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NON C’È PIÙ RELIGIONE

Compagnia dei Fiabini

AUTORI: CLAUDIA ALLODI, ALESSANDRO BARBIERI, GIOVANNI BRACONI, ENEA DE


BIASE, SAMUELE FRANCIOLINI, FILIPPO MILANI, MATTEO MINIATI, CAROLINA
MISCHI, SOFIA QUERCETANI
MUSICHE: ALESSANDRO BARBIERI
NON C’È PIÙ RELIGIONE
PROLOGO

Musica – canto del gallo. Dio è un cerchio di luce proiettato sul sipario chiuso, voci diverse fuoricampo.

Eh che bello il canto del gallo che ti sveglia la mattina, è proprio il segno che tutto ricomincia e riprende vita, che
abbiamo una nuova giornata completamente a disposizione.

Ma sapete chi è che dava la sveglia tanto, tanto tempo fa, quando ho creato la terra? Provate ad indovinare su…
(possibile interazione con il pubblico) niente? E va bene dai, vi tolgo dall’imbarazzo e ve lo dico io: era il Gallosauro
(si sentono in sottofondo due chicchirichi dinosaurizzati e si vede proiettata l’immagine buffa e strampalata di un
essere mezzo galletto e mezzo dinosauro). E credetemi, la sveglia era molto più efficace e sostanziosa, le gente scattava
in piedi e cominciava a correre perché credeva di avere un Gallosauro che la inseguiva (sketch sull’inseguimento da
Gallosauro).

Effettivamente, anche a me piacerebbe poter dire che la mattina mi sveglio, tranquillamente riposato, pronto per iniziare
una nuova giornata, ma in realtà, per me, le giornate non iniziano e non finiscono. Questo perché, eccetto pochi
sporadici momenti in cui i miei fedeli assistenti mi concedono un attimo di tregua, sono sempre intento ad ascoltare
tutte le richieste e tutte le preghiere che mi giungono, non solo dalla terra, ma anche dal resto dell’universo! Non sono
un granché come assistenti, dopo poco devo intervenire per capire che cosa hanno combinato, ma siccome l’universo
l’ho creato io, di questa cosa, non posso neppure lamentarmi… Oh mio me! Cioè…oh mio Dio, che fatica!!!

E ora che ci penso, non mi sono ancora presentato. Io sono Dio. Forse avrete già sentito parlare di me, ho molti nomi,
molte facce, molti aggettivi… e a quanto pare sono anche famoso in un sacco di libri!

A dirla tutta quando ho creato gli esseri umani non credevo che avrebbero elaborato così tante versioni di me, così tante
religioni, modi di pregare diversi, in tutte le lingue … è meraviglioso, ma spesso vedo anche cose tristi. Vedo che
queste religioni hanno creato divisioni, competizione e addirittura odio e guerre e quando assisto a queste cose è come
se il cuore mi si sbriciolasse dal dispiacere e dalla tristezza. Mi chiedo se sia stato un bene dare loro il dono della
libertà, uno dei più grandi dopo quello della vita. Ma si sa, se ami veramente qualcuno devi lasciarlo libero, anche di
sbagliare. Probabilmente deve esserci qualcosa che scatta con la crescita, che ha a che fare con l’avidità e il potere,
qualcosa a cui i bambini sono estranei. È per questo che sono i miei preferiti, sono così semplici, sinceri, spensierati…
Mi conquistano sempre, con la loro ingenuità e i loro sguardi eloquenti.

A questo punto tutti i bambini si avvicinano al proscenio dalla platea con uno specchio in mano. Pian piano salgono
sul palco.

Ed è proprio dei bambini che vorrei parlarvi oggi. Voglio raccontarvi una storia, che parla di amicizia, tolleranza e
rispetto reciproco. Tutte cose che i bambini hanno molto chiare, ma che a volte, da adulti, vengono dimenticate.

La nostra storia è ambientata nella Ludobiblio di un ospedale; vi chiederete, che cos’è una ludobiblio? È semplice. In
sostanza è una specie di frullato fra una biblioteca e una ludoteca, un posto dove si può giocare e leggere insieme,
creato apposta per i bambini che devono passare un po’ di tempo in ospedale.

Come al solito i bambini sono tanti e ognuno di loro è diverso: una diversa storia, famiglia, paese di provenienza,
usanze, aspettative, desideri… Ognuno di loro crede in qualcosa di diverso.

Ma siamo sicuri che poi è diverso davvero? In fondo sono sempre io che accolgo le loro preghiere, con amore e gioia. E
credo che anche loro sentano che tutte le preghiere percorrono una strada comune. Dopotutto, se come dite voi tutte le
strade portano a Roma, perché io non posso dire che tutte le religioni portano a Dio?

Sulla frase finale, tutti i bambini uniscono gli specchi nel cerchio di luce che rappresenta Dio.

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PRIMO ATTO

SCENA 1: SMARTPRAY

Sipario chiuso; sul proscenio/ pedane ci sono i due assistenti di Dio con un tablet in mano (smartpray); Dio è una voce
fuori campo, sempre accompagnata dalla luce proiettata sul sipario.

Max: Buongiorno vostra eccellenza altissima.

Dio: Come hai detto?

Max: No, dicevo, buongiorno vostra eccellenza altissima, spero veramente che sia una buona giornata e che stiate
bene…

Dio: Prima di tutto ti avrò detto almeno un milione di volte di chiamarmi Dio.

Max: Giusto… Buongiorno vostra eccellenza altissima, Dio…

Dio: No, no, chiamami Dio, e basta!

Max: ok. Buongiorno Dio, volevamo farle vedere…

Dio: E non darmi del lei, dammi del Tu! Ma scusa, quando mi preghi mi dai del lei??

Alexa: Va bene. Ecco, Dio, volevamo farti vedere un nuovo strumento che abbiamo a disposizione da oggi. È un
apparecchio molto speciale che ti servirà per ricevere in maniera più veloce e diretta i messaggi e le preghiere di tutti i
bambini del mondo.

Dio: Interessante…di cosa si tratta?

Alexa: Il suo nome è Smartpray; in sostanza si tratta di una specie di radar: raccoglie le preghiere di tutti i bambini e le
recapita direttamente a Te.

Max: E anche tu potrai parlare direttamente con loro, il tutto grazie a questo semplice, piccolo strumento!

Dio: Quindi dedicato esclusivamente ai bambini?

Alexa: Sì, dedicato solo a loro!

Dio: Che bello, le preghiere dei bambini sono sempre le più sincere, le più vere, le più spontanee, quelle che vengono
dal cuore: avremmo bisogno di più preghiere così. Bene. E io in sostanza cosa dovrei fare?

Max: È semplice, Tu dovresti rispondere alle preghiere.

Dio: Questo lo immaginavo ma dove sarebbe la novità?

Alexa: Tu conosci lo smartphone e i tablet?

Dio: Certo che li conosco li ho fatti inventare io! Per fortuna o, forse, purtroppo! Comunque sono troppo vecchio per
queste cose, rinfrescatemi le idee.

Max: La cosa stupefacente di questo nuovo apparecchio è che le preghiere arrivano come piccoli messaggi vocali, i
“vocalini”, che si visualizzano sullo smartpray direttamente dal cuore e dalla mente dei bambini.

Dio: “Vocalini”? Questa mi manca!

Alexa: Ma dai, al giorno d’oggi i vocalini li conoscono tutti! . . . Scusa non volevo mancarTi di rispetto.

Dio: Lo so . . . non dimenticarti che leggo nel tuo cuore.

[Proiezione delle video-interviste in cui i bambini rispondono al DOMANDONE: Se tu dovessi parlare con Dio, che
cosa gli diresti?]

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SCENA 2: NELLA LUDOBIBLIO

Si apre il sipario e siamo nella ludobiblio; alcuni bambini giocano insieme, altri per conto loro; arriva un bambino
accompagnato da un’infermiera.

Infermiera (entra insieme ad un bambino che piange, lo tiene per mano): Vedi, questa è la ludobiblio. Puoi giocare con
gli altri bambini, puoi leggere un bel libro… se vuoi puoi anche metterti per conto tuo a pensare, a riflettere e a
rilassarti. Che dici ti piace? Vedi non c’è niente di cui essere tristi, non piangere. Succede di farsi un po’ male qualche
volta, ma vedrai che in un paio di giorni sei come nuovo. Ora devo andare, ma tu sei in buona compagnia. Se hai
bisogno di qualcosa chiedi all’infermiera che vedi lì, si chiama Alice ed è responsabile della ludobiblio.

Cosimo (tira su col naso, si guarda un po’ intorno e si avvicina ad un altro bambino): Ehi vuoi giocare con me?

Neri: Non posso, sto facendo il record. Devo fare la torre più alta.

Cosimo: Ah, ok… (comincia a piagnucolare)

Tommasino: Puoi giocare con noi se vuoi! Io sono Tommaso, tu come ti chiami?

Cosimo (Un po’ più felice): Cosimo… A cosa giochiamo?

Lucrezia: Stavamo giocando a 1 2 3 stella, ma Elia, che è il solito permaloso, ha perso e adesso si è offeso.

Elia: Non sono permaloso, questo gioco è da mocciosi e io sono grande per queste sciocchezze.

Lucrezia (rivolgendosi a Cosimo): Non starlo a sentire, fa sempre così. Anche a scuola, infatti la maestra gli ha messo
una nota una volta.

Roberta (con una merendina): Eeee quante storie per un gioco! Anch’io ho perso, ma non mi sono mica offesa. Ne
vuoi un po’? (Offrendo la merendina a Cosimo) Questo ti tira su, l’ha fatto mia nonna… speciale.

Tommasino: Ma infatti, Roberta ha ragione. Dai Elia, non te la prendere, facciamo pace e cambiamo gioco.

Elia: Che noia, sei sempre a fare il pacificatore tu! Che ti importa?

Tommasino: Mi piace che tutti siano tranquilli.

Martina (Arriva accompagnata dai genitori, con le stampelle, piangendo): Ma perché tutte a me!

Giulia: Che hai fatto? Ti fa male?

Martina: Sì, ma non è quello (piangendo)…

Mattia: Ma no! Non piangere! Aspetta aspetta… eeeehm… (canticchiando) Vedrai che qui starai bene, resteremo
sempre insieme, siamo diventati amici, siamo già un po’ più felici, poi Roberta ti dà una merendina, non ci pensi fino a
domattina!

Martina (risatina).

Mattia: Ti senti meglio ora?

Martina: Si, un pochino.

Giulia: Ma perché eri così triste?

Roberta: Vuoi un morsetto di merendina? Te la offro davvero sai!

Martina: No, è che a me piace tanto ballare, e ora che mi sono rotta la gamba non potrò farlo per un bel pezzo.

Lucrezia: Ma no, vedrai che in un baleno ti riprendi! Sono bravi qui sai, anche gentili.

Martina: Ma anche un giorno senza ballare mi intristisce molto.

Cosimo: E cos’è che ti piace così tanto della danza?

Martina: Tutto! La musica, i vestiti, i passi… Non penso a niente di male quando ballo, sono felice... Come faccio a
spiegarvelo…

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CANZONE COME PIUMA

[Durante il brano, sulla scena, compaiono tutte le bambine vestite da ballerine che ballano con la bambina che si
immagina di non avere il gesso.]

Un piccolo chignon perché i capelli non mi coprano il viso

Le mie scarpette bianche e poi dal mondo mi solleverò un po’

Provare e riprovare tutti i passi accennando un sorriso

Agli occhi miei riflessi nello specchio …. Perché adesso lo so

So che questo è il mio momento e sento che

Tutti gli occhi sono fissi su di me

Passo dopo passo come piuma in mezzo al vento danzerò

Con passione e determinazione sento che ci riuscirò

Senza più parole sollevando il cuore oltre l’emozione

Gioia in equilibrio fra silenzio e cielo volerò davvero

E se ci penso bene poi la vita è come un giro di danza

E anche quando cadi non ti devi scoraggiare ma risollevare e non perdere mai la speranza

E se credi veramente in ciò che fai

La paura non potrà fermarti mai

Passo dopo passo come piuma in mezzo al vento danzerò

Alzerò i miei occhi verso quelle stelle e le raggiungerò

Senza più parole sollevando il cuore oltre l’emozione

Gioia in equilibrio fra silenzio e cielo volerò davvero

Volerò davvero…

Passo dopo passo…

Si ci riuscirò….

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: Qual è la cosa che ti piace di più e come ti senti quando la fai?]

SCENA 3: LA PREGHIERINA

Neri: Ti capisco sai, anche per me è così con i miei lego.

Mattia: Anche per me con le canzoncine!

Roberta: Sì, anch’io non vivo senza merendine!

Giulia: Sei ancora triste vero?

Martina: Sì, ma non è per voi ragazzi, voi siete fantastici. È solo che ho paura di non poter mai più ballare come
prima…

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Cosimo: Perché, da grande vuoi diventare una ballerina?

Martina: Volevo… Ma con questa gamba non ce la farò mai!

Neri: Anche io vorrei fare l’architetto, ma i miei palazzi di Lego crollano sempre… Forse non sono portato.

Martina: Non guarirò mai, uffa.

Lucrezia: Ma di sicuro guarisci! Come faccio a convincerti… Dai ragazzi, troviamo un modo per aiutare… Ehm…

Martina: Martina. Vado in terza B e ho otto anni e mezzo!

Lucrezia: Sì, troviamo un modo per aiutare Martina!

Sharon: Pensa che io una volta stavo andando in bici e mi sono rotta tutti e due i polsi… Per una settimana ho dovuto
mangiare tutto con una cannuccia perché non potevo tenere la forchetta in mano.

Roberta: Non potevi mangiare?!? Mi viene fame solo a pensarci… (Svenimento teatrale).

Sharon: Proprio così! E non potevo nemmeno scrivere!

Neri: Quindi non potevi fare i compiti? Che fortuna!

Martina: E tu come hai fatto a guarire?

Sharon: Ho fatto tutto quello che mi dicevano i dottori e la mamma, e soprattutto… Ho avuto taaaanta pazienza!

Giulia: Uffa, sai che noia…

Sharon: Solo un po’, ma almeno i miei amici mi firmavano il gesso!

Martina: Io non ho neanche quello… Come faccio?

Tommasino: Ok, ho io un’idea. Io ho un angioletto custode, e sono sicuro che se tutti glielo chiediamo per favore,
aiuterà Martina a guarire prima. (Si mette in ginocchio e fa una preghierina – il tablet che è in scena si illumina).

Elia (Rivolgendosi a Neri): Eccolo che ricomincia! Quello crede di poter risolvere tutti i suoi problemi così, ma figurati
se all’angioletto custode gli importa qualche cosa di fare guarire Martina. Non lo sopporto quando fa così.

Sharon: Si, io sono d’accordo con Tommaso… (Anche lei si inginocchia, ma al modo dei buddisti).

Neri: Tommi, ma secondo te funziona?

CANZONE SE DICO UNA PREGHIERA

[Comincia a cantare Tommaso; via via si aggiungono altri bambini, cominciano a cantare insieme e a tenersi per
mano, facendo un girotondo. Durante la canzone appare una proiezione laterale, con l’immagine dello schermo di
whatsapp che registra un messaggio vocale; in contemporanea, il tablet della ludobiblio si illumina, e rimane
illuminato nel corso di tutta la canzone.]

Se dico una preghiera mi sento più vicino

A chi ha un problema grande ma anche piccolino

Mi sembra quasi come di prendergli la mano

E dai pensieri di portarlo un poco più lontano

Se dico una preghiera e ci credo veramente

Mi porto dentro al cuore i problemi della gente

Che sia per un amico o per uno sconosciuto

Per chi si sente solo, abbandonato e perduto

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Se dici una preghiera anche tu, Qualcuno sai ti ascolta lassù

Perché una piccola preghiera

È una carezza sui dolori dell’umanità

È la speranza che non c’era

Che come un cerchio dentro l’acqua si diffonderà

Quando c’è qualcuno che ha bisogno io sento che

Se recito una piccola preghiera al mondo dono un po’ di me

Per ogni sofferenza, ogni persona sola

Una preghiera è come un abbraccio che consola

E non importa il credo, la lingua o le parole

Quello che conta è che sia detta proprio con il cuore

Se dici una preghiera vedrai, al mondo solo non sarai mai

Perché una piccola preghiera

È una carezza sui dolori dell’umanità

È la speranza che non c’era

Che come un cerchio dentro l’acqua si diffonderà

Quando c’è qualcuno che ha bisogno io sento che

Se recito una piccola preghiera …

Una piccola preghiera

È una carezza sui dolori dell’umanità

È la speranza che non c’era

Che come un cerchio dentro l’acqua si diffonderà

Quando c’è qualcuno che ha bisogno io sento che

Se recito una piccola preghiera al mondo dono un po’ di me

[Alla fine della canzone, si sente il suono di una notifica whatsapp. Buio in scena, freeze, luci sulle pedane; entrano i
due assistenti, sempre con il tablet in mano, accompagnati dalla voce di Dio fuori campo (questa volta è una voce
diversa).]

Dio: Però, bello questo smartpray!

Max: Oddio ma sei tu! (Prendendosi un colpo)

Dio: Certo, sono sempre io. Sono sempre D-io! Ahahah! Capita? D/ io!

Alexa: Ah,ah… Sei sempre così spiritoso capo! (Sarcastica)

Dio: Farò finta di non notare il tuo sarcasmo, solo perché questi vocalini sono davvero stupefacenti! Il messaggio è
arrivato in tempo reale, e posso riascoltarlo quando voglio (in sottofondo si sente un pezzo della canzone, come se Dio

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stesse riascoltando il messaggio vocale – nella proiezione laterale appaiono le due spunte blu del visualizzato). E bravo
Tommasino, sempre ad aiutare gli altri. Sono molto contento che i bambini abbiano deciso di pregare insieme.

SCENA 4: IL LITIGIO

Siamo di nuovo nella ludobiblio, luce in scena, fine del freeze.

Elia: Adesso basta, mi avete stancato, voi e il vostro buonismo! Ma davvero credete di risolvere qualcosa così? Uno se
ha un problema deve rimboccarsi le maniche e impegnarsi per migliorare. Si può contare solo sulle proprie forze, non
esistono angioletti custodi e non esiste nessuno che ascolta le vostre preghiere.

Sharon: Ehi ma sei cattivo, che noia ti diamo?

Elia: Io cerco solo di farvi capire come stanno le cose. Non esiste nessun Dio, figuriamoci più di uno!

Tommasino: Ma se io ci voglio credere, a te cosa cambia?!

Elia: E allora credi pure alle streghe, ai folletti e agli asini che volano!

Tommasino: Come ti pare, tanto sai sempre tutto tu… (Si allontana piangendo, si mette in disparte).

Sharon: Sei proprio un prepotente, questa volta hai esagerato (Va verso Tommaso per consolarlo).

Elia: Non capisco, io cercavo solo di aiutarvi… (Risentito)

Alice: Ehi bambini, che sta succedendo qui?

Roberta: Tommaso ha fatto una preghierina per aiutare Martina e, non si sa perché, Elia si è arrabbiato moltissimo.

Elia: Perché non esistono queste cose, non servono a niente! E poi tutti che pregano un Dio diverso, non ha senso che
esistano così tante religioni… Come si fa a capire qual è il Dio vero?! Non c’è e basta, così si risolve il problema.

Alice: Beh certo, effettivamente hai ragione, non ha senso che esistano così tante religioni…

Elia: Visto?! (Rivolgendosi agli altri).

Alice: Ma c’è un motivo… Racconta una vecchia leggenda che, prima che i tempi esistessero, Madre Universo creò i
pianeti, le stelle e il sole; poi creò gli uomini e li pose sulla terra. Sulla terra vivevano in pace e tranquillità,
ringraziando Madre Universo per tutti i doni ricevuti. Madre Universo aveva dato loro anche il Grande Specchio, in cui
ogni uomo poteva specchiarsi e rivedere sé stesso. Tutti si recavano davanti al Grande Specchio per ringraziare e
dialogare con Madre Universo e la visione che ognuno aveva specchiandosi era bellissima. Quando tutti erano davanti
allo specchio si componeva come per incanto l’immagine del grande volto di Madre Universo ed era come se ognuno
potesse ringraziare e parlare con la grande Madre e lei rispondeva tramite tutti gli altri. Ma presto gli uomini crebbero di
numero, divennero esigenti ed egoisti e sentirono il bisogno di un proprio specchio e non di un grande specchio
condiviso e fu così che, a causa di ciò, il grande specchio fu rotto ed ognuno prese un frammento per sé. Ma anche se
adesso ogni uomo riusciva a vedersi in un piccolo frammento dello specchio che possedeva in esclusiva, nessuno
riusciva però ad avere più la visione di insieme del volto della grande Madre e a sentire la sua voce. E fu così che
nacquero allora le religioni. Ma se tutti, di ogni religione, riuscissimo a pregare insieme, sarebbe un po’ come
ricomporre quello specchio e potremmo rivedere il volto di Madre Universo. (Nel frattempo, sulle pedane, alcuni
bambini mimano la storia).

Neri: Io non ho capito… Ma quindi il mio Dio è uguale al suo?

Alice: Ma il punto non è questo, il punto è che tutti dobbiamo rispettarci e volerci bene, a prescindere da quello in cui
crediamo.

Giulia: Che bella questa storia, non la conoscevo!

Elia: Beh, effettivamente ha molto più senso così… Un po’ me lo immaginavo.

Roberta: Seeeee, è arrivato il maestrino!

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Mattia: Evvai! Ora siamo tutti d’accordo, questa storia non me la scordo, dai facciamo pace, è così che mi piace! Ohhh
Yeeeeess!

Elia: Ma dite che Tommaso ci è rimasto male?

Lucrezia: Sì, malissimo. Dice che non vuole più essere tuo amico.

Elia: Uffa, ma io in fondo gli voglio bene. Come faccio a farmi perdonare?

Alice: Potresti cominciare col chiedergli scusa… Dai, vai da lui.

Elia: (Va da Tommaso) Ehm, Tommi? Sei ancora arrabbiato con me? Sai, Alice ci ha raccontato una storia, e ora ho
capito cosa intendevi… Mi dispiace di come mi sono comportato… Eddai, dì qualcosa, facciamo pace!

CANZONE FACCIAMO PACE

Facciamo pace, facciamo pace,

non c’è bisogno di litigare

se ci stringiamo, se ci abbracciamo

vedrai che tutto si può aggiustare

con il dialogo e la pazienza

si può appianare ogni lontananza

dopo la pioggia l’arcobaleno

e ancor più amici diventeremo

Facciamo, facciamo pace

Nel cuore mettiamo luce

Se ci vogliamo bene sinceramente

il mondo non può fare finta di niente

E a chi ci dice che non sa come fare

Noi rispondiamo che basta perdonare

Facciamo pace, facciamo pace,

infondo che sarà mai successo

se un’amicizia è un’amicizia

si può raggiungere un compromesso

dai non voltiamoci più la schiena

venirsi incontro vale la pena

se far la pace rende felici

Da oggi saremo ancor più amici

Facciamo, facciamo pace

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Nel cuore mettiamo luce

Se ci vogliamo bene sinceramente

il mondo non può fare finta di niente

E a chi ci dice che non sa come fare

Noi rispondiamo che basta perdonare

Pace, pace, pace, pace, pace, pace

Pace, pace, pace, pace, pace, pace

Pace, pace, pace,

Pace, pace, pace,

Pace, pace

Facciamo, facciamo pace

Nel cuore mettiamo luce

Se ci vogliamo bene sinceramente

il mondo non può fare finta di niente

E a chi ci dice che non sa come fare

Noi rispondiamo che, noi rispondiamo che, noi rispondiamo che…

Basta perdonare!

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: Riesci a chiedere scusa quanto litighi con qualcuno? Come?]

SCENA 5: LA PUNTURA

I bambini si sono riappacificati e giocano insieme, ma proprio quando sembra che le cose vadano bene, ecco che
arriva l’infermiera, con un terribile annuncio da fare.

Infermiera: Giada? Il dottore ti aspetta, devi fare la punturina!

Giada: AAAAAAAAAAAA (corre e urla, buttando all’aria i giochi che aveva in mano). No! Vattene via strega io
non ci vengo! (Continua a scappare mentre l’infermiera cerca di prenderla).

Neri: Ehi!! I miei lego! Per una volta che ero riuscito a farli stare in piedi!

Infermiera: Basta Giada, sei una bambina grande ormai, smettila di fare i capricci. In un attimo avrai finito.

Giada: Ho detto che non la faccio!

Infermiera: Vuoi che chiami i tuoi genitori?

Giada: NONONO! Non li chiamare, ti prego, sennò mi mettono in punizione!

Infermiera: Ecco. Allora vieni a farti la puntura.

Giada: Uffa, ma cosa ottengo in cambio scusa?

Infermiera: Non vuoi guarire?

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Roberta: (Sottovoce) Se lo fai dopo il dottore ti dà un lecca lecca.

Giada: (Sempre sottovoce) Sei sicura?

Roberta: Di solito sì… Se non lo fa lui dopo ci penso io (Le fa l’occhiolino).

Neri: Dai, fatti forza Giada!

Elisa: Sì, vedrai che non ti succede niente! Io me la sono fatta ieri, non è stato così male.

Giada: Uhmm, non lo so…

Dottore: Allora, chi è che non vuole farsi la puntura?

Giada: (Indicando Sharon) Lei!

Infermiera: (In tono di rimprovero) Giada!

Dottore: Ma non c’è nessun motivo di avere paura vedi, è solo una siringhina piccina picciò (magheggi vari con le
mani per distrarre Giada). Basta che tu ti metta qui a sedere e non accadrà proprio niente!

Giada: …Ma è enorme! Mi bucherà tutto il braccio!

Dottore: Ma io ho un’ottima mira, ci vedo così bene! Vedi, è di qua, poi di là, e va su, poi giù e voilà! Fatto! Hai sentito
nulla?

Giada: Ma come, già fatto? (Incredula).

Dottore: Proprio così! È stato terribile?

Giada: Beh, non proprio, ma credo di avere diritto ad un lecca-lecca.

Infermiera: No! Non se lo è meritato, ha fatto troppi capricci per nulla.

Giada: Oh ma tutte a me capitano! (Arrabbiatissima).

CANZONE ARRABBIATA DI BRUTTO

[All’inizio Giada è arrabbiatissima per il torto subito, ma nel corso della canzone, grazie a Roberta e agli altri bambini
che cercano di tirarle su il morale, ritrova il sorriso, e capisce che dopotutto, non è stato così male.]

Non mi disturbate perché sono arrabbiata di brutto

Tutto il mio equilibrio per davvero questa volta si è rotto

Va tutto storto, ho il fiato corto, non ce la faccio già più

Ma quando ho visto quel sorriso nei tuoi occhi non so

Mi son sentita già un po’ meglio e non credevo però

Ho ritrovato l’ottimismo e la speranza

E tutto il resto poi è venuto da sè

Mi sono detta come è bello il mondo visto con te

Perché la tua amicizia è il dono più prezioso che c’è

Ed il sorriso è ritornato sul mio viso

Il sole splende nuovamente per me

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Quindi vorrei dire a tutti quelli arrabbiati di brutto

Che non serve prendersela troppo e fa anche male oltretutto

Quando si è in crisi, star con gli amici

È il rimedio più efficace che c’è

E quando ho visto quel sorriso nei tuoi occhi non so

Mi son sentita già un po’ meglio e non credevo però

Ho ritrovato l’ottimismo e la speranza

E tutto il resto poi è venuto da sè

Mi sono detta come è bello il mondo visto con te

Perché la tua amicizia è il dono più prezioso che c’è

Ed il sorriso è ritornato sul mio viso

Il sole splende nuovamente per me

strumentale…

Mi sono detta come è bello il mondo visto con te

Perché la tua amicizia è il dono più prezioso che c’è

Ed il sorriso è ritornato sul mio viso

E il sole splende nuovamente per me!

Il sole splende nuovamente per me!

Il sole splende nuovamente per me!

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: cosa ti fa arrabbiare di più di tutto? E come ti comporti quando ti
arrabbi?]

SCENA 6: UN CUORE SOCIAL

Dopo che la bambina si è fatta la puntura e ha capito che non c’è davvero niente di male, cerca di rassicurare un altro
bambino dall’aria preoccupata che deve fare la puntura poco dopo.

Infermiera: Leonardo? Tocca a te ora!

Giada: (Rivolgendosi a Leonardo) Non preoccuparti, sembra brutto, ma alla fine non è nulla di ché. Pensavo peggio,
davvero.

Sharon: Ti si è visto l’osso? Ho sentito di un mio amico che si è fatto una puntura e per sbaglio lo hanno bucato un po’
troppo in profondità, per poco non moriva dissanguato, uno scempio.

Laura: Ma non dire sciocchezze Sharon, non è possibile che abbiano fatto uno sbaglio così.

Sharon: No, te lo assicuro, a volte succede. Aveva un cerotto gigante il giorno dopo.

Laura: Giada sta benissimo invece, guarda, è sana come un pesce.

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Giada: Oddio ora che ci penso mi sento un po’ male (finge uno svenimento).

Laura: Dai non fare così, che poi Leonardo si preoccupa!

Sharon: Eh ma bisogna preoccuparsi, gli incidenti succedono. Quanto era grosso l’ago?

Giada: Credo almeno il doppio di quanto mi aveva detto il dottore, ma meno della metà di quanto pensavo io… e
comunque più grande di come mi avevate detto tutti voi. Tipo così. E mezzo. (Fa il gesto della grandezza con le mani).

Laura: Leonardo, non darle retta, non sentirai nulla.

Leonardo: (Con aria triste/ sconsolata) Ma non è quello… è che da quando sono qui mi sento tanto solo, mi mancano i
miei amici, la mia famiglia…

Elisa: Oh no Leo, ma non devi pensarci, tra poco rivedrai tutti quanti…

Leonardo: Mhmh mica tanto poco, il dottore dice che dovrò stare qui ancora per un paio di settimane. Mi perdo il
torneo di carte pokemon, la festa di compleanno di Giulio e almeno 6 partite di calcio al campino. Sarò escluso da tutto
e i miei amici non mi vorranno più bene.

Tommasino: Ma puoi sempre videochiamarli e farti aggiornare su tutto quello che stanno facendo no? Così non ti
perderai niente!

Leonardo: Beh sì, ma non è la stessa cosa… (pensieroso). Magari avranno trovato altri amici e non avranno più tempo
per me.

Neri: Oppure sarete più amici di prima! Nessuno ha detto che c’è un numero limitato di amici, io su facebook ne ho
124. E voglio bene a tutti anche nella vita reale.

Leonardo: Non lo so…

Neri: Senti, quando ero più piccolo e doveva nascere la mia sorellina, pensavo che avrei dovuto rinunciare a un po’ del
bene che mi voleva la mamma per lei. Pensavo che non avrebbe avuto tempo per me. E invece no, da quando è nata
Anna, la mamma e il babbo mi vogliono ancora più bene, ne vogliono di più a tutti. Dicono che il bene non si divide, si
moltiplica.

Sharon: Che bello, anch’io voglio un fratello allora!

Neri: Si, ma guarda che poi ti rubano i giochi. Non ti emozionare.

Tommasino: Beh, ma non è questo il punto, non divaghiamo. Il punto è che il bene non si divide. Anzi, con i social si
condivide!

Mattia: Dai Leonardino, manda su whatsapp la foto di un gattino per sentire chi ami più vicino!

Leonardo: D’accordo, potrei provare. Ma dite che è uguale?

Laura: Non è uguale, ma a mali estremi, estremi rimedi. Io ho un’amica che vive in Francia, ci sentiamo tutte le sere su
Skype ed è il momento che preferisco della giornata. Vedrai che ti tirerà su!

Elia: È vero. La maestra Giulia ci ha insegnato a fare le videochiamate su zoom, vuoi che ti faccio vedere come si fa?

Sharon: tutto quello che ti serve è un cuore social.

CANZONE UN CUORE SOCIAL

[Pensare ad una proiezione animata da mettere nel corso della canzone.]

Adoro tanto stare coi miei amici

Il tempo insieme a loro è come un missile che va

Mi fa impazzire il sugo della nonna

Quando sento quel profumo esplode la felicità

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Amo le gite con la mamma e il babbo

Al mare o a visitare una città

Ma da quando sono qui mi manca tanto tutto questo e penso sempre “chissà fuori che succederà?”

E mentre aspetto di tornare in forma

Credo sia molto molto meglio organizzarsi con . . .

Un Cuore Social

Che mi consente di fare un ponte con tanta gente

In equilibrio sopra la rete

Vedere video, foto e scrivere e-mail

Se usi il lato buono di Whatsapp, Facebook

Il mondo forse si avvicina un po’

E anche se il contatto umano resta la prima cosa

Di un cuore social credo che mi equipaggerò

Ua, ua , ua , ua, ua, ua, u, u, uuu, aaa

Ua, ua , ua , ua, ua, ua, u, u, uuu, aaa

E se anche starò qui per qualche giorno

Per fare un bel tagliando e capir quello che non va

Potrò comunque scrivere agli amici

Vederli anche a distanza quanto bene mi farà!

il tempo passerà un po’ più alla svelta

E alla mia vita presto tornerò

Farò una scorpacciata di emozioni e tutti quei momenti persi io me li riprenderò

Ma per adesso penso e mi convinco

Che sia davvero molto meglio organizzarsi con . . .

Un Cuore Social

Che mi consente di fare un ponte con tanta gente

In equilibrio sopra la rete

Vedere video, foto e scrivere e-mail

Se usi il lato buono di Whatsapp, Facebook

Il mondo forse si avvicina un po’

E anche se il contatto umano resta la prima cosa

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Di un cuore social credo che mi equipaggerò

Ua, ua , ua , ua, ua, ua, u, u, uuu, aaa

Ma soprattutto sai avere un cuore social

Vuol dire essere al di là di ogni colore, di ogni razza o religione

Un cuore social

Vuol dire tendere una mano a chi ha bisogno senza avere pregiudizi

Un cuore social

È seminare un po’ di pace dove regna sempre e solo la discordia

Un cuore social

Vuol dire credere che siamo tutti uguali ed importanti per il mondooooo

Un Cuore Social

Che mi consente di fare un ponte con tanta gente

In equilibrio sopra la rete

Vedere video, foto e scrivere e-mail

Se usi il lato buono di Whatsapp, Facebook

Il mondo forse si avvicina un po’

E anche se il contatto umano resta la prima cosa

Di un cuore social credo che mi equipaggerò

Ua, ua , ua , ua, ua, ua, u, u, uuu, aaa

Un cuore social, sì un cuore social

Ua, ua , ua , ua, ua, ua, u, u, uuu, aaa

Un cuore social, sì un cuore social

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: Il bene non si divide ma si moltiplica. E se lo sommo? Se lo sottraggo


che succede?]

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SECONDO ATTO

SCENA 7 – ARRIVA KARIMA

Karima arriva nella ludobiblio, un po’ triste un po’ in disparte. Si mette a disegnare, senza parlare con nessuno. Alcuni
bambini cercano di interagire con lei, ma è tutto inutile. Gli altri bambini cercano di capire cosa non va.

Federica: (Si avvicina a Karima) Ciao! Io sono Federica, tu come ti chiami? Ti va se giochiamo insieme?

Karima: (Diffidente) No grazie, preferisco disegnare un po’ per conto mio.

Giuditta: Non te la prendere Federica, lei fa sempre così. Anche ieri, è stata sempre in disparte.

Giacomo: Si è vero, secondo me non sa tanto parlare. Io ho sentito che si chiama Karima solo perché l’ha detto
l’infermiera, altrimenti non l’avrei mai saputo.

Federica: Karima? Ma che nome è? Non l’ho mai sentito.

Giuditta: Viene da un paese lontano, ma non so quale, non me l’ha voluto dire.

Giacomo: Per forza, non parla! Secondo me non ha la lingua! (Karima sbotta e gli fa una linguaccia).

Mattia: Karima ha la linguina, ma non dice una parolina, te lo ha già detto prima!

Laura: Dai ragazzi lasciatela stare. Sicuramente avrà i suoi buoni motivi per starsene in disparte.

Roberta: Ora ci penso io, le merendine di mia nonna hanno salvato più di un’amicizia! C’è pure il detto: “chi ti ama ti
sfama!”. Ne vuoi un morsetto? (Rivolgendosi a Karima).

Karima: Vorrei stare per conto mio per favore.

Roberta: Accidenti, se non mangia deve essere proprio grave.

Giuditta: Di sicuro lo è, non hai visto come è strana? E poi hai visto come è vestita?

Karima: È il mio Hijab e mi piace così. Come lo metteva la nonna (appena la nomina si intristisce e torna a
disegnare).

Federica: Accidenti, avete visto come è triste? Deve esserle successo qualcosa per forza.

Laura: Anche secondo me…

Elisa: Lo so io perché è triste. È ovvio no? Le mancano le sue cose. Anch’io da quando sono in ospedale penso solo a
quanto erano belle le mie giornate, anche quando avevo un mucchio di compiti e di cose da fare.

Giacomo: È vero, io non vedo l’ora di tornare a giocare a Basket.

Martina: E io non vedo l’ora di tornare a ballare.

Elisa: Per forza! A tutti noi manca un po’ la nostra vita di sempre, anche se è un po’ incasinata. (Va verso Karima) Non
ti preoccupare Karima, vedrai che tra poco potrai tornare a fare tutto quello che facevi prima!

CANZONE È PARTITA UNA GIORNATA

[Elisa ripercorre una sua giornata “tipo” e si accorge di quanto sia impegnativa, ma bella e di come ogni giorno sia
un’occasione da sfruttare e di quanto tutto questo le manchi adesso che è in ospedale. Mentre la bambina canta
entrano sulla scena i bambini a gruppi con le cartelle della scuola, i vestiti sportivi, ecc. seguendo il testo della
canzone à I bambini che mimano la canzone coinvolgono Elisa, come una fantasia ad occhi aperti che interagisce con
il personaggio, luci soffuse].

La sveglia suona di già ma io mi giro di là anche se so che mi devo alzare

La mamma dice “su dai, faremo tardi vedrai! Fai colazione dobbiamo andare”

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Io nello specchio lo so, sono la stessa però tutti i capelli da sistemare

Mi vesto in fretta e so già che cosa mi aspetterà compito in classe e interrogazione

Uffa che fatica, non ho voglia, scappo via!

È partita una giornata, chissà cosa porterà

Forse adesso il ritmo è lento, poi pian piano crescerà

E viene voglia di fare, viene voglia di andare

È partita una giornata e come un pacco da scartare eccola qua

A scuola eccomi qua ma che fatica si fa e siamo solo alle prime ore

Ci son gli amici però che ti sostengono un po’ e tutto prende già più colore

Il pomeriggio lo so merenda e dopo lo sport e poi a casa c’è da studiare

Chissà se ci riuscirò a rilassarmi però e vedere un po’ di televisione

Doccia, cena e a letto un bacio a mamma e a papà

Ma che bella una giornata che occasioni che ti da

Quante cose da affrontare non è facile si sa

E viene voglia di fare e viene voglia di andare

Ma che bella una giornata a pensarci è proprio un’opportunità

La sera poi al calduccio nel mio letto

Al buio io ripenso a tutto quanto

Ed è come un vortice di emozioni che mi frulla dentro al cuore

Che mi fa riaddormentare e scivolando sopra i sogni

Mi ritrovo alla mattina con la sveglia che risuonaaaaaa

E domani una giornata nuova nuova tornerà

Che sia bella o complicata sarà un’opportunità

E verrà voglia di fare e verrà voglia di andare

Ma che bella una giornata a chissà quante cose nuove porterà

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: ti piace la scuola?/Come è cambiata la tua giornata con il COVID?]

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SCENA 8 – IL MONDO DI KARIMA

Elisa ha appena finito di cantare la sua canzone, ma alcuni bambini non sono d’accordo: non pensano che Karima sia
triste perché le mancano le cose di tutti i giorni, perché secondo loro la scuola fa schifo, e nessuno ha veramente voglia
di tornarci. A questo punto Karima racconta loro la sua storia, i bambini cominciano a conoscerla meglio.

Federica: Hai ragione Elisa, sono sicura che è per questo che Karima è triste. Ci basterà dirle che tra poco sarà tutto
come prima!

Elisa: E poi mi manca così tanto andare a scuola… Stare insieme ai compagni…

Roberta: Mangiare la torta e le patatine ai compleanni…

Elisa: Persino fare i compiti!

Ugo: Ma che dite, la scuola fa schifo a tutti, io sono proprio contento di non andarci.

Muhammad: Infatti, non ci credo che è triste per questo. Come se fosse bello stare svegli fino a tardi per studiare e fare
i compiti! E anche le maestre fanno schifo.

Giuditta: Scusate, ma se provassimo a chiederglielo? Non sarebbe più facile?

Giacomo: Certo, se ti rispondesse!

Lucrezia: Se magari glielo chiedessi con gentilezza! Ahh voi maschi… non capite niente, ci penso io. (Lucrezia si
avvicina a Karima) Karima, sei triste perché ti manca la scuola vero?

Karima: In realtà non ci sono mai andata, quindi non lo so.

Federica: Ma come non ci sei mai andata? Ma no, di sicuro ti stai sbagliando, tutti ci devono andare.

Giuditta: Si infatti… Forse non te lo ricordi ma la mamma ti avrà portato di sicuro a scuola… La mia quando non
voglio andare mi prende per un orecchio!

Karima: No, sono sicura. Ne ho sentito parlare, ma nel mio paese non tutti i bambini possono andare a scuola… Noi ad
esempio, viviamo troppo distanti, la scuola più vicina è a 10 km. Non potevamo andarci. Tante cose sono lontane da
casa mia, anche il pozzo. È anche per questo che siamo venuti via.

Lucrezia: Davvero? Ma è terribile! Ci credo che sei voluta venire via.

Karima: Non è che volevo andare via. Mi manca casa mia, mi mancano le mie cose, mi mancano i miei amici…
Dovevamo andarcene, nel mio paese c’è la guerra ora. Io non l’ho vista la guerra, ma so che c’è. La senti nell’aria. Mia
mamma ha detto che avrei avuto un futuro migliore qui.

Giannino: Beh, ma guarda il lato positivo, almeno non sei mai andata a scuola! È fantastico, beata te… Fidati, non ti
sei persa proprio nulla, è solo una scocciatura!

Laura: Giannino ma cosa dici? Ti piacerebbe davvero stare a casa senza i compagni?

Giannino: Mhmh… In effetti gli amici mi mancherebbero. Ma la maestra proprio no! Quando scorre il dito lungo il
registro… E va su e giù e io spero che non mi chiami, incrocio le dita sotto il banco, e poi! Su di me, sempre su di me si
ferma! Giannino Stoppani, interrogato!

Laura: Oh avanti, non hai mai preso neanche un’insufficienza. Sei proprio sicuro che non ti mancherebbero le maestre?

Muhammad: In effetti… La maestra Giulia è brava, ci porta sempre le caramelle il venerdì. Come premio se
impariamo le tabelline. Mi piacciono le tabelline.

Giannino: Eh la maestra Giulia in effetti… Ok, forse hai ragione.

Laura: Infatti, e dovremmo cercare di aiutare Karima. (Rivolgendosi a lei) Sei venuta qui con la tua famiglia?

Karima: Si, sono venuta qui con la mamma. I miei fratelli invece sono arrivati l’anno scorso… Però la nonna è rimasta
a casa, non è potuta venire con noi. (Comincia a piangere).

Ugo: E come mai non è potuta venire?

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Karima: Non lo so… So che qui forse saremo più felici, la mamma lo dice sempre. Ma a volte tutto quello che vorrei è
solo riavere la mia nonnina accanto…

Ugo: E come si chiama la tua nonna?

Karima: Afraa… Nonna Afraa.

CANZONE VORREI TANTO

[Karima ripensa alla nonna. È come se rivivesse i momenti passati con lei, gli altri bambini ascoltano la sua storia,
dispiaciuti.]

Vorrei tanto che tu fossi qui con me

Perché sai mi sento sola e triste

E nessuno può capire

Cosa sento dentro al cuore

Quando penso a quanto sei lontano

E mi mancano le tue carezze

Le tue mani nei capelli e le mie trecce

La saggezza i tuoi consigli

Guarda come mi somigli

Credi niente potrà mai dividerci

Se fossi qui, accanto a me, come in quei giorni felici che,

tu mi stringevi e non temevo niente e nessuno

e amavo nascondermi nel tuo profumo

qui, accanto a me,

non al di là di quel mare che

tiene lontani gli affetti e confonde i pensieri,

e pian piano cancella i ricordi di ieri

…e se anche tutto intorno è primavera

c’è sempre tanto inverno dentro me

che mi rallenta il cuore, che mi fa rattristare

e penso solamente che

Se fossi qui, accanto a me, potremmo correre e ridere

Potremmo stare abbracciate coi cuori vicini e sentirli volare come due uccellini

Qui accanto a me, come in quei giorni lontani che

Mi raccontavi le storie, ti stavo ad ascoltare

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E la stanza era un cielo in cui poter volare

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: e tu? Hai mai sentito la mancanza di qualcuno?]

SCENA 9 – AIUTIAMO KARIMA

Elisa: Che cosa triste…

Muhammad: E noi che pensavamo che fosse solo permalosa, e non volesse giocare con noi.

Roberta: Senza la nonna che prepara i suoi mangiarini, è dura la vita… Poverina.

Laura: Già, vorrei che ci fosse un modo per aiutare Karima.

Elia: C’è qualcosa che possiamo fare per tirarti un po’ su?

Karima: Grazie ragazzi, siete gentili. Ma non c’è niente che possiate fare.

Cosimo: Ci vorrebbe un miracolo, ecco cosa.

Giacomo: Ma che cos’è un miracolo?

Martina: Eh è quando…. Tipo quando succede una cosa bella.

Giacomo: Come quando vinco a basket?

Martina: Ma no, ma che c’entra… Come faccio a spiegarti.

Cosimo: È una cosa molto più bellissima. Tipo una magia, ma meglio…

Laura: (Cerca nel dizionario della ludobiblio) Fermi, eccolo qui: è un evento straordinario, al di sopra delle leggi
naturali, che si considera operato da Dio o da una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine
miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia.

Giacomo: Ahhhh…. No, non ho tanto capito.

Tommasino: È come se qualcuno ascoltasse quello che c’è dentro il cuore delle persone, e facesse avverare i loro
desideri più profondi. Ma non quelli inutili, quelli più veri e buoni.

Roberta: Maaaa… Un maxi panino gigante al prosciutto è considerato un desiderio inutile? (Risatine/ sgomento
generale).

Lucrezia: Rivedere una nonna lontana per esempio, quello è un miracolo.

Karima: Si, peccato che per ora non me ne siano capitati tanti di miracoli (comincia a piagnucolare).

Martina: Nooo, non fare così, c’è sempre una prima volta!

Lucrezia: Vedrai che questa volta si avvera, devi solo crederci di più.

Tommasino: O forse potremmo crederci di più tutti quanti. (Si mette in disparte e fa una preghierina).

Elia: Ha ragione Tommi… L’unione fa la forza, dai ragazzi! Ognuno a modo suo. (Altri bambini si uniscono a
Tommaso ed Elia, e cominciano a pregare, ognuno nella sua religione).

Reprise di SE DICO UNA PREGHIERA


[Durante la canzone appare una proiezione laterale, con l’immagine dello schermo di whatsapp che registra un
messaggio vocale; in contemporanea, il tablet della ludobiblio si illumina, e rimane illuminato nel corso di tutta la
canzone. Alla fine della canzone, si sente il suono di una notifica whatsapp. Buio in scena, freeze, luci sulle pedane;
entrano i due assistenti, sempre con il tablet in mano, accompagnati dalla voce di Dio fuori campo (questa volta è una
voce diversa).]

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Dio: No, ma sono fantastici, lo sapevo! Vi rendete conto?! Certi adulti ci mettono una vita a capire il vero significato
dei miracoli, e loro ci sono riusciti stando un pomeriggio insieme, ascoltandosi l’un l’altro. Basterebbe così poco,
basterebbe osservarli un po’ di più, e il gioco sarebbe fatto. Niente liti, niente guerre, niente discussioni su quale Dio è
meglio del mio e meglio del tuo. Tanto sono sempre D-io!

Max: È proprio vero che c’è sempre da imparare dai bambini.

Dio: Caro Max, per una volta hai detto una cosa giusta. Non c’è voce più sincera di quella dei bambini. È anche per
questo che mi piacciono tanto questi vocalini. Posso riascoltare quando voglio le preghiere che vengono dal cuore.

Alexa: Parole sante capo! E poi vogliono aiutarla tutti quanti… Anche Elia!

Dio: Eh mi sa che questa volta devo proprio dargli un aiutino…

Alexa: (Verso il pubblico) Secondo me ci scappa il miracolo!

Dio: Anche secondo me! Ma non rovinare il finale, ci vuole un po’ di suspense.

Max: Eh, sai che suspense… Se lo stanno aspettando tutti in sala!

Di nuovo nella ludobiblio, stop freeze. I ragazzi riprendono la conversazione da dove l’avevano interrotta.

Karima: Grazie ragazzi, siete fantastici. Ora credo che mi riposerò un po’ però, sono stanca.

Laura: Dai, andate a giocare un po’ più in là, resto io con Karima.

Ugo: D’accordo Laura, ora ce ne andiamo. (I bambini si spostano, pensierosi. Intanto Laura consola Karima in
disparte, la abbraccia).

Giannino: Ma quindi non facciamo niente per Karima? Va bene sperare nei miracoli, ma nel frattempo potremmo fare
qualcosa per distrarla, prendere la situazione in mano… No?

Elia: Io sono d’accordo! Ma cosa facciamo?

Roberta: Prepariamo una torta?

Mattia: Le scriviamo una canzoncina?

Martina: Un balletto?

Tommasino: Ho io un’idea. Un’idea per unire tutto questo: le facciamo una bella festa!

Elia: Oh questa sì che è un’idea. Da te non me lo sarei mai aspettato, non ti riconosco più!

Lucrezia: Come la organizziamo? Servono i festoni, e poi forse dovremmo avvertire la signorina Alice.

Giuditta: Sì, andiamo a dirglielo! (I bambini se ne vanno, in scena rimangono solo Karima e Laura).

Laura: Non riesci ad addormentarti?

Karima: No, ho troppi pensieri per la testa.

Laura: Se vuoi ti canto una ninnananna, ne conosco una bella. Mia nonna me la cantava sempre. Ti va?

Karima: Mi piacerebbe molto.

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CANZONE NOTTE NOTTE

[Si abbassano le luci, Laura e Karima sono illuminate da un occhio di bue/ faretto. Possibile proiezione (?) – da
decidere. Quando Laura la canta, sulla scena compaiono i bambini in pigiama con un lumicino in mano e tenendosi
per mano fanno un grande girotondo. à I bambini escono di scena alla fine della canzone, vanno a letto.]

Buonanotte mio tesoro

Chiudi gli occhi sogni d’oro

Dormi fino a domattina

Che ti vegli una stellina

Tutti i bimbi intorno al mondo

Fanno un grande girotondo

Chiudi gli occhi, sogni d’oro

Fai la nanna mio tesoro

Sogna favole e folletti

di giocar con gli angioletti

e con lor cantare in coro

fra le stelle tutte d’oro

sogna quel che più ti piace

sogna un mondo con la pace

senza lupi, senza agnelli, dove tutti son fratelli

Buonanotte mio tesoro

Fai la nanna sogni d’oro

dormi fino a domattina

io ti resto qui vicina

[Video-intervista ai bambini - DOMANDONE: a cosa pensi prima di addormentarti?]

SCENA 10 – FESTA NOTTURNA

Luci soffuse che si accendono gradualmente, i bambini rientrano in scena in pigiama di soppiatto e cominciano a
sistemare i cartelloni e gli addobbi che hanno preparato per la festa.

Giulia: Shhh, fate piano!

Muhammad: I cartelloni vanno lì? (Indicando dove mettere gli addobbi).

Ugo: Sì, così è perfetto.

Roberta: Sistemate i dolci su quel tavolo! (Mangiando le merendine).

Leonardo: Roberta smetti di mangiare, sono per dopo! (Ridendo).

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Roberta: Faccio il controllo qualità!

Elisa: Fate piano, ci sentono! (Ridendo).

Giulia: Ok, con gli addobbi ci siamo.

Elisa: Anche con i dolci!

Leonardo: La musica?

Ugo: Pronta per partire!

Tommasino: Ok, è tutto pronto, direi che possiamo andare a chiamare Laura e Karima.

Muhammad: Vado io!

Tommasino: Voi altri nascondetevi, appena entrano e accendono le luci saltiamo fuori. Ok?

Tutti: (Assenso generale).

Entrano Laura e Karima, un po’ assonnate, guidate da Muhammad.

Karima: Muhammad, ma ce lo dovevi far vedere proprio ora questo libro? (Sbadigliando e stropicciandosi gli occhi).

Muhammad: Ehmm si, vedi, è un libro molto bello.

Karima: Ci credo, ma potevi aspettare domattina.

Muhammad: No, meglio di no. Accendi la luce dai!

Karima accende la luce e tutti i bambini saltano fuori dai loro nascondigli gridando “sorpresa!”

Karima: (Sobbalzando) Ma, avete organizzato tutto per me?!

Elia: Esatto, tutto per te!

Karima: Ma per cosa?

Elisa: Per tirarti un po’ su no?

Tommasino: Ci eravamo intristiti molto sentendo la storia della tua nonnina, così abbiamo pensato di distrarti!

Giulia: Sei felice?

Karima: È fantastico! Non potevo sperare in amici migliori di voi ragazzi!

Roberta: Si ok, basta fare i mielosi. Direi che è il momento di mangiare.

Ugo: Roberta ha ragione, che la festa abbia inizio! (Esultanza generale).

Parte la musica, i bambini ridono e si divertono. C’è chi mangia, chi parla, chi balla. Poi entrano Alice, l’infermiera e
il dottore – appena entrano la musica si interrompe e cala il silenzio.

Infermiera: Ragazzi ma che cos’è tutta questa confusione, a quest’ora poi!?

Alice: Dovreste essere tutti a letto, ci è preso un colpo!

Dottore: Hanno ragione, sono molto deluso da voi ragazzi. Siete usciti dalle vostre stanze a quest’ora, avete allestito la
sala senza il nostro permesso, avete rubato il cibo dalla mensa… Vi rendete conto della gravità della situazione?

Laura: Noi volevamo solo fare una cosa gentile… Ci dispiace (tutti i bambini sono tristi, in imbarazzo).

Dottore: Ci credo che vi dispiace! E quello che è peggio è… Che nessuno di voi si è preso la briga di invitarci! (Tutti i
bambini si guardano intorno, sbalorditi).

Giuditta: Volevate venire anche voi?! (Incredula).

Dottore: Beh, saremo anche vecchi, ma di certo sappiamo come si fa una festa! Allora? Chi ha tolto la musica? (Di
nuovo esultanza generale, la musica riparte e tutti ballano, anche gli educatori).

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CANZONE CELEBRATION (KOOL AND THE GANG), momento sballo, luci sparaflashate che cambiano colore.

SCENA 11 – GRAN FINALE: L’AMORE VINCE SEMPRE

Karima: Ragazzi, non so come ringraziarvi, questa festa è stata la cosa più bella che mi sia successa da quando sono
qui!

Giacomo: Effettivamente non è stata niente male!

Giulia: Si, bellissima! Avete visto il dottore come ha ballato? (Ridendo).

Leonardo: Si, non lo facevo per niente un ballerino!

Giannino: Che dici Karima, siamo riusciti a tirarti su di morale?

Karima: E come! Siete degli amici fantastici ragazzi, non so come ringraziarvi. Ora l’unica cosa che manca è davvero
solo la mia nonnina.

Elisa: Uffa, vorrei che avessimo un modo per farla arrivare qui…

Sharon: Sì, anche io vorrei che fosse qui. Ormai mi sembra quasi di conoscerla!

Tommasino: Probabilmente crederete che non serva a niente, ma io sento che se ci impegniamo tutti insieme qualcuno
ci ascolterà…

Elia: … Probabilmente non ci crederai, ma sono d’accordo con te. Dai ragazzi, proviamo tutti insieme… Ognuno a
modo suo!

I bambini cominciano a fare una preghiera, dicendo il nome di Dio per come lo conoscono. Intanto il tablet si illumina,
e la proiezione laterale comincia a mostrare i messaggi vocali che arrivano sulla chat, seguiti da una serie di notifiche
in crescendo, per finire con una pioggia di notifiche. Improvvisamente, cala il silenzio, e la nonna di Karima appare.

Karima: Nonna… Nonna non ci posso credere, ma sei proprio tu?!

Afraa: Tesoro, mi sei mancata tanto! (Abbraccia la nipote, momento di commozione generale, tutti i bambini gridano
di gioia e si abbracciano).

Elia: Sai che ti dico Tommi, ci avevi visto giusto. Anzi, ti dirò di più: siccome è stata l’unione di tutti noi a compiere
questo miracolo, direi che ci avevamo visto giusto tutti quanti, anche se in modi diversi.

Sipario, momento magico di applausi e di lacrime, sulle pedane sotto al palco entrano tutte le voci che hanno
interpretato Dio (in carne ed ossa) che si dividono il discorso finale (uno per paragrafo). Dio si rivolge direttamente al
pubblico.

Dio:

Bello eh? Eh si, ci voleva proprio un miracolo, hanno dato il meglio di loro. Dopo aver dimostrato di rispettarsi, di
volersi bene, di tenerci gli uni agli altri… Che altro avrei dovuto fare? E sono sicuro/a che anche voi ve lo aspettavate
un po’…

Però la nonna non è mica tornata alla fine, sapete? La nonna di Karima non ce l’ha fatta a raggiungere la sua famiglia,
sono stati i bambini che, volendosi bene, stando gli uni accanto agli altri, sono riusciti a sentire nonna Afraa talmente
vicina da riportarla accanto a loro.

Era la felicità che mancava a Karima, e lei è riuscita a ritrovarla grazie a dei nuovi amici, che hanno fatto di tutto per
ridarle il sorriso. È stata proprio quella felicità a riempire il vuoto che aveva lasciato la nonna Afraa. Niente miracolo
quindi.

Ma in fondo, che cos’è un miracolo? È qualcosa di fuori dell’ordinario, certo. O meglio, anche qualcosa che accade
ogni giorno, ma che rimane straordinario per l’intensità e la forza che stanno dietro ad ogni piccolo gesto, anche ad un
sorriso. E questi bambini lo sanno bene, hanno dimostrato di saperlo meglio di tanti adulti. Accettandosi, rispettandosi,
andando al di là di ogni differenza, di ogni preferenza, di ogni religione.

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Non so se lo avevate capito, ma è proprio questo il senso del titolo dello spettacolo, sapete? Non c’è più religione,
andare oltre ogni religione… Non facendo sentire nessuno escluso, non facendo sentire Karima sola. E se non è un
miracolo questo, ditemi voi cos’è.

CANZONE FINALE – NON C’È PIÙ RELIGIONE

Hai sentito dire che

“Dio per tutti e ognun per sé”

Infondo va così! Come non crederci?!

Ma se ci rifletti su

Poi ti accorgerai anche tu

Che non ti basterà la tua felicità

E con una preghiera, un gesto buono ed un sorriso

Puoi aiutare chi sta accanto a te

Perché ogni religione ha una diversa angolazione di trovare un senso al vivere

Se ascolti il mondo dicono tutti sempre che “non c’è più religione”

Ma indipendentemente da quel che senti

Tu

Dagli la giusta interpretazione

Che non esiste credo che ci possa allontanare anche nella diversità

Perché è soltanto il vento dell’Amore che ci salverà

Ci salverà!

Oh, oh, oh …

E se resti accanto a me,

la tua preghiera con la mia preghiera, certamente sarà, per l’umanità,

canto di libertà

Dimostreremo insieme che ogni religione è un fiume

Che ci guida verso un mare che

Consola ogni dolore con la forza e la speranza

Di quel Dio che è sempre accanto a te

Se ascolti il mondo dicono tutti sempre che “non c’è più religione”

Ma indipendentemente da quel che senti

Tu

Dagli la giusta interpretazione

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Che non esiste credo che ci possa allontanare anche nella diversità

Perché è soltanto il vento dell’Amore che ci salverà

Ci salverà!

Oh, oh, oh …

Se ascolti il mondo dicono tutti sempre che “non c’è più religione”

Ma indipendentemente da quel che senti

Tu

Dagli la giusta interpretazione

Che non esiste credo che ci possa allontanare anche nella diversità

Perché è soltanto il vento dell’Amore che ci salverà

È solamente il vento dell’Amore che ci salverà!

Spin off - Si chiude il sipario, si accendono le luci in sala. Poi di colpo il sipario si riapre, buio in sala. Entra Roberta
con un maxi panino in mano, accanto a lei Alexa.

Roberta: Noooo ma veramente?! Grazie Grazie Grazie!

Alexa: Beh, il tuo era davvero un desiderio che veniva dal cuore dopotutto.

Roberta: Più che dal cuore dallo stomaco, ma sono vicini dai!

Fine

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