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SCHEDA LIBRO “IO NON HO PAURA” DI AMMANITI:

•Titolo: “Io non ho paura”


•Autore: Niccolò Ammaniti (italiano)
•Editore: Enaudi
•Collana: Einaudi. Stile libero big
•Data di Pubblicazione:2001
AUTORE:
Niccolò Ammaniti è nato a Roma nel 1966. Ha esordito con il romanzo “Branchie” nel 1994. Nel
1996 ha pubblicato la raccolta di racconti “Fango” e nel 1999 il romanzo “Ti prendo e ti porto
via”. I suoi libri sono tradotti in francese, tedesco, spagnolo, greco, russo, e polacco. Nel 1995 ha
pubblicato il saggio “Nel nome del figlio”, scritto con il padre Massimo.
RIASSUNTO:
Un gruppo di ragazzi si ritrova, come ogni giorno, a scorrazzare su e giù per una collina. Siamo nel
1978, è estate, con un caldo torrido. Michele Amitrano (il protagonista), dopo una gara, per
difendere una ragazza del gruppo, togliendola da un grosso imbarazzo (doveva abbassare le
mutande) si propone di eseguire la penitenza: arrivare al piano superiore di una casa diroccata e
disabitata in mezzo ai campi senza poter utilizzare ne le scale, nei gradini ridotti a un ammasso di
pietre. Dopo alcune difficoltà, riesce a salire e arrivato al davanzale della casa deve buttarsi per
proseguire, e uscire dalla stessa, ma cade a terra in malo modo. Il ragazzo ha per pochi attimi paura,
ma riesce poi a muoversi, si guarda intorno e percepisce di essere caduto su una tettoia trasparente
ricoperta da un materasso, al di sotto intravvede un buco profondo. Con grande stupore tra sporcizia
e rifiuti di ogni genere, nota delle sembianze umane: si tratta di un bambino raggomitolato su se
stesso. Forse dorme, forse è morto…ma mentre riflette viene chiamato dagli amici e con loro ritorna
a casa. Davanti alla casa, Michele trova il “lupetto Fiat” usato dal padre per lavorare al Nord. Con
gioia accoglie il genitore. Nella notte, Michele ripensa con angoscia al ragazzo imprigionato nel
buco, e il pomeriggio sucessivo ritorna sul luogo per verificare quello che il giorno prima aveva
visto. E’ tutto vero il bambino è li, incatenato, e chiede con insistenza dell’acqua. Inizia così un
rapporto di aiuto e amicizia, anche se rimane stupito e a volte impressionato dai discorsi del
ragazzo. Cerca di confidarsi con il padre, ma capisce che c’è qualcosa di oscuro, di misterioso, di
losco, e che la sua famiglia è complice di un un grave fatto: il rapimento di Filippo Carducci.
Intanto il padre riferisce che arriverà un suo amico che per un certo periodo abiterà con loro, con
grande scontento di Michele, che per una leggerezza infantile confida all’amico di aver trovato un
bambino racchiuso in una buca circondato da sporcizia e desolazione.
Ritornato sul luogo del sequestro, cerca di confortare il bambino e lo porta all’aperto riuscendo
anche a farlo camminare. Ma improvvisamente compare Felice, (un complice dei sequestratori)
avvertito dall’amico alla quale aveva rivelato il segreto che lo minaccia con un fucile e
strattonandolo lo costringe ad allontanarsi. Riferirà tutto al padre, il quale gli chiede una promessa:
non deve più vedere il bambino, altrimenti verrà ucciso.
Michele, pur con difficoltà e ripensamenti, cerca di mantenere la promessa, finché capisce che è
arrivato un momento decisivo e grave; sente infatti delle minacce di morte per il bambino rapito e
senza il minimo dubbio corre a liberare il recluso.
Arrivato sul posto trova la fossa dove se ne stava il bambino e lo aiuta a fuggire ma Michele rimane
intrappolato nella buca; il padre si avvicina alla fossa con una pistola e pensando ci fosse Filippo gli
spara. Michele viene ferito e il padre dopo essersi accorto del suo errore con il figlio tra le braccia si
consegna alla polizia chiedendo aiuto e che salvino il figlio.
PERSONAGGI:
Personaggi primari:
• Michele Amitrano: protagonista e narratore è un bambino di nove anni altruista, generoso,
disponibile. Sarà proprio Michele a trovare in un pozzo in mezzo alla campagna sperduta
fuori dal suo paese un ragazzino rapito in seguito ad una penitenza. In questa circostanza,
nonostante Michele abbia paura, si comporta in maniera molto matura ed è così premuroso e
gentile che alla fine il bambino diventa suo amico e vive la prigionia con meno angoscia.
Michele si preoccupa molto del bimbo rinchiuso e cerca di confortarlo.
• Filippo Carducci: ha nove anni. È il bambino rapito. Di lui non abbiamo una descrizione
chiara: è presentato come un "mucchio di stracci”, un animale, un cane ”non si muove
neanche dopo che gli viene tirato un sasso. Impietrito dalla paura, dal buio, viene tenuto in
condizioni disumane tra sporco e rifiuti, la faccia è nera e sudicia, i capelli biondi e sottili
impastati con la terra. Non riesce ad aprire le palpebre per lo sporco. Diffida di Michele ma
solo per poco tempo.
Personaggi secondari:
• Teresa, la mamma di Michele: bella con lunghi capelli neri che tiene sciolti, alta, formosa e
con occhi scuri e grandi come mandorle, una bocca larga, denti bianchi e un mento a punta.
E’ una figura importante per la sua famiglia, ma è anche una vittima, ha subito le decisioni
del marito e dei complici, non può dire la verità ma alcune volte piange ed è triste.
• Pino Amitrano , il padre di Michele: un uomo piccolo e magro, nervoso con i capelli neri,
tirati con la brillantina, la barba ruvida e bianca. Ha un lavoro non ben definito al Nord, ma
poi nel corso del romanzo capiamo che non è vero, e che ha guadagnato i suoi soldi in modo
disonesto. E’ un padre distaccato, severo anche se in alcuni momenti scherza con i figli. Alla
fine del romanzo sembra ravvedersi quando lo vediamo preoccuparsi per il figlio piuttosto
che per la sua incolumità.
• Salvatore Scardaccione: 9 anni, il più intelligente della compagnia. Per una lezione di
guida svelerà il segreto rivelatogli da Michele a Felice Natale in cambio di una squadra del
subbuteo: il Vicenza.
• Antonio Natale, detto il Teschio: ha 12 anni, è un ragazzino molto egocentrico, vuole
rispetto dagli altri bambini ed essendo il più grande si sente autorizzato ad avere sempre la
meglio e sottomettere gli altri, infatti, è definito il “capo” della banda.
• Felice Natale: fratello maggiore di Teschio. Un personaggio cattivo che picchiava i più
deboli e bucava il pallone ai bambini. E’ l’esecutore materiale del sequestro. Non mostra
nessun sentimento di pietà, ne di pentimento.
• Sergio Matera, amico del padre di Michele: faceva un sacco di rumori: tossiva, soffiava…
fumava molto. Sappiamo solo alcuni particolari fisici (la pelle flaccida, ossa lunghe) ma
l’autore ci racconta di un dolore ancora vivo, riguarda suo figlio morto suicida da un
burrone. Non ha nessuna evoluzione né positiva né negativa.
Tutti i personaggi primari e secondari sono dinamici e si evolvono durante il racconto mentre altri
personaggi che non compaiono spesso sono statici infatti non sappiamo molto di loro.
AMBIENTAZIONE:
La trama si svolge ad Acqua Traverse, frazione di Lucignano, un piccolo paese, nell'estate del 1978.
Nel libro vengono descritti per lo più gli spazi aperti, i campi che circondano il paese, le colline, ma
è presente anche qualche dettaglio sulla casa del protagonista, che fa da sfondo alle vicende dei
personaggi. I luoghi, sono in modo da rappresentare la desolazione e l’angoscia che si prova quando
ci si trova in quei posti; descrive infatti il contrasto tra la luce del sole abbagliante, e il buio della
tana, come pure il silenzio e le grida degli amici.
STILE:
Il linguaggio di Ammaniti è spesso semplice, efficace e descrittivo (varie sequenze descrittive).
Tutto è narrato con cura e grande ricchezza nei particolari dal punto di vista del bambino. Tipici del
libro sono i monologhi interiori che aiutano il lettore ad immedesimarsi nella triste vicenda e nel
tormento del protagonista. Sono presenti vari stili e una storia di primo e secondo livello, anche se
sono presenti dei flashfoward in cui ci congiungiamo a Michele da grande che sta raccontando la
storia il narratore è interno.
TEMATICHE:
Le principali tematiche affrontate nel libro sono:
• Amicizia tra Filippo e Michele, il rapporto umano che si crea tra i due fino a non avere più
paura l’uno dell’altro.
• La giustizia e il crimine, che fanno da sfondo alle vicende. Uomini in cerca di affermazione
economica si spingono fino a rapire un bambino, senza una briciola di umanità.
• La delinquenza, favorita da una mancanza di lavoro. Emblematico è il caso del papà di
Michele.
• Il coraggio e la ricchezza di valori umani di Michele

RECENSIONE “IO NON HO PAURA”:


Il romanzo, scritto con uno stile contemporaneo, mette al centro episodi di assoluta attualità come la
criminalità e la delinquenza e la mancanza di lavoro. Ammaniti riesce ad essere sempre diretto e
semplice, complice il fatto che l'intera vicenda venga raccontata attraverso gli occhi di un bambino,
Michele. Per lui la vicenda di violenza, corruzione e mafia che condiziona il suo mondo e segnerà
indelebilmente la sua vita. Il romanzo è maturo e coinvolgente, più semplice rispetto ad altri ma
comunque molto appassionante. L'autore, però, non rinuncia ai personaggi caricaturali che
caratterizzano i suoi romanzi: i protagonisti, come, per esempio, l’organizzatore del rapimento.
Il paesaggio nella sua descrizione, è un misto di luoghi comuni e originalità che a tratti lo rende
davvero grottesco. Il mondo del piccolo paesino di Acqua Traverse è realistico e al contempo
immerso in una brutalità e amenità da renderlo crudo, ma inserito perfettamente in un contesto sociale
tipico della cronaca italiana degli anni in cui Ammaniti si appresta a scrivere il romanzo, e da cui trae
sicuramente spunto per rappresentare una società corrotta, invasa alla delinquenza, dove manca
completamente un assetto sociale stabile. In questo contesto si inserisce perfettamente il fatto di
cronaca, il rapimento di Filippo, come per evidenziare che la ricchezza spropositata di alcuni sia
ingiusta e in un certo senso danneggi altri. Per porre rimedio a questo divario e a questa supposta
ingiustizia, gli uomini del racconto decidono che infrangere la legge è l'unica via possibile e agiscono
in maniera brutale rapendo un povero bambino e pensando che un riscatto sia metaforicamente un
modo per essere risarciti della loro disgrazia, una sorta di riscatto sociale. Il modo di narrare di
Ammaniti è esemplare da questo punto di vista perché è capace di riportare la cruda realtà attraverso
gli occhi spensierati di un bambino, seppur costretto a relazionarsi con uomini senza scrupoli; così
facendo Michele ci racconta tutto con innocenza. In un mondo dove l'omertà e la cattiveria
prevalgono il bambino che affermerà più volte ‘io non ho paura’, riconoscendo che la cosa giusta da
fare è aiutare il suo nuovo amico mettendo in pericolo la sua stessa vita.

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