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L'OPERAIO

E LA

FABBRICA

CAROLINA ANGELI
classe 5 Sf

Liceo Scientifico Antonio Vallisneri A.S 2010/2011

Premessa Durante quest'anno scolastico,tra i vari argomenti che abbiamo trattato uno di quelli che mi ha affascinato di pi stata la questione operaia e la lotta dei lavoratori per ottenere quei diritti che oggi sembrano scontati. La conquista di questi ultimi non stata semplice e immediata e priva di sacrificii. I protagonisti di queste lotte erano persone semplici, che combattevano per ottenere la dignit che meritavano. E' grazie a loro che stata ottenuta la Carta dei Lavoratori, la giornata lavorativa di otto ore e realt importanti come i sindacati. Per questi motivi ho voluto trattare un aspetto e una parte della lotta che i lavoratori hanno intrapreso fin dalla nascita della classe denominata "operaia". Introduzione La figura dell'operaio sempre stata una delle pi studiate. Nata con la Rivoluzione Industriale ha subito, con le innovazioni delle macchine e con il progresso, vari cambiamenti soprattutto nella societ. L'operaio stato studiato non solo dal punto di vista storico, ma anche filosofico e letterario. A volte considerato marginale nella societ, in realt una delle figure pi importanti, protagonista di rivoluzioni, agitazioni, rivendicazioni sempre al centro dei pi grandi movimenti di massa. Il termine Generalmente si parla di operaio quando vogliamo indicare un lavoratore salariato che esegue un lavoro manuale o tecnico, subordinato rispetto ai dirigenti, generalmente all'interno di una fabbrica. Il termine nato nella lingua toscana per definire gli addetti alla fabbriceria che qui era chiamata opera. La sua figura nasce durante i processi di industrializzazione del XVIII e XIX secolo, avvenuti prima in Inghilterra e poi nell'Europa continentale. Ci lo ha spinto a cercare di formare organizzazioni per la difesa dei propri interessi. Non va dimenticato che inizialmente colui che a causa della Rivoluzione Industriale ha perso il proprio lavoro, che dalle campagne e dai piccoli centri si dovuto trasferire nelle grandi citt in preda alla disperazione. La I Rivoluzione Industriale La figura dell'operaio nacque dunque durante la prima Rivoluzione Industriale, verificatasi in Inghilterra nella seconda met del diciottesimo secolo, per poi diffondersi, con tempi e modalit diverse, in tutto il mondo. Venne chiamata "rivoluzione" in quanto determin un radicale cambiamento nei modi e nelle condizioni di produzione dei beni manifatturieri e in tutti i settori della vita economica e sociale. Alla base della rivoluzione industriale ci furono una serie di condizioni e fattori favorevoli. Nel Settecento si registr in Inghilterra un aumento demografico del 40%, dovuto al miglioramento delle conoscenze mediche che consentivano un'aspettativa di vita pi lunga. Inoltre la rivoluzione agricola, avvenuta nella prima met del secolo, permise di ampliare i terreni coltivabili, la rotazione triennale fu abbandonata a vantaggio della coltivazione di cereali, l'allevamento venne selezionato. Ci per port i contadini ad abbandonare la campagna per zone pi urbanizzate. Oltre all'aumento demografico e ai cambiamenti nell'agricoltura, l'Inghilterra disponeva di una quantit di ricchezze e 2

materie prime superiore ad altre nazioni, anche grazie al triangolo commerciale tra Inghilterra, Africa e America. Anche dal punto di vista sociale questo paese era pronto al cambiamento: infatti si era creata una Middle Class emergente, che spingeva verso il cambiamento e vedeva in ci un evento positivo. Tutti questi fattori e le nuove scoperte tecnologiche diedero un forte impulso alla ricerca di miglioramenti per la lavorazione delle materie prime e per un apporto di energia costante. I primi settori a beneficiare del cambiamento fu quello tessile e siderurgico. Le fonti tradizionali (animali,acqua,vento) furono sostituite da quelle combustibili (il carbone), che permisero di introdurre le macchine a vapore, applicate ai telai del settore tessile e ai mantici delle fonderie. Dai settori tessile e siderurgico le innovazioni si diffusero ad altri settori, incentivando la produzione su larga scala. Il fenomeno dell'inurbamento crebbe ulteriormente: un gran numero di contadini e artigiani abbandonarono le campagne per stabilirsi in citt, dove l'offerta di lavoro, con l'apertura delle fabbriche, sub un notevole incremento. Il bisogno di una maggiore produttivit port lentamente anche a una suddivisione del lavoro: invece di affidare tutte le fasi di lavorazione a uno stesso operaio, che le eseguiva in successione temporale, queste furono affidate contemporaneamente a pi operai, che si specializzarono ciascuno in ununica operazione. Cos specialista e specializzato cominciarono a differenziarsi: il primo conosceva ancora tutti i segreti professionali che conducono alla creazione del prodotto finito, assegnava i compiti agli specializzati e ne coordinava le attivit. Con la costante introduzione di nuovi macchinari, si crearono nuovi luoghi di lavoro: le fabbriche. Il ruolo del lavoratore cambi: il compito dell'operaio non era pi la produzione vera e propria, il suo intervento fu fortemente ridimensionato al mero controllo che tutto funzionasse correttamente. Non era pi richiesta la particolare abilit dell'artigiano, perch l'operaio doveva ripetere i medesimi gesti per l'intera giornata lavorativa, che durava dalle 12 alle 14 ore. Con l'introduzione dei macchinari la necessit di manodopera cal fortemente, poich molte delle mansioni svolte dall'uomo adesso potevano essere effettuate dalle macchine. I cambiamenti tecnologici provocarono anche mutazioni a livello sociale. Si vennero cos a delineare due classi principali: La classe capitalista: la classe ricca, di coloro che possiedono un capitale (denaro) da investire nell'acquisto di materie prime per le fabbriche, di cui sono i proprietari; La classe proletaria: letteralmente la classe la cui unica ricchezza la prole (i figli), questa classe coincide per lo pi con la classe operaia.

La maggior parte dei lavoratori era pagata a cottimo. Con questo termine si intendeva il sistema di pagamento che si basava sulla retribuzione dei singoli prodotti (un tanto a prodotto), ovvero pi ore un operaio lavorava pi guadagnava. Tuttavia questo tipo di retribuzione non bastava mai per le spese della famiglia: si riusciva ad arrivare a stento a fine mese, nonostante lavorassero tutti coloro che ne erano capaci. La giornata di lavoro iniziava all'alba e finiva al tramonto, con due brevi soste per i pasti. La puntualit era considerata la pi importante virt operaia e l'orologio, che spiccava sulla facciata di ogni stabilimento, costituiva un aiuto per la puntualit e un testimone delle mancanze. Il padrone che prima poteva essere un amico o un conoscente, divent un'entit spesso invisibile e sconosciuta. L'industrializzazione in Italia 3

In Italia si ebbero i primi segni di una prima industrializzazione tra il 1810 e 1820. L'industria pi sviluppata era quella tessile, che riusciva ad essere presente su tutto il territorio nazionale e ad esportare anche all'estero parte dei suoi manufatti. L'Italia riusc a raggiungere il livello di industrializzazione europea solo dopo l'unificazione, infatti quando era ancora divisa in piccoli nuclei, erano presenti due grossi ostacoli alla modernizzazione dell'industria: la ristrettezza del mercato interno ed un sistema doganale, che opprimeva l'economia in modo quasi paradossale. Tra i vari stati che componevano l'Italia non c'erano patti economici, anzi vigevano dazi molto alti, che impedivano il libero commercio per tutta la penisola. Con molta fatica cominci tuttavia a diffondersi una prima industrializzazione, soprattutto negli stabilimenti del nord, dove l'aumento dell'utilizzo del carbone come combustibile, port un incremento notevole della produzione. I sintomi dell'avviamento ad una mutazione della produzione divennero percepibili con lo sviluppo di qualche ramo dell'industria tessile intorno al 1830. La produzione si svolgeva ancora in grandi opifici, si and per delineando la figura del commerciante che la governa, l'economia domestica rurale stava lentamente scomparendo. Nel '61 si comp l'unificazione dell'Italia: cos furono saldate insieme regioni che presentavano enormi diversit economiche, diversit polarizzate intorno ai due opposti tipi sociali che erano presenti nel Settentrione e nel Meridione continentale e insulare. Il primo governo della neonata Italia era in mano agli esponenti della Destra Storica, che attuarono una politica economica di tipo liberista: nel 1869 venne introdotta la tassa sul macinato, alimentando lo scontento popolare. La Destra dovette affrontare infatti il pesante debito pubblico, aggravato dalle spese militari della terza guerra d'indipendenza del 1886. Attorno agli anni '80 sorsero molte fabbriche, soprattutto nel nord: in Lombardia, Piemonte e Liguria e ci increment il divario tra le due parti d'Italia. Sorsero industrie ancora oggi esistenti, come la Pirelli, che fabbricava, e lo fa tutt'ora, pneumatici e accessori elettrici; la Fiat a Torino, che inizi la produzione automobilistica. I posti di lavoro aumentarono, ma le condizioni degli operai rimasero ancora molto dure: la giornata lavorativa durava dalle 14 alle 16 ore, i salari erano bassi e non era garantita alcuna pensione. Nel 1882 nacque il Partito Operaio Italiano, strutturato sulle associazioni di mestiere e aumentarono gli scioperi. Nel 1884 fu impiantata una grande acciaieria a Terni, che doveva fornire corazze e cannoni alla Marina Militare. Le misure protezioniste varate nel 1887 salvaguardarono sia la produzione agricola, sia la neonata industria siderurgica e meccanica. Nel 1891 venne fondata la Camera dei Lavoratori di Milano, punto di avvio dell'organizzazione dei lavoratori. Nello stesso anno venne incaricato di formare il governo Giovanni Giolitti, che attu un ridimensionamento dell'intervento statale nei conflitti tra operai e datori di lavoro. Fece approvare al suo governo leggi che riducevano l'orario di lavoro, garantivano il riposo festivo e rendevano obbligatoria l'assicurazione contro gli infortuni. Fece inoltre istituire una cassa per la pensione di invalidit e per la vecchiaia.

Il taylorismo e il fordismo 4

Pi o meno contemporaneamente, negli Stati Uniti, Frederick Taylor, un ingegnere, pubblic un libro (The Principles of Scientific Management) in cui veniva trattata l'organizzazione scientifica del lavoro, destinato ad avere un impatto fondamentale sulla societ e sull'organizzazione economica. La teoria enunciata nel libro, che prese il nome di Taylorismo, sosteneva che il lavoro dell'operaio potesse essere organizzato in modo scientifico da specialisti, mentre gli operai dovevano unicamente svolgere le mansioni loro affidate. Era fondamentale calcolare tutti i tempi ed eliminare quei movimenti superflui che allungavano il processo produttivo. Nelle fabbriche il cronometro prese il posto dell'orologio: ci che contava era la velocit. Questa teoria fu concretizzata da Henry Ford che nel 1913 pens che, se invece di spostarsi gli uomini da una parte all'altra della fabbrica, si fosse spostato l'oggetto del lavoro sarebbe stato risparmiato pi tempo. Nacque cos l'idea della catena di montaggio. Ford sosteneva che l'operaio deve fare possibilmente una cosa sola con un solo movimento. Con l'introduzione della catena di montaggio il lavoratore perdeva ogni contatto con il prodotto finito, poich ne lavorava solo una piccola parte e quindi ne dava un contributo limitato al processo di produzione. Il lavoro diventava cos ripetitivo e spersonalizzato.

Il Novecento e la nascita dei sindacati in Italia In Italia il vero sviluppo industriale avverr negli anni tra 1896 e 1914. Dopo la nascita della Camera del Lavoro a Milano cominciarono a svilupparsi, anche se lentamente le federazioni e nel 1901 si costitu la FIOM (Federazione Italiana Operai Metallurgici). Nei primi anni del '900, grazie all'espansione economica, si svilupp il movimento sindacale. Il 29 settembre 1906 si tenne a Milano un congresso in cui le Camere del Lavoro, le Leghe e le Federazioni decisero di fondare un'unica organizzazione, la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL). Fin dalla sua fondazione, questa organizzazione si bas sulla solidariet fra lavoratori e non solo sulla rappresentanza di mestiere. In questo ambito svolsero un ruolo fondamentale le Camere del Lavoro, che si occuparono di unificare la classe operaia e di coordinare i sindacati, e che inoltre diventarono luoghi di educazione e di emancipazione delle classi lavoratrici: qui si insegnava a leggere e a scrivere, si organizzavano biblioteche popolari. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale la situazione peggior: la CgdL proclam manifestazioni 5

contro la guerra, appoggiando il gruppo socialista parlamentare. Quando l'Italia entr in guerra, le industrie furono mobilitate per la causa e venne abolito il diritto di sciopero. Al termine della guerra, l'Italia risentiva dei problemi comuni agli Stati appena usciti dal conflitto: alcuni settori erano sviluppati in modo abnorme, la classe operaia chiedeva miglioramenti economici, reclamava potere maggiore in fabbrica e manifestava tendenze rivoluzionarie. Il periodo pi caldo si ebbe in quello che fu chiamato il Biennio Rosso(1919-1920), quando le crisi economiche conseguenti alla prima guerra mondiale portarono all'acuirsi, in molti stati europei, di gravi conflittualit sociali. Nel 1919 la FIOM, guidata da Bruno Buozzi, realizza la storica conquista della giornata lavorativa di 8 ore. Nel 1920, la FIOM present un documento contenente rivendicazioni salariali, che venne inesorabilmente respinto dagli industriali. Si arriv cos all'occupazione delle fabbriche, che coinvolse circa 400.000 operai. Nel frattempo fece la sua comparsa sulla scena italiana il Movimento dei Fasci di Combattimento, finanziato dai grandi gruppi industriali; i fascisti con le loro squadre si scatenarono contro le sedi delle camere del lavoro, delle cooperative, del partito socialista, spesso arrivando all'omicidio, silenziosamente protetto dalle forze dell'ordine. La vecchia classe politica di orientamento monarchico e liberale, che temeva una rivoluzione socialista come quella avvenuta in Russia nel 1917, apr di fatto le porte ai fascisti, illudendosi di poterli controllare. Nel 1922, dopo la marcia su Roma il re chiam Mussolini a formare il governo. Tra il 1925 e il 1926 il governo fascista con il Patto di Palazzo Chigi prima e con il Patto di Palazzo Vidoni dopo riconosceva solo il sindacato fascista. Contemporaneamente venne eliminata la libert di espressione, di associazione e di sciopero. Il 1 novembre 1926 la sede centrale della CGdL a Milano venne devastata dai fascisti e poco dopo decise di sciogliersi. Il movimento sindacale rimase sopito durante il ventennio, cominci a risvegliarsi nel 1943, inferendo un grave colpo alla credibilit del regime, a marzo si verificarono massicci scioperi a Torino e nelle grandi fabbriche del Nord per protestare contro la guerra e il carovita. Negli stessi anni l'Italia risultava divisa in due parti. Al centro e al nord si costituirono movimenti di lotta proletaria, per i quali il contributo dei lavoratori si rivel decisivo. Altri imponenti scioperi si svolsero nel marzo 1944. Il 9 giugno in una Roma ancora occupata i partiti antifascisti firmarono il Patto di Roma, con cui venne ricostituita la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), e sancita l'unit sindacale. Il 25 aprile 1945 l'Italia venne liberata dal nazifascismo. Da questo momento la CGIL estese la sua influenza e, presente in tutto il paese, contribu nel referendum alla vittoria della Repubblica. Scacciato il fantasma della Seconda Guerra Mondiale, il mondo sembrava andare verso un altro conflitto, la Guerra Fredda che avrebbe esposto il mondo al rischio delle armi atomiche. L'Italia geograficamente si trovava in una posizione interessante, collocata ai confini del blocco dei paesi socialisti e portaerei naturale per la sua posizione nel Mediterraneo. Era naturale quindi la pressione americana per ridurre e isolare il Partito Comunista e il Partito Socialista, che nel maggio del 1947 vennero estromessi entrambi dalla direzione del Paese. La rottura del governo di unit nazionale si ripercosse anche sulla CGIL, i cui esponenti riuscirono comunque ad essere determinanti nella stesura della nuova Costituzione Italiana, in cui il lavoro divenne il valore fondamentale della vita civile e sociale e si sanc l'assoluta libert e volontariet dell'organizzazione sindacale ( Art 1. L'Italia una Repubblica democratica,fondata sul lavoro) Alle elezioni del 1948 la Democrazia Cristiana vinse e cerc di discostare il suo nome da quello della 6

CGIL, riusc a farlo in occasione dello sciopero generale che la Confederazione proclam a seguito dell'attentato a Palmiro Togliatti, il capo del Partito Comunista, avvenuto il 14 luglio 1948 fuori dal Parlamento. Fu fondato un nuovo sindacato, che nel 1950 prese il nome di CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) nello stesso anno uscirono dalla CGIL i centristi laici e i socialdemocratici, che fondarono la UIL (Unione Italiana del Lavoro). In questi anni i sindacati risultarono divisi o addirittura in contrapposizione e risentirono dei rapporti con i partiti politici di riferimento: la CISL sosteneva la Democrazia Cristiana, la CGIL era fortemente classista e anticapitalista, legata quindi a doppio filo coi partiti di stampo marxista, e si impegnava nelle lotte politiche importanti, come quando organizz lo sciopero contro la legge truffa, una legge elettorale maggioritaria voluta dal governo De Gasperi per rafforzare la maggioranza. In un clima fortemente anticomunista venne attuata una fortissima repressione anche in fabbrica: i militanti della CGIL furono licenziati, molti altri costretti nei reparti confino, dove erano umiliati. Alla FIAT dal '49 al '53 furono licenziati 30 membri della CGIL. Il papa Pio XII lanci la scomunica ai comunisti. La repressione poliziesca fu durissima e il Ministro degli Interni Mario Scelba scaten i reparti della celere contro le manifestazione operaie, non esitando a sparare sui lavoratori. La CGIL comunque non si lasci intimorire e reag agli attacchi lanciando il Piano del lavoro, un piano che prevedeva la nazionalizzazione delle aziende elettriche, la realizzazione di un programma di opere pubbliche e di edilizia popolare. Il Governo non accolse il piano, ma con questo la Confederazione riusc a rompere l'isolamento, a far sentire la sua voce, ad unire i lavoratori occupati e disoccupati, gli operai delle fabbriche del Nord e i braccianti del Sud. Al III congresso del 1952 la Confederazione si prefisse di far entrare la Costituzione nei luoghi di lavoro, con il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e riusc a raggiungere il suo obiettivo nel 1970 con l'approvazione dello Statuto dei Lavoratori, che avvenne dopo quelli che sono passati alla storia come gli anni delle lotte, le lotte degli studenti nel 1968 e dei lavoratori nel 1969, ricordate anche come l'autunno caldo. Agli inizi degli anni '60 l'Italia era in pieno boom economico: da paese prevalentemente agricolo pass a essere una delle Nazioni pi industrializzate al mondo. I salari bassi avevano permesso l'investimento di molti capitali esteri e l'apertura di nuove industrie manifatturiere. L'automobile e gli elettrodomestici diventarono beni di largo consumo,creando nuove esigenze e aspettative. Ma il tumultuoso processo di industrializzazione produsse costi sociali enormi: si rafforz lo squilibrio fra le regioni del triangolo industriale(Piemonte,Liguria,Lombardia) e quelle del Mezzogiorno,costringendo moltissimi lavoratori ad emigrare dal Sud verso il Nord industrializzato. Il 1968 si apr con le lotte degli studenti che protestavano per la nuova legge sull'Universit,ben presto vennero affiancati dai lavoratori,che invece si mobilitarono per chiedere l'aumento delle pensioni. A Pomezia tutte le fabbriche scioperarono,in Sardegna venne indetto uno sciopero per l'arresto del segretario della Camera del Lavoro di Cagliari. Il 7 marzo la CGIL indisse uno sciopero generale sulle pensioni,che registr un'adesione massiccia e unitaria ovunque. Al nodo delle pensioni si somm l'esplosione della vertenza contro le gabbie salariali (Con il termine di gabbie salariali tecnicamente si intende un sistema di calcolo dei salari per il quale sostanzialmente si arriva a predeterminare e a differenziare i livelli salariali in Italia, su base regionale, rendendoli in pratica, minori al Sud rispetto al Nord,in base al costo della vita. ). A luglio i sindacati cominciarono a ritrovare parte dell'unit perduta:l'11 CGIL-CISL-UIL 7

organizzarono uno sciopero generale a Roma;nel frattempo a Palermo un accordo con la Piaggio rompeva di fatto le gabbie salariali. L'ondata degli scioperi per non si arrest e tra settembre e ottobre si verificarono anche scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. La tensione sal quando il 2 dicembre due braccianti vennero uccisi ad Avola durante gli scontri con la polizia,volevano solo trecento lire in pi (gli spararono con i mitra)protestavano per avere una paga uguale a quella dei braccianti di un paese vicino. In risposta alla violenza delle forze dell'ordine venne organizzato uno sciopero nazionale di protesta. Ma la violenza non si ferm:negli scioperi e nelle manifestazioni la celere caricava studenti e operai. Il '68 si chiuse con il ferimento di un altro studente. Il 1969 non inizi diversamente:ancora scioperi contro le gabbie salariali,e per le pensioni. A febbraio il governo cedette : il rapporto pensioni/salari fu portato al'80%. Il 18 marzo la Confindustria dovette accettare la soppressione delle gabbie salariali, a maggio gli operai rivendicarono lo Statuto dei Lavoratori,i sindacati furono compatti nel ribadire l'incompatibilit fra cariche politiche e sindacati. A settembre inizi l'autunno caldo:questo periodo si apr con la protesta alla FIAT contro i ritmi di lavoro e contro la sospensione di 30.000 operai. L'azienda, paralizzata a causa degli scioperi, fu costretta a ritirare le sospensioni.

A novembre venne raggiunta l'intesa con la Pirelli:i lavoratori ottennero l'aumento del premio di produzione,il diritto di assemblea e i comitati di reparto. Il 19 novembre venne indetto uno sciopero 8

generale dai tre sindacati uniti per il diritto alla casa: l'adesione fu pressoch totale. Inizia una dura fase di repressione, tra l'ottobre del '69 e il gennaio del '70: vengono denunciati 14.000 lavoratori,di cui 700 dirigenti sindacali. Il 12 dicembre 1969 la strage di Piazza Fontana fu attribuita agli anarchici: i media e il governo tentarono di mettere in relazione le lotte operaie con la strage. Iniziavano gli anni durissimi della strategia della tensione e del terrorismo. L'autunno caldo si concluse con la conquista di quasi tutte le rivendicazioni (aumenti del salario,uguale per tutti,introduzione graduale di 40 ore settimanali,diritto all'assemblea,abolizione delle gabbie salariali) e spian la strada ai rinnovi contrattuali. Questo nuovo clima favor in modo decisivo l'approvazione dello Statuto dei Lavoratori:per la prima volta una legge dello Stato sanciva rigorosamente i diritti dei lavoratori dipendenti. Gli operai riuscirono cos dopo molti anni di lotte ad ottenere una legge che regolava il lavoro,ma soprattutto che impediva il loro sfruttamento. L'operaio e la macchina. Il ruolo dell'operaio con l'affermazione del macchinismo cambia,con la teoria taylorista prima e la catena di montaggio dopo. L'operaio non compie pi tutto il processo per ottenere un dato oggetto,ma solo una parte ,sempre la stessa. Karl Marx, filosofo del comunismo,analizza questo aspetto del lavoro della societ capitalista nei Manoscritti economici-filosofici del '44 prima e poi nel Capitale. Prima di analizzare questo aspetto importante chiarire la funzione, che secondo Marx, dovrebbe avere il lavoro in una societ non capitalista. produrre la ricchezza sociale, a beneficio di tutti; consentire all'operaio di prendere coscienza di s; creare all'interno della produzione una serie di rapporti interpersonali, che porterebbero alla coesione e alla solidariet sociali.

Il lavoro ,secondo Marx, espressione dell'uomo che realizza se stesso trasformando la natura secondo le sue idee e i suoi progetti,cio umanizza la natura oggettivandosi in essa. Il ragno compie operazioni che assomigliano a quelle del tessitore, lape fa vergognare molti architetti con la costruzione delle sue cellette di cera. Ma ci che fin da principio distingue il peggior architetto dallape migliore il fatto che egli ha costruito la celletta nella sua testa prima di costruirla in cera. ( da Il capitale) Nella societ capitalista ci non si verifica pi:l'uomo non si esprime pi mediante il lavoro,ma lavoro per vivere,il lavoro un'oppressione,viene portato viaall'uomo. Marx definisce il lavoro alienato nei Manoscritti economici-filosofici del 1844, qui ne analizza il concetto e l'origine. Inizialmente crede che sia la propriet privata a generarlo; ma, andando avanti coi suoi studi, arriva a dire che la propriet privata la conseguenza necessaria del lavoro alienato.

[...] la propriet privata rivela il suo segreto,vale a dire,anzitutto che essa il prodotto del lavoro alienato,in secondo luogo che il mezzo con cui il lavoro si aliena, la realizzazione di questa alienazione.( da Manoscritti economici-filosofici del '44) L'alienazione nel lavoro riguarda: il prodotto; l'attivit; l'essenza umana; il rapporto con gli altri uomini;

Alienazione del prodotto. Il lavoro, inteso come prodotto, sottratto alluomo: loperaio non possiede n la materia prima, n gli strumenti, n il lavoro finito;il prodotto diventa una realt a lui estranea e ostile, infatti, per le leggi economiche, tanto pi il prodotto diventa ricco, quanto pi loperaio diviene povero. Il lavoratore alienato rispetto al prodotto del proprio lavoro, che si tradotto in merci che non appartengono a lui, ma al capitalista; l'oggettivazione dell'operaio mediante il lavoro si tramuta in espropriazione ai suoi danni da parte del capitalista. Alienazione dell'attivit. Nel lavoro, inteso come attivit, luomo non si afferma, non esprime la sua creativit, ma si nega;luomo si sente se stesso solo fuori dal lavoro, si sente uomo nelle funzioni che lo accomunano agli animali e una bestia in quelle propriamente umane. L'operaio non trae soddisfazione dal suo lavoro, che anzi gli procura soltanto fatica e infelicit. Egli a suo agio quando non lavora. Ne deriva che l'uomo si sente libero nelle sue funzioni animali (bere,mangiare,procreare); invece si sente un animale nelle sue funzioni umane. Ci che animale diventa umano, e ci che umano diventa animale. Alienazione dell'essenza umana. Un terzo aspetto dell'alienazione consiste nella perdita da parte del lavoratore della sua essenza che lo differenzia dall'animale. Mentre l'animale produce sempre allo stesso modo mosso dal bisogno, l'uomo sa produrre nei modi pi diversi, anche indipendentemente dal bisogno, quindi anche cose inutili, ma belle. Allora si pu dire che la vita produttiva la vita generica dell'uomo, cio propria del genere umano, in quanto capace di oggettivarsi consapevolmente nel lavoro; capace di plasmare la natura secondo la sua personalit, realizzando una sorta di sdoppiamento pratico di s. Perci gli viene sottratto l'oggetto del suo lavoro (ed costretto ad un lavoro forzato, ripetitivo e unilaterale), viene privato della sua essenza, alienato dal genere; perde il vantaggio di poter fare della natura il suo corpo inorganico. Natura che gli sfugge e gli si contrappone. Alienazione del rapporto con gli altri uomini. Infine Marx si sofferma su un quarto aspetto dell'alienazione, quello dell'uomo dall'altro uomo, del lavoratore dal proprietario del prodotto del suo lavoro. L'ente estraneo all'operaio che dal suo lavoro di quest'ultimo ricava tutti i vantaggi non pu che essere 10

un altro uomo. Marx qui vuole sottolineare che non gli dei, non la natura, ma l'uomo stesso responsabile dell'alienazione di altri uomini. Risoluzione dell'alienazione. Secondo Marx la dis-alienazione dell'uomo si sviluppa su due piani: Superamento della propriet privata; Avvento del comunismo;

Le due cose sono strettamente collegate: difatti, tra le tappe per giungere al comunismo, c' l'abolizione della propriet privata. Solo cos l'uomo riuscir a riappropriarsi di s stesso e a tornare all'umanit. Il comunismo si distingue in : rozzo; autentico; Il comunismo rozzo non cancella la propriet privata, ma la rende generale,ovvero di tutti. Quindi la comunit mantiene le caratteristiche che erano proprie del capitalista. Il comunismo autentico invece cancella davvero la propriet privata; e l'uomo cessa di intrattenere con il mondo rapporti di puro possesso e consumo. In un primo momento ognuno guadagner in base a ci che produce(socialismo); successivamente, guadagner in base a ci di cui ha bisogno (vero comunismo). Non ci sar invidia, perch tutti si riconosceranno nella nuova struttura. L'operaio e la letteratura La scomparsa dell'immaginazione, portata anche dal macchinismo, stata trattata nella letteratura, sia in quella italiana che in quella inglese. Nella letteratura inglese uno degli esempi pi significativi fornito da Charles Dickens con il suo romanzo , edito nel 1854 , Hard Times (Tempi difficili). E' un romanzo di critica sociale, si divide in tre libri, ognuno dei quali legato al versetto ognuno di noi raccoglie ci che ha seminato (Galati , 6:7) ovvero: quello che viene fatto nel presente ha degli effetti diretti su quello che succeder nel futuro. Il libro primo intitolato La semina, il secondo Mietere e il terzo Il raccolto. So you would carpet your room - or your husband's room, if you were a grown woman, and had a husband - with representations of flowers, would you?' said the gentleman. 'Why would you?' 'If you please, sir, I am very fond of flowers,' returned the girl. 'And is that why you would put tables and chairs upon them, and have people walking over them with heavy boots?' 'It wouldn't hurt them, sir. They wouldn't crush and wither, if you please, sir. They would be the pictures of what was very pretty and pleasant, and I would fancy - ' 11

'Ay, ay, ay! But you mustn't fancy,' cried the gentleman, quite elated by coming so happily to his point. 'That's it! You are never to fancy.' 'You are not, Cecilia Jupe,' Thomas Gradgrind solemnly repeated, 'to do anything of that kind.' 'Fact, fact, fact!' said the gentleman. And 'Fact, fact, fact!' repeated Thomas Gradgrind. In questo dialogo il Signor Gradgrind e Sissy Jupe discutono riguardo i fatti e la fantasia: Sissy Jupe sostiene che le piacerebbe avere un tappeto con un ricamo di fiori, il Signor Gradgrind le risponde che sarebbe sbagliato, perch tutti ci camminerebbero sopra sciupandoli. La signorina Jupe ribatte che non vero: dal momento che i fiori sono finti, sarebbe impossibile che si sciupassero. A questo punto il Signor Gradgrind espone la teoria dei fatti: immaginare sbagliato, l'unica cosa legittima e vera sono i fatti, camminare sui fiori senza sciuparli impossibile. It was a town of red brick, or of brick that would have been red if the smoke and ashes had allowed it; but as matters stood it was a town of unnatural red and black like the painted face of a savage. It was a town of machinery and tall chimneys, out of which interminable serpents of smoke trailed themselves for ever and ever, and never got uncoiled. It had a black canal in it, and a river that ran purple with ill-smelling dye, and vast piles of buildings full of windows where there was a rattling and a trembling all day long, and where the piston of the steam-engine worked monotonously up and down like the head of an elephant in a state of melancholy madness. It contained several large streets all very like one another, and many small streets still more like one another, inhabited by people equally like one another, who all went in and out at the same hours, with the same sound upon the same pavements, to do the same work, and to whom every day was the same as yesterday and tomorrow, and every year the counterpart of the last and next. In questo secondo estratto l'autore descrive la citt. La citt porta i segni distintivi della Prima Rivoluzione Industriale. L'autore vuole sottolineare le conseguenze che questa ha avuto, non solo sulle citt, ma anche sulle persone. Le caratteristiche della cittadina sono sottolineate, in un primo momento dai colori, tutti gli edifici avevano in origine mattoni rossi, ma poi l'inquinamento ha cambiato il loro colore, facendo sembrare i muri delle costruzioni simili ai visi dipinti dei selvaggi, i canali artificiali sono neri e l'acqua che vi scorre violacea, tutti questi elementi concorrono ad incrementare l'immagine di una citt inquinata, in cui i macchinari e le ciminiere lavorano costantemente. Nella citt di Coketown, i giorni ed i gesti sembrano tutti uguali. L'immagine del movimento dei pistoni paragonato a quello della testa di un elefante, evocativa di questa ripetitivit che scandisce il tempo a Coketown. Alcune parole come savane, serpents, elephant, e altre, concorrono a creare lidea di una giungla in cui ormai luomo non riesce a controllare pi niente. Le persone assumono le stesse caratteristiche dell'ambiente in cui vivono, sono costrette a vivere in luogo dove tutti svolgono lo stesso lavoro, hanno gli stessi orari , compiono il medesimo tragitto, diventando cos come dei robot : le espressioni dei visi degli abitanti comunicano solo la malinconia e la tristezza della vita in questa citt industrializzata. La gente ha perso la propria 12

personalit, individualit: ogni individuo simile allaltro. Coketown appare come l'esasperazione voluta e grottesca dei tratti distintivi della citt: qui l'equilibrio si fa monotonia, l'ordine si fa squallore, la simmetria si fa ossessione e l'uomo si fa caricatura o ingranaggio impersonale con i suoi abitanti anonimi. Is it possible, I wonder, that there was any analogy between the case of the Coketown population and the case of the little Gradgrinds? Surely, none of us in our sober senses and acquainted with figures, are to be told at this time of day, that one of the foremost elements in the existence of the Coketown working-people had been for scores of years, deliberately set at nought? That there was any Fancy in them demanding to be brought into healthy existence instead of struggling on in convulsions? That exactly in the ratio as they worked long and monotonously, the craving grew within them for some physical relief - some relaxation, encouraging good humour and good spirits, and giving them a vent - some recognized holiday, though it were but for an honest dance to a stirring band of music - some occasional light pie in which even M'Choakumchild had no finger - which craving must and would be satisfied aright, or must and would inevitably go wrong, until the laws of the Creation were repealed? In questa parte il narratore riflette riguardo la condizione degli abitanti di Coketown, questi pur vivendo in modo monotono e ripetitivo non hanno perso la loro fantasia e la loro voglia di immaginare, solo nascosta , pi il lavoro era monotono, pi necessitavano di una via d'uscita , avevano bisogno di distrarsi , per ci ogni festa era accolta in modo entusiasta, ogni occasione che consentiva di ballare, di svagarsi era accolta a braccia aperte . Ai lavoratori di Coketown poco importava dei Fatti, della realt, volevano la fantasia, l'immaginazione, la capacit di credere che una vita migliore potesse esistere. Nella letteratura italiana invece possiamo trovare un esempio di letteratura industriale nel libro Donnarumma all'assalto pubblicato nel 1959 da Ottiero Ottieri. Siamo nellItalia del sud, alla fine degli anni Cinquanta. Una grande azienda del nord ha deciso di impiantare una nuova fabbrica nel cuore del Mezzogiorno. Deve selezionare il personale adatto e per questo ha incaricato uno psicologo che sottoponga i candidati a una valutazione psicotecnica. Nel suo diario, lo psicologo registra lesito del suo lavoro che si fa via via pi coinvolto e commosso, fino a trasformarsi in una vera e propria partecipazione al dramma dei disperati che si aggrappano al miraggio del posto di lavoro per liberare se stessi e le loro famiglie dalla miseria. In alcuni passi sottolineata l'influenza delle macchine sul lavoro, il cambiamento che ha portato nei gesti e nel modo di produrre. Ho preso una dentiera,risoluto a montarla perfettamente e pi in fretta,senza sbagliare una mossa. [...] Occorrono diverse settimane per arrivare al ritmo giusto (40 pezzi all'ora). [...] Mi doleva gi la schiena. Di nuovo non vedevo altro che il piano del banco e non udivo niente come fossi solo.[..] Conto da una parte del banco i miei pezzi fatti,bene o male ne ho montati qualche 13

diecina, e li ho controllati con la sondina e sullo spianatore. Provo soddisfazione;peccato che quando si ripete trecento volte al giorno,questa soddisfazione si perde. In questo passo descritto l'atteggiamento degli operai mentre lavorano in una catena di montaggio. Pagati a cottimo, pi producono pi guadagnano; devono quindi imparare ad essere veloci, ad ottimizzare i tempi, a non fare pause. Mentre lavorano, esiste solo il piano di lavoro, non sentono niente, sono solo alienati dal mondo che li circonda. La soddisfazione che procurava il creare qualcosa viene spazzata via dalla ripetitivit del gesto: l'operaio perde ogni gratificazione. Un altro libro in cui troviamo dei riferimenti all'industrializzazione Acciaio di Silvia Avallone pubblicato nel 2010. In questo romanzo l'autrice racconta la difficile realt dei quartieri operai di Piombino, dove esiste ancora la classe operaia e dove crescere difficile. Le protagoniste sono Anna e Francesca due ragazze di quattordici anni che cominciano a crescere e a scoprirsi. Acciaio un romanzo problematico che parla di padri violenti che picchiano figlie disinibite ma sono loro i primi cattivi esempi, racconta di genitori assenti che fuggono da un destino operaio per trafficare in opere darte rubate e denaro falso, descrive il dramma delle morti sul lavoro in unindustria siderurgica, narra la perdita dei valori di una societ che non crede pi a niente, a parte sesso e denaro. I ragazzini sono la speranza, come diceva Pasolini, ma pure loro si perdono, purtroppo, perch diventano uomini e donne. Sullo sfondo i problemi sempre attuali del lavoro in fabbrica, i turni lunghissimi, i soldi che non bastano mai. Mamma glielo aveva spiegato:esistono due classi sociali. E le classi sociali sono in lotta fra loro,perch c' una classe bastarda e nullafacente che opprime la classe buona e che si d da fare. Cos andava il mondo. In queste righe l'autrice parla col punto di vista di Francesca, una delle protagoniste, la madre, convinta sindacalista, e riprende il concetto della divisione in classi nata con la Rivoluzione Industriale: proletari e capitalisti. La Avallone sottolinea come ancora oggi questa divisione sussista: i privilegiati che non fanno nulla se non schiacciare la classe pi povera dei lavoratori, che passano le giornate in fabbrica per riuscire ad arrivare alla fine del mese. L'operaio nel cinema. Il primo film che porta sul grande schermo il problema delle fabbriche e del macchinismo Modern Times (Tempi Moderni, 1936) di Charlie Champlin. Il vagabondo Charlot, personaggio ideato ed interpretato dal regista stesso, in questa pellicola un operaio che non riesce a seguire i ritmi frenetici della fabbrica e della catena di montaggio, dove non sono accettate interruzioni, andando cos incontro ad un esaurimento nervoso. Il lavoro degli operai si contrappone all'inattivit del presidenza, che passa il suo tempo a completare puzzle o a leggere il giornale.

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Molte le scene memorabili emblematiche della situazione del povero Charlot: ad esempio la dimostrazione del prototipo della macchina per nutrire gli operai senza che debbano smettere di lavorare, cos da eliminare la pausa pranzo ed aumentare la produzione; oppure la sequenza in cui l'uomo non riesce a smettere di avvitare come bulloni tutto ci che ne ricorda la forma; o ancora quando rimane incastrato fra gli enormi ingranaggi dell'industria. Vera e propria immagine, quest'ultima, simbolo della condizione dell'operaio in tutte le epoche.

Quasi trent'anni dopo Modern Times, La classe operaia va in paradiso (1971) di Elio Petri il primo film italiano che entra in fabbrica, analizzandone il sistema e mettendo a fuoco i rapporti tra uomo e macchina, tra sindacato e nuova sinistra, tra contestazione studentesca e lotte operaie, repressione padronale e progresso tecnologico. Ludovico Massa, detto Lul (interpretato da uno straordinario Gian Maria Volont), odiato dai compagni, che si vedono imporre i suoi frenetici ritmi produttivi. D'altra parte, lo stesso Lul vive male la condizione operaia: questa infatti gli consente apprezzabili livelli di consumo, ma annienta la sua vita affettiva e sentimentale, impedendogli di avere amici e riducendo ad uno scambio interessato il suo rapporto con l'amante. Individualista e arrogante, Lul non si schiera nel dibattito sulla vertenza del cottimo, che si sta aprendo in fabbrica fra sindacalisti moderati ed estremisti extraparlamentari. La svolta avviene dopo un incidente, che fa perdere a Lul un dito. Il suo atteggiamento cambia: aderisce alle proteste sindacali e sostiene lo sciopero. Dopo una manifestazione, in cui si verificano tafferugli con la polizia, viene licenziato in tronco e abbandonato da tutti. Ma la vittoria dei sindacati fa s che Lul venga riassunto alla catena di montaggio. Il film coglie in pieno lo spirito del '68 e dell'autunno caldo, sottolineando l'aspirazione operaia a una vita pi dignitosa in fabbrica e ad un lavoro pi sicuro. Viene descritta l'alienazione, che porta alla perdita graduale di tutti gli affetti della vita familiare. Scaletta tesina: Premessa Introduzione dell'argomento; Il termine; Aspetto storico: La prima rivoluzione industriale; Arrivo dell'industrializzazione in Italia; Il taylorismo e il fordismo; Il Novecento e la nascita dei sindacati in Italia 15

Aspetto filosofico: Marx: Vita; Il capitale,materialismo storico,alienazione,lavoro,socialismo e comunismo; Aspetto letterario: Italiano: Acciaio-Avallone; Donnarumma all'assalto-Ottieri Inglese: Coketown(estratto Hard Times)-Dickens; Aspetto artistico: Film: Tempi moderni; La classe operaia va in paradiso; Bibliografia: Morandi Rodolfo,Storia della grande industria in Italia,Torino,Piccola Biblioteca Einaudi,1966; Romeo Rosario,Breve storia della grande industria in Italia,Universale Cappelli,1961; Nenni Pietro,Storia di quattro anni:1919-1922 Crisi del dopoguerra e avvento del fascismo al potere,Milano,SugarCo Edizioni,1976; Ashton T.S.,La rivoluzione industriale 1760-1830,Editori Laterza,1969; Pozzolini Alberto,Le origini del movimento operaio e contadino in Italia,Bologna,Zanichelli,1971; Ottieri Ottiero,Donnarumma all'assalto, Milano, I Garzanti,1972; Avallone Silvia, Acciaio,Milano,Rizzoli,2010; Dickens Charles Coketown; Sitografia: www.pbmstoria.it; www.archeologiaindustriale.org; www.marxists.org;

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