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IL MITO E IL CULTO
DELLA GRANDE DEA
TRANSITI, METAMORFOSI,
PERMANENZE
ATTI
Convegno 24-25 novembre 2000
Oratorio e Museo di Santa Maria della Vita
Bologna
© Copyright
Associazione Armonie
Joan Marler
Emanuel Anati
Luisella Veroli
M.A. Fugazzola - V. Tinè
Fausto Bosi
Harald Haarmann
Fabio Scialpi
Elettra Ingravallo
Gianluca Bocchi
Caterina Arcidiacono
Antonella Barina
Tilde Giani Gallino
Raffaella Lamberti
In copertina:
Idolo di tara, terracotta 2000 a.C.
neolitico recente, Museo Canario
ARMONIE
IL MITO E IL CULTO
DELLA GRANDE DEA
TRANSITI, METAMORFOSI,
PERMANENZE
ATTI
Convegno 24-25 novembre 2000
Oratorio e Museo di Santa Maria della Vita
Bologna
Comitato Promotore Cura e coordinamento redazione
Maria Panza - Maria Teresa Ganzerla
Milli Violante
Associazione Armonie Trascodifica e traduzione testi
Micaela Boarini
Comitato Scientifico Fotocomposizione e Fotolito
Caterina Arcidiacono Belle Arti s.r.l. - Bologna
Psicoanalita, Fondazione del Mediterraneo, Napoli
L’Associazione Armonie ringrazia per la
Dede Auregli preziosa collaborazione data alla realizzazione
Critica d’arte, Galleria d’Arte Moderna, Bologna del Progetto «Convegno e Mostra sul Mito e il
Culto della Grande Dea nell’Europa Neolitica:
Antonella Barina per riscrivere la storia»
Direttrice rivista «Istar», Venezia
Gianluca Bocchi in particolare:
Filosofo e Storico delle Idee, Milano Milli Violante, Ideatrice del progetto
Annamaria Brizzolara Daniela Facchinato, i membri del comitato scientifico, i
Ricercatrice, Dip. di Archeologia, relatori e tutti coloro che hanno contribuito alla
Università degli Studi di Bologna realizzazione di questa iniziativa.
Mauro Ceruti
Preside, Dip. Scienze della Formazione, Il nostro ringraziamento va inoltre agli enti che
Università degli di Milano Bicocca hanno concorso con il patrocinio:
Daniela Facchinato Università degli Studi, Bologna
Giornalista e fotografa, Bologna Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli
Istituto Gramsci Emilia Romagna
Laura Faranda I.r.r.s.a.e. Emilia Romagna
Docente di Etnologia,
Università degli Studi La Sapienza di Roma
Si ringraziano inoltre:
Raffaella Lamberti
il Comitato Bologna 2000,
Presidente Centro Documentazione delle Donne, Bologna
l’Agenzia Noema,
Marino Niola il Centro di Documentazione delle Donne,
Docente di Antropologia Culturale, il Dipartimento di Archeologia dell’Università degli
Università degli Studi, Trieste
Studi di Bologna,
Milli Violante il Museo di Paleontologia di Terra Amata (Nizza),
Ideatrice del progetto, Bologna l’Associazione Culturale Melusine di Milano,
l’Agenzia Millenia,
Supervisione di Oratorio e Museo di Santa Maria della Vita,
Cristiana Govi Morigi l’ASL della città di Bologna,
Direttrice Museo Civico Archeologico, Bologna Comune di Bologna, Quartiere Savena,
Fotocomposizione Belle Arti s.r.l.,
Matilde Callari Galli
Publistampa - Gaspari Edizioni s.r.l.
Docente di Antropologia Culturale,
Università degli Studi di Bologna che con la loro collaborazione hanno reso
possibile la realizzazione di questo progetto.
Daniela Facchinato
Indice
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 5
Amedea Zanarini
Presidente Associazione Armonie
PRIMA SESSIONE
GENEALOGIE
Venerdi 24 novembre 2000
Coordinatrice
Maria Antonietta Fugazzola Delpino
Museo Pigorini, Roma
JOAN MARLER
California Institute of Integral Studies, San Francisco
THE BODY OF WOMAN AS SACRED METAPHOR
Il corpo della donna come metafora sacra
Introduction Introduzione
This presentation is drawn from the archaeo- Questa presentazione è ispirata alla ricerca archeomito-
mythological research of Lithuanian-American logica dell’archeologa lituano-americana Marija Gimbu-
archaeologist Marija Gimbutas (1921-1994) who tas (1921-1994), che dedicò gli ultimi trent’anni della
devoted the last 30 years of her life to a pio- sua vita a uno studio pionieristico del simbolismo delle
neering investigation of the symbolism of the culture pre-indoeuropee dell’antica Europa, dell’antica
pre-Indo-European cultures of Old Europe. Anatolia e del Mediterraneo.
The presence of thousands of anthropomor- La presenza di migliaia di sculture antropomorfiche e
phic and zoomorphic sculptures, elegant ves- zoomorfiche, eleganti vasi, altari, modelli di templi e og-
sels, altars, temple models, and cult equip- getti cultuali in tutte queste regioni indica attività rituali
ment throughout these regions indicates per- continuative collegate alle realtà stagionali della vita
sistent ritual activities related to the seasonal neolitica.
realities of Neolithic life. The majority of an- La maggior parte delle immagini antropomorfiche è
thropomorphic imagery is female, indicating femminile, il che riflette la centralità delle attività della
the centrality of women’s activities within the donna nell’ambito domestico e agricolo (1).
domestic and horticultural realms (1). In Secondo il punto di vista di Gimbutas, una grande parte
Gimbutas’ view, a vast body of Neolithic sym- del simbolismo neolitico riflette «un sistema ideologico
bolism reflects «a cohesive and persistent ide- coerente e continuativo» che esprime la religione della
ological system» expressing the religion of the Grande Dea. Questi simboli devono essere studiati «nei
Great Goddess. These symbols must be stud- loro piani di relazione, raggruppati secondo la loro coe-
ied «on their own planes of reference, grouped renza interna» (2).
according to their inner coherence» (2). As Come Gimbutas afferma in The Language of the
Gimbutas states in The Language of the Goddess, Goddess, «i simboli sono raramente astratti in senso
«Symbols are seldom abstract in any genuine autentico; i loro legami con la natura persistono e posso-
sense; their ties with nature persist, to be dis- no essere scoperti attraverso lo studio del contesto e l’as-
covered through the study of context and asso- sociazione. In questo modo possiamo sperare di decifrare
ciation. In this way we can hope to decipher il pensiero mitico che è la raison d’etre di quest’arte e
the mythical thought which is the raison d’être of il fondamento delle forme che essa assume» (3).
this art and basis of its form» (3).
In the absence of written texts, an adequate In assenza di testi scritti, un’adeguata comprensione
understanding of the nonmaterial aspects of degli aspetti non materiali di una cultura non è possibile
culture is not possible through the description attraverso la sola descrizione dei manufatti.
of artifacts alone. Therefore, Gimbutas devel- Quindi, Gimbutas ha sviluppato la «Archeomitologia»,
oped «Archaeomythology», an interdiscipli- un approccio interdisciplinare alla conoscenza che combi-
nary approach to scholarship that combines ar- na archeologia, mitologia, etnologia, folklore, paleontolo-
chaeology, mythology, ethnology, folklore, lin- gia linguistica e studio di documenti storici (4).
guistic paleontology, and the study of histori- Questa metodologia si fonda sui seguenti presupposti: le
cal documents (4). This methodology is in- cosmologie sacre sono centrali nel tessuto culturale di
formed by the following assumptions: Sacred tutte le società arcaiche; le credenze e i rituali che espri-
cosmologies are central to the cultural fabric of mono concezioni del mondo sacro tendono a conservarsi,
all early societies; beliefs and rituals express- e molti modelli arcaici sopravvivono come elementi di
ing sacred world views are conservative, and substrato in fasi culturali successive.
many archaic patterns have survived as sub-
stratum elements into later cultural phases.
The term «Great Goddess» does not refer Il termine «Grande Dea» non si riferisce a una ver-
to a female version of the transcendent sione femminile del Dio monoteistico trascendente.
monotheistic God. Gimbutas defines «God- Gimbutas definisce la «Dea», in tutte le sue manifesta-
dess», in all her manifestations, as a symbol of zioni, come il simbolo dell’unità di tutte le forme di vita
(1) Hodder 1990: 61-3.
(2) Gimbutas 1989: xv.
(3) Gimbutas 1989: xv.
(4) See Gimbutas 1989, 1991; Marler 1997, 2000.
10 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
the unity of all life in Nature. «Her power was in natura. «Il suo potere era nell’acqua e nella pietra,
in water and stone, in tomb and cave, in ani- nella tomba e nella caverna, negli animali e negli uccel-
mals and birds, snakes and fish, hills, trees, li, nei serpenti e nei pesci, nelle colline, negli alberi e nei
and flowers. Hence the holistic and mythopo- fiori. Da qui la percezione olistica e mitopoietica della sa-
etic perception of the sacredness and mystery cralità e del mistero di tutto ciò che è sulla Terra» (5).
of all there is on Earth» (5). The cosmogonic La Dea cosmogonica è in definitiva una metafora, un’i-
Goddess is ultimately a metaphor, a sacred dea sacra della Sorgente immanente di tutto ciò che esi-
concept of the immanent Source of all exis- ste, rappresentata, per migliaia di anni, in forme fem-
tence rendered, for thousands of years, in fe- minili.
male forms. Gli essere umani hanno sempre cercato di trovare
Humans have always tried to make sense of un senso nel mondo e di coltivare una relazione con ciò
the world and to cultivate a relationship with che è percepito come sacro. In questo caso, La Sorgente
what is perceived to be Sacred. In this case, Sacra è l’intero mondo naturale, che si genera da sé e
the Sacred Source is the entire natural world, riassorbe se stesso nella morte. Immaginare questa Sor-
giving birth to itself, and absorbing itself in gente come femminile crea un’intimità primaria con ciò
death. To imagine the Source as female, cre- che sarebbe altrimenti infinitamente vasto. La Sorgente
ates a primal intimacy with what is otherwise Sacra è Una così come l’universo è Uno, pullulante di
infinitely vast. The Sacred Source is One as the molteplicità.
universe is One, teeming with multiplicity. Lungi dal rappresentare una categoria monolitica, i
Far from representing a monolithic catego- poteri della Dea non si limitano alla fertilità e alla ma-
ry, the Goddess’ functions are not limited to ternità, ma comprendono la certezza della morte e la
fertility and motherhood, but include the cer- possibilità della rigenerazione all’interno dei cicli del
tainty of death and the possibility of regenera- tempo. Questa metafora ha dato origine a un’ampia
tion within the cycles of time. This metaphor gamma di espressioni umane in svariati contesti am-
has given rise to a broad range of human ex- bientali, culturali e temporali.
pressions in varied ecological, cultural, and
temporal contexts. Questo studio presenta un repertorio di immagini
This paper introduces anthropomorphic antropomorfiche e zoomorfiche provenienti dall’antica
and zoomorphic imagery from Old Europe, Old Europa, dall’antica Anatolia (6) e dal Mediterraneo,
Anatolia (6), and the Mediterranean that re- immagini che riflettono l’antica venerazione per i poteri
flects ancient veneration of the life-giving, propri del mondo naturale di dare la vita, causare la
death-wielding, and regenerative powers of morte e produrre la rigenerazione.
the natural world. Le sculture raffiguranti il corpo femminile che funzio-
Sculptural expressions of the female body nano come metafore sacre non hanno avuto inizio con la
functioning as sacred metaphors did not begin transizione alle economie agricole del Neolitico, ma han-
with the transition to Neolithic horticultural no origine nell’Era Glaciale del Paleolitico Superiore.
economies, but had roots in the Ice Age of the
Upper Paleolithic.
the cave, which may have been utilized for questa caverna, che potrebbe essere stata utilizzata per
thousands of years for ritual purposes, associ- migliaia di anni a scopi rituali, associa la gravidanza di
ates the pregnancy of both women and ani- entrambi, donne ed animali.
mals. The gestation of bison, typically born in La gestazione del bisonte, che di solito nasce in primave-
the spring, is the same as humans, nine ra, ha la stessa durata di quella umana, nove mesi.
months. This image may have communicated Questa immagine potrebbe aver comunicato il messag-
the message that when the bison are rutting, it gio che quando il bisonte è in calore, è tempo di concepi-
is time to become pregnant in order to give re, in modo da partorire in primavera.
birth in the spring. Under Ice Age conditions, Durante l’Era Glaciale, partorire in inverno poteva si-
to give birth in winter could mean death. Such gnificare la morte.
a figure might simultaneously represent an in- Una figura come questa poteva rappresentare simulta-
dividual woman, a great cosmic presence, a neamente una singola donna, una grande presenza co-
message from the ancestors-both practical and smica, un messaggio da parte degli antenati – sia prati-
spiritual-a relational bond between the human co sia spirituale – un legame di parentela fra la comu-
and animal communities, the finite and the in- nità umana e quella animale, il finito e l’infinito, senza
finite, with no contradiction. contraddizione.
The predominance of female mobilary art in La prevalenza delle piccole sculture femminili nel-
Upper Paleolithic Eurasia has puzzled re- l’Eurasia del Paleolitico Superiore ha reso perplessi i ri-
searchers for decades. Thousands of Paleolithic cercatori per decenni.
female sculptures in various styles, small Migliaia di sculture femminili paleolitiche in vari stili,
enough to nestle in the hand, were created and abbastanza piccole da potersi tenere in mano, sono state
carried along the big-game corridor between create e trasportate lungo i percorsi di caccia grossa fra i
the Pyrenees and Siberia. Some have been Pirenei e la Siberia.
found in situ near the hearths of mammoth Alcune sono state rinvenute in situ vicino ai ripari dei
hunters, or in special niches, suggesting a ritual cacciatori di mammut, o in nicchie speciali, il che fa pen-
or protective function. Attempts to explain sare a una funzione rituale o protettiva.
these sculptures have produced theories about I tentativi di spiegare queste sculture hanno prodotto
fertility cults, worship of a Mother Goddess, as teorie sui culti della fertilità, sull’adorazione della Dea
well as Stone Age sexuality (implied by the Madre e anche sulla sessualità nell’Età della Pietra
term «Venus»), and pornography. According to (implicita nel termine «Venere») e sulla pornografia.
Gimbutas, «To conclude that these Paleolithic Secondo Gimbutas, «Concludere che questi simboli pa-
symbols were objects created for the erotic leolitici fossero oggetti creati per la stimolazione erotica
stimulation of males completely ignores their dei maschi significa ignorare completamente il loro con-
religious and social context. Attention must be testo religioso e sociale. Bisogna considerare attenta-
paid to how they are rendered, with what other mente come essi sono rappresentati, a quali altri simboli
symbols they are associated, and whether their sono associati, e se la loro raffigurazione continua per
depiction extends over long ages» (8). lunghi periodi» (8).
It has been suggested that small female im-
ages may simply have been dolls or toys with- Si è ipotizzato che le piccole immagini femminili fos-
out any particular sacred significance (9). While sero semplicemente bambole o giocattoli senza nessun
dolls and toys may certainly have been made, particolare significato sacro (9). Ma, mentre bambole e
miniature sculptures do have the capacity to giocattoli possono certamente essere stati costruiti, le
represent complex symbolism linked with ritu- sculture in miniatura possiedono la capacità di rappre-
al behavior and oral narratives. Hopi kachinas, sentare un simbolismo complesso collegato al comporta-
for example, rendered in the form of «dolls» mento rituale e alle narrazioni orali. Le kachinas Ho-
represent formidable cosmic powers. pi, ad esempio, che hanno forma di «bambole», rappre-
The disappearance of female mobilary art sentano formidabili poteri cosmici.
in Europe at the end of the Ice Age does not La scomparsa delle piccole sculture femminili in Eu-
necessarily signify an abandonment of earlier ropa alla fine dell’Era Glaciale non significa necessaria-
beliefs. Mammoth ivory, the preferred sculp- mente un abbandono delle credenze precedenti. L’avorio
tural medium, became scarce and figurines di mammut, il materiale preferito per le sculture, era di-
produced in perishable materials would have ventato scarso e statuine prodotte con materiali più de-
decayed (10). peribili potrebbero essere andate distrutte (10).
Palaeolithic traditions lasted longer in
Siberia than in Europe because the ice-shield Le tradizioni paleolitiche sono durate più a lungo in
melted more slowly, fostering a continuity of Siberia che in Europa perché lo scudo di ghiaccio si è
socioeconomic patterns in local populations. It sciolto più lentamente, favorendo la continuità dei mo-
(8) Gimbutas 1991: 223.
(9) Ucko 1963.
(10) Haarmann 2000: 8.
12 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
is significant that various Siberian peoples still delli socio-economici nelle popolazioni locali. È significa-
associate the natural world with female spirits tivo che vari popoli siberiani associno ancora il mondo
(11). In the mythology of the Finno-Ugrians, for naturale con gli spiriti femminili (11).
instance, the earth, forests, water, wind, and Nella mitologia dei popoli ugro-finnici, per esempio, si
fire are believed to contain the living presence ritiene che la terra, le foreste, l’acqua, il vento e il fuoco
of female deities. The Siberian Evenki people racchiudano la presenza vivente di divinità femminili.
traditionally keep a female sculpture in every Il popolo siberiano degli Evenki tradizionalmente conser-
tent, symbolizing the spirit of a female ances- va in ogni tenda una scultura femminile, che simboleg-
tor guardian who protects the fireplace and is gia lo spirito guardiano di un antenato femminile che
responsible for the well-being and shelter of protegge il fuoco ed è responsabile del benessere e della
the family. The Chukchee people of the Siber- sicurezza della famiglia. Presso il popolo Chukchee del
ian northeast have a custom of giving a doll to nord est siberiano vige l’usanza di dare alla sposa una
the bride, symbolizing a protective female an- bambola, che simboleggia un antenato protettore fem-
cestor. Moreover, in these cultures, the roles of minile.
prominent women, such as female shamans, Inoltre, in queste culture, il ruolo delle donne influenti,
have been preserved (12). come le donne sciamano, è stato conservato (12).
Evidence of the veneration of female pow-
ers is not dependent on the presence of a La prova della venerazione dei poteri femminili non
sculptural tradition. In Wales and throughout dipende solo dalla presenza di una tradizione scultorea.
the British Isles, the Goddess is evoked Nel Galles e su tutto il territorio delle Isole Britanniche,
through a richly poetic oral tradition in which la Dea è evocata attraverso una tradizione orale ricca-
the entire natural world is imbued with her mente poetica nella quale l’intero mondo naturale è per-
essence. Don, the Magna Mater, is said to have meato della sua essenza. Si ritiene che Don, la Magna
given birth to Wales, and to the power of Mater, abbia dato i natali al Galles, e si attribuisce a
speech there. According to Michael Dames lei anche il potere della parola. Come afferma Michael
«The chatter and slurp of Welsh streams ... Dames, «I borbottii e i mormorii dei torrenti del Galles
were formerly regarded as the bubbling proto- ...erano un tempo considerati come le gorgoglianti proto
words of a river goddess». Her presence is - parole di una dea del fiume». Si ritrova traccia della
found in the Welsh verb donio, ‘to endow, bless, sua presenza nel verbo gallese donio, «dotare, benedi-
give, present’ (13). In Ireland (Éire, derived re, dare, offrire in dono» (13).
from the Goddess Éiru), rivers such as the In Irlanda (Éire, che deriva dalla Dea Éiru), fiumi come
Boyne, Liffey, Shannon, Braint and Brent are il Boyne, il Liffey, lo Shannon, il Braint e il Brent
named after the goddesses Bóand, Lífe, Sin- prendono i loro nomi dalle dee Bóand, Lífe, Sinnann e
nann, and Brigit (14). Springs, sacred wells, Brigit (14).
rivers, and lakes are associated mythically with Sorgenti, fonti sacre, fiumi e laghi sono associati mitica-
the womb’s watery realm, places of gestation mente con il regno acquatico dell’utero, luoghi di gesta-
and nurturance. The River Kennet that flows zione e nutrimento.
through the ceremonial landscape of Britain’s Il fiume Kennet che scorre attraverso il paesaggio ceri-
Marlborough downs takes its name from the moniale delle colline britanniche di Marlborough prende
Goddess’ genitalia (15). The landscape is the il suo nome dai genitali della Dea (15).
body of the Goddess, as indicated by the lore Il paesaggio è il corpo della Dea, come è indicato dalle
of place names, such as the «Paps of Anu», denominazioni tradizionali delle località, come le «Mam-
mountains in the shape of breasts in County melle di Anu» montagne a forma di seni nella County
Kerry, Ireland. Kerry, in Irlanda.
Womb of the Goddess as Sacred Source Il grembo della Dea come sorgente sacra
Some of the earliest female symbols engraved Alcuni dei più antichi simboli femminili incisi sulle pare-
on Paleolithic cave walls from southern France, ti delle grotte del Paleolitico nella Francia del sud, data-
c. 30,000 BC and later, are traditionally interpret- bili al 30000 a.C. circa e più tardi, sono tradizional-
ed as figurative and symbolic vulvas, pars pro toto mente interpretati come vulve figurative e simboliche,
of the Goddess as the Sacred Source of life. pars pro toto della Dea come sorgente sacra della vi-
Many of these abstract images seem analogous ta. Molte di queste immagini astratte assomigliano a se-
to seeds or buds, establishing an early connec- mi o germogli, e stabiliscono una connessone primordia-
tion between women’s reproductive organs and le fra gli organi riproduttivi della donna e il mondo vege-
the vegetable world [Fig. 1, 4] (16). tale [Fig. 1, 4] (16).
(11) Ibid.
(12) Ibid: 13, 8.
(13) Dames 1999: 15.
(14) Condren 1989: 26-7.
(15) Michael Dames, personal communication.
(16) Gimbutas 1989: 99.
Joan Marler - The body of woman as sacred metaphor 13
As the climate warmed and vegetation flour- Quando il clima si fece più caldo e la vegetazione rigo-
ished, some Mesolithic peoples became semi- gliosa, alcuni popoli del Mesolitico divennero semi seden-
sedentary during the gradual transition to food tari nel corso della graduale transizione verso economie di
producing economies. The greater reliance on produzione del cibo. La maggior fiducia nel nutrimento
nourishment from gathered plants and woman’s proveniente dalle piante e il ruolo della donna come rac-
role as forager are reflected in patterns of fe- coglitrice, si riflettono in modelli di simbolismo femminile
male symbolism in which the womb/vulva is in- nei quali l’utero/vulva è sempre più frequentemente asso-
creasingly associated with vegetation. The semi- ciato con la vegetazione. I Natufi, un popolo semi-seden-
sedentary Natufians from the Levant (c. 10,000- tario del Medio Oriente (10000-9000 a.C. circa), che
9,000 BC), who gathered wild wheat and barley, raccoglievano grano selvatico e orzo, incidevano un incavo
engraved flat oval stones with a central groove centrale su piatte pietre ovali che rassomigliano a semi o
resembling seeds or stylized vulvas [Fig. 1, 1 vulve stilizzate [Fig. 1, 1 e 2] (17). La forma e il simboli-
and 2] (17). The form and symbolism of the smo delle pietre ricordano le conchiglie cauri, anch’esse
stones are reminiscent of cowry associate con il simbolismo della vul-
shells, also associated with vul- va, che si ritrovano nei depositi neo-
val symbolism, found in Levan- litici del Mediterraneo. I livelli più
tine Neolithic deposits. The low- bassi delle abitazioni del periodo pre-
est pre-ceramic habitation levels ceramico in Anatolia potrebbero an-
in Anatolia may also have been che essere stati natufiani (18).
Natufian (18). Una scultura in osso del Mesoli-
A Mesolithic bone carving of tico, trovata in un sito semi sedenta-
a woman’s torso found at a se- rio nella regione delle Porte di Fer-
mi-sedentary site in the Iron ro, nella Romania sud occidentale
Gate region of southwestern Ro- (8000 a.C. circa), raffigura un
mania (c. 8000 BC), shows her tronco di donna con il grembo a for-
lozenge-shaped womb sprout- ma di losanga che germoglia come
ing like a vigorous plant [Fig. una pianta vigorosa [Fig. 2] (19).
2] (19). Across the Danube in Al di là del Danubio, in Serbia, nel
Serbia, at the ceremonial site of sito cerimoniale di Lepenski Vir
Lepenski Vir (c. 6000 BC), a red- (6000 a.C. circa), su una pietra
dish womb- or egg-shaped tondeggiante di colore rossastro a
boulder stone (H. 20 cm) was forma di utero o di uovo (H. 20
engraved with a vulva shape Fig. 2 - Bone engraving from Cuina Turcului, Iron cm.) è stata incisa la forma di una
that also seems to be sprouting. Gate region, SW Romania, c. 8000 BC (H. 17 vulva che sembra anch’essa fiorire.
It was found at the head of the cm.). Questa pietra è stata ritrovata sul-
altar at the center of a triangular Fig. 2 - Incisione su osso da Cuina Turcului,
regione delle Porte di Ferro, Romania sud l’altare al centro di un tempio trian-
shrine (20). occidentale, 8000 a.C. circa (H. 17 cm.). golare (20).
(23) Ibid:102-3.
(21) Ehrenberg 78. (24) I am grateful to Mehmet Özdogan for information on this ar-
(22) Gimbutas 1989: 100-3. tifact. See also Gimbutas 1999: 78.
Joan Marler - The body of woman as sacred metaphor 15
anthropomorphic vase with upraised arms in- figurine con maschere amovibili e un vaso antropomorfo
dicating that domestic work and ritual practice con le braccia alzate, a testimoniare il fatto che il lavoro
were intertwined. It appears that women’s domestico e la pratica rituale erano strettamente legati.
work was sacred work-grinding grain, baking Sembra evidente che il lavoro delle donne fosse lavoro
bread, birthing and caring for children, as well sacro – macinare il grano, cuocere il pane, partorire e
as weaving, pottery making and other cultural allevare i bambini, così come l’arte della tessitura e della
activities (28). ceramica e le altre attività culturali (28).
The typical bread oven with its rounded Il tipico forno da pane con la sua forma rotonda, usa-
form, used throughout Old Europe, is analo- to in tutta l’antica Europa, è simile al ventre gravido. Un
gous to the pregnant belly. A miniature oven forno in miniatura proveniente dalla cultura Tisza, in
from the Tisza culture, Hungary (c. 6000 BC, H. Ungheria (6000 a.C. circa, H. 6.2 cm), presenta il dise-
6.2 cm.) is portrayed with a navel. The expres- gno di un ombelico. L’espressione «ha un panino nel for-
sion of a pregnant woman having «a bun in the no» è usata tuttora per indicare una donna incinta. Inol-
oven» has continued to the present day. More- tre, la consuetudine di impastare il pane in forme che ri-
over, the practice of baking dough in vulva-like cordano la vulva si ritrova nei Balcani, in Turchia, in
shapes is found in the Balkans, Turkey, Sar- Sardegna, a Malta e in tutta la zona del Mediterraneo.
dinia, Malta, and throughout the Mediter-
ranean region. Partorire e nutrire
Il bambino che si muove nel grembo è talvolta parago-
Birth-giving and Nurturing nato a un pesce o una rana. A Çatal Hüyük, la Dea
The child moving in the womb is sometimes della nascita stessa è raffigurata come una rana sui ri-
likened to a fish or frog. At Çatal Hüyük, the lievi scultorei e sulle pitture parietali (29). Nel sito di
Birth-giving Goddess herself is depicted as a Hacilar, Anatolia centrale (fine del VI millennio a.C.),
frog on sculptural reliefs and wall paint- una rana di terracotta con testa e seni di donna è raffi-
ings (29). At the central Anatolian site of gurata in forma di M aperta, tipica della posizione del
Hacilar (end of 6th millennium BC), a terracotta parto. Una rana in pietra nera proveniente da Achil-
frog with the head and breasts of a woman is in leion (6300 a.C. circa, H. 3.2 cm), è raffigurata nella
an open M shape, typical of the birthing posi- stessa posizione. Questa scultura, che presenta una vul-
tion. A blackstone frog from Achilleion (c. 6300 va dentellata, era stata forata per essere indossata come
BC, H. 3.2 cm), is in the same posture. This un amuleto. L’usanza di scolpire rane, e ibridi donna-
carving, with a notched vulva, was perforated rana, in marmo, pietra, argilla e altri materiali, sempre
to be worn as an amulet. Frogs, and frog- in associazione con la nascita e con la rigenerazione,
women hybrids created in marble, stone, clay continua a lungo anche in epoca storica. In un ex-voto
and other media continue late into the histori- d’argento proveniente dalla Baviera, datato AD 1811,
cal period in association with birth as well as ritroviamo una rana con un’apertura vulvare nel corpo
regeneration. An ex voto silver plate from associata con la Madonna e il Bambino (30).
Bavaria, dated AD 1811, has a frog with a vulval La somiglianza delle immagini riguardanti il parto e
opening on its body in association with the la nascita lungo un periodo di più di tremila anni nel-
Madonna and child (30). l’antica Europa è veramente degna di nota. Una sta-
The similarity of birth-giving imagery over tuetta in terracotta appartenente alla Prima cultura Se-
three thousand years in Old Europe is remark- sklo ad Achilleion (6300-6200 a.C. circa, H. 7.1 cm),
able. A terracotta figurine of a pregnant woman raffigura una donna incinta con le ginocchia sollevate a
from the Early Sesklo culture at Achilleion (c. mostrare la grande vulva turgida. Tre linee parallele so-
6300-6200 BC, H. 7.1 cm.), is depicted with no incise su entrambi i lati della parte inferiore della
knees drawn up revealing her large swollen schiena. La faccia è una maschera dall’espressione do-
vulva. She has three parallel lines on each side lente, che si ritrova anche in altre sculture di donne in-
of her lower back. Her face is reconstructed cinte di questo sito (31). La natura grave di queste ma-
with a sorrowful mask, as found on other preg- schere potrebbe indicare le dimensioni sciamaniche del-
nant sculptures at the site (31). The sober na- l’atto di partorire. Partorire significava varcare la soglia
ture of these masks may indicate the shamanic fra la morte e la vita, e molte donne morivano dando al-
dimensions of birth-giving. A threshold must la luce i figli. Anche una statuetta Vinča, proveniente
be crossed between death and life, and many dalla Yugoslavia centrale (metà del V millennio a.C.), è
women died in childbirth. A Vinča figurine raffigurata in una posa rannicchiata con le ginocchia
from central Yugoslavia (mid-5th millennium sollevate. Sulle natiche e sulle cosce sono incise linee on-
BC), also has her knees drawn up into a curled, dulate parallele e circoli con un punto al centro. Una
sitting posture. Her buttocks and thighs are in- scultura proveniente dal tempio megalitico di Hagar
cised with swirling, parallel lines and circles Qim sull’isola di Malta (IV millennio a.C., H. 6.6 cm),
with a dot in the center. A sculpture from Hagar è in una posizione simile, con le corte gambe sollevate
Qim megalithic temple on the island of Malta dritte. La sua mano destra tocca la vulva turgida e la
(4th millennium BC, H. 6.6 cm.), is in a similar mano sinistra è alzata dietro la testa. Nove linee paral-
posture with her short legs pulled straight up. lele sono incise sulla schiena. Possiamo supporre che le
Her right hand is touching her swollen vulva donne non partorissero da sole, ma fossero assistite da
and her left hand is raised to the back of her altre donne. Queste sculture rappresentano il fulcro dei
head. Nine parallel lines are incised on the più antichi rituali delle donne, far nascere e sostentare
back of the torso. It can be assumed that birth- la nuova vita nel mondo.
giving was not accomplished alone, but in the Sculture di madri con i bambini sono presenti ovun-
company of women attendants. These sculp- que. La scultura di una madre in trono che regge il suo
tures represent the central focus of the most bambino, proveniente dalla cultura Dimini in Tessaglia
ancient women’s rituals, birthing and sustain- (5500 a.C. circa), è dipinta con linee rosse parallele che
ing new life into the world. avvolgono entrambi i corpi, arrotolandosi in spire nella zo-
Sculptures of mothers and babies are ubiq- na del grembo. Questo abbraccio materno sta a significa-
uitous. An enthroned mother holding her baby re la trasmissione iniziale della cultura da madre a figlio.
from the Dimini culture in Thessaly (c. 5500 La scultura Vinča di una madre che allatta il suo
BC), is painted with red parallel lines that coil bambino, conosciuta come «Madonna di Rast» (Roma-
around their bodies, swirling at the womb nia occidentale, 5000 a.C. circa), è coperta di iscrizioni
area. The initial transmission of culture be- in bande diagonali. Questa figura costituisce la prova
tween mother and child is implied by this ma- dell’esistenza della scrittura nell’antica Europa e può
ternal embrace. aver avuto la funzione di mezzo di comunicazione con la
A Vinča mother nursing her child, known as divinità, o di ex-voto [Fig. 5] (32).
the «Madonna from Rast» (western Romania, c. Numerose sculture zoomorfe esprimono un legame di
5000 BC), is covered with inscriptions in diago- parentela fra il regno animale e quello dell’uomo. Nella
nal registers. This figure carries evidence of scultura Vinča di una madre con bambino proveniente
Old European writing and may have func- dal Kosovo (metà del V millennio a.C.), le creature raffi-
tioned as a communication to the deity, or ex gurate sono entrambe orsi, oppure esseri umani che in-
voto [Fig. 5] (32). dossano maschere da
Numerous zoomor- orso. La venerazione
phic sculptures ex- dell’orso come antenato
press a kinship be- è diffusa in tutto l’emi-
tween the human and sfero nord, e l’associa-
animal realms. A Vinča zione dell’orso (bear)
mother and baby from con la donna che parto-
th
Kosovo (mid-5 mil- risce è avvalorata dalla
lennium BC), are ei- radice bher – «to bear
ther bears or humans children» – partorire
wearing bear masks. bambini (33).
The veneration of the Porphyry, che scriveva
bear as an ancestor is nel III secolo d.C., de-
found throughout the scrive una nonna che
northern hemisphere, posa un neonato sopra
and the association of Fig. 5 - «Madonna from Rast» with diagonal inscriptions, Vinča culture, W. Roma-
nia, c. 5000 BC (H. 12 cm.).
una pelle d’orso. Que-
the bear with the Fig. 5 - «Madonna di Rast» con iscrizioni diagonali, cultura Vinča, Roma- sta usanza è continua-
birth-giving mother is nia occidentale, 5000 a.C. circa (H. 12 cm.). ta nei territori slavi fino
corroborated by the al XX secolo. Nella Li-
root bher - ‘to bear tuania orientale la neo-
children’ (33). Porphyry, who wrote in the 3rd mamma è chiamata Meska, «Orsa» (34).
century AD, describes a grandmother placing a La «Madonna di Gradac» (Vinča, Yugoslavia del
newborn baby on a bearskin. This practice has sud, 5000 a.C. circa), assisa, allatta un bambino che
continued in Slavic lands to the 20th century. In indossa la maschera triangolare di un uccello. La testa
eastern Lithuania the new mother is called Mes- della madre è andata perduta, ma la sua schiena è inci-
ka, ‘Bear’ (34). sa con ornamenti a V, che si ritrovano spesso nelle im-
(32) A sacred script developed in Old Europe, 2000 years before purposes. See Gimbutas 1991: 308-21; 1999: 48-54; and Haar-
writing appeared in Mesopotamia. It was inscribed on votive ob- mann 1996.
jects, temple models, spindle whorls, ceremonial vases and an- (33) Gimbutas 1989: 116-7.
thropomorphic sculptures - not for economic, but for religious (34) Ibid: 116.
18 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
The seated «Madonna from Gradac» (Vinča, magini della donna-uccello. I suoi fianchi sono coperti da
S. Yugoslavia, c. 5000 BC) nurses a human baby un disegno a rete, che Gimbutas associa alle acque della
that wears the triangular mask of a bird. The vita (35).
mother’s head has been lost, but her back is Un vaso a forma di donna proveniente da Myrtos, nel
incised with chevrons, often found on the bird- sud dell’isola di Creta (2900-
woman image. Her hips are 2600 a.C.), è dipinto con un di-
covered with a net design, segno a rete rosso che copre il
which Gimbutas associates grande triangolo pubico e altre
with the waters of life (35). zone del corpo davanti e dietro.
An anthropomorphic vessel Questa figura ha collo di serpen-
from Myrtos, southern Crete te, faccia umana e mammelle
(2900-2600 BC), has a red provviste di fori dai quali versare
net pattern covering her il liquido rituale. Le sue lunghe
large pubic triangle and oth- braccia, sinuose come serpenti,
er areas front and back. She reggono un vaso più piccolo che si
has a snake-like neck with a apre verso il suo interno [Fig. 6].
human face and perforated Una figura di terracotta prove-
breasts for ritually pouring niente da Micene (XIV sec. a.C.
liquid. Her long snaky arms circa), che indossa una veste or-
hold a baby vase that opens nata di linee sinuose, regge un
to her interior [Fig. 6]. A ter- bambino che assomiglia a un ser-
racotta figure from Mycenae pente.
th
(c. 14 century BC), wearing
a costume covered with ser- Fig. 6 - Anthropomorphic vessel from Myrtos, S. Crete,
2900-2600 BC (H. 18.8 cm.). La Dea Uccello come nutrice
pentine lines, holds a baby Fig. 6 - Vaso antropomorfo da Myrtos, Creta meri- Nel sito di Achilleion sono stati
that resembles a snake. dionale, 2900-2600 a.C. (H. 18.8 cm.). ritrovati numerosi frammenti di
sculture di uccelli acquatici dal
The Bird Goddess as Nurturer lungo collo e con un becco caratteristico , in alcuni casi
The Achilleion site yielded numerous fragments ancora attaccati a un corpo di donna. (I lunghi colli sono
of long necked water fowl with a distinctive stati spesso trovati rotti.) Ma alcune statuette sono in-
beak, in some cases still attached to a woman’s tatte e sono raffigurate sedute in trono con ordinate ac-
body. (The long necks were often found bro- conciature e grandi seni umani (36). Una Dea Uccello
ken.) Some intact figurines are seated on meravigliosamente conservata proveniente da un altro
thrones with tidy hairdos and large human sito Sesklo in Tessaglia (Megali Vrisi, inizi del VI mil-
breasts (36). A beautifully preserved Bird God- lennio a.C.), indossa una maschera con un grande bec-
dess from another Sesklo site in Thessaly co, ha un lungo collo da uccello acquatico e capelli accu-
(Megali Vrisi, early 6th millennium BC), has a ratamente pettinati.
large beaked mask, the long neck of the water Essa offre con en-
bird and carefully combed hair. She presents trambe le mani i suoi
her breasts in both hands as sources of nourish- seni come fonte di nu-
ment, while on her arm multiple Vs, or chevrons trimento, mentre sul
are engraved which Gimbutas identifies as the suo braccio sono incisi
sign of the Bird Goddess [Fig. 7] (37). V multiple o orna-
The prevalence of these bird-woman sculp- menti a zig-zag, sim-
tures suggests that they may have been familiar boli che Gimbutas
characters in stories, songs or legends. Their hy- identifica come i segni
brid features imply an intimacy between the della Dea Uccello
human and avian worlds. Breasts as sources of [Fig. 7] (37).
life-giving moisture are found on vases from La larga diffusione
the Neolithic through the Bronze Age. Many di queste sculture di
have attributes of the bird, such as the nip- donne-uccello fa pen-
pled vases from the Vinča culture (c. 5000 BC), sare che esse potreb-
and Baden vases with breasts, wings, and bero essere state per-
chevrons (Hungary, c. 3000 BC). An Early Mi- sonaggi familiari in
noan anthropomorphic vessel from the ceme- storie, canzoni e leg-
Fig. 7 - Bird-woman, Sesklo culture,
(35) Ibid: 36-37. For a discussion of the net motif, see Gimbutas Megali Vrisi, Tirnavos, Thessaly,
1989: 81-7. 5900-5700 BC.
(36) See Gimbutas et al. 1989: 179-92. Fig. 7 - Donna-uccello, cultura
(37) Gimbutas 1989: 34-5. It is interesting to note that wild geese Sesklo, Megali Vrisi, Tirnavos,
fly through the air in a V formation. Tessaglia, 5900-5700 a.C.
Joan Marler - The body of woman as sacred metaphor 19
tery in Mallia, eastern Crete (end of 3rd millen- gende. Le loro fattezze ibride denotano intimità fra il
nium BC, H.16.4 cm.) held liquid that was ritu- mondo degli uomini e quello degli uccelli. I seni come sor-
ally poured as a libation through the open gente del liquido che dà la vita si ritrovano scolpiti sui va-
breasts. This Bird Goddess wears an elegant si nel corso di un periodo che va dal Neolitico fino all’Età
robe painted with watery lines, multiple neck- del Bronzo. Molti presentano gli attributi dell’uccello, co-
laces, an elaborate turban, and has enormous me i vasi con capezzoli appartenenti alla cultura Vinča
bird eyes and beak (38). (5000 a.C. circa), e i vasi con seni, ali e ornamenti a zig-
Breasted ewers in the shape of water birds, zag provenienti dall’Ungheria (3000 a.C. circa). Un va-
with multiple necklaces, were common in so antropomorfo del Primo Periodo Minoico proveniente
western Anatolia, the Cycladic islands and dal cimitero di Mallia, Creta orientale (fine del III mil-
Crete during the mid-2nd millennium BC. The lennio a.C., H. 16.4 cm) conteneva del liquido che veni-
nipples were usually encircled with a dotted va versato attraverso i fori delle mammelle durante le li-
pattern, and their wide eyes were carefully bagioni rituali. La Dea Uccello raffigurata in questo vaso
painted. Liquid contained in the body was indossa una elegante veste dipinta con linee ondulate,
poured through the open beak. molte collane, un elaborato turbante ed ha enormi occhi
Hundreds of terracotta women wearing bird da uccello e un grande becco (38).
masks, loose fitting costumes covered with wa- Brocche a forma di uccelli acquatici, dotate di seni e
tery lines, often with up-raised arms resem- con molti giri di collane, erano oggetti comuni nell’Ana-
bling wings, were created during the Myce- tolia occidentale, nelle isole Cicladi e a Creta alla metà
naean period. These figurines may represent del II millennio a.C. I capezzoli erano solitamente attor-
the ceremonial activities of women costumed niati da un disegno a punti, e i grandi occhi erano di-
as water birds. pinti con cura. Si versava il liquido contenuto nella broc-
ca attraverso il becco aperto.
Snake Goddess Durante il periodo Miceneo furono scolpite centinaia
Sculptures with snake-like appendages, some di statuette in terracotta di donne che indossano masche-
sitting in a «yogic» posture, were created in re da uccello e larghe vesti ornate di linee ondulate, spes-
Thessaly, western Anatolia, the Aegean islands so raffigurate con le braccia alzate, simili ad ali. Queste
and Neolithic Crete during the 6th millennium statuette potrebbero rappresentare le attività cerimoniali
BC [Fig. 8]. Groups of terracotta snake-women, di donne abbigliate con costumi da uccelli acquatici.
usually with no arms, were placed on altars in
house shrines of the Cu- La Dea Serpente
cuteni-Tripolye culture in the Sculture con attributi di serpente,
Ukraine and Romania during alcune sedute in posizione «yogi-
the 5th millennium BC, sug- ca», furono prodotte in Tessaglia, in
gesting councils of women in Anatolia occidentale, nelle isole
ritual. Snakes were venerated Egee e a Creta durante il VI mil-
in Minoan Crete and into the lennio a.C. [Fig. 8]. Nel V millen-
historic period as vehicles of nio a.C., in Ucraina e in Romania,
chthonic powers, spirits of sugli altari dei santuari domestici
the ancestors, protectors of della cultura Cucuteni-Tripolye, ve-
sacred areas, and as nivano collocati gruppi di sculture
metaphoric of the cosmic re- in terracotta di donne-serpente, di
alities of death and regenera- solito senza braccia, il che suggeri-
tion (39). sce l’idea di assemblee rituali di
Both birds and snakes are donne. I serpenti erano venerati a
accompanied by aquatic Creta nell’età minoica e fino al pe-
symbols in Neolithic iconog- riodo storico come veicoli dei poteri
raphy, both lay eggs, and are ctonii, spiriti degli antenati, protet-
purveyors of life, as well as tori delle aree sacre e come metafo-
death and rebirth. Their ra delle realtà cosmiche della morte
mythological relationship e della rigenerazione (39).
continued into historic times. Entrambi, uccelli e serpenti,
Athena’s attributes of both sono accompagnati da simboli ac-
bird and snake, for instance, Fig. 8 - Burnished clay sculpture with snake-like neck and quatici nell’iconografia neolitica,
combine as the plumed ser- legs, Kato Ierapetra, S. Crete, 6th mill. BC (H. 14.2 cm.). entrambi depongono le uova e sono
Fig. 8 - Scultura di argilla brunita con collo di ser-
pent in the form of her alter pente, Kato Ierapetra, Creta meridionale, VI mill. coloro che procurano la vita, ma
ego, the Gorgon. a.C. (H. 14.2 cm.). anche la morte e la rinascita. La
Death and Regeneration loro relazione mitologica continua fino all’epoca storica.
With the development of food producing Gli attributi di Atena, ad esempio, che sono sia di uccel-
economies, and the seasonal activities of plant- lo sia di serpente, si combinano nel serpente piumato
ing, harvesting, and working the soil, concepts nella figura del suo alter ego, la Gorgone.
of the sacred became analogous to the life cy-
cle of the vegetable world. Central to the prac- Morte e rigenerazione
tice of horticulture is the observation that the Con lo sviluppo delle economie basate sulla produzione
fertility of the earth depends upon the decom- del cibo e delle relative attività stagionali di piantare,
position of previously living matter. Seeds raccogliere e lavorare la terra, i concetti del sacro si mo-
buried in the earth await germination as though dellarono sul ciclo vitale del mondo vegetale. Centrale
from the grave. In mythic terms, the Goddess of nella pratica dell’agricoltura è l’osservazione che la fer-
Death presides over the generation of life with- tilità della terra dipende dalla decomposizione della pre-
in the great cycles of becoming. She is also the cedente materia vivente. I semi sepolti nella terra at-
Goddess of Regeneration who appears as a tendono di germinare come dalla tomba. In termini mi-
bird of prey, and as a scavenger or corpse eater, tici, la Dea della Morte presiede alla generazione della
such as the vulture, wild boar and dog. These vita all’interno dei grandi cicli del divenire. Essa è an-
creatures are engaged in the vital process of che la Dea della Rigenerazione, che si manifesta come
breaking down once living matter to be recy- uccello da preda e come animale che si nutre si immon-
cled into new forms within the web of life. dizia o di cadaveri, ad esempio come avvoltoio, cinghiale
At the Old Anatolian site of Çatal Hüyük, o cane. Queste creature sono impegnate nel processo
huge stylized vultures are depicted on wall vitale di distruggere ciò che una volta era vivo, per tra-
paintings from the early 7th millennium BC. sformarlo in nuove forme all’interno della trama della
They are shown swooping down on headless vita.
corpses to consume the bodies in the excarna- A Çatal Hüyük, sito dell’antica Anatolia, sono state
tion phase of a two-stage burial process. The ritrovate pitture parietali risalenti all’inizio del VII mil-
clean bones were gathered and buried under lennio a.C. che raffigurano enormi avvoltoi stilizzati, di-
the sleeping platforms in the houses. Some pinti nell’atto di avventarsi su cadaveri senza testa per
vultures are shown with human feet and ap- consumarne le carni.
pear to be pregnant, as though the corpse Questo rappresenta la fase di scarnificazione di un pro-
flesh they are devouring is being transformed cesso di sepoltura a due stadi: una volta pulite, le ossa si
within their bodies into new life. The maternal raccoglievano e si seppellivano nelle case sotto le piat-
symbolism of the vulture continued in Egypt taforme usate per dormire. Alcuni avvoltoi hanno piedi
where the hieroglyph of the vulture means umani e sembrano gravidi, come se la carne del cadave-
‘mother’. There, the goddesses Mut, Neith, re che stanno divorando si trasformasse all’interno del
and Isis all have vulture aspects. Moreover, loro corpo in nuova vita. Il simbolismo materno dell’av-
among the Siberian Yakuts the word ‘vulture’ voltoio si ritrova in Egitto dove il geroglifico dell’avvoltoio
and ‘mother’ are equated (40). significa «madre». Là, le dee Mut, Neith e Iside hanno
In northern Europe, the crow, raven, hawk, tutte l’aspetto di avvoltoio. Inoltre, presso gli Yakuts si-
and cuckoo are associated with death and re- beriani, le parole «avvoltoio» e «madre» sono equiva-
generation. In Ireland, the goddesses Macha, lenti (40).
Badb, and Morrígan are shape-shifters who can Nell’Europa del nord, la cornacchia, il corvo, il falco
be young beauties, old hags, crows, or ravens, e il cuculo sono associati con la morte e la rigenerazione.
carrying the dead to the underworld. Badb can In Irlanda, le dee Macha, Badb e Morrígan hanno for-
also be a serpent goddess with a huge vulva, ma mutevole e possono apparire come belle fanciulle,
associated with rituals of childbirth, while the vecchie streghe, cornacchie o corvi che conducono il mor-
German Valkyrie is the «corpse-choosing» to al mondo sotterraneo. Badb può anche essere una
raven. The Baltic witch Ragana is a shape-shift- dea serpente con una grande vulva, associata ai rituali
ing Goddess who appears as a crow as well as del parto, mentre la Valchiria germanica è il corvo che
a snake. Her name derives from the Lithuanian «sceglie il cadavere». La strega baltica Ragana è una
verb regèti, ‘to see’ or to ‘forsee’. She is also re- Dea di forma mutevole che si manifesta sia come cor-
lated to the moon, and to transformation (41). nacchia sia come serpente. Il suo nome deriva dal verbo
The hooked nose of the witch from European regèti, «vedere». Essa è in relazione anche con la luna
folklore is derived from the bird of prey. e con la trasformazione (41).
In southern Europe the main bird of prey, as- Il naso a uncino della strega del folklore europeo deriva
sociated with death and regeneration, is the dal becco dell’uccello da preda.
owl. While the vulture is interested only in Nell’Europa meridionale il principale uccello da pre-
corpses, the owl swoops down and attacks its da associato con la morte e la rigenerazione è il gufo.
prey in the midst of life. An anthropomorphic Mentre l’avvoltoio è interessato solo ai cadaveri, il gufo
sculpture from the Vinča culture (northwest Bul- attacca prede vive.
garia, 5000-4500 BC), has the typical round mask Una scultura antropomorfica della cultura Vinča (Bul-
of the owl. A white encrusted labyrinth en- garia nord-occidentale, 5000-4500 a.C.), presenta la
graved beneath her breasts coils around the tipica maschera rotonda del gufo.
womb area. Un disegno labirintico ornato di incrostazioni bianche è
The owl, with its all-seeing eyes, often with inciso fra i suoi seni e si avvolge tutt’intorno all’area del
breasts and vulva, is typically associated with grembo.
the megalithic tombs of western Europe. A tall Il gufo, con i suoi occhi che vedono tutto, spesso raffi-
figure (127.5 cm.) wearing an owl mask, with a gurato con seni e vulva, è un simbolo tipicamente asso-
necklace above her breasts, stands watch at ciato con le tombe megalitiche dell’Europa occidentale.
the entrance to a hypogeum in the Paris basin Una statua piuttosto grande (127.5 cm) che indossa
(3rd millennium BC) (42). Stylized owls are una maschera da gufo, con una collana sul petto, sta di
carved on stelae and on burial chambers in guardia all’entrata di un ipogeo nei dintorni di Parigi
Spain, Portugal, Brittany, and Ireland during (III millennio a.C.) (42). Gufi stilizzati sono stati scolpiti
the 3rd millennium BC. Owl urns in various sulle stele funerarie e nelle camere di sepoltura in Spa-
styles were used for burials during the same gna, Portogallo, Bretagna e Irlanda nel corso del III mil-
period in western Anatolia, lennio a.C. Durante lo stesso perio-
the Cycladic islands, and do nell’Anatolia occidentale, nelle
Old Europe [Fig. 9] (43). The isole Cicladi e in Europa si usavano
body of the bird functioned urne a forma di gufo, in vari stili,
as a vehicle for rebirth. per le sepolture [Fig. 9] (43). Il
The eyes of the owl, en- corpo dell’uccello funzionava come
graved on schist plaques veicolo di rinascita.
and cow bones, accompa- Gli occhi del gufo, incisi su placche
nied by triangles and zigzag di scisto e su ossa di bovini, accom-
patterns, were placed in pagnati da triangoli e da motivi a
megalithic passage graves in zigzag, si ritrovano nelle tombe a
Spain and Portugal (c. 3000 corridoio megalitiche in Spagna e
BC). The owl later became a Portogallo (3000 a.C. circa). Più
symbol of prophesy and wis- tardi il gufo divenne simbolo di pre-
dom as the epiphany of veggenza e saggezza in quanto epi-
Athena, as well as Hecate, fania di Atena e anche di Ecate, la
the Primordial Mother who Madre Primordiale che distrugge le
consumes her own creation. sue stesse creature. Ancora oggi, le
To this day, the rocky crags balze rocciose presso Corinto, in
near Corinth, Greece, called Fig. 9 - Owl-shaped burial urn, Aegean island of Lem- Grecia, sono chiamate Kakia Ska-
Kakia Skala (‘evil stares’), car- nos, c. 3000-2500 BC (H. 24.3 cm.). la (occhi malefici), il che implica
ry an association with the Fig. 9 - Urna funeraria a forma di gufo, isola di
Lemnos, 3000-2500 a.C. circa (H. 24.3 cm.).
un’associazione con la funzione apo-
apotropaic staring eyes of tropaica degli occhi sbarrati del gu-
the owl (44). fo (44).
During the Greek classical period, women Durante il periodo greco classico, donne con corpi di
with the bodies of birds were imagined as uccello erano immaginate come sirene ammaliatrici che
Sirens who lured men to their deaths, and as spingevano gli uomini alla morte, e come Arpie, demoni
Harpies, death-demons, carrying all things to della morte, che portavano ogni cosa alla distruzione. Il
destruction. Their more ancient, beneficent as- loro aspetto benefico, più antico, è ritratto sulla «Tomba
pect is portrayed on the «Harpy Tomb» from delle Arpie» proveniente dalla Licia, Asia Minore meri-
Lycia, southern Asia Minor, c. 1000 BC (now in dionale, 1000 a.C. circa (ora al British Museum), dove
the British Museum) where beautiful bird- belle donne uccello, con i seni gonfi di latte, gentilmente
women, with full, nurturing beasts gently cra- cullano il morto fra le braccia mentre volano in cielo.
dle the dead in their arms as they fly into the Sculture femminili che indossano la maschera stiliz-
sky. zata di un uccello si ritrovano nelle tombe delle culture
Female sculptures wearing the stylized dell’età neolitica, dell’età del Rame e della Prima età del
mask of a bird, were placed in graves of Ne- Bronzo nelle isole Cicladi, nell’Anatolia occidentale, a
olithic, Copper Age and Early Bronze Age cul- Creta, in Sicilia, in Sardegna e più lontano fino alla
tures in the Cycladic islands, western Anatolia, Spagna e al Portogallo. Gimbutas si riferisce a queste
Crete, Sicily, Sardinia, and as far west as Spain immagini, che si presentano vari stili, scolpite in pietra
and Portugal. Gimbutas refers to these images, leggermente colorata, in osso oppure in argilla, come
in various styles, rendered in light colored «Stiff Nudes» o «Stiff White Ladies» Quelle con grandi
stone, bone, or clay, as Stiff Nudes, or Stiff maschere e denti stilizzati appartenenti alle culture di
White Ladies. Those with broad masks and Karanovo e Hamangia intorno al Mar Nero (V millen-
stylized teeth from the Karanovo and Haman- nio a.C.), sono associate da Gimbutas al serpente vele-
gia cultures along the Black Sea (5th millenni- noso. Il triangolo pubico è spesso enfatizzato, a suggerire
um BC), are associated by Gimbutas with the rigenerazione. Queste sculture che accompagnavano il
poisonous snake. The pubic triangle is often morto potrebbero essere prototipi della Dea della Morte
emphasized, suggesting regeneration. Those del folklore europeo, descritta come magra, ossuta e ve-
sculptures that accompanied the dead may be stita di bianco, il colore della morte (45).
prototypes of the Death Goddess of European
folklore described as thin, bony, and dressed
in white, the color of death (45).
Tomba come grembo
Tomb as Womb Mentre i particolari dei riti funerari dell’antica Europa
While the details of Old European funerary rit- sono difficili da ricostruire, le forme delle tombe e dei se-
uals are difficult to reconstruct, the designs of polcri e i simboli e i manufatti ad essi correlati ci dicono
tombs and graves and their related symbols molto sui principali elementi delle credenze dell’Età della
and artifacts say a great deal about the broad Pietra. La realtà che la vita dipende dalle decomposizione
outlines of Stone Age beliefs. The reality that della precedente materia vivente, infonde nel regno della
life depends upon the decomposition of previ- morte la potenza dei nuovi inizi. Il simbolismo primario
ously living matter, infuses the realm of death dei sepolcri dell’antica Europa centra l’attenzione sulla
with the potency of new beginnings. The pri- tomba intesa come grembo che rigenera la vita. L’uovo, il
mary symbolism of Old European burials fo- triangolo pubico, la vulva e l’ombelico – come simboli di
cuses on the tomb as the womb for the regen- rigenerazione – ispirano le forme delle tombe dell’antica
eration of life. The egg, pubic triangle, vulva, Europa.
and belly-as symbols of regeneration-inspire
the shapes of Old European graves. Nella necropoli del sito di Lepenski Vir sulla riva
At the burial site of Lepenski Vir on the Ser- serba del Danubio (6500-5500 a.C. circa), sono state
bian bank of the Danube (c. 6500-5500 BC), ritrovate più di cinquanta fondazioni in pietra rossiccia
more than fifty reddish limestone foundations di strutture triangolari che sembrano essere state usate
of triangular structures were found that appear per rituali di morte/rigenerazione. In ogni caso, l’ingres-
to have been used for death/regeneration ritu- so è fiancheggiato da pietre che conducono a un focolare
als. In each case, the entrance was lined with centrale circondato da pietre triangolari. Un altare a for-
stones which led to a central hearth surrounded ma di uovo con un incavo circolare in cima era collocato
by triangular stones. An egg-shaped altar with a nel centro esatto della fondazione sul focolare. Pietre
circular recess on top was placed in the exact tondeggianti, collocate nei pressi, erano incise con figure
center of the foundation at the head of the di pesci, donne, disegni labirintici e motivi di uccelli da
hearth. Boulder stones, placed nearby, were preda. I morti erano sepolti all’interno dei santuari, die-
carved with fish, woman, labyrinthine designs tro o di fronte ai focolari in direzione nord/sud. Le ossa
and bird of prey motifs. The dead were buried di pesci, cervi rossi, cani e cinghiali erano sepolte an-
within the sanctuaries, behind or in front of the ch’esse. Più tardi le testimonianze del mito ci permetto-
hearths in a north-south direction. The bones of no di identificare queste creature come simboli della
fish, red deer, dogs, and wild boars were buried morte e della rinascita (46).
as well. Later mythic evidence identifies these
creatures with the symbolism of death and re- Centinaia di tombe scolpite nella roccia in Sardegna
birth (46). risalgono al periodo Ozieri (fine del V, inizi del IV mil-
Hundreds of rock cut tombs in Sardinia lennio a.C.). Ipogei a più camere si sono sviluppati da
date from the Ozieri period (end of the 5th and più semplici strutture a uovo o a utero che potrebbero
early 4th millennium BC). Multi-chambered hy- essere state sepolcri secondari (depositi di ossa scarnifi-
pogea developed from simpler egg- or womb- cate). I simboli che vi si ritrovano comprendono bucrani,
shaped forms which may have held secondary triangoli singoli e multipli, spire di serpenti, spirali e
burials (deposits of defleshed bones). Sym- cerchi concentrici, l’uso di ocra rossa e le sculture delle
bolic imagery includes bucrania, single and «Stiff White Ladies». Le tombe della Sardegna sono
multiple triangles, snake coils, spirals and con- chiamate domus de Janas «case delle streghe» dalla po-
centric circles, the use of red ochre, as well as polazione locale (47).
sculptures of the Stiff White Ladies. The Sar- L’ipogeo di Hal Saflieni nell’isola mediterranea di
dinian tombs are called domus de Janas, ‘witches Malta (4000-2500 a.C. circa), è formato da trentatré
houses’ by the local people (47). camere rotonde e corridoi su tre livelli sotterranei scavati
The Hal Saflieni Hypogeum on the Mediter- nella pietra calcarea con strumenti di corno e selce.
ranean island of Malta (c. 4000-2500 BC), con- Questa elaborata tomba/tempio fu usata per circa 1500
sists of thirty-three rounded chambers and pas- anni dalle popolazioni neolitiche di Malta per sepolture e
sageways on three subterranean levels carved rituali collettivi. I corpi erano sepolti in camere a forma
out of the living limestone with antler and flint di uovo riempite di terra rossa. Dopo la decomposizione,
tools. This elaborate temple-tomb was used for le ossa erano riesumate e collocate in urne dipinte di
nearly 1500 years by the Neolithic people of ocra rossa, simbolo del sangue della vita. Le camere ce-
Malta for communal burials and rituals. Bodies rimoniali elegantemente decorate dell’ipogeo assomiglia-
were buried in egg-shaped chambers filled no intenzionalmente ai templi megalitici soprastanti,
with red field soil. After the flesh decayed, the ancora visibili a Malta. L’acustica in questo labirinto
bones were exhumed and placed in ossuary sotterraneo è straordinaria, specialmente nella cosiddet-
niches painted with red ochre, symbolic of the ta «stanza dell’oracolo», con il suo soffitto a volta dipinto
blood of life. The elegantly carved ceremonial con spirali di ocra rossa. La famosa scultura della «Don-
chambers of the Hypogeum intentionally re- na che dorme», che potrebbe essere un’offerta votiva, è
semble the above-ground megalithic temples stata trovata dormiente nel regno della morte. Gimbu-
that still survive on Malta. The acoustics in this tas suggerisce che «dormire nel grembo della dea signi-
underground labyrinth are phenomenal, espe- ficava morire e tornare a nuova vita» (48).
cially in the «oracle room» with its curved ceil- Le tombe megalitiche dell’Europa occidentale conte-
ing painted with red ochre spirals. The famous nevano le ossa degli antenati in sepolture collettive e co-
sculpture of «The Sleeping Lady», which may stituivano centri cerimoniali per i riti stagionali di morte
have been a votive offering, was found slum- e rinascita. Queste magnifiche strutture di terra e pie-
bering in the realm of death. Gimbutas sug- tre, che siano tombe a corte, tombe a portale, tombe a
gests that «to sleep within the Goddess’s corridoio o tombe a tumulo, sono considerate da Gimbu-
womb was to die and come to life anew» (48). tas strutture che simboleggiano il grembo della Dea del-
The megalithic tombs of western Europe la Morte e della Rigenerazione. Un esempio schematico
held the bones of the ancestors in collective di questa analogia è la tomba a corridoio, che rappre-
burials and functioned as ceremonial centers senta una lunga entrata vaginale, rivestita e coperta da
for seasonal rituals of death and rebirth. These grandi pietre piatte, che sfocia in una camera sepolcrale
magnificent structures of earth and stone, a forma di utero. L’intera costruzione è coperta da un
whether court tombs, portal tombs, passage tumulo di terra che ha l’aspetto di una pancia gravida
graves, chambered mounds, or long barrows, che sorge dal suolo. La tomba a corridoio di Île Longue,
are considered by Gimbutas to symbolize the in Bretagna (inizi del IV millennio a.C.), presenta una
womb of the Goddess of Death and Regenera- camera centrale a forma di alveare, coperta da una pie-
tion. A schematic example of this analogy is tra piatta che può essere vista come una metafora del-
the passage tomb, which features a long vagi- l’ombelico della terra, l’omphalos [Fig. 10].
nal entry, lined and covered with large, flat
stones, that opens into a womb-like burial
chamber. The entire construction is covered
with an earthen mound that has the appear-
ance of a pregnant belly arising from the earth.
The passage tomb of Île Longue, in Brittany
(early 4th millennium BC) features a beehive-
shaped central chamber, capped with a flat
stone that can be seen as metaphoric of the
Earth’s navel, the omphalos [Fig. 10].
Fig. 10 - Île Long passage tomb, Larmor Baden, Brittany, early 4th mill.
BC (L. of grave 14.5 m.).
Fig. 10 - Tomba a corridoio di Île Longue, Larmor Baden, Breta-
gna, inizi del IV mill. a.C. (L. della tomba, 14.5 m.).
At the magnificent passage tomb of New- Nella magnifica tomba a corridoio di Newgrange
grange in the Boyne Valley, Ireland (4th millen- nella Boyne Valley, in Irlanda (IV millennio a.C.), una
nium BC), an entrance stone is elegantly carved pietra di ingresso è elegantemente incisa con spirali in-
with interconnected spirals, multiple lozenges terconnesse, losanghe multiple e decorazioni a V. Una
and chevrons. A triple spiral is also engraved spirale tripla è incisa anche sul muro posteriore della ca-
on the back wall of the central chamber. The mera centrale. L’entrata, che guarda a est, è allineata
entrance, facing east, is aligned to the sunrise con il punto in cui sorge il sole il giorno del solstizio d’in-
on winter solstice, as are the passage tombs of verno, come nelle tombe a corridoio di Gavrinis in Bre-
Gavrinis in Brittany, and Maes Howe in the tagna e di Maes Howe nelle isole Orkney in Scozia.
Orkney Islands of Scotland. As the first light of Quando la prima luce del giorno più corto dell’anno en-
the shortest day of the year floods into the in- tra nella camera interna, la tomba si rianima, nel mo-
ner chamber, the tomb of death is quickened, mento della massima oscurità, per diventare il grembo
during the time of greatest darkness, to be- mitico della nuova vita (49). Feste, danze e celebrazioni
come the mythic womb of new life (49). Feast- collettive devono aver accompagnato questo fondamenta-
ing, dancing, and communal celebration must le evento sacro.
have accompanied this sacred and pivotal
event.
Conclusion Conclusioni
An abundance of anthropomorphic and Dalle culture dell’antica Europa, dell’antica Anatolia e
zoomorphic imagery has survived from the cul- delle regioni del Mediterraneo è giunta fino a noi una
tures of Old Europe, Old Anatolia and the grande quantità di immagini antropomorfiche e zoomor-
Mediterranean region that reflects persistent fiche che testimoniano attività rituali continuative colle-
ritual activities related to the seasonal realities gate alle realtà stagionali della vita neolitica.
of Neolithic life. The cosmogonic Goddess, in La dea cosmogonica, in molteplici forme, ha funzionato
multiple forms, functioned for millennia as a per millenni come una metafora multidimensionale della
multi-dimensional metaphor of the Sacred Sorgente Sacra della vita, dell’inevitabilità della morte e
Source of life, the inevitability of death, and della promessa della rinascita entro i grandi cicli ricor-
the promise of rebirth within the great recur- renti della natura.
ring cycles of the natural world.
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Lo studio dell’arte preistorica era tradizional- elemento che affiorò già nel primo rapporto e
mente una disciplina a carattere regionale. Fi- che fu ulteriormente approfondito nel secondo
no a qualche anno fa, in varie parti del mondo, è quello di una presenza dell’arte a livello
dove l’argomento riscuoteva un certo interes- mondiale. Vi sono alcune manifestazioni isola-
se, il tema interessava in primo luogo l’area te che vengono fatte risalire ad epoche assai
geografica specifica. Gli studiosi francesi e remote, ma nessuna delle quali ha delle data-
spagnoli concentravano il loro interesse nel- zioni definitive e sicure.
l’Europa occidentale, in sud Africa l’accento ri- L’arte come fenomeno sociale e come mani-
guardava il sud Africa in Australia riguardava festazione culturale ripetitiva risale a circa
l’Australia. Si trattava quasi di compartimenti 50.000 anni fa. Dai due rapporti emerse che le
stagno, privi o quasi di ricerca globale o com- varie manifestazioni in Africa, Asia, Europa e
parativa. Oceania, dalle fasi più antiche mostrano sor-
Nel 1983 ebbi l’incarico dall’UNESCO di prendenti somiglianze. La più antica arte che
preparare un rapporto mondiale sullo stato attualmente si conosce nel continente ameri-
dell’arte preistorica e ciò mi costrinse ad usci- cano risale ad un’epoca più tarda. Le differen-
re dall’ambiente ristretto al quale mi ero pre- ziazioni regionali delle caratteristiche dell’arte
valentemente dedicato e che riguardava l’Eu- si sono sviluppate negli ultimi 25.000 anni,
ropa ed il Medio Oriente. Dieci anni più tardi mentre le manifestazioni precedenti sembrano
(1993) ebbi l’incarico di produrre un secondo indicare una matrice tipologica, stilistica e con-
rapporto mondiale e ciò permise di mettere cettuale unica. Si è così sviluppata l’ipotesi
in atto un inventario mondiale dell’arte prei- che l’arte visuale fosse legata all’Homo sa-
storica che si è sviluppato con il nome di pro- piens e alla sua diffusione sul pianeta; ne deri-
getto WARA (World Archives of Rock Art). Un va che l’arte sia nata prima della dispersione
dell’Homo sapiens e che abbia fatto parte del smo e il monoteismo, si sono sviluppate pres-
bagaglio culturale che l’uomo si portò seco ne- so società complesse e sedentarie. Le conce-
gli altri continenti dalla sua terra d’origine in zioni religiose dei primordi, da quanto ci mo-
Africa. stra l’arte, erano di carattere animistico, si in-
L’arte dei primordi esprime un linguaggio centravano sulla ricerca di armonia con la natu-
articolato, una logica di base e delle credenze ra e l’ambiente, la simbiosi con il mondo ani-
che implicano la presenza di tali elementi nel- male. Dominava la ricerca di equilibrio e di si-
la cultura primaria dell’Homo sapiens e quindi nergia, tra mondo terreno e aldilà, tra mondo
nella nostra cultura primaria, rivelandoci degli delle tenebre nelle grotte oscure e mondo
archetipi del pensiero filosofico e della con- della luce sulla terra, tra mondo animale e
cettualità che sono alle radici della cultura. Co- mondo umano, tra valenze femminili e valenze
me ebbi l’occasione di illustrare su La religione maschili. Questi confronti illustrano un partico-
delle origini (1995), la concettualità di base delle lare aspetto della concettualità del Paleolitico:
credenze primarie espresse dall’arte preistori- la concezione dualistica del mondo, della so-
ca permette di risalire ad alcuni miti di origine cietà e dell’uomo. Anche il concetto di divinità
comuni, tra cui quello della grande migrazione non sembra esser esistito nelle prime fasi; vi
primordiale, il mito di una terra di origine pri- era però la credenza in un mondo dei morti
maria che alcune mitologie definiscono Giardi- che vedeva e controllava il mondo dei vivi e
no dell’Eden, la credenza nell’oltretomba e nel quale i padri e le madri ancestrali proteg-
quindi nella sopravvivenza dell’anima al corpo gevano o punivano i propri discendenti e il
e nel mondo dell’aldilà. proprio clan.
Da questi elementi primari si è successiva- Per quanto concerne il concetto ripetuto in
mente sviluppata la diversificazione concet- questo convegno, che riguarda la Dea Madre,
tuale che si è poi cristallizzata nelle religioni di sembra poter ricostruire attraverso l’arte prei-
epoca storica. Alcuni degli elementi che si rite- storica un processo formativo di questo con-
nevano primari si sono sviluppati invece stra- cetto, dalla venerazione di uno spirito ance-
da facendo e non fanno parte del bagaglio pri- strale femminile, che si può identificare con
mordiale della concettualità delle origini. l’archetipo, di una matrona che è la madre
Esempio classico è la concettualità dello scia- concettuale e spirituale del clan.
manismo, con lo sciamano che funge da me- Tale concetto primario è diffuso nel Paleoli-
dium tra il mondo dei vivi e il mondo dei mor- tico; assume la forma di divinità con l’inizio
ti. Non è diffuso a livello mondiale; in alcune dell’agricoltura e della produzione del cibo
regioni come l’Australia o come l’America si quando si attribuiscono a queste entità dei
palesa in epoche molto tarde e non fa parte di poteri soprannaturali di fecondazione delle
quel bagaglio primario che riscontriamo nelle terre coltivate e di fecondità delle donne desi-
più antiche manifestazioni artistiche. derose di avere dei figli. Tali desideri non
Ancora più tardo nell’evoluzione concettua- sembra rientrino nelle ambizioni dei popoli
le riflessa dall’arte preistorica è il concetto di cacciatori, specie se nomadi e costantemente
divinità. Tutte le religioni teistiche, il politei- alla ricerca di cacciagione.
Emmanuel Anati - Il culto della madre genitrice: la ricerca delle origini 27
Fig. 6 - Roc-aux-Sorciers, Angles-sur-Anglin, Vienne, Francia. Parte di un Fig. 7 - Gönnersdorf, Germania. Frammento di placchetta ain pietra incisa
grande pannello in rilievo. Si vedono tre corpi femminili e sulla destra, due fi- con figure femminili di profilo. Periodo maddaleniano, Paleolitico superiore.
gure animali, probabilmente bisonti l’uno sopra l’altro sotto il corpo femmini- (Rilievo G. Bosinski; Archivio WARA W003299. (Da G. Bosinski in BCSP,
le. La sovrapposizione è sicuramente intenzionale. Paleolitico superiore. (Ri- vol. V, 1970, p. 78).
lievo CCSP; Archivio WARA W00190). (Da E. Anati, 1989, p. 51).
Fig. 10 - Gruppo di quattro donne in corsa. Pittura rupestre in rosso di Unbalanja (Australia) (Da C.P. Mountfotrd, 1956, p. 115: Archivio WARA W020227.
30 La Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
➧
Fig. 14 - Pozzi di Al-Ain, Arabia. Incisione rupestre di figura femminile in Fig. 15 - Kaukab Hill, Arabia Centrale. Figura mitologica di divinità fem-
stile «Long Haired». Età del Ferro. (Rilievo CCSP; Archivio WARA minile guerriera con arco e frecce affiancata da un piccolo personaggio con
W00114). (Da E. Anati, 1974b, vol. IV, p. 141). scudo e arma, probabilmente mascherato. (Rilievo CCSP; Archivio WARA
W01984). (Da E. Anati, 1968c, vol. I, p. 116).
Fig. 16 - Dakhala Oasis, Egitto. Abiti elaborati degli abitanti delle oasi.
Due donne vestite elegantemente sono assistite da altre due vestite più mode-
stamente. Su entrambi i lati della scena è ripetuto lo stesso ideogramma: due
esseri umani vicini a significare «unione». Le due donne sembrano preparar-
si ad una cerimonia (matrimonio?). Le figure possono essere attribuite al
Neolitico antico mentre una figura umana con un bovino sulla destra sembra
un’aggiunta successiva. (Rilievo CCSP; Archivio WARA W02018). (Da E.
Anati, 1994, p. 138).
Emmanuel Anati - Il culto della madre genitrice: la ricerca delle origini 33
Fig. 18 - Rished, Askun, Bohuslän, Norvegia. Uomo e donna con grandi mani. (Ri- Fig. 19 - Fossum, Tanum, Svezia. Sintesi di figura femminile. La
lievo E. Anati; Archivio WARA W02023). (Da E. Anati, 1995, p. 276). coppella fra le gambe indica il sesso, che è ulteriormente evidenziato
dai capelli lunghi, già allora elemento distintivo della figura femmi-
nile. (Rilievo CCSP; Archivio WARA W07099). (Da E. Anati,
1995, p. 280).
Fig. 21 - Hagar Qim, Malta. Statuetta dell’essere pingue. Divinità erma- Fig. 22 - Hagar Qim, Malta. Figurina femminile. (Da A. Fradkin Anati &
frodita. (Da A. Fradkin Anati & E. Anati, 1988; Archivio WARA W05124). E. Anati, 1988; Archivio WARA W05004).
Fig. 23 - Vitlycke, Tanum, Svezia. Incisioni rupestri di un gruppo ad Econo- «copulare», mentre quello vicino al piede dell’essere più grande sembra signi-
mia Complessa. Una coppia copula sotto la protezione di un dio itifallico che ficare «andare», quello vicino all’ascia sembra enfatizzare la metafora della
regge un’ascia sopra di loro. Il punto, in tre differenti posti della scena, ha il testa perforata dell’ascia penetrata dal manico. (Da E. Anati, 1995, Archivio
significato di «fare». Il punto vicino al piede della coppia potrebbe voler dire WARA W01385).
LUISELLA VEROLI
Melusine, Milano
LUOGHI DI CULTO, CULTO DEI LUOGHI
Come fondatrice dell’Associazione Melusine di luogo comune che considera l’arte pre-classica
Milano, che ha preparato il percorso scientifico misera e non presentabile, da riseppellire sot-
della mostra di oggetti di culto della Grande to terra o negli scantinati dei musei.
Dea nell’arte preistorica, ringrazio Monique Ma, vi chiederete, che cosa è Melusine? Chi
Goudet, conservatore capo del Museo di Terra sono queste donne di Milano che appassiona-
Amata di Nizza. È grazie alla collezione da lei tamente si dedicano all’Archeomitologia?
realizzata, con la collaborazione di una trenti- Con le parole della poetessa Cristina Cam-
na di organismi scientifici internazionali, che po, noi diciamo: «Maturità è districare ciò che
potrete vedere riunite, per la prima volta in è nostro dalle origini». E così riveliamo il no-
Italia, un centinaio di cosiddette Veneri della stro desiderio, che non è quello di cullarsi nel-
preistoria. la nostalgia delle origini, ma di intraprendere
Monique Goudet, prima ancora di conosce- un viaggio verso le sorgenti dimenticate della
re l’opera di Marija Gimbutas, era stata spinta creatività femminile per reimmetterla nella
a documentare le rappresentazioni femminili cultura e nelle nostre vite.
nell’arte preistorica dall’osservazione dei bam- Nasce così quindici anni fa un gruppo di
bini che, seguendo le visite guidate al Museo, studio interdisciplinare su miti, riti, simboli an-
dicevano: «Si parla sempre solo di uomini cestrali che Silvia Vegetti Finzi chiamò «Ar-
preistorici. Allora, le donne non esistevano»? cheologia dell’immaginario femminile».
A distanza di una decina di anni dalla prima Nel 1987 avevamo scelto Melusine come
esposizione a Nizza, che Monique Goudet inti- nome da dare al nostro progetto che prevede-
tolò Eves et rêves, oggi, grazie anche a Milli Vio- va di promuovere, tra l’altro, la ricerca della
lante, all’Associazione Armonie e a Daniela soggettività femminile e della creatività indivi-
Facchinato, la mostra ha varcato i confini, che duale a partire dalla poesia. La poesia a volte
sono una invenzione storica e non certo prei- salva la vita. È il caso di Alda Merini che non
storica, e porta il titolo del mio recente libro, ebbe altri mezzi che la propria voce per uscire
Prima di Eva. dall’inferno psichiatrico, e mi affidò il racconto
Nei pannelli e nelle didascalie ho cauta- della sua vita affinché venisse trascritto in quel
mente introdotto intuizioni, immaginario e lin- nostro libro dal titolo significativo: Reato di Vita.
guaggio poetico. Per esempio, nelle sezioni Perché abitare poeticamente il mondo oggi
Paleolitico e Neolitico troverete anche la defi- sembra un reato.
nizione «età della Roccia Madre» e «età della Melusine è una fata del mondo celtico e,
Terra Madre» come nei primi due capitoli del come gran parte delle fate medievali, è una di-
mio libro così introdotti: vinità detronizzata. Mère Lusine (dal latino
Mater Lucina) era uno dei tanti nomi della Dea
Chiamo età della Roccia Madre il Paleolitico, il tempo delle origi- della luce lunare, protettrice del parto. Le me-
ni, quando la caverna era sentita, dal popolo dei cacciatori e delle
raccoglitrici, come utero materno da cui tutto nasce e a cui tutto tamorfosi di una Dea sono numerose: uccello,
ritorna. serpente, cinghiale, ma soprattutto si presenta
nell’aspetto di donna, più spesso di tre donne.
Chiamo età della Terra Madre il Neolitico, dei primi agricoltori e Secondo la leggenda, raccolta in due ro-
delle prime vasaie, nell’immaginario il tempo in cui il divino non manzi della fine del 1300, Melusine appare,
era più simbolizzato dall’utero roccioso della caverna ma dall’umi-
do grembo della terra lavorata da cui si nasce e a cui si ritorna.
accanto a una fonte, insieme ad altre due da-
me, alla vista incantata di un cacciatore che si
Si spera così di contribuire a stimolare l’ar- era smarrito nel bosco.
cheologia a uscire dalla fase descrittiva per La triade femminile è sempre un indizio
cercare di intravvedere, di ipotizzare, come ha che siamo alla presenza della Grande Dea e la
fatto Marija Gimbutas, il messaggio esistenzia- fonte ne è il luogo di culto privilegiato.
le e gli interrogativi che, in quanto genere Melusine promette al cacciatore ricchezze e
umano, ci accomunano ai nostri ancestrali fra- prosperità in cambio dell’impegno, in un patto
telli e sorelle dell’età della pietra che conside- nuziale, a non cercare di sapere cosa lei faces-
ravano il femminile una presenza sacra con cui se il sabato, che riservava come giornata tutta
dialogare. per sé.
Si spera anche di contribuire a superare il Il giovane accetta e il matrimonio funziona.
38 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
La struttura adibita a forno per ceramica è Eva era uno dei nomi della Grande Dea e
stata trovata in posizione isolata rispetto al resto nei miti del Mediterraneo orientale Adamo è
dell’abitato. È stata interpretata come l’abitazio- una creatura formata dalla Dea Terra, cioè dal-
ne dello sciamano. la sua stessa argilla inumidita di sangue. Adom
Ma non potrebbe essere stata una donna in ebraico significa rosso e Adamah è la terra.
l’inventrice della terracotta? Perché, ci siamo Nel dizionario biblico (Brown Driver Briggs) si
chieste, nel nostro attuale immaginario se c’è legge che Eva viene da Chava, radice connessa
una invenzione pensiamo, anche per la prei- con la parola vita.
storia, a una creatività solo maschile? Se a un Le testimonianze mitologiche e linguistiche
certo punto della storia la società si dà una suggeriscono che fu Eva a creare Adamo. L’evi-
struttura androcentrica, confinando la donna denza biologica del corpo femminile che cre-
nella casa e tagliandola fuori da tutti i processi sce, genera e nutre era interpretata come una
conoscitivi, non è detto che sia sempre e magia delle donne.
ovunque stato così. Forse la potenza magica generativa era invi-
Nella tradizione andina, ad esempio, alla diata dagli uomini, ma saggiamente era presa
sacra e misteriosa arte della ceramica poteva a modello per altri tipi di esperienza sapien-
consacrarsi unicamente la donna che ne impa- ziale. Ad esempio, il percorso del materno era
rava i segreti, gelosamente custoditi e traman- con enfasi ritualmente simbolizzato nel fare ar-
dati di madre in figlia. Ne La vasaia gelosa Lévy- tistico: le opere d’arte della preistoria veniva-
Strauss riferisce che le donne costruivano, lon- no ricoperte di ocra rossa, simbolo del sangue
tano dal villaggio, una capanna per celebrare il del parto, il sangue della vita.
rito di plasmare e cuocere la creta, nel più as- Il versetto 2,7 della Genesi: «Il Signore Dio
soluto silenzio, comunicando tra loro solo per formò l’uomo dal fango della terra e gli inspirò in faccia
mezzo di segni. un soffio di vita; e l’uomo fu fatto in anima vivente» è
Se nella mitologia andina è la Signora della stato letto come storia delle origini dell’uo-
ceramica a plasmare per prima gli organi geni- mo.
tali femminili, in altre mitologie fu una Dea a Ma mi chiedo e vi chiedo: non potrebbe es-
plasmare nella terra i primi esseri viventi. Nel- sere letto come la narrazione del mistero della
la mitologia europea l’agricoltura, la tessitura, terracotta?
la filatura, la medicina, la poesia sono doni fat- La modellatura dell’argilla che diventa ros-
ti all’umanità dalla Grande Dea o da tre donne sa con la cottura non era solo una tecnica, ma
divinizzate: le Parche, le Ore, le Tre Grazie. un’esperienza mistica e misterica.
L’inconscio custodisce la rappresentazione La nascita di Eva dalla costola di Adamo
del femminile come tre donne, spiega Sig- potrebbe essere il racconto dell’esperienza
mund Freud ne Il motivo della scelta degli scrigni. mistica dell’incisione e della scultura nell’osso.
Perché le statuette maschili sono rarissime La nascita di Adamo dal fango potrebbe esse-
nella preistoria? re il racconto della modellatura e della cottura
A giudicare dall’archeologia e dalla mitolo- nel forno in cui si era scoperto che bisognava
gia, non c’è dubbio che a essere creata dall’a- insufflare aria: il soffio della vita. Fissate dalla
vorio, dal corno, dall’osso e dalla terra fu dap- cottura, le opere diventavano immutabili ed
prima Eva. eterne, diventavano cultura.
Imporre una forma alla materia, strappan-
dola al campo illimitato del possibile, diven-
tava atto simbolico, comunicazione, la prima
forma di sacra scrittura. Miti sumeri e indiani
raccontano che l’inventrice della scrittura fu
una Dea. L’atto di incidere, di scolpire, di di-
pingere, di impastare la terra non potrebbe
essere stato un rito misterico, sapienziale, ini-
ziatico al quale le donne partecipavano attiva-
mente?
Maneggiando le statuette per decidere co-
me esporle per la mostra, abbiamo potuto
constatare che alcune hanno degli incavi o dei
buchetti intenzionali sul capo o sul corpo, pra-
ticati forse per fissare ornamenti come erbe,
piume, fiori. Mi piace pensare che le statuette
non erano Veneri o il ritratto di donne preisto-
Fig. 2 - Statuetta in argilla mescolata a polvere d’osso per favorirne la tenuta
riche adipose, ma oggetti da preghiera cui si
durante la cottura a 500 gradi; da Vestonice (Moravia meridionale), 24500 a.C. rivolgevano invocazioni come questa contenu-
40 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
ta nel Devi-Mahatmya (400 a.C.) e diretta alla alle metamorfosi fisiche e spirituali di cui il cor-
Grande Madre Durga: po femminile è crogiuolo e segreto testimone.
Le donne non hanno fondato religioni uffi-
«Quelle tue forme amorose nei Tre Mondi ciali né gerarchie sacerdotali, ma da sempre
e quelle tue forme furiose, sono le custodi di una esperienza soggettiva
salvaci in ciascuna di esse»
del divino che unisce corpo e spiritualità. Il lo-
In alcune case dei primi villaggi neolitici so-
ro immaginario epico non esalta la morte eroi-
no stati trovati degli altarini e dei tempietti co-
ca, ma la preservazione e la perpetuazione
me questi del 5000 a.C. fotografati nel Museo
della vita, in sintonia con la vita eterna del
delle antichità nazionali di Bucarest.
creato.
E ora cercherò di illustrare il mio viaggio
nell’età della Roccia Madre (Paleolitico supe-
riore: 30000-10000 a.C.) alla ricerca dei primor-
diali luoghi di culto della Dea.
Nell’immaginario contemporaneo il tempio,
il santuario è una armoniosa costruzione archi-
tettonica separata dagli insediamenti residen-
ziali. Il prototipo, il tempio archetipico è di-
ventato il Partenone, un luogo sacro cui si
ascende, per tendere verso la luce, verso l’alto
dei cieli.
Fig. 3 - Tempietto con finestrelle tonde (h. 24 cm; l. 51 cm). Invece i luoghi di culto paleolitici erano nel-
la natura selvaggia, nelle caverne naturali, nei
ripari sotto roccia.
In Prima di Eva (inteso come libro, non come
mostra) ho cercato di descrivere come un per-
corso iniziatico al femminile la mia discesa nel-
le caverne dove i nostri progenitori rivivevano i
misteri della nascita, dell’amore e della morte,
eternando sulle pareti dell’utero della Roccia
Madre le primissime sacre rappresentazioni.
Ora vi descriverò come ho ricostruito la
possibile topografia fisica e spirituale del culto
più antico della Dea.
Il riparo sotto roccia di Laussel, in Dordo-
gna, è quello che ha restituito i reperti più an-
tichi (30000-25000 a.C.) di nudi femminili di
Fig. 4 - Altare di terracotta con due figure umane, forse la Dea come madre una certa grandezza. Sono bassorilievi alti cir-
e come figlia, con al collo pendaglietti a forma di violino (h. 1 m; l. 1 m).
ca mezzo metro, uno
era su un masso intra-
sportabile.
La Venere di Laus-
sel (Figura 6) si accinge
a bere da un corno con
13 tacche incise (un ca-
lendario basato sulle
fasi lunari e mestruali,
dicono alcuni studiosi)
e porta una sottilissi-
ma cintura incisa intor-
no alla vita che ha atti-
rato la mia attenzione.
Ancora oggi di una
donna in gravidanza
Fig. 5 - Tempietto a forma di Dea-uccello con collana; sul retro si apre un Fig. 6
foro tondo (h. 40 cm). diciamo incinta (dal la-
tino incingere = cingere
intorno). Chi si consacra a una religione si met-
Mi piace pensare che le donne introduces- te una cintura.
sero nel tempietto domestico statuette simbo- Ci siamo chieste: «Possibile che la cintura, cui
lo del corpo della Dea per celebrare riti legati l’inno omerico ad Afrodite attribuisce divino
Luisella Veroli - Luogo di culto, culto dei luoghi 41
Fig. 9 - Passano altri tremila anni, ma anche nella grotta di Magdeleine des
Albis (Penne-Tarn) i bassorilievi femminili sono tre. Sono stati talmente deli-
catamente modellati da eludere l’occhio di generazioni di studiosi che scavava-
no all’entrata della caverna.
Fu un ingegnere abituato a lavorare nel deserto che le vide sorgere dalla roc-
cia, illuminata a sprazzi dai raggi del sole.
Del resto era con la luce vacillante delle lucerne di pietra riempite di grasso
che i nostri progenitori animavano le incisioni e le pitture nelle caverne più
oscure. Faceva probabilmente parte di una iniziazione arrivare, spesso attra-
versando cunicoli fangosi e bui, a veder sorgere dallo sfondo roccioso le figure
che si animavano.
può ancora far nascere, se non di- sta junghiana, nel «Dialogo sull’e-
menticheremo le nostre radici, se nigma della bellezza»: Nel racconta-
torneremo a rispettare la Terra e il re la propria storia, le donne in analisi
femminile e a separarci psicologi- mutano anche lo sguardo. Percepisco a
camente dal materno senza rinne- tratti il riemergere dei volti che si aveva-
garlo, se, dentro e fuori di noi, ma- no nei primi mesi di vita: lo sguardo del-
schile e femminile torneranno a l’innocenza, una cosa talmente forte che
dialogare in modo fecondo, allora si capisce che si era messa lì molta prote-
Cielo e Terra ri/celebreranno le zione per coprire la bellezza dello sguardo
nozze sacre, il Cielo tornerà a di- innocente, come se ci fosse un continuo
stendersi ad arco sopra la Terra tentativo da parte del mondo di annulla-
per proteggerla e non per domi- re e tenere sotto controllo. Proteggerla,
narla. ricostruirla è il compito (in Prima di
Per concludere, vi mostro questa Eva, p. 173).
statuetta del 3000 a.C. da Olbia. Ci Se questo secolo bambino, ap-
piace pensare che si tratti del sor- pena nato, comincerà a sorriderci
riso di una iniziata al culto della dipenderà dagli iniziati e dalle
Dea. Fig. 10 iniziate che da sempre continua-
È il sorriso dell’innocenza, del- no a scombinare le carte dei gio-
lo sguardo senza possesso, comune tanto ai chi di potere, a celebrare i misteri delle meta-
bambini quanto all’infanzia dell’umanità. morfosi e, speriamo, ad avere per sempre vo-
Racconta Lella Ravasi Bellocchio, psicoanali- glia di ridere.
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Milano 1990.
SECONDA SESSIONE
SEGNI
Venerdi 24 novembre 2000
Coordinatore
Marino Niola
Università degli Studi, Trieste
M. ANTONIETTA FUGAZZOLA DELPINO / VINCENZO TINÈ
Soprintendenza Speciale al Museo Naz. Preistorico Etnografico «L.Pigorini», Roma
RAPPRESENTAZIONI DELLA GRANDE MADRE
NELLA PREISTORIA MEDITERRANEA
scontra nelle placchette figurate rinvenute, scoperta nel 1925 tra le ceneri di un focolare e
sempre in Dordogna, a Laussel, tra il 1908 e il rivelatasi, come altre della numerosa serie di
1914: la più famosa di queste placche calcaree Vestonice, realizzata in argilla cotta a bassa
lavorate a bassorilievo reca la figura della cd. temperatura, è la prima, precocissima attesta-
‘dama del corno’ (h. 42 cm.). Il viso, perduto, zione di una tecnologia fittile nel nostro conti-
era parzialmente di profilo, mentre il corpo è nente. Era associata ad un’industria gravettia-
visto frontalmente. Questa donna guarda un na con qualche aspetto maddaleniano, dell’o-
corno inciso (da qualcuno ritenuto un calenda- rizzonte definito dal Klima: ‘Pavloviano’.
rio ostretrico), che regge con la destra, mentre
la sinistra è, come sovente, posta sul ventre; Al gruppo russo appartiene la serie di statuet-
caratteristica anche di questa immagine come te di Kostienki (avorio o calcare; h. media 12
della Venere di Lespugue è la steatomeria, cm.), rinvenuta nel corso degli scavi sovietici
cioè un’adiposità localizzata sui fianchi (invece succedutisi in questo sito dagli anni ’20 agli
che sui glutei come accade nella steatopigia), anni ’80. Queste statuine sono accompagnate
particolarmente enfatizzata qui dalle particola- da utili indizi circa il contesto di utilizzo, dato
ri necessità di resa plastica legate alla tecnica che sono state rinvenute all’interno di fosse,
del bassorilievo. probabilmente di fondazione, collegate ad una
Completamente differente dalle precedenti grande struttura abitativa del tipo con ossa di
è la statuetta nota come Venere impudica (avorio; mammuth. Tutta la serie di Kostienki mostra
h. 7,7 cm.) da Laugerie Basse. Rinvenuta, natu- una notevole unità stilistica e iconografica, tan-
ralmente fuori contesto, dal marchese de Vi- to da poter essere inquadrata in quello che il
braye nel 1869 e pri- Delporte chiama un portrait-robot.
ma della serie delle Vicina alla serie di Kostienki, sia in termini
Veneri di cui è epo- croonologici (intorno a 20.000 anni a.C.) sia ico-
nima, questa sta- nografici è l’altra nota serie russa di Gagarino
tuetta costituisce un (avorio; h. 7,5 cm.). Anche qui le statuine pro-
significativo esem- vengono da contesti abitativi caratterizzati da
pio del mutamento strutture in ossa di mammuth.
delle norme icono- L’area siberiana è rappresentata dalle 29
grafiche avvenuto statuine rinvenute dagli scavi Gerasimov
nel periodo madda- (1928-1958) nel sito di Mal’ta, datate intorno al
leniano (vedi oltre). 21.000 a.C. Anche questa serie (avorio; h. me-
dia 7,2 cm.) mostra una sostanziale omoge-
Al gruppo reno-danu- neità con caratteri peculiari – grossa testa, as-
biano appartiene senza di collo e di seni, bacino non steatopigi-
quella che è forse la co né steatomerico – che si
Venere gravettiana discostano notevolmente dai
più famosa. Rinve- canoni europei; le figure ri-
nuta nel 1908 nell’o- sultano inserite in una co-
monimo sito sulla ri- struzione rettangolare e non
Fig. 5 - Venere I di Willendorf, Austria.
va destra del Danu- losangica, la nudità è atte-
nuata dall’enfasi posta sul
bio la Venere I di Willendorf vestiario e gli accessori.
(calcare; h. 11 cm, fig. 5) Nel gruppo italiano delle Ve-
proviene, come la Venere II neri rileviamo come il pro-
(avorio; h. 23 cm.), da livelli blema del contesto sia parti-
gravettiani dello strato 9, colarmente grave dato che,
datato da recenti analisi come diceva P. Graziosi, le
C14 al 24.000 a.C.. È questa statuette paleolitiche italia-
certamente la più obesa fi- ne sono quasi sempre sprov-
gura femminile della sta- viste di ‘stato civile’.
tuaria paleolitica, piuttosto Iniziamo dalla più famosa:
steatomerica che steatopi- la Venere di Savignano (serpen-
gica; la testa è completa- tino; h. 22,5 cm., fig. 7), pezzo
mente coperta da una capi- forte e simbolo del Museo
gliatura a tortillon. Nazionale Preistorico Etno-
Altrettanto evocativa grafico «Luigi Pigorini» di Ro- Fig. 7 - Venere di Savi-
gnano, Emilia Romagna.
appare la Venere I di Dolni ma. Raccolta nel 1923 presso
Vestonice (argilla cotta; h. 11 Savignano sul Panaro (RE) da operai che sca-
cm., fig. 6), altro capolavoro Fig. 6 - Venere I di Dolni vavano le fondamenta di una casa, essa fu mo-
dell’area reno-danubiana; Vestonice, Moravia. strata alla scultore Giuseppe Graziosi, padre
48 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
del Paolo che, forse anche per questo ‘imprin- sentati e non proiettati lateralmente su un uni-
ting’ infantile, diverrà il massimo esperto ita- co lato, come nella lettura di fig. 8b).
liano di arte paleolitica. Riconosciuta l’impor- Altre due Veneri (osso; h. 9 e 6 cm, fig. 9)
tanza del manufatto il Graziosi la donò al Mu- sono state rinvenute nel 1966
seo Pigorini, il cui direttore di allora, Ugo Anto- nella Grotta delle Veneri di Para-
nielli, fu strenuo e quasi isolato sostenitore bita, presso Lecce, in livelli im-
della datazione neolitica e non paleolitica del- precisabili ma piuttosto super-
la statuetta. Di fatto i controlli compiuti a Savi- ficiali, in un’area sconvolta da
gnano non portarono molti elementi utili per buche neolitiche e storiche. I
la datazione della Venere. successivi scavi condotti da
Ancor più problematica è la ricostruzione A.M. Radmilli e poi da G. Cre-
del contesto di provenienza della Venere di monesi hanno appurato l’esi-
stenza nella grotta di una lunga
Chiozza (h. 20 cm., su ciotolo), raccolta del De
sequenza stratigrafica presso-
Buoi nel 1940 in un mucchio di ciottoli estratti
ché completa, dal periodo Gra-
da una cava di argilla, rivelatisi poi provenienti
vettiano all’età del Bronzo. Le
da depositi alluvionali di origine olocenica. La due statuette, dapprima riferite
prossimità alla cava di un sito del neolitico dal Radmilli al livello Epigra-
medio del cosiddetto orizzonte dei Vasi a Boc- vettiano, sono state successiva-
ca Quadrata (orizzonte VBQ) ha fatto propen- mente attribute in via ipotetica
dere per una datazione neolitica di questo ad una sepoltura cro-magnoide
esemplare ma serie riserve su di una sua attri- portata in luce dal Cremonesi e
buzione al Paleolitico erano state gia espresse disturbata da una buca scavata
dal Delporte (1989, 112) e dal Graziosi (1976, in epoca neolitica. In tal modo
20) (che lasciava aperta però la possibilità di Fig. 9 - Venere di la loro attribuzione cronologica
una giacitura secondaria, di un’origine cioè pa- Parabita, Puglia.
al Gravettiano verrebbe a coin-
leolitica e di un riutilizzo durante il Neolitico). cidere con quella di altre veneri europee e
La Venere del Trasimeno (steatite; h. 3,7 cm; figg. asiatiche (cfr. Radmilli 1992). A livello stilistico
8a-b) fu acquistata da Alerino Palma di Cesnola e di postura (mani al pube e non sul ventre) il
– padre di un altro noto studioso del Paleolitico Radmilli (1966), seguito dal Graziosi (1973), se-
italiano – insieme a molti altri materiali archeo- gnalava correttamente una
logici di varie epoche contenuti in una cassa re- maggiore prossimità di que-
ste due statuette a quelle
dell’Est europeo. La loro at-
tribuzione cronologica è in-
vece ancora estremamente
incerta e non è assoluta-
mente da escludere una lo-
ro appartenenza ai più anti-
chi livelli neolitici della
grotta.
Lo scarno e confuso re-
pertorio italiano dell’arte
mobiliare italiana ipotetica-
mente attribuita al Paleoli-
Fig. 8a-b - Venere del Trasimeno, Lazio.
tico si è recentemente arric-
cante la dicitura ‘da Castelsecco’ (presso Arez- chito di nuove evidenze
zo). Identificata molto ipoteticamente da L. Car- che si aggiungono ad una
dini come «probabilmente» proveniente dall’a- serie già parzialmente nota:
rea del Trasimeno soltanto sulla scorta della ri- quella delle Veneri dei Balzi Fig. 10 - Venere dei Bal-
costruzione dell’attività del primo proprietario Rossi o di Grimaldi (fig. 10); zi Rossi, Liguria.
della cassa, questa figura si presta ad una visio- anche la storia di queste statuette è contro-
ne doppia (alto per basso) come un ‘calembour’ versa, forse addirittura la più emblematica
(sic l’abate Breuil), associando un significato fal- della peculiare tipologia di fonti con cui ci
lico alla rappresentazione femminile. Proprio a confrontiamo.
causa di questa palese ibridazione di caratteri Le statuette, in numero forse di quindici,
femminili e maschili a noi pare decisamente più furono rinvenute e/o acquistate dal mercante
probabile la visione di fig. 8a, che ha anche il d’arte Louis Jullien tra il 1883 e il 1885 (Del-
vantaggio di una più precisa aderenza alla porte 1989, 97 ss.). Dopo che le scoperte di
realtà anatomica (glutei correttamente rappre- Brassempouy del 1895 provarono la paleoliti-
M. Antonietta Fugazzola Delpino / Vincenzo Tinè - Rappresentazioni della Grande Madre nella preistoria mediterranea 49
cità di queste figure il Jullien si risolse alla acconciature troverebbero confronto con
vendita della ‘Venere di steatite gialla’ al Mu- quelle delle Veneri di Lespugue e dell’Euro-
sée des Antiquités Nationales di Saint Ger- pa orientale, ancora ignote all’epoca del Jul-
main en Laye, dove poi confluirono altre sei lien. Data la problematicità del contesto risul-
statuine della stessa serie, tra cui la ‘pulcinel- ta per lo meno prematuro avanzare ipotesi in-
la’, la ‘losanga’, l’ ‘ermafrodito’ e la ‘testa ne- terpretative sulla funzionalità di questi parti-
groide’. Nel 1981 fu pubblicata la cd. ‘Donna colari modelli figurativi, che potrebbero forse
dal collo perforato’, venduta da una delle ere- trovare spiegazione in una loro avanzata re-
di del Jullien al Peabody Museum di Harvard ( cenziorità.
da considerare una vera e propria miniera di L’assenza di contesto e l’incertezza cronolo-
materiali preistorici italiani…). Nel 1990 a gica rappresentano, in conclusione, i caratteri
Montreal altre statuine furono rinvenute pres- principali delle evidenze italiane. Datate tutte
so un antiquario locale a cui erano state cedu- per confronto generico, queste statuette non
te dalle eredi del Jullien (Bisson-Bolduc sono in grado di illuminarci sulle relative mo-
1994). dalità di utilizzo cultuale.
La ricostruzione degli interventi del Jul- Sulla scorta delle indicazioni crono-strati-
lien orienta al rinvenimento da parte dello grafiche e deposizionali offerte dai pochi con-
stesso della ‘Venere in steatite gialla’ e di testi europei sicuri possiamo cercare di focaliz-
quella ‘Au goitre’ nella grotta della Barma zare alcuni motivi caratteristici e ricorrenti nel-
Grande e all’acquisto presso altri clandestini l’iconografia paleolitica.
delle restanti statuette, con provenienza pro- Basandoci sulle conclusioni del Delporte
babile dai livelli superiori della Grotta del (1989, 258 ss.) possiamo distinguere in partico-
Principe. lare tra il cosiddetto ‘modello gravettiano’ e
Le dispute sulla veridicità di tutte o di par- quello ‘maddaleniano’.
te delle statuine di questa serie rimonta alla Le statuette dell’orizzonte più antico (cd.
querelle di fine secolo tra il De Mortillet e il Ri- «modello gravettiano» ) non presentano carat-
viere da una parte (falsi) e gli acquirenti Reina- teri sessualmente indeterminati e identificano
ch e Piette dall’altra (autentiche), per appro- nella quasi totalità un personaggio femminile;
dare al Breuil, che nel 1929 propende per l’au- esse obbediscono in genere a precise regole
tenticità, e arrivare infine ai nostri giorni quan- morfologiche per la rappresentazione femmi-
do le nuove scoperte ‘canadesi’ riaccendono il nile, ovvero ai canoni, a suo tempo rilevati dal
dibattito. L’atipicità di talune delle nuove sta- Leroi Gourhan (1976) del cerchio addomino-
tuette canadesi, come il pendente con figura pelvico che inscrive seni, fianchi e pube e del-
umana a doppia testa o la statuetta doppia di la losanga che inscrive i contorni della figura (o
donna e animale contrapposti, contrasta forte- piuttosto è iscritta da essi, come argomentava
mente con le conoscenze sinora acquisite sul- L. Pales nel 1972).
l’iconologia e la sottostante mitologia del Pa- Carattere precipuo delle statuette, con l’ec-
leolitico Superiore e in particolare sia con la cezione del gruppo siberiano, sembra essere
pretesa opzione femminile del ‘modello gra- quello della nudità, dato che i vestiti quando
vettiano’ sia con l’esclusione dell’elemento non sono assenti sono molto ridotti (come a
animale e fantastico dal repertorio canonico di Vestonice); sono piuttosto tipiche anche le
queste espressioni figurative (vedi oltre). Que- elaborate acconciature. Materiali e dimensio-
sti e altri elementi hanno orientato il Delporte ni, infine, sono sempre oggetto di scelta spe-
(1993) ad una riserva dell’autenticità alle sole cifica.
statuette di Parigi, mentre quelle di Montreal Dal punto di vista del contesto le statuine
sarebbero dei falsi realizzati dal Jullien per es- femminili siberiane di Mal’ta fanno gruppo
sere vendute ai più sprovveduti collezionisiti con altri oggetti del ‘dominio’ femminile, men-
nord-americani. tre le statuine di uccello sono associate ad og-
I partigiani dell’autenticità complessiva getti di uso maschile; in genere sono state rin-
della serie, come i canadesi Bisson e Bolduc venute sempre in zone separate, periferiche,
(1994), obbiettano che il loro numero corri- non coincidenti con quelle di attività primarie.
sponde a quello noto da tempo come disper- A Kostienki mentre le statuette intere sono
so a Montreal e comprendono il ‘busto’ foto- stata trovate in contesti apparentemente pri-
grafato e descritto da Breuil nel 1928. Da un mari (abitazioni), quelle rotte sono state rin-
punto di vista stilistico tutta la serie denote- venute in contesti secondari (in fossa, o di-
rebbe una forte omogeneità mentre la varia- sperse), come per una deliberata «defunzio-
bilità dei modelli iconografici potrebbe esse- nalizzazione».
re connessa ad una variabilità funzionale In accordo con il Delporte (1989, 261),
(pendenti e appliques piuttosto che vere e sembra possibile riconoscere a queste imma-
proprie statuine); in particolare le elaborate gini una connessione con la mitologia della
50 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
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FAUSTO BOSI
Università degli Studi, Bologna
CERAMICA DIPINTA E MITOLOGIA DELL’EUROPA ENEOLITICA
Nella sua opera, e in particolare nei grandi la- vasto territorio che va dalla Romania alla Mol-
vori di sintesi (1), Marija Gimbutas ha dimo- davia e all’Ucraina occidentale, fino al Dnepr.
strato come al centro delle concezioni religio- Sulla cronologia assoluta non si hanno opinioni
se dell’Europa neo-eneolitica fosse la figura di concordi, ma le date al C14 calibrato coprono
una Grande Dea, nello stesso tempo ctonia e un periodo di circa due millenni, fra il 4750 e il
celeste, legata all’idea della fecondità, datrice 2750 a.C. (3). In ogni caso si tratta di un feno-
insieme di vita e di morte, associata nelle raffi- meno di lunga durata, e sicuramente la cultura
gurazioni a simboli ricorrenti, che spesso rap- poté svilupparsi, nell’arco di duemila anni,
presentavano degli animali. mantenendo vive, almeno fino alle fasi finali,
Nella sua lunga indagine archeo-mitologica, le sue tradizioni e i suoi modi di vita (4). L’im-
la studiosa lituana ha cercato di ripercorrere la ponente materiale lasciatoci da questa civiltà
storia complessa dei simboli grafici (triangolo, arcaica (vasi rituali, dipinti o con figurazioni in
meandro, losanga, spirali, etc.), che decorava- rilievo, statuette teriomorfe o antropomorfe,
no ceramica, statuette e oggetti di culto, e di modellini di oggetti o di edifici, resti di abita-
interpretare il senso via via assunto dalle figu- zioni e di luoghi di culto), ha permesso, a par-
re animali in un linguaggio emblematico le cui tire dagli anni ’60, una complessa ricostruzione
convenzioni potevano variare da un’epoca al- archeo-mitologica, in cui è stata fondamentale
l’altra. E in effetti, se la ricostruzione della l’opera di T.G. Movsha, e soprattutto di B.A.
Gimbutas è prevalentemente accentrata su Rybakov, che, partendo dai suoi prevalenti in-
quelle civiltà neo-eneolitiche dei Balcani e teressi di slavista, ha cercato nella preistoria le
della regione danubiano-carpatica che costi- radici del paganesimo e della ideologia agraria
tuivano il nucleo essenziale della sua «Old Eu- degli antichi slavi (5).
rope», matrilineare, agricola e sedentaria, ve- Un elemento fondamentale per ricostruire
diamo che le origini e lo sviluppo di molti temi la visione del mondo delle antiche popolazio-
sono stati seguiti per un lungo arco di millenni, ni di Tripol’e ci è fornito dall’associazione fra
dal Paleolitico Superiore fino al folclore conta- ceramica rituale e luoghi di culto. Come è stato
dino dell’Europa moderna. notato (6), anche nelle normali abitazioni po-
Ora, se questo tipo di ricerca viene circo- teva esserci una sorta di area sacra intorno al
scritto all’ambito di una singola cultura archeo- forno in cui si cuoceva il cibo. Lì accanto si tro-
logica, possiamo renderci conto che le ideolo- vano a volte degli altari, rettangolari o crucifor-
gie religiose delle popolazioni eneolitiche non
sono rimaste sempre immutate, ma hanno an- (3) Un quadro della cronologia, calibrata e non calibrata, con
che potuto conoscere significative trasforma- riferimenti anche alle altre culture dell’Europa neo-eneolitica, si
ha in E.K. C’ernysh, Eneolit pravoberezhnoj Ukrainy i Moldavii, in Ene-
zioni, almeno sul piano del simbolo. Particolar- olit SSSR, Moskva 1982, pp. 168-176.
mente interessanti in questo senso sono gli (4) I portatori della cultura di Tripol’e praticavano, soprattutto
studi condotti da archeologi russi e ucraini sul- nelle fasi iniziali e medie della loro storia, un’agricoltura di zap-
pa e abitavano in villaggi stabili, che però spesso dovevano es-
la cultura di Cucuteni-Tripol’e, che rappresen- sere abbandonati dopo un paio di generazioni per l’esaurimen-
tava la punta avanzata verso l’area delle step- to dei terreni circostanti. Si è per altro notato che vari gruppi
pe di quella civiltà paleo-europea che aveva il tribali vivevano, oltre che di agricoltura, anche di allevamento e
di caccia, in parte per adattamento ai diversi ambienti, ma forse
proprio centro nei Balcani. La cultura Cucute- anche per l’influsso di differenti tradizioni originarie. Vedi: D.
ni-Tripol’e (2) è diffusa, in un’epoca che so- Avdusin, Arkeologija SSSR, Moskva 1977, pp. 76/77.
(5) Il problema della mitologia di Tripol’e è stato trattato dal Ry-
stanzialmente corrisponde all’eneolitico, in un bakov in un saggio pubblicato in due puntate su Sovetskaja
Archeologija: B.A. Rybakov, Kosmogonija i mifologija zemledel’cev ene-
olita, I e II, in SovArch 1965/1, pp. 24-45, e SovArch 1965/2, pp. 13-33.
(1) Fra la vastissima produzione della studiosa lituana, si fa qui Gli stessi temi sono stati rielaborati in un’opera storicoetnografi-
riferimento ai seguenti lavori: M. Gimbutas, The Goddesses and ca di più ampio respiro: B.A. Rybakov, Jazyc’estvo drevnikh Slavjan,
Gods of Old Europe, Mythes and Images, London 1981; M. Gimbutas, Moskva 1981, di cui esiste anche una parziale traduzione in
The Language of the Goddess, San Francisco 1989 (traduzione ital- francese (B. Rybakov, Le paganisme des anciens Slaves, Paris, Presses
iana, Il linguaggio della Dea, Milano 1990); M. Gimbutas, The Living Universitaires de France 1994).
Goddesses, Berkeley, Los Angeles, London, 1999. Va ricordato qui che l’opera del Rybakov era ben nota alla
(2) Cucuteni si trova in Romania, e Tripol’e in Ucraina, nelle vici- Gimbutas che la utilizzò più volte nei suoi lavori, nonostante le
nanze di Kiev. Il doppio nome nasce dalla circostanza che la cul- diverse opinioni rispetto allo studioso russo, sulla questione in-
tura è stata definita e studiata in modo indipendente dagli stu- deuropea.
diosi di due stati diversi, l’Ucraina e l’Unione Sovietica. (6) B.A. Rybakov, Jazyc’estvo..., p. 175.
52 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
mi, figurine d’argilla, tazze sorrette da figure devote della dea di cui si celebrava il culto.
antropomorfe, e grossi vasi ornati da spirali Legato al rito era anche un grosso vaso su
che dovevano contenere le riserve di cereali. cui erano riprodotte, in rilievo, quattro mam-
Ma, accanto a questi santuari domestici, ci melle. Un’ipotesi plausibile è che il santuario
sono noti anche luoghi di culto più complessi. fosse destinato a una tipica occupazione fem-
Uno di questi è il santuario di Sabatinovka, sul minile, come la preparazione del pane rituale,
corso inferiore del Bug, in Ucraina, che risale e del resto nello stesso modo dovrebbe spie-
alla fase arcaica, Tripol’e A, le cui datazioni ca- garsi anche il carattere sacro dell’area in cui,
librate ci riportano al V millennio a.C. nelle case private, veniva cotto il cibo (7).
Quello di Sabatinovka era un edificio in ar- A Sabatinovka, come del resto in tutto il pe-
gilla battuta, di circa 70 mq, con una sola gran- riodo iniziale di Tripol’e, la ceramica non è an-
de stanza, a cui si poteva accedere da uno cora dipinta. Prevalgono, nelle decorazioni in
stretto corridoio. La parte più vicina all’ingres- rilievo dei vasi, dei motivi a spirale, che avvol-
so, priva di arredi e suppellettili, doveva esse- gono tutto il corpo del recipiente. Spesso al-
re riservata al pubblico che assisteva ai riti. In l’interno delle spire sono riconoscibili dei di-
fondo alla stanza, invece, si trovavano un alta- schi, secondo una simbologia cosmica che al-
re rettangolare, lungo 6 m, una fornace in argil- lude all’orbita perpetua degli astri nel cielo. In
la, e un grande trono rotondo, con ornamenti a alcuni casi, il senso cosmico e mitologico è
corna di bue (Fig. 1). confermato da un particolare. Le spirali sono
Questo tipo di trono era anche riprodotto in rese con la figura di un rettile: è il serpente ce-
piccoli modelli in argilla, che erano deposti sul- leste la cui energia dà il moto agli astri (8). Per
l’altare, assieme a statuette femminili caratteriz- altro è noto che il serpente assume nelle ci-
zate da grossi seni. È probabile che queste figu- viltà preistoriche, comprese quelle paleo-agri-
rine, una delle quali tiene in mano un serpente, cole, molti valori simbolici, quasi sempre posi-
volessero rappresentare le sacerdotesse e le tivi: è legato all’idea di fecondità e di immorta-
lità, perché muta la pelle ogni anno, è il pro- superiori il cielo appare come raddoppiato,
tettore della casa, ha rapporti con il cielo e la con le orbite sovrapposte di due astri (Fig. 3).
pioggia, anche perché molte biscie si avvicina- In alcuni vasi, come quelli di Shipency e To-
no alle case dopo i temporali estivi, e infine è mashovka, è invece evocato il rapporto fra il
anche il simbolo del tempo ciclico, dell’anno cielo e la terra. In basso è una pianta schemati-
che ritorna sempre su se stesso. ca che sovrasta una forma tondeggiante, forse
Nella ceramica rituale di questo periodo una collina o un monticello. Sopra, da dei se-
sono frequenti anche i vasi sorretti, alla base,
da oranti nude, o più semplicemente da mani
umane, mentre le decorazioni mammelliformi
possono, in molti casi, suggerire l’idea della
pioggia che, come latte della dea celeste, irro-
ra e vivifica la terra. È solo molto più tardi, a
partire dalle fasi centrali del Medio Tripol’e,
che, assieme all’uso di dipingere la ceramica
rituale, cominciano a comparire nuovi motivi.
Così, alcuni dei simboli ideografici familiari al
mondo neo-eneolitico, vengono uniti fra di lo-
ro, in composizioni più ampie. Uno degli sche-
mi più frequenti vede, sotto il collo del vaso,
delle linee ondulate o a zig zag, che, come an-
che il meandro, sono il simbolo dell’acqua. Al
centro compaiono delle spirali con all’interno
dei cerchi, mentre in basso abbiamo due sem- Fig. 3 - Il vaso cosmico di Tîrgu Ocna, da B. Rybakov, Kosmogonija...
plici linee parallele (Fig. 2).
B.A. Rybakov legge queste rappresentazio-
ni come vere e proprie mappe cosmiche: in al- micerchi, o da festoni di linee, che rappresen-
to stanno le riserve delle acque celesti, al cen- tano le nuvole, scendono fasci di linee sghem-
tro è il firmamento con le orbite degli astri, be: è il motivo della pioggia che vivifica i cam-
mentre le due strisce in basso dovrebbero pi. A volte, nella composizione, è presente an-
rappresentare la terra (9). A volte la figura è che un cane, stilizzato, e apparentemente so-
più complessa: in uno splendido vaso di Tîrgu speso a mezz’aria, forse il custode delle messi
Ocna, in Romania, sotto il simbolo delle acque (10) (Fig. 4).
1
2
Di più difficile lettura sembra un altro moti- un paio di corna. Sono i cosiddetti «cervi cele-
vo, sempre legato al cielo e ai fenomeni atmo- sti», che B. Rybakov interpreta come costella-
sferici. Sul fondo di tazze, probabilmente usa- zioni, o nuvole portatrici di pioggia (11) (Fig.
te per la divinazione o per atti rituali, si vedo- 5). Ma spesso, a partire dal Tardo Tripol’e, lo
no delle figure cometiformi che terminano con schema della mappa cosmica si modifica. Nel-
1 4
3
2
la parte superiore del recipiente si trovano an- tevano fungere da naso o da orecchie, girando
cora le linee ondulate, le riserve dell’acqua, il vaso si aveva sempre di fronte una specie di
con accanto il cane custode, ma al centro, nella maschera, che doveva rappresentare la dea
fascia che rappresentava il firmamento, com- del cosmo (12) (Fig. 6). E questo non è l’unico
paiono, al posto dei cerchi astrali, quattro oc- esempio di raffigurazione antropomorfica della
chi, simili a grosse mammelle. Poiché le anse, divinità nella ceramica del Tardo Tripol’e. In
a seconda della posizione di chi guardava, po- altri vasi rituali vediamo delle figure maschili e
Fig. 6 - Vasi di Petreni con la maschera della Dea cosmica, da B. Rybakov, Kosmogonija....
ni, in Moldavia. All’interno di un gioco di spira- tologici, troviamo anche scene e immagini che
li con figure di astri si vedono due personaggi si riferiscono al rito. In due vasi, provenienti dal
mostruosi, con una sola testa, ma con quattro villaggio moldavo di Konshesty, vediamo delle
braccia e due busti sovrapposti. L’aspetto e figure femminili che danzano, all’interno di
l’atteggiamento di questi esseri giganteschi ci schemi grafici formati da ovali e festoni. In una
ricordano evidentemente il motivo dei Titani delle decorazioni (Fig. 9) le donne hanno abiti
che danno la scalata al cielo (14) (Fig. 8). a frange e con la superficie scabra, come se fos-
Per altro, nella ceramica del Tardo Tripol’e, sero coperti da spine o da erba. B. Rybakov ha
oltre alle mappe cosmiche e ai personaggi mi- creduto di riconoscere nella scena un rito agra-
rio arcaico, di cui rimanevano tracce, fino a non savano dell’acqua sul corpo delle giovani.
molto tempo fa, nel folclore balcanico. I conta- Diversa è la scena dell’altro vaso di Kon-
dini bulgari usavano vestire, con un abito fatto shesty. Negli ovali si vedono dei piccoli anima-
esclusivamente di foglie fronde e altri elementi li, forse caprioli, e una delle donne danzanti
vegetali, delle ragazze, che erano chiamate porta le mani in alto sul capo, formando come
«dodoly» e rappresentavano la terra riarsa dal due corna (Fig. 10). Qui il senso del rito, che
calore dell’estate. Poi, in un rito che doveva doveva favorire la fertilità degli animali, sem-
propiziare la pioggia, delle donne anziane ver- bra molto più chiaro.
Fig. 10 - Konshesty: danza con i caprioli, da B. Rybakov, Jazyc’estvo...
0 5 cm
Allo stretto rapporto fra l’ideologia di Tri- Molte innovazioni, poi, come l’introduzione
pol’e e la natura ci porta anche un altro motivo del cavallo e la diffusione dell’aratura, toccano
presente nella ceramica tarda. A volte sono a fondo la vita sociale. In questo periodo, an-
raffigurati dei cortei di animali: cervi, capridi, che il mondo di Tripol’e conosce quella che or-
cani, e, a Krutoborodincy, persino un bruco. mai si definisce come «rivoluzione dei prodot-
Dei festoni in alto rappresentano le nuvole. ti secondari» (19), ma il processo non manca di
Spesso, gli animali hanno la coda fatta a forma far sentire i suoi effetti anche sulla visione del
di spiga, o di fronda (Fig. 11), e questo partico- mondo delle popolazioni eneolitiche. Così ve-
lare sottolinea il legame mistico fra il bestia- diamo che si fanno più frequenti le statuette
me, la vegetazione, e le nuvole che portano la maschili mentre tende a diventare più rara la
pioggia (15). ceramica dipinta.
Nelle fasi finali di Tripol’e (16) si assiste a Non sempre la ricostruzione di questi fatti
un insieme di fenomeni complessi. In coinci- riesce a fornirci un quadro coerente, ma sem-
denza con un incremento della popolazione, la bra di cogliere segni di disgregazione nella
cultura si espande verso aree marginali, e si ha vecchia società, probabilmente pacifica, sicu-
anche una diversa organizzazione del territo- ramente più egualitaria, che aveva retto, nei
rio, con una più forte differenziazione sul pia- suoi modi di vita, per circa due millenni. Nel
no economico che si riflette in un sorta di ge- giro di pochi secoli, la cultura di Tirpol’e si
rarchia fra gli insediamenti. Prova di questo è frantuma in una serie di gruppi regionali, in un
il sorgere di grossi centri abitati, quasi delle processo di diversificazione, su cui possono
protocittà, difesi da valli e fossati, e con le ca- aver influito tanto contatti esterni, non solo
se disposte in cerchi concentrici, come nel sito con la steppa, ma anche con il Caucaso, quan-
di Petreni, in Moldavia (17). to l’accentuarsi di differenze e tradizioni loca-
Un altro fatto determinante è l’intensificarsi li (20).
dei contatti, del resto già ben documentati per La nuova realtà, in cui convivono mutamen-
fasi precedenti, con popolazioni delle steppe, ti sostanziali e persistenze dell’antica cultura,
come quelle di Srednij Stog e della cultura si coglie in modo più netto in un gruppo, quel-
delle Fosse (Jamnaja) (18). Può trattarsi di infil- lo di Usatovo, localizzato presso la costa del-
trazioni, ma anche di semplici migrazioni sta- l’Ucraina sud-occidentale. Alcuni aspetti di
gionali dei pastori che, dalle regioni a Est del questa facies, come i vasi con disegni a trifo-
Dnepr, attraversavano l’area di Tripol’e per glio e a quadrifoglio, o le statuette femminili
raggiungere i pascoli estivi in Podolia o alle schematiche, a paletta e con il capo fungifor-
pendici dei Carpazi. me, in cui si può cogliere un riflesso, rispetti-
vamente, delle antiche mappe cosmiche e de-
(15) Sulla interpretazione dei vasi di Konshesty, v. B.A. Rybakov, gli idoletti usati nei riti di Tripol’e, ci danno l’i-
Jazyc’estvo..., pp. 187-189. dea di una tradizione che sopravvive, sia pur
(16) Secondo le datazioni al C14 calibrato riportate da C’ernysh
(E.K. C’ernysh, Eneolit pravoberezhnoj..., p. 175), il periodo di
in forma degradata e decaduta, mentre ben di-
Tripol’e CII si porrebbe fra il 3250 e il 2750 a.C. Una cronologia verso è il quadro che emerge dallo studio de-
più bassa propone invece Movsha (T.G. Movsha, Pozdnyj etap gli usi funerari.
Tripol’skoj kul’tury, in Arkheologija Ukrainskoj SSSR, I, Kiev 1985, pp.
224-225) che situa la stessa fase fra il 2800 e il 2400/2350.
(17) Sul sistema gerarchico degli insediamenti del Tardo
Tripol’[e, v.: E.K. C’ernysh, Eneolit pravoberezhnoj..., pp. 236-237. (19) Per i problemi legati alla rivoluzione dei prodotti secondari,
(18) Per i rapporti di lunga durata di Tripol’e col mondo delle v.: A. Guidi, Preistoria della complessità sociale, Bari Roma 2000, pp.
steppe, v.: T.G. Movsha, O severnoj grupp pozdnetripol’skikh pamjat- 112-132.
nikov, in SovArch 1971/1, pp. 31-54, e I.V. Palaguta, K probleme svjazej (20) Sui fenomeni socio-economici del Tardo-Tripol’e e la for-
Tripol’ja-Kukuteni s kul’turami eneolita stepnoj zony severnogo Pric’er- mazione di gruppi culturali distinti, v. T.G. Movsha, Pozdnij etap...,
nomor’ja, in RosArch 1998/1, pp. 5-14. pp. 223-251.
Fausto Bosi - Ceramica dipinta e mitologia dell’Europa eneolitica 57
In effetti, nelle necropoli usatoviane compa- corredi, non solo degli adulti ma anche dei
re, accanto alla semplice inumazione in fosse, bambini. È forse, questo, un segno della forza
anche la sepoltura nei kurgan, ma quest’uso, e del prestigio dei lignaggi patriarcali, a cui fa
derivato dal mondo delle steppe, si accompa- riscontro invece la maggior uniformità dei cor-
gna a un modello diverso di organizzazione so- redi femminili, che comprendono per lo più ce-
ciale. Quasi sempre, al centro del tumulo si tro- ramica e strumenti di lavoro, mentre un aspet-
va una sepoltura singola, di un uomo adulto to rituale comune a molte tombe, senza distin-
deposto con un corredo ricco in cui sono com- zione di rango, è l’uso dell’ocra, che ricopriva,
prese anche armi, di rame o di bronzo arseni- non solo i resti umani, ma anche le offerte (21).
cato. Molti particolari ci fanno capire che le ar- Quello di Usatovo sembra quindi un mondo
mi, nel mondo di Usatovo, non sono solo og- in profonda trasformazione, in cui si afferma,
getti di prestigio o simboli di comando. La per la prima volta in quest’area, una casta pri-
guerra, per quelle popolazioni, doveva essere vilegiata di guerrieri. Ma c’è un particolare che
un evento abituale. Ce lo testimoniano i fre- colpisce. Alcune delle statuette schematice a
quenti cenotafi, monumenti simbolici che do- cui si è accennato sopra hanno un profilo d’uc-
vevano ricordare persone scomparse in spedi- cello. Una, dal sepolcreto tumulare di Majaki,
zioni lontane, ma anche molti scheletri, che ha occhi di civetta, e porta sul capo un disegno
portano segni di traumi o di ferite mortali, so- che ricorda una zampetta d’uccello (22). Ritro-
prattutto fratture craniche provocate da colpi viamo così, proprio nel momento in cui nel
di asce di pietra. Non mancano poi i casi di mondo di Cucuteni-Tripol’e sta per affermarsi
guerrieri sepolti con le loro armi (compresi pu- un patriarcato guerriero, il motivo della dea
gnali di rame la cui lama era deposta diretta- dagli occhi di civetta, che nell’Europa arcaica è
mente sul palmo della mano). Significativa è legato, come ha dimostrato Marija Gimbutas,
pure la forte differenziazione che si nota nei all’idea della morte (23).
Bibliografia
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– T.G. Movsha. Svjatilishc’a Tripol’skoj kul’tury (I santuari della – La sigla SovArch sta per «Sovetskaja Arkheologija».
cultura di Tripol’e), SovArch 1971/1, pp. 201-205. – La sigla RosArch sta per «Rossijskaja Arckheologija».
– T.G. Movsha, Pozdnij etap Tripol’skoj kul’tury (La fase tarda
Care signore e pochi signori, perché ne vedo mincia verso il 7000 a.C. nell’Egeo, a Creta, po-
soltanto alcuni, desidero ringraziare gli orga- co più tardi nella Grecia continentale e verso il
nizzatori di questo convegno per l’invito. Vi 6000 a.C. l’agricoltura già si estende al di là
prego di avere pazienza con me perché oggi è della zona balcanica a nord e a ovest. Guardia-
la prima volta che parlo di questo specifico te- mo un poco la preistoria di questa regione per
ma in italiano. capire qual è l’origine delle forme e dei moti-
Quando si parla dell’antica scrittura euro- vi, cioè qual è l’origine del materiale visuale
pea, si parla della civiltà balcanica e del perio- dal quale si costruiscono più tardi la cultura e
do in cui si diffonde l’agricoltura e emerge una la scrittura neolitiche.
società agraria in Europa. Questo periodo co-
Possiamo osservare nell’Europa del sud- 7000 a.C. circa, e si rinforza poi nell’età neoli-
est già nell’età paleolitica una viva attività tica.
culturale. Nell’arte figurativa e nel simbolismo Questo repertorio di motivi con una varietà
culturale si manifesta un dualismo di motivi di motivi astratti proviene da Lepenski Vir. Le-
naturalistici da una parte, e di motivi astratti e penski Vir, sulla riva del Danubio in Serbia, era
geometrici dall’altra. Ecco alcuni esempi: al- un centro culturale di grande importanza nel-
cuni pensano che questa è la figurina di un l’età mesolitica; questa non è ancora scrittura,
uccello, si vedono le ali; secondo altri questa ma io parlo del materiale visuale dal quale più
è la parte superiore di una statuina femminile tardi si compone l’inventario dei segni della
con tratti di uccello, forse la Dea-Uccello; ci scrittura. In questa carta si vede lo spazio geo-
sono tanti motivi astratti, come per esempio il grafico della civiltà balcanica; la parte centrale
motivo della forma della lettera V, linee ondu- si estende più o meno nel territorio della Ser-
late e un altro motivo che si ripete nell’età bia attuale e poi lo spazio si estende verso
mesolitica e poi neolitica: il meandro. Emerge l’Ungheria, verso la Transilvania in Romania,
anche un senso astratto nell’alternanza della verso la Bulgaria, verso ovest in Bosnia Erzego-
linea ondulata con il meandro su un oggetto vina e verso sud in Macedonia e in Grecia. I
specifico, un braccialetto d’avorio. La prefe- nomi sottolineati indicano i luoghi con scoper-
renza per l’astrazione e per le forme stilizzate te di oggetti iscritti. I luoghi di maggior impor-
continua nell’età mesolitica, cioè fra 11000 e tanza con uso di scrittura sono:
60 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze
Fig. 5 - Oggetti iscritti (5-6) fra 4500 e 4000 a. Cristo (secondo Haar-
mann 1999).
3
Fig. 4 - Oggetti iscritti (3-4) fra 5000 e 4500 a. Cristo (secondo Haarmann
1999).
costruzioni e fenomeni naturali. A volte è diffi- l’età micenea si vede un santuario presso una
cile identificare un segno con precisione, ben- fonte, qua l’altare dal quale scorre l’acqua sa-
ché la forma sia naturalistica; ma quando si fa cra della fonte. La maggioranza dei segni della
un confronto fra i segni, i simboli e i motivi scrittura balcanica è costituita da segni astratti
della cultura balcanica e anche delle culture e geometrici e si manifesta una tecnica specia-
successive si possono ottenere buoni risultati. le, sofisticata si può dire, cioè la tecnica di
Alcuni esempi: questo segno si può interpreta- produrre derivazioni. Ecco un segno di base a
re come un’imbarcazione con baldacchino; in- partire dal quale poi si fanno variazioni sem-
fatti negli affreschi di Thera questo motivo del- plici e variazioni complesse. Ho già parlato
l’imbarcazione cerimoniale si ripete spesso, dell’eredità culturale balcanica nelle culture
anche qua si vede questo motivo e anche su dell’Egeo; a questo proposito Maria Gimbutas
un anello dell’epoca micenea c’è questo moti- ha detto che la cultura minoica è come una fi-
vo dell’imbarcazione cerimoniale. Un altro mo- glia della civiltà balcanica. Non c’è da meravi-
tivo centrale che troviamo come segno nella gliarsi che, con tanti altri motivi e simboli, an-
scrittura è questo: un fiume con vegetazione che segni e tecniche della scrittura si sono tra-
sulla riva. Il paesaggio rivierasco è un motivo sferite dalla civiltà balcanica nelle culture suc-
centrale anche negli affreschi di Thera e si tro- cessive. Qua alcuni esempi: secondo le mie ri-
vano varianti naturalistiche ma anche varianti cerche circa la metà dei segni del sistema cre-
più o meno astratte di questo motivo: questo tese Lineare A è di origine balcanica, più di
qua è molto rassomigliante. sessanta segni, e qua si vedono: ecco qua l’ori-
Un altro segno centrale e simbolo religioso: gine balcanica, ecco qua segni del sistema Li-
gli occhi della dea, la dea che vede e provve- neare A, si vede chiaramente la rassomiglian-
de. Qua vediamo esempi nella statuaria balca- za. C’è ancora una domanda importante da fa-
nica degli occhi della dea. E quaggiù un sigillo re: si può pensare che nella memoria culturale
con scrittura geroglifica da Creta, ecco qua il della gente balcanica la grande dea, che aveva
segno dell’occhio e gli occhi. Qui invece il se- tante funzioni, fosse forse anche la patronessa
gno che ha probabilmente il significato di alta- della scrittura? Io penso di sì, ma questa idea
re, ed ecco qua il confronto: su un anello del- rimane speculativa, senza prova diretta. Non si
64 Il Mito e il Culto della Grande Dea, Transiti, Metamorfosi, Permanenze