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- Quali delle seguenti affermazioni riferite ad un esperimento di trascrittomica con
tecnologia affymatrix sono VERE:
1. Le sonde sono marcate con specifici reagenti fluorescenti
2. I chip contengono sonde a cDNA a singolo filamento
3. È possibile comparare solo due campioni alla volta
4. I chip NON sono riutilizzabili
RISPOSTE
a) Sono vere 1 e 3
b) Sono vere 2 e 4
c) Sono vere 1,2 e 3
d) Sono vere 1,2,3 e 4
e) È vera solo la 4
Risposte:
A) Sono FALSE 1 e 3
B) Sono FALSE 2 e 4
C) Sono FALSE 1, 2 e 3
D) Sono FALSE 1, 2, 3 e 4
E) È FALSA solo la 4
2
- Quale tra le seguenti molecole segnale extracellulari può diffondere liberamente
attraverso la membrana plasmatica e legarsi a un recettore intracellulare?
a) Estrogeno
b) Glicerolo
c) Cellulosa
d) Glucosio
e) Amido
- Dire quali delle seguenti affermazioni relative ai corpi di inclusione sono FALSE:
1. È possibile limitare la formazione mediante crescita dell’ospite a temperature ridotte
2. È possibile ottenere corpi di inclusione pressoché puri mediante centrifugazione a bassa
velocità
3. È possibile disaggregare i corpi di inclusione mediante detergenti o solventi organici
4. È possibile disaggregare i corpi di inclusione mediante trattamento a basse temperature
RISPOSTE
a) Sono false 1 e 3
b) Sono false 1,2 e 3
c) Sono false 2 e 4
d) Sono false 1,2,3 e 4
e) È falsa solo la 4
3
- Quali dei seguenti enzimi sono coinvolti nella conversione dell’amido (di mais) in
sciroppo ad alto tenore di fruttosio (HFCS)?
1. Alpha-amilasi
2. Glucosio isomerasi
3. Glucoamilasi
4. Esochinasi
RISPOSTE
a) Sono corrette 1 e 2
b) Sono corrette 1,2 e 3
c) Sono corrette 2 e 4
d) Sono corrette 1,2,3 e 4
e) È corretta solo la 4
- Mettere in ordine corretto i seguenti passaggi utilizzati nella procedura di DNA shuffing:
a) PCR senza primers → PCR con primers → frammentazione con DNAse → selezione in un ospite
opportuno
b) PCR con primers → frammentazione con DNAse → PCR senza primers → selezione in un ospite
opportuno
c) Frammentazione con DNAse → PCR senza primers → PCR con primers → selezione in un ospite
opportuno
d) PCR con primers → selezione in un ospite opportuno → frammentazione con DNAse → PCR
senza primers
e) Frammentazione con DNAse → PCR con primers → PCR senza primers → selezione in un ospite
opportuno
- Nell’elenco seguente individuare quale molecola funziona da recettore per ioni calcio:
a) calmodulina
b) PIP2
c) G protein
d) IP3
e) Adenilato ciclasi
- ________ catalizza la produzione di________ che determina l’apertura dei canali ionici
che rilasciano________ nel citoplasma:
a) L’adenilato ciclasi…. cAMP….. ioni calcio
b) L’adenilato ciclasi…. IP3….. ioni calcio
c) L’adenilato ciclasi…. PIP2…. Ioni calcio
d) La fosfolipasi C…. cAMP…. Ioni calcio
e) La fosfolipasi C…. IP3…. Ioni calcio
4
- Il raggio idrodinamico di proteine intrinsecamente disordinate è:
a) Mediamente maggiore rispetto a quello di proteine globulari di pari peso molecolare
b) Mediamente minore rispetto a quelle di proteine globulari di pari peso molecolare
c) Uguale a quello di proteine globulari di pari peso molecolare e pertanto prevedibile in base
a formule empiriche
d) Non è in relazione con il loro peso molecolare
5
- Le sequenze segnale sono:
a) Brevi sequenze peptidiche che servono per indirizzare il trasporto delle proteine di nuova sintesi
verso la corretta direzione
b) Glicoproteine che servono per indirizzare il trasporto delle proteine si nuova sintesi verso la
corretta destinazione
c) Brevi sequenze peptidiche che servono per il trasporto delle proteine nel nucleo
d) Brevi sequenze peptidiche attaccate ad una proteina che danno inizio alla sua degradazione ad
opera degli enzimi digestivi
6
- Scegliere la corretta successione di eventi per il trasporto di una proteina attraverso il
pathway di secrezione:
a) sintesi della proteina nel citoplasma → lume del reticolo endoplasmatico liscio (SER) →
lume del reticolo endoplasmatico rugoso (RER) → cis Golgi → trans Golgi → vescicole →
fusione delle vescicole con la membrana plasmatica → esocitosi
b) sintesi della proteina nel citoplasma→lume del reticolo endoplasmatico rugoso (RER) →cis
Golgi→median Golgi→trans Golgi→vescicole→fusione delle vescicole con la membrana
plasmatica→esocitosi
c) sintesi della proteina nel citoplasma→ vescicole→ lume del reticolo endoplasmatico liscio
(SER)→luma del reticolo endoplasmatico rugoso (RER)→cis Golgi→median Golgi → trans Golgi→
vescicole→ fusione delle vescicole con la membrana plasmatica→ esocitosi
d) sintesi della proteina nel citoplasma → lume del reticolo endoplasmatico rugoso (RER) →trans
Golgi → median Golgi → cis Golgi → vescicole → fusione delle vescicole con la membrana
plasmatica → esocitosi
- La specifica risposta di una cellula o tessuto bersaglio ad uno specifico stimolo esterno:
1. dipende dalla presenza o meno di uno specifico recettore
2. produce necessariamente una ed una sola risposta cellulare
3. dipende dalla presenza di uno specifico, correlato apparato di trasduzione del segnale
4. non è influenzata dal funzionamento di altri sistemi di trasduzione del segnale
eventualmente presenti nella cellula bersaglio
RISPOSTE
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 1,2 e 3
c) sono corrette 2 e 4
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
- Un attivatore allosterico:
a) Aumenta l’affinità di legame
b) Diminuisce l’affinità di legame
c) Stabilizza lo stato conformazionale rilassato R della proteina
d) Aumenta l’affinità di legame e stabilizza lo stato conformazionale rilassato R della proteina
7
- In termini quantitativi il legame 1:1 tra un ligando (L) e il proprio recettore (R) viene
descritto dalla Kd
1. Kd=Kon/Koff
2. Tanto è maggiore è la Kd, tanto maggiore è l’affinità tra R e L
3. La Kd della interazione LR e la concentrazione di L necessaria per l’ottenimento del 50%
della risposta fisiologica sono necessariamente uguali
4. La Kd misura l’affinità del recettore per il suo ligando
RISPOSTE
a) Sono corrette 1 e 3
b) Sono corrette 1,2, e 3
c) Sono corrette 2 e 4
d) Sono corrette 1,2,3 e 4
e) È corretta solo la 4
- Dire quali delle seguenti affermazioni relative al sistema pET sono vere:
1. È un sistema di espressione utilizzabile in E.coli
2. Richiede la cooperazione di elementi genetici batterici e fagici
3. Consente elevati livelli di espressione
4. È un sistema di espressione indicibile, ma “leaky”
RISPOSTE
a) Sono corrette 1 e 3
b) Sono corrette 1,2, e 3
c) Sono corrette 2 e 4
d) Sono corrette 1,2,3 e 4
e) È corretta solo la 4
- Dire quali delle seguenti affermazioni relative alla mutagenesi a saturazioni sono VERE:
1. Si effettua su uno più codoni di un gene codificante proteine
2. Genera 64 varianti amminoacidiche diverse
3. Richiede la sintesi di oligonucleotidi degenerati
4. Richiede l’utilizzo di ceppi ei E.coli con un alterato utilizzo del codice
RISPOSTE
a) Sono corrette 1 e 3
b) Sono corrette 1,2, e 3
c) Sono corrette 2 e 4
d) Sono corrette 1,2,3 e 4
e) È corretta solo la 4
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- Un proto-oncogene può diventare un oncogene a seguito di
1. Traslocazione
2. Mutazione puntiforme nella sequenza codificante
3. Mutazione puntiforme nella sequenza di controllo della trascrizione
4. Amplificazione genica
RISPOSTE
a) Sono corrette 1 e 3
b) Sono corrette 1,2, e 3
c) Sono corrette 2 e 4
d) Sono corrette 1,2,3 e 4
e) È corretta solo la 4
- In quali fasi del processo di lavorazione della carta vengono impiegate laccasi, lipasi e
cellulasi?
a) Laccasi nella disinchiostrazione, lipasi nel biopulping e cellulasi nel trattamento di pece
b) Laccasi nel biopuping, lipasi nel trattamento di pece e cellulasi nella disinchiostrazione
c) Laccasi nel trattamento della pece, lipasi nella disinchiostrazione e cellulasi nel biopulping
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- Il taglio del glicogeno ad opera della glicogeno fosforilasi determina il rilascio di:
a) glucosio-1-fosfato
b) cellulosa
c) galattosio-1-fosfato
d) fruttosio-1-fosfato
e) niente: la glicogeno fosforilasi non è in grado si idrolizzare il glicogeno
- Dire quale delle seguenti condizioni portano ad un numero di errori nel processo di PCR e
possono quindi essere utilizzate nel processo si error-prone mutagenesis
1. Alta concentrazione di ione magnesio
2. Uso di ione manganese insieme allo ione magnesio
3. Presenza di alcool
4. Concentrazioni sbilanciate di nucleotidi
RISPOSTE
a) Sono corrette 1 e 3
b) Sono corrette 1,2 e 3
c) Sono corrette 2 e 4
d) Sono corrette 1,2,3 e 4
e) È corretta solo la 4
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- Il grafico in figura rappresenta la relazione tra concentrazione del substrato e la velocità
di reazione per un singolo enzima in assenza (curva x) e in presenza (curva y) di un
composto che si lega in modo allosterico all’enzima. Il composto allosterico è:
a) Un inibitore competitivo
b) Un inibitore non competitivo
c) Un inibitore irreversibile
d) Un attivatore
OPPURE (stessa immagine):
In presenza del composto allosterico:
a) Km e Vmax aumentano entrambe
b) Km e Vmax diminuiscono entrambe
c) Km aumenta e Vmax diminuisce
d) Km diminuisce e Vmax aumente
e) Km diminuisce e Vmax non varia
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- Dire quale delle seguenti affermazioni riferite al traslocone Sec61 sono VERE:
1. è un eterotrimero
2. forma una struttura ad anello
3. ogni unità è una proteina integrale di membrana
4. contiene un piccolo RNA 7S
RISPOSTE
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 1,2 e 3
c) sono corrette 2 e 4
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
- Individuare quali delle seguenti affermazioni riferite al metodo dei due ibridi sono VERE:
1. È una tecnica che si effettua nel lievito S.Cerevisiae
2. Richiede l’utilizzo di ceppi di lievito ontenenti un opportuno gene reporter
3. Serve per studiare interazioni proteina-proteina
4. È particolarmente adatta per lo studio di proteina di membrana
RISPOSTE
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 1,2 e 3
c) sono corrette 2 e 4
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
12
- In un esperimento di 2D-DIGE:
1. la proteine sono separate in funzione della massa molecolare e del punto isoelettrico
2. è necessario pre-frazionare gli estratti in funzione della localizzazione cellulare
3. la quantificazione dell’esperimento differenziale richiede la marcatura delle proteine con
specifici reagenti fluorescenti prima della isoelettrofocalizzazione
4. è teoricamente possibile separare 100000 diverse specie proteiche
RISPOSTE
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 2 e 4
c) sono corrette 1,2 e 3
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
- Dire quali delle seguenti affermazioni relative alla mutagenesi a saturazione sono VERE:
A) Sono corrette 1 e 3
B) Sono corrette 1, 2 e 3
C) Sono corrette 2 e 4
D) Sono corrette 1, 2, 3 e 4
E) È corretta solo 4
Nella seguente serie di eventi associati alla trasduzione del segnale qual è fuori posto?
Il recettore lega l’ormone.
A) Il recettore subisce una modificazione conformazionale
B) Il recettore interagisce con la proteina G
C) La subunità alpha della proteina G idrolizza GTP
D) La subunità alpha della proteina G si dissocia dalle subunità beta e gamma
E) Le subunità alpha della proteina G si lega all’adenilato ciclasi
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- Dire quale delle seguenti condizioni portano ad un aumento di errori nel processo di PCR e
possono quindi essere utilizzate nel processo di error-prone mutagenesis. Pag 62 dispensa.
1. Alte concentrazioni di ione magnesio
2. Uso di ione manganese insieme allo ione magnesio
3. Presenza di alcool
4. Concentrazioni sbilanciate di nucleotidi
Risposte:
A) Sono corrette 1 e 3
B) Sono corrette 1, 2 e 3
C) Sono corrette 2 e 4
D) Sono corrette 1, 2, 3 e 4
E) È corretta solo 4
- Dire quali delle seguenti affermazioni relative alle lipasi sono VERE:
a)Sono corrette 1 e 3
b)Sono corrette 1, 2 e 3
c)Sono corrette 2 e 4
d)Sono corrette 1, 2, 3 e 4
- Dire quali delle seguenti affermazioni riferite al trasporto di proteine nel nucleo sono
VERE:
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 1, 2 e 3
c) sono corrette 2 e 4
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
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- Gli enzimi allosterici sono
1) Necessariamente dotati di struttura quaternaria
2) Stabilizzati da un effettore allosterico
3) Attivati da ADP
4) Non necessariamente dotati di struttura quaternaria
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 1, 2 e 3
c) sono corrette 2 e 4
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
a) sono corrette 1 e 3
b) sono corrette 1, 2 e 3
c) sono corrette 2 e 4
d) sono corrette 1,2,3 e 4
e) è corretta solo la 4
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Domande da 10 punti
1- IDP (punti: 10)
Le proteine intrinsecamente disordinate non possiedono una struttura 3D ben definita mentre le proteine
globulari si. Questa particolare caratteristica delle idp ha permesso di mettere in dubbio un dogma della
biochimica che metteva in relazione struttura e funzione. Le idp infatti assumono una struttura ben definita
in seguito al legame con il partner con il quale interagiscono (folding upon binding). Per questo motivo
possono legare diversi partner. Le idp contengono amminoacidi idrofilici flessibili delle proteine globulari.
Infine le idp a differenza delle proteine globulari migrano più lentamente sia in gel elettroforetici sia in gel
filtrazione.
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transmembrana ad esempio con due domini extra e uno intramembrana ( che corrisponde alla sequenza
stop).
( N.B. alcuni aa sono codificati da più codoni rispetto ad altri. Utilizzo codoni degenerati al fine di ridurre al
minimo codoni di arresto che in questa metodica non sono graditi. )
La mutazione di un singolo aa porta una modifica sia strutturale che funzionale della proteina.
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9- Trascrittomica Punti: 8/10
La trascrittomica è lo studio e l’analisi di tutti i trascritti dei geni presenti in un tipo cellula in determinate
condizioni sperimenti, e comprende sia proteine, miRNA e siRNA. Il livello e la varietà dei trascritti varia
secondo tipo cellulare e secondo fattori come stress, fumo, malattie e droghe.
10- Trascrittoma
È l’insieme dei geni che sono trascritti in un organismo, comprende sia proteine, miRNA e siRNA. È il
completo dei trascritti di un determinato stirpe cellulare in una certa condizione fisiopatologica ( esempio: i
neuroni nella diversa età avranno un contenuto di RNA differente, l RNA sarà differente anche dopo un
ischemia o dopo una cura con un determinato farmaco). Le cellule usate per gli studi di trascrittomica sono
le Cerevisiae. L’analisi di trascrittomica si fa su colonne che rappresentano i singoli campioni. Permetto alle
cerevisiae di sporulare in terreno e a diversi tempi dei cambiamenti di terreno sono stati preparati degli
RNA. Ogni riga rappresenta il livello di espressione di un gene, che viene espresso con un codice a colori,
rosso quando il livello di espressione aumenta e verde quando diminuisce.
Il secondo messaggero è quella molecola che viene rilasciata o attivata a seguito del legame del ligando con
in proprio recettore di solito, il legame del secondo recettore ne causa una variazione conformazionale che
innesca una reazione a catena che attiva il secondo messaggero. Il rilascio di questo permette l’attivazione
di molecole intracellulari che regolano l’attività della cellula.
Il cAMP viene inattivato dalla fosfodiesterasi e lo scopo è di abbassare immediatamente il livello di cAMP.
I secondi messaggeri si diffondono velocemente partecipando in vie iniziate da recettori legati a proteine G
e recettori Tirosin chinasici. Hanno ruolo di amplificare il segnale. Sono uno dei principali passaggi di
amplificazione nella cascata di traduzione del segnale.
Esempio2: la fosfolipasi Cè un enzima in grado di idrolizzare PIP2 portando alla formazione di diacilglicerolo
DAG e inositolo trifosfato IP3, secondi messaggeri. IP3 si lega ed attiva i canali per il calcio presenti sul
reticolo endoplasmatico, con conseguente rilascio di ioni Ca nel citosol. L’aumento delle concertazioni di Ca
nel citosol modula l’attività della PKC ( protein chinasi dipendente daal calcio). PKC lega il calcio, cambia
conformazione e diventa attiva solo quando lega a livello della membrana diacilglicerolo. Presenza di
pompe che vengono attivate dalle alte concentrazioni di calcio nel citosol e tendono all’espellere
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velocemente il calcio. Riserve di calcio presenti nel reticolo e nel mitocondrio, a livello del citosol esistono
delle proteine in grado di legare il calcio per evitare che esso interagisca con altre molecole.
Calmodulina è una proteina in grado di legare il calcio, il calcio ne modifica la conformazione rendendola in
grado di legare e modulare l’attività di altre chinasi o enzimi. La fosfolipasi C può anche legare fattori di
trascrizione ( Tubby) e attivare la trascrizione di gruppi specifici di geni.
Le inteine sono un esempio di sintesi di 2 proteine dello stesso gene. La prima inteina è stata scoperta
nell’enzima ATPasi. Il gene per l’ATPasi contiene al suo interno un'altra proteina, l’inteina ( internal
protein).
L’inteina si trova all’interno di due frammenti di ATPasi che unirà quando si exciderà.
Applicazioni biotecnologiche:
- Protein ligation
- Incorporazione di aa non canonici
- Purificazione delle prot di fusione ( sistema derivato dalle inteine)
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16- Saggio di dissociazione
SAGGIO DI DISSOCIAZIONE Inizialmente il nucleotide fluorescente è legato a Ras quindi si ha fluorescenza
massima. Se si aggiunge GEF viene fatto uscire il nucleotide fluorescente, dissociato da Ras ha un livello di
fluorescenza intrinseca più bassa. Il saggio di dissociazione permette di valutare l’uscita del nucleotide ma
non l’ingresso del nuovo nucleotide.
GEF non ha specificità per GTP o GDP ma statisticamente si ha l’ingresso del nucleotide presente in
concentrazione più elevata (nella cellula GTP maggiore concentrazione intracellulare, 10 volte superiore, in
provetta entrerà il nucleotide più concentrato). Possibilità di studiare in vitro l’azione di una molecola in
grado di interferire con il processo di scambio GDP-GTP.
18- Cicline
Sono una famiglia di proteine che regolano la progressione del ciclo cellulare. Una ciclina forma un
complesso con l'enzima CDK. Così chiamate perché in un ciclo cellulare vengono sintetizzate e degradate in
modo ciclico ed hanno vita breve.
Cambiamenti ciclici nei livelli di cicline, portano al legame e all’attivazione nelle varie fasi del ciclo di
complessi ciclina-Cdk che catalizzano differenti eventi cellulari, fosforilano diversi set di proteine.
Le chinasi cicline dipendenti CDK, controllano il ciclo cellulare, e possono variare di numero nei vari
organismi. Il cambiamento ciclico di attività delle Cdk è controllato dal legame con enzimi e altre proteine
che regolano l’attività delle chinasi.
G1 : accrescimento
S : fase di duplicazione
G2 : accrescimento cellulare
M : mitosi
Durante la fase start c’è un aumento delle G1/S cicline, che si legano alla chinasi, che si attiva e fosforila
proteine bersaglio, permettendo la progressione del ciclo cellulare.
Nella fase S c’è un aumento delle S cicline, che promuovono la sintesi di DNA (le proteine effettrici sono
fosforilate dalle chinasi a cui si sono legate). Nella fase M sono presenti elevati livelli di M cicline.
Meccanismo di regolazione delle cdk: durante la mitosi il complesso APC si lega a una subunità (cdc20) e il
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complesso APC ora attivo acquisisce attività ubiquitina ligasi, cioè lega l’ubiquitina ai bersagli. L’aggiunta
dell’ubiquitina alle cdk permette il riconoscimento da parte del proteosoma, che degrada la ciclina legata.
Nella scale-free dove ho un network con nodi che hanno molte interazioni, questi vengono chiamati HUB
molti nodi hanno poche interazioni, ma alcuni nodi detti hubs hanno un numero molto elevato di
collegamenti. Modello più diffuso per descrivere l’organizzazione delle interazioni fra proteine e reti
metaboliche. Reti di tipo SMALL WORLD.
Se si prende lo stesso network e si organizzano in un modo differente ci saranno dei nodi che hanno molte
interazioni e nodi che ne hanno una. I nodi che hanno moltissime interazioni sono indicati con il termine
hub. La struttura delle reti proteiche all’interno di una cellula sono fatte in questo modo: sull’asse Y si ha
P(k), cioè quanti nodi hanno il numero k di interazioni; sull’asse X il numero di interazioni k. Se si mettono in
scala logaritmica si ottiene una retta, da cui si può capire di che tipo di rete si tratta. Questo tipo di
organizzazione viene detta a “piccolo mondo” ed è tipica delle organizzazioni biologiche.
Pre-molten globule → proteina che inizia a presentare pochi elementi di struttura secondaria. Si iniziano a
intravedere alpha eliche e beta foglietti ma comunque molto presente random coil.
Molten-globule → inizia ad assumere una conformazione tridimensionale, più compatta (diminuzione del
raggio idrodinamico della proteina). Struttura secondaria che inizia a diventare terziaria (quasi foldata)
Random coil → Stato disordinato della struttura di una proteina, in cui le conformazioni possibili sono
moltissime. Il random coil è l’effetto dell’azione di agenti denaturanti sull’organizzazione strutturale delle
proteine native che, distruggendo le interazioni non covalenti, generano una struttura disorganizzata ed
estremamente flessibile. Per niente foldata.
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Problemi valgono 20 punti
1- Tripsina e chimotripsina sono membri della famiglia delle serine proteasi.
Esse tagliano legami peptidici all’estremità C-terminale di residui specifici.
La chimotripsina riconosce residui aromatici, mentre la tripsina riconosce
lisina ed arginina. Il riconoscimento di una particolare catena laterale (lato
specificità catena) è completamente determinata dalla struttura e dalle
proprietà della tasca di legame. Nel caso della chimotripsina, la tasca di
legame è idrofobica ed è sufficientemente ampia per accogliere un anello
aromatico. Cosa si può dire circa la dimensione/forma e le possibili
interazioni che danno luogo alla specificità di substrato, nel caso della
tripsina? Che residui amminoacidici vi aspettate di trovare nel sito di
legame della tripsina? In quale posizione della tasca dispecificità? Perché?
Nella tasca di legame della tripsina è presente la triade catalitica formata da Ser 95, His 57 e Asp 102.
Questi residui sono lontani tra loro nella sequenza primitiva ma nella terziaria il folding li pone in modo da
creare un ambiente adeguato per l’interazione con Lys e Arg, l’idrolisi del legame peptidico tra aa basici
(carichi +). La tasca inoltre è idrofilica e l’H20 servirà a ripristinare la triade catalitica dopo il taglio
proteolitico.
La tasca della chimotripsina presenta ai lati dei residui di Gly. L’ambiente è idrofobico quindi ospita residui
di tipo idrofobico, apolari e aa aromatici ( con ingombro sterico elevato)
3- Perché negli eucarioti c’è una grande varietà di proteine rispetto ai geni ?
Dovuta a: Modificazioni post traduzinali e meccanismi di splicing che possono subire le proteine tra cui :
1- Glicosilazione che può essere di due tipi: N –glicosilazione che avviene sui residui di Asn ( con
sequenza con senso ); O- glicosilazione che avviene su residui Ser – Thr
2- Lipidazione che può essere di tre tipi: aggiunta di GPI, glicosil inositolo fosfato, aggiunta di gruppi
farnesilici e gerangilgeramilici, aggiunta di acidi grassi come l’acido palmitico e acido miristico.
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all’interfaccia di legame di una delle due proteine, impedendone l’interazione con l’altra. A questo punto si
testa l’affinità dei potenziali inibitori per la prot1 ad esempio mediante la tecnica del phage display. Si
creano delle proteine di fusione, unendo in frame le sequenze che codificano per i potenziali inibitori e la
sequenza che codifica per una proteina del capside del fago. Si inserisce il costrutto di interesse in un
fagemide contenente sia l’origine di replicazione per coli che quella per il fago helper. Con i plasmidi
ottenuti si trasforma un ceppo di Coli soppressore, che non riconosce il codone di stop tra l’inibitore e la
proteina del capside e permette l’espressione della proteina di fusione. Si co-infetta con un fago helper ( es:
f1 o M13) che determina la produzione di particelle fagiche che esprimono la proteina di fusione. Si
effettua un panning su piastra in cui si immobilizza sulla piastra prot2 e si fa competere la prot1 wt con le
diverse varianti di inibitori espresse dai fagi. Dopo diversi cicli (6/8) verranno identificatigli inibitori migliori,
ovvero quelli più affini alla prot2 quindi più abili nello spiazzare la prot1. A questo puntosi può fare
mutagenesi random sugli inibitori trovati e fare nuovamente phage display per trovare varianti ancora
migliori. In alternativa a tutto ciò si può frammentare il DNA che codifica per la prot1. Lo scopo è quello di
ottenere dei frammenti in grado di legarsi alla prot2 ma incapaci di attivarla. Si unisce ciascun frammento a
un promotore e si inserisce la cassetta di espressione all’interno di un plasmide con il quale si trasforma
coli. A questo punto si può valutare l’affinità dei frammenti per la prot2 e la loro capacità di inibire il legame
con la prot1 mediante phage display.
Dalla situazione 0 alla situazione A invece si verifica un leggero aumento della MW della proteina ma un
notevole cambio nel pI. Una possibile modificazione che può essere avvenuta è quindi l’aggiunta di un
gruppo carico (es gruppo P), che va a cambiare il pI della proteina e influisce minimamente sulla MW
(infatti il peso di un gruppo fosfato è di 80 Da). Ipotizzo quindi che possa essere avvenuta una
fosforilazione.
7- Proporre almeno una strategia per identificare varianti di una proteasi con
ridotta Km dettagliare: presupposti, metodologie impiegate ed esperimenti
per la validazione
per identificare le varianti di questa categoria di proteasi è necessario conoscere la proteasi di partenza. È
fondamentale usare tecniche di mutazione standard e in seguito eseguire screening per variare il profilo
genico e controllare se le modifiche hanno portato dei risultati. Questo procedimento è necessario perché
è impossibile conoscere il profilo genetico delle proteasi. L’alanina funziona come limitante nel senso che
diminuisce la funzionalità delle proteasi. Per questo motivo usiamo tecniche come alanin scanning che ci
permette di rimuovere quei residui responsabili del legame con l’alanina.
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Inizialmente si allestisce una isoelettrofocalizzazione e quindi il campione viene separato in base al punto
isoelettrico (pI), successivamente il gel viene ruotato di 90 gradi ed il campione viene fatto correre in
presenza di SDS per poterne calcolare il peso molecolare. Una volta ottenute le proteine di interesse il
macchinario arriva in corrispondenza della macchia, incide il gel, preleva il frammento, lo mette in provetta
con tripsina così da frammentarlo in peptidi ed infine lo analizza con spettrometria di massa.
Dato che l’analisi di tutto il proteoma in contemporanea è difficile e porta dati confusi, è utile fare una pre-
frazionamento tramite elettroforesi 2D in cui separo le proteine d’interesse in base al pI e MW. Si
estraggono le proteine dal gel e si esegue una frammentazione enzimatica con tripsina. Per identificare le
proteine si esegue spettrometria di massa.
Analisi comparativa:
1- A e B in due gel 2D. scansione con scanner ottenendo immagine in toni di grigio. Il tono è
proporzionale alle concentrazione della proteina.
2- Analisi a colori: A→ prot marcate con colorante fluorescente verde e B→ con fluorocromo rosso
carico su gel 2D
Una volta finita la corsa ricaverò, con opportuni sistemi, la differenza di fluorescenza dei diversi spot ( uno
spot è un tipo di proteina) e studio i dati ottenuti valutando l’eventuale differenza di exp in quantità di una
proteina. In protomica clinica si può usare questa tecnica per comparare due campioni sano/da
diagnosticare e determinare l’insorgenza di una malattia.
10- Inibire la via di trasduzione del segnale del glucagone per ripristinare il
metabolismo glucidico (idea – metodo – risultati)
CESSAZIONE DELLA TRADUZIONE DEL SEGNALE
I recettori devono essere attivati ma anche inattivati in
modo da permettere alla cellula di rispondere ad altri segnali. I
recettori vengono rimossi mediante
endocitosi. Desensitizzazione di un recettore accoppiato a proteine eterotrimeriche fosforilazione-
dipendente: il recettore viene fosforilato in semplici siti, viene riconosciuto da proteine dette arrestine che
agiscono in due modi: determinano ingombro sterico impedendo l’interazione con il trasduttore
intracellulare (protein G) permettono il riconoscimento del recettore I recettori possono essere attivati non
solo dal legame con un ligando ma anche da variazioni nella concentrazione di un metabolita come
l’ossigeno o i nutrienti, oppure da stimoli i tipo fisico come luce, contatto, calore.
Il legame ligando-recettore è altamente specifico e dipende dalla formazione di forze non covalenti, ma
ioniche, Van der Waals, interazioni idrofobiche. Il legame deve essere sufficientemente forte da poter
avvenire anche a basse concentrazioni del ligando ma deve essere contemporaneamente labile da poter
essere inattivato e non deve essere irreversibile.
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11- Gene Ontology
Progetto bioinformatico atto ad unificare la descrizione delle caratteristiche dei prodotti dei geni in tutte le
specie.
1- Mantenere e sviluppare un vocabolario per descrivere i geni e i prodotti genici per ogni organismo
vivente
2- Annotare i geni e i prodotti genici
3- Fornisco strumenti per un facile accesso ai dati forniti dal progetto
Il progetto GO fornisce un ontologia di termini definiti che presentano le proprietà dei geni. L’ontologia
è divisa in 3 ambiti:
I termine possono avere sinonimi che sono equivalenti al nome del termine. L’ontologia GO è
strutturato come un grafo orientato a ciclico
Si associano le proteine differenzialmente espresse a database come GO o come CAG. Ogni database
associa a ogni pathway uno specifico insieme di geni.
Esempio: nel lievito ci sono 5500 geni che codificano per proteine , genero una lista di 1650 geni (30% del
tot) differenzialmente espressi. In krebs sono coinvolte 8 proteine, ovvero 8 geni.
Il 30% di 8 è 2,4 ( 2< geni<4 ). Troverò 2 o 3 geni se krebs non è influenzato dalla condizione che sto
studiando. Faccio un analisi di arricchimento.
25
il termine PIPPO sia presente 10 volte. Se trovo che il termine PIPPO è presente 50 volte nella mia lista di
100 geni differenziamento espressi, allora significa che in questa lista di geni il termine PIPPO è presente
con una frequenza maggiore. Quindi i miei 100 geni differenziamento espressi sono associati al termine
PIPPO in modo maggioritario che può per esempio indicare la localizzazione del gene codificato della
proteina, la sua funzione biologica o il processo biologico in cui la proteina è coinvolta
Ogni tipo di amiloide deriva da una proteina sierica precursore, con un’alta inclinazione al misfolding e che
quindi sfugge a tutti i meccanismi protettivi che i sistemi biologici hanno messo a punto sia per assicurare
che le proteine si foldano correttamente, sia per degradarle, prima che possano arrecare seri danni
all’organismo ospite.
Nonostante la loro diversità biochimica, queste proteine formano fibrille con morfologia, proprietà
coloranti e struttura a foglietti beta simili e strettamente influenzate dalle condizioni nelle quali è avvenuto
il processo di formazione e ciò avviene per il legame idrofobico dei residui che sono esposti al di fuori
dell’aggregato.
Fattori ambientali pH, ioni metallici, stress ossidativo possono contribuire alla destabilizzazione di una
molecola nativa e presumibilmente, incrementare la popolazione degli stati “misfolded”, caratterizzati da
un aumento delle strutture in conformazione beta
- formazione di dimeri di proteina denaturata > vengono cambiamenti nella struttura secondaria
della proteina, dovuti ad un aumento di fogliettiβ rispetto alle α eliche, questa conversione
strutturale rappresenta un evento chiave nella formazione di fibrille in quanto i dimeri fungono da
nuclei per la formazione di protofilamenti.
26
- Formazione di protofilamenti >avviene attraverso una polimerizzazione nucleazione – dipendente,
perché i dimeri, formati contemporaneamente ai cambiamenti della struttura secondaria , fungono
da nuclei oligomerici dalla cui addizione deriva la fibrilla.
- Formazione di fibrille di amiloide attraverso l’associazione di protofilamenti > sebbene la struttura
dei nuclei e dei protofilamenti è diversa da proteina a proteina, il meccanismo di formazione
sembra essere comune, basato cioè sull’associazione di dimeri a partire dall’estremità della fibrilla.
In fine l’associazione laterale di protofilamenti dà origine alle placche di amiloide.
Esempio: all’interno di S. Cerevisiae in cui ho 6000 geni trovo 600 geni di interesse il pathway della glicolisi
in 60 ha ad esempio 20 geni, 10 mi aspetto che secondo i parametri statistici di questi 20 ce ne siano 2 ( 1
/10 ). Se ne trovo 6 significa che quel pathway GO è arricchito in quel particolare studio.
Per vedere se è un dato casuale o meno calcolo il P- VALUES : <5*10^-2 NO; >5*10^-2 Sì.
18- Chimotripsina
È un enzima appartenente alla classe delle proteasi, che catalizza la rottura del legame peptidico che
preferenza per la Tyr, Trp, Phe e Leu. Fa parte della famiglia delle serina proteasi, avente tutte un sito attivo
molto simile. Viene ad essere sintetizzata in forma inattiva dal pancreas, e una volta attiva completa la
digestione di alcune proteine. È una proteina globulare, come la tripsina possiede una tasca idrofobica
ricoperta da residui aa apolari. La cavità idrofoba contiene una triade catalitica ( Ser, His, Asp ) orientata
sempre nello stesso modo.
Idrolizza il legame sono in corrispondenza di aa idrofobici, e scorre lungola catena per trovarli.
19- Tripsina
È un enzima che appartiene alla classe delle idrolasi che catalizza il taglio proteolitico con specificità della
Arg e Lys.
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Nel sito attivo presente una sequenza specifica che prende il nome di triade catalitica ( His, Ser, Asp). Il suo
substrato è rappresentato da una proteina basica.
Inibitori: peptina.
20- Tripsina
Essa riconosce aa come la Lys e Arg che sono carichi positivamente (basici). La specificità dell’interazione
con il substrato è data dalle interazioni che avvengono tra gli aa e le loro dimensioni. Essendo carichi
positivamente nel sito di legame della tripsina mi aspetto un aa acido (negativo) come l’aspartato in grado
di avere una buona interazione con le cariche positive degli aa basici.
L’Asp è preferibile al glutammato in quanto la sua catena è più corta e quindi compensa la lunghezza del
Arg e della Lys.
Ai lati della tasca di specificità cui aspetto aa di piccole dimensioni come la Gly (apolare che sostituente solo
H) che favoriscono solo l’entrata nella tasca di Lys e Arg e ne stabilizzano la carica.
21- Sic 1
Sic1 è una proteina intrensicamente disordinata che lega cdc28, inibendo il passaggio alla fase successiva
nel ciclo cellulare. Sic1 è caratterizzata dalla possibilità di avere 9 siti fosforilabili e se viene fosforilata in
almeno 7 può essere riconosciuta da wd40 di cdc4.
Grazie al fatto che Sic1 è una IDP può essere fosforilata in più siti vicini senza essere successivamente
soggetta alla repulsione dei gruppi P. questa è una delle caratteristiche delle IDP, cioè di avere numerosi siti
accessibili alle modifiche post
L’elevata densità di carica permette il riconoscimento e il legame con cdc4. Il legame allovalente in quanto il
dominio cdc4 ha capacità di legarsi a più siti fosforilati di Sic1grazie all’elevato numero di fosforilazioni. A
questo punto Sic1 può essere ubiquinato ed essere degradato da SCF.
Cdc28 viene quindi ad essere liberata dal legame con Sic1 e il processo di avanzamento dl ciclo cellulare
può avvenire.
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delle mutazioni sull’efficienza catalitica (Kcat/Km) dell’enzima. Si allestiscono diverse provette: in ciascuna
si inserisce una variante di S, solventi organici e un substrato cromogenico. Più la variante è resistente ai
solventi , maggiore sarà l’efficienza catalitica dell’enzima e quindi maggiore sarà la colorazione rilevata.
23- Subtilisina
Gli enzimi applicabili in detergenza devono essere enzimi capaci di tollerare e restare attivi in condizioni di
forte stress. Devono avere resistenza in presenza di sulfattanti, builders (chelanti), pH alcalini (7-11)
temperature generalmente elevate (40-60°C), potenziale presenza di ipoclorito di Na (candeggina) e
sbiancanti vari. Ciò ha portato alla ricerca e selezione di enzimi di natura microbica cercati spesso tra moo
estremofili per quanto riguarda temperature di attività e pH. Gran parte delle proteasi in uso sono
subtilisine di origine batterica , isolate originariamente da Bacillus subtilis. Hanno sito catalitico simile a
quello delle chimotripsine. Tramite mutazioni sito dirette (SDM) è stata mutata una metionina posta
accanto alla serina del sito catalitico, aumentando la stabilità ad H2O2. Introducendo un nuovo ponte
disolfuro SDM che introduce una o più cisteine, è stata aumentata la stabilità termica. I principali interventi
in ingegneria proteica sono stati basati però sulla tecnica DNA shuffling, una tecnica che permette
mutazioni di disegno semirazionale, cioè mutazioni casuali sviluppate scambiando frammenti genici di
subtilisine di 4 famiglie differenti, agendo su un’ area perfettamente nota, ottenendo smart libraries. In
seguito con error-prone PCR si è incrementata la stabilità ai chelanti del Ca2+.
Il secondo messaggero è una molecola che viene rilasciata o attivata a seguito del legame con il proprio
recettore. Di solito, il legame del ligando con il recettore ne causa una variazione conformazionale che ne
innesca una reazione a catena che attiva il secondo messaggero. Il rilascio di questo permette l’attivazione
di molecole intracellulari che regolano l’attività della cellula.
Esempio: FOSFOLIPASI C è un enzima in grado di idrolizzare PIP2 portando alla formazione di diacilglicerolo
DAG e inositolo trifosfato IP3, secondi messaggeri. IP3 si lega ed attiva i canali per il calcio presenti sul
reticolo endoplasmatico, con conseguente rilascio di calcio nel citosol. L’aumento delle concentrazioni di
calcio nel citosol modula l’attività del PKC (proteina chinasi dipendente dal calcio). PKC lega il calcio, cambia
conformazione e diventa attiva solo quando lega a livello della membrana diacilglicerolo. Presenza di
pompe che vengono attivate dalle alte concentrazioni di calcio nel citosol e tendono all’espellere
velocemente il calcio. Riserve di calcio presenti nel reticolo e nel mitocondrio, a livello del citosol esistono
delle proteine in grado di legare il calcio per evitare che esso interagisca con altre molecole.
CALMODULINA proteina in grado di legare il calcio e modulare l’attività di altre chinasi o enzimi. La
fosfolipasi C può anche legare fattori di trascrizione ( tubby) e attivare la trascrizione di gruppi specifici di
geni.
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indice di alta affinità per il substrato. Valutando quindi i dati tabulati, risulta essere l’enzima FUMARASI
quello con maggiore affinità al substrato.
La maggiore efficienza catalitica è determinata da Kcat, cioè il numero di turnover, il numero di molecole di
substrato convertite in prodotto nell’unità di tempo. In questo caso più il valore è elevato, più un enzima
sarà efficiente. Perciò nei dati tabulati il più efficiente è la CATALASI.
Per confrontare però quale tra le due o più enzimi si avvicina alla perfezione catalitica, è utile introdurre
Keff, costante di specificità o efficienza catalitica, data da Kcat/Km. Il rapporto per indicare alta efficienza
catalitica deve essere maggiore possibile, ciò Kcat elevato e Km piccolo. Indicativamente è la CATALASI
l’enzima con maggiore efficienza catalitica.
Domande da 40 punti
1- Studio della via metabolica del galattosio con approcci di system
biology Punti : 30/40
La biologia di sistemi si basa su uno studio di cellule, organi e tessuto che interagiscono tra di loro a livello
di un sistema organizzato. Per studiare la via metabolica del galattosio bisogna prendere in considerazione i
geni coinvolti: gal4 la cui trascrizione produce una proteina GAL4 che è l’attivatore trascrizionale del
metabolismo del galattosio, si lega alle sequenze UAS-GAL prima dei geni; il gene gal2 che codifica per la
proteina GAL2 che è responsabile del trasporto di galattosio all’interno della cellula (il sistema per
funzionare ha bisogno di galattosio); gal1 che codifica per la proteina GAL1 che è una galattochinasi che
fosforila il galattosio trasferendo gruppo fosfato da una molecola di ATP producendo galattosio-1-P; i geni
gal7 e gal10 che codifica per le rispettive proteine GAL7 e GAL10 nei quali convertono il galattosio-1-P in
glucosio 1-P utilizzando come cofattore UDP-galattosio; il gene gal5 che codifica la proteinaGAL5 trasforma
il glucosio1-P in glucosio 6-P in modo che possa entrare nella glicolisi con lo scopo di produrre energia sotto
forma di ATP; infine il gene gal80 che codifica per la proteina GAL80 che è il repressore e in assenza di
galattosio li lega alla attivatore GAL4 per reprimere il sistema. Sono stati fatti degli studi questo sistema
tramite tecniche omiche su S. Cerevisiae; è stato costruito un modello per studiare l’interazione dei geni
coinvolti. I geni coinvolti sono nove e vengono considerate due condizioni di crescita differenti; su
galattosio e il su raffinosio che hanno zucchero che non induce ne reprime il sistema. I geni che considero
sono 10 poiché uno è quello wt e provoco una delezione negli altri a turno. Lo scopo è quello di studiare il
livello di espressione dei geni e la loro interazione tramite un incrocio il risultato di una perturbazione
ambientale (dovuta allo zucchero) e una perturbazione genica (dovuta alla delezione genica ). Una volta
recuperati gli RNA con le apposite tecniche si esegue un’analisi di trascrittomica per valutare i risultati.
Altro studio è stato fatto sempre per valutare l’espressione di geni in seguito a mutazioni: sono stati deleti i
geni gal7 e gal10 e si è notata un’anomalia nella crescita delle cellule che crescevano poco. Questo perché
non erano presenti i geni che codificano per la conversione da galattosio 1-P a glucosio 1-P quindi nella
cellula accumula galattosio che in elevate concentrazioni risulta tossico e provoca un malfunzionamento
della crescita cellulare. Se invece viene deleto in un ceppo gal80 non è presente la proteina che reprime il
sistema quindi ci si aspetterebbe che ci sia una buona crescita cellulare, in realtà questo non accade perché
l’attivatore GAL40 è sempre attivo (non essendo spento dalla repressore) ma anche in condizioni in cui non
dovrebbe esserlo (ad esempio quando non è presente galattosio), di conseguenza non si ha una crescita
corretta.
30
2- Gal Punti: 35 /40
Il sistema GAL permette agli eviti di sfruttare il galattosio come fonte di carbonio; esso è caratterizzato da
nove geni che provvedono alla regolazione del galattosio e alla sua sintesi e formazione. Ci sono i geni GAL2
e HXT che codificano per i trasportatori del galattosio, di cui il primo è specifico e quindi ad alta attività per
il galattosio mentre il secondo è aspecifico e quindi ad alta attività per il glucosio e a bassa affinità per il
galattosio; ci sono i geni regolatori GAL3, GAL6, GAL4, GAL80, di cui il GAL4 è l’attivatore trascrizionale
mentre GAL80 è l’inibitore che in assenza di galattosio va ad inattivare il gene GAL4; i geni strutturali sono
GAL1, che codifica per la galattochinasi e che permette la trasformazione del galattosio in galattosio 1P; poi
ci sono GAL7 e GAL10 che permettono la trasformazione del galattosio 1P in glucosio 1P ed utilizzano come
substrato l’UDP, ed infine il gene GAL5 che permette di trasformare il glucosio 1P in glucosio 6P che può
così entrare in glicolisi. Lo scopo di questo studio è quello di perturbare in maniera sistematica il
metabolismo del galattosio mediante approcci sia genetici che ambientali. Chi si avvale innanzitutto di
esperimenti di trascrittomica e si va ad analizzare il profilo di espressione genica sia della cellula wt che
delle cellule mutate in maniera specifica per ognuno dei nove geni coinvolti (GAL1, GAL2, GAL3, GAL4,
GAL5, GAL6, GAL7, GAL80, GAL10) e comparare il profilo di espressione genica dei mutanti con quello delle
cellule WT. Si allestiscono due condizioni nutrizionali diverse, una con galattosio e raffinosio ed una con il
raffinosio soltanto e quindi alla fine avremo 20 condizioni totali da porre in esame. Vado così ad allestire
l’analisi trascrizionale mediante tecnologia Affymetrix; ogni esperimento è condotto in quadruplicato; il
filtro viene preparato l’RNA, viene retrotrascritto a cDNA e poi trascritto in presenza di nucleotidi
fluorescenti in cRNA; i dati vengono interpretati per valutare quali geni hanno differenze di espressione
rispetto alla condizione wt e calcolare tali livelli di espressione. Si trova che su 6000 geni, il numero di geni
in cui livello di espressione cambia in modo significativo in almeno una di queste condizioni è pari a 1000,
ovvero 1/6. Fatto ciò si va a raggruppare tali geni in base alla funzione ed avrò quindi vicini quelli con la
funzione simile. Si va inoltre a raggrupparli mediante il sistema Gene Ontology (GO), dove ogni genere può
essere associato ad una serie di termini che rientrano in un ontologia specifica. Ora io voglio vedere se c’è
una correlazione tra il livello di espressione di geni e quello delle proteine; allestisco così una marcatura
post traduzionale solo per due condizioni, il wild type in raffinosio ed il wt in raffinosio più galattosio; si
estraggono le proteine dalle cellule cresciute in presenza di raffinosio e raffinosio più galattosio, le vado a
marcare con isotopo pesante il wt con solo raffinosio e con isotopo leggero quello con raffinosio e
galattosio, le si fanno correre, dopo averli digerite con tripsina in uno spettrometro di massa ed il rapporto
tra il picco leggero ed il picco pesante sarà proprio rapporto tra il livello di espressione delle proteine. A
questo punto si fa un database cross correlation e cioè si confrontano i propri dati con quelli ottenuti in
letteratura. Queste analisi creano nuove ipotesi riguardo il modello di base; la prima ha a che fare col fatto
che se si deletano i geni GAL7 e GAL10, il livello di espressione degli altri geni del sistema GAL viene esso
stesso influenzato, cosa che non ci si aspetta perché sono geni strutturali e non regolatori; questo però può
essere spiegato dall’incapacità di convertire il galattosio 1P che può essere tossico se si accumula quando la
sua via di smaltimento è inattivata; per valutare se l’accumulo è tossico vado ad allestire una doppia
mutazione GAL1-GAL7 o GAL1-GAL10 così che gal1P non può accumularsi; il doppio montante dovrebbe
assomigliare di più al singolo mutante gal1 che al singolo mutante gal7 o gal10 ed è quello che
effettivamente si osserva. La seconda ipotesi riguarda le caratteristiche del mutante GAL80 e che crescono
in assenza di galattosio, in solo raffinosio, crescono molto lentamente e danno un profilo di espressione che
si differenzia da tutti gli altri geni. Anche qui per dimostrare ciò viene fatto una doppia mutazione GAL80-
GAL4 e si è visto che il fenotipo derivante assomiglia più al singolo mutante GAL4 che al singolo mutante
GAL80 e ciò ne deriva che il profilo di espressione di GAL80 sta in un angolo e che quindi diverso da tutti gli
altri profili, quindi i fenotipo sono dovuti non alla perdita di GAL80 ma alla attivazione costitutiva di GAL4.
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3- Fosforilazione Punti: 30 / 40
La fosforilazione delle proteine e un procedimento in cui una proteina (generalmente una chinasi) fosforila
dei particolari residui sulla molecola bersaglio. Lo scopo è quello di attivare, inattivare la proteina per
indurre una funzione che influenzano il metabolismo cellulare o le diverse fasi di crescita o modificazioni
conformazionali e genetiche (in questo caso tramite attivazione/inibizione dei fattori di trascrizione). La
fosforilazione avviene tramite l’aggiunta di un gruppo fosfato (carico negativamente) da parte di una
molecola donatrice come ATP o GTP liberando poi ADP o GDP. Il gruppo fosfato si sostituisce ad un gruppo
OH- della molecola da fosforilare. I residui che possono essere fosforilare sono Tyr, Thr e Ser poiché
possiedono un gruppo ossidrile. Nella reazione si avrà la liberazione di una molecola di idrogeno ( che
apparteneva a OH-). Le chinasi possono essere di diversi tipi a seconda dei residui che fosforilano. Un
esempio di fosforilazione si può anche chiarire con il recettore Tirosin chinasico, il quale ha attività
enzimatica intrinseca in grado di fosforilare residui di tirosina propri. La fosforilazione avviene in seguito a
un segnale esterno (il ligando) che lega il recettore provocando inoltre la sua dimerizzazione. In questo caso
la fosforilazione del recettore ha utilità di attivazione poiché una volta fosforilato è in grado di reclutare
Grb2 e SOS (una proteina Gef) che attivano Ras. In particolare Grb2 catalizza l’attivazione del fattore G e
SOS si occupa del legame con Ras e GTP attivandolo. Successivamente si ha il processo della cascata delle
MAP chinasi che sono proteine con capacità chinasica e allo stesso tempo sono fosforilate. In particolare
Ras attiva Raf1 e poi si ha la fosforilazione della cascata delle MAP chinasi, che vengono attivate una volta
fosforilate e attivano le proteine successive fosforilandole. Altro esempio è la glicogeno fosforilasi che un
enzima che favorisce la formazione di monomeri di glucosio a partire da una molecola di glicogeno quando
è attivo. L’enzima è attivato se fosforilato da una chinasi poiché viene esposto il sito attivo grazie alla
presenza della carica negativa data dalla presenza del gruppo fosfato. Al contrario quando è inattivo
l’enzima non è fosforilato e presenta il sito attivo occluso.
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entra per prima; può anche essere di tipo gerarchico, dove c’è un ordine preciso in cui le kinasi si
susseguono e vanno a fosforilare la proteina.
6- SRP Punti: 30 / 40
La SRP ( signal recognition particle ) è un tipo di molecola caratterizzata da elementi proteici e nucleotidi di
RNA, essa è un adattatore che accoppia il sistema di traslocazione con quello di traduzione all’interno del
trasporto citosol-reticolo endoplasmatico; questo tipo di trasporto è definito co-traduzionale, perché la
proteina viene trasportata prima che completi la sua sintesi. L’SPR più comune è l’SPR54, che contiene un
piccolo RNA 7S, ed è formato da tre domani principali: dominio M, ricco di metionine, dominio N, che è l’N-
terminale e il dominio G che lega ed idrolizza il GTP. L’SPR si lega alla sequenza segnale della proteina da
trasportare e la sequenza è così composta: dominio N-terminale basico e positivo, dominio centrale ricco di
amminoacidi idrofobici e dominio C-terminale, ricco di amminoacidi neutri e polari. Inoltre l’SRP lega il suo
recettore SR, eterodimero, costituito da due domini alfa e beta con attività GTPasica, e quindi l’SRP può
esistere in tre stati differenti: legato alla sequenza segnale , legato a SR oppure libero. Le tappe del ciclo
dell’SRP sono le seguenti: SRP lega la sequenza segnale posta all’N-terminale della proteina ed in questo
modo si ha un momentaneo arresto della traduzione; SRP lega GTP e ciò ne consegue un cambiamento
conformazionale; il complesso SRP-GTP-Proteina si lega al recettore SR; SRP ed SR si staccano dal ribosoma
per permettere l’entrata della proteina all’interno del traslocone, ancorato nei pressi della membrana del
reticolo endoplasmatico; una volta che la sequenza segnale della proteina incontra il traslocone viene
ripresa la traduzione e la proteina viene fatta passare all’interno di esso e può completare così la sua
sintesi. Il traslocone più comune è il SEC61 ed è un eterodimero, composto da tre subunità alfa, beta e
gamma che sono proteine integrali di membrana; esso forma una struttura ad anello e rimane chiuso per
impedire l’entrata di proteine libere che non sono ancorate al ribosoma, e si apre nel momento in cui la
proteina si avvicina ed incontra la sua sequenza segnale.
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7- Recettori tirosin chinasici Punti: 25/40
I recettori tirosin chinasici sono recettori interni membrana che interagiscono con molecole idrofile, che
non sono in grado di attraversare il doppio strato lipidico. Questi trasducono il segnale all’interno della
cellula che si traduce poi in una risposta. Posso avere attività enzimatica intrinseca: quando interagiscono
con il ligando dimerizzato e si attivano e fosforilano residui di tirosina attivando i bersagli e spesso una
cascata con sommazione di segnale. Quelli associati ad enzimi (ad esempio Jack-Stat “just Another
chinase”) si attivano una volta che avviene il legame con il ligando, che deve essere abbastanza forte da far
avvenire l’interazione, ma non troppo per poterne permettere il distacco una volta finita la trasduzione del
segnale. Attivato l’enzima andrà a fosforilare i bersagli che a loro volta possono attivare altre molecole con
fosforilazione e portare alla formazione di secondi messaggeri. In particolare i recettori tirosin chinasici con
attività enzimatica intrinseca controllano il differenziamento e la proliferazione cellulare. Il ligando si lega al
recettore che fosforila dei residui di tirosina, viene reclutato Grb2 che porta legato SOS. Grb2 si trova nel
citosol e presenta due domini: SH2 con cui si lega al recettore e SH3 con cui si lega a SOS. SOS è
responsabile della conversione da GDP a GTP che attiva Ras. A questo punto Ras lega Raf1 attivandolo e
inizia la cascata delle MAP chinasi dove Raf1 fosforila MEK, che fosforila MAPK e trasla nel nucleo. Qui
verranno attivati altri fattori come Jun e Ets che sono coinvolti nella trascrizione. Se vengono attivati le
cicline da CKD tramite fosforilazione, queste controllano il ciclo cellulare tramite diverse fasi: G1 di
accrescimento, S di sintesi del DNA che viene duplicato, G2 in cui la cellula si prepara e decide se dividersi e
M la fase di mitosi quindi in cui la cellula si divide. La trascrizione viene attivata solo tramite cicline
specializzate (con CDK) che risultano dei fattori trascrizionali che attivano la trascrizione del DNA dei geni
specifici. Per controllare la proliferazione cellulare si può agire su Ras tramite down-regolazione andando
ad agire ai diversi livelli del processamento di Ras in modo da limitarne o impedirne l’espressione, agendo
quindi a livello trascrizionale su mRNA o sul processamento della proteina una volta prodotta. Altro modo è
quello di agire su Gef e Gap che rispettivamente attivano e inibiscono Ras.
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espressione genica di una cellula in una determinata condizione. Una volta che ho ottenuto questi dati
faccio una scrematura differenzia realmente espressi nelle varie condizioni rispetto al wt. Quando sono
arrivato ad ottenere questa lista sfrutto poi mi dati contenuti in letteratura. Integro con i miei risultati e
cerco di raggruppare i geni GED sfruttando ad esempio un database come GO. Procedo poi con analisi di
Proteomica. Analizzo in questo caso solo due condizioni, crescita in galattosio e crescita in assenza di
galattosio. Per analisi di Proteomica posso procedere in diversi modi ma in ogni caso sfrutto la
spettrometria di massa per cercare di arrivare a capire quali delle proteine che quel genoma può codificare
sono espresse in modo differenziale nelle due condizioni. Anche in questo caso alla fine degli esperimenti
ottengo liste di proteine espresse in modo differenziale che cercherò di integrare con database di
letteratura per raggruppare le proteine con funzioni simili. Arrivo alla fine a trarre numerose conclusioni
che non mi sarei aspettato all’inizio dell’esperimento.. Infatti vedo, sia in caso che in uno e nell’altro che
sistemi biologici coinvolti in questa via metabolica sono numerosi inaspettati. Sono infatti implicati in
questo sistema ad esempio le vie del metabolismo N e della fosfato. Facendo un’analisi del fenotipo dei vari
mutanti che ho analizzato noto che ad esempio che il mutante Gal80∆gal cresce in modo molto simile ai
ceppi che crescono in presenza di galattosio. Ciò è stata avanzata una ipotesi, il gene gall80 codificherà per
un repressore di Gal4. Se manca Gal80, Gal4 è sempre attivo, simulando quindi una situazione in presenza
di galattosio. Per provare questa ipotesi è stato impostato un esperimento. Hanno costruito un ceppo
doppio deleto in Gal4 e Gal80 ed è stato fatto crescere in assenza di galattosio. Se l’ipotesi fosse stata
corretta con l’assenza contemporanea di Gal80 e Gal4. L’espressione dei geni per il galattosio sarebbe stata
repressa e quindi il ceppo sarebbe dovuto tornare ad avere un fenotipo diverso simile ai ceppi che
cresceranno in assenza di galattosio. E così è stato verificato quindi l’ipotesi era corretta. Questo approccio
di studi ci ha permesso di fare nuove ipotesi sulla base dei dati ottenuti che ci permettono quindi di
esplicare anche nuove funzionalità di proteine che ad esempio si conoscono poco. Ceppi deleti in Gal7 e
Gal10 hanno problemi in tutti i geni coinvolti nel metabolismo del galattosio, inoltre si accumula galattosio
1P che è tossico. Per impedire che venga accumulato si creano ceppi mutanti Gal1 e Gal10. Si è visto che i
ceppi doppi deleti hanno un profilo di espressione simile a quello del ceppo deleto Gal1. Ceppi deleti di
Gal80 crescono più lentamente dei wt in terreni privi di galattosio. Inoltre essendo Gal80 deleto un inibitore
di Gal4 questo ceppo attiva la trascrizione di tutti i geni Gal consumando energia inutilmente.
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(porine) con il distacco della sequenza segnale. Proteine destinate a essere solubili nella zona
transmembrana contengono oltre ad una sequenza segnale anche una sequenza di stop: la proteina passa
da TOM e continua a scorrere fino a che TOM non incontra la sequenza di stop (sequenza di circa 20aa
idrofobici). A questo punto la sequenza segnale che è passata anche per TIM23, viene tagliata in questo
modo otterremo la proteina matura ( che viene aiutata nel folding sempre da MIA). Proteine destinate alla
membrana mitocondriale interna passano anche queste per TOM e successivamente per TIM23 fino ad
arrivare alla matrice. Qui viene riconosciuta una seconda sequenza segnale secondaria dalla proteina OXA,
la quale indirizzo la proteina verso la sua collocazione sulla membrana interna. La proteina responsabile del
folding all’interno della matrice è la proteina PAM (complesso di chaperoni molecolari). Proteine destinate
alla matrice mitocondriale seguono lo stesso percorso di quelle della membrana interna, solo che
rimarranno nella matrice e diventeranno mature dopo il folding aiutando dalla proteina, PAM. Proteine
transmembrana, invece, dopo aver seguito lo stesso percorso descritto sopra, passeranno dalla proteina
TIM22 che le indirizza alla loro collocazione transmembrana.
La proteina deve mantenersi il più possibile denaturata per poter entrare nel mitocondrio. Per fare ciò
intervengono delle proteine (HSP70), che sfavoriscono il folding. Le proteine in questo stato sono chiamate
Pre-proteine, cioè non sono proteine mature, ma contengono la sequenza segnale. Possono essere anche
36
Pre-Pro-proteine, in cui la parte Pro aiuta il successivo folding e verrà tagliata da proteasi quando la
proteina diventerà matura.
La Pre-proteina passa la membrana interna attraverso il sistema TOM (traslocate outer membrane).
Successivamente la proteina perde la sequenza segnale e può avere diversi destini. Il sistema TIM trasloca
la proteina attraverso la membrana interna e permette la perdita della sequenza segnale. TIM22 si occupa
delle proteine integrali della membrana interna; TIM23 si occupa delle proteine della matrice.
MIA è il sistema dello spazio intermembrana, che si occupa dell’import e assemblaggio. PAM è un
complesso di chaperoni molecolari.
Per studiare il passaggio della proteina nel mitocondrio marco la proteina con un amminoacido radioattivo,
la faccio interagire col mitocondrio e porto a 5°C. Utilizzo una proteasi per degradare la proteina rimasta
all’esterno del mitocondrio e vedo se la sequenza segnale è dentro o fuori dal mitocondrio.
Nell’entrata della proteina nel mitocondrio ci sono due fasi:
1) Riconoscimento ed ancoraggio —>
avviene anche a 5°C, ma la proteina non è entrata completamente, quindi posso degradare la proteina
esterna on proteasi.
2) Traslocazione —> continua il processamento della proteina che entra nel
mitocondrio (25°C). A tal punto la proteina è protetta dall’azione delle proteasi. Troverò proteine degradate
all’esterno solo se tratto la membrana con detergenti, degradandola. In tal modo le proteine possono
uscire ed essere degradate dalle proteasi.
La traslocazione delle proteine attraverso le membrane nel mitocondrio attraverso il complesso TOM
sintetizza energia sotto forma di ATP. La proteina passa al complesso TIM e interagisce con un’altra
proteina HSP. Successivamente vi è un cambiamento conformazionale che richiede ATP. L a HSP deve
cambiare conformazione per rilasciare la proteina.
Non tutte le proteine devono arrivare alla matrice mitocondriale e il destino della proteina (Pre- proteina) è
determinato sequenze segnale secondarie, perché intervengono dopo che la proteina ha attraversato il
complesso TOM. Una volta che la proteina ha attraversato il complesso TOM, interagisce con delle proteine
chaperone che la mantengono unfolded e ne permettono l’internalizzazione con il complesso SAM,
anch’esso sulla membrana esterna. La proteina entra ed esce più volte formando una struttura a β-barile e
rimane nella membrana esterna.
Per rimanere nella membrana interna, la proteina deve interagire con
un complesso TIM e deve possedere una sequenza detta stop-transfer sequence, che determina che la
proteina non venga ulteriormente trasportata oltre la membrana interna. La proteina non deve
necessariamente restare ancorata alla membrana interna, ma grazie all’azione di una proteasi può lasciare
la sequenza stop nella membrana interna e muoversi nello spazio intermembrana. La proteina potrebbe
anche entrare nella matrice e interagire col complesso OXA, nella membrana interna, che lo riporta nella
membrana interna e nello spazio intermembrana.
Il sistema TIM22 opera nel caso in cui la proteina possegga più sequenze intermembrana. In questo caso la
proteina resta nella membrana interna.
37
11- Interazioni HUB
12- Studio della via metabolica del galattosio con approcci di system
biology Punti 35 / 40
Il sistema GAL permette ai lieviti di sfruttare il galattosio come fonte di carbonio: esso è caratterizzato da 9
geni che provvedono alla regolazione del galattosio ed alla sua sintesi e trasformazione. Ci sono i geni GAL2
e HTX che codificano per i trasportatori del galattosio, di cui il primo è specifico e quindi ad alta affinità per
il galattosio mentre il secondo è aspecifico e quindi ad alta affinità per il glucosio ed a bassa affinità per il
galattosio: ci sono i geni regolatori, GAL3, GAL6, GAL4 e GAL80. GAL4 è l’attivatore trascrizionale mentre
GAL80 è l’inibitore che in assenza di galattosio va ad inattivare il gene GAL4. I geni strutturali sono GAL1,
che codificano per la galattochinasi e che permette la trasformazione del galattosio in galattosio-1-P; poi ci
sono GA7 e GAL10 che permettono la trasformazione del galattosio-1-P in glucosio-1-P ed utilizzano come
substrato l’UDP ed infine il gene GAL5 che permette la trasformazione del glucosio-6-P in glucosio-6-P che
può così entrare in glicolisi. Lo scopo di questo studio è quello di perturbare in maniera sistematica il
metabolismo del galattosiomediante approcci sia genetica che ambientali. Ci si avvale innanzitutto di
espressione genica sia della cellula wild type che delle cellule mutate in maniera specifica per ognuno dei 9
geni coinvolti ( GAL1, GAL2, GAL3, GAL4, GAL5, GAL6, GAL7, GAL80, GAL10) e comparare il profilo di
espressione genica dei mutanti con quello delle cellule wild type. Si allestiscono inoltre due condizioni
nutrizionale diverse, una con galattosio e raffinosio ed una con raffinosio soltanto quindi alla fine avremo
20 condizioni totali da porre in esame. Vado così ad allestire l’analisi trascrizionale mediante tecnologia
Affymetrix; ogni esperimento è condotto in quadruplicato, in vitro viene preparato l’RNA, viene
retrotrascritto a cDNA e poi trascitto in presenza di nucleotidi fluorescenti in cRNA; i dati vengono
interpretati per valutare quali geni hanno differenze di espressione rispetto alla condizione wild type e
calcolare tali livelli di espressione. Si trova che su 6000 geni, il numero di geni il cui livello di espressione
cambia in modo significativo in almeno una di queste condizioni è pari a 1000, ovvero un sesto. Fatto ciò, si
va a raggruppare tali geni in base alla funzione ed avrò quindi vicini quelli con funzione simile. Si va inoltre a
raggrupparli mediante il sistema Gene Ontology (GO), dove ogni gene può essere associato ed una serie di
termini che rientrano in un’ontologia specifica. Ora io voglio vedere se c’è una correlazione tra il livello di
espressione dei geni e quello delle proteine; allestisco così una marcatura post-traduzionale solo per due
condizioni , il wild type in raffinosio ed il wild type in raffinosio più galattosio, le vado a marcare con isotopo
pesante il wild type con solo raffinosio e son isotopo leggero quello con raffinosio e galattosio, le si fanno
correre, dopo averle digerite con tripsina, in uno spettrometro di massa ed il rapporto tra il picco pesante
sarà proprio il rapporto tra il livello di espressione delle proteine. A questo punto si fa un database cross
correlation e cioè si confronta i propri dati con quelli ottenuti in letteratura. Queste analisi creano nuove
ipotesi riguardo il modello di base; la prima ha a che fare col fatto che se si deletano i geni GAL7 e GAL10, il
livello di espressione degli altri geni del sistema GAL viene esso stesso influenzato, cosa che non ci si
aspetta perché sono geni strutturali e non regolatori questo può essere spiegato dall’incapacità di
convertire il galattoiso-1-P che può essere tossico se si accumula quando la sua via di smaltimento è
inattivata; per valutare se l’accumulo è tossico vado ad allestire una doppia mutazione GAL1-GAL7 o GAL1-
GAL10 così che GAL1P non può accumularsi; il doppio mutante GAL1 che al singolo mutante GAL7 o GAL10
ed è quello che effettivamente si osserva. La seconda ipotesi riguarda le caratteristiche del mutante GAL80;
ceppi privi di GAL80 e crescono in assenza di galattosio, in solo raffinosio, crescono molto lentamente ed
hanno un profilo di espressione che si differenzia da tutti gli altri geni. Anche qui per dimostrare ciò viene
fatta una doppia mutazione GAL80-GAL4 e si è visto che il fenotipo derivante assomiglia più al singolo
mutante GAL4 che al singolo mutante GAL80 sta in un angolo e che è quindi diverso da tutti gli altri profili,
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quindi i fenotipi sono dovuti non alla perdita di GAL80 ma all’attivazione costitutiva di GAL4
13- Ruolo dei recettori tirosin chinasi nel controllo della proliferazione
cellulare in eucarioti superiori. Enunciare le proprietà generali e
chiarire con esempio Punti ?/10
La progressione del ciclo cellulare è regolata dalle chinasi ciclina dipendenti (il sito attivo delle Cdk è occluso
da un T-loop, il legame con la ciclina permette un cambiamento conformazionale che porta all’esposizione
del sito attivo) Cdks, meccanismo molto conservato sia in eucarioti superiori che inferiori (gli inferiori
presentano un’unica chinasi Cdk1, mentre i superiori presentano più Cdk differenti che funzionano in
diverse fasi del ciclo). Il cambiamento ciclico di attività delle Cdk è controllato dal legame con enzimi e altre
proteine che regolano l’attività delle chinasi. I livelli intracellulari delle varie cicline (così chiamate perchè in
un ciclo cellulare vengono sintetizzate e degradate in modo ciclico, hanno vita breve) variano a seconda
della fase del ciclo cellulare, i livelli intracellulari delle chinasi ciclina dipendenti invece rimangono costanti.
Cambiamenti ciclici nei livelli di cicline, portano al legame e all’attivazione nelle varie fasi del ciclo di
complessi ciclina-Cdk che catalizzano differenti eventi cellulari, fosforilano diversi set di proteine. Per
esempio in fase G1 le cicline D sono maggiormente espresse, si ha un aumento dei livelli intracellulari di
cicline D che vanno ad attivare le chinasi G1/S Cdk le quali in forma attiva possono fosforilare specifici siti su
proteine effettrici del ciclo cellulare permettendo la progressione nella fase successiva. Durante la fase S
aumenta il livello delle cicline di fase S che si attivano chinasi Cdk che promuovono l’attivazione di bersagli
molecolari coinvolti nell’inizio o nella replicazione del DNA. "Regolazione dell’attività chinasica delle cdk:"
• attivazione a seguito del legame con la ciclina (presenza di un T-loop che occlude il sito attivo della
chinasi, il legame con la specifica ciclina porta alla modificazione del T-loop e alla esposizione del sito attivo.
Il legame con la ciclina porta ad un’attivazione parziale, la piena attivazione catalitica si ottiene solo in
seguito alla fosforilazione da parte di una chinasi Cdk-attivatrice di un amminoacido vicino all’entrata del
sito attivo. Questa fosforilazione causa una piccola modificazione conformazionale che aumenta l’attività
della Cdk."
• attivazione o inibizione mediante fosforilazione/defosforilazione (Wee1 è una chinasi che fosforila Cdk
inattivandola, mentre Cdc25 è una fosfatasi che rimuove il fosfato e attiva il complesso)"
• legame inibitorio con CKI, distorce la struttura del sito attivo della chinasi e si inserisce nel sito di legame
per ATP impedendone il legame (le Cdk legano ATP in quanto hanno attività chinasica, utilizzano ATP come
donatore di gruppi fosfato)"
• Controllo proteolitico (la ciclina che deve essere rimossa viene legata a delle ubiquitine, proteine target
che permettono il riconoscimento da parte del proteosoma e degradate) controllo trascrizionale(
cambiamenti nei livelli di espressione dei geni che codificano per le cicline permettono di controllare i livelli
cellulari delle cicline in ogni fare del ciclo)" Le proteine Ras sono coinvolte in questa fase del ciclo, nel
passaggio dalla fase G1 alla fase S e nell’entrata/uscita dalla fase G0. Ras attiva la ciclina D1 (subunità
regolatoria) legata a CDK4 facendo staccare la proteina p16 con funzione inibitoria, la ciclina D1 attiva
mediante fosforilazione Rb (retinoblastoma è un’inibitore della trascrizione, lega il fattore E2F rendendolo
inattivo), questa fosforilazione compromette la capacità di Rb di legarsi al fattore di trascrizione E2F. E2F
libero attiva la trascrizione di una serie di geni che permettono la sintesi di altre due cicline, A e E che
permettono la transizione in fase. La ciclina E consente di fosforilare nuovamente Rb rinforzando l’azione
della ciclina D1 (rendono il processo irreversibile finché non intervengono delle proteine fosfatasi. Il livello
di queste cicline deve essere mantenuto alto solo in questa fase del ciclo).
39
14- Ruolo della fosforilazione reversibile delle proteine nel controllo
della funzionalità cellulare: chiarire la logica molecolare, enunciare i
principi alla base della specificità e chiarite con un esempio. Punti ?/?
La fosforilazione è un tipo di trasformazione covalente e reversibile, promossa dalle chinasi, che permette il
trasferimento di un gruppo P, in genere donato dall’ATP, verso una molecola eccettrice ed in genere va a
sostituire il residuo ossidrilico di serina, treonina o tirosina. La reazione inversa è eseguita dalle fosfati che
quindi vanno a togliere alla molecola un gruppo fosfato. Il gruppo P è ingombrante e carico negativamente
e causa quindi un cambiamento conformazionale ed altera la funzionalità della proteina che va a
fosforilare. Quando la proteina viene fosforilata assume un diverso peso molecolare provocando un
cambiamento nella velocità di migrazione sul gel elettroforetico. La fosforilazione causa tre principali
cambiamenti conformazionali: va a creare cambiamenti conformazionali in prossimità del sito attivo dovuti
a fenomeni di attrazione e repulsione dati dalla carica negativa del P ( esempio lo è la reazione catalizzata
dall’isocitrato deidrogenasi, che catalizza la trasformazione dell’isocitrato in alfa-chetoglutarato; essendo
l’isocitrato carico negativamente andrà a creare fenomeni di repulsione poiché anche il gruppo P è carico
negativamente e quindi ciò andrà a peggiorare l’efficacia dell’enzima); va a formare legami H e fenomeni di
attrazione e repulsione tra regioni intramolecolari cariche con conseguente cambiamento conformazionale
che modula l’attività dell’enzima (ne sono esempi le MAP chinasi); va a formare siti di consenso per il
binding con le altre proteine con conseguente variazione della localizzazione subcellulare (ne sono esempi
proteine con domini SH2 che possono andare a legare delle proteine se queste ultime presentano delle
fosfotirosine). Inoltre la fosforilazione può essere di tipo sequenziale, nel caso in cui agiscano due chinasi,
dove entra la prima e poi la seconda che agisce sul secondo sito, oppure può essere di tipo casuale dove
non importa l’ordine delle chinasi; o anche di tipo gerarchico, dove c’è un ordine preciso in cui le chinasi si
susseguono e vanno a fosforilare la proteina
40
• Specificità data dalla complementarietà fra le superfici di interazione del recettore e la molecola segnale
(come nell’interazione enzima-ligando). Solitamente un recettore è in grado di interagire con un solo tipo di
ligando o famiglia ristretta di ligandi simili fra loro.
• AMPLIFICAZIONE presenza di numerosi enzimi nella via di trasduzione, il passaggio di informazione dal
recettore agli elementi a valle coinvolge un numero di molecole via via maggiore, attivazione a cascata.
• INTEGRAZIONE segnali diversi possono avere effetto uguale o opposto. L’azione di più segnali in
contemporanea dà luogo ad un effetto finale dato dall’integrazione dei due input.
Il meccanismo di trasduzione del segnale si avvale di proteine in cui ricorrono dei moduli/domini proteici
deputati all’interazione proteina-proteina. Molte proteine contengono due o più domini differenti. Questo
permette la formazione di specifici complessi ligando dipendenti coinvolti nella trasduzione del segnale.
Affinità e specificità di legame sono disaccoppiate. Le interazione a cui danno luogo possono essere a
interazioni contemporaneamente a bassa affinità e alta specificità. Solitamente affinità (complementarietà
delle superfici) e specificità sono direttamente proporzionali. Tanto più due superfici sono complementari,
maggiore è la probabilità che avvengano incontri utili, che si leghi solo la proteina di interesse e non altre.
Le proteine intrinsecamente disordinate quando sono libere non hanno una struttura complementare
definita quindi sono dotate di bassa affinità per il ligando, mentre quando incontrano il partner proteico si
ha folding indotto, tale cambiamento di conformazione aumenta notevolmente la specificità.
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volta va a fosforilare la glicogeno fosforilasi, attivandola (attivazione della degradazione del glicogeno).
L’insulina invece attiva la proteina fosfatasi che ha invece effetto opposto.
Le SRP ciclano fra il citosol e la membrana dell’ER riconoscendo e legando sia le sequenze segnale dell’ER
sia i recettori per le SRP sul reticolo.
Tratto N-terminale di 1-5 residui con almeno un residuo carico positivamente (interazioni con membrana)
SRP è un adattatore che accoppia il sistema di traduzione con quello di traslocazione. È un complesso
citoplasmatico riboproteico costituito da proteine e nucleotidi di RNA.
La variante di mammifero è più
grande e complessa di quella di e. coli ma presentano comunque dei domini SRP è un adattatore che
accoppia il sistema di traduzione con quello di traslocazione. è un complesso citoplasmatico riboproteico
costituito da proteine e nucleotidi di RNA. La variante di mammifero è più grande e complessa di quella di
e. coli ma presentano comunque dei domini.
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dominio N: N-terminale
Ciclo dell’SRP
• srp si lega alla sequenza segnale della catena polipeptidica nascente sul ribosoma.
• La formazione del complesso induce un cambiamento conformazionale che induce il legame del
GTP a SRP54
• SRP-GTP legato al ribosoma interagisce con il recettore SR posto sulla superficie dell’ER (il
recettore a sua volta è legato al GTP) il complesso ribosomiale viene indirizzato verso il traslocone
• SRP e il suo recettore si distaccano lasciando il ribosoma legato al traslocatore (idrolisi di GTP, sia
SRP che il suo recettore possiedono dei domini in grado di legge e idrollizare GTP)
• Mediante il traslocatore la catena polipeptidica viene fatta passare attraverso il doppio strato
fosfolipidico all’interno del reticolo, viene ripresa la traduzione
SRP può quindi essere presente in tre sta di differenti, caratterizzati da una struttura conformazionale
differente:
(1)Libero, (2)Legato alla sequenza segnale della proteina e (3) Legato al recettore RS
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sono importanti da tener conto per la produzione di una proteina e sono: efficienza di trascrizione (uso
plasmidi pET, con elementi fagici e batterici), l’efficienza di traduzione, se traduco un gene di un eucariote
in un procariote devo aggiungere sequenze shine - delgardo e ovviare al problema del codon bias (cioè che
in un genoma ci sono codoni preferiti per la conversione in un amminoacido), stabilità (si usano basse
temperature di crescita, over espressione di chaperoni, ceppi difettosi di proteasi, secrezione della proteina
o formazione di inclusion bodies) e la sua purificazione ( aggiunta nel gene di sequenze per la purificazione
di affinità ); una volta risolti questi problemi si può far esprimere la nostra proteina.
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- Interection Sic1 e CDC4: 9 sitifosfox SCF-CDC4 domanain WD40 times and sites diferent for
flexibility 2 hipothesis
- Processo di N-glicosilazione
- Processo di O-glicosilazione
- Elettroforesi dige
- What means a pathway is enriched in go
- Il ruolo della fosforilazione
- A cosa serve il gene onthology
- Quale procedimento sperimentale per ottenere lista dei termini. Cosa significa che un termine
(metabolismo o glicolisi ecc) sia arricchito e rispetto a cosa
- Attraverso quale codificazione possono le cellule oncogene con modificazioni a livello della via di
trasduzione segnale di Ras
- Come si determina l’interattoma di un organismo
- Come isolare mutanti nella via di N glicosilazione in lievito. Perché viene detta ricca di mannani.
Procedura screening quale scopo e logica per cercare il mutante
- Su quale basi è il sistema dei due ibridi. Perché si chiama così, cosa interagiscono tra loro. Che info
di uscita ottengo usando la tecnica per studiare l’interattoma. Come si struttura una lista di
interazione e che tabella si fa.
- Lei ha una proteina di fusione e vuole eliminare il tag dopo purificazione. Cha approcci può
eseguire? Proteasi endo ed eso azione idrolitica significato. La proteasi è ingegnerizzata anche lui
col tag e in che modo agisce in soluzione
- A che livello è controllata trasduzione segnale di proteine ----meriche G stimolatori di target: cross
talking ed effetti controparte relativi. Modi di spegnere le vie segnale in questo caso. Differenze con
monomeriche.
- Costruzione exp trascrittomica con effymerrix. Gene CHIP funzionante struttura. Info di tipo
posizionale.
- Funzionamento a livello molecolare delle chinasi.
- Come rendere una proteina resistente ai solventi organici
- malattie da misfolding
- Stati di aggregazione delle proteine misfoldate
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