interagisce con gli altri tramite messaggi volutamente provocatori, irritanti, fuori tema o
semplicemente senza senso e/o del tutto errati, con il solo obiettivo di disturbare la
comunicazione e fomentare gli animi.[1][2][3]
Indice
1 Storia del fenomeno
2 Uso e significato del termine
3 Comportamento tipo
4 Motivazioni
5 I soggetti coinvolti
6 Contromisure alle azioni di disturbo
7 Il troll etico
8 Aspetti utili dell'attività dei troll
9 Shitposting
10 Note
11 Bibliografia
12 Voci correlate
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
L'origine più probabile del termine troll è nella frase "trolling for newbies", che divenne
popolare nei primi anni 1990 nel gruppo Usenet alt.folklore.urban: un detto scherzoso fra
utenti di lunga data che presentavano domande o argomenti tanto ripetuti e dibattuti che
solamente un nuovo utente poteva perder tempo a rispondervi. Altri estesero il significato per
includere il comportamento di utenti disinformati; tuttavia i troll erano ancora considerati
nell'accezione ironica, più che provocatrice.
Nella letteratura la pratica venne documentata da Judith Donath nel 1999, che citò molti
esempi aneddotici provenienti da vari gruppi Usenet. Secondo Donath:[5]
«Nel mondo fisico c'è una intrinseca unità fra identità e individuo, perché il corpo fornisce di
per sé una adeguata e inappellabile definizione di identità: la regola è "un corpo, una identità".
(...) In questo il mondo virtuale è diverso, perché è composto di informazione invece che di
materia.[5]»
Donath fornì una sintetica panoramica dei comportamenti che si basano sulla confusione fra
comunità fisica e virtuale:
«Agire come troll è un gioco di false identità, compiuto senza il consenso degli altri
partecipanti. Il troll cerca di farsi passare per un legittimo utente che condivide gli stessi
interessi e argomenti degli altri; i membri del gruppo, se riconoscono un troll o altri impostori,
cercano sia di distinguere i messaggi reali da quelli degli impostori, sia di fare in modo che
l'impostore abbandoni il gruppo. Il successo o meno di questi tentativi dipende da quanto sono
bravi (sia gli utenti sia i troll) a individuare le rispettive identità; alla fine, il successo o meno
di questa strategia dipende da quanto diminuisce il divertimento che il troll ricava da questo
gioco a causa del "prezzo" imposto dal gruppo.[5]»
«D'altro canto i troll possono danneggiare il gruppo in molti modi. Possono interrompere le
discussioni, dare cattivi consigli, minare la fiducia reciproca della comunità degli utenti.
Inoltre un gruppo di discussione che sia stato oggetto di attacco di un troll può
"sensibilizzarsi" e rifiutare di discutere o rispondere a domande oneste ma ingenue,
scambiandole per ulteriori messaggi del troll: questo può portare a osteggiare un nuovo
venuto, che non sa nulla di tutta la vicenda e si ritrova rabbiosamente "accusato". Anche se
l'accusa è infondata, essere considerati dei troll è molto dannoso per la propria reputazione
online.[5]»
Il termine troll deriva dalla mitologia norrena. Nell'accezione originale, indica una omonima
creatura fantastica, generalmente malvagia, con carattere antropomorfo, abitante nell'Europa
settentrionale, in particolare in Norvegia. [6]
Dal sostantivo troll si derivano comunemente, sia in lingua inglese sia tramite l'adattamento
alla lingua italiana, il verbo to troll (tradotto in trollare o trolleggiare), trolling (trolleggio),
ovvero l'agire come un troll (fomentare gli animi provocatoriamente).[1]
Nel linguaggio di internet, dare del troll a qualcuno significa postulare una congettura sul
motivo per cui agisce, mentre il verbo derivato (to troll, trollare) descrive la percezione che
si ha riguardo al suo comportamento. L'azione di comportarsi come un troll può però essere
legata anche al contesto e alla personalità di chi scrive. È possibile, infatti, agire come un troll
senza averne l'intenzione: irritando una comunità in modo non volontario e in buona fede.
In alcuni casi, il termine troll potrebbe essere utilizzato anche per screditare un utente che
porta una posizione opposta a quella maggioritaria, generando nel gruppo forme di rigetto.[8]
Alimentare i troll (to feed the troll) è infine una locuzione utilizzata per indicare il "dare
corda" ai provocatori, rispondendo loro ripetutamente e dando loro così nuovo materiale su
cui agire. "Per favore non alimentate i troll" (please don't feed the troll) è perciò un
suggerimento comune che gli utenti esperti inviano ai nuovi, quando pensano di aver
individuato un troll, al quale l'utente sta involontariamente dando benzina da gettare sul
fuoco.
Comportamento tipo
La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento internet è stata messa in
dubbio.
Motivo: Allo stato appare come una ricerca originale
Per contribuire, correggi i toni enfatici o di parte e partecipa alla discussione. Non
rimuovere questo avviso finché la disputa non è risolta. Segui i suggerimenti del
progetto di riferimento.
Rappresentazione storica e tipica in formato testuale ASCII di un troll che regge un cartello
di avvertimento ("non alimentare i troll")
Di norma l'obiettivo di un troll è far perdere la pazienza agli altri utenti, spingendoli a
insultare e aggredire a loro volta (generando una flame war). Una tecnica comune del troll
consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e deciso su una questione
vissuta come sensibile e già dibattuta dagli altri membri della comunità (per esempio una
religion war). In altri casi, il troll interviene in modo apparentemente insensato o volutamente
ingenuo, con lo scopo di irridere quegli utenti che, non capendone gli obiettivi, si sforzano di
rispondere a tono ingenerando ulteriore discussione e senza giungere ad alcuna conclusione
concreta.
Motivazioni
Secondo vari studi, sebbene comportamenti di disturbo siano riscontrabili anche nelle normali
relazioni interpersonali, un ruolo chiave che spinge ad agire come troll nelle comunità virtuali
è la sensazione di anonimato o di minore esposizione che molti utenti percepiscono durante la
navigazione su Internet.[12]
Poiché la definizione stessa di troll non è condivisa, cosa spinga un utente ad agire come tale
è oggetto di dibattito. Alcune motivazioni:
I soggetti coinvolti
Nelle comunità virtuali, alcuni utenti agiscono come "cacciatori di troll", entrando
volontariamente in conflitto con altri utenti che reputano tali e finendo per essere a loro volta
dannosi per la comunità (dando, per l'appunto, "da mangiare al troll").
Durante i conflitti causati dai troll il comportamento degli utenti si può dividere in categorie:
Il troll etico
Un troll etico ("ethical troll")[14][15] è chi sostiene e mantiene una logica etica o politica dietro
al comportamento che lo porta a essere additato come "troll" dagli altri utenti (senza che
debba per questo effettivamente esserlo – come abbiamo visto la percezione di un utente
come un "troll" è un fatto relativamente soggettivo).
Una volta che abbia rivendicato i propri principi, la sua condotta andrebbe esaminata
coerentemente a un punto di vista etico, piuttosto che comportamentale. Per esempio,
qualcuno che si oppone con forza alla politica statunitense in Iraq potrebbe reagire con
veemenza in una conversazione riguardante la sua attuazione, o una persona che lotta contro
le pseudoscienze potrebbe reagire altrettanto veementemente contro chi le divulga: questo
però non è prova di un problema comportamentale della persona, quanto piuttosto di un suo
forte disaccordo etico o politico rispetto all'argomento in questione.
Molte di queste persone, cooperando, possono costringere una comunità a un punto di vista
nuovo, sfidando un pregiudizio sistemico esistente o un pensiero di gruppo (chiamato anche
punto di vista neutrale), purché si mantengano eticamente coerenti e politicamente
disciplinati.
Durante la fase di scontro delle idee questi utenti vengono additati come "troll", ovvero
estranei alla comunità. Essi, a loro volta, consapevolmente, accettano strategicamente di
assumere su di sé l'etichetta di "troll" pur non considerandosi effettivamente tali.
Vi sono infine casi nei quali l'epiteto di "troll" è formulato con intenti ironici e scherzosi e
contribuisce quindi alla coesione del gruppo.
Shitposting
Correlato al troll è il cosiddetto shitposting, che indica la "pubblicazione di contenuti inutili o
irrilevanti, con lo scopo di far deragliare una conversazione o provocare gli altri"[16] all'interno
di forum online o nelle reti sociali.[17] Il termine, che sarebbe una parola macedonia dei
vocaboli inglesi shit ("merda") e post/posting ("pubblicare"), ha avuto larga diffusione nel
giornalismo anglosassone tra il 2016 e l'anno seguente[18][19][20][21] ed è stata considerata, nel
2017, la "parola dell'anno" dall'American Dialect Society.[16]