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DI SCAVI

ELLENICO
UN’EREDITÀ
IL FORO

BABILONESE

SCENE DI VITA
ROMANO

IN EGITTO

LA GRECIA
DUECENTO ANNI

E I BARBARI

DEL XVIII SECOLO


L’ETNOCENTRISMO

DEL POPOLO
L’ASTROLOGIA

GOYA, PITTORE

IL TRAMONTO
L’ESTINZIONE DI UNA SPECIE UMANA
DEI NEANDERTAL
N. 155 • GENNAIO 2022 • 6,00 E
20155

periodicità mensile - esce il 18/12/2021 - poste italiane s.p.a spedizione in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n° 46)
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VISTA DEL FORO ROMANO DAL
CAMPIDOGLIO: DA SINISTRA, ARCO
DI SETTIMIO SEVERO, TEMPIO DI
SATURNO E COLONNE DEL TEMPIO
DI CASTORE E POLLUCE.

24 L’astrologia nell’antico Egitto 6 ATTUALITÀ


Nata in Mesopotamia, la credenza nell’influsso delle stelle 10 PERSONAGGI STRAORDINARI
si radicò anche nella terra del Nilo. DI MARINA ESCOLANO-POVEDA Il corsaro del sultano
L’avventuriero Turgut Reis divenne
38 L’estinzione di una specie umana ammiraglio di Solimano il Magnifico.
Alla ricerca delle cause dell’estinzione dei neandertal, scomparsi 16 GRANDI INVENZIONI
all’arrivo degli Homo sapiens. DI ANTONIO RODRÍGUEZ-HIDALGO Verso la mitragliatrice
James Puckle brevettò un’arma
54 L’etnocentrismo dei greci a ripetizione che permetteva
di sparare nove colpi al minuto.
Il termine “barbaro” indicava tutti i popoli considerati
scarsamente civilizzati poiché non condividevano la cultura 18 VITA QUOTIDIANA
ellenica. DI FRANCISCO JAVIER GÓMEZ ESPELOSÍN Zoo umani
Nel XIX secolo si diffusero mostre
66 Duecento anni di scavi in cui erano esposti i nativi
dei territori colonizzati.
Il recupero archeologico del foro romano, sepolto per centinaia
di anni, cominciò soltanto nel XIX secolo. DI ELENA CASTILLO 114 GRANDI SCOPERTE
La tomba di Seti I
Nel 1817 Giovanni Belzoni scoprì
82 Da fortezza, a palazzo, a museo una delle tombe più grandi e
Oggi museo famoso in tutto il mondo, tra XVI e XVIII riccamente decorate d’Egitto.
secolo il Louvre fu uno sfarzoso palazzo che doveva
sottolineare il potere dei re di Francia. DI MATHIEU LOURS 118 STORIA VISUALE
Imperatrice della Cina
Tra il 1861 e il 1908 fu una
96 Goya, pittore della vita quotidiana donna, Cixi, a guidare il
Nei suoi cartoni d’arazzo Goya rappresentò le feste, Paese verso la modernità.
i giochi e i corteggiamenti della società madrilena
del XVIII secolo. DI RAQUEL GALLEGO
126 LIBRI E MOSTRE
128 INDICI 2021
GUERRIERI SCITI SU UN VASO GRECO.
STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 3
storicang.it Licenciataria de
NATIONAL GEOGRAPHIC SOCIETY,
IL FORO
NATIONAL GEOGRAPHIC TELEVISION
ROMANO
DUECENTO ANNI
DI SCAVI Pubblicazione periodica mensile - Anno XIV - n. 155 PRESIDENTE
L’ASTROLOGIA
IN EGITTO RICARDO RODRIGO
UN’EREDITÀ
EDITORA
Editore: RBA ITALIA SRL
BABILONESE

LA GRECIA
E I BARBARI ANA RODRIGO
L’ETNOCENTRISMO
ELLENICO via Gustavo Fara, 35 DIRECTOR GENERAL CORPORATIVO
GOYA, PITTORE
DEL POPOLO 20124 Milano JOAN BORRELL
SCENE DI VITA
DEL XVIII SECOLO DIRECTORA GENERAL
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IL TRAMONTO e-mail: storica@storicang.it
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L’ESTINZIONE DI UNA SPECIE UMANA DIRECTORA DE MARKETING
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4 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


A B B O N AT I A L L A R I V I S TA
S T O R I C A N AT I O N A L G E O G R A P H I C D I G I TA L

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AT T UA L I T À

NELL’ANTICA ZECCA di
Guanzhuang sono stati ritrovati
sia le monete sia gli stampi
d’argilla usati per fabbricarle.
Per produrre le monete gli
artigiani ricorrevano infatti
a due stampi esterni, tra i quali
collocavano un nucleo di argilla
che avrebbe costituito la cavità
del “manico” della vanga. Gli
stampi venivano successivamente
legati intorno al nucleo e quindi
vi veniva versato all’interno del
bronzo fuso. Nella moneta qui
sopra è ancora visibile un nucleo
di argilla inserito nel manico.

SOPRA, TRE PROSPETTIVE DELLA MONETA-VANGA PIÙ GLI SCAVI HANNO RIVELATO LA STRUTTURA GENERALE DI GUANZHUANG,
ANTICA TROVATA A GUANZHUANG. A SINISTRA, STAMPO CHE CONSISTEVA IN DUE RECINTI MURARI CIRCONDATI DA UN FOSSATO.
IN ARGILLA IN SCALA SUPERIORE A QUELLA DELLA MONETA. LA ZECCA SI TROVAVA AL CENTRO DEL RECINTO ESTERNO.
HAO ZHAO

ARCHEOLOGIA CINESE
Pechino

Guanzhuang Trovata la più antica


C I NA
fabbrica di monete
TAIWAN Nel VI secolo a.C. la zecca scoperta nel nord-est della Cina
NG MAPS

permise la produzione in serie delle cosiddette monete-vanga

U
PROTETTA DA MURA
e da un fossato, n’équipe di ar- carbonio dei resti produce- L’importanza del ritro-
Guanzhuang, fondata cheologi cinesi ha va monete di bronzo in serie vamento risiede nelle ca-
nell’800 a.C., era un annunciato il ri- già tra il 640 e il 550 a.C. Fi- ratteristiche della zecca.
importante centro trovamento della nora si credeva che la più an- Secondo Hao Zhao, ar-
di Zheng, uno stato più antica zecca del mon- tica zecca del mondo fosse cheologo dell’Università
vassallo degli Zhou. do. Situata nel giacimento quella di Sardi, capitale della di Zhengzhou e capo della
La città e la sua zecca
furono abbandonate di Guanzhuang, secondo i Lidia (odierna Turchia), di squadra di ricerca, «le tec-
nel 450 a.C. ricercatori che hanno effet- un periodo compreso tra il niche di conio delle mone-
tuato la datazione al radio- 575 e il 550 a.C. te utilizzate a Guanzhuang

6 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


RIVOLUZIONE
MONETARIA IN CINA
IL SISTEMA FIDUCIARIO cinese si contrapponeva
a quello del Mediterraneo, dove il valore delle
monete era garantito dall’oro e dall’argento di
cui erano fatte. Nella Cina imperiale la fiducia
nel valore delle monete di bronzo era assicurata
da una moneta parallela in lingotti d’oro.
Nell’XI secolo una carenza di rame spinse i Song
a utilizzare cambiali come quelle dei mercanti, il
che portò alla nascita delle prime banconote al
mondo. Le dinastie Song e Yuan usarono la carta
moneta anche nel XII e nel XIII secolo, facendo
della Cina la prima società con un’economia
completamente fondata sulla carta.

FOTO DI SINISTRA: ALAMY / ACI. FOTO DI DESTRA: SCALA, FIRENZE


A SINISTRA, MONETE-COLTELLO CINESI DATATE TRA IL V E IL III SECOLO
A.C. A DESTRA, UNA BANCONOTA DEL XIV SECOLO DELLA DINASTIA MING.
HAO ZHAO

sono caratterizzate da una furono i primi soldi metal- erano fabbricate con me- non appare né il nome del
fabbricazione in serie e un lici in circolazione al mon- talli preziosi e marcate con reggente né il nome dello
alto grado di standardiz- do, sebbene alcuni esperti un sigillo che ne garanti- stato. In questo senso, fin
zazione […] La produzione ritengano che la nascita va il contenuto. Ma come dall’inizio, la moneta cine-
delle monete-vanga non della moneta avvenne con- commenta Lyce Jankowski, se contiene un elemento
era un esperimento spora- temporaneamente in Lidia, numismatica specializ- “fiduciario”», cioè il suo
dico e su piccola scala, ma Cina e India. zata nelle regioni dell’A- valore, di fatto superiore a
un processo ben pianificato sia orientale e curatrice quello del metallo di cui era
e organizzato». Valore fiduciario presso il Museo reale di composta, si fondava sulla
La moneta-vanga è un Al di là del dibattito sul Mariemont, in Belgio, che fiducia. Gli archeologi di
tipo di moneta usato in luogo di nascita, la zecca non ha partecipato a que- Guanzhuang sostengono
Cina a metà del I millen- di Guanzhuang contribu- sta ricerca, «la monetazione che l’elemento fiduciario
nio a.C., così chiamato per isce a una migliore com- cinese è fondamentalmen- della moneta-vanga era
la sua forma. La più antica prensione del ruolo sociale te diversa, un fatto che va garantito dal responsabile
tra quelle scoperte nel sito ed economico delle prime tenuto in conto se si vuole della zecca, che si trattas-
misurava originariamente monete. Fino a poco tempo comprendere la storia del- se di «gruppi di mercanti,
quattordici centimetri di fa la teoria più convenzio- la produzione di moneta. Il di qualche autorità locale o
lunghezza per sei di lar- nale si basava sulle monete valore della moneta-vanga dello stesso stato Zheng».
ghezza. Il ritrovamento lidie, il cui valore derivava non si basa sul suo conte-
consolida l’idea che questi dalla loro composizione: nuto metallico, e su di essa BRADEN PHILLIPS

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 7


AT T UA L I T À

RICOSTRUZIONE delle attività


umane che ebbero luogo nei
pressi del lago Tagua Tagua,
in Cile, durante il Pleistocene.

ILLUSTRAZIONE: MAURICIO ÁLVAREZ


PREISTORIA

I primi abitanti
GLI SCAVI iniziali del sito Taguatagua 3 hanno
identificato un raschietto e un coltello di
pietra di fabbricazione molto simile a quella

del Cile
già osservata nei giacimenti Taguatagua 1 e 2.
Accanto a questi oggetti è stata trovata anche
una struttura di combustione associata a ossa
di gomfoteriidi (lontani parenti degli elefanti
Un gruppo internazionale di archeologi moderni) e ad altri resti fossili; nella fotografia
esplora le prime comunità del Cono sud qui sotto si possono vedere delle vertebre di
un gomfoteriide. I risultati contribuiscono con

N
nuovi dati all’ipotesi che il lago Tagua Tagua
el lago Tagua Ta- guatagua 1 e Taguatagua 2.  fosse un polo di attrazione per umani e animali
gua, situato nella  Tra il 2019 e il 2020 è stato  nella transizione dal Pleistocene all’Olocene.
valle centrale del  scoperto un terzo giaci-
Cile, si è conser-  mento con una grande va-
vata una serie unica di fos- rietà tassonomica. Diverse 
sili di vertebrati che ha   istituzioni come l’Univer-
permesso di ricostruire in  sità di O’Higgins, l’Istituto 
dettaglio gli ecosistemi  catalano di paleoecologia 
della fine della glaciazio- umana ed evoluzione so-
ne nel Pleistocene supe- ciale, la Pontificia univer-
riore. Ci sono anche prove  sità cattolica del Cile e l’U-
d’insediamenti dei primi  niversità australe del Cile 
gruppi umani della zona,  stanno studiando la rela-
che 13mila anni fa viveva- zione di questi primi abi-
no con animali oggi estinti.  tanti con il loro ambiente 
Intorno al 1833 il drenaggio  e i bruschi cambiamenti 
del lago permise di scoprire  climatici avvenuti tra Plei-
IPHES

due giacimenti fossili, Ta- stocene e Olocene.

8 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


Quinta edizione...
©
tra GRECCIO e RIETI
un viaggio nei luoghi
che hanno dato origine
al presepe
27 nOvEmbRE 2021 ~ 2 fEbbRaIO 2022

La Valle Santa reatina è un unicum ambientale, culturale e re- permette di riscoprire, tesori di spiritualità, arte e architettura
ligioso. Incorniciata dalle vette dell’Appennino e racchiusa tra come il Palazzo Papale di Rieti, l’attigua Cattedrale e le grandi
verdi colline, questa terra fertile e ricchissima di acqua rac- chiese degli ordini mendicanti, in una città che conserva tutti
chiude anche l’eredità più antica e autentica dell’esperienza di i segni di una storia lunga e piena, dalle origini pre-romane
san Francesco. Nel reatino, probabilmente, il Santo compose alla centralità medievale, fino agli affascinanti palazzi rinasci-
l’inno tenerissimo del Cantico delle Creature. mentali e ottocenteschi. Il punto di convergenza della proposta
Di sicuro, nel 1223 vi realizzò due esperienze fondamentali si trova là dove tutto ha avuto inizio, nella sobria grotta oggi
della sua vita e della sua spiritualità: la redazione definitiva inclusa nel santuario di Greccio, impreziosita dall’affresco che
della Regola dell’Ordine, e l’invenzione, a Greccio, del primo narra come tutto accadde, forse eseguito dal Maestro di Narni
Presepio della cristianità. Da qui prende vita la Valle del Primo tra la fine Trecento e i primi del Quattrocento.
Presepe: un complesso di iniziative articolate proprio tra Grec- La Valle del Primo Presepe è inserita nel percorso che porta
cio – uno dei Borghi più belli d’Italia – e la città capoluogo di all’ottavo Centenario Francescano, che partendo da Greccio nel
Rieti, tutte volte al recupero del significato originario e origina- 2023, passerà a La Verna nel 2024 e si concluderà ad Assisi nel
le dell’intuizione del Poverello. Insieme ai presepi, il percorso 2026.

tutte le info sul sito


valledelprimopresepe.it

COMUNE Associazione Italiana


DI GRECCIO Amici del Presepio comunicare con l’ar te
PERSONAGGI STRAORDINARI

Turgut Reis, il corsaro


di Solimano il Magnifico
In seguito alle sue scorrerie il corsaro anatolico divenne per i cristiani del Mediterraneo
un incubo, che terminò solo con la sua morte durante l’assedio di Malta

A
metà del XVI secolo Tur- immense possibilità di arricchimen-

Turgut, gut Reis (noto in Occidente


come Dragut) era il corsa-
to, ascesa sociale e gloria che offriva.
Non ancora venticinquenne, Tur-
il terrore ro per eccellenza in Europa gut si fece un nome come capitano del

dei mari meridionale. Nella poesia Amarrado


al duro banco (Legato alla dura panca),
piccolo “regno” di corsari di Algeri.
Questo spinse l’ammiraglio genovese
1514 scritta quasi venticinque anni dopo le Andrea Doria a incaricare il nipote,
scorrerie di Turgut, il poeta e dram- Giannetto Doria, di catturarlo a tut-
Turgut Reis nasce nei maturgo spagnolo Luis de Góngora ti i costi. Dopo averlo inseguito d’i-
pressi della città turca
di Bodrum. Si trasferirà dà voce a un immaginario prigioniero sola in isola, Giannetto riuscì a farlo
ad Algeri, dove entrerà cristiano costretto a remare in una prigioniero nel 1540. Condannato al
al servizio di Barbarossa. galea del temibile avventuriero. Nel- remo forzato in una galea, Turgut vi
le canzoni, nei poemi, nei racconti e rimase per più di tre anni, finché non
1540 nei documenti storici di quel periodo, fu liberato grazie al riscatto pagato da
infatti, questo navigatore incarnava Khayr al-Din Barbarossa.
Giannetto Doria lo
cattura e lo condanna la paura più grande delle popolazioni
al remo forzato su una mediterranee: vedere apparire le“navi Il regno dei corsari
galea. È riscattato quattro dei mori”all’orizzonte e finire schiavi Quella dura esperienza non scoraggiò
anni dopo da Barbarossa.
sulle coste del Nord Africa. Turgut. Nei quattro anni seguenti
Turgut era nato a Bodrum, una s’impossessò di quattordici navi e,
1551 città anatolica, nel 1514. Arrivò pro- con l’aggiunta di altre dodici imbar-
Dopo anni d’incursioni babilmente molto giovane ad Algeri, cazioni di avventurieri del mare, di-
corsare sulle coste località che i celebri pirati Barbaros- venne una potenza regionale capace
italiane e spagnole Turgut sa avevano trasformato in un regno di esercitare un’importante influen-
è nominato luogotenente
della flotta del sultano. specializzato in banditismo marit- za sugli stati nordafricani.
timo. Strategicamente situata a po- Approfittando dell’instabilità di-
che ore dalle coste spagnole nastica della Tunisia, Turgut fece
1556 e italiane, Algeri calamitava dell’isola di Gerba la sua base operati-
Solimano gli affida avventurieri di ogni va. Da lì attorno alla metà del XVI se-
il governo di Tripoli, sorta, preferibil- colo conquistò Mahdia, che aveva in-
città conquistata
cinque anni prima mente turchi, cautamente rifiutato il vassallaggio
dai turchi. attratti dalle sia ai tunisini sia agli ottomani, e le

1565
Turgut Reis
Turgut tentò di fondare
partecipa un regno simile a quello di
all’invasione
ottomana di Barbarossa sulla costa tunisina
Malta e muore.
BU
AL

M
CARLO V. MEDAGLIONE D’ARGENTO DEL 1537 CON LA FIGURA DELL’IMPERATORE.

10 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IL CORSARO
CHE DIVENNE
AMMIRAGLIO
IL CRONISTA SPAGNOLO Pru-
dencio de Sandoval scrisse
di Turgut Reis che veniva
«da ceti villani, vili, umili e
poveri». Questo disprezzo
aristocratico per un pirata
di origini plebee non riflette
la realtà dell’impero ottoma-
no nel XVI secolo. Al tempo
della grande espansione
turca, infatti, la promozione
nell’esercito del sultano era
dovuta più ai meriti di guer-
ra che a un’alta estrazione
sociale. Fu così che un cor-
saro che si era fatto da sé
poté divenire ammiraglio
della marina di Solimano
il Magnifico.

LEBRECHT / BRIDGEMAN / ACI


MORTE DI TURGUT NEL 1565 DURANTE
L’ASSEDIO DI MALTA. INCISIONE BASATA
SU UN DIPINTO DI GIUSEPPE CALÌ.

vicine città di Monastir e Susa, in un miraglio italiano decise di prendere La leggenda narra che i corsari, sbarca-
evidente tentativo di emulare i fra- tempo prima di passare all’attacco. ti all’alba, non furono individuati dalla
telli Barbarossa nella loro impresa di Dal canto suo Turgut aveva lascia- guardia costiera, ma da un membro
fondare un regno sulla costa. Arrivò to Mahdia in aprile per lanciare la del consiglio cittadino che stava por-
al punto di esibire una bandiera tutta devastante offensiva contro le coste tando a spasso il cane. I turchi (in real-
sua, rossa e bianca con una mezzaluna iberiche che avrebbe dato origine alla tà avventurieri di diverse provenien-
blu al centro. La monarchia spagnola sua tetra fama. Non era la prima volta ze) entrarono senza problemi in città
non poteva permettere cheuna rocca- che si avventurava sulle coste orienta- e si diedero al saccheggio. Gli eserciti
forte corsara minacciasse i suoi pos- li della Spagna: nel 1545 era sbarcato a delle località vicine contrattaccarono
sedimenti in Spagna e in Italia, così Pineda de Mar (Barcellona), dove ave- rapidamente e sorpresero i corsari in
come le comunicazioni nel Mediter- va catturato e ucciso settanta persone, piena razzia. Solo lo sbarco dello stes-
raneo. Andrea Doria contrattaccò ra- un evento tuttora commemorato nel so Turgut evitò una fine disastrosa
pidamente e riconquistò con facilità portico della chiesa locale. per i suoi uomini. Poco dopo, sulle
Monastir. A Mahdia, tuttavia, i corsari Nel maggio del 1550 lasciò un ri- spiagge vicine, i corsari liberarono i
rinforzarono le proprie difese, e l’am- cordo indelebile a Cullera (Valencia). prigionieri in cambio di un riscatto.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 11


PERSONAGGI STRAORDINARI

BARBAROSSA sconfigge
la flotta di Carlo V durante
la battaglia di Prevesa, nel
1538. Olio di Hovhannes
Umed Behzad. XIX secolo.
Museo navale, Istanbul.
AURIMAGES

Le incursioni non finirono lì. Tur- re in città per dare manforte ai difen- rarono per vari giorni duemila uomi-
gut si rifugiò alle isole Baleari, dove fu sori, ma fu respinto. Mahdia cadde ni. Mentre alcuni soldati attaccavano
protagonista di un violento attacco a poco dopo. Doria a quel punto assediò Doria per creare un diversivo, il grosso
Pollença (Maiorca) il 31 maggio, e a lu- Gerba, e Turgut dovette rifugiarsi in della flotta di Turgut prendeva il largo
glio tornò a devastare Salou (Tarrago- una zona paludosa senza apparente attraverso il varco. Quando i genovesi
na) e a rapire molti dei suoi abitanti. via d’uscita. Quando tutto sembrava scoprirono lo stratagemma era ormai
Una volta rientrato a Gerba, Turgut ormai perduto, Turgut ebbe l’idea di troppo tardi. Secondo il cronista San-
apprese che Andrea Doria aveva posto scavare un canale per aprirsi una via doval, Doria non avrebbe potuto pre-
Mahdia sotto assedio. Tentò di entra- di fuga. Si narra che allo scavo lavo- vedere una mossa così ardita.

Al servizio del sultano


Nel 1551 il sultano Solimano il Ma-
gnifico ruppe la tregua con la Spagna
SIGNORE DEI CORSARI adducendo, tra le varie rimostranze,
l’attacco a Turgut. Secondo Sando-
KHAYR AL-DIN BARBAROSSA accolse numerosi val l’imperatore Carlo V rispose che
navigatori dell’area mediterranea, tra cui lo Turgut non era incluso nel patto da
stesso Turgut, con i quali stabilì una relazione loro sottoscritto nel 1547 e che era
di patrocinio. Secondo alcuni storici, per l’allora solo «un noto ladro» che s’impos-
signore di Algeri questa relazione implicava sessava di tutto ciò che trovava sul
non solo dei vincoli di autorità e dei legami eco- suo cammino, insomma un sempli-
nomici, ma anche una subordinazione sessuale. ce pirata. In realtà, un avventuriero
DE A
/ AL

RITRATTO DI KHAYR AL-DIN BARBAROSSA. 1540 CIRCA. del mare come Turgut raramente si
BU
M

dedicava al saccheggio per capriccio,

12 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


La più antica Commedia miniata
PALATINO 313
Dante Poggiali
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Tiratura limitata

E’ decorato da 37 miniature di ispirazione giottesca e da preziose


iniziali istoriate, realizzate nella bottega di Pacino di Buonaguida nel XIV secolo.
Contiene gran parte del Commento AUTOGRAFO di “Jacopo”, figlio di Dante.
Quasi ogni chiosa è segnata dalla sigla: “Ja”, Jacopo Alighieri.
Noto come “Dante Poggiali” dal nome dell’editore e bibliofilo Gaetano Poggiali che
lo acquistò per utilizzarlo nella sua edizione della Commedia del 1807.
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PERSONAGGI STRAORDINARI

IL CASTELLO DI CULLERA
(Valencia) doveva difendere
la città dai corsari, ma non fu
sufficiente a evitare il saccheggio
da parte di Turgut nel 1550.

ALAMY / ACI
ma richiedeva invece il beneplaci- loro sottratti, obiettivo che riusci- che si era specializzato negli attacchi
to di un’autorità superiore. Turgut rono a raggiungere nel 1558. I fran- corsari contro i turchi. Dal suo go-
lavorava da tempo per Algeri, regno cesi rimproverarono a Turgut il suo vernatorato di Tripoli, Turgut Reis
vassallo del sultano. ritardo nell’arrivare in loro soccorso, si unì all’élite dell’esercito ottoma-
Nel 1551 Solimano assunse Turgut accusandolo persino di essersi ven- no concentrata sull’isola. I cavalieri
come luogotenente della sua flotta duto agli spagnoli. di Malta resistettero ferocemente
agli ordini diretti dell’ammiraglio all’assalto e al fuoco dell’artiglie-
Sinan Pascià. Questo mise fine al- Governatore di Tripoli ria nemica. Il 17 giugno, durante un
le ambiguità in merito allo status di Poco dopo il sultano lo sollevò dal bombardamento contro il forte di
Turgut, ma la sua attività nella mari- suo incarico e gli assegnò il gover- Sant’Elmo (punto chiave nella difesa
na reale era molto simile a quella delle no di Tripoli, dove poté mettersi dell’isola), Turgut stava passando in
flottiglie corsare. Il nuovo generale maggiormente in evidenza. Anche rassegna le sue batterie quando fu
ottomano fece migliaia di prigionieri se le coste spagnole non furono più colpito alla testa da una pietra. Morì
sull’isola maltese di Gozo, anche se obiettivo dei suoi attacchi, Turgut si sei giorni più tardi in seguito alla fe-
la sua impresa più importante fu la accanì così implacabilmente contro rita. I corsari nordafricani persero
conquista di Tripoli, che dal 1510 era quelle siciliane e napoletane che nel così il loro grande capo, da loro chia-
nelle mani dei cristiani. 1561 il viceré spagnolo dichiarò che mato «la spada nuda dell’Islam».
Nel 1553 Solimano incaricò Turgut in quei territori la navigazione era
RAMIRO FEIJOO
di aiutare i francesi a conquistare la diventata impossibile. STORICO
Corsica, che all’epoca apparteneva ai Nel 1565 il sultano chiese a Turgut
genovesi, alleati degli spagnoli. L’of- di partecipare a una grande offensiva Per SAGGI
Dragut Rais corsaro
fensiva permise alla Francia di occu- contro Malta, da cui voleva estirpare saperne barbaresco
pare l’isola, ma i genovesi si riorga- il leggendario ordine degli Ospitalie- di più Roberto Moresco.
Debatte, Livorno, 2015.
nizzarono per riprendersi i territori ri di san Giovanni di Gerusalemme,

14 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


GRANDI INVENZIONI

Il primo
1718
passo verso la
mitragliatrice

CI
/A
MY
LA
A

Il britannico James Puckle brevettò un’arma a ripetizione


che permetteva di sparare nove colpi al minuto JAMES PUCKLE. INCISIONE DI JOHN
CLOSTERMAN. INIZI DEL XVIII SECOLO.
e che è considerata un’antenata della mitragliatrice NATIONAL PORTRAIT GALLERY, LONDRA.

P
rima dell’avvento delle mitra- le gun. Nato a Norwich, in Inghilterra, Identico a quello che sarebbe stato
gliatrici moderne, in grado di James Puckle esercitò la professione usato in seguito per il revolver, era
di sparare raffiche di proiettili di avvocato a Londra, ma la sua pas- incentrato sul movimento rotatorio di
in modo automatico, si era sione era la tecnologia. Fu così che nel un enorme tamburo che permetteva di
tentato di velocizzare la frequenza di 1718 brevettò l’arma che porta il suo ricaricare le munizioni a ripetizione. Il
tiro con altri tipi di arma da fuoco. Uno nome. La canna, in perfetto equilibrio tamburo, facilmente sostituibile, po-
di questi fu ad esempio il ribadoc- sul treppiede su cui era montata, po- teva avere dalle sei alle undici camere
chino, un pezzo di artiglieria a canne teva muoversi liberamente sul piano di scoppio in cui andavano inseriti i
multiple; ma ce ne furono anche altri, orizzontale e con una certa ampiezza proiettili. La rotazione del tamburo
genericamente raggruppati sotto il anche su quello verticale. Lunga circa era un’operazione completamente
termine “organo” per la loro somi- novanta centimetri e con un calibro di manuale, eseguita tramite una ma-
glianza con lo strumento musicale. trentadue millimetri, l’arma era dotata novella che permetteva di allineare
All’inizio del XVIII secolo, dopo di un meccanismo a pietra focaia nella la pietra focaia con il piccolo foro
alcuni interessanti tentativi, nacque parte posteriore, che permetteva di presente nella camera di scop-
una delle armi da fuoco più ingegnose attivare l’innesco del proiettile. pio. Azionando il percussore
della storia dell’armamento, che prese La caratteristica più innovativa della si attivava l’innesco, pro-
il nome dal suo inventore: la Puck- Puckle gun era il sistema di carica. vocando così l’espulsione
del proiettile.

Un fallimento inspiegabile
CANNONE A ORGANO
REALIZZATO NEL 1678. Si trattava quindi di un’arma a ripe-
HEERESGESCHICHTLICHES tizione, che andava però ricaricata
MUSEUM, VIENNA.
manualmente dopo ogni colpo: non
la si può pertanto considerare una
mitragliatrice, che è invece un’arma
automatica la cui ricarica non richiede
l’intervento umano. In ogni caso, la
Puckle gun garantiva una cadenza di
fuoco molto superiore alle altre armi
dell’epoca. Nel corso di una dimostra-
zione individuale in una giornata di
pioggia battente, l’arma sparò sessan-
tatré colpi in sette minuti, al ritmo
di nove colpi al minuto, quando un
fuciliere esperto poteva spararne al
massimo tre al minuto.
BRIDGEMAN / ACI
WORCESTER ART MUSEUM / BRIDGEMAN / ACI
ORGANO DEL XVII
SECOLO CON QUATTRO
CANNE MONTATE SU
UNA BASE DI LEGNO.

III secolo a.C.


Dionisio di Alessandria inventa
il polybolos, una catapulta a
ripetizione in grado di sparare
proiettili in modo continuo.
PUCKLE GUN con
1339
un grande tamburo
azionato da una Nella Guerra dei cent’anni
manovella. Disegno viene usato per la prima volta
del brevetto un “organo”: si tratta di un
ottenuto nel 1718. ribadocchino a 12 canne.

1500 circa
Leonardo da Vinci progetta
varie macchine da guerra,
tra cui un cannone a organo.
Se ne può vedere un disegno
nel Codice atlantico.

1718
James Puckle brevetta un’arma
con un tamburo che contiene
diversi proiettili e permette
di sparare colpi in sequenza.
SC
IEN
CE

1862
SO
UR
CE
/A

Richard Gatling brevetta


LB
UM

una macchina azionata


manualmente capace di
sparare 200 colpi al minuto.
1884-1885
Hiram Maxim ottiene
Puckle fondò una società per com- servatore, non riuscì a coglierne il il brevetto per la prima
mercializzare l’invenzione, sostenen- potenziale militare. Anche per que- mitragliatrice automatica
do che la sua missione era di contribu- sto la Puckle gun non fu mai pro- moderna.
ire a difendere il sovrano britannico e dotta a livello industriale e si rivelò
ROGER-VIOLLET / AURIMAGES

HIRAM MAXIM
la causa protestante. Grazie alla facilità un fallimento commerciale. Si ha POSA CON LA
di manovra e alla precisione di tiro, la testimonianza di un unico acquisto, MITRAGLIATRICE
DI SUA INVENZIONE.
Puckle gun sarebbe stata ideale come effettuato dal duca di Montagu, che
armamento navale, dato che avrebbe ne comprò due esemplari, ma non si
permesso una rapida sequenza di spari sa se furono mai utilizzati. Al-
su bersagli in movimento. L’inventore cuni scritti satirici dell’epoca
riteneva che sarebbe stata particolar- arrivarono ad affermare che
mente utile contro i pirati turchi, ai le uniche vittime dell’in-
quali aveva riservato un tipo più letale venzione di Puckle furono
di munizioni, dalla peculiare forma coloro che avevano inve-
quadrata, proibito tra i cristiani. stito nella sua società.
Nonostante le qualità dell’arma, GERMÁN SEGURA GARCÍA
il governo inglese, fortemente con- STORICO MILITARE
V I TA Q U OT I D I A N A

Zoo umani,
la vergogna
dell’Occidente
Nel XIX secolo s’imposero come attrazione di massa
mostre in cui erano esposti i nativi dei territori colonizzati

D
a una parte del recinto impresari provarono ad affiancare
stavano l’Africa, l’Asia, alle bestie persone in carne e ossa.
le Americhe, l’Oceania e L’idea funzionò ed ebbe un successo
tutto ciò che di naturale, straordinario fino agli anni trenta
primitivo e dunque pittoresco po- del XX secolo.
tevano esprimere; dall’altra l’uomo
bianco, lo spettatore occidentale con Un nuovo affare
la sua aura di pretesa superiorità. E Il creatore di un simile tipo di spet-
ancora: da un lato uomini, donne e tacoli fu il tedesco Carl Hagenbeck.
bambini seminudi, prelevati forzo- Il suo lavoro consisteva nel reperire
samente dai rispettivi luoghi d’ori- animali esotici da rivendere a circhi
gine ed esposti al pubblico ludibrio; e zoo. Negli anni settanta del XIX se-
dall’altro intere famiglie borghesi e colo si rese conto che esporre esseri
aristocratiche che avevano pagato umani suscitava un’enorme curio-
il biglietto per assistere a uno show sità nel pubblico. Tra il 1874 e il 1878
etnico in piena regola. allestì circa settanta spettacoli etno- ANGOLANI esibiti a Parigi
È quanto accadde a partire dalla grafici, che portava in giro nelle va- durante l’Esposizione
seconda metà del XIX secolo nel- rie città europee e nei quali mostra- universale del 1889.
BRIDGEMAN / ACI

le principali città europee e degli va le etnie più disparate: samoani, Incisione.


Stati Uniti d’America. Quando gli masai, aborigeni australiani, sami,
zoo popolati da animali rari e fe- abitanti della Patagonia... Nel 1877
roci smisero di stupire e condusse a Parigi un gruppo di nu-
soddisfare un pubblico biani, generando notevole interesse. un grande parco zoologico nei din-
ormai divenuto sempre Isidore Geoffroy Saint-Hilaire, di- torni della capitale francese, decise
più esigente, alcuni rettore del Jardin d’Acclimatation, di organizzare ogni anno spetta-
coli affini, che attiravano miglia-
ia di visitatori. Negli Stati Uniti, a
New York, il circo di Barnum esibì nel
IL PRINCIPE TATUATO 1883 un gruppo di aborigeni austra-
liani, presentandoli – in malafede –
L’INCISIONE MOSTRA un giovane muscoloso quasi quali cannibali.
interamente coperto di tatuaggi. È Giolo, un princi- Il successo degli spettacoli etno-
pe-naufrago del mare delle Filippine venduto come grafici di Hagenbeck richiamò l’at-
schiavo al navigatore William Dampier, che lo portò tenzione dei governi, i quali capirono
a Londra nel 1691. Lì Giolo venne esposto a paga- che gli zoo umani potevano divenire
mento come «meraviglia dell’epoca». un pretesto per giustificare le lo-
BRIDGEMAN / ACI

IL PRINCIPE GIOLO DELLE FILIPPINE. INCISIONE. XVII SECOLO. ro politiche colonialistiche. A tale
scopo si servirono delle Esposizioni
Angolani nel
internazionali, grandi rassegne che
«villaggio nero»
celebravano i progressi dell’econo- UNA CAPANNA, palme e stuoie fanno da sfondo a un grup-
mia e della civiltà. I primi a essere po di giovani angolani (ne arrivarono in tutto 18) dall’aria
esibiti furono due gruppi di hindu e
dimessa, presentati come “veri selvaggi”. Furono collocati
thug nel corso della Great Exhibition
che si tenne a Londra nel 1851. Gli insieme a centinaia di altri africani e indigeni provenienti
indiani, sudditi della Corona ingle- da tutto il mondo nel cosiddet- bire nativi dallo sguardo perso
se, avrebbero simulato un cruento to “villaggio nero” dell’Esposi- e dal comportamento passivo
rituale espiatorio in cui i penitenti zione universale di Parigi del finiva per annoiare gli spetta-
finivano appesi dalle scapole a dei 1889, che celebrava il centena- tori: predisposero quindi delle
ganci metallici. Il sangue versato era rio della presa della Bastiglia. performance in cui dovevano
tristemente vero e decretò il succes- Per la prima volta la corrente riprodurre il loro stile di vita,
so dell’attrazione. elettrica illuminava i padiglioni, simulando battute di caccia e
All’Esposizione coloniale di Lon- visitabili anche di sera. Gli im- pesca, lavorando con gli utensi-
dra del 1886, accanto ad alcuni abo- presari avevano capito che esi- li o mangiando in famiglia.
rigeni della Nuova Guinea fu messa

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 19


V I TA Q U OT I D I A N A

UN PIGMEO
A NEW YORK
«PIGMEO AFRICANO. Anni: 28 –
Altezza: 147 cm – Peso: 46,7 kg.
Portato qui dal Kasai, stato li-
bero del Congo, Africa centro-
meridionale, dal dottor Sam-
uel P. Verner. In mostra tutti
i pomeriggi di settembre». Il
testo apparve il 9 settembre
del 1906 sul recinto della
casa delle scimmie del giar-
dino zoologico di New York.
Il primo giorno accorsero in
40mila a osservare il “feroce”
Ota Benga, «qualcosa di mai
visto sotto il sole», ma ci fu-
rono anche delle proteste da
parte dei gruppi religiosi che
si battevano per i diritti dei ne-
ri. Nel 1916 il ragazzo cadde in
depressione e si suicidò con
un colpo di pistola.
OTA BENGA. FOTOGRAFIA DEL PIGMEO
MBUTI DEL CONGO. INIZI DEL XX SECOLO.
ALAMY / ACI

in mostra anche una trentina di tes- to guineani accompagnati dal loro re tali, fece le cose in grande: tra scul-
sitori di tappeti della città indiana Dinah Salifou. Gli oltre trenta milio- ture di avorio e piante di cacao, caffè,
di Agra: erano in realtà detenuti che ni di visitatori fecero così il proprio tabacco e caucciù, circa trecento indi-
partecipavano a un programma di primo, singolare incontro con l’Altro. geni congolesi furono chiamati a far
«recupero sociale dei criminali». rivivere a oltre seimila chilometri di
Visitatori e giornalisti «sembravano Non dar da mangiare distanza il loro habitat naturale.
guardare a loro come animali». In occasione dell’Esposizione inter- La rivista italiana Emporium non
In occasione dell’Esposizione uni- nazionale che si tenne a Bruxelles nel mancò di segnalare che «quando co-
versale di Parigi del 1889 fu realizzato 1897, gli organizzatori della mostra desti neri sono arrivati a Tervuren,
per la prima volta coloniale di Tervuren fecero scrive- si sono messi a ballare per la gioia,
un “villaggio ne- re su una serie di cartelli: «Non dar tanto erano felici di trovarsi in riva
ro” destinato a da mangiare ai neri, sono nutriti». Si all’acqua e sotto l’ombra dei gran-
ospitare decine temeva infatti che il cibo lanciato dai di alberi. Nella loro ignoranza, essi
di angolani, gha- visitatori provocasse indigestioni. Il credevano che in Europa non si tro-
nesi, senegalesi e sovrano Leopoldo II del Belgio, che vassero né fiumi, né foreste». Si sep-
circa quattrocen- governava il Congo con metodi bru- pe solo in seguito che alcuni di loro
non erano sopravvissuti al viaggio.
Altri invece morirono di polmonite
Il re Leopoldo del Belgio fece e furono interrati in una fossa co-
mune. Malgrado ciò, per il distratto
arrivare quasi 300 indigeni per reporter italiano il parco coloniale
l’Esposizione di Bruxelles del 1897 di re Leopoldo e i suoi abitanti «ri-
marranno una delle più interessanti
ALBUM

CARTELLO DI UNO SPETTACOLO ETNOGRAFICO A PARIGI, NEL 1894. attrattive di Bruxelles».

20 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


Il Tempietto longobardo
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Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020.
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Tempietto Longobardo esso coinvolge altri sette partner:
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Cividale del Friuli (Udine) Università di Bologna, Politecnico di Sebenico,
www.tempiettolongobardo.it Comune di Campobasso, Montefeltro Sviluppo Scarl,
Tel. +39 0432 700867 Comune di Albona e Città di Zara.
V I TA Q U OT I D I A N A

Padroni e schiavi, personaggi da commedia


UN RECINTO appena accennato separava quasi sempre gli spettatori dai “selvaggi”. Questi ultimi
recitavano un copione già scritto: interpretare e rafforzare lo stereotipo del primitivo feroce e aggres-
sivo, di fronte al quale il borghese o aristocratico europeo avrebbe affermato la propria superiorità.

UN VILLAGGIO
SENEGALESE
ALL’ESPOSIZIONE

FINE ART / ALBUM


INTERNAZIONALE
DI LIEGI NEL 1930.

L’ultima moda in fatto di“selvaggi” tletica dell’uomo bianco anglosasso- Stavolta, però, il riscontro non fu
era rappresentata dagli igorot delle ne. Lo spettacolo fu avvilente: ignari sempre positivo. Sulla stampa voci
Filippine, esposti con i loro «ghigni delle tecniche delle varie specialità, anticolonialiste bollarono l’esposi-
famelici» alla Lousiana Purchase Ex- in particolare del lancio del peso e zione come «la più spettacolare stra-
position del 1904 e poi nuovamente del martello, turchi, indiani e pig- vaganza coloniale mai messa in scena
nel 1908 a Seattle. Se i loro spettatori mei uscirono di scena tra gli schia- in Occidente». Fu allora che, secondo
erano intenti a trangugiare zucchero mazzi del pubblico probabilmente molti storici, iniziò il declino degli
filato, patatine e hot dog, gli igorot senza nemmeno un lancio valido. zoo umani. Come sostiene lo studio-
furono costretti a cibarsi ogni gior- Allo stesso modo fu un fiasco totale so Viviano Domenici, questi furono
no di carne di cane dinanzi agli oc- la contesa fra apache e sioux nel tiro sostituiti dal cinema «come stru-
chi degli esterrefatti fotoreporter. con l’arco, che non riuscirono nep- mento capace d’influenzare l’opinio-
Queste immagini avrebbero dovuto pure a flettere. Ma, evidentemente, ne pubblica spingendola a sostenere
rafforzare la convinzione della ne- era tutto calcolato. la politica colonialista», anche se
cessità della “missione civilizzatri- qualche caso isolato e antistorico si
ce” statunitense nei confronti degli Il mondo dice basta registrò ben oltre la fine della Secon-
abitanti dei nuovi territori annessi Con il loro carico di sfruttamento, da guerra mondiale.
dopo la guerra filippino-americana violenze e brutalità le Esposizioni MATTEO DALENA
(1899-1902). umane videro accrescere pubblico STORICO E GIORNALISTA
Negli stessi giorni dell’Esposi- e consensi fino all’Esposizione di
zione del 1904 si tennero a St. Louis Parigi del 1931, quando 1.500 com- Per SAGGI

delle «Giornate antropologiche» al parse furono chiamate ad accendere saperne Uomini nelle gabbie
Viviano Domenici.
fine di testare le prestazioni fisiche l’interesse degli oltre dieci milioni di più Il Saggiatore, Milano, 2015.
Zoo umani
dei “selvaggi” e, qualora ce ne fosse di visitatori per il «primitivismo del AA.V.V. Ombre corte, Verona, 2003.
bisogno, ribadire la superiorità a- mondo extraeuropeo».

22 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IN
ED
ICO
LA

Gli speciali di
Storica National Geographic
in edicola questo mese

Speciale Storica

atlante storico
Dallo sviluppo della civiltà egizia, sorta sulle grande conquistatore Alessandro Magno, fino
sponde del Nilo e approdata poi fino in Sudan alle ambizioni espansionistiche di Roma che
e in Siria, alla nascita delle prime comunità in misero le basi della futura identità europea.
Mesopotamia, “la terra tra i due fiumi”; dai Da sempre la storia dell’umanità, nella sua
viaggi dei fenici nel Mediterraneo agli alto- inestricabile varietà, si è scritta sulla geografia
piani di Iran e Anatolia che accolsero grandi del pianeta e sui luoghi fisici nei quali han-
imperi; dal fiorire della cultura e dei commerci no preso forma le differenti culture e civiltà.
nell’antica Grecia, terra di eroi, di tiranni e del In edicola dal 22 dicembre. Prezzo 10,00¤.
L’ASTROLOGIA
IN EGITTO
L’ I N F L U S S O DE L L E ST E L L E

Gli antichi egizi ripresero dalla


Mesopotamia la credenza secondo cui
la posizione dei pianeti alla nascita di una
persona ne determinerebbe la vita futura.
Gli oroscopi divennero così parte della vita
quotidiana nella terra dei faraoni
LO ZODIACO DI DENDERA
Questo planisfero, raffigurante
le stelle visibili dalla terra del
Nilo, fu inciso su uno dei soffitti
del tempio greco-romano di
Dendera, in Alto Egitto. Fu
portato a Parigi nel 1821 ed è ora
esposto al Museo del Louvre.
HERVÉ LEWANDOWSKI / RMN-GRAND PALAIS
G
li antichi egizi s’interes-
sarono al cielo fin dall’i-
nizio della loro civiltà; i
sacerdoti si dedicarono
molto presto all’osser-
vazione e allo studio del
movimento delle stelle sulla volta celeste.
Questo interesse aveva una motivazione pra-
tica, legata in particolare al calendario agri-
colo. Gli egizi infatti avevano notato che la
crescita annuale del Nilo avveniva all’inizio
dell’estate, nel momento in cui la stella Sirio,
la più luminosa del cielo notturno, comin-
ciava a essere visibile prima dell’alba. L’ap-
parizione di questa stella era diventata così
un indicatore dell’avvio del ciclo agrario e
dell’inizio dell’anno.
D’altra parte, anche se gli egizi avevano im-
parato a distinguere le stelle dai pianeti, ini-
zialmente non prestavano molta attenzione a
movimenti e posizioni dei corpi celesti. Ecco
perché per molto tempo non praticarono l’a-
strologia, il sapere secondo il quale le stelle
influirebbero sulla vita degli esseri umani e il
destino di questi ultimi sarebbe prevedibile.
Nell’Egitto faraonico le predizioni erano fatte
attraverso altri metodi di divinazione, come
l’interpretazione dei sogni e gli oracoli tra-
smessi dalle divinità nei rispettivi santuari.

Dalla Mesopotamia all’Egitto


Nell’antica Mesopotamia, invece, l’osserva-
zione dei pianeti portò alla nascita di sistemi
di predizione astrologica. Gli astrologi babi-
lonesi si dedicarono dal principio soltanto al-
le divinazioni riguardanti la vita del sovrano
e gli affari di stato, come le guerre. Ma già alla
fine del V secolo a.C. passarono a fare vatici-
ni, o oroscopi, sulla vita dei privati cittadini.
Questi si basavano sull’idea che la posizione
dei pianeti, del sole e della luna al momento
della nascita determinasse il destino di una
persona. Per localizzare i pianeti nel cielo gli
astrologi usavano come riferimento dodici
costellazioni, che formano nella volta celeste
una fascia lungo la quale si muovono il sole, la
C R O N O LO G I A
1800 a.C.
luna e i pianeti. Nacquero così i dodici segni
zodiacali, che hanno conservato praticamen-
UN In Mesopotamia
appaiono i primi testi
te gli stessi nomi fino a oggi.
Le conoscenze astrologiche mesopotami-
SAPERE con presagi celesti che
si riferiscono alla vita

ANTICO
dei re e agli affari
che raggiunsero l’Egitto durante il Periodo di governo.

26 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


TOMBA DI SETI I
La camera sepolcrale
della tomba di
questo faraone della
XIX dinastia è decorata
con uno splendido
soffitto astronomico.
Nell’immagine
sono visibili le
rappresentazioni
delle costellazioni
circumpolari, a
forma di coccodrillo,
toro o leone.
ARALDO DE LUCA

V secolo a.C. V-IV secolo a.C. 44 a.C. II secolo d.C.


Sempre in Mesopotamia I segni dello zodiaco Risale a quest’anno L’astronomo egizio
cominciano a essere mesopotamico sono (durante il regno di Claudio Tolomeo
fatti oroscopi per privati introdotti in Egitto, dove Cleopatra VII) il più scrive il Tetrabiblos,
cittadini. I dodici segni la loro rappresentazione antico oroscopo trovato uno dei maggiori
dello zodiaco vengono iconografica viene in in Egitto, relativo a un trattati astrologici
standardizzati. gran parte mantenuta. uomo nato ad Atribi. del mondo antico.
tardo (664-332 a.C.), ma si consolidarono
soprattutto in epoca tolemaica (332-30 a.C.)
e romana (30 a.C.-395 d.C.). Gli egizi presero
in prestito i segni dello zodiaco dalla Meso-
potamia, traducendone i nomi nella propria
lingua ma conservando in gran parte la loro
iconografia originale. Va notato, tuttavia, che
oltre ai dodici segni zodiacali gli egizi cono-
scevano un’altra fascia di stelle che forma-
no un cerchio completo nel firmamento: i
cosiddetti decani. In totale erano trentasei
astri, ognuno dei quali occupava dieci (da cui
il nome) dei 360 gradi totali della volta cele-
ste. Utilizzati in epoca faraonica per misurare
il tempo notturno, i decani s’incorporarono
alla visione del cielo tramandata dai mesopo-
tamici e furono raccolti a gruppi di tre sotto
i dodici segni zodiacali.

Che cos’è un oroscopo?


Il termine “oroscopo” deriva dal greco ho-
roskopos, che significa “che osserva l’ora”, Scorpione
poiché gli oroscopi venivano calcolati in ba-
se all’ora in cui era nato un individuo: regi-
stravano cioè le posizioni dei corpi celesti
Sagittario
sulla fascia zodiacale al momento della na-
scita di una persona. I più semplici conte-
nevano le posizioni del sole, della luna e dei
pianeti, così come l’ascendente, che era il
segno dello zodiaco che in quel momento
stava sorgendo a est.
Gli oroscopi più complessi, oltre all’a-
scendente, registravano anche la posizione
degli altri segni zodiacali. I dati venivano
distribuiti in dodici sezioni fisse, sei al di
sopra e sei al di sotto dell’orizzonte. Queste Capricorno
sezioni erano chiamate “luoghi” o “case” , e
Acquario
ognuna era associata a un aspetto della vita
dell’individuo, come la buona o la mala sorte,
la famiglia o il matrimonio. Un manuale di
astrologia in demotico riporta che l’indivi-
duo nato quando Mercurio è nella casa della
LA FASCIA DELLO ZODIACO
nobiltà sarà una persona felice, darà ordini a
Anche se le costellazioni
molti uomini e sarà obbedito fino a diventare
associate ai segni zodiacali
comandante del suo distretto. variavano in dimensioni,
La realizzazione e l’interpretazione de- nel V secolo a.C. gli
gli oroscopi erano i compiti principali degli astrologi mesopotamici le
astrologi. Nell’Egitto greco-romano c’erano standardizzarono in modo che
ogni costellazione occupasse
oroscopi scritti sia in egizio sia in greco, in 30 dei 360 gradi del circolo
formati molto simili. Questo sembra indicare della volta celeste.
che i loro autori fossero le stesse persone: GUILLAUME DUPRAT

28 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


Leone
Vergine Cancro

Bilancia

Gemelli

Toro

Ariete

Pesci
astrologi bilingui che adattavano l’orosco-
po all’idioma di ciascun cliente. La maggior
UNA BASE
parte era probabilmente formata da sacerdoti
legati ai templi, sebbene dovessero esserci DATI
anche degli astrologi indipendenti.

Metodi divinatori
ASTROLOGICA
Per ottenere il proprio oroscopo, il cliente PER CONOSCERE LE POSIZIONI DEI PIANETI nel giorno
andava dall’astrologo e gli comunicava data di nascita di un cliente, gli astrologi usavano delle tavole
e ora di nascita. L’astrologo calcolava le posi- astronomiche come quella riportata in questa pagina.
zioni occupate in quel momento dal sole, dal- Il testo, scritto in demotico e disposto in colonne,
la luna e dai cinque pianeti allora conosciuti si legge da destra a sinistra. Vi sono registrate le
(Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) posizioni dei cinque pianeti visibili (Mercurio, Venere,
Marte, Giove e Saturno) in relazione ai segni zodiacali
con l’aiuto di tavole astronomiche, e l’ascen-
nel periodo dal 70 al 133 d.C. I dati sono classificati
dente per mezzo di una tavola delle ascensio-
in base agli anni di regno degli imperatori romani,
ni. Quindi interpretava queste informazioni
da Vespasiano ad Adriano. La tavoletta riprodotta
e comunicava al cliente le previsioni che ne
qui accanto mostra gli anni dal quattordicesimo al
poteva trarre sul suo futuro. diciassettesimo di Adriano (129-133 d.C.). Le tavole
L’astrologo scriveva le informazioni pre- indicano la data in cui ogni pianeta passava da un
dittive su un frammento di papiro oppure di segno zodiacale all’altro; per esempio, il decimo giorno
ceramica. Poteva anche mostrare al proprio del secondo mese (seguendo il calendario egizio
cliente le posizioni degli astri alla sua nascita alessandrino) del quattordicesimo anno del regno
tramite un disegno, o per mezzo di una tavo- di Adriano, Venere, «la stella del mattino», si spostò
la sulla quale posizionava pezzi di materia- dalla Vergine alla Bilancia, e rimase in quel segno fino
li diversi che indicavano i vari corpi celesti. al quinto giorno del terzo mese.
Alcune delle tavole conservatesi fino ai no-
stri giorni erano in legno, avorio o marmo. In 1 La «stella del mattino»
un passaggio del Romanzo di Alessandro, una (Venere)
biografia romanzata di Alessandro Magno
mese 1 giorno 1 Leone
scritta in greco nel III secolo d.C., il farao-
ne Nectanebo II fa l’oroscopo alla madre di giorno 16 Vergine
Alessandro, Olimpiade, per scoprire se suo
mese 2 giorno 10 Bilancia
marito, Filippo II di Macedonia, la lascerà:
«Estrasse una tavola regale e costosa, che mese 3 giorno 5 Scorpione
semplici parole non potrebbero descrivere, e
giorno 29 Sagittario
la mise su una sedia. Era fatta di avorio, ebano,
oro e argento, ed era suddivisa in tre aree: in mese 4 giorno 21 Capricorno
un primo cerchio i trentasei decani, in un se-
condo i dodici segni dello zodiaco, e all’inter- mese 5 giorno 15 Acquario
no il sole e la luna. Poi aprì una piccola scatola mese 6 giorno 9 Pesci
d’avorio, tirò fuori le sette stelle e l’oroscopo
mese 7 giorno 4 Ariete
fatto di otto pietre ingegnosamente lavorate,
e ricreò un cielo in miniatura, illuminando- giorno 28 Toro
lo in un piccolo cerchio». Nectanebo rivelò mese 8 giorno 23 Gemelli
NATIONAL MUSEUMS LIVERPOOL / BRIDGEMAN / ACI

infine a Olimpiade che Filippo non l’avrebbe


abbandonata se lei avesse concepito un figlio mese 9 giorno 18 Cancro
con il dio Amon. mese 10 giorno 13 Leone
Per fare le loro previsioni gli astrologi ri-
correvano a dei manuali. In alcuni casi i va- mese 11 giorno 9 Vergine
ticini riguardavano eventi che avevano un mese 12 giorno 21 Bilancia
interesse per tutto il Paese. Per esempio, in

30 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


1
4. La stella
del mattino
(Venere)

ANNO 16

ANNO 14

5. Sobek
(Mercurio)
1. Horus
il toro
(Saturno)

2. Horus
il segreto
(Giove)

ANNO 17
3. Horus
il rosso
(Marte)

ANNO 15

TAVOLETTE STOBART.
TROVATE DA HENRY
STOBART NEL 1855,
DURANTE UN VIAGGIO
IN EGITTO. WORLD
MUSEUM, LIVERPOOL.
12
8 9
11

10
7 4

6
5 2
3

LO ZODIACO
1 Ariete 7 Bilancia
La sua origine non è Anch’essa di origine
mesopotamica, tuttavia mesopotamica. Per i greci,

DI DENDERA
non si sa per certo se sia la Bilancia era la tenaglia
egizia oppure greca. dello Scorpione.

2 Toro 8 Scorpione
IL COSIDDETTO ZODIACO di Dendera, che in origine Il nome di questa Di origine mesopotamica,
decorava il soffitto di una delle cappelle osiriache costellazione in questo segno appare
Mesopotamia è il Toro in testi dell’inizio del
del tempio tolemaico di Hathor a Dendera, di Anu, il dio del cielo. II millennio a.C.
è in realtà un planisfero circolare che rappresenta
le principali stelle visibili dall’Egitto. Al centro, 3 Gemelli 9 Sagittario
che raffigura il nord, l’Orsa minore appare Chiamati in Egitto i In Mesopotamia si chiamava
come un piccolo canide su un aratro, mentre Grandi Gemelli, qui sono Pabilsag, era un uomo con
l’Orsa maggiore figura come una zampa di toro. rappresentati come un due teste, un corpo di cavallo
uomo e una donna. e una coda di scorpione.
La costellazione del Dragone corrisponde invece
alla dea-ippopotamo Taweret.
Queste costellazioni sono a loro volta circondate 4 Cancro 10 Capricorno
Questo simbolo ha Di origine mesopotamica,
dalla fascia dello zodiaco, sotto la quale sono origini mesopotamiche. rappresenta un essere
visibili le principali stelle del cielo meridionale, Qui è rappresentato come mitologico che è l’unione
ovvero la costellazione di Orione e le stelle un grande granchio. di una capra e di un pesce.
Sirio e Canopo. Le figure poste lungo tutto
il margine sono i 36 decani. 5 Leone 11 Acquario
Il planisfero è sostenuto da quattro personaggi Segue l’iconografia Questa costellazione è
mesopotamica, con il rappresentata in Egitto
femminili che stanno a rappresentare le colonne leone su un serpente che come il dio del diluvio
del cielo, una per ogni punto cardinale, e da otto rappresenta la dea Tiamat. e del Nilo, Hapi.
creature inginocchiate e dotate di una testa di
falco. Tra le costellazioni dello zodiaco si possono 6 Vergine 12 Pesci
ILLUSTRAZIONI: GUILLAUME DUPRAT

vedere i cinque pianeti, posti nelle posizioni È l’immagine babilonese Di origine mesopotamica,
di una giovane con una è costituita da due pesci
che, secondo i trattati astrologici, occupavano spiga di grano, che indica uniti per la coda, con uno
al momento della nascita del mondo. la sua stella più luminosa. stagno tra loro.
Pianeti
Costellazioni

Marte

Venere

Dragone
Saturno

Orsa minore
Mercurio

Orsa maggiore

Giove

Orione

Sirio
Canopo
un manuale astrologico demotico di epo-
ca romana, conservato al Cairo, si legge una
predizione per l’Egitto: «Se Sopdet [la stella
Sirio] sorge quando Marte è in Gemelli, al-
cuni si rivolteranno contro il re d’Egitto nel
paese di Siria. Il re procederà contro di loro
con il suo esercito. Combatterà. In Siria non
ci saranno piogge abbondanti. Afflizione per
cinque mesi».

Oracoli per tutti


I manuali astrologici dedicati agli indivi-
dui comuni trattavano soprattutto di aspet-
ti della personalità, della salute e del posto
occupato nella società da ciascuno di loro.
In uno di questi compendi si legge: «Colui
che nasce quando Mercurio è nella casa del
demone cattivo, è malformato. Una malattia
occulta lo colpisce nell’infanzia. E tuttavia,
non gli manca nulla di ciò che desidera. Non
è afflitto nel cuore. Una volta cresciuto pos-
siederà dei beni, e potrà godere di una fine
serena». C’erano anche manuali con vaticini
specifici per le donne: «Una donna nata nel
primo livello della Bilancia, tra il primo e il
decimo grado, mentre la Luna è di fronte a
Ipset, non è una primogenita, ma una nuova
nascita. È la sorella maggiore della casa di suo
padre e di sua madre. Il bambino che darà alla
luce morirà prima di lei».
Importata da regioni esterne, l’astrolo-
gia entrò a far parte delle credenze radica-
te degli antichi egizi, come dimostrano tra
l’altro gli oroscopi raffigurati all’interno dei
coperchi di alcuni sarcofagi, destinati a du-
rare per l’eternità come parte del corredo
funebre dei loro proprietari. Ancor meglio
ne sono espressione i soffitti dei templi egizi
che rappresentano le posizioni dei pianeti al
momento della nascita del mondo; il famo-
so zodiaco di Dendera, ad esempio, si può
considerare in un certo senso un oroscopo
dell’intero universo.
MARINA ESCOLANO-POVEDA
DOCENTE DI EGITTOLOGIA, UNIVERSITÀ DI MANCHESTER

Per SAGGI
L’Egitto degli astrologi
saperne Franz Cumont. Mimesis, Milano, 2019.
di più La fede negli astri. Dall’antichità
al Rinascimento
Fritz Saxl. Bollati Boringhieri, Torino, 2016.

34 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


TEMPIO DI DENDERA
Dedicato alla dea-vacca
Hathor, questo tempio
tolemaico ha conservato
in perfetto stato la sua
decorazione policroma.
Sul soffitto c’è una serie
di rappresentazioni
astronomiche, tra cui
la dea del cielo Nut, la
barca solare e i dodici
segni zodiacali.
JUERGEN RITTERBACH / AGE FOTOSTOCK
OROSCOPO
IN VISTA
DELL’ALDILÀ
A PARTIRE DAL MEDIO REGNO (2055-1650 a.C.)
divenne uso raffigurare elementi celesti sul coperchio
interno dei sarcofagi. In questa pagina si può vedere la
rappresentazione che appariva sulla bara di un sacerdote di e
nome Heter, vissuto all’inizio del II secolo d.C. Il sarcofago,
trovato nella zona di Tebe, è andato perduto, e oggi ne
resta solo questo disegno particolareggiato realizzato
nel 1860 dall’egittologo tedesco Heinrich Karl Brugsch.
Come in tutte le composizioni di questo tipo, la figura
principale è la dea del cielo Nut, che allunga le braccia 1
per proteggere la mummia del defunto, posta
esattamente sotto di lei. Intorno alla dea sono raffigurate
la costellazione di Orione e la stella Sirio, situate B
nel cielo meridionale a, così come l’Orsa maggiore
(rappresentata come una zampa di toro con una testa
di toro) nel cielo settentrionale b. I cinque pianeti visibili f
sono sulla destra c, e ai
lati della dea ci sono i dodici
segni zodiacali d. Nei quattro
angoli del coperchio si trovano 2
i quattro venti e.
Su questa composizione uno d
scriba annotò l’oroscopo di
Heter, che si trova accanto 3 f
ai segni dello zodiaco, in un
misto di scrittura geroglifica
e demotica f. In questi brevi
testi è indicato il nome di ogni
pianeta e la sua posizione
nello zodiaco al momento
4
della nascita: da queste
informazioni si può dedurre
che Heter nacque nell’ottobre
del 93 d.C. Un’iscrizione 5
demotica sul sarcofago F
afferma che visse 31 anni,
cinque mesi e 25 giorni,
quindi morì probabilmente
nell’aprile del 125.
Coperchio del sarcofago di Soter, e F
inizio del II secolo d.C. Vi appaiono
BRITISH MUSEUM / SCALA, FIRENZE

la dea Nut e i dodici segni dello


zodiaco, ma nessun oroscopo.
British Museum, Londra. 6
C I PIANETI

Giove Marte

Mercurio Venere

a
Saturno
e

a I SEGNI ZODIACALI

1 Cancro 7 Capricorno
7 2 Leone 8 Acquario
3 Vergine 9 Pesci
4 Bilancia 10 Ariete
5 Scorpione 11 Toro
8 6 Sagittario 12 Gemelli
c

9 F L’OROSCOPO DI HETER

«Giove e Saturno
d in Leone»

10
«Fine della Vergine, Marte»

11
«Mercurio «Ascendente
in Scorpione» [in Scorpione]»
ILLUSTRAZIONE: UNIVERSITÄTS- UND LANDESBIBLIOTHEK SACHSEN-ANHALT, HALLE

«Venere in Sagittario»
e

12
IL TRAMONTO DEI
N E A N D E R TA L
L’E S T I N Z I O N E D I U N A S P EC I E U M A N A

L’estinzione dei neandertaliani è stata attribuita


all’arrivo in Europa della nostra specie, l’Homo sapiens.
Ma il loro declino non è dovuto a un’unica causa:
furono probabilmente decisivi anche i cambiamenti
climatici e le loro stesse strutture sociali

VOLTI DEL PASSATO


Ricostruzione di un
neandertal basata sui fossili
trovati nel sito francese
di La Chapelle-aux-Saints,
di Elisabeth Daynes.
S. ENTRESSANGLE / E. DAYNES / SPL / AGE FOTOSTOCK
SCIENCE PHOTO LIBRARY / AGE FOTOSTOCK

Sequenza di ricostruzioni di ominini, o ominidi, realizzata nel 1951 da


Maurice Wilson per il Natural History Museum di Londra e ordinata dalla
più recente alla più datata. Da destra a sinistra, un australopiteco, due Homo
erectus (l’uomo di Giava e quello di Pechino), un Homo heidelbergensis trovato
in Rhodesia (ex Homo rodhesiensis), un neandertal e, infine, un Cro-Magnon,
termine usato per designare il primo Homo sapiens che si stabilì in Europa.

I
neandertal, o Homo neanderthalen- Oggi si sa che l’evoluzione umana fu mol-
sis, sono la specie umana che è stata to più complessa. I progressi della ricerca
maggiormente oggetto d’interesse da hanno ribaltato gran parte della vecchia vi-
quando nel 1863 furono descritti i primi sione peggiorativa dei neandertal e hanno
fossili di quelli che sono i parenti evo- anche ridotto le aspettative su un possibi-
lutivi più prossimi dell’Homo sapiens. Non le ruolo chiave dell’Europa nell’evoluzione
è un fatto sorprendente, dato che sono stati umana: ormai è chiaro che gli esseri umani
a lungo considerati il modello dell’anello moderni e i neandertal condividono un an-
mancante tra la nostra specie e i primi e tenato africano comune di meno di 500mila
scimmieschi antenati preumani. Inoltre, anni fa, che in termini evolutivi è un tempo
i neandertal erano genuinamente europei estremamente ridotto.
e, soprattutto, scomparvero senza lasciare Per gran parte dell’esistenza dell’Homo
traccia. La loro “inferiorità” fisica, intel- sapiens, le differenze fisiche con i neander-
lettuale e tecnologica li aveva condanna- taliani furono trascurabili. Allo stesso mo-
ti all’estinzione, ed erano stati sostituiti do, le differenze culturali tra le due specie
dai Cro-Magnon, della specie Homo sa- sono archeologicamente impercettibili. Si è
piens, anch’essi in tutto e per tutto euro- scoperto che i nostri lontani “cugini” erano
pei. Questo si adattava perfettamente alle altrettanto complessi da un punto di vista
idee dell’epoca sull’evoluzione, intesa come cognitivo. Per un certo periodo ci siamo an-
un processo ascendente al culmine del che incrociati, riproducendoci con successo
quale c’erano i sapiens: la specie che ave- e dando origine a individui ibridi che, a loro
va completato con successo il processo volta, si sono riprodotti più tardi. L’eredità
evolutivo iniziato milioni di anni fa. di questa interazione è percepibile ancora
oggi, dato che tutti gli esseri umani attuali
RAPPRESENTAZIONE SCIMMIESCA DI UN
posseggono tra l’uno e il quattro per cento
NEANDERTAL REALIZZATA INTORNO AL 1920. di DNA neandertaliano nel proprio genoma.
EVERETT COLLECTION / ALAMY / ACI
250MILA-45MILA ANNI FA Area di distribuzione dei neandertal
(Homo neanderthalensis)
I neandertal prima dell’arrivo degli esseri
umani moderni (sapiens) in Eurasia. Area di distribuzione degli umani
moderni (Homo sapiens)
Sito neandertaliano
Sito di umani moderni
Sito di neandertaliani e di
umani moderni (occupato
indipendentemente da entrambi)

550MILA ANNI FA 450MILA-350MILA 350MILA-300MILA 140MILA-115MILA 40MILA-37MILA


Arrivo in Europa ANNI FA ANNI FA ANNI FA ANNI FA
dell’Homo La glaciazione di Durante la ripresa Le condizioni del Intorno a questo
heidelbergensis, Mindel costringe climatica che periodo interglaciale periodo i neandertal
considerato l’antenato l’H. heidelbergensis a segue l’epoca Riss-Würm scompaiono, mentre si
dei neandertaliani o rifugiarsi sulle coste glaciale, popolazioni favoriscono diffondono in Europa
il primo neandertal. del Mediterraneo e nel con tratti già l’espansione dei gli Homo sapiens,
È il portatore della Vicino Oriente, dove neandertaliani neandertal e la loro arrivati dall’Africa
cultura acheuleana, sacche geneticamente ricolonizzano i cultura, il Musteriano, o dall’Asia e con i
caratteristica del isolate della popolazione territori abbandonati che caratterizza il quali s’incrociano
Paleolitico inferiore. continuano a evolversi. dai loro antenati. Paleolitico medio. geneticamente.

45MILA-37MILA ANNI FA
All’incirca in questo periodo in Europa
i neandertal convivono con gli umani moderni.
MAPPE: CHARLES W. BERRY / NGS MAPS
Tali somiglianze, unite
soprattutto alla capacità
d’ibridarsi, hanno portato
a decenni di discussioni in
seno alla comunità scien-
tifica. Alcuni ricercatori so-
stengono ad esempio che Homo
UNA SCOPERTA sapiens e Homo neanderthalensis fossero in
CONTROVERSA realtà membri di un’unica specie – che la
Nel 1908 furono tassonomia, ovvero la classificazione de-
trovati a La
Chapelle-aux-Saints gli esseri viventi, definisce appunto come
(Francia) i fossili su un insieme di popolazioni naturali capa-
cui si basarono le ci d’incrociarsi e produrre prole fertile. In
ricostruzioni meno quest’ottica i neandertal sarebbero quindi
umanizzate dei
una sottospecie che si è evoluta in Europa
neandertal. Si disse
poi che quei tratti prima di essere riassorbita da popolazioni
erano il risultato arrivate dall’Africa alla fine del Pleistocene
di un’osteoartrite. (il lungo periodo durato quasi due milioni
DEA / AGE FOTOSTOCK
di anni che terminò con la fine dell’ultima
epoca glaciale). Altri studiosi sostengono
invece che le differenze fisiche e genetiche
tra i neandertal classici – cioè quelli vissuti
tra i 200mila anni fa e il momento della loro
estinzione – e gli Homo sapiens dello stesso
periodo sarebbero comunque sufficienti per
L’INCONTRO
mantenere ognuna delle due specie nella sua
Neandertal e sapiens s’incrociarono
casella tassonomica. Tuttavia c’è qualcosa geneticamente. L’illustrazione
nella storia dei neandertaliani che ha resi- ricostruisce un incontro tra membri
stito alla prova del tempo e che continua dei due gruppi; i sapiens indossano
ancora a incuriosire. Si sono estinti. Sono i loro caratteristici ornamenti.
scomparsi senza lasciare traccia e sono stati
SCIENCE PHOTO LIBRARY / AGE FOTOSTOCK
completamente sostituiti dall’Homo sapiens

in ognuno dei luoghi in cui abbiano vissuto


per centinaia di migliaia di anni. Questa è la
storia di un’estinzione.

Un processo naturale
L’estinzione è parte naturale dell’evoluzione
biologica. Si stima che il 99,9 per cento di
tutte le specie mai esistite sia scomparso.
L’estinzione dei neandertal va quindi inter-
pretata come un processo storico naturale
e non come un’eccezione o una stranezza.
I fattori coinvolti in un’estinzione natu-
rale sono diversi: tra i più comuni, la com-
ANTONIO RODRÍGUEZ-HIDALGO

SEGNI SU UN OSSO D’ARTIGLIO D’AQUILA IMPERIALE


LAVORATO PER TRASFORMARLO IN ORNAMENTO.
40MILA ANNI FA. COVA FORADADA (SPAGNA).

42 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


petizione tra le specie e i cambiamenti a
livello di ecosistemi. Questi fattori possono IL MONILE DELL’ULTIMO
essere determinanti nell’estinzione di taxa,
o specie, quando le loro popolazioni hanno NEANDERTAL
problemi demografici e genetici, o possono
PER UN CERTO PERIODO si è pensato che i neandertal non
non avere alcun effetto se le popolazioni
avessero capacità simboliche. Solo in alcuni siti archeologici
sono in buona salute. del periodo prossimo alla loro estinzione erano stati rinve-
Quando si sono estinti i neandertal? Circa nuti ciondoli e orecchini, che si riteneva pertanto avessero
40mila anni fa, anche se parlando di evolu- “copiato” dai loro vicini sapiens già arrivati in Europa. Negli
zione umana non è sempre facile arrivare a ultimi decenni sono state trovate testimonianze del fatto che
delle date precise. Con i dati attualmente di- i neandertal avevano sviluppato una cultura simbolica pro-
sponibili, si può tranquillamente affermare pria, che includeva l’uso cosmetico del pigmento rosso, gli
che non ci sono prove concrete che abbiano ornamenti di piume e la fabbricazione di oggetti simbolici con
superato quella soglia temporale. Questa è artigli d’aquila. Se questi elementi facessero parte o meno di
l’unica certezza, tutto il resto è più nebuloso. decorazioni personali è ancora oggetto di dibattito, ma non
In primo luogo, per sapere quando sono vis- c’è dubbio che i neandertal avessero un universo simbolico
suti individui o popolazioni neandertaliani vivo e radicato nella loro cultura, il Musteriano.
l’aspetto fisico

SOMIGLIANZE
E DIFFERENZE
oggi si crede che i neandertaliani e i sapiens, la nostra
specie, siano emersi circa 400mila anni fa, i primi in
Europa e i secondi in Africa. Ma per circa 200mila anni
le differenze fisiche – cioè scheletriche – tra i due tipi di
umani furono molto specifiche e percepibili solo dagli
esperti. A partire da 200mila anni fa, e soprattutto
da 120mila anni fa, le caratteristiche anatomiche dei
neandertal – quelle visibili nella struttura ossea – sono
già molto evidenti. Tuttavia non si sa quale fosse il loro
aspetto esteriore, che doveva dipendere dalla latitudine
o variare a seconda della popolazione. I sapiens erano
probabilmente di pelle scura, ma non dovevano avere
lo stesso aspetto ai tropici e in Africa settentrionale.
E i neandertal siberiani avevano probabilmente delle
sembianze molto diverse da quelli mediterranei.
40MILA ANNI FA
I neandertal classici erano più bassi,
più tozzi e più muscolosi dei sapiens;
avevano grandi arcate sopracciliari
(le creste ossee sopra gli occhi),
la fronte inclinata all’indietro e non
avevano il mento. I paleoartisti Adrie
e Alfons Kennis hanno realizzato
questa ricostruzione di una femmina
neandertal di 1,50 m di altezza.

JOE MCNALLY / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION


– e quindi quando sono scomparsi – si
utilizza sempre, nel caso sia possibile,
la datazione al radiocarbonio. In con-
seguenza del miglioramento di questa
tecnica, alcuni neandertaliani datati in
periodi eccezionalmente recenti, come
quelli di Vindija (Croazia), a 28mila anni,
o quelli di Spy (Belgio), a 30mila anni,
mostrano ora età più in linea con il limite
dei 40mila anni. È tuttavia possibile che
in alcune regioni delle popolazioni isola-
te siano sopravvissute diverse migliaia di
anni in più. In breve, la natura stessa della
datazione radiometrica non permetterà mai
di arrivare a una data esatta dell’estinzione
STRUMENTO dei neandertal, ma solo di ottenere un in-
MUSTERIANO tervallo di probabilità. In secondo luogo, dal
I neandertal punto di vista biologico ed ecologico una
usavano un metodo
innovativo d’intaglio specie è considerata estinta quando scom-
della pietra: la pare l’ultimo dei suoi individui. Nell’im-
tecnica Levallois. maginario popolare, la fine dei neandertal
La pietra veniva sarebbe quindi una scena in cui una figura
preparata per
errante e malinconica esala l’ultimo respi-
estrarne delle scaglie
di forme prestabilite, ro in qualche grotta di montagna, mentre
che poi venivano ricorda con tristezza i compagni caduti in
rifinite allo scopo di GROTTA DI DENISOVA
precedenza. È chiaro che perché una specie
fabbricare strumenti Fu occupata a partire da 280mila anni
si estingua ci dev’essere un ultimo indivi- fa fino al Medioevo. I fossili trovati
per compiti diversi.
ALFRED PASIEKA / SPL / AGE FOTOSTOCK
duo, ma la natura funziona in modo molto in questo sito sui monti Altaj hanno
più complesso. L’affinità tra neandertal e rivelato l’esistenza di una specie
sapiens potrebbe aver fatto sì che gli ultimi umana sconosciuta, i denisoviani.
esemplari neandertaliani s’incrociassero,
EDDIE GERALD / ALAMY / ACI
per cui, invece di scomparire, si sarebbero
mescolati ai nuovi migranti africani. Prima
di estinguersi definitivamente, un taxon può Dev’essere stato questo il caso dei neander-
venire allontanato o sradicato da una delle tal. Prima dell’estinzione finale, le varie po-
sue aree naturali di distribuzione (ad esem- polazioni neandertaliane furono probabil-
pio a causa di cambiamenti del clima), il mente estirpate da gran parte della loro area
che riduce notevolmente il territorio di distribuzione e si ritrovarono isolate in
in cui è possibile trovarlo. Le spe- gruppi separati senza flusso genico tra loro.
cie possono anche essere in uno Gli studi genomici sui neandertal delle
stato di estinzione funzionale, grotte di El Sidrón (Spagna), Vindija (Croa-
in cui le popolazioni non sono zia), Mezmaiskaya (Caucaso) e Altaj (Sibe-
vitali a lungo termine a causa ria) indicano che queste ultime popolazioni
delle loro dimensioni ridotte. avevano una diversità genetica molto bassa,

Più che scomparire, i neandertal


potrebbero essersi mescolati ai sapiens
DENNY. POSSIBILE ASPETTO DEL FOSSILE DENISOVA 11, DATATO TRA I 90MILA E I 50MILA ANNI FA.
MAAYAN HAREL
il che significa che erano gruppi piccoli e
molto chiusi, con casi di consanguineità. UN’IBRIDA
Così, anche se alcuni individui possono
essersi incrociati con altre specie umane, DI NOME DENNY
prima della fine la maggior parte delle po-
I DENISOVIANI sono un gruppo umano geneticamente differen-
polazioni e sottopopolazioni di neanderta-
ziato dai neandertal e dai sapiens. Fu scoperto nel 2010, quando
liani si ritrovò fisicamente e geneticamente venne sequenziato il DNA proveniente da un piccolo osso della
isolata, e quindi funzionalmente estinta. mano di una femmina trovata nella grotta di Denisova, sui monti
Si stima che questo processo possa essere Altaj, in Siberia. Denisoviani e neandertaliani condivisero un
durato fino a cinque millenni, tra 42mila e antenato comune almeno 390mila anni fa. Lo studio del genoma
37mila anni fa. di un altro fossile, Denisova 11, appartenente a una giovane fem-
mina soprannominata Denny dai ricercatori, ha dimostrato che
Ritiro dorato nel Mediterraneo era un’ibrida: suo padre era un denisoviano con un po’ di sangue
Anche se spesso si pensa che i neandertal neandertaliano nelle vene e sua madre era una neandertaliana
fossero esclusivamente europei, ne sono con origini nelle popolazioni occidentali di Francia e Spagna.
stati trovati resti fossili in grotte situate a I neandertal, quindi, si mescolarono non solo con i sapiens, ma
est del continente, come a Chagyrskaya e anche con altri ominini incontrati sulla propria strada.
Denisova nell’Altaj (Siberia), o nel rifugio
di Bawan Yawan sui monti Zagros dell’Iran.
Alcuni strumenti di pietra ci permettono di
supporre che si fossero diffusi in Estremo
Oriente e che fossero molto comuni in Asia
centrale. Sarebbe pertanto più corretto par-
lare di un taxon eurasiatico.
Tuttavia, sia gli ultimi fossili neanderta-
liani sia i siti archeologici musteriani (dal
nome della tipica cultura dei neandertal)
sono effettivamente stati trovati in Europa
meridionale, in particolare nella penisola
iberica. All’inizio alcuni giacimenti come la
grotta del Boquete de Zafarraya, a Malaga, e
MOLARE la grotta di Gorham, a Gibilterra, hanno for-
DI BAMBINO, nito date molto recenti, tra 33mila e 28mila
PINILLA DEL VALLE
anni fa. Forse i neandertaliani avevano de-
Questo molare
infantile ciso di spostarsi nella soleggiata Andalusia,
neandertaliano dove finirono per trascorrere i loro ultimi
proviene da Pinilla giorni prima di estinguersi. Come nel ca-
del Valle (Spagna), so di altri resti europei, nuove datazioni di
nella zona dell’alta
valle del fiume questi fossili hanno fornito date più antiche
Lozoya, dove sono o hanno evidenziato problemi con i cam-
state trovate tracce pioni utilizzati per la datazione, il che non
della presenza permette di affermare con sicurezza che
dei neandertal BOQUETE DE ZAFARRAYA
questi siti abbiano meno di 40mila anni.
risalenti a più di I primi fossili di neandertal in questa
80mila anni fa. Tuttavia, altri siti iberici a sud del fiume grotta di Malaga sono stati trovati nel
JAVIER TRUEBA / SPL / AGE FOTOSTOCK Ebro, come Cueva Antón e Sima de las Palo- 1982 e nel 1983; i ricercatori hanno
mas (Spagna), Gruta da Oliveira (Portogallo) scoperto tracce di cannibalismo nei
o alcuni livelli della grotta di Gorham conti- resti di neandertal qui rinvenuti.
nuano a offrire dati rilevanti per sostenere
ALAMY / ACI
che, se la penisola iberica non fu l’ultimo
luogo dove sopravvissero i neandertal, fu
almeno l’ultimo in Europa occidentale, fino oantropologia è perché i neandertal si estin-
a circa 37mila anni fa. Questi sono i dati a sero. La realtà è che non lo si sa con certezza,
disposizione per rispondere alla domanda ma ci sono diverse ipotesi.
se l’Iberia, e forse qualche altra penisola
mediterranea, siano state le ultime Cambiamento e caos climatico
roccaforti dei neandertal. Ma non Il tempo trascorso dalla comparsa dei ne-
sarebbe strano se nel prossi- andertal alla loro estinzione è immenso: nel
mo futuro si trovassero in corso dei circa 350mila anni di esistenza di
Siberia o ancora più a est questa specie umana, il clima cambiò dra-
diverse ultime popolazioni sticamente decine di volte e su scala globale.
come quelle iberiche. Questo significa che, durante le oltre 13mi-
Una delle domande la generazioni neandertaliane che si sono
più importanti in pale- succedute, luoghi come le isole britanni-
che passarono dall’avere estati soleggiate e
inverni miti a ritrovarsi permanentemente
CRANIO DI NEANDERTAL sepolte sotto tonnellate di ghiaccio. Si sa
PROVENIENTE DALLA CAVA
DEA
/ SC
ALA DI FORBES, A GIBILTERRA. che i neandertal vissero almeno dieci gran-
, FIR
ENZE
di oscillazioni climatiche, conosciute come
epoche glaciali (o stadiali) e interglaciali (in- PARTE DELLA
terstadiali). Le ricerche locali indicano che
l’Europa meridionale, soprattutto le peni- SESTA ESTINZIONE?
sole del Mediterraneo, ma anche le coste
SOLTANTO EVENTI CATASTROFICI possono scatenare estinzioni
settentrionali del mar Nero e il Caucaso, non
tra popolazioni sane. Questi casi sono solitamente eventi di
registrarono condizioni estreme durante i massa e colpiscono un gran numero di taxa, o specie. Attual-
periodi più freddi. Queste zone geografiche mente se ne sta appunto verificando uno: la cosiddetta sesta
funsero quindi da rifugi e serbatoi da dove la estinzione. In tutta la storia della vita sul pianeta, questa è
flora e la fauna che si erano ritirate di fronte l’unica che non abbia cause naturali: la sua origine è l’attività
all’avanzata dei ghiacci potevano ricoloniz- della specie umana e la sua capacità di alterare l’ambiente
zare con rinnovato vigore le precedenti aree naturale. Alcuni ricercatori pensano che anche i neander-
di distribuzione una volta terminato il gelo. tal possano essere considerati parte della sesta estinzione,
I neandertal si muovevano sulla grande nel senso che la loro scomparsa fu dovuta al successo degli
scacchiera degli ecosistemi, e la loro diffu- Homo sapiens – che prevalsero grazie alla loro tecnologia e
sione procedeva e si ritirava di pari passo con a un’organizzazione sociale più complessa – nell’ottenere il
i cambiamenti climatici. I dati molecolari controllo delle risorse naturali e dello spazio.
e archeologici tartarughe, così come sfruttare le risorse
confermano che ci marine. Ma nell’Europa settentrionale pre-
furono diversi pe- dominava uno stile di vita molto più austero,
riodi di splendore con un’alimentazione basata sui grandi er-
in cui i neandertalia- bivori, il cui numero diminuì gradualmente
ACI
/
MY

ni colonizzarono territori durante i cicli glaciali. Spesso, soprattutto


ALA

molto più a nord e a est, forse raggiun- nei periodi freddi, i neandertal delle pianure
LE PREDE gendo la Mongolia e la Cina. Tra 130mila europee dipendevano notevolmente dalla
PIÙ GRANDI e 115mila anni fa, e di nuovo tra 60mila e carne di una o due prede principali, come i
Anche se la dieta dei 40mila anni fa, le popolazioni europee di bisonti a Mauran o lo renne nel rifugio Jon-
neandertal era varia,
alle latitudini medie neandertal erano in espansione, grazie an- zac, due località francesi. I resti degli animali
dell’Europa si basava che a periodi climaticamente miti. Ma da consumati nei siti non indicano carestia o
sui grandi erbivori. 55mila anni fa in poi si verificò una serie di scarsità di cibo nel corso delle occupazioni
Bisonte scolpito eventi climatici estremi, erratici ed estre- più recenti di queste aree, ma quanto più un
su corna di renna
mamente brevi che resero il clima completa- predatore è specializzato – e i neandertal lo
dall’H. sapiens 15mila
anni fa. mente imprevedibile. A volte i cambiamenti erano – tanto più facile è che si avvii verso
si succedevano su scala umana, e questo eb- l’estinzione quando il gioco si fa duro e il
be probabilmente un impatto terribile sulle numero di potenziali prede diminuisce.
popolazioni neandertaliane, che entrarono
in un periodo di grande incertezza. Coesistenza o scontro?
Se i neandertal si erano adattati a periodi Circa 45mila anni fa, a metà dell’interglaciale
climatici più o meno duri decine di volte, MIS3 (uno dei periodi alternati caldi e fred-
come poté farli scomparire l’imprevedibilità di del clima terrestre), con un clima a tratti
del clima? Forse non si trattò solo di quello, in peggioramento e le popolazioni di nean-
anche se fu probabilmente uno dei fattori dertal divise in piccoli gruppi isolati, un più
principali che li spinsero verso l’estinzione, recente lignaggio umano di origine africana
non solo perché durante le oscillazioni il iniziava timidamente a emigrare dall’Africa
tempo era caotico, ma anche perché si ve- o dall’Asia per stabilirsi nel bacino inferio-
rificò una serie di episodi particolarmente re del Danubio. Non era la prima volta che
freddi provocati dagli eventi climatici Hein- neandertal e sapiens coabitavano, poiché tra
rich e Dansgaard-Oeschger. Per quanto se 100mila e 55mila anni fa le due specie ave-
ne sa, i neandertaliani non avevano svilup- vano convissuto nel Vicino Oriente senza
pato tecnologie per sopravvivere nei biomi apparenti conflitti.
artici: non ci fu mai nulla che assomigliasse Molti ricercatori sostengono che la com-
agli inuit tra i neandertal, un fatto che può petizione per le risorse e il territorio tra gli
essere di vitale importanza per comprende- antichi abitanti d’Europa e i nuovi arrivati
re la loro estinzione nel contesto di quelle fu l’elemento chiave che fece pendere l’ago
epoche di freddo estremo. della bilancia a sfavore dei neandertal. Anche
Varie popolazioni di neandertal si adat- se gli archeologi non vedono molte diffe-
tarono agli ecosistemi mediterranei, dove renze tra neandertal e sapiens in termini di
seppero diversificare la loro dieta per in- tecnologia, dieta o occupazione territoriale,
cludere una quantità significativa di vege- è vero che i primi migranti sapiens in Euro-
tali, piccoli animali come uccelli, conigli e pa portavano con sé culture del Paleolitico
superiore. Queste includevano elementi di
grande importanza per adattarsi a un mon-
Quanto più un predatore è specializzato, do in crisi: aghi per cucire vestiti elaborati,
arpioni per la pesca e la caccia agli animali
tanto più è facile che rischi l’estinzione acquatici, propulsori per la caccia su lunga
quando il numero di prede diminuisce distanza e, soprattutto, un’impressionante

50 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


NEANDERTAL INTENTO
A INTAGLIARE PIETRA,
DI ELISABETH DAYNES.
RICOSTRUZIONE BASATA SU
FERRASSIE 1, LO SCHELETRO
NEANDERTALIANO PIÙ
COMPLETO MAI TROVATO,
DATATO TRA I 54MILA
E I 40MILA ANNI FA.

S. PLAILLY / E. DAYNES / SCIENCE PHOTO LIBRARY / AGE FOTOSTOCK

Industria musteriana,
Paleolitico medio.

TRACCE DI
UNA TRANSIZIONE
la sostituzione o l’assimilazione dei neandertal
da parte dei sapiens in Europa si riflette nel passaggio
dal Paleolitico medio (da 120mila a 50mila anni fa),
caratterizzato dalla cultura neandertaliana musteriana, Industrie L’industria litica
al Paleolitico superiore (da 50mila a 11mila anni fa), con del Paleolitico (la produzione di utensili di
culture come l’Aurignaziano, il Solutreano e il Maddaleniano, superiore. pietra) è una manifestazione
opera dei sapiens. Tra questi due periodi, tra i 50mila e i materiale delle diverse
culture paleolitiche.
40mila anni fa, si svilupparono culture di transizione come il
Castelperroniano, l’Uluzziano e il Bohuniciano, che mostrano
innovazioni tipiche del Paleolitico superiore, ma in pochi casi
sono chiaramente associate a resti umani. Sembra sempre
più chiaro che alcune di queste innovazioni furono il prodotto
dei neandertal, altre invece dei primi sapiens. L’aumento
della connessione tra popolazioni potrebbe essere stato
ALAMY / ACI

il fattore scatenante dell’emergere di queste culture.


LOÏC HAMON / RMN-GRAND PALAIS

panoplia di ornamenti che indi-


ca l’esistenza di complesse reti di
scambio a lungo raggio tra i gruppi.
La coesistenza non è stata do-
cumentata solo grazie ai fossili
ibridi come Oase 1, proveniente
dalla grotta Pestera cu Oase (Ro-
mania) – una mandibola con un
misto di tratti sapiens e neander-
taliani –, o quelli di Bacho Kiro
(Bulgaria), che ebbero antenati
di ciascuna delle due specie tra
le sei e le dieci generazioni prima
ARPIONI IN della loro nascita. È stato anche proposto
CORNO DI RENNA che le culture di transizione tra il Paleolitico
scolpiti circa medio e superiore, come il Castelperronia-
13mila anni fa,
durante la cultura
no, possano essere state il prodotto dello
maddaleniana. scambio d’idee tra i due gruppi umani, che
L’intaglio di utensili convissero per almeno tre millenni nella
in osso e corno maggior parte dell’Europa.
è caratteristico Forse agli esseri umani moderni fu suffi-
delle culture del
Paleolitico superiore, ciente la strategia riproduttiva per costrin-
opera di H. sapiens. gere dal punto di vista ecologico i propri
concorrenti a spostarsi. Si ritiene che i ne-
andertal dedicassero molti sforzi ad allevare
poca prole, una strategia ecologica che fa-
vorisce i predatori specializzati che vivo-
no in equilibrio con l’ambiente. I sapiens
appena arrivati avrebbero avuto strategie
ecologiche più opportunistiche, che pre-
vedono l’investimento di poco sforzo per
S. PLAILLY / E. DAYNES / SCIENCE PHOTO LIBRARY / AGE FOTOSTOCK
allevare un gran numero di figli, anche se
questi hanno una probabilità relativamente
bassa di sopravvivere fino all’età adulta. renziate. I due gruppi erano variati sia cultu-
Poiché piccole differenze nei tassi di ralmente sia (molto probabilmente) fenoti-
mortalità delle popolazioni concorren- picamente, cioè nel loro aspetto esterno. In
ti portano all’estinzione di quella me- alcuni luoghi e in alcune popolazioni vero-
no competitiva, i sapiens nella loro similmente non si differenziarono troppo,
espansione globale potrebbero aver anche se i contatti tra le due specie in Europa
costretto altri ominini a spostarsi. dovettero essere sporadici.
Ciò che sembra da escludere è che ci
sia stato uno scontro: non esistono Un panorama preoccupante
prove che i sapiens abbiano delibera- Il processo di estinzione dei neandertal eu-
tamente “sterminato” i neandertal. ropei durò più di cinquemila anni. La strut-
Non si tratta di una dicotomia tra tura delle popolazioni neandertaliane (pic-
due specie umane omogenee e diffe- coli gruppi con elevata consanguineità), le
loro strategie riproduttive, il loro posto ne-
gli ecosistemi, il caos climatico e l’effettiva
ORNAMENTI E VESTITI SULLA RICOSTRUZIONE DI UNA riduzione delle loro principali prede gene-
SAPIENS VISSUTA NEL RIFUGIO DI PATAUD (DORDOGNA)
TRA 47MILA E 17MILA ANNI FA, DI ELISABETH DAYNES. rarono un panorama preoccupante. È stata
S. ENTRESSANGLE / E. DAYNES / SCIENCE PHOTO LIBRARY / AGE FOTOSTOCK
avanzata anche l’ipotesi che a complicare le sud-est asiatico e sicuramente altri ancora UNA PICCOLA
cose fossero intervenute eruzioni vulcani- da scoprire. Se dopo 150 anni di studi sui COMUNITÀ
che e cadute di meteoriti. neandertal non c’è ancora una risposta de- Ricostruzioni
di neandertal:
Forse, se i sapiens non si fossero espansi finitiva alla causa della loro estinzione, la femmina (a partire
fuori dall’Africa, nel successivo periodo in- strada per comprendere la scomparsa delle dal fossile di
terglaciale i neandertaliani avrebbero ricolo- altre specie umane sembra altrettanto lun- Saint-Césaire 1),
nizzato per l’ennesima volta tutta l’Eurasia a ga e appassionante. bambino (a partire
partire dai loro rifugi nell’Europa meridio- dal fossile di Roc de
ANTONIO RODRÍGUEZ-HIDALGO Marsal) e maschio
nale, riuscendo così a sopravvivere ancora ISTITUTO CATALANO DI PALEOECOLOGIA UMANA (a partire dal fossile
ED EVOLUZIONE SOCIALE (IPHES-CERCA)
vari millenni. Non lo sapremo mai. di La Ferrassie 1), di
La nostra specie si è diffusa in tutto il Elisabeth Daynes.
mondo a una velocità mai vista prima e in Per SAGGI
Neandertal. Vita, arte, amore e morte
angoli mai battuti da altri ominini. Oltre saperne Rebecca Wragg Sykes.
ai neandertal, lungo la loro strada i sapiens di più Bollati Boringhieri, Torino, 2021.
Mio caro Neanderthal. Trecentomila
incontrarono altri esseri umani di spe- anni di storia dei nostri fratelli
Silvana Condemi, François Savatier.
cie diverse: i denisoviani in Asia centrale, Bollati Boringhieri, Torino, 2018.
l’Homo luzonensis e l’Homo floresiensis nel

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 53


ORFEO E I TRACI
In questo cratere i
“barbari” traci appaiono
con indosso l’alopekis, un
copricapo in pelle di volpe
con le orecchie e la coda
dell’animale. 450 a.C. ca.
BPK / SCALA, FIRENZE
GLI “INCIVILI” SONO GLI ALTRI

GRECI E
BARBARI
I greci coniarono il termine “barbaro”,
usato ancora oggi in modo dispregiativo
nei confronti di persone ritenute incolte
o crudeli, per indicare tutti quei popoli
che consideravano scarsamente civilizzati
poiché non condividevano la loro cultura
T ra le diverse civiltà dell’epoca antica quella greca
fu di certo la meno coesa sotto differenti pun-
ti di vista. Non occupò un’area delimitata da
confini geografici naturali quali il Nilo in Egit-
to o i fiumi mesopotamici, e non ebbe mai né unità politica né
una capitale da cui esercitare il potere, come nel caso di Menfi,
Ninive o Babilonia. Coltivò tuttavia una sorta di sentimento
Oceano
Atlantico

di appartenenza a un gruppo culturale niera simbolica, un passato che faceva da P O P O L I


C E L T I C I
– seppur non etnico o territoriale – omo- collante per le diverse società. Duero
geneo, come si può dedurre ad esempio dal- I greci possedevano inoltre una spiccata
la diffidenza che le suscitavano genti come visione etnocentrica del mondo, che li fa- Ta g o

gli epiroti, gli etoli, perfino i tessali o altre ceva sentire diversi e superiori rispetto agli ad
iana
popolazioni a nord-ovest la cui condizione altri. Credevano che il centro dell’universo

u
G
I B E R
di greci non era ben definita. Ancora ver- si trovasse nel santuario di Apollo a Delfi, I
so la fine del IV secolo a.C. il Periplo dello dov’era conservato l’omphalos, l’ombelico Guadalquivir
Cadice
pseudo-Scilace delimitava il territorio gre- del mondo, visto che proprio lì si sarebbero Malaga
Tangeri
co propriamente detto alla Grecia centrale dirette le due aquile che Zeus, il padre degli
e alla penisola del Peloponneso. dei, aveva liberato dalle estremità orientale
Rusaddir
Quanto oggi è noto come Grecia – o Ella- e occidentale del globo. (Melilla)
de, secondo la definizione degli stessi abi- Tuttavia i greci furono anche aperti ai
tanti – era un insieme di piccole comu- contatti con diverse popolazioni. Agli ini-
nità sparse nella parte meridionale della zi del I millennio a.C. le coste occidentali
L’Europa tra l’VIII
penisola balcanica e nelle isole dell’Egeo, dell’Asia Minore si riempirono di comu- e il VI secolo a.C.
comunità che condividevano una lingua nità greche che dovettero vivere a stret- Area di diffusione
della civiltà
(divisa in dialetti facilmente comprensibili to contatto con gli indigeni, e tra l’VIII e di Hallstatt,
tra loro), un panteon più o meno simile (an- il VI secolo a.C. gli elleni si espansero su proveniente dal
mondo celtico
che se poi gli stessi dei assumevano epiteti tutte le coste mediterranee, strinsero rap- Aree culturali
e rituali svariati in ogni luogo), una forma di porti con le culture del luogo e accrebbero del Bronzo finale
Culture italiche
vita e costumi in apparenza piuttosto affi- le proprie conoscenze su diverse forme di
Mondo ellenico
ni, nonché una serie di miti comuni come vita e usanze.
CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM

Impero persiano
la guerra di Troia o le peripezie di Eracle. I greci non costituivano del resto un’ec- Aree fenicie
Soprattutto la trama mitologica sembrava cezione da questo punto di vista, giac- e puniche
rievocare, almeno in ma- ché facevano parte di un vasto gruppo di
E
E NZ
FIR
LA ,
SCA

C R O N O LO G I A

I GRECI E Inizi I millennio a.C. VIII-VI secolo a.C.


Comunità greche si I greci si espandono nel
GLI ALTRI stabiliscono sulle coste Mediterraneo ed entrano
dell’Asia Minore, dove in contatto con i popoli
OMPHALOS, O OMBELICO DEL
MONDO, COLLOCATO A DELFI. già vivono popolazioni di sud e nord Italia, Gallia,
MUSEO ARCHEOLOGICO, DELFI. come i misi o i cari. Iberia, Africa e mar Nero.
IL MONDO
DEI GRECI

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Mare La cartina mostra le civiltà e i popoli di Europa,
d e l N or d Asia e Africa con cui i greci intrecciarono rapporti

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durante la loro espansione nel Mediterraneo tra

M
l’VIII e il VI secolo a.C.: i popoli italici; i fenici e i loro
eredi cartaginesi; i celti, provenienti dalla civiltà di
G E R M A N I Hallstatt; i popoli iberici; i persiani e le genti attorno
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al mar Nero: traci e sciti.

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480-479 a.C. 334 a.C. II-I secolo a.C. I secolo d.C. in poi
Le vittorie greche a Anche Alessandro La conquista romana Roma assimila la cultura
Salamina e a Platea Magno appella i persiani della Grecia fa sì che greca e condivide con
favoriscono la definizione “barbari” per sottolineare i romani vengano questa il sentimento
quasi esclusiva di che la sua è una guerra equiparati ai “barbari” di civiltà, opposto al
“barbari” per i persiani. contro i nemici dei greci. dai greci sottomessi. mondo “barbaro”.
Governare rispetto alle norme di civiltà che ovviamente
loro credevano d’incarnare.
con i barbari Malgrado l’eterogenea complessità delle
genti con cui mantenevano i contatti, gli

S
elleni ne semplificarono i nomi e costru-
I DICE CHE ALESSANDRO MAGNO ignorò il consiglio del
irono veri e propri indebiti stereotipi sui
maestro Aristotele, secondo cui avrebbe dovuto trattare
in modo diverso greci e barbari, e preferì una valutazione loro comportamenti e costumi. Chiamaro-
personale e morale degli uni e degli altri, eliminando la no così “traci” tutti i popoli che vivevano a
barriera insormontabile radicata nel pensiero ellenico. In tal nord dell’Egeo e in buona parte dell’attuale
senso i matrimoni misti che lui stesso favorì e l’inclusione di Bulgaria, e li rappresentarono in modo ge-
milizie locali nelle sue truppe confermerebbero una politica nerico con una particolare acconciatura a
conciliatoria tra vincitori e vinti. Ma ciò non rispondeva a motivi creste, o con tatuaggi e copricapi in pelle
ideologici: Alessandro capì che solo collaborando con le élite di volpe. Usarono invece il termine “sciti”
locali e agendo sull’amministrazione fiscale allora imperante per indicare tutti i nomadi che abitavano le
avrebbe potuto controllare il vasto impero appena conquistato. steppe a nord del mar Nero, la cui immagine
convenzionale si ridusse a vestiti multico-
lori, pantaloni inclusi, all’uso dell’arco e alla
proverbiale ferocia.
Quanto ai fenici, che con i greci condi-
visero imprese quali l’esplorazione dell’e-
stremità occidentale del Mediterraneo o
la colonizzazione dell’isola di Pithecusa
TOM LOVELL / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

(l’attuale Ischia), ebbene, gli affibbiarono


un nome diverso (phoinix in greco significa
“porpora”) e gli attribuirono avidità e ma-
lafede nei commerci.

MATRIMONI DI SUSA TRA CONQUISTATORI MACEDONI E ARISTOCRATICI PERSIANI, NEL 324 A.C. I greci e gli altri
Neppure gli egizi, molto più civilizzati,
scamparono ai pregiudizi: vennero infatti
etichettati come esotici per i loro costumi,
anomali agli occhi dei greci, che ritenevano
UNO SGUARDO popoli, come i fenici, i ciprioti o gli etru- scambiassero i ruoli abituali di uomo e di
ORIENTALE schi, che percorrevano le rotte marittime donna. Erodoto annotò che le donne anda-
Il ciondolo
ed effettuavano scambi di ogni sorta attra- vano al mercato mentre gli uomini tesseva-
(forse un amuleto)
è in pasta di verso una rete di emporia, porti cosmopo- no a casa; che questi portavano le ceste in
vetro proveniente liti in cui un santuario assicurava la buona testa e le donne sulle spalle; che le figlie, e
dal Levante riuscita delle transazioni. Una situazione non i figli, dovevano mantenere i genitori; e
mediterraneo. tanto fluida non evitò tuttavia i conflitti affermò perfino che le donne urinavano in
La fattura indica
che si tratta di territoriali, di cui forse già compaiono piedi e gli uomini inginocchiati. Se ciò fos-
un’opera accenni nella guerra di Troia o nei se poco, gli egizi adoravano strane divinità
fenicia. racconti mitici quali i viaggi e mummificavano i morti e addirittura gli
DEA / ALBUM
di Eracle fino allo stretto di animali. Anche il loro nome fu grecizzato:
Gibilterra o l’isola di Eri- deriva infatti da Aigyptos, probabile traslit-
zia, controllata dal gigan- terazione in greco di Hut-Ka-Ptah (la casa
te Gerione. Non impedì dell’anima di Ptah), nome del grande tempio
neppure che tra i greci af- del dio Ptah a Menfi, e non dal termine tauy,
fiorasse un sentimento “due terre”, che gli egizi usavano per definir-
di superiorità rispetto si. Anche riguardo agli etruschi gli stereotipi
ad altre culture, viste come non furono pochi: i greci sottolinearono la
lontane, esotiche, e perciò loro abominevole crudeltà verso i prigionieri
ritenute diverse e strane e l’eccessiva libertà delle loro donne.
GUERRIERI SCITI
In questo recipiente di elettro
(una lega di oro e argento),
un artista greco rappresentò
gli sciti con i caratteristici
pantaloni e il copricapo a
punta. IV secolo a.C. Museo
Ermitage, San Pietroburgo.
BRIDGEMAN / ACI
IL DIO GEB IN UN AFFRESCO DEL
VII SECOLO A.C., L’EPOCA DEI FARAONI
SAITICI. IN QUESTO PERIODO I
GRECI SI STABILIRONO IN EGITTO,
DOVE FONDARONO LA COLONIA DI Furono i persiani ad aggiudicarsi il primo
NAUCRATI, SUL DELTA DEL NILO. posto nell’attribuzione di tale insulto do-
po aver invaso il territorio greco durante le
guerre persiane, o mediche, al punto che
quello divenne l’epiteto principale con cui
venivano indicati i nemici ancestrali dell’El-
lade, soprattutto perché ne costituivano la
maggior minaccia per la sopravvivenza.
L’oratore Isocrate lo usò nel IV secolo a.C.
all’interno delle proprie arringhe per cer-
care di unire i greci contro il rivale comune,
e con la stessa intenzione lo adoperarono
i sovrani macedoni, prima Filippo II e poi
il figlio Alessandro Magno. Questi ultimi
volevano così mascherare la campagna della
conquista dell’Asia presentandola quale una
guerra di vendetta contro il barbaro primi-
tivo, ossia il persiano.
Le guerre mediche incoraggiarono l’inte-
resse per i persiani, e nacquero quindi i co-
siddetti persiká, racconti che, descrivendone
costumi e storia, li ritraevano quali decadenti
e deboli, soffermandosi sui sovrani oltremo-
do attaccati al lusso e sui sudditi indolenti
e servili. I testi rimarcavano inoltre il ruolo
troppo importante delle donne e degli eu-
nuchi a corte – erano loro a tenere le redini
del potere – nonché la codardia e l’incom-
petenza degli eserciti.
DEA / ALBUM
Etnocentrismo o razzismo?
Malgrado le sfumature xenofobe, il termi-
DONNA ETRUSCA Del resto, i greci ricorsero al termine ne “barbaro” non implicò quasi mai una di-
Rhyton (contenitore “barbaro” per indicare in modo generico e scriminazione basata su tratti fisici. Riferito
di liquidi) etrusco dispregiativo tutti gli altri popoli, che non principalmente alla lingua, suggeriva che i
a forma di testa
femminile, opera rispecchiavano il loro grado di civiltà. An- barbari non fossero in grado di articolare
del ceramografo cor oggi si discute riguardo all’origine di un discorso intelligente che abbracciasse e
Charinos. 550-530 tale parola, e la maggior parte degli studiosi contemplasse l’ordine del mondo.
a.C. Museo nazionale concorda nel conferirle una matrice ono- Oltre alla lingua, i tratti che dividevano
etrusco, Tarquinia.
matopeica, giacché faceva riferimento a il greco dal barbaro erano gli indumenti, la
chi si esprimeva in maniera incom- differenza politica tra persone libere e quelle
prensibile (per un greco, ovviamen- sottomesse al monarca, le diverse forme di
te). Le frasi si traducevano quindi in combattimento (queste ultime rimandavano
una specie di balbettio incoerente: bar implicitamente all’esaltazione delle vitto-
bar... Nella letteratura greca il termine rie greche). Il colore della pelle non aveva in
compare per la prima volta per qualifi- pratica nessuna importanza. In effetti, in
care come barbarophonoi (“coloro che pieno V secolo a.C. gli etiopi (il cui nome
parlano rozzamente”) i cari dell’Asia in greco significa “dall’aspetto bruciato”)
Minore, i quali comunque collabora- erano considerati i più belli e slanciati tra gli
rono attivamente con i greci in qualità uomini, abitanti di un luogo idealizzato ai
di mercenari dei re saitici dell’Egitto confini meridionali del mondo allora cono-
nel VII secolo a.C. sciuto, e le etnie oggi razzializzate venivano
AKG / ALBUM
PORTA DI TUTTE LE NAZIONI
Serse I, il re persiano la cui
invasione della Grecia è nota
come Seconda guerra persiana
(480-479 a.C.), fece costruire
questa porta a Persepoli,
la capitale del suo impero.
MOHAMMAD NOURI / ALAMY / ACI
L’ideale del mostrarono violenti e propensi al saccheg-
gio: non fu certo un buon biglietto da visita,
“buon selvaggio” e i greci li equipararono agli altri barbari che
vivevano a Occidente. La situazione cambiò

L’
quando Roma s’impose nel Mediterraneo
IDEOLOGIA DEL BARBARO ebbe comun-
e le sue élite adottarono la cultura della ci-
que anche una sfumatura più idealista
e positiva nella cultura greca. Ad esem- viltà conquistata; alcuni intellettuali greci
pio, sin dall’inizio alcuni guardarono agli cercarono allora di accomunare Roma a una
altri popoli, soprattutto ai più lontani, con città ellenica tramite racconti mitici che ne
una certa invidia e anche con simpatia. riconducevano l’origine alla guerra di Tro-
In contrasto con la visione dominan- ia. E così Roma si affiancò alla Grecia qua-
te, più negativa, caratteristiche quali le esempio di civiltà rispetto a un mondo
il modo di vivere più semplice – privo esterno barbaro e ostile, che poteva essere
delle complessità e dei conflitti le- educato soltanto con la conquista.
gati a un’organizzazione sociale più I greci non furono mai troppo curiosi
strutturata –, la relazione armoniosa nei confronti dei popoli diversi da loro. Sin
con la natura – che evitava l’avidità e
dall’Odissea, gli “altri” erano sempre strani,
le diseguaglianze – o un proverbiale
senso della giustizia vennero associa-
ostili e poco affidabili, non rispettavano le
te a popolazioni tanto distanti quanto più elementari norme di convivenza, come
gli etiopi o gli iperborei (così affermò Erodoto la legge dell’ospitalità, o non compivano gli
nel V secolo a.C.) e gli sciti (come scrisse lo opportuni sacrifici agli dei. Frigi, traci, sci-
storico Eforo di Cuma cent’anni più tardi). Nel ti ed etnie di differente origine costituiro-
tardo ellenismo una conoscenza maggiore no una parte importante del mercato degli
del globo favorì direttamente l’invenzione schiavi, che finivano spesso a lavorare ad
di luoghi utopici, in cui le condizioni di vita Atene ed erano continuo oggetto di scher-
MET / SCALA, FIRENZE

contrastavano con quelle greche. no per via del loro rude comportamento.
GIOVANE ETIOPE. STATUETTA GRECA IN BRONZO. Questa difformità di carattere fu ricondotta
III-II SECOLO A.C. METROPOLITAN MUSEUM, NEW YORK. perfino a criteri apparentemente scientifici,
giacché veniva spiegata tramite il clima e
l’ambiente naturale, che avrebbero causato
negli abitanti una condotta debole e servile.
Insomma, una simile concezione nega-
TRACIA, PAESE rappresentate nelle ceramiche ateniesi sen- tiva dell’altro, spesso ostile, dispregiativa
BARBARO za apparenti tratti denigratori. Il termine e distaccata, fu favorita dalla superiorità
Fantino tracio che
barbaros venne impiegato come dispregia- militare greca, che permise l’occupazione
lotta contro un orso
in un frammento tivo pure nei confronti dei macedoni, che di alcuni territori “barbari” nel periodo di
d’argento e in sin dall’inizio i greci considerarono lontani espansione oltremare; dal ricorso a ogni sor-
parte dorato, dalla propria stirpe: l’oratore ateniese De- ta di tranelli (non va dimenticato che l’astuto
appartenente al mostene ricorse a tale parola per criticare Odisseo era uno degli eroi greci più amati); e
tesoro di Letnica
(Bulgaria). di continuo Filippo e il figlio. dall’ammirazione delle stesse élite indige-
IV secolo a.C. circa. Più avanti, in periodo ellenistico, l’insul- ne per i prodotti greci più sofisticati, come
ALAMY / ACI to fu riferito soprattutto ai celti, divenuti il la ceramica, e per le imponenti costruzioni
vero pericolo per le poleis greche all’in- erette dagli elleni.
domani dell’incursione nel santuario FRANCISCO JAVIER GÓMEZ ESPELOSÍN
DOCENTE UNIVERSITÀ DI ALCALÁ. AUTORE DI
di Delfi nel III secolo a.C. e del loro GEOGRAFÍAS DE LO EXÓTICO. LOS GRIEGOS Y LAS OTRAS CULTURAS
insediamento nel centro dell’A-
sia Minore.
Un caso complesso ri- Per SAGGI
Arrivano i barbari
saperne Lorenzo Braccesi. Laterza, Roma-Bari, 2020.
guarda i romani. Quando di più I barbari
fecero la prima comparsa Bruno Dumézil. LEG, Gorizia, 2017.
Delfi. Il centro del mondo antico
sul territorio greco, con la Michael Scott. Laterza, Roma-Bari, 2005.
Prima guerra macedonica, si
GRECI CONTRO CELTI
I bassorilievi del sarcofago
Amendola mostrano la lotta
tra greci e galati: così erano
chiamati i celti presenti in
Asia Minore. II secolo d.C.
Musei capitolini, Roma.
DEA / SCALA, FIRENZE
SCONTRO TRA LAPITI E
CENTAURI; A TERRA UNA
DONNA MORTA. V SECOLO A.C.
MUSEO ARCHEOLOGICO
NAZIONALE, FIRENZE.

BARBARI, AMAZZONI,
CENTAURI E GIGANTI
Attraverso diversi episodi mitologici i greci rappresentarono
in modo indiretto la lotta contro i barbari e la loro sconfitta,
che equivaleva alla vittoria della civiltà sul caos
ACHILLE UCCIDE PENTESILEA,
LA REGINA DELLE AMAZZONI.
VASO DEL PITTORE EXEKIAS.
VI SECOLO A.C. BRITISH
MUSEUM, LONDRA.

G
li elleni raffigurarono i pro- il motivo della Gigantomachia, la della Centauromachia, la guerra tra
pri trionfi sulle altre popo- lotta tra dèi e giganti, mostrata sia centauri e lapiti, avvenuta nel giorno
lazioni attraverso scene sul Partenone sia sull’altare eretto delle nozze del re di questi ultimi, Pi-
della Centauromachia (la lotta con dal re di Pergamo per celebrare i ritoo, con Ippodamia, che i centauri
i centauri), dell’Amazzonomachia propri successi sui galati, nome avevano cercato di rapire. A destra,
(lo scontro con le amazzoni) e della greco per i celti dell’Asia Minore. in un altro recipiente, compare uno
guerra di Troia. Questi temi compa- Tali episodi furono profusamente dei momenti culminanti dell’Amaz-
iono ad esempio sulle metope del riprodotti nei bassorilievi che de- zonomachia, lo scontro tra greci e
Partenone, che commemorano la coravano i templi e nelle pitture su amazzoni: l’eroe Achille affonda la
vittoria sui persiani nelle guerre ceramica. In questa pagina doppia lancia nel corpo di Pentesilea, la re-
FOTO: SCALA, FIRENZE

mediche. Ritorna spesso anche si può notare a sinistra un momento gina delle temibili donne guerriere.
IL FORO
VISTA DEL
FORO ROMANO
Veduta dal
Campidoglio:
da sinistra a
destra, arco di
Settimio Severo,

ROMANO
tempio di Saturno
(sede dell’erario
pubblico) e,
sullo sfondo,
tre colonne del
tempio di Castore
e Polluce. Nella
pagina accanto,
bassorilievo di

DUECENTO ANNI DI SCAVI


Mettius Curtius
rinvenuto nel foro.
ALAN COPSON / AWL IMAGES

Utilizzato per secoli come fonte


di pietre e di marmo, il foro
romano per poco non venne
distrutto, coperto com’era da uno
spesso strato di macerie, finché
gli archeologi ne iniziarono
il recupero nel XIX secolo
DEA / ALBUM
Colosseo

I
Tempio di Antonino e Faustina

l foro romano era la principale piazza


di Roma: qui si svolgevano le maggiori
attività della vita politica, commercia-
le e religiosa della città. Ai tempi dei Basilica Emilia
re etruschi, nel VI secolo a.C., accolse
diversi edifici pubblici come la residenza
reale, la casa del Pontefice e quella delle Ve-
stali. Il processo di monumentalizzazione
proseguì durante la repubblica (509-27 a.C.)
e l’impero (27 a.C.-476 d.C.), con la costru-
zione di due basiliche (sedi degli affari e della
giustizia), di numerosi templi, di tribune
per gli oratori (rostri) e di più monumenti
commemorativi e onorifici.
Ma l’intensa vita del cuore di Roma non
fu eterna. Dal IV secolo in avanti e per tutto
il Medioevo il foro divenne oggetto di razzie
e di atti vandalici, nonché d’incendi. Ne uscì
talmente danneggiato che gli abitanti della
Roma medievale e in seguito gli umanisti di-
battevano sulla sua posizione originale, per-
ché non erano più in grado d’individuarla.

Un sacco sistematico
La rovina dell’antica Roma viene general-
mente attribuita ai barbari, eppure l’arche-
ologo Rodolfo Lanciani, direttore degli sca-
vi nel foro alla fine del XIX secolo, dichiarò
al riguardo: «Lasciamo in pace i barbari. I
torti da loro causati a Roma non sono mi- Curia Iulia
nimamente da paragonare al male che al-
tri arrecarono alla città. E con questi “altri”
io intendo i romani stessi, i romani del pe-
riodo imperiale e bizantino, del Medioevo
ILLUSTRAZIONE 3D: PROGETTO KATATEXILUX

e del Rinascimento». Difatti la scomparsa


dei grandi monumenti nel foro e quella dei
suoi elementi decorativi fu il risultato di
una spoliazione realizzata da tagliapietre e
Arco di Settimio Severo
marmorari medievali, che usavano la pietra
e il marmo antichi per costruire nuove ope-
re nella città, nonché per fabbricare la calce. C R O N O LO G I A
Secondo la testimonianza dell’artista e ar- XII-XIII secolo
chitetto Pirro Ligorio, a volte la demolizio-
ne era talmente rapida che in un solo mese
IL RECUPERO La corporazione
dei tagliapietre di
poteva svanire un intero edificio. DEL FORO Roma scava nel
foro per prelevare i
Soltanto nel Rinascimento si levarono materiali degli antichi
le prime voci allarmate degli umanisti, che monumenti lì eretti.

68 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


Tempio di Venere e Roma IL FORO NEL IV SECOLO D.C.
La ricostruzione della piazza
Casa delle Vestali centrale dell’antica Roma mostra
Arco di Tito alcuni elementi aggiunti all’epoca di
Costantino, come le colonne onorifiche
erette davanti alla basilica Iulia.

Tempio del Divo Giulio

Basilica Iulia

Tempio di Saturno
Rostri

1540 1801 1887 1898-1925


Paolo III consente di Carlo Fea inizia i primi Una legge sul patrimonio Giacomo Boni effettua
LASestrarre marmi per
OCAS DE MEIDUM.SESHAT, scavi su grande scala urbanistico tutela il i primi scavi stratigrafici
costruire
COMPAÑERA la nuova
DE THOT, INSCRIBEbasilica nel foro. Gli succedono foro romano, che tra il del foro e porta alla
di San
EN UNA RAMAPietro.
TEMPLO DE Nel 1546 come direttori dei 1870 e il 1885 era stato luce resti dei periodi
LUXOR. ECTEM FACI OFFICIUR, UT
il consiglio municipale
OCCUSDA VOLUPTATIS ALICID ES lavori Antonio Nibby investigato da P. Rosa, più antichi della sua
recupera
UT CFFQWF FWFWFi primi
WF W pezzi. e Luigi Canina. G. Fiorelli e R. Lanciani. occupazione.
SCALA, FIRENZE
PASCOLO cercarono di mettere in salvo dal degrado e “campo vaccino” o “spianata delle mucche”.
PER LE MUCCHE dalla distruzione gli oggetti di valore riap- Gli edifici privati impedivano di vedere mo-
L’olio di Claude parsi tra le rovine, e in particolare sculture numenti come l’arco di Tito o i templi di
Lorrain del
XVII secolo e iscrizioni, destinate al primo museo pub- Vespasiano e di Saturno.
evoca il foro blico della città: palazzo dei Conservatori. Quando Goethe visitò Roma nel
romano della Tuttavia lo spropositato saccheggio non XVIII secolo scrisse: «Si trovano a Roma
sua epoca, cessò fino al XVII secolo, quando la “cava” vestigia di una magnificenza e di uno sfacelo
che ricevette il
del foro venne ritenuta esaurita. tali che superano, l’una e l’altro, la nostra
nome di “campo
vaccino” perché immaginazione. Ciò che hanno rispettato i
vi pascolavano le
Decadenza e recupero barbari, l’han devastato i costruttori della
mucche. Musée Nel XVI secolo dell’antico foro erano ormai nuova Roma». Pochi anni dopo il suo pas-
du Louvre, Parigi. riconoscibili soltanto i monumenti ricon- saggio s’iniziò a riscoprire il foro, prima con
vertiti al culto cristiano: la curia, il tempio estrazioni isolate, finanziate da alcuni ari-
di Romolo, quello di Antonino e Faustina, stocratici amanti della cultura classica; poi,
nonché parte del tempio di Venere e Roma. durante il XIX secolo, con scavi di grande
Il resto delle costruzioni era scomparso portata, che avevano lo scopo di liberare tut-
quasi del tutto. Sette metri di macerie e ti i monumenti dell’alto impero dalle opere
fango coprivano l’area e giungevano sino a successive e di trasformare così l’area in un
quasi metà altezza delle poche colonne ri- parco archeologico protetto dalla specula-
maste in piedi. Una via costeggiata da olmi zione edilizia della Roma contemporanea.
univa gli archi di Tito e di Settimio Severo L’obiettivo si considerò portato a termine
dal 1536, allorché Carlo V la percorse nel nel XX secolo, anche se i lavori di restau-
suo ingresso trionfale a Roma. Una gran- ro e di ricerca continuano senza sosta per
de vasca di marmo collocata accanto alle preservare le rovine del centro nevralgico
tre colonne del tempio di Castore e Polluce dell’antica Urbe.
serviva come abbeveratoio per gli animali,
ELENA CASTILLO
che pascolavano liberi nel prato, noto come FILOLOGA E ARCHEOLOGA

70 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


MONUMENTI ROMANI
L’immagine del foro
mostra in primo piano
l’arco di Settimio
Severo, la colonna
di Foca e il tempio di
Antonino e Faustina.
Sullo sfondo si
possono ammirare
l’arco di Tito e
l’anfiteatro Flavio
o Colosseo.
ALAMY / ACI
1 Colosseo

Arco di Tito

Tempio di Castore e Polluce

Tempio di Antonino e Faustina

Curia Iulia

Colonna di Foca

Arco di Settimio Severo Tempio di Vespasiano e Tito

LE PRIME 1800-1850
ESPLORA-
ZIONI
Negli anni SGOMBERARE E SCAVARE
trenta del Seguendo l’esempio degli scavi di Pompei e coperto di terra fino a un terzo della sua altezza.
XIX secolo si
approntò un di Ercolano, alla fine del XVIII secolo si decise Quindi si demolirono le case addossate ai templi
progetto delle di recuperare i resti del centro monumentale di di Vespasiano e di Saturno e si liberò la facciata
aree scavate Roma, liberandolo dagli ammassi di macerie e del tabularium, gli archivi dell’antica Roma. Nel
e si protessero dalle costruzioni medievali. Nel 1801 papa Pio VII frattempo alcuni ricchi stranieri s’interessarono
con delle nominò commissario delle antichità Carlo Fea, all’archeologia dell’Urbe. Nel 1811 Elizabeth Cav-
mura i fossati
che doveva dissotterrare i monumenti a vista nel endish, duchessa del Devonshire, iniziò a far dis-
attorno ai
monumenti, foro fino a raggiungere un livello più profondo e seppellire la base della colonna di Foca. Anche il
come si nota studiarli sulla base dei testi classici per capirne duca di Blacas e il conte di Funchal, ambasciatori
nell’incisione. la corretta identificazione. Nel 1803 comincia- di Francia e Portogallo, finanziarono degli sca-
rono gli scavi attorno all’arco di Settimio Severo, vi. Nel 1811 il Giornale del Campidoglio scriveva:

72 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


ALAMY / ACI
LA COLONNA DI FOCA IN
UN’INCISIONE DELL’ARTISTA
VICTOR JEAN NICOLLE.
XVIII SECOLO.

Tempio di Saturno

LA COLONNA DI FOCA
HILARY MORGAN / ALAMY / ACI

Anche se rimasero sempre in vista alcune lettere dell’iscrizione della colonna, nessuno ne
scavò la base fino al 1811. Fu la duchessa del Devonshire a patrocinarne il dissotterramento,
grazie al quale nel 1813 si poté leggere l’epigrafe della colonna.

«Vedeste questi templi mezzo-sepolti, mez-


ROYAL ACADEMY COLLECTION

zo-coperti di erbe [...] Le tre colonne del Tempio


di Giove Tonante [...] sono quasi dissotterrate, e
mostrano in tutto il suo bello le loro forme me-
ravigliose. In una parola tutte queste falde del
Monte Capitolino, ch’erano divenute quasi un
immondezzaio, saranno cambiate fra poco in un
delizioso giardino». Si dovettero restaurare anche
dei monumenti: tra 1821 e 1823 l’arco di Tito fu
smontato pezzo per pezzo per liberarlo dai pa-
L’ARCO DI TITO
lazzi medievali in cui era intrappolato e ricostruito DURANTE IL
nella sua forma attuale. I monumenti del foro ri- RESTAURO DI
GIUSEPPE VALADIER.
affioravano in modo sporadico, immersi com’e- INCISIONE DI THE
rano in un mare di terra e rovine che impediva ARCHITECTURAL
ANTIQUITIES OF
di comprendere la grandiosità del complesso. ROME, 1821.
2 Tempio di Castore e Polluce
LOOK AND LEARN / BRIDGEMAN / ACI

IL FORO 1870-1898
SI PALESA
Alla fine del
XIX secolo LA RINASCITA DEL FORO
gli scavi del Sospesi per due decenni a causa delle vicis- fu tale che vennero distrutti monumenti signi-
foro di età
alto-imperiale situdini politiche che toccarono il Paese, gli ficativi quali i rostri o la tribuna di Diocleziano.
vennero quasi scavi del foro ripresero nel 1870. In un’Italia Gli scavi, guidati tra il 1870 e il 1885 da Pie-
ultimati. che aveva pressoché concluso il processo di tro Rosa, Giuseppe Fiorelli e Rodolfo Lanciani,
L’archeologo unificazione c’era un grande interesse nell’esi- si concentrarono nell’area centrale del foro, tra
Lanciani bire i monumenti più gloriosi del suo passato. il tempio del Divo Giulio, quello di Antonino
l’avrebbe Per questo si voleva recuperare l’aspetto che e Faustina, la basilica di Massenzio e la casa
definita
«l’epoca d’oro mostravano all’epoca di maggiore splendore di delle Vestali. Quando Pietro Rosa ne assunse
degli scavi Roma, l’alto impero, senza le aggiunte succes- la direzione nel 1870, «l’intero sito era sepolto
romani». sive. Il disprezzo per l’epoca tarda dell’impero sotto 33 piedi [circa 10 metri] di terra». Ven-
(III-V secolo) e per la successiva “decadenza” nero tolti circa 286 milioni di piedi cubici di

74 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


Tempio di Saturno

Tempio di Vespasiano e Tito

Arco di Settimio Severo

Tempio del Divo Giulio

macerie e portati alla luce elementi straordinari


come i plutei istoriati di Traiano (una sorta di L’IMMAGINE DELLE
leggii), i frammenti della Forma urbis, nonché VESTALI DI ROMA
statue di vestali impilate e pronte per essere Il 9 febbraio 1883 il principe
bruciate in un forno medievale. Nel 1882 un di Prussia e futuro imperatore
articolo apparso su The Athenaeum descrive- Federico III presenziò
va il clima del momento: «Il foro romano allo all’impressionante rinvenimento
di otto statue intatte di vestali e
stato attuale dei lavori sembra più che altro un di molte altre ormai in frantumi.
campo di battaglia [...] Case e fondamenta di Secondo Lanciani, «il principe
mura buttate giù, cave esaurite, il giardino di aiutò ad alzare le moli di marmo
Vignola scomparso [...] e centinaia di uomini e a porre le statue contro il
all’opera rendono una vivida idea dell’attività muro dell’atrio».
DEA / SCAL

che muove oggi l’archeologia romana». Il cul- STATUA DI UNA VESTALE MASSIMA. II SECOLO
A, FIRENZE

mine del progetto, secondo Lanciani, fu «un D.C. MUSEO NAZIONALE ROMANO, ROMA.

sogno dorato divenuto realtà».


3
FOTO: RICCARDO AUCI

PER TERRA 1898-1925


E PER ARIA
Usando
mongolfiere GLI STRATI NASCOSTI
come quella Nel 1898 il giovane architetto veneziano Gia- rare ad esempio una piccola necropoli dell’Età
dell’immagine
qui sopra, tra como Boni assunse la direzione del progetto del ferro, utilizzata tra il X e il VII secolo a.C.
il 1899 e il di recupero del foro, dandogli una svolta signi- dai primi abitanti della zona, che si erano sta-
1909 vennero ficativa. L’obiettivo dei lavori divenne l’esplo- biliti sui pendii del Palatino. Nel 1899 venne
scattate 123 razione degli strati inferiori rispetto a quelli scavato vicino alla curia un complesso sacro
fotografie emersi sino ad allora, così da comprendere del VI secolo a.C., il lapis niger, dove comparve
aeree del foro l’aspetto del foro nelle epoche arcaica e repub- una stele con un testo in latino arcaico. Que-
romano. Se ne
può osservare blicana. Pioniere nell’applicazione del metodo sta permise d’identificare lo spazio come il
una sopra stratigrafico, Boni portò alla luce siti emblema- luogo in cui, secondo la leggenda, i senatori
queste righe. tici relazionati alle origini di Roma. A sud-est avrebbero ucciso Romolo per porre fine al suo
del tempio di Antonino e Faustina fece affio- regno dispotico. Un anno dopo venne scoperta

76 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


UN ARCHEOLOGO
INSTANCABILE
I diari di scavo del foro
e i disegni realizzati tra
il 1898 e il 1925 rivelano
la frenetica attività
che Giacomo Boni
mantenne in qualità
di architetto, archeologo
e restauratore. Se il
Circolo archeologico
romano gli fu ostile,
le università di
Cambridge e di Oxford
lo nominarono dottore
honoris causa.

RICCARDO AUCI
GIACOMO BONI POSA ACCANTO
A UNA DELLE SEPOLTURE A
INCINERAZIONE NELLA FOSSA DELLA
NECROPOLI ARCAICA DEL FORO.

BIBLIOTECA AMBROSIANA / SCALA, FIRENZE

SCAVI NELLA NECROPOLI


ARCAICA DEL FORO ROMANO,
DAVANTI AL TEMPIO DI
ANTONINO E FAUSTINA.

la leggendaria fonte di Giuturna, tra il tempio


BIBLIOTECA AMBROSIANA / SCALA, FIRENZE

dei Dioscuri e quello di Vesta; era una delle


più antiche di Roma, nonché il punto in cui la
tradizione collocava la miracolosa apparizione
di Castore e Polluce per annunciare la vittoria
romana nella battaglia del lago Regillo nel 499
o 496 a.C. Boni seppe dare risonanza inter-
nazionale a ognuno dei rinvenimenti, evocati
negli articoli della stampa italiana e straniera
come l’Illustrazione Italiana o il New York Times. BONI MOSTRA
UN PIANO DEGLI
Collaborando con il capitano del servizio aero- SCAVI AL RE
nautico Maurizio Mario Moris, Boni fece alzare D’ITALIA VITTORIO
EMANUELE III
in volo sei palloni aerostatici dotati di camere E AL PRESIDENTE
fotografiche, con cui documentò dall’alto l’area FRANCESE
ÉMILE LOUBET
archeologica centrale di Roma. L’8 MAGGIO 1904.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 77


4
Tempio di Vesta
Tempio di Castore e Polluce

UN MUSEO DA L 1 9 2 5
ALL’A RIA
APERTA
Per rendere la UNA VETRINA DEL PASSATO
visita del foro Nel XX secolo la fase di scavi su grande sca- da un cimitero ebraico e da una fabbrica di gas),
più attraente
e istruttiva per la del foro fu considerata ultimata. Cominciò doveva essere liberato da tutto ciò che impedi-
i turisti, molte quindi un periodo di restauro dei monumenti e va di ammirarne la grandezza ed essere protetto
delle colonne di collocazione delle rovine in un parco archeo- da qualsiasi abuso edilizio. Si dimostrò pure che
ormai crollate logico centrale, secondo il piano approvato nel la visita al foro sarebbe stata più istruttiva e
furono erette 1887 su proposta della commissione istituita intrigante se gli edifici fossero stati presentati al
nuovamente dal ministro Guido Baccelli nel 1881. A causa pubblico restaurati con dei materiali ritrovati nel
utilizzando
il materiale dello sviluppo disordinato di Roma si decise che sito. In tal modo Alfonso Bartoli, direttore degli
disseppellito il foro romano, assieme al Colosseo, a una parte scavi dal 1925, promosse la ricostruzione tra
negli scavi. dei fori imperiali, alle terme di Traiano e di Cara- gli altri della curia, della basilica di Massenzio
calla, nonché al circo Massimo (allora occupato e del tempio di Venere e Roma. In quegli anni

78 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


CINECITTÀ LUCE / SCALA, FIRENZE
FOTOGRAFIA DEL FORO
CON LA STRADA CHE LO
ATTRAVERSAVA NEL 1928.

RAMPE DI ACCESSO
CINECITTÀ LUCE / SCALA, FIRENZE

Durante gran parte del XX secolo una strada aperta al traffico attraversava il lato settentrionale
del foro romano e lo collegava al Campidoglio. Passava accanto all’arco di Settimio Severo
e saliva tra il tempio di Vespasiano e quello di Saturno, come mostra l’immagine.

l’Italia viveva sotto il regime fascista di Mus-


KEYSTONE-FRANCE / GETTY IMAGES

solini, che sentiva un «irrefrenabile amore per


le passate testimonianze di potenza e di glo-
ria» e credeva che la Roma imperiale dovesse
essere uno stimolo per il progresso dell’Italia.
Sfortunatamente, mentre si dava nuova vita agli
edifici, la parte orientale del foro e l’altura della
Velia rimasero irrimediabilmente danneggiate
dall’apertura della via dell’Impero (attuale via
dei Fori imperiali) nel 1932. Dopo la Seconda
BENITO MUSSOLINI
guerra mondiale gli archeologi hanno portato RIUNISCE MIGLIAIA
avanti la duplice missione di svelare i segreti DI SEGUACI NEL
FORO ROMANO
che il foro ancora nasconde e di assicurare la IL 12 APRILE 1934
conservazione di una delle aree archeologiche PER TENERE UNO
DEI SUOI DISCORSI
più visitate al mondo. NAZIONALISTI.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 79


DUE SECOLI
DI SCOPERTE
NEL FORO
Gli scavi nel foro hanno portato
alla luce non soltanto le strutture
di alcuni edifici, ma anche numerosi
oggetti di ogni sorta: statue, lapidi con
iscrizioni, altari, oggetti votivi... Gran
parte di questi materiali è custodita
nel palazzo dei Conservatori (in
Campidoglio), sede del primo
museo municipale di Roma,
e nell’Antiquarium forense,
un museo sorto alla fine del
XIX secolo attualmente non

DEA / ALBUM
aperto al pubblico.

Statuetta in bronzo Stele del lapis niger, Pluteo istoriato di Traiano,


scoperta tra il materiale risalente al VI secolo a.C. un pannello di marmo
di ripiena del livello Il testo malediceva che mostra la consegna
primitivo del santuario chi avesse profanato di denaro dalla tribuna
arcaico del lapis niger. il santuario. del foro (i rostri).
BRIDGEMAN / ACI
Testa di
Medusa
proveniente
dal tempio
di Venere
e Roma e
scoperta nel
DEA / SCALA, FIRENZE

BRIDGEMAN / ACI
1813. Musei
Vaticani.

Altare di epoca traianea Lampada votiva trovata


con la rappresentazione dei durante gli scavi di
Dioscuri, Castore e Polluce. Giacomo Boni nella casa
L’altare emerse accanto alla delle Vestali.
fonte di Giuturna nel 1900.
Frammento della Forma urbis,
un piano di Roma a scala
1:250 realizzato ai tempi di
Settimio Severo. Tra il 1867
e il 1888 furono rinvenuti
numerosi altri frammenti dello
stesso nelle vicinanze della
chiesa dei santi Cosma
e Damiano.

I
O AUC
ARD
RICC
SCALA, FIRENZE

ZE
IREN
LA, F
/ SCA
DEA
il louvre
storia di un edificio
Nato come torre difensiva e trasformato
poi in un castello fortificato, dal XVI secolo il
Louvre divenne uno sfarzoso palazzo che doveva
sottolineare il potere dei re di Francia
UN PALAZZO
IN COSTANTE
EVOLUZIONE
Davanti al padiglione
Sully, ristrutturato
nel XIX secolo per
completare la facciata
occidentale del Louvre,
s’innalza la piramide di
vetro e metallo da cui
oggi si accede al museo.
PATRICK ESCUDERO / GTRES
SIMBOLO DI PARIGI

VERSO
OVEST

I
Notre-Dame
ntorno al 1600 Enrico IV
ordinò di collegare il
Louvre a un nuovo immo-
bile ubicato fuori dalle
mura, le Tuileries, tramite
Palazzo della Cité la Grande galleria. Ebbe
così inizio un processo di
espansione del Louvre verso
Louvre
ovest, in senso parallelo alla
Senna, processo che sarebbe
durato praticamente fino ai
lavori voluti da Mitterrand
negli anni ottanta del secolo
scorso. Nel XIX secolo l’area
non era più occupata da case
e nemmeno dal palazzo del-
Mura del 1380 le Tuileries, distrutto dalla
Comune nel 1871. Si veni-
Tuileries va a definire così un’ampia
prospettiva lungo i giardini
delle Tuileries.

JOSSE / BRIDGEMAN / ACI

O
PARIGI NEL ggi è il museo più frequenta- di Francia avviarono la complessa trasfor-
XVII SECOLO to al mondo, con 9,6 milioni mazione che rese il Louvre un simbolo del
In questa cartina di visitatori solo nel 2019. La potere della monarchia.
della città, stampata
nel 1615, si possono piramide di vetro disegnata Ricostruito in stile rinascimentale con
ammirare alcune dall’architetto sino-statuni- decorazioni dei più abili scultori e pittori,
opere del regno di tense Ieoh Ming Pei nel 1989, sotto la pre- nonché collegato al vicino palazzo delle Tui-
Enrico IV, come il sidenza di François Mitterrand, è oramai leries da una maestosa galleria, il Louvre
Pont neuf, la Grande
galleria e il palazzo
l’emblematica porta d’ingresso a un’incom- s’impose come la principale reggia dei Valois
delle Tuileries. parabile collezione d’arte. Tuttavia il Louvre (1328-1589) e dei Borbone (1589-1792), anche
Incisione di non è sempre stato un museo. La sua storia se pochi di loro soggiornarono con frequen-
Mathieu Merian. ebbe inizio ottocento anni fa, quando era un za nello splendido complesso. Durante il re-
semplice torrione difensivo destinato a di- gno di Luigi XIV Versailles, a circa venti chi-
venire una residenza reale. lometri a sud-ovest di
Fu nel XVI secolo che i re Parigi, divenne la residen-

XII secolo XIV secolo


C R O N O LO G I A
Filippo II Augusto Dopo aver ampliato le
costruisce la fortezza del mura di Parigi, Carlo V
CASTELLO, Louvre per proteggere ristruttura la fortezza
BRITISH LIBRARY / AKG / ALBUM

PALAZZO, Parigi da un attacco


inglese dalla Normandia
del Louvre, ubicata ora
al loro interno, e crea
MUSEO
LOREM IPSUM

(le fondamenta sono nuovi locali per rendere


visibili nel museo). la fortezza più vivibile.
FILIPPO II AUGUSTO. MINIATURA DEL XIV SECOLO. BRITISH LIBRARY, LONDRA.
PARIGI E IL SUO
IMPONENTE MUSEO
L’immagine mostra
il vasto complesso
del Louvre, che fu
completato all’epoca
di Napoleone III. A
ovest si prolunga nei
giardini delle Tuileries,
che prendono il nome
dall’omonimo edificio
lì presente.

NISIAN HUGHES / GETTY IMAGES

za reale per antonomasia. Il Louvre fu prati- proveniva la minaccia degli inglesi, allora IL SAGGIO RE
camente abbandonato, ma fu questo che gli padroni della Normandia. Costituito da un DI FRANCIA
permise di trasformarsi in un museo d’arte, dongione – una grande torre circolare – al- Carlo V è passato
alla storia come
come avvenne a partire dal 1793. to trenta metri, era inoltre il simbolo del po- un monarca colto
tere feudale del monarca sui vassalli. Tutti e saggio. Fondò la
Da fortezza a palazzo gli atti da lui emessi nel ruolo di signore feu- prima biblioteca
Quando il re Filippo II Augusto ordinò di eri- dale erano infatti firmati nell’imponente reale all’interno del
Louvre. Statua nella
gere il primo Louvre, verso il 1190, voleva torre. La fortezza non era però una residenza;
reggia di Versailles.
fare sfoggio della propria forza militare. A il potere politico, giudiziario e sacro dei re-
quei tempi il Louvre era ancora una fortezza gnanti aveva sede nel palazzo della Cité, ac-
situata fuori dalle mura di Parigi appena co- canto alla cattedrale di Notre-Dame.
struite e, seppure di modeste dimensioni, Tutto cambiò nel XIV secolo. La nuova
aveva lo scopo di ribadire che il sovrano con- cinta muraria iniziata da Carlo V nel 1356
trollava il territorio fino a nord-ovest, da cui inglobò il Louvre all’interno della città.

XVI secolo XVII secolo XVIII secolo


Francesco I inizia la Enrico IV comincia il Aperto al pubblico come
ricostruzione del Louvre “grande disegno” per museo dal 1793, con
e chiama a tale scopo eliminare i resti della Napoleone III il Louvre
Pierre Lescot. I lavori fortezza medievale. Sotto acquisisce la forma
proseguono con Enrico II: Luigi XIII sono realizzate più attuale, che culmina con
grazie a lui e al figlio diventa ali, e con Luigi XIV si erige l’integrazione del vicino
GÉRARD BLOT / RMN-GRAND PALAIS

una residenza reale. il colonnato di Perrault. palazzo delle Tuileries.


esp

LA SALA Venuta meno la funzione difensiva, il castel- Fu Francesco I a mutare nuovamente il de-
DELLE CARIATIDI lo divenne un palazzo, e a tale scopo furono stino del Louvre. Influente sovrano del Ri-
Progettata necessarie importanti modifiche per ren- nascimento, intuì il bisogno di garantirsi
dall’architetto
Pierre Lescot nel derlo abitabile. Si conservò la torre centrale, l’appoggio della “grande città”, in particolare
1546, deve il nome oramai puramente simbolica, e gli edifici quando nel 1526 rientrò dalla prigionia in
alle sculture che attorno furono ampliati e dotati di finestro- Spagna dopo la sconfitta nella battaglia di
ne decorano un ni per rendere il complesso più luminoso. Pavia. Il dilagare delle contestazioni da par-
lato. Concepita
Sopra i tetti vennero disposte decorazioni te dei protestanti francesi gli fece capire che
come sala da
ballo, oggi accoglie dorate. Tuttavia neppure allora i re trascor- doveva assicurarsi la fedeltà di Parigi, e quin-
una collezione di revano molto tempo nel Louvre. Nel XV e nel di stabilirsi proprio nella capitale, approfit-
sculture greche. XVI secolo preferivano le residenze sulle tando del palazzo del Louvre.
sponde della Loira, come quelle di Blois e di
Amboise, e quando si recavano a Parigi al- Rifacimenti successivi
loggiavano in splendidi castelli urbani quali Malgrado le riforme, il Louvre era ancora un
quello di Tournelles o di Saint-Paul. complesso medievale angusto e scomodo, e
nel 1546, un anno prima della morte, Fran-
cesco I approntò un progetto di ricostruzio-
ne dell’edificio. All’inizio i lavori si concen-
trarono nell’ala occidentale del castello. A
Nel 1546 Francesco I iniziò a sovrintenderli fu chiamato l’architetto e
ricostrui