Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Questo nuovo genere letterario rispetto a quello dell’800. Negli ultimi anni dell’800 l’ottimismo entra il crisi.
Nuovi orientamenti filosofici Nietzche e Freud. Anche la teoria della relatività di Einstein. Freud che con
l’analisi dimostra l’incapacità della ragione di governare l’uomo. Molte delle nostre azioni infatti sono
condizionate, cosa incontrollabile dalla ragione. Ovvero l’inconscio, che assolve un ruolo fondamentale in
questo nuovo contesto, sua di ordine storico, culturale che letterario, le ricadute di questi mutamenti, e
trasformazioni sociali e culturali sono molteplici, tanto da farne mutare radicalmente le caratteristiche del
‘900. Il romanzo: assume una nuova configurazione rispetto a quello tradizionale—> romanzo… Ricondotta
ad una serie di importanti trasformazioni, che hanno investito l’economia, il pensiero scientifico e filosofico,
e occorre i anche considerare l’avvento nel cinema, che ha un impatto sulla cultura del tempo. Descrizione
della psicologia del personaggio, è il protagonista che racconta la sua storia. Qui prevale il monologo.
Negli ultimi anni dell’Ottocento l’ottimismo positivista entra in crisi a causa dei nuovi orientamenti filosofici
di Nietzsche e Freud e delle nuove teorie scientifiche. Mutano infatti le concezioni di tempo con la teoria
della relatività di Einstein. Inoltre Freud con la psicoanalisi dimostra l’incapacità della ragione di governare
l’uomo, in quanto molte delle nostre azioni sono condizionate da qualcosa di totalmente incontrollabile
dalla ragione stessa, ovvero l’inconscio.
Le ricadute di questi mutamenti sociali e culturali sul romanzo dell’800 sono molteplici, al punto da farne
mutare radicalmente le caratteristiche nel Novecento. La nascita del romanzo moderno va quindi
ricondotta ad una serie di importanti trasformazioni che all'inizio del secolo hanno investito l'economia, la
società, il pensiero scientifico e filosofico e, fra queste. Anche l’avvento del cinema ha un notevole impatto
sulla cultura del mondo occidentale, grazie al quale l'uomo moderno (e in particolare l'intellettuale) trova
un nuovo mezzo per esprimere se stesso in maniera spontanea e per descrivere i suoi sogni e le sue
esperienze personali. . A differenza del romanzo dell’800 in cui prevale la narrazione dei fatti, nel romanzo
del ‘900 risultano importanti le conseguenze che i fatti hanno sulla mente e sulla coscienza del personaggio.
Inoltre alle lunghe e dettagliate descrizioni degli ambienti, gli autori prediligono la descrizione della
psicologia dei personaggi. La narrazione quindi si trasforma da oggettiva a soggettiva, in quanto è proprio il
personaggio che racconta la propria esperienza. Per questo motivo nel romanzo del ‘900 prevale il
monologo (Kafka con l’allegorismo vuoto, cioè un tipo di allegoria che comunica soltanto la mancanza di
significati e di risposte dei quali si avverte assolutamente l’esigenza però puntualmente frustrata, e Joyce
con il flusso di coscienza, ossia l’espressione del libero fluire dei pensieri, emozioni e ricordi del
personaggio, anche quelli privi di logica), che permette di registrare ciò che avviene nella coscienza del
personaggio.
. Alla successione cronologica degli avvenimenti e del loro rapporto di causa-effetto, nel romanzo del ‘900
la narrazione segue i tempi del personaggio.
L'attenzione dello scrittore quindi si sposta: al centro della narrazione non vi è più il rapporto tra il
personaggio e l'ambiente, ma l’interiorità del personaggio, un uomo spesso inadeguato, senza certezze, alla
ricerca della sua identità. Gli autori si sentono autorizzati a creare personaggi antieroi (privi di grandi ideali
in cui credere e ai quali dedicare la propria esistenza, incapaci di adattarsi, e quindi non sono più dei
modelli per la società) e quindi di mettere in atto il “super ego” (Kafka con Gregor Samsa nell’opera “La
metamorfosi” e Svevo con Zeno Cosini nell’opera “La coscienza di Zeno”). . . Le opere del ‘900 prevedono la
concentrazione su di un solo personaggio, presentato spesso in chiave antieroica, come per esempio il
malato, il nevrotico o l’inetto, un uomo quindi affetto da una malattia interiore, causata dalla
consapevolezza di non riuscire ad agire in base alle regole della società borghese. L’autore condivide la
condizione di inettitudine dei personaggi (opere con riferimenti autobiografici). Compare infatti la figura
dell'inetto, ovvero un individuo che elabora mille progetti, ma non riesce a mettere in atto nessuno dei suoi
propositi (un esempio è il personaggio di Ulrich nell’opera di Musil “l’uomo senza qualità”). . Il tema
centrale è l’alienazione, ovvero inettitudine che si trasforma in malattia (con Svevo) che diventa a sua volta
follia (con Pirandello). La focalizzazione è prevalentemente interna. I fatti sono introdotti attraverso le
percezioni e i pensieri del protagonista: il lettore è informato soltanto di ciò che ricade nell'ottica del
personaggio o che accade nella sua mente. Sul piano della tecnica narrativa il romanzo del ‘900 è
caratterizzato da profonde innovazioni che riguardano sia la struttura sia le scelte espressive. Gli autori
cercano di esprimere il "flusso dei pensieri " dei personaggi, cioè le loro riflessioni, i loro ricordi scritti in
maniera diretta, immediata. Questo può rendere la lettura difficoltosa perché gli scrittori tentano di
rendere la caoticità, la confusione, i salti temporali che la mente fa in pochi attimi. Alla composizione
disorganica del mondo, così come appare agli occhi dello scrittore, corrisponde una struttura compositiva
volutamente disarticolata, che si frantuma in una miriade di direzioni che rendono difficile seguire la
vicenda ed intendere ciò di cui si parla. (Difficile da seguire la vicenda).
Per quanto riguarda la narrativa europea nel ‘900 importanti sono le figure di Virginia Woolf in Inghilterra;
Proust in Francia, condizionato dal filosofo Bergson sulla sua concezione del tempo interiore (in questo
modo anche un minimo evento può riportare alla mente del protagonista un intero periodo della sua
infanzia che sembrava dimenticato dalla memoria, la quale, invece, agisce in base a meccanismi razionali);
Thomas Mann in Germania, Robert Musil in Austria e Franz Kafka in Repubblica Ceca. In Italia, le esperienze
più innovative sono quelle di Italo Svevo e di Luigi Pirandello.
Al centro della narrativa di Svevo c’è il tema della malattia come condizione esistenziale e la figura
dell’inetto. La sua trilogia di romanzi ( Una vita, Senilità e La coscienza di Zeno) si concentra sul disagio
psicologico contemporaneo. Zeno è una maschera delle incertezze dell’autore, del suo senso di
inadeguatezza e della sua inettitudine. Pirandello, invece, era convinto che dalla consapevolezza
dell’individuo di essere “tanti” e “nessuno” nascono l’alienazione, l’incomunicabilità e la solitudine
dell’uomo, che rifiuta la vita sociale perché gli imponeva maschere e ruoli fittizi.
L’interiorità del personaggio, di un uomo spesso inadeguato, impotente. Una sorta di anti-eroe
contrapposto all’eroe di quel Piacere di Gabriele D’Annunzio.
-Questa tensione, questa crisi, sono elementi che si ritrovano anche nel romanzo Novecentesco. Gli autori
si sentono autorizzati a creare personaggi sono antieroici.
-Malato;
-inetto_>> una malattia interiore, consapevolezza di non riuscire ad agire in base alle regole della società.
Pota lo smarrimento, incomunicabilità, l’alimentazione. La parola registra ciò che è la condizione
esistenziale, del testo stesso.
IL FU MATTIA PASCAL
fu Mattia Pascal è probabilmente uno dei romanzi più famosi dello scrittore siciliano Luigi Pirandello, in cui
vengono anticipati temi a lui cari che saranno ripresi successivamente in opere come Uno, nessuno e
centomila. Il fu Mattia Pascal è stato scritto da Pirandello in una fase rilevante, sia dal punto di vista storico
che personale, dell'autore.
IL FU MATTIA PASCAL: TRAMA Il libro di Pirandello racconta la storia di Mattia Pascal, che vive a Miragno, in
Liguria. Mentre si trova nella biblioteca della città, Mattia Pascal decide di raccontare la sua storia. Il
protagonista del romanzo racconta che in precedenza viveva insieme alla madre e al fratello Roberto in
condizioni agiate grazie al lavoro del padre, che investì soldi in proprietà. Dalla sua morte, avvenuta quando
Mattia aveva quattro anni e mezzo, si erano affidati a Batta Malagna, il quale per pagare i debiti iniziò a
venderle, arricchendosi sfruttando l’ignoranza della madre. Mattia Pascal era stato perciò costretto a
cercare lavoro trovandolo presso la biblioteca.
L’amico Pomino è innamorato di Romilda Pescatrice, la quale però si innamora di Mattia, che la sposa.
Mattia e Romilda vivono insieme alla suocera. La famiglia e il lavoro rappresentano una trappola per Mattia
Pascal. Lui e la moglie hanno due gemelle: la prima muore subito la seconda dopo un anno; poco dopo
muore anche la madre, così Mattia decide di andare in America. Si ferma a Montecarlo, dove gioca
d’azzardo al casinò per 12 giorni, andandosene con un bottino di 82 mila lire. Mentre in treno escogita un
modo per scappare dalla sua vita, +prof = (PER TROVARE UN VARCO COME MONTALE) legge il suo
necrologio: la moglie e la suocera, credendolo morto, lo avevano riconosciuto in un cadavere ritrovato in
quei giorni. Mattia decide di iniziare una nuova vita e sentendo due signori discutere sull’iconografia
cristiana, ricava il nuovo nome: Adriano Meis. Adriano getta la fede e si inventa un nuovo passato. Decide di
operarsi l’occhio strabico, di tagliare barba e capelli e da Milano si trasferisce a Roma. Qui vive in affitto in
una camera ammobiliata. Stinge amicizia con l’affittuario, la figlia Adriana e l’altra donna in affitto. Presto si
accorge che non avere un passato lo costringe alle bugie: molto iniziano a fargli domande personali, alle
quali lui risponde con storie inventate. Adriano continua a ripetere di essere libero, ma molto spesso il
ricordo va alla famiglia. Si innamora di Adriana e durante una seduta spiritica la bacia. La vuole sposare ma
non può perché Adriano Meis non esiste e sapendo di essere vivo per la morte ma morto per la vita, decide
di fingere un suicidio.(OCCASIONE SALVIFICA, lasciargli un’altra possibilità- c’è sempre Montale). Lascia
vicino al ponte un biglietto d’addio e torna al suo paese. Qui trova la moglie sposata con Pomino con una
figlia. Decide di non riprenderla in moglie ma di lasciarla all’amico, fa due giri intorno al villaggio ma
nessuno se ne accorge e si dirige verso la biblioteca. Ogni tanto va al cimitero, dove lascia dei fiori per
leggere la sua epigrafe.
IL FU MATTIA PASCAL: TEMI E SIGNIFICATO Ecco i motivi fondamentali del libro per Pirandello:
* La maschera che è ciascuna forma fittizia o reale che noi assumiamo. La maschera nasconde
i diversi stati psicologici e nasconde la vera identità che però non esiste (identità solida, sicura, vera).
* La vicenda viene rievocata sia come protagonista sia come narratore: il punto di vista
soggettivo del narratore è quello del protagonista stesso (sdoppiamento).
IL ROMANZO IL FU MATTIA PASCAL: il titolo serve a definire la condizione di chi non esiste. Che ha perso
l’identità definita dal nome. Elementi topico centrale. La spersonalizzazione, la mutazione Antropologica
che determina l’alimentazione ecc.
Per un certo periodo della sua vita egli si rivolge agli altri che gli chiedono consigli dichiarando di aver come
unica certezza quella del suo nome, ma poi perde anche quella certezza e il suo stesso nome.
Custode della biblioteca che un signore ha lasciato in eredità, piena di libri ammuffiti, questo luogo la
biblioteca di cui inseguito nel romanzo, non si parla più, ha un valore simbolico preciso: è un deposito di
libri abbandonati fuori dall’interesse di tutti, tanto che Mattia ammette di aver concepito lì dentro, così
misera stima di libri, siano essi a stampa o manoscritti, che ora non mi sarei mai e poi mai messo a scrivere
se non stimassi il mio caso. LA BIBLIOTECA DEL PAESE DI MATTIA RAPPRESENTA UN LUOGO CHE È FUORI
DAL TEMPO. Contiene libri antichi e carichi di storia. Anche il manoscritto di Mattia verrà lasciato lì tra gli
altri. Potrà essere letto solo 50 anni dopo la sua morte. IL TEMPO SOSPESO. Solo li Mattia può isolarsi, forse
esistere, e riflettere il suo destino. Ha sperimentato la morte senza essere morto. ASSENTE MA ESSENTE!
Giacché per il momento. Una premessa filosofica. L’avventura nasce dalla consapevolezza di quanto sia
inutile e senza senso raccontare, quella del racconto è un’attività destituita di valore.
La prima parte in cui Pirandello vuole già mostrare la che la sua vita è caratterizzata da doppiezze e
ambiguità. Di famiglia ricca Mattia si riprova dopo la morte di costui. Corrode giorno per giorno il
patrimonio, tenta Mattia di prendersi le sue vendette di rifarsi quando maligna sposa Oliva sarà Mattia a
metterla incinta e dal momento che malagna non riesce ad avere figli, ma sarà sempre Mattia a sposare
Romilda.
Il cap.6 è anomalo. Il titolo è TAC TAC TAC. Pirandello lo assegna. Un suono, non una parola, come se il filo
del racconto si spezzasse si elidesse, interrompesse improvvisamente.
Mattia è fuggito di casa, dopo ennesimo litigio con la suocera, vorrebbe andare a Marsiglia ed imbarcarsi
per un paese straniere. Ma decide di tentare la fortuna con gli ultimi soldi rimasti.
TANTO DA PAGARE DEBITI E CONDURRE UNA VITA SERENA. Ma lui sa bene che questa vita tranquilla è
impossibile. Perché continuerebbero i litigi ecc…
Sceglie il nome sentendo parlare due studiosi che non capivano chi rappresentava una statua o Andriano o
il Cristo.
Si ferma a Roma. Dove conosce Anselmo paneali, un vecchio pensatore il cognato trUffatore. Mattia di
innamora di Adriana, anche in questo caso l’amore non può realizzarsi, perché non ho capito chi trama
contro di lui, non può difendersi perché la sua falsa identità venga scoperta.
Scontro con un pittore Spagnolo che sfida Mattia a Duello, impossibilità di vedere amore realizzato con
Andriana.
In questa parte del romanzo Pirandello moltiplica i filo dell’Intreccio per ingarbugliate ancora di più.