Nonostante l'Italia uscivi indossatrice dalla prima guerra mondiale successivamente ad essa
si diffuse un grande senso di delusione a causa della cosiddetta Vittoria mutilata. i
nazionalisti rivendicavano la Dalmazia fiume e l'anatolia, alla conferenza Parigi a causa
dell'insoddisfazione i rappresentanti italiani Orlando e Sonnino abbandonarono la riunione. la
questione di Fiume era particolarmente importante poiché successivamente alla guerra era
stata dichiarata città libera nonostante le proteste degli italiani, proprio per questo nel 1919
Gabriele D'Annunzio e I Legionari occuparono la città punto questo fatto venne visto dalla
Società delle Nazioni che una violazione dei Trattati di Pace il governo italiano non fu in
grado di reagire.
Oltre a queste problematiche si aggiungevano i disagi sociali conseguenti alla promessa non
mantenuta del rinnovamento sociale del paese. Nella vita civile era molto difficoltoso inoltre
il deficit di bilancio aveva raggiunto livelli altissimi. la disoccupazione era nuovamente una
terribile realtà punto la piccola borghesia era sempre più in difficoltà rispetto alla borghesia
imprenditoriale e finanziaria che aveva beneficiato della guerra grazie alle emergenze a
bellica. successivamente alla guerra inoltre ci fu una contrazione della produzione industriale
e quindi una diminuzione dei posti di lavoro. anche nel meridione la riforma agraria non fu
mai messa in atto. A causa di queste motivazioni i conflitti sociali aumentarono, i sindacati e
il Partito Socialista organizzarono delle manifestazioni così vaste che il periodo tra il 1919 e
il 1920 venne definito Biennio rosso.
Nel 1919 ci furono le elezioni politiche, svolte per la prima volta con il sistema proporzionale
e non uninominale, questo comportava l'aumento del peso elettorale dei partiti di Massa e
non dei singoli candidati.
Il Partito Popolare rappresentava le forze cattoliche, conquistò 100 deputati. Si proponeva
un cattolicesimo Democratico e auspicava a una riforma dello Stato liberale per avere una
maggiore apertura alle esigenze sociali e dei Ceti deboli.
Il Partito Socialista uscì rafforzato dalle lezioni, al suo interno però era presente una
lacerazione a causa delle diverse interpretazioni dell'esperienza Sovietica . La maggioranza
del partito era riformista e non credeva nell interpretazione marxista della rivoluzione
bolscevica. Una piccola minoranza invece, riunita grazie alla rivista ordine nuovo di Antonio
Gramsci, rivedeva nel modello sovietico l'unica applicazione delle teorie marxiste.
Il governo rimase in mano ai Liberali che facevano però fatica ad adattarsi alle novità sociali
e ideologiche del dopoguerra.
Nel 1920 Giolitti tornò al governo, egli voleva gestire lo scontro sociale, per cui assunse una
politica attendista e si rifiutò di impiegare l'esercito poiché era convinto che le proteste si
sarebbero estinte da sole punto per quanto riguarda la politica estera invece risolte la rottura
causata dalla spedizione di fiume e il e del definì con il trattato Rapallo i confini con la
Jugoslavia : l'Italia ottenne l'istria e Zara, fiume città libera e proprio per questo il 24
dicembre i Legionari dannunziani Furono costretti a ritirarsi.
La politica giolittiana però era ormai inadatta alle condizioni politiche del paese poiché anche
gli non riusciva a comprendere le profonde novità del dopoguerra. Egli credeva che i
socialisti fossero un pericolo per la democrazia liberale e proprio per questo cerco di creare
un fronte antisocialista tramite l'alleanza dei popolari ma anche dei Fasci di combattimento di
Mussolini.
Fascismo
I Fasci di combattimento italiani nacquero a Milano nel 1919 e furono fondati da Benito
Mussolini, egli aveva subito il fascino del sindacalismo anarchico di Sorel.
Nel 1914 era stato espulso dal Partito Socialista a causa delle sue posizioni interventiste e
aveva fondato il popolo d'Italia, un giornale con un acceso interventismo.
I Fasci servivano per dare voce alle manifestazioni causate dal malcontento politico e
sociale. Successivamente alle elezioni del 19 il movimento fascista si schierò contro i
sindacati, tanto da organizzare delle spedizioni punitive nei loro confronti da parte di
imprenditori e o agrari fascisti.I metodi violenti e antidemocratici dei fascisti trovarono ampio
consenso nelle forze armate nella piccola-media borghesia.
Il fascismo a causa dei suoi aspetti violenti destabilizzava l'ordine pubblico Nazionale però
si proponeva anche come forma politica capace di sedare le proteste sindacali. Proprio per
questo Giolitti creò un'alleanza con esso convinto di poter utilizzare la sua violenza solo
come arma di ricatto contro i socialisti riformisti. Giolitti cercò di arginare la violenza del
partito ma non ci riuscì, i fascisti avevano conquistato ampi consensi presso le
amministrazioni locali tanto che molte di loro si rifiutavano di reprimere nei loro
manifestazioni.
Nel frattempo il Partito Socialista si indeboliva sempre di più a causa delle spaccature
interne e Antonio Gramsci fondò il Partito Comunista d'Italia mentre Giacomo Matteotti il
Partito Socialista unitario.
Nel maggio del 1921 Giolitti organizzò le lezioni e i fascisti vennero inseriti nelle liste Liberali.
I risultati elettorali per i liberali furono poco soddisfacenti mentre a Mussolini fruttarono 35
deputati in Parlamento. una volta entrati i fascisti presero posizioni conservatrici e
reazionarie e nel 1921 i Fasci di combattimento si trasformarono in partito Nazionale
fascista, che aveva come obiettivi la difesa dello Stato dall'anarchia sovversiva, la tutela
della tradizione della famiglia, l'esaltazione nazionalistiche e patriottica, il superamento dei
conflitti sociali nell'interesse del paese. Inoltre i fascisti ripresero i rapporti con la chiesa la
monarchia e l'esercito per i propri interessi.
Giolitti fu costretto ad abbandonare di incarico e i suoi successori furono incapaci di
affrontare la violenza fascista. Nel 1922 i socialisti scioperarono in difesa della libertà ma i
fascisti si sostituirono gli operai e agli impiegati, così da poter creare un nuovo successo per
i fascisti. Per ottenere maggior consenso e dirigenti del partito fascista organizzarono un
colpo di mano paramilitare, ovvero la marcia su Roma delle Milizie fasciste, questo compito
fu affidato a un quadrumvirato composto da Cesare de Vecchi, Italo Balbo, Emilio De Bono e
Michele Bianchi, Mussolini gestiva l'operazione da Milano. Il 28 ottobre le camicie nere
fasciste affluirono a Roma da tutta Italia senza incontrare alcuna resistenza, inoltre Vittorio
Emanuele III convocò Mussolini a Roma e lo incaricò di guidare un nuovo governo di
coalizione con il sostegno di liberali e popolari. La marcia su Roma ebbe quindi un grande
successo.
Le motivazioni per cui il re ha assegnato questo compito a mussolini sono :
Di conseguenza questa visione era contro quella liberale, basata sulla libertà e la
preminenza del singolo individuo e rispetto allo Stato, e la visione Socialista secondo cui
l'organizzazione politica era uno strumento ideologico della classe che deteneva il potere
economico. Il regime fascista esprimeva esclusivamente gli interessi del grande capitale e
delle classi conservatrici italiane.
Lo strumento fondamentale per la fascistizzazione del paese era il partito Nazionale fascista
da cui dipendevano delle organizzazioni collaterali che dovevano penetrare nel tessuto
sociale per renderlo il più possibile omogeneo a regime.
Il Duce divenne l'oggetto del culto della personalità, ovvero la sua immagine rappresentava
un simbolo di incorruttibilità morale e della forza dello Stato, la propaganda fu fondamentale
per diffondere questa nuova ideologia.
La scuola divenne un vero e proprio strumento di indottrinamento e propaganda attraverso
cui si dovevano allontanare gli oppositori. Nelle scuole elementari la fascistizzazione
funzionò in maniera capillare, attraverso un testo scolastico unico approvato dal regime per
tutte le scuole. Per quanto riguarda la scuola superiore nel 1923 Giovanni Gentile applicò
una riforma in cui la formazione umanistica aveva il primato. Inoltre istituì il liceo scientifico e
dei percorsi di formazione tecnico professionali. Questa riforma penalizzava le classi medio
basse per cui la scuola riproduceva quindi un'immagine della società elitaria tradizionalista
ma non necessariamente fascista. Ci fu l'istituzione del sistema ispettivo coordinato dal
centro e la nomina governativa delle autorità scolastiche. Negli anni trenta divenne
obbligatorio il giuramento di fedeltà al fascismo per tutti i funzionari pubblici. All' all'interno
delle università riguardanti e le teorie fasciste.
Per quanto riguarda le attività del tempo libero anch’esse venner totalmente riorganizzate
con un'ottica fascista, attraverso l'opera nazionale balilla, riguardante gli studenti e l'opera
nazionale del dopolavoro riguardante i lavoratori.
Braio del 1929 Mussolini ottenne la firma dei Patti Lateranensi tra lo stato fascista e la
Chiesa Cattolica, comprendevano :
A differenza della classe politica a liberare Mussolini era stato in grado di risanare la frattura
tra lo Stato e la chiesa e per questo per Mussolini fu più facile sostenere che non si poteva
essere italiani senza essere cattolici o fascisti. Nonostante ciò però questi patti fecero in
modo che il regime non diventasse del tutto totalitario, infatti la chiesa mantenne una propria
autonomia e indipendenza. Nel 1931 scoppiò un contrasto tra la chiesa e regime a proposito
dell'Azione Cattolica perché il fascismo non voleva che qualcuno oltre allo Stato si
occupasse della gestione dell'Istruzione giovanile. L’autonomia richiesta dai fiancheggiatori
del regime fu fondamentale per la realizzazione incompiuta del Fascismo.
Viene Infatti definito dagli storici totalitarismo incompiuto.
La repressione politica successiva al delitto Matteotti e le leggi fascistissime aveva reso
impossibile ogni opposizione al regime. La repressione avveniva attraverso il tribunale
speciale. Nel 1931 venne approvato il nuovo codice penale chi introdusse principi riduttivi
della libertà dei cittadini, la collettività doveva essere tutelata prima è più del singolo
individuo: diritti di difesa vennero ridotti, le giurie popolari abolite e la magistratura sottoposta
al controllo politico. Molti esponenti dell'antifascismo furono costretti all'esilio che nella
maggior parte dei casi venne svolto in Francia.
I principali partiti politici italiani, considerati fuorilegge, si ricostruirono all'estero. Il partito
comunista aveva sede a Lione e operava segretamente l'Italia soprattutto attraverso i fogli
clandestini. Nonostante questo però la maggior parte degli antifascisti non era comunque al
riparo dalla violenza del Regime. Sono poche infatti le voci che in Italia poterono continuare
apertamente la loro polemica antifascista, quella che emergeva di più fu di Benedetto Croce.
Egli era un esponente della cultura liberale italiana promotore del Manifesto degli intellettuali
antifascisti. Successivamente alle di Matteotti prese le distanze dal fascismo e osteggiò il
tentativo di Gentile di teorizzare lo stato fascista come terza via tra liberalismo e socialismo.
Definì il Regime una sorta di perversione della ragione. Per il Duce fu impossibile limitare le
sue pubblicazioni a causa del suo noto successo a livello internazionale.Riuscì però invece
a perseguitare Antonio Gramsci leader del Partito Comunista che nel 1926 venne arrestato e
condannato a 20 anni di carcere. Nonostante questo egli raccolte i suoi pensieri in “33
quaderni del carcere” in cui affermò che il fascismo aveva saputo trovare una base sociale
d’appoggio nella piccola borghesia ed era quindi stato in grado di creare un nuovo blocco di
coalizione sociale.Sempre nello stesso anno a Lione il Partito Comunista accolse le tesi
gramsciane. Anche all'interno del mondo cattolico erano presenti sacche di resistenza a
regime, gli studenti della federazione universitaria Cattolica Italiana furono sempre molto
critici e nel movimento laureati di Azione Cattolica si formarono i dirigenti antifascisti che
successivamente hanno dato vita alla Democrazia Cristiana.
Nel 1927 venne approvata la carta del lavoro che instaura il sistema corporativo,ovvero delle
associazioni che riunivano tutti i lavoratori e gli imprenditori di un determinato settore
produttivo è in cui gli stessi proprietari e salariati avrebbero dovuto collaborare per
l'organizzazione della produzione. Lo scopo era quello di sostituire i sindacati per realizzare
una pacificazione sociale. Gli operai però rimasero privi di ogni tutela.
A causa della situazione inflazionistica Mussolini cambiò la sua strategia economica di
ispirazione liberista con una caratterizzata dall’interventismo statale, Giuseppe Volpi fu
nominato ministro delle finanze.
Mussolini lanciò la politica di quota 90 volta rafforzare la lira sul mercato monetario
attraverso una politica deflazionistica, che comportò la riduzione del credito alle imprese,
della moneta circolante e una forte contrazione dei salari. Nel 1927 la lira scese alla quota
prevista e questo comportò una riduzione dei prezzi, però la battaglia per quota 90 ebbe
conseguenze dannose perché l'eccessivo rafforzamento della lira rese i prodotti
industriali\agricoli italiani meno competitivi sui mercati esteri, ci fu quindi un calo delle
esportazioni. Inoltre ci fu anche un aumento dei dazi doganali, è celebre la battaglia del
grano del 1925 in cui il Duce pretendeva di raggiungere l'autosufficienza alimentare per
l'Italia attraverso l'ampliamento delle aree coltivabili e la modernizzazione delle tecniche
agricole. Questa battaglia ebbe dei risultati positivi perché aumentò la produzione
cerealicola però impedì la diversificazione nella produzione mentre l'agricoltura.
Nel 1929 per risanare i danni della crisi economica internazionale Mussolini incrementò i
lavori pubblici, non solo con le bonifiche ma anche con la creazione di infrastrutture e inoltre
lo Stato iniziò a intervenire nel settore industriale e venne creato IMI, l'istituto mobiliare
italiano. Lo scopo di quest'ultimo consisteva nel finanziare le attività industriali sostituendo le
banche. Nel 1931 nacque IRI, l'istituto per la ristrutturazione industriale, che doveva
acquisire il controllo delle imprese in difficoltà richiamarli e rivenderle privati. Vennero create
anche AGIP, Agenzia generale Italiana Petroli, ANIC, Azienda Nazionale idrogenazione
combustibili e SNAM, Società Nazionale Metanodotti.
La crisi economica internazionale costrinse anche il Regime ad attuare una politica di bassi
salari che portò alla riduzione del 15% del potere d'acquisto delle retribuzioni.
Nel 1935 successivamente alla spedizione d'Etiopia la Società delle Nazioni impose al
Paese severe sanzioni economiche.Vennero anche rafforzati i rapporti con la Germania che
portarono l'Italia ad essere economicamente dipendente da essa. Venne infine inaugurata
una politica di autarchia economica, ovvero autosufficienza produttiva per cui gli italiani al
posto dei prodotti di importazione dovevano utilizzare solo quelli del Paese, furono quindi
ulteriormente peggiorate le condizioni di vita dei cittadini.