Il diario
terapeutico
Raddoppia il potere di ogni terapia
Il diario terapeutico
Raddoppia il potere di ogni terapia
Di Paolo Baiocchi
© Gestalt Empowerment Italia srls
I
n questo scritto voglio descrivere uno strumento che
ha rivoluzionato letteralmente la mia vita personale e
professionale: il diario terapeutico.
È
un diario molto diverso dal comune diario
narrativo, strumento di viaggio che accompagna la
vita di così tante persone.
1. Temi nevrotici
2. Soluzioni
3. Piano di azione concreto
Esempio
TEMA NEVROTICO
SOLUZIONE
Esempio:
a) scriverò un bozza
d) la pubblicherò
I
l diario terapeutico non nasce da una mia idea. Ma
dalla disperazione, dal caso e dall’intervento fortunato
di un’amica.
Il problema
I
l diario terapeutico ha tre principali funzioni:
a) a s s i s t e l a m e m o r i a , s o t t r a e n d o a l l ’o b l i o l a
consapevolezza dei temi e degli obiettivi personali
a) sul contenuto
b) sul contenitore
Perché?
Per sviluppare la propria volontà, una persona deve
ritirarsi in un unico luogo: la relazione che ogni persona ha
con se stessa. Deve tentare di praticare l’auto-
contenimento. Deve restare da sola e provare a reggere le
emozioni, le pulsioni e i pensieri con la sola forza della
propria coscienza.
A B
• il loro allenamento
N
el tempo ho scoperto che il diario terapeutico
permette di fare contatto con un aspetto della
persona che non è possibile cogliere altrimenti in
seduta: quello che si manifesta quando la persona
abbandona l’identità sociale e assume la propria identità
interiore.
Mi spiego.
Quando siamo in relazione con qualcuno, noi attiviamo la
nostra identità sociale. Quando invece siamo da soli con noi
stessi, questa identità lascia il posto a ciò che noi siamo
senza maschere sociali: la relazione verticale esistente tra la
coscienza e l’organismo.
Luigi Pirandello, in “Uno, Nessuno e Centomila”, illustra
quanto ogni individuo sia intrappolato nelle identità che
inevitabilmente costruisce nelle relazioni con gli altri.
Il diario terapeutico va fatto compilare quando il paziente,
finita la seduta, si raccoglie per dieci, venti minuti nella sala
di aspetto e scrive, a caldo, le cose fondamentali emerse
nella seduta con il terapeuta.
“La seduta dura un’ora, poi lei si sieda nella sala d’aspetto e
compili il diario terapeutico relativamente ai temi che
abbiamo discusso in seduta. Lo faccia subito dopo la seduta.
Porti sempre con sé il diario terapeutico quando viene in
seduta, perché la prossima volta leggerà rapidamente quello
che ha scritto. Ha a sua disposizione al massimo una facciata
per seduta. Non compili su questo diario annotazioni
riguardanti altri giorni della settimana, ma soltanto il
resoconto delle sedute”.
È vedere l’invisibile.
LA TERAPIA ESISTENZIALE.
CAMBIARE GLI ATTEGGIAMENTI ESISTENZIALI
PER POTENZIARE LA VOLONTÀ
L
a relazione terapeutica per un individuo è sempre
un’occasione per scoprire tali schemi negativi,
metterli in discussione, aprirsi a nuovi schemi
relazionali positivi e costruttivi, sostituire i vecchi con i
nuovi.
Metterli in discussione
COSA SI FA IN PRATICA.
LE ISTRUZIONI CHE IL TERAPEUTA DÀ AL
PAZIENTE
I
l terapeuta, rispetto al diario, dopo aver dato la
consegna iniziale deve seguire i seguenti passi in tutte
le sedute:
P
iù che un processo miracolistico, dove si arriva ad
uno sblocco, o alla guarigione di ferite del passato,
spesso il processo terapeutico ha le fattezze di una
costruzione.
Come in ogni altro processo di apprendimento la persona
deve costruire in sé delle abilità, delle competenze nuove.
E da dove si comincia?
Dalla volontà.
Vediamoli:
I
meccanismi di difesa, cosi come sono stati descritti da
Anna Freud e da generazioni di psicanalisti e psicologi,
si fondando sul meccanismo dell’oblio selettivo.
(Matteo 7:3-5)
Av e n d o s c o p e r t o c h e l a m i a m e n t e n o n e r a
sufficientemente degna di fiducia, in quanto poteva essere
facilmente manipolata percettivamente dai meccanismi di
difesa, pensai al vecchio detto latino:
L A M E TA D I AG N O S I E I L P R O G E T T O
TERAPEUTICO : IL META TEMA
C
ome abbiamo visto nei capitoli precedenti, il diario
terapeutico serve sia a studiare l’interazione tra
coscienza e organismo che a sostenere lo sviluppo
degli atteggiamenti esistenziali di valore.
Ma non è tutto.
Nel tempo ho appreso un ulteriore modo per utilizzarlo.
E il “latte”?
Cioè i temi nevrotici, le emozioni, le ferite, le pulsioni, i
filtri, la storia del paziente insomma?
Un meta–tema!
S
e lo studio dei ruoli della volontà rappresenta un
enorme avanzamento verso la gestione efficace delle
sedute, la ricognizione del meta–tema rappresenta
un secondo grande passo in avanti nel processo
terapeutico, relativo alla consapevolezza delle cause
centrali della sofferenza del paziente.
A
bbiamo visto che il diario terapeutico serve ad
annotare i temi nevrotici, scoprire gli
atteggiamenti esistenziali positivi e negativi e a
sviluppare la volontà.
I
n questo libro, ho descritto, in modo semplice e
metaforico, uno strumento che ha portato alla mia vita
personale e professionale un grande regalo in termini
di potenzialità concrete di cambiamento e di chiarezza di
direzione.
Buon lavoro
Paolo Baiocchi
Informazioni sull’autore
Paolo Baiocchi
Medico psichiatra, psicoterapeuta, direttore dell’Istituto
Gestalt Trieste, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
della Gestalt per medici e psicologi con autorizzazione
ministeriale.
Autore del modello Comunicazione Sana, insegnato in tre
diverse Università Italiane e del libro “La comunicazione
affettiva e il contatto umano”.
Fondatore del metodo Gestalt Empowerment diffuso in
quattro paesi nel mondo: Italia, Chile, Messico e Spagna e
autore del libro “Gestalt Empowerment. Manuale per una
rivoluzione culturale”
Fondatore del metodo di rinforzo dell’Io “Le dodici
Meditazioni” e del programma on line relativo.