che vengono prodotti dall'attività produttiva dell'uomo e possono essere commercializzati nel mercato.
-VALORE DI SCAMBIO, significa che le merci possono essere oggetto di scambio e di vendita, inoltre
deovono essere CONFRONTABILI ed EQUIPARABILI.
Rileva che MERCI DIFFERENTI per qualità e quantità possono essere SCAMBIATE perchè hanno un
VALORE COMUNE, ovvero la quantità di lavoro socialmente necessaria per produrle.
Durante uno scambio, si tiene conto del VALORE di SCAMBIO dato dai TEMPI di PRODUZIONE. Una merce
che richiede più tempo di lavoro vale di più di una che ne ha richiesto meno. Inoltre, Marx non considera
i singoli tempi di lavoro, ma ''IL TEMPO SOCIALMENTE NECESSARIO'', cioè il TEMPO MEDIO di
PRODUZIONE in UN DETERMINATO PERIODO.
Per quanto riguarda il prezzo, non bisogna identificarlo totalmente con il valore, perchè possono influire
molti fattori (in una pandemia il pane può costare di più rispetto a un periodo normale), però
generalmente : PREZZO=VALORE EFFETTIVO (quantità di lavoro necessaria alla produzione).
Altro elemento di studio di Marx è l'OPERAIO, che viene acquistato dal capitalista per produrre merci. Il
capitalista paga un SALARIO che DEVE corrispondere al VALORE dei BENI NECESSARI a GARANTIRE la
SOPRAVVIVENZA SUA e della SUA FAMIGLIA.
Se un operaio lavora 12h al giorno ma in 8h riesce a produrre una quantità di merce che può ricoprire le
spese del suo mantenimento, il suo salario corrisponderà alle 8h lavorative; le altre 4h costituiscono un
tempo di lavoro SUPPLEMENTARE, in cui l'OPERAIO PRODUCE MERCE NON PAGATA dal CAPITALISTA.
Questo si chiama PLUSVALORE.
Il PLUSVALORE dipende dal PLUSLAVORO, cioè il lavoro in più svolto dall'operaio e offerto gratuitamente
al PADRONE.
Dal Pluslavoro deriva il PROFITTO del CAPITALISTA, il quale sfrutta la FORZA-LAVORO altrui.
Il profitto, però, NON si identifica con l'intero plusvalore, quindi bisogna fare una distinzione tra :
Il PLUSVALORE DIPENDE dal CAPITALE VARIABILE. Per calcolare il profitto del capitalista bisogna sottrarre
dal plusvalore gli INVESTIMENTI necessari per l'ACQUISTO e la MANUTENZIONE dei MACCHINARI. Il
profitto è sempre di quantità inferiore rispetto al plusvalore.
Lo scopo del CAPITALISTA è AUMENTARE il PROFITTO, che viene perseguito incrementando al massimo la
produttività e introducendo macchine e strumenti di maggiore qualità. Aumentando la produttività si
genera RICCHEZZA che viene reinvestita per migliorare la tecnologia. Questo significa il passaggio da
industrie manufatturiere a quelle MECCANIZZATE. La MECCANIZZAZIONE peggiora la situazione dei
lavoratori, perchè tutte le operazioni che servono a produrre un oggetto sono svolte dal sistema
OPERAIO-MACCHINA , in cui il LAVORATORE DIVENTA un INGRANAGGIO di esso.
Purtroppo nel sistema capitalista nascono delle FORZE AUTODISTRUTTIVE. La prima è '' la CADUTA
TENDENZIALE del SAGGIO di PROFITTO'': legge in base alla quale il profitto del capitalista , a un certo
punto, invece di aumentare tende a DIMINUIRE. Se cresce il capitale COSTANTE, diminuisce quello
VARIABILE, perchè a causa della meccanizzazione il numero di operai DIMINUISCE. La CONSEGUENZA è il
CALO del PLUSVALORE. Questa legge è il PUNTO DEBOLE dell'economia capitalista. Un altro rischio è la
CRESCITA della DISOCCUPAZIONE, che vuol dire POVERT° dei CONSUMATORI. La tecnologia incrementa la
produzione, però la merce rimane invenduta perchè c'è disoccupazione e minore disponibilità
monetaria. Per Marx questo porterà al CROLLO del capitalismo. Nel CAPITALISMO ESTREMO si assiste alla
creazione e al conflitto di una minoranza industriale con immensa ricchezza e potere e una maggioranza
proletaria sfruttata.
La soluzione al conflitto è la DISTRUZIONE dello STATO BORGHESE. Ci deve essere una Rivoluzione
violenta e drammatica che demolisca queste CONDIZIONI e RAPPORTI di PRODUZIONE. Per Marx lo Stato
è lo STRUMENTO che PROTEGGE i PRIVILEGI della CLASSE DOMINANTE, e lo STATO MODERNO è
espressione di INDIVIDUALISMO e ATOMISMO, caretteristiche della SOCIET° BORGHESE. Quest'ultima
destina gli uomini all'INFELICIT°.
Secondo Marx il passaggio dalla società capitalista a quella comunista prevede un PERIODO di
TRANSIZIONE , in cui il PROLETARIATO, salito al potere e diventato ''CLASSE DOMINANTE'', esercita una
DITTATURA per realizzare il progetto cumunista. La lotta di classe deve condurre alla DITTATURA DEL
PROLETARIATO: periodo di transizione in cui il proletariato, salito al potere e divenuto classe dominante,
esercita una dittatura funzionale alla realizzazione dal progetto comunista stesso. Si instaura così una
prima forma di ''UGUAGLIANZA''. Questa dittatura è destinata a esaurisi quando verrà portato a termine
il proggetto comunista, ovvero DISTRUGGERE lo STATO BORGHESE e ESTINGUERE OGNI FORMA DI
GOVERNO. Lo scopo del proletariato è affermare una società SENZA proprietà privata, attraverso la
COLLETTIVIZZAZIONE dei MEZZI di PRODUZIONE, nella quale non ci sono disuguaglianze reali tra gli
uomini. Questa è la società comunista.