Alfredo Moliterni
1
Su cui, per tutti, M. D’Alberti, Autorità indipendenti, in Enc. Giur., IV, Roma, Treccani,
1995; Aa.Vv., I garanti delle regole, a cura di S. Cassese e C. Franchini, Bologna, il Mulino, 1996;
G. Amato, Autorità semi-indipendenti ed autorità di garanzia, in Riv. trim. dir. pubbl., 1997, 645
ss.; F. Merusi e M. Passaro, Le autorità indipendenti. Un potere senza partito, Bologna, il Mulino,
2003; M. Clarich, Autorità indipendenti: bilancio e prospettive di un modello, Bologna, il Mulino,
2005; Aa.Vv., Arbitri dei mercati, a cura di M. D’Alberti e A Pajno, Bologna, il Mulino, 2010.
2
A cui si riferiva M.S. Giannini, Profili storici della scienza del diritto amministrativo, in
Studi sassaresi, 1940, ora in Id., Scritti, II, Milano, Giuffrè, 2002, 161.
3
Come messo in luce già da M. D’Alberti, Diritto amministrativo comparato. Trasforma-
zioni dei sistemi amministrativi in Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia, Bologna, il Mulino,
1992. Con particolare riferimento all’esperienza statunitense, P. L. Strauss, The Place of Agencies
in Government: Separation of Powers and the Fourth Branch, in 84 Columbia Law Review (1984),
573 ss. Sull’innesto del modello nel contesto giuridico continentale e, in particolare, nell’or-
dinamento francese, C.A. Colliard e G. Timsit, Les autorites administratives independantes, Paris,
Puf, 1988; con riguardo all’ordinamento tedesco, si veda U. Kischel, Delegation of Legislative
Power to Agencies: A Comparative Analysis of United States and German Law, in Administrative
Law Review, 46, 1994, 213 ss.; per l’ordinamento europeo, si veda M. Shapiro, A compari-
son of US and European independent agencies, in Comparative Administrative Law, in Comparative
administrative law2, edited by S. Rose-Ackerman, P. L. Lindseth e B. Emerson, Cheltenham
(UK)-Northampton (USA), Edward Elgar Publishing, 2017, 234 ss.
4
Come li ha definiti F. Merusi e M. Passaro, Le autorità indipendenti, cit., 68 ss.
5
D’altra parte, come sottolineato da M. D’Alberti, Il valore dell’indipendenza, in Arbitri
dei mercati, cit., 11 «non c’è un modello che presiede all’istituzione delle Autorità indipenden-
ti; esse vengono istituite là dove servono».
6
Il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2021 – emanato ai
sensi dell’art. 47, l. 23 luglio 2009, n. 99, e sulla base degli impegni assunti dall’Italia nel Piano
Nazionale di Ripresa e di Resilienza – è stato approvato dal Consiglio dei ministri in data 4
novembre 2021 ed è stato successivamente trasmesso all’esame del Senato della Repubblica
(A.S. 2469). Il d.d.l., oltre a dettare misure pro-competitive e di riduzione degli ostacoli alla
concorrenza in molti ambiti e settori dell’ordinamento (sulla base della Segnalazione dell’Au-
torità garante della concorrenza e del mercato del 19 marzo 2021, Proposte di riforma concor-
renziale ai fini della legge annuale per il mercato e la concorrenza anno 2021 – AS1730), prevede,
in fine, una Sezione IX sulle «Nomine nelle Autorità indipendenti» recante l’art. 32 («Procedure di
selezione dei presidenti e dei componenti delle Autorità amministrative indipendenti»).
7
Su cui, di recente, Aa.Vv., Lo Stato promotore. Come cambia l’intervento pubblico nell’e-
conomia, a cura di F. Bassanini, G. Napolitano e L. Torchia, Bologna, il Mulino, 2021. Con
particolare riferimento alla transizione ecologica, sia consentito il rinvio a A. Moliterni, La
sfida ambientale e il ruolo dei pubblici poteri in campo economico, in Rivista Quadrimestrale di diritto
dell’ambiente, 2020, n. 2, 32 ss.
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la nuova disciplina sulle nomine nelle autorità indipendenti
8
Si vedano, nella XIV legislatura, gli A.C. 2052-A.S. 956 (Disposizioni in materia di
Autorità indipendenti), l’A.C. 2224 (Nuove norme in materia di autorità di garanzia, regolazione e
vigilanza), l’atto del Senato n. 1366 della XV Legislatura (Disposizioni in materia di regolazione
e vigilanza sui mercati e di funzionamento delle Autorità indipendenti preposte ai medesimi). Su tale
ultima iniziativa si veda G. Napolitano e A. Zoppini, Le autorità al tempo della crisi, Bologna, il
Mulino, 2009.
9
Si pensi all’avvio, nella XIII legislatura, dell’indagine conoscitiva deliberata dalla
Commissione affari costituzionali della Camera, finalizzata a censire il numero delle autorità
proprio al fine di giungere alla predisposizione di una disciplina legislativa unitaria.
10
Sulle diverse iniziative di riforma e sui rischi connessi all’approvazione di una legge
generale sulle autorità indipendenti, si veda A. Pajno, Quali prospettive per le autorità indipenden-
ti?, in Arbitri dei mercati, cit., 422 ss.
11
Si veda l’art. 23, d.l. 6 dicembre 2011, n. 201 (convertito in l. 22 dicembre 2011,
n. 214), il quale è intervenuto per ridurre il numero dei componenti proprio «al fine di
perseguire il contenimento della spesa complessiva per il funzionamento delle Autorità am-
ministrative indipendenti» (c. 1). Va peraltro segnalato che successivi interventi legislativi
hanno ristabilito il numero originario di componenti (come nel caso della Commissione
nazionale per le società e la borsa-Consob e della Autorità di regolazione per energia reti
e ambiente-Arera) o, comunque, hanno introdotto un numero maggiore di componen-
ti rispetto a quanto previsto nel 2011 (come nel caso della Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni-Agcom). In maniera non del tutto coerente, nel panorama delle principali
autorità indipendenti, il collegio più ristretto (composto da tre membri) opera solamente per
l’Antitrust, sebbene la stessa sia caratterizzata dall’attribuzione di poteri assai penetranti per
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alfredo moliterni
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la nuova disciplina sulle nomine nelle autorità indipendenti
titolo gratuito. Ai membri della Commissione non spetta alcun compenso, indennità, gettone
di presenza, rimborso di spese o emolumento comunque denominato».
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Quanto alle candidature, l’art. 32, c. 3, del d.d.l. precisa che «La Commissione, an-
che sulla base delle manifestazioni di disponibilità ricevute, a seguito di un avviso pubblico,
dai soggetti competenti alla nomina dei presidenti e dei componenti delle Autorità di cui al
comma 1, verifica la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa vigente in relazione alla
nomina dei componenti di ciascuna Autorità». In sostanza, pur individuandosi nella pubblica-
zione dell’avviso la modalità ordinaria di avvio del procedimento di nomina non si esclude –
almeno sul piano astratto – che la stessa Commissione possa individuare qualche nominativo
all’esterno di tali candidature.
18
Come previsto espressamente al c. 3 dell’art. 32 del d.d.l.
19
Ai sensi del c. 4 dell’art. 32 del d.d.l., «ferme restando le specifiche disposizioni di
legge che disciplinano le competenze per la nomina dei membri di ciascuna Autorità di cui
al comma 1, i soggetti competenti nominano il presidente e i componenti tra i candidati
individuati nella lista trasmessa ai sensi del comma 3».
20
Il c. 3 dell’art. 32 del d.d.l. precisa infatti che «al fine di consentire il perfeziona-
mento della procedura di nomina non oltre tre mesi antecedenti alla data della scadenza del
mandato del presidente o del componente in carica, l’istituzione della Commissione e la tra-
smissione della lista di cui al primo periodo devono avvenire con congruo anticipo». Si tratta
di una previsione che tenta di ovviare ad una delle maggiori criticità che ha riguardato taluni
procedimenti di nomina, che si sono spesso conclusi molto tempo dopo la scadenza naturale
del mandato da presidente o da componente.
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alfredo moliterni
21
Sulle cui attività e funzioni si veda il sito https://publicappointments.cabinetoffice.gov.
uk, il quale assicura la massima trasparenza delle procedure di nomina delle principali cariche
pubbliche, attraverso la pubblicazione dei requisiti e delle competenze richiesti, dei nomina-
tivi dei membri della commissione di selezione e delle specifiche modalità di svolgimento e
articolazione delle procedure. È inoltre importante il ruolo svolto, in termini di controllo e
monitoraggio, anche dal Commissioner for Public Appointments.
22
Come conferma lo stesso fatto di aver individuato, in alcuni casi, esperti di naziona-
lità non britannica: sul punto, M. D’Alberti, Il valore dell’indipendenza, cit., 20 s.
23
Si veda Tar Lazio, Roma, sez. I, 16 luglio 2020, n. 8162, il quale – superando il di-
verso orientamento sostenuto da Tar Lazio, Roma, sez. I, 30 dicembre 2014, n. 13293 – ha
precisato che «il potere di nomina è esercitato da organi di vertice delle istituzioni democrati-
che che sono chiamati a esprimere una “scelta politica” in ragione della posizione di massima
imparzialità rivestita nel sistema». E tuttavia, tale caratteristica è stata valorizzata con riguardo
alle nomine che vedono il coinvolgimento dei Presidenti delle Camere: non a caso si precisa
«la assoluta peculiarità dell’atto adottato sotto il profilo soggettivo, che non è riconducibile
alla volontà di un organo del Governo o comunque di un soggetto che appartiene al potere
esecutivo, bensì di organi costituzionali quali sono i presidenti delle due Camere, il cui atto di
investitura è di derivazione parlamentare». Sulla problematicità del riferimento alla categoria
dell’atto politico – e sulla preferibilità del richiamo alla categoria degli “atti costituzionali”
– si veda, di recente, V. Cerulli Irelli, L’amministrazione “costituzionalizzata” e il diritto pubblico
della proprietà e dell’impresa, Torino, Giappichelli, 2019, 36 ss.; ma si vedano già P. Barile, Atto
di governo (e atto politico), in Enc. dir., IV, Milano, Giuffrè, 1959, 224 ss.; E. Cheli, Atto politico e
funzione di indirizzo politico, Milano, Giuffrè, 1961.
24
Come sostenuto, ancora, da Tar Lazio, I, n. 8162/2020, secondo cui «l’atto di no-
mina è, in tal senso, “libero nei fini”, in quanto rispondente a superiori esigenze di carattere
generale e adottato con lo scopo di tutelare gli interessi della collettività, in ragione della na-
tura degli organi costituzionali da cui promana e a cui è riconosciuto il compito di compiere
la relativa scelta».
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25
Come sottolineato da A. Pajno, Quali prospettive per le autorità indipendenti?, cit., 433
secondo cui «una nomina priva di qualità rischia alla fine, di diminuire la qualità dell’indi-
pendenza dalle autorità».
26
Ai sensi dell’art. 1, d.l. 8 aprile 1974, n. 95, convertito nella l. 7 giugno 1974, n. 216.
27
Ai sensi dell’art. 2, c. 7, l. 14 novembre 1995, n. 481.
28
Ai sensi dell’art. 13, c. 3, d.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, il Presidente è nominato su
proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con
il Ministro della giustizia e il Ministro dell’interno; i componenti sono nominati su proposta
del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione.
29
Ai sensi dell’art. 18, c. 3, d.lgs. 5 dicembre 2005, n. 252.
30
Come è noto, successivamente alla proposta del Ministro o del Presidente del Con-
siglio può intervenire una deliberazione del Consiglio dei ministri e, in alcuni casi, anche
l’approvazione da parte delle Commissioni parlamentari competenti con maggioranza di 2/3.
Alla luce di ciò, è da ritenersi che, in caso di mancata approvazione del nominativo da parte
dei successivi organismi (ad esempio da parte della Commissione parlamentare), il soggetto
competente ad effettuare la proposta sarà tenuto a proporre un nuovo nominativo attingendo
alla medesima rosa di nomi già formulata dalla Commissione.
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alfredo moliterni
poter fare utilmente riferimento nel nostro ordinamento, l’art. 32, c. 1 del
d.d.l. fa rinvio all’elenco delle nove autorità indipendenti già espressamen-
te individuate dal legislatore nell’art. 22, c. 1, d.l. n. 90/201431. Tuttavia, il
medesimo comma precisa che il meccanismo in esame non è direttamente
applicabile ai procedimenti di nomina di competenza delle Camere o dei
relativi Presidenti32. Alla luce di tale specificazione, quindi, l’art. 32 non vin-
colerebbe – allo stato – la procedura di nomina dei componenti dell’Agcom
(ad eccezione del Presidente)33, dell’Autorità garante della concorrenza e
del mercato, del Garante per la protezione dei dati personali e della Com-
missione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi
pubblici essenziali. Si tratta di una scelta che parrebbe essere legata all’esi-
genza di scongiurare una possibile lesione – da parte del governo in sede di
approvazione del d.d.l. – dell’autonomia degli organi costituzionali coinvolti
nel procedimento di nomina34. E tuttavia, non può non rilevarsi che siamo
dinanzi ad una rilevante restrizione dell’ambito di applicazione della norma,
la quale rischia in parte di attenuare l’impatto indubbiamente positivo della
riforma.
In ragione di ciò, è da auspicare che il senso di responsabilità istituzio-
nale mostrato dal governo nell’acconsentire alla (non usuale) auto-limitazione
delle proprie prerogative politiche con riguardo ai procedimenti di nomina
che vedono un più netto protagonismo del Presidente del Consiglio o di
singoli ministri possa contraddistinguere anche l’atteggiamento del Parla-
mento e dei Presidenti delle Camere, quantomeno nell’assicurare che le
procedure di nomina di loro spettanza si adeguino il più possibile ai principi
e ai criteri ricavabili dalla norma in esame35.
31
Si veda la precedente nota 13.
32
Ai sensi dell’art. 32, c. 1, del d.d.l. si precisa infatti che «il presidente della Camera
dei deputati, il presidente del Senato della Repubblica e le Camere provvedono, nell’ambito
della loro autonomia costituzionale, a disciplinare le procedure di nomina di rispettiva com-
petenza».
33
Ai sensi dell’art. 1, c. 3, l. 31 luglio 1997, n. 249, il Senato e la Camera eleggono due
commissari ciascuno, mentre il Presidente è nominato su proposta del Presidente del Consi-
glio dei ministri, d’intesa con il Ministro dello sviluppo economico.
34
Sebbene vada evidenziato – rispetto ad una simile ipotesi – che il disegno di legge
di iniziativa governativa sarebbe stato comunque oggetto di un approfondito esame da parte
Parlamento in sede di approvazione della legge di concorrenza: pertanto, sarebbe stata co-
munque una legge dello Stato a limitare il concreto esercizio del potere di nomina da parte
delle Camere e dei suoi componenti.
35
D’altra parte, l’estensione anche a tali nomine di una simile fase di selezione tecnica
delle candidature consentirebbe di introdurre elementi di maggiore razionalità, soprattutto
in relazione alla scelta – operata negli anni Novanta e, quindi, in un diverso sistema politico-
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