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N 4/2014 Trimestrale Anno I

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

Quaderno
N 4/2014

Quaderno dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma


Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma
www.ording.roma.it
Per ulteriori numeri, articoli, contatti:
http://rivista.ording.roma.it
Quaderno Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

Quaderno
N 4/2014

In copertina:
Studio Fuksas - Complesso residenziale e commerciale 28
(Duca d’Aosta - Brescia)

Foto di: Copyright © Moreno Maggi


N. 4/2014

Sommario
GLI EDITORIALI

Il saluto del Presidente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5


di Carla Cappiello

L’Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
di Francesco Marinuzzi

GLI ARTICOLI

La manutenzione degli impianti semaforici: costi di gestione della sensoristica


e prestazioni offerte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
G. Acciaro, O. Fanelli, A. Marconi, C. Riccucci, R. Rosati

Bus bi-articolati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
C. Moretti

Confronto tra differenti settori (oil & gas, telecomunicazioni, facility management)
nel Project Management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
P. Fois, S. Pappa, A. Sacino

La gestione di progetto come il controllo di processo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48


S. Antonelli

Il modello IFC a sostegno degli investimenti nelle opere di manutenzione straordinaria


in Project Financing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
D. Morea, E. Cartapati, C. F. Ardito, A. Nanni, M. Rinelli, M. Salerni

Aspetti di utilizzazione industriale delle radiazioni nucleari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70


A. Naviglio, R. Remetti

Verso il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: l’inizio giusto? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84


R. Mezzanotte

Modelli matematici per l’ingegneria nucleare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94


A. De Blasiis

L’assicurazione per l’ingegnere dipendente: forse un dovere, ma sicuramente un diritto.


Per l’ingegnere “pubblico” una evidente necessità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
R. Silvi

Adempimenti in materia di acustica ambientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120


M. Greco, P. Verardi

L’AREA WEB DEL QUADERNO E DELLA RIVISTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .128


Arch. M. Fuksas - Nuovo Polo Fiera Milano (Rho-Milano) Copyright © Moreno Maggi 컄
Quaderno
Direttore responsabile
Stefano Giovenali

Direttore editoriale
Francesco Marinuzzi

Comitato di redazione

Sezione A
Carla Cappiello Manuel Casalboni
Filippo Cascone Lucia Coticoni
Alessandro Caffarelli Giuseppe Carluccio
Carlo Fascinelli Francesco Fulvi
Gioacchino Giomi Maurizio Lucchini
Lorenzo Quaresima Tullio Russo

Sezione B
Giorgio Mancurti

Amministrazione e redazione
Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma
Tel. 06 4879311 - Fax 06 487931223

Direzione artistica e Progetto grafico


Tiziana Primavera

Stampa
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segreteria@ording.roma.it

Finito di stampare: febbraio 2015

Il Quaderno IOROMA è un allegato alla rivista IOROMA

La Direzione rende noto che i contenuti, i pareri e le opinioni espresse negli articoli pubblicati rappresentano l’esclusivo pensiero
degli autori, senza per questo aderire ad esse.
La Direzione declina ogni qualsiasi responsabilità derivante dalle affermazioni o dai contenuti forniti dagli autori, presenti nei suddetti
articoli.
Il saluto del Presidente
Dott. Ing. Carla Cappiello

La comunicazione e l'ingegneria

I cambiamenti repentini della nostra società portano a modificare in continua-


zione il modo di interpretare le professioni intellettuali, che mai come oggi ne-
cessitano dell'interazione tra agire umano e nuove tecnologie. Cambiano le
metodologie di lavoro, i contenuti, le opportunità e questa evoluzione mette in
discussione i comportamenti e le prassi tradizionali con cui si è affrontato il la-
voro fino a qualche anno fa. In questo momento complesso diventa fondamen-
tale l’analisi della propria identità e la comprensione dei propri obiettivi.
L'ingegnere “moderno” deve, pertanto, possedere molteplici competenze,
dalla capacità di analisi alla capacità di aggiornare costantemente la propria
formazione. E, inoltre, deve saper comunicare in maniera efficace, per “essere
sempre in gioco” in un mondo e in un mercato in continuo mutamento. La co-
municazione diviene, così, uno dei caratteri fondamentali del nostro lavoro e
della nostra quotidianità. Anche gli Ordini si devono adeguare a questi “nuovi”
principi, poiché è maturata a pieno la consapevolezza di “sfruttare” i vantaggi
e i benefici dati soprattutto dal web. All'interno dell'Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Roma stiamo lavorando a che l'Ordine sia in continuo collega-
mento con i suoi iscritti, con i mass media, con le istituzioni. L'obiettivo è quello
di “fare rete attraverso la comunicazione”. Sono diversi gli strumenti utilizzati
per raggiungere questo scopo: il sito internet, i social media, le riviste e l'ufficio
stampa. Si desidera creare una relazione continuativa con il proprio network
di appartenenza.
L' “immagine”, concetto avulso dal vocabolario ingegneristico fino a qualche
tempo fa, non è una caratteristica intrinseca o una prerogativa scontata di un
ente, bensì è qualcosa che va costruito quotidianamente, un “patrimonio” che
va creato. E' molto importante promuovere, diffondere sempre un'immagine
coerente della nostra attività.
La comunicazione è anche per noi ingegneri una sfida davanti alla quale non
ci si può sottrarre, poiché rappresenta un mezzo per crescere. Comunicare
significa dare valore alla propria professionalità, soprattutto in un contesto la-
vorativo come il nostro, dove la credibilità dell'ingegnere assume un ruolo cru-
ciale. Siamo quindi chiamati a pensare alla comunicazione come un elemento
strategico per il nostro operato. "Fare bene e farlo sapere", il vecchio motto dei
comunicatori americani, ben si addice anche a noi!

Carla Cappiello
Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
L’Editoriale
Ing. Francesco Marinuzzi

Con questo quarto numero si chiude il primo anno editoriale del quaderno, una
scommessa nata dalla fiducia, dal coraggio e dalla determinazione dell’intero
consiglio nel creare un nuovo spazio qualificato di valorizzazione delle competenze
degli iscritti.
Sono stati pubblicati 60 articoli di 124 autori per un totale di più di 400 pagine
con un lavoro indefesso e mai abbastanza evidenziato di tutti i colleghi coinvolti
nella catena di revisione a partire dai presidenti delle commissioni e dai referenti
d’area, professionisti preziosi che hanno spesso mediato e bilanciato i tanti
contributi, nel silenzio, con dedizione ed impegno.
Dal primo numero corale e partecipativo che ha rappresentato e ospitato il calcio
di inizio, via via fino al presente numero i contributi son aumentati in peso, qualità
e complessità anche di revisione ed impaginazione come l’articolo sui modelli
matematici per l’ingegneria nucleare a cura del collega De Blasiis che qui volentieri
pubblichiamo. Un settore, quello nucleare, che siamo felici di testimoniare nelle
sue eccellenze con gli altri due articoli sul deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
di Mezzanotte e quello interessantissimo dei professori Naviglio e Remetti sulle
possibili utilizzazioni industriali delle radiazioni nucleari.
Il mondo evolve e si digitalizza a velocità crescenti anche nei settori più
tradizionali. Si affermano nuove metodologie quali la BIM (Building Information
Model) e standard internazionali aperti per lo scambio delle informazioni correlate.
L’articolo sul modello IFC, proposto dalla commissione di Project Financing
presieduta dal collega Morea, illustra il tutto molto estensivamente e ci aiuta a stare
al passo ed aggiornati con i cambiamenti.
Ma nel mondo ormai globalizzato la maggior parte delle conoscenze, delle risorse
e dunque delle soluzioni sta fluendo sempre più in rete e o nelle reti affiatate di
team multidisciplinari: noi stessi, con il nostro sito vi contribuiamo in minima parte.
Le fasi di progettazione e realizzazione stanno, pertanto, lasciando il passo a
quelle di identificazione e composizione nella sintesi delle soluzioni.
Ed é per questo che per i numeri del 2015 saremmo molto lieti di ospitare, oltre
agli articoli tradizionali, anche delle guide ragionate e specialistiche sulle risorse
presenti in rete: i link più rilevanti con ognuno qualche frase di commento, ad
esempio, perché autorevoli e scientifici, perché sede di una community di esperti
internazionali sul tema, perché ricorsivamente contenenti guide sul tema.
Ovviamente il tutto sarà valorizzato su carta e sul sito web rivista.ording.roma.it
In prospettiva tali liste, infatti, potranno esser incrementate in crowdsourcing
chiamando ognuno di noi ad esprimere il proprio “like” nell’ottica della costruzione
comune di una nostra intelligenza collettiva ingegneristica estesa a tutta la rete
globale.
Nel ringraziarvi chi raccoglie la sfida per primo?

Francesco Marinuzzi
Direttore Editoriale

컅 Arch M. Fuksas – Zenith Music Hall (Strasburgo) Copyright © Moreno Maggi


Quaderno

a cura di
Ing. G. Acciaro
LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI
Ing. O. Fanelli
Ing. A. Marconi SEMAFORICI: COSTI DI GESTIONE
Ing. C. Riccucci
Ing. R. Rosati DELLA SENSORISTICA E PRESTAZIONI
commissione
Sistemi regolazione OFFERTE
del traffico

visto da:
Ing. S. Brinchi La sensoristica è una voce di costo importante nella vita utile dell’impian-
Ing. A. Fuschiotto to e determina i benefici sulle prestazioni del nodo.

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ne dei benefici che possono ottenersi da una
regolazione attuata e dei costi da sostenere
per la loro manutenzione, fornendo al lettore le
conoscenze di base sullo stato dell’arte della
sensoristica, individuando i temi critici degli
aspetti manutentivi correlati ed analizzando al-
9
cuni casi reali già implementati od in via di rea-
lizzazione.

Sensori di traffico: stato dell’arte


I metodi di rilievo di traffico automatizzato per
la gestione delle intersezioni semaforizzate
possono essere distinti in due “macro” tipolo-
gie di sensori:
• sensori intrusivi ovvero con installazione su
manto stradale;
• sensori non intrusivi, generalmente installati
a bordo strada, tipicamente sul palo del se-
maforo.
La differenza fondamentale è che i primi, es-
sendo installati su strada, sono tendenzialmen-
te caratterizzati da operazioni di installazio-
ne/manutenzione più complesse (con neces-
sità di interruzione totale o parziale del flusso di
traffico) ma, in forza del loro posizionamento, ri-
sultano generalmente più accurati nel conteg-
gio. Al contrario, i sistemi non intrusivi vengono
installati fuori dalla sede viaria, fissati tipica-
mente al palo del semaforo ed orientati verso la
corrente veicolare oggetto di rilevamento.
Tra i sistemi intrusivi, si possono includere:
• Le spire induttive, che costituiscono ancora
la tecnologia più diffusa per il monitoraggio
del traffico. Il sistema risulta costituito da
una o più spire posizionate in corrisponden-
za della carreggiata e collegate ad un ap-
parecchio rilevatore posizionato ai margini
della stessa.
• I sensori magnetodinamici wireless, che ri-
introduzione levano il passaggio dei veicoli stradali, ba-
L’impianto semaforico, nella sua configurazione sandosi sull’analisi della variazione del
di tipo “attuato”, laddove i tempi delle fasi e/o campo magnetico terrestre indotta dall’in-
la loro successione è funzione di uno “stimolo” terferenza della loro massa metallica. Ven-
indotto dal traffico veicolare e/o pedonale, co- gono installati al centro della corsia strada-
stituisce un “sistema complesso” che reagisce, le, annegati nell’asfalto, e comunicano wire-
secondo determinati algoritmi, ad un evento less con un Access Point posizionato in
esterno captato da un sistema di sensori. prossimità del regolatore semaforico. Sono
Con questa premessa, è evidente che la manu- facili da installare e hanno una buona preci-
tenzione degli apparati di sensoristica costitui- sione di conteggio con flusso regolare. D’al-
sce l’elemento chiave per la corretta funziona- tro lato, le performance decadono in pre-
lità dell’impianto, a garanzia della sicurezza senza di code e nel caso in cui i veicoli sia-
stradale e della regolazione ottima per il deflus- no in fase di accelerazione o decelerazio-
so dei veicoli che interessano il suo bacino. ne. Necessitano di un cantiere stradale per
D’altro lato, l’attività di manutenzione è correla- la rimozione/sostituzione.
ta alla tipologia del sensore in adozione e alla • I Sensori wireless a tripla tecnologia combi-
complessità della regolazione semaforica che nata (luce incidente – IR - magnetica), che,
si sta attuando. in virtù delle loro caratteristiche, permetto-
Il testo che segue vuole stimolare il dibattito sul no il rilievo del veicolo, analizzando la dina-
tema della scelta del tipo di sensore, in funzio- mica della luce ambientale incidente sul

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Figura 1 - Esempio di spira per il conteggio dei veicoli . Una spira induttiva è un avvolgimento di filo elettrico
costituita da uno o due giri di filo disposti secondo una forma quadrata o rettangolare. Le spire sono soggette
a tensioni e torsioni, dal momento che il manto stradale tende a muoversi al passaggio dei veicoli pesanti e ai
cambiamenti di temperatura. Questo aspetto può determinare guasti all’apparecchiatura comportando elevati
costi di gestione e manutenzione. Inoltre, la presenza di veicoli fermi o marcianti a basse velocità o in fase di
accelerazione o decelerazione (situazioni di transito tipiche in prossimità delle intersezioni) può determinare er-
rori nella lettura del dato.

Figura 2 -
Esempio di sensori
wireless a tripla
tecnologia combinata
(FONTE NablaQuadro
s.r.l.)
I Sensori wireless a
tripla tecnologia
combinata (luce
incidente – IR -
magnetica) vengono
installati a filo della
pavimentazione
stradale, previa
asportazione di una
carota di conglomerato
bituminoso.
L’invio dei dati è
wireless, ad un Access
Point posizionato
nell’armadio del
regolatore.
Sono facili da installare,
rimuovere e sostituire
senza cantiere
stradale, ottime
precisioni di conteggio
anche per traffico
fortemente
congestionato.
D’altro lato per un
conteggio accurato
sono richiesti 1.5
sensori per corsia di
marcia.

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piano stradale durante il periodo diurno. raggio secondo una precisa cadenza tempora-
Nel periodo notturno il dispositivo sfrutta le che consiste nella verifica di tutti gli elementi
una luce artificiale prodotta da una sorgen- che concorrono al conteggio e alla trasmissio-
te led infrarossa integrata nel sensore, rile- ne del dato veicolare:
vando la luce riflessa dal fondo del veicolo • la verifica dei collegamenti;
(figg. 1 e 2). • la verifica delle comunicazioni con il centra-
11
Tra i Sistemi non intrusivi, si possono includere: lino semaforico;
• I sensori a microonde, che si basano sulla • la verifica delle configurazioni e dei para-
variazione della frequenza di un’onda elet- metri;
tromagnetica a causa del moto relativo tra • la verifica del cablaggio e delle morsettiere.
sorgente e ricettore. La differenza tra la fre- Nel caso particolare dei dispositivi di tratta-
quenza emessa dalla sorgente e quella ri- mento di immagini video, le operazioni di verifi-
flessa dai veicoli è proporzionale alla velo- ca includono anche la pulizia degli apparati,
cità istantanea del veicolo. Non sono in- compreso l’obiettivo delle telecamere, la verifi-
fluenzati dalle condizioni atmosferiche e ca del fissaggio al palo e del corretto orienta-
hanno una bassa necessità di manutenzio- mento.
ne. D’altro lato mostrano scarse performan- Il funzionamento di un sistema di rilievo veico-
ce in caso di flusso congestionato. lare è inoltre necessariamente condizionato da
• I sensori PIR (passive infrared), che al pas- una serie innumerevole di elementi: dagli agen-
saggio di un veicolo, rilevano una variazio- ti atmosferici, agli interventi sulla pavimentazio-
ne dell’energia radiante ricevuta e registra- ne stradale, agli incidenti, all’usura stessa. Tali
no il passaggio o la presenza del veicolo. elementi determinano gli eventuali guasti che
Sono più sensibili alle condizioni climatiche compromettono il regolare funzionamento del
(degrado delle performance in presenza di sensore.
pioggia o neve). La manutenzione della sensoristica è quindi
• I sistemi con trattamento automatico di im- quel processo che agisce, sia in via ordinaria
magini video, che si basano sull’utilizzo di che straordinaria, nel ripristino delle corrette
una telecamera e di un applicazione funzionalità dei sistemi di rilievo, eventualmen-
software per il conteggio automatico dei te riparando o sostituendo gli elementi che
veicoli basata sul concetto di “spira virtua- generano il malfunzionamento. Il ripristino è
le”: determinate zone dell’immagine vengo- sempre orientato al corretto funzionamento
no posizionate orizzontalmente rispetto al dell’impianto in relazione alla ottimizzazione
senso di marcia dei veicoli e analizzate dal dei tempi di verde, di rosso e di ciclo per il Figura 3 - Ripartizione
software in modo da rilevare il passaggio flusso veicolare che lo attraversa e/o per il percentuale degli
impianti semaforici
dei veicoli. Sono semplici da gestire e man- coordinamento con gli impianti semaforici vici- veicolari della rete di
tenere, ma la performance degrada in pre- ni (fig. 3). Roma, tra attuati e non
senza di riflessi, ombre, abbagliamento e attuati, anche in
condizioni climatiche avverse. funzione della tipologia
di sensore (FONTE –
Le tipologia di manutenzione, con riferimento Roma Servizi Mobilità
s.r.l.). La realtà romana
alla sensoristica Attuati con vede una
In linea generale, un sensore deve assicurare telecamere
telecamer e 2% preponderanza di
Non attuati 2%
che il dato rilevato sui carichi veicolari pre- dispositivi di
senti uno scostamento accettabile (non supe- rilevamento con spire
riore al 10%) rispetto al numero effettivo di annegate nell’asfalto e
veicoli transitanti in corrispondenza del sen- l’attività di ripristino
sore stesso. generalmente consiste
In sede di prima istallazione è prevista una pro- nell’effettuare un nuovo
taglio nell’asfalto e
cedura mirata alla calibrazione dei sensori che ricostituire il
innanzitutto porti alla quantificazione dello scar- collegamento elettrico
to esistente tra il numero di veicoli rilevato e il necessario alla spira.
numero di veicoli effettivamente transitati. Ov- Questa attività avviene
viamente nel caso di rilevatori con classificazio- sempre “in soggezione
ne veicolare, la quantificazione dello scarto di traffico” con
sarà relativa a ciascuna delle categorie veico- immaginabili
Attuati conseguenze sul
lari riconosciute. con spir
spire
e 48%
In assenza di guasti, la garanzia della conti- deflusso veicolare in
corrispondenza del
nuità del funzionamento del rilevatore è assicu- cantiere.
rata da una sistematica campagna di monito-

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n La relazione tra sensori di traffico e quantità di tali sensori è strettamente legata al-
regolazione la tecnologia utilizzata e al numero di correnti
Come già anticipato, un impianto semaforico di di traffico che devono attuare “la chiamata” o
tipo “attuato” è caratterizzato da una variazione “l’allungamento di fase”.
Un caso di regolazione di complessità interme-
12 dei tempi delle fasi e/o della loro successione
dia è quello cosiddetto “a piani”. In particolare,
indotta da uno “stimolo” relativo al traffico vei-
colare e/o pedonale e innescata tecnicamente è possibile definire due diverse politiche di at-
da un sensore. tuazione a seconda che la regolazione sia ge-
Al di là della classica chiamata pedonale1, nel stita secondo:
caso più semplice l’impianto semaforico vede 1. piani a fasce orarie
modificare la successione delle fasi introdu- 2. piani in relazione ai flussi di traffico.
cendo un tempo di verde per il veicolo che, Nel primo caso, la regolazione semaforica è
passando sopra un sensore, “chiama” una fase gestita per mezzo di una “libreria” di piani che
dedicata e ottiene il “via libera”. tipicamente cambiano in funzione dell’orario;
Questa regolazione è tipicamente inserita in una dotazione di sensori può altresì “chiamare”
un contesto con importanti differenze di volu- un piano semaforico non previsto per quella fa-
mi di traffico tra la viabilità principale e quella scia oraria ma giudicato più efficace per i volu-
secondaria (uscite da strade secondarie, ram- mi di traffico misurati in quel momento.
pe di ritorno su grandi assi a carreggiate se- Nel secondo caso la “libreria” di piani è stata
parate, etc.); spesso può essere implementata costruita indipendentemente dalle fasce orarie
con un grado di complessità successiva, lad- e l’adozione del piano semaforico è sempre at-
dove si preveda di base un tempo minimo di tuata dai sensori di traffico.
verde per la viabilità secondaria e il passag- In questi casi la modifica dei tempi di fase è
gio di un veicolo al termine del dato tempo di per lo più ottenuta utilizzando dei sensori di
“via libera” può “attuare” un prolungamento “macro regolazione”, tipicamente posizionati
della fase, di fatto allungando il tempo di ver- ad una distanza dalle strisce di arresto tale da
de su richiesta. non essere influenzati in modo importante dalle
In tutti questi casi la modifica dei tempi di fase dinamiche dell’intersezione, che misurano i vo-
è ottenuta utilizzando dei sensori di “micro re- lumi di traffico che interessano il nodo e attua-
golazione”, che non alterano in modo importan- no la politica di regolazione più efficace all’in-
te il comportamento dell’intersezione e la sua terno di un contesto prestabilito.
capacità di gestione del deflusso veicolare. La La quantità di tali sensori è strettamente legata

Figura 4 - Individuazio-
ne dell’intersezione sul-
la rete. L’asse di Casal
Morena - Stazione di
Ciampino costituisce
una alternativa al GRA
per gli spostamenti tan-
genziali tra l’insedia-
mento di Tor Vergata e
quello di Ciampino, se
considerato nel conte-
sto della nuova viabilità
ormai consolidata di
Via Schiavonetti.
D’altro lato, l’intersezio-
ne è anche il nodo di
accesso/egresso alle
zone di Morena e
Ciampino, insieme a
quello di Via dei Sette
Metri: considerando l’e-
norme e rapido svilup-
po urbanistico della zo-
na, se ne comprende il
livello strategico e le
criticità che ad oggi
sussistono.

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alla tecnologia utilizzata, al numero e alla geo- Ne consegue la necessità di una riflessione
metria dei rami concorrenti nell’intersezione. sulla migliore politica di attuazione per il dato
A questa regolazione possono essere associa- nodo o il sistema di nodi laddove incrementi di
te delle politiche di microregolazione, che sa- complessità tesi a migliorare l’efficienza tra-
ranno gestite da ulteriori sensori, come prima sportistica inducono relativi aumenti di costo
descritto. per la realizzazione e la manutenzione di sen-
13
La regolazione dinamica costituisce il caso più sori di traffico.
complesso, laddove gli stimoli indotti dal sen-
sore possono modificare in modo importante Due casi reali
tutti i parametri della politica di gestione del no- Per innescare un dibattito sul tema si riportano di
do in modo libero, ma sempre all’interno di in- seguito due esempi rappresentativi di regolazio-
tervalli prestabiliti. Un algoritmo, con frequenza ne attuata dal traffico, realizzati in periodi diffe-
costante, analizza gli stimoli indotti dai sensori renti e che utilizzano politiche di gestione e tec-
sui diversi rami dell’intersezione, e ricalcola i nologie di sensoristica differenti. In particolare:
temi di ciclo e delle diverse fasi con l’obiettivo • l’impianto in corrispondenza dell’intersezio-
di minimizzare i perditempo. ne via Anagnina – via della Stazione di
In questi casi l’algoritmo ha tipicamente neces- Ciampino – Via Casale Morena ha visto la
sità di conoscere sia i dati provenienti dai sen- modifica della regolazione semaforica nel-
sori di “macro regolazione”, per la definizione l’anno 2005. In quel periodo si sperimenta-
del tempo di ciclo e di una prima ripartizione vano le caratteristiche di nuovi centralini se-
dei verdi, sia di quelli relativi ai sensori di “mi- maforici che permettevano la regolazione
cro regolazione” per la correzione e ottimizza- dinamica e si utilizzavano le spire di traffico
zione dei tempi di verde. annegate nell’asfalto come sistema di sen-
La quantità di tali sensori è anche qui stretta- sori. A valle di una importante indagine di
mente legata alla tecnologia utilizzata, al nume- traffico e di uno studio condotto con il micro
ro e alla geometria dei rami concorrenti nell’in- simulatore, è stata progettata e implementa-
tersezione. ta la nuova regolazione, che ha dato risultati Figura 5 - Andamento
Rimane chiaro da queste considerazioni come, significativi in termini di riduzione della lun- dei flussi di traffico per
a parità di caratteristiche geometriche dell’in- ghezza delle code e dei tempi di attesa al i quattro archi dell’in-
tersezione, l’incremento del grado di comples- nodo (dati misurati). Al momento la funzio- tersezione (FONTE –
sità della regolazione semaforica sia correlato nalità è degradata per difficoltà di manuten- Roma Servizi Mobilità
all’aumento del numero di sensori necessario. zione del sistema di sensori; s.r.l.)

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• l’impianto in corrispondenza dell’intersezio- concentrato nel tempo in direzione di Roma
ne via di Torre Maura – Via del Fosso di (linea rossa) e un incremento dei flussi più
Santa Maura è oggetto di modifica in que- “spalmato” nel tempo in direzione Grottafer-
sto periodo, con il passaggio ad una rego- rata (linea gialla) nell’arco del pomeriggio e
lazione a piani attuati dal traffico veicolare. della sera;
14 Il sistema dei sensori è gestito da tecnolo- • Il sabato si evidenziano due picchi in direzio-
gia con trattamento di immagini video. Al ne Grottaferrata (linea gialla) in corrispon-
momento la regolazione di progetto non è denza delle ore dei pasti, tipicamente colle-
stata implementata e i dati che seguono so- gato alla tradizione romana di andare ai “Ca-
no relativi al risultato dell’applicazione di stelli” per il pranzo o la cena fuori porta;
modelli di micro simulazione. • la domenica si evidenzia un picco mattutino
nella direzione di Grottaferrata (linea gialla)
n Intersezione di via Anagnina – via della e uno simmetrico al pomeriggio nella dire-
Stazione di Ciampino – via di casal Morena zione verso Roma (linea rossa). Anche in
L’intersezione di Via Anagnina con Via della Sta- questo caso l’andamento è legato alla tradi-
zione di Ciampino rappresenta uno dei nodi zionale gita “fuori porta” domenicale;
principali della rete esterna al Grande Raccordo • anche i flussi delle vie trasversali, nei colori
Anulare nel quadrante sud est di Roma (fig. 4). del verde, manifestano, anche se con diffe-
I dati di traffico misurati durante le campagne rente ordine di grandezza, delle differenze
di indagine, hanno messo in evidenza una im- importanti al variare del tipo di giorno e du-
portante fluttuazione dei flussi di traffico in ter- rante l’arco della stessa giornata.
mini di fascia oraria, di tipo di giorno, di direzio-
nalità: la figura 5 illustra l’andamento dei flussi n La sensoristica scelta e i costi
di traffico per cinque giorni consecutivi della La regolazione attuata dai flussi di traffico è
settimana in corrispondenza dei quattro rami stata ottenuta utilizzando le spire induttive co-
dell’intersezione. me tecnologia per la rilevazione dei flussi di
Osservando tale andamento si evidenzia come: traffico.
• durante i giorni feriali (giovedì e venerdì) Il diagramma di seguito descrive il processo di
Figura 6 -Processo di
regolazione attuata l’andamento lungo via Anagnina è tipico del ottimizzazione della regolazione semaforica e,
dell’intersezione pendolarismo, con un picco mattutino molto in particolare, individua i “momenti” del proces-

SPIRE DI MA
MACRO
CRO CARICHI VEICOLARI IN
REGOLAZIONE INGRESSO AL NODO

TEMPO DI CICLO
REGOLATORE -
REGOLATORE
REGOLAT
ALGORITMO DI
OTTIMIZZAZIONE
OTTIMIZZAZIONE

TEMPO DI VERDE

SPIRE DI MICR
MICRO
O EVENTUALI TAGLI
EVENTUALI TAGLI AL
REGOLAZIONE TEMPO DI VERDE

REGOLAZIONE FINALE

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15

Figura 7 -Posizione
delle spire di micro e
macro regolazione in
corrispondenza dei
quattro rami dell’inter-
sezione

so in cui i sensori, sia di macro regolazione che da fattori di natura qualitativa, sia da fattori ge-
di micro, intervengono per l’elaborazione del nerali compresi nel servizio di manutenzione
tempo di ciclo e dei tempi di verde assegnati ai degli impianti semaforici dell’intera rete roma-
differenti approcci (fig. 6). na.
In coerenza con il rispettivo ruolo svolto dai Premesso che le caratteristiche dei rilevatori a
sensori di macro e di micro regolazione sono induzione affogati nell’asfalto sono tali per cui il
state definite le posizioni delle singole spire in costo di prima installazione e quello di manu-
corrispondenza dei quattro rami dell’intersezio- tenzione non differiscono di molto, i costi vivi
ne come mostrato nella figura di seguito. In per la manutenzione di un sistema con caratte-
particolare si nota come le spire atte alla macro ristiche geometrico-funzionali assimilabili al ca-
regolazione, siano state realizzate a circa 150 so di studio, possono essere valutati in una for-
metri dall’approccio, per non avere un dato di chetta compresa tra i 18.000 e i 25.000 euro
traffico inficiato dalle code generate dall’inter- annui.
sezione stessa (fig. 7). Oltre questa voce sono altresì da considerare
I costi di installazione e manutenzione di que- elementi stimabili con molta più difficoltà:
sto tipo di sensori di traffico non sono di facile 1. il tempo che intercorre tra l’avvenimento del
valutazione, poiché le relative voci sono costi- guasto e la sua individuazione da parte del
tuite sia da fattori direttamente quantificabili sia manutentore, che di fatto corrisponde ad un

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periodo di non funzionamento ottimale della quella dei benefici è di complessa articolazio-
regolazione; ne:
2. il tempo che intercorre tra l’individuazione 1) la valutazione economica del tempo rispar-
del guasto e la sua riparazione, ivi compresi miato al nodo è funzione:
i tempi di ottenimento delle autorizzazioni a a) del Valore del tempo attribuito dagli
16 intervenire con un cantiere sulla carreggiata utenti, tipicamente legato al motivo dello
stradale. Anche in questo caso si deve con- spostamento e alla classe di utente;
siderare il periodo di non funzionamento ot- b) dei flussi di traffico che lo interessano
timale della regolazione; durante il periodo di un anno;
3. la cantierizzazione, con i relativi costi soste- c) del tempo effettivamente risparmiato in
nuti dagli utenti in termini di perditempo e differenti periodi della giornata e per i
sicurezza. diversi giorni dell’anno;
Questi elementi rendono la stima piuttosto diffi- d) della quota percentuale cui tale rispar-
cile ma individuano una serie di elementi da te- mio di tempo corrisponde rispetto all’in-
nere in considerazione per successive valuta- tero tempo di spostamento medio.
zioni comparative. 2) La valutazione economica dell’incremento
di sicurezza stradale, dovuto alla riduzione
n I benefici per gli utenti dei tempi di verde e di ciclo durante la notte
I risultati della implementazione della regolazio- e in generale della maggior aderenza della
ne dinamica hanno mostrato un miglioramento regolazione agli effettivi flussi di traffico;
complessivo del Livello di Servizio del nodo, 3) La valutazione economica dei benefici am-
con una diminuzione media del tempo speso in bientali dovuti alla riduzione dei veicoli/h e
attraversamento pari al 15%. della lunghezza delle code.
Dalla figura 8 emerge come: In linea generale tutte queste considerazioni
• il modello di regolazione non penalizza la via sono riconducibili alla mancanza di un monito-
principale durante le fasce di punta del mat- raggio costante del nodo per la “misura” degli
tino e della sera e sfrutta i momenti di calo effetti della regolazione in tutti i periodi dell’an-
del carico per favorire le trasversali; si regi- no. Nella fattispecie, è stata eseguita una cam-
strano nel complesso delle 24 ore degli in- pagna di misure ex-post durante tre giorni di
crementi del tempo di attraversamento del una settimana “tipo” e per tre fasce di tempo
nodo inferiori al 17% mentre le diminuzioni della giornata (mattino, pranzo e sera): si è re-
lungo le trasversali vanno dal 22% al 58%; gistrata una diminuzione media dei tempi di at-
• le fluttuazioni di carico asistematiche ven- traversamento del nodo pari a circa il 15% che
gono colte dal sistema e rielaborate in una corrisponde a circa 350.000 Euro/anno.
regolazione ad esse congruente; in partico-
lare la direzione verso il centro di Roma, n Intersezione di via del Fosso di Santa
Figura 8 - Variazione lungo via Anagnina, registra una diminuzio- Maura – viale di Torre Maura
percentuale dei tempi ne dei tempi di attraversamento del nodo L’intersezione di via del Fosso di Santa Maura
di attraversamento del solo nella fascia mattutina e viceversa la di- costituisce uno dei nodi principali per la rete
nodo per i quattro ap- rezione opposta solamente nella fascia se-
procci e per il nodo
stradale di accesso alla zona di Cinecittà Est e
rale; a quella di Tor vergata (fig. 9).
nel suo complesso
(FONTE – Roma Servi-
• i cicli notturni si mantengono bassi a tutto Il nodo in questione è caratterizzato dai se-
zi Mobilità s.r.l.) vantaggio della sicurezza. guenti fattori:
Parallelamente alla valutazione dei costi, anche 1. la presenza di linee portanti del Trasporto
Pubblico Locale in quanto elemento del
Corridoio della Mobilità Anagnina – Tor Ver-
gata in esercizio dall’anno 2009;
2. l’elevata fluttuazione dei carichi veicolari
che lo interessano durante l’arco della gior-
nata; la sua posizione a ridosso del GRA e
la presenza di elementi attrattori di mobilità
nelle vicinanze come gli uffici del Catasto e
dell’Agenzia delle Entrate determinano, più
che in altre situazioni, un marcato pendola-
rismo dalla periferia verso il centro di Roma;
3. l’elevato valore complessivo dei flussi di
traffico, perché nodo di importanti assi vei-
colari caratterizzati da sezioni a due corsie
per senso di marcia.

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17

Figura 9 - Individuazio-
ne dell’intersezione sul-
la rete. Via del Fosso di
Santa Maura è l’ele-
mento finale, intra GRA
del lungo corridoio di
Viale della Sorbona che
collega direttamente
l’Università di Tor Ver-
gata, il Policlinico e la
A1 tramite lo svincolo
di Torrenova; viale di
Torre Maura è parte
fondamentale dell’asse
di viale Bruno Pelizzi
Via dei Romanisti, col-
legando direttamente
Cinecittà Est a viale
Palmiro Togliatti.

Questi elementi hanno determinato un partico- installazione costituisce la quota parte princi-
lare interesse per lo studio e l’implementazione pale dell’investimento: i costi vivi per l’installa-
di una regolazione attuata dal traffico per mez- zione di un sistema con caratteristiche geome-
zo di sensori. trico-funzionali assimilabile al caso di studio,
Nella fattispecie, la nuova regolazione semafo- possono essere valutati in una forchetta simile
rica è stata organizzata secondo una libreria di a quella individuata per le spire induttive. I co-
piani: al variare dei flussi di traffico, il regolatore sti di manutenzione, allo stato attuale della co-
“decide” quale piano sia più coerente nell’otti- noscenza, risultano nettamente inferiori e gli
ca della ottimizzazione e della minimizzazione elementi di difficile quantificazione descritti in
dei ritardi al nodo. La figura mostra in via quali- precedenza appaiono in questo caso decisa- Figura 10 - L’anda-
tativa come la durata del ciclo, indicata con la mente ridimensionati: mento dei piani se-
linea rossa, cambi in corrispondenza di coe- 1. il tempo che intercorre tra l’avvenimento del maforici in funzione
dell’andamento dei
renti variazioni del carico veicolare complessi- guasto e la sua individuazione da parte del flussi (FONTE – Ro-
vo che interessa il nodo (fig. 10). manutentore rimane un elemento variabile; ma Servizi Mobilità
2. il tempo che intercorre tra l’individuazione s.r.l.)
n La sensoristica scelta e i costi
La regolazione attuata dai flussi di traffico è
stata ottenuta utilizzando le telecamere che, di
fatto, funzionano proiettando sulla pavimenta-
zione stradale una “spira virtuale”: ogni veicolo
che attraversa questa proiezione sull’asfalto
viene conteggiato e il relativo dato inviato al
centralino per elaborare le strategie successive
(fig. 11).
Nella fattispecie dell’intersezione oggetto di
analisi, i sensori con trattamento video sono
stati posizionati uno per ogni ramo dell’interse-
zione (fig. 12).
Relativamente all’analisi dei costi, la differenza
sostanziale rispetto alle spire induttive, risiede
nel fatto che, in questo caso, il costo di prima

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18

Figura 11 - Esempio
di immagine con in
evidenza il riquadro
verde che svolge la
funzione di “spira vir-
tuale”

Figura 12 - Posizione
dei sensori video in
corrispondenza dei
quattro rami dell’inter-
sezione

del guasto e la sua riparazione si riduce in nuzione media del tempo speso in attraversa-
virtù del fatto che non è necessario un inter- mento pari all’8%: dalla figura emerge, in parti-
vento sulla carreggiata; colare, come le principali riduzioni di ritardo al
3. ne consegue che, la cantierizzazione, con i nodo siano nella fascia compresa tra le 7:30 e
relativi costi sostenuti dagli utenti in termini le 14:30, assottigliandosi drasticamente nella
di perditempo e sicurezza non costituisce fascia serale.
un elemento determinante. Dalle valutazioni al momento disponibili quindi,
la stima del beneficio in termini economici risul-
n I benefici per gli utenti ta pari a circa 280.000 euro.
Premesso che, la modifica della regolazione D’altro lato le considerazioni emerse preceden-
per l’intersezione oggetto di studio è in corso temente riguardo alla difficoltà di valutazione e
d’opera, i risultati stimati da modello relativi alla quantificazione dei benefici valgono anche in
implementazione della regolazione dinamica questo caso (fig. 13).
hanno mostrato un miglioramento complessivo
del Livello di Servizio del nodo, con una dimi- CONCLUSIONI

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Il tema della manutenzione della sensoristica messo in evidenza alcune importanti differenze
per gli impianti semaforici è caratterizzato da tra i diversi sistemi di rilevazione, sintetizzate
numerosi elementi, che portano ad un elevato nel diagramma di figura 14:
grado di complessità: la numerosità dei sistemi • mentre i costi di istallazione rientrano nel
di rilievo disponibili, le variabili di costo per l’ac- medesimo intervallo, a parità di configura- 19
quisto e la manutenzione, l’affidabilità di ogni si- zione geometrico-funzionale dell’intersezio-
stema anche in considerazione dell’ “ambiente” ne, quelli di manutenzione, allo stato attuale
in cui viene inserito, i fattori di disturbo indotti della conoscenza ed esperienza, mostrano
dall’ambiente stesso, le diverse funzioni che tali sensibili differenze in termini economici ed
sistemi possono svolgere secondo l’articolazio- operativi. La spira induttiva, essendo “affo-
ne del diagramma di fase, etc. gata” nell’asfalto è maggiormente soggetta
I due casi di studio analizzati sopra, hanno a problemi e guasti, la procedura di ripara-

Figura 13 - Variazione
dei tempi di ritardo del
nodo per i quattro
approcci e per il nodo
nel suo complesso
(FONTE – Roma
Servizi Mobilità s.r.l.)

Figura 14 -
Caratteristiche dei due
sistemi di rilevazione
analizzati a confronto

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zione è più articolata e gli impatti della can- ta, nella scelta del tipo di regolazione e di con-
tierizzazione sono elevati; seguenza della tecnologia e dell’architettura
• i frequenti guasti e i tempi di riparazione del sistema di rilevazione.
piuttosto lunghi delle spire induttive, deter- Il modesto contributo, fornito dalle analisi qui ri-
minano un abbassamento della efficacia portate, mette in evidenza come i benefici in-
20 del sistema di rilevazione nel suo comples- dotti sul traffico siano in tutti casi superiori di un
so; ordine di grandezza rispetto a quello dei costi
• gli effetti dei due sistemi sulla regolazione sostenuti per il sistema di rilevazione. E questa
presentano d’altro lato caratteristiche molto dovrebbe costituire un primo elemento di anali-
diverse tra di loro. A parità di costo, il siste- si per stimolare l’approfondimento delle voci
ma delle spire induttive permette sia la re- più difficilmente quantificabili, modificando
golazione di micro che quella di macro, l’approccio culturale verso una sistematica va-
avendo la possibilità di posizionare i rileva- lutazione ex-ante ed un confronto ex-post per i
tori anche a grande distanza dall’approc- progetti di regolazione.
cio. Il sistema video garantisce una visuale Da qui, sarà possibile affrontare secondo una
di circa 30 m: può essere prevista una dop- base dati quantitativa la scelta, in sede di pro-
pia telecamera (una per la micro regolazio- gettazione, del sensore più appropriato, secon-
ne e una per la macro) a fronte di un neces- do un approccio di sistema, che tenga conto
sario aumento dei costi di installazione e dei costi di realizzazione e manutenzione (alla
manutenzione; luce di una serie storica) e dei benefici indotti
• il limite indotto dalle considerazioni di cui sul deflusso veicolare dal tipo di regolazione
sopra, porta a benefici sui flussi di traffico, semaforica che si vuole attuare (con valutazioni
che per la regolazione a “piani” risulta di da modello).
misura inferiore, seppure assolutamente im-
portanti rispetto ai costi da sostenere per la
loro installazione e manutenzione.
In linea generale, la grande difficoltà, che ac- Note
1 il pedone preme il pulsante tipicamente posto
comuna i progetti sulla regolazione semaforica,
sul palo e “chiama” una fase dedicata all’attra-
è però la mancanza di campagne di monito- versamento. Questa regolazione è tipica degli
raggio sistematiche e la valutazione di costi attraversamenti pedonali semaforizzati ma tal-
realmente sostenuti per il singolo progetto, sia volta è inserita in un contesto più complesso di
che si tratti di una o più intersezioni. regolazione viaria laddove l’intersezione è lo-
Questa assenza porta a una difficoltà oggettiva calizzata in aree periurbane con grossi volumi
nella valutazione della bontà di una regolazio- di traffico veicolare e minor traffico pedonale.
ne, della opportunità di una regolazione attua-

Arch. M.Fuksas - Mab Zeil (Frankfurt- Germany) Copyright © Moreno Maggi 컄

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Studio Fuksas - Chiesa San Giacomo (Foligno)
Copyright © Moreno Maggi
a cura di
Ing. C. Moretti
BUS BIARTICOLATI
commissione
Sistemi di trasporto Veicoli ore di punta, sia in raffronto alla conformazione
Risulta evidente che il valore della capacità di delle scale di comunicazione tra i due ambien-
visto da: carico del singolo veicolo rappresenta uno dei ti.
Ing. W. Angori fattori peculiari nelle caratteristiche del vettore. Negli anni ’90 fu introdotto in esercizio l’auto-
A Roma il passo che segna un punto di cam- snodato comunemente denominato “jumbo-
Ing. A. Fuschiotto
biamento significativo risale agli anni ‘60 con bus” del quale la figura 2 ne riporta un esem-
l’introduzione in esercizio del veicolo a due pia- pio.
ni raffigurato in figura 1. Com’è noto, il veicolo a due piani viene utilizza-
In tale quadro la comunicazione interna al vei- to in diverse tipologie di servizi, sia di tipo urba-
colo a due piani presentava delle difficoltà alla no, sia turistico.
fluidità del movimento dei passeggeri. Il trasporto di tipo urbano si differenzia da quel-
Tale difficoltà é facilmente intuibile nella consi- lo turistico, in ragione della frequenza delle fer-
derazione, sia dell’affluenza di clientela nelle mate, ove la fluidità di movimentazione dei pas-

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sul piano teorico, trova dimostrazione anche
nei fatti.
Anche se al di fuori del contesto del trasporto
metropolitano, risulta interessante osservare
quanto avviene in Australia, ove circolano auto-
treni di notevoli dimensioni.
25
Si fa riferimento al provvedimento legislativo
presente in Australia, Vehicle dimensional li-
mits.
Tra le diverse composizioni ammesse alla cir-
colazione stradale, viene riportata quella deno-
minata “Road Train” e rappresentata in figura 3.
Come si evince dalla figura la composizione
del veicolo può avere una lunghezza massima
di 53.5 metri la quale risulta di gran lunga su-
periore a quella prevista nel nostro codice della
strada all’articolo 61 comma 2: “[…]Gli auto-
snodati e filosnodati adibiti a servizio di linea
per il trasporto di persone destinati a percorre-
re itinerari prestabiliti possono raggiungere la
lunghezza massima di 18 m; gli autotreni e filo-
treni non devono eccedere la lunghezza mas-
sima di 18,75 m[…]”.
Oltre al fattore lunghezza ne esiste un altro che
caratterizza la composizione.
Detta composizione, infatti, é caratterizzata da
3 articolazioni a differenza della normativa ita-
liana ove ne è consentita una sola.
L’articolo 54 del codice della strada, infatti, re-
cita:
“[…]
h) autotreni: complessi di veicoli costituiti da
due unità distinte, agganciate, delle quali una
motrice….;
i) autoarticolati: complessi di veicoli costituiti
da un trattore e da un semirimorchio;
l) autosnodati: autobus composti da due tron-
coni rigidi collegati tra loro da una sezione
snodata.
seggeri all’interno del mezzo assume importan- […]”
za significativa.
Il mezzo, di lunghezza complessiva intorno ai Come sopra accennato il vettore road train, ri-
18 metri, riporta nella direzione orizzontale i sulta esterno al contesto del trasporto metropo-
due locali di accoglienza viaggiatori preceden- litano visto che trova applicazione nel campo
temente disposti in verticale sul veicolo a due delle merci.
piani consentendo così una migliore fluidità dei La sua utilizzazione in Italia ed in Europa non si
passeggeri alle fermate. ritiene abbia una validità economica, in termini
L’autosnodato è oramai divenuto di uso conso- di sistema, per motivi che esulano dai confini di
lidato e fa parte integrante della flotta bus in questa memoria.
dotazione all’azienda municipalizzata del co- Il richiamo effettuato in questo documento, per-
mune di Roma. tanto, ha un fine esclusivamente teorico utile a
Considerato quanto sopra, viene naturale la ri- fotografare i fatti esistenti relativi alla lunghezza
cerca di proseguire sulla direzione intrapresa massima e l’articolazione delle composizioni
con l’introduzione del bus snodato, percorren- circolanti su strada nel mondo.
do la strada di aumentare il numero di vetture Con riferimento specifico al trasporto metropoli-
componenti il vettore. tano, esistono mezzi di lunghezze inferiori al
La possibilità di aumentare il numero delle vet- road train, ma superiori a quelle consentite in
ture costituenti la composizione di marcia di un Italia, regolarmente utilizzati in altri paesi anche
veicolo su strada, oltre ad essere confermata europei.

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26

Figura 1: Roma,
Bus a due piani

Figura 2: Roma,
autosnodato

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Figura 3: Road Train


Australia

Figura 4: Telaio
Volvo B12M

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Il mezzo accennato è formato da tre vetture in uso in diversi paesi europei ed extraeuropei.
collegate da due articolazioni per cui prende il In ambito europeo si reputa interessante citare
nome di biarticolato. come esempio la città di Metz; città nel nord-
A titolo di esempio si riporta in figura 4 il telaio est della Francia, capoluogo della regione della
del Volvo B12M. Lorena e del dipartimento della Mosella.
Il mezzo è caratterizzato da due fattori specifici L’interesse sta nella citazione di questa città in
che superano i limiti imposti dalle norme nazio- una pubblicazione della banca europea degli
nali: investimenti.
• Lunghezza complessiva: 23,79 metri Nel numero INFO del citato istituto, N° 151 del
• Numero degli snodi: 2 marzo 2013, viene riportato un articolo relativo
Oltre alla casa costruttrice Volvo si ritiene inte- ai problemi della mobilità nella città; se ne ri-
ressante il riferimento alla casa belga Van Hool. porta uno stralcio: “I trasporti pubblici hanno
Dalle ricerche effettuate in rete, emerge che la rappresentato un nodo gravoso per l’autorità
composizione biarticolata della Van Hool si in- locale, la Città di Metz, avente come diretta
serisce in un panorama organico della sua pro- conseguenza il problema della forte congestio-
duzione. ne del traffico cittadino da risolvere[…]. I vei-
Nella sua brochure, infatti, il prodotto biarticola- coli, lunghi 24 metri e bi-articolati, confacenti
to AGG300 rappresenta l’estensione del bus alla guida impegnativa nelle stradine con cur-
snodato AG300. ve del centro, sono stati costruiti dalla società
La figura 5 è stata ottenuta componendo le di- belga Van Hool.”
verse immagini riportate nella citata brochure al Rappresentati i mezzi e gli esempi di utilizza-
fine di sintetizzare quanto sopra riportato. zione, risulta doveroso svolgere anche un’anali-
L’utilizzazione in esercizio del bus biarticolato è si relativa alla questione normativa.

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L’evoluzione della normativa a livello europeo In allegato I si riporta:


consente la circolazione dei mezzi biarticolati 1. Dimensioni massime autorizzate dei veicoli
con la modifica ed integrazione alla direttiva di cui all’articolo 1, paragrafo 1, lettera a)
96/53/CE. 1.1. Lunghezza massima:
La direttiva 96/53/CE stabilisce, per taluni vei- - veicolo a motore 12,00 m
coli stradali che circolano nella Comunità, le di- - rimorchio 12,00 m
mensioni e pesi massimi autorizzate nel traffico - autoarticolato 16,50 m
nazionale ed internazionale. - autotreno 18,75 m
All’articolo 1 si definisce il fine della direttiva: - autosnodato 18,00 m

1. La presente direttiva si applica: Figura 5: Sintesi offerta


a) alle dimensioni dei veicoli a motore delle autosnodati Van Hool
categorie M2, M3, N2, N3 e dei loro rimor-
chi della categoria 03 e 04, quali definiti
nell’allegato II della direttiva 70/156/CEE
del Consiglio, del 6 febbraio1970, concer-
nente il ravvicinamento delle legislazioni
degli Stati membri relative all’omologazione
dei veicoli a motore e dei loro rimorchi (1);
b) ai pesi e a certe altre caratteristiche dei vei-
coli definiti alla lettera a) e specificati all’al-
legato I, punto 2 della presente direttiva.

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30

Figura 6: Cutiriba;
Biarticolato su corridoio
BRT

Al punto 2: una sezione.


[...] - «autosnodato», un autobus composto di In relazione ai regolamenti dei singoli stati mem-
due tronconi rigidi collegati tra loro da una se- bri si fa riferimento, a titolo d’esempio, alle rego-
zione snodata. Su questo tipo di veicolo i com- le vigenti in Francia anche in considerazione del
partimenti viaggiatori situati in ciascuno dei richiamo alla città di Metz sopra riportato.
due tronconi rigidi sono comunicanti. La sezio- Le osservazioni relative alle dimensioni dei vei-
ne snodata permette la libera circolazione dei coli sono riportate al libro 3 I veicoli, titolo 3 di-
viaggiatori tra i tronconi rigidi. La connessione sposizioni tecniche, capitolo 2 pesi e dimensio-
e la disgiunzione delle due parti possono esse- ni.
re effettuate soltanto in un’officina; [...] All’articolo R312-11:
Come sopra detto il fattore relativo ad una
maggiore lunghezza dei mezzi, rispetto a [...]
quanto riportato nella citata normativa CEE, tro- 7° bus articolati con più di una sezione artico-
va soluzione nella successiva direttiva lata: 24,5 metri;
2002/7/CE del parlamento europeo e del consi- [...]
glio la quale modifica la direttiva 96/53/CE.
Nello specifico di nostro interesse la direttiva I limiti italiani sono già stati sopra richiamati nel-
2002/7/CE modifica il precedente articolo 1 l’ambito dell’articolo 61, comma 2, del codice
della direttiva 96/53/CE: della strada nel quale si prescrive: “Gli auto-
snodati e filosnodati adibiti a servizio di linea
Articolo 1 per il trasporto di persone destinati a percorre-
La direttiva 96/53/CE è modificata come se- re itinerari prestabiliti possono raggiungere la
gue: lunghezza massima di 18 m”.
[…] Da una corrispondenza intercorsa con la dire-
b) è aggiunto il seguente paragrafo: zione generale della motorizzazione, si ricava
«3. La presente direttiva non si applica agli au- che, alla data attuale, non vi sono in essere
tosnodati che presentano più di una sezione proposte di variazione a quanto previsto dal
snodata; sopra citato articolo.
[...]
Con tale indirizzo la comunità europea lascia Sede/corridoi
agli stati membri la facoltà di regolamentare la È considerazione naturale che la fluidità della
circolazione dei mezzi autosnodati con più di circolazione favorisce la capacità di trasporto

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del sistema. L’esempio di scuola, in termini di pianificazione
E’ in questo quadro che si inserisce il concetto di rete BRT, fa riferimento alla città brasiliana di
dei corridoi della mobilità; strutture stradali nel- Curitiba.
le quali sono previste opportune soluzioni, con- La città è la capitale dello stato del Paranà
gruenti con il contesto ambientale relativo, al fi- con una popolazione di circa 1,8 milioni di
ne di poter disgiungere i flussi della circolazio- abitanti.
31
ne tra mezzo pubblico/collettivo - a prescinde- Il sistema Curitiba è articolato su una scala ge-
re la specifica modalità - dalla restante circola- rarchica di servizi Minibus che passano attra-
zione stradale. verso i quartieri residenziali e riforniscono il si-
In riguardo alla modalità su gomma il riferimen- stema principale composto nella logica del BIT
to internazionale a questo sistema è contraddi- e che opera abbracciando le cinque arterie
stinto dall’acronimo BRT; Bus Rapid Transit. principali che conducono al centro della città
In estrema sintesi si può affermare che il fine come i raggi su un mozzo della ruota.
del sistema BRT é quello di poter combinare le Sui corrodoi operano i mezzi biarticolati ottimiz-
peculiartà positive del sistema su rotaia (sede zando, così, l’offerta di trasporto pubblico tra-
propria e diritto di precedenza alle intersezioni) mite un sistema che coniuga gli effetti postivi
con quello del trasporto su strada (minori costi legati alla sede con quelli legati ai mezzi come
di costruzione della sede). riportato a titolo d’esempio in figura 6.
Quando i diversi corridoi sono tra loro connes- Un’attenta osservazione della figura rileva che
si, ne deriva una rete BRT. la base delle porte d’ingresso si trova a livello

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del bordo superiore delle ruote. avvalersi le nuove linee dovrà essere oggetto
Tale caratteristica impone la sopraelevazione di un’approfondita valutazione al fine di mini-
delle piattaforme alle fermate con interessanti mizzare gli impatti sul territorio e ridurre tempi
conseguenze il cui approfondimento travalica i e costi di realizzazione.”
confini di questa memoria. La realtà odierna manifesta le difficoltà al com-
32 pletamento del tracciato progettuale della linea
Area romana C oltre alla scarsa convinzione nel riproporre la
L’analisi relativa al sistema Curitiba rappresen- linea D.
ta un esempio di progettazione organica del si- La minore disponibilità di una modalità di tra-
stema del trasporto pubblico su gomma com- sporto metro di tipo “pesante” riporta all’atten-
binando l’effetto sede, tramite i corridoi, con zione la necessità di uno sviluppo più significa-
l’effetto vettore, tramite i mezzi biarticolati. tivo della rete di trasporto su superficie ed in
E’ evidente che la realtà romana è cararatteriz- particolare della modalità tram.
zata da notevoli differenze rispetto all’aerea di Nel PGTU, approvato dalla giunta capitolina nel
Cutiriba; sia strutturali dell’offerta, coseguente marzo 2014, viene riportato uno specifico riferi-
alla presenza di una pluralità di modalità, sia mento alla citata modalità nel capitolo relativo
storiche ambientali in relazione al tipo di svilup- alle strategie d’intervento per potenziare la rete
po residenziale/viario sviluppatesi nell’area ro- del TPL:
mana. “[...]
Si esamina il particolare fattore relativo all’offer- I cardini della nuova rete:
ta della modalità metro per i ragionamenti suc- • potenziamento della rete tram attuale con
cessivamente sviluppati. nuovi servizi, riqualificazione delle fermate
Nel PSMS (Piano Strategico Mobilità Sostenibi- con paline elettroniche anche ai capilinea,
le), documento del settembre 2009, al para- controllo delle corsie protette;
grafo relativo alla rete metropolitana si riporta: [...]”
“[...] Considerate le linee di azione generale Al solo fine di un esempio esplicativo risultano
espresse sull’argomento dalla Commissione interessanti le dichiarazioni dell’attuale sindaco
Marzano, che peraltro confermano i risultati di di Roma sul quotidiano Repubblica del 26 giu-
numerosi studi, si conferma l’impianto con gno scorso: “[…] Con l’assessore alla mobilità
quattro linee metropolitane, fermo restando abbiamo immaginato un’alternativa alle metro-
che la scelta delle tecnologie di cui dovranno politane: la realizzazione di 7 reti tranviarie con
un costo di realizzazione di 1 a 10 rispetto ai
metrò […]”.
Le valutazioni del sindaco, per tradursi in
realtà, necessitano della validazione costi/be-
nefici delle strutture competenti, ma risultano
congruenti con lo “spirito” espresso nel docu-
mento PGTU sopra richiamato.
A conclusione di questa breve memoria tecni-
ca, si ritiene utile evidenziare che, la capacità
di un efficente sistema di trasporto basato su
corsie di scorrimento protette e mezzi su gom-
ma biarticolati, si può ritenere alternativo, a me-
no di casi specifici, ad una modalità tram con
gli evidenti vantaggi economici in termini di
realizzazione della sede e di maggiore elasti-
cità nella gestione del sistema.
Quanto sopra in termini generali, mentre per il
collegamento verso i grandi insediamenti peri-
ferici, tale opzione risulta indiscutibilmente la
più valida.
Si considerino, ad esempio, i vantaggi operati-
vi, qualora si avesse avuto già a disposizone
la possibilità di utilizzare mezzi biarticolati nel
costruendo corrodoio Eur Laurentina - Tor Pa-

Arch. M.Fuksas - Mab Zeil (Frankfurt- Germany)


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Quaderno

CONFRONTO TRA
DIFFERENTI SETTORI
(OIL & GAS,
TELECOMUNICAZIONI,
FACILITY MANAGEMENT)
NEL PROJECT MANAGEMENT

Settore oil & gas


a cura di E’ importante premettere come il contesto di ri-
Ing. P. Fois ferimento di questo ambito abbia profonde dif-
Ing. S. Pappa ferenze tra il settore di estrazione e trasporto, a
Ing. A. Sacino sua volta diviso tra impianti di estrazione sotto-
marina e trasporto in mare (Off-Shore) e terre-
commissione
stri (On-Shore), e quello della trasformazione.
Project Management
L’estrazione avviene in molte parti del mondo,
in ambito industriale
anche se i grandi produttori sono circa 20 pae-
visto da si che producono intorno all’80% del petrolio e
Ing. W. Reali gas naturale mondiale; gli operatori sono le
Ing. G. Boschi grandi società petrolifere e gli enti nazionali go-
vernativi o, come avviene spesso, società mi-
ste tra le due tipologie.
Le realizzazioni sono caratterizzate da fasi ab-
bastanza lunghe di progettazione concettuale
e basica, in cui il giacimento viene studiato per
valutare la convenienza economica del suo
sfruttamento ed i tempi di ritorno dell’investi-
mento.
Una volta che l’investimento è fissato, la fase
realizzativa è generalmente condizionata dai
tempi compressi per consentire l’entrata in pro-
duzione del giacimento: ne consegue la neces-
sità di impostare gli schemi di esecuzione di Gli impianti di trasformazione sono presenti
Progetto in modo che gli obiettivi di completa- quasi in tutto il mondo, anche se la maggior
mento siano garantiti. parte di essi si trova nei paesi industrializzati, in
I progetti legati allo sfruttamento di giacimenti cui il settore è ormai considerato maturo e da
“Off-Shore” sono per loro natura più complessi diversi anni è in corso una progressiva raziona-
e più articolati di quelli terrestri “On-Shore”, ri- lizzazione industriale, con chiusura dei com-
chiedendo mezzi navali dedicati e schemi di plessi più obsoleti ed economicamente o eco-
esecuzione più articolati. logicamente non sostenibili.
L’industria della trasformazione del petrolio Al contrario, nei paesi emergenti ed in via di
(downstream) include per grandi linee: la raffi- sviluppo, la richiesta di impianti di trasformazio-
nazione, la petrolchimica, i fertilizzanti, la lique- ne è molto sostenuta, sebbene spesso frenata
fazione e ri-gasificazione del gas naturale, la dalle difficoltà finanziarie dovute all’importante
produzione di biocombustibili, la trasformazio- impegno di capitali che queste realizzazioni ri-
ne Gas-To-Liquid. chiedono.

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35

Anche nel downstream i tempi di realizzazione rendono il Project Management un elemento


del Progetto hanno grande importanza, ma i chiave, determinante per il loro successo sia
Clienti hanno anche l’esigenza di non eccedere dal punto di vista ingegneristico che economi-
i costi di investimento e quindi, quasi sempre, co, come brevemente si accennerà nel seguito.
indicono gare internazionali per ottenere i mi- Tipicamente la fase realizzativa è assegnata ad
gliori prezzi. un Contractor, generalmente con contratti di ti-
I Contractors invitati dovranno porre, quindi, la po “EPC” (engineering, procurement, construc-
massima attenzione al preventivo da redigere tion), che sta per Ingegneria, Approvvigiona-
in fase di gara ed al controllo dei costi durante menti e Costruzione o “EPCI” (engineering,
la fase esecutiva, poiché in questo settore diffi- procurement, construction, installation) nel set-
cilmente sono concesse varianti economiche tore Off-Shore, per il quale si aggiunge alle pre-
senza validi e giustificati motivi. cedenti fasi anche la responsabilità del traspor-
In generale i progetti del settore Oil & Gas han- to e dell’istallazione della piattaforma e dei
no una serie di specificità e caratteristiche che componenti sottomarini.

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36

In un Progetto EPC o EPCI la responsabilità del L’internazionalità di questi tipi di progetto ri-
Contractor è molto ampia, dovrà esso stesso chiede che il Project Manager abbia qualità in-
eseguire il Progetto definitivo a partire da spe- terpersonali tali da consentirgli la gestione di
cifiche di base e da un’ingegneria limitatamen- Gruppi di Progetto formati da specialisti di cul-
te sviluppata dal Committente nella fase pre- ture diverse ed ambienti estremamente etero-
gara, dovrà provvedere all’acquisto di tutti i genei.
componenti che andranno installati nell’impian- Nella gestione di un grande Progetto di Oil &
to ed organizzare la costruzione nel sito defini- Gas il Project Manager si dovrà relazionare con
tivo (on-shore) o in un cantiere temporaneo pri- molti interlocutori esterni quali: fornitori delle Li-
ma di essere trasportato in mare (off-shore) cenze di processo, società di servizio di inge-
con propri mezzi e risorse o appaltando i lavori gneria, fornitori di componenti, appaltatori, tra-
a Società specializzate nella costruzione e nel sportatori, assicurazioni, finanziatori, banche,
montaggio. partner in Associazioni di Impresa o Joint Ven-
Va da se che, in tali schemi contrattuali, il Com- tures. In un Progetto di medie dimensioni, per
mittente trasferisce molti dei rischi dell’investi- esempio, è normale che siano coinvolte oltre
mento sul Contractor quali ad esempio: il ri- 400 diverse società a vario titolo e con diversi
spetto dei tempi, le modifiche tecniche dovuti ruoli!
allo sviluppo dell’ingegneria di dettaglio, l’au- Un Capo Progetto (o Project Manager) di simili
mento dei prezzi e dei costi della manodopera, progetti deve avere competenze molto ampie e
le prestazioni dell’impianto costruito, la qualità diversificate, ma rimane essenziale la formazio-
dei prodotti, il rispetto di consumi energetici e ne di base di tipo ingegneristico con spiccate
dei parametri di emissioni ambientali. conoscenze multidisciplinari, essendo interes-
Escludendo i Progetti di sola ingegneria o di sate quasi tutte le discipline dell’ingegneria.
modifica migliorativa di impianti esistenti detti Il Project Manager è il primo responsabile dell’at-
“revamping”, il valore economico dei progetti tuazione del piano esecutivo che egli imposterà
dell’Oil & Gas è molto variabile: si va dalle de- nei primi mesi di vita del Progetto con l’emissione
cine di Milioni di Euro, per le aggiunte di picco- di una strategia esecutiva, un cronoprogramma
le unità di impianto in complessi esistenti, fino dettagliato ed un budget economico.
agli oltre 10 Miliardi di Euro per i grandi Progetti Questi tre documenti, integrati con l’analisi dei
di complessi industriali integralmente nuovi, rischi, costituiranno il riferimento fondamentale
detti “grass-root”, composti da più impianti in- del Progetto detto “baseline” da cui, per quan-
tegrati tra loro. to possibile, il Progetto non si dovrà discostare,

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a meno di eventi eccezionali ed imprevedibili. • Tecnologie di rete: ossia le infrastrutture fisi-
La gestione di progetti così complessi richiede che, quali cavi e linee di trasmissione, gli
strumenti informatici efficaci e di comprovata elementi di rete, quali switch e linee di tra-
affidabilità per la pianificazione del cronopro- smissione e funzionalità sofware-enabled,
gramma e la gestione dell’avanzamento lavori, tra cui messaggistica, inoltro chiamata e 37
per il controllo dei costi, per la gestione dei ri- applicazioni di rete, quali web hosting o
schi, delle varianti contrattuali, delle modifiche storage networks.
richieste dal committente. • Sistemi di supporto alle operazioni (OSS -
Tali strumenti di gestione e controllo del Proget- Operation Support Systems): sono tutti quei
to saranno naturalmente integrati con gli stru- sistemi che vengono utilizzati dalle aziende
menti informatici tipici delle società di ingegne- fornitrici di servizi di comunicazione per il
ria relativi alla progettazione, all’acquisto dei funzionamento delle reti e riguardano i vari
materiali, al controllo delle forniture e gestione sistemi di gestione degli elementi di rete co-
del magazzino, agli avanzamenti di cantiere, me i sistemi utilizzati per l’approvvigiona-
gestione della sicurezza e del controllo qualità mento, la contabilità, la sicurezza, la fattura-
e naturalmente i sistemi ERP delle imprese zione, ecc.
stesse. • Sistemi di supporto al business (BSS – Bu-
In conclusione, i Progetti per la realizzazione siness Support Systems) – sono tutti i siste-
degli impianti nel settore del Oil & Gas sono mi che un operatore telefonico utilizza per
caratterizzati da valori economici rilevanti, com- gestire le operazioni commerciali nei con-
plessità ingegneristica e tecnologica, tempi fronti dei suoi clienti. A livello di base, le
compressi, rischiosità elevata, ambienti interna- piattaforme BSS sono responsabili nella ge-
zionali e multiculturali. stione degli ordini, dei pagamenti e dei flus-
Tutto questo determina un elevato profilo di ri- si finanziari. Le quattro aree principali sono
schio che richiede un’organizzazione del Product Management, Customer Manage-
Project Management di ottimo livello e grandi ment, Revenue Management ed Order Ma-
capacità individuali. nagement.
(Dott. Ing. Pietro Fois) • Metodi e procedure (M&Ps) per il funziona-
mento della rete – riguardano l’installazione,
Settore Telecomunicazioni ingegneria, operazioni, manutenzione, ripa-
Le offerte dei servizi di telecomunicazione ri- razione e supporto al cliente per aspetti le-
guardano le tecnologie di rete oltre, a sistemi di gati al servizio.
supporto del funzionamento e del business, • Contenuti e applicazioni – riguarda la crea-
metodi e applicazioni di procedure e contenuti. zione di contenuti (per esempio customer
Pertanto, i componenti principali dei servizi di relationship management, disaster reco-
telecomunicazione sono: very, scambio elettronico di dati, ecc.) o

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38

realizzazione di pacchetti di contenuti (noti- telecomunicazioni comprende aspetti relativi


zie, film, voice mail, web hosting, bollettini alla progettazione della rete ed alla tecnologia
meteo o del prezzo delle azioni, messaggi- di rete.
stica vocale, servizi taxi, cataloghi e gestio- Comprende inoltre l’architettura dei sistemi di
ne dei certificati per il commercio elettroni- supporto alle operazioni e la gestione delle ri-
co, ecc.). sorse per l’approvvigionamento, test, installa-
Le prime quattro voci sono nell’ambito di com- zione, funzionamento, manutenzione e fattura-
petenza degli operatori di telecomunicazione, zione dei servizi di telecomunicazione.
mentre l’ultima è responsabilità dell’utente o di Per illustrare le caratteristiche dei progetti nel
un provider specializzato. settore dei servizi di telecomunicazione, li pos-
Di conseguenza, dal punto di vista di rete, siamo suddividere in tre tipi:
l’ambito dei progetti nel settore dei servizi delle • Progetti relativi all’aggiunta di funzionalità in

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Da quanto sopra esposto, si evince che i pro-
getti nell’ambito dei servizi di telecomunicazio-
ne consistono in un portafoglio di progetti con
le seguenti caratteristiche:
• Complessità delle interfacce (sia interne sia
esterne);
39
• Ambito internazionale;
• Attività multidisciplinari;
• Nessuna produzione di massa;
• Varietà dei requisiti utente;
• Relativamente lunga fase di pianificazione
(anche per installazioni temporanee).
Nell’attuale competitivo mercato delle teleco-
municazioni risulta cruciale ridurre il totale
lead-time dal business planning al lancio
commerciale. La capacità di gestire e ridurre i
rischi, nei progetti che richiedono tipicamente
l’integrazione di diversi fornitori, risulta di
estrema importanza per il successo di tali pro-
getti.
Per gestire la complessità nella pianificazione
ed implementazione, occorre adottare un mo-
dello di Project Management strutturato e col-
laudato.
Le principali linee guida adottate nel settore
delle telecomunicazioni per la gestione dei pro-
getti sono generalmente basate sullo Standard
Internazionale del PMI:
1. Definizione della struttura generale del pro-
getto.
2. Suddivisione del progetto in fasi, per garan-
tire un più accurato controllo. Nel loro insie-
me queste fasi sono conosciute con il nome
di ciclo di vita del progetto. Il ciclo di vita
del progetto definisce le fasi sequenziali
che collegano l’inizio e la fine del progetto
stesso.
3. Il processo di gestione del progetto è un in-
sieme di azioni e attività correlate ed è sud-
diviso in sottoprocessi:
• Sottoprocesso di Analisi: analisi delle speci-
fiche per la definizione ed autorizzazione
del progetto o una fase del progetto;
• Sottoprocesso di pianificazione: definisce e
perfeziona gli obiettivi e pianifica lo svolgi-
mento delle azioni necessarie per il rag-
giungimento degli obiettivi e dell’ambito
una rete pubblica esistente; stabiliti per il progetto;
• Progetti relativi alla creazione di reti di busi- • Sottoprocesso di esecuzione: integra perso-
ness specializzate; ne e altre risorse per l’attuazione del piano
• Progetti relativi alla creazione e rimozione di di progetto;
una rete temporanea. • Sottoprocesso di monitoraggio e controllo:
L’importanza relativa dei vincoli sulla qualità, co- misura e monitora regolarmente l’avanza-
sti e tempi varia per ogni categoria. Più specifi- mento lavori per identificare eventuali sco-
camente, il vincolo principale nell’ambito dei ser- stamenti dal piano originario, in modo da
vizi pubblici si riferisce alla qualità; nelle rete consentire eventuali azioni correttive per il
aziendali, invece, il costo è la preoccupazione raggiungimento degli obiettivi di progetto;
principale, mentre la tempestività è l’aspetto più • Sottoprocesso di rilascio e chiusura: forma-
importante nel caso di installazioni temporanee. lizza l’accettazione del prodotto, del servi-

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zio o del risultato e consente la chiusura di strategie, politiche e processi in grado di sup-
corretta del progetto o di una fase del pro- portare il core business a cui sono a servizio.
getto. Tale elemento rappresenta un fattore di fonda-
Tali sottoprocessi sono caratterizzati da chiare mentale importanza per la contestualizzazione
40 relazioni di dipendenza e vengono eseguiti nel- di un progetto di facility management.
la stessa sequenza in ogni progetto. Sono evidenti le criticità associate ad un servi-
(Dott. Ing. Stefano Pappa) zio di manutenzione impiantistica per un edifi-
cio destinato ad uso ufficio rispetto ad una
Settore Facility Management struttura di data center dove risiedono appa-
Il facility management si occupa della gestione recchiature e infrastrutture informatiche che de-
delle attività che non riguardano il core busi- vono assicurare il funzionamento 24 ore su 24
ness di un’azienda, come ad esempio utilities, per 365 giorni all’anno, oppure il servizio di pu-
sicurezza, telecomunicazioni, servizio mensa, lizia all’interno di una struttura aeroportuale ri-
manutenzioni, pulizie, ecc. spetto ad un ospedale e alle sale operatorie.
In genere tali attività si dividono in 3 macro ca- L’affidamento dei servizi legati al facility mana-
tegorie di servizi: gement in outsourcing segue procedure di ac-
• Servizi agli edifici in cui ricadono le manu- quisto e selezione dei fornitori differenti a se-
tenzioni alle strutture edili e agli impianti, la conda del contesto di riferimento (pubblico o
gestione delle aree verdi, ecc...; privato, policy aziendali, ecc.), con contratti ca-
• Servizi alle persone che comprendono le at- ratterizzati da orizzonti temporali che vanno ti-
tività di pulizia, ristorazione, sicurezza, picamente da 1 a 5 anni (oltre ad eventuali pro-
ecc...; roghe contrattuali) e un’eventuale fase di avvio
• Servizi al business come ad esempio tele- compresa generalmente tra 1 e 6 mesi.
comunicazioni, stampanti, ecc.... La fase di avvio va dalla stipula del contratto al-
I progetti nell’ambito di tale settore presuppon- la messa a regime di tutti gli aspetti del servi-
gono spesso un approccio integrato e trasversa- zio, come ad esempio la conoscenza del patri-
le alle diverse tipologie di servizio e lo sviluppo monio immobiliare, l’acquisizione della docu-

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mentazione tecnica di riferimento, la persona- ge, sicurezza, gestione del personale,
lizzazione delle procedure operative di eroga- ecc.).
zione delle attività, l’implementazione di un si- Le metodologie del Project Management forni-
stema informatico di gestione CAFM (Compu- scono importanti supporti a chi deve gestire il
ter Aided Facility Management). progetto che, in aggiunta agli strumenti propri 41
Tale fase di avvio può assumere un ruolo di di gestione operativa delle attività (come ad
particolare criticità in funzione della comples- esempio i piani di manutenzione ed i relativi
sità del contesto di riferimento e dei vincoli cronoprogrammi), consentono di tenere sotto
contrattuali, da cui ne deriva un’attenta pianifi- controllo i diversi aspetti che riguardano il con-
cazione e gestione. tratto, soprattutto durante la fase di avvio dove
Il valore economico di un contratto di facility è necessario concentrare molteplici risorse
management può arrivare anche a diversi mi- umane, tecniche ed economiche in intervalli di
lioni di euro l’anno per patrimoni molto ampi e
tempo ristretti.
che prevedono molteplici tipologie di servizi.
La condivisione dello stato di avanzamento del-
Nell’ambito della gestione del progetto i princi-
le attività con l’azienda committente rappresen-
pali vincoli (anche in termini di tempi, costi e
qualità) che il project manager deve rispettare ta un momento di confronto durante il quale l’u-
sono: tilizzo di rappresentazioni tramite diagrammi di
• Necessità del Committente (contratti in sca- GANTT dello stato di avanzamento delle attività
denza, tempi, modalità di gestione ed ero- risulta essere molto efficace.
gazione dei servizi, stato conservativo e Una cattiva gestione di tale fase può compro-
manutentivo degli impianti e delle strutture, mettere le basi del sistema di gestione previsto
ecc.); per l’erogazione dei servizi, avere impatti eco-
• Documenti di gara (Capitolati Tecnici, Alle- nomici negativi (applicazione di penali) e com-
gati, Disciplinare, Livelli di servizio, ecc.); promettere i rapporti tra fornitore dei servizi e
• Normativa di settore (scadenze per inter- cliente.
venti di manutenzione programmata di leg- (Dott. Ing. Alessandro Sacino)

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Dall’analisi dei tre settori presi a riferimento (oil • dell’orizzonte temporale di riferimento;
& gas, telecomunicazioni e facility manage- • del livello di rischio e delle relative modalità
ment) si evidenzia come le tecniche di Project di gestione;
Management forniscono un supporto all’attività • del livello di integrazione degli strumenti di
del Project Manager che, con diversi livelli di gestione e controllo dei progetti con gli stru-
42 complessità, deve operare in scenari comple- menti informatici aziendali per la gestione
tamente differenti. Le tecniche di base del degli altri processi (ad esempio acquisiti,
Project Management hanno molteplici punti in progettazione, controllo, risorse umane,
comune tra le diverse situazioni considerate e ecc.).
vengono applicate con diversi livelli di ap- Ciò che risulta comunque evidente è l’indiscuti-
profondimento a seconda: bile necessità, indipendentemente dal settore
• del livello di internazionalità; in cui si opera, di dotarsi di una gestione a pro-
• della dimensione e dell’eterogeneità dei getti e di acquisire una elevata cultura di
gruppi di lavoro; Project Management.

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Arch.G.De Carlo – Palazzo di Giustizia (Rimini)
Copyright © Moreno Maggi
Arch.G.De Carlo – Palazzo di Giustizia (Rimini)
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Quaderno

LA GESTIONE DI PROGETTO
COME IL CONTROLLO DI
PROCESSO
La gestione dei progetti è affrontata
a cura di
Ing. S. Antonelli con stili diversi in funzione del settore
tecnologico e del processo produttivo.
commissione L’ampio ventaglio di approcci alla
Project Management
in ambito civile
moderna gestione dei progetti,
ambientale condivide una base comune costituita
dal controllo di processo. Il tema ben
visto da:
Ing. D. Benotti
noto all’ingegneria, è stato applicato
Ing. G. Boschi nel campo delle attività produttive
dalla metà del 19° secolo, soprattutto
nell’organizzazione del lavoro
industriale, ed è stato perfezionato nel
corso degli ultimi 50 anni nel campo
del project management.
Attualmente esistono modelli public
domain basati sul controllo di
processo di progetto che offrono il
vantaggio di essere stati sottoposti
alla prova pratica su migliaia di
progetti reali. Questi modelli possono
essere utilizzati con un approccio
plug&play e adattati alle esigenze
delle organizzazioni. Ne vedremo uno Controllo solo ciò che misuro
in particolare che offre agli utenti Prendo spunto dal settore ICT, indubbiamente il
più vivace nell’applicazione del moderno
alcuni vantaggi legati ai razionali, alla project management, per avviare la questione
storia e all’ambito della sua nascita e del controllo legato al progetto.
Il D.Lgs. 12 febbraio 1993 n°39, all’art. 13 com-
realizzazione. La normalizzazione di ma 2, introduce l’obbligo per le PA, del monito-
un metodo process-based diffuso e raggio periodico dei contratti ICT; “…il monito-
non proprietario e il suo orientamento raggio è avviato immediatamente a seguito
della stipula dei contratti”. Nel 2009 il CNIPA
al controllo dei risultati, rendono il (successivamente confluito in DigitPA e poi nel-
modello stesso strumento l’Agenzia per l’Italia Digitale) ha annunciato la
metodologico flessibile in ogni settore preparazione del nuovo manuale applicativo
“Verifica dei Risultati degli Interventi ICT di In-
dell’ingegneria. Vedremo due casi di novazione”. Come suggerisce il titolo, questo
studio in ambito pubblico, in cui è documento dovrebbe indirizzare alle finalità e
alle modalità di esecuzione del processo di
stato recepito il principio “controllo monitoraggio e verifica dei risultati come dispo-
solo ciò che misuro”.

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roma

49

sto dal D.Lgs. 39/93. In particolare, i contratti per creare nuovi prodotti o realizzare opere se-
soggetti a monitoraggio sono gli “Interventi ICT condo i requisiti della committenza. Da sempre
di Innovazione”. le opere di ingegneria si concretizzano attra-
“Per intervento ICT d’innovazione (contratto / verso l’avvio di iniziative che comunemente
progetto) si intende un insieme coerente di atti- chiamiamo progetti. Le organizzazioni commer-
vità che abbiano come obiettivo la creazione di ciali che li promuovono, si impegnano per ab-
valore per cittadini e imprese (oltre che ammi- battere il time-to-market e migliorare la qualità,
nistrazioni stesse) mediante l’uso innovativo con l’obiettivo di aumentare la propria presenza
dell’ICT da parte della Pubblica Amministrazio- sul mercato. L’aumento di quote di mercato e il
ne.”1 miglioramento della profittabilità sono i princi-
Deduco che qualunque progetto ICT, e non pali indicatori di performance e di valore gene-
ICT, è innovativo, perché non conosco progetti rato dai progetti delle organizzazioni private;
che non abbiano l’obiettivo di creare valore e la ma anche di quelle pubbliche pur con metriche
valutazione degli indicatori di performance mi- più complesse (fig. 1).
surabili è una fase obbligatoria nel ciclo di vita Le amministrazioni pubbliche, diversamente
dei progetti. E per quelli ICT delle PA il proces- dalle organizzazioni commerciali, non si con-
so di monitoraggio è obbligatorio per legge. frontano con il market share e gli utili. Che cosa
Le organizzazioni commerciali avviano progetti significa dunque in quest’ambiente, migliora-

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50

Figura 1:
Relazioni tra risultati
e benefici

Figura 2:
Quale integrazione?

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mento misurabile della performance ovvero minista si poneva interrogativi per il controllo
controllo dei risultati? Non c’è dubbio che per dei processi produttivi anche solo umani o solo
l’ambito pubblico, la misura delle performance parzialmente automatizzati. Le teorie sulle or-
dei progetti è legata alla trasformazione e mi- ganizzazioni umane in ambiente produttivo
glioramento dei servizi percepibile dal cittadi- hanno attraversato oltre due secoli di storia del-
no, dalle imprese e dall’amministrazione stes- l’occidente, e sono arrivate fino a noi. L’analisi
51
sa. Ma qui la misurazione delle performance è dei processi produttivi sono decollati prima nel-
più complessa perché sono più complessi gli le fabbriche, sono poi volati negli uffici, atterrati
indicatori. La definizione di indici di performan- sulle scrivanie dei colletti bianchi, e hanno avu-
ce misurabili è un momento complesso nella vi- to un potente impulso negli anni ’70 e ’80. Non
ta di un progetto e, se l’iniziativa è lanciata in c’è grande organizzazione industriale che non
ambiente governativo, questa fase è ancora abbia lanciato, in quegli anni, una qualche ini-
più delicata. Alla complessità nella definizione ziativa di reingegnerizzazione dei processi di
degli indicatori di monitoraggio, si somma la business. Ciò che allora era solo una novità
difficoltà, per tutte le organizzazioni, nel defini- molto costosa, a vantaggio delle grandi corpo-
re i processi di monitoraggio e integrarli in rate, è ormai una pratica comune in qualunque
quelli di progetto (fig. 2). azienda per il controllo della produttività e red-
Il governo reale dei progetti richiede un oriz- ditività dei processi interni. Qualcuno potrà os-
zonte d’osservazione più ampio. Per allargare servare che i processi produttivi sono, in larga
l’orizzonte c’è un solo modo; salire di quota. E misura, ripetitivi e caratterizzati da livelli di qua-
quando la quota aumenta, migliora la visuale, lità costante su prodotti industrializzati, con ca-
ma le condizioni ambientali diventano più ostili ratteristiche sempre uguali per ciascun singolo
richiedendo un equipaggiamento specifico con esemplare. I progetti sono diversi, sono pro-
dotazioni particolari. cessi non ripetibili, non producono risultati tutti
uguali per qualità, dimensione, caratteristiche
Metodo process-based fisiche ed economiche, con effort sempre di-
PRINCE2 è una delle possibili dotazioni specia- versi. Ma si può dire a ragione, che i progetti
li per ambienti complessi come sono ormai i producono sempre e solo risultati misurabili, e
progetti, ad ogni latitudine e longitudine del questi risultati sono il prodotto di un’organizza-
pianeta, sia nel dominio privato che nel pubbli- zione definita, caratterizzata da ruoli e compiti,
co. con tempi e budget assegnati. Possiamo anco-
Se guardiamo l’età anagrafica del metodo, ra dire che tutti i progetti, nessuno escluso, de-
PRINCE2 non è una novità nel mondo della ge- vono generare valore e questo valore è una
stione progettuale. Ma la sua novità rimane in- grandezza o una serie di grandezze anch’esse
discussa se osserviamo che è il primo e unico misurabili. Se siamo d’accordo su questo, sia-
metodo, almeno tra quelli public domain di lar- mo d’accordo sul fatto che è possibile modella-
ga diffusione, che sia stato sviluppato da un’a- re “il progetto” così come si modella un qualun-
genzia governativa. E le novità non finiscono que processo produttivo.
qui. Se lo osserviamo con l’occhio del controllo
di processo, emerge chiaramente l’impegno Modello riusabile
profuso negli anni per la messa a punto di un Molte grandi aziende, dopo l’impegno per l’otti-
sistema, ma dovrei parlare di modello di siste- mizzazione dei processi di prodotto, hanno lan-
ma, orientato al controllo. E questa è la secon- ciato nuove iniziative e impegnato budget co-
da novità che innalza la quota qualitativa del- spicui per creare modelli di processo di proget-
l’approccio, dalla gestione degli eventi al con- to già 30 o 40 anni fa, mettendo a punto e nor-
trollo di processo. Non vorrei stravolgere trop- mando processi interni orientati al controllo di
po il linguaggio mutuato da ambiti che, solo progetto. Alcune di queste aziende hanno poi
marginalmente hanno contatti col project ma- generato veri e propri prodotti commerciali,
nagement, nonostante ciò, è indubbia l’eredità creando brand e avviando imprese per lo svi-
dal mondo del controllo di processo industriale luppo e la commercializzazione di queste me-
nella prima versione denominata PROMPT poi todologie. Negli anni ’70, l’agenzia governativa
evolutasi negli anni ‘90 in PRINCE2. “What gets britannica Central Computer and Telecommuni-
measured, gets managed” dicono i controllisti cations Agency, oggi Cabinet Office, adottò il
puri, e dal controllo di processo trae forza l’o- già citato modello PROMPT come standard per
biettivo di progettare sistemi stabili con stati os- la gestione di tutti i progetti e appalti pubblici in
servabili e raggiungibili. Le teorie del controllo ogni settore tecnologico.
classico hanno trovato ampia e riconosciuta L’esigenza alla base dell’adozione di uno stan-
applicazione in tutti i settori della produzione, e dard obbligatorio per la pubblica amministra-
non solo di quella automatizzata. Già il 700 illu- zione britannica era, ed è ancora oggi, la ne-
roma
cessità di misurare e controllare il valore dei ri- un modello “terze parti”, nato in un ambiente
sultati generati dai progetti. Il metodo PRINCE2 governativo occidentale ed europeo, può sug-
si distingue da altri approcci, proprio sotto l’a- gerire scenari di più facile condivisione.
spetto del controllo, durante tutto il ciclo di vita Diversamente, modelli metodologici “fai da te”
del progetto, e del rispetto degli obiettivi di bu- targati dal dipartimento Qualità o altra entità di
52 siness definiti nelle primissime fasi di start up. turno competente del settore, creano inevitabil-
Altra esigenza all’origine del metodo, è stata la mente posizioni precostituite di “difesa” a ol-
possibilità di adattarlo all’organizzazione, man- tranza o attacco “ideologico”.
tenendo inalterato il framework di riferimento.
L’esigenza del controllo dei risultati, è molto Case study italiano
sentita anche presso le aziende private, che “Di certo bisogna partire dalla convinzione che
chiedono ai loro manager risultati tangibili a il Project Management non è solo un sistema
fronte dei budget assegnati per i progetti. E informatico o la rappresentazione di un Gantt”2
una delle iniziative più diffuse tra i manager, L’inserimento delle metodiche di gestione per
oggi più sensibili alle esigenze del controllo dei progetto genera impatti rilevanti sulle strutture
risultati, è quella di avviare i propri project ma- organizzative e sulle gerarchie. Nel clima di ra-
nager “per caso” verso una delle certificazioni pidi mutamenti organizzativi in ambito pubbli-
professionali più riconosciute presso questo o co, e di mutamenti sociali interni e internaziona-
quel mercato. Riteniamo l’iniziativa saggia ma li, anche l’Aeronautica Militare ha sentito l’esi-
scarsamente efficace, se il miglioramento delle genza di mantenersi al passo dei cambiamenti,
competenze del singolo non si armonizza nel dotandosi di strumenti manageriali adeguati al-
contesto di processi aziendali specifici per la le circostanze. Le Forze Armate sono chiamate,
gestione dei progetti. Oggi, chi volesse intra- oggi molto più che in passato, ad operare con
prendere la strada della gestione per progetti, finalità istituzionali e sociali di massima priorità,
senza essere dotato di un appropriato arsenale in teatri fuori area, garantendo alta interopera-
di processi e procedure interne, dovrà investire bilità in contesti internazionali, su uno spettro di
molto tempo e molto danaro per la creazione di compiti sempre più ampio. La progressiva ridu-
una specifica infrastruttura di regole, procedu- zione dei budget assegnati, la riduzione delle
re e ruoli per il project management. E non è risorse umane e tecnologiche, svolgono il ruolo
detto che tanto impegno sia coronato da suc- di promotori naturali di iniziative per l’aumento
cesso, se si considera l’insidiosità dell’iniziativa dell’efficienza e dell’economicità a parità di ri-
che mette in discussione ruoli e gerarchie. I sultati. I tanti progetti di successo promossi da-
metodi come PRINCE2, o TenStep® o CSC Ca- gli uomini in Azzurro, hanno dimostrato l’esi-
talyst®, possono essere di supporto per com- stenza di competenze e capacità organizzative
primere l’investimento iniziale delle organizza- di valore. Ma hanno mostrato anche il limite de-
zioni, ridurre i rischi di flop e consentire, in tem- gli approcci “custom” che non consentono la
pi rapidi, l’avvio sperimentale di progetti gestiti replicabilità globale nelle altre Forze Armate.
secondo i criteri del project management (fig. Forte di quelle esperienze, l’Aeronautica Milita-
3). re ha messo a punto un modello di riferimento
Certamente l’impatto sull’organizzazione rima- per la gestione e il controllo del processo di
ne elevato, ma i tempi di metabolizzazione e progetto, eseguendo il tailoring di PRINCE2 e
acculturamento potrebbero essere drastica- ottenendo l’attestazione di “PRINCE2 Com-
mente ridotti con l’adozione di modelli e metodi pliance” dall’ATO3 QRP. Il successo di questa
che sono standard de facto. Confrontarsi con iniziativa progettuale, ha mostrato come, anche

Figura 3:
Custom vs standard
de facto

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in un contesto fortemente strutturato e articola- volta a migliorare il modo in cui il governo Fe-
to in cui convivono organizzazioni gerarchiche derale acquisisce, utilizza e dispone applica-
e organizzazioni funzionali, è possibile introdur- zioni, prodotti, sistemi e servizi IT. Nel cuore del
re un’infrastruttura di processo dedicata alla CCA è presente l’obbligo, per tutte le agenzie
gestione per progetti partendo da un “fra- Federali, di selezionare, controllare, valutare il
mework di terze parti” condivisibile, flessibile proprio portfolio di progetti IT secondo i princi-
53
configurabile, dotato di ampia letteratura, di li- pi del Capital Planning and Investment Control
nee guida e componenti riusabili. Il metodo de- (CPIC) che è l’approccio standard definito dal
nominato Touch&Go4 è allo stato attuale, il pri- CCA per la gestione degli investimenti IT. Nello
mo caso di integrazione in una PA di un model- stesso anno in cui il CCA entrava in vigore, il
lo process-based, basato su standard de fac- governo Britannico pubblicava PRINCE2; una
to, orientato al controllo dei risultati. curiosa coincidenza con ricadute pratiche di
grande interesse, che ha portato progressiva-
Case study internazionale mente le agenzie Federali a valutare il metodo
“A budget is more than simply numbers on a per l’integrazione nel processo definito dal
page. It is a measure of how well we are living CCA e CPIC. Ma procediamo con ordine, e ve-
up to our obligations to ourselves and one an- diamo quali sono state le difficoltà indotte dal
other.”5 CCA per la gestione controllata dei progetti IT
Il Clinger-Cohen Act (CCA), chiamato origina- (fig. 4).
riamente “Information Technology Management Intanto, con l’entrata in vigore del CCA, la ge-
Reform Act”, è legge Federale degli Stati Uniti stione dei progetti IT nelle agenzie Federali si
da febbraio 1996. La legge nord-americana è

Figura 4:
Adattabilità di PRINCE2

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complica alquanto se si considera che i project dismissione del sistema. Secondo la direttiva
manager americani devono conciliare le esi- CPG, il team di governo del progetto è obbliga-
genze del Capital Planning con le metodologie to ad applicare tecniche di analisi e valutazione
di project management, mentre i fornitori se- del rischio per ridurre la probabilità di accadi-
guono altri approcci, e i gruppi di controllo de- mento degli eventi che producono la mancata
54 gli investimenti nelle agenzie Federali stressa- consegna dei deliverables, e stimarne gli over
no i team di progetto col principio mandatorio costs; il team ha inoltre l’obbligo di integrare la
del rispetto del CCA. Infatti il CCA richiede che gestione tecnica del progetto con quella eco-
l’approccio al governo degli investimenti IT se- nomica attraverso la metodica EVM8. Le agen-
gua il modello CPIC che si basa sul processo zie Federali attuano periodicamente i processi
ciclico a tre fasi. Il processo “Evaluate-Select- di revisione esecutiva per monitorare i risultati
Control” deve essere eseguito con frequenza degli investimenti.
almeno annuale, durante tutto il ciclo di vita Completata la fase di definizione del piano inte-
dell’investimento, molto prima della fase di con- grato dei progetti IT (fase Select), ogni agenzia
trattualizzazione con i fornitori, e molto dopo presenta la sua proposta di bilancio all’OMB.
l’avvio in produzione della soluzione IT. L’Office Dopo l’approvazione del bilancio Federale da
of Management and Budget (OMB6), l’agenzia parte del Presidente, l’iniziativa riceve i finan-
Federale che assiste il Presidente degli Stati ziamenti dal Congresso, ed è così pronta per
Uniti nella preparazione del budget Federale, e diventare un progetto ufficiale che può proce-
che sorveglia che tale budget venga rispettato dere verso la fase di acquisizione nei limiti del
all’interno degli Executive Branch Agencies7, budget assegnato (fig. 5).
ha stabilito che ciascuna agenzia Federale isti- Il metodo PRINCE2 è stato sottoposto ad anali-
tuisca un efficiente processo di controllo se- si accurate per verificarne la portabilità all’inter-
condo il modello a tre fasi. In poche parole, no del modello CPIC / CPG. Quello che nel
ogni agenzia Federale deve avere un piano de- CPIC è il processo di pre-acquisizione esterno
finito per l’acquisizione, costruzione, avviamen- alla fase di progetto propriamente detta, nel
to in esercizio e dismissione degli asset IT, ed è modello PRINCE2 è l’insieme delle fasi di pre-
responsabile per il reporting puntuale e detta- project che fanno parte del ciclo di vita del pro-
gliato sullo stato dei propri progetti IT. L’OMB getto e che sono denominate “Starting up a
pubblica annualmente la circolare A-11, una di- Project” e “Directing a Project”.
rettiva di gestione del bilancio, che richiede Infatti, il metodo PRINCE2 supporta la pianifi-
che le agenzie definiscano e comunichino i loro cazione e la fase di definizione dell’investimen-
budget annuali di investimenti IT, nonché lo to del CPIC attraverso lo sviluppo del business
stato di avanzamento dei progetti IT rispetto al case di progetto che è stato allineato al model-
business case allegato ai report di autorizza- lo CPG. Seguendo le linee guida del CPG, il re-
zione all’investimento. Tuttavia la circolare A-11 sponsabile del progetto giustifica e argomenta
non definisce, né impone un metodo di gestio- il business case per garantire che l’investimen-
ne del progetto o un approccio tattico per il to acquisisca la soluzione migliore, soddisfi i
controllo e la realizzazione del progetto. La Cir- requisiti di business, e sia di vantaggio alla
colare A-11 definisce solo i requisiti minimi del mission dell’agenzia Federale. Dopo la review
processo per il controlling e reporting dello sta- e l’accettazione del business case da parte
to degli investimenti preventivati e finanziati. dell’OMB, il progetto si avvia verso l’Initiation
L’OMB fornisce anche una direttiva all’interno Stage.
della circolare A-11, denominata Capital Pro- Il CPIC impone l’utilizzo dell’EVM per il controllo
gramming Guide (CPG). L’obiettivo del CPG è dei SAL di progetto. L’EVM richiede una chiara
di mostrare alle agenzie Federali in che modo definizione della WBS entro l’ambito del proget-
correlare le attività e le practice del project ma- to.
nagement con le attività di gestione degli inve- “Earned Value Management (EVM) and risk
stimenti nei progetti IT. L’allineamento della pia- management are management tools used suc-
nificazione strategica definita dal metodo CPG, cessfully in both the public and private sectors
agli obiettivi di performance dei progetti è uno to mitigate risks in developing capital assets.
dei compiti del project manager con il supporto Agencies must develop a level of expertise
del proprio team. Il team di progetto, sotto la with both tools that is appropriate to the size
guida del project manager, formula una chiara and nature of their capital asset portfolio.”9 (fig.
definizione dei requisiti funzionali, esegue un’a- 6).
nalisi delle alternative per scegliere la soluzio- Durante l’Initiation Stage, la WBS diventa il
ne tecnologica migliore, fissa la base line di quadro di riferimento per la gestione dell’intera
tempi, costi e qualità del progetto, e definisce il fornitura. Le attività della fase Directing a
piano d’investimento (il business case) fino alla Project, sono orientate al controllo di progetto

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55

Figura 5:
Il controllo del
processo di progetto
secondo PRINCE2

Figura 6:
Uso obbligatorio
dell’EVM

per guidare le azioni del team di delivery e i ri- del CPIC, i team tecnici si dibattono con gran-
sultati prodotti, verso gli obiettivi definiti dal bu- de fatica per garantire le migliori performance
siness case. di progetto e i giusti livelli di monitoraggio co-
Come si vede, l’applicazione pratica del meto- me richiesto dall’OMB. Le best practice di ge-
do PRINCE2 avviata nei progetti delle agenzie stione dei progetti adottate in ambito commer-
Federali, soddisfa i requisiti di controllo obbli- ciale, hanno dimostrato di fallire in ambito go-
gatori del Clinger-Cohen Act e delle circolari e vernativo per la difficoltà di coniugare la meto-
linee guida emesse dall’Office of Management dologia di gestione con i risultati del portfolio
and Budget. progetti definiti dal business case CPIC. PRIN-
In breve, dopo l’introduzione del Clinger-Cohen CE2, al contrario, ha dimostrato di avere un ot-
Act, i CIO e i project manager delle agenzie timo feeling con le esigenze e i requisiti di con-
Federali si sono impegnati per migliorare le loro trollo obbligatori, così stringenti e complessi
pratiche di gestione degli investimenti. Il Capi- come quelli messi in campo dal Clinger-Cohen
tal Programming Guide allegato alla circolare Act. PRINCE2 ha confermato sul campo di so-
A-11 fornisce ai project manager una guida stenere lungo tutto il ciclo di vita dell’investi-
pratica per la conduzione delle fasi previste nel mento progettuale, i meccanismi di controllo ri-
Capital Planning Lifecycle, mentre la sorve- chiesti, con una forte focalizzazione sul busi-
glianza attuata tramite il Capital Planning and ness case, guidando i risultati di progetto verso
Investment Control monitora il ROI degli asset la “mission” dell’organizzazione committente.
fino alla loro dismissione. Senza un metodo di
project management adeguato che supporti i La diffusione di un approccio orientato al
requisiti di controlling e reporting del CCA e controllo di processo

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La nostra quota di osservazione aumenta non basti, ritenendo necessaria l’obbligatorietà


quando la curiosità ci spinge a guardare oltre del “Results-Based Management”10, oltre al
la linea d’orizzonte. Lo abbiamo visto nei due coinvolgimento dei manager nel processo di
case study qui brevemente esposti. Anche noi diffusione della cultura, in generale, e dei meto-
vogliamo attrezzarci con strumenti raffinati e di in particolare. L’esempio statunitense do-
imparare dai migliori. Osserviamo con piacere vrebbe insegnare che le norme obbligatorie, il
che anche l’Agenzia per l’Italia Digitale sta commitment diretto e la volontà, sono alla base
guardando con interesse ai metodi process- di gestioni virtuose nemiche degli sprechi e
based che possono fornire nel settore pubbli- delle “persone sbagliate nel posto sbagliato”.
co, come in quello privato, risposte pronte all’u- Nel settore pubblico l’obbligo è dettato per leg-
so per le organizzazioni che vogliano controlla- ge dello Stato; nel settore privato per direttive
re i propri progetti e limitare i rischi di perdite del board; ambedue sono accomunati dalla
economiche o riduzione dei margini. medesima sferza delle regole dell’economia e
Nel mondo anglosassone, molto incline al dell’etica.
pragmatismo, questi approcci e modelli di con-
trollo sono in genere ben metabolizzati, pur ri- Certificare solo le conoscenze?
conoscendo anche in quella parte del mondo È sufficiente certificare un manipolo di project
tutte le difficoltà del caso, sia sul piano organiz- manager per un efficace “Results-Based Ma-
zativo sia su quello culturale. Seppure con la- nagement”?
tenze e ritardi, molti passi avanti sono stati fatti Riteniamo che un approccio basato sul control-
in Italia sotto la spinta dei mercati e dei cam- lo del processo di progetto, sul monitoraggio
biamenti imposti dall’escalation della concor- dei risultati e sull’allineamento delle azioni agli
renza commerciale. La redditività dei progetti è obiettivi del business case, possa essere un
divenuta un must anche per le PA, e il caso che valido aiuto per un autentico “Results-Based
abbiamo visto è un interessante esempio di Management”. Le organizzazioni che volessero
reattività di una Pubblica Amministrazione ita- fare propria la “cultura del risultato”, dovranno
liana di fronte alle nuove sfide. Anche i privati fare molto più che certificare il propri project
stanno orientando le scelte in tema di project manager, perché lo strumento metodologico e
management, modelli e metodi. le certificazioni non possono nulla senza la vo-
Questi metodi di controllo dei progetti sono una lontà; e la volontà di utilizzare lo strumento può
realtà sempre più diffusa in Italia e nel mondo. venire solo dagli stakeholder decisori che sono
In Europa assistiamo a picchi di certificazioni, più a stretto contatto con il processo di proget-
oltre al Regno Unito culla di questi approcci, to. Costoro devono essere ben informati che i
che dimostrano una buona vivacità e crescita modelli di gestione per progetti sono sistemi di
dei numeri. L’aumento del numero di certifica- controllo che mettono in discussione le gerar-
zioni è il segnale dell’interesse da parte dei chie, in modo trasversale su tutta l’organizza-
professionisti del settore. Pensiamo che questo zione. Quindi, solo una diffusa condivisione del

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modello di controllo per progetti, ed una diffusa sori, per una chiara comprensione del project
conoscenza del metodo, può portare all’effetti- management, dei metodi da applicare e delle
va gestione “Results-Based” dei progetti e dei tematiche legate al suo deployment nelle orga-
piani di investimento correlati. nizzazioni che vogliano farne uso. In questo
Approfittiamo di questa esposizione per chiari- senso, gli Ordini Professionali territoriali posso-
re che le varie certificazioni – ma le dovremmo no svolgere un ruolo trainante per la diffusione
57
chiamare più propriamente accreditamenti – della cultura e la promozione degli approcci
oggi disponibili sul mercato nel settore del strutturati al project management.
project management, attestano solo la cono-
scenza di un modello, di una practice o di un Conclusioni
metodo. Oggi nessuna “certificazione” in Italia Nel redigere questo scritto, c’era in me la vo-
e nel mondo, attesta oltre alle conoscenze, an- lontà di illustrare i benefici di un approccio tra i
che le competenze e le abilità. Attestare le co- più diffusi in Europa e con buone prospettive di
noscenza è già qualcosa, ma non è sufficiente. successo nel nuovo mondo. Lavorando sul te-
In mancanza di una certificazione delle compe- ma, mi sono reso conto che solo un inquadra-
tenze ed abilità, dovranno essere le organizza- mento, benché sommario per ragioni di spazio
zioni a farsi carico del processo di assessment editoriale, del concetto di controllo, poteva da-
degli skill e delle attitudini del personale prepo- re il giusto peso e considerazione su questioni
sto alla gestione dei progetti. troppo spesso banalizzate. La misura come
Noi professionisti del project management pos- precondizione al controllo è ben chiara e larga-
siamo essere di supporto agli stakehoder deci- mente condivisa finché si rimane a livello di pa-

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role. Tuttavia devo constatare che nelle orga- fiancare agli indicatori economici e finanziari.
nizzazioni private come in quelle pubbliche, Inquadrare il processo di progetto all’interno
quando si scende appena sotto la superficie, si del controllo del piano d’investimento o busi-
apre il vuoto. Riguardo all’azione del “misura- ness case, è precondizione necessaria per la
re”, non sono affatto chiari il “cosa”, il “come”, il verifica oggettiva dei risultati. E se il controllo
58 “quando”. Per non parlare del controllo che diventerà pratica virtuosa, allora sarà anche
troppo spesso si confonde col monitoraggio – una sana occasione per scoraggiare i compor-
e ci sembra ovvio che “l’osservare” è diverso tamenti superficiali e le competenze mediocri.
dal “modificare”. La Commissione “Project Management in am-
L’azione di monitoraggio e controllo, quando è bito civile ambientale” è particolarmente attiva
svolta, troppo spesso riflette le esigenze del sui temi del controllo e sulla diffusione della
controlling amministrativo che concentra l’at- cultura del lavoro per progetti. Le questioni le-
tenzione sugli aspetti economici e finanziari ma gate alla conoscenza diffusa del project ma-
nulla dice sullo stato del progetto. nagement sta ponendo alla Commissione la
È esperienza diffusa e frequente rilevare il falli- necessità di avviare una serie di iniziative
mento dei progetti solo a consuntivo, anche informative, formative e di sondaggio per veri-
quando, fino ad un attimo prima, il controlling ficare il grado di interesse su questo ambito
amministrativo accendeva semaforo verde. delle conoscenze, competenze e abilità pro-
Questa è la “smoking gun” che i progetti ne- fessionali.
cessitano di altri tipi di controlli basati sugli in-
dicatori del lavoro prodotto e dell’ambito, da af-

Bibliografia e riferimenti
[1] D.Lgs. 12 febbraio 1993 n°39
[2] The Clinger-Cohen Act of 1996 (40 U.S.C. 1401(3))
[3] Managing Successful Projects with PRINCE2, 2009 Edition, The Stationery Office, Norwich, 2009. ISBN
9780113310609 < http://www.tsoshop.co.uk/bookstore.asp?DI=615889&CLICKID=002289 >
[4] Cabinet Office. < https://www.gov.uk/government/organisations/cabinet-office >
[5] The Official website of US Government – OMB < www.whitehouse.gov/omb/ >
[6] PRINCE2 Best Management Practice website < www.best-management-practice.com >
[7] The Official PRINCE2 website,
[8] < www.prince-officialsite.com >
[9] The Official website of the Best Practice User Group™ < http://www.bpug.co.uk/ >

Note
1 Verifica dei Risultati degli Interventi ICT di Innovazione (DigitPA 18/3/2010)
2 Generale di Brigata Aeronautica Paolo Rizzo.
3 Accredited Training Organization.
4 “Il Project Manager” ottobre dicembre 2009, “Il sistema di Project Management dell’Arma Azzurra” di
Paolo Rizzo.
5 Il Presidente Barack Obama.
6 http://www.whitehouse.gov/omb
7 Gli Executive Branch del governo federale americano, hanno l’autorità e responsabilità dell’amministra-
zione dello stato. Tra gli Executive Branch del governo federale troviamo, l’Executive Office of the Presi-
dent e gli United States federal executive departments. Secondo il principio di separazione dei poteri,
gli Executive Branch sono distinti dai Legislative branch e Judicial branch.
8 Earned Value Management
( http://www.whitehouse.gov/sites/default/files/omb/assets/a11_current_year/part7.pdf )
9 Capital Programming Guide V 2.0, supplement to Office Of Management And Budget circular A–11,
PART 7: planning, budgeting, and acquisition of capital assets. June 2006
10 The Clinger – Cohen Act. SEC. 5113. PERFORMANCE-BASED AND RESULTS-BASED MANAGEMENT.
(a) IN GENERAL. The Director shall encourage the use of performance-based and results-based man-
agement in fulfilling the responsibilities assigned... (The Clinger – Cohen Act)

Arch.M.Tamino - Studio Ingenium Real Estate - Da Vinci Business Center (Fiumicino – Roma)
Copyright © Moreno Maggi 컄

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Quaderno

IL MODELLO IFC
A SOSTEGNO
DEGLI INVESTIMENTI NELLE
OPERE DI MANUTENZIONE
STRAORDINARIA IN
PROJECT FINANCING
Introduzione
a cura di La conoscenza del parco edilizio nazionale
Ing. D. Morea pubblico o privato è, allo stato attuale, molto li-
Ing. E. Cartapati mitata. I soggetti impegnati nel settore edilizio
Ing. C. F. Ardito si devono, spesso, confrontare con una situa-
Ing. A. Nanni zione di forte carenza o assenza di dati afferen-
Ing. M. Rinelli ti al predetto parco edilizio, indispensabili ad
Ing. M. Salerni effettuare previsioni progettuali nonché a defini-
re specifici interventi da porre in essere. I pre-
commissione detti dati, necessari ad intervenire in maniera
Project Financing oculata e razionale sul patrimonio edilizio, se
visto da presenti, sono contenuti in una miriade di plichi
Ing. G. Boschi (contenenti relazioni, dossier, ecc.) raccolti in
archivi cartacei e digitali, spesso difficili da re-
perire e, comunque, difficili da utilizzare in ma-
niera immediata.
In Italia, le unità immobiliari della Pubblica Am-
ministrazione (P.A.) sono quasi 634.000. Di
queste, circa il 71% è di tipo residenziale e
commerciale mentre il restante 30% circa è co-
stituito dalle altre tipologie di fabbricati utilizzati
per finalità istituzionali. In termini di superficie
complessiva, si rileva come la percentuale de-
gli immobili di tipo residenziale e commerciale • mappatura del patrimonio immobiliare, al fi-
rappresenti soltanto l’11% circa della superficie ne di assumerne una conoscenza puntuale
complessiva delle unità censite (Ministero per singoli cespiti;
dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento • razionalizzazione degli spazi utilizzati dalle
del Tesoro, gennaio 2014) - tabella 1. Amministrazioni Pubbliche;
Le evoluzioni normative avvenute nell’ambito • miglioramento dell’efficienza energetica;
della sicurezza nonché nell’ambito strutturale • miglioramento dell’efficienza in relazione al
ed energetico hanno imposto anche alle P.A. sisma;
una maggiore attenzione sul proprio patrimonio • miglioramento dell’efficienza in relazione
immobiliare. all’incendio.
Inoltre, in Italia, è stata delineata la tendenza Dunque, il punto di partenza è la conoscenza
normativa (Legge 27.12.2013, n. 147) ad impo- completa e sistematica di ogni singolo cespite
stare il processo di valorizzazione degli immo- (livelli di occupazione, destinazioni d’uso stru-
bili pubblici su più direttrici d’intervento, tra loro mentali e non, localizzazione, regolarità urbani-
interconnesse e complementari, che si articola- stico-catastale, vincoli e potenziale valore di
no come di seguito riportato: mercato), la quale è anche strategica per lo

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61

sviluppo dei piani di razionalizzazione, la ge- Supponiamo che una P.A. decida di commis- Immagine concessa
stione efficace dei costi e la sua valorizzazione. sionare a determinati professionisti tecnici la da:
3DLife srl
Ciò che allo stato attuale accade, è rappresen- progettazione degli interventi riguardanti il mi- Complesso residenziale
tato nell’esempio seguente. glioramento dell’efficienza energetica e l’utiliz- Salmenranta
(Virta, Laine, Peili e
Tabella 1 - Le unità immobiliari della P.A. in Italia per tipologia d’immobile Väylä), lotto Toppila 48,
Höyrymyllyntie 18
Oulu-Finlandia
Unità immobiliari
TIPOLOGIA DI Numero Superficie
UNITÀ IMMOBILIARI
(Numero) (%) (mq) (%)
TOTALE UNITÀ IMMOBILIARI 633.956 100% 304.973.914 100%
di cui:
di tipo residenziale e commerciale 447.908 71% 33.247.383 11%
destinate a fini istituzionali 186.048 29% 271.726.531 89%

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zo di energie rinnovabili nonché la messa in si- teorie relative al BIM; inoltre, la sua definizione
curezza sismica ed antincendio di un determi- sta avvenendo a livello mondiale. In particolare,
nato edificio. lo stesso specifica uno schema concettuale di
Il professionista tecnico incaricato in ordine rappresentazione di dati e consente lo scambio
all’esecuzione della progettazione per la messa nonché la condivisione delle informazioni gesti-
62 in sicurezza sismica dovrà effettuare, prelimi- te al suo interno attraverso le diverse applica-
narmente, una rilevazione degli elementi archi- zioni software utilizzate dai diversi partecipanti
tettonici (geometria degli ambienti) e strutturali nei processi di costruzione e di facility mana-
(materiali, consistenza e caratterizzazione mec- gement. Attualmente, esistono differenti piat-
canica) dell’edificio in questione, sulla base taforme software (Autodesk Revit Architecture,
della quale dovrà provvedere a redigere gli ela- Structure, MEP, Google SketchUp, Archicad,
borati progettuali in riferimento alla normativa Vectorworks, Tekla, SAP2000, Green Building
vigente in materia. Studio, Ecotect, Fluent, ecc.) in grado di gesti-
Anche il professionista tecnico incaricato relati- re le informazioni relative ad un edificio me-
vamente all’esecuzione della progettazione per diante lo standard IFC, il quale consente lo
la messa in sicurezza antincendio dovrà prov- scambio di dati da un’applicazione all’altra in
vedere ad effettuare, in primis, una rilevazione modo perfettamente integrato nonché la navi-
degli elementi architettonici (geometria degli gazione virtuale all’interno di un edificio ed il
ambienti) e specifici per l’antincendio (destina- censimento di tutti i suoi aspetti.
zione d’uso dei locali, carico d’incendio nei vari Le suddette piattaforme software risultano già
compartimenti, impianti, macchine, attrezzatu- ampiamente diffuse ed utilizzate dai professio-
re, ecc.) dell’edificio in considerazione, per po- nisti nel proprio settore di competenza specifi-
ter stabilire le condizioni ambientali nelle quali i ca, quindi l’adozione dello standard IFC non
pericoli sono inseriti (luoghi sicuri, vie di esodo, comporta la necessità di effettuare ulteriori in-
ecc.). Sulla base delle risultanze delle predette vestimenti in ulteriori pacchetti software.
attività, dovrà provvedere a redigere gli elabo- Per la sua capacità di modellazione di dati di ti-
rati progettuali in riferimento alla normativa vi- po object-oriented, lo standard IFC fornisce
gente in materia. una rappresentazione tridimensionale di tutti gli
Infine, il professionista tecnico incaricato per aspetti (materiali, profili, funzioni) che defini-
l’esecuzione della progettazione finalizzata al scono un edificio. Ciò, consente una semplice
miglioramento dell’efficienza energetica dovrà e rapida identificazione nonché filtraggio delle
avviare preliminari attività di rilevazione degli informazioni specifiche (aspetti architettonici,
elementi architettonici (geometria degli am- strutturali, impiantistici, energetici, ecc.), map-
bienti) e specifici (materiali, consistenza, carat- pabili all’interno di un edificio, da gestire nelle
terizzazione fisica, impianti, eventuali ponti ter- diverse discipline coinvolte nel ciclo di vita di
mici, spesso dovuti alla presenza degli elemen- un edificio medesimo.
ti strutturali non adeguatamente coibentati, L’architettura dello schema di dati IFC defini-
ecc.), per poi successivamente redigere la pro- sce quattro livelli concettuali (fig. 1).
pria progettazione in riferimento alla normativa Il Resource Layerè il livello più basso e rac-
vigente in materia. chiude, al suo interno, tutti i singoli schemi con-
In sostanza, la P.A. si trova a dover corrispon- tenenti le definizioni di risorse.
dere tre volte un compenso afferente ad una Il Core Layerè il livello successivo, comprende
stessa attività ed a corrispondere elevati com- la parte centrale dello standard, nel quale sono
pensi per attività specialistiche di rilievo, che definiti gli schemi nativi e le sue estensioni, an-
potrebbero andare incontro ad una brusca ri- dando a contenere sia le definizioni delle entità
duzione qualora i reali elementi da rilevare fos- più generali che quelle definite al livello supe-
sero resi immediatamente disponibili ed utiliz- riore.
zabili da tutti i professionisti coinvolti. L’Interoperability Layerè un livello che com-
Ciò costituirebbe un importante incentivo per prende tutti quegli schemi contenenti definizio-
gli investimenti nelle opere di manutenzione ni di entità che sono specifici di un prodotto
straordinaria in Project Financing. generale, di un processo o di una risorsa utiliz-
zata in diverse discipline.
Lo standard IFC Il Domain Layer, il livello più alto, include sche-
Certificato dalla norma ISO16739:2013 (ISO mi contenenti definizioni di entità che sono spe-
16739:2013), in continua evoluzione, e svilup- cializzazioni dei prodotti, processi o risorse
pato dalla IAI (International Alliance for Intero- specifiche per una determinata disciplina. I do-
perability), l’IFC viene introdotto come lo stan- mini espressi in questo livello sono:
dard aperto per l’interscambio delle informazio- • il Building Control Domain, nel quale ven-
ni afferenti ad un edificio in attuazione delle gono gestiti allarmi, sensori, controllori;

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63

Figura 1: Architettura
IFC per livelli
concettuali

• il Plumbing Fire Protection Domain, dove • il Construction Management Domain, in cui


vengono gestiti componenti idraulici; vengono gestiti tutti gli aspetti per il coordi-
• lo Structural Elements Domain, in cui ven- namento e lo scambio delle informazioni as-
gono gestiti tutti gli elementi strutturali (fon- sociate al progetto (attrezzature, operai, pe-
dazioni, solai, murature, ecc.); riodi, ecc.).
• lo Structural Analysis Domain, ove vengono Un esempio di modello tridimensionale basato
gestite le analisi relative a carichi superfi- sul modello di dati aperto IFC è quello riportato
ciali, termici, ecc.; nella figura 2.
• l’HVCA Domain, in cui vengono gestite la
ventilazione, il riscaldamento e l’aria condi- n BIM - Building Information Modeling
zionata; Il BIM è una metodologia di lavoro che presup-
• l’Electrical Domain, dove vengono gestiti i pone la creazione e l’utilizzo di informazioni
componenti elettrici; computabili, coordinate ed internamente coe-
• l’Architecture Domain, in cui vengono gestiti renti, relative al progetto di un edificio ed in tut-
gli elementi architettonici; te le fasi di vita del progetto medesimo. Dun-

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Figura 2: Esempio di
modello
tridimensionale basato
sul modello di dati
aperto IFC

que, è costituito dall’insieme dei processi appli- giuntamente, le informazioni necessarie al pro-
cati per realizzare, gestire, ricavare e comuni- prietario, agli operatori edili, alle P.A. ed al faci-
care informazioni tra soggetti a livelli differenti, lity manager, oltre a quelle che riguardano di-
utilizzando modelli creati da tutti i partecipanti rettamente la sola geometria dell’edificio.
al processo edilizio, in tempi diversi ed anche La possibilità di estrarre informazioni relative alla
per scopi non uguali tra loro, con finalità di ga- geometria ed alle proprietà di un edificio dal
rantire qualità ed efficienza nell’intero ciclo di suddetto modello, per un loro utilizzo durante la
vita di un manufatto. progettazione, l’analisi, la pianificazione e la rea-
L’oggetto BIM (Building Information Model), in- lizzazione della costruzione medesima o duran-
vece, è una rappresentazione digitale delle ca- te la sua gestione, può avere un grande impatto
ratteristiche fisiche e funzionali di un manufatto. su tutti gli aspetti dell’industria Architecture, En-
Tale rappresentazione è costituita da oggetti di- gineering and Constructor (AEC).
gitali corrispondenti alle componenti del mondo A livello internazionale, la metodologia BIM,
reale, quali muri, porte e finestre, ecc., con as- mediante il modello di dati dell’IFC, è stata
sociate relazioni, attributi e proprietà. Tutto ciò, adottata in diversi Paesi, o si sta lavorando per
è possibile grazie all’introduzione dello stan- la sua adozione (I think BIM; Osello, 2012).
dard IFC. Specificatamente:
Allo stato attuale, il BIM è utilizzato nelle fasi di • nel Regno Unito, il Governo sta attuando un
progettazione degli edifici, mentre il suo impie- piano specifico al fine di rendere obbligato-
go durante le fasi di realizzazione e di gestione rio l’utilizzo del BIM per la realizzazione di
degli edifici medesimi è in forte crescita (Inge- opere pubbliche, a partire dal 2016;
gneri cc). Ciò, risulta strettamente connesso • la Finlandia, attraverso l’Ente pubblico re-
con i benefici che derivano da un lavoro ap- sponsabile del patrimonio immobiliare dello
procciato con la metodologia BIM: ogni tipolo- stato Finlandese (Senate Proprerties), ha
gia d’informazione relativa ad un edificio è digi- imposto l’uso del modello BIM dal 2007;
talmente memorizzabile, per un’immediata ap- • in Norvegia, l’utilizzo è stato promosso dal
plicazione da parte di tutti gli attori del proces- “Norwegian Directorate of Public Construc-
so edilizio, in supporto alle proprie specifiche tion and Property” con la conseguente ri-
competenze professionali. Pertanto, il BIM non chiesta di formati IFC in tutti i progetti a par-
rappresenta soltanto una conversione di dise- tire dal 2010, adottando il BIM per la gestio-
gni in modelli, ma rappresenta, soprattutto, ne di tutto il ciclo di vita degli edifici;
un’opportunità di revisione degli interi processi • in Danimarca, ci sono tre Enti pubblici che
d’investimento, di progettazione, di realizzazio- hanno iniziato a lavorare sul tema del BIM,
ne e di gestione di un manufatto. per la gestione del patrimonio immobiliare
Quindi, il BIM non è semplicemente un modello pubblico: la Palaces and Properties
3D ma un’estesa metodologia atta a migliorare Agency, la Danish University e la Defence
un processo, ottimizzare un progetto, riutilizza- Construction Service;
• negli Stati Uniti, diversi Enti nazionali stanno
re i dati di un manufatto e rendere efficiente la
lavorando sul tema del BIM da alcuni anni
collaborazione di un gruppo di lavoro. La pre-
• in Australia, l’utilizzo del sistema BIM si
detta metodologia consente di trattare, con-

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concentra sullo sviluppo dell’industria delle sibile contenuta. Lo stesso è un approccio inte-
costruzioni, al fine di adottare modelli e tec- grato che, attraverso la progettazione, la pianifi-
nologie integrate per rispondere a nuove re- cazione e l’erogazione di servizi di supporto
golamentazioni, migliorare l’efficienza, af- all’attività principale di un’azienda, mira ad au-
frontare i problemi ambientali e di ciclo di mentare l’efficacia dell’organizzazione ed a ren-
vita ed aumentare la competitività interna- derla capace di adattarsi, con facilità e rapidità,
65
zionale. ai cambiamenti di mercato (International Facility
Pertanto, è da ritenere che l’introduzione del Management Association).
suddetto standard in Italia, consentirebbe la I tre aspetti principali che caratterizzano il Faci-
collaborazione del settore industriale, degli Enti lity Management sono quello strategico, quello
pubblici, degli Istituti di formazione e degli Enti analitico e quello gestionale-operativo. L’aspet-
governativi, aumentando la competitività inter- to strategico concerne ogni decisione relativa
nazionale del Paese medesimo. alla politica di gestione e di reperimento dei
I benefici della metodologia BIM sono moltepli- servizi, di distribuzione delle risorse da impie-
ci: è digitale anziché cartacea, elimina la stam- gare per supportare gli obiettivi corporate (pre-
pa di disegni e di moduli, è attiva ventiquattro disposizione e gestione dei budget, ripartizione
ore su ventiquattro, centralizza le informazioni, dei costi, ecc.), di scelta del fornitore, ecc.. L’a-
semplifica il lavoro delle autorità di approvazio- spetto analitico è relativo alla comprensione
ne fornendo un’unica bacheca su cui pubblica- delle necessità dei clienti interni relative ai ser-
re, on-line, lo stato delle pratiche, ottimizza i vizi, al controllo dei risultati della gestione e
processi della progettazione e della manuten- dell’efficienza nell’erogazione del servizio non-
zione di un manufatto, fino allo smantellamento ché all’individuazione di nuove tecniche e tec-
del manufatto medesimo. Ciò, comporta un’ac- nologie che supportino il business aziendale; si
celerazione importante nell’elaborazione e nei tratta, quindi, di un aspetto fondamentale per
tempi di risposta, con conseguente migliora- fare in modo che il Facility Management contri-
mento del servizio pubblico attraverso una buisca fattivamente al conseguimento degli
maggiore efficienza e produttività nella gestio- obiettivi dell’azienda. Infine, l’aspetto gestiona-
ne di consegne elettroniche. le-operativo concerne la gestione nonché il
coordinamento di tutti i servizi complessiva-
n BIM per la gestione di un manufatto mente intesi (e non dei singoli servizi), ed inclu-
E’ necessario definire il concetto di Facility Ma- de la definizione di sistemi e procedure nonché
nagement per introdurre l’applicazione della l’implementazione e la reingegnerizzazione dei
metodologia BIM nell’ambito della gestione di processi di erogazione (International Facility
un edificio. Management Association).
Il Facility Management è un processo di proget- L’obiettivo del Facility Management è, quindi,
tazione, implementazione e controllo, attraverso quello di mantenere gli ambienti di lavoro effi-
il quale le “facilities” (ovvero gli edifici nonché i cienti mediante processi che coniughino la qua-
servizi necessari a supportare e facilitare l’atti- lità dei servizi, la sicurezza dei fruitori nonché
vità di un’azienda) sono individuate, specificate, dei lavoratori e la sostenibilità degli interventi.
reperite ed erogate allo scopo di fornire e man- L’ottenimento del predetto obiettivo richiede
tenere quei livelli di servizio in grado di soddi- una governance capace di adottare processi
sfare le esigenze aziendali, creando un ambien- efficienti, che non solo consentano di identifica-
te di lavoro di qualità con una spesa il più pos-
Immagine concessa da:
3DLife srl
Complesso residenziale
Salmenranta
(Virta, Laine, Peili e
Väylä), lotto Toppila 48,
Höyrymyllyntie 18
Oulu-Finlandia

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66

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re, con precisione, i componenti degli impianti o tecnologico. Occorre, quindi, ridisegnare un
delle parti edili, ma che permettano una gestio- nuovo modello di offerta che, attraverso l’inte-
ne degli immobili basata su dati integrati e su grazione, coinvolga progetti, prodotti, processi
sistemi informativi interoperabili. L’efficacia del- e tutti gli attori della filiera delle costruzioni.
le attività di Facility Management dipendono Ancora, nel XX Rapporto congiunturale e previ- 67
dall’accuratezza e dall’accessibilità dei dati re- sionale CRESME, è stato rimarcato come negli
lativi ad un edificio, creati nella fasi di progetta- Stati Uniti ed in molti Paesi Europei si stia affer-
zione e costruzione, oppure rilevati in fase di mando l’Integrated Project Delivery (IpD), ov-
as-built ed aggiornati, poi, per tutte le operazio- vero l’integrazione tra persone, sistemi ed affari
ni avvenute durante la fase di mantenimento per ottimizzare i risultati, incrementare il valore
dello stesso. La mancanza delle predette infor- delle opere, ridurre i rifiuti e massimizzare l’effi-
mazioni può causare un aumento importante di cienza e la sostenibilità in tutte le fasi della pro-
costi ed inefficienze di sistema, oltre a non favo- gettazione, della costruzione e della gestione
rire la soluzione delle richieste dei fruitori. di un’opera (CRESME, novembre 2012).
Il XIX Rapporto congiunturale e previsionale Se l’IpD è l’obiettivo, il BIM è la tecnologia, in
CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali grado di rivoluzionare, in maniera estremamen-
di Mercato per l’Edilizia e il Territorio), conside- te positiva ed innovativa, l’attuale modello di
rata la perdurante crisi del modello di econo- business per la progettazione, costruzione e
mia di mercato, individua proprio nell’innova- gestione di un’opera.
zione la strada obbligata che deve condurre a
ridefinire nuove strategie del sistema industria- n BIM nel facility management Immagine concessa da:
le delle costruzioni, orientate ad una riprogetta- 3DLife srl
L’utilizzo di processi BIM-oriented in ambito di
zione complessiva di prodotti (immobili, città, Complesso residenziale
Facility Mangement consente la visualizzazio- Salmenranta
infrastrutture), processi e modelli di offerta ne, la conoscenza della collocazione e delle re- (Virta, Laine, Peili e
(CRESME, novembre 2011). I prodotti sosteni- lazioni tra sistemi e componenti costruttivi non- Väylä), lotto Toppila 48,
bili devono essere realizzati e mantenuti con ché tra questi e gli impianti, consente di verifi- Höyrymyllyntie 18
processi integrati nonché ad alto contenuto care eventuali interferenze tra attività e spazi, Oulu-Finlandia
rendendo fruibili dati estremamente accurati

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della condizione esistente. I predetti processi mento dei dati di un edificio.
offrono grandi vantaggi rispetto ai tradizionali Inoltre, il BIM Facility Management fornisce la
disegni in 2D. visualizzazione, la conoscenza della colloca-
Gli oggetti BIM sanno cosa essi sono (muri, zione e delle relazioni tra sistemi nonché com-
68 porte, spazi, luci, impianti, ecc.) e dove si tro- ponenti costruttivi e rende fruibili i dati estrema-
vano; il BIM medesimo fornisce un identificato- mente accurati della condizione esistente di un
re univoco che può essere utilizzato per colle- edificio.
gare i componenti nei file modello con altri si- In tal modo, sarà possibile avere una rappre-
stemi di Facility Management. sentazione digitale di un edificio, ricca d’infor-
I software BIM consentono la creazione di zone mazioni, basata su oggetti, intelligente e para-
che possono identificare aree attrezzate da metrica con benefici valutabili in una riduzione
componenti comuni (es. le camere 1, 2, e 3 so- dei costi operativi, ma anche in guadagni di
no servite da unità di trattamento aria 21, oppu- qualità nel rispondere ai fruitori in modo più ve-
re servite elettricamente dal pannello di circuito loce. Inoltre, la continua crescita del modello
L-1); inoltre, il BIM stesso acquisisce le relazio- dati IFC e della metodologia BIM ha reso possi-
ni di sistema tra i componenti di un edificio (es. bile integrare i sensori (di temperatura, umidità,
ogni quadro elettrico conosce quale trasforma- luminosità, potenza dissipata, qualità dell’aria,
tore gli fornisce potenza). ecc.) per l’efficienza energetica (CEN
Lo scopo di definire un modello BIM per il Faci- EN15232) e per il monitoraggio della struttura
lity Management è quello di gestire le informa- del fabbricato, con finalità d’esecuzione della
zioni trasmesse dalle fasi di progettazione e di manutenzione preventiva di un edificio.
costruzione, oppure rilevate come as-built, fino
alle operazioni di manutenzione. Un BIM per il n IFC on Project Financing
Facility Management può automatizzare la La letteratura di riferimento mostra come l’ado-
creazione di liste di apparecchiature e compo- zione di strutture di tipo Project Financing per
nenti, arricchire i sistemi di Facility Manage- la realizzazione di una qualsivoglia opera risulti
ment, come - per esempio - un sistema compu- strettamente connessa con la positività, nel-
terizzato di gestione della manutenzione l’ambito degli intervalli di riferimento stabiliti,
(CMMS), e ridurre la ridondanza nel manteni- degli indicatori di redditività (Valore Attuale

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Netto (VAN) e Tasso Interno di Rendimento di accertamento della situazione urbanistica,
(TIR) nonché di bancabilità [cover ratios catastale e di valore di mercato, risulta incenti-
(DSCR, LLCR, ADSCR, ALLCR)], sinonimo d’i- vante per gli investimenti nelle opere di manu-
niziativa profittevole nonché di possibilità di ri- tenzione straordinaria in Project Financing.
pagare il debito contratto (Campisi, Costa,
2008; Gatti, 2012).
69
Conclusioni
La crisi economica nazionale ed internaziona- L’IFC consente di avere dati a disposizione,
le unitamente a sistemi strutturali adottati a li- poterli condividere rapidamente ed utilizzare
vello centrale hanno indebolito i suddetti indi- con facilità.
catori al punto tale da mettere in crisi l’adozio- L’adozione, a livello nazionale, dello standard
ne delle suddette strutture di tipo Project Fi- IFC, per la rappresentazione di tutte le informa-
nancing; ciò, a causa della perdita d’impor- zioni afferenti al patrimonio immobiliare italiano,
tanti quote di ricavi attesi e/o della presenza consentirebbe la creazione di una “anagrafica
di elevati costi, che hanno indotto allo studio degli edifici“, dove tutti gli interventi oggetto
di strade alternative che potessero consentire del predetto patrimonio immobiliare verrebbero
di sanare la mancanza di quote di ricavi ridu- registrati e messi a disposizione degli attori in-
cendo le componenti di costo risultanti “criti- teressati, in futuro, ad eseguire nuovi interventi
che” (Ahlers, Cumming, Günther, Schweizer, sugli immobili medesimi. Accessibilità ed im-
2013; Campisi, Costa, Mancuso, Morea, 2014; mediatezza nel riutilizzo dei dati si tradurrebbe
Giudici, Marchetto, 2014; Morea, Pirone, Fari- in interventi più rapidi e meno costosi.
nelli, Salerni, 2014; Farinelli, Marini, Morea, D., La drastica riduzione della componente di co-
Morea, M., C., Pento, Pirone, Salerni, 2014; sto afferente alle attività di rilevazione civile ed Immagini concesse da:
Morea, 2005). impiantistica, oltre a quelle relative agli accerta- 3DLife srl
L’adozione dello standard IFC nell’ambito del- Complesso
menti urbanistici, catastali e di mercato, fa del- residenziale
l’esecuzione di opere di manutenzione straordi- l’IFC un incentivo per gli investimenti nelle ope- Salmenranta
naria di edifici pubblici o privati costituisce una re di manutenzione straordinaria ricorrendo alla (Virta, Laine, Peili e
metodologia che, riducendo in modo importan- tecnica del Project Financing. Väylä), lotto Toppila 48,
te i costi afferenti alle attività di rilevazione ar- Höyrymyllyntie 18
chitettonica, impiantistica e strutturale nonché Oulu-Finlandia

Bibliografia
Ahlers, G., K., C., Cumming, D., Günther, C., Schweizer, D. (2013), Equity Crowdfunding, working paper.
Campisi, D., Costa, R. (2008), Economia Applicata all’Ingegneria - Analisi degli Investimenti e Project Financing, Carocci.
Campisi, D., Costa, R., Mancuso, P., Morea, D. (2014), Principi di Economia Applicata all’Ingegneria - Metodi, Complementi ed Esercizi,
Hoepli.
CEN EN15232 -Prestazione energetica degli edifici - Incidenza dell’automazione, della regolazione e della gestione tecnica degli edifici.
CRESME, Il mercato delle costruzioni 2012, XIX Rapporto congiunturale e previsionale CRESME, novembre 2011
CRESME, Il mercato delle costruzioni 2013, XX Rapporto congiunturale e previsionale CRESME, novembre 2012
Farinelli, E., Marini, F., Morea, D., Morea, M., C., Pento, C., Pirone, A., Salerni, M. (2014), “Un modello di project financing a sostegno
degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili”, I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma), n. 1/2014, <
http://rivista.ording.roma.it/un-modello-di-project-financing-a-sostegno-degli-investimenti-nel-settore-delle-energie/ >, pp. 1-4.
Gatti, S. (2012), “Project Finance in Theory and Practice“, Second edition, Academic Press-Elsevier.
Giudici, G., Marchetto, F. (2014), “Le nuove frontiere dell’equity crowdfunding”, disponibile presso:
< http://piazzettamonte.creditmanagementbank.eu/II-Trimestre-2014/Le-nuove-frontiere-dellequity-crowdfunding > (accesso
28.10.2014).
Ingegneri cc, BIM - Building Information Modeling, disponibile presso:
< http://www.ingegneri.cc/speciale/BIM > (accesso 20.10.2014).
I think BIM, “BIM nel mondo”, disponibile presso: < http://ithinkbim.wordpress.com/bim-nel-mondo-2/ > (accesso 15.10.2014).
International Facility Management Association, “Cos’è il Facility Management”, disponibile presso:
< http://www.ifma.it/index.php?pagina=articolo.php&id_articolo=25&var_id_menu=68&nodata > (accesso 01.10.2014).
ISO 16739:2013 - Industry Foundation Classes (IFC) for data sharing in the construction and facility management industries.
Legge 27.12.2013, n. 147, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014).
Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, Patrimonio della PA - “Rapporto sui beni Immobili detenuti dalle
Amministrazioni Pubbliche al 31 dicembre 2011”, gennaio 2014.
Morea, D. (2005), “Le imposte societarie e le scelte di finanziamento delle imprese”, Economia Società e Istituzioni, n. 3, pp. 433-476.
Morea, D., Pirone, A., Farinelli, E., Salerni, M. (2014), “Indagine sull’utilizzo degli strumenti finanziari nell’area nordica del continente
africano - Analisi ed approfondimento delle forme di Project Financing”, Quaderno I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di
Roma), n. 2/2014, pp. 94-98,
< http://rivista.ording.roma.it/indagine-sullutilizzo-degli-strumenti-finanziari-nellarea-nordica-del-continente-africano/ >
Osello, A. (2012), Il futuro del disegno con il BIM per ingegneri e architetti, Dario Flaccovio Editore.

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a cura di
Ing. A. Naviglio
Ing. R. Remetti

commissione
Ingegneria Nucleare
ASPETTI DI UTILIZZAZIONE
visto da
Ing. A. Taglioni
INDUSTRIALE DELLE
Ing. G. De Simone
RADIAZIONI NUCLEARI

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L’articolo apparso sulla rivista “Termotecnica” di gennaio - febbraio
2013 illustra l’utilità di sistemi di controllo automatico di processo basati
sulla rivelazione di radiazioni nucleari. In particolare viene evidenziata
la capacità delle radiazioni nucleari di operare controlli in maniera non
intrusiva e non distruttiva. Viene presentata una panoramica delle
tecniche più utilizzate, da applicazioni di semplice implementazione
quale il controllo “on-line” di spessori sottili, fino ad applicazioni più
complesse quali l’attivazione con particelle cariche per il controllo delle
dinamiche di erosione, corrosione e usura.

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roma
Introduzione raggiungimento di elevate prestazioni di proces-
Fin dagli anni ’50, a seguito del lancio del pro- so sia in termini di qualità e quantità del prodotto
gramma USA per lo sviluppo delle tecnologie sia dell’affidabilità dell’intero ciclo produttivo.
nucleari pacifiche (“Atoms for Peace”), è stata Da tale premessa discende l’attualità e l’inte-
ampiamente sviluppata l’utilizzazione indu- resse per le tecniche e i metodi di controllo e
72 sorveglianza non distruttivi e non invasivi, al fi-
striale delle radiazioni nucleari, sia nel campo
dei sistemi di misura sia nelle applicazioni di ne di definire le caratteristiche costruttive otti-
processo. In campo industriale, queste tecni- mali di sistemi e/o componenti e di gestire un
che hanno trovato applicazione e intensiva uti- impianto nelle migliori condizioni; in altri termi-
lizzazione nel settore chimico, metallurgico, ni, garantire elevate prestazioni in condizioni di
nucleare, minerario, tessile, della carta e mani- massima affidabilità (fig.1). In quest’ottica ben
fatturiero in genere, farmaceutico e alimentare. si comprende l’attuale interesse verso azioni di
Nel presente articolo, trascurando tutte quel- ricerca e sviluppo nel campo delle tecniche
le molteplici applicazioni che possono essere strumentali di misura automatizzate, che oggi
considerate come un’evoluzione del concetto vedono affiancate a quelle nucleari anche di-
di radiografia (radiografie industriali propria- verse tecniche basate su altri principi fisici,
mente dette, gammagrafie, tomografie, ecc.) quali tecniche acustiche (analisi con ultrasuoni
vengono presentati gli aspetti più significativi ad alta e bassa frequenza, analisi delle riso-
dell’utilizzazione industriale dei sistemi di nanze, etc), tecniche elettromagnetiche (eddy
controllo non distruttivo, basati su tecniche currents, strain gauges, etc.) e ottiche (colori-
nucleari. Vengono inoltre dati cenni anche metria, spettrofotometria, etc.).
per quanto riguarda le applicazioni di pro- Le tecniche nucleari di pratico e diffuso impie-
cesso. go possono essere schematicamente raggrup-
pate, pur nella vasta molteplicità di versioni,
Tecniche nucleari di misura metodologie e procedure di misura, in due ca-
In un impianto industriale, al fine di assicurare tegorie:
una produzione qualificata e di evitare onerosi • tecniche basate su radiazione emessa da
arresti non preventivati, risulta fondamentale il una sorgente esterna;

Figura 1: Ruolo dei


sistemi di misura e
controllo nei processi
industriali

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• tecniche basate sull’eccitazione di radiazio- mini di principi fisici del metodo di misura sia di
ne caratteristica del campione. obiettivi applicativi.
Nella Figura 2 vengono elencate le principali
tecniche appartenenti alle due categorie e le Trasmissione beta/gamma
loro applicazioni industriali. La trasmissione di radiazione beta o gamma 73
(fig. 3a) viene utilizzata per la determinazione di
Rivelazione di radiazione da sorgente esterna spessori, ad esempio nei sistemi di controllo e
Alla categoria delle tecniche basate sulla rive- regolazione nella produzione di carta, film plasti-
lazione della radiazione emessa da una sor- ci e laminati, per la misura di densità di solidi, li-
gente esterna appartengono tutti gli strumenti quidi e di miscele bifase (frazione di vuoto), per
che usano come sorgente primaria di radiazio- misure di livello di fluidi corrosivi e/o ad alta tem-
ne un radioisotopo. In particolare, il sistema è peratura) e per misure di livello di solidi, ad
costituito da un radioisotopo sotto forma di sor- esempio nel controllo del riempimento di conte-
gente sigillata, una catena elettronica di acqui- nitori. Le caratteristiche principali della tecnica
sizione del segnale (rivelatore, amplificatore, sono le seguenti:
discriminatore integrale o monocanale, timer, • l’attenuazione della radiazione prodotta dal
scala di conteggio o rateometro) e un’unità di campione consente di correlare la risposta
controllo a microprocessore per elaborazione e del sistema di conteggio con lo spessore
registrazione dati; per i sistemi in controreazio- (nota la densità) o con la densità (noto lo
ne l’unità di controllo è integrata da un circuito spessore);
di comparazione. Si tratta in genere di strumen- • il sistema di conteggio può attivare un siste-
ti semplici, sia dal punto di vista strumentale ma di controreazione per il controllo auto-
che interpretativo, utilizzati per il controllo matico del processo di lavorazione;
“in/on line” di impianti di produzione, per misu- • utilizzazione di sorgenti sigillate (nessun ri-
re di routine in laboratori industriali oppure co- schio di contaminazione radioattiva);
me strumenti portatili per prospezioni. La figura • la scelta del tipo e dell’energia della radia-
3 illustra le tecniche più utilizzate, che vengono zione dipende dallo spessore del campione:
brevemente commentate nel seguito, sia in ter- sorgenti beta per spessori 10-500 mg/cm2 e

Figura 2:
spessori o massa per Categorizzazione delle
unità di superficie tecniche nucleari per
applicazioni industriali
- trasmissione  

spessori di
- diffusione  
 rivestimento
- rallentamento e
Tecniche basate sulla diffusione di neutroni densità (gas, liquidi,
rivelazione della solidi, miscele
radiazione emessa da multifase,
una sorgente esterna sospensioni, etc.
livello di riempimento
di serbatoi

composizione
elementale (elementi
maggioritari)

- fluorescenza X
- attivazione con neutroni
- attivazione con particelle
Tecniche basate sulla cariche
eccitazione e rivelazione composizione
di radiazione elementale (elementi
caratteristica del minoritari e/o in tracce)
materiale in esame

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sorgenti gamma per spessori >100 mg/cm2; n Diffusione gamma
• sensibilità tipica: spessori 1%, livello 1 mm, È una tecnica (fig. 3c) impiegata per la misura
densità 0,01% - 0,1%.spessori 10 - 500 della densità del suolo, ad esempio per pro-
mg/cm2 e sorgenti gamma per spessori spezioni geologiche per campagne petrolifere
74 >100 mg/cm2; —sensibilità tipica: spessori o sondaggi per fondazioni. Al crescere della
1%, livello 1 mm, densità 0,01% - 0,1%. densità del suolo cresce la diffusione gamma
(effetto Compton) verso il rivelatore; la risposta
n Retrodiffusione beta/gamma è lineare per piccoli aumenti di densità, poiché
Questa tecnica, il cui schema di massima è il fattore predominante è, in questo intervallo, la
mostrato nella figura 3b, viene utilizzata per la quantità di materiale disponibile per la diffusio-
determinazione di spessori di rivestimento (film ne in vicinanza del rivelatore. Per densità ulte-
riormente crescenti comincia ad aumentare
plastici, impiallacciature, ecc.) e di spessori
l’assorbimento per effetto fotoelettrico. La ri-
accessibili solo da un lato.
sposta è quindi caratterizzata da un massimo,
È importante notare che: in corrispondenza del quale il numero di gam-
• l’intensità della radiazione retrodiffusa di- ma diffusi verso il rivelatore è equilibrato dal
pende dallo spessore del campione e viene numero di quelli che sono assorbiti dal suolo.
di conseguenza correlata con la risposta Per un ulteriore aumento della densità la rispo-
dello strumento; sta continua a decrescere, per poi tendere a
• nel caso di materiali di rivestimento deposti zero asintoticamente.
su un supporto il metodo consente di corre-
lare la risposta con lo spessore di rivesti- n Diffusione neutronica
mento; È impiegata in prospezioni geologiche per la
• la sensibilità è tanto più elevata quanto più misura dell’umidità del terreno (fig.3d). All’inter-
differiscono i numeri atomici del supporto e no di una sonda una sorgente di neutroni veloci
del rivestimento; è disposta in prossimità di un rivelatore di neu-
• è possibile il controllo automatico di proces- troni termici. Il rallentamento dei neutroni nel
so; mezzo circostante la sonda dipende pressoché
• vengono impiegate sorgenti di radiazione esclusivamente dal contenuto d’idrogeno. Veri-
sigillate (nessun rischio di contaminazione); ficata la condizione che nel terreno non siano
• la sensibilità tipica è intorno a 1%. presenti elementi con elevata sezione d’urto di

Figura 3: Tecniche
basate su trasmissione
e diffusione di a. Trasmissione  
 b. R
Retrodiffusione
Retrodifffusione
fusioone  

radiazioni nucleari
sorgente
rivelatore
schermo

sorgente
rivelatore

rivelatore rivelatore di
neutroni termici

schermo

sorgente  sorgente
neutronica

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assorbimento di neutroni termici o, almeno, se strato in figura 4a; come caratteristiche princi-
la loro concentrazione è costante, la risposta pali, è importante notare quanto segue:
strumentale dipende direttamente dal contenu- • la tecnica si basa sulla trasmissione di uno
to di acqua del terreno. spettro continuo di radiazione X; la geome-
tria sorgente campione è quella di Figura
4a;
75
Eccitazione di radiazione caratteristica
Ai classici strumenti, detti in gergo “radiocon- • l’attenuazione della radiazione X nel cam-
trolli”, basati sulla trasmissione, retrodiffusione pione è determinata dal coefficiente di as-
o diffusione in avanti di radiazione beta o gam- sorbimento che, per ogni elemento, presen-
ma, utilizzati per la misura di spessori e/o spes- ta delle discontinuità a energie caratteristi-
sori di rivestimento, densità e livello fin dai pri- che dell’elemento stesso;
mi anni ’60, si sono affiancati recentemente altri • l’analisi dello spettro trasmesso dal campio-
metodi strumentali che, seppur caratterizzati ne consente l’individuazione degli elementi
da un principio fisico più complesso, sono presenti tramite l’individuazione delle ener-
sempre originati dall’esigenza di utilizzare tec- gie caratteristiche (E) dell’elemento e della
niche che si prestino a realizzazioni ingegneri- loro concentrazione tramite la quantità Δ; E
stiche semplici e affidabili. La figura 4 illustra le e Δ sono indipendenti dalla matrice;
tecniche più utilizzate, che vengono brevemen- • l’analisi è non distruttiva;
te commentate nel seguito, sia in termini di • la rapidità di esecuzione è notevole;
principi fisici del metodo di misura sia di obiet- • la strumentazione utilizzata è semplice e af-
tivi applicativi. fidabile.

n Trasmissione differenziale X n Fluorescenza X


Questa tecnica può essere vista come una par- Viene utilizzata per l’analisi qualitativa e quanti-
ticolare metodologia di trasmissione che, utiliz- tativa di composizione.
zando l’attuale disponibilità di rivelatori ad alta Il campione da esaminare (figura 4b) viene ir-
risoluzione, consente di eseguire valutazioni raggiato con radiazione X o gamma in grado di
qualitative (riconoscimento di elementi) e quan- provocare l’emissione di radiazione X di fluore-
titative (misura della concentrazione) relative a scenza da parte di uno o più elementi presenti.
elementi con numero atomico medio e/o alto in L’energia della radiazione di fluorescenza X è
matrice leggera. Lo schema di principio è mo- una caratteristica peculiare di ogni elemento

Figura 4: Tecniche
basate sull’eccitazione
a. Trasmissione differenziale X b. Fluorescenza X di radiazioni
caratteristica del
sorgente campione
 anulare 

matrice

E energia E energia

spettro incidente rivelatore


spettro


spettro

schermo
spettro trasmesso
collimatore E (X) energia
E energia

c. Traccianti radioattivi d. Attivazione neutronica pulsata

rivelatore di neutroni
sistema di radiazioni 
rivelatore di
iniezione
radiazioni 

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minimo valore accettabile

76

Figura 5: Vantaggio
economico
dell’introduzione di
sistemi di controllo
automatico nei cicli
produttivi

valore medio prima del controllo

valore medio dopo il controllo

chimico e non dipende dal composto in cui l’e- tative e quantitative di composizione. I suoi
lemento stesso è legato; essa può quindi esse- aspetti essenziali sono i seguenti:
re utilizzata, sempre in maniera non distruttiva, • le reazioni nucleari prodotte nel campione
sia per identificare l’elemento stesso sia per dall’irraggiamento neutronico danno luogo
eseguire misure quantitative. Le minime con- alla formazione di nuclei radioattivi. Le ca-
centrazioni rivelabili sino comprese nell’interval- ratteristiche del decadimento di tali radioi-
lo 1 - 100 ppm. sotopi (vita media, tipo ed energia della ra-
diazione emessa) consentono di determina-
n Traccianti radioattivi re e quindi identificare gli elementi presenti
È una tecnica, a ridotta intrusività, utilizzata per originariamente nel campione;
misure di portata, densità media, velocità di • indipendenza dal legame chimico in cui si
scorrimento di singole fasi, tempi di residenza trova l’elemento da dosare;
e mescolamento. Una soluzione radioattiva (fi- • minime quantità misurabili estremamente
gura 4b) viene mescolata al fluido in esame in basse (fino a 10-4 ppm per flussi neutronici
maniera da “marcarne” una porzione. La deter- di 1014 n/cm2/s);
minazione dell’intervallo di tempo fra l’iniezione • possibilità di registrazione automatica dei ri-
e la rivelazione della porzione marcata, cono- sultati e di controllo automatico di processo;
scendo la geometria iniettore - rivelatore, con- • informazione relativa a tutto il volume del
sente lo studio di fenomeni di trasferimento di campione e non limitata a uno strato super-
massa. È richiesto che la porzione marcata sia ficiale.
rappresentativa dell’intero fluido. La tecnica Un caso particolare è l’attivazione neutronica
consente l’ottimizzazione del rendimento delle pulsata (figura 4d), utilizzata per misure di por-
apparecchiature per il trasferimento di massa tata, densità media, velocità di scorrimento di
e, sempre per i processi di trasferimento di singole fasi, tempi di residenze e di mescola-
massa, la possibilità di controllo automatico. mento. L’attivazione neutronica pulsata con-
sente la produzione in-situ di traccianti radioat-
n Attivazione neutronica e con particelle tivi ed è stata originata da studi sull’efficacia
dei sistemi di refrigerazione d’emergenza dei
cariche reattori nucleari; è una tecnica che consente
Per attivazione si intende un processo in cui un applicazioni per lo studio dei processi di trasfe-
generico materiale non radioattivo, irraggiato rimento di massa per l’ottimizzazione di reattori
con opportuna radiazione (neutroni o particelle chimici e dispositivi di scambio termico. In
cariche) diventa radioattivo, emettendo radia- questo caso una porzione di fluido viene resa
zione caratteristica degli elementi attivati. radioattiva mediante irraggiamento neutronico
L’attivazione neutronica consente analisi quali- impulsivo (viene praticamente resa simile a un

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tracciante radioattivo). In questo modo si elimi- µm).
na sia il problema dell’iniezione del radiotrac- L’attività indotta è circoscritta mediante focaliz-
ciante (problemi meccanici, problemi connessi zazione, collimazione e spazzolamento del fa-
al mescolamento del tracciante e quindi alla scio ionico e la scelta del nuclide da attivare di-
sua rappresentatività), sia la necessità di mani- pende dalla vita media necessaria a coprire il
polare soluzioni di attività non trascurabile di periodo di osservazione e dalla energia dei
radioisotopi a vita media relativamente lunga. gamma emessi. Quando si hanno fenomeni di
L’attività indotta è proporzionale alla densità erosione e/o corrosione la conseguente perdita
del fluido e non viene alterato il profilo di velo- di materiale, grazie alla sua radioattività indot-
cità del fluido in moto. ta, è facilmente misurabile, anche se le quan-
L’attivazione con particelle cariche, detta an- tità di massa coinvolte sono estremamente pic-
che “attivazione di strato sottile”, è basata sulla cole.
ridottissima penetrazione di particelle cariche
accelerate all’interno di un solido; in pratica,
Vantaggi economici dell’impiego in campo
viene reso radioattivo solo un sottilissimo spes-
sore superficiale di un manufatto in esame e industriale
ciò consente di ottenere un’elevata sensibilità Pur con la limitazione dovuta alla mancanza di
per la misura della perdita di materiale sia per un preciso censimento delle applicazioni, nella
usura sia per erosione e corrosione. Tecniche Tabella 1 si è cercato di riassumere tutti gli im-
di questo tipo possono avere un’estrema im- pieghi industriali delle tecniche nucleari, for-
portanza in alcune problematiche industriali di nendo un quadro distinto per settore merceolo-
altrimenti difficile soluzione, quali la determina- gico e per grandezza fisica misurata.
zione dell’usura delle palette delle turbine, A causa della possibilità di controllare “on-line”
dell’efficacia di sistemi di lubrificazione e dell’u- un processo di lavorazione e di consentire tol-
sura delle fasce elastiche nei prototipi di nuovi leranze di fabbricazione estremamente basse,
motori. La superficie da controllare è “marcata” l’introduzione di un radiocontrollo permette un
utilizzando fasci di ioni con energia sufficiente rapido ammortamento dei costi di investimento
a produrre isotopi radioattivi (un nucleo su die- (peraltro modesti) e costi di gestione trascura-
ci miliardi) entro uno spessore sottile (20 - 300 bili, e tutto ciò grazie al risparmio di materie pri-
roma
TABELLA 1 - I metodi nucleari di misura nell’industria. Per ogni settore industriale vengono
riportate le grandezze misurate ed esempi applicativi
Industria alimentare Spessore: Cibi prodotti in forma laminare (pasta sfoglia per biscotti e dolci, cioccolata, formag-
78 gio, chewing gum)
Densità: Cibi liquidi che subiscono processi di concentrazione per evaporazione (pesce, car-
ne, succhi di frutta, concentrato di pomodoro, latte condensato)
Livello: Zucchero grezzo e raffinato contenuto in serbatoi
Composizione: Contenuto in grasso negli alimenti per lattanti
Portata: Contenuto di aria nei gelati
Industria del tabacco Densità: Controllo del riempimento delle sigarette e di carta e fibra nei filtri
Industria tessile Spessore: Controllo dei processi di rivestimento e impregnazione
Densità: Produzione di fibre sintetiche
Livello: Controllo di recipienti di processo
Legnami Spessore: Controllo di lastre e impiallacciature
Industria della carta Spessore: Controllo dello spessore nei processi produttivi
Densità: Controllo dei processi di rivestimento (di gomma o polietilene) e impregnazione
Livello: Controllo della pasta di cellulosa e dei coloranti
Composizione: Controllo della pasta di cellulosa nei preriscaldatori e nelle torri di sbianca
Industria editoriale Spessore: Spessore di rivestimento di caratteri bimetallici per stampa offset e di lastre stereoti-
piche; Spessore di inchiostro e di rivestimenti plastici
Industria della gomma Spessore: Spessore di lastre, gomma espansa e materiali ricoperti o impregnati di gomma
Densità: Soluzioni di lattice per gomma espansa
Livello: Materiali di processo e prodotti finiti in serbatoi per lo stoccaggio, il trasporto e il pro-
cesso
Portata: Fluidi di processo
Tempo di residenza: Serbatoi di processo
Industria chimica Spessore: Controllo di pellicole plastiche, rivestimenti plastici, laminati plastici
Densità: Spessore di pareti di tubi e bottiglie di plastica
Composizione: Controllo dell’estrazione con solvente, della miscelazione, della distillazione e
dei processi di disidratazione
Portata: Serbatoi di processo e di stoccaggio contenenti ad esempio acidi, metanolo, ammo-
niaca, ecc.
Livello: Fluidi di processo e prodotti finali quali liquidi organici, polveri, acidi, alcali
Tempo di residenza: Controllo delle colonne di distillazione, del riempimento di contenitori di
prodotti in polvere (cibi disidratati, cosmetici, medicinali)
Industria degli Spessore: Fogli catramali
idrocarburi Densità: Determinazione dell’interfaccia per le operazioni di pompaggio negli oleodotti
Livello: Densità del catalizzatore nelle unità di cracking
Composizione: Densità del catalizzatore negli oli
Industria metallurgica Spessore: Barre e tubi incandescenti, spessore di pareti di tubi e serbatoi, rivestimenti delle pa-
reti delle fornaci
Densità: Polveri e ganghe nella lavorazione dei minerali
Livello: Controllo del riempimento nelle fornaci, metalli liquidi, polveri nei precipitatori elettrosta-
tici
Composizione: Composizione elementare di minerali metallici e metalli fusi, minerali per sinte-
rizzazione gas di scarico delle fornaci
Corrosione: Studio materiali
Tempo di residenza: Serbatoi di processo
Industria dei minerali Spessore: Carta abrasiva, lastre di vetro, fibre di vetro
non metallici Densità: Sabbie, cementi, mattoni refrattari
Livello: Vetro fuso nelle fornaci, clinker di cemento
Composizione: Sabbie, argille e cementi nei recipienti di stoccaggio
Settore industriale Spessore: Spessore di parete di tubi
elettricità, gas, acqua Densità: Frazione di vuoto acqua-vapore in caldaie e condensatori. Sedimenti sospesi nei fumi
Composizione: Analisi carbone di alimentazione, ceneri e fumi di carbone
Portata: Fluidi dentro tubazioni
Corrosione: Palette di turbine
Industria Spessore: Lastre metalliche, plastica, rivestimenti plastici
automobilistica Composizione: Determinazione di S e Pb nei carburanti
Corrosione: Studio componenti meccanici
Varie: Ricambio d’aria negli abitacoli, consumo di olio, usura dei componenti

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me e alla riduzione degli scarti di lavorazione. mini di riduzione delle tolleranze di fabbricazio-
Nella figura 5 è illustrato il caso di un materiale ne, con un indubbio beneficio sulla vendibilità
prodotto in forma laminare (plastica, acciaio, del prodotto.
impiallacciature, etc.) che viene commercializ- Esistono casi particolari, come l’industria della
zato in termini di massa per unità d’area. È mo- carta, in cui le specifiche di prodotto possono
strata la variazione della massa del prodotto cambiare frequentemente in funzione del tipo
79
prima dell’introduzione di un sistema di control- di materia prima (dalla pasta di cellulosa alla
lo automatico. Dopo tale introduzione la varia- carta riciclata, con tutte le possibili combina-
zione della massa è rappresentata da una cur- zioni intermedie), dove l’introduzione dei radio-
va con una dispersione notevolmente più pic- controlli consente un rapido adeguamento alle
cola, che è indice di una situazione nettamente nuove esigenze, riducendo i tempi morti e in-
migliore sia per la minore variazione di massa crementando di conseguenza la produzione.
sia per l’assenza di scarti di lavorazione. In generale si può concludere osservando co-
Se, inoltre, la massa del prodotto è ridotta al me un radiocontrollo, eliminando la necessità
più basso valore accettabile, senza però pro- di controlli a campione con metodi non distrutti-
durre materiali sottopeso (da considerare come vi, possa consentire un notevole risparmio di
scarti di lavorazione), è possibile un ulteriore mano d’opera in tutto il processo produttivo.
considerevole risparmio.
Oltre che sul prodotto finito, ridurre le tolleranze Aspetti radioprotezionistici
di fabbricazione è in alcuni casi essenziale an- L’utilizzazione delle sorgenti di radiazioni ioniz-
che per prodotti intermedi di lavorazione. zanti in Italia è soggetta all’applicazione del
Si consideri, per esempio, il caso della formatu- D.Lgs. 230/1995 e ss.mm.ii. (in particolare il
ra per aspirazione: se lo spessore dei fogli di D.Lgs. 241/2000); normativa che, recependo i
plastica non è rigorosamente controllato la for- contenuti della pubblicazione 60 dell’ ICRP (In-
matura può non manifestarsi, con conseguente ternational Commission on Radiological Pro-
blocco della catena di produzione. tection) e la direttiva UE 96/29 EURATOM, risul-
Nel caso di materiali commercializzati in termini ta ottimamente allineata con gli standard inter-
di massa il controllo dello spessore non offre un nazionali.
diretto risparmio di materie prime, tuttavia con- Nel campo dei radiocontrolli, il soddisfacimento
sente la qualificazione della produzione in ter- dei requisiti di radioprotezione viene raggiunto
roma

80

abbastanza agevolmente, in quanto le sorgenti cato appositamente incaricato. L’Esperto Qua-


radioisotopiche utilizzate sono di tipo sigillato e lificato è quella figura professionale, iscritta ad
la radiazione emessa viene generalmente un albo nazionale, a cui la normativa demanda
schermata all’interno dello strumento stesso. la responsabilità di quanto connesso con la
L’adozione di sorgenti sigillate fa sì che, nelle sorveglianza fisica della radioprotezione.
normali condizioni di utilizzo, non esista rischio
di contaminazione, ovvero della dispersione Applicazioni di processo delle radiazioni
nell’ambiente della sostanza che emette la ra- È opportuno ricordare in questa sede anche al-
diazione nucleare: dalla sorgente esce solo la tri impieghi industriali delle radiazioni nucleari,
radiazione utilizzata nel processo di misura. che si inseriscono più direttamente all’interno di
Ciò semplifica notevolmente le azioni di sorve- determinati processi produttivi inducendo spe-
glianza fisica della radioprotezione, che si ridu- cifici cambiamenti a livello chimico, fisico e bio-
cono a una valutazione preliminare e a una mi- logico.
sura periodica dell’intensità di dose nelle im- Una delle applicazioni più note è quella legata
mediate vicinanze della sorgente. alla sterilizzazione dei prodotti medicali “usa e
La sorveglianza fisica della radioprotezione de- getta” e, in minor misura, di prodotti farmaceuti-
ve essere espletata tramite un Esperto Qualifi- ci e cosmetici. Il metodo consiste nell’irraggiare

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Altra importante applicazione degli impianti
d’irraggiamento dotati di sorgenti di cobalto-60
è la sterilizzazione di prodotti alimentari, quali
patate, agli, cipolle e graminacee, allo scopo ri-
tardare e/o arrestare il processo di germoglia-
zione, aumentando di conseguenza la durabi-
81
lità delle derrate e consentendo trasporti anche
a lunghissima distanza.
Un’altra applicazione delle radiazioni di entità
non trascurabile è quella legata all’utilizzazione
delle macchine acceleratrici per la produzione
di fasci di elettroni. Applicazioni tipiche sono
quelle relative alla reticolazione (crosslinking)
del polietilene, al trattamento (curing) dei rivesti-
menti superficiali di carta, plastica, legno e me-
talli; in questi casi le macchine acceleratrici
commercialmente disponibili consentono capa-
cità di produzione di circa 1.000 metri al minuto.
Una utilizzazione di interesse emergente è rela-
tiva al trattamento dei fumi emessi dagli im-
pianti per la produzione di energia elettrica ali-
mentati a combustibile fossile. Irraggiando i fu-
mi, in presenza di ammoniaca, con elettroni ac-
celerati da tensioni di 300÷800 kV, con potenze
di 300÷500 kW, si riesce a rimuovere simulta-
neamente sia la SO2 sia gli NOX, con efficien-
ze che possono raggiungere il 100% per SO2 e
l’85÷90% per gli NOX. Inoltre, il sottoprodotto
che si ottiene (solfato e nitrato d’ammonio) ha
un valore commerciale derivante dal suo impie-
go come fertilizzante. Ulteriori perfezionamenti
di questa tecnica potrebbero contribuire valida-
mente alla soluzione dei problemi di inquina-
mento ambientale legati all’utilizzazione delle
centrali termoelettriche a carbone. Ciò è dovu-
to sia all’efficacia del metodo di abbattimento
sia al notevole risparmio economico comporta-
to dalle macchine acceleratrici di elettroni ri-
spetto all’utilizzazione degli impianti di desolfo-
razione convenzionali (a secco o a umido), che
peraltro comportano degli oneri addizionali le-
gati allo smaltimento dei residui prodotti.
tali prodotti con radiazioni penetranti (radiazioni
gamma nel “range” 1 - 10 MeV) prodotte da Il trasferimento dal laboratorio all’industria
sorgenti radioisotopiche o da macchine acce- La realizzazione, l’attuazione delle potenzialità
leratrici di elettroni. In particolare, i raggi gam- di nuove tecniche, nasce spesso dall’incontro
ma del cobalto-60, grazie alla loro elevata ener- di un potenziale utente e di un offerente. Un
gia, sono in grado di sterilizzare i prodotti già aspetto critico nell’utilizzazione delle tecniche
confezionati per l’uso e contenuti all’interno de- strumentali in genere è connesso al trasferi-
gli imballaggi per la spedizione. Attualmente mento di quanto sviluppato nel laboratorio di ri-
esistono in tutto il mondo circa 140 impianti di cerca, e comunque in condizioni particolar-
sterilizzazione (in 40 paesi), per una attività to- mente favorevoli, all’operatore industriale.
tale di circa 3 x 109 G Bq (circa 80 milioni di Non sembra superfluo sottolineare che una tec-
curies). In genere un moderno impianto di que- nica strumentale prima di essere trasferita all’u-
sto tipo è equipaggiato con sorgenti per 3.7 x tente deve essere consolidata, verificata in con-
107 G Bq (circa 1 milione di curie), ha una po- dizioni operative quanto più possibile realisti-
tenza radiante di 15 kW e può sterilizzare (a che, in quanto uno strumento valido è condizio-
dosi di circa 20.000 Gy) da 25.000 a 30.000 m3 ne necessaria ma non sufficiente per avere
di materiale all’anno. buoni risultati. In altre parole, il passaggio dalle

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condizioni controllate della “fase laboratorio” al- ratore riesce a interpretare le conseguenze del-
la “fase utilizzazione” deve essere il risultato di le sue azioni in termini di variabilità dei risultati,
attente considerazioni preliminari, non una sem- evitando che l’abitudine alla routine trasformi il
plice “consegna”. In altri termini, il rigore scien- suo lavoro in una sequenza non controllata di
82 tifico della fase di Ricerca e Sviluppo non deve azioni, potenziale causa di errori addizionali.
limitarsi al semplice adattamento di un principio
fisico verso un particolare problema ma deve
prendere in considerazione ogni possibile fonte Conclusioni
di errore che nasca dalle situazioni pratiche in Il presente lavoro ha voluto semplicemente fornire
cui la tecnica strumentale trova applicazione. una serie di “highlights” sulla Radiation Enginee-
Come diretta conseguenza è sempre necessa- ring, ovvero quella branca dell’Ingegneria Nu-
ria l’evoluzione dallo stato dell’arte allo stato cleare connessa con la produzione, applicazione
della pratica. È consigliabile, quindi, che nella e installazione di sorgenti di radiazioni ionizzanti
fase di laboratorio sia prestata particolare at- in vari campi della scienza e dell’industria.
tenzione a problemi connessi, ad esempio, al- Fino a non molto tempo fa, questo campo di at-
l’invecchiamento degli standards usati per ta-
tività è stato sicuramente messo in ombra da
ratura, alle derive delle curve di taratura e alle
fluttuazioni delle condizioni ambientali. In con- pressanti urgenze di ricerca nel campo della
seguenza, nella fase dell’utilizzazione è auspi- tecnologia dei reattori nucleari, ma ora la situa-
cabile che l’operatore dia una particolare atten- zione sta rapidamente cambiando.
zione al controllo di qualità delle prestazioni Specie nel campo dell’istruzione universitaria,
strumentali, ad esempio mediante l’utilizzazio- prendendo atto di una crescente domanda
ne di carte di controllo e di standards affidabili. mondiale per applicazioni basate sulle pro-
L’esperienza suggerisce che un certo migliora- prietà di penetrazione nella materia delle radia-
mento della qualità è offerto dall’adozione di zioni nucleari, si assiste a una sempre più inten-
strumenti la cui utilizzazione sia particolarmen-
sa azione di addestramento di futuri ingegneri
te orientata verso l’operatore. Al tempo stesso
è necessario istruire l’operatore circa le caratte- capaci di fronteggiare tutti i molteplici aspetti
ristiche della tecnica strumentale adottata, evi- della Radiation Engineering: dall’interazione
tando che la sua azione diventi soltanto un’ese- della radiazione con la materia, alla radioprote-
cuzione meccanica della procedura scritta. È zione dei lavoratori e della popolazione.
questo l’unico modo attraverso il quale un ope-

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Quaderno

VERSO IL DEPOSITO
NAZIONALE
DEI RIFIUTI RADIOATTIVI:
L’INIZIO GIUSTO?

Nel giugno scorso, a distanza di molti anni


a cura di dall’ultima analoga pubblicazione, l’ISPRA,
Ing. R. Mezzanotte (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
commissione
Ambientale), nella sua veste di autorità nazio-
nale per il controllo sulla sicurezza nucleare e
Ingegneria nucleare
la radioprotezione, ha emanato una nuova gui-
visto da da tecnica, la n. 29, che indica i criteri per la lo-
Ing. A. Taglioni calizzazione dell’impianto di smaltimento dei ri-
Ing. G. De Simone fiuti radioattivi a bassa e media attività.
La ripresa della pubblicazione di guide tecni-
che (l’ISPRA ne annuncia già un’altra) rappre-
senta di per sé un fatto ampiamente positivo.
Nell’attuale situazione italiana, dove, salvo
qualche eccezione minore, la SOGIN è l’unico
esercente di impianti nucleari, tutti peraltro da
lungo tempo fermi e destinati allo smantella-
mento, ed è anche il soggetto incaricato della
realizzazione e della successiva gestione del
deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, le indi-
cazioni dei requisiti tecnici di sicurezza da par-
te dell’autorità di controllo possono essere dati
all’esercente anche in modo diretto, senza do-
ver necessariamente ricorrere alla diffusione di
documenti specifici, come deve invece essere
quando – è il caso ad esempio degli Stati Uniti
- gli interlocutori dell’ente di controllo, ai quali
quei requisiti sono destinati, sono numerosi. cubi di rifiuti già presenti nei siti di produzione
Tuttavia, la divulgazione dei criteri e dei requisi- sparsi sul territorio nazionale e in attesa di si-
ti di sicurezza attraverso guide tecniche del- stemazione, circa altrettanti da produrre con lo
l’autorità di controllo, anche quando il soggetto smantellamento degli impianti nucleari, il rientro
tenuto ad applicarle è uno solo, costituisce uno dei rifiuti prodotti in Inghilterra e in Francia con
strumento di informazione generale ed un ele- il riprocessamento del combustibile nucleare
mento di trasparenza. E se informazione e tra- delle centrali italiane, il programma di tale rien-
sparenza sono sempre necessari, divengono tro che, per quanto riguarda la Francia, dovrà
indispensabili quando il tema in discussione è essere definitivamente stabilito in accordo con
la localizzazione di un’opera, come il deposito la Francia stessa entro il 2018 – vale a dire, or-
nazionale dei rifiuti radioattivi, la cui necessità è mai, domani) aveva fatto ritenere – o comun-
unanimemente condivisa, ma che nessuno que sperare - che i tempi per la definizione dei
sembra ancora disposto a vedersela realizzare criteri per la localizzazione del deposito nazio-
dalle proprie parti. nale sarebbero stati più rapidi, essendo tale
L’unanime condivisione della necessità dell’o- definizione l’inevitabile atto iniziale di un per-
pera e della sua urgenza (oltre 28 mila metri corso lungo e complesso. Infatti, il decreto legi-

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roma

85

slativo n. 31, emanato il 15 febbraio 2010, nello zione prevalente era che tale compito, pur
stabilire le norme procedurali per la localizza- nell’attesa dell’operatività della nuova Agenzia,
zione e la realizzazione del deposito, ha previ- non potesse essere svolto dall’ISPRA, che nel
sto che il primo passo dell’iter fosse proprio frattempo continuava invece ad esercitare, co-
l’indicazione di tali criteri. La durata complessi- me fa ancora oggi, tutte le altre funzioni di au-
va del percorso fissato dal decreto, ben oltre torità di controllo nucleare che le leggi anteriori
un quinquennio anche a voler essere molto otti- all’istituzione dell’Agenzia gli attribuivano.
misti, sembrava suggerire – se non imporre – Gli indugi vennero rotti dal Ministro dello svilup-
un avvio per quanto più possibile sollecito. So- po economico pro tempore, il quale, come di-
no stati necessari invece più di due anni già chiarò nel luglio 2012 nel corso di un’audizione
solo per superare un primo ostacolo di natura innanzi alla Commissione parlamentare di in-
formale: il fatto che il decreto n. 31 aveva affi- chiesta sul ciclo dei rifiuti, chiese all’ISPRA di
dato la definizione dei criteri all’Agenzia per la procedere alla definizione dei criteri, in modo
sicurezza nucleare, ente allora previsto dalla tale che – era la previsione del Ministro – la SO-
legge, ma, di fatto, mai nato (verrà ufficialmen- GIN, in base a quei criteri, potesse poi a sua
te soppresso nel dicembre 2011), e l’interpreta- volta presentare la proposta di carta nazionale

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decreto legislativo 31/2010.
Sotto questo profilo va detto innanzi tutto, che
nella guida, già a partire dal suo titolo, viene
chiaramente esplicitata una scelta che nel de-
creto può essere ritenuta sottintesa, ma non è
formalmente espressa: il deposito assunto a ri-
ferimento per la definizione dei criteri di localiz-
zazione è di tipo superficiale.
Questa scelta non può che essere ampiamente
(e facilmente) condivisa, sia perché quello su-
perficiale è stato, per i rifiuti a bassa e media
attività, il tipo di deposito indicato come preferi-
bile da quanti, enti competenti, commissioni e
gruppi di lavoro ad hoc, si sono espressi da or-
mai vent’anni a questa parte; sia perché, come
detto, lo stesso decreto legislativo 31, pur non
indicando espressamente il tipo di opera da
realizzare, ha stabilito alcuni termini temporali
per il processo di localizzazione che, ancorché
ordinatori, sarebbero incompatibili con la quali-
ficazione e l’autorizzazione del sito per un de-
posito di tipo geologico.
delle aree potenzialmente idonee alla localizza- D’altra parte, la considerazione dei diversi tem-
zione del deposito “presumibilmente entro il pi necessari per la localizzazione di un deposi-
giugno 2013”. to geologico o di un deposito superficiale costi-
In realtà i tempi si sono protratti maggiormente. tuisce, nella situazione di urgenza in cui ci si
Appare verosimile che la prima stesura del te- trova in Italia per la gestione dei rifiuti radioatti-
sto non abbia richiesto all’ISPRA tempi partico- vi, un elemento non secondario della scelta, in-
larmente lunghi, ma che a pesare di più siano sieme ovviamente al fatto che un impianto di ti-
stati i confronti internazionali che, opportuna- po superficiale è pienamente idoneo allo smal-
mente, come lo stesso Istituto riferisce nella re- timento di rifiuti a bassa e media attività.
lazione illustrativa pubblicata insieme alla gui- Vi è invece un aspetto per il quale l’aderenza
da tecnica, l’ISPRA ha ritenuto di svolgere con della guida al decreto legislativo appare imper-
gli enti omologhi di alcuni paesi europei e quin- fetta.
di con l’AIEA, una fase che si è conclusa nel- Nel decreto, il deposito nazionale è definito co-
l’ottobre 2013. Successivamente sono stati me l’opera destinata “allo smaltimento a titolo
consultati enti tecnici italiani (ENEA, CNR, Isti- definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media
tuto Geografico Militare, Istituto Superiore di attività… e all’immagazzinamento, a titolo prov-
Sanità, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulca- visorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività
nologia) e la stessa SOGIN. e del combustibile irraggiato provenienti dalla
A seguito della valutazione e dell’eventuale re- pregressa gestione di impianti nucleari”. Della
cepimento delle osservazioni ricevute, la guida, seconda parte dell’opera complessiva nella
nella sua versione definitiva, è stata finalmente guida tecnica non vi è traccia: a iniziare dal ti-
pubblicata. tolo e per tutto il testo si parla unicamente di ri-
Sarebbe stato forse possibile aprire, in paralle- fiuti a bassa e media attività.
lo con le consultazioni degli enti italiani e quindi Del deposito provvisorio dei rifiuti ad alta atti-
senza alcun ulteriore allungamento dei tempi, vità e del combustibile irraggiato, si fa invece
la discussione a una platea più ampia, ad menzione nella relazione illustrativa che ac-
esempio pubblicando la guida in forma di boz- compagna la guida, dove si dice che “Un sito
za per commenti, come a suo tempo fu fatto ritenuto idoneo per la localizzazione di un im-
per quella che è ad oggi la più nota ed utilizza- pianto di smaltimento superficiale di rifiuti ra-
ta tra le guide emesse dall’ente di controllo, la dioattivi a bassa e media attività sulla base
guida tecnica n. 26 sulla gestione dei rifiuti ra- dell’applicazione di criteri di selezione… quali
dioattivi. Suggerimenti migliorativi sul piano quelli individuati nella Guida Tecnica può rite-
tecnico non ne sarebbero probabilmente venu- nersi idoneo… anche per la localizzazione di
ti, ma possibili vantaggi sul piano dell’immagi- un deposito di stoccaggio di lungo termine”. Al
ne e della trasparenza, sì. di là della forma verbale utilizzata (“può ritener-
Ci si può chiedere se la guida tecnica n. 29 si”), forse non la più adatta per esprimere un
corrisponda pienamente a quanto richiesto dal criterio di sicurezza, che appare così posto nel

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campo dell’opinabilità, ciò che suscita qualche strativa presenta, in confronto al decreto legi-
dubbio è il senso da attribuire all’insistito richia- slativo 31, un altro aspetto, per così dire, curio-
mo che nella relazione viene fatto alla neces- so. Il decreto legislativo è molto preciso nel de-
sità di verificare la compatibilità delle caratteri- finire il deposito nazionale come un’opera uni-
stiche del deposito di stoccaggio dell’alta atti- ca, che include un impianto di smaltimento per 87
vità con quelle del sito prescelto. A tale richia- i rifiuti radioattivi a bassa e media attività e, ap-
mo possono essere attribuiti due significati: o si punto, il deposito temporaneo di lungo termine
tratta della considerazione, ovvia e valida in per i rifiuti ad alta attività e per il combustibile
generale per ogni opera e non solo per il depo- irraggiato. A rendere incontrovertibile l’indica-
sito di stoccaggio in questione, che la proget- zione di unicità dell’opera e del sito vi è anche
tazione deve essere congruente con le caratte- il fatto che il deposito nazionale (con entrambi
ristiche del sito scelto (non basta, ad esempio, quindi gli elementi di cui si compone) deve es-
che il massimo terremoto atteso sul sito sia in- sere posto all’interno di un unico “parco tecno-
feriore ad un dato valore di riferimento, ma è logico”, un’indicazione chiaramente tesa a ren-
anche necessario che le strutture siano poi dere l’opera stessa più appetibile o, se si vuo-
progettate, con i dovuti margini, per resistere a le, meno invisa al territorio che dovrà ospitarla.
quel terremoto); oppure – considerazione spe- Ora, oltre al fatto già osservato, che il deposito
cifica per il caso in questione - che un sito sele- per l’alta attività non è in alcun modo menzio-
zionato nel rispetto dei criteri definiti per la lo- nato nel corpo della guida tecnica, la precisa
calizzazione di un impianto di smaltimento di ri- indicazione di legge sull’unicità del sito viene
fiuti a bassa e media attività potrebbe, in realtà, presentata, nella relazione illustrativa, alla stre-
non risultare idoneo ad ospitare un deposito di gua di una mera ipotesi, conclusa con il ribadi-
stoccaggio di lungo termine di rifiuti ad alta at- re la necessità - nel caso della scelta di un sito
tività e di combustibile irraggiato, realizzato se- unico - della verifica della compatibilità del de-
condo gli standard normali per quel tipo di posito per l’alta attività con le caratteristiche del
opera. Va da sé, che se il significato da attribui- sito stesso: “Qualora nel sito che sarà ritenuto
re al richiamo fosse quest’ultimo, la mancanza idoneo sulla base dell’applicazione di tali crite-
nella guida di un riferimento diretto all’alta atti- ri (quelli per la localizzazione dell’impianto di
vità avrebbe un peso maggiore. smaltimento della bassa e media attività NdA)
Ma, sempre per quanto attiene al deposito di si intenda, come previsto dal D.Lgs. n.
lungo temine per l’alta attività, la relazione illu- 31/2010, realizzare anche un deposito di stoc-

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caggio provvisorio di lungo termine per i rifiuti cazione dei “Criteri di Esclusione” è effettuata
radioattivi ad alta attività e per il combustibile attraverso verifiche basate su normative, dati e
irraggiato residuo, dovrà essere fornita eviden- conoscenze tecniche disponibili per l’intero ter-
za, nell’ambito delle relative procedure autoriz- ritorio nazionale e immediatamente fruibili, an-
zative, della piena compatibilità di tale tipolo- che mediante l’utilizzo dei Sistemi Informativi
gia di deposito con il sito prescelto”. Geografici”. Si tratta insomma di riscontri relati-
Se si volesse attribuire un significato a tutti vamente semplici e immediati. D’altra parte, il
questi elementi verrebbe quasi da pensare che fatto stesso che siano stati previsti criteri di ap-
l’ISPRA abbia inteso suggerire una riconsidera- profondimento è implicita conferma che, quelli
zione della scelta sancita dal decreto legislati- di esclusione non richiedono valutazioni più
vo, o che abbia preso atto di un eventuale ri- complesse della verifica di una soglia o del ri-
pensamento in corso in altre sedi. Conoscendo scontro di un’indicazione.
tuttavia le posizioni che hanno da sempre con- E di fatto, alcuni criteri di esclusione sono defi-
traddistinto l’ente di controllo, questa possibilità niti attraverso soglie o indicazioni specifiche e
non sembra realisticamente da prendere in precise, ma non tutti.
conto. È però certo che l’ipotesi non potrebbe Il caso forse più evidente è il criterio di esclu-
neppure essere adombrata se il deposito di sione per inadeguata distanza dai centri abitati,
lungo termine fosse stato almeno menzionato distanza che, si limita a dire la guida, “deve es-
nel corpo della guida tecnica, se la validità dei sere tale da prevenire possibili interferenze du-
criteri di localizzazione anche per tale deposito rante le fasi di esercizio del deposito, chiusura
fosse stata affermata con maggior decisione, e di controllo istituzionale e nel periodo ad es-
se l’unicità del sito fosse stata presentata per se successivo, tenuto conto dell’estensione dei
quello che è: non una vaga possibilità, ma una centri medesimi”.
scelta logica e legislativamente codificata. Prescindendo dalla difficoltà di escludere a
Infine, una considerazione di merito. priori, nella realtà italiana, ogni “possibile inter-
La guida definisce due insiemi di criteri, detti ri- ferenza” con i centri circostanti (tenendo tra
spettivamente criteri di esclusione e criteri di l’altro conto che il deposito nazionale dovrà es-
approfondimento. I primi servono ad effettuare sere collocato all’interno di un parco tecnologi-
una preliminare “scrematura” del territorio na- co, difficilmente enucleabile da un contesto ter-
zionale, eliminando tutte le aree che non ri- ritoriale), sembra evidente che, indicato in tal
spondono a predeterminati requisiti fondamen- modo, il criterio potrà essere applicato solo in
tali. I secondi consentono invece di compiere fase di approfondimento e che pertanto la defi-
una ulteriore valutazione delle aree che hanno nizione di un criterio, in termini di raggio di
superato la prima selezione, valutazione che esclusione in funzione della popolazione resi-
può portare a sua volta all’esclusione di aree, dente nei diversi centri, in base al quale effet-
ovvero a una graduatoria della loro idoneità. tuare la prima selezione viene, di fatto, così la-
Sembra ovvio che, così definiti, i criteri di sciata al soggetto attuatore, la SOGIN.
esclusione debbano essere stabiliti attraverso Vi è poi qualche altro caso, in cui il criterio di
soglie determinate o comunque indicazioni esclusione non sembra tanto definito quanto
precise, e ciò è tra l’altro confermato dalla stes- potrebbe forse apparire, come ad esempio il
sa guida tecnica, ove questa dice che “L’appli- vulcanismo. Un problema diverso si pone inve-

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ce per il criterio di esclusione delle aree ad ele- to nazionale per i rifiuti radioattivi è stato final-
vata sismicità. Debbono essere escluse – sta- mente compiuto. Si può dire - e lo si è qui det-
bilisce la guida - tutte le aree contrassegnate to - che avrebbe forse potuto essere più rapi-
da un valore previsto di picco di accelerazione do, più deciso, più preciso. Ma quel che ora
(PGA) al substrato rigido, per un tempo di ritor- più conta è che tutti gli attori che la comples-
no di 2475 anni, pari o superiore a 0,25 g, se- sa procedura chiama in causa svolgano ades-
89
condo le vigenti Norme Tecniche per le Costru- so il proprio ruolo con il massimo impegno. Si
zioni. Questo criterio porta, da solo, all’esclu- tratta di dare soluzione a un vero problema
sione di una larghissima parte del territorio na- nazionale e di far fronte a una situazione di ur-
zionale (ad esempio, dell’Italia peninsulare re- genza prima che si verifichino situazioni di
stano in pratica solo la parte meridionale della emergenza.
Puglia, una piccola zona della Basilicata ionica La mancata realizzazione dell’opera lascereb-
e alcune zone costiere del Lazio e della Tosca- be i rifiuti radioattivi dove oggi si trovano: spar-
na). Un’esclusione così drastica non sembra si su siti che, per quei fini, nessuno ha mai
proprio giustificata: le Norme Tecniche citate scelto, per i quali nessun criterio di selezione è
non stabiliscono il divieto di costruzione nelle stato mai scritto e, verosimilmente, neppure
aree che siano contrassegnate da quei valori di pensato.
accelerazione, ma semplicemente fissano per Per supplire alla mancanza del deposito nazio-
esse determinate e più stringenti regole di pro- nale, su quei siti sono stati costruiti o si stanno
gettazione, regole che non sarebbe certo diffi- costruendo depositi che dovranno ospitare i ri-
cile rispettare per le opere alle quali la guida fiuti già presenti e quelli che si produrranno
tecnica è riferita. con lo smantellamento degli impianti. La situa-
Al di là della mancata, formale considerazione zione che si creerà sarà certamente meno pre-
dei rifiuti ad alta attività e del combustibile ir- caria rispetto all’attuale; ma quei depositi non
raggiato, che si spera potranno comunque es- potranno mai comunque essere impianti di
sere ospitati sul sito che verrà selezionato, smaltimento, e se la nostra generazione non
con la pubblicazione della guida tecnica del- sarà stata capace di dare risposta al problema,
l’ISPRA, il primo passo di un lungo e prevedi- questo graverà inevitabilmente ed indebita-
bilmente arduo percorso che dovrà auspica- mente sulle prossime. Non avremo fatto una
bilmente portare alla realizzazione del deposi- bella figura.

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Arch.Z.Hadid - Museo MAXXI (Roma)
Copyright © Moreno Maggi
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Quaderno

MODELLI MATEMATICI PER


L’INGEGNERIA NUCLEARE

Introduzione
a cura di Nel presente lavoro sono studiati due rilevanti
Ing. A. De Blasiis problemi che pone l’ingegneria nucleare: lo
smaltimento delle scorie radioattive e lo studio
commissione
dei campi termici in regime transitorio qualun-
Ingegneria nucleare
que.
visto da Riguardo lo smaltimento delle scorie si fissa
Ing. A. Taglioni l’attenzione sulla tecnologia in via di sviluppo
Ing. G. De Simone della tramutazione degli Attinidi mediante irrag-
giamento neutronico mentre riguardo il transito-
rio dei campi termici si circoscrive l’indagine a
quelli descrivibili dall’equazione di Fourier.
Caratteristica peculiare dello studio condotto è
stata il porre particolare attenzione alla realiz-
zazione di modelli fisico – matematici dei siste-
mi studiati che fossero in grado di preservare la
continuità temporale della soluzione individua-
ta, pur rinunciando, nel caso dell’equazione di
Fourier, alla continuità spaziale. Si giunge così,
sorprendentemente, a definire per entrambi,
pur interessati da fenomeni fisici diversi tra lo-
ro, modelli sostanzialmente identici e risolubili
analiticamente mediante la medesima tecnica
costituita dal metodo analitico degli autovalori.
Il modello individuato e la relativa tecnica riso-
lutiva risultano pertanto avere una validità ge-
nerale, nel senso di applicabilità a più di un si-
stema fisico, nell’ambito dell’Ingegneria Nu-
cleare. Il presente lavoro è dedicato all’indivi- dal fenomeno della conduzione in regime tran-
duazione di tale modello e all’applicazione del- sitorio qualunque, il modello individuato con-
la tecnica risolutiva ai sistemi fisici studiati. sente, fissata una griglia spaziale, di determi-
Si ottiene così una tecnica risolutiva che, per la nare l’espressione analitica esatta dell’evolu-
miscela di radioisotopi scaricata da un reattore, zione della temperatura in ciascun nodo della
consente di evitare il ricorso alle tecniche nu- griglia, consentendo così di seguire in maniera
meriche che impediscono di fatto uno studio estremamente accurata qualunque transitorio
accurato del sistema lungo archi di tempo di temperatura. Sono quindi mostrati e discussi
dell’ordine delle centinaia di migliaia di anni, i risultati di alcuni test di convalida che consen-
come necessario, fornendo la soluzione analiti- tono di validare il metodo adottato.
ca esatta dell’evoluzione della quantità di cia-
scun radioisotopo presente e consentendo così l. Il metodo degli autovalori
un’indagine lungo qualunque arco temporale. 1. Il metodo risolutivo
Si illustrano quindi alcuni risultati ottenuti appli- L’Analisi Matematica dimostra che la soluzione
cando la suddetta tecnica. del sistema omogeneo di equazioni differenziali
Riguardo i campi termici di sistemi interessati lineari, a coefficienti costanti, del primo ordine:

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dove λi è un autovalore della matrice A e νi il


corrispondente autovettore.
con l’associato vettore delle condizioni iniziali
2. I problemi posti dal caso di sistemi a molte
1) c= equazioni
Il caso in esame pone particolari problemi per il
calcolo degli autovalori e autovettori della ma-
trice A.
Non è possibile, infatti, procedere secondo le
è: regole di calcolo che vogliono, riguardo gli au-
2) tovalori, il calcolo delle radici del polinomio ca-
ratteristico P(λ), calcolo che diviene molto com-
essendo Y(t) una matrice fondamentale del si- plesso non appena il grado del polinomio è
stema, esprime dalla relazione: maggiore di 3.
3) L'Analisi Numerica ha però sviluppato dei me-
todi estremamente potenti per il calcolo degli

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autovalori e autovettori di matrici quadrate, che delle autorità locali e delle popolazioni interes-
evitano la ricerca delle radici del polinomio ca- sate.
ratteristico. Non è in gioco l’affidabilità della formazione
Inoltre tali metodi numerici sono stati trasforma- geologica, ma preoccupa l'incertezza sulle
ti in algoritmi di calcolo e sono state predispo- previsioni a lunghissimo termine inerenti il com-
ste delle routine specifiche, scritte in linguag- portamento dei radionuclidi che richiedono un
gio FORTRAN e facenti parte delle librerie NAG isolamento plurimillenario (transattinidi e pro-
e IMSL. dotti dì fissione a lunga vita), con particolare ri-
guardo alle capacità di migrazione dei nuclidi
2. Il problema dello smaltimento dei rifiuti stessi attraverso la formazione geologica.
nucleari - la trasmutazione degli attinidi L'unico modo per superare questa incertezza è
di eliminare il rischio radiologico a lungo termi-
minori ne dei rifiuti nucleari, in modo da limitarlo a po-
chi secoli; durante questo arco di tempo si può
1. Separazione e trasmutazione: generalità fare affidamento sulle capacità di ritenzione del-
Il riprocessamento dei rifiuti radioattivi prevede la matrice stessa dei rifiuti (vetri al borosilicato)
che il compito di ostacolare la diffusione della e inoltre trattandosi di un arco di tempo più vici-
radioattività nel lungo termine sia affidato no alla "scala umana" che alla “scala geologica
esclusivamente alla formazione geologica. si può ipotizzare anche un programma di sorve-
D’altra parte, l’individuazione e la qualificazio- glianza da parte delle istituzioni; in questo caso
ne dei siti di deposito geologico dei rifiuti ra- dunque si eviterebbe la necessità del deposito
dioattivi ad alta attività e a lunga vita incontra profondo in formazioni geologiche.
crescenti difficoltà a causa dell'opposizione

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Per raggiungere tale obiettivo tutti i radionuclidi tro secondo la teoria ad un gruppo) che ne ri-
a lunga vita, e dunque innanzitutto gli attinidi sultano; essi sono il valore della <σf> ed il rap-
minori (Nettunio, Americio e Curio) e possibil- porto δ tra la sezione d'urto di cattura e quella
mente alcuni prodotti di fissione come il Tc99 e di assorbimento (cattura più fissione):
lo I129 devono essere separati dai rifiuti liquidi 97
ad alta attività provenienti dal ritrattamento. 3)
Dopo, la loro quantità può essere ridotta o al-
meno stabilizzata nel tempo per mezzo di tra-
Questi sono i parametri importanti ai fini della
smutazioni nucleari. Questi due passi sono
usualmente denominati "separazione e trasmu- scelta dello spettro in quanto la reazione nu-
tazione" o più brevemente P-T (dall'inglese par- cleare che è in effetti efficace ai fini della tra-
titioning and trasmutation). smutazione è la fissione, che permette la di-
struzione immediata dell'attinide, in quanto la
2. La trasmutazione nucleare cattura porta si alla scomparsa del nuclide in
Con il termine trasmutazione si intende una esame, ma anche alla formazione di un altro
trasformazione permanente dei radionuclidi in isotopo dello stesso elemento (con A aumenta-
nuclei stabili o radioattivi ma con vita media to di una unità), che a sua volta può essere in-
breve. stabile per decadimento b producendo così un
Questa trasformazione avviene mediante rea- altro attinide (con Z maggiore di una unità),
zioni nucleari indotte da irraggiamento neutro- spostando solamente il problema della trasmu-
nico. tazione ad un altro nuclide.
Il tasso di trasmutazione di un singolo isotopo Si può dimostrare facilmente la possibilità con-
può dunque essere espresso nel seguente mo- cettuale di bruciare gli attinidi in un flusso ter-
do: mico e resta quindi da determinare un valore di
1) F tale da garantire una accettabile velocità di
scomparsa. L’analisi del problema e gli studi di
simulazione effettuati nell’ambito del presente
lavoro mostrano che il flusso utile deve essere
dove : non inferiore a 109 n/cm2*sec.

N = numero di nuclei dell'isotopo,


λ = costante di decadimento, 3. Il problema fisico della trasmutazione e sua
σa(E) = sezione d'urto di assorbimento differen-
traduzione in forma analitica
ziale,
Φ(E) = flusso neutronico differenziale,
1. Gli attinidi minori scaricati da un reattore ad
<σa> = sezione d' urto di assorbimento media-
acqua
ta sullo spettro neutronico secondo la teoria ad
Gli attinidi minori (By Product Actinide: BPA)
un gruppo:
scaricati da un reattore ad acqua sono essen-
2) zialmente: Nettunio, Americio, Curio, Berkelio e
Californio.
Un modo per esprimere la quantità di questi
Φ = flusso neutronico totale. elementi pesanti presenti nel nocciolo scaricato
Dalla formula 2) si vede che, per un certo nucll- è rapportare i grammi di ciascun isotopo con le
de, fissato un certo spettro neutronico, risulta tonnellate di metallo presente (Tonns of Heavy
univocamente determinata <σa>, per cui I'uni- Metal: THM) caricate nel reattore: si parlerà co-
ca variabile in grado di influenzare la rapidità sì di g/THM per un dato BPA.
della trasmutazione, espressa dalla 1), è l'in- I principali parametri che influenzano quantitati-
tensità Φ del flusso neutronico stesso. vamente la produzione di BPA nel nocciolo so-
Ai fini della trasmutazione, dunque, il primo no: la composizione del combustibile fresco, lo
passo da compiere è fissare uno spettro neu- spettro neutronico del reattore considerato e il
tronico che, secondo certi parametri, si presen- burn-up a cui è stato sottoposto il combustibile
ta come ottimale e da questo, ricavati i valori di scaricato.
<σa> che ne risultano, scegliere una intensità Inoltre, poiché alcuni BPA hanno delle vite me-
del flusso Φ tale da garantire una soddisfacen- die relativamente brevi, anche il tempo trascor-
te rapidità di decadimento. so dallo scarico dal reattore influenza la com-
Questi parametri che possono determinare la posizione degli attinidi minori nel combustibile
scelta dello spettro neutronico sono essenzial- esaurito.
mente due, e sono espressi in termini dei valori Di tutti questi parametri si tiene conto nei codici
delle sezioni d'urto (sempre mediate sullo spet- di calcolo che generano i vettori isotopici.

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Dai vettori isotopici si rileva, innanzitutto, che trasmutazione, ottenendo un sistema omogeneo
gli isotopi Np239 e Am242 non sono quasi mai di 23 equazioni differenziali lineari e del primo
considerati presenti nel combustibile esaurito, ordine, la cui soluzione fornisce l'evoluzione
e inoltre si può constatare come gli isotopi del temporale del numero di nuclei di ciascun isoto-
Berkelio e del Californio siano presenti in quan- po e permette quindi di studiare il comporta-
98 tità minime; di conseguenza la miscela di ra- mento del sistema fisico nel suo insieme.
dioisotopi nel seguito considerata sarà costitui-
ta dai seguenti nuclidi: Np237, Am243, Cm245, 4. Utilizzo del metodo degli autovalori per la
Pu238, Cm242, Cm246, Am241, Cm243, Cm247, soluzione del problema analitico nello studio
Am242m, Cm244, Cm248.
della trasmutazione nucleare
2. La catena di trasmutazione e sua traduzione in
1. I metodi di integrazione analitica
forma analitica
I metodi analitici sono metodi che affrontano il
Tutti i nuclidi in esame sono radioattivi e deca-
problema di come trovare la soluzione analitica
dono spontaneamente secondo uno o più ca- del sistema di equazioni differenziali e perciò
nali di decadimento. Occorre premettere, ai fini presentano tutti il vantaggio di fornire la solu-
di una più agevole esposizione di ciò che se- zione esatta del problema stesso.
gue, una tabella, in cui a ogni nuclide della ca- Per soluzione analitica si intende la n-pla di
tena di trasmutazione è associato un numero, funzioni del tempo N1(t), N2(t),....,N23(t) che veri-
come mostrato in Tabella 1. ficano tutte, contemporaneamente e per ogni t,
L'evoluzione nel tempo del numero di nuclei di il sistema in esame (tale n-pla verrà anche det-
un singolo radionuclide è regolata dalla equa- ta integrale del sistema) e che rappresenta fisi-
zione differenziale: camente, nel caso in oggetto, l'evoluzione nel
4) tempo del numero di nuclei di ciascun isotopo.
Una volta nota questa n-pla di funzioni, lo stato
del sistema, in qualsiasi istante, è dato sempli-
cemente dal valore delle funzioni stesse nell'i-
Avendo indicato con l'indice i (che va da 1 ad stante t considerato, senza bisogno di precal-
n) tutti gli n nuclidi che decadono nel nuclide j colare lo stato del sistema in una serie discreta
e con k l'isotopo di j con A minore di una unità. di istanti precedenti a partire dall'istante inizia-
le, come avviene nel caso dei metodi di inte-
L’equazione va integrata con la condizione ini- grazione numerica, con l'evidente vantaggio
ziale: che i tempi di calcolo risultano indipendenti dal
Nj(0) = Nj0, valore dell'istante t considerato e inoltre si ha la
possibilità di aprire “finestre temporali” che de-
dove Nj(t) è il numero di nuclei di quell’isotopo scrivono lo stato del sistema solamente in un
all'istante t e Nj0 il numero di nuclei inizialmente certo intervallo di tempo, a partire da un qua-
presenti. lunque istante iniziale.
L’equazione precedente tiene conto di tutte le Si vede perciò che i metodi analitici permetto-
modalità di scomparsa (decadimento sponta- no, in linea concettuale, di superare entrambi i
neo con costante di decadimento λ, reazioni problemi che a volte rendono problematica la
nucleari di cattura o di fissione essendo σc e σf via dei metodi di integrazione numerica e cioè
le relative sezioni d'urto microscopiche) e di la necessità di notevoli risorse di calcolo (la cui
accrescimento (per decadimento naturale di al- indisponibilità può tramutarsi in eccessiva lun-
tri isotopi con z diverso o per cattura neutroni- ghezza dei tempi di elaborazione) e la scarsa
ca da parte dell'isotopo con A minore di una affidabilità dei risultati per simulazioni di inter-
unità); ϕ è il flusso neutronico totale. valli temporali molto elevati.
Occorre quindi specializzare questa equazione I metodi analitici per la risoluzione dei sistemi
per ogni nuclide facente parte della catena di di equazioni differenziali omogenei, lineari, a
coefficienti costanti, del primo ordine, sono es-
senzialmente tre: il metodo di sostituzione, il
Tabella 1 - Nuclidi della catena di trasmutazione metodo delle trasformate di Laplace, il metodo
n° nuclide n° nuclide n° nuclide n° nuclide degli autovalori.
1 U232 7 Pu239 13 Am242 19 Cm244 I primi due metodi però richiedono la determi-
2 Np237 8 Pu240 14 Am242m 20 Cm245 nazioni delle radici del polinomio caratteristico,
3 Np238 9 Pu241 15 Am243 21 Cm246 che nel caso in esame è di grado 23, ma è no-
4 Np239 10 Pu242 16 Am244 22 Cm247 to che non può esistere alcuna formula che
5 Pu236 11 Pu243 17 Cm242 23 Cm248 permetta la soluzione simbolica di un'equazio-
6 Pu238 12 Am241 18 Cm243 ne di grado maggiore al quarto. Si può pensa-

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re, allora, di calcolare le radici dell'equazione 5. Utilizzazione del codice – presentazione e


algebrica di 23° grado con metodi approssima- interpretazione dei risultati
ti numerici, ma l'Analisi Numerica non mette a
disposizione metodi validi, tali cioè da garantire 1. Il codice di calcolo
un buon grado di affidabilità delle soluzioni, nel Una volta individuato il metodo risolutivo per il
caso di equazioni di grado così elevato.
sistema di equazioni esposto nel §3, si è pro-
ceduto alla sua traduzione nell’algoritmo di un
2. Il metodo degli autovalori
programma di calcolo sviluppato nell'ambito di
L’utilizzo di metodi dell’Analisi Numerica estre-
mamente potenti per il calcolo degli autovalori questo lavoro.
e autovettori di matrici quadrate, che sono im- Messo a punto il codice, si sono effettuati degli
plementati in algoritmi di calcolo già predispo- studi di simulazione sul sistema fisico in esame
sti, consente di aggirare l’ostacolo costituito (rappresentato dalla catena di trasmutazione).
dalla necessità di calcolare le radici del polino- Gli studi di simulazione effettuati sono consisti-
mio caratteristico P(λ) di grado 23. L’utilizzo del ti, innanzitutto, in uno studio parametrico del
metodo degli autovalori consente di disporre comportamento del sistema, lungo un arco di
così della soluzione analitica del sistema di tempo che va da 0 a 1,0 x 106 anni, sotto varie
equazioni differenziali in esame. condizioni di irraggiamento neutronico.
È utile infine ricordare che quella ottenuta con il In particolare si è fissata l'attenzione su un
metodo proposto è la soluzione esatta del si- gruppo di nuclidi presenti nella catena di tra-
stema e quindi qualitativamente superiore a smutazione costituito da nuclidi a lunga vita
qualunque soluzione ottenuta con metodi nu- media e in particolare da Np237, Pu239, Pu242,
merici per quanto approssimati, in quanto tale Am243, Cm247, Cm248. Come composizione iso-
soluzione è sempre inevitabilmente affetta da topica iniziale della miscela di radionuclidi si è
errore e dalla propagazione dello stesso. assunta quella relativa ad un combustibile sca-

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100

Figura 1:
Evoluzione del numero
di nuclei delle specie
isotopiche a vita media
lunga normalizzato al
proprio massimo per
differenti condizioni di
irraggiamento
neutronico

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ricato da un P.W.R., con arricchimento iniziale 6. Il problema della trasmissione
del 3,2%, sottoposto a un burn up di 33.000 del calore per conduzione
MWd/tonn., ipotizzando un tempo di raffredda-
nell'ingegneria nucleare
mento dei combustibile di 365 giorni. Le co-
stanti nucleari adottate, cioè le sezioni d'urto 101
Nell’ingegneria nucleare riveste estrema impor-
termiche di cattura e di fissione e le vite me- tanza l’analisi dei campi termici dei materiali
die, sono tratte da HANDBOOK ON NUCLEAR strutturali che compongono il vessel, nel caso
ACTIVATION DATA, AIEA. Tutti i risultati ottenu- dei reattori ad acqua leggera, e più in generale
ti, dalle simulazioni e dalle misure, sono stati il sistema di contenimento primario. Lo studio
tradotti in forma grafica per permettere una im- di tali campi termici è un problema complesso
mediata visualizzazione dell'evoluzione del si- che coinvolge tutte le modalità di scambio ter-
stema. mico: conduzione, convezione, irraggiamento,
ebollizione e condensazione ed è rivolto alla
2. Risultati valutazione dei campi termici e quindi dei flus-
I risultati sono presentati in figura 1 con una se- si, in condizioni sia stazionarie sia transitorie;
rie di grafici che presenta l’evoluzione del nu- particolarmente rilevante nel caso stazionario
mero di nuclei dei nuclidi in esame ciascuno è, ad esempio, la valutazione del profilo di tem-
normalizzato al proprio massimo: cioè sull'asse peratura radiale e assiale della barretta di com-
delle ordinate si è rappresentato N(t)/Nmax, dove bustibile la cui determinazione consente una
N(t) è il numero di nuclei della specie isotopica fondamentale verifica di sicurezza e rappre-
all'istante t, e Nmax il valore massimo raggiunto senta quindi uno dei parametri di progettazione
da essa nel tempo; in ascissa vi è il tempo in del reattore in condizioni di funzionamento no-
scala logaritmica. minali. Analogamente il calcolo del DNBR in
Questo tipo di rappresentazione permette di corrispondenza della “macchia calda” di un
valutare l'evoluzione di ogni singolo nuclide nocciolo LWR e la verifica che esso non superi
rispetto se stesso, mettendo in risalto il tem- il valore di progetto, rappresenta la principale
po in cui ogni nuclide raggiunge la sua mas- limitazione nel progetto termico di un reattore
sima quantità, Le condizioni di irraggiamento ad acqua.
che si sono simulate sono le seguenti: Φ= 0, I componenti strutturali e il combustibile che
Φ= 105, Φ= 107, Φ= 109, Φ= 1011, Φ= 1013, compone il nocciolo di un reattore nucleare
Φ= 1015. sono sottoposti a notevoli escursioni termi-
Di seguito sono riportatati alcuni dei grafici ot- che, sia in condizioni di normale esercizio,
tenuti. Osservando questi grafici la prima cosa prevalentemente nelle fasi di start up e shut-
che appare evidente è che il flusso neutronico down, sia, soprattutto, in situazioni di inciden-
è in grado di far sentire il suo effetto, ai fini del- te. Si ricorda che la progettazione di un im-
la trasmutazione, solo per valori maggiori o al pianto nucleare è fondata sui risultati dell’ana-
più uguali a 109. Infatti solo per Φ = 109 inizia a lisi del cosiddetto “incidente di riferimento”,
comparire una significativa decrescita della che per tale motivo è chiamato “incidente di
quantità di Np237 sia pure oltre i 30.000 anni e progetto”, alla quale concorre in maniera de-
compare anche l'effetto dello spostamento del- terminante l’analisi dei transitori termici. Lo
la composizione isotopica degli elementi verso studio di questi transitori riveste quindi un’im-
i nuclei più pesanti dimostrata dalla crescita, portanza fondamentale nella progettazione di
intorno ai 10.000 anni, del Cm248 che intorno ai tutti gli impianti nucleari e richiede la capacità
300.000 anni supera il Cm247. di seguire transitori dell’ordine di 0,1 secondi
Ciò è dovuto al fatto che per Φ < 109 il prodotto con escursioni dell’ordine di diverse centinaia
<σa>*Φ è minore della costante di decadimen- di K, non solo al fine della determinazioni di
to di quasi tutti i nuclidi, e quindi l'effetto dell'ir- grandezze termiche e termodinamiche, ma
raggiamento neutronico, sul termine di scom- anche per l’analisi del comportamento dei
parsa delle equazioni che rappresentano il si- materiali interessati in termini di verifica della
stema è trascurabile. resistenza strutturale. Un tipico esempio è l’a-
Per Φ > 109 n/cm2*sec prevale il termine nalisi dei transitori termici in seguito all’inci-
<σa>*Φ sul decadimento naturale e sui termini dente di L.O.C.A., incidente di progetto dei
di accrescimento. reattori LWR.
In particolare si vede che per Φ = 1013 tutti i nu- Le considerazioni svolte di seguito saranno de-
clidi scompaiono in un tempo notevolmente mi- dicate a illustrare un metodo di studio dei cam-
nore di quello richiesto dal decadimento natu- pi termici in fenomeni che coinvolgono la con-
rale. Per Φ = 1015 n/cm2*sec le quantità di atti- duzione, che, pur avendo una validità genera-
nidi minori sono considerevolmente ridotte già le, può fornire uno specifico contributo nei pro-
dopo pochi anni di irraggiamento. blemi posti dall’ingegneria nucleare.

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7. Il problema fisico della trasmissione del produzione di calore nel mezzo solido è posta
calore per conduzione e sua traduzione in pari a zero, l'equazione è:
forma analitica 6)

102 Il problema generale della determinazione di La determinazione nel caso generale della fun-
campi termici all’interno di mezzi solidi di geo- zione temperatura T(x,y,z,τ), con condizioni ini-
metria comunque complessa con condizioni al ziali e al contorno fissate, è in genere un proble-
contorno comunque variabile è risolto ricorren- ma matematico estremamente complesso, seb-
do alla equazione della conduzione (equazione bene nel tempo, poiché il problema ha da sem-
di Fourier) nella sua forma più generale con le pre attirato l’attenzione di matematici e fisici, sia-
opportune condizioni al contorno. no state elaborate diverse tecniche risolutive.
In particolare, si può vedere che l'equazione di Soluzioni analitiche sono possibili solo in un nu-
Fourier, scritta nel caso di materiali omogenei e mero molto limitato di casi, tutti riferiti a confi-
isotropi, è una equazione alle derivate parziale gurazioni geometriche elementari; ne conse-
(PDE) lineare, del secondo ordine, non omoge- gue che il problema generale della determina-
nea, con coefficienti costanti, nella funzione in- zione di campi termici comunque variabili nel
cognita T(x,y,z,τ), esprimibile nella forma: tempo e nello spazio viene di solito affrontato
5) mediante la discretizzazione spazio-temporale
dell’equazione di Fourier, utilizzando il metodo
delle differenze finite o il più complesso meto-
do degli elementi finiti (MEF, prima sviluppato
In questa equazione Δ = 0, per cui essa è di ti- in analisi strutturale).
po parabolico. Il MEF permette uno studio molto più raffinato
Il problema fisico espresso da questo tipo di del problema, sia nel dominio dello spazio sia
equazione è detto "problema di propagazione in quello del tempo, rispetto a quanto consenti-
non vibrazionale" (o "problema di diffusione") to dal più semplice metodo delle differenze fini-
che è costituito da un problema ai valori iniziali te, ma entrambi i metodi hanno gli stessi intrin-
(problema di Cauchy) unito a condizioni al con- seci limiti e pongono problemi del tutto analo-
torno; entrambi devono essere soddisfatti dalla ghi a quelli incontrati nel risolvere il sistema di
funzione T in modo che possa essere soluzione equazioni che compongono il modello che de-
dell'equazione. Per l'equazione di Fourier il pro- scrive l’evoluzione della miscela di radionuclidi
blema di Cauchy è rappresentato dai valori che scaricati da un reattore ad acqua. Il seguito del
il campo termico assume nell'istante iniziale presente lavoro sarà dedicato al tentativo di su-
mentre le condizioni al contorno sono espresse perare alcuni di questi limiti nello studio della
dai valori che il campo termico (condizione al trasmissione del calore.
contorno primo tipo) o il flusso di calore (condi-
zione al contorno del secondo tipo) assume 8. Evoluzione del modello fisico matematico
sulla superficie di confine. Per il campo termico
della trasmissione del calore per conduzione.
è molto comune anche una condizione al con-
torno espresse in termini di calore convettivo Il metodo proposto
trasmesse da un fluido alla superficie di confi-
ne (condizione al contorno del terzo tipo). Se la Consideriamo di dividere il corpo analizzato in
volumi elementari di dimensioni finite Δx, Δy,
Δz, come mostrato in Figura 2:
Si assuma la temperatura di ogni volume ugua-
Figura 2 - le a quello del suo centro geometrico: se 0 è il
La griglia spaziale
centro del volume per cui è considerato il bilan-
cio termico, 1,2,3,4,5,6 sono al centro dei volu-
mi adiacenti che hanno un lato in comune con
il primo.
Consideriamo la quantità infinitesima di energia
termica che transita nel volume attraverso ogni
lato nell'intervallo di tempo dτ (nel seguito, il
primo apice indica il lato interessato, il secondo
apice indica l'istante considerato):
1) lungo l’asse x
a. dQ1,0 =

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b. dQ3,0 = nodo 0 che è legato alla quantità di calore dQt
mediante l'espressione:
9)
2) b) lungo l’asse y
a. dQ2,0 = 103
Supponendo che la generazione di calore al-
l'interno del mezzo sia zero, è possibile egua-
gliare le due quantità:
b. dQ4,0 =
10)

3) c) lungo l’asse z
a. dQ6,0 =

b. dQ5,0 =
Riordinando i termini:
Raggruppando i termini si ottiene: 11)
4)

Supponendo che xΔ = Δy = Δz = ΔS, dove S è


il passo della maglia spaziale, è possibile scri-
vere:
Si può osservare che la somma algebrica della 12)
quantità di calore, indicata con:
5)
Mettendo insieme i termini differenziali, e ricor-
dando l'espressione di dT0, è possibile trovare
l'equazione differenziale scritta per il nodo 0
che attraversa le sei facce del volume esami- che è:
nato nel tempo dτ, produce, nello stesso inter- 13)
vallo di tempo, una variazione di temperatura
del volume dal valore T0,0 al valore:
6) In questo modo il sistema di equazioni lineari
rappresentato dalla 14) nelle N incognite costi-
tuite dalle Ti degli N nodi diviene un sistema di
equazioni differenziali lineari a coefficienti co-
Scrivendo:
stanti (sistema di ODE) nelle N funzioni incogni-
7) te T1(t)….TN(t), che rappresentano le funzioni
analitiche della temperatura relative a ciascun
nodo.
Si può osservare che tale risultato è formalmen-
l'espressione precedente diventa: te uguale a quello ottenibile eseguendo il limite
8) per ΔT → 0 nella relazione classica, discreta
nel tempo e nello spazio, ottenuta secondo il
metodo delle differenze finite.
In effetti nell'intervallo di tempo dτ la variazione Raccogliendo le costanti, l'equazione prece-
di temperatura può avvenire solo nei primi strati dente diventa:
del volume (perché questo non è infinitesimo), 14)
ma, poiché nel modello utilizzato il nodo 0 rap-
presenta la temperatura di tutto il volume, è
possibile considerare solo la variazione dT0 del

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In questo modo è stato possibile trasformare mediante la relazione:
un sistema di equazioni lineari scritte per una
griglia spazio temporale, in un sistema di equa- 1)
zioni differenziali in cui la temperatura T è fun-
zione continua del tempo ma è ancora applica-
104 ta ad una griglia spaziale, che va costruita scri-
vendo una equazione (differenziale) per ogni dove Y(τ) rappresenta una matrice fondamentale
nodo. del sistema omogeneo, e f(τ) il vettore dei termini
In particolare si osserva che il tempo di elabo- noti; quest’ultimo, per ogni equazione, è dato
razione necessario per definire la soluzione per dalla somma delle funzioni che caratterizzano
un qualunque istante è sempre lo stesso, in l’andamento imposto della T sui nodi della fron-
quanto l’unica operazione da fare è la sostitu- tiera adiacenti al nodo per il quale è scritta l’e-
zione del valore numerico dell’istante t nella quazione (i termini del vettore sono nulli per quei
espressione di Ti(t) trovata per ogni nodo del nodi che non sono adiacenti a nodi di frontiera).
volume in esame. Si è così eliminato il proble-
ma relativo alla dipendenza del tempo di calco- 2. La soluzione del sistema di ODE a cui è stata ri-
lo con la lunghezza dell’intervallo di tempo con- condotta l’equazione di Fourier
siderato; resta il legame tra complessità d’ela- Sebbene la soluzione di un tale sistema d’e-
borazione, e quindi tempo di calcolo, e numero quazioni differenziali, costituito da un qualun-
delle equazioni che formano il sistema, cioè que numero di equazioni in un uguale numero
numero di nodi della maglia spaziale. d’incognite, non sia banale, l’Analisi Matemati-
Per il momento, solo condizioni al contorno del ca mette a disposizione, per raggiungere la so-
primo tipo saranno considerate, cioè tempera- luzione, il metodo generale descritto nel para-
tura imposta sulla superficie di confine, gene- grafo precedente che può essere facilmente
ralmente specificate come funzioni della posi- tradotto in un programma di calcolo. La solu-
zione e del tempo; si può dimostrare che per il zione del sistema omogeneo associato è stata
sistema di equazioni scritto è sempre possibile già discussa e porta all’utilizzo del metodo de-
esprimere le condizioni al contorno del secon- gli autovalori. Pertanto l’evoluzione proposta
do e terzo tipo come condizioni al contorno del del modello fisico matematico della trasmissio-
primo. ne del calore per conduzione rappresentato
Con il metodo risolutivo proposto, l’equazione dall’equazione di Fourier comporta l’utilizzo del
di Fourier, equazione differenziale lineare del metodo degli autovalori. Tale metodo già ana-
secondo ordine alle derivate parziali nella fun- lizzato e utilizzato nella simulazione di un siste-
zione T(x,y,z,τ), è ricondotta a un sistema di ma di trasmutazione nucleare, risulta pertanto
equazioni differenziali, lineari, del primo ordi- idoneo anche per la soluzione del problema
ne, non omogeneo, a coefficienti costanti, nel- analitico nello studio della trasmissione del ca-
le variabili Ti(τ). Tale sistema è scritto per i soli lore per conduzione.
nodi interni del volume in considerazione; uti-
lizzando la nomenclatura introdotta, si può di- 3. Generalizzazione del modello
re che si è trasformata una PDE in un sistema Questo lavoro è stato impostato assumendo al-
di ODE. cune ipotesi riassumibili nelle seguenti:
a. I parametri fisici del mezzo solido sono co-
stanti;
9. Utilizzo del metodo degli autovalori per la b. La generazione del calore all’interno del
soluzione del problema analitico nello studio mezzo è pari a zero;
della trasmissione del calore per conduzione c. Le condizioni al contorno sono del primo ti-
po (temperatura imposta).
1. Le caratteristiche di un sistema di ODE non Tali semplificazioni sono state assunte solo per
omogeneo comodità di esposizione perché è possibile fa-
L’analisi matematica fornisce il metodo genera- cilmente dimostrare come possano essere ri-
le di soluzione di un tale sistema di equazioni, il mosse preservando la validità del metodo riso-
quale, per arrivare ad una soluzione unica, de- lutivo proposto.
ve essere associato alle condizioni al contorno
e al vettore delle condizioni iniziali, che rappre- 10. Implementazione del metodo in un codice
senta in questo caso la temperatura in ogni no- di calcolo, risultati ottenuti e confronto con i
do interno all’istante iniziale.
La soluzione generale di questo sistema è risultati ottenuti con altri metodi
fornita dalla soluzione del sistema omogeneo
associato sommata a un’integrale particolare; 1. Generalità sui test eseguiti
tale integrale particolare può essere trovato Per verificare la reale efficacia del metodo pro-

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roma
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roma
posto sono state condotte due serie di elabora- dove TM è la temperatura media sulla prima su-
zioni utilizzando le capacità di calcolo simboli- perficie, ΔT è la massima differenza di tempe-
co di Matlab. In particolare è stato simulato il ratura, β è il fattore di attenuazione e assumen-
sistema fisico costituito da una parete semiinfi- do i seguenti valori: TM = 300 K, ΔT = 30 K, ω =
nita omogenea in regime periodico stabilizzato 2*π/3600 s-1 (periodo pari a 1 ora), β = 39,63 m-1
106 (cosiddetto muro di Fourier) applicando il me- (cemento), β = 8,35 m-1 (acciaio); la diffusività
todo a due materiali differenti con differenti dif- termica è stata assunta uguale a 0,0000125
fusività termiche: cemento e acciaio, nonché il m2/s per l’acciaio e 0,000000556 m2/s per il ce-
sistema costituito da una parete di acciaio mento.
omogenea alla quale è applicato un gradino di Il risultato relativo alla parete di acciaio è ripor-
temperatura. Questi problemi sono stati scelti tato in Figura 3 dove i grafici mostrano i risultati
perché relativi a quei pochi sistemi per i quali è della simulazione effettuata in ciascun nodo
disponibile la soluzione analitica esatta. L’e- lungo un intervallo di tempo pari a 3 ore.
quazione di Fourier scritta per il nodo j secon- Un accordo del tutto analogo tra temperatura
do il metodo indicato applicato a problemi mo- calcolata e simulata si trova nel caso del ce-
nodimensionali diventa: mento.
È evidente l’eccellente accordo tra gli insiemi
1) di dati valutati per mezzo della soluzione del si-
stema di equazioni differenziali e la soluzione
analitica esatta; infatti la differenza in percen-
2. Parete semiinfinita omogenea in regime perio- tuale risulta sempre piccolissima. In particolare
dico stabilizzato è opportuno ricordare che la soluzione analitica
Nel primo test è stato considerato un muro di è valida solamente nel regime periodico stabi-
cemento spesso 10 centimetri usando una gri- lizzato non essendo valida nel transitorio inizia-
glia spaziale di passo pari a 2 centimetri e una le dove, per tale ragione, non può esistere un
parete di acciaio spessa 50 centimetri usando perfetto accordo tra soluzione analitica e solu-
un passo di 10 centimetri. Questa differenza zione numerica e la differenza appare essere
nello spessore è dovuta alla differente diffusi- poco più grande.
vità termica dei materiali. Sono stati scritti i si-
stemi di ODE relativi a entrambi gli insiemi di 3. Gradino di temperatura
nodi ottenendo le soluzioni continue nel tempo Nel secondo test, in cui è stato studiato il caso
per ogni nodo per entrambi i materiali. Questi relativo al gradino di temperatura, è stata simu-
risultati sono stati confrontati con le soluzioni lata una parete di acciaio spessa 50 centimetri
ottenibili, nel dominio del tempo e per ogni no- inizialmente alla temperatura uniforme di 1000
do, dalla soluzione analitica generale esatta, K, alla quale viene applicato un gradino di tem-
che è espressa dalla seguente espressione: peratura sulla prima superficie uguale a 700 K
2) (realizzato, per esempio, portando la superficie
istantaneamente a contatto con un fluido a 300
K); a differenza del test precedente, ora non è
ottenuta imponendo un’onda termica sulla pri- più sufficiente considerare un muro sufficiente-
ma superficie espressa da: mente spesso per poter avere un piccolo cam-
3) biamento di temperatura nel nodo interno, poi-
ché dopo un certo intervallo di tempo, funzione
della profondità del nodo esaminato, la sua
temperatura comunque cambierà a causa del
gradino applicato. Di conseguenza è anche
necessario limitare l’intervallo temporale per il
quale il test è eseguito, utilizzando un intervallo
temporale sufficientemente corto in modo che
la temperatura sulla seconda superficie non
cambi e dunque possa essere considerata co-
stante e uguale al valore iniziale. Questo inter-
vallo temporale per l’acciaio è stato assunto
uguale a 1000 secondi: in quest’intervallo, per
il gradino di temperatura considerato, la varia-
zione di temperatura a 50 centimetri di profon-
dità è stata valutata essere uguale allo 0,06%.
È stato dunque scritto il sistema di ODE per
questo test, ottenendo la soluzione continua nel

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tempo per ogni nodo, utilizzando lo stesso va- La funzione erf(w) (la “funzione errore di
lore di diffusività termica per l’acciaio del test Gauss”) è generalmente riportata numerica-
precedente. mente su tabelle (w assume valori inclusi nel
I risultati sono stati confrontati con quelli otteni- range 0<w<3) così che il confronto per tutti i
bili nel dominio del tempo, per ogni nodo, dalla nodi fissati e la valutazione della differenza tra
soluzione analitica esatta, che è fornita dalla le due funzioni è stata effettuata solamente
seguente espressione generale, dove Ti indica per i valori di corrispondenti, per ogni x fissa-
la temperatura iniziale della parete e T0 indica to, ai valori di w e erf(w) effettivamente dispo-
la temperatura imposta per x = 0 e τ = 0: nibili.
4) Si è trovato, anche in questo caso, un eccellen-
te accordo tra i dati ottenuti dalla soluzione del
sistema di equazioni differenziali e la soluzione
analitica. L’errore percentuale, valutato in ogni
con:
nodo, è ancora molto basso.
5) Questi risultati consentono di asserire la validità
del metodo di risoluzione dell’equazione di
Fourier proposto.
Arch F. Purini- Complesso San Giovanni Battista (Lecce)
Copyright © Moreno Maggi
Quaderno

a cura di
Ing. R. Silvi
L’ASSICURAZIONE
commissione PER L’INGEGNERE DIPEDENTE: FORSE
UNA DOVERE, MA SICURAMENTE UN
Ingegneri dipendenti

visto da:
Ing. G. Genga
DIRITTO. PER L’INGEGNERE
“PUBBLICO” UNA EVIDENTE NECESSITÀ
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PREMESSE dia di capacità professionali, sia di tutela degli
utenti.
n Fonti del diritto e riferimenti normativi Nell’Europa continentale hanno per lo più natu-
n Il Codice Etico ra pubblica, nel modo anglosassone, invece, si
n La Costituzione Italiana sono evoluti quali associazioni di professionisti 111
n Diritto Civile, Diritto Penale. di tipo sindacale e l’iscrizione è volontaria.
n Leggi e Decreti Sulla Professione Ordini professionali simili a quelli italiani sono
dell’ingegnere presenti in Francia, Germania, Spagna, Olan-
n Il Codice Deontologico Dell’ingegnere da, Belgio.
2014: approvato da CNI il 09 APR 2014 Dal 2013, comunque, anche l’Italia in attuazio-
n Il Quaderno N. 134/2012 del Centro Studi ne alla Direttiva di Lisbona dell’Unione Euro-
CNI: L’assicurazione Professionale pea, prevede, in analogia a quanto avviene
all’estero, la formazione di Associazioni dei
Dalla Costituzione: Professionisti che esercitano una determinata
• art. 4, comma 2: “ogni cittadino ha il dovere professione, senza che l’iscrizione sia obbliga-
di svolgere secondo le proprie possibilità e toria per l’esercizio di tale professione (trattasi
la propria scelta un’attività o una funzione delle cd. professioni non regolamentate o non
che concorra al progresso materiale o spiri- ordinistiche).
tuale della società”;
• art. 9: “la Repubblica promuove lo sviluppo n Etica e deontologia
della cultura e la ricerca scientifica e tecni- Per deontologia, o etica deontologica, può es-
ca. Tutela il paesaggio e il patrimonio stori- sere intesa l’insieme di teorie e comportamenti
co e artistico della Nazione”; di rilevanza morale, che si contrappongono al
• art. 41, commi 1-2: “l’iniziativa economica “conseguenzialismo”.
privata è libera. Non può svolgersi in contra- Mentre il conseguenzialismo determina la
sto con l’utilità sociale o in modo da recare bontà delle azioni dai loro scopi (il fine che giu-
danno alla sicurezza, alla libertà e alla di- stifica i mezzi), la deontologia afferma che fini e
gnità umana”. mezzi sono strettamente dipendenti ed inter-
Proviamo ora a leggere la Norma Vigente par- connessi gli uni agli altri, il che significa che un
tendo da due presupposti non immediatamente fine giusto sarà il risultato dell’utilizzo di relativi
evidenti: giusti mezzi.
• L’Ingegnere si muove nell’ambito della pro- Per definirne meglio senso e confini ritengo
pria attività professionale, conformando i particolarmente significativo l’Art 4 comma 2:
propri atti in aderenza alla Normativa Vigen- “ogni cittadino ha il dovere di svolgere secon-
te (sia tecnica, sia di Legge), ma anche in do le proprie possibilità e la propria scelta,
osservanza di doveri e diritti che la sua un’attività o una funzione che concorra al pro-
veste di cittadino comporta, all’interno gresso materiale o spirituale della società”, ol-
dell’orizzonte tracciato dalla Costuzione Ita- tre l’Art. 9, che da cittadini e ingegneri ci impe-
liana. gna a “promuove lo sviluppo della cultura, del-
la ricerca scientifica e della tecnica”, e quindi
n Un po’ di storia ci vede come attori particolarmente impegnati
Doveri e Diritti per l’Ingegnere, vanno sempre nella società in cui viviamo.
letti alla luce dell’Etica e della Deontologia, Ma l’articolo della Costituzione che ci coinvolge
due termini molto poco usuali nel linguaggio più da vicino in termini di etica deontologica è
corrente. sicuramente il 41 quando recita: “l’iniziativa
Ci facciamo aiutare dalla Storia: gli ordini pro- economica privata è libera. Non può svolgersi
fessionali di oggi hanno le loro radici ed origine in contrasto con l’utilità sociale o in modo da re-
nelle corporazioni medioevali, una società fon- care danno alla sicurezza, alla libertà e alla di-
data sul diritto del più forte, il “Principe o il Si- gnità umana”.
gnore”, e dove il diritto del singolo non trovava Pertanto noi Ingegneri, perseguendo un fine
alcuna sede di riconoscimento se non nella economico come Professionisti, attori di attività
Corporazione di Mestiere, dove erano collegial- intellettuale, dovremo sempre essere attenti “al-
mente riconosciute capacità, coltivate attitudini la sicurezza” di tutti, declinando le nostre azioni
e supportati bisogni e necessità. attenti alla “Libertà”, che ci è concessa, di valu-
Nella società moderna il cui progresso, dalla tare i nostri limiti professionali salvaguardando
rivoluzione ideale degli Enciclopedisti Illumini- sempre la propria e l’altrui “dignità”.
sti, si fonda completamente sulla capacità e Quanto detto sinora si risolve facilmente quan-
sull’iniziativa del singolo individuo, gli Ordini do uno di noi, in veste di Libero Professionista,
sono presenti quali istituzioni sia di salvaguar- dialoga con il proprio Cliente/Committente.

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nizzative Statali Militari.
A questo punto cominciamo ad intuire che
quanto previsto dal nostro Ordinamento Profes-
sionale potrebbe trovare serie difficoltà di giu-
sto e facile riferimento normativo nelle Aziende
112 Private, considerata la complessità intrinseca
dei rapporti gerarchici, ma ancora più evidenti
in quelle Pubbliche.
Presa quindi cognizione delle difficoltà incon-
trate dall’Ingegnere dipendente nello svolgi-
mento della propria attività per cui è stato as-
sunto e quindi remunerato, proviamo a fare un
po’ di chiarezza, nei limiti di spazio e compe-
tenza in questa sede disponibili.
Partiamo da quelli che sono per tutti noi Inge-
gneri i riferimenti assoluti, in qualsivoglia forma
• I soggetti economici del Contratto sono so- svolgiamo la nostra attività: Ingegneri Liberi
lamente due e in tale caso l’Ingegnere Libe- Professionisti, Ingegneri Professionisti Dipen-
ro Professionista è libero di far valere o me- denti, Ingegneri Professionisti Dipendenti Pub-
no le proprie ragioni. blici.
La stessa situazione diventa estremamente più
complessa quando l’Ingegnere Professionista LIBERTÀ E DOVERI DELL’INGEGNERE
non svolge la propria attività da “Libero Profes-
sionista”, ma inquadrato in una struttura orga- n Codice Deontologico C.N.I. 2014
nizzativa di tipo gerarchico, dove ognuno dei Rileggiamo qualche passo del CAPO I - Parte
soggetti interessati occupa una posizione di Generale:
“responsabilità” rispondendo delle proprie atti- Art. 1 – Principi generali
vità, decisioni e scelte ad un Organo Superiore 1.1 La professione di ingegnere deve essere
Gerarchico, tenendo in debito conto “Contratti esercitata nel rispetto delle leggi e regolamenti
Collettivi”, “Contratti Individuali” (dirigenti priva- emanati dallo Stato e/o da suoi organi, dei
ti), Codici Etici Aziendali, Obiettivi Assegnati…. principi costituzionali e dell’ordinamento co-
La libertà del Professionista Dipendente fatica munitario.
allora ad esprimersi, in un sistema tanto com- 1.2 Le prestazioni professionali dell’ingegnere
plesso di relazioni che, nella sua forma ipersta- devono essere svolte tenendo conto della tu-
tica, non sempre lascia facilmente intravedere il tela della vita e della salute dell’uomo.
modo di esercitare la propria Libertà di scelta Ne discende che nell’esercizio della nostra
Professionale . Professione dobbiamo essere sempre consa-
Come possiamo allora regolare le nostre azioni pevoli che è nostro dovere deontologico prima-
a quanto deontologicamente previsto se non rio svolgere la professione in aderenza ai prin-
imposto dalla normativa? E quali strumenti si cipi della Costituzione ed a quando previsto
offrono a salvaguardia della nostra ed altrui si- dalla legge, sottraendoci ad ogni forma di
curezza? condizionamento diretto od indiretto che possa
Lo verificheremo più appresso. alterare il corretto esercizio della nostra attività
Merita ancora più attenzione l’attività Professio- professionale.
nale quando la gerarchia è quella di un ente A questo punto, chiarita la nostra Etica Deon-
pubblico (Stato, Regioni, Comuni…). tologica – sempre valida, in qualsivoglia moda-
In tale situazione l’Ingegnere Professionista Di- lità ed ambiente relazionale si svolga la nostra
pendente deve uniformarsi, oltre che a tutto attività – possiamo iniziare ad analizzare me-
l’Ordinamento Privatistico sopra richiamato per glio i contesti e provare a comprendere gli
attività svolte nell’ambito di Aziende Private, an- ostacoli che il ruolo di ingegneri indipendenti
che a norme di diritto pubblico oltre che conta- porta con sè.
bilità di Stato e doveri gerarchici salvaguardati Cominciamo con il comprendere quali contenu-
da organismi appositamente costituiti (avvoca- ti attribuire al termine professionista.
tura dello Stato, Magistratura della Corte dei
Conti). n Il professionista ingegnere – attribuzioni
Trascuriamo in questa sede di analizzare, data e distinzioni
la ulteriore complessità ed i limiti di competen- Val la pena, anche qui, rifarsi un po’ alla storia,
za di chi scrive, di analizzare le attività profes- perché è bene chiarirci innanzitutto i termini in
sionali svolte nell’ambito delle Strutture Orga- uso, al di là dei luoghi comuni.

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L’etimologia della parola professionista deriva ordinistico Italiano garantisce un “regime pro-
da “professare” cioè “essere fedele a”. Nel no- fessionale protetto“ contrapposto alle attività li-
stro caso, a degli statuti “ordinistici” o regola- bere inquadrabili nelle “associazioni professio-
mentanti una particolare attività. nali“ di tipo esclusivamente volontario.
Un tempo, nelle antiche corporazioni, il termine L’attività professionale, in qualsiasi modalità re-
poteva riferirsi anche ad attività artigianali o ar- sa, (Professionista Libero o Professionista Di-
113
tistiche, ma sempre alternativo al termine me- pendente) resta “protetta” e garantita qualitati-
dievale inglese di artigiano “free-lance” usato vamente dall’iscrizione all’Albo Professionale e
per il mercenario (free-lance ovvero Lancia-In- dalle attività di vigilanza e controllo demandate
dipendente o Lancia-libera) cioè, chi non servi- all’Ordine di appartenenza. Nel secondo caso
va un signore specifico con fedeltà, ma offriva i (Professionista Dipendente), però, lo stesso
propri servizi e competenze al servizio di Codice Civile pone ulteriori vincoli: l’Ingegnere
chiunque, al migliore offerente, a chi meglio lo Dipendente, nel suo operato, deve necessaria-
pagasse. mente tener conto dell’art. 2094 del Codice Ci-
È il Codice Civile che chiarisce per noi il conte- vile “Prestatore di lavoro subordinato”, quindi
nuto del termine Professionista (nella nostra di- prestare il proprio lavoro intellettuale …sotto la
samina, Professionista Ingegnere). direzione dell’Imprenditore.
L‘art. 2229 del Codice Civile, al riguardo, in-
quadra l’esercizio “Delle professioni intellettua- Stringiamo ora sempre più il campo della no-
li”. L’articolo precisa che è la Legge che “deter- stra attenzione all’attività dell’Ingegnere Profes-
mina le professioni intellettuali per l’esercizio sionista Dipendente ed ai suoi vincoli di attribu-
delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi zioni ed azioni innanzitutto il legame contrattua-
albi o elenchi”. le con il committente-datore di lavoro.
Pertanto, le libere professioni ordinistiche sono
un sotto insieme delle libere professioni. n Libertà di azione e conseguenti
Tale assunto è successivamente confermato responsabilità
dall’art. 2231 che ribadisce il concetto secondo Considerati fino ad ora tutti gli aspetti della pro-
il quale la “prestazione d’opera intellettuale” fessione intellettuale in genere e quella dell’in-
prevista dall’art. 2230, può essere condizionata gegnere in particolare, possiamo affrontare più
“all’iscrizione in un Albo o elenco”. consapevolmente i vari aspetti giuridici che in
La legge 14 gennaio 2013, n. 4 riprende la de- modo interconnesso, ne possono chiarire i ter-
finizione del C.C., specificando anche che l’e- mini di responsabilità.
sercizio della professione “non ordinistica”, ov- Come abbiamo evidenziato sopra, quella inge-
vero associativa “è libero”. gneristica, è una professione intellettuale “ordi-
Mentre in Italia i professionisti non sono “impre- nistica” (presidiata da un Ordine professionale
se”, per la giurisprudenza comunitaria è impre- a sua volta giuridicamente afferente ad un Mini-
sa “qualsiasi entità che esercita una attività
economica, a prescindere dal suo stato giuridi-
co“. Quindi i liberi professionisti, secondo l’o-
rientamento comunitario, sono imprese.
Rispetto al vasto campo di servizi professionali
centrati sull’apporto intellettuale le cosiddette
“attività riservate“ a soggetti iscritti in Albi o
Collegi sono precisamente indicate dalle Leggi
e costituiscono quindi un elenco limitato.
Il termine “Ordine” si riferisce ovviamente alla
regolamentazione od ordinamento della speci-
fica professione ed è usato anche in altri ambiti
(ordine cavalleresco, ordine religioso, ecc.),
anche se in realtà gli ordinamenti delle profes-
sioni regolamentate sono molto simili tra loro,
l’unica differenza essendo spesso la descrizio-
ne delle prestazioni professionali “protette”,
cioè eseguibili solo dagli iscritti a quello speci-
fico ordine o albo.
Per quanto sopra richiamato quindi, in Italia,
quando ci si iscrive a un Albo o Collegio Pro-
fessionale, il Professionista svolge la propria at-
tività in un ambito protetto. O meglio, il sistema

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stero con compiti di supervisione) che svolta Dando per scontati gli aspetti della formazione
usualmente nel rapporto contrattuale con un e dell’obbligo di risultato, soffermiamoci sui te-
committente, è precisamente disciplinata dal mi di autonomia discrezionale e responsabilità
Codice Civile, e risponde anche alle aspettati- giuridica personale.
ve dell’intera comunità civile. Gli aspetti della responsabilità giuridica perso-
114 Proviamo ora ad entrare più nello specifico, nale si traducono in:
esaminando le problematiche che scaturiscono • Responsabilità civile;
dalla semplice e puntuale declinazione dei • Responsabilità penale;
punti precedenti, qui appresso schematica- • Responsabilità disciplinare/deontologica.
mente richiamati: Per i professionisti in Enti Pubblici si aggiunge:
La Professione dell’Ingegnere si fonda su: • Responsabilità Amministrativa,
• Una specifica formazione; che discendono da:
• L’autonomia, la libertà, la discrezionalità • Indispensabile nesso causale tra le attività
nelle scelte professionali. dell’Ingegnere e gli eventi, che hanno pro-
Assumendo quindi sempre curato danno a terzi;
• Una Responsabilità Giuridica Personale; • L’Imperizia per non aver preventivamente
• Dovendo sempre agire con l’Obbligo del Ri- valutato i propri limiti (giacché valutare e
sultato o comunque con l’Obbligo di Mezzi conseguentemente informare dei propri li-
entro precisi limiti giuridicamente e deonto- miti il committente è premessa fondamenta-
logicamente stabiliti. le per ogni incarico);

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• Imprudenza; responsabilità, ma diviene più critica la sua li-
• Negligenza; bertà operativa. Ci si deve allora chiedere:
configurando situazioni personali giuridicamen- considerata la sua dipendenza gerarchica, può
te perseguibili per: essere salvaguardato nella attività cui è chia-
• Colpa; mato contrattualmente e quindi protetto con ri- 115
• Colpa grave. guardo al proprio patrimonio personale e fami-
Trascuriamo volutamente in questa nostra ri- liare?
flessione l’eventualità del dolo, perché l’atto do- Proveremo a rispondere in questa sede.
loso apre scenari che in questa sede non pos-
sono essere trattati. LA COPERTURA ASSICURATIVA – UNA
Tali configurazioni di atti professionali con col- EVIDENTE NECESSITÀ
pa e colpa grave “perseguibili”, presumono
sempre dei danni economicamente valutati in n Antefatti
via di Giudizio Civilistico. L’obbligo della tutela assicurativa è imposto
dalla legge 148 del 14.9.2011 per tutelare il
Tutto quanto analizzato fino ad ora, risulta im- “cliente committente” ex Art. 3, Co. 5, lett. E.
mediatamente chiaro quando i rapporti profes- La L. 27 del 24.03 2012 impone al professioni-
sionali si svolgono “contrattualmente” tra due sta di informare il cliente della polizza assicura-
soli soggetti: l’ingegnere libero professionista tiva, ma, secondo alcuni, varrebbe solo per
che si impegna in un “progetto” ed un Cittadino “professione effettiva e autonoma”.
committente che manifesta attese ed aspettati- IL DPR. 137 del 07.08.2012 art.15 recita poi: Il
ve di “progetto”. professionista è tenuto ad assicurarsi per danni
Già in tale semplice Rapporto Contrattuale la al “cliente committente”. Obbligo che vige dal
legge, considerata la complessità dell’attività 15.08.2013
intellettuale comunque “protetta” dall’Ordine, e Allora con il Quaderno n. 134/2012 il Centro
la probabilità che il fine raggiunto possa non Studi CNI ha voluto chiarire meglio i termini del-
essere conforme alle attese del Committente, l’assicurazione professionale dell’ingegnere e,
configurando i contorni del danno, ha obbligato considerato l’orientamento prima Costituzionale
il Professionista ad una garanzia assicurativa e poi giuridico di massima tutela del Cittadino,
che copra eventuali danni involontariamente ha confermato che i liberi professionisti sono
causati al Committente o a terzi estranei al rap- obbligati a dotarsi di una polizza assicurativa di
porto contrattuale, salvaguardando così sia i R.C.
danneggiati, ma anche il patrimonio personale Da cui qualsivoglia cittadino italiano abbia su-
e familiare del Professionista. bito danni causati dall’operato di un Ingegnere
Il Legislatore ha voluto così proteggere tutti i libero professionista è tutelato nel suo diritto al
soggetti coinvolti, considerata l’eventualità sta- risarcimento del danno subito, danno coperto
tistica di danni involontariamente provocati in da apposite e già sperimentate polizze assicu-
situazioni professionali spesso anche estrema- rative.
mente complesse. Quindi, con riferimento alla normativa vigente,
La Legge è intervenuta perché l’ingegnere, oggi il libero professionista può esprimere in
sempre e comunque considerato “libero” nelle piena libertà creativa i suoi atti professionali,
sue scelte, può considerarsi sempre responsa- contando sul fatto che il patrimonio proprio e
bile delle stesse e delle conseguenze che ne familiare non venga intaccato da possibili spia-
risultino. cevoli percorsi professionali, come spesso ac-
Merita quindi la massima attenzione il fatto che cadeva prima del DPR 137.
l’ingegnere chiamato a rispondere del suo ope- Trovano così riscontro due articoli della stessa
rato per danni non volontariamente prodotti Costituzione Italiana con cui, nel nostro perime-
mette in gioco non solamente la sua stessa re- tro di competenze, il Legislatore si è preoccu-
putazione ma anche il proprio patrimonio per- pato in primis di garantire l’affidabilità del no-
sonale e familiare. stro operato ad un cliente che potrebbe non
avere neppure la minima cognizione che gli
n Ma se l’ingegnere è dipendente? consenta di riconoscere nel professionista la
Proviamo ora ad analizzare la stessa situazio- capacità di assolvere a quanto richiesto.
ne, vissuta da un ingegnere dipendente che
opera quindi professionalmente in posizione di n Si pone, a questo punto, una domanda:
lavoratore contrattualmente subordinato, inseri- Se l’Ingegnere non é professionista libero, ben-
to in una struttura gerarchica aziendale. sì professionista dipendente tutto quanto finora
Rispetto al collega Libero Professionista, la sua esposto vale anche per lui?
posizione cambia molto: rimane invariata la sua Ebbene, non vale completamente perché dob-

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biamo tener conto di altri riferimenti normativi: Livello di Struttura (Dirigente anche egli non
l’art. C.C. 2094, chiarisce come il “prestatore di necessariamente ingegnere) che distribui-
lavoro subordinato” si obbliga mediante retri- sce gli “obiettivi” per specifiche competen-
buzione a prestare il proprio lavoro intellettuale ze ai collaboratori di 3° livello.
….sotto la direzione dell’Imprenditore. 4. Il 3° Livello (anche in questo caso, spesso
116 Tale articolo impone immediatamente qualche “non ingegnere”), per esempio responsabi-
riflessione sulla libertà di espressione intellet- le delle “manutenzioni straordinarie”, sce-
tuale (uno dei nostri fondamenti) e della relativa glie nel suo Staff un Professionista Dipen-
concatenata responsabilità. dente di livello gerarchico inferiore per gli
Lo stesso obbligo, al contempo, demanda una incarichi “di competenza”.
responsabilità di risultato anche alla direzione 5. Il Professionista Ingegnere Dipendente rap-
dell’imprenditore. presenta questo livello.
Proprio per la sussistenza di questa interdipen- Tenuto conto che le varie realtà aziendali pos-
denza tra Ingegnere ed Imprenditore nel per- sono essere caratterizzate da processi decisio-
seguimento del risultato, la legislazione si è ri- nali diversi (ma, nella sostanza, equivalenti), val
volta direttamente all’Ingegnere Libero Profes- la pena ora chiedersi, in aderenza a quanto fat-
sionista, come espressamente verificabile nel to per l’Ingegnere Libero Professionista, chi
quaderno 134/2012 del CNI, a chiarimento pro- possa essere identificato come il delegato del
prio della normativa che ha imposto l’assicura- committente a cui l’Ingegnere Dipendente pos-
zione obbligatoria ai Professionisti. sa liberamente esprimere le proprie eventuali
Per il professionista Ingegnere dipendente perplessità operative, dopo aver attentamente
quindi, confermiamo che l’obbligo dell’assicu- valutato i limiti delle proprie capacità (obbligo
razione non sussiste, ma rimane, come abbia- deontologico di ogni ingegnere!).
mo notato sopra, fondamentale necessità. Di conseguenza chi “deve”, per esempio, ri-
Data allora a questo punto scontata la neces- spondere per responsabilità di danni verso sog-
sità, anche per l’Ingegnere Dipendente, di una getti “esterni”?
copertura assicurativa, diciamo subito che il re- Tale preliminare attenzione è fondamentale per
lativo contratto non può essere formulato sulla identificare il perimetro della copertura assicu-
falsariga di quello già sperimentato per il Libe- rativa ed il conseguente “orientamento contrat-
ro Professionista. tuale”.
Risulta immediatamente evidente di come alle
n Vediamo ora meglio le relazioni giuste attese di “copertura” del Professionista
vincolanti i vari soggetti coinvolti si presentino subito alcune complicazioni dovu-
Riconsideriamo i soggetti vincolati e ricono- te alla relazione gerarchica di dipendenza. In
sciuti dal contratto di Assicurazione Professio- sintesi l’Azienda con la sua complessità intrin-
nale Obbligatoria. seca di Dirigenze, Competenze e Funzioni,
Semplificando, sono tre: condividendone le azioni, è quasi sempre (di-
• Un cittadino Libero Professionista/Ingegne- remmo, sempre) obbligata in solido verso terze
re; parti esterne danneggiate dal proprio Ingegne-
• Un cittadino committente/eventualmente re che ha involontariamente provocato un dan-
danneggiato; no, ma in alcuni casi potrebbe addirittura esse-
• Un eventuale soggetto esterno, danneggia- re considerata la sola destinataria degli obbli-
to. ghi di risarcimento, qualora l’Ingegnere Dipen-
Se analizziamo invece la posizione dell’Inge- dente, comunicando espressamente la propria
gnere Dipendente di Azienda privata, possia- incapacità a prestare la specifica opera intellet-
mo subito renderci conto che, nella comples- tuale, vi sia stato obbligato dai suoi superiori
sità delle relazioni in cui il Professionista opera, gerarchici aziendali. Ciò, peraltro, non solleve-
pur schematizzando, i soggetti coinvolti nella rebbe dalle responsabilità penali l’Ingegnere
responsabilità sono molti più di tre. Dipendente poiché sarebbe stato suo preciso
Vediamo un esempio (evidentemente non rap- obbligo esimersi dal prestare l’opera senza ce-
presentativo di ogni situazione): dere alle “pressioni” della struttura gerarchica
1. Il Committente Imprenditore è L’Amministra- di appartenenza.
tore Delegato (ovvero il Presidente del Se, poi, il diretto danneggiato dalla colpa del-
C.d.A., l’Amministratore Unico, ecc.). l’Ingegnere è lo stesso committente/datore di
2. Il quale “delega” un così detto 1° Livello di lavoro/azienda, allora la situazione dell’Inge-
Struttura (Dirigente), esempio Direttore di gnere Dipendente chiamato a rispondere dei
Real Estate (non necessariamente ingegne- danni all’Azienda si prospetta veramente com-
re). plessa.
3. Il quale affida “obiettivi operativi” ad un 2° Ci rendiamo pure conto che l’eventuale difesa

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dell’Ingegnere si prospetta di dimensioni titani- propri dipendenti.
che, perché egli sarebbe chiamato a risponde- Quanto stiamo per leggere vale per i dipenden-
re parallelamente ad un Dirigente Responsabi- ti di Pubbliche Amministrazioni (Ministeri, Re-
le di Risorse Umane, ad un Dirigente che gli ha gioni, Comuni ….).
affidato l’incarico, ad un Dirigente di 2° livello Il principio espresso è quello del Neminem Le-
che assegna gli “obiettivi”, ad un Ufficio Legale dere, espresso dall’art. 28 della Costituzione
117
che per mission deve perseguire sempre gli in- che così recita:
teressi dell’Azienda. “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli
Per tutto quanto considerato fin qui, evitiamo di Enti Pubblici sono direttamente responsabili se-
entrare nel merito di casi in cui l’ingegnere è condo le leggi penali, civili ed amministrative
chiamato a risponder per danni da colpa grave. degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali
casi la responsabilità civile si estende allo Sta-
n Ma se il professionista ingegnere è to ed agli Enti pubblici.”
dipendente “pubblico”? Si evince immediatamente che l’ingegnere Di-
Eravamo partiti con il considerare l’ombrello di pendente Pubblico, per responsabilità connes-
protezione e garanzie che lo Stato, con la Co- sa alla “violazione di diritti e norme”, sia sem-
stituzione, offre al Diritto dei Cittadini. pre e comunque chiamato a rispondere dei
Ora ripartendo dallo stesso Ordinamento Costi- danni causati.
tuzionale, possiamo constatare come, lo stesso Restando quindi ferma la sua responsabilità in-
Stato, provveda a garantirsi dall’operato dei dividuale tipica del dipendente Aziendale, si

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roma

118

trova a rispondere al committente/ministero/en- tranquillizza, e anzi seriamente preoccupa.


te in linea civile come qualsivoglia Professioni- Mentre ogni Libero Professionista, muovendosi
sta Dipendente Privato, e inoltre di precipue nell’ambito dei vincoli del Codice Deontologico,
“colpe” proprie del suo status di dipendente viene oggi sempre tutelato contestualmente al
pubblico: Committente/Cliente per danni involontariamen-
• Colpa amministrativa per competenza pro- te procurati anche a terzi, contando quindi sul-
cedurale; la salvaguardia dell’eventuale proprio danno
• Colpa contabile per ricadute contabili/eco- “patrimoniale”, affidandosi proprio a quello
nomiche. strumento di copertura per lui obbligatorio, che
Essendo il soggetto da salvaguardare in primis è la copertura assicurativa, proprio la non ob-
lo Stato (o l’Ente Pubblico) il Diritto del Dipen- bligatorietà lascia contemporaneamente il Pro-
dente, come Cittadino usualmente salvaguar- fessionista Dipendente “solo” di fronte ad even-
dato dagli stessi Principi Costituzionali, risulta tuali pretese del proprio Committente, cioè l’A-
del tutto subordinato ai superiori interessi ge- zienda che lo ha assunto in carico. Quell’Azien-
nerali, perché posto di fronte ad Organi Istitu- da che, dopo averlo eventualmente “coperto”
zionali che per mission hanno Il dovere di pre- dei danni arrecati a soggetti terzi, lo chiama in
sidio del danno subito dallo Stato: causa per la refusione dell’omnicomprensivo
• Magistratura della Corte dei Conti per gli danno aziendale
aspetti di presidio Normativo; Si pone, quindi, pressante l’analisi delle situa-
• Ragioneria Generale per gli aspetti afferenti zioni professionali dell’Ingegnere Dipendente in
la contabilità; merito alla stesura di condizioni di assicurazio-
• L’Avvocatura dello Stato. ne specifiche per tale tipo di Professionista.
La complessità dei rapporti, sia verticali gerar- Ancora più complessa è la situazione dei Pro-
chici sia trasversali di competenza, rendono il fessionisti Pubblici, ove la richiesta del “danno
compito di qualunque difesa e copertura assi- erariale” scontatamente va a favore dell’Ente
curativa, nelle poche formule ad oggi disponi- Pubblico ed a danno del Professionista Dipen-
bili e sperimentate, molto difficile. dente Pubblico.

Note di attenzione aggiuntive finali


CONCLUSIONI • Indispensabile chiarire con quale formula-
Quanto esposto risulta frutto delle riunioni svol- zione assicurativa un dipendente può sen-
te dalla Commissione Ingegneri Dipendenti, tirsi coperto nel proprio patrimonio di fami-
istituita presso l’Ordine Ingegneri della Provin- glia.
cia di Roma. • Come poter declinare l’obbligo dell’impegno
Tra i temi affrontati, quanto sinteticamente og- professionale, valorizzando debitamente la
getto della presente riflessione è ciò che ha valutazione individuazione dei propri limiti.
raccolto, ad oggi, maggiore attenzione tra i • Questo secondo punto presume contestual-
Colleghi Ingegneri Dipendenti, resisi conto che mente la necessità di “avere” un interlocuto-
la “non obbligatorietà” dell’assicurazione non re “Responsabile del Procedimento” di ade-
guata e commisurata preparazione tecnica.

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STUDIO MORENO MAGGI PHOTOGRAPHER
Architettural and Fine-art Photography

Visto che la nostra collaborazione continua, è con piacere che ho aderito alla richiesta della Reda-
zione per prestare nuovamente alcune immagini del mio archivio per illustrare rivista e quaderno
del Vs. Ordine. Come fotografo di Architettura, Interni e Fine Art, da più di venticinque anni al ser-
vizio dei più noti studi di Architettura in Italia e all’ estero da Renzo Piano a Massimiliano Fuksas,
da Zaha Hadid a Studio ABDR da Paolo Portoghesi a Jean Nouvel per citarne solo alcuni, ho fo-
tografato sia progetti finiti che progetti in cantiere.

La mia avventura con la fotografia inizia a New York, dove ho lavorato per circa dieci anni inizian-
do come assistente di noti fotografi di architettura come Paul Warchol, James D’ Addio e Elliot Fi-
ne. Dal mio ritorno in Italia nel 1995, con base a Roma ma sempre con Studio e contatti anche a
New York, ho pubblicato le mie fotografie sulle maggiori testate in Italia: Casabella, Domus, Area,
D’Architettura, The Plan etc e all’ estero: Architectural Record in USA, Taschen e Architectural and
Bau Forum in Germania e Austria e molti altri anche in Asia. Sarei onorato di mettere a Vs. diposi-
zione la mia esperienza per definire progetti di comunicazione volti a dare la giusta luce al Vs. la-
voro che il più delle volte, a progetto finito, non viene giustamente apprezzato. Il ns. Studio di Ro-
ma è a Vostra disposizione per tutte le Vs. necessità. Non esitate a contattarci. Per ulteriori infor-
mazioni vi invitiamo a visitare il ns. sito web: www.morenomaggi.com

Roma: Via Francesco Milizia, 1 - 00196 Tel./Fax 06.32.33.099 Port. 347.81.55.451


New York: 100 Hudson Street Suite n° 7/A N.Y. 10013 Tel./Fax 212.96.68.612

e-mail: morenomaggi@tin.it www.morenomaggi.com


Professionista operante in attività non soggetta a registrazione a ordini o collegi ai sensi della legge 4/2013
Quaderno

ADEMPIMENTI IN MATERIA
DI ACUSTICA AMBIENTALE

La Legge quadro sull’inquinamento


a cura di
Ing. M. Greco acustico, Legge n. 447 del 26 ottobre
Ing. P. Verardi 1995 [1] ed i suoi numerosi decreti
attuativi emanati negli anni successivi,
commissione
Acustica
costituiscono lo scenario normativo in
materia di inquinamento acustico.
visto da: Si tratta di uno scenario complesso
Ing. G. Fascinelli
Ing. M. Pasca
determinato dalla molteplicità di
esigenze che il legislatore ha dovuto
considerare per evitare eventuali vuoti
normativi. Anche se da più parti si
evidenzia che le mutate condizioni
sociali richiederebbero un
adeguamento delle norme, a queste
fanno riferimento gli adempimenti cui
devono ottemperare i cittadini ed i
consulenti. Scopo di questo articolo è
dunque fare chiarezza tra le numerose
disposizioni normative e fornire una
quanto più possibile esaustiva
casistica degli adempimenti di legge
relativi ai più ricorrenti casi pratici.

Le disposizioni che la normativa fornisce in ma- della tipologia di attività consegue l’obbligo o
teria di acustica discendono dalla Legge Qua- meno di produrre una determinata documenta-
dro sull’inquinamento acustico, Legge n. 447 zione riguardante l’acustica ai fini dell’otteni-
del 26 ottobre 1995 [1]. Lo scenario normativo mento dell’autorizzazione all’esercizio dell’atti-
attuale appare estremamente ramificato e com- vità stessa.
plesso. Ebbene, se si tratta di una delle tipologie elen-
È pertanto opportuno fare chiarezza tra le nu- cate nell’Allegato B del D.P.R. n. 227 del 19 ot-
merose disposizioni normative e fornire una tobre 2011[2] e riportate nella Tab. 1, è richiesta
quanto più possibile esaustiva casistica degli una semplice autocertificazione in cui il legale
adempimenti di legge relativi a ciascuno dei rappresentante dichiari di rientrare tra gli eser-
casi pratici in cui il cittadino o il consulente cizi di cui all’allegato B. Si prenda, a titolo di
possano imbattersi. esempio, il caso di un Internet Point, presente
alla voce numero 21 del suddetto elenco: il le-
Attività produttive gislatore ha considerato una produzione di ru-
Si parta dal caso in cui il cittadino intenda pre- more trascurabile, pertanto il titolare deve solo
sentare istanza al S.U.A.P. del Comune territo- autocertificare di rientrare in quell’elenco. Se,
rialmente competente per una nuova attività di tuttavia, l’attività dispone di una sorgente di ru-
micro, piccola o media impresa. A seconda

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roma

121

more che supera i limiti vigenti (stabiliti dal petente, se l’attività può superare o meno i li-
D.P.C.M. del 14 novembre 1997[3] e riportati miti vigenti: nel primo caso deve effettuare la
nella Tab. 2), allora in tal caso l’articolo 4 com- valutazione di impatto acustico, nel secondo
ma 3 del decreto, nonostante si tratti di una caso può ricorrere semplicemente all’autocerti-
delle attività autorizzate all’uso dell’autocertifi- ficazione.
cazione, impone l’obbligo di effettuare una va- Rappresentano una eccezione a quanto appe-
lutazione di impatto acustico redatta da un tec- na detto le sole attività di ristoranti, pizzerie,
nico competente in acustica. Il tecnico deve trattorie, bar, mense, attività ricreative, agroturi-
certificare il superamento dei limiti e delineare stiche, culturali e di spettacolo, sale da gioco,
le procedure che il titolare deve seguire al fine palestre, stabilimenti balneari. Tali attività, infat-
di rientrare nei limiti consentiti. Solo a questo ti, qualora utilizzino impianti di diffusione sono-
punto può essere rilasciata l’autorizzazione ra o svolgano eventi con diffusione di musica,
all’esercizio dell’attività. Dunque se si tratta di anche se rientrano nel suddetto elenco, sono
una delle tipologie elencate nell’Allegato B del obbligate ad effettuare la valutazione di impatto
D.P.R. n. 227 del 19 ottobre 2011[2] è opportu- acustico.
no che il legale rappresentante valuti inizial- Tutte le altre attività, cioè quelle non presenti
mente, anche avvalendosi di un tecnico com- nell’elenco, sono obbligate ad effettuare la va-

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roma
lutazione di impatto acustico, così come pre- seguito di un opportuno calcolo, per l’appunto,
scritto dall’articolo 8 comma 2 della Legge previsionale.
quadro[1]. Tutto quanto appena detto vale non solo in ca-
Ma cosa è una valutazione di impatto acustico? so di nuova apertura ma anche in caso di mo-
Essa non è altro che una relazione tecnica in difica, potenziamento, cambio di ubicazione e
122 cui il tecnico competente in acustica delinea i cambio di gestione.
livelli di rumore che l’attività in fase di esercizio Prima di chiudere il ventaglio di casistiche rela-
immette verso gli spazi esterni adibiti a perso- tive all’avvio di nuove attività produttive è ne-
ne e/o comunità e verso l’ambiente abitativo cessario soffermarsi sugli impianti elettroacusti-
acusticamente più penalizzato. Egli deve misu- ci di diffusione sonora. Qualunque sia l’attività
rare il livello di emissione sonora, il livello asso- permanente in esame, presente o meno nell’e-
luto di immissione sonora ed il livello differen- lenco di cui sopra, se vi è installato un impianto
ziale di immissione sonora prodotti dall’attività. elettroacustico di diffusione sonora, il D.P.C.M.
I predetti livelli devono essere giustamente in- n. 215 del 16 aprile 1999[5] obbliga il legale
feriori ai limiti vigenti relativamente alla classe rappresentante ad effettuarne la verifica di ido-
acustica propria dell’area territoriale, definita neità. Il tecnico competente in acustica deve
dal piano di classificazione acustica comunale, verificare che l’impianto non superi i limiti inter-
se vigente, ovvero in fase transitoria, secondo ni previsti dal suddetto decreto e, in caso con-
la declaratoria di cui all’art. 6 comma 1 del trario, limitarne la potenza al fine di renderlo ri-
D.P.C.M. 1 marzo 1991[4]. La valutazione di im- spondente ai requisiti richiesti dalla norma. Per
patto acustico prende il nome di “previsionale” impianto elettroacustico di diffusione sonora si
nel caso in cui le sorgenti rumorose afferenti intende un qualsiasi apparecchio elettrico che
l’attività in esame non sono ancora installate, diffonda onde sonore mediante diffusori distan-
per cui il tecnico redige la relazione tecnica a ziabili dal corpo centrale (tabella 1).

Tabella 1:
Attività che possono
autocertificare 1. Attività alberghiera. 26. Piercing e tatuaggi.
2. Attività agro-turistica. 27. Laboratori veterinari.
3. Attività di ristorazione collettiva e pubblica 28. Studi odontoiatrici e odontotecnici senza attività
(ristoranti, trattorie, pizzerie comprese quelle da di analisi chimico cliniche e ricerca.
asporto, mense, bar). 29. Ospedali, case o istituti di cura, residenze socio-
4. Attività ricreative. assistenziali e riabilitative con un numero di posti
5. Attività turistica. letto inferiore a 50, purché sprovvisti di laboratori
di analisi e ricerca.
6. Attività sportive, escluse quelle motoristiche,
quelle con rilevante presenza di pubblico in 31. Lavanderie e stirerie.
luoghi circoscritti e quelle con uso di armi da 32. Attività di vendita al dettaglio di generi vari.
fuoco. 33. Laboratori artigianali per la produzione di
7. Attività culturale. dolciumi.
8. Attività operanti nel settore dello spettacolo. 34. Laboratori artigianali per la produzione di gelati.
9. Palestre. 35. Laboratori artigianali per la produzione di pane.
10. Stabilimenti balneari. 36. Laboratori artigianali per la produzione di biscotti.
11. Agenzie di viaggio. 37. Laboratori artigianali per la produzione di prodotti
12. Sale da gioco. alimentari freschi e per la conservazione o
stagionatura di prodotti alimentari
13. Attività di supporto alle imprese.
38. Macellerie sprovviste del reparto di macellazione.
14. Call center.
39. Laboratori artigianali di sartoria e abbigliamento
15. Attività di intermediazione monetaria. senza attività di lavaggi, tintura e finissaggio.
16. Attività di intermediazione finanziaria. 40. Laboratori artigianali di oreficeria, argenteria,
17. Attività di intermediazione Immobiliare. bigiotteria, orologeria.
18. Attività di intermediazione Assicurativa. 41. Esercizi commerciali di oreficeria, argenteria,
19. Attività di informatica – software. bigiotteria, orologeria.
20. Attività di informatica – house. 42. Liuteria.
21. Attività di informatica – internet point. 43. Laboratori di restauro artistico.
22. Attività di acconciatore (parrucchiere, barbiere). 44. Riparazione di beni di consumo.
23. Istituti di bellezza. 45. Ottici.
24. Estetica. 46. Fotografi.
25. Centro massaggi e solarium. 47. Grafici.

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123

Insediamenti LIMITI DI EMISSIONE Tabella 2:


Limiti stabililti dal
Si esamini ora, invece, il caso della realizzazio- Tempi di riferimento D.P.C.M. del 14
ne di insediamenti quali scuole, asili nido, Classi novembre 1997
ospedali, case di cura, case di riposo, parchi acustiche Diurno Notturno
(06.00 – 22.00) (22.00 – 06.00)
pubblici. Essendo la quiete chiaramente uno
dei fattori principali che caratterizzano i sud- CLASSE I 45 35
detti ambienti, l’articolo 8 comma 3 della Legge CLASSE II 50 40
Quadro[1] obbliga il legale rappresentante ad
CLASSE III 55 45
effettuare preventivamente una valutazione di
clima acustico. Il tecnico competente in acusti- CLASSE IV 60 50
ca incaricato deve verificare, prima dell’inizio CLASSE V 65 55
delle opere di realizzazione, che il contesto
CLASSE VI 65 65
acustico dell’area sia idoneo ad ospitare i sud-
detti insediamenti. Nella pratica il livello di ru- LIMITI ASSOLUTI DI IMMISSIONE
more medio della zona, in base alla classifica- CLASSE I 50 40
zione acustica del territorio, deve risultare infe-
CLASSE II 55 45
riore al limite assoluto di immissione di cui al
D.P.C.M. del 14 novembre 1997[3] (tabella 2). CLASSE III 60 50
Nel caso la nuova realizzazione sia di tipo civile CLASSE IV 65 55
abitazione, l’articolo 8 comma 3bis della Legge CLASSE V 70 60
Quadro[1], stabilisce che “Nei comuni che han-
no proceduto al coordinamento degli strumenti CLASSE VI 70 70
urbanistici di cui alla lettera b) del comma 1 LIMITI DIFFERENZIALI DI IMMISSIONE
dell’articolo 6, per gli edifici adibiti a civile abi- CLASSE I 5 3
tazione, ai fini dell’esercizio dell’attività edilizia
ovvero del rilascio del permesso di costruire, la CLASSE II 5 3
relazione acustica è sostituita da una autocerti- CLASSE III 5 3
ficazione del tecnico abilitato che attesti il ri- CLASSE IV 5 3
spetto dei requisiti di protezione acustica in re-
lazione alla zonizzazione acustica di riferimen- CLASSE V 5 3
to”. Pertanto nei comuni che hanno predisposto CLASSE VI Nessun limite Nessun limite
roma

124

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roma
il piano di classificazione acustica del territorio pera di oltre 3 decibel il livello di fondo caratte-
(il quale suddivide il territorio comunale nelle ristico dell’ambiente inquinato.
sei classi acustiche di cui in Tab. 2) l’impresa
realizzatrice deve incaricare un tecnico compe- Luoghi di lavoro
tente in acustica di autocertificare che nell’area La casistica degli adempimenti di legge legati
interessata dalla presenza delle nuove abita-
125
all’acustica si chiude con l’ultima macro-area
zioni sarà rispettato il limite assoluto di immis- normativa che riguarda i luoghi di lavoro. All’in-
sione sonora. terno dei luoghi di lavoro, infatti, il D.Lgs. n.81
L’impresa costruttrice deve inoltre fare in modo del 9 aprile 2008[8] e ss.mm.ii. impone al datore
che l’edificio, a seconda degli ambienti abitativi di lavoro l’obbligo di effettuare una valutazione
e quindi della sua destinazione d’uso, rispetti del rischio di esposizione professionale al ru-
dal punto di vista acustico, altri determinati re- more per i lavoratori e tutti gli addetti impiegati.
quisiti. Tali requisiti sono detti “requisiti acustici In taluni casi i livelli di rumore sono tali da ri-
passivi degli edifici” e sono stati stabiliti dal chiedere un’idonea relazione tecnica che con-
D.P.C.M. del 5 dicembre 1997[6] relativamente tenga il calcolo del livello di esposizione gior-
alle realizzazioni successive alla data di entrata naliero al rumore e le opportune misure da
in vigore del decreto. I fabbricati devono esse- adottare al fine di prevenire una maggiore
re progettati con particolare attenzione alle tra- esposizione al rischio. Il tecnico incaricato de-
smissioni di rumore dall’esterno e tra gli am- ve misurare i livelli di rumore a cui gli addetti
bienti adiacenti, nonché alla rumorosità degli sono sottoposti nelle varie postazioni di lavoro
impianti tecnologici asserviti all’edificio. Il tecni- in cui vengono svolti gli specifici compiti relativi
co competente in acustica, in fase di collaudo, a ciascuna mansione. In tal modo, dopo aver
deve verificare l’ottemperanza di cinque speci- ricevuto dal datore di lavoro il prospetto dei
fici parametri ai limiti descritti all’interno del te- tempi di esposizione al rumore di tutti i gruppi
sto del decreto: omogenei, il tecnico deve calcolare il livello di
• Indice di potere fonoisolante (riguarda il fo- esposizione giornaliera al rumore per ogni
noisolamento garantito dalle pareti verticali gruppo omogeneo. A seconda dei valori otte-
tra distinte unità immobiliari); nuti scaturiscono gli obblighi di intervento per il
• Indice di fonoisolamento di facciata (riguar- datore.
da il fonoisolamento garantito dalle pareti
esterne di facciata);
• Indice di calpestio (riguarda il fonoisola-
mento garantito dai solai);
• Rumore da impianti a funzionamento conti-
nuo (impianti di riscaldamento, condiziona-
mento etc…);
• Rumore da impianti a funzionamento di-
scontinuo (ascensori, scarichi idrici etc…).
Nonostante gli ambienti di vita debbano rispon-
dere ai suddetti criteri costruttivi tesi alla salva-
guardia del comfort acustico, nessun cittadino
può immettere all’interno della privata proprietà
altrui un livello di rumore che superi la normale
tollerabilità. In questo ambito vige l’articolo 844
del Codice Civile, con riferimento al quale, in
seno esclusivamente ai rapporti tra privati, la
giurisprudenza ha stabilito il limite entro cui una
produzione di rumore possa considerarsi tolle-
rabile o meno, nonostante l’art. 6-ter della Leg-
ge n.13 del 27 febbraio 2009[7] prescriva che
nell’accertare la normale tollerabilità delle im-
missioni e delle emissioni acustiche, ai sensi
dell’articolo 844 del Codice Civile, sono fatte
salve in ogni caso le disposizioni di legge e di
regolamento vigenti che disciplinano specifi-
che sorgenti e la priorità di un determinato uso.
Da tempo ormai la giurisprudenza si è allineata
nel determinare che l’immissione di rumore può
essere considerata tollerabile solo se non su-

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roma
Conclusioni ce e semplice fruizione delle procedure ammi-
Come si è potuto constatare, la casistica degli nistrative che sottendono ai vari adempimenti
adempimenti inerenti l’acustica è molto ampia di legge.
e variegata al suo interno. In relazione ai casi
126 cambiano le metodologie di misura e persino il
tipo di strumentazione da adottare. Gli scenari
si diversificano a seconda dei soggetti di volta
in volta interessati, che siano attività produttive,
pubbliche amministrazioni, privati cittadini o
datori di lavoro etc…
In particolare, le tipologie di elaborazione e/o
procedure si possono riassumere in:
• valutazione di impatto acustico quando si
deve verificare che un’attività produttiva
non emetta verso l’ambiente esterno e gli
spazi abitativi circostanti un rumore supe-
riore ai limiti;
• clima acustico quando si deve verificare
che un determinato sito sia acusticamente
compatibile con l’insediamento che si pro- Bibliografia e riferimenti
getta di realizzare; [1] Legge n. 447 del 26 ottobre 1195 – “Legge
• valutazione dei requisiti acustici passivi Quadro sull’inquinamento acustico”
quando si deve verificare che i criteri co- [2] D.P.R. n. 227 del 19 ottobre 2011 – “Regola-
struttivi di un edificio rispettino anche le nor- mento per la semplificazione di adempimenti
me che tutelano il confort acustico; amministrativi…”
• valutazione delle immissioni di rumore nella [3] D.P.C.M. del 14 novembre 1997 – “Determina-
proprietà privata quando si deve verificare zione dei valori limite delle sorgenti sonore”
che le limitrofe sorgenti disturbanti non im- [4] D.P.C.M. del 1 marzo 1991 – “Limiti massimi di
esposizione al rumore negli ambienti abitativi
mettano rumori superiori al limite della nor- ed in ambiente esterno”
male tollerabilità; [5] D.P.C.M. n. 215 del 16 aprile 1999 – “Sorgenti
• valutazione del rischio di esposizione al ru- sonore nei luoghi di intrattenimento danzante,
more quando si deve verificare che all’inter- pubblico spettacolo e pubblici esercizi”
no dei luoghi di lavoro gli addetti non siano [6] D.P.C.M. del 5 dicembre 1997 – “Determinazio-
sottoposti ad un livello medio di rumore su- ne dei requisiti acustici passivi degli edifici”
periore ai limiti di esposizione previsti dalla [7] Legge n.13 del 27 febbraio 2009 – “Conversio-
legge. ne in legge con modificazioni del decreto-leg-
Nell’attesa di un opportuno riordino della mate- ge 30 dicembre 2008 n. 208”
[8] D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008 – “Testo unico in
ria si spera che una maggiore sensibilizzazione materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavo-
sul tema dell’acustica consenta da un lato una ro”
più diffusa conoscenza dei limiti di azione da
parte dei soggetti attori, dall’altro una più velo-

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Quaderno Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

Quaderno
N 4/2014

In copertina:
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Foto di: Copyright © Moreno Maggi


N 4/2014 Trimestrale Anno I
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

Quaderno
N 4/2014

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