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N. 3/2014

Sommario
GLI EDITORIALI

Il saluto del Presidente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5


di Carla Cappiello

L’Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
di Francesco Marinuzzi

GLI ARTICOLI

Mobilità professionale dell’ingegnere nell’Unione Europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8


di F. Angelini, M. Brauzzi

I fondi comunitari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
di C. Calabrò, M. F. Ragnisco, M. Rocchi, M. D. Sorrentino

La nuova mediaconciliazione: vantaggi per la società e opportunità per l’ingegnere . . . . . . . . . . . . . . 32


di F. Zavagnini, N. Teti, C. Pierrettori

Esperienze italiane sul dissesto idrogeologico tra normativa ed attuazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36


di G. Monacelli, O. Spiniello

Norma Uni 9494-1:2012. Criteri di progettazione dei sistemi naturali


di evacuazione di fumo e calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
di G. Modeo, P. Battisti, A. Fazzari, L. Liolli

Isolamento e spostamento di un edificio strategico sotto tutela architettonica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58


di G. Monti, M. Vailati, R. Marnetto

Dissalazione nucleare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
di M. Marinelli

Le ispezioni in campo nucleare-radiologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84


di F. Zambardi

L’ingegneria sociale per l’edilizia e l’approccio all’Universal Design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92


di L. Moruzzi, M. Bozzetti

Analisi della Delibera Consiliare 07/2011, confronto con la Delibera 48/2006


e con la normativa vigente in materia di risparmio energetico
e di uso di fonti di energia rinnovabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
di L. Mele, M. Petriccione

L’alimentazione elettrica dei tram senza la linea aerea di contatto, sistemi “catenary free” . . . . . . . . 120
di R. Santulli, F. Stefanucci

L’AREA WEB DEL QUADERNO E DELLA RIVISTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .128


Studio 5+1AA - Sede Agenzia Spaziale Itaiana (Tor Vergata - Roma) Copyright © Moreno Maggi þ
Quaderno
Direttore responsabile
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Direttore editoriale
Francesco Marinuzzi

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Filippo Cascone Lucia Coticoni
Alessandro Caffarelli Giuseppe Carluccio
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Lorenzo Quaresima Tullio Russo

Sezione B
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Amministrazione e redazione
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Tiziana Primavera

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Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma


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Finito di stampare: gennaio 2015

Il Quaderno IOROMA è un allegato alla rivista IOROMA

La Direzione rende noto che i contenuti, i pareri e le opinioni espresse negli articoli pubblicati rappresentano l’esclusivo pensiero
degli autori, senza per questo aderire ad esse.
La Direzione declina ogni qualsiasi responsabilità derivante dalle affermazioni o dai contenuti forniti dagli autori, presenti nei suddetti
articoli.
Il saluto del Presidente
Dott. Ing. Carla Cappiello

La progettualità è la soluzione per il raggiungimento degli obiettivi, è la risposta


strategica a una domanda. In questo contesto, l'ingegneria svolge un impor-
tante ruolo di ideazione e governance. Gli ingegneri hanno nel loro DNA pro-
fessionale la capacità di individuare la sostenibilità e le perfomance dei
progetti. Sono capaci di intercettare le necessità del contesto in cui operano
e di proporre soluzioni atte al cambiamento dell'esistente. Nell'affrontare il pro-
prio lavoro, forniscono analisi complete della realtà attraverso l'uso di ade-
guate e specifiche metodologie. Pertanto, possono essere un ottimo supporto
allo sviluppo del settore pubblico e di quello privato tramite utili strumenti di
programmazione progettuale.

I professionisti tecnici possono e devono svolgere un ruolo sempre più impor-


tante nel veicolare il cambiamento dei territori, fisici e virtuali, come richiesto
dall'Unione Europea anche attraverso l'erogazione dei numerosi fondi struttu-
rali, verso il cui utilizzo l'Italia ha accumulato dei forti ritardi. Vi sono, infatti,
circa 18 miliardi di euro di fondi EU non ancora spesi per il periodo 2007-2013,
a cui si vanno aggiungere quelli del 2014-2020, i cofinanziamenti nazionali e
il Fondo sviluppo coesione (FSC).

Lo sviluppo e l’attuazione di progetti che siano utili all’Europa, portando be-


nefici economici al Paese, non possono prescindere da una pianificazione di
natura tecnica a beneficio della società civile. L'obiettivo deve essere quello
di formare una nuova generazione di professionisti europei, orientati a cogliere
le opportunità progettuali date dai fondi comunitari. Si deve iniziare a costruire
un dialogo tra istituzioni e progettualità al fine di costruire un futuro più solido
per tutti.

Carla Cappiello
Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
L’Editoriale
Ing. Francesco Marinuzzi

L’Europa e la sua moneta sono in una fase di transizione e variabilità che spesso
genera timori ed ansie. Invero l’Europa è e deve esser pensata innanzitutto come
spazio comune di opportunità e di affermazione della nostra eccellenza ed è per
questo che abbiamo particolarmente apprezzato e pubblicato i contributi degli
Ingegneri Calabrò, Ragnisco, Rocchi e Sorrentino della Commissione
Europrogettazione ed ingegneri Angelini e Brauzzi della Commissione Relazioni con
l’Unione Europea.
Da diversi anni, nel mondo, sta risuonando il campanello d’allarme dell’emergenza
idrica considerando la crescita esponenziale della popolazione. Nuove soluzioni
possono dare risposte efficaci e valorizzare le nostre grandi competenze nazionali,
spesso non adeguatamente utilizzate. Pubblichiamo, perciò, con piacere
l’interessantissimo articolo del collega Marinelli della Commissione Ingegneria
Nucleare sulla dissalazione nucleare.
Un’altra eccellenza della nostra ingegneria è nel settore civile dove siamo capaci
di sintesi non scontate fra esigenze strutturali, ad esempio antisismiche ed
esigenze architettoniche ed estetiche. In tal senso vi segnalo il notevole contributo
dei colleghi Monti, Vailati e Marnetto della Commissione Interventi su costruzioni
esistenti.
L’Italia può validamente contrastare e prevenire i disastri ambientali connessi ai
cambiamenti climatici. Per questo ringraziamo del contributo gli ingegneri Monacelli
e Spiniello per l’ottimo articolo sul dissesto idrogeologico della Commissione
omonima.
Ma il contributo degli ingegneri può essere utile e di pregio anche nei contenziosi
dove con il nuovo istituto della mediazione si aprono tutta una serie di opportunità
sia per i cittadini sia per i professionisti. La limpida esposizione degli ingegneri
Zavagnini, Teti e Pierrettori della commissione Mediazione e arbitrato ci guida in
ciò.
Inoltre segnaliamo l’articolato contributo dei colleghi ingegneri Moruzzi e Bozzetti
della Commissione Ingegneria del sociale in edilizia dove viene illustrato
l’approccio innovativo dell’Universal Design che apre nuovi spazi di progettazione
nell’ambito dell’ingegneria del sociale.
Per motivi di spazio non possiamo continuare ma ad ogni numero rileviamo un
aumento della qualità di tutti i contenuti e in questo leggiamo un segno concreto
di apprezzamento dell’intero progetto editoriale. Vi ringraziamo, perciò, per tutti gli
articoli pervenuti frutto di competenza, impegno, cura che siamo onorati di
testimoniare pubblicandoli.
Con Stima.

Francesco Marinuzzi
Direttore Editoriale

ÿ Arch. Fuksas - Mab Zeil (Frankfurt, Germany) Copyright © Moreno Maggi


Quaderno

a cura di
Ing. F. Angelini
MOBILITÀ PROFESSIONALE
Ing. M.Brauzzi
DELL’INGEGNERE
NELL’UNIONE EUROPEA
commissione
Relazioni con l’Unione
Europea

visto da:
Ing. V. Lombardi
Ing. A. Scorza

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trari e, in molti casi, producendo conflitti espliciti
tra le diverse concezioni e filosofie di unione
economica, finanziaria, normativa e politica.
In questo contesto estremamente dinamico e
variegato, che vede spesso fronteggiarsi i fau- 9
tori del rigore e delle regolamentazioni contro
coloro che parteggiano per un maggiore liberi-
smo di mercato, c’è posto anche per una di-
scussione sul futuro delle professioni e della
mobilità professionale nell’ambito di un mondo
del lavoro, ormai allargato a tutti i 27 paesi
dell’Unione.
Già da alcuni decenni, il mercato del lavoro, ha
abbattuto le frontiere tra i paesi dell’Unione,
sancendo il libero scambio dei lavoratori e av-
viando così i primi flussi interculturali, spesso
sulla base della convenienza economica: forza
lavoro economica verso paesi e mercati più ric-
chi. Ciò in alcuni casi ha visto i nuovi arrivati
destabilizzare il mercato locale e trovare l’osti-
lità, a volte molto esplicita, dei lavoratori locali.
Anche la professione dell’ingegnere (ed altre
come ad esempio del medico, dell’architetto,
dell’avvocato e del notaio), ha iniziato a doversi
confrontare con la suddetta realtà, che dalla
metà degli anni ’80 è stata oggetto dei primi
tentativi di regolamentazione dei flussi e delle
norme da osservare per lavorare nei paesi
dell’Unione Europea: così negli anni si è diffusa
la consapevolezza che, anche i lavoratori ap-
partenenti alle categorie professionali più spe-
cializzate, devono muoversi in un mercato del
lavoro più ampio nel rispetto delle norme co-
muni in esso definite.
Si trattava e si tratta ancora, poiché le suddette
norme sono in continua evoluzione, di definire i
modi per riconoscere una adeguata prepara-
zione tecnica e accademica nonché del co-
stante aggiornamento delle competenze acqui-
site a garanzia della professionalità, qualità e
sicurezza della prestazione professionale og-
getto del lavoro svolto. Sono nati così i primi
strumenti per consentire al professionista di ri-
spondere ad offerte di lavoro al di fuori dei con-
fini nazionali, nella prospettiva concreta di lavo-
rare in un altro Paese europeo.
Così sono state emesse alcune direttive, che
■ Europa e mobilità professionale iniziavano a definire e regolamentare in ambito
Ad oggi l’Europa, da argomento più o meno comunitario alcune attività professionali, come
astratto e riservato a salotti esclusivi, è divenuta la 36/2005, recepita in Italia con la legge
centro di attualità e discussione ad ampio spet- 206/2007, che introduce i primi concetti di mo-
tro per tutte le fasce sociali: il dibattito sulla bilità professionale e di Long Life Learning,
realtà europea è oramai in pieno fermento a più cioè l’aggiornamento professionale continuo,
livelli. La crisi economica di questi anni ha con- per le professioni in ambito comunitario, non-
tribuito a questa maggior presa di coscienza da ché la recente 55/2013 che definisce ulterior-
parte dei “cives” europei, sollevando numerose mente tali principi.
questioni sul significato di Unione Europea e ge- Quali sono quindi i mezzi che il cittadino euro-
nerando atteggiamenti diversi, tra coloro che so- peo ha oggi a disposizione per affacciarsi al
no più o meno a favore e quelli più o meno con- mercato del lavoro della EU?

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Come già anticipato in precedenti articoli, pub- prie competenze e qualifiche in Europa:
blicati sui Quaderni dell’Ordine degli Ingegneri • L’Europass Curriculum Vitae
della Provincia di Roma, lo strumento oggi di • Il Portfolio Europass delle Lingue
maggiore interesse è l’EUROPASS con i suoi • Il Supplemento al Diploma Europass
cinque documenti che compongono un dossier • Il Supplemento al Certificato Europass
personale del cittadino che vuole candidarsi a • L’Europass Mobilità
lavorare in Europa con modalità condivise e Ognuno di questi documenti costituisce e ca-
definite. ratterizza un aspetto del proprio profilo di for-
L’EUROPASS, il Passaporto delle Competenze, mazione, lavorativo e professionale, nonché di
è il mezzo ad oggi migliore per farsi conoscere: competenze tecniche e linguistiche, garanten-
per presentare le proprie esperienze, per far do l’opportunità, a giovani e professionisti che
sapere quali lingue si conoscono, per far cono- vogliono accingersi ad una esperienza lavorati-
scere il proprio iter formativo e dove si sono va all’estero, di presentarsi in modo “standard”,
conseguiti i titoli di studio, basandosi su una ossia secondo un’organizzazione ed un’e-
struttura di comunicazione codificata e definita spressione del proprio profilo di competenze,
formalmente dalla decisione del Parlamento tale da renderlo comprensibile ad un’ampia
Europeo e del Consiglio n.2241 del 15 dicem- platea di possibili datori di lavoro nell’ambito
bre 2004. degli Stati membri.
I primi due documenti, l’Europass Curriculum
L’Europass Vitae e il Portfolio delle Lingue, sono compilati
EUROPASS, o Passaporto delle Competenze, è a cura dello stesso cittadino europeo: il Curri-
un insieme di cinque documenti atti a descrive- culum Vitae europeo aiuta a presentare le pro-
re in modo chiaro, agevole e condiviso le pro- prie competenze e qualifiche in modo efficace,

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secondo una organizzazione dei contenuti rico- studio, livello del titolo, curriculum e voti, fun-
nosciuta all’interno degli stati comunitari; il zioni del titolo, informazioni aggiuntive, certifi-
Portfolio delle Lingue, o Passaporto delle Lin- cazione, descrizione del sistema nazionale di
gue, è uno strumento di autovalutazione delle istruzione.
competenze e delle qualifiche linguistiche. Il Supplemento al Certificato descrive le cono-
scenze e le competenze acquisite dai cittadini
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L’Europass Curriculum Vitae si basa sul curri- europei che hanno acquisito e possiedono, ol-
culum vitae europeo, documento ormai piutto- tre al diploma, ulteriori specializzazioni con i re-
sto diffuso e sempre più richiesto anche in am- lativi certificati d’istruzione e formazione profes-
bito nazionale per esporre in modo strutturato sionale. È un documento che accompagna i ti-
al formato predefinito i propri dati (per la modu- toli e le qualifiche professionali acquisite, ren-
listica si può far riferimento al sito dendo visibili le seguenti informazioni:
< http://europass.cedefop.europa.eu/it/home >): • denominazione del certificato (in lingua na-
comprende una struttura a sezioni in cui sono ri- zionale);
portati e descritti i dati personali, le esperienze • insieme delle attività professionali cui il tito-
lavorative, le competenze personali e organizza- lare del certificato può accedere;
tive, l’istruzione, la formazione e la posizione per • denominazione e status dell’autorità nazio-
la quale si presenta la propria candidatura. nale/regionale che accredita/riconosce il
Analogamente il Passaporto delle Lingue con- certificato;
sente di indicare le proprie competenze lingui- • livello del certificato nel Paese che lo rila-
stiche, seguendo però una logica di autovalu- scia;
tazione secondo uno schema e degli indicatori • tabella di classificazione/requisiti per il con-
del livello di competenza tanto per la capacità seguimento;
di esprimersi quanto nella comprensione della • accesso al successivo livello di insegna-
lingua oggetto della valutazione, ciò in merito mento/formazione;
sia ai testi scritti che al parlato. Pertanto il do- • accordi internazionali;
cumento consente di descrivere in dettaglio le • iter ufficialmente riconosciuti per il conse-
proprie competenze linguistiche e ne contiene guimento del certificato.
l’inventario caratterizzandone il livello, esso in- Le autorità competenti al rilascio del Supple-
clude inoltre anche le competenze parziali che mento al Certificato, o Certificate Supplement,
si possiedono di una lingua (es. capacità di sono le stesse che rilasciano i titoli originali e,
leggere facilmente in una lingua senza però in particolare in Italia potrebbero essere:
parlarla con scioltezza), tenendo conto delle • gli istituti scolastici, con in particolare le
competenze acquisite in modo formale o infor- Università pubbliche e private, che nell’am-
male (ossia al di fuori del percorso educativo). bito del Ministero dell’Istruzione, dell’Univer-
I livelli del Quadro europeo comune di riferi- sità e della Ricerca sono deputati alla for-
mento per le lingue, che si rappresentano con
dei codici (A1,A2,B1,B2,C1,C2), consentono di
esprimere le proprie competenze in maniera
chiara e paragonabile a livello internazionale.
Contrariamente ai due precedenti, gli altri tre
documenti dell’Europass, sono rilasciati da enti
di istruzione e formazione e per questo rivesto-
no un carattere di maggiore ufficialità a suppor-
to e sostegno delle informazioni contenute
nell’Europass Curriculum Vitae e del Passapor-
to delle Lingue.
Il Supplemento al Diploma (o Diploma Supple-
ment DS) è un documento integrativo da alle-
gare al titolo di studio ufficiale conseguito al
termine di un corso di studi in un’università o in
un istituto di istruzione superiore e contiene
una descrizione della natura, del livello e del
contenuto degli studi effettuati senza valutazio-
ni discrezionali. In Italia, ad esempio, viene rila-
sciato gratuitamente sia in italiano sia in ingle-
se dalle segreterie degli studenti delle Univer-
sità ed è redatto secondo un modello standard
suddiviso in 8 sezioni: dati anagrafici, titolo di

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mazione professionale e al rilascio dei titoli in Italia è normata da un complesso di regole
di studio in ambito nazionale; che rendono molto oneroso, per un lavoratore di
• le Regioni e le Provincie autonome per le uno dei paesi citati, accedere in prima persona
qualifiche di formazione professionale e i agli adempimenti formali della professione e fir-
percorsi realizzati nell’Istruzione e Forma- mare un progetto o un certificato. Quindi i cittadi-
12 zione Tecnica Superiore e, in alcuni casi, ni europei, o comunque stranieri, hanno solo due
previo accordo con le Autorità Regionali, di- possibilità: conseguire il corrispondente titolo di
rettamente le Agenzie formative; laurea e la relativa abilitazione con l’esame di
• altri soggetti pubblici o privati che erogano stato o avvalersi di un professionista locale che
formazione. lo “rappresenti” sul mercato italiano.
Ulteriori informazioni sugli enti che possono ri- È di tutta evidenza che questo tipo di approc-
lasciare il Supplemento al Certificato sugli In- cio pone dei grandi limiti in un contesto in cui
ventari Nazionali degli EUROPASS Supplemen- sempre più i progetti di maggior rilevanza han-
ti al Certificato sono disponibili sui portali na- no un profilo transnazionale; si può portare ad
zionali dei Centri Nazionali Europass di cui par- esempio il mercato dell’ingegneria dell’informa-
leremo nel seguito. zione in cui la tecnologia conduce sempre più
L’EUROPASS Mobilità è un documento che re- verso soluzioni web e “in cloud” con servizi
gistra in maniera formale le competenze acqui- erogati da “centri” di elaborazione dati diffusi
site in un altro paese europeo. Il documento è geograficamente e utilizzati da cittadini e utenti
volto a favorire la formazione lungo tutto l’arco in differenti nazioni.
della vita (Long Life Learning) e la mobilità dei Su questi temi l’Unione Europea è continua-
cittadini europei tra occupazioni, settori e paesi mente al lavoro per sviluppare ed aggiornare i
diversi. L’utilizzo di Europass-Mobilità mira sia concetti introdotti nelle direttive emesse di
ad aumentare la trasparenza e la visibilità dei “Esperienza lavorativa equivalente” e di aggior-
percorsi lavorativi in ambito europeo, valoriz- namento costante delle competenze (Long Life
zando le conoscenze e le competenze acquisi- Learning) ed è quindi necessario che le realtà
te, sia ad incoraggiare il riconoscimento delle nazionali partecipino al dibattito, facendo pre-
esperienze effettuate all’estero e promuovere la senti le proprie istanze e le proprie proposte.
mobilità ai fini d’apprendimento in Europa, ren- I rischi connessi all’attuale situazione, nonché
dendo così più evidenti e visibili i suoi benefici alle future ipotesi di regolamentazione, sono
e risultati. Il documento riporta i dati della per- che alcune professioni possano non rientrare
sona che effettua il tirocinio, quelli relativi alla nella “standardizzazione” di competenze/abili-
sua formazione in corso e ai periodi di forma- tazioni, e che quindi siano ancora fortemente
zione all’estero (organismo d’accoglienza, tu- legate alle realtà dei singoli stati membri. La fi-
tor, ecc.). Il documento Europass-Mobilità non gura dell’ingegnere così come conosciuta e re-
può essere considerato un diploma, ma dà va- golamentata in Italia, non esiste o non è altret-
lore aggiunto alla certificazione. tanto chiaramente definita in altri paesi, in parti-
colare quelli di matrice anglosassone dove il
La mobilità professionale termine “engineer” ha una accezione essen-
Ma come si fa, al di là dei documenti che è zialmente tecnica.
possibile scrivere e richiedere agli enti certifi- In questo contesto, potrebbe essere difficile far
catori, ad affacciarsi al grande e complesso valere la logica di un iter formativo consolidato
mondo del lavoro in ambito europeo? con il rischio che il concetto di esperienza lavo-
Oggi, alcune libere attività professionali sono ri- rativa equivalente apra la porta a figure meno
conosciute e certificate da enti di formazione preparate e competenti.
professionale, che recepiscono le direttive pro-
mulgate dalla Comunità Europea. I cittadini eu-
ropei che esercitano la professione dell’inge-
gnere e che vogliono portare il loro contributo
in altri paesi comunitari si muovono attraverso
un percorso dove queste regole non sono con-
divise, ed al contrario, si fa riferimento a svaria-
te normative locali. In termini più semplici:
“paese che vai, usanze che trovi”.
Da questa considerazione nasce quindi la ne-
cessità di conoscere le leggi e le norme locali.
Prendiamo, ad esempio, un ingegnere tedesco o
spagnolo che voglia venire in Italia a lavorare co-
me professionista. La professione dell’ingegnere

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Ma come si completa un documento EURO- bili sul portale < http://www.isfol.it/europass >.
PASS? Ma tornando alla situazione di oggi come deve
Oltre i riferimenti normativi che forniscono le di- comportarsi una azienda o un professionista
sposizioni legislative, ma non forniscono notizie nella gestione di un progetto extra nazionale?
pratiche, sono stati istituiti per ogni paese dei
Centri Nazionali Europass (NEC) che fornisco- ■ Progetti extra nazionali
no informazioni ed esempi per ognuno dei do- Nelle pagine successive si riferisce sul proces-
cumenti che compongono il Passaporto delle so che i professionisti e le imprese devono
Competenze. In particolare ogni paese ha in- adottare per promuovere un loro progetto all’in-
trodotto i cosiddetti “Punti Nazionali di Riferi- terno dell’Unione Europea. L’ingegneria porta,
mento” (National Reference Points) normalmen- di fatto, con sé le conoscenze per sviluppare al
te consultabili tramite portale internet < htt- meglio degli incarichi importanti, ciò è quanto
ps://europass.cedefop.europa.eu/it/docu- emerso dal dibattito durante il seminario pro-
ments/european-skills-passport/certificate-sup- mosso dalla Commissione Relazioni con l’Unio-
plement/national-reference-points >. ne Europea del 24 maggio scorso: si propone
Il NEC svolge diverse funzioni: in questa sede, a scopo esemplificativo, il caso
• garantisce che i documenti Europass siano di studio su un possibile progetto per un centro
accessibili a tutti i cittadini e conformi alla di acquacoltura.
normativa per la trasparenza delle compe-
tenze e delle qualifiche professionali; Introduzione
• informa e promuove il Passaporto delle Negli ultimi decenni si sono aperti nuovi scena-
Competenze Europass verso i cittadini e gli ri per lo scambio interculturale fra i paesi UE e
enti di istruzione, formazione e lavoro; non UE. Il web, è stato in questo lo strumento
• supporta gli utenti interessati a ottenere i principe che ha aperto nuove strade fornendo
documenti o a utilizzare gli strumenti Euro- innumerevoli modi di comunicare, rendendo lo
pass fornendo istruzioni sulla compilazione scambio delle informazioni multimediale, ossia
e guidando la procedura di richiesta agli impiegando in maniera trasversale varie tecno-
enti competenti. logie come le video-conference, ed i social
Il Centro Nazionale Europass Italia è l’ISFOL network, che oggi ne sono esempio alla portata
(Corso d’Italia, 33 - 00198 - Roma - Tel. +39 di tutti.
0685447047 / 0685447050 - Fax +39 Se si vuole arrivare a parlare un giorno di Siste-
0685447800 - E-mail: europass-italia@isfol.it). ma UE, come lo si intende per un’azienda, allo-
Le informazioni messe a disposizione dall’I- ra ai beni tangibili, quali le merci, libere di cir-
SFOL per la descrizione dettagliata su come re- colare oggi sul territorio, bisogna avvicinare i
digere o a chi richiedere, nonché per la consul- beni intangibili, ossia quel capitale umano do-
tazioni di esempi di ognuno dei diversi docu- ve le idee si concretizzano in innovazione. Al
menti di EUROPASS, sono facilmente consulta- contrario, oggi, si ha ancora una forte localiz-
roma
zazione delle competenze dovuto ad un artico- cui effetto è quello di qualificare un tecnico in
lato sistema burocratico. ambito UE e non UE.
Tale rapporto è sostenuto oggi da alcuni centri A tale riguardo, l’iter formativo prevede prima
di acquacoltura, in particolar modo in questo di tutto l’assolvimento degli adempimenti impo-
centro dove si è svolto l’evento, i quali, sulla sti dalle procedure burocratiche dello Stato in
14 base di quello scambio interculturale sopracci- cui si vuole lavorare, per poi lasciare il profes-
tato, mirano alla professionalizzazione di figure sionista libero di assumere un profilo sempre
tecniche attraverso tirocini all’estero. più internazionale, tuttavia, nonostante i nostri
ingegneri facciano di tutto per “internazionaliz-
Il programma formativo zarsi” e rendere chiare le proprie competenze
I metodi di formazione, dal punto di vista sia anche attraverso il documento Europass Mobi-
dell’approccio ai problemi sia dei principi ge- lità, non è infrequente l’insorgere di ostacoli do-
vuti proprio ai cavilli burocratici degli altri Stati
membri.

Il processo progettuale
L’impresa struttura il progetto in diversi punti,
partendo dalle opportunità che le si prospetta-
no, sviluppandolo fino alla sua validazione, mo-
nitorando i parametri e considerando eventuali
nuovi scenari.
Quindi, occorre, all’inizio, cogliere l’opportu-
nità, studiando in maniera corretta e precisa il
quadro normativo e giuridico del paese nel
quale si vuole operare, tenendo conto che le
leggi possono arrivare ad un livello locale o ad-
dirittura, in certi settori, non essere previste,
come l’esempio delle strutture di acquacoltura.
La selezione dei tirocinanti avviene secondo i
seguenti criteri:
• raggiungimento del livello superiore di for-
mazione;
• proposta da parte dell’istituto dei partner
europei;
• scelta da parte del tirocinante secondo il
proprio interesse.
Il suddetto processo di formazione potrebbe
essere integrato e migliorato proprio dall’Euro-
pass Mobilità, che può di fatto documentare,
contemporaneamente alla formazione del tiro-
cinante, le competenze e le abilità acquisite
durante l’esperienza di mobilità all’estero, con-
tingente proprio al periodo finale di prova all’in-
terno del centro di acquacoltura ornamentale.
nerali volti alla loro risoluzione, tendono ad ave- Ciò costituisce un vantaggio per il candidato,
re delle linee comuni a tutte le specializzazioni. consentendogli di ottimizzare i tempi di ingres-
In questo la globalizzazione, anche intellettua- so nel mercato del lavoro, mantenendo una tra-
le, è evidente anche grazie alla circolazione di sparenza nelle competenze acquisite e valoriz-
risorse e prodotti che un tempo erano destinati zando gli apprendimenti maturati. Inoltre per
ad un mercato locale. organi come aziende, enti, università e istituti,
Alcuni istituiti di acquacoltura all’interno della l’Europass Mobilità potrebbe costituire uno
Comunità Europea collaborano per formare fi- strumento di supporto per portare avanti pro-
gure altamente specializzate: per raggiungere cessi di selezione più accurati dei propri candi-
tale obiettivo la formazione avviene in contesti dati.
fuori dal proprio Paese, all’interno del centro di
acquacoltura oggetto del presente paragrafo i I risvolti sociali di un buon progetto
candidati esteri sostengono il periodo finale. Un buon progetto ha indubbiamente risvolti
Il progetto assicura un’opportunità formativa in socio-economici positivi per tutti gli attori
un impianto di acquacoltura professionale, il coinvolti, sia pubblici che privati; questi bene-

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roma
fici sono più evidenti e rilevanti, quanto più il re avvalersi di uno strumento che contribui-
processo ‘’progettuale’’ è chiaro e lineare. A sce in modo duplice tanto all’acquisizione (e
tale riguardo orientare la propria scelta sul riconoscimento) di competenze del professio-
documento Europass Mobilità consente agli nista abilitato quanto allo sviluppo del know
enti, che gestiscono progetti di mobilità, di how aziendale in un’ottica naturalmente este-
elevare le loro iniziative a livello non solo re- sa a mercati solitamente più ampi di quelli
15
gionale o locale, ma nazionale, il che vuol di- tradizionali.

Link utili
< http://www,isfol.it/europass >
< https://europass.cedefop.europa.eu/it/home >
< https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/european-skills-passport/certificate-supplement >
< https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/european-skills-passport/diploma-supplement >
< http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/universita/diploma-supplement >
< http://www.miur.it/0002Univer/0023Studen/0831Diplom/index_cf2.htm >

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1

Arch. D.Libeskind- Reflection Project (Singapore)


2

Copyright © Moreno Maggi


Quaderno
Introduzione
Il 1° gennaio 2014 è iniziato il nuovo periodo di
programmazione dei fondi europei per il setten-
nato 2014-2020.
Il filo conduttore della nuova programmazione
2014-2020 è in linea con la Strategia Europa
2020, trasformare cioè l’Europa in un’economia
intelligente, sostenibile ed inclusiva. Le risorse
sono distribuite tra settori prioritari quali le in-
frastrutture paneuropee, la ricerca e l’innova-
zione, l’istruzione e la cultura, la sicurezza delle
frontiere e i rapporti con l’area mediterranea.
Priorità strategiche trasversali, quali la protezio-
ne dell’ambiente e la lotta contro il cambiamen-
to climatico, sono parte integrante di tutti i prin-
cipali strumenti e interventi.
Queste politiche, pertanto, attraverso la siner-
gia dei rispettivi strumenti di finanziamento,
contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi
delineati dalla Strategia Europa 2020.
Il presente articolo si propone sia di descrivere
i principi della Strategia Europa 2020, alle cui
priorità mirano tutte le linee di programma co-
munitarie e alla quale ogni progetto deve ricon-
durre le proprie finalità, sia di fornire alcuni
concetti base sulle modalità e le forme con le
quali l’Unione Europea mette a disposizione i
propri fondi.

Strategia Europa 2020


Europa 2020 è una strategia decennale propo-
sta dalla Commissione Europea nel marzo del
2010, che succede alla Strategia di Lisbona
2000-2010 condividendone alcuni aspetti, ma
aggiungendone altri, tenuto conto proprio
dell’attuale situazione economico sociale euro-
pea.
Essa non mira soltanto a uscire dalla crisi, che
continua ad affliggere l’economia di molti pae-
si, ma vuole anche colmare le lacune del no-
stro modello di crescita e creare le condizioni

I FONDI COMUNITARI

a cura di commissione
Ing. C. Calabrò Europrogettazione
Ing. M.F. Ragnisco
Ing. M. Rocchi visto da:
Ing. M.D. Sorrentino Ing. S. Lazzari
Ing. A. Scorza

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roma

19

per un diverso tipo di sviluppo economico, più promuovere una crescita intelligente, sostenibi-
intelligente, sostenibile e solidale. le e inclusiva, trovare il modo di creare nuovi
Come spiega il Presidente della Commissione posti di lavoro e offrire un orientamento alle no-
Europea, Barroso “…La crisi è un campanello stre società...”
d’allarme, il momento in cui ci si rende conto
che mantenere lo status quo ci condannerebbe Obiettivi
a un graduale declino, relegandoci a un ruolo La Commissione Europea, al fine di uscire dalla
di secondo piano nel nuovo ordine mondiale. crisi e di preparare l’economia dell’UE per il
Per conseguire un futuro sostenibile, dobbiamo prossimo decennio, ha individuato tre motori di
sin d’ora guardare oltre il breve termine. L’Euro- crescita, da mettere in atto, mediante azioni
pa deve ritrovare la strada giusta e non deve concrete a livello europeo e nazionale:
più perderla. È questo l’obiettivo della Strategia • crescita intelligente, promuovendo la cono-
Europa 2020: più posti di lavoro e una vita mi- scenza, l’innovazione, l’istruzione e la so-
gliore. Essa dimostra che l’Europa è capace di cietà digitale;

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roma
menti per la ricerca e l’innovazione, facen-
do in modo che le idee innovative si trasfor-
mino in nuovi prodotti e servizi tali da stimo-
lare la crescita e l’occupazione.
• Youth on the move per migliorare l’efficien-
20 za dei sistemi di insegnamento e agevolare
l’ingresso dei giovani nel mercato del lavo-
ro.
• Un’agenda europea del digitale per accele-
rare la diffusione dell’internet ad alta velo-
cità e sfruttare i vantaggi di un mercato uni-
• crescita sostenibile, rendendo la nostra pro-
co del digitale per famiglie e imprese.
duzione più efficiente sotto il profilo delle ri-
• Un’Europa efficiente sotto il profilo delle ri-
sorse e rilanciando contemporaneamente la
sorse per contribuire a scindere la crescita
nostra competitività;
economica dall’uso delle risorse, favorire il
• crescita inclusiva, incentivando la parteci-
passaggio a un’economia a basse emissio-
pazione al mercato del lavoro, l’acquisizio-
ni di carbonio, incrementare l’uso delle fonti
ne di competenze e la lotta alla povertà.
di energia rinnovabile, modernizzare il no-
Questa battaglia per la crescita e l’occupazio-
stro settore dei trasporti e promuovere l’effi-
ne, richiede un coinvolgimento al massimo li-
cienza energetica.
vello politico e la mobilitazione di tutte le parti
• Una politica industriale per l’era della glo-
interessate in Europa. Pertanto, in base a que-
balizzazione onde migliorare il clima im-
sto principio le risorse sono state ridistribuite
prenditoriale, specialmente per le PMI, e fa-
sia a settori prioritari quali le infrastrutture pa-
vorire lo sviluppo di una base industriale
neuropee, la ricerca e l’innovazione, l’istruzione
solida e sostenibile in grado di competere
e la cultura, la sicurezza delle frontiere e i rap-
su scala mondiale.
porti con l’area mediterranea, sia alle priorità
• Un’agenda per nuove competenze e nuovi
strategiche trasversali quali la protezione del-
posti di lavoro onde modernizzare i mercati
l’ambiente e la lotta contro il cambiamento cli-
occupazionali e consentire alle persone di
matico, come parte integrante di tutti i principa-
migliorare le proprie competenze in tutto
li strumenti e interventi.
l’arco della vita, al fine di aumentare la par-
I progressi registrati verso la realizzazione di
tecipazione al mercato del lavoro e di con-
questi obiettivi saranno valutati al termine del
ciliare meglio l’offerta e la domanda di ma-
settennio sulla base di cinque traguardi princi-
nodopera, anche tramite la mobilità dei la-
pali rappresentativi a livello di UE, che gli Stati
voratori.
membri sono invitati a tradurre in obiettivi na-
• La Piattaforma europea contro la povertà
zionali definiti in funzione delle situazioni di par-
per garantire coesione sociale e territoriale,
tenza:
in modo tale che i benefici della crescita e i
• il 75% delle persone di età compresa tra 20
posti di lavoro siano equamente distribuiti e
e 64 anni deve avere un lavoro;
che le persone vittime di povertà e esclu-
• il 3% del PIL dell’UE deve essere investito
sione sociale possano vivere in condizioni
in ricerca e sviluppo;
• i traguardi “20/20/20” in materia di
clima/energia devono essere raggiunti
(compreso un incremento del 30% della ri-
duzione delle emissioni se le condizioni lo
permettono);
• il tasso di abbandono scolastico deve esse-
re inferiore al 10% e almeno il 40% dei gio-
vani deve essere laureato;
• 20 milioni di persone in meno devono esse-
re a rischio di povertà.
La strategia comporta anche 7 iniziative faro
che tracciano un quadro entro il quale l’UE e i
governi nazionali sostengono reciprocamente i
loro sforzi per realizzare le priorità di Europa
2020, nonché per catalizzare i progressi relativi
a ciascun tema prioritario:
• L’Unione dell’innovazione per migliorare le
condizioni generali e l’accesso ai finanzia-

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roma
dignitose e partecipare attivamente alla so- lo di ambizione” (Level of ambition), ovvero gli
cietà. obiettivi quantitativi che il singolo Paese si pre-
Dal punto di vista della governance, ogni Stato figge in merito percorsi individuati. La Commis-
membro dovrà fornire un contributo alla realiz- sione Europea controllerà i progressi compiuti
zazione degli obiettivi della Strategia Europa e, in caso di “risposta inadeguata”, formulerà
2020 attraverso percorsi nazionali che rispec- una “raccomandazione” che dovrà essere at-
21
chino la situazione di ciascun Paese ed il “livel- tuata in un determinato lasso di tempo, esaurito

MULTIANNUAL FINANCIAL FRAMEWORK 2014-2020 IN CURRENT PRICES

Figura 1: Quadro
finanziario pluriennale
2014-2020.
Fonte: EUROPEAN
COMMISSION
“Multiannual Financial
Framework 2014-2020
and EU budget 2014 –
The figures.”
Publication Office of
the European Union,
Luxemburg 2013.

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roma
il quale senza un’adeguata reazione, seguireb- obiettivi strategici di Europa 2020, prevede im-
be un “avvertimento politico”. pegni per circa 960 miliardi di euro nel setten-
nio di riferimento.
Come realizzare Europa 2020? Di seguito il dettaglio delle risorse allocate per
Per raggiungere gli obiettivi strategici di Euro- ciascuno obiettivo strategico e per ciascun an-
22 no del settennio in corso (prezzi 2011).
pa 2020 l’Unione Europea si avvale di due di-
verse tipologie di strumenti finanziari: La figura 1, inoltre, dà immediata evidenza
• i fondi strutturali o indiretti (come ad esem- dell’allocazione delle risorse finanziarie in fun-
pio il Fondo Europeo di sviluppo regionale – zione delle priorità definite dalle strategie per-
FESR, Fondo sociale europeo – FSE e Fon- seguite dall’Unione.
di di Coesione), la cui gestione è demanda- Più in dettaglio, metà dei fondi sono allocati
ta agli Stati membri attraverso le loro ammi- nella Crescita Intelligente ed Inclusiva ed oltre
nistrazioni centrali e periferiche. Il loro sco- a questo una grandissima “fetta” è destinata al-
po è contribuire alla riduzione del divario la crescita sostenibile volta al raggiungimento
esistente tra i Paesi membri e supportare il di un’economia più efficiente sotto il profilo del-
loro sviluppo economico e sociale. le risorse, con riduzione delle emissioni di gas
• i fondi settoriali a gestione diretta, program- serra, incremento dell’impiego delle fonti rinno-
mati ed erogati da parte delle direzioni ge- vabili e riduzione dei consumi conseguente da
nerali della Commissione Europea che han- un miglioramento dell’efficienza energetica de-
no l’obiettivo di supportare la definizione e gli utilizzatori.
l’implementazione di politiche comuni in In totale, dunque, circa l’80% dei fondi sono ri-
settori strategici, quali, ad esempio, la ricer- servati al rilancio dell’economia con una fortis-
ca e l’innovazione tecnologica, l’ambiente, sima spinta verso la sostenibilità ambientale
l’imprenditorialità, il Life Long Learning. delle nuove scelte economiche.
Vale la pena ricordare che i fondi europei sono
erogati nella forma di sovvenzioni a fondo per- I fondi indiretti
duto a titolo di co-finanziamento (solo in rari ca- Vengono detti “indiretti” i finanziamenti comuni-
si finanziamento al 100%) di progetti, che non tari erogati per le cosiddette Azioni Strutturali.
abbiano scopo di lucro ed il cui obiettivo finale Essi attraversano un iter complesso, che coin-
rientri nelle linee guida europee. In altre parole volge la Commissione Europea, Ministeri nazio-
l’idea di fondo del progetto per il quale si aspi- nali e le Regioni:
ra a beneficiare dei fondi comunitari, deve es- • I documenti programmatici, da cui discen-
sere migliorativa per la collettività e non volta a dono i bandi, vengono negoziati tra Regio-
conseguire il profitto dei singoli. ni, Governi nazionali e Commissione Euro-
Il bilancio pluriennale dell’Unione per il periodo pea;
2014-2020 (MFF, Multiannual Financial Fra- • I fondi comunitari vengono erogati a livello
mework), che costituisce il quadro di risorse di- locale e integrati da fondi provenienti dai
sponibili per realizzare progetti coerenti con gli Ministeri nazionali; secondo il principio di

Figura 2 - Sinottico
piano finanziario
pluriennale 2014-2020.
Fonte: EUROPEAN
COMMISSION
“Multiannual Financial
Framework 2014-2020
and EU budget 2014 –
The figures.”
Publication Office of
the European Union,
Luxemburg 2013.

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roma

23

sussidiarietà, il contributo dell’Unione si ag- fissati a livello ministeriale e comunitario.


giunge quindi a quello dei singoli Stati Nei finanziamenti indiretti il budget viene, per-
membri per superare i limiti imposti dalle lo- tanto, speso attraverso un sistema di “respon- Figura 3 -
ro capacità finanziarie, non già allo scopo sabilità condivisa” tra la Commissione Europea Caratterizzazione
di consentire loro di realizzare economie nei da una parte, e le autorità degli Stati Membri Regioni europee in
propri bilanci nazionali, ma di raggiungere dall’altra. Il rapporto con il beneficiario finale base al PIL.
con maggior efficacia gli obiettivi di cresci- non è quindi diretto, ma mediato da autorità Fonte: PANORAMA
Inforegio -
ta, competitività e sviluppo sostenibile che nazionali, regionali o locali che hanno il compi- Commissione
l’Unione Europea nel suo insieme si è data; to di programmare gli interventi, emanare i Europea, Direzione
• I progetti vengono presentati in risposta a bandi e gestire le risorse comunitarie. Generale della
bandi regionali. Al gruppo dei “finanziamenti indiretti” apparten- Politica Regionale,
Ne consegue dunque, che i Fondi strutturali gono tra gli altri i cosiddetti “Fondi strutturali” Comunicazione,
non vengono assegnati direttamente a progetti (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - FESR Informazione,
scelti dalla Commissione Europea: definite di e il Fondo Sociale Europeo - FES) e il “Fondo di Relazioni con i paesi
comune intesa le macro-priorità di un program- coesione”. terzi - Raphaël
ma di sviluppo, la definizione delle azioni, la Essi costituiscono i principali strumenti finan- Goulet, Avenue de
Tervueren 41, b-1040
selezione dei progetti e la loro gestione è di ziari della politica regionale dell’Unione Euro- Bruxelles.
competenza esclusiva delle autorità nazionali e pea (UE) il cui scopo consiste nell’equiparare i
regionali. diversi livelli di sviluppo tra le Regioni e tra gli
In Italia la gestione dei Fondi strutturali viene Stati membri. Essi contribuiscono pertanto a
affidata dai Ministeri nazionali alle Regioni, pieno titolo all’obiettivo della coesione econo-
che identificano le necessità del proprio terri- mica, sociale e territoriale.
torio e le priorità d’azione, raccolte in docu- Per il periodo 2007-2013, la dotazione finanzia-
menti strategici regionali, sviluppati in coe- ria assegnata alla politica regionale era pari a
renza con gli obiettivi di carattere generale circa 348 miliardi di euro, di cui 278 miliardi de-
roma
stinati ai Fondi strutturali e 70 al Fondo di coe- ne Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna.
sione: per la programmazione 2014 – 2020 la Il tasso di cofinanziamento comunitario dei
dotazione è superiore ai 325 miliardi di euro. programmi operativi non può superare
Il più importante di detti fondi è attualmente il l’60%.
Fondo di Sviluppo Regionale (FESR), istituito • Regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite
24 nel 1975. Esso finanzia la realizzazione di infra- è superiore al 90% della media del PIL
strutture e investimenti produttivi generatori di dell’UE-27. In questa categoria rientrano le
occupazione a favore in particolare delle im- restanti regioni del centro e nord Italia. Il
prese. Al contrario il Fondo Sociale Europeo tasso di cofinanziamento comunitario dei
(FSE), istituito nel 1958, favorisce l’inserimento programmi operativi non può in questo ca-
professionale dei disoccupati e delle categorie so superare il 50%.
sociali meno favorite, finanziando in particolare
azioni di formazione. I fondi diretti
Inoltre, per accelerare i tempi della convergen- I fondi diretti, a differenza dei fondi strutturali
za economica, sociale e territoriale, nel 1994 che come abbiamo visto vengono erogati dalle
l’Unione Europea ha istituito il Fondo di coesio- Regioni (e quindi sono soggetti a burocrazia e
ne. Il fondo è destinato ai paesi con un PIL me- regolamenti locali), sono gestiti direttamente
dio pro capite inferiore al 90% della media co- dalla diverse Direzioni Generali (DG) della
munitaria (fig. 3). Commissione Europea1 o da Agenzie da essa
Il Fondo di coesione si propone di concedere delegate. I finanziamenti diretti dell’Unione Eu-
finanziamenti a favore di progetti infrastrutturali ropea sono erogati direttamente ai beneficiari
nei settori dell’ambiente e dei trasporti. Gli aiuti del progetto sotto forma di contributi che co-
nell’ambito del Fondo sono tuttavia soggetti ad prono una parte dei costi del progetto (cofinan-
alcune condizioni. Nel caso in cui lo Stato ziamento), che devono poi essere integrati da
membro beneficiario presenti un deficit pubbli- risorse proprie dei beneficiari.
co superiore al 3% del PIL (regole di conver- Un’altra distinzione importante consiste nel fat-
genza dell’UEM), non verrà approvato alcun to che i fondi strutturali possono finanziare “in-
progetto nuovo fino a quando il deficit non sia frastrutture” e progetti sociali di ampio respiro,
di nuovo sotto controllo. Ovviamente, sebbene mentre i programmi tematici finanziano essen-
tutte le Regioni dell’UE possano beneficiare del zialmente idee innovative, competitività e so-
sostegno del FESR e del FSE, la maggior parte stegno alle PMI (Piccole e Medie Imprese),
delle risorse sono destinate alle Regioni in ritar- scambi di esperienze, migliori pratiche, cultura
do di sviluppo. e divulgazione (organizzazione di seminari,
Diversamente dalle passate programmazioni, convegni e studi da realizzare in partenariato
alla classificazione tradizionale dei territori con altri paesi europei).
(suddivisi tra le regioni più sviluppate e quelle La Commissione Europea, in base agli obiettivi
meno sviluppate) si è introdotta una nuova ca- che si prefigge, predispone dei programmi in
tegoria: la cosiddetta “categoria intermedia”. vari settori d’intervento; ogni programma ha
Si riporta di seguito la attuale classificazione: generalmente durata pluriennale e viene gesti-
• Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro ca- to tramite la pubblicazione periodica di bandi
pite è inferiore al 75% della media del PIL per l’erogazione di finanziamenti.
dell’UE-27. Il sostegno a tali Regioni ri- I “Finanziamenti diretti” emanati, gestiti e con-
marrà una priorità fondamentale anche trollati direttamente dalla Commissione Euro-
nella futura programmazione al fine di ri- pea di Bruxelles sono conosciuti anche come
durne il ritardo di sviluppo. Campania, Si- “Programmi comunitari” attraverso i loro acroni-
cilia, Calabria e Puglia saranno le regioni mi (Horizon 2020, COSME, Europa Creativa,
italiane che rientrano in questa categoria. Erasmus +, ecc.) e sono destinati a finanziare
Il tasso di cofinanziamento comunitario dei progetti riguardanti diversi settori (ambiente, ri-
programmi operativi normalmente non su- cerca e sviluppo tecnologico, innovazione, cul-
pera l’85%, tuttavia in rari casi si può arri- tura, formazione, ecc.).
vare al 100%. Un posto di primo piano va al programma
• Regioni in transizione, il cui PIL pro capite “Orizzonte 2020 (Horizon 2020): un quadro
è compreso tra il 75% e il 90% della media strategico comune per la ricerca, l’innovazio-
del PIL dell’UE-27. Lo scopo dell’introdu- ne”, dotato di un budget pari a 80 miliardi di
zione di questa categoria, è stato di dare euro che punta ad eliminare la frammentazio-
un’ulteriore spinta alle Regioni divenute più ne e garantire più coerenza, anche con i pro-
competitive negli anni recenti, soprattutto grammi di ricerca nazionali. Horizon 2020 è
grazie al sostegno dei fondi strutturali, ma un programma dedicato alla ricerca integrata
che ancora necessitano di investimenti mi- per l’innovazione ed è volto soprattutto alla
rati. In questa categoria rientrano le italia- trasformazione dei risultati scientifici in pro-

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roma

25

Figura 4 - Europa
2014-2020, obiettivi e
programmazione.
Fonte: PPE-
Professionisti per
l’Europa
< www.ppe.pe >

dotti e servizi innovativi che offrano opportu- neralmente, tre o più Stati) o, in alcuni casi, di
nità commerciali e migliorino la vita dei cittadi- Paesi Terzi.
ni europei. Il progetto deve essere presentato, per la valu-
Le procedure per l’aggiudicazione delle risorse tazione ed eventuale selezione, su formulari
gestite direttamente dalla Commissione Euro- standard (amministrativi, tecnico-descrittivi e fi-
pea sono due: nanziari) predisposti per i differenti programmi.
• La prima è costituita dagli Inviti a presenta- Una volta presentata la proposta progettuale,
re proposte (Call for Proposals). Essi costi- un primo controllo formale da parte della Com-
tuiscono le sovvenzioni propriamente dette missione Europea è volto a verificare la presen-
e si suddividono a loro volta in: za di tutti i documenti necessari e l’eleggibilità
– Bandi periodici: inviti a presentare pro- di tutti i partner candidati a ricevere il finanzia-
poste in settori definiti, con scadenze mento. I successivi criteri di selezione sono
predefinite; principalmente legati alla qualità delle proposte
– Bandi aperti: offerte di finanziamento presentate a fronte degli obiettivi e delle prio-
per progetti inerenti un’area geografica rità fissati. Vengono inoltre valutati la rispon-
o una tematica di particolare importanza denza del budget rispetto alle azioni delineate
per la Commissione. Sono senza sca- nella proposta, la composizione della partner-
denza o caratterizzati da ampia durata ship (capacità tecnica, finanziaria e gestionale)
o frequente periodicità. e la sostenibilità, intesa come possibilità di pro-
• La seconda modalità di assegnazione dei seguire autonomamente l’azione dopo la fine
fondi è costituita dalle Gare d’appalto (Call del finanziamento.
for Tenders): si tratta di richieste di servizi A titolo esemplificativo, si riportano di seguito
specifici, forniture o lavori messi a gara e alcune tra le più comuni cause di rigetto dei
aggiudicati secondo regole di mercato, per progetti da parte della Commissione Europea:
accedere alle quali è di norma necessario • Quadro strategico poco chiaro
partecipare ad una prima fase di selezione, • Analisi di contesto inadeguate
attraverso le cosiddette Expression of Inte- • Scarsa rispondenza alle politiche comunita-
rest. rie ed insufficiente ricaduta a livello euro-
La pubblicità dei programmi e dei relativi stru- peo
menti attuativi avviene principalmente attraver- • Pianificazione orientata alle attività
so la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed • Impatto non verificabile
i siti web delle singole Direzioni Generali della • Basso carattere innovativo
Commissione Europea. • Pressione all’esborso
I progetti necessitano di regola di un partena- • Visione di breve termine
riato composto da enti di più Stati membri (ge- • Documenti di progetto imprecisi

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roma
Conclusioni ci offre”. Aggiunge inoltre Ewelina Jelenkow-
I Fondi comunitari rappresentano un’opportu- ska-Lucà che “rispetto alla scorsa programma-
nità straordinaria per il rilancio dell’economia zione 2007-2013 Bruxelles ha voluto riorganiz-
del nostro Paese e dell’intera Europa nei pros- zare l’assegnazione e la gestione delle risorse
simi sette anni. in maniera più organica e vincolante alla Stra-
26 tegia Europa 2020. Il nuovo bilancio è infatti
Il punto di partenza di questo lungo processo,
non può che essere l’utilizzo pieno e virtuoso molto legato a quegli obiettivi, i progetti che vo-
dei fondi indiretti e diretti messi a disposizione gliono accedere alle risorse comunitarie devo-
dall’Unione Europea. no dimostrare di lavorare in questa direzione.
Di seguito si propone uno specchietto riassun- Ciò è vero soprattutto per i programmi diretti,
tivo dei principali programmi in relazione agli per i quali le aziende competono non a livello
obiettivi di Europa 2020. Come sempre, la fina- locale ma a livello europeo”.
lità è puramente esemplificativa, senza pretesa Pertanto, il percorso verso un buon progetto
di esaustività. passa sicuramente attraverso un’idea, ma ad
Come fa notare Ewelina Jelenkowska-Lucà, essa devono seguire la motivazione del propo-
portavoce della Commissione Europea in Italia nente, la strutturazione in chiave europea dell’i-
“In tempi di crisi come quello attuale, per molte dea stessa e il forte legame tra risorse fissate e
Nazioni questi sono gli unici euro destinati a in- obiettivi che devono essere concreti, misurabili
vestimenti. Quindi cogliamo l’opportunità sin e dimostrabili. Se manca anche uno solo di
dall’inizio di questa nuova programmazione, questi elementi è molto probabile che l’euro-
per sfruttare al meglio le occasioni che Europa progetto non vada a buon fine.

Link utili
< http://europa.eu/about-eu/funding-grants/index_it.htm >
< http://ec.europa.eu/budget/mff/programmes/index_en.cfm >
< http://ec.europa.eu/atoz_it.htm >
< http://programmicomunitari.formez.it/lista_programmi
_2014_2020 >
< http://europa.eu/europedirect/meet_us/index_it.htm >
< http://fondistrutturali.formez.it/ >
< http://www.eurodesk.it/programmi-europei >
Arch. D.Libeskind- Reflection Project (Singapore)http://www.in-
crescita.it/news/programmazione_ue_2014_2020_le_novita_e_i_
finanziamenti_per_le_imprese-27/ >
< http://www.governo.it/Notizie/Ministeri/dettaglio.asp?d=73329 >
< http://www.politicheeuropee.it/comunicazione/17109/europa-
2020-una-nuova-strategia-economica-in-europa >

Bibliografia
MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE – “Metodi e
obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”.
Giugno 2012
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE - “EUROPA 2020:
Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusi-
va”. Bruxelles, 3.3.2010
FONDAZIONE CRT – “Guida all’Europrogettazione” - Giugno
2006
EUROPDIRECT PROVINCIA DELLA SPEZIA – “Guida ai fondi eu-
ropei 2014-2020 e all’Europrogettazione”

Note
1
La Commissione è suddivisa in “direzioni generali” (DG) e servi-
zi. Ogni DG è classificata in base alle politiche di sua competen-
za. I servizi si occupano di questioni amministrative più generali
o hanno un mandato specifico, come la lotta antifrode o l’elabo-
razione di statistiche. Per ulteriori dettagli si veda http://ec.euro-
pa.eu/about/ds_it.htm
2
Per “Expression of Interest” si intendono risposte al bando di
gara elaborate dalle singole imprese / enti per esprimere il pro-
prio interesse rispetto all’appalto in parola nonché fornendo una
presentazione delle proprie attività e qualifiche rispetto ai conte-
nuti della gara.

Arch. M. Fuksas - Centro Congressi “La Nuvola”


(Roma Eur - Cantiere) Copyright © Moreno Maggi ÿ
Arch. M. Fuksas - Centro Congressi "La Nuvola" (Eur - Roma – Cantiere)
Copyright © Moreno Maggi
Arch. M. Fuksas - Centro Congressi "La Nuvola" (Eur - Roma – Cantiere)
Copyright © Moreno Maggi
2

Quaderno

a cura di
Ing. F. Zavagnini
LA NUOVA MEDIACONCILIAZIONE:
Ing. N. Teti
Ing. C. Pierrettori VANTAGGI PER LA SOCIETÀ
ha gentilmente
collaborato
E OPPORTUNITÀ PER L’INGEGNERE
l’Avv. S. Rubeo
La mediazione civile: vantaggi per la società e opportunità per l’Ingegnere
commissione Nell’ambito del sistema giudiziario italiano l’introduzione dell’istituto della mediazione civile ha ini-
Mediazione e
ziato un percorso che potrà realizzare vantaggi significativi nei prossimi tempi. Tale istituto si pone
come un mezzo alternativo per risolvere definitivamente le controversie senza ricorrere al tribunale
arbitrato
ed al giudice, ma con l’ausilio di organismi specializzati ed a tariffe/tempi decisamente più vantag-
giosi per le parti, rispetto al corso ordinario della giustizia civile.
visto da:
Le tappe recenti di introduzione di questo istituto, giova ricordarlo, sono state incerte e contradditto-
Ing. R. Villa rie; prima il decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28 che introduceva il procedimento di mediazione
Ing. F. Sciarra sia su base volontaria, sia quale elemento di procedibilità in giudizio ordinario; poi la sentenza 24 ot-
tobre 2012, n. 272 della Corte Costituzionale, che rilevava l’eccesso di delega al governo nel rende-
re obbligatorio il tentativo di mediazione quale elemento di procedibilità, ma non contestava l’istituto
in se stesso; infine la legge 9 agosto 2013, n. 98, art. 84, di conversione del decreto legge 21 giu-
gno 2013, n. 69 (c.d. “Decreto del fare”), ha modificato la situazione di stallo reintroducendo l’obbli-
gatorietà del procedimento di mediazione nell’ambito di una rilevante serie di controversie civili.

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roma
Il Ministero della Giustizia, in data 27 novembre
2013, ha emanato la circolare sulla nuova me- Tabella A
diazione civile, con cui ha fornito indicazioni di Spesa in rapporto al Valore presunto della Lite
natura applicativa. Infine, sempre il Ministero
della Giustizia ha emanato la direttiva da euro a euro spesa per
05.11.2013, sulla vigilanza a tutti i livelli della ciascuna parte 33
(euro)
struttura amministrativa della Giustizia affinché
0,00 1.000,00 65,00
si perseguano gli obiettivi di diffusione, conte-
nimento dei costi e trasparenza del nuovo isti- 1.001,00 5.000,00 130,00
tuto. 5.001,00 10.000,00 240,00
Il presente articolo vuole essere strumento 10.001,00 25.000,00 360,00
informativo sulla mediazione in genere e sulle 25.001,00 50.000,00 600,00
novità introdotte da essa nell’ordinamento giuri- 50.001,00 250.000,00 1.000,00
dico italiano (ma oseremmo dire nella società 250.001,00 500.000,00 2.000,00
del nostro Paese), finora avulso, praticamente, 500.001,00 2.500.000,00 3.800,00
dalla cultura della composizione “stragiudizia- 2.500.001,00 5.000.000,00 5.200,00
le” e pacifica delle liti. In tale contesto, aperto 5.000.001,00 Illimitato 9.200,00
ai professionisti in qualità di mediatori e tecnici
(CTU, CTP), non mancano, ovviamente, rile-
vanti occasioni di sviluppi professionali per l’in- simali che l’organismo può richiedere, in base
gegnere, sia libero professionista che “dipen- al valore della lite, alle parti; c’è da dire che gli
dente”, nelle vesti di mediatore o di CTU/CTP. organismi privati, se vogliono, possono ridurre
In primo luogo la mediazione, consistendo in tali tariffe.
un procedimento tra due parti in lite, con svol- Comunque, quasi ogni organismo riporta, sul
gimento e conclusione “concorde e non impo- proprio sito, una “calcolatrice” per stabilire, nel-
sta”, davanti ad un mediatore, esperto ma non l’ottica di partenza, quanto le parti andrebbero
togato, conduce in caso di successo ad una a pagare per la mediazione, qualora questa
soluzione accettabile da ambo le parti ad un venisse perseguita. In tali “utilities” sono anche
costo contenuto; in caso di insuccesso lascia indicate le tariffe per le liti di valore “non deter-
aperta la normale e tradizionale via giudiziaria. minabile” (ad es., eredità di un appartamento
Le tariffe sono fisse per legge nel tetto massi- non ancora stimato, pagamento di un danno
mo, anche se ogni Organismo privato, accredi- non ancora periziato, ecc).
tato presso il Ministero di Giustizia, può adotta- Per quanto riguarda i “benefici” per i professio-
re per Regolamento delle opportune riduzioni; nisti mediatori, quindi anche per l’ingegnere
le riduzioni alle tariffe di legge non si applicano iscritto ad un organismo di mediazione chiama-
agli Organismi pubblici. to a mediare una lite, da standard di mercato
I tempi del procedimento sono cadenzati per ormai consolidati si registra che, mediamente,
legge e prevedono che il primo incontro avven- metà dell’importo previsto per la mediazione
ga entro un mese dal deposito, presso uno dei spetta al mediatore. C’è anche da dire che,
tanti Organismi accreditati, della domanda dal- qualora non scattasse la tariffa (parti che non si
la parte istante e si concluda entro il terzo me- presentino ovvero che si presentino ma dichia-
se dallo stesso deposito (prima del decreto del rino subito al primo incontro di non voler me-
fare la durata era di quattro mesi). diare), al mediatore, solitamente, non è ricono-
L’indennità dovuta per il primo incontro, se una sciuto alcunché dall’organismo.
delle due parti in quella sede rinuncia o non si
presenta, è solo quella delle spese di segrete- Tornando al contesto in cui la mediazione è
ria ed eventuali altre spese vive documentate stata introdotta nel nostro ordinamento giudi-
(ma, per la concorrenza, gli organismi tendono ziario, è doveroso evidenziare che, nel caso in
il più possibile a non applicare tali spese), cui le parti convocate disertino il primo incontro
metà a ciascuna parte, e nulla è dovuto invece organizzato presso l’Organismo di Mediazione,
quale “compenso” vero e proprio. Se le parti si o facciamo sapere in tale sede che non sussi-
incontrano in conciliazione e dichiarano en- stono le condizioni per esperire un tentativo di
trambe di voler mediare, al di là che poi si rag- mediazione o infine nel caso in cui la mediazio-
giunga o meno la composizione della lite, ne abbia luogo, ma non si riesca ad arrivare ad
“scatta” l’onorario vero e proprio da liquidare un accordo, per le parti in gioco si aprono ine-
all’organismo, oltre al sopra indicato diritto di vitabilmente le porte dei Tribunali Civili, presso i
segreteria. quali avviare una controversia che, al contrario
Riguardo proprio gli onorari, la tabella seguen- della mediazione, arriverà a sentenza senza al-
te riporta quanto stabilito per legge circa i mas- cuna certezza dei tempi necessari (che, in Ita-

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e fase decisoria e dal +150% al -70% per la fa-
se istruttoria. Nella Tabella B la colonna “Spe-
sa Media” riporta la somma dei valori medi de-
gli onorari forensi per le quattro fasi del giudizio
al netto di IVA e Cassa Previdenza Avvocati.
34 Per le controversie di valore superiore a
1.500.000,00 di euro, ci si riferisce allo scaglio-
ne precedente applicando una serie di para-
metri che in questa sede, per semplicità, si tra-
lasciano. Dal confronto tra la Tabella A e la Ta-
bella B, salta agli occhi subito il risparmio eco-
nomico del cittadino che riesca a risolvere una
controversia di tipo civile ricorrendo all’istituto
della mediazione, senza dover ricorrere alla
via giudiziale.
Infatti, nel caso di mediazione – procedimento
di massimo tre mesi di durata ordinaria, duran-
te la quale saranno svolti, in media 2-3 incontri
- le spese legali saranno di molto ridotte rispet-
to a quanto prospettato nella Tabella B.
Una seconda peculiarità della mediazione è
che il giudice, anche in sede di giudizio di ap-
pello di una causa civile, possa disporre l’e-
sperimento del procedimento di mediazione; ai
fini pratici, trattasi di un obbligo da assolvere:
lia, si contano in anni, non certo in mesi). infatti, in tale evenienza l’esperimento del pro-
Per quanto riguarda i costi che le parti saranno cedimento di mediazione è condizione di pro-
chiamate a sostenere in questa evenienza - cedibilità della domanda giudiziale anche in
che, purtroppo, costituisce ancora l’ordinarietà sede di appello).
nel nostro Paese - come onorario al proprio le- Più in generale, la domanda di mediazione re-
gale per il ricorso all’attività giudiziaria civile, lativa alle controversie è presentata mediante
questi sono stati stabiliti dal Decreto del Mini- deposito di un’istanza presso un organismo
stero della Giustizia del 20 Luglio 2012, N. 140, “nel luogo del giudice territorialmente compe-
pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.195 del 22 tente” per la controversia. Generalmente, tale
agosto 2012. Di seguito riportiamo la Tabella B, istanza è presentata via PEC, facilitando e ve-
che illustra la spesa media che occorre mettere locizzando la procedura.
in conto per risolvere una lite presso un tribu- La domanda è formalmente da sottoscrivere da
nale civile, in funzione del valore della causa. È parte del cittadino/dell’impresa che “chiama” in
bene precisare però che per ogni scaglione di mediazione una controparte, come un qualsiasi
riferimento e per ogni fase della controversia procedimento in tribunale; però, essendo la
(fase di studio, fase introduttiva, fase istruttoria presenza degli avvocati in fase di mediazione
e fase decisoria), il valore medio fissato dal De- obbligatoria - ma solo nei casi di mediazione
creto Ministeriale n.20/2012 sopra citato può delegata dal giudice o in caso di materie sog-
essere aumentato o diminuito in funzione della gette a vincolo di procedibilità in giudizio -, in
complessità della causa. L’oscillazione, rispetto tali evenienze è, nella pratica, l’avvocato di fidu-
al valore medio di liquidazione, va dal +60% fi- cia che si occupa dell’istanza. Anche nel caso
no al -50% per le fasi di studio, fase introduttiva di mediazione su base facoltativa e volontaria,
sempre percorribile in qualsiasi lite, dove il pa-
trocinio degli avvocati non è richiesto dalla leg-
Tabella B ge, nella realtà si registra quasi costantemente
Spesa indicativa su valore presunto il ricorso all’assistenza degli avvocati, ai quali
della controversia sono anche affidati gli adempimenti formali. A
da euro a euro spesa media
questo proposito, giova ricordare che il patroci-
(euro) nio degli avvocati per entrambe le parti, rende
0,00 25.000,00 2.100,00 esecutivo l’eventuale accordo finale di media-
25.001,00 50.000,00 4.500,00
zione, fatto di per sé stesso peculiare ed utile
nella mediazione, che ne rende il risultato para-
50.001,00 100.000,00 7.500,00
gonabile ad un provvedimento del tribunale.
100.001,00 500.000,00 12.200,00
A questo punto occorre evidenziare che già in
500.001,00 1500.000,00 20.250,00 passato era stato emanato ed è valido il decre-

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Tabella C - Materia per cui la mediazione è presupposto di procedibilità per l’azione giudiziaria
Condominio
Diritti reali
Usucapione
35
Divisione
Successione di beni immobili
Locazione
Comodato
Contratti assicurativi non bancari o finanziari
Appalti privati di servizi e lavoro

to interministeriale 145/2011 che richiede che “i nel nostro sistema di risoluzione delle controver-
mediatori siano utilizzati tenendo conto della lo- sie e le attese da questo nuovo istituto sono
ro specifica competenza professionale”, de- molte, anche per la lentezza dei processi e per i
sunta anche dalla tipologia della laurea posse- costi eccessivi che essi comportano a imprese,
duta. È altresì da ricordare che, il titolo di me- cittadini e apparati dello Stato. È senz’altro ino-
diatore è acquisibile solo previo corso (da ag- pinabile che la mediazione costituisca elemento
giornare ogni due anni), erogabile da organi- di progresso civile e di “snellimento” della Giu-
smi autorizzati, qualsiasi siano le competenze stizia civile nel nostro Paese, oltremodo intasata
professionali pregresse del mediatore stesso. da centinaia di migliaia di cause pendenti e,
È appena il caso di accennare che i mediatori per la gran maggioranza, di piccolo valore; le
ingegneri che si troveranno ad operare in Or- opportunità per l’Ingegnere, figura professiona-
ganismi di mediazione dei loro ordini professio- le poliedrica e pronta a recepire i cambiamenti
nali, dovranno limitare il loro intervento alle sole in atto nella società civile, sono come accenna-
materie tecniche del proprio campo professio- to molteplici, soprattutto in relazione, appunto,
nale, che pure non sono poche tra quelle per le all’ampio spettro di situazioni/contenuti tecnici
quali è previsto l’obbligo di mediazione ai fini presenti nell’ambito delle materie ricorrenti/ob-
della procedibilità, come anche illustrato nell’e- bligatorie nella mediazione.
lenco che segue: Dopo un primo avvio e successiva interruzione,
L’Ordine degli Ingegneri di Roma, che già in ora si prova di nuovo a rendere operativa e
passato ha organizzato i corsi abilitanti, inten- vantaggiosa questa possibilità ed appare evi-
de procedere, nel 2015, alla riedizione di tali dente che, il successo della mediazione, an-
momenti formativi, aperti a tutti gli ingegneri che solo in una limitata percentuale di casi por-
iscritti. terebbe notevoli risparmi economici e migliora-
La mediazione è dunque entrata a buon diritto mento della qualità e dei tempi nella giustizia.
Quaderno

ESPERIENZE ITALIANE
SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO
TRA NORMATIVA ED ATTUAZIONE

a cura di
Ing. G. Monacelli
Ing. O. Spiniello

commissione
Dissesto
idrogeologico

visto da:
Ing. M. R. Di Lorenzo
Ing. M. Pasca

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roma

37

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roma
La prevenzione del dissesto tori sia di natura tecnica che socio-economici,
e viene individuato tramite la classica espres-
idrogeologico rappresenta una sione:
priorità per il Paese, come è R=PxExV
38 evidente dai molti, recenti eventi dove:
P: pericolosità, intesa come la probabilità che
che, pur coinvolgendo ambiti si realizzino le condizioni di accadimento
territorialmente ristretti, hanno dell’evento calamitoso;
E: valore degli elementi esposti a rischio, inte-
causato danni rilevanti e la perdita si come persone e beni, sia naturali che an-
di vite umane. Risulta necessaria, tropici;
quindi, una riflessione sulle misure - V: vulnerabilità, intesa come la capacità degli
elementi a rischio a resistere all’evento in
strutturali e non - intraprese per considerazione.
mitigare il rischio, prendendo altresì Nella legislazione italiana, per rischio idrogeo-
logico, ai sensi del Decreto Legge 11.06.1998
spunto dalle opportunità offerte n. 180, si intende sia il rischio idraulico che
dalla legislazione europea in via di quello geomorfologico; in termini semplificati, il
attuazione anche in Italia. primo è legato ad un evento di piena di un cor-
so d’acqua, il secondo al movimento di una
Nell’articolo sono esaminati due massa di terra, roccia, o detrito lungo un ver-
casi studio, alluvione di Aulla e sante, entrambi spesso causati da precipitazio-
colata di Poggio Ferrato, come ni persistenti di elevata intensità che caratteriz-
zano quella determinata area. Fondamentale
esemplificativi di alcune diventa, quindi, un’attenta attività di monitorag-
problematiche proprie del territorio gio al fine di prevenire e ridurre l’entità di tali ti-
pologie di rischio e di costruire adeguati siste-
nazionale. mi di allertamento.
Il metodo di valutazione del rischio idrogeologi-
Introduzione co è stato individuato nell’Atto di indirizzo e
Negli ultimi 50 anni la sistemazione dei versanti coordinamento per l’individuazione dei criteri
e del territorio in generale ha assunto una sem- relativi agli adempimenti di cui all’art. 1, commi
pre maggiore importanza, in seguito alla cre- 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180
scente antropizzazione, che ha portato in pri- (DPCM del 29.09.1998) ed è strutturato in modo
mo piano la necessità di proteggere gli abitati, da consentire un’assunzione qualitativa dei fat-
spesso sviluppati in aree a rischio di frana o tori di rischio essenziali, attraverso la quale è
inondazione. possibile pervenire ad una gradazione in classi
Si rileva in particolar modo la capacità di eventi che dipende dalla combinazione della pericolo-
meteorici, anche non eccezionali, di provocare sità dell’area e del relativo uso del suolo.
conseguenze sempre più spesso drammatiche R1: rischio moderato
in termini economici, ambientali e naturali. R2: rischio medio
Tra le cause che condizionano ed amplificano il R3: rischio elevato
«rischio meteo-idrogeologico ed idraulico» vi è R4: rischio molto elevato
«l’azione dell’uomo», con abbandono e degra- Lo scopo di tale classificazione è essenzial-
do, cementificazione, consumo di suolo, abusi- mente quello di individuare aree più a rischio di
vismo, disboscamento e incendio, la mancan- altre, anche a parità di pericolosità, in dipen-
za di una costante manutenzione ordinaria. denza degli elementi che vi si trovano. In fun-
Molto spesso, infatti, vengono privilegiati gli in- zione del livello del grado di rischio R si indivi-
terventi urgenti, spesso emergenziali, e non su- duano infatti le zone in cui ad elevate criticità
bordinati ad una organica politica di pianifica- idrogeologiche è associata una maggiore pre-
zione e programmazione degli interventi in senza umana e, di conseguenza, quelle da di-
un’ottica di prevenzione. fendere prioritariamente.
Viene fornita, con il supporto di un sintetico L’individuazione di aree a diversa pericolosità,
quadro legislativo, nazionale ed europeo, una oltre che al successivo calcolo del rischio, è in-
chiave di comprensione dell’espressione “ri- vece orientata essenzialmente a fornire gli ele-
schio idrogeologico”. menti di base per le successive attività di piani-
ficazione e progettazione di nuova realizzazio-
Il rischio idrogeologico ne al fine di prevenire la creazione di nuove
Il concetto di rischio è combinazione di più fat- aree a rischio.

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L’individuazione delle aree a rischio idrogeolo- cato come unità territoriale di riferimento il ba-
gico porta alla redazione della carta del rischio cino idrografico ed ha istituito le Autorità di Ba-
idrogeologico che è una elaborazione prevista cino allo scopo di facilitare il coordinamento e
nella pianificazione stralcio di ciascuna Autorità la cooperazione degli enti locali, delle autorità
di Bacino di cui si parlerà nel seguito. La carta regionali e dello Stato per assicurare la difesa
del rischio idrogeologico prevede la definizione
39
del suolo, inclusa la moderazione delle piene,
di alcune classi di rischio attraverso l’incrocio e la corretta utilizzazione delle acque, integrata
delle classi di pericolosità con gli elementi a ri- dal DL 180/98 con lo scopo di accelerare l’at-
schio derivanti dalla carta di uso del suolo. tuazione della legge e colmare le lacune ope-
Considerazioni di carattere più ampio della so- rative evidenziate dagli eventi disastrosi verifi-
la sovrapposizione delle carte di pericolosità catisi a Sarno e Soverato.
con la carta degli elementi a rischio sono ne- Il complesso assetto idro-morfologico italiano
cessarie nella fase ulteriore della pianificazione ha condotto alla identificazione di numerose (at-
degli interventi. tualmente 47) Autorità di Bacino suddivise in:
Si noti, infine che la carta del rischio non sosti- • livello nazionale (Po, Adige, Alto Adriatico, Ser-
tuisce le mappature del rischio dei piani di pro- chio, Arno, Tevere, Liri-Volturno Garigliano);
tezione civile, pur costituendone un supporto • livello interregionale;
essenziale, in quanto non viene elaborata ad • livello regionale;
una scala di sufficiente dettaglio, soprattutto • livello provinciale (Trento e Bolzano).
per quanto riguarda la classificazione degli La superficie dei bacini idrografici varia da poche
elementi a rischio. Ai piani di protezione civile a decine di migliaia di chilometri quadrati ai circa
livello comunale spetta naturalmente il compito 70.000 chilometri quadrati del bacino del fiume
di individuare e dettagliare i singoli elementi
Po, che risulta un’eccezione, essendo la maggio-
presenti in relazione alle loro funzioni, alla loro
ranza dei bacini italiani riferita a piccoli corsi
destinazione d’uso e alla loro specifica vulnera-
d’acqua che defluiscono direttamente in mare.
bilità, e soprattutto di individuare le opportune
L’attuazione della Direttiva Quadro Acque
misure (principalmente non strutturali) di ge-
stione delle emergenze. 2000/60/CE, trasposta nell’ambito del cosiddetto
Codice dell’Ambiente (Decreto Legislativo 3 apri-
le 2006 n. 152), ha condotto all’aggregazione di
Legislazione italiana ed europea questi bacini in 8 distretti idrografici (Fig. 1).
■ La situazione in Italia prima della direttiva Il Decreto Legislativo 152/2006 ha abrogato la
alluvioni Legge 183/89 e soppresso le Autorità di Bacino.
La legge fondamentale in tema di gestione del Queste, tuttavia, continuano ad operare in regi-
territorio è stata la legge 18 maggio 1989 n. me di proroga ai sensi della Legge 13/2009 per
183 “Norme per il riassetto organizzativo e fun- le attività relative ai Piani di Bacino, nelle more
zionale della difesa del suolo”, che ha identifi- della costituzione delle Autorità di Distretto.
Figura 1 -
Aggregazione dei
bacini in 8 distretti
idrografici

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Il Piano di Bacino è stato individuato come lo lizzazione il più possibile coordinata ed omo-
strumento conoscitivo, normativo e tecnico- genea delle mappe e dei piani da parte delle
operativo di programmazione e pianificazione Autorità di Bacino. Ad esso si sono poi aggiun-
degli interventi necessari al raggiungimento te le iniziative del Dipartimento per la Protezio-
degli obiettivi e può essere approvato anche ne Civile con la realizzazione delle strutture re-
40 per sottobacini o per stralci relativi a settori fun- gionali e locali per la sorveglianza in tempo
zionali (difesa dalle inondazioni e dalle frane, reale, lo sviluppo della modellistica previsiona-
risanamento delle acque, uso e gestione delle le e la pianificazione delle misure di emergen-
risorse idriche per un razionale sviluppo socio- za (la Direttiva del Presidente del Consiglio dei
economico, protezione dell’ambiente e del Ministri del 27 febbraio 2004 ha introdotto gli
paesaggio). Il concetto di piano settoriale fu in- indirizzi operativi per la gestione dell’allerta-
trodotto con un atto del 1993 a causa del rile- mento per il rischio idrogeologico ai fini di pro-
vante numero di obiettivi e delle difficoltà di tezione civile). I Centri Funzionali regionali, or-
raggiungerli tutti in tempi brevi ed ha condotto ganizzati nel Sistema nazionale di Protezione
alla realizzazione dei PAI Piani Stralcio d’Asset- Civile, operano previsioni quantitative di preci-
to Idrogeologico relativi alla gestione dei rischi pitazioni, provvedono alla raccolta ed elabora-
di inondazioni e frane. Per la elaborazione dei zione di dati meteo-idrologici ed utilizzano mo-
piani, la mappatura è stato uno strumento ne- dellistica di previsione di inondazioni in tempo
cessario per la visualizzazione delle aree sog- reale, per sviluppare sempre più efficaci ed ef-
gette al rischio di inondazioni e per l’adozione ficienti operazioni di emergenza.
di alcune delle misure strutturali di difesa quali
arginature, vasche di laminazione, casse d’e- La direttiva alluvioni
spansione e canali di diversione. Tra il 1998 ed il 2004, l’Europa è stata colpita
La Legge n.267 del 1998, di conversione del da un centinaio di inondazioni gravi, comprese
cosiddetto “Decreto Sarno” DL 180/98, ha in- le catastrofiche inondazioni lungo i fiumi Danu-
centivato con rilevanti finanziamenti il comple- bio ed Elba nel 2002. Queste inondazioni han-
tamento, da parte delle Autorità di Bacino, del- no causato circa 700 morti, lo sfollamento di
le mappe dei rischi idraulico e geologico per quasi un milione di persone e perdite economi-
l’intero territorio nazionale. Con un successivo che di beni assicurati per un totale che si aggi-
atto (DPCM 29 settembre 1998) sono state ra intorno ai 25 miliardi di euro. Preso atto della
quindi fornite indicazioni tecniche per una rea- situazione e della necessità, quindi, di tenere
conto con più incisività degli impatti delle inon-
dazioni nello sviluppo della politica comunitaria
in tema di acque, anche alla luce della natura
transnazionale dei principali fiumi del continen-
te europeo, la Commissione Europea ha ema-
nato la Comunicazione 2004/472 del 12 Luglio
2004 “Gestione dei rischi di inondazione – Pre-
venzione, protezione e mitigazione delle inon-
dazioni”.
Successivamente, l’emanazione della Direttiva
Europea 2007/60/CE del Parlamento Europeo e
del Consiglio del 23 ottobre 2007 relativa alla
valutazione e alla gestione dei rischi di alluvio-
ne, recepita con D.Lgs, 23 febbraio 2010 n. 49,
ha inteso fornire indicazioni per ridurre le po-
tenziali conseguenze negative delle inondazio-
ni soprattutto sulla vita e la salute umana, sul-
l’ambiente, sul patrimonio culturale e sulle atti-
vità economiche attraverso un processo gra-
duale di attuazione che porti tutti gli Stati Mem-
bri ad un livello comparabile di protezione dal
rischio di inondazioni e ad una effettiva capa-
cità di coordinamento nella gestione del rischio
stesso. La Direttiva è stata inserita nel contesto
delle Direttive “figlie” della Direttiva Quadro
delle Acque 2000/60/CE e, quindi, nella Strate-
gia Comune di Attuazione della stessa.
La Direttiva richiede che gli Stati Membri pro-

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cedano con la realizzazione di tre strumenti: combinazioni di misure più efficaci dal punto
1. la valutazione preliminare del rischio, prima di vista economico. La scelta delle decisioni
scadenza il 2011, tesa a determinare il livel- deve essere accompagnata da un processo di
lo di rischio in ogni distretto idrografico o partecipazione pubblica e di consultazione
unità di gestione e ad individuare quelle degli stakeholders perché ci sia condivisione e 41
aree per le quali elaborare le mappe della ripartizione delle responsabilità fra tutti i livelli
pericolosità e del rischio ed i piani di ge- istituzionali e si tenga conto di tutte le possibili
stione del rischio di inondazioni. implicazioni sociali di misure che possono
2. la mappatura del rischio, prima scadenza il avere un impatto rilevante sulla qualità della vi-
2013, che comprende le mappe della peri- ta e sugli interessi di molte persone. A livello
colosità e le mappe del rischio di inonda- nazionale la partecipazione degli utenti si sta
zioni. Le mappe della pericolosità delimita- attuando principalmente con l’organizzazione
no le aree potenzialmente inondabili secon- di Forum e sarà facilitata dalla pubblicazione
do i tre diversi scenari previsti dalla Diretti- dei prodotti sviluppati sui siti web delle autorità
va: inondazioni con una scarsa probabilità responsabili.
di accadimento (applicando) scenari di
eventi estremi; inondazioni con una media Rischio idrogeologico: esperienze sul campo
probabilità (tempo di ritorno ≥100 anni); Nel quadro legislativo sopra delineato, l’ISPRA
inondazioni con elevata probabilità, qualora effettua un’attività di monitoraggio dell’attuazio-
ritenuto opportuno. Le mappe di rischio in- ne degli interventi di mitigazione del rischio
dicano le conseguenze negative potenziali idrogeologico dalla quale sono emerse alcune
derivanti dalle inondazioni di scarsa, media importanti questioni su cui si vuole porre l’at-
ed elevata probabilità di accadimento tenzione, quali l’urbanizzazione in aree golena-
espresse in termini di: numero degli abitanti li, l’ostruzione, riduzione e occlusione degli al-
potenzialmente interessati; tipo di attività vei e la declassificazione delle aree a rischio a
economiche presenti nell’area soggetta al- seguito della realizzazione di opere di messa in
l’inondazione; istallazioni che potrebbero sicurezza.
causare inquinamenti nel caso fossero Per un più agevole inquadramento delle pro-
inondate (allegato I della Direttiva 96/61/CE blematiche evidenziate vengono di seguito ri-
sulla prevenzione e la riduzione integrate portati due casi-studio relativi rispettivamente
dell’inquinamento); aree protette potenzial- ad un problema idraulico e ad uno geologico,
mente interessate (allegato IV, paragrafo I, ovvero l’alluvione di Aulla (MS) e la colata che
punti i), iii) e v) della Direttiva 2000/60/CE); ha investito Poggio Ferrato, nel comune di Val
altre informazioni considerate utili quali l’in- di Nizza (PV).
dicazione delle aree in cui possono verifi-
carsi alluvioni con elevato trasporto di sedi- ■ L’alluvione di Aulla
menti e colate detritiche nonché di altre no- L’alluvione di Aulla, provincia di Massa Carrara,
tevoli fonti di inquinamento presenti nelle dell’ottobre-novembre 2011 è l’esempio di un
zone delimitate evento causato dall’urbanizzazione di un’area
3. il piano di gestione del rischio di alluvioni, alluvionale (nel caso specifico quella del fiume
da completarsi entro il 2015, coordinato a li- Magra) destinata, invece, alla naturale espan-
vello di distretto idrografico o unità di ge- sione del fiume in fase di piena (fig. 2).
stione. I piani di gestione sono da predi- Sulle province di La Spezia e Massa e Carrara
sporre sulla base delle mappe precedente- il 25 ottobre 2011 si riversarono delle precipita-
mente elaborate e riguardano tutti gli aspet- zioni intense, che alcuni pluviometri misurarono
ti della gestione del rischio di inondazioni e, in 542 mm di pioggia in sei ore. L’analisi dei
in particolare, prevenzione, protezione e dati pluviometrici storici disponibili evidenziaro-
preparazione, comprese le attività di previ- no però come l’area ligure e della Lunigiana
sione ed i sistemi di allertamento. fossero caratterizzate da molti eventi meteo-
Sin dall’introduzione della Direttiva “Alluvioni” idrologici confrontabili, in termini di quantità ed
nel panorama normativo comunitario è stata intensità di precipitazioni e di effetti al suolo
evidente la esigua necessità di adattamento prodotti, con quello dell’ottobre-novembre 2011
della normativa nazionale e dei prodotti già che, quindi, può essere considerato tutt’altro
realizzati pur nella necessità di approfondi- che eccezionale.
mento di aspetti fino ad allora poco considera- Il gran numero di dissesti idraulici e gravitativi,
ti. Agli Stati Membri è richiesto che siano espli- che causarono all’epoca 18 vittime e danni agli
citati chiaramente i criteri adottati per la reda- abitati ed alle infrastrutture, nonché l’interruzio-
zione dei programmi di misure inseriti nei piani ne di collegamenti viari e ferroviari, con grave
di gestione e siano in ogni caso privilegiate le compromissione delle attività commerciali, in-
roma
Figura 2 - Carta del rischio
idraulico elevato e molto
elevato di Aulla, elaborata
dall’Autorità di bacino del
Fiume Magra.

Figura 3 - Aulla 1959.


Foto scattata durante i
primi lavori di costruzione
del muro arginale in
conglomerato cementizio
non armato, che
successivamente sarà
rialzato due volte.
L’opera è stata realizzata in
area di pertinenza fluviale,
per la protezione della
futura area urbanizzata.
Foto concessa da Regione
Toscana ed Autorità di
Bacino del fiume Magra

Figura 4 - Aulla 1950. Immagine d’epoca dell’abitato prima dell’espansione urbanistica, che ha sottratto al fiume parte dell’area golenale.
Si può osservare la vastità dell’area che sarà occupata dalla successiva urbanizzazione. Foto concessa da Regione Toscana ed Autorità
di Bacino del fiume Magra.

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Figura 5 - Elaborazione
tra due rilievi Lidar di
Aulla, prima e dopo
l’evento. In rosso sono
indicati i depositi ed in
verde le erosioni
provocate dalla piena.
Fonte: Regione Toscana
ed Autorità di Bacino del
fiume Magra

Figura 6 e 7 - Immagini
della piana alluvionale
del Fiume Magra nel
tratto adiacente
all’abitato di Aulla,
riprese rispettivamente
da valle e da monte. La
porzione di abitato
sviluppatasi dopo gli
anni ‘50, venne
realizzata sull’area
golenale del fiume ed è
in una condizione di
rischio idraulico molto
elevato.
Foto Archivio ISPRA

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dustriali ed agricole delle zone interessate, fu- costituito dai depositi alluvionali recenti, che
rono attribuiti dai mass-media unicamente agli rappresenta una parte dell’alveo di piena del
eventi pluviometrici molto intensi e concentrati. corso d’acqua. Le costruzioni realizzate com-
Le precipitazioni cadute sui versanti sicura- prendevano abitazioni private, edifici pubblici
mente innescarono forti fenomeni erosivi a ca- compreso il municipio, fabbricati destinati ad
44 rattere diffuso, con colate detritiche che molto attività commerciali e produttive, linee di comu-
velocemente si accumularono negli alvei o de- nicazioni stradali e lifelines, aggravando il ri-
fluirono verso valle. I detriti già presenti in alveo schio, sia per l’incremento del valore dei beni e
e quelli lungo le superfici di scorrimento, ivi de- dei manufatti esposti, sia per l’aumento della
positati a seguito di precedenti frane, contribui- densità di popolazione.
rono all’ingrossamento di tali colate, cosicché Alcuni primi interventi furono predisposti dal-
ingenti masse fluide raggiunsero velocemente i l’Ufficio del Genio Civile di Massa Carrara a se-
centri abitati ubicati nelle valli. Occorre, tutta- guito dei crolli degli anni ‘90, quali la ricostru-
via, segnalare che l’alveo era stato completa- zione dei settori d’argine crollati e la realizza-
mente tombinato e trasformato in alveo-strada, zione di scogliere a salvaguardia delle fonda-
determinando l’esondazione e lo scorrimento zioni. Gli interventi, eseguiti in situazione di
dell’onda di piena con trasporto di detriti, fango estrema emergenza e durante la piena del cor-
e materiale vario. so d’acqua, non ebbero purtroppo i risultati at-
Gli eventi meteo-idrologici e i conseguenti tesi.
eventi di piena/esondazione come quello del Durante le piogge del 2011 nell’abitato l’onda
novembre 2011 sono da considerarsi di riferi- di piena raggiunse circa 6 m di altezza sul li-
mento nella definizione degli scenari di rischio vello medio del fiume e, lungo il suo percorso,
geologico-idraulico per l’area ligure e della pro- sommerse completamente i piani interrati e i
vincia di Massa Carrara e nella programmazio- primi piani di tutti gli edifici incontrati. Le opere
ne degli interventi di mitigazione. idrauliche realizzate a protezione dell’abitato di
In quel particolare frangente l’abitato di Aulla Aulla dai fenomeni erosivi e alluvionali derivanti
ebbe i danni maggiori e risulta, quindi, di parti- dalla dinamica fluviale del Fiume Magra, risul-
colare interesse per la definizione delle proble- tarono quindi inadeguate rispetto all’entità della
matiche che si stanno affrontando. piena verificatasi. (figg. 5, 6 e 7).
L’abitato di Aulla si è sviluppato su un’area deli-
mitata da tre corsi d’acqua: il Fiume Magra ad ■ La colata di Poggio Ferrato
ovest, il Torrente Taverone a nord e il Torrente I cambiamenti nell’uso del suolo e l’antropizza-
Aulella a sud. Per consentire l’espansione ur- zione (soprattutto negli ultimi 50 anni) hanno
banistica della città verso il Fiume Magra, ven- implicazioni dirette sulla risposta all’azione ero-
ne costruito alla fine degli anni ‘50 un muro siva dei versanti, soprattutto per quanto riguar-
d’argine in calcestruzzo non armato a gravità da la degradazione meteorica e l’erosione dif-
con la finalità di proteggere l’abitato dagli in- fusa delle acque dilavanti. La mancata pulizia
tensi fenomeni di erosione dei suddetti corsi dei fossi e dei rii, l’abbandono della pratica dei
d’acqua (fig. 3 e 4), i quali, avendo un caratte- solchi trasversali (idrologia superficiale definita
re fortemente torrentizio, alternano periodi di “stagionale”), l’eccessivo abbattimento delle al-
magra a improvvise e violente piene in occa- berature, il cambiamento della tipologia di la-
sione di eventi meteorologici sfavorevoli. Negli vorazione agraria, soprattutto con la meccaniz-
anni ’60 il muro venne rialzato due volte, fino a zazione e della pratica dell’aratura e dell’erpi-
raggiungere l’altezza di circa 5 m; tali lavori ciatura a rittochino, le “ciglionature” quasi total-
vennero eseguiti senza il necessario adegua- mente eliminate, con conseguente aumento
mento delle fondazioni e con strati non collega- delle pendenze medie dei versanti, sono i fatto-
ti staticamente tra loro. Per dette caratteristiche ri che emergono e che hanno concorso all’au-
il manufatto non può essere considerato un’o- mento e alla accelerazione destabilizzante dei
pera stabile, anche in relazione all’elevato ri- versanti, in particolare dove si sviluppano cola-
schio sismico della Lunigiana, tanto che nei te. Al pari di qualsiasi tipo di intervento struttu-
primi anni ‘90, in occasione di eventi di piena, rale, per una efficace azione preventiva e di mi-
crollarono due tratti del muro d’argine per effet- tigazione del rischio di dissesto idrogeologico,
to di processi erosivi del Fiume Magra, che l’uso del suolo riveste una rilevanza determi-
scalzarono al piede le opere di fondazione. nante e quindi la suddivisione del territorio, in
Inoltre, la costruzione del manufatto causò una particolare di quello agricolo, in “zone con di-
notevole riduzione della sezione idraulica del- versi gradi di limitazioni in relazione al loro sta-
l’alveo del fiume Magra e nel contempo l’e- to di stabilità idrogeologica”, risulta essere un
spansione urbanistica venne realizzata con intervento sicuramente necessario.
l’occupazione pressoché completa del terrazzo Un esempio di tali problematiche è, tra gli altri, la

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45

Figura 8 - Frana
rototraslativa che
evolve in colata nella
parte medio-terminale.
Si nota l’accumulo del
corpo di frana di forma
allungata e che si apre
a ventaglio nella parte
terminale assumendo
un aspetto tipico di
conoide. Foto archivio
ISPRA

Figura 9 - Riattivazioni
di parti e porzioni di
fenomeni gravitativi
quiescenti mediante
creep; se in passato
interessavano spessori
solitamente
modestissimi, nel
tempo hanno
interessato porzioni di
territorio consistenti fino
alle decine di ettari.
Foto archivio ISPRA.

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Figura 11 - Versante
coltivato lungo la
strada provinciale 155
di Poggio Ferrato.

Figura 10 - Nella foto


sono in evidenza la
colata (in rosso), gli orli
di degradazione attivi
(in rosso), i movimenti
gravitativi di creep (in
verde) e il limite (in
viola) tra il Complesso colata di Poggio Ferrato (fig. 8), nel comune di zione naturale del territorio piuttosto che miranti
Caotico e il Complesso Val di Nizza. Il progressivo abbandono delle atti- ad un irrigidimento o ad una “gessazione” del
Indifferenziato; con la vità agricole e la modifica delle colture prevalenti territorio, ritenendo ciò più efficacie per il con-
freccia gialla è dal dopoguerra ad oggi (si è vista l’alternanza solidamento dei dissesti e per un miglior sfrut-
evidenziato il salto di tra foraggio - prevalente negli anni ‘70-’80 - e ce- tamento agro-forestale del territorio che garanti-
pendenza e la gola reali - prevalenti negli anni ‘30) ha determinato sce, nel contempo, una generale stabilizzazio-
provocato dal diverso cambiamenti significativi nei parametri della idro- ne dei versanti. Il processo di svuotamento del
grado di erodibilità tra logia e della morfometria fluviale, quali frequenza serbatoio, che alimenta la colata, è ancora in
le due litologie. e densità di drenaggio, indice di biforcazione, essere e l’evoluzione retrogressiva della stessa
Foto archivio ISPRA densità della rete idrografica, nonché un aumen- minaccia l’abitato di Poggio Ferrato. Appare
to medio della pendenza dei versanti, in misura quindi complementare anche la realizzazione di
Figura 12 - Particolare tale da condizionarne l’erodibilità e favorire un paratie, ipotizzata in passato; mentre i pozzi
dell’orlo di scarpata (in aumento dell’attività di degradazione meteorica drenanti già realizzati sembrano soddisfare le
rosso) di degradazione soprattutto in termini di erosione diffusa e con- necessità di stabilizzare il corpo di frana da un
della mud-flow di centrata. L’attività di creep ne è la conseguenza lato e di mitigare il processo di alimentazione
Poggio Ferrato. (foto più tangibile e diffusa. (figg. 9, 10, 11 e 12). della colata dall’altro. La regimazione e l’allon-
settembre 2000). Nella stessa area, l’amministrazione comunale tanamento dal corpo di frana delle acque me-
Foto archivio ISPRA ha predisposto opere di drenaggio, ma il fine teoriche per evitare la saturazione della massa
ultimo non deve essere una declassificazione movimentata e la realizzazione di strutture dina-
dell’area ad una classe di rischio inferiore, co- miche di contenimento sono stati ritenuti inter-
me già accaduto in altri ambiti italiani, con il fi- venti prioritari assieme alle opere per la siste-
ne di redigere piani urbanistici complessi di mazione complessiva del bacino in frana che,
edilizia popolare a monte della corona di frana. data la vocazione agricola della zona, potreb-
A tal fine si ricorda che, per una struttura civile bero consistere nella piantumazione di essenze
la progettazione prevede una vita utile che nel arboree e arbustive e nel rinverdimento me-
caso di abitazioni è di 200 anni, di gran lunga diante la realizzazione di viminate attive per un
superiore a quella dei drenaggi, che rispondo- rimodellamento dei versanti. I canali drenanti
no in maniera ottimale nei limiti dei 15 anni. La eseguiti nelle diverse fasi, seppur necessari,
presenza degli abitati variano, quindi, le condi- non sono risultati esaustivi rispetto ad un inter-
zioni al contorno sulle quali era stato calcolato vento teso a mitigare il reale motivo delle riatti-
il coefficiente di sicurezza dell’opera di drenag- vazioni dovute alla rottura di pendenza come la
gio. In tal caso la pericolosità del territorio, ri- realizzazione di un muro di contenimento e
marrebbe alta e, con la declassificazione e gabbionate, tesi appunto a contenere le argille.
conseguente pianificazione urbanistica, au-
menterebbe il fattore di rischio. Conclusioni
Nei più recenti indirizzi relativi agli interventi di La mitigazione del rischio funziona se viene fat-
mitigazione del rischio da frana e colata sono ta un’opera che diminuisce la pericolosità o ri-
stati preferiti criteri tesi ad assecondare l’evolu- duce il bene esposto. Nel momento in cui a

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valle dell’intervento poi si procede con la de- agricoli, nonché le modifiche apportate alla di-
classificazione dell’area con l’intento di render- namica fluviale, tutti fattori che, nel loro insie-
la disponibile ad un nuovo sviluppo territoriale, me, concorrono a definire un quadro generale
occorrerà conseguentemente provvedere ad di alta vulnerabilità.
una nuova progettazione per la mitigazione del Con particolare riferimento al rischio idraulico,
rischio dovuto alle nuove condizioni. È evidente vi sono così strette interconnessioni tra i pro-
47
la centralità rivestita dalla classificazione delle cessi di attuazione delle Direttive 2000/60/CE e
aree in termini di pericolosità e rischio, la qua- 2007/60/CE e dei rispettivi piani di gestione,
le, tuttavia, risulta materia delicata proprio per il che molti paesi europei hanno già incluso le
carattere qualitativo del metodo adottato per la misure di prevenzione contro le alluvioni nei
determinazione del rischio. Contrariamente a primi piani di bacino, previsti dalla Direttiva
quanto si potrebbe infatti pensare, la costruzio- Quadro sulle Acque per il periodo 2009-2015.
ne di opere volte a contenere i potenziali “ele- Una forte integrazione fra i due piani è attesa
menti di pericolosità” del territorio (come ad dalla Commissione Europea, vista la contem-
esempio gli argini lungo un corso d’acqua) non poranea scadenza, fissata al 2015, per la pre-
giustifica necessariamente la collocazione del- sentazione del secondo piano di gestione per
lo stesso in una classe di rischio inferiore a la protezione delle acque e l’uso sostenibile
quella precedentemente attribuita. La valuta- delle risorse idriche e per quella del primo pia-
zione del rischio deve prendere in esame, non no di gestione del rischio alluvioni.
solo la probabilità che un evento accada, che Poiché i fenomeni idrologici estremi possono
dovrebbe diminuire a seguito degli interventi, provocare gravi danni alla salute dell’uomo,
ma anche e soprattutto del danno che lo stes- all’ambiente, alle attività economiche e alla
so evento provocherebbe. conservazione del patrimonio culturale, en-
Da un punto di vista generale si può evidenzia- trambe le direttive 2000/60/CE e 2007/60/CE si
re che, in tutti i casi osservati, il fattore comune fondano sulla gestione integrata dell’acqua, va-
è dato da una limitata estensione dei bacini, le a dire su un sistema sostenibile di sviluppo
accompagnata dall’alta energia dei versanti, delle risorse idriche, che tenga conto di tutti gli
da un profilo acclive del corso fluviale e da uno aspetti ambientali, sociali ed economici della
sviluppo urbanistico, che non ha tenuto ade- politica di tutela e utilizzo di questo bene natu-
guatamente conto delle pericolosità geologi- rale, essenziale per la vita su questo pianeta.
che del territorio. Sono riconducibili a questo E’, infatti, di fondamentale importanza per il no-
aspetto la frequente trasformazione dei tratti stro Paese, che tutti gli enti responsabili coin-
terminali dei torrenti in “alvei-strada” e la densa volti ai vari livelli di competenza nella valutazio-
urbanizzazione che ha occupato aree costiere ne e gestione del rischio idraulico, riescano a
ed alluvionali; a questo si aggiungono l’abban- fare sistema comune fra loro e con le istituzioni
dono delle aree forestali e dei terrazzamenti comunitarie e siano in grado di esplicitare una

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3
roma
proficua sinergia, utile a superare tutte quelle di spesi per il contenimento (efficacia delle po-
difficoltà di coordinamento che, troppo spesso, licy), un indicatore possibile derivi eventual-
hanno minato molti degli adempimenti giuridi- mente dalla declassificazione dell’area interes-
co-amministrativi che ci derivano dalla nostra sata dall’intervento di mitigazione del rischio.
appartenenza alla Comunità Europea. E non si può certo affermare che non sia di pri-
48 Un’ attività di particolare interesse ed utilità, al maria importanza, nell’azione amministrativa
fine di utilizzare le risorse disponibili, compresi i pubblica, il tema della puntuale e corretta valu-
fondi comunitari, sarebbe l’approfondimento tazione del rischio di inondazioni. Saper preve-
dello studio degli eventuali indicatori per la miti- nire tali calamità ed essere in grado di gestire
gazione del rischio. Ci si riferisce, ad esempio, rischi ed eventuali emergenze rappresenta non
a quelli che potrebbero essere consigliati nelle soltanto un’interessante sfida professionale per
linee guida del Ministero dello Sviluppo Econo- la comunità dei ricercatori e dei tecnici di setto-
mico relativamente alla valutazione degli inter- re, ma una precisa e ben definita responsabi-
venti finanziati con i fondi strutturali 2014-2020 lità da parte di chi opera nelle amministrazioni
in cui potrebbe sembrare naturale ma contro- pubbliche competenti nel garantire tale essen-
producente che, per misurare l’efficacia dei sol- ziale servizio al cittadino.

Bibliografia
Atto MATTM- DG Tutela del Territorio e Risorse Idriche “Indirizzi Operativi per l’attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa
alla valutazione ed alla gestione dei rischi da alluvioni con riferimento alla predisposizione delle mappe della pericolosità e
del rischio di alluvioni (Decreto Legislativo n. 49/2010)”. Gennaio 2013
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delle inondazioni”. Bruxelles, 12 luglio 2004
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” (Codice Ambientale). Gazzetta Ufficiale n.88 del
14 aprile 2006 - Suppl. Ordinario n. 96
Decreto Legislativo 23 febbraio 2010, n. 49 “Attuazione della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione
dei rischi di alluvioni”. Gazzetta Ufficiale n.77 del 2 aprile 2010
Decreto Legislativo 10 dicembre 2010 n. 219 “Attuazione della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambien-
tale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 82/176/CEE,
83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE e recepimento della diretti-
va 2009/90/CE che stabilisce, conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l’analisi chimica e il moni-
toraggio dello stato delle acque”. Gazzetta Ufficiale n.296 del 20 dicembre 2010
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 settembre 1998 “Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazione
dei criteri relativi agli adempimenti di cui all’art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n.180”. Gazzetta Uffi-
ciale n. 3 del 5 gennaio 1999
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e
funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di prote-
zione civile”. Gazzetta Ufficiale dell’11 marzo 2004 n. 59 e testo coordinato con le modifiche introdotte dalla Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2005 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’ 8 marzo 2005, n. 55
Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l’azione co-
munitaria in materia di acque. Gazzetta ufficiale delle Comunità europee del 22.12.2000
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dei rischi di alluvione. Gazzetta ufficiale delle Comunità europee del 6 novembre 2007
Greco M., Marasciulo T., Pasquarè F.A., Pistocchi L. Serva L., Spiniello O. Rivista Geologia Tecnica e Ambientale 3/2003.
La colata di Poggio Ferrato (PV): analisi dei fattori all’origine del dissesto e ipotesi di lavoro per la mitigazione del rischio.
Marzo 2003.
Legge 18 maggio 1989, n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”. Gazzetta Ufficiale
n.120 del 25 maggio1989 - Suppl. Ordinario n. 38
Legge 3 agosto 1998, n. 267 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante
misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione
Campania”. Gazzetta Ufficiale n.183 del 7 agosto 1998
Legge 27 febbraio 2009, n. 13, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, re-
cante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente”. Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 feb-
braio 2009
Manuali e Linee Guida ISPRA Barbano A., Braca G., Bussettini M., Dessì B., Inghilesi R., Lastoria B., Monacelli G., Morucci
S., Piva F., Sinapi L., Spizzichino D. “Proposta metodologica per l’aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio.
Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi da alluvione”. ISPRA Manuali e Li-
nee Guida 82/2012_ ISBN 978-88-448-0571-5
Monacelli G. “I piani di gestione del Rischio di Alluvioni. Stato di attuazione” – Rivista L’Acqua n.5/6 2013
Rapporto ISPRA “Verso il recepimento della Direttiva 2007/60/CE: analisi della situazione attuale della pianificazione e della
gestione del rischio di inondazione e proposta per la richiesta delle deroghe ex art.13”. Luglio 2009
Rapporto Tecnico ISPRA. REPORT. Berti D., Silvestri S., Spiniello O. Sezione 5 Lunigiana Maggio 2012. Dipartimento Difesa
del Suolo
Varnes, D.J. e IAEG, 1984. Landslide hazard zonation: a review of principles and practice, UNESCO, Paris France, ISBN
92-3-101895-7, pp. 63.

Arch. M. Fuksas - Mab Zeil (Frankfurt, Germany) Copyright © Moreno Maggi ÿ

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4
Studio ABDR - Nuovo Parco della Musica (Firenze)
Copyright © Moreno Maggi
Quaderno

NORMA UNI
9494-1: 2012
CRITERI DI
PROGETTAZIONE
DEI SISTEMI
NATURALI DI
EVACUAZIONE DI
FUMO E CALORE
a cura di Ing. G. Modeo, Ing. P. Battisti,
Ing. A. Fazzari, Ing. L. Liolli

commissione Impianti antincendio

La 9494-1:2012 riporta come oggetto la dicitu-


ra “Sistemi per il controllo di fumo e calore” e
va in sostituzione della UNI 9494: 2007.
In tutte le attività in cui è presente il rischio di
incendio, è indispensabile adottare misure sia
di prevenzione, che di protezione finalizzate al
controllo dei prodotti generati dalla combustio-
ne, tra i quali l’innalzamento della temperatura
e la formazione dei fumi.
Il fumo è costituito da grandi quantità di gas
caldi e particelle carboniose ad alta temperatu-
ra che producono un innalzamento repentino
della temperatura interna e “minacciano” la
stabilità, la tenuta e l’isolamento delle strutture
portanti e separanti.
Occorre pertanto fare in modo che i fumi per-
mangano il minor tempo possibile negli am-
bienti in cui l’incendio si sviluppa. Difatti in un
ambiente in cui i moti convettivi sono molto li-
mitati, i fumi che si innalzano sopra un focolaio
tendono rapidamente a stratificarsi per spinta
archimedea al di sotto del soffitto mescolando-
si pochissimo con l’aria dell’ambiente circo-
stante e giunti a soffitto tendono ad allargarsi in
tutte le direzioni formando una coltre che si
ispessisce con velocità proporzionale alla loro
temperatura.

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Lo studio degli incendi e delle loro conseguen- bienti da proteggere con una superficie mini-
ze sulla popolazione, ha rilevato che le prime ma di 600 mq e un’altezza minima di 3 m nel
cause di decesso in caso d’incendio sono i fu- caso di:
mi e i gas caldi. A seguito di questa considera- • edifici monopiano;
zione, i progetti ai fini antincendio si sono evo- • ultimo piano di edifici multipiano;
luti con una sempre maggiore attenzione all’in- • piano intermedio di edifici multipiano colle-
53
stallazione di dispositivi e impianti che permet- gabile alla copertura.
tano di controllare fumo e calore, presenti in La norma è relativa a SENFC realizzati con
una qualsiasi reazione di combustione. Evacuatori Naturali di Fumo e Calore (ENFC)
Un efficace sistema di evacuazione del fumo e installati su tetto; inoltre, fatto nuovo, fornisce
del calore è finalizzato a perseguire i seguenti indicazioni e concetti per SENFC realizzati con
obiettivi: ENFC installati su parete rimandando ad una
• mantenere le vie di esodo e gli accessi libe- apposita appendice informativa.
ri da fumo; Il dimensionamento del SENFC dipende dalle
• agevolare le operazioni di lotta contro l’in- caratteristiche dell’incendio e dall’altezza dello
cendio creando uno strato libero da fumo; strato libero da fumo che si intende raggiunge-
• ritardare e/o prevenire il “flash over”; re nell’ambiente da proteggere.
• limitare i danni agli impianti e alle merci; Di seguito analizzeremo i parametri principali
• ridurre gli effetti termici sulle strutture; che occorre valutare nella progettazione di tali
• ridurre i danni provocati dai gas di combu- sistemi.
stione e dalle sostanze tossiche e/o corrosi- L’ambiente da proteggere: I dati da considera-
ve originate dalla combustione. re nella progettazione sono le dimensioni (su-
Le prime norme relative agli EFC e ai SENFC si perficie, altezza, lunghezza pareti, ecc.) e le
svilupparono in Europa negli anni Settanta e strutture dell’ambiente, la forma e le caratteri-
Ottanta, frutto di studi svolti in Inghilterra e in stiche della copertura, la stabilità e il comporta-
Germania, sin dagli anni Sessanta, riguardanti mento al fuoco delle parti. Occorre tenere in
il comportamento del fumo all’interno e all’e- considerazione questi fattori per poter definire
sterno degli edifici in caso d’incendio. l’installazione degli ENFC, delle quantità, della
In Italia il primo documento fu redatto dal Con- loro distribuzione, ecc.
cordato Italiano Incendio e pubblicato nel Le dimensioni dei compartimenti, le comparti-
1977, con il titolo “Sistemi per l’evacuazione mentazioni a soffitto: Queste sono caratterizza-
dei fumi”. Successivamente, nel 1989 è stata te dal volume all’interno di un ambiente limitato
emessa la prima norma UNI 9494 “Evacuatori o chiuso dal soffitto e dalle barriere al fumo o
di fumo e calore. Caratteristiche, dimensiona- da elementi strutturali idonei a trattenere il fumo
mento e prove”, che è stata aggiornata dalla che stratifica in caso d’incendio.
edizione del 2007, fino all’ultima evoluzione del
2012.
L’edizione 2007 non differiva nella sostanza da
quella del 1989, ma nasceva dall’esigenza di
eliminare le parti in contrasto con le altre norme
nel contempo emanate in materia, in primo luo-
go le norme di “prodotto” UNI EN 12101 che
rendevano l’Evacuatore di Fumo e Calore
(EFC) un prodotto con l’obbligo di marcatura
CE, nonché per tenere conto anche di alcune
nuove definizioni dei componenti ivi richiamati.
La prima differenza è che la norma UNI 9494
edizione 2012 tratta in modo più ampio i siste-
mi per il controllo di fumo e calore che si svi-
luppano durante un incendio componendosi di
2 parti: una parte riguarda la Progettazione e
installazione dei Sistemi di Evacuazione Natu-
rale di Fumo e Calore (SENFC), l’altra parte ri-
guarda la Progettazione e installazione dei Si-
stemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore
(SEFFC).
La norma UNI 9494-1 specifica con maggior
dettaglio, rispetto alle edizioni precedenti, le
caratteristiche degli ambienti soggetti al cam-
po di applicazione: la norma si applica ad am-

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roma

SENZA EVACUATORI CON EVACUATORI

54

Figura 1 - Efficacia
presenza evacuatori

È possibile eseguire compartimentazioni a sof- indicato nelle precedenti edizioni della norma
fitto fino a 1.600 mq per aumentare l’efficacia non è più valido.
dell’impianto; possono utilizzarsi le strutture Il gruppo di dimensionamento (GD) è anch’es-
esistenti, oppure completare la compartimenta- so ottenuto da valori tabellati, e dipende fonda-
zione con barriere al fumo fisse o mobili i cui mentalmente dalla durata di sviluppo dell’in-
requisiti son ben determinati dalla norma UNI cendio e dalla velocità di propagazione dell’in-
EN 12101-1. cendio.
Nella precedente versione, nel caso in cui i Si noti come la norma entri con maggior detta-
compartimenti fossero stati maggiori di 1600 glio rispetto al passato nella definizione della ti-
mq, questi dovevano essere suddivisi in com- pologia di incendio prendendo in considerazio-
partimenti a soffitto di superficie massima non ne il rilascio termico, che occorre valutare per
superiore a 1.600 mq ciascuno. Tale indicazio- conseguire poi il corretto dimensionamento del
ne base rimane anche nella versione corrente SENFC e quindi per garantire uno strato libero
anche se con ulteriori dettagli applicativi. da fumo per proteggere le persone presenti nel
Infatti con la revisione della suddetta norma nel locale.
2012, viene inserito quindi come elemento pro- Viene definito inoltre il rapporto tra superficie di
gettuale vincolante il “compartimento” la cui di- evacuazione totale (SUT) e delle aperture di af-
mensione massima di 1.600 mq deve essere flusso di aria (SCT).
ottenuta suddividendo i locali, se sono di di- Superfici per l’afflusso di aria fresca (SCT): A
mensioni maggiori, con barriere al fumo; solo in differenza della versione precedente in cui veni-
qualche caso particolare, specificato dalla nor- va indicato un parametro molto semplice per il
ma, si può arrivare a compartimenti a soffitto fi- dimensionamento delle prese di aria fresca
no a 2.600 mq incrementando opportunamente (queste dovevano avere una superficie non mi-
la SUT. nore di 2 volte la superficie geometrica di aper-
L’altezza delle barriere non deve essere mai in- tura della totalità di EFC installati), nella versio-
feriore a 1,00 m. Lo strato libero da fumi non ne corrente invece viene sviluppato un metodo
deve essere mai inferiore a 2,50 m. Se lo strato più articolato. Il dimensionamento viene calco-
libero da fumo è inferiore a 4 m, la barriera de- lato su uno solo dei compartimenti a soffitto ed
ve scendere 0,50 m sotto strato di fumo; di in particolare quello avente il massimo valore di
conseguenza l’altezza minima da terra delle SUT. Il valore ottenuto può tenere conto anche
barriere al fumo è di 2 m. Per strati liberi da fu- di ulteriori correzioni secondo coefficienti tabel-
mo più alti di 4 m la barriera deve esser alta lati che sono funzione della tipologia delle aper-
come lo strato di fumi e gas caldi. La distanza ture disponibili e dei loro angoli di apertura.
massima tra le barriere, o tra la parete e la bar- Le aperture per le prese d’aria, con il loro valo-
riera al fumo non deve superare 60 m. Questa re corretto dal fattore di forma, dovranno avere
misura rimane come dimensione massima del una superficie 1,5 volte maggiore della superfi-
lato del compartimento e/o compartimento a cie utile totale di evacuazione di fumo del com-
soffitto (ora chiamato anche serbatoio fumo). parto maggiore.
La determinazione della Superficie Utile Totale Le prese d’aria fresca devono essere indivi-
di evacuazione del fumo (SUT): La SUT, si ot- duate come segue:
tiene attraverso i valori tabellati in funzione del • applicando su ognuna una targhetta con
Gruppo di Dimensionamento (GD) che dipen- l’indicazione “apertura per l’afflusso d’aria
de dalla tipologia di rischio. Il calcolo della SUT del SENFC”;
in percentuale della superficie del locale come • segnando attorno all’apertura lo spazio li-

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bero necessario per il corretto funziona- influenza del vento come per gli ENFC.
mento. Di seguito vengono descritte le principali carat-
Per il dimensionamento si assume per ipotesi teristiche del sistema SENFC.
che l’incendio sia in regime stazionario e che
abbia quindi una dimensione stabile nel tempo Caratteristiche del sistema SENFC 55
e che sia gli ENFC, sia le aperture per l’afflusso Principi di base: L’installazione degli ENFC de-
di aria esterna, siano nella posizione prevista in ve essere realizzata in modo da assicurare, in
caso di incendio. caso di incendio, la fuoriuscita dei fumi e gas
Influenza delle condizioni esterne: La nuova nor- caldi prodotti ed evitare quindi che i locali col-
ma UNI 9494-1 ha evidenziato l’importanza dei piti siano totalmente invasi dai fumi stessi,
fattori esterni, analizzati in apposite appendici mantenendo una zona libera da fumo nella par-
informative dedicate, che non erano considerati te inferiore dei medesimi. I valori ottenuti nel di-
in modo specifico nelle precedenti edizioni. mensionamento della Superficie utile totale d’a-
In particolare: pertura SUT rappresentano la superficie mini-
• l’effetto del vento per ENFC in copertura: ma necessaria.
utilizzare solo ENFC collaudati per il tetto, Criteri di installazione: Gli ENFC devono essere
test vento e neve inclusi; installati, per quanto possibile, in modo omoge-
• l’effetto del vento per ENFC in facciata: va- neo nei singoli compartimenti a soffitto. In ge-
lutare la possibilità che il vento non crei una nerale è preferibile installare un numero elevato
pressione contraria superiore alla pressione di ENFC di dimensioni ridotte, piuttosto che po-
interna; in questo caso eventualmente si chi di grandi dimensioni. La loro distribuzione
potrà raddoppiare il sistema, posizionando dipende dalla tipologia delle coperture e dalla
gli ENFC su due fronti contrapposti, ed loro pendenza.
aprire solo quelli sottovento; Azionamento: Ogni ENFC deve essere munito
• l’effetto del vento per le prese d’aria fresca: di un dispositivo termico di apertura individuale
è importante eseguire gli stessi controlli di che deve funzionare alla temperatura di 68°C,

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se non diversamente indicato, nonché di di- Caratteristiche costruttive: Una nota infine sulla
spositivo di apertura a distanza manuale o au- scelta degli ENFC; questi devono essere
tomatico. In quest’ultimo caso viene previsto conformi alla UNI EN 12101-2 che definisce i
l’interfacciamento con il sistema di rivelazione requisiti di progetto, i procedimenti generali di
incendi, in modo che si possano aprire con- prova, la superficie utile di apertura, nonché i
56 temporaneamente soltanto gli ENFC posti nel requisiti di prestazione e classificazione, questi
compartimento interessato dall’incendio. ultimi fondamentali poiché devono essere ri-
Studi e valutazioni specifiche devono essere spondenti alle richieste del sistema progettato.
fatte nel caso di coesistenza con impianti di I requisiti di prestazione e classificazione, se-
spegnimento automatico al fine di non compro- condo la norma, vengono classificati in base ai
metterne il loro reciproco funzionamento. seguenti parametri: classificazione di affidabi-
Barriere al fumo: La compartimentazione a sof- lità, carico di neve, carico di vento, resistenza
fitto può corrispondere a quella derivante dalle al calore, reazione al fuoco.
caratteristiche strutturali della copertura, oppu- Posa in opera: La stessa norma fornisce indi-
re può essere realizzata con barriere al fumo cazioni in merito a Valutazione di conformità,
che devono però essere conformi alla norma Marcatura CE, Installazione e Manutenzione.
UNI EN 12101-1; queste possono essere fisse Al momento della consegna l’installatore del si-
o mobili, in materiali rigidi o flessibili. stema di evacuazione fumi deve dimostrare il
Ogni compartimento a soffitto deve aver super- buon funzionamento meccanico e termico e ri-
ficie compresa tra 600 mq e 1600 mq. lasciare un resoconto di prova.
Nessun lato del compartimento deve avere lun- L’installatore deve consegnare al committente:
ghezza maggiore di 60 m. • le istruzioni di funzionamento;
Afflusso di aria fresca: Nel calcolo si deve tenere • le istruzioni di manutenzione;
conto delle aperture poste nella zona libera da • una dichiarazione di conformità della realiz-
fumo e che siano ovviamente in posizione di zazione alle norme vigenti, in particolare al-
apertura per garantire l’afflusso di aria fresca ne- le UNI 9494;
cessaria al tiraggio aerodinamico dell’ENFC. Le • la dichiarazione di conformità degli ENFC
prese d’aria dovranno essere chiaramente iden- alla UNI EN 12101-2, e quindi della marca-
tificate e segnalate per garantire la loro funzione tura CE fornita dal fabbricante;
e non essere oggetto di ingombri e occlusioni • la dichiarazione di conformità delle barriere
che possano inficiare l’efficienza del sistema. al fumo alla UNI EN 12101-1, fornita dal
fabbricante.
Manutenzione: L’intera installazione deve esse-
re soggetta a regolare manutenzione a cura del
titolare dell’attività con controlli di funzionamen-
to periodici almeno annuali.
I risultati delle verifiche periodiche devono es-
sere registrati nell’apposito libro di manutenzio-
ne tenuto dal titolare dell’attività.

Conclusioni
In conclusione possiamo osservare come, a
seguito delle maturate esperienze del settore
nel corso degli anni e delle evoluzioni normati-
ve nel contempo intervenute in ambito euro-
peo, la norma UNI 9494 edizione 2012, sia
estremamente più dettagliata rispetto alle edi-
zioni precedenti, nella definizione dei parametri
progettuali, prendendo in considerazione una
molteplicità di fattori che hanno una influenza
decisiva nella determinazione finale del siste-
ma di controllo dei fumi e calore.

Studio ABDR - Stazione Tiburtina (Roma - Cantiere)


Copyright © Moreno Maggi ÿ
Quaderno

a cura di Ing. G. Monti,


Ing. M. Vailati, Ing. R. Marnetto
ISOLAMENTO E SPOSTAMENTO
commissione
Interventi sulle costruzioni esistenti
DI UN EDIFICIO STRATEGICO
visto da: Ing. A. Bozzetti SOTTO TUTELA ARCHITETTONICA
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roma
vece mirano a ridurre al minimo l’alterazione
della fisionomia dell’edificio ed alla conserva-
zione della forma architettonica del manufatto.
In molte situazioni, l’adozione della strategia
del miglioramento consente di calibrare in ma- 59
niera adeguata l’intervento, riducendone l’im-
patto visivo, ma al tempo stesso accettando un
rischio maggiore per l’edificio. Tuttavia, ci sono
dei casi in cui la necessità di perseguire l’ade-
guamento completo dell’edificio è più stringen-
te, se, ad esempio, l’edificio ospita delle funzio-
ni strategiche di grande rilevanza per la collet-
tività. Diviene allora irrinunciabile produrre un
progetto di intervento che realizzi una completa
protezione sismica dell’edificio. Risulta molto
più impegnativo in questi casi operare senza
alternarne, o addirittura modificarne in maniera
irreversibile, l’aspetto.
In questo articolo è trattato un esempio tipico
che ricade appieno nella fattispecie sopra
esposta: si tratta infatti di un edificio, progettato
alla fine degli anni ’50, che ospita funzioni di
grande importanza strategica in cui, però,
qualsiasi intervento di rafforzamento degli ele-
menti strutturali ne avrebbe comportato lo svili-
mento della figura architettonica.
L’edificio in questione è stato progettato in as-
senza di normativa tecnica e di nozioni teori-
che per la progettazione antisismica: esso è
realizzato con una struttura a piano pilotis, che
notoriamente non assicura un comportamento
ideale in condizioni sismiche. Gli edifici a piano
pilotis hanno infatti dimostrato, in passato e nei
recenti eventi sismici, scarsa resistenza alle
azioni orizzontali: la parte superiore rimane so-
stanzialmente rigida, così che la domanda di
spostamento si concentra sui pilastri del piano
terra, pertanto le cerniere plastiche si formano
unicamente alla estremità dei pilastri, che soli-
tamente non sono in grado di dissipare ade-
guatamente l’input di energia del terremoto, sia
perché resi fragili dalla presenza del carico as-
siale che ne riduce la duttilità disponibile, sia
perché affetti da significativi effetti P-delta.
Nel caso in esame, inoltre, i pilastri del piano
pilotis hanno una caratteristica forma “a fungo”,
che, se da una parte contribuisce a caratteriz-
zare architettonicamente l’edificio, dall’altra dà
luogo a un pericoloso comportamento elasto-
fragile, per di più aggravato da una preoccu-
pante carenza di armatura trasversale. La valu-
Introduzione tazione di sicurezza sismica ha fornito un indi-
Sempre più spesso l’ingegnere si trova a dover ce di rischio (dato dal rapporto capacità/do-
progettare interventi di rafforzamento sismico manda, espressa in termini di accelerazione al
su edifici di grande valore storico-culturale, in piede) largamente inferiore all’unità, per cui si
cui si pone la questione di conciliare il rispetto è deciso di procedere al suo adeguamento.
dei requisiti di sicurezza previsti dalla normati- Qualsiasi strategia d’intervento si fosse adotta-
va, che richiedono interventi anche molto inva- ta avrebbe dovuto rispettare due requisiti fon-
sivi, con le esigenze di tutela del bene, che in- damentali:

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roma
a) da parte del Committente, le operazioni di costituito da tre corpi giuntati fra loro – ali e cor-
cantiere non dovevano interferire con le atti- po centrale – con giunti di ampiezza decisa-
vità lavorative svolte nell’edificio, mente insufficiente a consentire gli spostamenti
b) da parte della Soprintendenza, la fisiono- previsti in condizioni sismiche. Per evitare quin-
mia caratteristica dei pilastri “a fungo” non di che le porzioni giuntate della struttura mar-
60 doveva essere modificata. tellassero fra loro, i giunti esistenti sono stati
Fra le diverse possibili strategie, si è alla fine ampliati “allontanando” le ali laterali dal corpo
optato per l’isolamento alla base dell’edificio, centrale.
traendo vantaggio proprio dal punto debole
costituito dal piano pilotis, la cui presenza ha L’edificio strategico esistente
invece reso più agevoli le lavorazioni per la L’edificio oggetto dello studio è mostrato in fi-
realizzazione dell’intervento. L’inserimento dei gura 1. Esso è costituito da tre corpi di fabbri-
dispositivi d’isolamento sotto i pilastri “a fun- ca, come mostrato nella pianta in figura 2.
go”, avrebbe infatti consentito di ottenerne la La struttura è costituita da telai in calcestruzzo
completa protezione senza che l’aspetto venis- armato ottenuti dalla solidarizzazione in opera
se alterato. di pilastri prefabbricati per centrifugazione.
Tale strategia si è rivelata in effetti ottimale sot- Una sezione trasversale dell’edificio è mostrata
to tutti i punti di vista – tecnico, architettonico, in figura 3.
funzionale – ed ha consentito di pervenire ad Ognuno dei due piani pilotis è costituito da 24
un completo adeguamento sismico del fabbri- pilastri, i quali presentano una conformazione
cato. Inoltre, le lavorazioni si sono svolte senza “a fungo”, come mostrato in figura 4, e sono
interferire con le attività svolte all’interno del dotati di sezione circolare cava per accomoda-
fabbricato, mantenendo i frequentatori degli uf- re i condotti di scarico delle acque. La partico-
fici in completa sicurezza. lare conformazione dei pilastri, che contribui-
L’intervento globale è stato completato da sce al valore architettonico dell’edificio, è in
rafforzamenti locali dei pilastri del primo livello, realtà l’elemento maggiormente responsabile
con l’obiettivo di eliminare il possibile insorgere della sua vulnerabilità sismica. La presenza del
di meccanismi di rottura fragili, migliorandone foro interno produce inoltre una notevole ridu-
la bassa capacità a taglio, vista la carente ar- zione della sezione resistente a taglio, soprat-
matura trasversale presente. tutto nella porzione inferiore del pilastro.
Un aspetto di particolare interesse e di assolu- È stato possibile attuare la soluzione dell’isola-
ta innovatività riguarda poi il modo in cui si è mento alla base, grazie alla presenza al piano
affrontato il problema degli spostamenti elevati interrato di setti in cemento armato perimetrali
cui è soggetta una struttura isolata alla base e di pilastri centrali di notevoli dimensioni, col-
nel corso dell’evento sismico. L’edificio è infatti legati da travi di altezza considerevole, posti in

Figura 1 - Panoramica
dell’edificio.

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61

Figura 2 - Pianta del


fabbricato al piano
pilotis.
L’atrio centrale funziona
da smistamento dei
flussi per le due ali
laterali, dove sono
localizzati gli uffici.

Figura 3 - Sezione
sull’ala Ovest.

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roma

62

Figura 4 - Sezione del


tipico pilastro “a fungo”
e della successione
degli strati di finitura. Si
noti la cavità verticale
interna al pilastro che
ospita i condotti di
scarico.

Figura 5 - Foto d’epoca


che mostra la
geometria della
struttura interrata

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roma
corrispondenza dei pilastri “a fungo” superiori
(fig. 5). La struttura del piano interrato fornisce-
quindi una consistente superficie di appoggio,
nell’intorno di ogni pilastro, dove collocare i di-
spositivi di sollevamento per inserire sotto i pi-
lastri gli isolatori sismici, evitando l’insorgere di
63
pericolose concentrazioni di carico in punti non
idonei della struttura esistente.
Figura 6 - Applicazione
del sistema CAM sui
L’intervento di adeguamento sismico pilastri “a fungo”,
L’intervento è stato previsto in tre fasi: rafforza- preventivamente
mento dei pilastri “a fungo”, isolamento alla ba- bonificati.
se e spostamento dell’edificio.
• Il rafforzamento dei pilastri con CAM
Il rafforzamento dei pilastri è stato eseguito con
l’obiettivo di modificarne il comportamento, da
elastico-fragile a duttile, consentendo quindi al-
la sezione di sommità di raggiungere eventual-
mente lo snervamento. L’intervento di rinforzo è
stato effettuato con la tecnica CAM (Confina-
mento Attivo dei Manufatti) che prevede l’appli- zioni, si sono resi opportunamente flessibili gli
cazione di nastri di acciaio inox pretesi (fig. 6). impianti in corrispondenza dell’attraversamento
Le verifiche mostrano che i pilastri rinforzati delle interfacce, soprattutto i condotti di scari-
plasticizzano prima di raggiungere la capacità co verticali presenti all’interno dei pilastri “a
a taglio e quindi presentano un comportamento fungo”, adottando giunzioni di raccordo spira-
duttile, in accordo al criterio della progettazio- late in plastica che si deformano senza deter-
ne in capacità. minare danni e malfunzionamenti.
• L’isolamento alla base • Lo spostamento
L’efficacia del sistema d’isolamento alla base L’aspetto che ha più caratterizzato l’intervento
dei corpi di fabbrica laterali, le “ali”, è stata ac- è stato lo spostamento dei corpi laterali, isolati
certata mediante analisi modale con spettro di
risposta. Il sistema d’isolamento, costituito da Figura 7 - Il “tripode”:
isolatori elastomerici a elevata dissipazione, è vista e sezione.
stato rappresentato da elementi visco-elastici Si noti il particolare del
lineari equivalenti con parametro di smorza- condotto di scarico
mento viscoso equivalente pari al 16%. dotato di gomito
deformabile.
In genere, gli isolatori vengono distribuiti in
pianta in maniera simmetrica per evitare l’insor-
gere di effetti torsionali indesiderati. Purtroppo,
alcuni pilastri ospitavano i discendenti di scari-
co delle acque e quindi sotto di essi non sa-
rebbe stato possibile installare dei dispositivi
elastomerici, poiché ciò avrebbe comportato la
realizzazione di fori all’interno di questi, con
evidenti complicazioni di carattere tecnologico.
Si sono allora adottati dei dispositivi a scorri-
mento (fig. 7), denominati “tripodi” poiché pog-
giano su tre punti, nei quali è stato più sempli-
ce prevedere un foro per il passaggio delle
condutture. Questi sono stati impiegati in nu-
mero maggiore rispetto a quello strettamente
necessario, in modo da posizionare il centro
delle rigidezze il più possibile vicino al centro
delle masse e quindi minimizzare gli effetti tor-
sionali. La figura 8 mostra il loro posizionamen-
to sotto un pilastro “a fungo”, dal quale è stata
rimossa, tagliandola, la porzione inferiore.
Per evitare danni alle connessioni e alle tuba-

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roma 4
alla base, rispetto al corpo centrale, sostanzial-
mente rigido. Come già detto, i giunti fra tali
corpi di fabbrica dovevano essere ampliati in
modo da permettere, in condizioni sismiche, il
corretto funzionamento del sistema d’isolamen-
64 to, senza impedimenti al libero spostamento
delle parti isolate. Di fatto, il giunto esistente
era di ampiezza molto limitata, come spesso si
riscontra nella quasi totalità degli edifici realiz-
Figura 8 - Inserimento zati in Italia.
dei “tripodi” sotto i
pilastri,
La NTC-08 prevede, fra le varie tecniche d’in-
preventivamente tervento, anche l’ampliamento dei giunti. Que-
tagliati alla base. sto però non è sempre facilmente perseguibile.
Nel caso in esame, invece, il piano pilotis e la
presenza di un piano interrato molto rigido han-
no facilitato l’operazione, consentendo la tra-
slazione dei due corpi di fabbrica laterali verso
l’esterno, dopo aver eseguito l’installazione dei
tripodi e degli isolatori elastomerici, questi ulti-
mi pre-deformati nella posizione di progetto a
SLC e ivi bloccati con apposite carpenterie
(fig. 9).
Dopo la rimozione dei bloccaggi, i dispositivi
tendono a ritornare elasticamente alla loro po-
sizione indeformata, spostando “naturalmente”
Figura 9 - l’edificio sovrastante.
Rappresentazione La fase di rilascio è stata bilanciata da un si-
dell’isolatore stema di tirantature (fig. 10) che collegava i
elastomerico, due edifici tra di loro, in grado di assorbire la
predeformato al forza conseguente al richiamo degli isolatori
massimo spostamento.
Alla rimozione del
deformati. Ciò ha consentito, in prima battu-
blocco (in viola), esso ta, di poter liberare tutti gli isolatori dalle car-
ritorna in posizione penterie di blocco, assorbendone la reazio-
centrata facendo ne, quindi di controllarne l’azione di richiamo
traslare l’edificio arrivando allo spostamento finale delle due
sovrastante. ali.
La figura 11 mostra un’immagine di due isola-
tori elastomerici al momento della rimozione
del blocco. In questa configurazione, gli isola-
tori sono al loro massimo spostamento corri-
Figura 10 - Rilascio dei spondente allo SLC e ciò costituisce una sorta
fabbricati: sistema di
tiranti ancorati a
di collaudo in corso d’opera delle capacità
carpenterie metalliche deformative del sistema, nonché della sua sta-
inghisate all’intradosso bilità nei confronti dei carichi verticali.
del primo solaio. La figura 12 mostra invece la porzione inferiore
di un pilastro “a fungo” in cui l’isolatore elasto-
merico è ormai ritornato nella posizione in-
deformata recuperando la deformazione inizia-
le: l’edificio sovrastante si è dunque spostato
della stessa quantità.
Carter metallici verniciati e trattati contro la
corrosione, sono infine stati adottati quali ele-
menti di protezione dei dispositivi, oltre che di
raccordo formale con la parte superiore del pi-
lastro.
La soluzione adottata si è distinta per l’impatto
architettonico molto contenuto, fattore partico-
larmente apprezzato dalla soprintendenza. Il
risultato finale è nel complesso molto equili-

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roma
5

65

Figura 11 - Due
isolatori elastomerici
predeformati, prima
della fase di rientro
elastico in posizione
centrata.
In questa fase l’azione
di richiamo è bilanciata
dalle tirantature.

Figura 12 - Un pilastro
con l’isolatore
elastomerico dopo il
ritorno elastico alla
posizione indeformata.

Figura 13 - Il piano
pilotis ad intervento
ultimato.
a) uno degli ingressi al
blocco centrale posto
alla testa delle ali.
b) un allineamento sul
tratto carrabile di
ingresso al fabbricato.

12 b

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roma
brato, come mostrano le immagini riportare no a renderla realizzabile. Si è così addivenuti
nella figura 13. Tutto lo studio è stato intera- a una soluzione certamente delicata nelle fasi
mente orientato a valutare la fattibilità dell’in- realizzative, ma in grado di superare i molti
tervento, riducendo via via le incertezze che vincoli derivanti dalla straordinarietà dell’inter-
inizialmente accompagnavano la proposta, fi- vento.
66

Arch. A. Libera - Palazzo delle Poste (Roma) Copyright © Moreno Maggi ÿ

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Studio ABDR - Stazione Tiburtina (Roma - Cantiere)
Copyright © Moreno Maggi
Studio ABDR - Stazione Tiburtina (Roma - Cantiere)
Copyright © Moreno Maggi
Quaderno

DISSALAZIONE
NUCLEARE

Stime recenti indicano che


almeno un quinto della
popolazione mondiale non ha
accesso all'acqua potabile, e
questa percentuale è destinata
ad aumentare a causa della
crescita della popolazione
rispetto alle risorse idriche
esistenti.
Le aree più colpite sono le
regioni aride e semiaride del
Nord Africa e dell'Asia. Secondo
un rapporto dell’UNESCO
(United Nations Educational,
Scientific and Cultural
Organization) la carenza
mondiale di acqua dolce nel
2002 è stata di circa 230 miliardi
mc/anno, e si ritiene sia
destinata a salire a 2.000 miliardi
di mc/anno entro il 2025.

a cura di Premessa sia destinata a salire a 2.000 miliardi di mc/an-


Ing. M. Marinelli Stime recenti indicano che almeno un quinto no entro il 2025.
della popolazione mondiale non ha accesso Per questa ragione sono ipotizzabili guerre non
commissione all’acqua potabile, e questa percentuale è de- solo per il controllo delle fonti energetiche e
stinata ad aumentare a causa della crescita delle risorse minerarie, ma anche per l’accesso
Ingegneria nucleare
della popolazione rispetto alle risorse idriche all’acqua. L’acqua dolce è, infatti, una delle
esistenti. principali priorità per lo sviluppo, sostenibile o
visto da:
Le aree più colpite sono le regioni aride e se- meno. Poiché presumibilmente non sarà possi-
Ing. A. Taglioni bile ottenerne tutta la quantità necessaria da
miaride del Nord Africa e dell’Asia. Secondo un
Ing. G. De Simone torrenti e da falde acquifere, sarà necessario,
rapporto dell’UNESCO (United Nations Educa-
tional, Scientific and Cultural Organization) la come lo è già oggi in certe regioni del globo, ri-
carenza mondiale di acqua dolce nel 2002 è correre alla dissalazione di acqua di mare o di
stata di circa 230 miliardi mc/anno, e si ritiene falda mineralizzata.

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA


73

Dissalazione/desalinizzazione Tabella 1 - Tipi di acqua


La dissalazione è il processo di rimozione della
frazione salina da acque contenenti sale, in ge-
nere acque marine, allo scopo di ottenere ac- Tipo di acqua TDS [mg/l]
qua dolce, cioè per produrre acqua potabile
da fonti che contengono quantità di solidi di-
sciolti in essa. I solidi totali disciolti, indicati con Acque dolci 0 1.000
la sigla TDS (Total Dissolved Solids), vengono Acque salmastre 1.000 5.000
misurati in milligrammi per litro (mg/l).
Le acque naturali possono essere classificate Acque moderatamente saline 5.000 10.000
approssimativamente in funzione dei loro valori Acque intensamente saline 10.000 30.000
di TDS secondo la tabella 1.
Acqua marina Più di 30.000
In genere una piccola quantità di acqua salata

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viene aggiunta all’acqua desalinizzata per mi- impiegando il 4% dell’energia elettrica da essi
gliorarne il gusto e per renderla più simile a prodotta. Numerosi altri paesi hanno avviato
quella pura di sorgente. studi e costruzioni per la desalinizzazione, in-
Esistono inoltre vari processi utilizzabili; il meto- clusi i progetti di piccoli reattori nucleari da adi-
do più appropriato può essere scelto sulla ba- bire essenzialmente alla desalinizzazione, co-
74 se dei valori di TDS dell’acqua secondo la ta- me riassunto in Tabella 3 e descritto successi-
bella 2. vamente.
Le tecniche di desalinizzazione sono anche
Tabella 2 - Processi utilizzabili impiegate per il trattamento delle acque reflue
per l’irrigazione complementare. Queste acque
Processo TDS [mg/l] non devono essere di qualità potabile, ma de-
vono essere trattati i solidi disciolti entro limiti
Scambio di ioni 500 1.000
ragionevolmente bassi. In Medio Oriente que-
Elettrodialisi 500 3.000 sta tecnica è molto utilizzata per l’irrigazione
Osmosi inversa (membrane standard) 500 5.000 delle colture e paesaggi. In Oman, un bioreat-
Osmosi inversa tore a membrana sommersa è parte di un im-
(membrane ad alta resistenza) Più di 5.000 pianto di dissalazione inaugurato nel 2011 che
produce 76.000 mc/giorno. Eventuali amplia-
Distillazione Più di 30.000 menti permetteranno 220.000 mc/giorno. Si
tratta di un impianto di trattamento delle acque
Tra i vari metodi utilizzati i più importanti sono reflue a basso costo che utilizza processi fisici
quelli dell’0smosi Inversa (RO-Reverse Osmo- e biologici tali da produrre effluenti di alta qua-
sis) e quello della distillazione seguita da con- lità, sufficiente per alcuni usi domestici o per la
densazione. reintroduzione nella falda acquifera.
I reattori nucleari sono particolarmente idonei
Applicazioni della desalinizzazione per la desalinizzazione poiché producono calo-
A livello mondiale ci si sta avvicinando alla ca- re ed elettricità in grandi quantità e a bassi co-
pacità di produrre 30 milioni di mc/giorno di sti. D’altra parte presuppongono l’esistenza di
acqua potabile, in circa 12.500 impianti. La un programma nucleare, ed è per questo che
metà di questi sono in Medio Oriente. oggi la stragrande maggioranza di impianti di
Il più grande impianto di dissalazione produce desalinizzazione utilizza combustibili fossili. Im-
454.000 mc/giorno di acqua. Ma la desalinizza- pianti nucleari di dimensioni piccole e medie
zione per la produzione di acqua potabile risul- sono particolarmente idonei per la desalinizza-
ta particolarmente costosa, perché richiede zione, spesso con la cogenerazione di energia
grandi quantità di energia. elettrica e utilizzando vapore a bassa pressio-
Per questa ragione è spesso affiancata da im- ne dalla turbina e acqua di mare calda prove-
pianti che forniscono sia elettricità che calore e niente dal sistema di raffreddamento finale.
appare interessante utilizzare fonti di energia Le centrali nucleari di piccole e medie dimen-
diverse dai combustibili fossili attualmente usa- sioni possono fornire rispettivamente 80.000-
ti per la maggior parte dei processi di dissala- 100.000 mc/giorno e 200.000-500.000 mc/gior-
zione, con un contributo significativo quindi an- no di acqua potabile. Un altro impiego molto
che all’aumento dell’effetto serra. importante dei reattori nucleari dei sottomarini,
Per questo motivo, la fonte nucleare è partico- ad esempio, oltre che per la propulsione, è re-
larmente idonea ad alimentare impianti di de- lativo alla produzione di acqua potabile per gli
salinizzazione, ma anche le fonti di energia rin- equipaggi.
novabili possono essere utilizzate per la dissa- Una distribuzione su più larga scala della dis-
lazione. Un nuovo impianto ad osmosi inversa, salazione nucleare su base commerciale di-
ad esempio, vicino a Perth nella parte occiden- pende principalmente da fattori economici. I
tale dell’Australia è alimentato da energia elet- costi indicativi sono di circa 70-90 centesimi
trica prodotta da un parco eolico in grado di US$ per metro cubo, più o meno, come gli im-
produrre circa 130.000 mc/giorno di acqua po- pianti a combustibili fossili nelle stesse aree. Si
tabile in condizioni di vento ottimali. pensa però di utilizzare i reattori nucleari a pie-
Molto diffuse infine sono le tecniche di desali- no regime per produrre energia elettrica per la
nizzazione che trovano applicazione per la pro- rete, quando la domanda è elevata, mentre
duzione di acqua dolce su imbarcazioni, isole, quando essa è bassa, di impiegare parte del-
e nelle regioni costiere di molti paesi. Circa il l’energia prodotta per alimentare le pompe per
10% dell’acqua di Israele viene dissalata, men- la dissalazione mediante osmosi inversa.
tre Malta riceve due terzi della sua acqua pota- Ad oggi, l’impiego dell’energia nucleare per
bile da impianti che utilizzano l’osmosi inversa fornire potenza ad impianti di desalinizzazione,

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è stato dimostrato ampiamente con oltre 150 tamente deionizzata sarebbe del tutto insapo-
anni-reattore di esperienza, soprattutto in Ka- re, non gradevole al palato. Si lascia quindi
zakhistan, India e Giappone. Attualmente sono una piccola quantità di trascinamenti salini
in funzione svariati reattori nucleari commerciali nell’acqua trattata, dell’ordine dei 25 mg/l.
costruiti principalmente con questo scopo. Allo stato attuale della tecnica, la dissalazione
fa capo a tre tipologie di impianto:
75
Dissalatori • dissalazione evaporativa
L’apparecchiatura o impianto impiegato allo • dissalazione per permeazione
scopo è chiamata dissalatore. Viene anche im- • dissalazione per scambio ionico.
propriamente chiamato distillatore d’acqua,
probabilmente perché in tempi passati tutti i ■ Dissalatori evaporativi
dissalatori erano di tipo evaporativo e quindi ri- La dissalazione evaporativa viene ottenuta me-
cordavano le colonne di distillazione. In realtà il diante evaporazione della fase acquosa, che
tipo di separazione non è, né è mai stato, una viene recuperata per condensazione, e si ottie-
forma di distillazione. ne di solito un rigetto a salinità più alta dell’ac-
Un problema di questi impianti, se alimentati qua salmastra di alimentazione.
ad acqua di mare, è la necessità normativa di In qualche caso, la fase solida (essenzialmente
ottenere un rigetto avente composizione uguale cloruro di sodio) viene recuperata in forma cri-
(entro limiti piuttosto stretti) a quella dell’acqua stallina, dopo evaporazione totale della fase li-
grezza introdotta; questo porta alla necessità di quida.
concentrare ulteriormente il rigetto stesso, fino In genere il tipo evaporativo viene impiegato
ad arrivare a volte al secco (impianti “scarico li- per grandi produzioni di acqua dissalata, del-
quido zero“), e ciò comporta notevoli complica- l’ordine dei 100.000 mc/h e di qualità potabile o
zioni di impianto ed un notevole aggravio della ad essa comparabile.
spesa energetica unitaria. Necessitano di una sorgente di calore in quan-
L’acqua potabile ottenuta inoltre non deve es- to devono trasformare l’energia ricevuta in ca-
sere priva di sali, sia per questioni sanitarie, sia lore latente di vaporizzazione. Operano a tem-
perché l’apporto di certi sali è consigliato (que- perature relativamente elevate (tra i 40 ed i
sta è però una pratica svolta in genere a valle 200°C) ed hanno quindi necessità, almeno in
del dissalatore stesso, per consentire l’aggiun- alcune parti, di essere costruiti in materiali spe-
ta dei sali corretti) e perché un’acqua comple- ciali, come acciai austeno-ferritici, leghe Cu-Ni,

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o leghe di titanio, a causa della corrosione al- ta. Il liquido contenuto nell’ultima camera EC,
calina dovuta al cloruro di sodio. ormai troppo salino per essere utilmente tratta-
Sono essenzialmente di tre tipi: to, costituisce il rigetto R.
1. a multiplo effetto Il numero di effetti è normalmente molto più alto
2. multiflash dei 5 rappresentati in figura. Il limite è dato dal-
76 3. a ricompressione. la differenza tra la temperatura del vapore vivo
S e la tensione di vapore nell’ultima camera
1. Dissalatori a multiplo effetto EC, divisa per la media della somma di innal-
Vi è una alimentazione di fluido termico S (qua- zamento ebullioscopico nelle varie EC più il
si sempre vapore d’acqua), che cede il proprio delta T negli scambiatori HE. Nei grandi im-
calore e viene recuperato come (nel caso del pianti è abbastanza comune il raggiungimento
vapore) condensa C. Il calore viene ceduto di 15 effetti.
all’acqua di alimento (F) nella prima camera di
evaporazione EC mediante uno scambiatore 2. Dissalatori multiflash
HE. La frazione acquosa evapora ed i vapori Il riscaldamento avviene in un’unica soluzione
passano allo scambiatore HE della camera EC nello scambiatore E fuori dall’evaporatore vero
successiva (nella figura, quella inferiore); i va- e proprio e interessa l’acqua grezza alimentata
pori della prima camera vengono condensati all’impianto. Un ulteriore recupero di calore av-
nello scambiatore della seconda, e la conden- viene nei condensatori C, disposti uno per ogni
sa costituisce (parte) dell’acqua dissalata W. Il sezione evaporante V. Ogni camera V è tenuta
processo viene ripetuto più volte (nella figura, 5 ad una ben definita pressione di lavoro, decre-
volte). I vapori separati nell’ultima camera EC scente con la temperatura dell’acqua grezza;
vengono condensati in uno scambiatore VC, si ottiene così in ogni camera l’evaporazione
solitamente raffreddato con acqua marina; dell’acqua, ed il condensato viene raccolto co-
questa condensa si aggiunge all’acqua tratta- me acqua trattata. Il rigetto è costituito da ac-
qua di mare ad alta concentrazione salina (5%
o più). Qui non si parla di effetti ma di stadi; la
differenza di temperatura tra uno stadio ed il
successivo è costituita da un innalzamento
ebullioscopico e da un delta T. Il numero di sta-
di possibili è anche qui più alto dei 5 rappre-
sentati ed è anche possibile usare un numero
più alto di quanto si fa nei multipli effetti, rag-
giungendo a volte il numero di 20 stadi.

3. Dissalatori a ricompressione
I vapori separati nella camera di evaporazione
EC sono portati a pressione più alta mediante il
compressore K, azionato dal motore (solita-
mente elettrico, ma può essere ad esempio
una turbina) M. Grazie all’aumento di pressio-
ne, si alza la temperatura di condensazione dei
vapori che quindi possono condensare nello
scambiatore HE.
Esistono dissalatori di questo tipo a doppio ed
anche a triplo effetto, in cui il vapore dell’ultimo
effetto, dopo compressione, viene inviato al pri-
mo, praticamente raddoppiando (o triplicando)
la resa in acqua trattata.

■ Dissalatori a permeazione
La dissalazione per permeazione viene ottenuta
mediante separazione su membrane semiper-
meabili.
Esistono particolari membrane, presenti in na-
tura o create artificialmente che hanno la pro-
prietà di essere permeabili al solvente (acqua
nel nostro caso) ma non al soluto (i sali marini,
in questo caso) qualora vengano poste in con-

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tatto in una soluzione. Tali membrane vengono delle molecole, ma sfrutta la diversa affinità
chiamate membrane semipermeabili e il mec- chimica delle specie con la membrana, per-
canismo selettivo per il quale queste membra- mettendo il passaggio delle molecole idrofile (o
ne mostrano questa proprietà non è ancora del water-like), cioè chimicamente simili all’acqua
tutto chiaro: si ritiene che queste membrane (es. gli alcoli a catena corta).
svolgano un’azione filtro solo nei confronti di Dal punto di vista impiantistico il metodo sfrutta
77
molecole di una certa grandezza. il principio della filtrazione tangenziale, come
Mettendo a contatto del solvente puro (acqua) anche altre tecniche separative mediante
e una soluzione del medesimo solvente, sepa- membrane quali la microfiltrazione, l’ultrafiltra-
rati tra loro da una membrana semipermeabile, zione e la nanofiltrazione. L’osmosi inversa è
assistiamo ad un processo di migrazione delle utilizzata, nel trattamento dell’acqua, sia per la
molecole del solvente verso la soluzione. desalinizzazione, sia per la rimozione di tracce
Questo flusso di particelle è chiamato osmosi e di fosfati, calcio e metalli pesanti, nonché fito-
l’aspetto più significativo del fenomeno è un farmaci, materiali radioattivi e di quasi tutte le
aumento della pressione esercitata sulla mem- molecole inquinanti.
brana per migrare verso la parte a concentra- Negli ultimi anni si costruiscono impianti a
zione maggiore. “scarico liquido zero”nei quali la sezione di
Quindi si può definire la pressione osmotica osmosi inversa aumenta la concentrazione del-
come “la pressione esercitata dal solvente puro le specie chimiche presenti nell’acqua di scari-
verso una soluzione messa a contatto con essa co fino a valori prossimi o superiori (soluzioni
attraverso una membrana semipermeabile”. sovrassature) alla loro solubilità.
Applicando alla soluzione più concentrata una Nel processo di osmosi inversa vengono usate
pressione superiore a quella osmotica si ha co- membrane composite di sottili pellicole (TFC o
me risultato l’inversione del flusso e il conse- TFM, Thin Film Composite Membrane). Queste
guente passaggio di solvente dalla soluzione membrane sono semipermeabili e fabbricate
più concentrata a quella più diluita ottenendo di
fatto la concentrazione della soluzione sottopo-
sta a pressione (Osmosi Inversa/RO).
Le caratteristiche dell’acqua e del rigetto sono
simili alla tipologia precedente; non è però
possibile raggiungere il recupero totale della
fase acquosa in quanto le membrane per
osmosi inversa non consentono il trattamento
di fasi solide, se non prevedendo una sezione
evaporativa (zero liquid discharge).
La dissalazione ad osmosi inversa viene impie-
gata per produzioni da piccole a grandi, per or-
dini di grandezza da 1 a 10.000 mc/h ed è, per
qualità, simile alla dissalazione evaporativa.
L’osmosi inversa (acronimo: RO, dall’inglese
Reverse Osmosis), detta anche iperfiltrazione
(abbreviazione: IF), è quindi un processo in cui
si forza il passaggio delle molecole di solvente
dalla soluzione più concentrata alla soluzione
meno concentrata, applicando alla soluzione
più concentrata una pressione maggiore della
pressione osmotica. In pratica, l’osmosi inversa
viene realizzata con una membrana che trattie-
ne il soluto da una parte impedendone il pas-
saggio e permette di ricavare il solvente puro
dall’altra.
Questo fenomeno non è spontaneo e richiede il
compimento di un lavoro meccanico pari a quel-
lo necessario per annullare l’effetto della pres-
sione osmotica.
Tale processo rappresenta la più fine tecnica di
filtrazione dell’acqua, in quanto non consiste
semplicemente in un ostacolo fisico (determi-
nato dalle dimensioni dei pori) al passaggio

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principalmente per l’uso nella depurazione del- scambio ionico, ad esempio per poterla utiliz-
le acque o in sistemi di desalinizzazione. Han- zare per alimentare una caldaia.
no anche utilizzi in applicazioni chimiche come Con acque salmastre, la tecnica dell’RO è mol-
le batterie e le pile a combustibile. In sostanza to più competitiva in termini di costi, ma la tec-
un materiale TFC è un setaccio molecolare co- nica dell’MSF (multi-fase in flash (MSF)) forni-
78 struito nella forma di una pellicola di due o più sce acqua più pura. Si usano quindi spesso
materiali stratificati. tecniche ibride MSF-RO, che sfruttano le mi-
Le membrane usate nell’osmosi sono general- gliori caratteristiche di ciascuna tecnologia per
mente fatte in poliammide, scelta principalmente i diversi tipi di acqua da dissalare.
per la sua permeabilità all’acqua e la relativa im- Una minoranza di impianti utilizza la Distillazio-
permeabilità alle varie impurità disciolte, inclusi ne Multi-Effetto (MED) o la compressione di va-
gli ioni salini e altre piccole molecole che non pore (VC).
possono venire filtrate. Un altro esempio di mem-
brana semipermeabile è quella usata nella dialisi. ■ Consumi energetici
Le tecniche di dissalazione sono varie, ma tutte
■ Dissalazione per scambio ionico hanno in comune un aspetto: sono ad alta in-
La dissalazione per scambio ionico viene otte- tensità di assorbimento di energia.
nuta mediante rimozione degli ioni Na+e Cl– su L’Osmosi Inversa (RO) ha bisogno di circa 6
resine rispettivamente in ciclo H+ ed OH– kWh di energia elettrica per metro cubo di ac-
(questo vale ovviamente per tutti gli ioni pre- qua (a seconda del suo contenuto di sale),
senti). Si ottiene in singolo passaggio un’acqua mentre la MSF e MED richiedono calore a 70-
fortemente dissalata; il rigetto è in questo caso 130° C e necessitano di una quantità di energia
costituito dai residui della rigenerazione delle di 25-200 kWh/mc.
resine. La maggior parte degli impianti di dissalazione
Il tipo a scambio ionico viene impiegato per oggi utilizza combustibili fossili.
piccole e piccolissime portate, dell’ordine di 1 A livello mondiale ci stiamo avvicinando alla ca-
mc/h massimo, o per ottenere purezze molto pacità di produrre 30 milioni di mc/giorno di ac-
elevate dell’acqua prodotta. qua potabile, in circa 12.500 impianti. La metà
di questi sono in Medio Oriente. Il più grande ne
■ Impianti combinati produce 454.000 mc/giorno.
Gli impianti possono ovviamente essere combi- Attualmente, come già accennato, circa il 10%
nati; è una tendenza attuale installare in serie dell’acqua dolce di Israele è acqua dissalata e
ad un impianto ad osmosi inversa, relativamen- un grande impianto ad RO fornisce l’acqua a
te semplice, un impianto evaporativo, atto a re- 50 centesimi al metro cubo a Gerusalemme.
cuperare acqua addizionale. Una parte dell’ac- Malta riceve due terzi della sua acqua potabile
qua prodotta potrebbe essere ulteriormente da un impianto RO.
depurata mediante demineralizzazione a Singapore nel 2005 ha commissionato un gran-
de impianto ad RO da 136.000 mc/giorno, pari
a circa il 10% dei suoi fabbisogni. Produrrà ac-
qua a 49 centesimi USA per metro cubo.
I reattori nucleari di piccole e medie dimensioni
sono adatti per la dissalazione, e spesso sono
usati cogenerando energia elettrica con turbine
a bassa pressione di vapore e usando acqua di
mare per il raffreddamento.

■ Impianti che utilizzano già l’energia nucleare


Come accennato in precedenza, la funzionalità
di un impianto di dissalazione integrato nuclea-
re è già stata provata, soprattutto in impianti
operanti in Kazakistan, India e Giappone.
Il reattore veloce BN-350 a Aktau, in Kazaki-
stan, ha già generato ben 135 MWe di potenza
elettrica e 80.000 mc/giorno di acqua potabile
per 27 anni. Circa il 60% della sua potenza,
sotto forma di calore, è stata utilizzata per la
desalinizzazione. L’impianto originariamente
era stato progettato per 1.000 MWt ma non ha
mai operato a più di 750 MWt. Questo impianto

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ha, di fatto, stabilito la fattibilità e l’affidabilità di pianto di cogenerazione (elettricità-dissalazio-
tali impianti di cogenerazione. ne) nel sud-est del paese.
In Giappone sono stati costruiti una decina di Il Marocco ha completato uno studio di pre-pro-
impianti di dissalazione utilizzando reattori ad getto con la Cina, a Tan-Tan sulla costa atlanti-
acqua in pressione per la produzione di energia ca, utilizzando un reattore da 10 MWt che pro-
elettrica. Ogni reattore ha prodotto da 1.000 a durrà 8.000 mc/giorno di acqua potabile da di-
79
3.000 mc/giorno di acqua potabile. Inizialmente stillazione (MED).
è stata usata la tecnica MSF per la desalinizza- L’Egitto ha avviato uno studio di fattibilità di un
zione, in seguito anche la RO-MED, perché più impianto di cogenerazione di elettricità e di ac-
efficiente. L’acqua viene utilizzata dai reattori qua potabile a El-Dabaa, sulla costa mediterra-
per i propri sistemi di raffreddamento. nea.
L’India è impegnata nei progetti di ricerca sulla L’Algeria sta valutando la fattibilità di un impian-
dissalazione dal 1970. Ha creato un impianto to di desalinizzazione per la sua seconda città
di dimostrazione accoppiato a un reattore più grande, Orano, da 150.000 mc/giorno utiliz-
(PHWR) da 170 MWe alla Atomic Power Station zando la tecnologia MSF (anche se ancora non
di Madras a Kalpakkam nel sud-est del paese. è sicuro che si utilizzerà l’energia nucleare).
Questo impianto nucleare di desalinizzazione è In Iran era progettato un impianto di dissalazio-
un ibrido (osmosi inversa/multi-fase flash) con ne MSF con la centrale nucleare di Bushehrun
la capacità di 1.800 mc/giorno. per la produzione di 200.000 mc/giorno, ma la
Molto rilevante è anche l’esperienza delle cen- sua costruzione sembra essere bloccata a
trali nucleari in Russia, Europa orientale e in causa di ritardi prolungati.
Canada. L’Argentina ha anche sviluppato un piccolo
La diffusione su ampia scala delle centrali nu- reattore nucleare per la cogenerazione o solo
cleari di dissalazione dipende principalmente per la dissalazione, il 100 MWt CAREM (inte-
da fattori economici. Attualmente l’ONU e la grante PWR).
Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica La maggior parte o tutti questi impianti hanno
(AIEA), promuovono la ricerca e la collabora- richiesto l’assistenza tecnica dell’AIEA nell’am-
zione in merito con più di 20 paesi. bito del suo progetto di Cooperazione tecnica
sul nucleare e dissalazione. Tale progetto di ri-
■ I nuovi progetti cerca è stato avviato nel 1998 e sono stati ana-
La Corea del Sud ha messo a punto un piccolo lizzati i reattori destinati a funzionare in accop-
reattore nucleare progettato per la cogenera- piamento con i sistemi di dissalazione, nonché
zione di 90 MWe di energia e la produzione di le più avanzate tecnologie di dissalazione. Si-
40.000 mc/giorno di acqua potabile. Si tratta curezza e affidabilità sono stati i requisiti chia-
del reattore 330 MWt SMART * (PWR). È un ve del progetto. Questo programma consentirà
reattore dalla lunga vita e deve essere rifornito una ulteriore riduzione dei costi delle centrali
solo ogni 3 anni. L’impianto di cogenerazione nucleari di dissalazione.
per la dissalazione usa la tecnica MSF.
Un altro progetto è il reattore SMART MED ac-
coppiato a quattro unità con la produzione tota-
le di 40.000 mc/giorno.
La Spagna sta costruendo 20 impianti di dissa-
lazione che usano la tecnica RO nel sud-est
per la fornitura di oltre l’1% di acqua del territo-
rio.
Nel Regno Unito, un impianto RO da 150.000
mc/giorno è proposto per il basso estuario del
Tamigi, utilizzando acqua salmastra.
La Cina sta esaminando la fattibilità di un im-
pianto di dissalazione dell’acqua di mare per
via nucleare nella zona industriale di Yantai,
che produrrà 160.000 mc/giorno di acqua dol-
ce con la tecnica MED, utilizzando un reattore
200 MWt.
La Russia ha avviato un progetto di dissalazio-
ne con il nucleare utilizzando due reattori KLT-
40 (ognuno di 150 MWt) e tecnologia canade-
se RO per la dissalazione.
La Tunisia sta esaminando la fattibilità di un im-

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Piccoli reattori nucleari ed esperienza L’ India è stata impegnata nella ricerca per la
nucleare per la desalinizzazione dissalazione nucleare dal 1970. Nel 2002 un 5
Oltre agli impianti nucleari di potenza adibiti impianto dimostrativo accoppiato a due reattori
anche alla desalinizzazione sono in fase di pro- nucleari ad acqua pesante in pressione (PHWR
80 getto e/o realizzazione alcuni piccoli reattori Pressurized Heavy Water Reactor) è stato isti-
nucleari adatti per la desalinizzazione. Questi tuito presso la centrale nucleare di Madras nel
piccoli reattori sono per lo più ad acqua legge- sud-est dell’India. Dal 2004 il reattore nucleare
ra in pressione PWR (Pressurized Water Reac- di ricerca di Trombay ha fornito calore residuo
tor) e del tipo integrale, ossia con il generatore per la dissalazione a bassa temperatura.
di vapore ed il circuito di raffreddamento-con- Il reattore veloce BN-350 di Aktau, in Kazaki-
densazione contenuti nello stesso pressure stan, ha fornito con successo fino a 135 MWe
vessel del sistema nucleare. Segue una breve di potenza elettrica producendo circa 80.000
sintesi dei principali progetti di piccoli reattori mc/giorno di acqua potabile per 27 anni for-
nucleari e delle principali realizzazioni nucleari nendo circa il 60% della sua potenza per pro-
per la desalinizzazione, riassunti in Tabella 3. durre calore e per la desalinizzazione, dimo-
L’Argentina ha sviluppato un progetto di picco- strando la fattibilità e l’affidabilità di tali impian-
lo reattore nucleare PWR del tipo modulare ed ti. L’impianto era stato progettato inizialmente
integrale denominato CAREM (Central ARgenti- per fornire 1.000 MWt, ma non ha mai operato
na de Elementos Modulares) da 100 MWt per a più di 750 MWt per cui è stato necessario ag-
la cogenerazione o solo per la dissalazione. Il giungere delle caldaie a gasolio e a gas por-
CAREM è refrigerato mediante circolazione na- tando la capacità di desalinizzazione a circa
turale e ha sistemi di sicurezza di tipo passivo. 120.000 mc/giorno.
La messa in esercizio ad Atucha di un piccolo Nel 2010 il Pakistan ha commissionato un im-
prototipo da 27 MWe è pianificata per il 2015. pianto di dissalazione da 4.800 mc/giorno ac-
Seguirà lo sviluppo di progetti di reattori di po- coppiato alla centrale nucleare di Karachi do-
tenze più elevate, fino a circa 300 MWe. tato di un reattore PHWR da 125 MWe. Prece-
La Cina ha sviluppato un progetto di piccolo dentemente un impianto ridotto di dissalazione
reattore nucleare PWR integrale a circolazione mediante osmosi inversa forniva 454 mc/giorno
naturale di acqua in pressione denominato per gli usi interni alla centrale.
NHR-200 (Nuclear Heating Reactor 200 MWt) In Russia è iniziata la costruzione di un impian-
basato su un impianto pilota e destinato princi- to nucleare galleggiante per la cogenerazione
palmente alla dissalazione. di energia termica ed elettrica, destinato anche
La Corea del Sud ha sviluppato un progetto di alla desalinizzazione. L’impianto, denominato
piccolo reattore nucleare PWR integrale deno- ATET-80, è costituito da due reattori KLT-40 de-
minato SMART (System Integrated Modular Ad- rivati dalle navi rompighiaccio russe, e può es-
vanced Reactor) per la cogenerazione di ener- sere galleggiante o terrestre, producendo oltre
gia elettrica e acqua potabile. Tale reattore da 85 MWe e 120.000 mc/giorno di acqua potabi-
330 MWt deve essere rifornito ogni 3 anni ed è le. L’entrata in funzione di questi reattori refrige-
destinato alla produzione di una limitata poten- rati ad acqua era prevista per il 20131 con una
za elettrica parla a circa 90 MWe e alla dissala- vita operativa di progetto di 40 anni. Il piccolo
zione di acqua marina con una produzione to- reattore ABV-6 (sigla dal russo) da 38 MWt vie-
tale di 40.000 mc/giorno, L’Ente Atomico corea- ne montato in coppia su una chiatta da 97m di
no KAERI (Korea Atomic Energy Research In- lunghezza e produce 12 MWe e oltre 40.000
stitute) prevedeva di licenziare il progetto mc/giorno di acqua potabile per osmosi inver-
SMART entro la fine del 2012. La realizzazione sa.
dell’impianto è di tipo modulare, con sistemi ed Un progetto più grande ha due reattori VBER-
attrezzature realizzati in fabbrica ed assemblati 300 nel pontile centrale di una chiatta da 170
sul sito di localizzazione del reattore. La sem- m di lunghezza, con le apparecchiature ausilia-
plicità costruttiva dovrebbe inoltre permettere rie sulle parti laterali.
una generale economicità realizzativa. È anche In conclusione, molta esperienza risulta essere
allo studio un impianto di dissalazione nucleare stata accumulata, già oggi, in impianti nucleari
per il sud-est del paese. in Russia, Europa Orientale e in Canada, con
In Giappone, alcuni impianti di desalinizzazione impieghi anche per il teleriscaldamento.
legati a reattori PWR per la produzione di ener-
gia elettrica producono circa 14.000 mc/giorno Nuovi progetti per la desalinizzazione
di acqua potabile. L’acqua viene anche usata La IAEA (International Atomic Energy Agency)
per sistemi di raffreddamento dei reattori stessi ha avviato nel 1998 un progetto di cooperazio-
e sono stati accumulati oltre 100 anni-reattore ne per l’impiego dell’energia nucleare per la
di esperienza nella desalinizzazione nucleare. desalinizzazione e numerosi paesi si sono

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Tabella 3 - Principali nuovi progetti per la desalinizzazione nucleare e non

N. Paese Progetto / Realizzazione


6 1 Algeria Costruzione di un impianto di dissalazione nucleare da 500.000 mc/giorno presso
Magtaa 81
Commissionato un impianto di dissalazione nucleare da 120.000 mc/giorno per Fouka,
nei pressi di Algeri
Studio di un impianto di dissalazione da 150.000 mc/giorno per Orano
2 Arabia Saudita Commissionato un impianto di dissalazione da 68.000 mc/giorno
3 Argentina Progetto CAREM (Central Argentina de Elementos Modulares) anche per la desaliniz-
zazione: piccolo PWR da 100 MWt, tipo modulare, a configurazione integrale, circola-
zione naturale, sistemi di sicurezza di tipo passivo
4 Australia Costruzione di un impianto di dissalazione con energia rinnovabile da 410.000 mc/gior-
no per la fornitura di Melbourne
5 Cina Progetto NHR-200 (NuclearHeatingReactor 200 MWt ) anche per la desalinizzazione:
piccolo PWR da 200 Mwt, tipo modulare, a configurazione integrale, circolazione natu-
rale, sistemi di sicurezza di tipo passivo
Completato l’impianto di dissalazione nucleare da 50.000 mc/giorno di Aqualyng (pre-
visti ulteriori ingrandimenti)
Commissionato un impianto di dissalazione nucleare da 10.080 mc/giorno a Dalian
Studio di un impianto di dissalazione nucleare da 160.000 mc/giorno a Yantai
Studio di un impianto di dissalazione nucleare da 330.000 mc/giorno nei pressi di
DayaBay.
Studio di un impianto di dissalazione da 2.200.000-2.600.000 mc/giorno da rendere
operativo entro il 2015
6 Corea del Sud Progetto SMART (System Integrated Modular Advanced Reactor) anche per la desali-
nizzazione: piccolo PWR da 330 MWt, tipo modulare, a configurazione integrale
7 Dubai Studio di un impianto di dissalazione da 450.000 mc/giorno
8 Egitto Studio di un impianto di dissalazione con 4 reattori nucleari da circa 1.000 MWe a
El~Dabaa da avviare entro tra il 2019 e il 2025
9 Emirati Arabi Uniti Studio di un impianto di dissalazione da 68.000 mc/giorno a Ras Al Kaimah
10 Giappone Realizzazione di vari impianti di desalinizzazione legati a PWR
11 Giordania Studio di un impianto di dissalazione nucleare da avviare entro tra il 2015
12 India Realizzazione impianto dimostrativo accoppiato a 2 PHWR per desalinizzazione presso
Madras
13 Indonesia Studio di un impianto di dissalazione con reattore nucleare SMART fornito dalla Corea
del Sud per l’isola di Maclura
14 Iran Costruzione (bloccata) di un impianto di dissalazione abbinato alla centrale nucleare di
Bushehrun da 200.000 ml/giorno
15 Israele Costruzione completata di un impianto di dissalazione abbinato alla centrale nucleare
di Dimona
16 Kazakistan Realizzazione impianto per olesalinizzazione legato al reattore veloce BN-350 di Aktau
17 Kuwait Studio di un impianto di dissalazione nucleare da 140.000 mc/giorno
18 Libia Studio, in cooperazione con la Francia, di un impianto di dissalazione nucleare
Studio di un impianto di dissalazione con il reattore nucleare di ricerca Tajoura
19 Marocco Studio, in cooperazione con la Cina, di un impianto di dissalazione da 8.000 mc/giorno
con reattore nucleare da 10 MWt a Tan-Tan
Studio. in cooperazione con la Russia per un impianto di dissalazione nucleare a Sidi
Bouldra
20 Messico Commissionato un impianto di dissalazione da 21.000 mc/giorno
Studio per un impianto di dissalazione da 375.000 mc/giorno a Rosarito in Baja Califor-
nia per fornire acqua potabile su entrambi i lati del confine Messico USA
21 Pakistan Realizzazione impianto per dissalazione per gli usi interni al reattore PHWR
22 Qatar Studio di un impianto di dissalazione nucleare da 1, 3 milioni di mc/giorno
23 Regno Unito Studio di un impianto di dissalazione nucleare da 150.000 mc/giorno per il più basso
estuario del Tamigi
24 Russia Costruzione di un impianto nucleare galleggiante ATET-80 (costituito da 2 reattori KLT-
40) anche per la desalinizzazione
Costruzione di un impianto per la desalinizzazione da 10.000 mc/giorno per condizioni
climatiche estreme
25 Singapore Commissionato un impianto di dissalazione ad osmosi inversa da 136.000 mc/giorno
pari a circa il 10% del proprio fabbisogno
Singapore nel 2005 ha commissionato un grande impianto ad osmosi inversa per la
fornitura di 136.000 mc/giorno pari a circa il 10% del proprio fabbisogno
26 Spagna Costruzione di 20 impianti di dissalazione nel sud-est per la fornitura di oltre l’1% di ac-
qua del territorio.
40 anni di esperienza nella dissalazione nelle isole Canarie, dove si producono circa 1,
1 milioni di mc/giorno
27 Tunisia Studio di un impianto di dissalazione nucleare per il sud-est del paese

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prontamente interessati all’assistenza tecnica Dubai ha annunciato l`intento di costruire un
proposta. Sono stati analizzati numerosi pro- impianto di dissalazione da 450.000 mc/giorno.
getti di reattori destinati a funzionare in accop- L’Egitto ha avviato uno studio di fattibilità per
piamento con le più avanzate tecnologie per si- un impianto di cogenerazione di elettricità e di
stemi di dissalazione. Questo programma, con acqua potabile mediante 4 reattori nucleari da
82 al centro i temi della sicurezza e affidabilità, circa 1.000 MWe a El-Dabaa, sulla costa medi-
consentirà una ulteriore riduzione dei costi de- terranea, da avviare entro tra il 2019 e il 2025.
gli impianti nucleari per la dissalazione. Nume- Gli Emirati Arabi Uniti stanno progettando un
rosi paesi hanno già avviato progetti di ricerca impianto di dissalazione da 68.000 mc/giorno a
e studi di fattibilità per la costruzione di nuovi Ras Al Kaimah.
impianti di desalinizzazione; molti dei nuovi La Giordania ha annunciato il progetto di co-
progetti prevedono l’impiego dell’energia nu- struire, entro il 2015, un reattore nucleare per
cleare. produzione elettrica e per la desalinizzazione,
In alcuni casi il sistema di produzione di ener- avendo un “deficit idrico” di circa 1, 4 milioni di
gia non è stato ancora confermato e anche le mc/giorno di acqua potabile.
fonti rinnovabili possono quindi essere consi- L’ Indonesia sta studiando, per l’isola di Madu-
derate. Segue una breve sintesi descrittiva dei ra, la fattibilità per la costruzione di un reattore
principali nuovi progetti per la desalinizzazio- nucleare SMART fornito dalla Corea del Sud
ne, già riassunti in Tabella 3. per la dissalazione.
L’Algeria ha avviato la costruzione di un im- Fin dal 1977 in Iran era stato progettato un im-
pianto di dissalazione nucleare da 500.000 pianto di dissalazione abbinato alla centrale
mc/giorno presso Magtaa e, nel 2011, ne ha nucleare di Bushehrun per la produzione di
commissionato uno da 120.000 mc/giorno per 200.000 mc/giorno, ma la costruzione sembra
Fouka, nei pressi di Algeri. Sta, inoltre, valutan- essere bloccata definitivamente a causa dei ri-
do la fattibilità di un impianto di desalinizzazio- tardi prolungati.
ne da 150.000 mc/giorno per la sua seconda Nel Distretto Meridionale di Israele, presso la
città più grande, Orano, anche se non è stato città di Dimona nel deserto del Negev, 35 chilo-
ancora stabilito se si utilizzerà l’energia nuclea- metri ad ovest del Mar Morto, vi è un esempio
re. di un reattore nucleare per alimentare un im-
L’ Arabia Saudita ha stipulato un contratto per pianto di desalinizzazione. La costruzione del
costruire un impianto di 68.000 mc/giorno che Negev Nuclear Research Center cominciò nel
dovrebbe essere completato all’inizio del 2014. 1958, con l’aiuto della Francia, proprio con la
In Australia è stato costruito presso Wonthaggi motivazione ufficiale della desalinizzazione, ma
un impianto di dissalazione ad osmosi inversa sembra che il vero scopo del reattore di Dimo-
da 410.000 mc/giorno alimentato con energia na sia stato la costruzione di armi nucleari.
rinnovabile per la fornitura di Melbourne. Il Kuwait ha preso in considerazione un reattore
La Cina ha commissionato un impianto di dis- da 1.000 MWe accoppiato ad un impianto di
salazione nucleare da 10.080 mc/giorno a Da- dissalazione da 140.000 mc/giorno.
lian nel nord-est del paese e sta esaminando la In Libia è stato siglato alla metà del 2007 un
fattibilità di un impianto di dissalazione di ac- accordo con la Francia per la costruzione di un
qua di mare per via nucleare nella zona indu- reattore nucleare per la desalinizzazione del-
striale di Yantai in grado di produrre 160.000 l’acqua di mare. Si è anche valutata la possibi-
mc/giorno di acqua dolce utilizzando un reatto- lità di adattare il reattore di ricerca Tajoura per
re NI-IR-200 da 200 MWt. Un altro progetto è la dissalazione.
per un impianto da 330.000 mc/giorno nei Il Marocco ha completato, in cooperazione con
pressi di DayaBay. la Cina, uno studio di un reattore da 10 MWt
Nell’ ottobre 2011 a Caofeidian, nella provincia per la distillazione di 8.000 mc/giorno di acqua
di Hebei, è stato completato l’impianto di dis- potabile, a Tan-Tan, sulla costa atlantica. Sono,
salazione nucleare da 50.000 mc/giorno di inoltre, iniziati alcuni studi di fattibilità in coope-
Aqualyng. Nel 2012 era stato previsto di rad- razione con la Russia per un altro impianto nu-
doppiare questa produzione mentre ulteriori in- cleare, destinato anche alla dissalazione, che il
grandimenti dell’impianto avrebbero permesso governo ha intenzione di iniziare a costruire en-
la produzione di oltre 1 milione di mc/giorno di tro il 2017 a Sidi Boulbra.
acqua dolce per la fornitura di Pechino attra- Il Messico ha commissionato un impianto di
verso 230 km di condotte. dissalazione da 21.000 mc/giorno con l’intento
Infine, nel febbraio 2012, è stato annunciato un di completarlo entro la fine del 2013. Un altro
progetto per la dissalazione dell’acqua di mare impianto di dissalazione di acqua di mare da
da 2.200.000 - 2.600.000 mc/giorno da rendere 375.000 mc/giorno è stato annunciato a Rosari-
operativo entro il 2015. to in Baja California con lo scopo di fornire ac-

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qua potabile su entrambi i lati del confine tra in un impianto nucleare nel sud-est del paese
Messico e USA. trattando le acque sotterranee leggermente sa-
Il Qatar ha preso in considerazione l’energia late.
nucleare per la desalinizzazione con una pro-
duzione che può raggiungere 1,3 milioni di Conclusioni 83
mc/giorno di acqua potabile. Come si è potuto constatare, le tecnologie per
Nel Regno Unito, un impianto ad osmosi inver- la dissalazione dell’acqua marina attraverso
sa per produrre 150.000 mc/giorno di acqua l’impiego di energia nucleare, trovano, a livello
potabile utilizzando acqua salmastra è stato internazionale, una vastità di applicazione sicu-
proposto per il più basso estuario del Tamigi. ramente superiore a quanto percepibile o im-
In Russia dovrebbe essere stato completato a maginabile nel nostro paese, ove, in tema nu-
Vladivostok entro la fine del 2012 un impianto cleare, la visione appare ristretta ai temi ineren-
per la desalinizzazione mediante osmosi inver- ti la produzione di energia elettrica.
sa da 10.000 mc/giorno progettato per condi- Si ritiene auspicabile una maggior diffusione
zioni climatiche estreme. della tematica tra tecnici e potenziali centri im-
Singapore nel 2005 ha commissionato un gran- prenditoriali, al fine di implementare azioni e/o
de impianto ad osmosi inversa per la fornitura partecipazioni internazionali che li possano ve-
di 136.000 mc/giorno pari a circa il 10% del dere attivamente coinvolti.
proprio fabbisogno. L’importanza dell’argomento è evidenziata
La Spagna sta costruendo 20 impianti di dissa- dall’esame delle cifre riportate inizialmente,
lazione che usano la tecnica dell’osmosi inver- che assumono drammaticità se proiettate in un
sa nel sud-est per la fornitura di oltre l’1% di futuro in cui le attuali iniziative non venissero in-
acqua del territorio. La Spagna ha 40 anni di tegrate e/o supportate.
esperienza nella dissalazione nelle isole Cana-
rie, dove si producono circa 1,1 milioni di
mc/giorno. Note
1
Al momento non è stato possibile verificare se l’impianto
La Tunisia sta esaminando la fattibilità di un im- sia effettivamente stato realizzato (NdA)
pianto di cogenerazione elettricità-dissalazione

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Quaderno

LE ISPEZIONI IN CAMPO
NUCLEARE-RADIOLOGICO

Introduzione
a cura di
I principi generali delle ispezioni su attività o in-
Ing. F. Zambardi
stallazioni in campo radiologico e nucleare, co-
commissione me pure di obbligatorietà dei provvedimenti
Ingegneria nucleare (ossia renderli impositivi) a carico degli eser-
centi autorizzati a tali attività, che sono alla ba-
visto da se della protezione del pubblico e dell’ambien-
Ing. A. Taglioni te dal rischio nucleare e radiologico, come in-
dicato a livello internazionale (es. IAEA), com-
portano i seguenti criteri e requisiti.
a) L’uso e il trasferimento di materiali nucleari,
gli impianti e le pratiche autorizzate, rispet-
tano i requisiti regolatori per essi definiti nei
relativi processi autorizzativi.
b) I documenti tecnico-gestionali e le istruzioni
dell’esercente autorizzato (Titolare di licen-
za o Licenziatario) sono validamente appli-
cati dal personale dipendente.
c) L’organizzazione che svolge le attività auto-
rizzate ha le competenze e le capacità ri-
chieste per le funzioni svolte.
d) Gli eventuali errori di omissione e di com-
missione rispetto ai requisiti regolatori di li-
cenza sono tempestivamente corretti.
e) L’esperienza operativa è mutuata tra i licen-
ziatari, l’Autorità Regolatoria pubblica per la
sicurezza nucleare e la protezione dalle ra-
diazioni (AR), e ogni altro ente interessato.
f) Le attività di sicurezza nucleare/radiologi-
cae di salvaguardia (intesa come protezio-
ne fisica dei siti e controllo dei materiali nu-
cleari) e quelle di monitoraggio ambientale
sono condotte efficientemente.
I suddetti criteri e requisiti valgono anche per
controllo nucleare è, in ogni caso, che l’AR ab-
quanto attiene ai casi di rischio non elevato, ad
bia chiari poteri ispettivi e di vigilanza sulle atti-
esempio:
vità autorizzate, come pure di imporre all’eser-
• uso civile di radiazioni (a scopo medico, in-
cente Licenziatario l’obbligatorietà delle pro-
dustriale, agricolo, etc.);
prie condizioni e procedure per far fronte a si-
• reattori di ricerca;
tuazioni di inosservanza o pericolo. Non si fa
• gestione di rifiuti radioattivi;
eccezione per i controlli sulle attività di
• trasportodi materiali radioattivi;
import/export: anche in questo caso sussiste il
• disattivazione di installazioni nucleari;
preciso impegno di indagine sui beni oggetto
• importazione/esportazione di beni con sor-
di traffico transfrontaliero.
genti radiogene.
La verifica ispettiva di un esercente autorizzato
Una caratteristica essenziale di ogni regime di
è un punto centrale in un efficace regime rego-

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85

latorio. L’AR deve stabilire un programma ispet- attenzione. E’ quindi opportuno che la legisla-
tivo con un livello di approfondimento e con fre- zione nucleare preveda il diritto per l’AR di
quenza di intervento commisurati alla natura e esercitare la supervisione regolatoria continua
al livello di rischio associato a ogni attività o sulle attività autorizzate. Tale supervisione, ga-
pratica effettuata dall’esercente. A tale scopo è rantita tramite un opportuno programma ispetti-
essenziale che il programma ispettivo sia sup- vo, assicura che le attività autorizzate siano
portato con adeguati mezzi finanziari, tecnici e condotte permanentemente nel rispetto delle
risorse umane. Inoltre l’AR deve condurre il norme e condizioni per la protezione della po-
programma in modo flessibile, effettuando polazione e dell’ambiente. A tale riguardo è ne-
ispezioni sia preannunciate, sia senza preavvi- cessario che l’AR abbia l’autorevolezza che gli
so. Ancora, l’AR deve poter effettuare ispezioni consenta sempre l’accesso ai siti per lo svolgi-
immediate se la situazione richiede immediata mento delle ispezioni. La legislazione deve an-

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dinarie, possono essere effettuate durante l’in-
tero ciclo vita della pratica/installazione, con o
senza preavviso all’esercente, e possono an-
che includere ispezioni ai fornitori dell’esercen-
te.
86 Le ispezioni ordinarie sono condotte sulla base
di un prestabilito programma di ispezioni, men-
tre le ispezioni straordinarie sono condotte in
caso di eventi inattesi.
L’esercente può essere preavvisato dall’AR
della data e oggetto dell’ispezione, in modo da
poter predisporre le informazioni per rendere
più efficace e rapida l’ispezione.
Una mancanza o errore dell’esercente (a fronte
delle proprie responsabilità), può manifestarsi
in vari modi e con diversi gradi di severità:
• errore di omissione o commissione che dà
luogo a un inaccettabile aumento del ri-
schio (es. degrado di una funzione di sicu-
rezza);
• errore di omissione o commissione che non
dà luogo direttamente ad un aumento del ri-
schio (es. inosservanza di regole gestionali,
non agevolare l’ispezione);
che prevedere, quale elemento conclusivo del- • riscontri ispettivi in situazioni di incidente.
le ispezioni, dei rapporti ispettivi, o verbali, che In questi casi l’AR impone provvedimenti atti
evidenzino la rispondenza delle attività ai rego- ad assicurare la correzione delle inosservanze,
lamenti e alle condizioni previste nell’autorizza- impone altresì le necessarie soluzioni di rime-
zione, o che comunque possano contribuire ad dio, e irroga le eventuali sanzioni o anche pe-
affinare il processo regolatorio teso a migliorare nalità, come previsto dalla legge.
la sicurezza e la salvaguardia. La severità delle imposizioni è in relazione al-
L’obbligatorietà per gli esercenti ha lo scopo l’importanza per la sicurezza della violazione ri-
primario di prevenire le non rispondenze ai re- scontrata, e può prevedere:
quisiti di sicurezza e di protezione della popo- • direttive scritte per l’esecuzione di azioni
lazione e dell’ambiente specificati nelle condi- correttive entro un determinato periodo di
zioni autorizzative. Detta obbligatorietà riguar- tempo;
da anche gli specifici provvedimenti definiti • ordine di fermata dell’attività in caso di evi-
dall’AR per fronteggiare gli eventuali casi di dente degrado di apparecchiature, o in ca-
non rispondenza. A tale riguardo la legislazio- so di imminente pericolo radiologico;
ne deve chiaramente individuare nell’AR l’auto- • revoca della licenza in caso di grave man-
rità, che impone come obbligatori per l’eser- canza o di inaccettabile pericolo radiologi-
cente, l’osservanza dei requisiti autorizzativi e co esterno;
di ogni altro provvedimento, e che irroga san- • penalità, secondo legge, per violazioni criti-
zioni in caso di violazioni, commisurate all’en- che o per deliberate inosservanze.
tità delle stesse.
La funzione ispettiva
La responsabilità ispettiva dell’AR La funzione ispettiva viene esercitata nell’AR
La responsabilità ispettiva e impositiva dell’AR sotto la supervisione della Direzione, in stretta
è fissata dalla legge che ne definisce anche le collaborazione con la funzione di analisi e con-
regole generali, come pure lo stato giuridico e trollo. Tale collaborazione risulta vitale anche
le funzioni dell’ispettore. per i processi autorizzativi curati dagli analisti,
L’efficienza dell’AR nell’esercitare le proprie re- oltre che garantire il supporto tecnico che può
sponsabilità ispettive e impositive è determina- essere opportuno in fase ispettiva.
ta principalmente dall’esperienza e dalla com- La funzione ispettiva e la particolare pratica im-
petenza professionale dei funzionari destinati plementata nelle ispezioni si configura sulla ba-
ai compiti ispettivi, in tal senso si promuove la se di vari elementi, fra cui:
cooperazione in ambito internazionale, anche • i presupposti di legge;
per quanto riguarda le attività ispettive. • le condizioni regolatorie di licenza;
Le ispezioni possono essere ordinarie o straor- • l’organizzazione della funzione ispettiva;

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• il programma di ispezione; fluenti radioattivi, le prescrizioni tecniche per
• gli indirizzi ispettivi prevalenti (radioprote- l’esercizio, il sistema di gestione in qualità, il si-
zione, impiantistica, etc.). stema informativo sulle anomalie, i programmi
I presupposti di legge riguardano il fatto che le di prova e manutenzione delle apparecchiature
attività e installazioni con rischio radiologico rilevanti, la selezione dei materiali di alta qua- 87
siano preventivamente autorizzate per l’eserci- lità, la qualificazione del personale, il sistema
zio (a seguito del processo di licenziamento informativo e di valutazione periodico dell’ope-
compiuto dall’AR) di cui è pienamente respon- razione e della sicurezza.
sabile il licenziatario (detentore-esercente), che Le ispezioni vengono effettuate, facendo riferi-
ai fini del licenziamento vada presentato un mento alle condizioni regolatorie, per tutte le
rapporto di sicurezza, che oltre alle prescrizioni fasi del ciclo di vita delle installazioni radioge-
per l’esercizio siano rispettate le regole poste ne: progetto, approvvigionamento e realizza-
per varie aree (gestione rifiuti, preparazione zione, esercizio, e disattivazione. Le condizioni
all’emergenza, decommissioning), e che per i regolatorie possono essere variamente strin-
casi di violazione sia previsto un regime impo- genti a seconda della criticità del caso, come
sitivo di azioni correttive e sanzionatorio. ad esempio per gli aspetti di qualificazione e
Come i presupposti di legge, anche le condi- training connessi all’uso delle sorgenti radioge-
zioni regolatori e di licenza costituiscono speci- ne.
fico oggetto di ispezione. Tali condizioni dipen- La funzione ispettiva opera sia in modo straor-
dono dal tipo di applicazione e possono com- dinario in caso di situazioni anomale, sia se-
prendere: le limitazioni poste agli scarichi di ef- condo un programma di ispezioni annuale per

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quanto riguarda l’operazione ordinaria delle si ispezioni dedicate alle specifiche operazioni
sorgenti radiogene, come definita per le appli- in corso. La suddetta frequenza annuale può
cazioni civili e industriali. In particolare sono essere ridotta in base alla combinazione dei
oggetto di ispezione: fattori sopra menzionati (es. per le apparec-
• i sistemi di sicurezza e salvaguardia delle chiature radiogene in campo odontotecnico
88 può essere sufficiente un’ispezione ogni 3 an-
sorgenti radiogene;
• la radioprotezione (lavoratori, pubblico, mo- ni).
nitoraggio ambientale);
• i sistemi di ventilazione e di antincendio; Presupposti per l’esecuzione dell’attività
• ogni altro sistema di supporto importante; ispettiva
• i sistemi di gestione e la cultura di sicurez- Ai fini della regolare condotta delle attività
za; ispettive nell’ambito dell’AR devono essere as-
• la protezione fisica delle installazioni; sicurati i seguenti presupposti:
• il trasporto delle sorgenti radiogene; • la responsabilità dei funzionari addetti alle
• la preparazione all’emergenza; ispezioni è definita chiaramente;
• la conduzione di specifiche attività speri- • è disponibile il programma di ispezione;
mentali o speciali. • le procedure ispettive sono disponibili;
• esistono le banche dati delle licenze e dei
Frequenza e approfondimento delle ispezioni rapporti ispettivi;
Il grado di approfondimento e la frequenza con • sono disponibili i rapporti di esercizio e di
cui vengono condotte le ispezioni sono deter- monitoraggio dosimetrico e ambientale;
minati in dipendenza da vari fattori: • è assicurata la qualificazione degli ispettori;
• livello di rischio; • sono mantenuti rapporti regolari a livello di-
• complessità dell’installazione; rezionale tra AR e licenziatari;
• storia prestazionale dell’esercente e dell’in- • esiste un sistema informativo verso le auto-
stallazione; rità governative e verso il pubblico;
• risultati di ispezioni precedenti; • caso per caso è stabilito l’approccio ispetti-
• percezione pubblica del rischio. vo: più o meno orientato ad attività in ufficio
In prima approssimazione la frequenza delle (discussione tecnica e revisione documen-
ispezioni può essere di almeno una all’anno, tazione) o in campo (osservazione diretta
escluse le attività più critiche (es. disattivazione delle apparecchiature e della pratica ope-
di installazioni complesse) in cui possono aver- rativa).

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Il piano/programma di vigilanza è sufficiente-
mente flessibile da permettere agli ispettori di
rispondere ad esigenze e situazioni particolari:
pur se la maggior parte delle risorse ispettive è
riservata alle ispezioni ordinarie programmate,
deve essere garantita la potenzialità di inter-
89
vento anche per situazioni straordinarie.
Il licenziatario o esercente deve notificare al-
l’AR, entro tempi ragionevoli, il programma di
esecuzione di attività di interesse regolatorio e
di prova di apparecchiature rilevanti, e le relati-
ve procedure.

Indirizzi e obiettivi dell’ispezione


L’attività ispettiva è prevalentemente indirizzata giunta alla qualificazione tecnica e alla capa-
alla verifica delle condizioni regolatorie e alla cità comunicativa, assicura esperienza profes-
valutazione degli aspetti operativi: sionale associata ad anzianità di servizio e au-
• rispetto dei requisiti di legge generali; torevolezza sufficienti a garantirsi rispetto e ad
• rispetto delle condizioni di licenza particolari; avere un dialogo professionale con i responsa-
• sistema di gestione in qualità e cultura di si- bili dell’organizzazione del Licenziatario.
curezza; Le ispezioni ordinarie, che sono molto impor-
• radioprotezione; tanti e sono condotte con frequenza, implicano
• condotta operativa e manutenzione periodi- l’esame di rapporti e registrazioni di dati, so-
ca; pralluoghi sugli impianti presso aree ed appa-
• predisposizioni per emergenze. recchiature importanti, e discussioni tecniche
ad ogni livello.
Ruolo e requisiti dell’ispettore L’ispettore effettua le suddette funzioni nel qua-
Rientrano nel ruolo dell’ispettore le seguenti dro del programma di ispezioni.
azioni: L’ispezione inizia normalmente con un incontro
• raccogliere dati di evidenza oggettiva; a livello direzionale in cui si precisano lo scopo
• verificare la conformità a condizioni e requisiti e i termini dell’ispezione.
• investigare su eventi anomali; L’ispettore richiede e si avvale dell’assistenza
• concedere permessi e stimolare azioni mi- del licenziatario e del suo personale come gui-
gliorative; da sul sito e per la messa a disposizione dei
• irrogare proibizioni e promuovere azoni san- dati necessari.
zionatorie, o anche a carattere penale (in L’ispezione viene eseguita per osservazione di-
ambito AR e presso l’autorità giudiziaria). retta, durante il sopralluogo sul sito, esame di
Per espletare le proprie funzioni l’ispettore ha il documenti e dati registrati, raccolta di campio-
diritto d’accesso nel sito dell’installazione/atti- ni incluse fotografie di parti sensibili, e discus-
vità (sempre o nei tempi consentiti, con o sen- sioni con il personale.
za preavviso). L’ispettore è consapevole dei L’ispettore prende nota delle azioni eseguite e
dati caratteristici e del rapporto di sicurezza, delle informazioni ricevute durante l’ispezione.
identifica i problemi e ne assicura la compren- L’ispettore deduce le proprie conclusioni circa
sione in profondità. In particolare l’ispettore ha le conformità e le possibili aree di miglioramen-
una buona conoscenza dei requisiti di legge e to, e discute con il Licenziatario-esercente i
delle condizioni di licenza, ed esamina come propri riscontri e raccomandazioni.
queste sono implementate dal personale eser- L’ispettore prepara un verbale di ispezione che
cente. il licenziatario può controfirmare con la specifi-
Per garantire la familiarità con la documenta- cazione delle sue considerazioni su quanto ri-
zione di sicurezza l’ispettore è in contatto con portato dall’ispettore.
gli analisti dell’AR implicati nell’analisi di sicu- Il verbale contiene, anche tramite allegati, infor-
rezza, i quali possono anche partecipare alle mazioni sul sito ispezionato, metodo ispettivo,
ispezioni secondo la specifica area di compe- condizioni e requisiti di riferimento, dettagli del-
tenza. le azioni ispettive eseguite, le conformità e le
Soprattutto l’ispettore comunica con il persona- anomalie o violazioni riscontrate, le eventuali
le esercente a tutti i livelli, mette in evidenza azioni impositive.
anomalie o inconsistenze, pratica un approccio Il verbale viene compilato in caso di ispezione
persuasivo verso i responsabili. sia ordinaria, sia straordinaria per eventi parti-
L’ispettore è quindi una persona che, in ag- colari e situazioni con anomalie o incidenti.

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Il verbale viene presentato in un apposito in-
contro conclusivo in cui si sensibilizza il Licen-
ziatario sui riscontri e la loro priorità per la sicu-
rezza e si discutono problemi e possibili racco-
mandazioni, in modo tale che il Licenziatario
sia parte attiva nella soluzione delle problema-
tiche di sicurezza.
Il verbale e i suoi riscontri vengono immessi in
una banca dati dell’AR, la cui direzione inter-
viene e provvede per gli eventuali aspetti impo-
sitivi di obblighi e sanzioni. L’irrogazione delle
eventuali penalità conseguenti a violazioni pe-
santi del Licenziatario si attua, a seguito del
verbale ispettivo, in sede giudiziaria.

Conduzione dell’ispezione
Prima di effettuare l’ispezione sul sito l’ispetto-
re, sulla base del programma ispettivo o su in-
put della Direzione dell’AR per casi straordina-
ri, prepara un piano di ispezione con gli scopi
ispettivi e i riferimenti agli esiti di precedenti
ispezioni, ai documenti autorizzativi e alla do-
cumentazione tecnica del Licenziatario (es.
programma di radioprotezione). Il piano defini-
sce anche il personale tecnico di supporto
eventualmente necessario e se l’ispezione è
preannunciata o meno.
L’ispezione inizia dopo l’accesso al sito, con l’i-
spettore che effettua una breve riunione preli-
minare con l’esercente sugli scopi dell’ispezio-
ne e per i principali aggiornamenti sull’organiz-
zazione e sul personale.
Per l’efficienza del processo ispettivo e per mi-
gliore sistematicità, l’ispezione è condotta sulla
base di liste di controllo e riscontro, da accor-
dare secondo i metodi ispettivi praticati (osser-
vazioni in campo, discussioni con il personale
del Licenziatario, esame di documentazione).
Nell’ispezione si considerano fra l’altro i se-
guenti aspetti, come già in parte accennato.
• Sistema di qualità e, di converso, indicatori
di situazioni di degrado (es. scarsità di regi-
strazioni, ripetizione di problemi simili, etc).
• Inventario delle sorgenti radiogene e qualifi-
cazione/training del personale addetto.
• Sistemidi monitoraggio delle radiazioni.
• Protezione occupazionale (regole, mezzi e
procedure di radioprotezione, protezione
da esposizioni a livello medico, classifica-
zione delle aree, dosimetria, responsabilità,
ottimizzazioni, regole per visitatori).
• Protezione del pubblico (controllo degli ac-
cessi, schermaggio delle radiazioni, limita-
zione degli scarichi, monitoraggio ambien-
tale).
• Sicurezza delle sorgenti radiogene (Segna-
letica e allarmi, interblocchi e interventi di
sicurezza manuali e automatici, schermag-
gi, pulizia delle superfici esposte, prove di

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perdita delle sorgenti sigillate, ventilazione condizioni autorizzative, la relativa esperienza
e altri sistemi di supporto, sistema di notifi- operativa.
ca degli incidenti). Le conoscenze a cui sono finalizzate le attività
• Gestione dei materiali e dei rifiuti radioattivi di training possono essere ottimizzate con perio-
(rilascio dei materiali, strutture di deposito di di lavoro in prova e di pratica diretta sul cam- 91
dei rifiuti, gestione degli scarichi liquidi e po, sotto la supervisione di un ispettore anziano.
gassosi, trasferimenti e trattamenti dei rifiuti, L’esercizio della funzione di ispettore può aver
registrazione dei dati). luogo a fronte del superamento di periodi di
• Trasporto delle sorgenti radiogene (qualifi- prova e di esami, dietro riconoscimento di ido-
cazione dei contenitori, piano di trasporto, neità formalizzato con rilascio di apposito certi-
apparecchiature e mezzi di manipolazione ficato.
e trasporto, percorsi, documentazione).
• Preparazione all’emergenza. Conclusioni
L’ispezione si chiude con una riunione conclusi- In questo articolo sono stati trattati a livello in-
va con la Direzione del sito e con la discussione troduttivo i principi generali della funzione
dei riscontri come verbalizzati dall’ispettore. ispettiva in campo radiologico e gli aspetti im-
positivi associati.
Qualificazione e training degli ispettori E’ stata sottolineata la caratterizzazione della
I candidati ispettori destinati ad operare per la funzione in dipendenza della legislazione e
sicurezza radiologica devono avere una buona della tipologia di attività e installazioni che uti-
preparazione professionale di partenza nei lizzano sorgenti radiogene e del loro livello di
campi dell’ingegneria, della fisica e della chi- rischio radiologico, puntualizzando il caso di
mica. applicazioni a rischio non elevato.
Il training di base provvisto per i candidati Sono stati trattati i casi di ispezione ordinaria e
ispettori copre i seguenti aspetti: straordinaria e gli aspetti di approfondimento e
• leggi di base per la sicurezza radiologica e frequenza delle ispezioni.
altra legislazione applicabile; Sono stati presentati gli elementi di base circa
• ruolo e organizzazione dell’AR; le metodologie di ispezione, le aree tematiche
• regolamenti relativi all’attività ispettiva; affrontate, la pianificazione e condotta delle
• regole di legge e condizioni dell’AR che de- ispezioni, gli scopi e i possibili esiti dei proces-
vono essere rispettate dai Licenziatari. si ispettivi.
Il training di base è seguito da altri corsi speci- Sono stati anche trattati il ruolo e i requisiti del-
fici dedicati alla sicurezza radiologica, le instal- l’ispettore, compresi la qualificazione, il training
lazioni con sorgenti radiogene e loro caratteri- richiesto, le condizioni per il riconoscimento
stiche e problematiche di sicurezza, le relative formale della figura dell’ispettore.

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Quaderno

a cura di
Ing. L. Moruzzi
L’INGEGNERIA SOCIALE
Ing. M. Bozzetti
PER L’EDILIZIA E
L’APPROCCIO ALL’UNIVERSAL DESIGN
commissione
Ingegneria sociale
in edilizia

visto da:
Ing. P.M. Pertici Un’esigenza sociale emergente tema molto più ampio che può essere propria-
La nostra società invecchia ed il tema del- mente definito nell’ambito dell’“accessibilità e
l’abbattimento delle “barriere architettoniche” fruibilità dei prodotti, degli spazi costruiti e dei
si è progressivamente fatto strada nella per- servizi“.
cezione delle esigenze prioritarie delle perso- In tal senso anche i “decisori” e i progettisti dei
ne. prodotti, servizi e dello “spazio costruito” devo-
L’abbattimento delle barriere fisiche è in realtà no contribuire a non creare nuove barriere e
solo l’aspetto più facilmente percettibile di un forme di esclusione.

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indisponibilità del suo smartphone (un imprevi-
sto scaricamento della batteria) non gli impedi-
sce di accedere ugualmente al servizio attra-
verso l’uso di qualsiasi altro strumento di con-
nessione via internet da qualsiasi postazione,
con un codice di identificazione (user-identifi-
93
cation) e una parola segreta (password).
Lo stesso servizio, fino a poco tempo fa, veniva
erogato dalle banche in una unica modalità:
solo in un certo orario di lavoro, il cliente pote-
va accedere fisicamente allo sportello presso
la sola filiale presso cui era stato aperto il conto
corrente ed impartire delle istruzioni ad un ope-
ratore, documentando le richieste ed autorizza-
zioni tramite la compilazione di una noiosissima
modulistica.
Ecco che, avendo tutti consapevolezza di cosa
significhi gestire un conto corrente bancario
(sia in presenza che a distanza), ci siamo subi-
to intesi sulla differente modalità di erogare un
servizio intangibile in uno spazio costruito.
Questi “modi differenti” di “accedere a” e “frui-
re di” un servizio (vengono chiamati casi d’uso
in UML-Unified Modeling Language), garanti-
scono diversi livelli di prestazioni e soddisfazio-
ne dei soggetti interessati (utenti diretti e indi-
retti, le cosiddette “parti interessate”stakehol-
ders).
Nella modalità di accesso al servizio “a distan-
za” rispetto alla modalità di accesso al medesi-
mo servizio “in presenza”, il servizio è diventato
più accessibile e fruibile perché con la moda-
lità di accesso “a distanza” si è ampiato il nu-
mero di potenziali fruitori del servizio stesso.
Abbiamo però bisogno di unificare i “modi di
misurare” l’accessibilità per poter successiva-
mente confrontare, incentivare o disincentivare
i progetti e le realizzazioni di prodotti, servizi e
spazi, selezionando le migliori realizzazioni
quali esempio ed ispirazione per le nuove.
In altre parole: il servizio intangibile è stato ri-
Alcune definizioni: dall’accessibilità alla progettato con l’uso di alcuni strumenti: “facili-
fruibilità tatori”, per renderlo fruibile ad un’utenza sem-
Con il termine “accessibilità” si possono inten- pre più estera.
dere molte cose. È importante, quindi inten- Anche le persone che non possano accedere
derci sul significato che vogliamo veicolare in fisicamente alla filiale della banca, per una par-
questa sede. Pensiamo, per esempio, ad un ticolare condizione di salute (temporanea slo-
“servizio” erogato da un’organizzazione, come gatura di una caviglia, frattura di una gamba,
quello di “consultazione di un conto corrente ecc. o permanente-paraplegia), che limitasse
bancario”. L’accessibilita’ fisica della persona ad esempio la deambulazione autonoma, po-
allo spazio costruito della banca non è più vin- trebbero accedere e fruire del servizio di con-
colante alla possibilità di fruire del servizio. Se sultazione e gestione del proprio conto corren-
la persona possiede uno smartphone (un pro- te bancario, con la modalità a distanza.
dotto) e dispone di un contratto di servizio te- Con questi primi esempi si è legato il significa-
lefonico che includa il servizio “trasferimento to dell’espressione “accessibilità ad un servizio”
dati”e la sua banca gli consente di gestire on- a quello di “fruibilità” del servizio stesso, abbia-
line (tramite un servizio di home-banking) il suo mo, inoltre, coniugato il rispetto dei diritti della
conto corrente bancario, essa può accedere al persona con l’incremento delle opportunità di
servizio per via telematica. Anche l’eventuale business degli operatori economici. Il servizio,

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quindi, deve essere ripensato e riprogettato ergonomico, culturale e psicologico, proprie
“continuamente” per allargare, tramite dei “fa- del processo di progettazione, i designers so-
cilitatori” (introduzione di nuova tecnologia o no invitati a incorporare anche l’usabilità (usa-
prodotto, modifiche dello spazio costruito, bility) tra i vari requisiti di cui tener conto du-
ecc.), la possibilità della sua fruizione e il van- rante il processo di progettazione.
94 taggio economico dei suoi destinatari, come I Sette Principi dell’“Universal Design” offrono
variabile competitiva. una linea guida ai designers che consente loro
di implementare, già in fase di progettazione,
Il ruolo dell’Ingegnere nell’approccio alla tutti quegli aspetti costruttivi e manageriali che
progettazione consentono di “intercettare“ i requisiti attesi e i
Da quanto sopra esposto nasce l’esigenza so- bisogni del maggior numero possibile di poten-
ciale dell’inserimento, nel curriculum dei pro- ziali utilizzatori.
gettisti, di competenze base e trasversali per • Principio 1 - Equità - uso equo: utilizzabile
poter tenere in debito conto e “gestire” anche da chiunque.
questi aspetti. Essi sono stati codificati nei prin- • Principio 2 - Flessibilità - uso flessibile: si
cipi base dell’Universal Design. adatta a diverse abilità.
L’Universal Design è definito come: “la proget- • Principio 3 - Semplicità - uso semplice ed
tazione di prodotti ed ambienti per essere utiliz- intuitivo: l’uso è facile da capire.
zabili da tutte le persone, con la massima • Principio 4 - Percettibilità - il trasmettere le
estensione possibile, senza necessità di un effettive informazioni sensoriali.
successivo adattamento o progettazione “ad • Principio 5 - Tolleranza all’errore - minimiz-
hoc” (per esigenze particolari di uso). zare i rischi o azioni non volute.
“Universal Design is defined as the design of • Principio 6 - Contenimento dello sforzo fisi-
products and environments to be usable by all co - utilizzo con minima fatica.
the people, to the greatest extent possible, • Principio 7 - Misure e spazi sufficienti - ren-
without adaptation or specialized design dere lo spazio idoneo per l’accesso e l’uso.
(Preiser/Ostroff, Universal Design Handbook)”. Di seguito non sono riportati nella lingua origi-
Il termine “Universal Design“, è stato coniato nale, ma chi desideri approfondire troverà il ma-
dall’architetto Ronald L. Mace, della North Ca- teriale divulgativo al seguente indirizzo web:
rolina State University. Questa definizione, svi- < www.ncsu.edu/ncsu/design/cud >.
luppata poi da un gruppo di architetti, product
designers e ingegneri statunitensi, è articolata Una sfida per l’Ingegnere: dal pensare globale
su sette principi di indirizzo del processo di all’agire locale
progettazione. Oltre ad altre considerazioni di Per poter esporre l’applicazione dei principi
Figura 1 - Necropoli tipo economico, ingegneristico, architettonico, base dell’Universal Design, di seguito si propo-
etrusca di Cerveteri ne un esempio di applicazione nel settore turi-
stico: l’Etruria meridionale e i suoi siti.
Si propongono delle riflessioni su come potreb-
bero essere rivisitati i servizi turistici esistenti,
alla luce dei nuovi concetti sopraesposti di ac-
cessibilità e fruibilità.
Oggi è possibile offrire il servizio turistico di vi-
sita culturale in un luogo in due modalità: la vi-
sita di una tomba etrusca può essere effettuata
in presenza, andando fisicamente nel luogo
oppure a distanza tramite una visita virtuale ac-
cedendo ad una stanza all’interno di un percor-
so museale interattivo. Infine è possibile offrirlo
in “modalità potenziata” (coniugando l’opportu-
nità di entrambe le modalità). Ovvero c’è la
possibilità di intrattenere il visitatore con una vi-
sita virtuale prima dell’accesso reale, mentre
sta aspettando di accedere all’ipogeo perchè
impegnato da un altro gruppo di visitatori.
Quest’estate al Palazzo delle Esposizioni di Ro-
ma, a due passi dalla sede dell’Ordine degli In-
gegneri, la mostra “Gli Etruschi ed il mediterra-
neo. La città di Cerveteri”, senza accedere ai si-
ti archeologici delle necropoli (fig. 1), ha per-

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roma

Ricettività Trasporti e
mobilità Tour guidati
95
Strutture ricettive
TURISMO ACCESSIBILE Percorsi
Strutture di E FRUIBILE accessibili
Entertainment Figura 2 - Schema Taf
della Cise 2014.
Ordine degli Ingegneri
Musei, siti archeologici, Eventi di Roma -
Ristorazione
Commissione
mostre, ecc. Ingegneria
del Sociale in Edilizia.
Anno 2014

Formazione Normativa Informazione Qualità

Temi “trasversali” che saranno sviluppati sotto tutti gi aspettI (sopra individuate)
del turismo accessibile e fruibile.

messo di visitare a distanza il sito UNESCO di si può erogare il “servizio“ in uno “spazio co-
Cerveteri. struito”, offrendolo a persone con esigenze di
All’interno della mostra si trovava un allestimen- natura differente. Prima di affrontare un proget-
to che proiettava virtualmente il visitatore diret- to diviene strategico, per la sua riuscita, defini-
tamente dentro la tomba Regolini-Galassi, sen- re il “quadro esigenziale“ del potenziale utiliz-
za doversi recare necessariamente alla necro- zatore del servizio stesso.
poli del Sorbo a Cerveteri (a circa 50 km di di- La motivazione che spinge ad “estendere l’ac-
stanza dal luogo dell’esposizione). cessibilità e la fruibilità di un servizio a un’uten-
Altra opportunità, nella Capitale, è quella di vi- za sempre più ampia“ è, perlomeno, di triplice
sitare all’interno dei Musei Vaticani l’allestimen- natura: sociale, politica ed economica.
to “Etruscanning 3D”. In primis, è innegabile che la motivazione sia di
L’Universal Design é un ottimo strumento per natura ed interesse sociale: siamo, infatti, tutti
mezzo del quale rendere più attrattivi i servizi d’accordo che un imprescindibile indice di pro-
turistici delle aree archeologiche di Roma e gresso di una società che si vuol dire civile è
dintorni. senz’altro il grado di inclusione sociale dei pro-
La Commissione: “Ingegneria del Sociale in pri membri in tutte le attività della collettività,
Edilizia” (CISE), ha intrapreso un percorso at- pianificato ed effettivamente realizzato a cura
traverso il quale intende farsi promotrice di della Politica con l’aiuto di tutte le altri compo-
queste esigenze proponendo, esempi virtuosi nenti del Paese. L’aspetto sociale di garantire
di progettazione che permettano, facendo per- il diritto all’accesso all’informazione, alla cultura
no sulla professionalità e valorizzando il fonda- e a svolgere attività in maniera partecipata nel-
mentale ruolo sociale dell’Ingegnere, di incar- la collettività è l’aspetto che ha un carattere
nare i principi dell’Universal Design. unificante per gli altri due sopracitati.
Nello schema sottoriportato sono illustrati gli La motivazione è anche di natura politica, so-
ambiti in cui la Commissione CISE sta muoven- prattutto se si parla di un servizio pubblico.
dosi per cercare di aumentare l’accessibilità e Siamo tutti d’accordo che il servizio di trasporto
la fruibilità del turismo dell’area metropolitana pubblico deve includere tutti i cittadini, indi-
Romana (fig. 2). pendentemente dalla loro condizione di salute
e della condizione di funzionamento/disabilità
Come ampiare l’utenza di un servizio ad essa correlata (una mamma in gravidanza,
Con il termine “Fruibilità” si intende una carat- un papà con una carrozzina, un nonno ipove-
teristica che sottintende varie modalità con cui dente con cane accompagnatore, ecc.).

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roma
Infine, la motivazione di “estendere l’accessibi- tecipazione finanziaria degli operatori economi-
lità e la fruibilità del servizio” è anche di natura ci del distretto (interessati dalle ricadute econo-
economica. miche conseguenti al rilancio del turismo).
È noto a tutti gli addetti al settore che i Comuni Emettere un numero maggiore di biglietti per
6
italiani e le Amministrazioni Pubbliche non sono accedere alle loro attività (un museo, un alber-
96 in grado di sostenere economicamente gli ob- go, un bed & breakfast piuttosto che un sito ar-
blighi dettati dalla normativa vigente, la proget- cheologico, come il sito UNESCO della necro-
tazione e l’attuazione dei Piani di accessibilità poli etrusca sopra citata), dovrebbe essere
e circolazione urbana previsti ai sensi della conseguenza logica di un’effettivo migliora-
Legge. 104/1992 e dei P. E. B. A. (i Piani di Eli- mento dell’accessibilità e fruibilità dei luoghi.
minazione delle Barriere Architettoniche), previ- Prendiamo nuovamente ad esempio l’attratti-
sti dalla normativa vigente (art. 32 della legge vità turistica dell’Etruria meridionale. Il flusso tu-
41/86 e art. 24 comma 9 della legge 104/92) . ristico, dal porto di Civitavecchia a Roma, dei
Si pone, quindi, la necessità di coniugare l’esi- “crocieristi” che fanno tappa in giornata a Ro-
genza di garantire i diritti alle persone con di- ma (circa 70 km sola andata), è ormai un dato
sabilità con l’opportunità di rilanciare l’econo- consolidato.
mia del turismo. Consideriamo la capacità di spesa dei poten-
Con una attenta politica dello sviluppo econo- ziali visitatori (soprattutto in servizi accessori
mico territoriale, attraverso il coinvolgimento di quali alloggio, ristorazione, trasporto, ecc. ), es-
tutti gli operatori turistici di un distretto econo- sa è direttamente correlata al reddito da lavoro
mico, attraverso una campagna mirata ad au- (o alla pensione), e il reddito, a sua volta, è cor-
mentare l’accessibilità e fruibilità dei luoghi di relato all’età anagrafica del visitatore. La diffi-
interesse turistico, si potrebbe realizzare, dap- coltà nella deambulazione, a sua volta, è gene-
prima una progettazione complessiva degli in- ralmente correlata all’avanzare dell’età della
terventi (masterplan), con un’indicizzazione persona. Tanto è che risulterebbe facile, anche
delle proiorità di intervento; successivamente si per un neofita del “business Planning”, intuire
dovrebbe pianificare la sostenibilità economica che: incrementando l’accessibilità e la fruibilità
degli adeguamenti. dei servizi turistici per i visitatori con difficoltà
Essa potrebbe essere sostenuta da un nucleo nella deambulazione (soprattutto quello di
base di spesa pubblica, coniugata ad una par- “orientamento alla scelta” e pianificazione della

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roma
logistica della visita), si faciliterebbe, di conse- Questo significa che, ordinariamente, non biso-
guenza, la fruizione del servizio anche alle per- gna prevedere soluzioni speciali per le persone
sone anziane. Anche altre tipologie di utenza con disabilità, ma già quando si pensa a come
potrebbero riceverne un vantaggio economico; offrire un bene/servizio, tener conto anche delle
persino i pendolari (residenti), che usano il tre- esigenze delle persone con disabilità, fin dai
no della linea Pisa-Civitavecchia-Roma. Per primi passi del processo di progettazione del
97
7 non parlare dell’attendibile conseguente au- servizio.
mento di introiti da parte degli operatori econo-
mici attivi nel distretto turistico citato. Dal contesto internazionale alla normativa
Per ora i Comuni di Cerveteri e Tarquinia hanno italiana
progettato una comune campagna informativa Eppure in Italia non si sarebbe dovuto ribadirlo
e di immagine, che ha portato all’affissione di con una norma di derivazione internazionale.
efficaci pannelli presso i sottopassaggi della Nel nostro Paese, tale diritto si fondava già di-
stazione FS di Roma S. Pietro. Ma permangono rettamente sulla Costituzione Italiana. Nell’arti-
le difficoltà a raggiungere i siti archeologici, colo 3, infatti, la nostra Carta Costituzionale già
stante la forte frammentazione e la scarsa inte- sanciva che: “è compito della Repubblica ri-
grazione degli orari dei servizi di trasporto, fer- muovere gli ostacoli di ordine economico e so-
roviari e locali, per accedervi. ciale che, limitando, di fatto, le libertà e l’ugua-
La questione si connota di aspetti sociali non glianza dei cittadini, impediscono il pieno svi-
trascurabili. Occupandosi del benessere dei luppo della persona umana”.
turisti, contemporaneamente si aumenterebbe Tenendo conto che la legge principale che ri-
il livello di qualità dei servizi per i residenti guarda le Barriere Architettoniche è del 1989,
(pendolari e operatori economici). Questo con- segnaliamo di seguito qualche precedente sto-
cetto di ricaduta dei vantaggi economici di rico.
un’azione politica su altre fasce sociali, trova Sin dal 1948, data in cui la Costituzione entra
un corrispettivo in inglese nella traduzione in vigore, il diritto era stato sancito. Nel 1971, il
“mainstreaming“. In altri termini, occuparsi del- legislatore, attraverso la promulgazione della
le esigenze delle fasce deboli della società legge numero 118, all’articolo 27, prevede e
comporta, inevitabilmente, un potenziamento specifica, tra le altre cose, quanto segue:
dei servizi pubblici che ha una ricaduta benefi- • “in nessun luogo aperto al pubblico può es-
ca anche su altre fasce della popolazione. sere vietato l’accesso ai disabili”;
• “i nuovi edifici pubblici e quelli di interesse
Adattamenti Ragionevoli e Soluzioni Standard sociale, devono essere sprovvisti di barriere
La visione “economica” in termini di opportu- architettoniche” (inclusi gli edifici scolastici);
nità sopra descritta però, non sembra essere • “i luoghi dove si svolgono manifestazioni o
molto condivisa nel mondo. L’Organizzazione spettacoli pubblici debbono prevedere e ri-
delle Nazioni Unite (UN), per garantire l’esten- servare posti per disabili non deambulanti”;
sione del diritto di partecipazione alle attività • “Gli alloggi di edilizia economica e popola-
umane nelle varie comunità nazionali ha dovuto re, posti al pian terreno, vanno assegnati
approvare, il 13 dicembre 2006, la Convenzio- prioritariamente ai disabili non deambulanti,
ne sui diritti delle persone con disabilità, ratifi- se ne fanno richiesta”.
cata dall’Italia con la legge 18 del 3 Marzo La stessa legge 118/71, all’articolo 28, ribadi-
2009. sce ulteriormente che: “vanno rimossi gli osta-
Nella legge sopracitata si parla di: “adattamen- coli negli edifici scolastici, per consentire l’ac-
to o accomodamento ragionevole”. Con tale cesso ai ragazzi disabili”. Infine, pochi anni pri-
concetto si intendono le modifiche e gli adatta- ma della legge 13/1989, nel 1986, la legge 41
menti necessari ed appropriati (che non im- fece “divieto alle pubbliche amministrazioni di
pongono un onere sproporzionato o eccessi- approvare progetti pubblici senza l’eliminazio-
vo), adottati, ove ve ne sia necessità, per ga- ne delle barriere architettoniche”. La Legge n.
rantire alle persone con disabilità il godimento 13 del 1989 concesse, finalmente, ai cittadini
e l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fon- contributi per l’abbattimento delle barriere ar-
damentali sulla base dell’eguaglianza con gli chitettoniche su immobili privati già esistenti
altri. ove risiedono portatori di menomazioni o limita-
L’obbligo di prevedere adattamenti ragionevoli zioni funzionali permanenti (di carattere motorio
discende dall’obbligo di adottare o di fare e/o non vedenti).
adottare accomodamenti ragionevoli al fine di Il D. M. 236/89, attuativo della Legge n. 13 del
evitare discriminazioni delle persone con disa- 1989, è però molto più preciso nell’identifica-
bilità. L’adattamento ragionevole va utilizzato zione di termini e concetti. In particolare in tale
solo quando questo sia necessario. norma si definiscono i concetti di accessibilità,

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roma
DISABILITY
need to be Problem are situated in
individuals need to be
cured Emphasise on individual deficits s cared
98
Sheltered
Physiotherapist Workshops
Speech Occupational
Therapist Therapists
Figura 3 - Modello
medico della disabilità Sensory Impalment
Physical impaiment Rehabilitation
Doctors Centres
Chronic Illnes
Impaiment
is the Social Workers
Medical problem Leaming Difficulties
Treatment Mental Illnes
Impairment

Emotional Behavioural Difficulties


Special Schools
Special
Transport
Educational
Sympathy Psychologists
Charity

visitabilità e adattabilità “in versione italiana”. di qualità della fruibilità dello spazio costruito
Di seguito si ritiene utile citarli per esteso: sopra riportati; per esempio: le dimensioni mi-
accessibilità: possibilità per persone con ridotta nime delle porte, le caratteristiche delle scale,
o impedita capacità motoria o sensoriale di rag- la pendenza delle rampe pedonali, gli spazi
giungere l’edificio e le sue singole unità immo- necessari alla rotazione di una sedia a ruote,
biliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di le dimensioni degli ascensori, le caratteristi-
fruire di spazi ed attrezzature in condizioni di che di un servizio igienico accessibile ed altri
adeguata sicurezza e autonomia. ancora. I requisiti vengono stabiliti in modo
Visitabilità: si intende la possibilità, anche da differenziato a seconda della tipologia degli
parte di persone con ridotta o impedita capa- edifici e degli spazi. Ogni nuova costruzione
cità motoria o sensoriale, di accedere agli spa- deve infatti rispettare tali norme, ed i vecchi
zi di relazione e ad almeno un servizio igienico edifici devono essere opportunamente ade-
di ogni unità immobiliare. Per spazi di relazione guati alla normativa in caso di ristrutturazione
s’intende gli spazi di soggiorno o pranzo del- (D. M. 236/89, art. 6).
l’alloggio privato e quelli corrispondenti del luo- Per quanto riguarda gli edifici e gli spazi pubbli-
go di lavoro, servizio e incontro. In altre parole, ci vi è stata, solo successivamente, l’emanazio-
la persona può accedere in maniera limitata al- ne di un ulteriore decreto attuativo.
la struttura, ma comunque le consente ogni ti- Per quanto riguarda gli enti pubblici e gli edifici
po di relazione fondamentale. adibiti ad uso pubblico di seguito riassumiamo
Adattabilità: è la possibilità di modificare nel le principali normative applicabili a livello na-
tempo lo spazio costruito intervenendo, senza zionale:
costi eccessivi, per rendere completamente e • Legge n. 41 del 28 febbraio 1986 (Legge
agevolmente fruibile lo stabile, o una parte di Finanziaria 1986).
esso, anche da parte di persone con ridotta o Imponeva agli Enti Locali territoriali, allo
impedita capacità motoria o sensoriale. Un edi- Stato, agli Uffici periferici dello Stato, agli
ficio si considera adattabile quando, con l’ese- Enti Pubblici, di dotarsi di un piano per l’ab-
cuzione di lavori differiti, che non modificano battimento delle barriere architettoniche e
né la struttura portante, né la rete degli impianti di destinare a tal fine una quota annuale del
comuni, può essere reso accessibile. bilancio d’esercizio;
Il D. M. 236/89 stabilisce anche per gli edifici • Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 (nota an-
e gli spazi privati, i parametri tecnici e dimen- che come Legge quadro sull’Handicap): in
sionali correlati al raggiungimento dei tre livelli essa alcuni commi si occupano, nello spe-

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DISABILITY
Problem are situated in social structure
Emphasise on socio-political context

Ignorance
99
Lack of Social
Network Understimated/
Overprotected/ devalued
Hidded in home Fear
by Families Figura 4 - Interazione
Cultural and tra i componenti della
Religious Belief Stigma
ICF (Who, 2001)
Segregation Social
Medicalised Structures Inaccesible
are the Social Information
problems Prejudice
Segregated
Services Inaccassibility: Inaccesible
Physically and Institutional
Transport
Sheltered
Workshop
Inaccesible Facilities
Inflexible Employment Lack of Education
Lack of Employment
P Y
O V R T
E

cifico, delle barriere architettoniche, intro- strutture sociali” attorno alla persona. Sono
ducendo tutele in diversi campi (sanità, as- quest’ultime che creano la “condizione di disa-
sistenza, scuola, formazione, lavoro, tra- bilità”. Essa è intesa come il risultato combina-
sporti, giustizia, ecc.). In ogni caso se ne to della mancanza di un “facilitatore sociale o
evince che le persone con disabilità in nes- tecnologico“ al “disfunzionamento/disabilita“
sun caso possono essere escluse dal godi- (momentaneo o permanente delle persone),
mento di servizi, prestazioni e opportunità che determina l’impossibilità di accedere e di
ordinariamente goduti da ogni cittadino; fruire di un servizio (attività svolta da una o più
• D. P. R. n. 503 del 24 luglio 1996. Disciplina persone in un ben determinato luogo e momen-
l’eliminazione delle barriere architettoniche to) (Fig. 4).
negli edifici pubblici, con particolare riferi- Quindi il problema di una “persona con ridotta
mento all’accessibilità diretta ai servizi. Re- capacità motoria” che usa una sedia a ruote
golamenta anche le soluzioni che la pubbli- che, ad esempio, non può scendere ad una
ca amministrazione deve adottare per ga- certa stazione della metropolitana o ferroviaria
rantire comunque l’accesso ai servizi ero- (perché non c’è l’ascensore oppure il piano di
gati alla popolazione; calpestio tra vettura e piattaforma non è alli-
• Decreto del Ministero per i Beni e le attività neato), non è più un problema individuale.
culturali n. 114 del 16/05/2008. Il problema e la responsabilità della sua risolu-
“Linee guida per il superamento delle bar- zione coinvolge la collettività e l’adeguatezza
riere architettoniche nei luoghi di interesse delle sue strutture sociali.
culturale”. Si impone quindi la necessità di un’analisi del
Tutte queste normative sono però il frutto di una contesto urbano, in senso lato, in merito al livel-
visione ormai superata della disabilità. Nel lo di accessibilità e fruibilità dell’intero servizio
2001 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di trasporto per tutte le persone, indipendente-
rivede il concetto di “disabilità”pubblicando mente dalla propria condizione di salute e di
l’ICF (International Classification of Functioning, disabilità/funzionamento.
Disability and Health): in esso viene illustrato un Di colpo siamo passati dall’idea dell’adegua-
nuovo modello “bio-psico-sociale” del concetto mento attraverso l’inserimento della rampa per
di disabilità, molto diverso dal pre-esistente le sole persone su sedia a ruote, all’idea della
modello “medico” (fig. 3). necessità di adeguamento della qualità del ser-
In esso l’enfasi è stata spostata dalla “meno- vizio di trasporto pubblico offerto a tutti i citta-
mazione della persona” alla “ineguatezza delle dini nelle loro diversità funzionali (fig. 5).

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Parte 1: Funzionamento e disabilità Parte 2: Fattori contestuali
Funzioni e Strutture Attività e
Componenti Fattori ambientali Fattori Personali
Corporee partecipazione

100 Domini Funzioni Corporee Aree di vita (compiti, Influenze esterne su Influenze interne delle
Strutture Corporee azioni) funzionamento e caratteristiche che della
disabilità persona

Figura 5 - Interazione Costrutti Cambiamento nelle Capacità: eseguire Impatto facilitante o Impatto delle
funzioni corporee compiti in un ambiente ostacolante delle caratteristiche della
dei componenti (fisiologico) standard caratteristiche del persona
della ICF Cambiamento nelle Performance: eseguire mondo fisico, sociale e
strutture corporee compiti nell’ambiante deglil atteggiamenti
(anatomico) attuale

Aspetto positivo Integrità funzionale e Attività Facilitatori Facilitatori


strutturale Partecipazione
Funzionamento Funzionamento
Aspetto negativo Menomazione Limitazione dell’attività Barriere/ostacoli Barriere/ostacoli
Restrizione della
partecipazione
Disabilità Disabilità

L’accessibilità ed i sistemi informatici Poiché la legge prescrive (art. 12, comma 2),
Considerato che la tematica dell’accesso e frui- che il relativo decreto (DM 8 luglio 2005), ven-
bilità dei servizi-prodotti-sistemi-spazi costruiti ga periodicamente aggiornato per il tempestivo
è più ampia e trasversale di quanto siano ca- recepimento delle modifiche delle normative in-
paci di rappresentare i singoli atti normativi, si ternazionali e per l’acquisizione delle innova-
impone l’obbligo ai tecnici come l’Ingegnere di zioni tecnologiche intervenute in materia di ac-
sapere che in Italia vige anche la legge Stanca cessibilità, e i requisiti facevano inizialmente ri-
ossia la legge del 9 gennaio 2004, n. 4 (G. U. ferimento alle WCAG 1. 0, a seguito dell’ema-
n. 13 del 17 gennaio 2004 – Decreto Attuativo nazione delle WCAG 2. 0 da parte dello stesso
n. 75 del 1 Marzo 2005), recante «Disposizioni W3C e dell’invito esteso ai 27 paesi membri da
per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli parte della Commissione europea di adottare
strumenti informatici». tali raccomandazioni, si è reso necessario co-
Tale legge contiene, in riferimento ai sistemi infor- stituire un gruppo di lavoro presso l’Osservato-
matici, due ulteriori definizioni che riportiamo: rio dell’accessibilità Web (Formez e DDIT) che
«accessibilità»: la capacità dei sistemi informa- ha predisposto la revisione dell’allegato A del
tici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle co- citato decreto, portando i requisiti da 22 a 12,
noscenze tecnologiche, di erogare servizi e for- revisione che è stata pubblicata come bozza
nire informazioni fruibili, senza discriminazioni, ad aprile 2010 sul sito del Ministero. La propo-
anche da parte di coloro che a causa di disabi- sta di adeguamento è stata notificata alla Com-
lità necessitano di tecnologie assistive o confi- missione europea, ai sensi della Direttiva
gurazioni particolari; 98/34/CE ed è stata emanata sotto forma di de-
«tecnologie assistive (in ambito informatico)»: creto dal Ministro Profumo il 20 marzo 2013 e
gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e quindi trasmessa alla Corte dei Conti. Il decre-
software, che permettono alla persona disabile, to è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16
superando o riducendo le condizioni di svan- settembre 2013.
taggio, di accedere alle informazioni e ai servi-
zi erogati dai sistemi informatici. Conclusioni
Il Decreto Ministeriale dell’8 luglio 2005 contie- Possiamo comprendere, dal breve excursus
ne i «Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’ac- sopra proposto, come sia necessaria e urgente
cessibilità agli strumenti informatici». In parti- la partecipazione degli Ingegneri per analizza-
colare nell’allegato A («Verifica tecnica e re- re/sintetizzare il contesto normativo attuale e
quisiti tecnici di accessibilità delle applicazio- proporre soluzioni normative e tecniche, di ca-
ni basate su tecnologie internet») sono elen- rattere innovativo, adeguate all’esigenza socia-
cati i 22 requisiti di accessibilità che devono le emergente, che rilancino il percorso verso il
soddisfare i siti internet. Nel 2013 tali requisiti progresso della società e la crescita culturale
con l’aggiornamento dell’allegato A, sono sce- ed economica del Paese.
si a12. La commissione CISE cercherà nei prossimi

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articoli di rappresentare quanto, nei singoli delle Commissioni dell’Ordine che hanno sa-
settori della professione (oltre all’Edilizia), puto valorizzare il percorso, già avviato dai
queste tematiche siano sfidanti per la nostra membri della commissione CISE, di dialogo
professione. Intendiamo porci con spirito col- con il territorio e con le diverse rappresentan-
laborativo verso quei colleghi che vorranno ze sociali.
partecipare alla nostra attività o entrare in si- A breve nella pagina della commissione i colle-
nergia con essa. ghi interessati potranno trovare ulteriori mate-
Ringraziamo fin da ora: la Presidenza, la Vice- riali di approfondimento e/o link ai siti web spe-
Presidenza e il coordinatore dell’Area Edilizia cialistici.

Bibliografia
ICF, International Classification on Functioning and Disability, WHO, 2001
Universal Design-17 ways of Thinking and Teaching,Husbaken,2002
American Association of Retired Persons. (1992). Mature America in the 1990s: A special report from Modern Maturity
magazine and the Roper Organization. New York, NY: The Roper Organization, 21.
Jones, M. and Sanford, J. (1996). People with mobility impairments in the United States today and in 2010. Assistive Tech-
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LaMendola, B. (1998, April 12). Age-old question: How long can we live? The Denver Post, 1F.
McNeil, J. M. (1997). Americans with disabilities: 1994-95. US Bureau of the Census Current Population Reports, P70-61.
Washington, DC: US Government Printing Office.
Shapiro, J. P. (1994). No pity: People with disabilities forging a new civil rights movement. New York, NY: Times Books (Ran-
dom House).
Welch, P. and Palames, C. (1995). A brief history of disability rights legislation in the United States. In Welch, P. (Ed.),
Strategies for teaching universal design. Boston, MA: Adaptive Environments Center.
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UNI EN ISO 9000:2008 “Sistemi di Gestione per la Qualità-termini e definizioni”
“Uomo,Disabilità,Ambiente”, Abitare Segesta Documenti, Giovanni Del Zanna,1995
“Human Rights, Persons with disabilities, ICF and the UN Convention on the rights of persons with disabilities-training toolk-
it”,Comunità edizioni, I. Alves, L. Bosisio Fazzi,G. Griffo,2010
“L’accessibilità degli ambienti di lavoro”,Guerini associati, P. Bucciarelli, 2004

Link
< http://www.roma.itc.cnr.it/adac.html >
< http://www.ncsu.edu/ncsu/design/cud/about_ud/about_ud.htm >
< http://www.who.int/classifications/icf/en/ >

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Arch. Z. Hadid - Museo Maxxi (Roma)
Copyright © Moreno Maggi
Studio ABDR - Nuovo Auditorium (Firenze)
Copyright © Moreno Maggi
Arch. M. Fuksas - Mab Zeil (Frankfurt , Germany)
Copyright © Moreno Maggi
Studio ABDR - Nuovo Auditorium (Firenze)
Copyright © Moreno Maggi
Quaderno

a cura di
Ing. L. Mele
ANALISI DELLA DELIBERA CONSILIARE
Ing. M. Petriccione
07/2011, CONFRONTO CON LA
DELIBERA 48/2006 E CON LA
commissione
Efficienza energetica

visto da:
Ing. L. Argentieri NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA DI
RISPARMIO ENERGETICO E DI USO DI
Ing. G. De Simone

FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE


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roma
Introduzione tempo emessa relativamente all’efficienza ener-
Il presente articolo intende esaminare la Deli- getica nell’edilizia (D.Lgs. 192/2005 e succes-
berazione n.7/2011 dell’Assemblea Capitolina. sive modifiche e disposizioni attuative) e il pa-
In essa si trattano importanti tematiche inerenti rere della Provincia di Roma sulla delibera n.
alla progettazione edilizia, relative a risparmio 48/2006, il Comune di Roma avviò nel 2009 il
procedimento per aggiornare il Regolamento
111
energetico, utilizzazione delle fonti di energia
rinnovabile e risparmio delle risorse idriche1. Edilizio proprio per quelle parti inserite dalla
Quanto stabilito dalla Delibera riguardo all’im- delibera n. 48 del 20/02/2006 e riguardanti in
piego delle fonti rinnovabili di energia è stato, particolare il risparmio energetico, le fonti rin-
invece, superato dalla normativa nazionale in novabili di energia e il risparmio delle risorse
merito, come più avanti in dettaglio discusso. idriche.
L’articolo contiene, oltre alla descrizione dei Con la delibera 07/2011, il Regolamento Edili-
commi costituenti la Delibera, l’analisi di alcune zio Comunale fu quindi aggiornato e integrato
criticità, che dovrebbero essere affrontate e ri- con gli articoli da 48/bis a 48/nonies, che si so-
solte dal Comune. stituiscono ai sopra citati articoli contenuti nella
Del. 48/2006.
Premessa
In adempimento di quanto previsto dalla legge Iter di approvazione della delibera 07/2011
regionale n.15 del 08/11/2004 – “Disposizioni L’iter di approvazione della delibera 07/2011 è
per favorire l’impiego di energia solare termica stato particolarmente lungo e travagliato. I pas-
e la diminuzione degli sprechi idrici negli edifi- si seguiti per giungere all’esecutività della nor-
ci” – il Comune di Roma apportò nel 2006 delle ma sono stati i seguenti:
modifiche al regolamento comunale innovative • Decisione della Giunta Comunale n. 98 del
in tema di risparmio energetico e di produzione 04/11/2009
di energia da fonti rinnovabili, per mezzo della • Trasmissione della Decisione ai Municipi
delibera n. 48 approvata il 20 febbraio. del 05/11/2009
La delibera 48/2006 presentava, negli articoli • Acquisizione dei pareri dei Municipi
da 48/bis a 48/sexies, integrazioni al Titolo III • Valutazione in Giunta del 26/05/2010 dei
del Regolamento Edilizio Comunale2 contenen- pareri dei Municipi
te “norme relative all’interno delle costruzioni”. • Consiglio Comunale: Mozione 17 del
Successivamente, la legge regionale n.6 del 07/06/2010
27/05/2008 - “Disposizioni regionali in materia • Acquisizione degli ulteriori pareri dei Muni-
di architettura sostenibile e di bioedilizia” – ag- cipi
giornò le tematiche già trattate nella citata leg- • Approvazione nel Consiglio Comunale del
ge n.15/2004, facendo proprio lo schema di 14/02/2011
legge regionale sulla sostenibilità preparato in • Pubblicazione della Delibera nell’Albo Pre-
armonia con le altre Regioni d’Italia in ambito torio dal 24/02/2011 al 10/03/2011
Itaca. • Esecutività della Delibera dal 06/03/2011.
Vista anche la legislazione nazionale nel frat- Si fa presente, a questo proposito, che la Deli-

Figura 1 - Estratto
della dichiarazione di
asseveramento
allegata alla D.I.A.

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bera costituisce una delle tante disposizioni al- 192/2005. La tabella sottostante riporta le
le quali i tecnici sono obbligati ad attenersi in percentuali di miglioramento previste, in
sede di asseveramento delle opere. La figura 1 corrispondenza dei possibili valori del rap-
mostra un estratto della relazione asseverante, porto di forma5 dell’edificio:
allegata alla Dichiarazione di Inizio Attività, in
112 cui compare la dichiarazione di attinenza alle
disposizioni di legge vigenti e, in particolare, S/V [1/M] Miglioramento 7
alle “Deliberazioni di Roma Capitale in tema di S/V ≤ 0,2 0%
fonti rinnovabili”. 0,2 ≤ S/V ≤ 0,9 Interpolazione lineare tra 0% e 40%
S/V > 0,9 40%
Descrizione sintetica della delibera
La Delibera 7/2011, da una parte contiene al- Per ottenere questi miglioramenti si richie-
cuni aggiornamenti della delibera 48/2006 (in de, da una parte, l’impiego di fonti rinnova-
virtù delle modifiche introdotte con la legge re- bili di energia, dall’altra, un’azione di conte-
gionale 6/2008), dall’altra recepisce e integra nimento del consumo di energia mediante
alcuni contenuti del D.Lgs. 192/2005 “Attuazio- le fonti già esistenti. Tali azioni migliorative –
ne della direttiva 2002/91/CE relativa al rendi- prevede l’art. 48/octies - devono essere ap-
mento energetico nell’edilizia”. Inoltre, la deli- plicate solo nel caso di progetti il cui titolo
bera 7/2011 fornisce prescrizioni in materia di abilitativo sia stato richiesto successiva-
energia da fonti rinnovabili, anticipando di un mente alla data di entrata in vigore della
soffio i temi che sono trattati anche nel D. Lgs. presente norma (06/03/2011). Si fa presen-
28/2011 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE te che i commi bis e octies fanno riferimen-
sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti to a interi edifici. Pertanto, le disposizioni
rinnovabili, recante modifica e successiva non sono applicabili alle ristrutturazioni edi-
abrogazione delle direttive 2001/77/CE e lizie di singoli appartamenti o solo di una
2003/30/CE”. Come vedremo, il lungo iter di parte dell’edificio stesso. Da tener presente
stesura della delibera ha reso di fatto inappli- inoltre che per gli edifici pubblici i limiti di
cabili le prescrizioni in essa contenute in tema legge riportati del DLgs 192/2005 siano ri-
di fonti rinnovabili, proprio a causa dell’entrata dotti del 10%, con conseguente riduzione
in vigore, qualche settimana dopo, del DLgs che si riverbera nell’applicazione del Rego-
28/2011, che ha imposto ai Comuni di adegua- lamento Comunale.
re i propri regolamenti alle indicazioni e pre- • Negli edifici pubblici di nuova costruzione o
scrizioni in esso riportate. sottoposti a ristrutturazione edilizia sull’intero
Di seguito si riporta un elenco sintetico dei edificio o in occasione di nuove installazioni
contenuti. Ciascun punto dell’elenco fa riferi- o ristrutturazioni di impianti termici, l’impianto
mento a un particolare tema affrontato nella de- di produzione di energia termica deve esse-
libera in vigore. re in grado di coprire almeno il 50% del fab-
bisogno annuo di energia primaria richiesta
■ Risparmio energetico e fonti rinnovabili di
energia (art. 48/bis).
• Il comma 5 dell’art. 48/bis della Del.7/2011
stabilisce che tutto il nuovo art. 48/bis si ap-
plica, oltre che agli edifici di nuova costru-
zione, anche agli “interventi di ristrutturazio-
ne edilizia su interi edifici”. La dizione “ri-
strutturazione edilizia sull’intero edificio”
può essere assimilata a quella di “interven-
to di ristrutturazione edilizia”, introdotta nel
D.P.R. 380/2001 e intesa come intervento
volto a trasformare gli organismi edilizi me-
diante un insieme sistemico di opere che
possono portare a un organismo in tutto o
in parte diverso dal precedente3.
• La delibera prevede che gli edifici di nuova
costruzione4 o sottoposti a ristrutturazione
edilizia sull’intero edificio, debbano posse-
dere un indice di prestazione energetica
per la climatizzazione invernale migliorativo
rispetto ai limiti stabiliti dal D. Lgs.

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113

per la produzione di acqua calda sanitaria 3 del decreto, sono dimezzate nel caso di
con l’utilizzo di fonti rinnovabili. agglomerati urbani che rivestono carattere
Tale disposizione coincide con quanto già storico, artistico o di particolare pregio am-
stabilito nel D. Lgs. 28/2011 (Allegato 3, bientale, comprese le aree circostanti, che
comma 1), ossia che, nel caso di edifici nuo- possono considerarsi parte integrante degli
vi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, gli agglomerati stessi.
impianti di produzione di energia termica de- Sono inoltre esclusi dall’ obbligatorietà di
vono essere progettati e realizzati in modo utilizzo di fonti rinnovabili (comma 2), i se-
da garantire la copertura, mediante l’utilizzo guenti fabbricati qualora il progettista evi-
di fonti rinnovabili, del 50% dei consumi pre- denzi che il rispetto delle prescrizioni impli-
visti per l’acqua calda sanitaria. L’unica diffe- ca un’alterazione incompatibile con il loro
renza con la delibera risiede nel campo di carattere o aspetto, con particolare riferi-
applicazione: nel D.Lgs. 28/2011 non si fa mento ai caratteri storici e artistici:
alcun riferimento al caso di nuove installazio- - le ville, i giardini e i parchi, non tutelati
ni o ristrutturazioni di impianti termici. dalle disposizioni della Parte seconda
Al tempo stesso, il D. Lgs. 28/2011 (Allegato del Codice dei beni culturali e del pae-
3, comma 1) stabilisce che, sempre nel ca- saggio (D.L. 42/2004), che si distinguo-
so di edifici nuovi o sottoposti a ristruttura- no per la loro non comune bellezza;
zioni rilevanti, gli impianti di produzione di - i complessi di cose immobili che com-
energia termica garantiscano la copertura, pongono un caratteristico aspetto aven-
mediante l’uso di fonti rinnovabili, di una te valore estetico e tradizionale, inclusi i
percentuale della somma dei consumi previ- centri ed i nuclei storici.
sti per acqua calda sanitaria, riscaldamento Infine, l’Allegato 3 comma 7 prescrive che
e raffrescamento, variabile in relazione alla in caso di “impossibilità tecnica” nell’ottem-
data di richiesta del titolo edilizio (incremen- perare, in tutto o in parte, agli obblighi di in-
tata del 10%, nel caso di edifici pubblici): in tegrazione descritti nei paragrafi preceden-
particolare, per gli edifici il cui titolo edilizio ti, il progettista debba darne evidenza nella
sia richiesto a partire dal 1 gennaio 2014, propria relazione tecnica, la dizione “impos-
tale percentuale è pari al 35%. sibilità tecnica” appare decisamente gene-
Si fa presente, a questo proposito, che co- rica e tale da sconsigliare al progettista di
munque nel D. Lgs. 28/2011, all’art. 11 ricorrervi, salvo casi realmente gravi e di-
commi 1 e 2, sono presenti alcune deroghe mostrabili.
nell’utilizzo di fonti rinnovabili. In modo più generico, la delibera 48/2006
In particolare (comma 1), le percentuali cui prevedeva che a partire dal 2008, negli edi-
si faceva riferimento, prescritte nell’allegato fici di nuova costruzione, fosse assicurata

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la copertura del 30% del “fabbisogno ener- La delibera riporta obiettivi di produzione di
getico complessivo” con fonti di energia rin- energia rinnovabile, da raggiungere su ba-
novabile. se annua.
In ogni caso, la delibera 48/2006 non è ora Tale disposizione non è più applicabile, poi-
più applicabile, poiché superata dalla ché superata secondo quanto previsto dal
114 Del.7/2011. Inoltre, il D. Lgs. 28/2011 stabi- D. Lgs. 28/2011 all’ art.11, comma 7 (su ri-
lisce, all’ art.11, comma 7, che “gli obblighi chiamato).
previsti da atti normativi regionali o comu- Per la produzione di energia elettrica da
nali sono adeguati alle disposizioni del pre- fonte rinnovabile, si applica, quindi, quanto
sente articolo entro 180 giorni dalla data di disposto dal D. Lgs. 28/2011 (All. 3 comma
entrata in vigore del presente decreto. De- 3): quest’ultimo, obbliga, nel caso di edifici
corso inutilmente il predetto termine, si ap- nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti,
plicano le disposizioni di cui al presente arti- l’installazione di impianti alimentati da fonti
colo.” Quindi, si ritiene che le disposizioni in rinnovabili e aventi una potenza elettrica
vigore sul territorio comunale in materia di [kW] secondo la formula:
integrazione di fonti rinnovabili negli edifici, P = S/K
siano solo quelle previste dal D. Lgs. dove S è la superficie in mq in pianta dell’e-
28/2011, al citato art.11. dificio al livello del terreno e K è un coeffi-
• Negli edifici pubblici e privati di nuova co- ciente, che nel caso di titoli edilizi presenta-
struzione o sottoposti a ristrutturazione edili- ti a partire al 1 gennaio 2014 assume valore
zia sull’intero edificio, devono essere assicu- 65 (anche in questo caso, è richiesto un in-
rate produzioni minime di energia elettrica da cremento del 10%, nel caso di edifici pub-
fonte rinnovabile. Le quantità minime sono blici).
espresse in kWh e sono distinte per destina- Il Decreto, quindi, non fa riferimento alla
zione d’uso degli immobili e per Superficie produzione di energia, ma richiede che gli
Utile Lorda6 interessata. Ad esempio, per le impianti abbiano prestazioni, in termini di
abitazioni singole e collettive è richiesta una potenza installata, legate alle superfici inte-
produzione minima di 1000 kWh annui per ressate.
ogni unità immobiliare e per le parti comuni. Comunque le deroghe (su richiamate) pre-

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viste nel D. Lgs. 28/2011, all’art. 11 comma perficie Utile Lorda ai fini degli interventi di
2 e nell’ all.3, comma 7, si applicano anche risparmio energetico e dell’uso delle fonti
alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabili di energia. La modifica più rile-
rinnovabile. vante è che i sistemi bioclimatici passivi
• La delibera 7 prevede che i sistemi di pro- (essenzialmente serre solari) non sono
duzione di energia elettrica da fonti rinnova- computati nel calcolo dei volumi e delle
115
bili debbano essere installati sulle copertu- SUL ammissibili, a certe condizioni. Una
re degli edifici, al fine di massimizzare l’effi- condizione è che sia dimostrata la loro fun-
cienza dei sistemi stessi con le esigenze zione di riduzione del fabbisogno di energia
estetiche dell’edificio. In particolare, gli im- primaria per la climatizzazione invernale
pianti sui tetti a falde devono essere posi- pari ad almeno il 10%, attraverso lo sfrutta-
zionati in adiacenza alla copertura inclinata mento dell’energia solare. Fra le altre condi-
o meglio integrati in essa. Nel caso di co- zioni, una seconda importante condizione
perture piane i pannelli possono essere in- impone che le dimensioni in pianta non sia-
stallati con inclinazione ritenuta ottimale, no superiori al 15% della superficie utile
purché non visibili dal piano stradale sotto- dell’unità immobiliare, oggetto dell’interven-
stante ed evitando l’ombreggiamento tra di to.
essi se disposti su più file. Tale limite massimo del 15% è attualmente
Rispetto alla delibera 7/2011, il D. in contrasto con quanto prescritto dalla leg-
Lgs.28/2011 affronta solo parzialmente il te- ge regionale n.6/2008, all’ art.12: questo è
ma dell’installazione sui tetti. In particolare, stato di recente emendato, prevedendo l’e-
nel decreto le modalità di installazione sui levazione del limite fino al 30%. Il regola-
tetti a falde coincidono con quanto previsto mento comunale dovrebbe essere di con-
nella delibera 7/2011, mentre non sono trat- seguenza aggiornato.
tate le modalità di installazione sui tetti pia-
ni. ■ Sistemi di risparmio della risorsa idrica (art.
• Al fine di certificare l’applicazione degli 48/quater).
adempimenti sopra riportati, si richiede La Delibera obbliga l’installazione nei servi-
che, all’atto della Dichiarazione di Fine La- zi igienici, sia nel caso di nuove costruzioni
vori, il Direttore dei Lavori asseveri un Atte- sia di ristrutturazioni, di cassette d’acqua
stato di Qualificazione Energetica. Inoltre, in per i water con scarichi differenziati in mo-
sede di richiesta del certificato di agibilità do da regolare almeno due diversi volumi
degli edifici, dovrà essere depositato l’Atte- d’acqua mediante un dispositivo comanda-
stato di Certificazione Energetica, accom- bile. È resa obbligatoria, inoltre, l’installazio-
pagnato da una relazione asseverata che ne di rubinetterie dotate di miscelatore aria-
attesti la sussistenza degli impianti e la loro acqua. Ulteriori criteri e modalità di salva-
conformità al progetto depositato. Si fa pre- guardia delle risorse idriche sono rimandati
sente, a tal proposito, che l’Attestato di Cer- a un’adeguata regolamentazione da parte
tificazione Energetica è stato recentemente della Giunta Regionale ai sensi dell’art. 4,
sostituito dall’ Attestato di Prestazione ener- comma 1, della L.R. n. 6/2008.
getica, secondo quanto previsto dalla Leg- La Delibera 48/2006 (art. 48/quater) già
ge 90/2013 (conversione in legge del D.L. conteneva disposizioni in materia di ottimiz-
63/2013). zazione dei servizi igienici e di rubinetterie.
La suddetta procedura riprende sostanzial- Per quanto concerne il recupero delle ac-
mente quanto già previsto, a livello naziona- que piovane, invece, la Del. 48/2006 obbli-
le, dal D.lgs. 192/2005 e s.m.i. (artt.6-8). gava la realizzazione di un sistema di accu-
La delibera 48/2006 prevedeva che, in mulo e recupero delle acque piovane per
sede di rilascio del certificato di agibilità l’irrigazione, la pulizia delle parti comuni e
degli edifici fosse prodotta apposita peri- gli scarichi del water. Tale sistema, separa-
zia giurata, che certificasse la sussisten- to dalla normale rete idrica, doveva essere
za degli impianti e la loro idoneità ad as- in grado di recuperare almeno il 70% delle
sicurare il fabbisogno energetico allora acque meteoriche e realizzato all’interno
previsto. del lotto edificabile o nell’edificio, in caso di
superficie verde condominiale o di perti-
■ Casi di esclusione del “volume imponibile” nenza superiore a 30 mq. Queste ultime di-
(art. 48/ter). sposizioni in materia di acque piovane, co-
L’articolo 48/ter aggiorna la Delibera me detto, non sono confermate nella Del.
48/2006 per quanto riguarda i casi di esclu- 7/2011, bensì rimandate a future misure da
sione del “volume imponibile” e della Su- prevedersi ai sensi dell’art. 4, comma 1 del-

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la L.R. n.6/2008, misure al momento non zioni drenanti, almeno per il 50% della su-
ancora emanate. In ogni caso, in obbedien- perficie libera del lotto.
za all’art. 4, comma 2 della suddetta L.R.
n.6/2008, il recupero delle acque piovane ■ Interventi impiantistici (art. 48/sexies).
(oltre a quelle grigie) ed il riutilizzo delle Tali provvedimenti specifici, contenuti nella
116 stesse resta obbligatorio, tuttavia non ne Delibera 07/2011, costituiscono una novità
sono definiti i criteri applicativi. rispetto alla Delibera 48/2006, nella quale
non erano stati stabiliti adempimenti di na-
■ Pavimentazioni drenanti (art. 48/quinquies). tura impiantistica. Di seguito si riporta un
È reso obbligatorio, sia negli interventi di elenco sintetico dei provvedimenti delibera-
nuova costruzione sia di ristrutturazione ti dall’Amministrazione.
edilizia e urbanistica, l’impiego di pavimen- • La Delibera obbliga, negli edifici con
tazioni drenanti nelle superfici esterne e più di 10 unità abitative o superiori a
aree di pertinenza, almeno per il 50% della 2500 mc, l’impiego di impianti di riscal-
superficie pavimentata. damento centralizzati, dotati di sistema
L’articolo estende i limiti di applicazione del di gestione e contabilizzazione indivi-
provvedimento contenuto nella delibera duale dei consumi. Si fa presente che
48/2006 (art. 48/quinquies): quest’ultima ri- nel comma non è specificato se il cam-
chiedeva che i materiali di finitura e allesti- po di applicazione sia rappresentato so-
mento delle superfici esterne e aree di per- lo per i nuovi edifici o anche per quelli
tinenza dei soli edifici assicurassero la per- esistenti.
meabilità del terreno, anche mediante solu- Il D.P.R. 59/2009 “Regolamento di attua-

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zione dell’art.4, comma 1, lettere a) e b) ria. Non è chiaro se tale disposizione sia
del D.lgs.192/2005 (art. 4, comma 9)” applicata solo agli edifici di nuova co-
prevede che in tutti gli edifici esistenti struzione o anche a quelli già esistenti.
con un numero di unità abitative supe- • Sono stabiliti provvedimenti di conteni-
riore a 4 sia “preferibile il mantenimento mento energetico per gli impianti di illu-
di impianti termici centralizzati laddove minazione. Ad esempio, per gli edifici a
117
esistenti”; inoltre (art. 4 comma 10), in destinazione abitativa è obbligatoria l’in-
caso di ristrutturazione o di installazione stallazione di interruttori a tempo e/o
dell’impianto termico, “devono essere azionati da sensori di presenza in tutte
realizzati gli interventi necessari per per- le parti comuni.
mettere, ove tecnicamente possibile, la • Per aumentare l’efficienza degli impianti
contabilizzazione e la termoregolazione elettrici, si richiede la doppia distribu-
del calore per ogni singola unità abitati- zione delle linee prese, una per le uten-
va”. ze varie elettriche e una per la forza mo-
• In tutti gli edifici, le reti di distribuzione trice.
dell’acqua calda sanitaria interne alle • Sono stabiliti provvedimenti di conteni-
abitazioni devono prevedere un allaccio mento dei consumi per la climatizzazio-
per gli elettrodomestici che utilizzano ne estiva. Ad esempio, per gli edifici re-
acqua calda nel loro ciclo. sidenziali è consentita l’installazione di
• È posto il divieto negli edifici pubblici e terminali per l’erogazione di energia fri-
privati dell’uso di riscaldatori elettrici per gorifera con potenza elettrica installata
la preparazione dell’acqua calda sanita- non superiore a 15 W/mq di superficie

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utile lorda. Si ritiene che tale limite sia Commissione sono:
da intendersi riferito alla complessiva • Verifica del rispetto degli adempimenti
potenza elettrica installata a servizio contenuti nella Delibera 07/2011;
dell’impianto di climatizzazione estivo • Verifica e monitoraggio dei progetti rea-
(nel caso di impianti di tipo split-system, lizzati e delle misure adottate;
118 dovrebbe essere inclusa la potenza as- • Supporto tecnico-scientifico per gli altri
sorbita dalla/e unità esterna/e). Un’inter- Dipartimenti sulle questioni energetiche;
pretazione che riferisse tale limite ai soli • Proposte tecniche per definire il regola-
terminali (unità interne di sistemi di tipo mento per i miglioramenti bioenergetici.
split) non sembra ragionevole, poiché
l’assorbimento elettrico di tali unità sa- Conclusioni e osservazioni
rebbe in tutti i casi largamente al di sot- Con la Delibera 07/2011, il Regolamento Edilizio
to del limite prescritto. Comunale di Roma si è dotato di prescrizioni più
stringenti in materia di risparmio energetico e di
■ Incentivi (art. 48/septies). utilizzo delle fonti di energia rinnovabili.
L’Amministrazione Capitolina favorisce gli Rispetto alla precedente Delibera Comunale
interventi di risparmio energetico e l’uso 48/2006, sono state stabilite condizioni più spe-
delle fonti rinnovabili mediante incentivi cifiche per assicurare il contenimento energeti-
economici e urbanistici. Tali incentivi si ma- co degli edifici nel caso sia di nuove costruzio-
nifestano sotto forma sia di cofinanziamenti ni, sia di ristrutturazioni edilizie e urbanistiche.
attraverso bandi pubblici oppure accordi Sono stati fissati, inoltre, adempimenti per il
con istituti di credito, sia di interventi di na- controllo dell’uso delle risorse idriche e per il re-
tura urbanistica come modifiche della volu- cupero delle acque piovane. Infine, sono state
metria o della Superficie Utile Lorda. La mi- delineate forme di incentivazione all’uso delle
sura delle incentivazioni è legata alla stesu- fonti rinnovabili e al risparmio energetico.
ra di un adeguato Regolamento Attuativo La Delibera 07/2011 ha introdotto l’obbligo di
ed è sottoposta al parere preventivo della presentare sia l’Attestato di Qualificazione Ener-
Commissione Tecnica per l’Energia (si veda getica, in fase di chiusura lavori, sia l’Attestato
art. 48/nonies). di Certificazione Energetica7, ai fini dell’agibilità
L’articolo costituisce una novità rispetto alla degli edifici. In tal modo si recepisce quanto già
Delibera 48/2006, nella quale non erano prescritto nel Dlgs 192/2005 e nel successivo
stati stabiliti strumenti economici o tecnici di Dlgs. 311/2006, finalizzati al miglioramento del-
incoraggiamento all’uso di fonti rinnovabili le prestazioni energetiche degli edifici.
di energia. Tuttavia, occorre segnalare che La norma, infine, istituisce un nuovo organismo
il sopra citato Regolamento Attuativo non ri- di controllo, la Commissione Tecnica per l’Ener-
sulta ancora emanato. gia presso il Dipartimento Programmazione e
Attuazione Urbanistica. Tale organismo è depu-
■ Istituzione della “Commissione Tecnica per tato, da una parte, a verificare la correttezza dei
l’Energia” (art. 48/nonies). progetti svolti secondo le normative vigenti,
La delibera prevede l’istituzione di una dall’altra, a dare un contributo ad altri diparti-
Commissione Tecnica per l’Energia presso menti comunali in materia energetica. In tal mo-
il Dipartimento Programmazione e Attuazio- do, l’Amministrazione Capitolina vuol porsi nelle
ne Urbanistica. I compiti principali della condizioni di autorizzare soluzioni di risparmio

Note
1 La Delibera è disponibile sul sito di Roma Capitale al seguente indirizzo:
< https://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/AC7_2011.pdf >
2 Delibera n. 5261 del 18.08.1934 e s.m.i.
3 Altra definizione utile può essere quella della “ristrutturazione rilevante” introdotta nel D. Lgs. 28/2011. In particolare, si
tratta di interventi sulla totalità dell’involucro edilizio (pareti esterne, intonaci, tetto, impermeabilizzazioni). La disposizio-
ne, tuttavia, fa riferimento a edifici di superficie utile > 1000 m2. Per la Del.7/2011, invece, non è previsto un limite mini-
mo di superficie, quindi l’art. 48/bis si applica anche a edifici di piccola superficie.
4 Un intervento di nuova costruzione è definito nel D.P.R. 380/2001 (“Testo Unico per l’Edilizia”) come qualunque trasfor-
mazione edilizia e urbanistica del territorio non rientrante nelle categorie di interventi di manutenzione ordinaria o straor-
dinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia.
5 Il rapporto di forma S/V è definito come il rapporto tra la superficie disperdente e il volume lordo costituente l’edificio.
6 La Superficie Utile Lorda (S.U.L.) è la somma delle superfici di tutti i piani fuori ed entro terra misurati al lordo degli ele-
menti verticali (murature, locali di servizio, scale esterne a servizio di piani). Dal computo della S.U.L. sono escluse su-
perfici quali vani corsa degli ascensori, vani scala, spazi non interamente chiusi anche se coperti, quali balconi, terrazzi
coperti, porticati al piano terra. Si rimanda al Regolamento Edilizio Comunale per il dettaglio delle superfici escluse.
7 L’Attestato di Certificazione Energetica è stato recentemente sostituito dall’ Attestato di Prestazione Energetica, secondo
quanto previsto dalla Legge 90/2013.

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energetico sul territorio grazie alla competenza guata formazione e un aggiornamento in merito
di personale qualificato, in grado di validare dal alle novità normative sopra descritte. In tal mo-
punto di vista tecnico le proposte avanzate. do sarà possibile attuare più agevolmente sia
Inoltre, grazie al parere preventivo della Com- le procedure di impiego delle fonti rinnovabili,
missione, l’Amministrazione potrà favorire gli in- sia i provvedimenti di risparmio energetico per 119
terventi in materia energetica mediante agevo- gli edifici.
lazioni di carattere urbanistico ed economico.
La figura 2 seguente riporta in tabella un elen-
Si auspica che gli Organi comunali vogliano
rendere operativa la Commissione, permetten- co di ulteriori criticità e punti di attenzione in
dole di svolgere le attività di controllo che, sole, merito ad alcuni articoli della Delibera, sui quali
possono garantire la corretta applicazione dei l’Amministrazione Comunale dovrebbe svolge-
dettami della delibera. re i necessari approfondimenti per meglio chia-
Al tempo stesso, è auspicabile che tutti gli ope- rire il legame e la continuità con le normative
ratori del settore interessati ricevano un’ade- precedenti.
Figura 2 - Criticità e
Articolo Delibera Disposizione Osservazioni punti di attenzione in
merito ad alcuni
Gli edifici pubblici e privati di nuova costruzione devono articoli della Delibera
possedere un indice di prestazione energetica per la 07/2011
Articolo 48/bis – climatizzazione invernale (E.P.i.) migliorativo rispetto al
limite stabilito dal D.Lgs. n. 192/2005 e successive L’Amministrazione deve
Risparmio
approfondire la fattibilità
energetico e fonti modificazioni e integrazioni secondo quanto riportato
nella seguente tabella: tecnica di tali miglioramenti di
rinnovabili di
prestazione energetica
energia S/V [1/M] Miglioramento proposti.
(comma 1) S/V ≤ 0,2 0%
0,2 < S/V ≤0,9 Interpolazione lineare tra 0% e 40%
S/V > 0,9 40%

Articolo 48/bis – L’Attestato di Certificazione


In sede di richiesta del certificato di agibilità degli
Risparmio Energetica è stato
edifici dovrà essere depositato l’Attestato di
energetico e fonti recentemente sostituito dall’
Certificazione Energetica e prodotta apposita relazione
rinnovabili di Attestato di Prestazione
asseverata che attesti la sussistenza degli impianti e la
energia energetica, secondo quanto
loro conformità al progetto depositato.
(comma 4) previsto dalla Legge 90/2013.

L’Amministrazione deve
• Produzione centralizzata dell’energia termica.
chiarire il campo di
• Reti di distribuzione dell’acqua calda sanitaria.
applicabilità dell’intero articolo.
Art. 48/sexies – • Scaldabagni elettrici.
In esso non è esplicitato se gli
Interventi • Efficienza degli impianti di illuminazione.
interventi siano riferiti soltanto
impiantistici • Efficienza degli impianti elettrici.
a edifici di nuova costruzione
• Contenimento dei consumi per la climatizzazione
oppure anche a edifici
estiva.
esistenti.

La misura degli incentivi è


L’Amministrazione Capitolina favorisce e promuove la subordinata alla stesura di un
realizzazione degli interventi di risparmio energetico e Regolamento Attuativo, che
di utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili attraverso non risulta ancora essere
specifici provvedimenti, ove migliorativi rispetto alle emanato. Pertanto,
prescrizioni dei precedenti articoli 48 e segg., di: l’Amministrazione dovrà
Art. 48/septies –
• incentivo economico, nella forma di cofinanziamenti ulteriormente valutare
Incentivi
attraverso bandi pubblici e di accordi con istituti di l’efficacia dei meccanismi di
credito per finanziamenti e tassi agevolati; incentivazione proposti, al fine
• incentivo urbanistico, attraverso l’incremento delle di rendere gli impianti di
previsioni del piano urbanistico, della S.U.L. o della energia rinnovabile (es.
volumetria prevista nelle aree oggetto di intervento. impianti fotovoltaici)
convenienti economicamente.

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a cura di
Ing. R. Santulli
L’ALIMENTAZIONE ELETTRICA DEI
ing. F. Stefanucci
TRAM SENZA LA LINEA AEREA DI
CONTATTO, SISTEMI “CATENARY FREE”
commissione
Mobilità elettrica

visto da:
Ing. A. Sales Questo articolo, non ha la pretesa di essere dedicato agli specialisti di
Ing. A. Fuschiotto
settore, ma a quei colleghi che hanno la necessità e/o la curiosità di
approfondire i principi di funzionamento dei diversi sistemi innovativi di
alimentazione elettrica che si stanno, sempre di più, introducendo nel
mondo dei trasporti.

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121

L’alimentazione elettrica tradizionale a sollecitazioni elettriche e meccaniche e per-


Come è noto, nelle soluzioni di esercizio tran- tanto tutto il sistema di alimentazione, al fine di
viario tradizionale, la linea aerea di contatto è prevenire guasti, va sottoposto periodicamente
realizzata con conduttore in rame ed è collega- ad operazioni di manutenzione.
ta al polo positivo del generatore in sottostazio-
ne. Punti di forza e di debolezza dei sistemi
Tramite il contatto con lo strisciante installato “catenary free”
sul pantografo dei tram, la linea aerea alimen- Esistono diverse tecnologie innovative con cui
ta, in corrente continua, le unità di trazione elet- è possibile realizzare linee tranviarie di nuova
trica; le rotaie, invece, collegate al polo negati- generazione che sono, al contrario di quelle
vo del generatore in sottostazione, fungono da tradizionali, prive di:
conduttore di ritorno. • linea aerea di contatto
La linea aerea di contatto tradizionale e lo stri- • pantografo sul tetto del tram
sciante sono naturalmente soggette ad usura a Queste tecnologie ben si adattano a superare i
causa: vincoli estetici, architettonici, urbanistici e di
• del contatto e del moto relativo tra le parti; impatto ambientale, tipici dei centri storici delle
• del passaggio delle correnti assorbite dai grandi città, contribuendo allo sviluppo di una
veicoli mobilità ecosostenibile.
Anche il pantografo, naturalmente, è soggetto Gli innovativi sistemi “catenary free”, che han-

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122

Figura 1 - Catenaria
tradizionale

no visto le prime importanti applicazioni in Eu- senza interferenze con altri sistemi di tra-
ropa soprattutto in Spagna e Francia, hanno i sporto;
seguenti punti di forza: • le soluzioni tecnologiche innovative, per
• riduzione dell’impatto estetico, ambientale poter essere applicate a sistemi già in
ed urbanistico; esercizio, richiedono sempre modifiche ai
• riduzione della zona di rispetto con maggio- rotabili, i quali vengono così ad assumere
re possibilità di superamento ostacoli (ad configurazioni diverse rispetto a quelle tra-
es. ponti); dizionali;
• riduzione degli impatti sulla circolazione in • la fattibilità della modifica dei rotabili non è
caso di condizioni meteo avverse (neve, sempre percorribile;
ghiaccio); • i costi sono ancora elevati.
• possibilità di rientro dei veicoli in marcia au-
tonoma in caso di guasto; Classificazione dei sistemi e tecnologie
• possibilità di risparmio, fino al 20%, dell’e- Le principali soluzioni di esercizio possono
nergia di trazione con l’introduzione di si- essere suddivise in due grandi famiglie, in
stemi di recupero in frenatura. base alle necessità di installazione e di appa-
Per contro i sistemi “catenary free” hanno i se- recchiature che esse comportano, precisa-
guenti punti di debolezza: mente:
• non tutti i sistemi consentono di ottenere 1. Soluzioni con impianti solo a bordo tram.
tutti i su elencati vantaggi; 2. Soluzioni con impianti sia a bordo tram che
• non esiste uno standard tecnico universal- a terra.
mente affermato e condiviso, ossia una so- Una seconda distinzione può poi essere effet-
luzione ottimale per costi e prestazioni, tuata in base alle modalità di ricarica dei siste-
adatta a tutti gli scopi di intervento; mi di accumulo:
• i vincoli di esercizio e le caratteristiche della 1. Soluzioni con ricarica presso le fermate, du-
linea su cui si deve intervenire impongono rante la sosta nelle stesse, per marcia auto-
al progettista scelte che sono, in genere, di noma, in assenza di catenaria tradizionale,
volta in volta diverse. Infatti è evidente che su tutta la linea.
un conto sarebbe operare ampliamenti ed 2. Soluzioni con ricarica durante il passaggio
ammodernamenti su di un sistema tramvia- sotto la linea di contatto tradizionale, per
rio già in esercizio, un altro dover realizzare marcia autonoma su brevi tratti di linea, pri-
ex novo una infrastruttura “chiusa”, ovvero vi di catenaria (dove coesiste la presenza

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di catenaria tradizionale sui restanti tratti di 6. Propulsione mediante fuel cell.
linea). 7. Accumulo di energia meccanica tramite vo-
3. Soluzioni basate su alimentazione continua lani.
di energia nelle zone in cui c’è la presenza
di veicoli tramite alternative alla catenaria e Criteri di scelta dei sistemi 123
nessuna necessità di ricarica Nel caso della realizzazione di nuove infrastrut-
Una terza classificazione può essere fatta in ture, per la realizzazione di linee che prevedo-
base alle modalità di prelievo e trasferimento no lunghi tragitti, che si svolgono prevalente-
dell’energia: mente in centri storici in cui non è mai passato
1. Prelievo dalla linea di contatto tradizionale il tram ed in cui l’impatto estetico è molto rile-
(esistente solo su parte del tracciato) attra- vante, la soluzione migliore è quasi sempre
verso pantografo tradizionale, posto sul tet- quella di una infrastruttura fatta di impianti posti
to del tram. al suolo, a livello di binario, che interagiscono
2. Prelievo da un terzo binario (terza rotaia); in con i sistemi di captazione posti bordo (Solu-
tal caso il pantografo diventa un pattino po- zioni con impianti sia a bordo tram che a terra).
sto sul fondo del tram ed applicato ai suoi Nel caso invece di tragitti molto brevi, al massi-
carrelli. mo di alcune centinaia di metri, che non preve-
3. Prelievo mediante induzione elettromagneti- dano particolari criticità (quali, essenzialmente,
ca fra spire metalliche, affogate in pannelli forte pendenza oppure elevato numero di stop-
prefabbricati posti a terra, con un pattino and-go dovuto a fermate e/o semafori), è pos-
presente sul veicolo. sibile il ricorso a soli sistemi a bordo tram.
Le principali tecnologie su cui si basa la realiz- Una interessante applicazione di questa tecno-
zazione dei diversi sistemi sono: logia potrebbe essere valutata per consentire il
1. Super capacitori a bordo. passaggio del tram davanti al Colosseo e a
2. Batterie supplementari a bordo. piazza Venezia, nella città di Roma. Questi si-
3. Trasferimento continuo di energia mediante stemi sono in grado di accumulare energia du-
induzione elettromagnetica al sistema di rante la marcia e/o sosta lungo la linea di con-
accumulo. tatto tradizionale, ed erogare in seguito l’ener-
4. Terza rotaia sezionata elettronicamente. gia necessaria a superare il nuovo breve tratto
5. Terza rotaia sezionata meccanicamente. senza linea di contatto.

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Le diverse soluzioni messe a punto dai Non si dispone ancora di dati di costo di co-
principali costruttori struzione e manutenzione a vita intera di siste-
I diversi sistemi già realizzati dall’industria di mi innovativi “catenary free” da poter parago-
settore sono pubblicizzati sui siti aziendali dei nare a quelli tradizionali.
124 costruttori.
Di seguito si riporta una breve rassegna: Focus sull’applicazione di soluzioni innovative
• ALSTOM produce il sistema APS, in eserci- a sistemi di trasporto già in esercizio
zio a Bordeaux dal 2003 e successivamen- Nei paesi in cui le risorse dedicate all’acquisto
te adottato in altre città; l’energia viene pre- di nuovo materiale rotabile, come l’Italia, sono
levata da un terzo binario, con la terza ro- molto scarse, quando si progetta lo sviluppo di
taia, nella sezione occupata dal veicolo. nuove linee tram spesso ci si pone il problema
• ANSALDOBREDA produce il sistema di come fare per poter utilizzare le flotte dei ro-
TramWave, in esercizio sperimentale a Na- tabili già esistenti, per consentirne una intensifi-
poli e di futura realizzazione in Cina, nella cazione di utilizzo con maggiore integrazione
città di Zhuhai; l’alimentazione continua di di servizio nei centri storici e nelle zone ad alto
energia, nella sezione in cui c’è la presenza impatto estetico.
di veicoli, avviene tramite conduttore anne- I sistemi di bordo necessari ad adeguare tram
gato nel terreno. già in esercizio su linee tradizionali per la mar-
• BOMBARDIER produce il sistema Primove, cia autonoma, sono ingombranti e pesanti, an-
in esercizio sperimentale ad Augsburg dal che nel caso di brevi percorrenze. La loro in-
2011; l’alimentazione continua di energia, stallazione, per il peso e la dimensione di ac-
nella sezione di linea in cui c’è la presenza cumulatori e super capacitori, richiede prelimi-
di veicoli, avviene tramite conduttore anne- nari verifiche strutturali che devono coinvolgere
gato nel terreno. inevitabilmente il progettista del rotabile: la fat-
• SIEMENS produce il sistema Sitras Hybrid tibilità e l’economicità della modifica non sono
Energy Storage (HES) che entrerà in funzio- affatto scontate.
ne presumibilmente nel 2015 per la metro- Tutti i fornitori dichiarano infatti che il retrofit su
politana di Doha, ed effettua la ricarica du- tram esistenti, ovvero l’installazione dei suddet-
rante le fermate. ti apparati, è fattibile (ovviamente l’acquisto di
• CAF propone il sistema Rapid Charge Ac- nuovi tram, con tali sistemi nativi nella configu-
cumulator (ACR), in esercizio a Saragoza; il razione base, garantirebbe una perfetta inte-
tram usa per la maggior parte della missio- grazione dei sistemi stessi).
ne la catenaria tradizionale, nel centro stori- Resta però tutta da verificare la convenienza ri-
co, invece, si muove in marcia autonoma spetto ai reali vincoli di esercizio, al reale stato
ed usa l’energia accumulata durante le fre- d’uso e vita residua attesa della flotta tram esi-
nate e, in aggiunta, può ricevere energia al- stente.
le fermate. Inoltre occorre valutare le conseguenze che

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125

l’installazione di tali dispositivi può avere sulla avere uno sviluppo sempre maggiore nella misu-
capacità di trasporto dei mezzi la riduzione del ra in cui si riuscirà a dimostrane la reale conve-
numero di passeggeri trasportabili a causa dei nienza economica oltre che l’importanza per la ri-
loro ingombri e del loro peso. Infatti: duzione dell’impatto architettonico e visivo.
1. le dimensioni medie dei componenti si ag- A tal fine, economie di scala e soluzioni tecni-
girano intorno a 2x1, 5x0, 5 mc. Tali notevoli che di nuova generazione dovranno:
dimensioni, considerando che lo spazio sul 1. incrementare l’affidabilità;
tetto è già praticamente tutto occupato da 2. abbassare i costi unitari di fabbricazione,
altri impianti, rendono spesso necessaria messa in servizio;
l’individuazione di uno spazio aggiuntivo 3. valorizzare i benefici indotti, non solo in ter-
adatto allo loro installazione all’interno del mini di impatto estetico, ma anche in termi-
veicolo; ni di riduzione, per l’intera vita del sistema
2. il peso aggiuntivo medio, dell’ordine di 1,5-2 tram, dei costi ricorrenti infrastrutturali e di
tonnellate, potrebbe richiedere, ai fini del esercizio per:
mantenimento del carico per asse del vei- • la mancanza di linea aerea di contatto;
colo entro i limiti di progetto e di esercizio, • i risparmi di energia generati dal recu-
di dover sacrificare ulteriore capacità di tra- pero di energia in frenata;
sporto diminuendo il numero dei passeggeri • i risparmi generati dai minori costi di
trasportabili. manutenzioni fatte sui tram e sulla rete.
Non appena saranno disponibili in letteratura
Conclusioni dati consistenti delle esperienze degli operatori
Ad oggi non sono presenti, in Italia, dei signifi- di Francia e Spagna, che sono stati i primi ad
cativi piani di finanziamento pubblico destinati adottare queste tecnologie, sarà possibile ef-
agli Esercenti per la diffusione di nuove tecno- fettuare le prime approfondite analisi numeri-
logie nell’ambito del trasporto pubblico tram- che di costi e benefici.
viario. Per la crescita del nostro Paese sarebbe impor-
Il trend è quello di ottimizzare il servizio, intensifi- tante promuovere e stimolare, anche attraverso
cando, nelle zone ad alta densità abitativa, l’uti- gli Ordini Professionali, la creazione di gruppi
lizzo di flotte ed infrastrutture già esistenti, razio- di lavoro con i tecnici appartenenti ai diversi
nalizzando i servizi a scarsa frequentazione, al settori industriali, per monitorare e condividere
fine di renderlo economicamente sostenibile. tutti i dati e gli aspetti relativi ai nuovi e promet-
Il trend di utilizzo dei sistemi “catenary free” potrà tenti sistemi innovativi.

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