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RADON

UN NEMICO INVISIBILE
NELLE NOSTRE CASE
Cos’è e come proteggersi

Niton srl - Via Prima Strada 23H - 20020 Lainate (MI) - Italy
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INDICE

PERCHÈ QUESTO E-BOOK 1


COSA È IL RADON 2
RISCHI PER LA SALUTE 5
DOVE SI TROVA 7
COME SI MISURA IL RADON 9
COSA DICONO LE NORMATIVE 11
COME ELIMINARLO 12
F.A.Q. 14
L’AUTORE DI QUESTO E-BOOK 17

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PERCHÈ QUESTO E-BOOK

Sai cos’è il Radon e quali effetti può avere sulla tua salute?
I problemi che la presenza di Radon negli ambienti chiusi può comportare per
la salute sono noti da parecchi anni, eppure l’opinione pubblica è stata poco
sensibilizzata e la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa sia.

Eppure:

ͳͳ il Radon è un gas radioattivo che si trova, in concentrazioni più o meno elevate, in


tutti gli ambienti chiusi, nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e nei locali pubblici;
ͳͳ è la seconda causa di morte per tumore ai polmoni a livello mondiale!
ͳͳ rilevarlo e misurarlo è possibile, anche a costi contenuti;
ͳͳ è possibile proteggersi dai suoi effetti nocivi con interventi di mitigazione, spesso
economici.

Per questo è importante conoscerlo, misurarlo e, se necessario, porre in atto le giuste


azioni di mitigazione.

Questo manuale è stato pensato per i “non addetti ai lavori”, che conoscono poco il
Radon e desiderano ricevere alcune fondamentali e pratiche informazioni sui rischi che
la sua presenza può comportare.

Ma è stato pensato anche per i professionisti, i quali possono disporre di uno strumento
per spiegare in modo semplice ai propri Clienti la problematica del Radon.
Questo manuale, per la politica di rispetto dell’ambiente che Niton ha deciso di
adottare, è stato studiato per una diffusione in formato elettronico, ed è disponibile
gratuitamente per il download a questo link:

www.niton.it/ebooksgratuiti

In caso di stampa, da parte di Niton, sarà comunque garantito l’utilizzo di carta


certificata FSC® realizzata da fonti forestali gestite in maniera responsabile.

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COSA È IL RADON

IIl Radon (Rn-222) è un gas nobile RADIOATTIVO generato dal decadimento del Radio
(Ra-226), a sua volta prodotto dal decadimento dell’Uranio (U-238).
Il chimico tedesco Friedrich E. Dorn scoprì il Radon-222 nel 1900 e lo chiamò
“emanazione del radio”.

Ogni atomo è costituito da un NUCLEO e da una “nube” di elettroni che ruotano attorno
ad esso. Il nucleo contiene due tipi di particelle elementari: i PROTONI ed i NEUTRONI,
tenuti insieme da una forza chiamata “nucleare”.

Quando il nucleo di un elemento contiene un numero di protoni e di neutroni in un


rapporto non “equilibrato” diventa radioattivo, manifesta cioè una instabilità che
provoca una trasformazione del nucleo stesso verso un elemento più stabile.

In questo processo di trasformazione, l’elemento radioattivo emette generalmente


delle radiazioni. Le più conosciute sono:

Radiazione Beta: dal nucleo viene emesso un elettrone

Radiazione Gamma: dal nucleo viene emessa un’onda elettromagnetica (o fotone) di


elevata frequenza ed energia

Radiazione Alfa: da nucleo viene emesso un nucleo più piccolo costituito da due
protoni e due neutroni, come avviene nel caso del Radon.

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Come nel caso della “catena di decadimento radioattivo” di cui fa parte il Radon, le
trasformazioni successive che portano un nucleo a diventare un elemento stabile
possono essere molte.

Nel Sistema Internazionale la radioattività di un materiale è misurata in Bequerel


(Bq), che esprime il numero di decadimenti (trasformazioni) che avvengono in quel
materiale in un secondo.

Nel caso del Radon, dovendo esprimere la radioattività in termini di concentrazione


nell’aria, è utilizzata come unità di misura il Bq/m3 (Bequerel su metro cubo), che
esprime il numero di radiazioni Alfa emesse dal Radon in un secondo all’interno di un
metro cubo di aria.

Il Radon è inodore ed incolore: per questo la sua presenza non può essere percepita
dai nostri sensi (olfatto o vista) ma deve essere misurata con appositi dispositivi, come
meglio descritto nei paragrafi successivi.

La sua origine è di tipo NATURALE: nel suolo e nelle rocce è presente l’Uranio-238 che,
attraverso successivi decadimenti radioattivi, genera il Radon il quale, trovandosi in
forma gassosa, permea il suolo fino ad essere disperso nell’ambiente.

Poiché l’Uranio-238 impiega ben 4,5 miliardi di anni per decadere, l’emissione del
Radon dal terreno è praticamente continua e costante.

Il Radon si disperde nell’aria che respiriamo e siccome è un gas nobile non viene
assorbito direttamente dai polmoni ma, nel processo di decadimento, rilascia in essi
una serie di isotopi radioattivi in forma solida, in particolare Polonio e Bismuto.

Tali isotopi inoltre, una volta prodotti dal Radon, si “attaccano” al pulviscolo presente
nell’aria, vengono inalati e si fissano nei polmoni dove emettono radiazioni Alfa,
particolarmente dannose per i tessuti polmonari. Pertanto, maggiore è la concentrazione
di Radon in aria e più prolungato è il tempo di permanenza in quell’ambiente, maggiore
è l’accumulo dei prodotti di decadimento del Radon nei polmoni e di conseguenza più
elevati sono i rischi per la salute.

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RISCHI PER LA SALUTE

Sebbene il Radon ed i suoi prodotti di decadimento siano presenti nell’aria, l’esposizione


della pelle alle loro particelle Alfa è di gran lunga meno preoccupante rispetto
all’esposizione interna, poiché le particelle Alfa generalmente non hanno energia
sufficiente per attraversare lo strato di pelle morta presente sulla superficie della cute.

Tuttavia, se gli emettitori Alfa sono stati inalati (come nel caso del Radon), ingeriti
o assorbiti nel flusso sanguigno, i tessuti viventi degli organi interni possono essere
esposti a radiazione diretta.

Le maggiori esposizioni alle radiazioni per le persone derivano dall’inalazione del


Radon e dei suoi prodotti di decadimento, molti dei quali emettono anche radiazioni di
energia elevata e possono causare il cancro ai polmoni.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Radon è la seconda


causa di morte per tumore ai polmoni dopo il fumo,
ed è la prima causa tra i non fumatori.

E’ stato inoltre dimostrato che l’effetto combinato


fumo-Radon comporta una comparsa di tumori
ai polmoni molto maggiore rispetto alla somma
delle probabilità per il solo fumo o la sola
presenza di Radon.

Ricerche recenti hanno inoltre messo in luce l’esistenza di una correlazione tra la
presenza di Radon negli ambienti chiusi ed il rischio di insorgenza di tumori ematologici,
come la leucemia.

Negli ultimi 20 anni sono stati condotti numerosi studi, in particolare negli Stati Uniti, in
Europa ed in Cina, per determinare il fattore di rischio associato all’esposizione a basse
concentrazioni di Radon.

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I risultati dei 13 studi epidemiologici condotti in Paesi europei (incluso quello effettuato
in Italia), hanno dimostrato:

ͳͳ un significativo aumento di rischio di tumore polmonare all’aumentare


dell’esposizione al Radon;
ͳͳ l’esistenza di un forte effetto sinergico tra fumo di sigaretta e Radon;
ͳͳ l’evidenza del rischio di tumore polmonare (per esposizioni prolungate nel tempo)
anche a livelli di concentrazione di Radon medio-bassi (inferiori a 200 Bq/m3);
ͳͳ un aumento di rischio di tumore polmonare di circa il 16% per ogni 100 Bq/m3 di
incremento di concentrazione media di Radon;

C’è da sottolineare che, sulla base degli studi condotti, è stato stimato che in Italia si
registrano oltre 3.200 decessi ogni anno per tumore polmonare attribuibili al Radon.

La probabilità di insorgenza di tumore ai polmoni entro i 75 anni di età, per diverse


concentrazioni di Radon, è espressa nella seguente tabella:

Concentrazione di Radon Numero di casi ogni Numero di casi ogni


in aria 1000 fumatori 1000 NON fumatori

0 Bq/m3 100 4

100 Bq/m3 120 5

200 Bq/m3 130 6

400 Bq/m3 160 7

(Fonte: Istituto Superiore della Sanità - Italia)

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DOVE SI TROVA

Abbiamo dato al Radon la definizione di “nemico invisibile” in quanto:

ͳͳ è inodore, non possiamo avvertirlo con l’olfatto;


ͳͳ è incolore, non possiamo vederlo;
ͳͳ è chimicamente inerte, può attraversare piccolissimi interstizi ed è quindi difficile
da isolare e confinare

Come entra nelle case?

Ci sono diverse fonti che portano all’accumulo del Radon negli ambienti chiusi e le
principali sono:

ͳͳ il suolo, che come abbiamo visto può contenere Uranio-238, che genera Radon;
ͳͳ i materiali da costruzione con cui sono realizzati gli edifici, che possono
contenere concentrazioni variabili di U-238;
ͳͳ l’acqua domestica, nella quale il Radon può trovarsi disciolto e fuoriuscire
durante il suo impiego.

La causa più probabile della presenza di Radon in un ambiente chiuso rimane


comunque il suolo su cui l’edificio è costruito ed è per questo che è la prima da
considerare quando si esegue un’indagine Radon e quando si devono individuare
eventuali azioni di mitigazione.

Qualora il suolo sia stato individuato come causa principale dell’ingresso del Radon in
un edificio è importante eseguire le misure partendo dalle aree occupate nei livelli più
bassi (piani interrati, seminterrati, piani terra, ecc) in quanto è ragionevole ipotizzare,
almeno per le piccole edificazioni, che man mano che si sale di livello, la concentrazione
di Radon tenderà a diminuire.

Le condizioni climatiche (in particolare pressione e temperatura), esterne ed interne


all’abitazione, influenzano la velocità con cui il Radon entra nell’edificio.
Nei casi in cui, invece, siano i materiali da costruzione o l’acqua domestica le
cause principali dell’accumulo del Radon nell’ambiente, è opportuno effettuare il
monitoraggio su tutti i livelli dell’edificio.

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Un altro fattore importante di cui tener conto è la forte variabilità spaziale del Radon.
Quindi, se in un edificio è stata misurata una bassa concentrazione di Radon è possibile
che nell’edificio adiacente la concentrazione di Radon possa essere molto differente.

Per questo motivo le principali normative e guide tecniche internazionali raccomandano


di eseguire la misura del Radon in ogni edificio e di non basarsi, per stimarne il rischio,
solo su misure eventualmente eseguite in edifici adiacenti.

I risultati di un’indagine nazionale ha messo in luce l’eterogeneità della distribuzione


spaziale della concentrazione di Radon nelle abitazioni, ha evidenziato la presenza di
singole abitazioni che arrivano a concentrazioni fino a migliaia di Bq/m3.

(Fonte: ISPRA, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale)

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COME SI MISURA IL RADON

Ci sono due tipologie di dispositivi per la misura del Radon:

ͳͳ i rivelatori PASSIVI, che richiedono l’analisi da parte di un laboratorio attrezzato,


successivamente al loro posizionamento;
ͳͳ i rivelatori ATTIVI (elettronici), che sono in grado di indicare la concentrazione di
Radon durante la misurazione (per mezzo di un display o tramite il collegamento
ad un cellulare o tablet).

RIVELATORI PASSIVI

5 VANTAGGI 5 SVANTAGGI

Sono economici Non è possibile tarare il singolo rilevatore

Possono essere utilizzati per misure


Non rilevano i parametri ambientali
di lungo periodo

Permettono il rilascio di un certificato Forniscono solo il valore medio


(“Rapporto di Prova”) ufficiale da parte di della concentrazione di Radon
un Laboratorio Qualificato nel periodo monitorato

Non è possibile avere dati parziali prima del


Hanno dimensioni ridotte
termine del periodo di monitoraggio

Possono essere posizionati senza l’ausilio di L’esito della misura è disponibile


un professionista solo dopo l’analisi

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RIVELATORI ATTIVI

5 VANTAGGI 5 SVANTAGGI

Ogni dispositivo può essere tarato


Le misure possono essere costose
individualmente

Rilevano i parametri ambientali ed Non sono idonei per misure di lungo


eventualmente di movimento periodo (a causa dei costi eccessivi)

Consentono un monitoraggio continuo del


Radon e indicano la concentrazione media Non permettono il rilascio di un certificato
oraria (possibilità di discriminare la (“Rapporto di Prova”) ufficiale da parte di
concentrazione tra le ore in cui l’ambiente un Laboratorio Qualificato
è occupato da quelle in cui è disabitato)

Possono fornire dati parziali prima del Richiedono verifiche periodiche


termine del periodo di monitoraggio di buon funzionamento

Gli esito della misura sono Necessitano di un professionista


immediatamente disponibili per il loro impiego

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COSA DICONO LE NORMATIVE

Attualmente a livello nazionale è previsto solo l’obbligo di monitoraggio del Radon nei
cosiddetti “AMBIENTI DI LAVORO SOTTERRANEI”.

La Direttiva Euratom (Europea), pubblicata nel 2014 e che doveva essere recepita
entro il 6 Febbraio 2018 dagli stati membri, inclusa l’Italia, ha sancito sia l’importanza
di estendere il monitoraggio del Radon anche nei luoghi di lavoro al piano terra, sia di
effettuare il monitoraggio nelle abitazioni.

In attesa del recepimento della Direttiva Euratom, alcune Regioni Italiane (davanti a
tutte Lombardia e Puglia) hanno emanato decreti e linee guida in linea con essa.

Direttiva 2013/59/EURATOM del Consiglio

TIPO DI AMBIENTE LIMITE DI CONCENTRAZIONE RADON

Luoghi di lavoro 300 Bq/m3

Abitazioni 300 Bq/m3

Va però tenuto conto che, come evidenziato nei paragrafi precedenti, tale limite di
concentrazione non rappresenta una soglia di sicurezza per la salute, in quanto
anche livelli di concentrazione di Radon compresi tra 100 e 300 Bq/m3 comportano
un’incidenza importante sul rischio di insorgenza dei tumori polmonari.

A sostegno di ciò va sottolineato che negli Stati Uniti il limite di esposizione è stato
fissato (già da alcuni decenni!) a 150 Bq/m3 ed è stato definito un obiettivo di qualità
di 75 Bq/m3.

Non è quindi da escludere (e sarebbe anzi auspicabile) che lo stato Italiano possa
decidere, nel recepimento della Direttiva Euratom, di fissare un limite di concentrazione
più basso rispetto a quello indicato nella direttiva stessa.

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COME ELIMINARLO

Nel caso in cui la concentrazione di Radon misurata sia particolarmente elevata (e


in particolare nel caso in cui siano superati i livelli limite definiti dalla normativa) è
necessario l’intervento di un professionista che effettui prima di tutto un’analisi
approfondita sulle cause che portano il Radon ad entrare nell’edificio, e che solo
successivamente definisca e indichi le corrette azioni di mitigazione da porre in atto.

Spesso i professionisti non qualificati adottano delle tecniche di mitigazione “da


manuale” senza prima aver fatto un’analisi seria del perché la concentrazione di Radon
in un ambiente è elevata, con la conseguenza che le azioni proposte possono risultare
costose ma inefficaci.

Per questo motivo è importante verificare le qualifiche del professionista a cui


affidiamo un lavoro così delicato e che ha ripercussioni e conseguenze sulla nostra
salute.

Le principali tecniche di mitigazione del Radon agiscono in uno o più dei seguenti modi:

ͳͳ isolamento della base dell’edificio: evito l’ingresso del Radon all’interno


dell’edificio con l’impiego di membrane impermeabili al Radon;
ͳͳ depressione sotto la base dell’edificio: offro al Radon una via di diffusione che lo
porti all’esterno dell’edificio, all’aria aperta;
ͳͳ pressurizzazione dei locali in corrispondenza della base dell’edificio: creo una
condizione che porta il Radon a diffondersi lungo il terreno verso l’esterno
dell’edificio, all’aria aperta.

In Italia è stato sviluppato e brevettato un dispositivo elettronico (RADOFF LIFE) che


abbatte la concentrazione di Radon in ambienti fino a 70 mq, e che è prossimo ad
essere lanciato sul mercato nazionale ed internazionale.

L’approfondimento sulle tecniche di mitigazione sarà l’oggetto del prossimo e-book che
stiamo preparando.

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Se la concentrazione di Radon non risulta elevata (e comunque è inferiore ai livelli
limite definiti dalla normativa), è possibile migliorare la qualità dell’aria all’interno di
un edificio con pochi semplici accorgimenti.

5 COSE CHE SI POSSONO FARE PER RIDURRE IL RADON


SENZA SPENDERE SOLDI

Prendiamo l’abitudine di far cambiare aria non solo nei


Aerazione dei locali locali in cui viviamo ma anche in eventuali locali interrati
o seminterrati anche se poco frequentati

Se abbiamo sistemi di ventilazione forzata che


Pulizia dei filtri scambiano aria con l’esterno, controlliamo
periodicamente che i filtri siano puliti

Non vanno coperti con mobili o oggetti, e devono essere


Fori di aerazione periodicamente ispezionati per verificare che siano liberi
anche all’esterno

Nei periodi invernali impostiamo una temperatura


dell’edificio moderata e non eccessivamente elevata
Riscaldamento
(l’aumento della differenza di temperatura tra l’interno
dell’edificio e l’esterno aumenta la diffusione del Radon)

La presenza di fessure o crepe nella pavimentazione,


offrono al Radon una via di accesso preferenziale
Fessure e crepe all’interno dell’edificio (in particolare ai piani interrati
o a contatto col suolo). Piccoli interventi di sigillatura
possono essere eseguiti senza l’intervento di un
muratore

Tali precauzioni non sono vere e proprie tecniche di mitigazione del Radon, ma
servono a migliorare le condizioni dell’aria nell’ambiente in cui si vive.

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F.A.Q.

Il gas Radon è rilevabile con i sensi? Come si riconosce la presenza di


Radon?

No.
L’unico modo per individuare la presenza di Radon è misurarlo con strumenti accurati
o sistemi di misura affidabili.

Se il mio vicino di casa ha fatto i controlli e la sua abitazione è risultata


avere bassi livelli di Radon, allora anche la mia abitazione è sicura?

No.
Per conoscere la concentrazione di Radon presente, e quindi il livello di rischio della
tua abitazione l’unico modo è eseguire delle misure.

Dopo aver fatto i controlli dell’abitazione, risultati nei limiti di legge,


devo fare controlli successivi?

Dipende.
La concentrazione di Radon può variare nel tempo anche da un anno all’altro. Nel
caso in cui la concentrazione media di Radon misurata sia molto bassa, può essere
consigliabile ripetere una misurazione, anche di breve durata ogni due o tre anni (il
recepimento della direttiva Europea dovrebbe chiarire anche questi aspetti); nel caso
in cui i valori misurati siano vicini ai limiti di legge, e si decide di non porre in atto delle
azioni di mitigazione, è raccomandato eseguire monitoraggi più frequenti o installare
un dispositivo elettronico per il monitoraggio in continuo del Radon.

Per quanto tempo è valida la certificazione Radon, se la misura è


risultata al di sotto dei limiti legge?

La direttiva europea non fornisce requisiti in tal senso. Tali indicazioni potrebbero
essere fornite dalla nuova normativa italiana, prossima alla pubblicazione. Negli Stati
Uniti si raccomanda di ripetere comunque il monitoraggio ogni due anni.

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Che cosa devo fare se in casa la concentrazione di Radon è elevata?
Come posso ridurlo?

Per ridurre la concentrazione di Radon è necessario porre in atto quelle che sono
chiamate “azioni di mitigazione”. E’ necessario l’intervento di un professionista
qualificato e competente per uno studio preliminare delle possibili vie di ingresso del
Radon e delle condizioni dell’edificio, che porti all’individuazione delle tecniche più
efficaci da adottare.
Una volta poste in atto le azioni di mitigazione, o anche nei casi in cui basse
concentrazioni di Radon non richiedano interventi, è possibile adottare pochi semplici
accorgimenti (descritti nelle pagine precedenti di questo manuale) per migliorare
ulteriormente la qualità dell’aria in casa, non solo per quanto riguarda la presenza di
Radon.

Può verificarsi che il rischio Radon ritorni dopo aver attuato le azioni
di mitigazione?

Dipende.
Se le azioni di mitigazione poste in atto sono quelle corrette per le condizioni
dell’edificio e se ne è verificata l’efficacia, è improbabile che si debbano effettuare
interventi successivi (a meno che l’edificio sia soggetto ad interventi di ristrutturazione,
a modifiche impiantistiche importanti o che si verifichino eventi sismici).
In alcuni casi limitati le azioni di mitigazione poste in atto potrebbero non essere
risolutive sebbene siano comunque quelle ottimali. In questo caso, se il professionista
è qualificato, è in grado di individuare i limiti della soluzione proposta, di spiegarli
al Cliente e di pianificare eventuali azioni correttive nel caso in cui negli anni la
concentrazione di Radon torni ad essere preoccupante.

Se il Radon proviene dall’acqua del rubinetto esistono dei filtri appositi


da poter usare?

No.
Nel caso in cui l’introduzione di Radon in casa derivi dall’acqua domestica, è necessario
intervenire “alla fonte”. Si deve però tenere presente che, nei rari casi in cui ciò si
verifica, il prelievo dell’acqua domestica avviene direttamente da un pozzo.

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Quali condizioni fisiche o atmosferiche fanno aumentare il rischio
Radon?

Se, come nella maggior parte dei casi, la fonte di ingresso di Radon nell’edificio è il
suolo, il riscaldamento domestico nei mesi freddi crea un effetto “camino” che tende
ad “aspirare” il Radon dal suolo. Altri fattori che influenzano l’ingresso del Radon
all’interno, possono essere le condizioni climatiche esterne (temperature sotto lo zero,
pioggia, vento…).

Quali sono gli effetti del Radon?

Il principale effetto che la presenza di Radon può avere sulla salute è il rischio di tumore
polmonare, in particolare per i fumatori.
Recenti studi stanno mettendo in luce anche la correlazione tra la presenza di Radon e
l’insorgenza di tumori del sangue, quali la leucemia.

Si possono “ripulire” i polmoni dal Radon una volta inalato?

No.
L’inalazione di Radon comporta l’esposizione dei tessuti polmonari ai raggi alfa emessi
durante il suo decadimento e l’accumulo dei sui prodotti di decadimento radioattivi.
Per ridurre il rischio è necessario ridurre l’esposizione, abbattendo la concentrazione
di Radon negli ambienti in cui si passa più tempo.

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L’AUTORE DI QUESTO E-BOOK – Ing. Gianluca Troiano

Ho conseguito la laurea di Dottore in Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di Milano


e sono iscritto nell’elenco nominativo degli Esperti Qualificati con il grado TERZO di
abilitazione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Nella mia carriera ho diretto per oltre 15 anni uno dei principali servizi di dosimetria
delle radiazioni ionizzanti e di misura del Radon in Italia e sono stato incaricato per la
gestione della radioprotezione di importanti aziende nazionali e multinazionali quali
General Electric (settore medicale) e Thales Alenia Space Italia.

Negli ultimi anni ho deciso di concentrarmi sul Radon; per questo ho scelto di osservare
e di imparare quanto fatto negli Stati Uniti e nel Canada, dove la problematica è
affrontata già da diversi decenni, in modo da portare quell’esperienza in Italia ed in
Europa.

Questo mi ha portato ad essere il primo, e attualmente


unico, professionista in Italia certificato dal National
Radon Proficiency Program (NRPP) degli Stati Uniti .

La mia sfida personale è quella di dare un contributo significativo alla standardizzazione


dei metodi di indagine, di misura e di mitigazione del Radon.

Ci tengo a sottolineare che per me mitigazione non significa semplicemente garantire


che la concentrazione di Radon sia inferiore ai limiti stabiliti dalla Legge, ma porre in
atto tutte le tecniche corrette per ridurne la presenza il più possibile.

Vorrei infine ringraziare Barbara Vasco, insegnante di Lettere e scrittrice, ma


soprattutto amica, la quale ha pazientemente rivisitato questo e-book.

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NOTA BENE

Questo manuale, anche se gratuito, è soggetto a ©copyright, tutti i diritti sono quindi
riservati.

Non è quindi consentito copiarlo, anche parzialmente, né per quanto riguarda i testi né
per le immagini in esso contenute.

E’ possibile effettuare gratuitamente il download di questo manuale al seguente link,


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