta, questa rete ha poli per z = r ei 0 e z = r e- i0• Tuttavi a, se i
fattori moltipli ca ti vi 2r cosO e - r 2 sono qu anti zza ti, è chiaro che si può 0 1-
tenerc solt nnt o un insieme finito di posizioni dci poli . Per un a data qu antiz-
zazione, i poli devono trova rsi su un a gri gli a nel pi ano z definit a dall'int er-
sezione di circonferenze conce ntri che (corri spondenti alla qu anti zzazione di
r1) e rette verticali (corri spond enti alla quantizzazione di 2r cosO). Tale gri·
gli a è rapp resent ata nell a fi g. 4.32 per qu antizzazione con tre bit, cioè r1 e
lm
jl .00 - -
-- o Poss ibili posizioni dei poli
Fl g. 4.32 Grigli a di possibi li posl1lonl del poli per la rete del la f lg . 4.31 quando r' 0
?r co ~ O sono Q11'1n tl 77.0 li co n t ro hi t.
r sin 9
y(n)
z- 1
Fio. 4.33 Rnn ll1zn1 lano In formn nccopplnla di un ,1 copplA cli po li co mplnr."I conluqnt l.
2r cosO sono li mi tat i nd otto valori diffe renti . Una re[tli zznz ionc altern ati va
è que ll a in formn acco ppia la proposta da Ga lei e Rader f9 J, come r:ippro-
sent ato nell a fig. 4.33. Si dimos tra fac ilm en te (v. prol 1. I di questo ca pitolo)
che le funz ion i di trn sferimc nt o per le reti di fi g. 4.3 1 e fìg. 4.33 hnntHJ gli
~ t ess i poli per coeffic ient i con prec isione infin ita . Per rcnliz7.:1rc la rete
della fig. 4.33 dobbinmo quanti zzare rcos O cd rsin O. Perciò possiamo
ottenere l'in sieme fin ito de ll e pos i7.ioni dci poli come r:1ppn:scntat u nella
fig. 4.34. Chi aram ente, poss iamo ottene re un nu mero molto m<1 r.g iorc di
lrn
.... ,,
j07 5
__ )',Circolo unitnrio
\
'
\
'\
f\
j o.50 O---<>---fr--O-~l'>-·-<l>---0- -
•) ' J.\
j 0.25
'---'--~ .. ~\
o 0 .25 o.so 0.75 1.00 r~e
Ftg , 4.34 Grinfia di po sAl blll posizioni dol po li por la roto cli f\g . 4.33 nunnct o I confflclontl
rcos O o roin O sono quenti ua li co n tni bil .
Ri cordiamo che per un sistema FIR dobbi amo preoccuparci solo dell a
pos izione degli ze.ri de ll a fun zione di tra sferimento, in qu anto tutti i poli.
per un sistema FJ R causale, cadono in z = O. :t chiaro che per la reali7.·
zazionc in forma diretta elci par. 4.5 si potrebbero derivare espressi oni
simili nll o (4.60) relnti ve nll'crrorc in uno zero dovuto a errori nei cocffi·
cienti (ri spostn all'impulso). La conclu sione è la stessa: cioè, in generale.
si ha maggior controll o sull a posizione degli zeri in una rea li zzazione in
casca ta che non in una rea li zzazione in forma diretta .
Hcrrmann e Schu csslcr [ 14) hanno esamin nto gli efTctti dell a quan·
ti zzazionc dci parametri per il caso particolare dci sistemi a fase lin eare .
Per le rea li zzazioni in [orm a direllfl delle fì g. 4.24 e 4.25 è chiaro che.
anche se i cocflìc icnt i sono sb11 glia ti, la funzi one di trasferimento ri sult ante
snri\ ancora un po lin omi o a simmetri a speculare. e perciò il sistemfl avr?I
an cora fa se linea re. Tuttavia , zeri molto ravvicinati sul circolo unit ari0
possono nll ontmrnrsi dal circolo stesso, con il ri sultato che il sistema non
soddi sfo piì1 le spec ifi che di proge tt o. Ncll11 strutturo in cnscn tn, se si
us11nu sc1 lo11i dcl s 'co nd o urti i ne dello forma (I + 11z 1 + z 2) per ogni
coppin cli zeri compl ess i coniu ga ti sul circolo unit ario, gli ze ri si possorw
spos tare solo lungo il circolo unitario . Così, gli zeri in z = ± l possono es·
se re rcu li z1 11ti cs11 tl 11 mcnt e, e ze ri rcnli sin dentro che fuori il cerchi o uni in·
rio restano rco li . Se gli ze ri complessi esterni al ce rchio unitario fossero rcn·
li zzn ti con sezioni dcl secondo ordine, si troverebbe una gri glia di poss ibil i
pos izioni per ogni zero come quell a di fì g. 4.32, estesa però al di fu ori dcl
cerchi o unitnri o. Se si vuole mantenere la fase lineare, occorre assi curar~i
che per ogni ze ro interno nl ce rchi o unilnrio csist.u uno zero coniugn to rcci-
(4.61)
= .!. (1 - 2r cos oz- + r 2 z- 2)(r~ -
1
2r cos oz- + z-
1 2
)
r2
•(n )
-2r cos e r2
1
~ r2 · 2r cos O
y(n)
rio. 4.35 Soll ornt o pnr In rnn llnn1lo n0 d oi l nll ori rl c l qunrto ordi no In un 9iRl oma FIR o
l aRo llnenro In morto c ho olo mnnl onut n IA l n~o lln oaro lml lpo ndont omonl o rl nll n
qunnllzzoz lone dol pornmo lr I.
)
' ' z2 + b 1z +bo
bo< 1, lb1I < 2./60,
,, libo .. lib, • 2- 5
'.1
Planos '
,: l ., ,# '(.
" . .•• • j ,,
bo"' cost.
Flg. 4.36 Griglia delle possibili posizioni per gli zeri della sottorete di flg . 4.35 quando I
coefficienti r' e 2rcos0 sono quantizzati con cinque bit (da Herrmann e Schuess-
ler (14().
'· . '"
e
b
' I
'' "'
,1,. y(n)
~.·~ ,.{{~~·;~ f;; 1/, ~ .• ;•.i \ ·)(1\L \"... r. > ttf' ~v: :"':n :~~~'\i .;t} ',•!'li\
':,;1' " ... ~ r':·~) I
~~'. 4,j, 1 1
Réallzt~zl~he In ·lofffla"d'l~etfu~~b · taè:'!in ~ll~è ~r fattori ' del quarto òr~1'nè ili
un sistema FIR. , , · 11 I . : • '1 ·
H0 ( zl"'
:z 4 + bz 3 +Cz 2 + bz+1
e~ 2, lbl ~ .;4C=lj
Pi ano z
·· ..
I.O
Flg . 4.38 Griglia de lle poss ibil i posizioni per gli ze ri dolla so ttorete di flQ . 4.37 qu ando 1
coefficienti b e e sono quan ti zza li con cinqu e bit (da Herrm ann e Sc hu es~ l er p 4J)
' · TEOREMA DI TllLLEG!llll. èortslderianio du~ gte.lì di nusso di' segnale cori la stessa
topologia. Sin N il mitnero dei nodi della rete. Le variabili di nodo dello rete, le
uscite dei rami , e i valori dei nodi sorgente sono indicati, rispettivamente, con w,,
V1ke x 1, nella prima rete e con w't, .V.~ e x'1 nella secondo. Allora risu lta
• •1 1 1 , , 1 •• • • • • , • r
t' ~. N N I f ' • ' N I , , • • • I \
, •• t
N
L (wkwl: - w),wk) ~ O (4 .64)
k- 1
Perciò il teorema di Tellegen vale sia per le sequenze [v. (4.62)) che per
le trasform ate z [v. (4.65)].
Nel resto della nostra trattazione ci occuperemo solo di grafi lineari
di flusso di segnale che corrispondono a reti di elaborazione numerica.
Per chiarire il concetto di topologie identiche e di variabili (e reti) con-
trassegnate o meno dati 'apice , si considerino le due reti mostrate in
fig. 4.39. Per sottolineare l'equivalenza dell a topologia abbiamo rappresen-
tato con un a linea tratteggiata un ramo con coeffi cien te di trasmi ssione
nullo. Di solito, ovviamente. tali rami non vengono di segnati. La verifica
della validità del teorema di Tel legen per queste due reti costituisce un
semplice eserciziO (v. probi. 18 di questo capitolo).
w, z-1 W2 w, I
W2
I
X
' x'
b, z-1
I
W3 W3
Flg. 4.39 Esomplo di due reti che sono topologicamente equivalenti e perciò soddisfano
Il teorema di Tellegen.
ovvero
(4 .67)
Un 'utile proprietà delle reti numeri che è che esse sono intcr-rcci·
prochc ri spett o all e loro trasposte. Per dimostrarl o, ri cordiamo dal pa r. 4.4
che la traspos izione di un grafo di nusso si ot ti ene invertendo la direzione
di tutti i rami ma lnsc iundo inalt era ti i cocrTìci cnti di tra s mi ~s i o n c .
Cons id crin1110 unn rete dove Wk in dica ln vnriahi lc di nodo r ·lat ivn
al nodo k-cs imo. Il cocfli cicnt c cli trasmi ssione dal nodo j al nodo k è
indi ca lo con F;k, cioè ri sulta
(4. 691
Nella rete trnspos t11, in cui la vnriabilc dcl k-es imo nodo è w;, e il cocfl i-
ci ente di trasmi sione dcl ramo tra i nod i j e k è F; 1. , risulta
(4 .70)
Per dimostrare che una rete e la sua tra sposta sono inter-reciproche, cioè
per provnre la va lidità dell a relazione (4.68) sotto queste condizioni, utiliz·
ziamo il fatt o che una rete e la sua traspos ta hanno la stessa topologia .
per cui vale il teorema di Tellegen [v. (4 .65)]. Perciò si ha
N N N
I I<wkv1~ - w;v1k) +I cwkx~ - w;xk) = o (4.71 )
o la relazione equivalente
N N N N N
2: .Lwkw;r;k - 2: 2: w;w1F1k + 2: (wkx~ - w;xk) = o ' (4.72)
,..2:_, (W .X;.
1 - W1'.X 1.) ~ O (4.74)
col che è dimostrato che una rete e la sua tra posta sono int er-rcciproc hc.
Una con seguenza int crcss:mtc di questo r:i tto è che, nel caso di reti
con un so lo in gresso e una sola uscita , un a rete e la sua tra spos ta h:rnno
la stessa runziom: di trn sr ·rimcnt o. Ou cs to ri sult ato può :111cl1 c ~sc rc dcri-
vn to dall a rormula dcl gu;id:1g110 di M:1 so11 111 (J è sl:1l u utili zz:tlU nei
par. 4.3 e 4.4 co me mezzo per ollc nerc nuove real izz:1zioni cli un a rete.
Per dimostrare questo ri sultat o a partire dall:1 (4. 7'1 ) . con sideriamo
due nodi qual sias i a e b. Inoltre. upponi amo che tutti i nodi sorgente
della rete ori ginal e (sc nz'api ce) si:1110 nulli ecce tt o X" e che tutti i nod i
sorge nte dell a rete traspos ta (co11 npicc) siano nulli all'inru ori di' X',,,
All ora di scende dalla (4.74) che
W 11 )(~ = W~ . Y
. 0 (4.75)
Dall 'uguaglian za (4.75) si vede che. se si app li ca un'u guale ccci1 n ione al
nodo a del la rete ori ginaria e al nodo /J della rete trn spo la, allora al nodo
a della rete traspos1·1 si osscrvn la stessa ri spos ta dt:I nodo h della ri:tc
ori ginar ia,
Nel par. 4.6 abbiamo di scusso il probl ema della sensibilità <1i para-
metri ri gua rdo agli spostamenti dci poli e degli zeri. In particolare abbiamo
eonrrontato le reti in fo rm a diretta con le rea li zzaz ioni in casca ta e in
parallelo. Per reti più complesse, non è altrettrinto fac il e ottenere una rela-
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
210
zione generale tra la posizione di poli e zeri e i parametri della rete. Però
possiamo, con l'aiuto del teorema di Tellegen, ottenere un'espressione
generale per la sensitività della funzione di trasferimento di una data rete
a cambiamenti dei parametri della rete. Formule di ques.to tipo sono utili ,
ad esempio, nell'analisi di reti numeriche assistita da calcolatore.
Nell'ambito di' questa discussione è opportuno definire' la funzione
di trasferimento tra due nodi arbitrari a e b della rete. A questo scopo
assumiamo che tutti i noC!i sorgente abbiano valore zero eccetto quello
collegato al nodo a. La variabile di nodo W b(z) è allora espressa come
(4.76)
T.1, è quindi la fun :z.ione di trasferim ento dal nodo a al nodo b. La sensi·
tività di questa fun zione di trnsferimento o variazioni in un coefTiciente di
trasmi ss ione di ramo f.,,., (z) è definita come
òTnh(z)
òF.,,,.(z)
Spezzando In sommatoria doppia in due e sca mbi ando gli indici nello se·
conda somm ntori n cloppin ri sullnnt e, si hn
S N N
'I.' "'(W'V"
.t:.. L k JI·
- W"V.'
I kI) _i_"'.t:.. (W'X" -
-, k k
W"X')
k k
= O (4. 79)
(o)
w'n
~m'
Fmn - Fnm
w'o
y'
w~ X
(b)
w"n
~
"
" m
Fnm nm 6Fnm
X y"
(c)
'10. 4.40 Tre rotl In rolAz lone trn loro . usAl o per rl orlvnre la rel nzlo no di nonnlt lvitò ( ~ . 77 ) :
(a) rete or iql nnrl o; (b) rol o t ra spost fl (sls1ema con epici ): fc) Rl qtomo orlql nalo
co n un errore nel coe lf1ciente di tro smlss lone di ra mo F...., (sistema con duo apici ).
~i ottiene
N N N
' 'W
.t:..
11 1 11
.t:.. I Wk ( F l k - F kl ) ·I- .t:..
1
"° (W'X"
k k - k -- O
W"X')
k (4 .80)
nana ri g. 4.40 osse rvi amo che le rcli con npicc e con doppio np ice sono
l'una la trn sposta clcll 'nltrn ad eccezione dcl ramo (nm ) . Perciò, in b::i~e
Quindi tutti i termini della sommatoria doppia che compare nella (4.80)
sono nulli eccetto Ùno. Inoltre, poiché solo un nodo di ciascuna rete ha
un valore di sorgente non nullo (il nodo a per la rete con doppio apice.
il nodo b per la rete con apice), si può scrivere
w:w:,. 6.F""' + X(W~ - w;) = O (4.81)
<love ubbinmo definit o 6.T .. 1, la vm inzione nell n fun zione di l. rn~fcrim c111 n
tra in gresso e uscila dovu ta a um1 varini onc D.F,,,,, dc l coc llìcicnlc d1
trasmi ss ione f,,,,,, Sost itu end o queste relazioni nell a (4 .8 1) si ri<.:nva
(4 . ~:
o anche
t::,, T,,,, "
-- = T 0 "T,,,b ( 4. ~ 1\
t::i. r ""'
l~m-•o [ -,.-
•
t::,, J- 1~111 [T,,
1
T'11 t1 • Il
( 4.86)
SO MMAR IO
L'oggetto cli questo c::i pitolo è stato la rapprese ntazione dci filtri
numeri ci in termini cli di agrn mmi a blocchi. grafì di nu sso di segnale e
notazione matri ciale. Dopo ave re int rodott o da un punt o di vista p:c neral e
111 rn pprescntnzionc medi ante grn li di flu sso di segnale e qu ell a matri ciale,
nhb i:1mo presentato un certo numero di strutture fo nd ::i ment ali per i filtri
l!R e FJR.
Uno dci fattori importanti nella scc lt ::i di una struttura per la reali z-
1nzionc di un filtro è l'e ffetto dell a prec i ·ione lìnit a dci coeffi cienti . Per
q11cs t;i ra gione ab bin mo svo lto alcun e considerazioni sulla qu anti zzazione
d, i pa rametri in relazione all a scelta dell a strut tura dcl fil tro. Abbi amo
roi introd otto il teo rema di Tcll cgcn per i lìltri numeri ci. /\ partire da
questo teorema sono state sviluppate pnrccc hi c propri età i111 po rt m1ti dell e
11rutturc dci fìltri , compreso ·ii teorema cli trasposizione p r i grnlì di !lusso
di segnale. A conclusione dcl ca pitolo è stat a derivala un a formul a di s n-
' it ivitJ per le reti usando il teorema di Tcll cgc n. Ou cstn formul a cos tit ui sce
uno strumento util e per calcolnrc la scnsiti vit ì1 delle strutture dci filtri e
inoltre conduce a un 'espressione per la scnsitivit[1 a grn ndi va ri azioni dci
pn ramctri.
DIDLIOORAVIA
l'RO ll Ll'. Ml
I. Determinare le funzi oni di tras ferim ento dell e due reti di fìg. P4 .1 e mos trare
che esse hann o gli stessi poli.
x(n) y(n)
2r cos Il Re te 1
_,z
x( n)
I -1
Rete 2
- r sin Il r sin Il
y(n )
z- 1
Flg . P4.1
Flg . P4.l
2. Con riferim ent o nll a rete di fi ~. 1'4.2. de tenn in:ire tulli i poss ibili ord in amenti dci
nodi lnli che le va ri abi li d i nodo possano esse re en lcoln te in seq uenza.
1. Nel pnr. 4.2 è stnto 111Tc r111n to che un u condizione neccssorin e s1.1 fTicicnt c per In
calcol11 hil i1à di un grafo di fl usso è che i nodi possm10 esse re numern ti in modo
tuie che nella matri ce F/ ci siano solt an to zer i sop ra la di ago nale principa le e che
gli clementi della diogonole principale siano nulll. ln questo problèmo si vuole di·
mostrare che l'nffopnnzlone è vero.
Siano c1, gli elementi dello matrice F,..
(o) Si assumu che nella matrice F,.' .ci siano solt11 nto zeri sopru lo di agonule prin·
cipole e che gli elementi dello dingonnlc prlncipnle siano nulli , in modo cht
=
c11 O per i ;;!> k . Mostrare che in qu es to cuso le vur in bili di nodo iv1 (11I ,
111, (n'), • •• posS(Jno esse re calcolate In scqucnzu, cioè, prlmu 1111(11) , poi ui,(11),
etc. Per far ciò è necessario mostrare che il calcolo di 111,(11) non utili zza lr
vnri nbili di nodo w,(11) con I ~ i. li cal colo può. naturalm ent e. utili zza re qunl·
sias i elemento dcl vettore w(n - 1) in quanto questo corri sponde alla prece-
dente iterazione del gruro di nu sso.
La parte (a) mostra che la condi zione trovata è una condi zione suflicit!11fr
per lu cn lcolabililà. Si vuole orn mostrare che esso è un che un u condi zione
necessa ri a.
(b) Si uss'um n che nell o mntri cc F.! ci sin almeno un elemento non null o soprJ
o sull a diugonulc prin cipnlc. Mos tru re che in questo rnso le vari abili di n od ~
11 0 11 flOssono esse re cnl colntc in sequenza.
Lu pari e (b) mos tra che la condi zione enuncia ta è una comli zione ne
cessm·in poiché. se i nodi non possono esse re numera ti in rn oùo tal e che F
sia null a soprn e sull a diagonale principale. all oru non e\: alc un ordi 11n
rn cnlo in co rri sponde nza dcl quale le va ri ab ili di nodo possano esse re col
colate.
4. Nel dcrivurc In rn pprcsc nl nzione m11 1ricinle delle cq. (4.2<)) duli e (4.2 1) si è u ss 111111•
che In mat ri ce 11 - F.' I sin non singol:1re. Usando i ri sull nti dcl precedent e probi
3. mos trare che per un gru[o di fl usso calcolab ile qu esta assunzione è se mpre
va li da .
5. Nelle eq . (4 .29) la rn pprescnl nz ionc rmrtri cinle dcl ~rn [o di Ousso è in un a [orinn
in cui w (11 ) è espresso esp li ci1 11 1ncn1 c in ter mini solt nn lo d.: I vn lori pnss11ti dl'lk
vnrinbili · dcl v11 lorc nltu nlc del l'in gresso . In questo pr hk1n11 si vuole niodilirn rr
ta le rnp prcsen lnzionc in modo tuie da ottenerne unn in cui il vt'l lorc di nodo w(11,l
111 tempo 111 può essere cnlcoluto dn l vett ore di nodo w (11,,) nl tempo 11,. e da l vc ttort
di ingresso s(11) per 11,. ~ 11 ~ 11 1.
(n) Modifi cnre l'eq. (1 .2%) per es pri mere w(n) in termini di w (11 - 2) e d c~h
in gressi x (11 - I) e x (11) .
(b) Sia 11 1 = n.. + M dov.c M è costant e. Genera li zzando In proce du ra ed il risul
lato dell n purl c (a), delcrmin are un n rnppresent nzio nc 111 11 lri cialc basMa ! tr ii•
cq . (4.2911) 111 11 nell a qua le w (111) è espresso in [unzione di w(11 0 ) e degli in
grcssi x( 11 1 - /Il), x( 11 , - M + I). . ... x( 11 1).
Fig. P4.6-1
6. In fi gurn P1. b-1 è in di cn ln un u rete di., clubor·az ione num erica /\ con du e in grc~!i.
x ,(11) e x ,(11 ) , e du e uscile y 1(11 ) e y,(11) '. Ln rete /\ può essere descritt a con le dur
equn zioni nllc port e
Y1 (z) = H 1 (.z)X1 (z) + H 2 (z)X2 (z)
Y2 (z) = H 3 (z)X1(z) + H 4 (z)X2 (z)
dove
I
H1(z) = I ,_ !z- 1
Hh) - 1
I + 2z- 1
+ !z- 1
I
H,(z) = I + 1z- 1
(n) Disegnare il grn fo ùi nu sso che rc ;tli zza la rele . Il cocflicienle di lrnsmi ss ionc
di ogni rnmo deve esse re unn cos lnnl c oppure una cos lanl e per z - '. f'unzioni
di z- ' di c rdin e più cl ev nlo non posso no esse re usale come cocfTicie nli cli
trasmi ss ione dci mmi.
~
~
A
I"'~'·
Y2(n)
B
Flg. P4.6-l
(b) Scrivere il sistema di cq u111.ioni eo rri spo 11dc111i nlln rclc lrov11 111 nella pnrt c (a)
11'! lu for111 n dell e cq unzio n I (4 .2 I) .
(e) nc1 crn1in11rc ll ll ord i11 11111t• 111n dci nodi nel ~r:1 fo di nu sso in corrisro n·
dcm:.n ti c! qu nlc il p.rn fo di l111 sso non è c:t! co l11 hilc e dc1 cnninnrc un ord in11·
menlo dc i nodi r cr il qual e il grnfo di nu sso è cn lcolnhi lc.
(d) SI des idera orn con nc11 cre u1w relc I/ nll a rclt.: 11 m in e è indi cu lo in fi g.
1'4.6-2 . La rclc Il non ha nodi sOl"p.cnl c int erni cd è c;1rn 11 c ri 7.7al;t d:ill u fun ·
zionc di lrasfcrirncnlo X,(z) == \l,( =)11 ,. (z). Si osserv i che n m usa di.: 11 11 noia·
1.ione usala per la relc 11. y,(11) indi ca l 'i11wesso a ll a rele n e x,{t r) è !"uscita.
F.snmi nn ndo il grafo di nu sso dell a pnrl c (n) o le equazio ni del la parie (b).
dc1er111 in11re 111111 co ndi zione ncccssn rin e sulli cicn lc st1 11 ,,(z ) in rn odo lal c che
il sistema co111p bs ivo di fi R. 1'4 .6-2 sia calco lah il c. Se si inconlrn no dilli co l1 ù.
provnrc prima le due poss ihil il Ì\ 11 ,, (z ) =I e // ,,( z) = z '.
7. Si co nsider i il sislcmn lin cu rc cn usa lc a tempo di sc reto dc sc rill o dall'cqunzione
nll c dilfcrcn zc
y (11) - h<11 · I) I· AJ'(11 - 2) - x (11) I Ax(11 - I)
Discgnnre un grnro di nu sso di seg nale che renli 7.7.i qu es to sislcmn in ognuna
del le seguenti forme:
(n) f'orrna direll a I
(b) r'ormn diretla 11
(e) Cnscn ln
(d) Parnlleln
l'cr le forme in cascntu cd in purn ll clo usnrc rn llanl o blocch i dcl primo ordine.
A. l'cr rn olte nppli cnz ioni è util e nvrrc unu relc nu111e ri c11 che itc neri 11110 sequ enza
sin uso icl nle. Uno dc i modi poss ib il i per far ciò è uli linarr una rclc la cui ri spos ln
nll"impulso èe1wo"11(11).Lc parli rea le cd imma!(in a ri a di qu esta ri spos ta sono all ora,
rispcltivnmcnte. (cos l.ùo/1)11(11) e (sin w.,11)u(11) .
Nel realizzare un sistema con ri sposta all 'impulso complesso, lo porte rculc r
In parte lmmn~lnoria sono trnttote come uscite separate. Scrivendo primo l'equn·
zione alle differenze complessa che produce lo risposto desidera ta, cd eguagliando
le parti reali e le porti immagi no rie dei due membri, di segna re una rete numerici
che realizzo questo sistemu . Tale rete può avere soltanto coe!Ticicnti reali. Quest8
rea lizzazione è spesso indi ca ta come oscillatore in forma accoppiata.
9. li sistema con ~unzione di trosferim ento H( z) = (z- 1 - a)/( 1 - az- 1) è un sistema
passa-tutto, cioè la sua risposta in frequenza ha modulo unitario.
(a) Disegnare una rete che realizt n questo sistemo nell o form a diretta 11.
(b) Nel realizzare la rete dello purte (R) . i coe!Ticicnti devono. naturnlment e. essere
soggetti u quanti zzazione. Con i coefTìclcnti quontizznti In rete dell o porle (nl
corri spo nde uncorn od una rete pnssn-tutto?
L'equazione alle differenze che lega l'uscit a all 'ingresso dcl sistema pa s~ a·
tutto può essere es pressa come
o equiva lcnlcmcnlc
y(n) = a[y(n - I) - x(11)] + x(n - I) (P4.9-1)
(e) Disegnare una rcali zznz ionc di rete dcll 'eq . (P4.q· f) che richirdn due mmi con
rilnrd o 11111 solo un rmno con ·ocllì cicnl e di trn snil ss ionc diver so d11 I I ''
cl 11 I.
(ti) Co n i cod lìr icn li qunnti:t.zuli. In rete dclln pnrtc (c) corrisponde nn cora nd
un~ rete passa-tu tt o?
Il principnl c svnn t11gp. io dcl ln renli1.Znzione della pn rt c (e) ri spetto n cp1ell n
dcl ln p11r1 c (n) è che cssn ril: hlcdc cluc rl 111nli . In qu11l chc 11pplkn7.lu11c . rn·
11111nq11l', ~ 11cccss111'10 rcnll r.zure u1111 1:11sc11 t11 di blocchi pnssa-tutto. Per N
blocc hi p11ss11-t11tto in cnscntn è possibile utilizznrc una rea li zznzionc di cinscun
blocco nell a forma dctcrminuta nell a parte (c) ma usnndo solt an lo (N + Il
rnmi co n ritardo. Questo si otti ene, essenzialm ent e, met tend o in comu ne un
ritnr<lo rrn più blocchi .
(e) Si consideri il sistcmn p11ssa-tutt o con fun zion e di trn sfcri menlo
z- 1 - a z- 1. _ b
H(z) = I - az-1 I - bz-1 (P4.9 - 2)
Disc p.nnrc una rete che ren li zr.n questo sistemo conn ett end o in cuscatn due
reti dell a form a ot tcnutn nell a parte (e) in modo !Rie che siano ri chies ti solo
tre mmi con ritardo.
(f) Con i cocllicienli quu nti zw ti , la rete della parte (e) corrisponde ancora nd
una re te passa-tutto?
10. t stat n propos ln (S.K. Mitra e R.J. Shcrwood , « Cn noni c Rcn lizuti on of Dip.itul
Fi ltcrs Usin p. thc Conti nu ed Frnction Expn nsion » , / Ef:E Trans. J\11clio l:/ectro·
aco11st .. Voi. AU -20. 1972 , pp. 185- 194) un n classe di str1111111·c di filtri num erici
bnsnt c sulle cspn nsioni di fro :r.ioni continue. Esistono molt e forme per tnli strul·
ture. e in q11cs to prohkmo ne illustreremo unn pnrti colnre.
Si com idcri un a fun zione di trnsfcrim ento H( z) dell a form a
H(z) = A 0 + G0(z)
dove Ao = b, e G,(z) assume in generale la forma
G(z) = c 1z
, ·- 1 ··I I
... ·-· cM
O N N- t
Z - a1 z - .. . - <T,v
Si Plll) ripclcre la di visione c.kl dcnomi11 :1l orc per il m1111 cni1 orc 011 c11cnd o
Così, :iss urn cnd o che le fun zioni ra zionali (Gk(z )}, k ~ O, I, . . . , N, ot te nut e
co n qu cs lo proccd irn c1110 ab biano ii 11urncrnt orc di grad o N ·- k - I cd il dcno-
mi nrr lore di grnd o N - k. all or:i //( z) pu ò esse re es prcssn co me
H(z) ·- A 0 I
(P4.10- 1)
+-- --
As ·I- Bsz
Per ri cnv:rrc una rcle b;isa la sullu (P4 .10 - 1) . h;i sla rc:lii zrn rc so llanlo In fun -
1io11c cli tra sferim ent o
(P4 . 10-2)
Mul!ipli ca ndo numcrutmc e dcnomin a lore dell a (P4 . t0-2) per (1 / /J ,,,)z ' si
olti enc
-1
Gk +1 (z)
Flg. P-4.10
(n) Poiché ogni G.(z) può essere renli zznl n do unn rete simile. ciò sugge ri sce unn
slrullurn compleln per //( : ) espressa nclln formn (P4 . 10-1). Ass um cmlo d 1c
N siu <lispn ri. diseg nare la rclc per Inie slrullu ra. Ogn i rn mo in qu estn rctr
deve a vere un coe llì cicntc di lrn smi ss ione che è un a costunle o un n costante
molt ip lica ta pe r z '.
(b) Per il sistema dcl secondo ordine co n fun zione di trasferim ent o
I
H( z ) = ------..,.-....,,.--~
I - 2r cos Oz - 1 +
r 2z- 2
A, Az
Fl1. P4.1t
Assumi omo che si voglio simulnre questo sistema in termini della pe rl ato
rapprese nl anle il flu sso d'a ria . L'in gresso è accoppiato al tratto vocale ullraverso
un a piccol a aperturo, cos tituita dulie corde vocali . Ass umeremo che l'ingres-
so sin rnpprcsentlllo dalla varia zione di portata dcl flus so d'orin nl bordo sinistro.
mu che lo condi zione al conrorno per le onde vinp:giunli nel medesimo bordo sin
di porlnln ncllu nulla . Ciò è onalogo nd unu linea elettrica di lrosmi ss ionc pilotnta
du un generatore cli co rrenlc. Come usc ito dcl sistema prendiamo la portata in
corri spond cnzn ci el bordo destro. Assumiamo infine che ogni se1.ionc sin senza
perd ite.
Ad o!{ni inl crfucc in trn le diverse sezioni viene lrusmcssu nlln sc:r.ionc suc-
cessivo un 'o n<l n vinggiunte diretto con un cerio cocllicicnte e questu stessa vi ene
(o)
.~~
;~~ y(n)
4
(b)
x(n)
o b e
y(n)
(e)
x(n)
r cos 1J z- 1
- rsin(J rsinlJ
y(n)
(d)
Fig. P4.12
' I
Si consideri che la lunghezza di ogni sezione sia 3.4 cm con la velocità del suono
nell'aria di 34.000 cm/s. Disegnare una rete numerica che realizza il iubo 1
quattro sezioni di fig. P4.l I, con l'uscita campionala alla frequenza di 20 kH z.
Nonostante la lunga introduzione, questo è un problema che può essere ri solto
in mani era rngionevolmente semplice. Se si incontrnno dell e difficoltà nel rnpio-
nnre in termini di tubi acustici, si consiglia di ragionare in termini di sezioni d1
liriee di tra smissione co n impedenze cara tteri sti che differenti. Proprio come n'I
caso delle lince di tra smi ss ion e. risulta diffi cile esprimere la ri sposta all'impul•o
In forma chiuso. Disegnare direttam en te lu rete in hnse u considernzi on i fi sichr ,
In termini di impulsi vii1p,l(innti In senso diretto e inverso in OR ni sezione .
12. In fi g. P4.12(n)-(d) sono mos trute alcune reti. Determinnre In tru spos to di 01tnu111
di e s~e e verifi ca re che in ciascu n coso la rete ori gi nnl c e la tra sposta hanno 11
stessa fun zione di trasferimento.
13. In fi g. P4.13-1(a)-(f) sono mostrate sei reti numeriche. Determin are qual e dclk
ultime cinque [cioè da (b) fino a (f)] ha la stessa funzi one di tra sferim ento di (al
Alcune poss ibilità possono esse re eliminate per ispezione.
14. Nel pnr, 4.5.4 è statn derivnt!I la strullurn bnsnln sul cn mpionnmenl o in frc·
qu cnzn per filirl FIR, rl covntn du un 'cspnn sion c tl cll n fun zione di trn sfcrlrn crM
H( z) in termini dell a Dr:T dcllu ri spostn ull'impul so o cquivnlcnl cment c In tl'r
mini di N ca mpioni equispazinti sul circolo unit ari o. L'es pHnsione usata è qucll•
data nell a (4.43), cioè
(P4.14-la)
dove
(P4.14-lbl
Per deriv are nitre strutture FIR basale su formul e di int erpola zione polinomink.
le (P.4 .14-la) e (P4.l4-Jb) sono state generalizzate (nel par. 4.5.5) nelle (4.5 J),
(4 .54) e (4 .55):
(P4.14-2n)
dove
P(z) (P4.14-2b)
e N- l
P~. (z) = IT (I - z;z- 1) (P4.14-2c)
•- O
1,,,,,,
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
223
x(n) y(n)
(o)
x( n) y(n)
z- ,
•
(b)
x( n)
cos % z-,
sin~
y(n)
z _,
(cl
~
2 -
x(n) y(n)
z- 1
, 1
-4
4
z-1
(d)
Fig. P4.1l
2
x(n) y(nl
!
z-,
, 1
4 ~
'
z-1
- ~
-i
(e)
2
; (n)
-
y{nl
z- 1
1 ,
4 4
z-1
3
-9
(f)
In ques to probl ema si vu ole verifì cnre unn se ri e di nlTerrnn zioni ch e so no srn1 r
fall e nei p11 r. 4.5.4 e 4.5 .5 circa le (P4 .14-I) e (1'4.14-2) .
(a) Mos tra re che le {P4. 14-1) so no un coso · spec iule dell e ( P4 . I 4-2). cioè rn os tr:irr
che se z, = W ji,k , nll orn le (P4 .14-2 ) si riducon o ull c (P4 .14-I). Come cnn <r
p.ucnzn . hns ln concc nlrnrsi so lo sul cnso pili )!cnern lc r:rpprcsenl :r lo dnl k
{P4. 14-2).
{b) Mos trare che /f(z ) carn e è espressa dnll e (f>4 .14-2) è un polin omio in z ' tli
gr:r do (N - I). Per far ciò è necessari o mos lrnrc dic non ci so no poli ccccll•'
che per z = O e ch e non ci sono potenze di z ' di ordine pili clcvn1 0 di
(N - 1) .
(e ) Si dcsiu crn inlinc vcr ifie111·c che 1-/( z) co rnc è c~ prc ss n dall e (1'4 .1 4-2 ) fo rn i<t(
i va lori co rrc lli nei punii di cnrnpi onmn enl o nel pi:rn o z. cioè si dc,id<' 1 '
verili ca re che per z = z1 il secondo mclllbro dell a ( 1'4. I4-2n) si ridu ce J
//( z.) .
Mos lrn rc. usando la regola di L'l-lopi1 nl. che
15. Co nsid cri nn1 u 1111 lillro con ri spos ln nll' impu lso finito e per il q11n lc In ri s r o' 1 ~
in frcq ucmn ho In prnpri c1ò che
dove Ilo non è necessariament e un intero. Sin N la lunghezza della ri sposta al·
l'impulso. Ricordiamo che qucstn è completumcnte speciricn tn dn N cumpioni
di H(e'") presi a w = 2rtk/N, k = O, l, ... , N - 1.
(a) Rappresentare IH(e'")I per il cnso N =
15 , Ilo= O, e
k ~ o
k = 1, 14
altrove
(b) Scrivere un 'espressione generale per '1(n) in termini degli H , (non si assuma
no= O).
(e) Rnppresentore /i(11) per i cosi (1) Ilo = (N - 1)/2 = 7, e (2) n0 = N/ 2 = 15/2,
dove gli 111.1so no come nello porte (n).
(d) Disegnare il grnfo di !lusso che reali zza qu es to sistemo quand o N = 15.
11, = 15/2, e p: li IHil sono corn e in (a) . Questo rea liz7 n1.ione deve essere nell o
forrnn d i un filtro ri corsivo , cioè h11sntu sul c11111 pi on11111c11 tu in frcq11cn1 11.
I~ Un slstcmn Frn cn usnlc cd n fnse linc111·c lrn In propricti1 d1 e '1 (11 ) -::: h(N - I - 11)
per 11 = O, I , . ... N - 1. Ques ta .co ndi zione di simmclri n è stata usala ne l p:1r .
4.5.3 per mostra re che i sistemi che l;1 soddi sfnno hann o fase lineare co rri spon·
dente ad un ri tardo di (N - I )/ 2 campi oni. Questa co ndiz ione dà origi ne ad una
notevo le semp lificazione della realizzazione basatn sul ca mpionam ent o in freq uenza
C<pressa dall e (4.4 9) e (4 .50).
In) Vs11 11do In precede nt e co ndi1.1onc di fu se lin cnre, mos lrnrc che per N pnri è
IÌ (N / 2) = O.
tb) D terminare un n espress ione per O(k) per k = O, I ..... N - 1 che sin vn li dn
per N par i. Può essere ul ilc far riferiment o ai ri sul1ati dcl pnr. 4.'i .'l .
(e) Usnndo i ri sulln li dell e pnrli (11) e (b). moslr111·e che per /1(11) co n fa se lin eare
e N p11ri, le (4.49) e (4 .'.iU) si sc111plilir:1no nel 111 udu sL·y,11c n1 c
I -
ll( z ) = - -
z-N [<N1 2 ~- 1 ( - 1 )'1 1-f(k)I 2 cos (nk/N,)(1 -
2: Z- 1) 17(0)
+- -
J
N k~ i I - 2z 1
cos (2nk/N) I· z- 2
I - z- 1
k = O, I, ... , N - I
(n) f'.< primcre In ri sposla ull 'impul so '1 (11) in termini dci camp ioni in freque nza
dcl ti po 2.
I + z- N N- 1 R(k)
H(z) = - -
, N-
1e- o 1 - ! eHrrfN>W - kz-1
N ,
dove W,V" = elllrr/N)le,
(c) Se si esprimono campioni In frequenza del tipo 2 in formo polare come
H( z) = 1 + z-N{ 1
N
"'I-
k- o
1
21fl(k)l[cos (O(k)) - 1
l <J . Nel pur. 4.7.3 è stut n prc cntnln un 'espress ione ll n (4 .ll7)1 che forni ,cc 111 v11ri ~ ·
zionc nell n fun zione cli tra sferim ento di un grn fo lineare di flu sso cli scf(nnl c c~11 ·
snt a da un n grn nde var iazione nel coc!Tìcient e cl i trasmi ssione di un ramo. In
qu es to pr<>hl cmn si des id ero ricnvarc quel ri ~ ~1ltnt o .
Per dcrivure qu esln rcl111.io11c i11 i1.i111110 co n l'es primere D. T,, in se ri e di Tn ylc:>r
come
(P4 . 19-1)
dove 7',, lndi cn In f11111.lc!1C di tru sfcrimcnlo dol nodo a nl nodo b quando il
coeffi ciente di tru smi ss ione del rnmo che uni sce il nodo n con il nodo m è cl nlo
do F.... e D. T,, indi ca la vurin zion e nell a funzione di lrasferimento quund0 il
coefficie nte di tra smi ss ione del rnmo cumbin di D. F.~ -
(11) u~ nr c In (4 .R5)) per moslrnre che iJiTob f i!F~,,. può essere espresso come
i1 9 Tnb .
iJF2 = 2T,.,.T.nTmb
nm
(P4 . I 9-3)
20. U~ore In (4.87) per mostrare elle per un fìl!ro numerirn n on ricors ivo. una grnnde
vu ri nzionc nel coefTi c ien! c di trn smi ss ione di un ramo ge nera un o vari azione pro-
po rz i on~ l e nelw fu.nzio ne di trasfe rim en to globa le, cioè mostrare che 6 T,, è
propomono le !' t J .... ,.
S.0 INTRODUZIÒNE
1 - 81 rrn'TTTTTT77TI'
1\
I \
\
I \
1
Banda Banda di 1 Banda
pAssnnte : transizione 1 oscura
\ I
I ' I
\1
''(/.Liil.iL.Lif.l.J.LimLLi.JJlJ.J.l.J.1.1.ll.ii.U
i '>- ... - -- -, ... --- -
o 1T w
r19. 5.1 Limiti di toll oro nza nell'approssl mazlono di un flllr o Idea le pa ssn-hasso.
•i,1 possibil e appross imare in questo modo il fìltro ideal e passa-ba sso, oc-
corre anche nsscgnnre una banda di tra11sizio11e cli larghezza non nulla
fr..i, - t..i 1,) nell o ciu nle il mììéì ul o cklln ns strr cu li p, rndunlm entc dallo
h~ nJn pnssan te alla banda oscura. Molti dci filtri usati in prati ca so no spe-
ci fi cati proprio da un sim ile schema di toll eranze , senza nessun vin colo
ulla ri spos ta di fa se all 'in fuori di quelli impos ti dai requi siti di causa lità
~ vale a dire che i poli della fun zione di trasforiment~
trovarsi intern amente al cerchio unitario.
Dato un insieme di specifiche nella forma rappresentata in fì g. 5.1,
11 passo successivo è ucllo cli trovare un sistema lineare a tempo di screto
In cui risposta in fre ucnza endo al! 'interno e e to crnnze rcscntte .
A questo punto il problema del progetto dcl fìltro diventa un prob cma
' In questa figura i limili degli errori di appross im az ione loll crahili sono indicali
~on le ori zzo ntnli trn!tegg inl e . .s i noti a n~ h e che è sunicicnl e di scg n_are le spec ifiche
I fìl_tro solo per O ,,;; w ,,;; Tt, 111 qunnlo 11 resto può esse re dcdoll o 111 h11 se all e noie
Pl'(lprictà di simrnetrio.
(5.1)
dove Xa (I) è l'ingresso, Ya (I) l'uscita e Xn(s) e Ya(s) sono le loro ri spetti w
trasform ate di Laplace. Si assuma che H0 (s) sia stata ottenuta per mezzo di
uno dei tipi ci metodi di approssimazione usati nel progetto dei filtri analo-
gici (alcuni esempi sono discussi nel par. 5.2). L'ingresso e l'uscita di un
tale sistema sono lcgnti dall 'integrale di convoluzionc
(5.2l
i(rrlmcnto H.(s) definito dolio (5 .1) può essere descrìllo dflll 'equuzione
dilTcrenziale
(5.3)
(5.4)
•'
in Pi ano J Pia no z
377'
1 --------
- rr
r- ---- ---
- 37T
- T- - - - - -
Fio. 5.2 Rappresentazione dogli elfottl del ca mpion amento period ico.
Ri sulta chi aro, dall a di scussione fatta a suo tempo (v. par. 1.7) sul teorc·
ma del campi onamento, che, se e solo se
H 0 (}Q) = O,
allora
I) I lf ,
l'Io. 5.3 n0ppresent az lono grafi ca deg li effetti di alfaslng nella tecnica di prog etto dell'ln -
vnrlan za all'Impul so
dci progetto, è importante aver ben presente che tal e parametro vi gi oca
un ruolo del tutto secondario.
Per approfondire l'interpretazione di ques ta tecnica di progetto in
termini di relazi one tra i piani s e z, assumiamo che la fun7.ione di tra-
Jfcrirncnto del filtro analogico sia espressa come sommatoria di fralli
~mplici, ovvero
N A
u . (s) = I _ k_ (5 .9)
k- 1 s - sk
.
i •• '•
.. ,
N ' •'
· ·" , '1 11(1) = IAA.e'•'u(t) . l1. ~, ·i~ i, • ; . ·
1··1
dove li(t) è la funzione gradino unitario a tempo continuo. La risposta al·
l'impulso del filtro nÙmerico è pertanto
N
h(n) ;,,,, hinT) = IAal•"Tu(n) · . I
1<- 1
"' ,
1
; ~}'I N
' ;,., L À"(e'•T)"u(n)
k- l
i + i
s + a + jh s + a - jb
Lu corr lspondenr . fu111.lo110 tl l 1t·uNfct'imenlo del n11 ro numeri co ln vtt l'lunl 11ll'l111puho t
~ ~
H (z ) = I _ e- •Te- lbTz - 1 + I _ r •Te ib T z-1
1
Si veda il prob. 5 di questo cupltolo per le modlAche da effettuare qunndo li
abbln a che fare con poli di ordino multiplo.
Piano I (al
h.
T
ir
T
TT 2,,. n
r T
-IO
-t -20
-~
20 log10 IH( elwJI (b)
Piano z
20
- --- - -
IO -
o TT 2 .,,. w
- IO -
-20
- 1
e_ oTCOS bT
'10. S.4 (a) Di ag ramm a di poli e zeri e risposta In frequenz a di un sistema ana logico del
secondo ordine: (b) diagramma di poli e zeri e ri sposta In fr eq uenza del Ais tema a
tempo discreto ott en uto campionando la risposta all 'im pul so del sistema precedente.
. Lu fì g. 5.4 mostra i dia gram mi di poli e ze ri di H.(s) nel piano s e di Tf( z) nel
P•n no z insieme alle corri spondenti ri sposte in frequ enz.a annl ogica e numeri ca. In
qurs 10 cnso In ri sposta in frcq ucnrn dcl sist ema nnnlo~ico cl ccndc piull os to lcntn-
mc nt c ri ~ J'l' llo 111111 frcrp1<·n111 dl cn 111pl o1111nll'nt o r pcr tnnlo fi li cfT •fii di 111/asi11g
rh ult n11 u ovldl•ntl nelIn rl ~ po~ lll In frcque111.11 11111n •rl cn.
H(e
1
'" ) ~~H 0 ( j ~)
~e segue che, per elevate frequ enze di campionamento (T piccolo), il
hltro numerico può avere un gundngno estremamen te alt o. Per questo
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
236
N . TAk
H(z) = ~ 1 'T - 1 (5.11)
t- 1 - e• z
Pertanto la risposta itll'lmpulso diventa h(n) = T h.(nT) [3,4).
Il concetto base della tecnica dell'invarianza all'impulso sopra de·
scritta è quello di scegliere per il filtro numerico una risposta all'impul:;o
simile in qualche modo alla risposta all 'impulso del filtro analogico.
Spesso l'uso di questo procedimento non è motivato tanto dal desiderio di
conservare la forma della risposta all'Impulso, quanto dal fatto di sapere
che, se il filtro analogico è limitato in banda, allora la risposta in frequenza
del filtro numerico tenderà ad approssimare la risposta in frequenza ana·
logica. Tuttavia, in taluni problemi di progetto di fìltri, l'obiettivo princi·
pule può proprio essere quello cli controllarn alcuni uspetti dell11 risposta
tempornle del fillro, eomc In l'lspostn nll'impul so o In risposln nl groclino.
In tali casi un approccio nnturnle sa rebbe quello di progettare il filt ro
numerico proprio con l'invarianza all'impulso oppure con il procedimento
di invarianza al gradino. In quest'ultimo caso si sceglie la risposta dcl
filtro numerico al gradino campionato coincidente con i campioni dello
risposta al gradino dcl filtro analogico. Jn tal modo, se il filtro analogico hn
buone caratteristiche di ri sposta al gradino, come piccolo tempo di salita
e basso picco di oscillazione sopra il valore di regime (« overshoot »).
queste cnratteristiche verrnnno mantenute nel filtro numerico. Ovvio·
mente questo conce tto dell'invarinnza dell a forma d'ondn in uscita lo si
può estendere ol caso di una varietà di ingress i. Un'anali si pit1 dettaglintn
delle possibili estensioni della tecnica dell'invarianza all'impulso è tu! ·
• tavia rinviata ai probi. 3 e 4 di questo stesso capitolo.
Sebbene nel progetto basato sull'invarianza all'impulso si introduca.
a causa dell'aliasing, una di storsione nella risposta in frequenza, la rcln·
zione tra la frequenza annlogica e quella numerica è lineare e di consc-
guenzu, aliasinR a parte, la forma dellu risposta in frequenza si conservn .
Ciò non si verifìco nei procedimenti che prenderemo frn poco in csu111c .
i quali corrispondono all'uso di trasformazioni algebriche. Va notalo in
conclusione che la tecni ca dell'invarianza all'impulso è chiaramente adatta
soltnnto nei cns i di filtri essenzinlmcnt e limitnti in bnndn. Per esempio.
fìllrl dcl tipo pn ~sn -nlto o climlnn-bnndo rlehlctlcrcbbcro ullcrlorl 111111111·
zioni di banda onde evitare severe distorsioni dovule nll'aliasing.
dty
~
(t)I = - k-1
d ( at- l Y.(t)) I _,. v<tl[y(n)] = v<11[Vck-1>[y(n)]] (5.13)
dt 1- nT dt dt t- nT
dove y(n) = y (11T) e x(n) = x.,(nT). Notiamo che l'operazione V'< 1> [ ]
0
~ un operatore lineare invariante all a tra slazione e che V' <k> [ ] può essere
visto come la cascala di (k) opera tori V'(I> [ ] ; In particolare, si ha
3[VC1 1[x(n)J] = [
1
T
z-1] X(z)
e
3[V<kl[x(n)]] = [
I -
T
z-1J kX(z)
Perciò, elTcttunnclo la Lrnsfornrnla z di cntrnmbi i membri ottcninmo
. H(z) =
Id [ z-']k
k- o k
1_
--T-
N [I _z-l]k
L:ck - -
(5.15)
k- n T
Confrontando ia (5.15) con la (5.1 ), osserviamo che la funzione di tra-
sferimento numerica può essere ottenuta direttamente! dalla funzione di
ltnsfcrirnento onnlogicn per mezzo di un c11mbi11mcnlo di vnrinbill
- 1
I -z
s=- -- (5.16)
T
cosl che il 'Procedimento di sostituire le derivate con di!Terenze corrisponde
cffctt ivamenl c ad un rnappaggio del piano s nel piano z, secondo la (5.16).
Abbiamo indicalo in precedenza I'opporluniti'l che l'asse imm aginario nel
Pi ono z
/~
I
/
I
I
I
I
Immagine di s = jn
Flg. 5.5 M appagglo del plano s nel pl ano z corri sponde nt e all 'a pprossi maz ione della derl ·
vata con la differenza prima «a ll 'Indietro•.
I I
1
\·· ! t ,y;,(r)" + 0 y"(I) .''4.', éli.t(r)
·-
l •
11
1
., '·~
, • '
f \ 'l
•
I ' ·;
(5 . 19)
,I_ I' i ,; I '
r
I ,; ' I ' I "1: • • ": ' ,\
. do
H,.(s) = - --
. CiS -j- Co
I
y~(11T) =f,nT
<11- or
y~(T) dT + J;a((11 - l)T) O• · o
Jc~ 1i,..x~t,0'),,. ~.
~ '.
Se l'integrale è approssimato col metodo d e~$O J~zi [51, possiamo scrivere
I· H(z) = Y(z)·,.b l dò (5 .2 1)
,.,; ·>., ' .iX(z)- · 2 J -z:-i · ,
·-:.· ·. e 1 ~- + c0
' I .I .r~ t 1 + z-:- 1 , I'
· n ~na (5.21) .è chiaro che' ffc~) è ~tten~:t~,·.'d ~· H~(s) 'e~~ l~ .sÒsti·t~ilo~é". : ·; '
21 ~ z..:. ~
S 4-= - __....,.__:.
a!
•. -1 .t.-1. "'·.· cs'.22)
T 1 +z.- 1 e
\f'
1 -··
J'di:\ r: i 1
~\'
= 2j tan (ffl/2)
T
= rr -1- jD.
'·'
, i _/ -~ ! t • \
- rr
r. l
Pio. I.I MDppogglo doll'MSO dello lroquon ze onnloglche sullo clrconforenza unitaria U8Ando ·
la troetormazlono blllnoare.
.. ,, ,l · .: ri . ..... 11
Immagine di
s = in
Fl g. 5.7 Mappagglo del piano s nel piano z usa ndo la t ra sformaz ione bilin ea re.
e con isponcle all'estern o del la circonfercnzn unitari n. Perciò vcdi nmo dli'
l'uso dell a trn sforma zionc bilincnre forni sce filtri num eri ci stab ili pnr
tend o <la fìltri analogici stnbili . Inoltre la trasformazione bili nen re ev it a il
problema cl cll'aliasing in contra to co n l'uso cl ell'invnri:m za all'im pul so. pc>i
ché mappa l'int ero asse imm agin ario el ci pi ano s sull a circonferenza un i·
tari a nel pi ano z. Il prezzo pnga to per ques to , luttn via. è l'int rodu zione di
un n distorsione nell 'asse frequenza. Di conseguenza, il proge tt o di li lt 11
numeri ci per mezzo dell a trasform azione bilinea re è util e solam ente qu:rnd 11
qu es ta di storsione può esse re toll era la o compensata. Un a classe parti c<>
];i re di filtri in cui ciò è vero è costituita dai filtri che sono scelti per appro~~ i ·
mare una cara tt eri sti ca idea le costant e a tratt i. Ad esempio, se des id eri nnw
proge tt are 1111 filt ro r nssn-!i11 sso, ce rchi amo un n up pross i111 11zionc nll n c:1ra1 ·
tcri stkn p n ss a - lrn ~su id ·nlc 111os trn t11 in (ig. 5.8.
-1~----.
2,,. w
w = 2 orc l on (~T )
' >! I
· ,~I I " --
"'P T Ion (__
1_ Wp)_
~~ I 2
o .I \ .lì
Flg. !l.10 Funzione modulo quadrato della rispo sta In frequ enza di un filtro analog ico di
Butterworth .
a zero nella band a oscura , anche se, per la pa rticolare form a dell a (5.25),
il mod ulo conlinu a n va lere t/ V2 al lo frcqucn7.a di la).\li o n,. Ln dipen-
denza dell a ca ratteri sti ca dcl filt ro Butterworth dal parametro N è ind ica ta
in fi g. 5. 11.
.n
"10. 5.11 Dipendenza del modu lo della ri sposta di un fillro Bu ll orwort h dall 'oruine N .
Dall a fun zione modulo quad ro (S.25 ) si può osserva re che IJ"(s) ll ,, ( -s )
deve esse re dell a fo rm a
1
Il (s)H (- s) - (5.26)
a " . - l -1- (s/jD.c)2.V
Le rodi ci dcl polinom io a denomin atore (i poli della fun zione mod ulo
quatlro) cadono quindi in
1
s,, = ( - J)2N (jQ 0 )
Pieno 1
Flg. 5.12 Disposizione dAI poli nel plano s per un !litro di Butterworth del terzo ord ine
Plano r
Circonfornnza
unit ario Ci rconferenza di
Buttnrworth
....
'\
\
I
"
t·
,,1. '''·'.' I · 11
, ·1"" .ne T ·~'Il! 1 + .ncT ·
r 'I i 1+..nè T. •il,.,, ... 1- .!le T :·
:i ' ' .f
1 • I , \t ~.,, ·~
1
Flg. 5.14 Disposizione del poli nel pla no z per un filtro di Butterworth de l terzo ordine
trasform ato con la tras form azio ne bilineare .
20 logio IHa(J.37r)I ~ - 15
e
1+ ( 0~~)2N= 1ou (5. 28)
La solu zione di queste due equ azioni forni sce i valori N = 5.8858 e
11, = 0.70474. Il parametro N , però, deve essere intero e di consegucm:n.
per soddisfnre le specifiche, va arrotond ato al primo intero superiore, per
cui N = 6. Ora però non è piLt possibile soddi sfare con il segno di ugun·
gli anza le specifk he sia sulla banda passante che su quella oscura: avendo
arrotond ato N per eccesso, si ha un mi glioramento delle pres tazioni dcl
filtro e il modo in cui tale mi glioramento si di vide tra banda pnss11 11 1e e
bnncl u oseuru di pende dal vul orc di !le.. Sos tituend o N = 6 nell'cqu u1.io11e
(5.27) , si otti ene 11, = 0.7032 . Con questo valore è soddisfatt a esa ttamente
la specifica sulla band a passaante, e in eccesso quella sull a banda oscura
(per il filtro analogico) . Ciò comporta un ridotto effetto di aliasi11g sul
filtro numerico. Con questo valore di ne e con N = 6, ci sono tre coppie
di poli nel semipiano sinistro del piano s, di coordinate:
coppia 1: - 0.1820 ± i 0.6792
coppia 2 : - 0.4972 ± i 0.4972
coppia 3: - 0.6792 ± j ·0.1820
per cu1 s1 può scrivere
H (ç) - 0.12093
a . - (s2 + 0.3640s + 0.4945)(s 2 + 0.9945s + 0.4945)(s 2 + 1.3585s + 0.4945)
I .O
0.4
0.2
K= \
-- --
·-
o i'-
o 0.2" 0 . 4 TI' 0 .6Tr 0 .8TI'
"
0...-- - , - - - ,,....--...----r----ir---...---.--.---,--·
- I 01----1----l--.3..--I---~
m -20f---J---+- - -+-".,,_
~ -30
~ - 4 0 - -l -- -t--
~ - 50 - -
~
t'.l
- 70 ---- - -
- eo'L--....L_ _ i ._ _J __ _ L_ _J___ _J__ _ . i ._ __,.._,__ _ , __ _.
---- -- ~
o 0 .211" 0.4Tr 0.6'!1" ,,.
. w
"9. S.15 Risposta In frequenza del flllro Butterworth del sesto ordine trasfor malo secondo
l'Invarianza all'Impulso.
.
:l
2~ log Ha( j2 tan ( 0 ·~7T)) I ;~ -1
10
. .
e
(5.30)
e perciò si ricava
1 log [(!Ou - 1)/(10°·1 - l)]
N = - --=~---~----
2 log [tan (O. I 57r)/tan (0.1 ?r)]
= 5.30466
Per snddl sfure le Rpecifiche bisogno scegliere N uguale a 6. Se si detcr
=
mlnu n. sostllu cnc.lo N,,; 6 ncll 'cq uozlonc (5JO), si Otli enc !1r 0.76622
Con questo valore di 11r, le spec ifi che sulla bundo passa nt e ~on o soddisfo!!<
in eccesso e quelle sulla banda oscura esa ttamente. Questo è ragionevol!
nel cnso dell a trasform azione bilinea re, in quanto non dobbiamo preoccu
porci dell'afias/ng . lnfotti , grazie nlla pre-di storsione introdott a, possiarni
esse re sicuri che Il filtro numerico t'isultnntc soddi sferll esnllnmcnte Il
spc_cifìca al limite della bando oscuro.
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
251
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x, ,,,x
'X - -X_...
F'lo. 5.18 Disposizione dei poli nel piano s per un filtro di Butterworth del sesto ordine.
0.9044z- 1 + 0.2155 z- 2) (J -
1.2 ,, '
'
I.O .....
0 .6
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0 .6
\
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o 0.211' 0.611" ..
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~
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-20
- 30
- 40
-
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.....
--- - - --·- ---- --
-
."'"
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- 50
"-...
~
c.:> -60 - --
- 70
""- ....
- 60 "".. .,,
o 0 .2 ... 0 .4 ... 0 .6 ... O.Sir
200
150
'O
~
.!!! o
~
"'
u..
- 100
- 150
- 200 .,,
o 0 .211" 0 .4 ... 0 .6 11" o.a...
Flg. 5.17 Ri sposta In frequenla del filtro Butterworth del aesto ordine trasform ato con IR
tras form all cne bi lineare.
con una precisione che eccede tanto più quella richiesta quanto più c1 s1
avvicina alla frequenza zero. Un approccio più efficiente, che dì solito con-
duce a filtri di ordine inferiore, è quello di distribuire la precisione del-
l'approssimazione uniformemente nella banda passante o in quella oscura
o in entrambe. Si può raggiungere questo scopo scegliendo un'approssima-
zione con caratteristica di oscillazione uniforme (« equiripple ») invece che
con caratteristica monotona. La classe dei filtri di Chebyshev ha la proprietà
che il modulo della risposta in frequenza è a oscillazione uniforme nella
bnndo pnssnnte o monotona nella banda oscura oppure monotono nella
banda passante ed a oscillazione uniforme nell a banda oscura. li primo
caso è illustrato in fig. 5.18. La· forma analitica per il quadrato del modulo
della risposta è ·
1 1
IH (.0)1 e- (5 31)
" I + e~V~ ( 0/11 ,) .
dove V N(x ) è il polinomio di Chcbyshev di ordine N definit o come
VN(x ) = cos (N cos-1 x ) (5.32)
Ad esempio, ri sulta , per N = O, V N(x ) = l; per N = l , V N(x ) = cos
(cos- 1x) = x; per N = 2, V N(x) = cos (2cos- 1x) = 2x 2 - I, etc.
Dall a defini zione dei polinomi di Chebyshcv (5 .32) è immedi ato ri ca-
vare una formul a ricorsiva per ottcn.cre V N+ i(x) da V N(x) e V N- i(x), appli-
cnndo dell e identità tri gonometri che alla (5.32): il ri sultato è
VN+i(x) = 2xVN(x ) - VN- i,(x ) (5.33)
Dalla defini zione (5.32) noti amo che V~(x) varia tra ze ro e uno per
x trn ze ro e uno. Pe r x maggiore di uno, cos- 1x è immagin ari o, per cui
Vv(x) si comporta come un coseno iperboli co e di conseguenza è monotono
crescente. Torn ando all ora all 'esp ress ione (5.3 1), 1Hn(D)l2 oscill a tra I e
I/( I + E2) per o ~ n/nc ~ I e decresce monotoni ca mcnte per n/n,. > I .
flcr spec ifi cn rc il filt ro sono necessari tre pa rametri: E, !"I.e cd N . In un n
tipica situ azione di proge tto, E è <k termin ato dall'oscill azione (" ripple")
am messa nell a band a passa nte e Dr dall a freq uenza di taglio desid era ta.
L'ordine N vi ene poi scelt o in modo da sodd isfare le specifi che rel ative
nlln bnnda oscura.
I poli dcl filtro di Chcby hev sono di sposti su un'elli sse nel pi ano s
[2, 7, 8] . Con riferim ento ull a fì g. 5. 19, l 'c lli s~c è de finita da due circo n-
fcrc n7.c corri sponde nti ali 'ussc m11gr,iorc e ull 'ussc minore dcli 'elli sse mcdc-
~ime. Il rnggio dell 'assc minore è a!1c, dove
(5.34)
con
oc = e- 1 ·I- .J1+ c 2 (5.35)
Il raggio dell'asse maggiore è b!1c, dove
b = !(ocl/ N + oc- 1/N) (5.36)
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
254
Flg. 5.19 Posizione del poli per un filtro di Chebyshev del terzo ordine.
Per coll ocare i po li del filtro di Chebyshev sull 'ellissc , dapprima idcn1 i·
fichiamo su lle circonferenze maggiore e min ore i punii con spaziatura
angolare uniforme pari a 7t/ N, in modo che i punti siano in posizioni
simmetrich e ri spetto nll 'nsse immngin orio, che nessun punl o cnda ~ 11ll 'n ~<r
immagina t"Ìo e che un punto cada sull'a sse rea le per N di spnri mn nPn
per N pari. Ques ta suddivision e de'lle circonferenze maggiore e minore cor·
risponde csa llamente al modo in cui si divide la circonferenza per in ùil'i·
du are i poli di un filtro di 13uttcrworth . I poli di un fi ltro di Chcbyshr 1
si trovano su ll'ellisse , con ordi nate uguali a qu elle dei punii ide111ificn1 1
sull a circonferenza maggiore e ascisse uguali a quelle dei punti i dentifì c~t i
sulla circonferenza minore. In fi g. 5. 19 sono mostrati i poli per N == 3
Come esempio di progc llo di un filtro di Chebysh ev, consid erin mo le
stesse specifi che usa te per il filtro di lìuttcrworth e co nfronti amo di nuol'<'
il progetto basalo su ll'in varianza all'impul so con il progetto · che usa b
trasformazione bilineare.
Progetto con l'invarian za all'impulso. Sti amo cerca ndo un fi ltro di
Chebyshev analogico la cui ri sposta in frequenza ha mod ulo quadro che
sodd isfa le specifiche
20 log 10 \H,.(j.27r) \ ~ - I
e
20 log 10 \Ha(j.37T)\ ~ - 15
1 0~~
00 ' - - - - - -
0 11 .
02
OL..._
o
_L_
0 .21'
"''--
__j__ _.L..::::=::::b~--l--_L-_.,L_ _J___J__~
06it 0 .81' lT
- IO L--~----if-"-4----lf---4---f----l----lf---1 ----1
al -20
2
o
~ - 40
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J
l.J -60'--- - ' - - - ' - - - - ' - - - ' - - - - . J - - - - ' - - - - <
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-00 .___ _ L_ _.___ _J.__ _. _ __ _J__ _L __ _ . __ _L--_....__~
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