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DELLA MUSICA
500-600
L’arte musicale del 500 appare come sintesi delle tendenze culturali
stilistiche che si erano manifestate fin dai primi decenni del secolo
precedente e si affermeranno dietro l’impulso di una serie di condizioni
estetiche, politoco-sociali e tecnologiche. Da un punto di vista tecnico lo
svolgimento del linguaggio musicale è in questo secolo più orientato a
trasmettere il messaggio poetico del testo, fatto questo che mette a dura
prova le risorse creative del compositore, aprendo la via all’affermazione
di nuove forme di espressione musicale. Un forte impulso in questa
direzione deve essere venuto dal diffondersi del pensiero umanistico che
poneva i testi filosofici del mondo classico antico alla base del “NUOVO
SAPERE”. Alla musica veniva riconosciuto il potere di muovere gli affetti
dell’animo e si riteneva un elemento insostituibile per un armonioso
sviluppo della persona della sua esperienza artistica.
PRINCIPALI TEORICI
La teoria musicale del Rinascimento fu profondamente ricettiva nei
confronti della riscoperta del pensiero classico greco. Le riflessioni e le
speculazioni sul rapporto parola-musica, sul valore etico, sui vari sistemi
acustici e i tre diversi tipi di tetracordo proposti da teorici greci
occuparono un posto di rilievo in gran parte dei trattati musicali. Altri
sostengono che la pratica musicale moderna aveva raggiunto uno stato di
perfezione. La TEORIA DEL CROMATISMO di Nicola Vicentino si basava
sulla convinzione che la musica comunemente eseguita dagli antichi greci
fosse in realtà una mescolanza dei tre generi del tetracordo (diatonico,
cromatico ed enarmonico) e non fosse limitata al solo genere diatonico.
Vicentino pertanto sollecitò i compositori a liberare la musica dalle
strettezze diatoniche del sistema modale. Spiegò ampiamente le sue
teorie, che servirono di stimolo al forte sviluppo della scrittura cromatica.
Infatti nel libro 5 il musicista veneto descrive uno strumento chiamato
ARCHICEMBALO da lui ideato e poi fatto costruire per rendere possibile
l’esecuzione di compositori contenenti numerosi semitoni e successioni di
microtoni. Lo strumento era fornito di 2 manuali dotati di 3 serie di tasti
che permettevano di suddividere l’intervallo di una ottava in 31 gradi e di
distinguere i suoni diesati e bemollizzati.
GIOEFFO ZARLINO