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La narrativa romantica: romanzo storico, romanzo gotico

Con la Rivoluzione francese del 1789, termina l’Ancien Régime ed inizia la terza modernità, quella
romantica. Già prima della rivoluzione, in Germania esisteva un movimento che cercava la radice del
‘nazionale’ di nuove impressioni e si preoccupa di definire il sublime, mentre i Britannici scoprono l’arte
gotica. In Spagna c’è un periodo di instabilità politica ed economica, in cui continua, e anzi, dopo il ritorno
dell’assolutismo, si aggrava il conflitto tra borghesia e aristocrazia, ed è scontato che lo stile armonioso ed
equilibrato dei neoclassici non si adegui ai tempi. C’è un diffuso sentimento nazionalistico per via delle
guerre, e in questo scenario nasce una nuova tendenza, il Romanticismo, vista anche come replica e
culmine dell’illuminismo (per la libertà e l’individualismo). Gli elementi costitutivi sono l’individualismo, il
culto del sentimento, attrazione per il soprannaturale e il notturno, l’esaltazione del passato,
l’irrazionalismo e il satanismo. È romantico, romanesco o romancesco tutto ciò che è riconducibile ad un
romanzo, che sollecita l’immaginazione, che è audace e diverso dalla normalità, quindi essere ‘romantici’
inizia a divenire un vero e proprio stile di vita. L’icona della cosmovisione romantica è senza dubbio ‘Il
viandante sul mare di nebbia’ di Friedrich (1818), seguito dai quadri di Goya (‘Los fucilamientos del 3 del
Mayo’, ‘La razón de la sinrazón’, ‘El sueño de la razón produce monstruos’). La Lingua: tono che oscilla tra
patetico-declamatorio e intimista, linguaggio con tensione espressiva massima. Ci sono due diverse
ideologie del Romanticismo: conservatore (minaccia della modernità, paura del tempo presente) e liberale
(proclamazione della libertà politica ed entusiasmo per gli eroismi). Il genere letterario più coltivato dai
romantici è il romanzo, ‘la novela’, un testo narrativo in prosa, di una certa ampiezza, che privilegia l’azione,
narra vicende reali o fittizie, sentimentali (origine nel 500/600 con ‘El Don Quijote’). Il romanzo si articola
essenzialmente in due tipi: storico e gotico. Storico nasce in Inghilterra con Walter Scott, con lo sviluppo di
un’editoria industriale e di un pubblico lettore borghese e popolare interessato all’intrattenimento,
rappresentato da questo genere avventuroso e sentimentale (si basa sulla mescolanza di epoche storiche
anche immaginarie, la ‘suspense’, tema avvincente e complicata, personaggi stereotipati e un eroe su cui il
lettore simpatizza). In Spagna, il primo romanzo storico è ‘Ramiro’, 1923, di Humara, seguito da Lopez Soler
con ‘Los Bandos de Castilla’ (1833) in cui imita Scott per far riconoscere il suo stile in Spagna, e anche
significativo è ‘El señor de Bembibre’ (1844) di Enrique Gil y Carrasco, più tardi con Larra ‘El doncel de Don
Enrique el Doliente’ (1834). L’altro tipo di romanzo è il gotico, caratterizzato dal gusto per il medievale e per
il mistero, racconti di mistero con azioni notturne, in cui il precursore è Horace Walpole con ‘Il Castello di
Otranto’ (1764), seguito in Spagna da ‘El Valdemaro’.

Il costumbrismo

La vena romantica si fonde con l’attenzione per il reale locale, popolare, tradizionale, e fa nascere resoconti
della vita di quartiere, con l’evocazione critico/nostalgica di usi e costumi. Mariano José de Larra,
importante scrittore e giornalista, pubblica una serie di articoli di costumi raccolti in ‘El duende satirico del
dia’ (1828) e in una collezione più satirica ‘El pobrecito hablador’ (1832). Tra gli anni ’40 e ’50, il
costumbrismo desta curiosità con la riduzione dell’analfabetismo, Ci sono più lettori che amano il genere e
allo stesso tempo si crea sinergia tra Romanzo e stile costumbrista, ma anche un ponte tra narrativa
romantica e realistica. Una delle voci più interessanti e Cecilia von Faber figlia di un Diplomatico tedesco e
di una letterata inglese e quindi ricevette una elevata formazione in campo letterario non comune tra le
giovani donne allora punto lei nasce in Svizzera nel 1796 e muore a Siviglia nel 1877. La sua vita affettiva fu
abbastanza addormentata perché ci furono molti drammi nei suoi matrimoni, Tuttavia lei è famosa per la
sua scrittura, nella quale assunse un nome maschile ovvero Fernan caballero, un nome recuperato da un
paesino della Mancha, poiché sapeva di poter aver opposizione e pregiudizi come donna. Nonostante la sua
elevata cultura, lei non ha una visione avanzata della donna, infatti troviamo nelle sue opere un
conservatorismo cattolico; ha riconosciuto l’arretratezza del paese, la mancanza d'istruzione, ma crede che
non sia la politica ad essere d'aiuto. ‘La Gaviota’ è molto importante per il costumbrismo fu scritto nel 1836
ma pubblicato 15 anni dopo, è ambientato in un paesino sulla costa, in cui i temi principali sono la rigidità
nei confronti della donna perché nel romanzo si vedrà che per via di una sbandata, lei perderà tutto
compresa la voce, questo è dovuto alla perdizione della città e viene fatta una difesa della vita di provincia.
La radio ta e anche una satira della donna emancipata e indipendente; Nella prima parte viene fatta una
idealizzazione del villaggio, dei luoghi, dei dialetti, e di usi e costumi, nella seconda parte invece viene
descritta la città sedotta e corrotta dall’estero e viene denigrata. Viene rivendicato il controllo dell'emotività
dovuto alle emozioni viste come minacce e questa è una chiave antiromantica; Viene invocata la verità in
modo poetico ed è anche questa la chiave antiromantica perché i romantici invocavano l'immaginazione.
per quanto riguarda il periodo storico dal 1843 al 1868 regna Isabel II in Spagna e in cui si fronteggiano due
partiti, uno di ispirazione liberale e uno conservatore tra i quali serpeggia un malessere che andrà
crescendo; L'avvicinamento di Isabel II verso posizioni sempre più conservatrici, assieme alla crisi
economica del 1866, porteranno all’insurrezione detta la gloriosa del 1868, con conseguente destituzione di
Isabel II e la relativa costituzione del 1869. Segue il segno democratico fino al 1873 in cui c'è l'insediamento
della prima Repubblica, più tardi torna Alfonso XII, c’è ritorno all'ordine con successiva restaurazione e
monarchia costituzionale; c'è un lungo periodo di stabilità fino al 1923. in questo periodo alfonso XII muore
giovane e il suo erede e alfonso XIII, il figlio, che troppo piccolo per governare viene retto da maria cristina.
In questo periodo per quanto riguarda la vita intellettuale c'è Karl Krause, un filosofo tedesco che crea il
razionalismo armonico, una dialettica armoniosa tra spirito e intelletto. In Spagna Julian del Rio rielabora il
pensiero in chiave pedagogica, come principio educativo da applicare alla formazione culturale dei giovani e
dei futuri politici, con visione laica e di profondo rigore morale, si afferma anche tra la borghesia illuminata
spagnola del momento. Tuttavia, quando il decreto Regio fu emanato, in cui si proibiva che nelle aule si
discutessero temi contrari ai dogmi cattolici, scatena l'opposizione di tale borghesia illuminata: alcuni
abbandonarono l'università e altri furono espulsi, in favore della Fondazione di istituzioni parallele il cui
obiettivo è vigilare e contribuire ad una corretta, aggiornata, proficua formazione delle giovani generazioni.
Tra queste troviamo la Institucion Libre de Ensenanza e la residencia di estudiantes.

Leyendas e Cartas desde mi celda di Bécquer

Gli anni 60 70 in Spagna sono dominati dallo straordinario poeta e prosatore Gustavo Adolfo Bécquer. Egli è
un tardo romantico e in poesia si fa interprete del delicato passaggio in Francia maturato attraverso la
poesia baudelairiana dal romanticismo al simbolismo. In prosa è un autore di splendidi testi, forse
classificabili tra il racconto di argomento tradizionali e la prosa poetica, ma con uno stile e intento
descrittivo vicino alla poetica realistica in via di affermazione anche in Spagna. Bécquer è famoso per aver
scritto las ‘Leyendas’, ‘Cartas desde mi celda’ e ‘Las rimas’, pubblicate dal 1860 al 1870. ‘Las rimas’ sono dei
versi di operette in poetica pubblicati dopo la sua morte dai suoi esecutori testamentari. Bécquer usa molto
il simbolismo nelle sue opere. ‘Leyendas’ è un’opera in prosa che narra la storia all’interno di una cappella
totalmente distrutta nel quale il protagonista è una statua di marmo; In essa c'è tutta l'essenza romantica
europea, dalla donna trasformata in animali alla pericolosa dama del lago, fino al cacciatore maledetto.
‘Cartas desde mi celda’ invece è un libro corto e conciso, nel quale l’autore riporta i suoi ricordi in prosa, e
in esso si sente l'amore per la natura e i paesaggi. Questo fu composto e scritto nel monastero in cui
Becquér fu accudito per ristabilirsi dalla sua malattia. Bécquer fece personale la tematica dell'amore come
mediazione tra poeta e poesia.

La novela regional

Trial romanzieri periferici troviamo Alarcón, Pereda. Alarcon è famoso per saper narrare bene nel romanzo
breve e è anche ricordato per aver scritto romanzi di alto respiro tra i quali il sombrero de tres picos, 1873,
in cui si combina la falsa e il regionalismo, narrata in tono familiare, che continua la stilizzazione folclorica.
Se Alarcon fu giornalista e scrittore appassionato e ambizioso, Pereda scrisse racconti di costume. Pereda è
famoso e ricordato per aver scritto la novela regional, una forma evolutiva di romanzo costumbrista che si
orienta dal reale concreto quotidiano alle contraddizioni della società contemporanea (ricordiamo ‘El tio
Cayetano’ e ‘Pedro Sanchez’).
Il romanzo realista

La corrente realista nasce sulla scia del costumbrismo, ma ne applica la tendenza analitica alla forma del
romanzo e a nuovi soggetti sociali, la borghesia e le classi subalterne create dalla rivoluzione industriale. Il
romanzo realista spagnolo punta sullo spessore della trama, con l’interesse per la storia e sulla denuncia
sociale, quindi è una narrazione verosimile e farsesca, legata alla descrizione della realtà. Il precursore del
realismo è Galdós, che collabora con dei giornali e diffonde il movimento in Spagna. fu importante negli
anni Ottanta come scrittore. I suoi primi romanzi ‘La fontana de Oro’ (1870) e ‘El Audaz’ (1871) sono quadri
d’epoca, susseguiti dalle ‘Novelas Contemporaneas’ in cui c’è ‘Dona Perfecta’, marcato da una dialettica
sulla storia ideologica del tempo, ‘Marianela’, in cui la cecità del protagonista è molto più che un semplice
difetto fisico. A questi anni risale la pubblicazione, nel 1873, de ‘Los Episodios Nacionales’ (due serie di dieci
romanzi ciascuna) con i quali l’autore voleva spiegare ai suoi coetanei le origini della Spagna
contemporanea, tra i quali c’è ‘Trafalgar’, che si riferisce alla sconfitta della flotta francoispanica da parte
dell’Inghilterra. Anche Juan Valera fu un caso a parte, perché ebbe un periodo della sua vita in cui criticava
il realismo francese, ma poi lo abbracciava. Tuttavia, egli adottò un realismo detto ‘estetico’, caratterizzato
dall’interesse per il reale, con criterio di verosimiglianza, quindi interpretare la realtà senza rappresentare
la sua crudezza. Nei suoi romanzi realisti, spicca ‘Pepita Jimenez’, 1874, dalla forma pseudoepistolare, in cui
il protagonista è un seminarista che si innamora della fidanzata, Pepita, del padre, a sua volta vedova di un
ottantenne; in questa opera trionfa l’attrazione sessuale sul misticismo religioso, scritto in una forma piena
di realismo, dimostrato dalla descrizione precisa e minuziosa della vita di paese, riconducibile ai villaggi
andalusi del tempo. Inoltre, i suoi romanzi si raggruppano in due cicli: il primo composto da ‘Pepita
Jimenez’, ‘Dona Luz’ e ‘Las ilusiones del doctor Faustino’ è meno sperimentale e più autobiografico, ma
senza vocazione documentaristica, mentre il secondo ciclo con ‘Juanita La Larga’ e ‘Genio e figura’
rappresenta rispettivamente le relazioni umane e personaggi complessi, e la scalata sociale dei personaggi,
con narrazione sobrie.

Il Naturalismo (romanzo canonico del naturalismo è “La Regenta”, 1884-1885)

Galdós ha contribuito anche alla diffusione del naturalismo. Con ‘La desheredada’, 1881, si apre questa
tappa, un tipo di romanzo in cui compaiono la pazzia generosa, la debolezza sentimentale femminile,
l’egoismo maschile, l’esplorazione dell’inquietudine romantica, inoltre prevale l’osservazione oggettiva
della realtà con il sostegno del positivismo e una visione deterministica del mondo, in cui l’uomo non può
salvarsi perché condannato a vivere in una società malata, perciò si amplia la distanza tra l’autore e i
personaggi. Tra i romanzi naturalisti di Galdós, ci sono storie più singolari e intimiste, tra cui ‘Tormento’, ‘Lo
prohibido’. Rilevante è ‘Fortunata y Jacinta’, due storie di maritate, l’una borghese e sterile, l’altra popolare
e feconda, in cui l’intenzione galdosiana è di tracciare una parabola sociale, a partire dal principio che
poche volte l’autore è stato tanto preciso nella descrizione della vita madrilena e dei suoi oggetti e
nell’associazione di date storiche e avvenimenti di quelle vite private; inoltre, tutto il romanzo traspira la
lotta dell’istinto contro l’ipocrisia, come se volesse riflettere ciò che si perdeva nel consolidamento della
vita borghese, esso tratta del profondo mistero delle relazioni umane di possesso e d’amore, ma anche
dell’abisso che divide le classi sociali, con una novità: ogni personaggio agisce da filtro di presentazione per
gli altri. Anche Emilia Pardo Bazán sostenne il naturalismo, facendo una vera e propria difesa negli articoli
’La cuestion palpitante’, 1884. Tuttavia, Leopoldo Alas, con lo pseudonimo di Clarin (strumento musicale
scelto quando scriveva per il giornale ‘Il Solfeo’) critica quasi tutti i romanzi significativi del suo tempo che lo
porta a scrivere ‘La Regenta’, il miglior romanzo concepito dopo il ‘Don Quijote’ e ‘Madame Bovary’, ma
anche il romanzo canonico del naturalismo per la sua originalità. L’opera è divisa in due volumi, con
ambientazione immaginaria a Vetusta, che sarebbe Oviedo, narrazione onnisciente/latente, discorso
indiretto libero e oggettivismo legato alla vita, e la scrittura distanziata che affonda nelle passioni. Il titolo
suggerisce il ruolo subalterno della donna, e la protagonista, Ana Ozores, è facilmente collegabile a
Madame Bovary per le caratteristiche ma c’è una differenza nel finale, ossia l’autorealizzazione, presente in
‘La Regenta’. In esso, Ana rappresenta quindi l’insoddisfazione di cui non si conosce la causa, ma anche il
sogno, l’intelligenza e la ribellione, e la società in cui vive vede accendere la battaglia dello spirito contro la
carnalità (elementi di introspezione).

Il romanzo del cambio de siglo (Ganivet, Azorin, Baroja, Unamuno, Valle-Inclan)

Nel 1898, in Spagna c’è una crisi istituzionale, la guerra contro gli Stati Uniti per il controllo delle colonie che
vengono perdute, con conseguente colpo per l’industria tessile e il commercio dello zucchero e del tabacco.
Tornano gli indianos, emigrati delle colonie, con ingenti somme di denaro da investire che permisero la
creazione di istituti bancari. A livello politico, si instaura una dittatura (Primo de Rivera) appoggiata dal
monarca (Alfonso XIII), che causa la ribellione dagli spagnoli (Semana Tragica, 1909.07) e porta
all’insediamento della 2a Repubblica (1931-36). Tutto questo turbamento scatena il crollo degli assoluti
ottocenteschi, portando alla ‘crisi di fine secolo’, anche per il percorso letterario spagnolo. ‘Modernismo’ e
‘generación del 98’ comprendevano le due sfaccettature – quella intellettuale e quella estetica. Il termine
generazione era troppo vago, mentre modernismo definiva un movimento di rinnovamento artistico,
sintonizzato con il simbolismo e il parnassianesimo francese (rifiuto di ogni sentimentalismo). Alcuni artisti
denunciavano la costituzione di un nuovo fronte biologico, apportando le idee di rigenerazione e
rigenerazionismo, ma l’associazione di un’idea di generazione si tradusse nel 1913 con Azorin, che
formulava la volontà di recuperare un protagonismo intellettuale. In questo periodo, coincidono romanzieri
come Unamuno, Ganivet, Azorin, Baroja e Valle Inclan. Tanti furono i cambiamenti: il 1902 è un anno
importante per il romanzo perché si avvia una profonda riflessione sul linguaggio con ‘Sonata de otoño’ di
Valle-Inclan, in cui egli elevò la lingua, con ‘Camino de perfeccion’ di Baroja, con il quale egli si concentrò di
più sulla vocazione musicale grazie all’esempio dei versi di Verlaine, in ‘Amor y pedagogia’ di unamuno,
l'autore si fa difensore delle etimologie e del neologismo e infine ‘La voluntad’ di di Azorin in cui egli
inventa la descrizione impressionista, ma è anche riconosciuto per l'uso costante del presente, perché egli
credeva che il tempo fosse statico e che ci fosse eterno ritorno dei fatti e delle cose. In molti di loro emerge
una critica contro la civiltà industriale e la modernità, tra cui Angel Ganivet (console di Unamuno) che
rifiutava il moderno (nel suo saggio ‘Granada la bella’, in cui evocava il suo passato nella città granadina).
Lasciò due romanzi in un ciclo di Pio Cid che sono sull’imperialismo e sulla pedagogia casalinga e il
donjuanismo intellettuale, inoltre scrisse ‘Cartas finlandesas’ in cui mette a confronto gli usi e costumi
finlandesi e spagnoli, senza alterare le sue origini. José Martinez Ruiz, o meglio conosciuto come Azorin, fu
un critico modesto che scrisse un romanzo ingenuo di una trilogia, ma chiave di tutto il tempo storico, ‘La
voluntad’, che descrive l’angustia di un fallimento vitale ed accoglie sensazioni molto intense, tanto da
esser definito l’archetipo del romanzo lirico. Seguono ‘Antonio Azorin’ (1903) e ‘Las confesiones de un
pequeño filosofo’ (1906), in cui c’è assenza di azione e prevalenza della disgregazione degli ideali. Pio
Baroja invece si sentiva un romantico fuori tempo e vedeva il romanzo come un insieme di vagabondaggio e
immaginazione ed ebbe una visione pessimista del suo tempo in cambiamento. Egli condusse una vita
monotona ma riuscì ad inventare una varietà di scenari fantastici, importante nella sua opera è ‘Camino de
perfección’, 1902, evidente richiamo e parodia all’opera di Santa Teresa, narrata in 3 a persona con tratti
autobiografici, è la storia di un fallimento causato da un eccesso di sensibilità, in cui il protagonista è un
pittore con vocazione da scrittore. Valle-Inclan si accosta a questo tipo di letteratura tramite la
composizione di ‘Sonatas’ (de otoño, de estio, de primavera, de invierno), 1902-1905, è un ciclo di romanzi
brevi in cui ogni romanzo equivale ad una stagione della vita, ed il protagonista è il marchese di bradomin,
l’antitesi del dongiovanni tradizionale, quindi è brutto, sentimentale e cattolico. La narrativa di Valle-Inclan
è caratterizzata dalla mescolanza di generi, infatti nello stesso periodo pubblicò anche ‘Comedias Barbaras’
un dramma-romanzo, c’è anche della ironia e parodia, inoltre il protagonista è spesso un eroe
anticonformista e immorale. La novità delle sue opere sta nella caratteristica dell’esperpéntico (preso dal
gergo teatrale, definisce un’alta espressività critica, tesa ad evidenziare gli aspetti paradossali e grotteschi
del reale). Infine, c’è Unamuno, che si inserisce in questa letteratura scrivendo ‘Paz en guerra’ e ‘Nuevo
Mundo’, circa negli stessi anni scritti, 1895-97, ma il secondo pubblicato molti anni dopo, 1994. ‘Paz en
guerra’ è la rappresentazione storica e autobiografica della guerra carlista a Bilbao, quindi ricordi della sua
infanzia, ma stavolta visti attraverso gli occhi di due giovani amici, diversi tra loro poiché uno contemplativo
e l'altro azionista. Questa differenza nei protagonisti rappresenta lo sdoppiamento dell'io di Unamuno e
quindi c'è molto soggettivismo. In ‘Nuevo mundo’ invece si racconta la storia del narratore Miguel che
assiste alla morte dell'amico rodero e si impegna a pubblicare un suo saggio: qui il tema è quello della
malattia a livello fisico e spirituale e in questo l’autore plasma sulla traiettoria di un personaggio alcuni suoi
problemi, per esempio il peso dell’abbandono e l’angosciosa ricerca di una fede. La crisi spirituale
dell’autore modificò i suoi presupposti. Nel 1902 inizia il ciclo di ‘las nivolas’ che sono romanzi brevi in cui si
vuole dimostrare che l'invenzione narrativa e la storia non sono elementi distinti ma si uniscono tra loro. La
prima nivola fu ‘amor y pedagogia’ pubblicato nel 1902 e rappresenta una favola comica sul fallimento
dell’educazione positivista, una critica ad essa che termina con il suicidio del figlio perfetto poiché dinanzi al
mistero dell’amore non ha conoscenze per comprenderlo. Questa aprì il passo a ‘Niebla’ che è una vera e
propria manifestazione del personaggio autonomo, quindi con dei tratti che anticipano l'esistenzialismo;
altre nivolas sono ‘Abel Sanchez’, ‘la tia tula’, e ‘San Manuel bueno martir’, caratterizzate dai personaggi
che vivono fino alla nausea la necessità di sovrapporsi a se stessi e anche la fatica e la coscienza di finzione
che tale sforzo significa. Unamuno fece in modo di eliminare, nei suoi romanzi, ogni ambientazione che
distraesse dall’azione, ma l'importanza del paesaggio della sua opera si avverte i momenti di ricco
simbolismo in tutti i suoi romanzi. ‘Niebla’, scritto nel 1914, fu importante perché pone il problema
dell'identità dei personaggi rispetto all'autore, quindi c'è un soggettivismo estremo e uno scontro di
passioni, con una novità rappresentata dalla destrutturazione della forma del romanzo, ovvero un prologo
in cui i personaggi scrivono loro stessi e c’è un post-prologo; infine, l'autore ha una parte nella commedia.
La trama si concentra sul protagonista Augusto che è in una nebbia mentale che non gli permette di
accorgersi di ciò che è dentro e fuori di lui, ma dopo diversi progetti falliti, il personaggio esce dalla nebbia
per affrontare l'autore, in cui il confronto è sfumato, ma si evince che il protagonista vorrebbe cambiare,
però l'autore lo fa essere tale, forse perché egli viene messo in scacco dal fatto che potrebbe essere a sua
volta creazione di altri. Augusto è simile agli altri protagonisti dei romanzi di questo periodo, ma a
differenza loro, egli affronta il suo autore.

Il romanzo primonovecentesco (novela lirica e novela deshumanizada)

Intorno al 1910 si produssero dei cambiamenti, dal consolidamento della conquista del pubblico, alla lenta
cristallizzazione come materiale estetico di una visione della Spagna che si rivela erede del generazionismo
e della sensibilità di fine secolo, ma anche coinvolta da connotazioni troppo drammatiche e soggettiviste. Lo
scoppio della grande guerra, accompagnato dalla costituzione del blocco di sinistra in favore del
progressismo, permise anche cambiamenti a livello intellettuale. La vita culturale si istituzionalizzava per
offrire ai giovani intellettuali più opportunità, grazie alla nascita di istituzioni parallele alle Università, ILE ad
esempio. Il transito tra il clima di fine secolo e gli orizzonti del 1910 fu fluido. La nuova tendenza è
caratterizzata globalmente da un’affermazione sul primato del ‘principio di realtà’ accanto alla coscienza
dell’io e per un superamento del soggettivismo in cerca dell’armonia. Essenziale in questa linea è Gabriel
Miró, inizialmente modernista con ‘Las cerezas del cementerio’, 1910, dominato dalla malattia e dal fascino
maledetto, ma poi nelle sue opere riuscì a contemplare e a ridurre la disgregazione del mondo a un ordine
intimo, quindi centrando l’interiorità dei personaggi, esplorando l’io e l’espressione dei sentimenti,
accompagnato da una scarsa azione e dominanti tonalità liriche. Nel caso di Ramon Perez de Ayala, dopo la
liberazione del mondo modernista, produsse una tetralogia romanzesca che gli servì da purga
autobiografica, in cui fu evidente la volontà d’identificazione generazionale del personaggio, specialmente
in ‘Tinieblas en las cumbres’, 1907; questa rottura gli permise anche di scrivere las novelas poematicas,
ovvero romanzi brevi, di grande intensità lirica, con il tema centrale del conflitto vita-morte. La novela lirica
apre la strada alla cosiddetta novela vanguardista o espressionista, caratterizzata da un’eliminazione
progressiva degli elementi umani, quindi alla ‘deshumanización’, in favore di forme estetiche autonome
(cubismo, surrealismo, per esempio, che distanziano l’arte dall’emozione, preferendo la rappresentazione
del solo concetto). In questa corrente, il precursore fu Benjamin Jarnés, con ‘El profesor inutil’, 1926, ma
anche Ramon del Valle-Inclán, con ‘Tirano Banderas’, 1926, adotta uno stile riconducibile all’estetica
espressionista per l’ottica disumanizzante, la condensazione temporale e il plurilinguismo, ma ha anche dei
tratti esperéntici.

Il romanzo del primo dopoguerra e il realismo tremendista esistenziale


Con la guerra civile, (mentre la situazione in Europa peggiorava, José Antonio Primo de Rivera invoca
l’intervento dell’esercito, tra i quali il generale Francisco Franco dà inizio all’Alzamiento, ovvero la rivolta, a
causa di un duplice assassinio di esponenti monarchici e di sinitra) 1936-1939, la Spagna si divide in due poli
contrapposti: la zona destra di svolta fascista e nazionalista, e la zona sinistra repubblicana e anarchico-
sindacalista. Tutto ciò si riverbera in letteratura con ‘Contrataque’ di Sender nel 1938, che è un’opera
composta da ricordi scritti velocemente, e ‘Una isla sul mar rojo’ di Florez nel 1939, che riproduce un
desolante panorama umano durante una guerra particolarmente cruenta e sanguinaria. Dal 1939 agli anni
50, si avrà un periodo nominato ‘gli anni della fame’, accompagnati dal blocco diplomatico, mediocri autori
trovarono accoglienza e la letteratura importante si diffondeva in via trasversali, quindi si ripubblicano testi
di Unamuno, Azorin, Machado e Baroja. Tra questi autori, emerge Ramon Sender, che scrisse opere
importanti legate al peso della guerra e le sue conseguenze, con l’aggiunta di simbologia morale, tra cui ‘El
rey y la reina’ e il piccolo capolavoro di ‘Requiem por un campesino español’, 1953, accompagnate dal
recupero della memoria della propria infanzia con ‘Crónica del alba’. Max Aub scrisse prima della guerra
qualche racconto lirico, ma con l’esperienza della guerra e dell’esilio compose il ciclo ‘El laberinto mágico’
composto dai romanzi lirici o Campos, dal 1936 al 1968, fedele a personaggi dai destini incrociati. Aub sentì
anche l’attrazione dell’avanguardia, infatti in due opere rifletteva il clima della creatività anteriore del
cubismo e del surrealismo. In questi anni fu importante anche la traiettoria poetica di Francisco Ayala, che
si concentrò particolarmente sulla novela deshumanizada, ma anche sui temi della guerra e dell’esilio, che
gli ispirarono due raccolte di racconti, ‘Los usurpadores’ e ‘La cabeza del cordero’, in cui si affronta il
significato della violenza e del potere nella storia della Spagna e la difficile esperienza morale della Guerra
Civile. Infine, Rosa Chacel scrisse romanzi lirici o sue varianti, quali ‘Teresa’, autobiografia fittizia
dell’amante di Espronceda, ‘La sinrazon’ in cui si evince il senso della vita come tema principale, e una
trilogia di romanzi basata su un percorso esistenziale di alcune ragazze dagli anni Venti all’esilio,
mantenendo sempre una omogeneità di stile e conducendo un vero e proprio itinerario di un pensiero
intuitivo. Nel frattempo, inizia ad apparire un nuovo genere letterario: la novela neorealista tremendista o
esistenziale. È una tendenza che sottolinea con forte pessimismo, gli aspetti crudi e brutali della vita,
attraverso un linguaggio nudo e scabro, e si aggiungono anche riflessioni sull’esistenza umana e le sue
inquietudini. Il precursore è Cela che nel 1942 scrisse ‘La Familia del Pascual Duarte’, un memoriale fittizio
sulle vicissitudini, sull’esistenza di un criminale cinico che si mostra innocente e sensibile, in cui la realtà
viene deformata per raccontare la crudeltà del presente. Intertestualità con toni barocchi e realisti si
mescolano ad un importante paratesto con tratti autobiografici. Su questa linea di esplorazione della vita
umana, troviamo altri due modi incarnati in due romanzi significativi: ‘Nada’ di Carmen Laforet (1944), e ‘La
sombra del ciprés es alargada’ di Miguel Delibes (1948). Il romanzo della giovane autrice mette a confronto
le generazioni, le classi sociale, e il contrasto uomo/donna del dopoguerra in Spagna, la dura realtà
presentata con toni scabri, in cui questo ‘Nada’ si riferisce all’allontanarsi dal nulla, riconducibile al finale
del romanzo in cui la protagonista se ne va da Barcellona portando con sé il nulla. Mentre Miguel Delibes ci
offre un protagonista orfano, Pedro, che viene affiancato a un tutore per la sua formazione, ma questo gli
trasmette di non affezionarsi alla gente per non soffrire eccessivamente; inevitabilmente questo accade e
con la morte dei cari, il pessimismo si aggrava ma Pedro riesce a mantenere una prospettiva speranzosa per
il futuro.

Il Realismo sociale

Dagli anni ’50, si esce dagli anni della fame, dall’isolamento, dalla dittatura franchista (nonostante tutto, ha
portato importanti sviluppi nella vita sociale: passaggio dall’economia agricola all’industriale, flussi
migratori, crescita disordinata dei centri urbani, consolidamento delle nuove classi medie ed operaie,
sviluppo di università e sindacato, e alla fine la società manifestava di aver oltrepassato grazie al proprio
sviluppo la capacità di adattamento molto limitata del regime) e si ha voglia di riscoprire gli strumenti
sociali in cui si vive e si riscoprono testi del XIX secolo della narrativa francese e inglese. Si diffonde
l’esigenza di rappresentare la realtà problematica, così come è, come qualcosa di collettivo, in cui c’è
un’importante novità: il protagonismo collettivo e il protagonismo multiple, in cui ci sono più protagonisti
con diversi punti di vista, caratterizzati dall’impotenza, dalla passività, dall’alienazione. I temi fiorenti sono
l’isolamento sociale, la memoria della guerra, espressi dalle parole del narratore onnisciente, in prima
persona testimoniale. L’obiettivo è realizzare una fotografia della realtà, nonché rivelare ogni angolo della
società scoperta, con dell’oggettivismo, la coralità, la difesa del popolo e la critica alla borghesia, tempo
condensato e spazio ben definito. Queste caratteristiche formano la novela social degli anni ’50. Esempi
sono ‘Entre visillos’ di Carmen Martin Gaite, 1957, ‘La colmena’ e ‘La catira’ di Cela, e ‘El Jarama’ di Ferlosio,
1955. Questo ultimo, che riprende il nome di un fiume, luogo di una battaglia civile e simbolo di fatalità,
concentra la narrazione nel dialogo abbondante di due gruppi di persone giovani e adulti di diverse età,
generazioni, classi e province. Sembra quasi un copione cinematografico di una domenica al fiume, ma in
realtà sotto i dialoghi c’è la morte al fiume di una ragazza di questo gruppo, che passa totalmente
inosservata, una vicenda che evidenzia la superficialità e la mancanza di idee e risorse dei giovani, succubi
della società.

Il romanzo sperimentale

NARRATIVA ANNI ’60:

1. Ne ho sperimentalismo: distanza da scritture lineari e secche


2. ricorso alla scrittura parodica e pluri linguistica
3. diminuzione dei dialoghi, uso estensivo del monologo interiore
4. nuova attenzione per le opere degli esiliati come Ramon sender
5. boom di narrativa: irreale si intreccia con esperienze fantastiche

Attraverso una crescita economica, la Spagna degli anni 60 Modifico la propria struttura sociale, non era più
una società rurale, dedita solo al settore agrario, infatti c'erano più persone che lavorano nei settori
secondari e terziari, grazie al decollo dell’industria e dei servizi. Con l’allentamento dei controlli del governo
franchista, si aprono le frontiere in Spagna. Proprio per questo gli scrittori furono propensi all'innovazione
anche in campo letterario e crearono la ‘novela experimental’, ovvero il cosiddetto realismo critico. La
novela experimental è un romanzo di formazione, quindi rappresenta il contrasto tra l'io e il mondo, la
tensione irriducibile e quasi sempre destinati al fallimento, alla follia, alla fuga. Per quanto riguarda i
personaggi nella novela sono essere opachi, smarriti e in conflitto con il contesto ma in cerca di trovare un
proprio posto nel mondo. Il tempo è stretto tra un presente torbido e un passato problematico che si
recupera attraverso la memoria selettiva, con slancio verso il futuro un certo, mentre lo spazio e immobile;
Infine per quanto riguarda lo stile, il linguaggio è sollecitato da tensioni interiori, spesso al servizio di una
parodia o di ironia, il momento di confessione drammatica, ma il linguaggio è anche ricercato (ricchezza,
potenza, complessità ), la sintassi è molto elaborata e si rompe con l'ordine etico e con il linguaggio
‘convencionalizado’ dal realismo. Si ritrova di nuovo la dimensione onirica. Alcuni testi importanti sono:
‘Tiempos de Silencio’, di Luis Martin Santos, 1962, ‘San Camilo’, di Cela, 1936, ‘Cinco Horas’ de M. Delibes e
‘Volveras a region’, di Juan Benet, 1967. ‘Tiempos de Silencio’ è un romanzo che ha un risultato eccellente e
sarà d’influenza più tardi. È una storia che si concentra a Madrid, Pedro, il protagonista-psichiatra, viene
coinvolto in un caso di aborto, ma nonostante la sua innocenza provata, perde il lavoro, l’amore, ogni
illusione e progetto perché viene vendicato. È un romanzo che si concentra soprattutto sull’esistenza, che
offre una visione negativa, senza speranze, in una società piena di frustrazione, il tutto offerto in uno stile
complesso, dalla trama coinvolgente e arricchita dalla voce interiore dei personaggi (+ narratore
onnisciente). Juan Benet e volveras a region è un caso a sé, un’opera già proiettata in avanti, ed è distante
dagli obiettivi e tecniche del realismo sociale, c’è l’uso dei motivi simbolici, linguaggio molto ricercato e
selettivo, opera criptica e complessa, soggetta a molteplici simultanee letture. ‘Cinco Horas’ de M. Delibes è
un monologo interiore tra donna borghese, ipocrita e il cadavere del marito, un liberale sconfitto dagli
eventi storici, con personalità complessa (varia tipologia di narratori + sintassi complicata ma
comprensibile).

Il romanzo spagnolo nell’età postmoderna


Negli anni ’70-’75 ci sono i cosiddetti ‘romanzi della transizione’, i quali mantengono un atteggiamento
sempre molto critico su questioni sociopolitiche, ma con un’evidente tendenza a concepire il romanzo
come una meditazione sulla condizione umana (Cela, ‘Oficio de tinieblas’, Goytisolo, ‘Juan sin tierra’).

Durante la post-modernità, a partire dagli anni ’80, si slitta nella progressione storico-ideologica, non è un
superamento storico-temporale, bensì uno scarto laterale, che punta a una visione trasversale, non
ideologica. C’è il rifiuto delle scuole estetiche perché viste come convenzioni, si mescolano i linguaggi e la
cultura alta e bassa. Si fondono i generi, le riscritture, l’intertestualità e l’intermedialità. Si affermano
progressivamente:

 novela culturalista
 novela intimista
 novela histórica
 novela de memorias y testimonio.

La novela culturalista, de reflexión íntima, policíaca y de intriga, histórica, de memoria y testimonio,


escrita por mujeres.

La novela culturalista è un romanzo eterogeneo, che evoca epoche storiche del passato ed evidenzia aspetti
legati alla cultura o alla creazione artistica, ha tratti comuni con il romanzo storico e ricrea motivi letterari
e/o mitologici. gli autori sono molto giovani e creano in grande libertà e da una prospettiva in genere molto
colta ed erudita, ed ognuno di loro crea un proprio stile, con un importante novità: c'è la presenza
femminile, simbolo di più libertà. Il primo romanzo culturalista è ‘La verdad sobre el caso Savolta’ di
Eduardo Mendoza, 1975, e può essere considerato un romanzo ibrido poiché Mescola il romanzo storico,
l'amore, il poliziesco virgola in rosa, d'avventura. Il protagonista è Javier Miranda che va a vivere a
barcellona e si trova invischiato nell’assassinio di Savolta (è un fatto realmente accaduto anche se non si
conosce il colpevole) e il tutto ha a che vedere con il traffico di armi durante la Prima guerra mondiale. Il
respiro narrativo e ampio, la costruzione non è lineare ma vincente, scrittura molto controllata, cronologia
disordinata. C'è anche una pluralità di linguaggi e modalità discorsive (dal verbale di polizia, alle relazioni
giudiziali, all’articolo di giornale, etc.). Altri sono ‘La ciudad de los prodigios’ de E. Mendoza, 1986, J. Benet,
‘Béiver Yin’, 1981 e ‘Opium’, 1986.

La novela de reflexion intima è un romanzo in cui si esplora la personalità umana, con un tono lirico,
costruendosi come meditazione sul sé, l'identità, o il senso della vita. Il dettato narrativo è attentamente
costruito sia dal punto di vista formale sia rispetto alla profondità dei contenuti che vincola. Esempi del
genere: J. Llamazares, ‘La Lluvia amarilla’, 1988 (lungo monologo dell’ultimo abitante di un paese
abbandonato nei pirenei), J. Millas, ‘La soledad era esto’, 1990).

Novela policiaca y de intriga: il noir spagnolo, negli anni della transizione democratica, dapprima riflette le
inquietudini dell'ancora incerto cambiamento politico, poi propone una radiografia delle città spagnoli,
attraverso le avventure di detective disincantati, ma anche ideologicamente impegnati con una prova
visione del paese. Esempi: E. Mendoza, ‘El misterio de la cripta embrujada’, 1979, Vazquez Montalban, ‘Los
mares del sur’, 1979, e J. Millas, da un romanzo di spionaggio all'interno di un ordine religioso ‘letra
muerta’, a uno dove lo scrittore si abbandona all’ironia sempre mischiando ficcion e letteratura ‘El
desorden de tu nombre’, storia complicata di un triangolo tra il redattore, lo psicanalista e la moglie .

La novela storica è un romanzo ambientato in un periodo concreto di cui si vuole offrire un affresco,
un'interpretazione, una testimonianza, una riflessione critica. I personaggi sono immaginari e/o reali, altri
generi contigui sono le memorie, il diario, la biografia e autobiografia. (Cela, ‘Mazurca para dos muertos’,
M. Delibes ‘377 A, madera de héroe’)
La novela de memoria y testimonio contiene temi basilari ovvero la memoria di una generazione e
l'impegno civile o politico tra questi troviamo il genere del diario, l'autobiografia, la biografia. (Cela, ‘La
cucaña. La rosa’, 1959, J. Marsé, ‘un dia volveré’, 1982).

Novela escrita por mujeres: potenziamento delle attività dei movimenti femministi, crescente
partecipazione delle donne alla vita politica, aumento delle pubblicazioni sulla questione femminile. Il
modello di scrittura autoriflessiva che subentra quello oggettivista del realismo sociale si presta
particolarmente a necessaria esplorazione dell’identità femminile, così a lungo manipolata (dalle politiche
maschiliste dominanti). In questi romanzi si adotta la forma autobiografica, come Soledad Puerto last in cui
lei stessa teoria i vantaggi della prima persona e adotta la forma del diario per alcuni dei suoi romanzi, e
Ana Maria matute con ‘la corrente del Golfo’, romanzo autobiografico. Un altro tema ricorrente è quello
dell'erotismo in cui lo spazio è polemico e di rivendicazioni femministe, come dimostrano i vari romanzi che
partecipano al concorso ovvero la ‘sonrisa vertical’. Altri romanzi di varie ispirazioni sono scritti da talenti
straordinari come Ana Maria matute. Scrive novelas e si dedica al tema della donna anche Carmen Martin
Gaite (‘Entre visillos’ - presa di coscienza e critica dell’emarginazione della donna come soggetto autoriale
da parte della tradizione dominante –> literatura femenina; ‘Ritmo lento’ – militanza e difesa dei diritti della
donna –> literatura feminista; autoesplorazione e ricerca di una identità individuale -> literatura de mujer).

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