𖦹Nome- Willow
𖦹Cognome- Sunfleaf
𖦹Soprannome- La maggior parte dei soprannomi sono semplicemente modi in cui esso
si appella a se stesso, alcuni di questi sono: La giustizia, La libertà, La bilancia. Per
coloro che invece lo conoscono nell’intimità, Will è un soprannome più che accettabile.
⚤︎Genere- Maschio
𖦹cosa gli piace- Sapere che le persone a cui tiene sono al sicuro è uno dei suoi più
grandi piaceri, farebbe di tutto pur di proteggere i suoi affetti.
Parlando di piaceri meno astratti, adora l’alcool ed ascoltare storie, tutti hanno qualcosa
da raccontare, un motivo per cui combattono.
Adora inoltre gli animali, pensa che siano gli unici esseri a non aver il bisogno di tradire
e colpire alle spalle, gli unici esseri ad essere totalmente sinceri gli uni con gli altri.
𖦹cosa non gli piace- Le accuse volte ingiustamente agli innocenti, chi non sa giustificare
le proprie azioni, ma la cosa che indubbiamente odia di più, è lo schiavismo. Detesta a
morte chi sfrutta gli altri, chi non lascia la libertà di scelta al prossimo.
Prova un certo fastidio quando, chiedendo a qualcuno, quello non riesce a raccontargli
una storia avvincente, lo considererà una persona noiosa, non degna di nota.
𖦹 curiosità- Spesso soffre di terribili visioni. Visioni che gli mostrano terribili scenari di
morte e distruzione. Lui pensa che siano previsioni del futuro, di essere il prescelto che
dovrà fermare tutto questo, ma la verità ancora è celata.
Ha con sé sempre un piccolo serpente bianco, che di solito porta attorcigliato al braccio,
è uno dei suoi pochi veri amici, si chiama Bis.
Riguardo alla sua occupazione all’inferno, l’impegno che mette in ogni singolo lavoro
varia molto in base alla storia che gli viene raccontata, varia in base alla giustificazione
che il cliente dà nel voler morto l’obbiettivo. Questa, più sarà convincente ed originale,
più porterà ad una realizzazione pulita del lavoro. Viceversa, se la giustificazione sarà
carente o, addirittura, assente, potrebbe portare addirittura ad un rifiuto dell’incarico.
𖦹rapporti- ///
𖦹Peccato- Ha tolto innumerevoli vite per ciò che riteneva giusto, le sue intenzioni erano
buone, i metodi purtroppo un po’ meno.
𖦹Poteri- Willow si identifica come l’essenza della caccia e della giustizia, per questo i
suoi poteri sono legati principalmente a questi due valori. L’arco che porta con se nasce
da lui stesso, è un pezzo della sua anima, così come le frecce che incocca. Frecce che,
a comando, possono cambiare piano di esistenza* e ritornare nel piano originale, quasi
si teletrasportassero. Quando esse colpiscono il bersaglio, inoltre, ritornano al loro posto
nella faretra. La freccia bianca è la più dolorosa, intrisa di veleno urticante che si
espande per il corpo della vittima, destinata a coloro che non hanno avuto buone
giustificazioni per le loro azioni. La nera invece ha un effetto soporifero sulla vittima,
facendola lentamente cadere in un dolce sonno letale, destinata invece a coloro che
hanno svolto le loro azioni secondo una morale.
Quando assume la sua forma da caccia, il suo aspetto cambia, mutando in qualcosa di
più animalesco. Una corteccia bianca gli cresce sul volto, andando a formare quella che
sembra una maschera, le sue articolazioni diventano più lunghe, e la sua agilità
aumenta. Lo usa tuttavia solamente per raggiungere luoghi adatti ad una chiara visuale
sul bersaglio, e mai in un vero e proprio combattimento.
*Cambio del piano d’esistenza: la dimensione alternativa in cui la freccia scoccata viene
portata è una replica 1:1 della normale dimensione in cui ogni essere vive,
semplicemente, è completamente vuota. Lo spazio percorso in questo piano d’esistenza
equivale a quello percorso in quello originale, tuttavia quest’abilità dà la possibilità alla
freccia di superare ostacoli solidi.
𖦹Armi- Un coltello da caccia ed un arco con due sole frecce, una nera ed una bianca.
𖦹Punti deboli- Principalmente, nella sua forma da caccia, la maschera è ciò che se colpito lo
destabilizza di più, in quanto è una delle cose più importanti per lui. In base al danno subito alla
maschera ci sono 2 possibilità: o perde completamente le staffe, o si deprime fino a non voler più
combattere.
Ha un pessimo vizio: quando riceve una giustificazione abbastanza sufficiente ad accettare il
lavoro, chiederà direttamente alla vittima, prima di provare ad ucciderla, se ha compiuto quelle
gesta secondo una morale. Se la riterrà valida, si potrà eventualmente convincere ad evitare lo
scontro, passando ad una conversazione.
𖦹altezza, e particolari tratti fisici- Come la sua personalità, la sua forma fisica è divisa in due
forme ben distinte. La prima, la forma base, quella che si definisce come “WIllow Sunleaf”, è
riconoscibile dall’altezza di poco meno d’un metro, da un vestiario relativamente normale: Un
cappuccio con mantello che arriva a metà schiena, il cui interno sembra proiettare chi lo guarda
all’interno d’una nebulosa, dei guanti, ove sul dorso del destro si denota un simbolo stilizzato; un
occhio trapassato orizzontalmente da una linea.
La forma da caccia, che si riferisce a se stessa come “La giustizia” o “La pietà”, assume tratti
decisamente più bestiali. Zampe simili a quelle di un imp prendono il posto delle sue normali
gambe; l’intero vestiario cambia, diventando quasi composto da foglie e corteccia, e sul volto una
maschera di bianca corteccia compare, prendendo forse il posto della pelle vera e propria. Delle
volte si possono notare altre caratteristiche bestiali, come delle corna da cervo sul capo, una
coda da serpente sulla parte bassa della schiena e simili.
𖦹Backstory-
“Io sono la giustizia, sono colui che vendicherà le anime che hai sacrificato, la mia freccia porterà
la pace”
Il corpo del povero mercante non venne mai trovato, ma questo non impedì agli affetti di
commemorarlo con una cerimonia funebre, tenutasi al crepuscolo dell’ultima giornata della
seconda settimana dalla scomparsa dell’uomo.
Lui era lì, aveva pregato che quell’anima non soffrisse all’inferno, ma la giustizia doveva fare il
suo corso, questo si ripeteva.
Era da sempre stato un bambino strano. Forse per l’essere cresciuto in mezzo alla foresta,
senza altri contatti umani se non i genitori; tuttavia questo lo portò a simpatizzare per gli animali,
a creare storie avvincenti per ognuno di loro, e crearsi le proprie convinzioni riguardo alla nascita
di tutti i fenomeni naturali che lo circondavano. Pensava a se stesso come il Dio del mondo che
si era creato, è in questo periodo che fece conoscenza della Giustizia.
Durante la sua giovane adolescenza, tremende visioni lo tormentavano. Il mondo bruciava tra
terribili agonie, come se l’inferno stesso fosse emerso dalle viscere della terra per trasformare
tutto ciò che amava e conosceva in cenere e fiamme.
Tuttavia, c’era sempre una figura nota nelle sue visioni, era solo una sagoma, l’unica cosa di cui
era certo, era che combatteva contro ciò che lui definiva come “male”.
Le visioni gli parlavano, durante i sogni, durante le meditazioni, gli raccontavano di come
l’ascesa dell’inferno sarebbe avvenuta per via dei malviventi che popolavano quel mondo, per via
dei continui peccati della razza umana, e che presto il mondo sarebbe sprofondato.
La Giustizia, come aveva iniziato a definirsi, era l’altro lato della medaglia, quello che aveva
ascoltato troppo le voci, e che si era convinto di essere l’unica soluzione per la salvezza del
mondo.
Fu per questo che se ne andò di casa, portando con se solamente lo stretto necessario per poter
sopravvivere.
Passava la maggior parte del tempo a studiare la propria preda, conoscerne le abitudini, essere
sicuro al 100% d’aver compreso le motivazioni di ciò che l’aveva fatto finire nel suo mirino e, al
momento giusto, ucciderlo, facendo del tutto scomparire il cadavere nel nulla.
Aveva passato anni con questa procedura finché, malauguratamente, un giorno, non finì in una
trappola.
Aveva ascoltato, di nascosto credeva lui, una conversazione tra due individui, riguardo ad un
certo schiavista che da poco era arrivato in villaggio, non poteva farsi scappare un’occasione del
genere.
Recatosi un paio di notti dopo nella fasulla abitazione dell’inesistente criminale, fu sua sorpresa
trovare che, al posto di una casa ben’arredata, v’era un gruppo di individui pronto ad
imbavagliarlo e catturarlo. Non appena l’illuminazione permise al ragazzo di vedere le facce dei
suoi rapitori, un certo gelido brivido scese lungo la sua schiena. Riconosceva i volti, uno dopo
l’altro, erano famiglie che aveva “liberato” dai tiranni che a detta sua li controllavano; Madri,
padri, figli, sorelle, fratelli.. Erano lì per vendetta.
Non riusciva a comprendere come potessero provare rancore dopo avergli reso quel servizio, li
aveva salvati, liberati dalle grinfie di persone malvagie, ma tutto questo non aveva oramai
importanza, la sua fine si stava avvicinando.
Non fu decisamente una morte istantanea. Venne pestato più volte, gli venne addirittura cavato
l’occhio sinistro, e la gola gli venne recisa, ponendo fine alla sua miserabile vita da assassino.
𖦹Backstory-
𖦹Foto pg-