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CHRISTOPH BÖTTIGHEIMER
Anno C
(IN)SENSATEZZA
della
DELLA PREGHIERA
Alla ricerca di una ragionevole
responsabilità
Parola 538
24 luglio
28 agosto
HANS KESSLER
RISURREZIONE?
Il cammino di Gesù,
RISURREZIONE?
CHRISTOPH BÖTTIGHEIMER
(IN)SENSATEZZA
DELLA PREGHIERA
Alla ricerca di una ragionevole
978-88-399-3440-6
256
€ 26,00
Anno C
LUGLIO/AGOSTO 2022 • 538 • [24.7 - 28.8]
Servizio
della
Parola
24 luglio
28 agosto
2022
538
Servizio della Parola
strumento di lavoro
per la comunicazione di fede nelle assemblee
Queriniana
novità
RAFAEL LUCIANI, SERENA NOCETI,
Il cammino di Gesù, l
(conv. in L. 27/2/2004, n. 46), art. 1, c. 1 – LO/BS - Contiene I.P.
SINODALITÀ
Flavio Dalla Vecchia, Roberto Laurita
direttore responsabile: Vittorino Gatti
redattore: Stefano Fenaroli
N. 538 - Luglio/Agosto 2022
A questo numero hanno collaborato: + Gianni Ambrosio, Paola Bignardi, Ezio Bolis, Giacomo Ca-
nobbio, Ezio Caretti, Alberto Carrara, Cecilia Cremonesi, Flavio Dalla Vecchia, Domenico Fidanza,
E RIFORMA
Antonio Landi, Roberto Laurita, Massimo Orizio, Simone Toffolon.
Le immagini (di Monique Bruant) sono pubblicate per gentile concessione della rivista Signes
Una sfida ecclesiale
d’Aujourd’hui.
Abbonamento (da gennaio 2022 a dicembre 2022):
Italia € 50,00;
Estero - posta prioritaria: Europa + Bacino mediterraneo € 95,00; Biblioteca di teologia contemporanea 211
Estero - posta prioritaria: Paesi extraeuropei € 120,00;
Digitale € 42,00 ISBN: 978-88-399-3611-0
Questo numero: formato cartaceo € 10,00 - formato digitale € 7,00.
Pagine: 432
Il versamento va effettuato con:
Carta di credito (Visa, MasterCard, Maestro) o PayPal, collegandosi a www.queriniana.it/abbonamenti Prezzo: € 50,00
Conto corrente postale n. 346254, intestato a Editrice Queriniana - Brescia.
Bonifico bancario intestato a Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth – Editrice Queriniana - Bre-
scia – BPER Banca , IBAN: IT42Z0538711210000042678879 - BIC/SWIFT: BPMOIT22XXX.
Redazione, Amministrazione e Ufficio abbonamenti:
JÜRGEN WERBICK
Editrice Queriniana – via Ferri, 75 – 25123 Brescia
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DIO - UMANO
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ne, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, comprese la fotocopia e la digitalizzazione, senza
l’autorizzazione scritta dell’Editrice Queriniana.
Biblioteca di teologia contemporanea 212
Associato all’USPI Questa testata è associata a
Sguardi in pastorale
RUBRICA
6. Del buon uso del Messale/2
La liturgia della Parola (A. Carrara)3
IL MOMENTO
CONTEMPLATIVO
Spiritualità 211
240 pagine
€ 23,00
MANUEL BELLI
PRESENZA REALE
Filosofia e teologia di fronte all’eucaristia
QUERINIANAEDITRICE
6.
Del buon uso del Messale/2
La liturgia della Parola
di Alberto Carrara
1
Definizione reperibile in: https://www.treccani.it/vocabolario/gioco.
3. «Proclama», «acclama»
2
Definizione reperibile in: https://www.treccani.it/vocabolario/acclama-
zione.
4. Credo
5. «Preghiamo»
Una breve annotazione finale per la preghiera dei fedeli. Il
Messale prevede una struttura di base: inizio, preghiera, conclu-
sione. L’inizio consiste in una «breve monizione», con la quale
36.
«Dio ti vede»
1. «DIO TI VEDE»
di Alberto Carrara
1
P. Zumthor, Babele, il Mulino, Bologna 1998, 51-52.
3. Lo sguardo, la persona
2
M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto, vol. 1, Milano 1997, 172.
3
Definizione reperibile in: https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/
persona.
4
P. Montefusco, Persona. Suggestioni ed echi di un termine ambiguo, in
Quaderni del dipartimento jonico 11 (2019) 212.
2. LO SGUARDO DI DIO
di Flavio Dalla Vecchia
3. «DIO VEDE E PROVVEDE»
di Ezio Caretti
METANOIA
La grammatica della vita cristiana
Meditazioni 271
176 pagine
€ 17,00
JÜRGEN MOLTMANN
RISORTO
NELLA VITA ETERNA
Morte e risveglio di un’anima vivente
Meditazioni 273
144 pagine
€ 16,00
QUERINIANAEDITRICE
PRIMA SOSTA
Essere qui, cioè incarnarsi
Esercizio pratico
Sono seduto e m’immergo nella calma, nella luce del luo-
go in cui mi trovo. Essere qui: ci metto del tempo per trovare
la posizione precisa nella quale posso rimanere per un certo
tempo. Non manco di avvertire dei disagi che mettono a re-
pentaglio la mia tranquilla immobilità: tensioni, rigidità, fa-
stidi… Sono sensazioni sgradevoli, che devono indurci a fare
attenzione a quello che accade in noi.
SECONDA SOSTA
Immergersi nel creato
e riconoscere la sua bellezza
Esercizio pratico
«Passare» significa andare da un luogo all’altro: il respiro
ci fa passare dall’esterno (fuori) all’interno (dentro) e c’è mol-
to da sperimentare in questo va e vieni tra l’universo e la parte
più intima, più profonda di noi stessi. Questo scambio diventa
particolarmente sensibile quando si è seduti in mezzo alla na-
tura, quando il mio respiro si accorda al respiro dell’univer-
so. Respirare è come acqua che scorre, come il vento, brezza
leggera e soffio della creazione. Esercitarsi a essere presenti
significa andare verso il risveglio della vita interiore, significa
accogliere il «fuori» e il «dentro» attraverso i sensi, che sono
TERZA SOSTA
Corpo che prega, mani che pregano
CONCLUSIONE
Un momento di dispersione
In ginocchio: sulla terra, sul pavimento, su un banco di le-
gno, su un tappeto o una moquette, stare in ginocchio rimane,
comunque, una posizione scomoda. Solo chi ha dimestichez-
za con la preghiera riesce a mantenerla nel tempo, a rimanere
desto e concentrato anche quando il corpo fa sentire disagio,
fatica, stanchezza. In ginocchio la mia statura – lo so bene – è
ridotta esattamente alla metà, eppure è proprio questa posizio-
ne che molti credenti assumono per pregare il loro Dio. Non
si tratta di annullarsi, di distruggersi, quasi di scomparire, ma
vogliamo piuttosto, riconoscere davanti a Dio, alla sua gran-
dezza, la nostra piccolezza, davanti alla sua sconfinata bontà,
la nostra meschinità di cuore, davanti alla sua profonda sag-
gezza, l’esiguità del nostro comprendere. In ginocchio, men-
tre il nostro corpo tocca terra, noi ammettiamo di essere terra:
quest’argilla che Dio ha plasmato, in cui ha infuso il suo Spiri-
to, sulla quale ha impresso il marchio della sua gloria.
Tutti insieme recitiamo la «Preghiera semplice».
Preghiera semplice
Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti l’amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti l’unione,
dove è dubbio, ch’io porti la fede,
dove è errore, ch’io porti la verità,
dove è disperazione, ch’io porti la speranza,
dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto ad esser consolato,
quanto a consolare;
ad essere compreso, quanto a comprendere;
ad essere amato, quanto ad amare.
poiché, così è: dando, che si riceve;
perdonando, che si è perdonati;
morendo, che si risuscita a vita eterna.
5
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dir-
gli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un
viaggio e non ho nulla da offrirgli”; 7e se quello dall’interno gli risponde:
“Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a
letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si al-
zerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà
a dargliene quanti gliene occorrono.
9
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e
vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi
bussa sarà aperto.
11
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al
posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se
voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quan-
to più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo
chiedono!».
programmare la celebrazione
di Massimo Orizio
Per l’omelia
La preghiera autentica
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
attualizzare il messaggio
di Giacomo Canobbio
1
D. Bonhoeffer, Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Que-
riniana, Brescia 2002, 492.
2
Ibid., 496-497.
3
Ibid., 498.
4
Ibid., 498-499.
te, ritengono che Dio abbia creato il mondo agli inizi e poi,
eventualmente, intervenga di quando in quando per “ripa-
rare i buchi” della sua opera. Sicché, se si volesse parlare di
Provvidenza, la si dovrebbe vedere all’opera quando il corso
degli eventi umani o dei processi bio-fisici diventa favorevo-
le a chi è implicato in essi. La Provvidenza appare così come
una specie di deus ex machina che interviene a favore di
qualcuno e a discapito di altri, con una selezione della quale
non si riesce a capire la ragione.
Per dirimere la questione vale la pena dare uno sguardo a
un passaggio della storia del pensiero. Nella filosofia stoica, se-
condo la quale tutto quanto accade ha un senso, tutta la realtà
è pervasa dal logos e quindi c’è una legge che dispone l’ordine
delle cose, benché si tratti di una forza impersonale alla qua-
le non ci si può rivolgere né per invocare né per protestare: le
cose stanno così e si deve credere che questo è bene. Nel libro
della Sapienza, che risente notevolmente della filosofia stoi-
ca, si trova però un correttivo a questa visione: in Sap 14,3, nel
contesto di una polemica contro l’idolatria, si fa riferimento
alla barca, che è stata inventata dal desiderio di guadagno ed è
stata costruita da saggezza artigiana, e si confessa che la barca
è guidata dalla Provvidenza di Dio, qui invocato come Padre,
il quale ha predisposto una strada anche nel mare (chiara allu-
sione alla liberazione dall’Egitto) e quindi può salvare da tut-
to. Il fatto che si introduca la denominazione «Padre» e si usi
il verbo «salvare» denota che la Provvidenza non è una forza
cieca alla quale sottomettersi, ma una figura personale che
accompagna anche gli inesperti nel loro viaggio. L’idea che si
vuole proporre è che Dio guida le persone – non gli avveni-
menti – affinché possano affrontare anche il mare, realtà noto-
riamente minacciosa e perfino indomabile. La guida del Padre
non dispone situazioni prive di pericolo, ma abilita le persone
ad affrontarle quando queste si presentassero.
Si profila pertanto una visione della Provvidenza che pri-
vilegia il rapporto personale. In effetti, quando nell’immagi-
Discernere il messaggio
La Colletta propria dell’anno C ci aiuta a indirizzare lo
sguardo verso la saggezza proposta dalla liturgia della Paro-
la. Essa recita testualmente:
O Dio, principio e fine di tutte le cose, che in Cristo tuo Figlio ci
hai chiamato a possedere il regno, fa’ che operando con le no-
stre forze a sottomettere la terra non ci lasciamo dominare dalla
cupidigia e dall’egoismo, ma cerchiamo sempre ciò che vale da-
vanti a te.
Da una rapida lettura si possono già cogliere i temi preva-
lenti: il riferimento a Dio quale principio e fine di ogni cosa,
il vangelo del Regno annunciato da Cristo che svela dove si
trova l’autentica ricchezza, l’impegno responsabile dell’uo-
mo nelle vicende della storia e l’atteggiamento di saggezza
che lo deve ispirare (senza cupidigia ed egoismo), la ricerca
della bontà e del valore delle cose che acquistano consisten-
za di fronte a Dio. Potremmo condensare queste riflessioni
nella raccomandazione a occuparci delle cose come espres-
sione del nostro impegno senza preoccuparcene, ovvero sen-
za lasciarci dominare dall’ansia o dall’angoscia di un posses-
so che ci imprigiona; Dio ci libera e ci aiuta a considerare tut-
to nel suo autentico valore.
Per l’omelia
In ogni epoca, ad ogni latitudine noi cerchiamo la felicità,
quella percezione oppure quello stato che ci consente di sen-
tirci realizzati, pienamente sviluppati nella nostra umanità.
Se questa affermazione è sottoscrivibile da tutti, le difficoltà
Il vero bilancio
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
8
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che
doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
9
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione stra-
niera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi
della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde fon-
damenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
11
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di di-
ventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva pro-
messo. 12Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte,
nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sab-
bia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
13
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promes-
si, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stra-
nieri e pellegrini sulla terra. 14Chi parla così, mostra di essere alla ricerca
di una patria. 15Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbe-
ro avuto la possibilità di ritornarvi; 16ora invece essi aspirano a una patria
migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere
chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
17
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che ave-
va ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, 18del quale era stato
detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». 19Egli pensava infat-
ti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe
anche come simbolo.
il tesoro è nei cieli (en toís uranoís), anche il cuore sarà me-
no coinvolto negli affari mondani, e più sollecito delle realtà
celesti.
programmare la celebrazione
di Massimo Orizio
Discernere il messaggio
La fede è il tema che attraversa la liturgia della Parola. Si
sottolineano alcune caratteristiche di essa: la sua capacità di
far luce, la sua declinazione nel tempo come memoria e atte-
sa, il suo dinamismo e il passaggio dalla precarietà alla stabi-
lità, la sua articolazione storica e comunitaria. Tutte queste
particolarità possono essere ricondotte alla fulminante affer-
mazione di Ebrei: «la fede è fondamento di ciò che si spera
e prova di ciò che non si vede», ovvero la fede conferisce so-
Per l’omelia
La fiducia è l’ingrediente fondamentale della vita. Senza
di essa non esistono le condizioni per cui un’esistenza possa
svilupparsi, crescere, consolidarsi: si potrebbe definire come
l’atmosfera, l’ossigeno che permette la vita.
Le scienze umane ci raccontano dell’importanza della re-
lazione fiduciale che consente uno sviluppo armonico e inte-
grato.
Questa struttura sintattica, questo «lógos» (direbbe san
Giovanni) innerva ogni dimensione antropologica, descrive
persino la nostra relazione con Dio. Anzi, il codice genetico
costitutivo della fede in Dio impronta la capacità di relazio-
ne interpersonale e con la natura propria dell’essere umano:
un’eco della creazione.
La parola di Dio di questa domenica vuole risuonare co-
me consolazione al «piccolo gregge» a cui è piaciuto, da par-
te di Dio, affidare il Regno. Un’espressione di cura che può
richiamare sia l’esiguità numerica dei testimoni quanto la
modestia delle loro capacità rispetto al compito affidato.
La fede consiste nello sguardo, nella prospettiva dischiu-
sa dalla luce dello Spirito, dalla profondità di visione scavata
dalla “prova”, dall’affinamento modellato dall’attesa, dalla
pazienza cementata dalla perseveranza, dalla sedimentazio-
Questione di prospettiva
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
È il senso dell’attesa:
di te che ci visiti
quando meno ce l’aspettiamo,
di te che ci parli e infrangi tanti silenzi,
di te che ti accosti per consolarci.
Invocazioni penitenziali:
– Signore, quando la fede vacilla e subentra la presunzione. Kýrie, eléison!
– Cristo, quando l’orgoglio e la comodità ci distraggono dall’attesa e dall’impe-
gno. Christe, eléison!
– Signore, quando spadroneggiamo sugli altri e li asserviamo alle nostre prete-
se. Kýrie, eléison!
Prima lettura: Nel tempo della prova Dio non abbandona il suo popolo. Corag-
gio e fiducia in lui sono l’atteggiamento di chi attende la salvezza, ricorda il libro
della Sapienza.
Salmo responsoriale: Confidiamo in Dio, facendo memoria delle sue opere me-
ravigliose, con cui ci protegge e ci libera.
Seconda lettura: Come i nostri padri nella fede, fondiamo la nostra vita sulla
promessa di Dio, con perseveranza, nonostante la modestia delle dimostrazioni.
Vangelo: La fedeltà e la vigilanza, ci ricorda la pericope evangelica, sono l’espres-
sione dell’attitudine a cercare nelle pieghe della realtà il tesoro della presenza di
Dio.
Intenzioni per la preghiera dei fedeli:
– Padre, il tuo popolo è in attesa della salvezza. Contiamo solamente, come
chiesa, sulla tua fedeltà e sul tuo sostegno. Donaci la grazia di perseverare,
di vigilare per scorgere i segni della tua presenza nella storia del nostro tem-
po. Preghiamo.
– Padre, desideriamo una vita realizzata, aspiriamo alla salvezza. Difendici dal-
le aggressioni della violenza, dalla tentazione dell’indifferenza, per celebrare,
in una professione di fede comunitaria, i germogli di liberazione che dissemi-
ni nel nostro presente. Preghiamo.
– Padre, ci chiami continuamente ad uscire, ad assumere punti di vista diver-
si per allargare i confini del nostro cuore. La fede che ci chiedi è un cammino
esigente, rischioso, persino paradossale. Donaci il coraggio e l’esperienza gio-
iosa della confidenza e dell’abbandono in te. Preghiamo.
– Padre, la tua pazienza nei nostri confronti è infinita. Siamo tentati di impigrir-
ci, di abbassare le nostre difese contro il male, di adagiarci nei compromessi
con il peccato. Donaci la forza di vigilare, di sollevarci e denunciare ogni pre-
varicazione personale o sociale. Preghiamo.
8
Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: 9«O re, mio signore, quegli uo-
mini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremìa,
gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è
più pane nella città». 10Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’E-
tiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremìa dalla
cisterna prima che muoia».
attualizzare il messaggio
di Alberto Carrara
1
M. Tournier, Lo specchio delle idee, Milano 1995, 65.
2
Cf. l’analisi che di questo evento evangelico fa René Girard, in termini
suggestivi più di antropologia che di esegesi, in R. Girard, Il capro espiato-
rio, Milano 1999, 235-256.
Discernere il messaggio
La società del nostro tempo ha bisogno di Dio. Non può
farne a meno. Ma Dio per rendersi concreto, per essere co-
municativo e veramente efficace, ha scelto la collaborazione
dell’uomo, a lui chiede la coerenza e il coraggio della testi-
monianza, la possibilità di essere voce. Non è un ruolo di
prestigio, è una vocazione che brucia: un fuoco che illumina,
che riscalda, che divora, che purifica e risana. Stare nell’e-
sperienza di questo ardore non consente mezze misure, com-
promessi, gesti di diplomazia per cercare una pace che è solo
apparenza, che è un vivere quieto e rilassato, fuori dalla con-
cretezza della vita e dalla scelta della verità.
Per l’omelia
▶ La febbre dello spirito. In un essere umano la fede può
assomigliare alla temperatura nel suo corpo: ci sono momen-
ti in cui il corpo è gelido, ma è vivo; altri in cui la temperatura
si alza a tal punto da essere chiamata febbre, e la pelle bru-
cia. Eppure è sempre il medesimo uomo: può essere in balìa
del gelo, o del malessere, oppure avere la temperatura ideale
per essere sano. Nel vangelo che ci viene consegnato questa
domenica, Gesù sembra essere posto innanzi ad una folla di
discepoli gelidi, che restano impassibili alle sue parole, e per
questo si anima. C’è urgenza di vivere l’amore, e vede uo-
mini tiepidi riuscire appena a dire: «Sì, sì… riesco a volerti
bene». C’è urgenza di far bollire il sangue, di essere appas-
sionati nella carità: tutto è ancora nel rigore di un inverno
spirituale.
Le nostre paure
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
Accoglienza:
Il Signore Gesù, che illumina e riscalda il cuore degli uomini con il fuoco del suo
amore, sia con tutti voi.
Invito all’atto penitenziale:
La fede ci chiede gesti di coerenza: essere infiammati di amore e di luce. Chiedia-
mo perdono, perché ci scopriamo tiepidi e nascosti nell’ombra della mediocrità.
Introduzione alla preghiera dei fedeli:
Al Signore Gesù, che è venuto a portare il fuoco sulla terra, chiediamo la grazia
di una conversione autentica, che può avvenire solo se spalanchiamo la nostra
disponibilità al calore del suo amore. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, ac-
cendi la nostra fede!
Orazione conclusiva:
Benedici Signore le nostre intenzioni ed esaudiscile: riscaldaci e rendici strumen-
ti di luce, per noi e per tutti i nostri fratelli che vivono nell’ombra. Per Cristo no-
stro Signore.
Padre nostro:
A quel Padre che ci chiede il coraggio di testimoniare un Dio che è amore, rivol-
giamo ora la nostra fiduciosa preghiera: Padre nostro…
Al dono della pace:
Il Signore è venuto a portare una pace autentica, che è verità e coerenza nelle
scelte coraggiose. Questa sia la pace che vi scambiate.
Al congedo:
Testimoniate la bellezza di essere amici di Gesù. Andate in pace.
trascina un terzo delle stelle dal cielo sulla terra, e si pone mi-
naccioso di fronte alla donna, con lo scopo di divorare il frut-
to del suo grembo (Ap 12,4). Si tratta del fanciullo destinato
a governare le nazioni con scettro di ferro, secondo l’oracolo
– non espressamente citato dall’autore dell’Apocalisse – del
Sal 2,9: è il Messia atteso per la redenzione del popolo d’Israe
le, di origine davidica (Ap 5,5; 22,16), appartenente alla tribù
di Giuda (5,5). Le strade della donna e del neonato si separa-
no immediatamente, perché questi è condotto verso il trono
di Dio, mentre la donna trova rifugio nel deserto, protetta da
Dio. Ella è immagine del popolo d’Israele che attraversa il de-
serto confortato da Dio prima di entrare nella Terra promessa;
è parte integrante del disegno divino della salvezza, perché ha
resistito di fronte alle spire minacciose del drago e ha portato
a termine la sua missione, generare il Messia.
programmare la celebrazione
di Domenico Fidanza
Discernere il messaggio
L’annuncio di questo giorno di festa abbraccia le «gran-
di cose» che Dio ha compiuto in Maria, ciò che il Signore ha
scritto nella sua storia e che culmina nell’assunzione al cielo.
È un annuncio di vita e di risurrezione, dove tutta la persona
di Maria è salvata e glorificata. Le letture ci offrono la visio-
ne completa della storia dentro il piano divino di salvezza: il
passato, il presente e il futuro. La lettera di Paolo ci riporta
alla creazione, alla figura di Adamo, utile a presentare Cristo,
nuovo Adamo. L’Apocalisse ci invita alla speranza al di là del-
le difficoltà della vita presente e il vangelo tende a sottolinea-
re con finezza il collegamento fra il passato e il presente della
nostra vita. Dio è fedele alle sue promesse! Maria è la prima
testimone di questa fedeltà e di questa fecondità.
Per l’omelia
▶ La fecondità del bene. L’Apocalisse ci presenta una visio-
ne biblica affascinante e realistica dell’umanità di sempre.
Descrive ciascuno di noi: il nostro cuore con le sue ombre e
la sua fame di sole, la nostra vita fatta di luce e di tenebre, di
Un destino di gloria
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
Invocazioni penitenziali:
– Signore risorto, primo uomo della nuova creazione, abbi pietà di noi. Kýrie,
eléison!
– Cristo Signore, nostra Pasqua, abbi pietà di noi. Christe, eléison!
– Signore Gesù, vivente alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Kýrie, eléison!
Prima lettura: L’apostolo Giovanni nel libro dell’Apocalisse ricorda che ogni bat-
tezzato è stato segnato e possiede il sigillo della salvezza per l’eternità. Anche le
tribolazioni e le persecuzioni fanno parte della vita e non ci devono spaventare.
Salmo responsoriale: Il cammino della redenzione passa attraverso il viaggio di
conversione verso il monte del Signore.
Seconda lettura: Cristo è il vero Adamo, l’uomo nuovo secondo il progetto ori-
ginario di Dio. Maria è l’immagine della chiesa chiamata a partecipare della stes-
sa gloria della risurrezione.
Vangelo: Al centro del racconto del vangelo vi è Dio, che dà inizio al suo pro-
getto attraverso due donne: Maria ed Elisabetta. Nella Vergine di Nazaret trova-
no compimento le promesse fatte a un intero popolo: la sua vita diventa moti-
vo di lode per tutti coloro che si pongono nella scia di questa storia di salvezza.
Intenzioni per la preghiera dei fedeli:
– Signore, tu che hai realizzato cose grandi in Maria: fa’ che sappiamo glorifi-
carti con le opere che compi nella nostra vita. Preghiamo.
– Signore, tu che rovesci i potenti dai troni e innalzi gli umili: dona la sapienza
ai governanti delle nazioni. Preghiamo.
– Signore, tu che hai ricolmato di beni gli affamati: fa’ che sappiamo ricono-
scerti nei poveri e nei sofferenti. Preghiamo.
– Signore, tu che realizzi con fedeltà le tue promesse: fa’ che sappiamo corri-
spondere al tuo amore. Preghiamo.
20
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Si-
gnore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio
santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele
portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
21
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
12
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate di-
ritti con i vostri piedi, 13perché il piede che zoppica non abbia a storpiar-
si, ma piuttosto a guarire.
attualizzare il messaggio
di Cecilia Cremonesi
programmare la celebrazione
di Simone Toffolon
Per l’omelia
▶ Una grammatica intristita. Ci sono parole che da un pun-
to di vista emotivo subito ci incupiscono: il vangelo parla di
Vigilanti e fedeli
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
Tu ci chiedi di mostrare
con la nostra esistenza, con le nostre scelte,
che vogliamo essere tuoi discepoli.
Accoglienza: Il Signore Gesù, che nel progetto del Padre, e con il soffio dello Spi-
rito, chiama tutti i popoli ad entrare nel suo Regno, sia con tutti voi.
Invito all’atto penitenziale: La misericordia di Dio non ci penalizza, non ha un
limite che discrimina, e non ci esclude dalla salvezza; chiediamo perdono se sia-
mo noi ad essere incapaci di accogliere e di vivere il dono dell’amore.
Introduzione alla preghiera dei fedeli: Fratelli e sorelle, facciamo nostro il gri-
do di tutti i popoli della terra, e con una sola voce offriamo al Signore speran-
ze e fatiche, impegno di vita e richieste di bene, perché la nostra preghiera pos-
sa essere accolta ed esaudita. Preghiamo insieme e diciamo: Signore della vita,
ascoltaci!
Orazione conclusiva: Guarda con amore paterno o Padre le richieste del tuo
popolo, e degnati di sostenere l’impegno di ciascuno a farsi piccolo secondo il
Vangelo, per poter entrare per la porta stretta del tuo Regno. Per Cristo nostro
Signore.
Padre nostro: Dio non si è mai chiuso in dialoghi privilegiati, non agisce in re-
lazioni esclusive, che discriminano; nessuno di noi potrà mai dire «Padre mio»,
ma tutti insieme preghiamo: Padre nostro…
Al dono della pace: La pace è il segno concreto che lega quanti credono nel no-
me di Gesù, stile e scelte dei suoi discepoli: è dono per tutti i popoli, e nessuno si
deve sentire ospite o straniero. Con queste consapevolezze nel cuore, ci donia-
mo un segno di fraterna condivisione.
Al congedo: Facciamo nostro l’invito di Gesù: «Sforzatevi di entrare per la por-
ta stretta». Andate in pace.
19
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi
segreti.
20
Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato.
28
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è ra-
dicata la pianta del male. 29Il cuore sapiente medita le parabole, un orec-
chio attento è quanto desidera il saggio.
12
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una
cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi
vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contrac-
cambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi,
zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai
infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
programmare la celebrazione
di Simone Toffolon
Discernere il messaggio
La liturgia di questa domenica educa con chiarezza: il vero
cristiano non sceglie l’ultimo posto per una sete di umiliazio-
ne o per finta modestia. Lo può fare solo per amore, e solo se
lo fa per amore ha un senso e un valore. È bello lasciare che
siano gli altri a far bella figura, ad essere serviti prima di me.
Questo stile rovescia le certezze e le consuetudini: si spalan-
ca il sentiero per un modo nuovo di essere uomini, donne e
figli di Dio.
Per l’omelia
▶ Il mite è gonfio di vita. Nel contesto del nostro vivere,
esiste il pericolo di viziare i concetti onesti, di sporcare la
Relazioni nuove
di Roberto Laurita
laPreghiera
di Roberto Laurita
Invocazioni penitenziali:
– Gesù propone l’ultimo posto, il posto di Dio. Perdonaci Signore, perché noi
cerchiamo solo gratificazione. Kýrie, eléison!
– Gesù è venuto non per essere servito, ma per servire. Perdonaci, Signore, per-
ché a noi piace farci servire. Christe, eléison!
– L’ultimo posto è il posto di chi ama di più, di chi fa spazio agli altri. E noi sia-
mo tanto egoisti. Kýrie, eléison!
Prima lettura: Chi ha la grazia di comprendere il vero valore dell’umiltà, vive
l’atteggiamento libero e saggio di chi ha i piedi radicati nella terra e gli occhi ri-
volti in alto, verso Dio.
Salmo responsoriale: Il cuore di Dio è in ascolto di ogni grido dell’uomo, e dona
a ciascuno secondo le diverse necessità.
Seconda lettura: Accostarsi alla gloria di Dio vuol dire comprendere che in Ge-
sù esiste una nuova alleanza, che si comprende e si vive soltanto nel servizio e
nell’amore.
Vangelo: Scegliere il valore della propria vita vuol dire avere il coraggio di supe-
rare ciò che appare e gratifica, essere aderente alla quotidianità. Il Vangelo ci in-
terpella: come può essermi chiesto di vivere l’amore nel servizio?
Intenzioni per la preghiera dei fedeli:
– Gesù, tu ami senza condizioni, senza calcolare nulla: aiuta la tua chiesa ad es-
sere autentica nella testimonianza: papa Francesco, i vescovi, i presbiteri e
quanti hanno a cura il popolo di Dio ricordino sempre che è chiesto loro di
amare e di servire. Preghiamo.
– Gesù, tu sei venuto non per essere servito, ma per servire: aiuta dunque a so-
stenere le scelte di chi ha potere, per garantire rispetto e attenzione per ogni
uomo, nella verità e nella difesa del bene comune. Preghiamo.
– Nel Vangelo il verbo «amare» si traduce sempre con il verbo «dare». Signo-
re, aiutaci a comprendere nella verità il tuo esempio, e ad essere autentici ser-
vitori del nostro prossimo. Preghiamo.
– Sarà beato chi ama nella libertà. Signore, rendici capaci di gesti di libertà, di
giustizia, di attenzione verso chi vive in modo più doloroso le ingiustizie del-
la vita, e dona la carezza della tua presenza a chi si trova solo e senza speran-
za. Preghiamo.
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LUGLIO/AGOSTO 2022 • 538 • [24.7 - 28.8]
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Parola
24 luglio
28 agosto
2022
538
Servizio della Parola
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Queriniana
novità
RAFAEL LUCIANI, SERENA NOCETI,
Il cammino di Gesù, l
(conv. in L. 27/2/2004, n. 46), art. 1, c. 1 – LO/BS - Contiene I.P.
SINODALITÀ
Flavio Dalla Vecchia, Roberto Laurita
direttore responsabile: Vittorino Gatti
redattore: Stefano Fenaroli
N. 538 - Luglio/Agosto 2022
A questo numero hanno collaborato: + Gianni Ambrosio, Paola Bignardi, Ezio Bolis, Giacomo Ca-
nobbio, Ezio Caretti, Alberto Carrara, Cecilia Cremonesi, Flavio Dalla Vecchia, Domenico Fidanza,
E RIFORMA
Antonio Landi, Roberto Laurita, Massimo Orizio, Simone Toffolon.
Le immagini (di Monique Bruant) sono pubblicate per gentile concessione della rivista Signes
Una sfida ecclesiale
d’Aujourd’hui.
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Italia € 50,00;
Estero - posta prioritaria: Europa + Bacino mediterraneo € 95,00; Biblioteca di teologia contemporanea 211
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Digitale € 42,00 ISBN: 978-88-399-3611-0
Questo numero: formato cartaceo € 10,00 - formato digitale € 7,00.
Pagine: 432
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