Art 36 – si esprime il fine del lavoro come la retribuzione deve assicurare “l’esistenza libera e
dignitosa”; la dignità non è solo un punto di partenza nei principi fondamentali ma anche un punto
d’arrivo, un obiettivo per il paese costituito. Si sottolinea il cittadino non solo come individuo ma
come un soggetto con un’identità multipla, integrata nella società, (ad esempio nella famiglia, o
nel partito). In questo art sono poste le basi anche sul rapporto lavorativo anche attraverso la
riserva di legge, ad esempio sulla durata massima della giornata lavorativa.
Art 3 – quando si parla di protezione dalla discriminazione dovremmo piuttosto pensare all’art 3,
in particolare la pari dignità sociale (da un punto di vista formale) e il compito della Rep di
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale (promuovendo un’eguaglianza di fatto).
Quest’ultimo comma dando un compito alla Rep è forse difficilmente compatibile con la
definizione di stato liberale “ortodosso”, dove lo stato non entra mai in economia, almeno come
principio; piuttosto permette allo stato di essere economicamente e finanziariamente coinvolto
nel caso di necessità di adempiere alla missione di eguaglianza.
n.b. l’uguaglianza intende che casi uguali devono essere trattati in modo uguale, si deve applicare
il principio di ragionevolezza (che è il limite, la ponderazione tra i fini da raggiungere e i mezzi
scelti per il loro perseguimento)
[osservazione personale: era più una speranza, un obiettivo appunto, difficilmente raggiungibile
nella sua totalità]
Art 41 – tutela dell’iniziativa economica privata libera, questa libertà si inquadra nel principio
generale di autodeterminazione e i suoi limiti (nel periodo successivo dell’art, introdotti da una
doppia negazione per evidenziarne l’eccezionalità) delineano le diverse anime dei costituenti “non
può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà,
alla dignità umana”; limiti presenti ad esempio nella pubblicità commerciale diversi rispetto alla
manifestazione del pensiero, dove il limite è il buon costume.
Il terzo comma presuppone l’attività economica pubblica, non banale come considerazione
soprattutto nel contesto storico e sociale in cui la costituzione fu scritta.
Ora siamo in un periodo di nuova evoluzione (prima da stato interventista a regolatore), abbiamo
un ruolo nell’UE che non avremmo potuto immaginare 2-3 anni fa, l’emergenza sanitaria-
economica-sociale ha portato alla modifica di politiche europee che sono ora quasi di
ridistribuzione.