STRUTTURE
CRISTALLINE
Lo stato cristallino
Come
sappiamo, la materia viene classificata nei tre stati: gassoso, liquido
e solido. I gas
sono costituiti da particelle indipendenti (non
interagenti, salvo nel momento delle
collisioni); quindi riempiono tutto
lo spazio disponibile e cambiano volume in funzione
della pressione. Nel
caso dei liquidi le interazioni tra le particelle sono forti, tanto che
queste risultano praticamente a contatto. I liquidi
pertanto sono poco comprimibili. Le
agitazioni termiche sono abbastanza
elevate da portare le molecole fuori dal campo di
forze dei loro
immediati vicini. I legami fra molecole non sono quindi permanenti e i
liquidi possono fluire. Riducendo però l’agitazione termica, i legami
tra molecole diverse
diventano più stabili, e, a livello macroscopico,
si forma una massa rigida. Una
disposizione ordinata delle molecole in
queste condizioni è più probabile di una casuale,
perché corrisponde
a una minore energia. Tale architettura ordinata di molecole
rappresenta
lo stato
cristallino.
Non
tutti i materiali solidi sono però cristallini. Il vetro comune ha
elevata durezza, ma, a
differenza di un cristallo di NaCl, si frattura
in modo irregolare. Ciò è dovuto al fatto che
il vetro è costituito
da macromolecole di SiO2 disposte in modo casuale. Nel
processo di
formazione dal fuso, il materiale diventa progressivamente
meno fluido e non riesce ad
assumere un assetto regolare. Permane nel
“solido”, come congelata, la disposizione
disordinata
presente allo stato fuso. Ci si riferisce ai vetri, in genere, come a
dei liquidi
sovraraffreddati, che possono ancora fluire, anche se in
maniera praticamente non
osservabile.* Sono invece comunemente chiamati solidi
amorfi quei materiali non fluidi
che presentano un altissimo grado di disordine.
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*Vi sono in merito considerazioni contrastanti (si veda il dibattito
sulle "vetrate delle Cattedrali gotiche").
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La
proprietà distintiva dello stato solido cristallino è la ripetizione regolare di un motivo
(ipotizzata già nel diciottesimo secolo da R. J. Haüy) costituito
da molecole o gruppi di
molecole, su distanze corrispondenti a diverse
migliaia di dimensioni molecolari.
Esistono
materiali che presentano un grado minore di cristallinità, come certi
polimeri, che
hanno solo un ordine bidimensionale, e molte fibre
sintetiche o naturali, che
sono ordinate
solo lungo l’asse della fibra.
Alcuni
cristalli organici, opportunamente riscaldati, passano ad uno stato
intermedio fra
solido e liquido che viene chiamato stato mesomorfico o
di cristallo liquido. Materiali
con questo comportamento comprendono anche composti di
coordinazione.
E’
opportuno però fare una precisazione. I cristalli che incontriamo in
natura o otteniamo
in laboratorio non sono mai cristalli
perfetti. La periodicità può essere osservata in
misura più o
meno parziale a seconda della natura del cristallo e delle condizioni
termodinamiche in cui si è formato. E’ pertanto opportuno acquisire
il concetto di cristallo
reale per differenziarlo dal cristallo
ideale, “infinito”
e completamente ripetitivo (un
modello astratto). Se la non-idealità può
essere talvolta considerata un disturbo, è però
vero che essa è
spesso all’origine di favorevoli proprietà addizionali, molto
utilizzate nella
ingegneria dei materiali e nella fisica dello stato
solido.
Per
comprendere la natura periodica e ordinata dei cristalli è necessario
conoscere le leggi
di simmetria che regolano la formazione dello stato
cristallino ideale, classificando le
operazioni con le quali viene
assicurata la ripetizione del motivo fondamentale. Una
analisi più
approfondita di questi aspetti è però demandata ad altri corsi di
natura
cristallografica.
g
Operazioni di simmetria
Richiamiamo brevemente le operazioni che
caratterizzano la simmetria di un oggetto
finito, come una molecola, un
poliedro, etc.; altre operazioni di simmetria
verranno poi
introdotte per descrivere la simmetria nello spazio,
che ci servirà per classificare le
strutture cristalline.
Simmetria
puntuale
Una operazione di simmetria puntuale è una operazione di simmetria
condotta rispetto a
un punto fisso nello spazio; il punto resta cioè
fermo durante l’operazione.
Asse
principale. E’ l’asse di simmetria maggiore
in una molecola (o in un cristallo) e
normalmente viene fatto coincidere
con l’asse z molecolare (o
con l’asse c
cristallografico,
ma non sempre). Il concetto non è però sempre
appropriato, poichè vi sono molte
molecole e cristalli in cui non c’è
un solo asse che ha la simmetria rotazionale più alta. In
tali casi non
esiste un asse principale. Per esempio, un cristallo ortorombico può
avere tre
assi binari; in CH4 o in altre molecole ad alta
simmetria non si può individuare un asse
principale.
Operazioni
di simmetria puntuale
Sono
riassunte nella Tabella, usando la notazione
di Schoenflies. L’effetto
delle
operazioni è illustrato nelle Figure (con i simboli usati per le
varie operazioni). La
notazione è semplice: i cerchi con (+), (-), (,)
sono un modo conveniente di rappresentare
un generico oggetto (come un
gruppo di atomi). Talora sono usate come simboli delle
mani. I simboli + e
– stanno a significare oggetti sopra o sotto il piano del foglio. Un
cerchio con una (,) è enantiomorfo di un cerchio vuoto. Un cerchio splittato
significa un
cerchio sopra e uno sotto.
Questi simboli, usati specialmente nella rappresentazione dei
gruppi spaziali, illustrano in modo conveniente il significato delle
operazioni di simmetria
puntuale elencate in Tabella.
Operazioni di Simmetria
puntuale
Identità La molecola o cristallo non subisce rotazione (o subisce una
rotazione di
E 2p attorno ad un asse di ordine qualsiasi). Tutti gli oggetti posseggono questa
simmetria. Preso un vettore r dall’origine a un punto qualsiasi sarà Er
® r.
Inversione
La molecola è invertita rispetto all’origine.
L’elemento di
i simmetria è il centro
di inversione.
L’operazione è
i(x, y, z) ® (-x, -y, -z).
Rotazione
Detta spesso rotazione propria, è una rotazione della molecola di
360°/n o 2p/n attorno ad un asse, in senso destrorso per convenzione. Se l’asse non è
il pricipale ci possono essere
dei simboli in apice a destra, come Cn’o Cnx
(rotazione
Cn Cn attorno a x). Un apice numerico è
invece usato per
indicare una precisa rotazione,
come C32 che
rappresenta una rotazione di 240°.
Esempi: con z come asse principale
sarà C4(x,
y, z) ®
(y, -x, z), e C2x(x, y, z) ® (x, -y, -z).
Riflessione Riflessione di una molecola attraverso un piano. Il
particolare
piano di simmetria può essere indicato da un pedice.
La reflessione comporta il
s trasferimento di tutti i punti dall’altra
parte del piano, a ugual distanza, lungo
direzioni perpendicolari. Esempio: una reflessione nel piano x che
contiene gli
assi yz,
sarà s(x, y, z) ® (-x, y, z).
sh
Riflessione
in un piano orizzontale Il piano di riflessione è
perpendicolare
all’asse principale e contiene l’origine.
sv
Riflessione
in un piano verticale Il piano contiene l’asse
principale.
Riflessione
in un piano diagonale Come i sv questo piano contiene l’asse
sd principale ma biseca l’angolo tra gli assi
binari perpendicolari all’asse
principale.
Rotazione
impropria (rotoriflessione) Una rotazione di 2p/n seguita da
una riflessione in un piano orizzontale, cioè,
Sn = shCn.
Vale ancora che Snm
=
Sn (Sn)m.
(Notare che: S2 = i;
S32S3 ¹
E, ma piuttosto S33 = sh
e S36 = E.).
Esempio:
S4(x, y, z) ®
(y, -x, -z).
Benchè la
notazione di Schoenflies sia usata dalla maggior parte dei chimici e
fisici dello
stato solido, i cristallografi utilizzano esclusivamente la
notazione
Internazionale o di
Hermann-Mauguin.
La corrispondenza
dei simboli della notazione internazionale:
1,-1,
n, e m con i
simboli di Schoenflies è
1
º
E
-1 º i
n º
Cn
m º
s
-n º iCn
L’uso
di assi di rotoinversione
(-n, n sopra-segnato), che comportano una rotazione
seguita da una
inversione, invece che da una riflessione, come nell’approccio di
Schoenflies, richiede una certa attenzione nel passaggio da una notazione
all’altra. Per
esempio, notiamo e verifichiamo che -6 = S35 e -3 = S65.
Operazioni
inverse. L’inversa
di ogni operazione di simmetria deve
essere una
operazione di simmetria.
Molte
operazioni sono autoinverse, come E(1), i(-1), and s(m).
Esempi:
Il numero di
operazioni di simmetria in ciascuno è 1, 2, 3, 4, e 6, rispettivamente.
Procedendo,
otteniamo altri cinque gruppi puntuali aggiungendo un piano sh
a
ciascuno
dei cinque gruppi precedenti. Per esempio, il gruppo C3
ha operazioni {E, C3, C32};
l’aggiunta di un piano sh porta al gruppo C3h, che ha
{E, C3, C32, shE =
sh,
shC3 = S3, shC32
= S35}. I
nuovi cinque gruppi hanno il doppio di
operazioni dei precedenti, e sono
C1h(m),
C2h(2/m), C3h(-6),
C4h(4/m), C6h(6/m)
Aggiungendo
un piano di simmetria verticale ai cinque gruppi puramente rotazionali
otteniamo altri cinque gruppi puntuali, denominati Cnv.
Tuttavia, solo
quattro sono nuovi poichè C1v è identico al già classificato
C1h. Avremo
quindi
C2v(2mm),
C3v(3m),
C4v(4mm), C6v(6mm)
Nella
notazione internazionale l’assenza del simbolo “/” tra i piani e
l’asse n significa che
i piani di simmetria contengono l’asse.
Considerando anche rotazioni improprie attorno all’asse principale dei
cinque gruppi
rotazionali puri, troviamo altri tre gruppi puntuali.
Questi
sono S2 con operazioni {E, i};
S4 {E, C2, S4, S43};
e S6 {E, C3, C32, S6,
i,
S65}.
Il gruppo che si potrebbe chiamare S3
è identico a quello chiamato
C3h.
Il gruppo S2 è chiamato per convenzione Ci.
Abbiamo quindi
Ci(-1), S4(-4),
S6(-3)
Tornando
ai cinque gruppi rotazionali e aggiungendo un asse binario perpendicolare
all’asse principale si ottengono quattro nuovi gruppi puntuali, Dn,
con il doppio di
operazioni. Chiaramente D1 è identico a C2
e non deve essere aggiunto. I nuovi gruppi
puntuali sono
D2(222),
D3(32), D4(422),
D6(622)
Aggiungendo
un asse C2’ ai
gruppi Cnh si ottengono quattro nuovi gruppi puntuali Dnh,
col doppio di operazioni dei gruppi Cnh. Avremo
D2h(mmm),
D3h(-6m2), D4h(4/mmm),
D6h(6/mmm)
I
simboli Internazionali mmm, 4/mmm e 6/mmm hanno una forma completa che è:
(2/m
2/m 2/m), (4/m 2/m 2/m), (6/m 2/m 2/m), rispettivamente.
Infine, l’aggiunta di un asse C2' ai gruppi Sn
genera due nuovi gruppi Dnd:
D2d(-42m),
D3d(-3m)
Tutti
i gruppi finora descritti hanno un asse principale. In aggiunta vi sono
cinque gruppi
puntuali cubici che sono caratterizzati dal fatto di non
possedere un asse principale, ma
quattro
assi ternari. Si tratta di tre gruppi T
e due O. I gruppi O hanno 6 assi quaternari e
24 operazioni di
simmetria. I nuovi gruppi sono:
T(23), Th(m3),
Td(-43m), O(432),
Oh(m3m)
I
simboli completi internazionali dei gruppi Th e Oh
sono (2/m -3), (4/m -3 2/m),
rispettivamente.
I
32 gruppi puntuali
cristallografici*
Triclino C1(1)
// Ci(-1)
Monoclino C2(2), C1h(m)
// C2h(2/m)
Ortorombico D2(222),
C2v(2mm) //
D2h(mmm)
Tetragonale C4(4),
S4(-4), D4(422), C4v(4mm),
D2d(-42m) //
C4h(4/m), D4h(4/mmm)
Trigonale C3(3),
D3(32), C3v(3m) // S6(-3), D3d(-3m)
C6(6), C3h(-6), D6(622),
C6v(6mm), D3h(-6m2) //
Esagonale
C6h(6/m), D6h(6/mmm)
Cubico T(23), Td(-43m), O(432)
// Th(m3), Oh(m3m)
*Il
simbolo // separa i gruppi non
centrosimetrici dai centrosimmetrici (a destra).
Operazioni
di simmetria aggiuntive nei cristalli
Nei
cristalli esistono altre operazioni di simmetria in aggiunta alle
operazioni di
simmetria puntuale. La più ovvia, e la più
fondamentale di queste è associata con la
ripetitività del
cristallo, detta simmetria
traslazionale. Altri elementi di simmetria che
dovremo
anche considerare sono gli assi “screw” o di rototraslazione
e i piani “glide” o
di riflessione
con scorrimento (slittopiani).
Traslazioni
- Il reticolo di ripetizione.
La
periodicità traslazionale dei cristalli può
essere
razionalizzata considerando
la geometria della ripetizione piuttosto che le
proprietà del motivo
che viene ripetuto. Ammettiamo che il motivo sia ripetuto
periodicamente ad intervalli a,
b
e c
lungo tre direzioni non complanari; la geometria di
ripetizione
può essere descritta mediante un insieme periodico di punti,
detti nodi,
separati da intervalli a, b e c
nelle stesse tre direzioni. Questo insieme di nodi viene
chiamato reticolo
di ripetizione. La posizione dei nodi reticolari rispetto al motivo è del
tutto
arbitraria.
Si
possono avere reticoli lineari (1D), piani (2D) e spaziali (3D) a
seconda che la
periodicità sia osservata in una direzione, su un
piano o nello spazio tridimensionale. Per
un reticolo
tridimensionale, scelto un nodo qualunque come origine, O, e una
terna di
vettori elementari a,
b e c, ogni nodo è definito
univocamente dal vettore
tm = m1a + m2b
+ m3c
dove mi possono assumere tutti i valori interi positivi,
negativi o zero. I tre vettori
elementari definiscono un
parallelepipedo che viene detto cella
elementare.
La cella elementare e la simmetria traslazionale sono caratteristiche
fondamentali per i
cristalli e li distinguono da altre forme di
materia condensata, come liquidi e vetri.
La
stessa idea di simmetria traslazionale può essere espressa
dicendo che
l’arrangiamento atomico globale del cristallo visto
da un punto qualsiasi r,
è identico se
visto dal punto r’ = r + tm
Operazioni “screw”. Gli assi di
rototraslazione
(detti anche elicogire) sono assi di simmetria, di
ordine n e componente di traslazione a,
che
lasciano inalterate tutte le proprietà dello spazio
dopo una
rotazione intorno all’asse di 2π/n e una
traslazione lungo
l’asse di a. Nei
cristalli
possono essere presenti solo elicogire di ordine
2, 3, 4
e 6, con opportune componenti di
traslazione (Figura).
Cella elementare
In
un reticolo tridimensionale
tm = m1a + m2b
+ m3c
i
tre vettori elementari definiscono un parallelepipedo che viene
detto cella elementare
(nella letteratura
scientifica anglosassone unit
cell, cella unitaria).
Le
direzioni specificate dai vettori a, b e c sono chiamate assi
cristallografici x,
y e z
rispettivamente, e gli angoli fra gli assi
sono indicati con a, b e g
dove si sceglie sempre (Figura) a
opposto ad a, β opposto a b
e γ opposto a c.
Il
volume V della cella elementare è dato da
V
= a
. (b x c)
L'orientazione
dei tre assi cristallografici è
scelta in modo da dare una terna destrorsa. Si
indicano con
A, B e C le facce della cella elementare opposte ad a,
b, c. Se la cella
elementare
è primitiva (contiene un singolo nodo), i valori mi
sono vincolati ad essere
interi per qualunque nodo del reticolo.
Se è centrata allora i
valori di mi
saranno in genere numeri razionali. Per Ia
caratterizzazione della cella basterà ricordare che un nodo
ai
vertici della cella le appartiene per 1/8, un nodo su uno
spigolo
le appartiene per 1/4, un nodo su una faccia le
appartiene per
1/2.
Esempi
di celle elementari primitive e non primitive 2D
sono illustrati
in Figura. Vedremo che esistono
convenzioni sulla scelta della
cella elementare.
I
sette sistemi cristallini
Dobbiamo
considerare il fatto che vi sono restrizioni di simmetria che
devono essere
applicate agli assi e agli angoli della cella
elementare di un reticolo. La presenza di certi
assi vincola la
geometria del reticolo. Queste restrizioni danno origine ai sette
sistemi
cristallini. E’ infatti conveniente raggruppare classi
di simmetria che hanno delle
somiglianze: in tal modo i cristalli
corrispondenti potranno essere descritti con uno stesso
tipo di
cella elementare. Questa a sua volta potrà essere scelta in modo
da evidenziare la
simmetria presente.
Ad esempio, nei gruppi 1 e -1 non è definito
alcun asse di simmetria e quindi non c’è
vincolo per la cella
elementare. I rapporti a:b:c e gli angoli potranno
essere liberi. Si dice
che le due classi fanno parte del sistema triclino.
I
gruppi 2, m, 2/m sono
riferibili ad un reticolo che presenta solo un asse 2,e una cella
elementare con due angoli di 90°. I tre gruppi appartengono al
sistema monoclino.
Non
proceremo in questa analisi che è più appropriata a un corso di
cristallografia. Si
possono assegnare le 32 classi ai sette
sistemi cristallini, le cui caratteristiche metriche
sono elencate
in Tabella.
Condizioni
per i sette sistemi cristallini
Trimetrici
Eoi Triclino a
≠ b ≠ c
1 o -1 α ≠ β ≠
γ
C2 o σ Monoclino a
≠ b ≠ c
2 o -2 α = β = 90° ≠
γ (1° setting)
α = γ = 90° ≠
β (2° setting)
due C2 o σ Ortorombico a
≠ b ≠ c
due 2 o -2 α = β = γ = 90°
Dimetrici
C4 o S4 Tetragonale a
= b ≠ c
4 o -4 α = β = γ = 90°
C6 o S3 Esagonale a
= b ≠ c
6 o -6 α = β = 90° γ =
120°
C3 o S6 Trigonale come
l'esagonale
3 o -3 (Romboedrico) (a = b
= c; α =
β = γ ≠ 90°)
Monometrico
4 assi ternari Cubico a
= b = c
α = β = γ = 90°
I 14 reticoli di Bravais
Dopo
aver associato ad ogni sistema cristallino una cella elementare
primitiva
compatibile con i gruppi puntuali afferenti al sistema,
dobbiamo esaminare la possibile
esistenza di altri reticoli non
primitivi.
Esistono
infatti altri tipi di reticolo, basati su celle non primitive, che
non possono essere
ricondotti ai precedenti.
Centratura
dei reticoli. Si procede in modo diretto. Si aggiungono punti a
ciascun
reticolo dei diversi sistemi cristallini e si valuta se: (a)
l’insieme dei nodi è ancora
un
reticolo (l’intorno di ogni nodo deve essere lo stesso), e (b)
si tratta di un nuovo reticolo
nello stesso sistema
cristallino.
Le
possibili centrature di una cella primitiva sono disposte (a
partire dall’origine) in:
(I) a corpo
centrato (a/2
+ b/2
+ c/2)
(F) a facce
centrate (a/2
+ b/2),
(a/2
+ c/2),
e (b/2
+ c/2)
(A)
A-centrata (b/2 + c/2)
(B)
B-centrata (a/2 + c/2)
(C)
C-centrata (a/2 + b/2)
La cella
romboedrica è primitiva ma per convenzione viene indicata con R
invece che con P.
La cella convenzionale trigonale ha l’asse
ternario parallelo a c,
ed è come la cella esagonale.
La presenza dell’asse ternario
introduce la possibilità per alcune sostanze di presentare una
cella P a forma di romboedro.
Questi
cristalli possono anche essere descritti con una cella esagonale
che è multipla di
ordine 3 della cella R, con nodi nei punti
definiti dai vettori (2a/3, b/3, c/3) e (a/3,
2b/3,
2c/3)
(vedi Figura; sono possibili due orientazioni della cella, che
viene chiamata obversa o
reversa).