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CAPITOLO 5 Il Limerik non è un

ghiacciolo! TANTI TIPI DI POESIA:


REPERTORIO
§1 LIMERICK & NON-SENSE
Il limerick è un breve componimento in poesia, tipico della lingua inglese, dalle ferree regole
(nonostante le infinite eccezioni), di contenuto nonsense, umoristico o scapigliato, che ha
generalmente il proposito di far ridere o quantomeno sorridere.
 Un limerick è sempre composto di 5 versi. Le rime seguono dunque lo schema
AABBA.
 Nel limerick più comune il primo verso deve sempre contenere il protagonista, un
aggettivo per lui qualificante e il luogo geografico dove si svolge l'azione,
 mentre i restanti versi sintetizzano l'aneddoto
 nell'ultimo verso viene rinominato il protagonista, magari definendolo meglio
Oggi il limerick viene spesso usato per scopi satirici, per esempio (marzo 2016) :
Un tale prelato Bertone
Voleva un grand'alloggione.
A pagarlo ci fu
Il Bambino Gesù
che prelato beato, Bertone!

 Ecco uno dei limerick per i quali è ricordato Edward Lear,

C’era un certo signore a Calcutta,


S’abbuffava di strutto e di frutta;
Ma un bel dì un maritozzo
Incastrato nel gozzo
Strozzò il bieco signor di Calcutta

C’era un vecchio di Budurro


Che mangiava eternamente pane e burro;
Fin che un’enorme pagnotta,
Cacciata a forza in bocca,
Soffocò quel tristo vecchio di Budurro.
Signora col mento

There was a Young Lady whose chin Una giovin signora col mento
Resembled the point of a pin; Appuntito da fare spavento,
So she had it made sharp, Se lo fece affilare
and purchased a harp, Per poter arpeggiare
And played several tunes with her chin. Melodie con la punta del mento.
IN ONORE DELLA POESIA

C’era un pollo di Borgosatollo


occupato a difendere il proprio collo
così è andato a nascondersi in cucina
per non finire in un pasticcio di gelatina
ma non trovando neanche un chicco da beccare
gli è venuto il ghiribizzo di poetare
le rime le rivoltava sghembe e diritte
le strofe si facevano sempre più fitte
non aveva alcun freno né alcun controllo
quell’ispirato pollo di Borgosatollo. Guido Galdini

§2 HAIKU
Lo haiku (俳句 [häikɯ]) è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo.
Gli haiku giapponesi consistono tradizionalmente di 17 "on" o suoni, divisi in tre frasi: 5 suoni, 7
suoni, e 5 suoni.
Sono generalmente utilizzati per descrivere la natura e gli accadimenti umani direttamente collegati
ad essa.

* Un’accesa discussione
poi scendo in strada
e in moto mi muto Kanedo Tota

* E’ la mia
questa figura di spalle
che se ne va nella pioggia? Santoka

*
Nell'ombra del verde fogliame,
pagliuzze d'oro sinistro:
gli occhi di un gatto tutto inchiostro. Kabawata Bōsha

*
Cadono le castagne -
una dopo l’altra
lungo la notte. Kobayashi Issa

1. Ricorda l'idea giapponese che l'haiku dovrebbe poter essere espresso in un solo respiro. In
italiano ciò significa che la poesia dovrebbe essere lunga 10-14 sillabe.

2.Usa gli haiku per accostare due idee. La parola giapponese "kiru", che significa "tagliare", esprime
la nozione che gli haiku dovrebbero sempre contenere due idee sovrapposte. Le due parti sono
grammaticalmente indipendenti, e sono solitamente anche immagini separate.

"Che freschezza
la sensazione dei piedi contro la parete
siesta” Basho

*Fresco profumo
Il muso di un labrador sprofonda
nella neve poeta americano Lee Gurga:

 In entrambi i casi, l'idea è creare un distacco tra le due parti e di evidenziare il significato della
poesia attraverso un "paragone interno". Creare questa struttura a due parti in modo efficace può
essere la parte più difficile della scrittura di un haiku, perché può essere molto difficile evitare un
collegamento troppo ovvio tra le due parti, ed al tempo stesso evitare di accostare due idee prive di
legame.

3. Scegli un soggetto pregnante


 Condensa un'esperienza intensa. Gli haiku sono tradizionalmente concentrati sui dettagli
dell'ambiente che si legano alla condizione umana.
 Quando vedi o noti qualcosa che ti fa venire voglia di dire a tutti "Guardate",
quell'esperienza può essere adatta a un haiku.
 I poeti giapponesi usavano tradizionalmente l'haiku per catturare e cogliere l'essenza
un'immagine naturale momentanea, come una rana che salta in uno stagno, la pioggia che
cade sulle foglie, o un fiore che si piega nel vento.
 HAIKU CONTEMPORANEO Possono diventare soggetti di un haiku gli ambienti urbani,
le emozioni, le relazioni e argomenti comici.
 Includi un riferimento stagionale. Un riferimento alla stagione o al passare della stagione è un
elemento fondamentale dell'haiku. Il riferimento può essere ovvio, come le parole "primavera"
o "autunno", o può essere meno evidente. Ad esempio, menzionare il glicine, che sboccia in
estate, può essere un riferimento meno evidente.

4.Crea un cambio di soggetto. Seguendo l'idea che un haiku dovrebbe contenere due idee
affiancate, cambia la prospettiva del tuo soggetto in modo che la tua poesia abbia due parti.

 Potresti ad esempio, concentrarti sui dettagli di una formica che risale un tronco, poi
affiancare quell'immagine con una visione più ampia di tutta la foresta, o della stagione.
 L’affiancamento delle due immagini dà alla poesia un significato metaforico più profondo di
quello che avrebbe una pura e semplice descrizione. Prendi questa poesia di Richard Wright:

*Onde spumeggianti sulla baia:


Un'insegna rotta che sbatte
nel vento di Aprile.

5.Usa il linguaggio sensoriale. Descrivi i dettagli percepibili da tutti cinque i sensi. Cosa hai notato
riguardo al soggetto? Che colori, forme e contrasti hai osservato? Quali erano i suoni del soggetto?
Qual era il tono e il volume dell'evento che è appena accaduto? Aveva un sapore o un odore? Come
puoi descrivere in modo preciso la sensazione che hai provato?

6.Mostra, non dire. Gli haiku riguardano momenti di esperienza oggettiva, non interpretazioni o
analisi soggettive di quegli eventi.

 E' importante mostrare ai lettori qualcosa di vero riguardo all'esistenza del momento, piuttosto
che raccontare le emozioni che ha suscitato in te. Lascia che il lettore provi le sue emozioni in
reazione a quell'immagine.
 Usa immagini nuove, dettagli insoliti. Ad esempio, invece di dire che è Estate, concentrati sulla
forza del sole o sulla pesantezza dell'aria.

7. Sii ispirato:esci all'aperto per trovare l'ispirazione.

 Fai una passeggiata ed entra in sintonia con ciò che ti circonda. Quali dettagli dell'ambiente
ti comunicano qualcosa? Cosa li rende unici?
 Porta con te un quaderno per scrivere i versi che ti sovvengono. Non puoi mai sapere
quando la vista di una pietra in un ruscello, di un topo che salta sui binari della
metropolitana, o di nuvole in lontananza sopra le colline possa ispirarti a scrivere un haiku.
 Leggi li componimenti di altri scrittori. Leggere altri haiku può aiutare a mettere in moto la
tua immaginazione.
 Comunica con altri poeti. Se sei uno studioso serio dell'haiku, vale la pena iscriversi a
organizzazioni nazionali dei poeti di Haiku. Puoi iscriverti anche alle migliori riviste di haiku
come "Modern haiku" e "Frogpond" per imparare di più su questa forma d'arte.

8. L’Haiku è definita poesia “ non finita” perché richiede che il lettore la termini con la sua
intelligenza emotiva.

NOTTE DI MAGGIO Il cielo pone in capo

ai minareti sillabe
ghirlande di lumini Giuseppe Ungaretti

Secondo alcuni osservatori la celebre composizione di Salvatore Quasimodo sarebbe un esempio di


haiku

ED È SUBITO SERA
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito sera.
L'Haikai Largo
In tre versetti Bastan tre grilli
tutto un poema, e, forse, per far grande una notte
tutta una vita Mario Chini di mezza estate
Coraggio
Confessione Non pianger; canta.
Ho corso il mondo Se canti, ti si schiara
per afferrar tre note il cielo e il cuore
di poesia

Cede
L’inverno
-foglia immanente-
Non sarà che un fiocco
a dargli sepoltura, la neve. Patrizia Meloni “Eco disarmonica” pag43

*
Stephen King, da ragazzino, scrive su una
cartolina un haiku per conquistare la
ragazzina di cui è innamorato, il cui testo è:
Brace d'Inverno
I capelli tuoi
Dove il mio cuore brucia
Bibliografia -Haiku. Il fiore della poesia giapponese da
Bashō all’Ottocento (a cura di Elena Dal Pra),
Mondadori 1998

* Vecchio stagno
balza dentro una rana
rumore d’acqua -Matsuo Bashou (Bashō) (1644-94)
Questo è uno degli haiku più noti e in genere il primo
che si incontra.
*Sorriso d’oro
uno spicchio d’arancia
nelle tue mani

L'haiku è una poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, che elimina fronzoli lessicali e retorica.
L'estrema concisione dei versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, come una traccia che
sta al lettore completare.

*Alberi spogli

sulle sponde del fiume

ora si ignorano (di Sono Uchida)

SPIEGAZIONE:E’ un buon Haiku: produce un rimbalzo nella nostra mente. Riusciamo infatti a
decodificare l’immagine solo dopo che nella nostra mente è apparsa l’immagine opposta a quella
descritta; infatti dobbiamo prima vedere gli alberi carichi di foglie, per poter cogliere il senso del
loro “avvicinamento”. Solo in un secondo momento riusciamo a decodificare il contenuto
semantico dell’ “ignorarsi” legato all’ “allontanamento”= dovuto allo spazio lasciato vuoto dalle
foglie cadute

* Notte infame:
nel frigo solo l’eco
d’un uovo sodo. Gabriele Saccavino
SPIEGAZIONE :è un perfetto Haiku. Contiene il “qui” (frigo = luogo concreto) e contiene l’“ora”
(il Piccolo Kigo, riferimento ad un’ora, ad una parte del giorno = la notte).

In una poesia molto breve l’abilità sta nel FAR VEDERE RELAZIONI là dove il lettore credeva
non esistessero.
* Per certe strade della bianca Bari…
Io non sapevo che a partir per nave
tutta la terra se n’andasse via. Giorgio Caproni. “Res Amissa” pag 117
CONCLUSIONI: Scrivere poesie brevi significa essere in grado di fare sintesi, muoversi in uno
spazio limitato; saper condividere una emozione nel modo più conciso possibile; riuscire ad
attrarre il lettore in cinque righe.

§ 3 LA POESIA VISIVA: ESPRESSIVITÀ GRAFICA E CALLIGRAMMI

La parola scritta offra numerose possibilità espressive, già solo da un punto di vista grafico.
I calligrammi sono nello stesso tempo poesie e disegni.

Puoi giocare con la forma tipografica della poesia non in modo casuale, ma tenendo sempre
presente il messaggio che la poesia vuole comunicare.
Esisono calligrammi d’autore: Guillaume Apollinaire, Corrado Govoni, Lewis Carrol, Colleen
Thibaudeau,

Roger McGough.
Roger McGough.

Esercitazione 1: componi un calligramma a partire da una poesie d’autore: dapprima disegna con la
matita sul foglio il soggetto della poesia, poi trascrivi i versi del testo seguendo il disegno.

Questa poesia con una forma attinente al contenuto si chiama calligramma.

Piccola
sembra la croce;
ma c’è
posto
per
ogni
affanno
La fisicità del linguaggio è fonte di ricerca ed ispirazione mondiale e si è introdotta nel mondo dei
tatuaggi, come qualcosa di estremamente particolare, bello, perfetto, perché dà vita a ciò che durerà
per sempre: non sono rare le richieste di frasi o parole tatuate a formare dei disegni, forme, dal
risultato senz’altro ‘poeticamente’ distintivo e personalissimo.[ Flavia Tarta
ESERCITAZIONE 2: realizza un calligramma originale

§ 4 LE RIME
Pensa alle formule magiche, agli scongiuri, ai proverbi recitati dai nonni; fin dall’antichità c’è un
intero patrimonio di poesia scritta in rima.E’ abbastanza facile da ricordare e scrivere versi in rima
può essere molto divertente per un giovane autore.
Ti propongo molto materiale di Bruno Tognolini, in modo che tu familiarizzi con il genere e
prenda spunto per la tua produzione. Prova a pensare delle frasi che intendano rimediare a qualche
inconveniente della (tua) vita di teenager.

Dunque dillo, rima dillo,


Ma quel nulla, bella bolla,
vedi come culla
Balla cuore, piede vuole,
vado avanti io da solo
Ma se cado tu ridillo
Tu ricantami, riprendimi,
riportami nel volo. BRUNO TOGNOLINI

Mal di pancia calabrone


Porta via il tuo pungiglione
Mal di pancia moscerino
Finirai dentro il vasino BRUNO TOGNOLINI "E il mal di pancia se ne va.
Le rime –quasi delle formule magiche –di questo autore fanno accadere le cose belle e cacciano via
quelle noiose. Allora i calzettoni non scendono più, i compleanni arrivano in fretta, i semafori
diventano subito verdi, le supposte e le iniezioni non danno più fastidio.

1. PER COMINCIARE

Mano aperta, sole di giugno


Luna d'inverno mano a pugno
Cielo toccato, terra mia
Apro le braccia e via

2. CONTRO IL MAL DI GOLA

Vola libellula, vola parola


Portati via questo mal di gola
Cavalo fuori dalla mia bocca
Appeso alla filastrocca

3. PER TENER SU LE CALZE CHE SCENDONO

Sole che sali negli alti mattini


Fai stare in alto anche questi calzini
Io tiro su ma non vogliono stare
Stupide calze somare
5. PER RITROVARE LE COSE SPARITE

Gnomo di casa chiedo il tuo aiuto


Fammi trovare il tesoro perduto
Fruga la camera da cima a fondo
Metti a setaccio il mondo

6. CONTRO LA FEBBRE

Fiore che scotta, grillo che salta


Fammi passare la febbre alta
Il grillo fa un salto, la febbre mi passa
E viene la febbre bassa

7. PER FAR VENIRE PIU' IN FRETTA I COMPLEANNI

Corrono i gamberi all'incontrario


Corre la lepre del calendario
Corre veloce, fa il giro dell'anno
E torna il mio compleanno

8. CONTRO IL MAL D'ORECCHI

Fate invisibili dentro gli specchi


Fate incantesimi al mio mal d'orecchi
Mi fanno piangere queste zanzare
Dodici lacrime amare

9. PER CUOCERE LE TORTE DI GIOCO

Acqua farina caffè marmellata


Cuociono i cuochi una torta inventata
Il riso in bocca, le mani in pasta
Briciole zucchero e basta
10. CONTRO IL RAFFREDDORE

Tu raffreddore lumaca mocciosa


Portati via la tua scia appiccicosa
Soffiati naso nel fazzoletto
Chiuditi rubinetto

11. PER FAR VENIR BEL TEMPO NEI WEEK END

Vento del sabato fammi un piacere


Spazza dal cielo le nuvole nere
Soffiale via nei paesi lontani
O spostale a dopodomani

12. CONTRO LA TOSSE

Le cicale della tosse


Hanno ali verdi ma gole rosse
Cantano sempre ma cantano male
Schiacciale quelle cicale

13. PER AVERE FORTUNA NEI GIOCHI

Luna in mezzo e stelle in tondo


Mescolo il cielo e le stelle confondo
Poi chiudo gli occhi e ne pesco una
Stella mi porta fortuna

14. CONTRO L'AFTA NELLA BOCCA

Nella mia bocca c'è un male seduto


Che non mi passa nemmeno se sputo
Piango se mangio, piango se parlo
Vattene via brutto tarlo

15. PER FAR DIVENTARE VERDI I SEMAFORI


Albero freddo di tutte le strade
La foglia rossa si stacca e poi cade
Arriva il vento che la disperde
E nasce la foglia verde

16. CONTRO IL MAL DI TESTA DI MAMMA

Venti del mare e della foresta


Guarite la mamma dal mal di testa
Soffiatele via da un orecchio quel male
E nell'altro cantate il maestrale

17. PER SCIOGLIERE UN INGORGO

Duemila macchine in fila per due


Fumo di drago, puzza di bue
Nasi tappatevi, gambe scappate
Tira giù l'acqua del water

18. CONTRO IL MAL DI SCHIENA DI PAPA'

Sole delfino, luna balena


Fate passare a papà il mal di schiena
Così sorride, prende un caffè
E gioca di nuovo con me

19. PER FAR STAR ZITTI GLI ALLARMI DELLE AUTO

Macchina scema che gridi per niente


Solo per fare arrabbiare la gente
Nessuno ti ruba, nessuno ti tocca
Piantala macchina sciocca

BRUNO TOGNOLINI

1. FILASTROCCA DELLE FILASTROCCHE


Apro la bocca e dico la rima
Ride il silenzio che c'era prima
Un filo brilla fra le parole
Mare con mondo, luna con sole
Un filo piccolo che tiene insieme
Fiore con fiume, sole con seme
E ora vicine le cose lontane
Come le perle di belle collane
Danzano in tondo, perché se tu vuoi
Mondo fa rima con Noi

51. RIMA RIMANI

Apro la bocca e dico la rima


Ride il silenzio che c'era prima
Tutte le cose mi siedono intorno
Per aspettare la fine del giorno
Io le saluto, una per una
So le parole per sole e per luna
So quelle rime che tengono insieme
Fiore con fiume, sole con seme
Fiume di figli, inzuppati d'amore
Che solo il nome fa già buon odore
Che con il grido d'uccelli felici
Danzano intorno a queste radici
Anche le cose ora danzano in tondo
La filastrocca che ha dentro il mondo
Sole tramonta, torna domani
Rima, rimani BRUNO TOGNOLINI

ESERCIZIO: INVENTA TU UNA FILASTROCCA a tema libero.

§4 LA MUSICALITÀ DEL LINGUAGGIO


*
IL PRIMO POLPO
Il primo polpo
pelò patate
pulì pelati
e partì
per i posti più impensati.
Il primo polpo
planò su pianeti lontani
piantò pompelmi
e pitturò palme
di pellicani.
Poi però
pianse un po’, perché

si sentiva solo solo.

Ecco come nacque il mare:


dalle lacrime di un polpo
che implorava un posticino
un po’ più
popoloso. Chiara Carminati (da: Il mare in una rima, Nuove Edizioni Romane, 2010)

*
CADE LA NEVE
Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini
sui cippi e sui giardini,
dorme.
Tutto d’intorno è pace,
chiuso in un oblìo profondo,
indifferente il mondo
tace. Ada Negri Poesie (Mondadori, 1948)

Esistono poesie onomatopeiche di autori come Palazzeschi, Piumini, Strindberg, Merriam e altri.
L’Onomatopea è una parola priva di un significato proprio, che consiste semplicemente
nell’imitazione del suono.
"...Nei campi
c’è un breve gre gre di ranelle...."
(G.Pascoli, La mia sera, vv. 3-4)
“Le vele le vele le vele
che schioccano e frustano al vento…”
(D. Campana, Barche amarrate, vv. 1-2)

Onomatopee che riproducono il suono del vento sulle vele.

Prova tu a scrivere poesie sonore.

§ 5 LA METRICA
La metrica è l’insieme delle leggi che governano la composizione e la struttura dei versi poetici.
I versi possono essere, a seconda del numero di sillabe che li compongono:
quinari (5), senari (6), settenari (7), ottonari (8), novenari (9), decasillabi (10),
endecasillabi (11) o dodecasillabi (12).
Il ritmo è dettato essenzialmente dalla metrica; esistono in commercio molti manuali e volumi
interessanti dei quali consigliamo l’acquisto :
SANDRO ORLANDO, Manuale di metrica italiana, Milano, Bompiani,1993
F.BAUSI -M.MARTELLI, La Metrica italiana, Firenze, Le Lettere 1993.

RIMA facile in poesia semplice ma non sciocca;


LA NOTTE

La notte è un’austera maestra


con l’abito scuro d’organza
che chiude del giorno l’inciso
mettendo a tacere anche il sole.

Scatena le luci puntute


per poi redarguire pensieri
più flebili ai raggi solari
nel ri-visitare memorie.

Eterna signora del buio,


spalanca le porte dei sogni
lasciando cadere nel sonno
i corpi e le menti sfinite.

Con tutte le facce di luna


avvolge in mistero momenti
e palpiti accelera e nutre
speranze nel cuore annidate.

Infine, regina indiscussa,


si sfrangia leggera nell’alba
siglando cuscini di seta
col suo arrivederci a domani…

il SONETTO RINTERZATO detto anche DOPPIO..


Lorena Turri se ne fa un'idea "storica" e si cimenta in questo tipo di composizione:

DI CUCINA COMMEDIA
Dopo aver rinterzato, stamattina,
di manzo una fettina
con del prosciutto, asparagi e un ovetto 11
di settenari ho farcito un sonetto 7
come un cuoco provetto
di moda guittoniana ed aretinama
con una variante fiorentina
(pappata la chianina)
che prevede, per rendere l'effetto
del doppiaggio di rime nel versetto,
o schema a incrocio stretto.
E' proprio una ricetta sopraffina!
Di me sarà felice il Padre Dante
che mi porrà dei Master Chef nel Cielo
per questo ardito zelo
e per la fedeltà di vera amante.
Da casalinga stilnovista aitante,
or che di fame m'è tornato un pelo,
il sonetto surgelo;
leggo l'Artusi e cuocio capesante!
“LA VERA STORIA DEL SONETTO RINTERZATO E DOPPIO”
Se ne stava Guittone nel convento 11
con un preciso intento: 7
mostrarsi artista colto e raffinato 11
e fare scuola per il suo talento
con un componimento 7
a cui nessuno avesse mai pensato. 11
Il Frà Gaudente giunse al compimento
di sé molto contento 7
- ché al gaudio s'era pure consacrato
dalla Madonna preso in rapimento -
"Io sono un gran portento!"
pensò alla fine del suo "rinterzato".
Dalla Canzone aveva il settenario
qual grano di rosario
estratto e seminato in un sonetto.
E gli sembrò perfetto
a basamento del suo seminario.

Ma Dante, allievo e un po' bastian contrario,


all'insigne primario
cercò di dimostrar che quel sonetto,
perché fosse perfetto,
renderlo "doppio" era necessario. Lorena Turri ©

Puoi scrivere dapprima in modo libero, senza metrica e senza rima, focalizzando l’attenzione solo sul
contenuto e sulle figure retoriche più conosciute.

Successivamente potresti cercare di applicare alla poesia già scritta anche la rima e la metrica:

Quello che mi interessa sottolineare è che la necessità di trovare una parola in rima con l’altra, o con
il giusto numero di sillabe, ti farà alla fine, trovare soluzioni inaspettate e originali anche di
significato!

Ritengo che la conoscenza di uno strumento fondamentale come la metrica anche solo per potersene
poi distaccare, un po’come i pittori astratti -Picasso in primis- avevano una solida formazione
figurativa.

Ecco allora un piccolo suggerimento: se hai un metronomo in casa (o App smartphone)


decidi un tempo che reputi adatto all’atmosfera di una vostra poesia e leggila con il
metronomo in funzione.
Questo esercizio è utilissimo per trovare da soli eventuali « inciampi » nel flusso sonoro e
nell’andamento ritmico del nostro componimento.
A volte è sufficiente
eliminare o cambiare di posto a una parola,
invertire sostantivo e aggettivo,
usare un sinonimo con un numero di sillabe inferiore o superiore,
usare parole con quel tipo di consonanti anziché l’altro, e l’effetto della poesia risulta
moltiplicato e potenziato.
L’uso di sinonimi presuppone un altro grande e indispensabile strumento per scrivere poesie,
altrimenti rischi di redigere solo ridicole filastrocche da scuola primaria.
Per migliorare la tua lettura dal vivo cura i crescendo, le pause, il respiro dei versi.… Ogni
poesia ha il suo ritmo come ogni musica. A volte ci sono molti cambi ritmici all’interno dello
stesso brano,sai?
La punteggiatura è una questione che deve bilanciare creatività/ suggestioni/ e chiarezza di
senso.
Nel corso avanzato presenterò i più frequenti errori di pronuncia nazionali e del parlante
veneto

CAPITOLO 6 POESIA AUTOBIOGRAFICA


§ 1 POESIA AUTOBIOGRAFICA
*Quando inizi a sentire il mare dentro di te non
è fantasia
vedi il corpo come una casa di vetro
disegnata a matita nell’aria
con le ombre delle nuvole che sfiorano il cuore
vedi la spiaggia come la pelle
dove l’acqua porta i lamenti e la gioia delle creature
mentre l’onda rimescola le età di ognuno
e in una spirale di schiuma
si tuffano giovinezza e vecchiaia
sono io il bambino che gioca con la sabbia
noi le risate degli innamorati
un’elica gira nel vento del respiro
il sole cala dietro le scapole
e si inabissa
lungo la schiena
ti accorgi del freddo della notte nello stomaco
mentre i piedi
già fremono per un’alba nuova . Lorenzo Mullon

*Ho fatto spazio dentro di me


piano piano sono entrati
la radura
il grande faggio
il lago e il suo promontorio
e la poiana
e i ghiri
e il tasso
le montagne
gli orizzonti
le isole
i mari
e i continenti
Sul mio collo gira
l’intero pianeta. Lorenzo Mullon

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