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Progetto: ABILMENTE IMPEGNATI

Chi siamo:

ARCOTENDA ONLUS è Associazione no profit fondata nel 2007 che opera nel settore del sociale e in
particolare con persone con disabilità, non più in età scolare, attraverso la programmazione di attività
organizzate da volontari e da operatori specializzati affiancati da professionisti esterni, finalizzate alla
crescita dell'autonomia personale, all'avviamento al lavoro e quindi all'inclusione sociale. In questo contesto
nasce la necessità di offrire attività diversificate attraverso progettualità mirate al raggiungimento degli
obiettivi del Centro a beneficio dell'utenza. L'associazione opera come centro diurno a Silvi (TE) tutti i
giorni feriali tra le 9:30 e le 17:00 e si propone di fornire anche un valido supporto alle famiglie
nell'alleggerire l'organizzazione della quotidianità. Attualmente il Centro diurno accoglie giornalmente 12
utenti di età compressa fra 24-53 anni con disabilità motorie, intellettive, Sindrome di Down e autismo. Altri
utenti iscritti al momento non frequentano il Centro dovuto alla situazione pandemica/post pandemica.
Infatti, Arcotenda intende offrire, in particolare a queste famiglie, un supporto di tipo psicologico e
psicoeducativo che permetta loro di ritrovare la serenità e riprendere i ritmi quotidiani perduti.

Durata del progetto: 12 mesi

Obiettivi generali e Aree prioritarie d’intervento:

 Ridurre le ineguaglianze: contrasto delle condizioni di fragilità e di svantaggio della persona al fine di
intervenire sui fenomeni di marginalità e di esclusione sociale; accrescimento della consapevolezza
per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l’autonomia delle persone con disabilità
e una migliore gestione della vita quotidiana, anche attraverso tirocini per l’inclusione sociale.

 Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibile: sostegno
all’inclusione sociale, in particolare della persona con disabilità e non autosufficiente.

Linee di attività

Interventi e servizi sociali ai sensi dell’art. 1, commi 1 e 2, della legge 8 novembre 2000, n.328, e successive
modificazioni, e interventi, servizi e prestazioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.104, e alla legge 22
giugno 2016, n.112, e successive modificazioni.

Descrizione dell’iniziativa/progetto:

Il nostro progetto mira a dare continuità ai laboratori avviati precedentemente alla pandemia di Covid-19 e
sospesi o ridotti a causa di essa, presso il Centro diurno Arcotenda Onlus di Silvi (TE) che accoglie utenti e
famiglie anche dai Comuni limitrofi quali Pineto, Roseto degli Abruzzi, Città Sant’Angelo, Montesilvano.
Intendiamo anche potenziare l’offerta delle attività erogate tramite l’inserimento di una nuova figura
professionale, il terapista occupazionale, tenendo conto della necessità dei nostri giovani di scoprire e
potenziare i propri talenti, di incrementare le competenze acquisite nel laboratorio, attualmente attivo, di
recupero di mobili e oggettistica per la casa. Questa attività potrebbe in futuro sfociare in una vera e propria
opportunità di inserimento lavorativo nell’ambito dei mestieri artigiani.
Per quanto riguarda le abilità comunicative e di gestione emotiva, il nostro Centro ha erogato il laboratorio di
musicoterapia, durante l'anno 2019 fino a marzo 2020, dal 15 giugno al 10 agosto 2021, attualmente è in
corso una serie d’incontri che si concluderà a luglio 2022. Questo laboratorio è stato attivato la prima volta,
per un periodo di tre mesi a cadenza settimanale, grazie alle donazioni dei nostri sostenitori.
Successivamente è proseguito grazie al contributo delle famiglie che si sono messe a disposizione dopo aver
verificato che, tramite quest'attività, i propri figli e/o congiunti avevano ricevuto notevoli benefici quali: una
maggiore consapevolezza dei propri potenziali e dei propri limiti, una gestione più adeguata delle emozioni
(rabbia, frustrazione, tristezza), l'incremento della gestualità e delle abilità comunicative. Attualmente,
sebbene le famiglie hanno espresso il desiderio di continuare a sostenere il laboratorio di musicoterapia, non
sono in grado di affrontare l'impegno economico integralmente. In questo momento delicato di fase post
pandemica, le famiglie esprimono il bisogno di essere supportati tramite colloqui si sostegno psicologico e/o
interventi psicoeducativi dedicati ai caregiver. Intendiamo favorire il ritorno alla quotidianità delle persone
con disabilità e delle famiglie favorendo condizioni di serenità e occasioni d’inclusione sociale.

Bisogno cui si intende dare risposta

• Promuovere interventi volti a contrastare/ridurre il disagio della persona con disabilità che possa
comportare difficoltà nella vita sociale della persona e comprometterne il benessere materiale e psicologico
ovvero volti a contrastare o ridurre il disagio morale e materiale dei relativi familiari;
• Migliorare la qualità della vita delle persone adulte con disabilità e delle loro famiglie, attraverso il
supporto psicologico e psicoeducativo in fase post pandemia, aumentare la quantità e la qualità dei servizi e
promuovere l’inserimento sociale e lavorativo degli utenti del centro diurno. Promuovere l’inclusione sociale
delle persone adulte con disabilità.

Obiettivi specifici:
 Incrementare le abilità comunicativo-relazionali e di problem solving;
 Rafforzare le capacità e le competenze acquisite e sviluppare quelle emergenti;
 Fornire strumenti utili ad agevolare l’autonomia degli utenti;
 Sviluppare capacità e competenze spendibili in ambito lavorativo;
 Offrire strumenti e tecniche per aumentare il benessere e la resilienza degli utenti e di conseguenza
favorire il benessere delle famiglie.

Metodologie: Innovative rispetto alla tipologia dell’intervento e alle attività di Arcotenda, in quanto prevede
due laboratori aggiuntivi a quelli esistenti, correlati fra di loro, due per l’incremento delle competenze
manuali, di gestione dei materiali, di organizzazione delle attività quotidiane (recupero di mobili/oggettistica
per la casa e terapia occupazionale), e uno mirato a potenziare le abilità comunicative e di gestione emotiva
(musicoterapia). Per quanto riguarda il supporto alle famiglie in fase post pandemica, i colloqui di sostegno
psicologico e psicoeducazione per i caregiver diventano fondamentali.

Risultati attesi:
Con questo progetto intendiamo raggiungere 30 persone adulte con disabilità (età 20-60 anni) e le correlate
30 famiglie. Il 50% sono già utenti del Centro diurno Arcotenda, il restante 50% sono persone da individuare
tramite la collaborazione con i Servizi Sociali dei Comuni.
Sicuramente le attività previste possono migliorare la situazione attuale delle famiglie, in quanto proponiamo
da un lato la possibilità di usufruire di sostegno psicologico e psicoeducazione personalizzata, e dall’altro
d’incrementare l’autonomia e le abilità/competenze degli utenti. Per quanto riguarda i risultati concreti,
attendiamo di duplicare il numero di utenti e famiglie attualmente seguite (da 12/15 a 30 utenti e rispettive
famiglie) e di migliorare la qualità dei servizi tramite nuove attività laboratoriali.
Gli effetti moltiplicatori potrebbero verificarsi se il modello venisse attuato da altre realtà sul territorio in
quanto le attività laboratoriali sono riproducibili sia in modo singolo che nel suo complesso.
Descrizione delle attività

1- Musicoterapia (MT): "La musicoterapia è l'uso della musica e/o dei suoi elementi (suono, ritmo,
melodia e armonia) per opera di un musicoterapista qualificato, in rapporto individuale o di gruppo,
all'interno di un processo definito, per facilitare e promuovere la comunicazione, le relazioni,
l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione ed altri obiettivi terapeutici degni di rilievo,
nella prospettiva di assolvere i bisogni fisici, emotivi, sociali e cognitivi. La musicoterapia si pone come
scopi quelli di sviluppare potenziali e/o riabilitare funzioni dell'individuo in modo che egli possa ottenere
una migliore integrazione sul piano intrapersonale e/o interpersonale e, conseguentemente, una migliore
qualità della vita attraverso la prevenzione, la riabilitazione o la terapia." (Definizione data dalla
Commissione Pratica Clinica della WFMT — World Federation of Music Therapy — al Congresso
Mondiale di Amburgo nel 1996). Gli interventi di musicoterapia si articolano in una serie di esperienze
musicali che possono svolgersi singolarmente o in gruppo. Il musicoterapista le progetta a partire da un
accertamento preliminare e dalla conseguente individuazione degli obiettivi. In ogni fase delle sedute
operative il musicoterapista procede ad una continua verifica dei risultati. Le modalità di intervento
possono essere molteplici, a seconda del tipo di formazione del musicoterapista e, naturalmente, del tipo
di intervento richiesto di caso in caso, e possono comprendere l'improvvisazione vocale o strumentale,
l'uso del corpo (gesti, posture e motricità), l'ascolto guidato, la sollecitazione ad attivare un immaginario
stimolato dall'esperienza musicale. Le principali modalità applicative della musicoterapia sono due: - la
musicoterapia passiva o ricettiva che utilizza l'ascolto come strumento per indurre variazioni dei
comportamenti o dell'umore di una persona e per instaurare, ove possibile, un rapporto dialogico verbale
o non verbale. - la musicoterapia attiva che si avvale della comunicazione sonora, intesa come
un'interazione tra terapista e paziente mediata dall'utilizzo della voce o degli strumenti, con lo scopo di
instaurare una relazione efficace. Le finalità sono più strettamente preventive e/o riabilitative e/o
terapeutiche.

Il progetto prevede per la musicoterapia, incontri di un’ora a cadenza settimanale per 6 mesi, da ottobre 2022
ad aprile 2023. L’attività si collega ai seguenti obiettivi e aree d’intervento: “Ridurre le ineguaglianze:
contrasto delle condizioni di fragilità e di svantaggio della persona al fine di intervenire sui fenomeni di
marginalità e di esclusione sociale”, raggiungibile tramite il potenziamento delle competenze
emotive/comunicative e “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibile:
sostegno all’inclusione sociale, in particolare della persona con disabilità e non autosufficiente”, in
particolare quest’ultimo può raggiungersi nell’ambito del momento annuale per la convivialità dove gli
utente hanno il piacere di esibirsi in performance canore.

2- Terapia Occupazionale (TO): Definita anche Ergoterapia, è una professione sanitaria della riabilitazione
che promuove la salute ed il benessere attraverso l’occupazione. È sostenuta dalla “Scienza Occupazionale”,
nata per la ricerca scientifica e basata sull’importanza dell’occupazione nella natura umana, che permette ai
Terapisti Occupazionali di svolgere interventi basati sulle evidenze scientifiche (evidence-based health care).
La TO aiuta persone di tutte le età che necessitano di superare gli effetti della disabilità causate dalla
malattia, dall’invecchiamento, dagli incidenti, dalle inabilità temporanee e permanenti. Permette loro di
svolgere le attività quotidiane o professionali nel più alto grado di autonomia e sicurezza possibile attraverso
un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il “fare” e le molteplici attività di vita
quotidiana, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o
sociale, per migliorarne globalmente la qualità di vita della persona con disabilità.
Può essere di aiuto alle persone anziane, per mantenere attiva la vita sociale e domestica, sfruttando le
potenzialità residue. Ai bambini, con l’obiettivo di sviluppare e migliorare la capacità d’agire favorendo e
valorizzando i loro interessi. Agli adulti, con lo scopo di far riacquisire le autonomie personali per affrontare
impegni quotidiani, il mondo del lavoro, lo studio e il vivere nella propria abitazione con eventuali
adattamenti ambientali.
Le “Occupazioni” sono l’insieme delle attività significative per il proprio contesto culturale, adeguate all’età,
scelte, organizzate e svolte da ogni individuo per provvedere a se stesso, provare gioia nel vivere e
contribuire alla vita economica e sociale della comunità (Canadian Association of Occupational Therapy,
1997).
L’occupazione è il fine della TO ma anche il mezzo attraverso il quale si cerca di modificare le funzioni
corporee della persona (capacità motorio-sensoriali, percettivo-cognitive, emotivo-relazionali); generalmente
sono presenti tre aree all’interno delle quali possiamo trovare occupazioni: cura personale, lavoro o scuola e
tempo libero.
I Terapisti Occupazionali hanno un approccio centrato sulla persona e mettono a disposizione le loro
competenze per coinvolgere attivamente i pazienti nel processo terapeutico: dalla scelta degli obiettivi alla
forma di trattamento da applicare; per tale motivo i risultati della TO sono diversificati, guidati dal paziente e
misurati in termini di partecipazione o di soddisfazione derivata dalla partecipazione (World Federation of
Occupational Therapy). Si coinvolgono attivamente anche familiari/caregivers che si prendono cura della
persona nella sua quotidianità.
La Terapia Occupazionale viene praticata in una vasta gamma di ambiti, compresi gli ospedali, i centri per la
salute, il domicilio, i luoghi di lavoro, le scuole, le case riposo e le Rsa.
I terapisti occupazionali credono che la partecipazione possa essere sostenuta o limitata dall’ambiente fisico,
sociale, attitudinale e legislativo. Perciò la pratica della TO può essere rivolta a cambiare aspetti
dell’ambiente per incrementare la partecipazione.
Il progetto prevede, per la Terapia occupazionale, incontri di 2 ore a cadenza settimanale per 6 mesi, da
aprile 2023 a ottobre 2023. L’attività si collega ai seguenti obiettivi e aree d’intervento: “Ridurre le
ineguaglianze: accrescimento della consapevolezza per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per
favorire l’autonomia delle persone con disabilità e una migliore gestione della vita quotidiana, anche
attraverso tirocini per l’inclusione sociale.”, raggiungibile tramite il potenziamento dell’autonomia e
“Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibile: sostegno all’inclusione
sociale, in particolare della persona con disabilità e non autosufficiente”, in particolare quest’ultimo
raggiungibile nell’ambito dei training per l’autonomia realizzati in ambiente naturale (supermercato, poste,
mezzi pubblici, ecc.).

3- Sostegno psicologico e psicoeducativo alle famiglie/caregivers


“Caregiver” è un termine mutuato dall’inglese, che indica “colui o colei che si prende cura di”, vale a dire
chi si assume, in prima persona, il principale carico di assistenza di una persona malata o con una disabilità.
Si tratta di un ruolo spesso silenzioso e nascosto, ma irrinunciabile per chi ha perso, o non ha mai potuto
sviluppare appieno, la propria indipendenza e autonomia. La ricchezza del loro agire comprende un ampio
insieme di atti assistenziali, che possono variare lungo un continuum che va dalla sorveglianza passiva
(presenza, controllo e prevenzione) all’assistenza diretta (in integrazione o sostituzione completa alla
persona), e che si contestualizzano in una dinamica relazionale, emotiva e affettiva. La vita del caregiver è
diversa dalle altre, come è diversa dalla sua stessa vita prima di diventarlo. Poco importa se avviene
gradualmente, prendendosi sempre un po’ più cura di un genitore che sta invecchiando o di un proprio caro
con una malattia degenerativa, oppure improvvisamente, a causa di un grave incidente oppure un ictus o una
patologia improvvisa che lasciano il familiare con un’invalidità. In ogni caso il caregiver si troverà a
fronteggiare fatiche e difficoltà emotive, immerso in una realtà complessa, richiestiva e difficile, carica di
responsabilità gravose alle quali per affetto e per senso del dovere è quasi impossibile sottrarsi. Il caregiver
deve imparare in fretta, e ripetere poi ogni giorno, manovre assistenziali (dall’imboccare all’aiutare con le
funzioni fisiologiche), procedure mediche (dal cambiare medicazioni al posizionare cateteri), funzioni e
posologie di diversi farmaci, e in tutto questo superare paure, disgusto e frustrazioni. Per le disabilità più
gravi, inoltre, le manovre assistenziali, come la vestizione e tutti gli spostamenti (tra letto, carrozzina,
sanitari, ecc.) richiedono il parziale o completo sollevamento della persona, per più volte al giorno, spesso
portando al caregiver un’intensa stanchezza, dolori e un precoce logorio fisico. In molte delle disabilità più
gravi, sia motorie che cognitive, l’assistenza è completa e richiede una presenza costante, necessaria per
svolgere sia un controllo che sostituirsi alla persona per tutte le funzioni a lei impossibilitate. Energie fisiche
quindi ma anche mentali ed emotive: pensieri e attenzioni costanti da dedicare, un affetto che diventa un
vincolo, il prendersi cura di una vita che richiede di mettere da parte la propria. A volte così l’affetto per il
proprio famigliare si scontra con il desiderio che tutto questo finisca per poter tornare ad una propria libertà,
accompagnandosi a dolorosi sensi di colpa. Infatti, con le energie, se ne va anche il tempo del caregiver, e
con esso i propri momenti, i propri interessi, le proprie realizzazioni e spesso anche le proprie amicizie.
Diventa molto più difficile frequentare gli amici che nel tempo cominciano a diradarsi, riducendosi così
ulteriormente, le occasioni per rigenerarsi attraverso eventi sociali, di divertimento e svago, e a contrastare
l’isolamento rimangono spesso soltanto le relazioni con altri caregiver e, in alcuni casi, con operatori. Per i
caregiver genitori però il peso e l’angoscia maggiore riguarda la vita del loro figlio o figlia una volta che loro
non ci saranno più, soprattutto se non ci sono altri fratelli o sorelle per potersene prendere cura”.
https://www.opl.it/public/files/16437-DossierDisabilita_e_caregiver-familiari.pdf. In questo contesto il sostegno psicologico e la
psicoeducazione per le famiglie costituisce uno strumento indispensabile per alleggerire il carico quotidiano
dei caregivers e per aiutarli nell’elaborazione dei propri vissuti relativi al proprio ruolo nella relazione di
aiuto.
Il progetto prevede, per il supporto alle famiglie, 1 colloquio individuale a famiglia usufruibili entro i dodici
mesi del progetto e 10 incontri di gruppo di psicoeducazione di 2 ore a cadenza mensile, da gennaio ad
ottobre 2023. La durata del supporto psicologico coincide con quella del progetto ovvero 12 mesi a partire da
ottobre 2022 e fino ad ottobre 2023. L’attività si collega ai seguenti obiettivi e aree d’intervento: “Ridurre le
ineguaglianze: accrescimento della consapevolezza per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per
favorire l’autonomia delle persone con disabilità e una migliore gestione della vita quotidiana, anche
attraverso tirocini per l’inclusione sociale.”, raggiungibile tramite i colloqui individuali di supporto
psicologico e gli incontri di gruppo con finalità psicoeducativa.

In sintesi, attraverso le attività laboratoriali menzionate intendiamo offrire ai nostri utenti concrete
opportunità di crescita personale, di sviluppo delle autonomie e di formazione al lavoro, oltre al supporto
concreto delle famiglie tramite il sostegno psicologico e psicoeducativo.

Risorse umane: La progettazione (A) è affidata a 1 libero professionista esterno. I laboratori saranno gestiti
da 6 liberi professionisti qualificati (D). Gli esperti saranno supportati da 4 soci-volontari di Arcontenda
Onlus durante le attività. Inoltre saranno affidate a 2 soci le attività di promozione, informazione e
sensibilizzazione (B), a 1 socio le attività di segreteria, coordinamento e monitoraggio del progetto (C) e a 4
soci i servizi strumentali ed accessori.

Valutazione dell'intervento: Sarà compito degli esperti valutare le abilità degli utenti in fase di pre-
intervento, in itinere e al termine dei laboratori, tramite apposite schede. In itinere sarà compilato il diario di
bordo. Alla fine dei laboratori sarà consegnato agli utenti e alle famiglie dei questionari per valutare il
gradimento e l'efficacia degli interventi.

Attività di comunicazione: Tramite la presentazione del progetto e la diffusione degli esiti in conferenza
stampa, post sui social media e volantini cartacei. Il risultato atteso riguardo l’attività di comunicazione è la
diffusione delle buone pratiche che possono essere replicate sul territorio.

Piano finanziario in allegato

Silvi, 30/05/2022

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