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PASCOLI

1- a vita
•Nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna
•Famiglia=piccola borghesia rurale, condizione agiata; padre era fattore della tema La Torre
•Famiglia patriarcale molto numerosa, era il quarto di dieci figli; vita serena travolta da una
tragedia, che segnerà profondamente l’anima del poeta=10 agosto 1867 il padre Ruggero fu
ucciso a fucilate, probabilmente da un rivale che aspirava al posto del padre. Non fu mai trovato il
responsabile, sia per omertà della gente del popolo sia per l’inerzia delle indagini e ciò provocò a
Pascoli un senso d’ingiustizia bruciante
•morte padre crea difficoltà economiche, deve lasciare la tenuta e trasferirsi prima a San Mauro e
poi a Rimini
•in breve temo ci furono una successione impressionante di lutti: 1868 muoiono madre e sorella
maggiore, nel 1871 il fratello Luigi e infine nel 1876 Giacomo.
•dal 1862 entra con i fratelli nel collegio degli Scolopi ad Urbino dove riceve una rigorosa
formazione classica, base essenziale della sua cultura
1871 deve lasciare il collegio a causa delle ristrettezze economiche della sua famiglia ma grazie
alle generosità di uno dei sui insegnanti potè proseguire gli studi a Firenze, dove terminò il liceo
•1873 ottenne borsa di studio presso l’università di Bologna, dove frequenta la facoltà di lettere
•anni universitari=ideologia socialista, partecipa a manifestazioni contro il governo e nel 1879 fu
arrestato e dovette trascorre alcuni mesi in carcere, ma poi fu assolto
L’esperienza fu per lui traumatica e determina il definitivo distacco dalla politica militante (resta
fedele al socialismo ma di tipo umanitario)
•Si laurea nel 1882 e subito dopo inizia la carriera di insegnate liceale, prima a Matera e poi a
Massa
Chiama a vivere con lui a Massa le sue sorelle, Ida e Mariù, ricostruendo idealmente il nido
familiare che i lutti aveva no distrutto
•Nel 1887 passa a Livorno, sempre con le sorelle, dove rimase fino al 1895

•La fragilità della sua struttura psicologica è evidenziata dalla chiusura nel nido familiare e
dall’attaccamento morboso alle sorelle=cerca nero le pareti del “nido” la protezione da un mondo
esterno, quello degli adulti
Ha un ricordo ossessivo del suoi morti, le presenze dei morti alleggiano continuamente nel nido e
riproponendo il passati di lutti e di dolori:questo inibisce il suo rapporto con la realtà, la vita di
relazione
•Questa serie di legami inibisce il rapporto con l’altro, rapporto che si misura la maturità e la
pienezza dell’individuo=per esempio rapporto con persona amata, conduce una vita senza
relazioni amorose e conduce una vita fortemente casta
Ha un struggente desiderio di costruire un suo “nido” in cui esercitare un’autentica funzione di
padre ma il legame ossessivo con il suo nido infantile spezzato rende impossibile la realizzazione
del sogno
•La vita amorosa ai suoi occhi ha un fascino torbido, è qualcosa di proibito e misterioso, da
contemplare da lontano
•Esigenze affettive interamente soddisfatte dal rapporto sublimato con le sorelle, che investono
una funzione materna;
per questo il matrimonio della sorella Ida, nel 1895, fu sentita come un tradimento e scatenò in lui
una reazione spropositata con vere manifestazioni depressive
•Questa complessa situazione affettiva è una premessa indispensabile perpenetrare nel mondo
della una poesia=è il materiale su cui egli lavora, rielaborandolo poeticamente nei suoi testi
•Vita complessa=chiave necessaria per cogliere il carattere turbato e tormentato della sua poesia,
carattere che si cela dietro l’apparenza dell’innocenza e del candore fanciulleschi, della
celebrazione delle piccole cose:se anche tener presente quel punto di partenza si rischia di
scambiare la sua poesia per un modesto idillio, senza cogliere la sua inquietante e vera sostanza

•nel 1895 dopo il matrimonio di Ida, prese in affitto una asta a Castelvecchio di Barga (campagna
lucchese):trascorreva con la sorella Mariù lunghi periodi lontano dalla vita cittadina che detestava,
a contatto con il mondo della campagna, che ai suoi occhi appariva come un Eden di serenità e
pace
Vita appartata, senza grandi avvenimenti esterni, da professore sempre chiuso nella cerchia dei
suoi studi/poesia/affetti familiari
•Vita esteriormente serena ma in realtà turbata nell’intimo da oscure angosce e paure
Angosce per la presenza ossessiva della morte; paure soggettive ma anche la presenza di
incombenti cataclismi storici che si riversavano sull’Europa nel 1914 e infatti due anni dopo a
mote del poeta scoppiò la prima guerra mondiale
•1895:cattedra di Grammatica greca e latina all’Università di Bologna, poi di Letteratura latina
all’Università di Messina, poi passò a Pisa ed infine dal 1905 subentrò nella cattedrale di
Letteratura italiana a Bologna (al posto del io maestro Carducci)
•Inizio anni 90: Myricae (1891)
1897:Poemetti
1893:Canti del Castelvecchio
1094: Poemi conviviali
La sua fama di peta si allargava e consolidava
•dal 1892 per 12 anni vinse la medaglia d’oro al concorso di poesia latina di Amsterdam

•ultimi anni:volle gareggiare con il maestro Carducci e con d’Annunzio nella funzione di poeta
civile=vate dei destini della patria e celebratore delle sue glorie con una serie di componimenti
(Odi ed inni, Poemi del Risorgimento, Poemi italici, Canzoni di re Enzio)
Quindi al poeta schivo e chiuso nel suo ambito domestico e provinciale si affiancò il letterato
ufficiale e che si assume il compito di diffondere ideologie
Serie di discorsi pubblici, il più ricordato è La grande proletaria si è mossa (26 novembre 1911)
per celebrare la guerra con l’impero ottomano per la conquista coloniale della Libia
•A causa di un tumore allo stomaco si trasferisce a Bologna per le cure e muore poco dopo, il 6
aprile 1912

2- La visione del mondo -

Formazione Pascoli:positivistica (come voleva la cultura dell’epoca) ma anche gli a,bidenti


accademici in cui lo scrittore operò in seguito si impregnavano di una cultura positivista
➝si nota dalla precisione in cui scrive i suoi versi
Usa nomenclatura ornitologica e botanica:trae le osservazione sugli uccelli, protagonisti di tanti
suoi componimenti poetici
I temi astratti, che occupano un posto rilevante nella sua poesia, scaturiscono da lettere di testi di
astronomia , ispirata alle cognizioni scientifiche del tempo
In lui si riflette quella crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo:fine positivismo e
scaturirsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche
=ha una sfiducia nella scienza come frumentò di conoscenza:anche per lui si apre l’ignoto, il
mistero, l’inconoscibile, verso cui l’animo si protende ansioso (animo teso a captare i messaggi
enigmatici che ne provengono)

Questa tensione verso ciò che trascende il dato sensibile non si concreta in una fede religiosa, di
Dio vi è in lui una nostalgia ma mai possesso ➝fascino su di lui esercitato dal cristianesimo resta
sempre nei limiti del messaggio morale di fraternità e mansuetudine evangelica

Al dissolversi degli schemi del positivismo in mondo, nella visione pascoliana, appare frantumato,
disgregato:componenti si allineano sulla pagina come si offrono ad una percezione casuale/
impressione momentanea e non i pongono mai in un discorso unitario e coerente
'
Non esistono gerarchie d’ordine fra gli oggetti=il minimo, apparentemente trascurabile, particolare
può essere ingigantito come attraverso una lente d’ingrandimento e ciò che è grande può essere
rimpicciolito = tutto ciò ha riflessi di grande portata sulla costruzione formale dei testi/sulle strutture
logico-sintattiche e ritmiche/sulle parole scelte per designare gli oggetti

I SIMBOLI
Oggetti materiali:hanno un grandissimo rilievo sula poesia pascoliana, per esempio i particolari
fisici sono filtrati attraverso la visione oggettiva del poeta e si caricano di valori allusivi e simbolici,
rimandano sempre a qualcosa che è al di la di essi, all’ignoto di cui sono come messaggi
misteriosi e affascinanti

Precisione botanica e ornitologica nel disegnare fiori, piante, uccelli:ha le sue origini nel rigore
della scienza positivistica ma assume poi diverse valenze; il termine preciso diventa a formula
magica che permette di andare al cuore della realtà, attingere all’essenza segreta delle cose
Dare il nome alle cose è come scoprirle per la prima volta

Percezione del mondo attraverso il sogno=alla nettezza vivida delle impressioni e alla precisione
scientifica della terminologia può accostarsi senza contraddizioni una percezione visionaria,
onirica=il mondo è visto attraverso il velo del sogno e perde ogni oggettività; le cose sfumano le
une nelle altre in un gioco di metamorfosi tra apparenze labili e illusorie

Si instaurano quindi corrispondenza segrete tra le cose, che possono essere colte solo
abbandonando la visione corrente
La conoscenza del modo avviene attraverso strumenti interpretativi non razionali, che non
attraversano tutti i passaggi del ragionamento logico e ti trasportano di colpo nel cuore della realtà
Quindi tra l’io e il mondo esterno, tra soggetto e oggetto non sussiste una vera distinzione:la sfera
dell’io si confonde con quella della realtà oggettiva, le cose si caricano di significati umani (es grifo
dell’assiuolo)
La visione del mondo pascoliana si colloca entro le coordinate ella cultura decadente e presenta
cospicue affinità con la visione dannunziana (anche se sono presento delle difformità di tono)
3 La poetica
IL FANCIULLINO
La sua visione del mondo trova la sua formazione più compiuta nel saggio Il fanciullino
(1897):poeta coincide con il fanciullo che sopravvive al fondo di ogni uomo, il fanciullo vede tutte le
cose “come per la prima volta”, con ingenuo stupore e meraviglia
Quindi il fanciullino, al pari di Adamo, da il nome alle cose e deve usare una “novella
parola”:linguaggio che si sottrae ai meccanismi mortificanti della comunicazione abituale e quindi
deve scoprire le cose nella loro freschezza originaria

Dietro la metafora del fanciullino è facile scorgere una concezione della poesia come conoscenza
prerazionale e immaginosa, idea che ha le radici nel romantico:il Romanticismo stabilisce
l’equivalenza tra fanciulli e primitivi ed esalta il loro modo ingenuo e fantasioso di rapportarsi al
mondo; Pascoli piega tale concezione in una direzione decadente
=grazie al suo modo alogico di vedere le cose il poeta-fanciullo non ci fa scendere uno a uno i
gradini del pensiero (proprio del ragionamento logico e della ricerca scientifica) ma ci fa
sprofondare immediatamente nell’”abisso della verità”

L’atteggiamento irrazionale e intuitivo del poeta fanciullino consente una conoscenza profonda della
realtà, permette di cogliere l’essenza segreta della cose
Fanciullino scopre anche nelle cose quella trama di corrispondenze misteriose tra le presenze del
reale che e unisce come in una rete di simboli e che sfugge alla percezione abituale, prigioniera
delle sue stanche convenzioni
Quindi il poeta appare come un “veggente”, dotato di una vista più acuta di quella degli uomini
comuni, colui che per un privilegio può spingere lo sguardo oltre le apparenze sensibili, attingere
all’ignoto, esplorare il mistero. Nella sue poetica, come nella sua visione del mondo, rientra una
visione decadente

LA POESIA “PURA”
La poesia non deve avere fini estrinseca, pratici:il poeta canta solo per cantare, non vuole
assumere il ruolo di consigliatore o proporre obiettivi civili, morali, pedagogici
Tuttavia la poesia, proprio perchè poesia “senza aggettivi”/poesia “pura”, assolutamente spontanea
e disinteressata può ottenere “effetti di suprema utilità morale e sociale”; a riprova della sua
affermazione cita come esempio Virgilio, che fece poesia senza pensare ad altro ma tramite questa
effusione immediata del canto

Infatti il sentimento poetico, dando voce al fanciullino che è in noi, calma gli odi e gli impulsi violenti
che sono propri degli uomini, induce alla bontà/amore/fratellanza e in più placa quel desiderio di
accrescere i propri possessi che spinge gli uomini a sopraffarsi a vicenda
Quindi nella poesia “pura”del fanciullino è implicito un messaggio sociale, un’utopia umanitaria che
invita all’affratellamento di tutti gli uomini, al di la delle barriere e di nazione che contrappongono gli
uno agli altri.

Rifiuto della “lotta tra le classi” si trasferisce anche al livello dello stile, ripudia il principio del
classicismo, ricchi di poesia per lui sono gli argomenti elevati e sublimi ma anche quelli umili e
dimessi. La poesia è anche nelle piccole cose, che hanno una dignità non minore di quelle auliche
Pascoli portava alle estreme conseguenze la rivoluzione romantica, tra gli oggetti aulici/umili e tra le
parole che li esprimono non c’è più conflitto ed esclusione, ma ci può essere una pacifica
convivenza
Quindi Pascoli si propone come cantore delle realtà umili e dimesse, scoprendone il valore segreto
ed elevandole alla dignità che loro compete, sia come celebratore delle glorie nazionali ed
evocatore dei miti e degli eroi classici
testo Una poetica decadente
In queste pagine risaltano, attraverso un linguaggio metaforico, i punti essenziali della teoria
pascoliana della poesia, che contiene al tempo stesso un programma poetico, quello che pascoli
stava realizzando nelle edizioni di Myricae e nei Poemetti

Il concetto fondamentale secondo cui la dignità poetica va scoperta anche nelle cose piccole e
umili, non solo in quelle sublimi aristocratiche, è espresso da Pascoli attraverso delle metamorfosi
floreali.
A questa poetica delle piccole cose si ispira nella sua poesia:vi allude anche lo steso titolo della sua
prima racconta (Myricae, si riferisce piante umili)
Pascoli prende le distanze dalla contemporanea poesia di d’Annunzio, sontuosa e preziosa nel suo
estetismo superomistico, che punta vero un’aulicità sublime nelle sue scelte tematiche e stilistiche

I CLASSICI PARLANO AL PRESENTE


L’immagine dell’infanzia proposta dal Fanciullino, e ripresa in moltitesti poetici pascoliani, ci
colpiscenel profondo. L’infanzia nel ricordo èsempre stata circondata da un alone magico, essendo
l’etàdegli stupori, delle scoperte, delle fantasie e dei sogni, in cuil’adulto ama rifugiarsi specie
quando la vita lo ferisce con lasua brutalità. Considerando però la realtà di oggi si apre un
problema: si può dire che i bambini abbiano ancora l'ingenuità e lo stupore verso il mondo di cui
parla Pascoli, oppure le mutate condizioni di vita, l'uso costante del digitale e della rete, la
televisione e i media hanno sostanzialmente cambiato il loro modo di rapportarsi alla realtà e
all'immaginario? Il problema può essere lo spunto per una discussione in classe, con dei giovani
che non sono più bambini, ma che hanno ancora recente la memoria dell'infanzia.

4 L' ideologia politica


L’ADESIONE AL SOCIALISMO
Concezione socialista, di un socialismo umanitario e utopico, che affida alla poesia la missione di
diffondere l’amore e la fratellanza

Durante gli ani universitari subisce l’influenza delle ideologie anarcosocialiste, fascino esercitato da
Andrea Costa:adesione diffusa tra gli intellettuali piccolo-borghesi del tempo
L’insofferenza nei confronti delle convenzioni e la protesta contro le ingiustizie:risalvavano ad un
clima ancora molto romantico, ma avevano anche concrete motivazioni sociali:le inquietudini di un
gruppo che si sentiva minacciato nella sua identità dall’avanzata della civiltà industriale moderna,
che privilegiava nuovi saperi tecnologici e scientifici
A ciò si univa il risentimento per i processi di declassamento a cui il ceto medio era sottoposto
dall’organizzazione moderna della produzione
La figura di Pascoli risente di questi influssi, proveniente della piccola borghesia rurale, declassato
e impoverito e che quindi trasformava la rabbia contro la società l’emarginazione di coirà vittima
Sentiva pesare su di se il peso di un’ingiustizia immedicabile=uccisione del padre, i lutti, la
povertà:tutto ciò sembrava frutto di un meccanismo sociale perverso, per questo aderì
all’internazionale socialista

Movimento anarco socialista:non ha ideologie definite e i suo impegno politico obbediva al cuore
più che alla mente e l’adesione di pascoli fu di questo tipo; ben presto però la militanza attiva si
scontrò con la repressione poliziesca e fu arrestato in una manifestazione antigovernativa, fu
messo in carcere per mesi e processato=quando fu dissolto abbandonò ogni forma di milirtanza
attiva vista l’essenza terribile
DAL SOCIALISMO ALLA FEDE UMANITARIA
Forse ha lasciato il oriento anche per una generale crisi della sinistra, in quegli anni infatti si era
abbandonato il pensiero utopico dell’ anarchismo per avvicinarsi a quello di Marx
Il socialismo Marxista si fondava sul concetto di lotta di classe, sull’inconciliabilità di interessi fra
capitale e lavoro e sullo scontro violento e rivoluzionario di essi fino al trionfo si una delle parti.
Pascoli per la sua spettava utopistica non poteva accettare i conflitti violenti
Quindi non rinnegò gli ideali socialisti, ma rifiuta la rigida dottrina marxista, ma li trasforma in una
fede umanitaria
Il socialismo per lui era un appello alla bontà, all’amore, alla fraternità, alla solidarietà fra gli uomini

Alla base c’era un radicale pessimismo, la convinzione che la vita umana non. è che dolore e
sofferenza e che sulla Terra domina solo il male:per questi gli uomini, vittime già della loro
condizione, devono cessare di farsi del male fra loro ma devono amarsi e soccorrersi a vicenda
dinnanzi alle dure prove dell’esistenza
dal cristianesimo primitivo quindi traeva la concezione del valore morale della sofferenza, che
purifica ed eleva:le vittime del male del mondo sono delle creature privilegiate perchè la offerendo
le rende moralmente superiori e quindi davanti alle ingiustizie non bisogna abbandonarsi agli odi/
desiderio di vendetta poiché il dolore, perfezionando il nostro animo, deve insegnare il perdono

MITIZZAZIONE DEL PICCOLO PROPRIETARIO RURALE


Tali principi non valevano solo tra gli individui ma a maggior ragione nei rapporti tra le class:ogni
classe doveva mantenere la propria fisionomia ma doveva collaborare con tutte le altre, con
principio di solidarietà; a questo fine era bene evitare la bramosia di ascesa sociale, che poteva
creare sopraffazione e infelicità

Il segreto dell’armonia sociale è che ciascuno si accontenti di ciò che ha, il su ideale di vita si
identifica nel proprietario rurale che coltiva personalmente la terra e giuda con saggezza la sua
famiglia. La proprietà per lui è un valore sacro e intangibile ma la felicità è possibile solo nella
dimensione del piccolo podere
Pascoli mitizza così il ondo dei piccoli proprietari agricoli come mondo sereno e saggio che difende
i valori fondamentali (famiglia/laboriosità)=mondo che negli anni di pascoli stava scomparendo,
cancellato dai processi di concentrazione capitalistica, che si faceva sentire anche nelle campagne
e assorbivano la piccola proprietà
Pascoli lo sapeva (La siepe 1897) ma innalzava lo stesso il suo inno a questa realtà scomparsa,
rifugiandosi nel sogno di un passato idealizzato e contrapposto ai gisti del capitalismo

IL NAZIONALISMO
Fondamento ideologico:celebrazione e del nucleo famigliare che si raccoglie in una piccola
proprietà; questo senso geloso della proprietà, del nido chiuso ed esclusivo, si allarga ad inglobare
l’intera nazione=si collocano in una zona privata le radici del nazionalismo pascoliana, sente con
tanta partecipazione il dramma dell’emigrazione (italiano come strappato dal nido)
La tragedia dell’emigrazione lo induce a far proprio un concetto corrente del nazionalismo del primo
900:esistono nazioni ricche e potenti, capitalistiche, e nazioni proletarie, povere e oppresse
Italia è a seconda, non riesce a sfamare i suoi figli; secondo i nazionalisti le nazioni proletarie hanno
diritto di cercare la soddisfazione dei loro bisogni e seguendo tali idee pascoli arriva ad ammettere
la legittimità delle guerra condotte dalle nazioni proletarie per le conquiste coloniali (fare terra e
lavoro):si tratta di guerra di difesa e non di offese e quindi sacrosante

1911:celebra la guerra in Libia come un momento di riscatto della nazione italiana, che da una
coscienza nazionale alle sue plebi e attribuisce loro dignità civile: fonde insieme socialismo
umanitario e nazionalismo colonialistico, non senza contraddizioni e contorsioni
5 I temi della poesia pascolia noi . aaaah
IL CANTORE DELLA VITA COMUNE
La sua poesia rivela una sensibilità decadente, ma non è facile capire quanto l’autore
conoscesse direttamente la cultura decadente e simbolista di fine 800; quegli aspetti della sua
sensibilità e della sua visione scaturiscono da una personale esperienza più che da radici culturali
(a differenza di d’Annunzio che assimilava stimoli di atri testi facendoli propri) ma comunque
questa affinità è evidente

Tuttavia Pascoli è l’esatto contrario del poeta maledetto, che rifiuta la normalità borghese e
ostenta atteggiamenti provocatori, di rottura nei confronti dei suoi valori; incarna piuttosto
esemplarmente l’immagine dell’uomo comune, appagato dalla vita modesta, all’interno della sfera
protettiva degli affetti domestici, degli studi, nella pace racconta nel nido entro le mura della sua
casa.
Anche dal punto di vista letterario si presenta in modo pragmatico come il cantore della realtà
comune e dei suoi valori; una parte consistente della sua poesia è destinata alla funzione di
proporre quella determinata visione della vita, in nome di intenti pedagogici, morali e sociali=si
tratta della celebrazione del piccolo proprietario rurale, felice del suo campetto e che garantisce la
sopravvivenza fisica ma anche la dignità e la libertà
A questo filone della poesia pascoliana appartiene anche la predicazione sociale e umanitaria, il
sogno di un’umanità affratellata, che nella solidarietà trovi una consolazione al male di vivere, ai
dolori:da questo umanitarismo scaturisce una serie di temi collaterali, piccoli mendicanti, bimbi
morti nel freddo e della miseria, piccoli orfani ecc che rimandano alla tematica della letteratura
umanitaria della fine dell’800. Lui conferisce a questi temi una nota tutta personale

Con il motivo del nido si collega il motivo ricorrente del ritorno dei morti, che spesso trovano la
loro lugubre presenza nei versi pascoliana. Ma anche qui l’ossessione privata è assorbita entro
l’intento pedagogico:la tragedia famigliare scaturita dall’assassinio del padre è trasformata in una
vicenda esemplare da cui ricavare l’idea del male che serpeggia tra gli uomini, la necessità del
perdono e della concordia

IL POETA UFFICIALE
Crede nel valore pedagogico della poesia e quindi si fa cantore delle idealità dell’uomo comune
ma allarga la sua predicazione a temi più vasti, che investono l’umanità intera; per questo può
assumere le funzioni del poeta ufficiale, del poeta vate che canta le glorie della patria, che indica
gli obiettivi del suo riscatto nelle guerra coloniali destinate ad assicurare uno sfogo
all’emigrazione, ed esalta il compito di assicurare la coesione nazionale nell’esercito
=la sua poesia tratta di questi temi e interpretava la visione delle vita e i sentimenti di larghi strati
della popolazione italiana, ma non faceva altro che radicare nel pubblico le convinzioni profonde
che esso già possedeva e quindi ribadiva la fede in alcuni valori elementari ma non fondamentali
La prova di questa sintonia creatasi tra il poeta e il pubblico è la fortuna scolastica:presenta nei
libri di testo e data l’apparenza tenuità dei temi/linguaggio semplice/insistenza su figure e
situazioni infantili fece si che diventò il poeta prediletto della scuola elementare e schiere di
bambini impararono a memoria i suoi versi
Quota immagine di pascoli fu accolta anche dalla critica, che a lungo parlò del poeta delle piccole
cose/del poeta fanciullino cantore della bontà, dell’innocenza, di valori domestici e civili:questa
critica forniva al poeta un’immagine edulcorata e riduttiva, che ne rimuoveva gli aspetti più
inquietanti ma anche più validi, quelli che fanno di lui il maggiore poeta italiano a cavallo del 900
IL GRANDE PASCOLI DECADENTE
Quello di cui si è parlato finora è il Pascoli che oggi gode di minor credito, infatti le trasformazioni
del clima culturale/del gusto e una critica più sensibile hanno portato alla luce un Pascoli tutto
diverso, scoprendone la straordinaria novità, un Pascoli inquieto/tormentato/morboso

Il Pascoli oggi mano è il poeta in perenne ricerca del mistero che è al di la delle cose più usuali e
che sa rendere la presenza di un’inquietante dimensione del reale, caricando figli oggetti comuni di
sensi allusivi e simbolici (L’assiuolo / Suor Virginia)
Questo Pascoli proietta nella sua poesia le sue ossessioni profonde, portando alla luce le zone
oscure e torbide della psiche, una sensualità morbosa, espressa per esempio nel simbolo le fiore
maligno, velenoso e ammaliatore (Digitale Purpurea); oppure traduce nel simbolo della pianta
parassita, il vischio (Il vischio) la consapevolezza della duplicità della psiche, dell’ urgere di forze
profonde, sconosciute, che possono convolvere gli impulsi razionali
Oppure (Alexandros) sa esprimere, proiettandole nell’eroe antico, le sconfitte esistenziali e le
delusioni dell’anima moderna, il senso di inadeguatezza della realtà rispetto al sogno, il fascino dell’
irrazionale
Sente ovunque in ciò che lo circonda le presenza della morte e trasfigura il reale in un clima
visionario, sospeso tra realtà e sogno; traduce le acquisizioni della moderna scienza astronomica in
una percezione sgomenta degli abissi dello spazio e anticipa future, misteriose catastrofi cosmiche
(Il ciocco) o da voce al terrore di precipitare nell’infinità senza unite del cielo (La vertigine);
trasforma i dati oggettivi in un gioco di parvenze illusorie (Novembre); disgrega l’udienza del reale,
dilatando smisuratamente il minimo particolare ma può egualmente miniaturizzare ciò che è grande

Si delinea anche come grande poeta dell’ irrazionale, capace di raggiungere, nell’esplorazione di
questa zona inedita e affascinante della realtà, profondità inaudite; in questo Pascoli è ben più
radicale di d’Annunzio, le cui intuizioni geniali sono sesso soffocate dal peso degli intenti ideologici
e propagandistici, da una sovrabbondanza di struttura che si riduce a maniera e artificio
Perciò il poeta fanciullino può essere ritenuto il nostro scrittore più autenticamente decadente

LE ANGOSCE E LE LACERAZIONI DELLA COSCIENZA MODERNA


I due Pascoli che abbiamo individuato hanno una radice comune, sono connessi da legami profondi
e necessari (celebrazione nido/ modestia appagante della vita ecc)
Discorso no 1900, Una sagra, leggiamo considerazioni illuminanti che ci fanno capire con quale
animo Pascoli guarda alla realtà contemporanea
Dimostra di aver ben chiari i processi della concentrazione monopolistica, i conflitti imperialistici tra
le potenze che minacciano ad una prossima apocalisse bellica e il pericolo dell’ snaturarsi di regimi
totalitari che renderanno schiava l’umanità
Queste sono le paure che lacerano la coscienza della modernità e fanno affiorare gli aspetti
inquietanti e angosciosi nascosti nel profondo, per questo il chiudersi entro i confini del nido e del
ripetersi sempre uguale dei ciclo naturale e dei lavori campestri, assume il valore di un’esorcismo, al
fine di neutralizzare ciò che il poeta avverte muoversi al fondo del suo animo
Non obbedisce a questo bisogno di rimozione per tutta la sua poesia:in molti componimenti sa
anche scagliare quel buoi profondo e lasciarlo riaffiorare nella pagina e guardare in faccia ciò che lo
inquieta e lo angoscia=questa è la sua grandezza
6 Le soluzioni formali
Il nuovo modo si concepire il reale si traduce in soluzioni formali fortemente innovative, che aprono
la strada alla poesia novecentesca

LA SINTASSI
Ben diversa da quella della tradizione poetica italiana, che è modellata sui classici e fondata su
elaborate e complesse gerarchie di proposizioni principali, coordinate e subordinate: nei testi poetici
la coordinazione prevale sulla subordinazione, di modo che la struttura sintattica si frantuma in serie
di brevi frasi allineate senza rapporti gerarchici tra loro, speso collegate per asindeto (solo con la
virgola) (e non da congiunzioni)
Di frequente le frasi sono ellittiche, mancano del soggetto o del verbo, o assumono la forma dello
stile nominale
La sua sintassi è diversa dall’architettura della frase classica, in cui si potevano gli elementi in una
relazione di gerarchia con gli altri mentre la frantumazione pascoliana rivela il rifiuto di una
sistemazione logica dell’esperienza, il prevalere della sensazione immediata, dell’intuizione, dei
rapporti analogici che indicano una trama di segrete corrispondenze tra le cose
E’ una visione che traduce la visione del mondo pascoliana, una visione fanciullesca, a logica, che
mia a rendere il mistero, l’alto e dell’indefinito che circonda le cose e quindi svaluta e scompone i
rapporti gerarchici abituali, grane e piccolo/importante e meno

La consequente è che, come osserva Edoardo Sanguineti, gli oggetti quotidiani e comuni
presentano una fisionomia stranita, appaiono come immersi in un’atmosfera visionario o di sogno
Questo smarrimento degli schemi d’ordine consueti, questo relativismo e questa aperture elle
prospettive sono alcune delle caratteristiche più tipiche della letteratura del 900

IL LESSICO
Pascoli non usa un lessico normale, fissato entro un unico codice, come era proprio della tradizione
monolinguistica della poesia italiana a partire da Petrarca mentre Pascoli mescola tra loro codici
linguistici diversi , allinea termini tratti dai settori più disparati
Ma non nascono scontri di livelli:come le cose convivono senza gerarchie così avviene per le parole
=è un principio formulato nel Fanciullino:poeta, come vuole abolire la lotta fra le classi sociali, così
vuole abolire la “lotta” fra le classi di oggetti e di parole
Quindi nei suoi testi troviamo termini preziosi e aulici, della lingua dotta o ricavati da modelli degli
antichi; termini gergali e dialettici, riferite si alla realtà campestre; una precisa terminologia botanica
ed ornitologia, che indicano le infinite varietà di uccelli/fiori che popolano i suoi versi; termini dimessi
e quotidiani del parlato colloquiale; parole provenienti da lingue straniere, es Italy, dove ricorrono
termini inglesi o un inglese italianizzato; gusto per i nomi propri antichi nella loro grafia originale;
preziosismo antiquario, poeta si studia di riprodurre un’arcaica lingue duecentesca

Questa pluralità di codici linguistici costituisce una vistosa infrazione alla norma dominante nella
poesia italiana

GLI ASPETTI FONICI


Cioè i suoni che compongono le parole, sono per esempio presenti espressioni che si situano al di
sotto del livello strutturato della lingue e non rimandano ad un significato concettuale ma imitano
direttamente l’oggetto

Sono in prevalenza a riproduzioni onomatopeiche di versi d’eccellente (chiu/ chio chio) e suoni di
campane (don don)=i suoni in pascoli assumono un intenso valore simbolico, assumendo il ruolo di
comunicazione di arcani messaggi. Indicano un’esigenza di aderire immediatamente all’oggetto, di
penetrare nella sua essenza segreta evitando le mediazioni del pensiero o ella parola codificata
=rientrano in quella visione a logica del reale che è propria i tutta la poetica pascoliana

I suoni della parole usate da Pascoli possiedono un valore fonosimbolico, tendono ad assumere un
significato senza rimandare al significato della parola stessa; tra questi suoni si crea una trama
sotterranea di echi e rimandi (Gelsomino notturno) e questa trama viene a costruire la vera struttura
interna del lesto, a supplire l’assenza di strutture logico-sintattiche
Alo stesso fine concorrono altri procedimenti, appartenetevi alla sfera fonica, quali assonanze e
allitterazioni

LA METRICA
Apparentemente tradizionale, nel senso che impiega i versi più consueti della poesia italiana
(endecasillabi/decasillabi/settenari…) e gli schemi di rime e strofe più usuali (rime baciate/
incatenate…)
I realtà questi materiali sono piegati in direzioni personalissime, con il sapiente uso di accenti
sperimenta cadenza ritmiche inedite. Anche il verso, come la struttura sintattica, è di regola
frantumato al suo interno, sono presenti pause/incisi/parentesi/punti sospensione
La frantumazione del discorso è accentuata dal frequentissimo uso di enjambements , che
spezzano sintagmi strettamente uniti
Quindi Pascoli non fa esplodere l’universo linguistico tradizionale, come viene per le avanguardie
del novecento, ma li piega in direzioni inedite

LE FIGURE RETORICHE
Usa largamente il linguaggio analogico:
Uso metafora, sostituzione del termine proprio con uno figurato, che ha con il primo un rapporto di
somiglianza. Ma l’analogia pascoliana non si accontenta di una somiglianza facilmente
riconoscibile:accosta in modo impensato due realtà tra loro remote, eliminando tutti i passaggi logici
intermedi e identificando immediatamente gli estremi e quindi costringendo ad un volo vertiginoso
dell’immaginazione: es Temporale sullo sfondo nero del cielo spicca la nota bianca del casolare,
che viene di colpo associata ad un ala di gabbiano=non ci sono passaggi intermedi che esprimono
il legame logico, il secondo termine è dato in immediata contiguità con il primo
E’ un discorso fortemente ellittico, allusivo e che arriva quasi al limite del cifrato

Un procedimento affine all’anatomia è la sinestesia, che possiede un’intensa carica allusiva e


suggestiva, fondendo insieme in un tutto indistinto, diversi ordini di sensazioni
es: La mia sera, la sensazione visiva e cromatica del cielo buoi si fonde con una sensazione fonica,
il colore diventa una voce. Es: L’assiuolo trasforma la notazione e visiva in notazione tattile o fonica
Affini al linguaggio analogico sono espressioni come “nero di nubi” in cui avviene uno spostamento
tra concerto e a tratti:la formula normale dovrebbe essere “nubi nere” (sostantivo+aggettivo); la
qualità diviene un sostantivo (nero) e il concreto si trasforma in espressione qualitativa (di nubi).
Da l’effetto di una maggiore indefinitezza:la realtà materiale sfuma in una notazione cromatica, con
un effetto puramente suggestivo

PASCOLI E IL NOVECENTO
Queste soluzioni formali introducono cospicue innovazioni nel linguaggio poetico italiano, aprono la
strada alla poesia del 900. Tanti poeti successivi usano scelte espressive analoghe a quelle
pascoliane: la sintassi spezzata ed ellittica, come equivalente di una crisi delle strutture logiche e
gerarchiche del mondo / la sperimentazione di ritmi inediti con la frantumazione del verso / la rifare
di un valore musicale della parola attraverso la riscoperta della sua sostanza fonica / l’uso di un
linguaggio analogico ed evocativo che conferisce alla parola echi e risonanze

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