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Dieselgate

Il dieselgate fu uno scandalo che coinvolse diverse case automobilistiche per l’uso di un software nella
centralina della macchina che modificava i valori delle emissioni di CO 2 (anidride carbonica) e di NO
(monossido di azoto).

Questo software durante di test di omologazione andava a modificare le letture delle emissioni del motore
per farle rientrare nei limiti consentiti dalle norme sull’inquinamento. Il valore reale di queste emissioni era
di 40 volte superiore a quello imposto dalla legge.

La casa automobilistica che iniziò questa frode fu la Volkswagen ma in seguito furono scoperte anche la
Audi, la Seat e la Skoda, in quanto montavano lo stesso modello di motore. Anche la Porsche usava quel
tipo di motore ma si dichiarò ingannata e fece causa alla Audi. Diversi dirigenti della Volkswagen furono
arrestati e processati per frode e diversi manager delle altre case furono processati per associazione a
delinquere.

Nel 2017 il tribunale di Venezia ha decretato che tutti i veicoli che sono stati acquistati tra il 15 agosto del
2009 e il primo ottobre del 2017 dei gruppi sopra citati che montavano motore AE 188 EURO 5 avevano
diritto al rimborso del 15% del valore dell’automobile acquistata. Questo processo prese il nome di Class
Action.

Il promo verdetto è stato emesso il 10 ottobre 2020 con la vittoria del consumatore condannando la casa
automobilistica a rimborsare il 20% del valore dell’auto e a pagare tutte le spese legali.

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