Epilessia focale idiopatica. Prevalenza 0,3% dei bambini all’esordio con crisi non febbrile. 2-7%
delle crisi focali benigne dell’infanzia. Età d’esordio 3m-16 aa, picco 8-9 anni.
Può essere presente storia familiare di epilessie o cefalea (raramente familiarità per s. Gastaut).
Clinica: crisi frequenti, diurne, durata di qualche sec (max 3 min); sintomi visivi più frequenti di
quelli non visivi. Possibile progressione in emiconvulsione o crisi generalizzate tonico-cloniche.
Cefalea post-critica.
I sintomi visivi sono i primi e spesso gli unici (origine occipitale): allucinazioni visive semplici;
pattern colorati circolari alla periferia, amaurosi, allucinazioni visive complesse.
I sintomi NON visivi in genere appaiono dopo quelli visivi: deviazione tonica occhi, fluttering
palpebrale o chiusura ripetitiva degli occhi, dolore oculare o allucinazione di movimenti oculari.
EEG. Intercritico: normale attività di fondo, ampie onde lente che si ripetono ogni 2-3 sec al lobo
occipitale e postero-temporale di uno o entrambi gli emisferi; scomparsa all’apertura degli occhi.
Sequenza di anomalie occipitali sinistre che, compaiono alla chiusura e scompaiono all’apertura
degli occhi (fixation-off). Attivazione dei parrossismi durante il sonno. Critico:scomparsa di onde
lente occipitali e comparsa di scariche con ritmo veloce e ampiezza più bassa.
Diagnosi differenziale: emicrania con aura; sdr di Panayiotopulos; epilessie occipitali sintomatiche
Terapia con CBZ o OXCBZ (buona risposta in più del 90% dei casi). La terapia è mandatoria
quando presenti crisi tonico-cloniche generalizzate. Possibile scalo 2-3 aa dall’ultimio episodio di
sintomatologia visiva, ma rapido ripristino se ricomparsa degli stessi.
Prognosi: remissione del 50-60% dei casi entro 2-4 anni dall’esordio. 40-50% dei pz continua ad
avere crisi con sintomi visivi e convulsioni tonico-cloniche generalizzate
Età d’esordio 4-10 aa, picco 5-7 aa. Familiarità per epilessia possibile.
Clinica: crisi pluriquotidiane con assenze tipiche di breve durata (meno di 10 min) con inizio
immediato, senza aura, perdita di contatto, sporadiche crisi tonico-cloniche al risveglio,
automatismi brevi e poco importanti, fine brusca senza fase post-critica.
Terapia: necessità di terapia perché crisi molto frequenti; etosuccimide, valproato, lamotrigina (in
monoterapia o combinata).
Clinica: crisi spaniolettiche, crisi in cluster al risveglio di breve durata a volte incompleta perdita
del contatto, crisi tonico-cloniche generalizzate al risveglio che precedono l’assenza, possibili crisi
miocloniche, possibile stato di male di assenza.
Terapia con valproato, lamotrigina (in caso di rischio tetratogeno o effetti collaterali).
Prognosi meno favorevole, condizione che persiste per tutta la vita. 80% dei casi ottiene un buon
controllo con la terapia.
Epilessia generalizzata idiopatica. Rappresenta il 5-10% di tutte le epilessie. 1 caso ogni 4-5
epilessie idiopatiche generalizzate. Le femmine sono più soggette per la precoce maturità
ormonale.
Età d’esordio 8-20 aa, picco 14 aa. Convulsioni febbrili nel 5-10% dei pz.
Clinica: spesso subito dopo il risveglio, precipitate da deprivazione di sonno. Crisi miocloniche
bilaterali, singole o in cluster, aritmiche, irregolari, predominanti agli AASS. Inibizione post-
mioclonica (caduta arti, rare cadute a terra). Spesso associate a convulsioni generalizzate tonico-
cloniche e più raramente ad assenza
Fattori favorenti le crisi: irregolarità del ritmo sonno/veglia; assunzione di alcol; stimoli
luminosi stroboscopici
Terapia: counseling per lo stile di vita (Regolarità del ritmo sonno/veglia, evitare assunzione di
alcool, evitare stimoli luminosi stroboscopici. Alcuni farmaci antiepilettici possono dare effetto
paradosso. Valproato è il farmaco di scelta.
Prognosi: remissione possibile, almeno parzialmente, con l’età. 80-90% ottiene un buon controllo
con la terapia. Prognosi dipendente dal sottotipo: forma classica 5% sospende terapia senza
recidive ma 40% ha recidive nonostante la terapia; forme che evolvono dall’epilessia tipo assenza
dell’infanzia 8% ottiene remissione con terapia, nessuno senza terapia
TAKE HOME MESSAGE:
Le epilessie idiopatiche sono frequenti in età pediatrica e presentano una distribuzione età
correlata. La diagnosi di epilessia idiopatica non è una diagnosi di esclusione ma è una diagnosi in
positivo basata su un preciso inquadramento elettro-clinico La RMN cerebrale non è indicata in
tutti i casi Alcune epilessie, in particolare le occipitali, richiedono un iter diagnostico differenziale
più ampio. La terapia non è indicata in tutti i casi e in alcune forme (e. mioclonica giovanile) va
protratta per tutta la vita Una corretta diagnosi è fondamentale, visto il possibile aggravamento se
scelta della terapia sbagliata. CBZ peggiora epilessia mioclonica giovanile o assenze, può favorire
evoluzione in ESES nella epilessia rolandica
Sdr. Gastaut: terapia con carbamazepina è consigliabile per la frequenza elevata delle crisi.
Epilessia mioclonica dell’infanzia: 10-20% dei pz non trattati presenta lieve deficit cognitivo,
motorio o comportamentale. Panayiotopulos: terapia cronica raramente necessario, importante
terapia s.o per interrompere possibile evoluzione in stato di male.
Immobilizzare la persona
Inserire fazzoletti in bocca
Rialzarla appena termina la crisi
Darle da bere a crisi terminata
Praticare la respirazione artificiale d’emblèe
Somministrare farmaci a crisi terminata
Non somministrare una quantità di medicinale superiore a quella prescritta dal medico per il
paziente.
Quando chiamare il 118 per una crisi epilettica? se la crisi dura più di 5 minuti dopo il farmaco, se
vi è una seconda crisi a breve distanza dalla prima, se vi sono segni di traumi, se la crisi avviene in
acqua, se sei in dubbio