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UN NEMICO INVISIBILE
NELLE NOSTRE CASE
Cos’è e come proteggersi
Niton srl - Via Prima Strada 23H - 20020 Lainate (MI) - Italy
Tel. + 39 0222197130 - email: info@niton.it - www.niton.it
Copyright © Rev.00-2018 - Niton Srl - Ing. Gianluca Troiano - tutti i diritti riservati
INDICE
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PERCHÈ QUESTO E-BOOK
Sai cos’è il Radon e quali effetti può avere sulla tua salute?
I problemi che la presenza di Radon negli ambienti chiusi può comportare per
la salute sono noti da parecchi anni, eppure l’opinione pubblica è stata poco
sensibilizzata e la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa sia.
Eppure:
Questo manuale è stato pensato per i “non addetti ai lavori”, che conoscono poco il
Radon e desiderano ricevere alcune fondamentali e pratiche informazioni sui rischi che
la sua presenza può comportare.
Ma è stato pensato anche per i professionisti, i quali possono disporre di uno strumento
per spiegare in modo semplice ai propri Clienti la problematica del Radon.
Questo manuale, per la politica di rispetto dell’ambiente che Niton ha deciso di
adottare, è stato studiato per una diffusione in formato elettronico, ed è disponibile
gratuitamente per il download a questo link:
www.niton.it/ebooksgratuiti
Copyright © Rev.00-2018 - Niton Srl - Ing. Gianluca Troiano - tutti i diritti riservati - Pag. 1
COSA È IL RADON
IIl Radon (Rn-222) è un gas nobile RADIOATTIVO generato dal decadimento del Radio
(Ra-226), a sua volta prodotto dal decadimento dell’Uranio (U-238).
Il chimico tedesco Friedrich E. Dorn scoprì il Radon-222 nel 1900 e lo chiamò
“emanazione del radio”.
Ogni atomo è costituito da un NUCLEO e da una “nube” di elettroni che ruotano attorno
ad esso. Il nucleo contiene due tipi di particelle elementari: i PROTONI ed i NEUTRONI,
tenuti insieme da una forza chiamata “nucleare”.
Radiazione Alfa: da nucleo viene emesso un nucleo più piccolo costituito da due
protoni e due neutroni, come avviene nel caso del Radon.
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Come nel caso della “catena di decadimento radioattivo” di cui fa parte il Radon, le
trasformazioni successive che portano un nucleo a diventare un elemento stabile
possono essere molte.
Il Radon è inodore ed incolore: per questo la sua presenza non può essere percepita
dai nostri sensi (olfatto o vista) ma deve essere misurata con appositi dispositivi, come
meglio descritto nei paragrafi successivi.
La sua origine è di tipo NATURALE: nel suolo e nelle rocce è presente l’Uranio-238 che,
attraverso successivi decadimenti radioattivi, genera il Radon il quale, trovandosi in
forma gassosa, permea il suolo fino ad essere disperso nell’ambiente.
Poiché l’Uranio-238 impiega ben 4,5 miliardi di anni per decadere, l’emissione del
Radon dal terreno è praticamente continua e costante.
Il Radon si disperde nell’aria che respiriamo e siccome è un gas nobile non viene
assorbito direttamente dai polmoni ma, nel processo di decadimento, rilascia in essi
una serie di isotopi radioattivi in forma solida, in particolare Polonio e Bismuto.
Tali isotopi inoltre, una volta prodotti dal Radon, si “attaccano” al pulviscolo presente
nell’aria, vengono inalati e si fissano nei polmoni dove emettono radiazioni Alfa,
particolarmente dannose per i tessuti polmonari. Pertanto, maggiore è la concentrazione
di Radon in aria e più prolungato è il tempo di permanenza in quell’ambiente, maggiore
è l’accumulo dei prodotti di decadimento del Radon nei polmoni e di conseguenza più
elevati sono i rischi per la salute.
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RISCHI PER LA SALUTE
Tuttavia, se gli emettitori Alfa sono stati inalati (come nel caso del Radon), ingeriti
o assorbiti nel flusso sanguigno, i tessuti viventi degli organi interni possono essere
esposti a radiazione diretta.
Ricerche recenti hanno inoltre messo in luce l’esistenza di una correlazione tra la
presenza di Radon negli ambienti chiusi ed il rischio di insorgenza di tumori ematologici,
come la leucemia.
Negli ultimi 20 anni sono stati condotti numerosi studi, in particolare negli Stati Uniti, in
Europa ed in Cina, per determinare il fattore di rischio associato all’esposizione a basse
concentrazioni di Radon.
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I risultati dei 13 studi epidemiologici condotti in Paesi europei (incluso quello effettuato
in Italia), hanno dimostrato:
C’è da sottolineare che, sulla base degli studi condotti, è stato stimato che in Italia si
registrano oltre 3.200 decessi ogni anno per tumore polmonare attribuibili al Radon.
0 Bq/m3 100 4
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DOVE SI TROVA
Ci sono diverse fonti che portano all’accumulo del Radon negli ambienti chiusi e le
principali sono:
ͳͳ il suolo, che come abbiamo visto può contenere Uranio-238, che genera Radon;
ͳͳ i materiali da costruzione con cui sono realizzati gli edifici, che possono
contenere concentrazioni variabili di U-238;
ͳͳ l’acqua domestica, nella quale il Radon può trovarsi disciolto e fuoriuscire
durante il suo impiego.
Qualora il suolo sia stato individuato come causa principale dell’ingresso del Radon in
un edificio è importante eseguire le misure partendo dalle aree occupate nei livelli più
bassi (piani interrati, seminterrati, piani terra, ecc) in quanto è ragionevole ipotizzare,
almeno per le piccole edificazioni, che man mano che si sale di livello, la concentrazione
di Radon tenderà a diminuire.
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Un altro fattore importante di cui tener conto è la forte variabilità spaziale del Radon.
Quindi, se in un edificio è stata misurata una bassa concentrazione di Radon è possibile
che nell’edificio adiacente la concentrazione di Radon possa essere molto differente.
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COME SI MISURA IL RADON
RIVELATORI PASSIVI
5 VANTAGGI 5 SVANTAGGI
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RIVELATORI ATTIVI
5 VANTAGGI 5 SVANTAGGI
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COSA DICONO LE NORMATIVE
Attualmente a livello nazionale è previsto solo l’obbligo di monitoraggio del Radon nei
cosiddetti “AMBIENTI DI LAVORO SOTTERRANEI”.
La Direttiva Euratom (Europea), pubblicata nel 2014 e che doveva essere recepita
entro il 6 Febbraio 2018 dagli stati membri, inclusa l’Italia, ha sancito sia l’importanza
di estendere il monitoraggio del Radon anche nei luoghi di lavoro al piano terra, sia di
effettuare il monitoraggio nelle abitazioni.
In attesa del recepimento della Direttiva Euratom, alcune Regioni Italiane (davanti a
tutte Lombardia e Puglia) hanno emanato decreti e linee guida in linea con essa.
Va però tenuto conto che, come evidenziato nei paragrafi precedenti, tale limite di
concentrazione non rappresenta una soglia di sicurezza per la salute, in quanto
anche livelli di concentrazione di Radon compresi tra 100 e 300 Bq/m3 comportano
un’incidenza importante sul rischio di insorgenza dei tumori polmonari.
A sostegno di ciò va sottolineato che negli Stati Uniti il limite di esposizione è stato
fissato (già da alcuni decenni!) a 150 Bq/m3 ed è stato definito un obiettivo di qualità
di 75 Bq/m3.
Non è quindi da escludere (e sarebbe anzi auspicabile) che lo stato Italiano possa
decidere, nel recepimento della Direttiva Euratom, di fissare un limite di concentrazione
più basso rispetto a quello indicato nella direttiva stessa.
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COME ELIMINARLO
Le principali tecniche di mitigazione del Radon agiscono in uno o più dei seguenti modi:
L’approfondimento sulle tecniche di mitigazione sarà l’oggetto del prossimo e-book che
stiamo preparando.
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Se la concentrazione di Radon non risulta elevata (e comunque è inferiore ai livelli
limite definiti dalla normativa), è possibile migliorare la qualità dell’aria all’interno di
un edificio con pochi semplici accorgimenti.
Tali precauzioni non sono vere e proprie tecniche di mitigazione del Radon, ma
servono a migliorare le condizioni dell’aria nell’ambiente in cui si vive.
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F.A.Q.
No.
L’unico modo per individuare la presenza di Radon è misurarlo con strumenti accurati
o sistemi di misura affidabili.
No.
Per conoscere la concentrazione di Radon presente, e quindi il livello di rischio della
tua abitazione l’unico modo è eseguire delle misure.
Dipende.
La concentrazione di Radon può variare nel tempo anche da un anno all’altro. Nel
caso in cui la concentrazione media di Radon misurata sia molto bassa, può essere
consigliabile ripetere una misurazione, anche di breve durata ogni due o tre anni (il
recepimento della direttiva Europea dovrebbe chiarire anche questi aspetti); nel caso
in cui i valori misurati siano vicini ai limiti di legge, e si decide di non porre in atto delle
azioni di mitigazione, è raccomandato eseguire monitoraggi più frequenti o installare
un dispositivo elettronico per il monitoraggio in continuo del Radon.
La direttiva europea non fornisce requisiti in tal senso. Tali indicazioni potrebbero
essere fornite dalla nuova normativa italiana, prossima alla pubblicazione. Negli Stati
Uniti si raccomanda di ripetere comunque il monitoraggio ogni due anni.
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Che cosa devo fare se in casa la concentrazione di Radon è elevata?
Come posso ridurlo?
Per ridurre la concentrazione di Radon è necessario porre in atto quelle che sono
chiamate “azioni di mitigazione”. E’ necessario l’intervento di un professionista
qualificato e competente per uno studio preliminare delle possibili vie di ingresso del
Radon e delle condizioni dell’edificio, che porti all’individuazione delle tecniche più
efficaci da adottare.
Una volta poste in atto le azioni di mitigazione, o anche nei casi in cui basse
concentrazioni di Radon non richiedano interventi, è possibile adottare pochi semplici
accorgimenti (descritti nelle pagine precedenti di questo manuale) per migliorare
ulteriormente la qualità dell’aria in casa, non solo per quanto riguarda la presenza di
Radon.
Può verificarsi che il rischio Radon ritorni dopo aver attuato le azioni
di mitigazione?
Dipende.
Se le azioni di mitigazione poste in atto sono quelle corrette per le condizioni
dell’edificio e se ne è verificata l’efficacia, è improbabile che si debbano effettuare
interventi successivi (a meno che l’edificio sia soggetto ad interventi di ristrutturazione,
a modifiche impiantistiche importanti o che si verifichino eventi sismici).
In alcuni casi limitati le azioni di mitigazione poste in atto potrebbero non essere
risolutive sebbene siano comunque quelle ottimali. In questo caso, se il professionista
è qualificato, è in grado di individuare i limiti della soluzione proposta, di spiegarli
al Cliente e di pianificare eventuali azioni correttive nel caso in cui negli anni la
concentrazione di Radon torni ad essere preoccupante.
No.
Nel caso in cui l’introduzione di Radon in casa derivi dall’acqua domestica, è necessario
intervenire “alla fonte”. Si deve però tenere presente che, nei rari casi in cui ciò si
verifica, il prelievo dell’acqua domestica avviene direttamente da un pozzo.
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Quali condizioni fisiche o atmosferiche fanno aumentare il rischio
Radon?
Se, come nella maggior parte dei casi, la fonte di ingresso di Radon nell’edificio è il
suolo, il riscaldamento domestico nei mesi freddi crea un effetto “camino” che tende
ad “aspirare” il Radon dal suolo. Altri fattori che influenzano l’ingresso del Radon
all’interno, possono essere le condizioni climatiche esterne (temperature sotto lo zero,
pioggia, vento…).
Il principale effetto che la presenza di Radon può avere sulla salute è il rischio di tumore
polmonare, in particolare per i fumatori.
Recenti studi stanno mettendo in luce anche la correlazione tra la presenza di Radon e
l’insorgenza di tumori del sangue, quali la leucemia.
No.
L’inalazione di Radon comporta l’esposizione dei tessuti polmonari ai raggi alfa emessi
durante il suo decadimento e l’accumulo dei sui prodotti di decadimento radioattivi.
Per ridurre il rischio è necessario ridurre l’esposizione, abbattendo la concentrazione
di Radon negli ambienti in cui si passa più tempo.
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L’AUTORE DI QUESTO E-BOOK – Ing. Gianluca Troiano
Nella mia carriera ho diretto per oltre 15 anni uno dei principali servizi di dosimetria
delle radiazioni ionizzanti e di misura del Radon in Italia e sono stato incaricato per la
gestione della radioprotezione di importanti aziende nazionali e multinazionali quali
General Electric (settore medicale) e Thales Alenia Space Italia.
Negli ultimi anni ho deciso di concentrarmi sul Radon; per questo ho scelto di osservare
e di imparare quanto fatto negli Stati Uniti e nel Canada, dove la problematica è
affrontata già da diversi decenni, in modo da portare quell’esperienza in Italia ed in
Europa.
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NOTA BENE
Questo manuale, anche se gratuito, è soggetto a ©copyright, tutti i diritti sono quindi
riservati.
Non è quindi consentito copiarlo, anche parzialmente, né per quanto riguarda i testi né
per le immagini in esso contenute.
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