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SENSAZIONI DIGITALI Ho smaltito il grasso superfluo sul cuore, una dieta a base di solitudine e frasi di convenienza, Ho messo sul piatto della bilancia I baci frettolosi e il sesso orario, Tenevo di conto le chilocalorie spese per ogni orgasmo, i minerali persi per ogni goccia di sudore, la durata di ogni incontro sessuale (comprese le finte coccole) Scandivo il tempo con surrogati elettronici di poche pretese, Non basta, ora, che mi impossessi Di questi residui di realt, Non basta, ora, dilatare le percezioni, Non basta, ora, questo corpo marginale, Non basta, ora, il vuoto, Perch siamo qui, ostaggi della realt. Display digitali su cui scorre la realt. Organi artificiali Per dilatare le percezioni. Filamenti di rame e fibre ottiche Per trasmettere questo corpo analogico In sterili realt virtuali Tenendo di scorta Il vuoto dei limiti sensoriali.

TEMPO PASSATO Il tempio del tempo Passato, nascosto dentro il mare, prigioniero della mano rossa di un dio ubriaco, palazzo quadrato fatto di sfere trasparenti, piene dacqua che cattura ricordi e memorie passate, turbini i e mulinelli agitano vite passate che vissero un tempo e che vivono nel tempo, in un tempo schiavo del dio dalla mano tremante, padrone del tempo nel tempo che brucia il presente e che corre dietro al tempo a venire.

FONDAMENTA DI UNA TERRA PROMESSA. Il peccato dentro di me, ed in lui sono chiuso io, una terra ed una luna senza ruoli, fratelli masticatori di polvere di spazio, chiusi in un vagone che corre senza testa e senza fumo coi vetri chiusi da mille colori, al buio. Ci stiamo cancellando Mentre ci baciano Con la notte, bianche distese del buio scendono sulle nostre teste, parleremo solo dopo la morte, perch ora le nostre bocche sono tappate dalle mani dei sordi. I miei piedi sono gi nel fiume, solo andare avanti che manda il mio piede davanti allaltro, vedere con gli occhi una luce sulla riva coperta dagli alberi e dai fiori.

NASTRI SFILACCIATI Cattivo il ricordo Che non si presenta a morire E che dorme il suo sonno Lontano, e gioca con nastri sfilacciati che perdono fili rossi e non li lega ad ali di farfalle libere ma li perde in visioni impossibili di giorni di tempi a venire, le orme e i disegni lasciati sulla sabbia vengono cancellati nel ricordo della marea che li cancella e li passa alla memoria del vento e questa li lega al sogno della pietra ed insieme si sgretolano nella polvere e ritornano alla madre nascondendosi nelle sabbia e costruiscono altre orme e altri disegni che muoiono nel ricordo.

Federico Penza
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federico.penza@alice.it

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